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L Impero Carolingio Tra il IV ed il V secolo, mentre era ancora in atto la disgregazione dell impero r omano d occidente, una popolazione

germanica organizzata in trib, guidate da capi m ilitari, si stanzi tra i fiumi meno e Reno, erano i franchi. Alla fine del V seco lo si riunirono sotto la guida di Clodoveo, fondatore della dinastia Merovingia( da Meroveo capotrib del V secolo). Clodoveo aveva intrapreso una politica di conq uista che lo aveva portato al dominio della Gallia e della valle del Reno; come capitale del suo regno scelse Parigi. Nell ascesa e lo sviluppo dei franchi, a quel tempo ancora pagani, fu molto import ante la conversione al cattolicesimo, che ebbe ripercussioni anche sul piano pol itico e sociale, infatti la loro ascesa sar sostenuta dal papato. Cos, con il batt esimo di Clodoveo aument il consenso e l appoggio dell aristocrazia gallo-romana, sa cui venivano scelti i vescovi di quelle regioni. Nel 510 Clodoveo con l intento di rafforzare la sua immagine di sovrano fece redigere la lex salica(una raccolt a di norme franche). Anche se la monarchia di Clodoveo ebbe alcuni successi iniz iali, si presentarono subito alcuni elementi di debolezza, che la spingevano all a frammentazione politica. All agitazione dell aristocrazia guerriera si aggiunse la concezione patrimoniale del regno, che nel 511, alla morte di Clodoveo, fu divi so in quattro regni indipendenti, uno per ogni figlio: -la Neustria; -l Austrasia; -la Borgogna; -l Aquitania. In questa situazione di contrasti politici e lotte fr atricide, in cui i franchi dovettero rinunciare alle mire espansionistiche, fron teggiando per le popolazioni germaniche lungo le frontiere orientali, ne approfit tarono le aristocrazie dei singoli regni. In questo contesto emerse la figura de i maggiordomi o maestri di palazzo, funzionari addetti all amministrazione delle t erre e del fisco. Durante la seconda met del VII secolo tra i maggiordomi si imposero quelli dell Aus rasia, i Pipinidi, dal nome del capostipite Pipino di Landen. I Pipinidi ebbero il loro apice con Pipino II di Heristal, che dopo aver eliminato i maggiordomi d i Neustria e Borgogna, riunific il regno franco e rese ereditaria la carica di ma estro di palazzo(maggiordomo). A Pipino II di Heristal successe Carlo Martello, che consolid il potere dei maggiordomi e si contraddistinse nella lotta in difesa della cristianit; infatti nel 732 a poiter blocc un incursione musumana dalla Spa gna verso Occidente. La battaglia di poitier contribu al prestigio e al consolida mento dei PIipinidi e alla rovina della reputazione dei re Merovingi(classificat i re fannulloni). Nella sua vita Carlo Martello si comport come un re anche in pu nto di morte, infatti divise le responsabilit di maestro di palazzo tra i suoi fi gli: Carlomanno a cui andarono l Austrasia, l Alemannia e la Turingia e Pipino il br eve a cui andarono la Neustria, la Borgogna e la Provenza. Carlomanno si ritir ne l 747, abdicando in fabore del fratello Pipino il breve, capostipite della dinas tia Carolingia. Nel 751 Pipino depose l ultimo re Merovingio, Childerico III, e do po essersi fatto acclamare re da un assemblea di dignitari si fece consacrare con l olio benedetto da un monaco. La cerimonia dell unzione fu ripetuta nel 754 da part e del papa Stefano II, recandosi appositamente in Francia. Con questo gesto del papa la dinastia Carolingia ricevette una consacrazione divina, in modo che i fr anchi non potessero pi considerare la nuova dinastia come usurpatori. Da questo m omento in poi il re aveva un debito di riconoscenza nei confronti del papa, cos i franchi apparirono al papato come gli alleati per realizzare l autonomia politica ; si stava verificando una svolta molto importane: la chiesa di Roma, tradiziona lmente fedele all Imperatore romano poneva le basi per un distacco da Costantinopo li e allo stesso