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N.

2 anno LXVI Aprile - Giugno

LA PATRONA DITALIA E DEUROPA S. CATERINA DA SIENA


ANNO LXVI - N. 2 APRILE-GIUGNO 2011 BASILICA CATERINIANA DI SAN DOMENICO - SIENA Tel. 0577 280893 Fax 0577 219676 SPED. IN A. P. COMMA 20/C - ART. 2 LEGGE 662 - FILIALE DI SIENA

Direttore responsabile: P. Ottavio Sassu o.p. Direttore esecutivo: P. Lorenzo Fatichi o.p. Capo redattore: Franca Piccini Redazione: P. Michele Corvelli, o. p. P. Giuseppe Di Ciaccia, o. p. P. Reinaldo Sanchez, o.p. P. Alfredo Scarciglia, o.p. P. Alfred White, o.p. Prof.ssa Nara Coradossi

Impaginazione: Paolo Pepi Stampa: Edizioni Cantagalli Copertina:


Giacomo Franci

II e III di copertina:
Veduta di Siena, foto di F. Muzzi

Abbonamento annuo 15,50 C.C.P. 11247533


Registrazione Tribunale di Firenze n. 4719 del 20/8/97

Sommario
Santa Caterina ci accompagna canonizzata da 550 anni La santit, chiamata di Dio (n.2) Emozione per la Sacra Testa portata in processione La reliquia della Sacra Testa per le vie di Siena dalla basilica di s. Domenico alla cattedrale Le annuali Feste in onore di S. Caterina Roma, Feste internazionali 2011 I caratteri di Caterina I caratteri di Caterina a Pienza Santa Caterina celebrata a Forl Feste a Bologna Il Professor Gianfranco Morra insignito del titolo di Caterinato donore Intervento del Prof. Calzolari Lamore di Caterina per Ges crocifisso Veglia di preghiera e adorazione Lamore di S. Caterina per la chiesa (3) pag. 4 7 10 12 13 16 16 18 19 20 21 23 24 26 27

Editoriale
SANTA CATERINA CI ACCOMPAGNA CANONIZZATA DA 550 ANNI

ari lettori e affezionati a Santa Caterina da Siena Madre e Maestra di vita. Ricorrono questanno 550 anni dalla sua canonizzazione da parte del Pontefice senese Pio II Piccolomini il 29 giugno 1461. Era passata alla vita eterna a Roma la domenica 29 aprile 1380 a 33 anni, totalmente consumata per il bene della Chiesa travagliata comera da calamit esterne ed interne. Lei stessa, ormai alla fine, confida ai suoi discepoli che addolorati lassistevano: Figlioli carissimi siatene certi che io ho dato la vita per la Santa Chiesa (R. da Capua, Vita, Ed. Basilica Cateriniana, Siena 1982, p. 377). Gi nellultima lettera del 25 febbraio 1380 al suo amatissimo confessore e padre spirituale Raimondo da Capua, gli confidava lo sfinimento che laffliggeva, ridotta allesaurimento delle forze fisiche: Allora di terza quando mi reco alla Messa, voi vedreste una morta andare a San Pietro (Lettera, 373).

Giunta al termine del viaggio terreno, due mesi dopo, ai discepoli ripeteva: Amatevi lun laltro miei carissimi, vogliatevi bene (Vita, op. cit., p. 376). Vedendoli piangere di dolore, li confort con una solenne e confortante promessa per loro e oggi per noi: Figlioli carissimi vi do la mia parola che dopo la mia morte, vi sar pi utile di quanto non sia stata o non abbia potuto esserlo mentre stavo con voi in questa vita (Vita, op. cit., p. 377). Promette dunque di rimanere vantaggiosamente presente in mezzo ai suoi per il loro bene in rapporto a Dio. I santi infatti, terminata la loro vita terrena ed entrati nella gloria del Signore, rimangono sempre vitalmente uniti ai loro fratelli viatori e continuano, come per Cristo, a interessarsi di loro, manifestando cos la loro unione e il loro affetto (P. Molinari, voce Santo, Nuovo Dizionario Spiritualit, Ed. Paoline 1979, p. 1384). Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione Dommatica sulla Chiesa Lumen Gentium, al riguardo afferma che i Santi ammessi nella patria e presenti al Signore, per mezzo di Lui con Lui e in Lui, non cessano di intercedere per noi presso il Padre (n. 49). Ges stesso lo promise ai discepoli durante lultima cena: Io ritorno al Padre ma non vi lascer orfani, torner da voi (Gv. 14, 12.18).

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Anche San Domenico, del quale Caterina era figlia devota, morente a Bologna il 6 agosto 1221, assicur ai Frati: Non piangete, vi sar pi utile e porter maggiore frutto per voi dopo la morte di quanto non abbia fatto in vita (V. Vicarie, Storia di San Domenico, Ed. Paoline 1983, p. 646). Caterina era profondamente convinta di poter essere di aiuto spirituale dopo la morte, non solo allo stuolo dei suoi devoti bens a tutti come si era espressa nellottava sua ardente preghiera dove implora da Dio il bene della luce della fede per tutti gli uomini: O Dio eterno e misericordioso, abbi piet di noi perch siamo cechi e senza alcuna luce, soprattutto io povera e miserabile. Suscita un altro Paolo (Apostolo) perch illumini tutto il mondo perch nella tua luce che ogni uomo conosce quanta libert (interiore) ci hai dato sottraendoci dalla schiavit del peccato (Orazioni di S. Caterina, di M. Scarso O.P. in S. Caterina da Siena, Ed. Studio Domenicano, Bologna 2002, p. 300 s.). Scrivendo al fratello Benincasa lo sollecita appunto alla cura del bene spirituale: Voglio che pensiate alla brevit del tempo che tale da non essere sicuri che arriveremo al giorno successivo il tempo (infatti) tanto breve (Lettera, 18). Il Beato Raimondo, nellultima parte della Vita della santa (op. cit., Cap. V, p. 391 s.), narra dettagliatamente alcuni dei numerosi miracoli che la santa, ormai passata nel regno dei beati, compiva a beneficio di coloro che confidavano nella promessa del suo soccorso. Altri interventi straordinari li conosciamo dal suo discepolo Tommaso Caffarini, riportati nella sua opera Supplementum alla Vita del Beato Raimondo (scritto tra il 1411-17), nonch dalla voluminosa raccolta delle testimonianze sulle virt di Caterina, confluite negli Atti del Processo Castellano, tenuto a Venezia allinizio del XV secolo. Dobbiamo ritenere mantenuta la promessa di Caterina desserci utile dal cielo, non solo per i miracoli operati e per la sua canonizzazione, ma per esserci stata data da Pio XII, Patrona dItalia il 18 giugno 1939. Infatti, quanto Caterina si sia impegnata, col rischio della vita, per la pace dei rissosi Stati in cui era divisa la nazione italiana, si ricava abbondantemente dalle sue numerose Lettere e dalla Vita del Beato Raimondo. Ancora, speciale provvidenza cateriniana per noi lavercela proposta il Papa Paolo VI, come Dottore della Chiesa (ruolo mai prima riconosciuto alle donne), a motivo della sua speciale dottrina che la rende maestra di un messaggio perenne di vita cristiana. Pertanto il 4 ottobre del 1970 rimarr una data storica per il ruolo che Caterina continua nella Chiesa. Infine, ancora presenza benefica di

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Caterina a nostro vantaggio, il fatto che il Papa Giovanni Paolo II il primo ottobre 1999 labbia proclamata Patrona dellEuropa con Brigida di Svezia e Teresa della Croce. Infatti, Caterina si occupata anche delle situazioni di certi paesi europei come risulta dalle sue lettere ai Sovrani di Napoli, di Francia, di Ungheria e di Polonia, al Duca DAngi ecc., nonch il suo faticoso viaggio fino ad Avignone in Francia, dove da settanta anni risiedeva il Papa. Lattuale Pontefice, Benedetto XVI, nella catechesi dedicata a Caterina nellUdienza Generale del 24 novembre 2010, afferma che Caterina una di quelle Sante che ancora oggi ci parla e ci spinge a camminare con coraggio verso la santit per essere in modo sempre pi pieno discepoli del Signore. Il Papa, proseguendo nel tracciare lattualit della dottrina della Santa, definisce la dottrina di Caterinaun capolavoro della dottrina spirituale, tale che il servo di Dio Paolo VI nel 1970, la dichiar Dottore della Chiesa. Il Papa cos conclude sullattualit benefica da parte di Caterina: Impariamo da Caterina ad amare con coraggio in modo intenso e sincero, Cristo e la Chiesa. La promessa di Caterina desserci pi utile dopo la sua morte sta nel sentire la sua missione di amore per il Corpo Mistico della Chiesa in modo definitivo e universale. P. Lorenzo Fatichi O.P.

