LA SICILIA

Redazione: via C. Battisti, 9 tel. 0922 29588 agrigento@lasicilia.it e provincia sabato 7 maggio 2011

FAVARA. Codice di autocontrollo CANICATTÌ. Effettuato LICATA. Scoperto un arsenale

contro i manifesti selvaggi sorteggio per schede elettorali delle forze anglo-americane
I candidati sindaco e coloro i quali li sostengono si sono Le operazioni si sono svolte davanti la presidente della Lo hanno rinvenuto gli operai durante i lavori per il
40 imposti di non imbrattare la città con affissioni abusive 41 commissione. Ora via alla stampa dei fac simile 42 raddoppio della dissalata: ci sono centinaia di bombe

PALAZZO LO JACONO. Per i consulenti della Procura prima serve la messa in sicurezza degli edifici attigui
«Altri crolli se si rimuovono le macerie»
FABIO RUSSELLO
Le macerie di palazzo Lo Jacono non
potranno essere rimosse fino a quan-
do il Comune non sarà in grado di
puntellare e mettere in sicurezza gli
edifici attigui che, di fatto, sono tenu-
ti in piedi dalle stesse macerie.
È quanto hanno concluso i consu-
lenti dellla Procura della Repubblica
di Agrigento che entro martedì de-
positeranno la loro prima relazione
relativa proprio alle macerie. I pro-
fessionisti – tra cui un professore
dell’Università di Cataia, ingegnere
strutturista – dovranno spiegare alla
magistratura agrigentina – che al
momento sta indagando per disa-
stro colposo e rovina di edificio a ca-
rico di ignoti – perché palazzo Lo Ja-
cono sia crollato. Bisognerà stabilire
anche se i lavori di messa in sicurez-
za siano stati fatti a regola d’arte.
I consulenti della Procura agrigen-
tina spiegheranno se e come quelle
macerie potranno essere rimosse e
quali sono gli interventi da effettua-
re. Ovviamente si tratta di interven-
ti che dovrà effettuare il Comune con
i fondi a sua disposizione. L’obiettivo
è chiaramente quello di non lasciare
nulla al caso perché in caso di nuovi
crolli nel centro storico, soprattutto
in edifici tuttora abitati, è altissimo il
rischio che possano esserci danni al-
le persone. Già con palazzo Lo Jaco-
no c’è chi ha gridato al miracolo visto
che dalla strada ora sepolta dalle ma-
cerie è passata la processione del Ve-
nerdì Santo visto che il palazzo era
stato messo in sicurezza.
Sembra che il cumulo di macerie
di fatto stia tenendo in piedi diversi
altri edifici che si affacciano lungo la
via San Vincenzo, dove un tempo
sorgeva il settecentesco palazzo Lo
All’interno
SCUOLA
I giovani incontrano
Pietro Grasso
Jacono.
Una indagine che sembra gemella Manifestazione conclusiva
con quella di Favara e che di recente del progetto antimafia oggi
ha portato alle dimissioni del sinda- per quattro istituti superiori
co Mimmo Russello: prima l’inchie- MIROTTA PAG. 38
sta era di disastro colposo ma poi, CENTRO STORICO
anche a causa della morte delle due
sorelline, i capi di imputazione sono Arrivano da Roma
stati modificati dopo le risultanze ventidue milioni
delle consulente. Proficua missione
L’inchiesta della Procura di Agri- dell’assessore Buscaglia. Ma
gento è condotta dai sostituti Santo non mancano le critiche
Fornasier e Arianna Ciavattini ed è
FUCÀ PAG. 39
coordinata dal procuratore Renato
Di Natale e dall’aggiunto Ignazio BASKET
Fonzo.
La prima consulenza sarà deposi-
Svanito il sogno
tata entro martedì e dalle risultenza del Racalmuto?
di essa la Procura indicherà al Comu- La squadra di Anselmo cede
ne quali sono le operazioni necessa- in casa al Cosenza in gara 2.
rie da effettuare prima di ordinare la Play off adesso in salita
rimozione delle macerie che sono GIANGRECO PAG. 45
ancora sotto sequestro proventivo.