tempo, rivolgendosi ai franchi gettava un ponte tra l Italia e l Eu ropa, legandone le sorti. In seguito ad una richiesta d aiuto da parte di Stefano II, tra il 754 e il 756, P ipino comp due spedizioni in Italia per contrastare i Longobardi, ricacciandoli d entro i loro confini. Il dominio Longobardo era al declino e il successore di As tolfo, Desiderio dovette ricorrere a trattative diplomatiche e per ingraziarsi i franche diede la figlia Emengarda in sposa al futuro Carlo Magno, figlio di Pip ino il breve. Pipino rispettando la tradizione franca design come successori i fi gli; in questo modo Carlo e Carlomanno governarono insieme per tre anni, dopodic h nel 771, alla morte di Carlomanno, Carlo si fece nominare unico re, ripudiando

Emengarda e mandandola in esilio a Pavia insieme alla vedova di Carlomanno, cos i franchi entrarono nuovamente in conflitto con i longobardi. Nel 774 Carlo scese in Italia, conquist Pavia, cattur Desiderio e lo rinchiuse in un convento, in questo modo segn la fine del dominio longobardo in Italia e aggiu nse al titolo di re dei Franchi quello di re dei longobardi. L Italia da questo mo mento si trovava divisa in quattro zone: -Italia franca ex longobarda; -Italia b izantina: -patrimonio di San Pietro; -Ducato di Benevento. Durante i primi anni di dominio franco gli ex territori longobardi non ebbero cambiamenti, infatti Ca rlo fu impegnato a fronteggiare i sassoni lungo i confini orientali del regno, p er le continue insurrezioni dei duchi longobardi convinsero Carlo a consolidare l a presenza franca, cos separ la corona d Italia da quella franca affidando quella it aliana al figlio Pipino, che nel 781 fu incoronato re d Italia dal papa e procedet te alla sostituzione dei ceti dominanti locali con aristocratici franchi. Carlo regn dal 781 all 815, fu un grande conquistatore e per questo ebbe l appellativo il g rande , Carlo Magno possedeva un esercito senza rivali, una forte cavalleria, un a rmamento evoluto e cartografi che impiegava per preparare campagne militari e ba ttaglie. Per tredici anni, dal 772 al 785, i franchi affrontarono i sassoni, pag ani della Germania del Nord, malgrado la sottomissione e la conversione forzata ci furono episodi di ribellione che scatenarono una feroce repressione, infatti nel 782 a Verden Carlo fece decapitare 4500 contadini ribelli. Dopo i sassoni, n el 784 Carlo annesse ai suoi regni la Frisia settentrionale, le cui popolazioni reagirono duramente ai tentativi di conversione da parte dei missionari. Con que sta conquista si garant uno sbocco sul mare del Nord, molto importante per i comm erci tra il continente e la Scandinavia. Nel 776 intraprese uno scontro contro i musulmani di spagna, dopo alcuni successi iniziali riusc in un ventennio a prend ere il controllo dei territori tra i Pirenei e il fiume Ebro, dove fu istituita la marca di spagna. Le guerre intraprese da Carlo Magno vennero successivamente celebrate nei poemi cavallereschi; un episodio celebre della Chanson de Roland f u la battagli di Roncisvalle del 778, in cui i franchi furono attaccati dai musu lmani al rientro in Francia e la retroguardia guidata dal conte Orlando fu compl etamente annientata. Questo episodio, anche se fu di secondaria importanza, cont ribu a diffondere la fama dei franchi. Nel 778, dopo aver annesso la Baviera, Car lo mosse contro gli vari, popolo dell Asia centrale(simile agli unni9 temuto per le continue incursioni che si erano spinte fino all Austria e al Friuli. Dopo due c ampagne, una nel 795 e una nel 796, Carlo sottomise gli vari, li convert al cristi anesimo ed accrebbe il tesoro di corte con i loro grandi bottini in decenni di r azzie. Questa mira espansionistica di Carlo non fu premeditata, ma furono soprattutto i niziative militari in risposta agli attacchi esterni o per prevenire pericoli. Q uesta esigenza di sicurezza, alimentata da tradizioni guerriere, unita dal desid erio di bottino