Cronaca
Il 25 aprile scorso si svolto a Fiesole presso il convento dei Frati Predicatori, il consueto ritiro per le suore domenicane della Provincia. La dott.ssa Franca Piccini ha tenuto una conferenza dal titolo La Santa dItalia Santa Caterina da Siena nel 550 della canonizzazione e 150 dellunit dItalia. La mattina il Padre Provinciale dei predicatori, P. Daniele Cara ha celebrato la Santa Messa, mentre lomelia stata fatta da P. Casagrande, nel pomeriggio P. Luciano Cinelli ha illustrato il convento domenicano di Fiesole dal punto di vista storico artistico

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Cultura

LA SANTIT, CHIAMATA DI DIO (N. 2)

el numero precedente si evidenziato il comandamento veterotestamentario - Siate santi, perch io, Dio, sono santo (Lv. 19,2; 20,26) - come imperativo e, al tempo stesso, come profezia: promessa per il popolo di Dio. Chiamata e promessa di santit, nel compimento della stessa, compiuta nel faticoso itinerare nel deserto della purificazione della vita (cf. Esodo; Os. 2,16; Mt. 3,1; 4,1). Se il co mandamento veterotestamentario indica quale sia il progetto che Dio nutre per il suo popolo, nella nuova Alleanza sancita nel sangue del Figlio di Dio, Ges rivela la chiamata alla santit rivelando la santit stessa nella sua suprema attualizzazione, cio proprio nella sua umanit (cf. Mt. 9,9; Mc. 2,14; Lc. 5,27-28). Cos il comandamento-promessa veterotestamentario si attua in Ges, prototipo e modello della santit; in Ges che, per antonomasia, il consacrato del Padre, essendo consustanziale al Padre (cf. Gv. 10,30; 14,9; 17,21). dalla stessa umanit del Verbo che ci viene rivolta la chiamata, rinnovata nel suo sangue, a seguire Dio, attraverso la partecipazione del mistero pasquale del Figlio di Dio (cf. Gv. 19,34). Cos che il credente in

Cristo, per aver preso parte al mistero pasquale di Ges, riceve il dono dello Spirito Santo lo Spirito che si fa dono dal Padre per i meriti del Redentore (cf. Rm. 8,14-17). Lo stesso nome Ges esprime la missione che il Padre gli ha affidato a nostro favore. Infatti, nei semiti il nome attribuito alle persone esprimeva il loro ufficio. Nella fattispecie, il nome Ges dallebraico Yesua, abbreviato in Yesu, che rinvia alloriginale Yehosua: Dio aiuta, Dio salva. Ges ha per noi un primato di causa (cf. Eb. 5,9) e di esemplarit (cf. Ef. 1,4; Col. 1,16). Per quanto riguarda questultimo primato di esemplarit ci si riferisce non soltanto alla verit per cui Ges il modello di ciascun uomo, la icone sulla quale Dio pensa ciascuno di noi (cf. Rm. 8,29; Gv. 1,10-11); sappiamo, infatti, dalla teologia paolina quanto rilievo ha dato lApostolo nellevidenziare nei suoi inni cristocentrici il Cristo preesistente (cf. Ef. 1,3 ss.; Col. 1,15 ss.). Ma non solo. Ges ha il primato di esemplarit anche quale primogenito della creazione nuova (cf. Col. 1,18), primogenito di una moltitudine di fratelli (cf. Rm. 8,29), come uomo nuovo, il nuo-

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vo Adamo (cf. Rm. 5,15-21; 1 Cor. 15,22.45), il Figlio di Dio che per consacrare gli uomini figli nel Figlio si fatto Figlio delluomo. Per quanto riguarda il primato di causa, Ges il redentore. causa della nostra santificazione (cf. Eb. 5,8; 12,2) per la Knosi che ha vissuto sulla croce, per cui il Padre lo ha esaltato nella risurrezione, consacrandolo Signore della Chiesa e di ciascuno di noi (cf. Fil. 2,6-11). La Knosi vissuta da Ges ha un momento centrale, quando, essendo inchiodato sulla croce, grid Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato? (Mt. 27,46; Mc. 15,34). Questo suo grido riportato da Matteo e Marco, rispettiva mente, in ebraico e in aramaico. Matteo scrive: El, El, lem sabactni? (27,46), e Marco: Elo, Elo, lema sabactni? (15,34). Ges lo ha pro nunciato in lingua aramaica, cio nella lingua dia lettale con la quale egli parlava, con la sua lingua materna. Entrambi gli evangelisti hanno tradotto la citazione ebraica e aramaica in greco, e quindi il verbo con il greco enkatalipo (lipo, vuol dire lascio; en, uno stato nel quale una persona si trova; kata, una cosa negativa): enkatalipo?, cio perch mi lasci in questa situazione dolorosa?. Per poter entrare in questo mistero necessario riflettere sullIncarnazione: Il Verbo si fece carne (Gv. 1, 14). In greco, il termine carne (sarx) designa luomo nella sua condizione reale di pi grande debolezza e di mortalit. questa una scelta dellevangelista: infatti, avrebbe potuto usare il termine uomo (anthropos). Ha invece voluto adottare una parola che meglio esprima la realt dellincarnazione e, al tempo stesso, faccia meglio comprendere il dove la logica dellamore Dio lAmore - ha portato Dio: a farsi uno con ciascuno di noi, non in astratto, non incontrandoci dove potremmo essere, ma dove realmente siamo. Cos, Dio, scendendo fino allultimo di noi, ha fatto in modo che nessuno di noi si possa sentire da Dio non capito. Premessa questa necessaria per lasciarci condurre da Dio alla dignit della figliolanza divina. Ora, anche se la redenzione avvenuta in tutti i dolori, spirituali e fisici, di Ges, tuttavia il dolore pi grande, quello che simboleggia tutta la redenzione nel momento in cui egli sente la separazione dal Padre: Ges, che con il Padre una cosa sola, ha sperimentato sentendo in s, come uomo, la separazione, lo abbandono, il non intervento del Padre. In questo momento, egli ha preso su di s il nostro peccato, si caricato di tutti i nostri peccati. qui che opera il ricon-

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giungimento dellumanit con il Padre. Per questo ha provato il dolore dello abbandono e ha compiuto cos la nostra redenzione. Ges abbandonato il segno, lattuazione della redenzione. Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo tratt da peccato in nostro favore, perch noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio (2 Cor. 5,21; cf. Gal. 3,13-14; Gv. 1,29; 1 Pt. 2,24). Quindi, vediamo in Ges abbandonato il momento specifico nel quale si attuata la nostra reden zione: la redenzione avvenuta con il dolore dello abbandono che penetra in tutti gli altri dolori e d ad essi significato. Anche i tormenti fisici, infatti, erano accresciuti dal dolore della separazione con il Padre, espressa nel grido: Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?. Quando Ges ha gridato: Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?, questo il pi grande momento della sua passione. Perch i dolori spirituali so no molto pi grandi di quelli fisici, e il dolore spirituale pi grande provare il dolore della separazione da Dio, causata dal nostro peccato. Lanima di Ges, quando ha provato nello abbandono il dolore dellumanit che ha peccato contro Dio e da Dio si separata, ha sen tito il pi grande dolore che avrebbe mai potuto provare. Ha provato, in quel momento, il dolore pi grande, che nessun altro uomo potr mai provare, perch chi provava quel dolore un uomo, che il Figlio di Dio: in Ges vi una sola persona, il Verbo del Padre, e due nature, divina e umana, le quali permangono senza mutazione e senza confusione; le due nature nellunit della persona (unione ipostatica) del Figlio di Dio. Dio stesso che sente con il cuore di un uomo! Tutte le azioni di Ges erano di valore infinito nella sua vita umana, ma tutte erano una preparazione al momento nel quale egli avrebbe operato la nostra redenzione. Tutta la sua vita non era che una preparazione a questo momento, nel quale egli ha gridato: Dio mio, Dio mio, perch mi hai abbandonato?. Nel suo perch ci sono tutti i nostri perch, c ogni nostro perch: e ciascuno di noi pu dire che, in specie, c il suo personale perch. Ges ci chiama a unirci a lui, chiamati dal suo farsi uno con noi, dal suo grido il nostro che Ges ha fatto suo, ci chiama a divenire lui nellunit del suo corpo, che la sua Chiesa. P. Giuseppe Di Ciaccia O.P.