FAVARA. Maria Vella di 65 anni stava stendendo la biancheria quando la balaustra è crollata
Cede il balcone, vola una donna
FAVARA. Tragedia sfiorata nella tarda mattina
di ieri, in via Pergola, a due passi dalla Chiesa
Madre di piazza Vespri. Maria Vella, una pen-
sionata di 65 anni residente al civico 5 con la
mamma novantenne e la figlia, è precipitata
dal balcone del secondo piano per il cedi-
mento di una parte della lastra marmorea.
La donna si era appena affacciata per sten-
dere la biancheria, quando ad un tratto si è
sentita il vuoto sotto i piedi finendo sul balco-
ne sottostante, leggermente defilato rispetto
al piano superiore. Un volo di oltre tre metri
che per poco non ha compiuto anche la figlia
Rosetta Spallitta, 31 anni, che aveva tentato di
trattenere la mamma. La signora "Rorò", così
la conoscono nel vicinato, è riuscita ad ag-
grapparsi alla ringhiera. E’ stato un giovane
che in quel momento stava percorrendo via
Belmonte, attirato dalle grida di aiuto, ad ar-
rampicarsi e permettere alla signora di scivo-
lare lentamente sul balcone inferiore dove
già si trovava la mamma ferita. Uno dei primi
a precipitarsi sul luogo del crollo per presta-
re soccorso, è stato l’arciprete don Mimmo
Zambito, che dalla canonica ha avvertito un
crack, "come un albero secco che si spezza" ha
detto, e subito dopo i lamenti della signora
Maria Vella e il grido della figlia. In casa era ri-
masta, invece, ma stava per affacciarsi anche
lei, se i carabinieri e i pompieri non l’avesse-
ro invitata in tempo ad entrare, la nonnina di
90 anni. Per soccorrere i feriti è stato necessa-
rio sfondare una porta d’ingresso per accede-
re al primo piano, avendo il vecchio immobi-
le un’antica scala esterna che da accesso sepa-
ratamente alle due abitazioni. Per qualche
minuto si è tenuto un nuovo 23 gennaio, da-
ta della tragedia di via del Carmine dove, per
il crollo della loro vecchia e fatiscente abita-
NEL BALCONE DI SOPRA NON C’È PIÙ IL PAVIMENTO IN MARMO
zione, trovarono la morte le sorelline Ma-
rianna e Chiara Pia Bellavia, con il fratello
Giovanni estratto vivo per miracolo. In via
Pergola sono arrivati i carabinieri, le ambulan-
ze del 118, i vigili del fuoco e i vigili urbani. La
donna è stata subito soccorsa è trasferita al
pronto soccorso dell’ospedale "San Giovanni
di Dio" di Agrigento. Fortunatamente, non è in
pericolo di vita. Nonostante il volo, e il forte
impatto con la ringhiera, dove ha battuto la
testa, pare che abbia riportato solo una frattu-
ra al gomito e ad una gamba, e leggere ferite
alla bocca. Qualche graffio invece per la figlia
Rosetta, il cui crollo ha danneggiato il para-
brezza della sua auto, parcheggiata sotto il
balcone venuto giù. L’ennesima sfiorata trage-
dia di ieri ripropone l’annoso problema di un
centro storico che continua a stritolare. In via
Pergola già nella stessa mattinata di ieri ha ef-
LA DONNA FERITA VIENE SOCCORSA SUL BALCONE SOTTOSTANTE
fettuato un sopralluogo l’ingegnere capo del-
l’Ufficio tecnico comunale Alberto Avenia che,
assieme ai tecnici dell’Utc, ha dichiarato altre
abitazioni pericolanti e suggerito di transen-
nare e chiudere le strade interessate. Per de-
molire non ci sono più soldi, i proprietari non
intervengono e la gente rischia di morire sot-
to le macerie. Ieri era il primo giorno del "Car-
nevale Favarese 2001" fuori stagione. Oggi
doveva essere la seconda giornata, ma il com-
missario straordinario al Comune, Marcello
Cascino, ha deciso di sospenderlo. Un carne-
vale che non riesce a trovare "pace": nel 2010
venne sospeso per la morte delle sorelline
Bellavia; lo scorso febbraio per la morte di un
giovane vittima di incidente stradale. Per Fa-
vara, almeno per il momento, l’allegria è ne-
gata.
TOTÒ ARANCIO
IL CASO
I DUE BALCONI E L’INGRESSO DELLA CASA
Palma
feriti
3 operai
PALMA DI MONTECHIARO. Investiti da
una scarica sprigionatasi da un cavo
dell’alta tensione.
Fortunatamente se la sono cavata
riportando ferite da ustioni di terzo
grado giudicate guaribili in trenta
giorni di prognosi. Vittime dell’infor-
tunio sul lavoro i palmesi Giuseppe
Monterosso 32 anni, e Giovanni Paci
46 anni, trasferiti presso il reparto di
chirurgia plastica del civico di Paler-
mo e Salvatore Provenzani, presso
l’ospedale Cannizzaro di Catania.
I tre operai dipendenti della ditta
Eco programma dell’ingegnere Pietro
Zarbo di Palma, ieri mattina erano
impegnati nel cantiere di lavoro sito
in contrada " Mandria Nova " ad al-
cuni chilometri di distanza dal centro
abitato, quando erano intenti in uno
scavo interrato improvvisamente so-
no stati investiti dalla corrente elet-
trica sprigionatasi da un cavo interra-
to dell’alta tensione. I tre investiti
dalla fiammata hanno riportato feri-
te da ustioni da terzo grado alle ma-
ni e ai piedi. Tempestivamente soc-
corsi sono stati trasportati al pronto
soccorso del vicino ospedale San gia-
como d’Altopasso di Licata. Trenta
giorni di prognosi tanti ne sono stati
diagnosticati dal dottor Carmelo Ca-
stiglione primario del reparto di
pronto soccorso per i tre operai rima-
sti vittima di un infortunio sul lavoro.
Le ferite da ustioni di terzo grado ri-
portate alle mani ed ai piedi dai tre
operai subito dopo gli accertamenti
clinici e radiografici eseguiti dai sani-
tari in servizio al pronto soccorso del
nosocomio licatese a bordo di au-
toambulanze sono stati trasferiti
presso i reparti di chirurgia plastica

