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Italo Svevo

Svevo è nato a Trieste, nel 1861, anno dell’Unità di Italia, in cui Trieste, però non era ancora italiana. Svevo fu un irredentista, cioè parteggiava per il
ritorno di Trieste all’Italia. Per 10 anni scrisse per una rivista irredentista, L’Indipendente. Studiò sia in Italia che in Germania e conosceva alla
perfezione entrambe le culture. Per questo scelse il nome di Italo Svevo, come autore, essendo, invece, il suo vero nome Ettore Schmitz. I suoi tre
romanzi completi si chiamano Una vita, Senilità e La coscienza di Zeno. I primi due non ebbero successo. Il terzo all’inizio venne ignorato, ma in
seguito all’elogio fatto da Montale su una rivista del libro, divenne un caso letterario. Anche James Joyce lo aiutò a farlo conoscere in Europa,
attraverso dei critici francesi cui gli consigliò di inviare l’opera. Il tema del romanzo è sempre quello dell’inettitudine, della incapacità del
protagonista di vivere nella società e di intessere dei normali rapporti con chi conosce. Vuole curarsi attraverso la psicanalisi. In quel periodo a
Trieste era famoso il metodo di Freud che consisteva nel far raccontare gli eventi dell’infanzia per curare le nevrosi delle persone. Nel romanzo, il
protagonista viene invitato a scrivere un diario con i suoi ricordi per curare la sua malattia. Zeno lo scrive, ma non crede nella cura. Abbandonerà la
psicanalisi. Il dottore per vendicarsi pubblicherà il suoi diario. Svevo non credeva alla psicanalisi come rimedio effettivo alle nevrosi dell’uomo, egli
infatti riteneva che dalla nevrosi non si potesse guarire, anzi che i malati erano le persone migliori, perché almeno loro si rendevano conto che la
società così com’era non era adatta all’uomo. I veri malati erano coloro che continuavano a vivere negli ingranaggi della società senza rendersi
conto delle innaturali costrizioni che erano costretti a seguire. Le contraddizioni della società dei “sani” avrebbero portato il mondo alla sua fine,
come illustra Svevo nell’apocalittica conclusione del romanzo:

“L’occhialuto uomo… inventa gli ordigni al di fuori del suo corpo e se c’è tanta… nobiltà in chi li inventò, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni
si comperano si vendono e si rubano e l’uomo diventa sempre più furbo e più debole. … Ed è l’ordigno che crea la malattia con l’abbandono della
legge che fu su tutta la terra la creatrice*. La legge del più forte sparì e perdemmo la selezione salutare. … Forse attraverso una catastrofe inaudita
prodotta dagli ordigni ritorneremo alla salute. Quando i gas velenosi non basteranno più**, un uomo fatto come tutti gli altri… inventerà un
esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli***… ed un altro uomo
fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra… Ci sarà
un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e malattie.”

* (la legge che permette l’evoluzione della specie in base all’adattamento all’ambiente, secondo Svevo, avendo l’uomo superato queste leggi di
adattamento del proprio organismo all’ambiente con dei mezzi esterni sempre più potenti, è destinato a soccombere).

** Nella prima guerra mondiale furono usati mezzi distruttivi mai usati prima, tra i quali i gas che terrorizzarono le truppe.

*** La previsione di Svevo si è purtroppo materializzata con la creazione della bomba atomica che per poco non venne messa a punto per prima da
Hitler, con conseguenze inimmaginabili.

Domande su Italo Svevo

1) Dov’è nato e quando?

1.1) Cosa significa irredentismo?

1.2) Svevo lavorò per una rivista irredentista, come si chiamava?

2) dove ha studiato?

3) perché si è fatto chiamare Italo Svevo, essendo il suo vero nome Ettore Schmitz?

4) Come si intitolano i suoi tre romanzi?

5) Cosa hanno in comune?

6) Hanno avuto successo?

7) Qual è il tema della coscienza di Zeno?

8) Svevo crede nella psicanalisi?

9) La struttura del romanzo è classica?

10) Cosa pensa Zeno, alla fine, della sua malattia?

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