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AGIO E DISAGIO- riassunto

Definire il disagio: Il disagio una sensazione a valenza spiacevole SOGGETTIVA. Essa deriva spesso da uno SQUILIBRIO tra risorse e aspettative (o richieste). Limmagine quella della bilancia. Possiamo poi distinguere due tipi di disagio: quello ENDOGENO che un disagio (evolutivo) dentro una certa norma. Les. cardine quello delladolescenza. Quello ESOGENO che un disagio socioculturale e/o ambientale. Per intenderci possono essere le condizioni di lavoro, i difetti strutturali (studiare in SUPSI con 35 gradi in aula), i problemi dellintegrazione, il mobbing, Il disagio pu essere cronicizzante. Pu ovvero cronicizzarsi e cronicizzare altre situazione in relazione ricorsiva, ovvero nel principio di causalit circolare. Disadattamento: una categoria oggettiva nella lettura sociologica. http://vettorato.unisal.it/DEVIANZA/Schemi%20vari/disagio-rischio.pdf scheda molto bella con definizione di disagio e molti spunti. Il concetto di salutogenesi e i determinanti della salute Occorre creare un legame tra il disagio e i concetti di salutogenesi e determinanti della salute. Questo quadro riguarda tutto ci che promozione della salute. unidea che va un po oltre la prevenzione primaria. un cambio di paradigma. Il disagio, essendo a rischio, sicuramente uno degli ambiti dove poter lavorare in termini di promozione della salute. La salutogenesi il contrario della patogenesi. Oggi (Warren, 1998; Ingrosso, 1992) si preferisce parlare di promozione della salute piuttosto che di prevenzione delle malattie: dire prevenzione dire che l'individuo comunque destinato, prima o poi, a incappare in qualche malattia; promuovere significa considerare la salute 'normale' (Bertini, 1984). http://maria-angela-padoa-schioppa.it/archivio/ricerche2/07_salute_e_salutogenesi.pdf La salutogenesi quindi si fonda sullo scoprire cosa mantiene in salute e non cosa provoca la malattia. Per fare questo possiamo avvalerci del quadro concettuale dei determinanti della salute. Essi sono una chiave di lettura possibile nel quadro di salutogenesi.

La promozione della salute: centrata sullindividuo e sulle sue relazioni sociali considera i problemi in maniera sistemica e multicausale lavoro sulla normalit privilegia il lavoro di rete considera la salute come una risorsa individuale e sociale

Consideriamo poi che solo il 10-15% della salute globale dipende dai meccanismi riparatori del nostro sistema sanitario. Il resto condizioni socioeconomiche, ambiente, stile di vita, .

Quindi in questa visione CURARE : promuovere una relazione che favorisca lemergenza e lo sviluppo dei fattori di protezione della salutogenesi

Il concetto di FLOW http://www.ieffe.net/public/SK_FLOW_03-08.pdf Il concetto di Flow (letteralmente flusso, corrente ma inteso come esperienza ottimale) stato elaborato da Mihaly Csikszentmihalyi, studioso di psicologia di origine ungherese, da anni trapiantato negli Stati Uniti. Csikszentmihalyi ha sviluppato il suo lavoro partendo da una riflessione di matrice aristotelica: le persone sono costantemente alla ricerca della felicit e qualsiasi comportamento viene attuato in

funzione del raggiungimento di questa ipotetica condizione. Lautore pone poi lattenzione sul fatto che nel campo della felicit, non si registrano progressi! Le nove dimensioni del Flow 1) Bilanciamento tra sfida e capacit (ChallengeSkills Balance) 2) Integrazione tra azione e consapevolezza (Action-Awareness Merging) 3) Obiettivi chiari (Clear Goals) 4) Feedback inequivocabile (Unambiguous Feed-back) 5) Concentrazione totale sul compito (Concentration on task at hand) 6) Senso di controllo (Paradox of Control) 7) Perdita dellautoconsapevolezza (Loss of self-consciousness) 8) Destrutturazione del tempo (Transformation of time) 9) Esperienza autotelica (Autotelic experience) unesperienza autotelica quindi quella in cui la persona concentrata e attenta alla realizzazione della attivit stessa e al piacere che prova nel farla e non alle conseguenze e alle eventuali ricompense dellattivit stessa. La motivazione allazione nasce quindi dal piacere intrinseco, fine a se stesso, che si prova proprio nello svolgere quella determinata attivit.