Sciopero generale degli ospedali di Palermo Catania. Le

indagini sul caso sono condotte dai
CHE BRAVI GLI AGRIGENTINI, NEANCHE PROTESTANO poliziotti del commissariato di Licata
ieri a S. M. Belice con l’ausilio dei colleghi del locale

M
anca l’acqua? «Pazienza, pio- piazza della cittadina belicina, tra l’in- commissariato. Ancora in evidente
Mezzo fallimento verà». Le strade fanno
schifo? «Beh, prima o poi le
FRANCESCO DI MARE

no sta bene così, non gli manca niente.

nonostante tutto asfalteranno». Non c’è lavoro? «Prima o
poi ci sarà». Ti crolla la casa accanto?
«Sì, ma la mia resiste».
Nonostante i temi scottanti al centro della scena si è rivelato Brava gente quella agrigentina, capace
di guardare al futuro con inguaribile
un mezzo fallimento lo sciopero generale organizzato dalla ottimismo. A che serve protestare, in-
Cgil ieri mattina a Santa Margherita Belice, in concomitanza cazzarsi. Da queste parti va tutto bene:
il lavoro c’è per tutti, le strade sono ta-
con quanto in corso di svolgimento in altre città italiane. Il sin- voli da biliardo dove nessuno ci rimet-
te la vita. Tutto fila liscio, la burocrazia
daco della cittadina ha raccolto l’occasione per lanciare un è un’alleata di tutti, nelle piccole e nel-
nuovo appello alla politica sui disagi della zona belicina. le grande cose quotidiane. Perché alza-
re la testa? Guardare negli occhi i pro-
GIUSEPPE RECCA PAG. 43 blemi che - pare - sono frutto della
mente malata di qualcuno. L’agrigenti-
Va tutto a meraviglia e quando qualcu-
no organizza una manifestazione di
piazza per protestare, apriti cielo.
Neanche fossero appestati, gli organiz-
zatori di tali «sacrileghi» atti di intolle-
ranza verso le disgrazie di questa terra
si ritrovano al cospetto di fallimenti.
Come ieri a Santa Margherita Belice,
luogo scelto dalla Cgil (non da un club
di scapoli e ammogliati) per dare voce
agli agrigentini di tutta la provincia,
nel contesto dello sciopero generale
programmato da settimane proprio per
ieri. Come alieni, gli organizzatori del-
la manifestazione sono sbarcati nella
differenza generale. Il sospetto però è
che anche se si fosse svolto ad Agrigen-
to, magari al Viale della Vittoria, lo scio-
pero generale di ieri avrebbe fatto regi-
strare lo stesso deprimente spettacolo.
Nella città dei Templi e nella provincia
in generale il problema più grande e
devastante è quello dell’indifferenza
della gente ai problemi quotidiani, ai
metodi civili e democratici per ridi-
mensionarli. La gente è storicamente
assuefatta alla sofferenza, restia a pro-
testare, neanche si rischiasse una san-
zione divina.
Tanto qui l’acqua c’è tutti i giorni, le
strade sono lastre di marmo, il lavoro
trabocca, tutto va bene.
stato di shock Salvatore Provenzano
uno dei tre infortunati, attorniato dai
suoi familiari prima che dal pronto
soccorso del nosocomio licatese ve-
nisse trasferito all’ospedale Canniz-
zaro di Catania cosi ci ha riferito.".
Non ricordo nulla di quell’istante. Ho
ripreso conoscenza appena giunto in
ospedale".
Secondo le prime indiscrezioni che
ieri mattina abbiamo raccolto l’infor-
tunio è avvenuto verso le 10,30 nel
cantiere dove i tre operai erano impe-
gnati nei lavori per l’istallazione di un
impianto per la produzione di ener-
gia rinnovabile.
ANTONIO CACCIATORE