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ISOLAMENTO SISMICO: PROTEZIONE SISMICA DI ORDINE SUPERIORE

Strutture convenzionalmente antisismiche si proteggono dagli effetti distruttivi dei terremoti per
mezzo della duttilità di struttura, ovvero della capacità di sostenere estese deformazioni plastiche e
dissipando energia per isteresi. Il meccanismo di protezione è basato quindi sul danneggiamento
strutturale, e questo è dettato dal fatto che sarebbero economicamente non realizzabili strutture
sismo-resistenti capaci di sostenere i terremoti attesi senza alcun danno. Ciò richiederebbe
elevatissime resistenze ed elementi strutturali di grandi dimensioni.

forza Edificio ipoteticamente


infinitamente resistente
(elastico)

Edificio antisismico
Resistenza edificio convenzionale
elastico Fel

Resistenza edificio
antisismico Fy

spostamento
Spost. di Spost. Spost.
snervamento massimo sopportabile
dy dmax du

Si vede infatti, nella figura precedente come ad un edificio ipoteticamente infinitamente resistente
non venga richiesta alcune capacità duttile (linea retta verde), mentre ad un edificio con resistenza
finita (edificio antisismico convenzionale, bilatera in rosso) e legata a fattori economici, al fine di
potere sostenere il sisma di progetto è richiesta una notevole capacità di deformarsi in campo
plastico senza ridurre sensibilmente la resistenza di soglia Fy (linea orizzontale rossa). Il rapporto
tra lo spostamento dell’edificio antisismico dmax e lo spostamento di plasticizzazione dy fornisce il
valore della richiesta di duttilità µr=dmax/dy del terremoto. Affinché l’edificio antisismico
convenzionale non arrivi al collasso è necessario che la duttilità disponibile µd =du/dy (in cui du è
lo spostamento massimo sopportabile dall’edificio) sia maggiore di quella richiesta µr.
In definitiva minore è la duttilità del sistema strutturale e maggiore dovrà essere la resistenza al fine
di evitare il collasso.
La capacità duttile degli edifici è tenuta in conto nella nuova normativa sismica Ordinanza
3274/2003 tramite un coefficiente q detto fattore di struttura il quale defalca le azioni sismiche
calcolate in base allo spettro elastico di riferimento proprio in base alla duttilità disponibile della
struttura in esame, la quale dipende dalla tipologia strutturale e da altri parametri che incidono sulla
capacità duttile e dissipativa.
Per una struttura intelaiata in cemento armato ad alta duttilità (proprietà che dipende dalla tipologia
dei particolari costruttivi) tale fattore di struttura vale 5.85. Ciò significa che in corrispondenza del
sisma di progetto la struttura risentirà di una forza orizzontale totale 5.85 volte minore rispetto ad
una struttura ad essa analoga ma infinitamente resistente ed elastica, ma con deformazioni plastiche
che supereranno di 5.85 volte quelle di prima plasticizzazione e conseguente notevole danno
strutturale. La struttura, molto danneggiata, rimarrà in piedi con una residua capacità di resistenza e
rigidezza orizzontale e la capacità di portare i carichi verticali, salvaguardando la vita umana.

Con una progettazione antisismica tradizionale, quindi, l’energia sismica di input deve in qualche
modo essere dissipata dalla struttura per mezzo di diffuse plasticizzazioni. Per una mensola in
cemento armato caricata ciclicamente da una forza concentrata all’estremità libera, si osserva un
legame forza spostamento, e quindi momento rotazione, come riportato nella figura seguente. Nelle
parti del diagramma vicine all’origine si nota un degrado della rigidezza dovuto all’apertura ed alla
chiusura delle lesioni (danno).

Una maniera alternativa di conseguire il risultato di elevate performance antisismiche è quella di


evitare la trasmissione della gran parte dell’energia sismica da parte del terreno alla struttura.
Questo concetto trova applicazione nella messa a punto di sistemi in grado di sconnettere terreno e
struttura dal punto di vista degli spostamenti orizzontali mantenendo una sufficiente rigidezza in
direzione verticale.