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550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


EMOZIONE PER LA SACRA TESTA PORTATA IN PROCESSIONE
sempre una grande emozione quando la reliquia della Sacra Testa di Santa Caterina da Siena esce dalla basilica di San Domenico dove custodita e percorre le vie cittadine. La folla che ha seguito la portantina sostenuta dai figuranti dellOca e del Drago, era imponente. Era dallanno del grande giubileo del 2000 che la insigne reliquia non usciva dalla basilica di San Domenico, loccasione data dal 550esimo anniversario della canonizzazione della mantellata senese che avvenne il 29 giugno 1461 per volere del Papa senese Pio II. Quando la reliquia della Sacra Testa esce in processione e viene portata per le strade cittadine, Caterina viene tra la sua gente e torna ad essere una di noi. Torna ad essere quella semplice donna figlia del popolo di Siena, che per carit infinita fu infermiera volontaria presso lo Spedale di Santa Maria della Scala, fu pacificatrice tra le famiglie senesi e tra le citt toscane, fu contemplativa chiusa nella sua cella del cuore in dialogo con Nostro Signore Ges, per poi scendere nel campo della battaglia, come voleva Lui, il suo sposo celeste. Alle 17,30 del pomeriggio del 30 aprile le campane di San Domenico hanno salutato luscita della Sacra Testa e tanta folla, guidata dai Padri Domenicani di Siena, ha seguito la portantina sulla quale gi dal giorno prima era stata collocata la reliquia custodita in un prezioso

ed elegantissimo reliquiario dargento donato dai Padri della Provincia domenicana di San Marco ai Padri domenicani di Siena nel 1931, anno in cui fu effettuata la ricognizione della reliquia dai professori Gori, Lunghetti e Grimaldi. Ma la Sacra Testa della Santa ha avuto, nel corso della storia altre ricognizioni. Ad esempio una fu effettuata nel 1859, quando una Deputazione di cittadini senesi, formata da esponenti della Confraternita di Santa Caterina in Fontebranda e della Nobile Contrada dellOca, chiese che la reliquia della Sacra Testa fosse portata in processione per la domenica in Albis con successivo ottavario, per pregare s gran Santa per la vittoria dellArme italiane e per la nostra e Sua italiana Patria. Siamo nel pieno della seconda guerra di indipendenza e a Siena ci si rivolge a Santa Caterina affinch interceda per il raggiungimento dellUnit nazionale. La ricognizione fu effettuata per disposizione del gonfaloniere conte Carlo Corradino Chigi che incaric una commissione formata dal professor Alto Tigri, dal dottor Enrico Berti e dal professor Salvatore Gabrielli, affinch venisse verificato lo stato della preziosa reliquia. Il verbale, datato 18 febbraio 1859, riporta che: 1) la solidit della Sacra Reliquia tanto valida considerata nel suo insieme, da permettere che se ne possa impunemente eseguire il trasporto nella processione della Domenica in Al-

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550 Canonizzazione di S. Caterina da Siena (1461-2011)


bis; 2) che le singole parti che compongono la Sacra Testa sono cos fermamente connesse e tanto lungi da minacciare disgregamento, e quindi per questo coloro che avevano effettuato la ricognizione, erano convinti della sua inalterabilit nel trasporto e nella esposizione. La commissione comunque raccomandava massima prudenza nel trasporto. Come ha ricordato anche Padre Alfredo, priore del convento di San Domenico, nellintervento che ha accolto la Sacra Testa sullaltare maggiore della Cattedrale, Caterina vedeva lItalia unita gi nel XIV secolo, come ci testimoniano esplicitamente sei delle sue 381 Lettere pervenute sino a noi. Mentre a Siena veniva scesa la Testa della Santa, per la solenne processione e per il successivo ottavario, a Roma veniva riportato alla luce il sarcofago contenente le spoglie di Giovanni Paolo II, questo per rimarcare il legame tra Siena e Roma, legame che trova in Caterina una delle sue pi significative espressioni. Il Beato Giovanni Paolo II fu un Papa cateriniano, teneva le Lettere della Santa sulla sua scrivania e su di lei scrisse nel 1980, nel VI centenario della morte, la lettera apostolica Amantissima Providentia. Nel 1999 proclam Santa Caterina Patrona dEuropa insieme a Santa Brigida di Svezia e a Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). Ricordiamo che in occasione del 550esimo anniversario della canonizzazione della Santa senese, il Santo Padre Benedetto XVI ha concesso lindulgenza plenaria a tutti coloro che si sono recati in visita in Cattedrale, hanno fatto la confessione e hanno pregato per le intenzioni del Santo Padre. Il 29 aprile scorso, con la messa al Santuario Casa di Santa Caterina, larcivescovo monsignor Antonio Buoncristiani ha ufficialmente dato inizio a questo anno cateriniano del 550esimo anniversario della canonizzazione, ricordando che si concluder alla fine del prossimo mese di ottobre con il convegno dal titolo Virgo digna coelo, che si terr tra Roma e Siena e che vedr lallestimento di una mostra presso lArchivio di Stato di Siena. Franca Piccini

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LA RELIQUIA DELLA SACRA TESTA PER LE VIE DI SIENA DALLA BASILICA DI S. DOMENICO ALLA CATTEDRALE

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Siena - Feste Internazionali 2011

Cultura

LE ANNUALI FESTE IN ONORE DI S. CATERINA


l 550esimo anniversario della canonizzazione e il 150esimo anniversario dellUnit dItalia rendono le feste di questanno 2011 pi solenni del solito. Ha detto larcivescovo monsignor Antonio Buoncristiani, nel discorso pronunciato nel Portico votivo dei Comuni dItalia. Proprio lanniversario della canonizzazione, con la reliquia della Sacra Testa esposta in Cattedrale per tutto il tradizionale ottavario, stato arricchito dal dono che il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto, concedendo lindulgenza plenaria a tutti coloro che si sono recati in Cattedrale, si sono confessati ed hanno pregato secondo le intenzioni del Santo Padre. Larcivescovo ha anche ricordato che travagliati erano i tempi vissuti da Caterina, e travagliati lo erano quelli in cui Pio XII la proclam Patrona dItalia nel 1939, alla vigilia della seconda guerra mondiale. Ma larcivescovo ha voluto anche sottolineare il fatto che da questanno inizia un cammino che coinvolge tutto il territorio della nostra Diocesi e cio lofferta dellolio per la lampada votiva vedr coinvolti tutti i comuni limitrofi alla citt di Siena e questanno si inizia con quello di Monteriggioni. Santa Caterina diventa cos protettrice di tutto il territorio diocesano, perch tutto il territorio limitrofo alla citt di Siena, dalla Val dOrcia, a Monteriggioni, a Castelnuovo Berardenga, fu amato e mai

trascurato dalla mantellata di Fontebranda. Ricordiamo a questo proposito la permanenza di Caterina alla rocca di Tentennano, ospite della famiglia Salimbeni per una missione di pace, le lettere ai monaci benedettini olivetani di Monte Oliveto, il mattutino recitato con i monaci certosini della certosa di Pontignano e le lettere a loro inviate, tanto per citare solo alcuni esempi del legame che Caterina ebbe col territorio senese Lassessore Fabio Minuti, ha rappresentato lAmministrazione comunale di Siena ed ha sottolineato come la citt terrena citt prestata e ormai loperato di questa amministrazione giunto al termine. Minuti ha anche sottolineato linsegnamento di Caterina che ci richiama alla precariet, alla consapevolezza di non essere proprietari di niente e alla povert evangelica, in modo da vivere il potere con senso di responsabilit e di distacco da tutto, non facile arrivare a tutto ci, ha sottolineato Minuti, ma linsegnamento della mantellata senese ci indica anche questo. Il sindaco di Monteriggioni Bruno Valentini, ha portato il saluto della comunit che rappresenta ricordando che Monteriggioni fu fondato dal popolo senese nel 1214 e che Caterina ha percorso pi volte i boschi e le strade di quel territorio in anni di grandi traversie. Il suo viaggio verso Avignone, iniziato nel 1376, esattamente nel settembre, inizi proprio dal tratto

