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STAMPA LIBERA Rompere il monopolio monetario-creditizio. M.

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Rompere il monopolio monetario-creditizio. M. Della Luna


Posted By Nicoletta Forcheri On 16 agosto 2011 @ 01:30 In Informazione | 3 Comments ROMPERE IL MONOPOLIO MONETARIO-CREDITIZIO LALTERNATIVA AI SACRIFICI INUTILI ESISTE Il decreto legge risanatore del 12 Agosto un palliativo strutturalmente errato e impotente, depressivo, socialmente dirompente. La forte e compatta opposizione che esso giustamente suscita pu costringere il governo Tremonti a far qualcosa allaltezza dellintelligenza del suo capo. Per riuscirci, per, ha necessit di costringerlo a confrontarsi con la causa vera dei mali finanziari in cui ci dibattiamo. I disastri della borsa e delleconomia reale, e i fallimenti delle ricette di risanamento e rilancio, i declassamenti, il debito pubblico a 1.900 miliardi, il crollo del 12,5% del gettito tributario a giugno, ancora non sono bastati: ancora si finge di non vedere il problema di fondo, ossia che il mondo vive in un regime di monopolio (cartello bancario) della moneta (del money supply), comprendente anche le banche centrali (Fed, BCE etc.), e che questo, come tutti i monopoli dei beni necessari, tende a ottenere, in cambio del proprio prodotto, il massimo dal mercato del prodotto stesso, cio tutto il reddito prodotto nel mondo. E persegue questo scopo mediante il farsi pagare il denaro, lindebitare, il raccogliere interessi. Il punto di equilibrio di tale sistema quando ogni reddito destinato al servizio del debito e ogni asset alla garanzia del servizio. Con governi e legislatori come ostaggi-garanti-esecutori di questa destinazione, sotto permanente minaccia di downgrading da parte delle agenzie di rating del medesimo cartello monopolista, e di rifiuto di acquistare i loro titoli. Quindi ovvio che la BCE, in questa fase, arrivi a commissariare Grecia, Italia e altri paesi. Era tutto prevedibile e scontato. Ovvio e inevitabile, dunque a) che il denaro prodotto dal monopolista (a costo zero: fiat money, monrta fiduciaria, nessuna copertura o convertibilit in valore) sia un denaro (come meglio vedremo) che genera un debito infinitamente ed esponenzialmente crescente a carico di tutta la societ: il debito costituisce ulteriore bisogno-domanda del bene prodotto dal monopolista, quindi aumenta il valore di questo bene rispetto a tutti gli altri beni, ne rende pi pressante il bisogno, sicch la gente, le imprese, gli stati, sono sempre pi dipendenti, oramai anche per la sopravvivenza quotidiana, dal monopolio monetario-creditizio, e fanno, danno, subiscono e promettono oramai qualsiasi cosa pur di ottenerne quanto basta per limmediato si sono abituati a vivere con lacqua alla gola; b) che lesponenzialmente crescente peso di questo indebitamento progressivamente ed inarrestabilmente erode tutti i redditi e tutti i patrimoni, costringendo a crescenti trasferimenti degli uni e degli altri, anche via tassazione, a favore del settore finanziario-speculativo che esercita la sovranit monetaria; questo trasferimento costante da decenni e porta con se riforme delle norme sul lavoro, sul bilancio, sul welfare; c) che nessuna misura di tassazione o di risparmio o di efficientizzazione delleconomia o della pubblica amministrazione pu conseguire pi di un sollievo sempre pi breve dal peso dellindebitamento e delle devastazioni che esso comporta: ci che i governi vanno da anni deliberando, comprese le manovre agostane di Tremonti, semplicemente ingiusto e sterile, perch niente sortisce effetto stabile se non si comincia con leliminazione del monopolio. Il fine connaturale del cartello monopolista della moneta, oltre ovviamente a preservare (con mezzi accademici, politici, militari) il proprio monopolio della creazione, distruzione e fissazione del tasso dinteresse della moneta, quello ribadisco di ottenere, in cambio del proprio prodotto (o in pagamento degli interessi e del debito) tutto il valore disponibile prodotto da ogni altro soggetto economico il che comporta anche