Il concetto di Flow si lega molto bene alla promozione della salute in quanto unattivit che ci fa star bene un fattore protettivo. DOBBIAMO PROMUOVERE LAGIO! Giovani e agio/disagio Ci sono di base molte rappresentazioni sui giovani. La realt e i fatti indicano che non vi sono dei veri e propri cambiamenti sostanziali nelluso di droghe, nella sessualit, nel rapporto con i genitori e i pari e negli scoppi di violenza. Spesso tutto si basa solo su un banale meccanismo mediatico. Il concetto di benessere sociale:

PROSPETTIVA TEMPORALE La dimensione temporale vissuta, nella quale un individuo inserisce il suo comportamento, lestensione della sua rappresentazione degli avvenimenti passati o futuri della sua esistenza. Per quanto riguarda la prospettiva temporale ci sono dei concetti su cui riflettere: Ladolescenza cessa di essere la tappa di un percorso riconosciuto e diventa un condizione I rapporti tra le generazioni appaiono distesi, i conflitti sono limitati, la distanza tra le genitori e figli si ridotta in termini di valori, orientamenti, sembra che siano i genitori ad inseguire i figli gli episodi di violenza non rivelano una frattura generazionale quanto piuttosto, denunciano lo scollamento dei sistemi di controllo, delle regole condivise, dellautorit Il concetto di giovent perde senso, nella societ invecchiata sempre meno collegato ad un tempo della vita, una generazione, un gruppo sociale Gli adulti non mimano pi la giovinezza non fingono si sentono e dichiarano tali

Il concetto di prospettiva temporale per la parola giovane sta a dire che il giovane non pi una classe definita per et ma diventa un gruppo fatto di comportamenti e atteggiamenti. Inoltre la prospettiva temporale un fattore protettivo in quanto Il soggetto differenzia sempre di pi i desideri da quelle che sono le aspettative realizzabili La rappresentazione del tempo diviene uno degli elementi determinanti per le energie mobilitate in direzione dello scopo, sia verso il passato sia verso il futuro

Dimensioni della prospettiva temporale (ZTPI) Passato negativo: riflette una visione generalmente negativa del passato Presente edonistico: implica un atteggiamento rischioso e sfrenato verso il tempo, ed un orientamento verso il piacere presente con poca considerazione per le conseguenze future

Futuro: definisce un generale orientamento verso il futuro, il comportamento presente dominato dallo sforzo per raggiungere mete e ricompense future Passato positivo: riflette un atteggiamento caldo e sentimentale verso il passato Presente fatalistico: rivela un atteggiamento incurante e senza speranza verso la vita ed il futuro Ci sono quattro stati per definire la prospettiva temporale nel giovane Acquisizione e moratoria: gli adolescenti in questo stato dellidentit possiedono immagini di s positive, si considerano individui autonomi, aderiscono a principi morali. Chiusura e diffusione: presentano bassi livelli di autostima ed una vista relazionale poco soddisfacente. I primi si caratterizzano per ladesione ad un tipo di vita convenzionale. In conclusione: Il saper essere e le competenze sociali sono invece fattori di protezione. Soprattutto la capacit di assumere ed esprimere un proprio punto di vista, la capacit di adattamento, lo spirito diniziativa e la propensione a cercare con gli altri soluzioni costruttive permettono di rispondere in altro modo che con unaggressivit distruttiva a pulsioni e bisogni. Giovani e famiglia Occorre ricordarsi che noi viviamo in una societ del rischio ovvero: se prima Dio o il Fato erano la causa dei mali, attualmente si ha una tendenza ad una logica razionale basata sul rischio, che diventata la base della societ moderna nel gestire il futuro e spiegare il passato (Alaszewsky & Burgess 2007). Per vederla come Beck (1992) si pu dire che la societ moderna la societ del rischio, in cui le persone camminano lungo il bordo di un precipizio ed un passo falso si tradurr in un disastro ed un danno grave. La famiglia in questo contesto si trova spiazzata, decentrata dal suo scopo iniziale e frammentata nei suoi significati. La spinta allindividualizzazione produce conseguenze per cui: al posto dei ceti non ci sono le classi sociali, al posto delle classi non c pi lo stabile quadro di riferimento della famiglia; Lindividualit diventa lunit riproduttiva del mondo della vita sociale. Lindividualizzazione entra dentro la famiglia, i membri sono alle prese con numerose ambizioni divergenti, (richieste della vita lavorativa, necessit educative, obblighi di cura dei bambini, il lavoro domestico) si crea la famiglia negoziata a termine. in cui individui sempre pi autonomi instaurano un contraddittorio legame finalizzato allo scambio regolato di emozioni, revocabile in qualsiasi momento. E i figli? Diventano dei problemi organizzativi spesso e a volte mantengono unita la coppia o sono lunico mezzo per avere contatti dopo un divorzio. Lintelligenza emotiva In questo capitolo introduciamo anche il concetto di alfabetizzazione emotiva, ovvero di sviluppare lintelligenza emotiva. A livello comportamentale ci si basa sulle life skills.