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Siena - Feste Internazionali 2011

Al centro lArcivescovo Mons. Buoncristiani con i padri domenicani, e alcuni intervenuti allomaggio floreale

della via Francigena che attraversa il territorio di Monteriggioni e che lavrebbe portata fino in Francia ad incontrare il papa Gregorio XI, sia per promuovere la pace con Firenze, sia per convincerlo a tornare a Roma dove la sede papale mancava dal 1303. A proposito della via Francigena, Valentini ha ricordato il progetto che ha al centro proprio lantica strada dei pellegrini. Occorre credere in questo progetto e lavorare insieme; in questo il ruolo la Chiesa fondamentale. Il viandante di oggi viaggia anche sulla strada dello spirito. A testimonianza del significato unificatore che coinvolge tutta la Diocesi nelloffrire lolio, va ricordato che proprio lolio,

offerto dal comune di Monteriggioni, stato prodotto nelle varie frazioni del territorio comunale, stato mescolato e portato per la festa in un contenitore artistico, opera dello scultore Pierluigi Olla e realizzato dalle ceramiche di San Bernardino. Sul contenitore raffigurato lo stemma del Comune e sopra ospita una statuetta di Santa Caterina, una vera e propria opera darte e anche in questo si vede la cura e lattenzione che il Comune di Monteriggioni ha dedicato allevento. Il vaso andr ad arricchire la preziosa collezione costituita dai contenitori dellolio, che nel corso degli anni, si sono susseguiti nella cerimonia dellofferta dellolio al Santuario. Franca Piccini

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Siena - Feste Internazionali 2011

Il sindaco di Monteriggioni B. Valentini accende lolio della lampada votiva

S. Em. Card. P. Sardi e lArcivescovo Mons. A. Buoncristiani

S. Em. Card. P. Sardi durante la solenne celebrazione Eucaristica

Il vaso contenente lolio opera del Maestro P. L. Olla

La reliquia della Sacra Testa esposta sullaltare maggiore della cattedrale di Siena

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Roma - Feste Internazionali 2011

e feste in onore di Santa Caterina Patrona dItalia hanno assunto anche a Roma un aspetto di particolare importanza in occasione del 550esimo anniversario della canonizzazione di santa Caterina e in occasione del 150esimo anniversario dellUnit nazionale. Infatti, al tradizionale omaggio floreale, presso il monumento a Castel Sant Angelo, ha presenziato personalmente il sindaco della citt eterna Gianni Alemanno e lordinario militare Mons. Pelvi. Hanno partecipato alla cerimonia la professoressa Diega Giunta, presidente del Centro Internazionale di Studi cateriniani e il presidente del gruppo dei caterinati di Roma dottor Aldo Bernabei.

Cronaca
l Cif, Centro Italiano Femminile ha organizzato il 5 maggio scorso un incontro per celebrare il 550 anniversario della canonizzazione di S. Caterina e il 150 anniversario dellunit dItalia. Liniziativa si svolta presso la sala parrocchiale del complesso museale di S. Maria della Scala. Franca Piccini ha illustrato una sua ricerca pubblicata nel quaderno cateriniano N. 129-130 che mette in risalto litalianit della Patrona dItalia. Lattrice Paola Lambardi ha letto alcuni sonetti Franca Piccini, segretaria dellAssociazione originali del 1861 composti in occasione del Internazionale dei Caterinati e Antonella Pini IV centenario della canonizzazione della presidente Provinciale del Cif di Siena mantellata senese.

Cultura I CARATTERI DI CATERINA

l 550esimo anniversario della canonizzazione di Santa Caterina e il 150esimo anniversario dellUnit dItalia, hanno fornito lo spunto per allestire una mostra itinerante dal titolo I caratteri di Caterina libri e incisioni

(secoli XV-XVIII), che ha per argomento i libri a stampa antichi che parlano di Santa Caterina da Siena. Linaugurazione della mostra si tenuta sabato 21 maggio a Montepulciano nella sala San Roberto Bellarmino, dove

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Cultura
stata illustrata da Mario De Gregorio e Ettore Pellegrini e dove si tratterr fino al 12 giugno. Il 25 giugno prossimo ci sar linaugurazione a Pienza, dove rimarr fino al 4 settembre e dove saranno presenti anche alcuni incunaboli conservati presso la Biblioteca comunale degli Intronati di Siena. Il visitatore potr ammirare importanti opere a stampa di varie epoche che difficilmente pu vedere in quanto appartenenti a collezioni private. Tra queste una rarissima edizione, risalente al 1500, delle Lettere di Santa Caterina stampata a Venezia dalleditore Aldo Manuzio. Ogni volta che parlo di queste cose, mi rendo conto del valore della bibliografia e ringrazio la Societ Bibliografica Toscana, costituitasi nel gennaio scorso, per il lavoro che svolge. Queste occasioni sono importanti per accostarsi a personaggi come Caterina da Siena, laica, ma con un grande amore per la Chiesa, ha sottolineato monsignor Rodolfo Cetoloni vescovo della Diocesi di Montepulciano, Chiusi e Pienza, ricordando che questanno ricorre anche il 550esimo anniversario della dedicazione a Santa Maria Assunta della Cattedrale di Pienza, realizzata su disegno di Bernardo Rossellino per volont di Pio II. Il prossimo 11 giugno, per loccasione della dedicazione della domus vitrea, come viene definita la cattedrale di Pienza, ci sar il Giubileo Pientino, accordato dal Santo Padre Benedetto XVI. Il sindaco di Montepulciano Andrea Rossi, ha sottolineato limportanza di questa mostra, che marca il legame che Santa Caterina ebbe con il territorio senese. Il presidente della Fondazione Musei senesi professor Gianni Resti ha parlato del ruolo del libro nellera di internet e dellimportanza che le amministrazioni locali investano sulla cultura per non disperdere il passato. intervenuto anche il professor Paolo Nardi dellUniversit di Siena e Priore dellAssociazione internazionale dei Caterinati, che nel suo intervento ha percorso le tappe dei testi cateriniani a stampa attraverso i secoli, citando tra laltro, ledizione bolognese della Vita di Caterina, risalente al 1505, scritta da Jean de Pins, il meno noto dei biografi della Santa e quindi la sua opera uno dei pezzi pi rari ed interessanti. La mostra, realizzata in collaborazione con lAccademia Senese degli Intronati, della Biblioteca Comunale degli Intronati di Siena con il Museo della Fabbriceria della Cattedrale di Pienza e con il patrocinio della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, con il Comune di Montepulciano e con il Comune di Pienza, rappresenta un vero e proprio evento per tutti coloro che si recheranno nella prossima estate a Montepulciano e Pienza, sar un modo per accostarsi alla figura della Santa, Patrona dItalia nel 550esimo anniversario della sua canonizzazione e nel 150esimo dellUnit nazionale. Inserita nella mostra vi anche una sezione dedicata a SantAgnese Segni,

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Cultura
della quale Caterina da Siena fu devota. Il catalogo della mostra a cura della Societ Bibliografica Toscana e stampato dalla tipografia Rossi di Sinalunga. La Societ Bibliografica Toscana presieduta da Paolo Tiezzi Mazzoni della Stella Maestri e si costituita ufficialmente nel gennaio scorso. Questa istituzione ha scelto come simbolo il gatto che, pur in diverse rappresentazioni, quella pi famosa il gatto col topo in bocca, fu simbolo dei Sessa, dinastia di librai tipografi, il cui iniziatore fu Giovanni Battista. Probabilmente originario di Sessa (Lugano), inizi la sua attivit nel 1489, stampando I Proverbi di Seneca. Il suo nome legato anche alla prima edizione del De le meravegliose cose del mundo di Marco Polo (1496). Franca Piccini