lacquisizione di potere politico, come oggi palesano gli atti con cui i banchieri centrali prescrivono la politica a governi e parlamenti, e coi quali riformulano lordinamento sociale in funzione di tale fine. Se ci che osserviamo oggi sono semplicemente gli sviluppi avanzati della tendenza intrinseca del monopolio, la novit del 2012 che adesso il cartello monopolista venuto allo scoperto, ossia viene divulgato il fatto che esso impartisce direttive ai governi in difficolt finanziarie i c.d. commissariamenti. Quindi per la prima volta il cartello monopolista, attraverso BCE e FMI, assume, davanti allopinione pubblica, la responsabilit politica, sostanzialmente, di essere un super-governo tecnico. Si espone al biasimo e alle conseguenze e alle possibili reazioni politiche di ci che potr conseguire alladozione delle sue ricette. Questa la novit di oggi: il padrone

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ci mette la faccia, a costo di far capire che governi e parlamenti sono solo teste di legno. E che il Trattato di Maastricht una farsa, laddove stabilisce che la BCE non debba dare direttive alle istituzioni politiche. La BCE sta facendo lunit politica dellEuropa intorno al fine di trasferire stabilmente molto reddito al settore finanziario (stabilmente, nel senso di non fare default e mettere in crisi il sistema internazionale di questi trasferimenti). La leva di comando del monopolio sui governi semplice: se non fai le cose che ti dico, ti abbasso il rating con le mie agenzie di rating e non ti compero pi i titoli del debito pubblico con la mia banca centrale (BCE) quindi ti faccio saltare. Ci che rimane implicito che il debito pubblico, con la sua spinta al rialzo, deriva dal fatto che il monopolio esercita il potere politico e sovrano di creare denaro a costo zero dal nulla, impadronendosi del potere dacquisto corrispondente, e lo presta agli stati a interesse, creando cos in capo agli stati il bisogno di ulteriori prestiti per pagare gli interessi, allinfinito. Quindi il monopolio crea il bisogno e la crisi a proprio beneficio, e poi lo sfrutta per assumere la guida politica degli stati. In questo regime monopolista sovrannazionale e non-regolato dalla politica, ma regolante sulle istituzioni pubbliche, la funzione del denaro e del credito, ovviamente, non la piena attivazione dei fattori di produzione, non la produzione di ricchezza, non nemmeno la massimizzazione del profitto, n la stabilit dei prezzi, ma il potere, il dominio economico, politico e sociale, nonch quello scientifico/culturale. Il monopolio si concentra soprattutto sugli obbiettivi di irrigidire ed esasperare la domanda di liquidit/credito (massimizzare il bisogno, la mancanza, la scarsit) e di impedire che qualche stato si sottragga alla dipendenza dal monopolio. Perch la dipendenza rigida e stringente di tutti verso il fornitorecreditore monopolista conferisce a questi il potere assoluto, ma anche limpunit e il diritto di fare la morale alle istituzioni. Quindi il monopolio ha bisogno che i popoli, finanziariamente ed economicamente, stiano con lacqua alla gola, che siano in crisi, in difficolt in unemergenza permanente, seppur mutevole nelle espressioni. Ricordiamo che la medesima comunit bancaria mondiale che, da un lato, produce e sfrutta le bolle-truffe finanziarie, dei derivati, dei mutui subprime, dei falsi bilanci greci, dallaltro lato esprime i vertici e forgia la politica delle banche centrali che fanno le analisi, prescrivono le ricette, commissionano i governi, dettano le politiche ai parlamenti, fanno direttamente le politiche economiche avendo ricevuto la sovranit finanziaria e monetaria (Maastricht), e minacciano di far saltare gli stati che non obbediscono declassando i loro bonds mediante le agenzie di rating da essa posseduta e non comperandoli pi. Quanti fallimenti di manovre e riforme finanziarie ci vorranno ancora, quanti crolli di borsa e sacrifici sociali, quanti default e quanti commissariamenti di governi, prima che si capisca che sbagliata, non corrispondendo alla realt, la concezione di fondo della moneta, del debito, della