e un forte ideale religioso, fu l elemento fondamentale dell espansi onismo franco, che port Carlo al controllo di un enorme territorio esteso dal mar e del Nord all Italia e dal fiume Ebro all Elba. Uno degli ideali pi radicati in Carlo e nei suoi guerrieri, era di affrontare una guerra santa per la vera fede, contro tutti gli infedeli. Questa guerra fu uno dei pi importanti motivi dell espansionismo franco, in cui Carlo si era fissato l obb iettivo di convertire tutta l Europa, procedendo con qualsiasi mezzo, anche il ter rore, per forare un solo popolo. Procedendo sulla linea cristiana prese anche provvedimenti in materia ecclesiast ica, impose l obbligo di rispettare il riposo domenicale e convoc e presiedette alc uni concili di vescovi. A differenza dei bizantini non pens mai di sostituirsi ai vescovi e al papa, non confuse quindi il potere spirituale con quello temporale , infatti si comport come un fedele servitore di Roma a cui fu riservato il compi to di combattere i nemici della Chiesa, ma non di convertire spiritualmente i su dditi. Si trattava di u equilibrio delicato, era difficile evitare che la religi one si intrecciasse con la politica. Questo equilibrio si sbilanci nella basilica di San Pietro la notte di natale dell 800, in cui papa Leone III durante una sole nne cerimonia depose una corona d oro sul caop di Carlo Magno, proclamandolo Imper atore. I guerrieri franchi lo acclamarono imperatore e il titolo di Imperatore d ei romani non era pi riservato ai soli bizantini, perch per la prima volta un mona

rca occidentale prese la carica ricevendo la consacrazione papale. Questo gesto del papa colp di sorpresa Carlo, che non ne era entusiasta. L incoronazione di nata le fu una grande mossa politica da parte del papa, che dopo aver visto mettere i n discussione la propria autorit(799), fu l artefice del Sacro Romano Impero con un a procedura che sarebbe stata necessaria per ogni futuro sovrano. La posizione d el papa si rafforz all interno, rispetto alle fazioni romane e all esterno dell Impero, esaltando la potenza franca nei confronti dei bizantini. Carlo Magno aveva buon e ragioni per rimpiangere il titolo di Imperatore dei Romani , concesso dal pontefi ce, perch era detentore di un autorit temporale soggetta a quella spirituale del p ontefice; questo perch il potere imperiale discendeva da Dio e dal suo rappresent ante in terra, il papa. L incoronazione di Carlo venne presa dai bizantini come un usurpazione del titolo che gli era sempre spettato, di Imperatore Romano. La tensione tra i due imperi sfoci in una guerra che si combatt in Istria, in Dalmazia e nel Veneto, questa gue rra non caus modifiche territoriali, ma ci fu una piccola vittoria diplomatica pe r l Impero Carolingio. Nel 812, con un trattato, l Imperatore bizantino Michele I, r iconobbe Carlo Magno Imperatore e Augusto, ma non Imperatore dei romani. Carlo s i rese quindi conto del pericolo nella formula della sua incoronazione, cos non u s mai il termine di Impero Romano, ma di Impero Franco e Cristiano, scegliendo co n la cancelleria di corte la capitale, Aquisgrana. Nel 813 Carlo si affianc il figlio Ludovico il Pio alla guida dell Impero, per non ricorse alla consacrazione papale, limitandosi a farlo acclamare imperatore dai franchi, anche se questa sua cautela non pot bloccare il processo gi avviato, cos i l rapporto tra papato ed Impero divenne uno dei pilastri della politica europea. Rispettando la tradizione franca, Carlo nel 806, divise il territorio dell Impero tra i suoi tre figli: Carlo, Ludovico e Pipino. La scomparsa di due dei tre frat elli fece si che, alla sua morte nel 814, Ludovico il Pio rimanesse unico erede. Ludovico cerc da subito una soluzione al problema della successione, in modo da preservare l unit dell Impero, cos nel 817 eman una disposizione la ordinatio imperii, con cui proclam come unico successore il primogenito Lotario e agli altri figli