Cultura
I CARATTERI DI CATERINA A PIENZA
Il 25 giugno nella Chiesa di San Francesco a Pienza si svolta la presentazione della mostra dal titolo: I Caratteri di Caterina. Alla cerimonia ha partecipato tra gli altri, il professor Oliviero Diliberto in qualit di studioso e appassionato di bibliofilia. Il professor Diliberto nel suo intervento ha tracciato le tappe fondamentali che danno la cifra dei riconoscimenti tributati a Santa Caterina. Diliberto ha ricordato lopera svolta da Caterina in anni difficili per la Chiesa e per lEuropa: siamo in pieno clima di scisma e lei, donna di modeste origini, calca la scena politica dellEuropa come un esperto diplomatico. Le sue opere ebbero una rapida diffusione anche in ambienti impensabili; e qui Diliberto cita linventario degli oggetti del bagaglio di Lucrezia Borgia quando nel 1502, and sposa ad Alfonso I dEste, tra i libri troviamo le opere di Santa Caterina. Dopo la Legenda maior di Raimon-

Il prof. Oliviero Diliberto, P. A. Scarciglia O.P., il Prof. R. Barzanti e lavvocato Colombini

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do da Capua, nei secoli successivi, le opere di Caterina ebbero una grande diffusione e il professor Diliberto ha citato moltissime pubblicazioni a stampa di queste opere. Nel corso della serata sono intervenuti anche Roberto Barzanti e padre Alfredo Scarciglia, priore di San Domenico di Siena e assistente ecclesiastico dellAssociazione Internazionale dei Caterinati.

550 della canonizzazione / 150 dellunit dItalia SANTA CATERINA CELEBRATA A FORL

anta Caterina da Siena Patrona dItalia stata festeggiata anche a Forl nella Parrocchia a lei dedicata e tenuta dal parroco don Stefano Pascucci. Nelloccasione S. Ecc. monsignor Lino Pizzi, vescovo di Forl, ha inaugurato una statua, opera della scultrice Elena Ortica, milanese di nascita, ma trevigiana di adozione. La statua in marmo bianco e presenta la tipica simbologia cateriniana con nella mano sinistra il giglio, mentre in quella destra il libro. Elena Ortica vanta molte opere di carattere religioso, dalla Madonna con Bambino (2001) in pietra leccese nella chiesa parrocchiale di Vil-

la dAsolo (Treviso); allambone in marmo di Carrara (1989) della chiesa di Porto Viro (Rovigo); al monumento a Giovanni Paolo II (2006) in pietra leccese per la parrocchia della riconciliazione di Rimini; fino alla statua raffigurante Santa Caterina per la parrocchia di Forl (www.trevisosculture.com). I festeggiamenti in onore di Santa Caterina da Siena, presso questa parrocchia, hanno dato particolare risalto al 150esimo anniversario dellUnit dItalia, infatti gioved 28 aprile il cardinale emerito di Bologna Giacomo Biffi, ha presentato il suo libro dal titolo: LUnit dItalia-contributo di un italiano cardinale a una rievocazione multiforme e problematica Cantagalli 2011. La serata aveva per titolo: La citt prestata. Consigli ai politici, intervenuto il dott. Stefano Andrini, giornalista di Avvenire. Nel corso della serata sono stati letti alcuni brani tratti dalle Lettere di Santa Caterina.

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Bologna - Feste Internazionali 2011 FESTE A BOLOGNA

n occasione della festivit di Santa Caterina da Siena, patrona d Italia e d Europa, dottore della Chiesa, patrona delle Infermiere volontarie della Croce Rossa, il gruppo di Bologna della Associazione Internazionale Caterinati , grazie al sostegno della Fondazione del Monte, ha organizzato un evento culturale in cui sono stati proposti brani musicali alternati alla lettura in versi della vita della mistica senese (Inno a Santa Caterina composto dal sacerdote Carlo Panerari il 30 Giugno 1861 : pubblicato in La Santa d Italia di F. Piccini Falorni, edizioni Cantagalli, Siena 2011); quest anno in cui ricorre il 150 anniversario della Unit d Italia, ricorre anche il 550 anniversario della canonizzazione della Santa senese, santa che tanto ha influito sulle vicende della Chiesa e dell Ordine domenicano dei frati predicatori : ancora oggi il Suo messaggio ed i Suoi insegnamenti rappresentano un patrimonio mistico e storico di inestimabile valore e un tesoro di saggezza donato a tutta la chiesa e ai credenti. ORE 19 BASILICA DI SAN DOMENICO di BOLOGNA : S. MESSA SOLENNE (con la presenza di una delegazione di crocerossine della Croce Rossa Italiana) celebrata dal priore del convento san Domenico : padre Francois Dermine O. P. e concelebrata dall assistente del gruppo dei Caterinati : padre Roberto Viglino O. P.

Musica per la liturgia : Antonella Guasti (violino) e Cristina Landuzzi (organo) ORE 21 ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI BOLOGNA : CONCERTO IN ONORE DI SANTA CATERINA DA SIENA LAURA RIZZETTO : mezzosoprano SILVIO CELEGHIN : organo VOCI RECITANTI : CLARA MALDINI e ALBERTO BECCA

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IL PROFESSOR GIANFRANCO MORRA INSIGNITO DEL TITOLO DI CATERINATO DONORE
naturale che sia felice e orgoglioso di essere chiamato a far parte della famiglia dei Caterinati. Non senza qualche perplessit, dato che i miei studi su S. Caterina, anche se condotti con entusiasmo e, spero, con intelletto damore, non sono poi tanti. Essi, del resto, avevano gi avuto un riconoscimento a Siena, nel 1999, quando mi fu attribuito il premio internazionale intestato alla grande santa. Questo ulteriore riconoscimento, pel quale ringrazio le autorit della Associazione internazionale dei Caterinati, mi richiama alla mente tutti i momenti, nel corso di una vita non breve, nei quali la mia attivit di studioso si incontrata con il messaggio, unico e incomparabile, di S. Caterina. A partire dagli anni della universit, dove un autentico maestro me lha fatto conoscere ed amare. Insegnava in quegli anni nellAlma mater quale docente di Storia medievale, Eugenio Dupr Theseider, un cristiano di confessione valdese, che fu grande conoscitore del periodo della cattivit avignonese del papato, autore di molti studi cateriniani e, soprattutto, della edizione critica dell Epistolario, nella quale dette prova di una perfetta sinergia di perizia filologica e sensibilit storica. Ma pesarono, sulla mia ammirata ricerca sulla vergine di Fontebranda, anche due importanti relazioni personali, entrambe con istituzioni necessariamente legate alla Il prof. G. Morra

eredit della Santa Senese. Parlo del Convento domenicano di Bologna e del suo Studio teologico, nel quale ho anche insegnato; e dell Istituto Tincani, emanazione della Unione di Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola. E fu proprio qui, verso la fine degli anni Ottanta, che la indimenticabile direttrice dellIstituto, la professoressa Maria Teresa Pascucci, mi propose di ricordare il cinquantenario della proclamazione di Santa Caterina a patrona dItalia (Pio XII, il 18 giugno 1939) con una pubblicazione, che ne offrisse in forma facile e divulgativa le massime fondamentali, tratte dalle Lettere, sulla vita sociale e politica. Nacque cos una antologia, che ebbe vasta diffusione, forse anche a motivo dellindovinatissimo titolo La citt prestata. Consigli ai politici (Citt Nuova, Roma 1990). E sia subito chiaro che io con quel titolo non centro proprio: si tratta di una pregnante e sintetica definizione , coniata da Santa Caterina nella sua Lettera 123, per indicare la prima caratteristica di una politica cristianamente ispirata: la consapevolezza che quella civitas, che il politico deve governare, non n sua n definitiva, ma gli , appunto prestata, ossia per un certo tempo affidata perch ne faccia un uso di bene comune, operando sul duplice fondamento del timore santo, ossia del messaggio evangelico, e dell amore ordinato, ossia del diritto naturale. Dire citt prestata dire responsabilit, ossia che il politico deve re-spondere, dare conto del suo operato. Pi di venti anni sono trascorsi da quella pubblicazione. Ma, come ovvio, i