Sovrastruttura

Sistema di Isolamento
sismico

Sottostruttura

Tali sistemi sono detti di isolamento sismico è si basano sull’utilizzo di dispositivi (isolatori
sismici) di diversa natura. L’effetto è quello di concentrare gli spostamenti in caso di sisma alla
base della struttura evitando così notevoli deformazioni e quindi danneggiamenti diffusi. Questa
soluzione comporta la suddivisione dell’edificio in: sottostruttura, sistema di isolamento e
sovrastruttura.
La differenza di comportamento appena descritta, tra una struttura a base isolata ed una struttura
tradizionale, è riportato nella seguente figura.

Struttura a base fissa Struttura a base isolata

Viene accantonata quindi l’idea di rafforzare la struttura in elevazione per seguire la strada della
diminuzione degli effetti trasmessi ad essa dal terreno. I dispositivi più largamente utilizzati sono
basati sull’utilizzo di apparecchi in gomma (elastomerici) ad elevato smorzamento armati con
piastre di acciaio in grado di limitare le deformazioni da sganciamento della gomma dovute ai
carichi verticali accrescendo la rigidezza in direzione verticale. I dispositivi di isolamento sono di
solito collocati al di sotto di ogni pilastro o comunque al di sotto ogni elemento portante verticale.
Gli effetti dell’aumentata deformabilità orizzontale della struttura nel suo complesso si tramuta in
un incremento del periodo fondamentale di vibrazione che comporta una discesa dei valori di
accelerazione spettrale di progetto.

Sezione di un isolatore elastomerico armato.

Isolatore elastomerico deformato.


L’effetto di incremento del periodo fondamentale di vibrazione è detto period shift o spostamento
del periodo ed è riportato nella figura seguente. Anche l’incremento di smorzamento (damping)
dovuto alle capacità dissipative degli isolatori ha un effetto benefico sulla risposta strutturale.

Force

Effetto dell’isolamento sulle accelerazioni (forze) spettrali.

Naturalmente l’incremento della deformabilità globale porta all’aumento degli spostamenti totali
concentrati perlopiù nello strato di isolamento. Tale concetto è riportato nel grafico seguente che
contiene uno spettro di risposta dello spostamento di un terremoto generico.

Effetti dell’isolamento sismico sugli spostamenti strutturali

I requisiti che la normativa sismica richiede alle strutture fisse alla base ed a quelle isolate sono
apparentemente gli stessi. Resistere al terremoto corrispondente allo stato limite ultimo (SLU), con
periodo di ritorno di 475 anni senza effetti pericolosi per le vite umane. La differenza fondamentale
è che per le strutture isolate tali azioni sismiche possono essere ridotte per mezzo di un fattore di
struttura che non può superare il valore di q=1.5 mentre per le strutture fisse alla base, come detto si
può arrivare a q=5.85. Resistere alla stessa azione sismica con fattori di struttura così diversi
significa avere nel caso di terremoto di progetto un rapporto tra le richieste di duttilità attinte nelle
due strutture pari a 5.85/1.5=3.9. La struttura sismicamente isolata subirà deformazioni plastiche 3.9
minori rispetto a quella fissa.
Naturalmente non tutte le strutture in c.a. fisse alla base hanno q=5.85. Tale coefficiente va, infatti,
determinato volta per volta secondo la tipologia costruttiva e lo schema strutturale come da
normativa. Il precedente confronto serve, quindi, a titolo di esempio a provare che a parità di azione
sismica le strutture isolate sismicamente sono meno (o per niente) affette da danneggiamenti ed
hanno quindi un grado di protezione sismica notevolmente maggiore che consente di sgravarsi da
successive riparazione dell’edificio o inagibilità ma soprattutto permette di avere una protezione
maggiore della vita umana

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