P ipino e Ludovico il germanico attribu rispettivamente i regni d Aquitania e di Bavi era. Fu una delibera innovativa che andava contro la tradizione. Si pu facilmente intuire il malcontento dei fratelli di Lotario dopo questo atto del padre, ma q uando Ludovico il Pio inser tra i suoi eredi anche il futuro Carlo il Calvo, avut o da un altra moglie, si scaten un conflitto aperto. L Impero si ritrov lacerato dalle lotte tra gli aspiranti al trono; nella corsa al potere il patrimonio Carolingi o fu completamente esaurito per comprare la fedelt e l appoggio dei feudatari, cos i l prestigio della corona ne usc compromesso. Alla morte di Ludovico il Pio e Pipino i tre contendenti si affrontarono nel 841 presso fontenoy, in cui Carlo il Calvo e Ludovico il germanico sconfissero il f ratello Lotario e l anno successivo, nel 842 si giurarono fedelt a Strasburgo. Nel 843 i tre fratelli, con il trattato di verdun: -a Lotario fu assegnato il re gno d Italia con il territorio tra il Reno e la Loira che prese il nome di lotarin gia dal nome del sovrano; - Ludovico il germanico ebbe il regno di Germania; - C arlo il Calvo ebbe il regno di Francia. Tenendo conto della volont paterna a Lota rio fu concessori mantenere il titolo di Imperatore, che per valeva solo come att ributo onorifico. Da questo momento l Impero, diviso in tre regni indipendenti non esisteva pi. I tre regni corrispondevano alle tre principali nazionalit europee: italiana, francese e tedesca. Nel 875 l Imperatore Ludovico II succeduto a Lotario mor senza eredi, cos il regno d I talia ed il titolo di Imperatore passarono allo zio Carlo il Calvo. Il processo di disgregazione dell Impero prosegu e non serv a niente il tentativo nel 884 di riu nificazione dei regni sotto Carlo il Calvo, che si dimostr incapace di contrastar e le incursioni normanne. Nel 887 Carlo il Calvo fu costretto ad abdicare; da qu esto momento i territori dell ex Impero Carolingio si divisero: .il regno di Germa nia con il titolo di Imperatore and ad Arnolfo di Carinzia; -il regno di Francia and a Oddone di Angers; - il regno d Italia fu attribuito da un assemblea nobiliare a brengario I, marchese del Friuli.

Ordinamento Dell Impero Carolingio Il fulcro dell Impero era la corte o palatium, in cui risiedevano il sovrano ed i suoi dignitari. La sede principale era ad Aquisgrana, ma la residenza imperiale poteva spostarsi a seconda delle esigenza militari e politiche, in modo che l Impe ratore potesse essere presente nelle situazioni critiche. La gestione dell amministrazione era affidata a due funzionari scelti tra i pi stre tti collaboratori del sovrano: -il conte palatino, laico incaricato dell esercito, dell alta giustizia e del coordinamento di altri funzionari; -l arcicappellano, ecc lesiastico responsabile degli affari di natura religiosa e della gestione della cancelleria regia,in cui venivano redatti i diplomi( documenti ufficiali su perg amena), i testi legislativi e i capitolari. Questi ultimi erano chiamati cos perc h suddivisi in brevi articoli, i capitoli; venivano emanati dai placiti, assemble e di dignitari che si riunivano nel palatium( la corte). In alcuni capitolari si riscontra lo scopo unificatore di queste assemblee, che cercavano di produrre u na legislazione omogenea. I tentativi della corte in campo legislativo non ebber o grandi risultati, infatti l Impero rimase una realt sovrannazionale, formata da t anti popoli che continuavano a rispettare le proprie leggi e consuetudini. I ter ritori dell Impero si dividevano in contee, marche e ducati: -le contee erano gove rnate dai conti, erano circoscrizioni interne, in cui il conte, scelto dal re, e sercitava funzioni civili e militari; -la marche erano circoscrizioni pi ampie, g overnate dai marchesi e poste alle frontiere dell Impero; -i ducati erano distrett i caratterizzati da una forte identit etnica, abitati da popoli riluttanti ad ins erirsi nell Impero