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consigli di S. Caterina nulla hanno perso della loro attualit, o meglio della loro perennit. E purtroppo episodi, non sempre gradevoli, della nostra storia di questo ventennio hanno confermato appieno i suoi richiami e le sue rampogne. Per fortuna lItalia non soffre pi delle terribili lotte particolaristiche del secolo di Caterina. Essa ha raggiunto una unificazione politica, che, ci hanno detto Benedetto XVI e il card. Biffi, certo qualcosa di positivo, quando sia finalizzata al conseguimento del bene comune. Nel nostro Paese, inoltre, il benessere materiale si di tanto accresciuto rispetto al passato. Eppure, per molte ragioni mostra anche sintomi inconfondibili di crisi e di malessere. Quei valori cattolici, in nome dei quali ha sempre avuto una unit metapolitica riconosciuta in tutto il mondo, sembrano essersi affievoliti. Vi prevalgono atteggiamenti di forte relativismo e, di conseguenza, individualismo. Non solo nella popolazione, ma anche e forse ancor pi, nella classe politica. Bene o male lItalia ha celebrato i 150 anni della unificazione, ma troppo spesso appare priva di identit morale e di solidariet sociale. I ceti politici di sicura idealit e di intelligente professionalit si sono fatti rari, troppo spesso vediamo caste che pongono sempre in primo piano il potere personale e i propri interessi, al punto da formulare leggi pro domo sua, anzich pro domo communi. Tutto l Epistolario di Caterina, comprese la quattro lettere indirizzate ai politici di Bologna, propone una visione integrale della politica, nel suo rapporto necessario con la morale e la religione. Con pi di un secolo d anticipo la Santa senese ha confutato la nuova linea, che nascer con Machiavelli e permeer di se la politica della modernit: quella separazione dellagire politico dai riferimenti etici, che si tradotta in una Realpolitik disumana e fallimentare, di cui il totalitarismo e il genocidio sono stati lultima espressione. Questo richiamo ai fondamenti morali della politica appare oggi quanto mai necessario. La democrazia, che nata e si imposta proprio a partire dalla genuina laicit del cristianesimo, ha prima realizzato una libert politica, poi ha cercato di tradurla in una solidariet sociale, in modo da coinvolgere tutti gli uomini. Ci che le manca e di cui oggi ha bisogno la dimensione morale , che non quella dei diritti, ma dei doveri e del servizio. Una dimensione che lunica difesa possibile contro lindividualismo delle teorie contrattualistiche e contro il collettivismo delle utopie socialiste. Vetera et nova la divisa del cristiano. Anche in politica. Non un caso che tutta la dottrina sociale della Chiesa abbia svolto, sul duplice fondamento della fides e della ratio, quellinsegnamento di Santa Caterina, che possiamo esprimere sinteticamente con le parole rivolte da Benedetto XVI, il 16 maggio scorso, ai partecipanti al Congresso del Pontificio Consiglio della Giustizia e della pace, in occasione del 50 anniversario della Mater et magistra: C bisogno del ripristino di una ragione integrale, che faccia rinascere il pensiero e letica. Occorre un pensiero morale che superi limpostazione delle etiche secolari, fondate sullutilit o sul contratto, che producono un sostanziale scetticismo e impediscono alluomo doggi di accedere alla conoscenza del vero bene umano. Gianfranco Morra

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LINTERVENTO DEL PROF. CALZOLARI Cari Amici, la benevolenza di Mons. Cavina ha voluto che io fossi chiamato a rivolgere un cenno di saluto e a manifestare unespressione di compiacimento al professor Gianfranco Morra nel giorno del suo ingresso nella sequela di Santa Caterina da Siena, tra i Caterinati, come da subito furono chiamati, con qualche non celato disprezzo i molti generosi attratti dalla parola e dalle opere di una singolare giovinetta, incolta, appassionata e intensa. Rende pi bello questo giorno la concomitanza con il ricordo di Pietro e Paolo, dellardore di Pietro e della sapienza di Paolo, quasi un disegno della cifra stessa della personalit di Caterina: ardore e sapienza, sapienza conquistata nellardore dellanima, unanima affocata di Cristo (Lettera a Monna Agnese, n.52), non nei libri che essa probabilmente non poteva leggere, nellanima che la casa del conoscimento di noi medesimi (Lettera ad Andrea di Vanni dipintore). Oggi Gianfranco Morra, professore tra i pi illustri dellAteneo, ingegno sottile, studioso acuto dei fenomeni sociali e dei movimenti culturali, saggista famoso, ammirato oratore, idealmente depone davanti ad una illetterata fanciulla di Siena il vasto patrimonio di scienza accumulato nei molti decenni di fatiche sugli ardui testi della scienza umana. La conoscenza umana cosa grande: un dono dellAltissimo, dice lEcclesiaste (38), un dono concesso onorari mirabilibus suis, ma destinata anchessa, come tutte le cose delluomo, alla parzialit e alla caducit: Vidi cunc-

ta quae fiunt sub sole, ed ecce universa vanitas et afflictio spiritus (Ecclesiaste, 1,13-14) ( laltro versante, quello sconsolato, dellEcclesiaste). Quello che oggi si ripete il gesto, inesplicabile per i pi ai tempi di Caterina, dei primi Caterinati, che contavano gente illustre e di gran dottrina, come i Piccolomini, i Tolomei o i Salimbeni, incantati dalla singolare figura di una giovane donna, incolta se non proprio analfabeta, che tuttavia poteva alzare il dito verso i potenti della terra perch conosceva la sapienza del cuore (Salmo 89, 12) la cordis scientia. E voi sentite risuonare nella memoria quel soave invito: Se non diverrete come bambini (Mt 18, 1-5). Una mistica della personalit incontenibile (Io voglio), capace di toni aspri e di passaggi tenerissimi, carica di fascino e autorit, che affida ad immagini folgoranti e perentorie unanima ansietata di grandissimo desiderio verso lonore di Dio ( lincipit del Libro della divina dottrina), Caterina come una lama che ha ferito i secoli, per usare limmagine stupenda di Giovanni Testori, una lama che arriva fino a noi, in questo mondo straniato e sofferente, questoggi, nel giorno benedetto dei santi fondatori Pietro e Paolo, in cui la bella brigata di santa Caterina da Siena si arricchisce delle- Il dott. A. Becca stro, dellintelligen- presidente del grupza e della passione di po dei caterinati di Bologna Gianfranco Morra.

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Cultura LAMORE DI CATERINA PER GES CROCIFISSO


Caterina Benincasa, santa senese, patrona dItalia e dEuropa, ha inciso fortemente nella spiritualit cristiana: il suo impegno sociale e religioso ha fatto s che questa fragile fanciulla di Fontebranda divenisse punto di riferimento per i secoli. Ogni santo stato, nella storia, contrassegnato da una particolare iconografia mediante la quale vengono tratteggiati i dati emergenti della spiritualit e dellimpegno religioso ed ecclesiale. Per quanto riguarda Caterina due sono le immagini preferite: la prima nella quale si presenta la Santa intenta a scrivere, la seconda in cui ella viene collegata in vario modo allimmagine del crocifisso. Pur essendo analfabeta, la Santa senese ebbe il dono dal suo Sposo di leggere e scrivere e fu proprio questa frenetica attivit di scrittrice, finalizzata alla pace e alla concordia tra i popoli, che la spinse a comunicare con i re, il papa, i vescovi, i vari responsabili della societ civile e del mondo religioso. 381 sono le lettere a lei attribuite, a cui vanno aggiunti il Dialogo della divina provvidenza e le Orazioni. in questa luce che possiamo comprendere il senso della prima raffigurazione iconografica di Caterina. La seconda, quella con il crocifisso, tuttavia, ben pi sviluppata e vuole presentare la vita interiore della Santa, il suo rapporto damore con il suo Ges. Caterina la mistica del sangue e della passione. Ella si scioglie alla contemplazione dellamore di Ges che si manifesta nella crocifissione, nel suo dissanguarsi per noi:
O inestimabile dolcissima carit, pare che, dandoti a tanti tormenti, tu non dia tanto che non rimanga ancor maggiore il desiderio di voler dare tutto per la salute delle anime. Lamore ne la causa. E non me ne meraviglio: perch lamore tuo era infinito, e la pena finita. Perci era maggiore la croce del desiderio che la croce del corpo O glorioso e prezioso sangue: tu sei per noi bagno e unguento posto sopra le nostre ferite. S, veramente un bagno, perch nel bagno tu trovi il caldo e lacqua e il luogo dove esso sta