Potremmo definire l'Intellingenza emotiva (concetto coniato dai ricercatori P. Salovey e J.D. Mayer) come un linguaggio delle emozioni, o come dice Daniel Goleman, (Psicologo cognitivista, autore del best seller e divulgatore di questo concetto), e' la capacit di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi, e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente, quanto nelle relazioni sociali. http://www.benessere.com/psicologia/intelligenza_emotiva/intell_emotiva.htm descrive semplicemente il concetto di intelligenza emotiva http://www.psicocitta.it/crescita-personale/intelligenza-emotiva.php anche qui definizione dellintelligenza emotiva e spiegazioni sui principi della stessa, fatto bene. Ci sono molte teorie rispetto allintelligenza. Se prima si apprezzava e si misurava solo quella cognitiva dei processi (Q.I.) ora vi sono ben altre visioni. Ad esempio Howard Gardner teorizza la presenza di intelligenze multiple. Interpersonale e intrapersonale (e quindi quella emotiva secondo Golemann) Musicale Matematica Spaziale Cinestetica Linguistica

Vi sono degli aspetti propri dellintelligenza emotiva che andremo ora ad analizzare Quali sono i principi dell'Intelligenza emotiva? Conoscere le proprie emozioni (capacita' di riconoscere i propri sentimenti nel momento in cui si presentano) Controllare le proprie emozioni (capacita' di reagire alle emozioni con autocontrollo, per far si che le nostre reazioni siano appropriate alla situazione) Motivare se stessi (capacita' di indirizzare le nostre emozioni al raggiungimento dei nostri obiettivi) Riconoscere le emozioni degli altri (capacita' di comprendere le emozioni dell'altro, di cogliere i suoi stati d'animo) Gestire le relazioni (capacita' di relazionarsi in maniera positiva con gli altri, gestendo al meglio ed in maniera costruttiva i possibili conflitti) Andando pi nel dettaglio possiamo valutare gli apporti della lezione: 1. Autoconsapevolezza Ci che sento lo so nominare Sintonico con i sentimenti Lucidi su ci che si pensa-si sente Lautoconsapevolezza ci indica anche come evolvere e migliorare ed un processo chiave dellalfabetizzazione emotiva.

2. Controllo delle emozioni La finalit deve essere appropriata (al benessere). Non bisogna sempre inibire le proprie emozioni, spesso si attuano, anche inconsciamente, dei comportamenti tampone (es. uscire, urlare, mangiare, fumare.) Un modo utile pu essere il fissarsi sui pensieri che muovono le emozioni, questo permette di agire direttamente alla fonte di molte emozioni. Vi possono poi essere anche delle strategie di congelamento che funzionano similmente ai comportamenti tampone. Una variabile interessante che vi sono emozioni che bypassano il nostro pensiero. Questo dovuto ad un retaggio biologico dal momento che lessere umano doveva (e forse deve ancora..) essere sempre pronto al pericolo. Uno di questi meccanismi appunto la risposta stressogena alla paura o anche chiamata reazione di attacco-fuga. Abbiamo quindi una via diretta che dallamigdala (si pensa sia il centro delle emozioni) va direttamente ad agire sul corpo. La seconda via quella in cui le emozioni sono in qualche modo filtrate dal pensiero. Questo pu succedere per esempio con la rabbia..la cosa interessante che il processo di via iniziale (la risposta attacco-fuga) pu per certi versi passare prima dai pensieri per una valutazione e quindi pu essere possibile cambiare i propri processi cognitivo-strutturali di risposta. 3. Motivare s stessi Incanalare le emozioni, utilizzarle per raggiungere i propri obbiettivi Differire la gratificazione ovvero tollerare la frustrazione Cambiare il proprio stile esplicativo (i modelli di lettura della realt) Come posso essere il mio alleato? Flessibilit dellottimismo Realizzazione Aumento ci che voglio abbassando ci che desidero (ridefinire aspettative e desideri) FINO A QUI ABBIAMO DISCUSSO DELLINTELLIGENZA INTRAPERSONALE I prossimi punti fanno parte dellintelligenza interpersonale e comprendono: 4. Lempatia La conoscenza e il controllo delle emozioni altrui Lempatia un processo che si sviluppa su tre livelli principali: Livello cognitivo: decentramento cognitivo, prevedere le conseguenze del mio agire sulla relazione, capacit di discriminare le emozioni. Livello emotivo: provare unemozione congruente alla situazione dellaltro pi che alla propria, risonanza emotiva con laltro Livello comportamentale: assumerci la responsabilit della relazione, nella relazione il comportamento si trasforma e si pu dirigere. Si pone una riflessione sullesposizione alle continue emozioni altrui e sulla nostra tolleranza emotiva rispetto allaltro. 5. Intelligenza sociale Nella lezione sono stati affrontati tre grandi punti sullintelligenza sociale a cui sono necessari degli approfondimenti. Assertivit come abilit comunicativa di ascolto e di capacit di comunicare il proprio pensiero senza essere aggressivo o passivo. Gestione dei conflitti

Prosocialit

La gestione dei conflitti La giornata con Daniele Novara ha portato degli spunti sul conflitto. Il paradigma che cambiato che il conflitto insegna, uno strumento a valenza positivo. Per questioni semantica separiamo qui di seguito le differenze tra conflitto e violenza: conflitto: modalit della relazione con gli altri che assume la perturbazione come strumento di riconoscimento reciproco. Viulenza/guerra: presente la tendenza ad eliminare qualsiasi perturbazione conflittuale annientando chi la porta.