Carolingio. Un altra importante funzione spettava ai missi dominici, messaggeri del signore . erano ispettori inviati dal sovrano, con il compito di segnalare e reprimere gli abusi di governanti ed amministratori. In genere erano inviati a coppie, un ves covo ed un laico; i missi garantivano la comunicazione tra centro e periferia e la presenza di un ecclesiastico garantiva gli interessi della chiesa nell amminist razione. Carlo per ottimizzare il controllo nei suoi territori diede nuovo impulso all isti tuto giuridico delle immunit; nelle terre immuni, che appartenevano soprattutto a l clero nessun funzionario poteva entrare ed esigere pagamenti, ma queste funzio ni venivano svolte direttamente dai vescovi, che in questo modo si inserivano di rettamente nell amministrazione dell Impero. Nell Impero l aristocrazia formata da conti, duchi e marchesi non riceveva stipendio , per ricevevano in cambio dei loro servizi, terre e il diritto di percepire un t erzo del reddito prodotto nella regione. In questo modo Carlo si garant l appoggio dell aristocrazia, cementato dal rapporto tra le conquiste del sovrano ed i vantag gi economici e politici che ne traevano i sostenitori. L Impero Carolingio non aveva una struttura amministrativa come quella romana o ar aba: i conti che non erano in totale pi di 250 in tutto l Impero avevano pochi aiut anti; l organizzazione centrale era precaria, infatti della segreteria di corte se ne occupavano solo i chierici. Rinascimento Carolingio Per risolvere il problema dell analfabetismo, che colpiva anche i ceti alti, Carlo Magno attu un piano ben preciso. Cerc fin da subito di privilegiare i monaci e i chierici, perch i monasteri in cui vivevano erano rimasti gli unici luoghi dove e ra ancora presente la produzione di libri, infatti, fu grazie ai monaci nell arte della miniatura e della ricopiatura che si riusc a salvare alcune opere della let teratura antica. Gli ecclesiastici dopo le invasioni barbariche no rimasto l unica classe sociale in cui la capacit di leggere e scrivere fosse diffusa. Insistente fu l invito di Carlo agli ecclesiastici di usare un latino pi chiaro e preciso, ch e gli consentisse di ricoprire carche amministrative a corte o di svolgere funzi oni da missi dominici e di coltivare una corretta interpretazione e lettura dei testi sacri. Gli ecclesiastici come funzionari di un Impero, dovevano garantire la chiarezza e l esattezza della comunicazione scritta di notizie e disposizioni,

come esponenti della chiesa, invece dovevano trasmettere e comprendere la parola di Dio. L esigenza di chiarezza nell espressione scritta, port alla trasformazione d elle grafie in uso e alla loro riduzione in una soltanto la minuscola carolina c he, salvo tra il XII e il XV secolo in cui predomin la gotica, ha predominato in Occidente fino ai giorni nostri. In campo religioso, per trasmettere il repertorio dei canti gregoriani tramandat i oralmente, si arriv all elaborazione di un efficace scrittura musicale. Nel 781 un consigliere di Carlo, il monaco Alcuino, per assicurare una formazion e culturale adeguata, fond preso la corte di Aquisgrana la schola palatina. Quest a rappresent un centro di insegnamento delle sette arti liberali(-il trivio: gram matica,retorica,dialettica; -il quadrivio:aritmetica, geometria, musica e astron omia) e un polo di attrazione per tutti gli uomini di cultura dell Occidente franc o. L esempio della schola palatina fu seguito presso molte chiese,cattedrali e mon asteri. Nel corso del IX secolo, grazie all aiuto di Carlo Magni, in Europa si ebb e una cauta ripresa di interesse per gli studi e del desiderio di recupero del l atino, cos ricominci l esercizio della critica letteraria e la copiatura dei testi s acri e della letteratura latina che venne prodotta con maggior cura grazie anche all introduzione della minuscola carolina FABOZZI ANDREA

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