Era cos grande lamore di Caterina per Ges crocifisso che il 1 Aprile del 1375, nella chiesa di Santa Cristina a Pisa ricevette il dono delle stimmate: lAmato del suo cuore la conform in quellamore che diventa dono per i suoi figli, senza riserve e senza barriere. Questo spiega il fatto che, spesso, nelliconografia cateriniana il crocifisso rappresentato mentre si protende in avanti verso la Santa, raffigurata a vol-

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essere nel cuore dellamato, suo respiro e sua vita. Allinterno di questa thelogia crucis et amoris bisogna ricordare che allet di 23 anni Caterina aveva avuto in dono il cuore di Ges che aveva preso il suo: lintreccio dellamore umano e divino rendeva totale il vincolo nuziale tra Caterina e il suo mistico Sposo. Nel quadro che troviamo in esposizione si possono cogliere gli elementi iconografici appena presentati: Caterina stringe con la mano la croce di Cristo e il suo cuore. In questo modo il pittore intende comunicare il centro della vita spirituale della Santa: unita allamore crocifisso di Cristo, Caterina trasmette la misericordia del Signore nel gesto di benedire la persona inginocchiata (forse il committente?). Il giglio sulla destra sopra la mensola esprime nel modo pi classico il cuore immacolato e la purezza della Santa senese. Interessante sarebbe fare un S. Caterina benedice un discepolo - Collezione privata confronto tra questo quadro e quello di Giovanni di Giacote con le braccia allargate come per mo che si trova sopra laltare della cella stringere il suo Signore dalle cui piadella Santa, a Siena nel Santuario Casa ghe escono dei raggi luminosi che tradi Santa Caterina. figgono Caterina nelle mani, nei piedi e nel costato. la fusione di amore, Benedetto Rossi

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Siena - Cronaca
VEGLIA DI PREGHIERA E ADORAZIONE

e sarete ci che dovete essere metterete fuoco al mondo. Con queste parole di Santa Caterina il Beato Giovanni Paolo II concluse la veglia di Tor Vergata per la Giornata Mondiale della Giovent del 2000 a Roma, parole che hanno fatto da tema portante nelladorazione eucaristica, in compagnia di S. Caterina, la nostra Santa infiammata dallamore per Cristo, che il 5 maggio scorso ha visto il Duomo affollarsi di giovani riuniti a rendere lode al Signore. Mettere fuoco al mondo questo linvito e la missione che ci stata consegnata, perch proprio come per i discepoli di Emmaus, anzitutto i nostri cuori si sono infiammati innanzi alla presenza del Signore e allascolto della sua Parola. Mettere fuoco al mondo perch con canti e inni ad una sola voce la nostra preghiera salita a Lui e ancora una vol-

ta alla Sua presenza abbiamo sperimentato la comunione dei cuori. Mettere fuoco al mondo perch come ancora una volta ci ha ripetuto il Beato Giovanni Paolo II, non dobbiamo avere paura della nostra giovinezza, delle nostre aspirazioni e delle incertezze che il futuro ci mette davanti perch in compagnia del Maestro saremo noi a cambiare il mondo, non il mondo a cambiare il nostro cuore. Mettere fuoco al mondo con la consapevolezza che non dipende dalle nostre forze cambiare il mondo, ma dalla capacit di mettere le nostre vite a disposizione della Sua Grazia, senza stancarci, come ci suggerisce Caterina, di domandare e invitare Dio a traboccare sopra di noi il fuoco e labisso della sua inestimabile carit, con un lume soprannaturale e una pienezza di grazia, e con ladornamento di virt, lavando lanima nel sangue dellumile e immacolato Agnello. Questi i pensieri e le considerazioni che rimangono a qualche giorno di distanza dalladorazione e che si uniscono un grazie. Grazie ai membri del consiglio di pastorale giovanile, alla Cappella Universitaria, al Seminario, e ai gruppi parrocchiali e alle associazioni della Citt e della Diocesi e a tutti coloro che hanno contribuito a realizzare un momento cos bello di comunione nella Chiesa. Grazie a P. Alfredo che con le sue parole ci ha esortato a rivestirci, sul-

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lesempio dei Santi, delle virt cristiane. Grazie ai tanti sacerdoti che per tutta la durata della nostra veglia si sono resi disponibili per accogliere i tantissimi giovani che si sono accostati al sacramento della Confessione. Infine grazie a quanti hanno potuto raccogliere questo piccolo seme gettato nel campo della nostra Chiesa di Siena. Spesso siamo portati a considerazioni pessimistiche sui presunti insuccessi delle nostre iniziative pastorali. Santa Caterina ha dato ancora una volta alla nostra Citt unimportante lezione: se le cose si fanno insieme, in comunione di fede e di intenti, il Signore benedice il nostro lavoro, donando frutti abbondanti di santit e di amicizia spirituale. Con laugurio che laccordo dei cuori riuniti per adorare il Signore, in compagnia di S. Caterina e del B. Giovanni Paolo II, sperimentato nel silenzio di un Duomo tanto gremito di giovani, ci aiuti a sentirci sempre pi membra vive di un corpo che ha tutta la forza, la giovinezza, il vigore e lentusiasmo dei suoi quasi duemila anni: la Chiesa di Siena. Don Emanuele Salvatori

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LAMORE DI S. CATERINA PER LA CHIESA (3)

cristiani tutti sono chiamati ad evangelizzare, stata questa lultima richiesta-mandato di Ges prima di salire al cielo: andate in tutto il mondo, annunciate il mio vangelo ad ogni creatura (Mt.16,15), ma non tutti vi sono chiamati allo stesso modo. In un breve passo del Dialogo troviamo gi delineata la dottrina sulla Chiesa e sui suoi ministeri, poi ampiamente trattata nel Concilio Vaticano II, in cui Caterina distingue vari tipi di ministero da esercitare per il bene di tutta la Chiesa. Come sempre, la Santa esprime queste verit attraverso la plasticit dellimmagine della vigna, di veterotestamentaria rievocazione, quasi una

parabola che rende visibilmente comprensibile la verit: Voi siete miei lavoratori, che vi ho posti a lavorare nella vigna della santa Chiesa. Voi lavorate nel corpo universale della religione cristiana, messi da me per grazia, avendovi dato il lume del santo battesimo, il quale battesimo aveste nel corpo mistico della sanata Chiesa per le mani dei ministri, i quali Io ho messi a lavorare con voi. Voi siete nel corpo universale, ed essi sono nel corpo mistico, posto a pascere le vostre anime amministrandovi il sangue nei sacramenti che ricevete da lei, traendone essi le spine dei peccati mortali e piantandovi la grazia. Essi sono