Il quadrante dei conflitti in educazione (per genitori, ma utile anche per noi): conflitto intrapersonale: area della conoscenza di s. Capacit di riconoscere le proprie emozioni confronto con le proprie aspettative interiori analisi della propria storia personale, anche educativa gestione dei passaggi di ruolo nella vita.

Conflitto interpersonale: area della fermezza e della negoziazione educativa Capacit di esplicitare il conflitto, di ascolto e di utilizzare una comunicazione assertiva Riconoscimento e distinzione dei propri bisogni e di quelli altrui Individuazione degli interessi comuni (sviluppare lautonomia, la crescita e lapprendimento dei figli, es.) e azione finalizzata ad essi

Conflitto esterno: area del sostegno ai figli in conflitto tra pari attraverso la mediazione e la consulenza Capacit di non porsi come giudici ma come facilitatori dei processi di gestione dei litigi con altri Assunzione della neutralit empatica come procedura daiuto Capacit di accompagnare verso una competenza-comprensione operativa rispetto alle situazioni conflittuali

Conflitto organizzativo: area della coesione educativa fra genitori, insegnanti genitori, altri educatori

Saper individuare il conflitto latente (lamentazione) e trasformarlo in cambiamento Strutturare azioni nella logica della coesione, come disponibilit a comunicare i problemi fra soggetti con responsabilit verso i bambini/ragazzi

Come leggere un conflitto Anzitutto la comprensione del conflitto richiede due atteggiamenti importanti, sia per se stessi che per gli altri. Da un lato, la sospensione del giudizio e, dallaltro, la creazione di una distanza adeguata. Questi due aspetti sono collegati da un filo comune: la capacit di analizzare la situazione, senza caricarsi di tutte le proprie emozioni. Un certo raffreddamento emotivo consente di cogliere quello che sta succedendo e permette di controllare la propria ansia, la propria necessit di fuga o, viceversa, lattacco immediato di carattere minaccioso o aggressivo. Il conflitto nasce da un pretesto, da una motivazione spesso formalistica, oppure superficiale. Difficilmente si presenta con una caratterizzazione chiara e netta. Emerge subito la parte pi semplice e banale; ma ce n una pi complessa che rappresenta la dimensione veramente interessante del conflitto. Limmagine pi facile per rappresentare il conflitto quella delliceberg, dove una punta esterna nasconde ben altra composizione sotterranea. Questo non significa esercitarsi nellesercizio impossibile della ricerca delle cosiddette cause, ma cercare di cogliere il dentro e il fuori di una situazione, e come spesso il dentro sia portatore di vantaggi, spesso inconsci, piuttosto significativi. Non c nulla di pi pericoloso del conflitto latente che agisce a prescindere da ogni consapevolezza.

Come gestire il conflitto Sta creando un certo interesse per la sua particolare efficacia un orientamento innovativo che ruota intorno al recupero della maieutica socratica, o comunque della maieutica come approccio metodologico e di potenzialit nellapprendimento. Il termine maieutica proviene dallostetricia, dal tirar fuori. Si basa su uno strumento molto antico, e molto moderno nello stesso tempo, che la domanda. Se il conflitto attiva un bisogno di risposte, pi o meno immediate, ecco che la maieutica basa la sua efficacia sulla capacit delle persone di riconoscersi attraverso lutilizzo di domande che permettano di esplicitare il conflitto nella sua dimensione evolutiva e creativa. Qualche esempio pu essere utile. In ambito famigliare, invece di accusare il partner per aver comprato un giocattolo al figliolo a prescindere dalla sua reale necessit, la logica maieutica sollecita piuttosto a porre il problema in forma interrogativa, attraverso una domanda che pu essere: Quali sono le ragioni per cui hai pensato di comprare un ulteriore giocattolo a Marco anche se avevamo deciso il contrario?. Lo spostamento dallattacco alla domanda consente di ridurre la tensione e di attivare processi comunicazionali. Ovviamente occorre che la domanda sia effettivamente maieutica, ossia fare attenzione alle domande di pure controllo: tendenziose, giudicanti, invasive e indagatorie. Evitato questo, lapproccio maieutico ha il vantaggio di esplicitare il conflitto, di farlo lievitare portandolo a una forma di maggior riconoscimento e consapevolezza. Non c nulla di pi pericoloso del conflitto latente che agisce a prescindere da ogni consapevolezza. La maieutica comunicazione pura, utilizza domande che portano alla luce cosa sta succedendo, piuttosto che giudicare quello che sta succedendo. Straordinari i risultati nellambito dei litigi fra bambini dove la tecnica del dammi la tua versione consente di affrontare i dissidi infantili con una gradevole sensazione di