finanza, delleconomia? Che le analisi, le ricette, gli interventi, i sacrifici falliscono perch non tengono conto dellesistenza e della logica del monopolio monetario privato-irresponsabile (consacrata dal Trattato di Maastricht, dallo statuto di BCE, Fed, Bis) e si basano su una concezione errata della realt, quindi inevitabile che falliscano e non risolvano i problemi? Che bisogna riconsiderare il fondo delle cose senza preconcetti scolastici? Alcuni paesi ovviamente hanno problemi propri, peculiari, di inefficienza, corruzione, ma il problema mondiale il debito, pubblico e privato, che comporta alte tasse e alti interessi passivi, e sottrae liquidit alleconomia, inducendo cos insolvenze, defaults, disinvestimenti, disoccupazione, cali della domanda interna, rincari generalizzati. E questo debito, pubblico e privato, con i suoi effetti suddetti, cresce inarrestabilmente, nonostante i sempre pi frequenti interventi di contenimento e risanamento: dagli anni 80 che sento fare manovre di risanamento del debito pubblico, e che esso continua a crescere, anzi si impennato proprio da quanto, col fine dichiarato di contenerlo, stata fatta la riforma che lha moltip0licato, ossia il divorzio Tesoro-Bankitalia. E non cresce linearmente, ma esponenzialmente, perch i mezzi monetari vengono tutti creati mediante operazioni di addebitamento cio in pratica vengono tutti dati a prestito, gravati di un debito ad interesse composto, che fa s che il totale del debito sia pi alto, e divenga sempre pi alto, con andamento esponenziale, rispetto alla totalit del money supply, drenando quindi dalleconomia una esponenzialmente crescente quota del reddito per il pagamento degli interessi. Lindebitamento oramai fuori controllo, come dimostrano i fallimenti di ogni tentativo di arrestarlo, o meglio come dimostra il fatto che i vari tentativi falliscono sempre prima. E le bolle mobiliari e immobiliari non sono accidenti, bens sono prodotto inevitabile delluso del denaro-debito (della necessit di distruggere leccedenza del credito-debito sul money supply), tuttavia, pur succedendosi molto velocemente, non riescono pi a mantenere il funzionamento del sistema. Bisogna insomma rivedere il fondo delle cose per capire il rapporto tra moneta e debito. (In Italia, bisognerebbe inoltre aprire un dibattito sul divorzio BdI-Tesoro, causa principale dellimpennata incontenibile del pubblico

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indebitamento, assieme alla spesa assistenzialistica finalizzata a prevenire la saldatura, negli anni di piombo, tra protesta operaia del Nord e protesta dei diseredati del Sud. Il Giappone, che ha un debito pubblico pi che doppio del pil, non subisce attacchi speculativi ai suoi t-bonds, perch la sua banca centrale compera i titoli invenduti. In Italia (e in altri paesi) bisognerebbe ripristinare i vincoli di portafoglio che aveva un tempo la BdI.) Le ricette anticrisi, che falliscono ma arricchiscono sempre determinati livelli, producendo una concentrazione della ricchezza e dei redditi in tutto il mondo, e limmiserimento dei ceti medi, vengono da un soggetto interessato, dal settore bancario mondiale, dalle sue scuole di economia e dai suoi ingegneri finanziari. Arrivano attraverso le banche centrali, come Fed, BCE, BoE, BoJ. E attraverso la banca centrale delle banche centrali, la BIS. E stupido presentare siffatte analisi, critiche, richieste, ricette, come lespressione dellEuropa. Sono lespressione di un soggetto interessato. Precisamente, controinteressato, rispetto al resto della societ globale, e soprattutto verso i produttori di ricchezza, i risparmiatori, i pensionati, i giovani. La liquidit in assoluto troppa, un multiplo di quanto dovrebbe essere, ma si concentra nel settore speculativo: non investe e non consuma. Ma insipiente dire che il mercato sia drogato da troppa liquidit. La ricorrente ricetta del monopolio bancario, comprendente le banche centrali, di curare la crisi mobiliare e la recessione con iniezioni di moneta, il c.d. quantitative easing, produce brevi fiammate di borsa, seguite da profondi e persistenti cali