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miei lavoratori nella vigna delle vostre anime, legati nella vigna della santa Chiesa (d:XXIII) In questo brano appare netta la distinzione tra il sacerdozio ministeriale ed il sacerdozio dei fedeli, tra gerarchia e laicato, la prima sempre chiamata da Caterina corpo mistico della santa Chiesa, il secondo detto corpo universale della religione cristiana. Se il ministero della verit spetta a tutti i credenti, sempre per in unione e sotto la guida del magistero ecclesiastico della gerarchia, il ministero del sangue proprio dei sacerdoti, cio di colore che Caterina designa come corpo mistico e vero i quali nutre una illimitata devozione e venerazione a motivo del sangue di Cristo che ci trasmette la vita divina. Sai le dice Dio Padre che Io ti manifestai il corpo mistico della santa Chiesa quasi in forma dun cellaio, nel quale cellaio era il sangue dellunigenito mio Figliolo, nel quale sangue hanno validit tutti i sacramenti ed hanno vita in virt di questo sangue. Alla porta di questo cellaio vi era Cristo in terra, al quale era commesso di amministrare il sangue, e spettava a lui di mettere gli amministratori che lo aiutassero per amministrarlo in tutto il corpo universale della religione cristiana. Chi era accettato ed unto da lui, ne diventava ministro e altri no. Da costui proviene tutto lordine clericale, ciascuno messo secondo il suo ufficio ad amministrare questo glorioso sangue (D. CXV) Dio stesso chiede per questo a tutti i fedeli una grande venerazione verso gli unti di Dio, che non devono essere toccati, cio giudicati o condannati o maltrattati, anche se dovessero essere molto difettosi; ci pu essere considerato giusto e possibile soltanto in una visione totalmente soprannaturale dei ministri di Dio, che sorvoli sugli aspetti soltanto umani delle loro persone per affiggersi al ministero spirituale che Dio stesso non sottrae a chi demerita. Egli dice: ogni riverenza che si fa a loro, ma a me, per virt del sangue che Io ho dato loro da amministrare. Se non fosse per questo dovreste loro tanta riverenza quanta se ne ha verso gli uomini del mondo e non di pi Sicch la riverenza mia e di questo glorioso sangue, che siamo una medesima cosa per lunione della natura divina con la natura , come ti ho detto, e non per loro. E come la reverenza mia, cos lo lirriverenza e e i miei cristi non voglio che siano toccati (D. CXVI) Sono parole in cui si avverte leco evangelico delle parole di Ges: Chi accoglie voi, accoglie me, chi disprezza voi, disprezza me (), una esplicita volont di identificazione del Cristo con i suoi cristi, come anche il Padre chiama nel Dialogo i sacerdoti, veri alter Cristus.

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Non possiamo non avvertire limportanza di queste affermazioni, soprattutto se si pensa al momento storico in cui venivano fatte, cio il vissuto di Caterina, un tempo di grandi scandali da parte del clero, di divisioni e lacerazioni nella Chiesa, di cattivit del Papato, di accesi conflitti tra il potere temporale e quello spirituale. Contro i vari tentativi di sopraffazione dellautorit del Pontefice, contro le proteste e lindebita intromissione dei laici nella vita ministeriale della Chiesa, magari con il nobile intento di por fine al dilagare della corruzione e del malcostume in ambito ecclesiastico, la voce della Santa si leva alta in difesa del clero e soprattutto del Papa, al quale soltanto compete il compito di riforma degli ecclesiastici, poich da lui proviene tutto lordine dei chierici. Le sue parole sono di una tremenda attualit se pensiamo alle situazioni odierne collegate con il problema della pedofilia, sono parole che proiettano sul questo mistero diniquit una grande luce e che possono ancor ora dissipare tante false interpretazioni e posizioni personali, che sembrano giustificate e giustificabili, ma che non tengono conto della visione soprannaturale, con cui bisogna accostarsi a certi tipi di problematiche. Dio le dice dei sacerdoti: come egli (il Papa) li ha messi quali suoi aiutanti , cos a lui tocca il compito di correggerli dei loro difetti, e cos voglio che sia; perch per leccellenza e lautorit che Io ho loro conferita, li ho tratti fuori dalla schiavit, cio dalla soggezione della signoria dei signori temporali Questi sono i miei unti, perci nella Scrittura ho detto Non toccate i miei cristi, luomo che se ne fa punitore, non pu giungere a maggiore rovina ti mostrai che la colpa di coloro che perseguitavano la Chiesa era maggiore di tutte le altre colpe commesse nessuno si pu scusare col dire. Io non faccio ingiuria e non sono ribella alla santa Chiesa, ma lo faccio per i difetti dei cattivi pastori. Questi mente sopra il capo suo e, come accecato dallamor proprio, non vede. Anzi egli vede bene,ma fa vista di non vedere, per coprire il pungolo della sua coscienza. Vedrebbe bene e vede che perseguita il sangue e non loro. Mia lingiuria, cos come mia la riverenza, e mio ogni danno: scherni, villania, obbrobrio e vituperio fatto a loro. Cio considero come fatto a me ci che fanno a loro, perch dissi e dico che non voglio che i miei cristi vengano toccati da loro. A me spetta il punirli e non a loro. (D. CXV CXVI) La risposta di Dio a coloro che Caterina non esita a chiamare persecutori, anche quando si presentano in veste di riformatori e restauratori della Chiesa, non poteva essere pi energica e pi chiara, quasi sconvolgente. Ella non esiter a scrivere a Nicol Soderi-

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ni, Priore delle Arti a Firenze, che si accingeva ad aderire alla lega antipapale, che non pu illudersi di andare contro il Vicario di Cristo, anzi il Vicario di Colui che senza offendere Dio, n contro la Chiesa senza offendere il sangue di Cristo, essa, infatti, il corpo di Cristo e non si pu ferire il corpo senza spargere il sangue, tanto sono strettamente uniti. La dottrina del corpo mistico di Cristo, elaborata per primo da S. Paolo, viene qui applicata al caso specifico con tutta la concretezza che limmagine del corpo consente di esprimere: Che faremo noi, sventurati, ciechi e ostinati nei nostri peccati; poich Dio colui che guarda e conserva la citt e tutto luniverso, e io mi ribello a lui, che Colui che ? E se dicesi: Io non vado contro di lui , dico che vai contro di lui, quando vai contro il suo Vicario, la cui vece tiene se tu sei contro la santa Chiesa, come potrai prender parte al sangue del Figliolo di Dio, giacch la Chiesa Cristo stesso? Egli colui che ci dona ed amministra i sacramenti, i quali ci danno la vita Come, dunque, siamo tanto arditi da disprezzare questo sangue? E se dicessi: Io non disprezzo il sangue, dico che non vero, perch chi disprezza questo dolce Vicario, disprezza il sangue, infatti, chi va contro luno va contro laltro, perch sono legati insieme. Come potresti dirmi che se ferisci un corpo, non spargi il sangue che nel corpo? Non sai tu che tiene in s il sangue di Cristo? (Lett. 171) Anzi, Caterina arriva perfino a dire che,quandanche il papa e gli altri pastori fossero demoni incarnati, bisognerebbe obbedirli e venerarli a motivo del loro essere ministri del sangue di Cristo. Ed esprime la convinzione che il perseguitarli sia peccato gravissimo, che attira lira di Dio su di s e sulla citt (cfr. Lett. 207). Proprio spinta dalla coscienza della gravit di quella colpa e dal desiderio della riconciliazione delle coscienze con Dio, al di fuori di ogni intrigo politico, di ogni calcolo di potere o di guadagno economico o territoriale, Caterina gi piagata dalle stigmate, si sobbarcher il viaggio fino ad Avignone per ottenere dal papa lannullamento dellinterdetto contro Firenze, che aveva ormai aderito alla lega antipapale. Esso infatti comportava anche la scomunica e linterdizione alluso dei sacramenti. Nonostante il comportamento ambiguo e sleale dei Fiorentini, Caterina non si dar pace fino a quando, sfuggita per miracolo ad un attentato durante il tumulto dei Ciompi del 1378, non vedr appeso al Palazzo Vecchio lulivo della pace Gabriella Anodal

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Basilica Cateriniana di San Domenico - Siena


I nostri Orari APERTURA Da novembre ad aprile: ore 9 - 18 (Messe e celebrazioni nella Cripta) Da Maggio ad ottobre: ore 7 - 19 (Messe e celebrazioni in Basilica) SANTE MESSE Giorni feriali: Conventuale ore 7,30 - 9 - 18 Giorni festivi: ore 7,30 - 9 - 10,30 Parrocchiale ore 12 - 18 CONFESSIONI Giorni feriali: prima delle Sante Messe Giorni festivi: prima delle Sante Messe LITURGIA DELLE ORE Celebrazione delle Lodi ore 7,30 (durante la Messa conventuale) Celebrazione dei Vespri ore 19,45 da novembre ad aprile in Cripta da maggio a ottobre in basilica

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