rilevanza sociale per gli stessi bambini che imparano da loro stessi a trovare le parole per dirsi gli eventi e anche le strade e gli accordi per trasformare le difficolt in nuove relazioni. Sta in questo il bello dellapproccio maieutico: riuscire nellesplicitazione conflittuale a mantenere la relazione, piuttosto che gestire una conflittualit sorda, nascosta, sotterranea che impedisce di fatto la nascita di nuove sintesi, operative. Si nutre anche di altre tecniche promosse dal Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti5 quali la critica costruttiva, il diario dei conflitti, e, in ambito educativo, il cestino della rabbia, il consiglio di cooperazione. Quello che conta uno spirito diverso per cui attraverso linterrogarsi si arriva alla capacit di incontro effettivo.

Le life skills Il nucleo fondamentale delle skills of life costituito dalle seguenti abilit e competenze: 1. Decision making (capacit di prendere decisioni): competenza che aiuta ad affrontare in maniera costruttiva le decisioni nei vari momenti della vita. La capacit di elaborare attivamente il processo decisionale, valutando le differenti opzioni e le conseguenze delle scelte possibili, pu avere effetti positivi sul piano della salute, intesa nella sua eccezione pi ampia. 2. Problem solving (capacit di risolvere i problemi): questa capacit, permette di affrontare i problemi della vita in modo costruttivo. 3. Pensiero creativo: agisce in modo sinergico rispetto alle due competenze sopracitate, mettendo in grado di esplorare le alternative possibili e le conseguenze che derivano dal fare e dal non fare determinate azioni. Aiuta a guardare oltre le esperienze dirette, pu aiutare a rispondere in maniera adattiva e flessibile alle situazioni di vita quotidiana. 4. Pensiero critico: labilit ad analizzare le informazioni e le esperienze in maniera obiettiva. Pu contribuire alla promozione della salute, aiutando a riconoscere e valutare i fattori che influenzano gli atteggiamenti e i comportamenti. 5. Comunicazione efficace: sapersi esprimere, sia sul piano verbale che non verbale , con modalit appropriate rispetto alla cultura e alle situazioni. Questo significa essere capaci di manifestare opinioni e desideri, bisogni e paure, esser capaci, in caso di necessit, di chiedere consiglio e aiuto.

6. Capacit di relazioni interpersonali: aiuta a mettersi in relazione e a interagire con gli altri in maniera positiva, riuscire a creare e mantenere relazioni amichevoli che possono avere forte rilievo sul benessere mentale e sociale. Tale capacit pu esprimersi sul piano delle relazioni con i membri della propria famiglia, favorendo il mantenimento di un importante fonte di sostegno sociale; pu inoltre voler dire essere capaci, se opportuno, di porre fine alle relazioni in maniera costruttiva. 7. Autoconsapevolezza: ovvero sia riconoscimento di s, del proprio carattere, delle proprie forze e debolezze, dei propri desideri e delle proprie insofferenze. Sviluppare lautoconsapevolezza pu aiutare a riconoscere quando si stressati o quando ci si sente sotto pressione. Si tratta di un perequisito di base per la comunicazione efficace, per instaurare relazioni interpersonali, per sviluppare empatia nei confronti degli altri. 8. Empatia: la capacit di immaginare come possa essere la vita per unaltra persona anche in situazioni con le quali non si ha familiarit. Provare empatia pu aiutare a capire e accettare i diversi; questo pu aiutare a migliorare le Interazioni sociali per es. in situazioni di differenze culturali o etniche. La capacit empatica pu inoltre essere di sensibile aiuto per offrire sostegno alle persone che hanno bisogno di cure e di assistenza, o di tolleranza, come nel caso dei sofferenti di AIDS, o di disordini mentali. 9. Gestione delle emozioni: implica il riconoscimento delle emozioni in noi stessi e negli altri; la consapevolezza di quanto le emozioni influenzino i comportamento e la capacit di rispondere alle medesime in maniera appropriata. 10. Gestione dello stress: consiste nel riconoscere le fonti di stress nella vita quotidiana, nel comprendere come queste ci tocchino e nellagire in modo da controllare i diversi livelli di stress. In sintesi lOMS, con la promozione nelle scuole e nelle istituzioni formative non istituzionali, delle life skills, avvia una strategia di prevenzione attraverso processi di istruzione e di formazione, assumendone il concetto di salute del singolo come stato di benessere psico-fisico e relazionale in continuo divenire. Gli obiettivi dellOMS possono essere sintetizzati nei tre seguenti punti: Migliorare il benessere e la salute dei bambini e degli adolescenti tramite lapprendimento di abilit e competenze utili per affrontare varie situazioni, anche di fronte allimprevisto o a situazioni di forte stress emotivo (es. perdita di una persona cara; disoccupazione; insuccesso scolastico o professionale; fallimento in campo affettivo; ecc) Prevenire comportamenti a rischio (es. malattie trasmesse sessualmente; uso di sostanze psicotrope; cattiva alimentazione; ecc..) Formare i genitori, gli insegnanti, gli educatori in genere e/o eventuali animatori per sistemazioni di tempo libero (es. Sport). http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:fVjxns26cpEJ:www.avis.it/repository/cont_schedemm/1601 _documento.doc+educare+le+life+skills&hl=it&gl=ch&pid=bl&srcid=ADGEEShJ1d7GODsRSSVWNCOg9wu5r OihvuGVZATz3pkekgvADEg6bN1dXkHAXGuCRk2B7qRkj_VEg6i8dc80VbOF_JAvJ382tk8ud5XlkQ1HyOsPxOop_e3mmF36rJpK1CcANDozdp8&sig=AHIEtbQJ9gD3Foc5-l7vWKrhwOVHm7crhw Riassunto fascicolo il nemico ha la coda