o crolli. E da nessun beneficio per leconomia reale. Infatti, tali immissioni vengono fatte dalle banche centrali, a controllo e (spesso anche, come la Fed) a propriet privata (di finanzieri) in favore degli speculatori (cio delle stesse banche che esprimono la direzione delle banche centrali). E il settore speculativo d rendimenti pi elevati e rapidi del settore produttivo, soprattutto ai grandi soggetti che sono in grado di influenzare i mercati finanziari dallesterno (con linsider trading, laggiotaggio, il vantaggio conoscitivo, il condizionamento sui governi). Il settore speculativo fa cos concorrenza, da decenni oramai, al settore produttivo, e lo sta de-monetizzando e costringendo a competere sulla redditivit di breve, mediante politiche di disinvestimenti, licenziamenti, tagli della qualit, della formazione, della ricerca, della produzione, per perseguire la massimizzazione non del profitto totale, ma del saggio di profitto. Le politiche fiscali possono essere utili, quindi, solo se abbassano la redditivit del settore speculativo rispetto a quello produttivo. Ma per riuscire in questo necessitano di essere globali (perch la piazza speculativa delocalizzata, apolide) e da esser precedute da una revisione delle regole di contabilit bancaria, che consentono massicci occultamenti di ricavi e utili realizzati nellerogazione del credito, nel senso pi volte indicato negli scritti miei e di altri (v. Euroschiavi e La Moneta Copernicana), le cui analisi e previsioni stanno ricevendo la pi dura delle conferme. Per anche questo sar insufficiente, se si continuer a consentire che una moneta fiduciaria, prodotta a costo zero e senza garanzia/convertibilit, in regime di monopolio privato non regolato, venga trattata come merce. Qualsiasi passo in questa direzione presuppone che si interrompa lazione finanziaria e politica dei monopolisti (grandi famiglie finanziarie e bancarie, direttori delle banche centrali) ossia che i governi (via G8 e servizi di sicurezza) dispongano il loro arresto e la segregazione in un regime del tipo di Guantanamo, per prevenire che essi si oppongano in qualsiasi modo, e che abbiano contatti con lesterno. Non si pu pensare che lorso consegni la sua pelle su garbata richiesta, fossanche con voto popolare. Si tratta di riforme possibili solamente se, prima, si abbatte il potere del monopolio. E questo orso molto pi pericoloso e organizzato dei terroristi islamici, veri o supposti. Quindi le mezze misure non servirebbero. Ma come riorganizzare il sistema monetario e bancario, dopo leliminazione del monopolio? Ne La Moneta Copernicana (Nexus 2008), scritto assieme a Nino Galloni, ho delineato lalternativa allattuale sistema basato sulla distruttiva moneta-debito e sul monopolio privato della funzione monetaria: Avremo lo Stato che, attraverso un suo organo di regolazione del money supply organo costituzionale, tecnico-economico, meglio configurabile come quarto potere dello Stato, e per quanto possibile super partes e indipendente monitorer in continuo la situazione monetaria ed economica nazionale e internazionale, accertando di quanta liquidit abbisogni il paese per impiegare o sviluppare al meglio i propri fattori produttivi (sui criteri per stabilire questo meglio ritorneremo presto), e vigiler soprattutto affinch non si producano situazioni di demonetazione, ossia di insufficienza della moneta disponibile rispetto al fabbisogno, che causerebbe un rischio di deflazione e recessione. Questorgano dar conseguenti disposizioni a un dipartimento del Ministero del Tesoro di creare ed immettere nel mercato la quantit di moneta ritenuta opportuna, o di ritirare quella che risulti in eccedenza (mediante prelievi fiscali, vendite di beni pubblici comprese riserve auree, vendite di valute estere, etc.). Verr cos creata tutta la moneta, ossia tutto il money supply: sia quell8% che oggi costituito da moneta legale (cartamoneta e monetine), sia quel 92% che oggi costituito da moneta scritturale delle banche; il money supply consister tutto di moneta legale, la quale sar affiancata solo da moneta complementare, essendo alle banche proibita la creazione di liquidit. Il Ministero del Tesoro emetter la moneta, per una parte, sotto