Il discorso delle guerre: spesso si ha questa rappresentazione che per gli interessi di pochi vengano coinvolti ignari e pacifici cittadini che con riluttanza si buttano nei conflitti armati. Occorre per pensare che non del tutto vero. Gi Freud parlava di impulsi sessuali e aggressivi a base biologica, che hanno bisogno di essere regolati da sanzioni e leggi in una societ civilizzata. Anche Lorenz letologo si era chinato su questa questione e forniva uninterpretazione simile: Il comportamento aggressivo frutto di un istinto incontrollabile: si formerebbe nellindividuo un accumulo spontaneo di energia pronta a scaricarsi appena la situazione lo permette. Oltre a questo Lorenz considerava laggressivit una risposta adattativa, cio una risposta rimasta nel patrimonio genetico a seguito della selezione naturale. Lorenz ha per operato una distinzione sul tipo di aggressivit: aggressivit intraspecifica: tra membri della stessa specie con una resa dopo il conflitto (di potere ad esempio per la guida di un branco) fatta di comportamenti quindi ritualizzati la cui funzione di fermare la violenza del pi forte e quindi in un certo senso proteggerlo. aggressivit interspecifica: tra membri di specie differenti fino alla morte, regole ferree su selezione naturale (es. leone-gazzella) Concetto di pseudospeciazione culturale: gli esseri umani nelle guerre sembrano pi comportarsi come se avessero a che fare con individui non della stessa specie. Questo si spiega con la pseudospeciazione culturale: essa ci mostra come gruppi di individui con caratteristiche simili sviluppano un senso di appartenenza tale per cui un gruppo diverso pu esser visto come una specie diversa. Possiamo riflettere quindi su alcuni meccanismi che si possono mettere in atto. Come si costruisce limmagine del nemico? Innanzitutto occorre che vi sia la necessit di difendere i valori del proprio gruppo di appartenenza. I segnali di estraneit vengono cos enfatizzati. Si ha la tendenza ad animalizzare il nemico, come fosse un non-umano, mangia i bambini, un diavolo,.la propaganda, lindottrinamento, leducazione si alimentano poi di tutti questi meccanismi istintuali esacerbando ed enfatizzando questa radice dodio.

La costruzione dellimmagine del nemico (mezzi di comunicazione di massa): le complessit altrui sono ridotte a caratteristiche semplici e primitive il gruppo bersaglio viene etichettato con termini sminuenti e ridicolizzanti il gruppo bersaglio viene disumanizzato con nomi e connotazioni animali un intero gruppo di persone viene calato in una sola rappresentazione semplice del nemico litaliano, lamericano,lo svizzerotto al gruppo bersaglio vengono attribuite intenzioni aggressive, mentre si sostiene che il gruppo si stia solo difendendo si assiste ad un quadro speculare: ognuna delle due parti usa gli stessi meccanismi, le stesse immagini e gli stessi stereotipi. Le ragioni dellaltro non vengono esposte o sono presentate in termini astratti, cos da ridurre la possibilit di simpatizzare Utilizzando le qualit formali dei media (musica drammatica, voci eccitate, effetti speciali) si costruisce un clima emotivo di paura

Si procede alla costruzione, verbale o visiva, di legami causali indiretti fra caratteristiche etniche e comportamenti (es. i comunisti (i russi) mangiano i bambini)

possibile che la nostra paura dellestraneo sia una risposta adattativa: il bambino quando inizia a muoversi (6-8 mesi circa) e pu quindi esplorare il mondo attua il meccanismo di piangere quando vedono un estraneo. MA quando si parla di predisposizione innata non possiamo certi dire che siamo fatti per difenderci dagli altri. Per far s che questa predisposizione si attui nella realt occorrono le condizioni ambientali, le esperienze personali, leducazione. Ricordiamoci per che nel nostro patrimonio genetico vi anche la disponibilit alla cooperazione, allaiuto, allo sviluppo di strategie flessibili per affrontare il nuovo, la capacit di individuare situazioni complesse, provare empatia e mettersi in sintonia con i sentimenti e le emozioni altrui e la capacit di apprendere. Se consideriamo un approccio evoluzionistico possiamo vedere come gli innati istinti di difesa possano comunque essere abbattuti, proprio per specificit dellessere umano. Consideriamo quindi la tendenza positiva come un ulteriore passo evoluzionistico. Un altro capitoletto parla del fatto che le donne e gli uomini hanno tipologie differenti, si riscontra nelle bambine una maggiore facilit alla cooperazione, una migliore flessibilit, una capacit di mediazione e si deduce che vi sia unimpronta biologica. Un modo per superare gli istinti pi portati alla chiusura e alla guerra possono essere lo sviluppo dellintelligenza emotiva (vedi capitoli precedenti), lo sviluppo dellempatia e delle life skills. Il punto di partenza riconoscere in noi questi istinti e superarli con le nostre capacit cognitive superiori (proprie dellautoanalisi, la riflessione, lempatia, ecc.) La prosocialit (riassunto in pillole del malloppone) Questo capitolo riassume a grandi linee cosa si intende con prosocialit, su quali teorie si basa ed alcune caratteristiche definenti. Evitiamo di entrare troppo nel dettaglio poich sembra utile solo a chi vuole approfondire pi in l questi temi. La natura degli studi della prosocialit e dellaltruismo si rifanno anche agli studi sopraelencati sulla base innata per la violenza. Ipotesi interpretative: Vi sono molte ipotesi interpretative sulla prosocialit. Il comportamento prosociale praticamente il comportamento altruistico (in maniera semplicistica). Ma laltruismo pu derivare da molti fattori: un bisogno narcisistico/egocentrico, un disagio, unattesa di scambio reciproco ma pu anche presentarsi come un altruismo di tipo disinteressato e genuinamente disponibile. Vi sono quindi molte teorie che possono determinare la motivazione allaltruismo. Io personalmente mi baso su due teorie di riferimento. La prima quella sociobiologica ovvero: il comportamento altruistico dipende sostanzialmente da una serie di rinforzi ricevuti dalla ripetizione di alcuni comportamenti prosociali utili alla sopravvivenza e allo sviluppo della specie. In questo senso il comportamento prosociale si fissato a livello neurobiologico e quindi trasmesso geneticamente. In pratica la prima teoria affronta il comportamento prosociale come teoria dellevoluzione umana.

La seconda teoria di riferimento quella dellapprendimento sociale. Essa esplicita che il comportamento prosociale dato dalle variabili culturali e di educazione dellindividuo. Naturalmente in una logica complesso possiamo considerare che un fenomeno ha bisogno di determinate condizioni al fine di emergere. Vi un interessante schema a pag 25 del fascicolo sugli stili comunicativi con definizioni ed effetti. un ottimo metodo danalisi e definisce in maniera chiara cosa si intende per comportamento prosociale. Il resto della riflessione veramente molto astruso nel fascicolo...Tutte cose interessanti ma meno pratiche per un esame, secondo me. Ci si pu rifare al fatto che lintelligenza emotiva aiuta lo sviluppo di comportamenti prosociali grazie allempatia, allautovalutazione, cos come per le life skillsinsomma basta collegare un po il tutto. Questo tipo di approccio permette di capire cosa si intende come prosocialit e cosa ce ne possiamo fare. C per uno schema interessante sullo sviluppo del ragionamento morale-prosociale. Vengono definite 5 categorie di ragionamento prosociale. Per quanto riguarda la morale ci si attiene al fatto che la morale pu essere una spinta al comportamento prosociale: 1. 2. 3. 4. 5. Orientamento edonistico-narcisistico focalizzato verso s stessi Comportamento orientato verso i bisogni e le necessit dellaltro Comportamento stereotipato e ricerca di approvazione sociale Comportamento empatico e di riflessione Stadio di forte interiorizzazione

Il prossimo schema importante per valutare una dimensione evolutiva per leducazione alla convivenza e alla prosocialit.