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forma di monete metalliche, per una parte sotto forma di cartamoneta, per il resto sotto forma di annotazioni contabili (informatiche o anche su supporto cartaceo). Registrer limporto di ogni emissione tra le entrate tributarie. Per disposizione costituzionale, vincoler in bilancio la spesa del valore delle emissioni a impieghi produttivi (investimenti, infrastrutture, etc.) ossia tali da generare un aumento di ricchezza reale a copertura dellimporto dellemissione, onde prevenire tensioni inflative. Le uscite diverse dagli investimenti produttivi saranno coperte da entrate non derivanti dallemissione di moneta. Limmissione della nuova moneta avverr attraverso: -investimenti diretti -erogazioni di mutui a banche di credito e altri soggetti. -sovvenzioni alla produzione. In tal modo, lo Stato eserciter la funzione sovrana e politica di creare denaro prelevando potere dacquisto dalla nazione e spendendo e investendo nellinteresse di essa senza indebitarla n tassarla; e le banche non creeranno pi moneta contabile (e debito infinito), non preleveranno pi tasse occulte dai cittadini e dalle imprese, ma svolgeranno la funzione loropropria di intermediari del credito: raccoglieranno il denaro prendendolo a prestito dai risparmiatori e dallo Stato, pagando loro un tasso di interesse che sar stabilito dal mercato, e lo presteranno ai loro clienti a tassi e condizioni che saranno stabiliti, a loro volta, dal mercato. Guadagneranno sullo spread, sulla forbice. Le banche presteranno quindi solo il denaro che esse effettivamente hanno in propriet ho hanno ricevuto in prestito (mutuo) dai depositanti; di conseguenza, non vi sar pi riserva frazionaria, ma riserva totale. Certamente, in un simile sistema sussiste il rischio che la sovranit bancaria,tolta formalmente alle banche e trasferita allo Stato, venga nuovamente privatizzata, nel senso che lo Stato stesso privatizzato, ossia oggetto di possesso e lottizzazione partitocratica o a corporate takeover. Ma a questo rischio si opporrebbe la chiarezza oramai fatta, la conoscenza diffusa, circa i meccanismi fondamentali della moneta e il loro impatto su economia e societ. Diverrebbe, cio, impossibile continuare a ingannare e a governare con linganno il mercato, gli operatori economici, i contribuenti, come lo si sta facendo ora. (pag. 127 ss). 41 Werner, 2005, 258. 142 Zarlenga, 663 ss., propone una riforma analoga. 139 Cos raccomanda Anche Zarlenga, 657 140 La principale obiezione di merito alla creazione del denaro da parte dello Stato in funzione di pagare le proprie spese, che essa si tradurrebbe, per ragioni di demagogia, in unespansione monetaria incontrollata e inflazionistica. A questa obiezione, oltre a richiamare quanto gi detto, si pu replicare: -in primo luogo, che il sistema attuale in ogni caso peggiore, perch lascia a un sistema bancario privato la possibilit di compiere unespansione dei mezzi monetari incontrollata, destabilizzante, e destinata ad attivit speculative delle banche stesse; -in secondo luogo, che una creazione eccessiva di liquidit da parte dello Stato pu essere prevenuta con vincoli costituzionali e con laffidamento della regolazione a un organo indipendente dai partiti politici; e, ancor pi, con la divulgazione della conoscenza di quello che oggi rimane, per quasi tutti, il segreto della moneta. Raccomando al governo Tremonti, prima di lasciarsi sconfiggere, marginalizzare o rottamare dagli eventi e dai poteri forti, di spiegare alla gente, e soprattutto al serttore produttivo, come stanno veramente le cose, quale la causa dei mali in cui ci dibattiamo ossia il monopolio privato irresponsabile di credito e moneta. Il momento giusto perch molti si interessino, capiscano, e si muovono in modo tale da consentire una riforma decente anzich il proseguire di un processo distruttivo che porta solo alla disperazione. 13.08.11 Marco Della Luna Votato 5.0 da 19 persone [?]

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