Le strategie di implementazione di un comportamento prosociale sono insite nellinsegnamento delle life skills, la promozione dellempatia e della riflessione, il confronto costruttivo con gli altri, e la capacit di estraniarsi da dinamiche e regole imposte o involontari schemi mentali acquisiti. Il rapporto mente-corpo Se tutto il risultato di ci che pensiamo, allora possibile convertendo la nostra mente cambiare le regole del gioco. Buddha Nella lezione si fatto un gran parlare di meditazione e sugli effetti reali di autoregolazione del corpo, come se le cellule stesse avessero una sorta di mente capace di autoregolarsi in maniera sintonica o meno con lambiente o il proprio stato interiore. In maniera semplice vediamo che si pu dire: mente e corpo sono collegati. Lemozione cambia la biologia e la biologia cambia lemozione (relazione complessa, no causa-effetto ma principio di ricorsivit) per esempio: La risposta aspecifica (allo stress) si manifesta a livello somatico con una stimolazione ipotalamica e reazioni a cascata che prevedono un rilascio maggiore di ACTH (ormone adrenocorticotropo), un aumento del rilascio di catecolamine ed unaumentata secrezione di ADH (ormone antidiuretico). Il rilascio di ACTH e conseguente secrezione di cortisolo dalle surrenali si traduce in un aumento del catabolismo delle proteine tissutali e della gluconeogenesi, iperglicemia, diminuzione dei linfociti e della risposta immunitaria, diminuzione degli eosinofili e delle risposte allergiche. La stimolazione dei centri simpatici e della midollare del surrene e conseguente rilascio di catecolamine provoca la sindrome di attacco o fuga. Essa si manifesta clinicamente con un aumento del battito cardiaco, della pressione ematica e della glicemia. Il rilascio di aldosterone crea ritenzione idrosalina ed una maggiore volemia.

Questo un chiaro esempio di come unemozione pu modificare il corpo. Come la mente modifica il corpo. Come il pensiero modifica il corpo. Nella morfologia del corpo vi sono delle cellule nervose in diretto contatto con i globuli bianchi (psiconeuroimmunologia). Vi quindi comunicazione tra mente e corpo. In test in vitro lACTH rilasciato in fase di stress rallenta la riproduzione cellulare linfocitica e fa diminuire lescrezione di anticorpi. Lo stress, una condizione mentale, fa diminuire la risposta immunitaria.

La mente, il pensiero risulta quindi unenergia che pu comunicare con la materia. La mente inoltre non riconosce unesperienza del sonno diversa da una da svegliquindi lesperienza del sogno, pur immateriale pu avere effetti reali su di noi. Questi sono gli esempi chiave del discorso fatto in classe. Andando oltre possiamo dire che la scienza si chinata sulla fisica dei quanti. In poche parole la mente come detto sopra energia. E tutto energia. Il nostro livello subatomico permette di dire che tutto in comunicazione con tutto. Anche solo con TAC o RM possiamo vedere una morfologia energetica, che si basa sulla scienza della fisica quantistica. Particelle che interagiscono con particelle per mostrarci delle forme. Ma cosa ce ne facciamo di tutto questo? Si pu pensare che come il linfocita comunica con una cellula nervosa anche noi comunichiamo con un sasso quando lo tocchiamo. E basta pensare poi quando si tocca

una persona. Lenergia infatti delocalizzata. Non mai in un solo posto. In casa mia c la mia energia perch sono in comunicazione con tutti gli oggetti e il gatto. Ma in realt sono a scuola fisicamente. La meditazione La meditazione dimostrato scientificamente che promuove lautoregolazione del battito cardiaco, la normalizzazione del respiro, un senso di benessere profondo. Aiuta a migliorare il sonno e le percezioni. Inoltre aumenta lo spessore della corteccia cerebrale. Migliore memoria, migliore prontezza, uno stato che va a curare anche la mente. Una tecnica molto semplice lo stare seduti su una sedia, schiena dritta. Chiudere gli occhi e ascoltare il respiro. Evitare musica o altre distrazionii rumori di fondo verranno assorbiti senza problemi. Si passer quindi a un ciclo di: pensiero---concentrazione sul respiro (silenzio mentale)---pensieroe cos via. Non vi sar da subito un silenzio mentale prolungato. Altra annotazione: le attivit che ci inducono il flow possono essere meditazione. Esse liberano dai pensieri, rimandando tutto al presente. Quando si fa del sesso la maggior parte del tempo tutto il corpo e la mente sono totalmente nel momento. E questo una forma di meditazione. Oppure quando uno pianta il formentinopiantina dopo piantina sente la terra, concentrato, lattenzione libera la mente e la rilassa. Con questi concetti anche di fisica quantistica non possiamo pi pensare di curare in ambienti rumorosi, stressanti, con tempi stretti. Dobbiamo immaginare i reparti come veri ambienti di cura non solo di tecniche e macchinari ma anche in senso di spazi, di musica, di serenit. Insomma questo discorso porta a una marea infinita di spunti su cosa la nostra evoluzione e cosa sia effettivamente la cura, la malattia, http://www.benessere.com/psicologia/mente_corpo/index.html descrive semplicemente alcuni esempi di rapporto mente-corpo

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