DOMENICA

23 GENNAIO 2011 3

Tutti i suoni della domenica Scala, il Mahler di Temirkanov

DI PIERACHILLE DOLFINI

n’ora. Dalle 11 a mez-

U zogiorno. Il tempo
giusto per assaporare
buona musica.
Da domenica prossima tor-
nano al teatro Filodrammati-
ci I concerti della domenica.
Prima Mozart e Beethoven.
Poi un aperitivo per fare due
chiacchiere con gli artisti.
Ventunesimo anno per la ras-
segna che parte il 30 gennaio
sette note
certi, con un
programma
che mette a
Dal 30 gennaio
torna al Filodrammatici
gentina con
il Tango ne-
gro trio che
e Eloisa, musica e poesia dal
Medioevo» affidato all’en-
semble di musica antica Co-
D ietro di sé lascia sempre un sapore di Russia.
Perché solitamente, quando sbraca in Italia,Yuri
Temirkanov, lo fa con al seguito la sua Filarmonica di
confronto
Rameau e Ra-
vel, Vivaldi e
la rassegna musicale
tra classica e ’900
propone un
viaggio nel-
le radici po-
smedin e a Stephanie e Chri-
stoph Hass. Il 20 marzo il pia-
noforte di Enrico Intra e la vo-
San Pietroburgo. O se è ospite di orchestre di casa
nostra – eccezion fatta per Parma dove da qualche
tempo al Regio si è lanciato alla scoperta delle opere di
Paert, Schu- polari della ce del soprano Karin Schmid Verdi – mette sul leggio pagine della sua terra. Questa
bert e So- celebre mu- proporranno «Una mattina- volta, però, il direttore scompiglia le carte. E sul podio
stakovic. sica da ballo. ta con Gershwin». della Filarmonica della Scala, per la stagione sinfonica
Il 6 febbraio il Quartetto In- Si divide in due appunta- Il cartellone si chiude il 27 del teatro, propone l’insolito dittico formato da
daco e il pianoforte di Carlo menti «Musica senza confi- marzo come si era aperto, Benjamin Britten e Gustav Mahler.
Balzaretti proporranno una ni»: domenica 27 febbraio con l’ensemble Duomo im- A fare da filo conduttore la voce del soprano Mariella
«Mattinata viennese» con pa- Porroni alla chitarra e Luca pegnato in un viaggio tra Devia. Stasera alle 20 (euro 66/5, repliche domani e
gine di Mozart e Schubert. Il Gusella alle marimba spazie- «Musica e acqua nei secoli», mercoledì 26) del compositore inglese si ascolterà

e resta in cartellone sino al 27
marzo (biglietti a 13 euro, ab-
bonamento a 9 concerti 98
euro, informazioni allo
02.36.59.56.71).
Apre la stagione l’ensemble
Duomo di Roberto Porroni,
direttore artistico dei Con-
13 febbraio cambio di scena- ranno da Bach a Stockhausen da Dowland a Morricone, «Les illuminations», pagina datata 1939. Del musicista
rio: dalla capitale austriaca ci da Piazzola a Jobim. La setti- passando per Haendel e austriaco, di cui nel 2011 si celebrano i cento anni dalla
si sposta in Irlanda con i mu- mana successiva, il 6 marzo, Theodorakis. morte, in programma la «Sinfonia numero 4. La vita
sicisti del Birkin tree che ar- protagonisti saranno l’arpa di Il 10 aprile concerto fuori ab- celestiale», grande affresco di colori che si chiude con
riveranno in città con gli stru- Monika Stadler e le percus- bonamento con Porroni, l’ar- la voce del soprano che fa risuonare un canto poetico
menti tradizionali della loro sioni di Franz Schmuck. pista scaligera Luisa Prandi- che invita alla gioia.
terra. Il 13 marzo tocca a uno spet- na e il ballerino di flamenco Il maestro Temirkanov (P.Dolf.)
Il 20 febbraio si vola in Ar- tacolo dedicato ad «Abelardo José Moro.

CHIESA
IN CAMMINO

Tettamanzi Chiese cristiane

Incontro
con i catechisti A San Marco
per i “Cento giorni un albero per il dialogo
cresimandi”
«È smarrito
il senso della vita»

Con il cardinale 700 educatori,

all’Auditorium salesiano
“Don Bosco”,
per la presentazione
dei “Cento giorni cresimandi”
(Fotogramma)

«Aiutate i giovani a capire U

Il melograno piantato (Fotogramma)

n albero di melograno per Milano. È

quali sono i valori più alti»

DI ANNALISA GUGLIELMINO
è la suora venuta da
C’ lontano, piccoli occhiali
tondi sopra il viso color
castagna. Ci sono le madri di
famiglia, che di ragazzi si occupano
da tutta la vita. Ci sono anche i
giovani, liceali o giù di lì, felpe col
cappuccio e voce intonata sui canti
dell’oratorio. Ieri pomeriggio, erano
almeno 700 i catechisti e le catechiste
di ogni età riuniti per dare l’avvio
insieme all’arcivescovo Dionigi
Tettamanzi ai “Cento giorni
cresimandi”, il cammino che
completerà la preparazione di oltre
30mila ragazzi alla Cresima. «Affinché
possiamo essere testimoni verso
coloro che ci affidi – diceva la
“Preghiera dell’educatore”, che hanno
recitato – rendici coerenti nelle
scelte, coraggiosi nel compiere il
bene che ci sta dinnanzi e
determinati nel mettere in pratica la
tua Parola».
E «determinati», oltre che
«perseveranti, sereni e coraggiosi», ha
chiesto loro di esserlo lo stesso
cardinal Tettamanzi, «consapevole»
che il loro compito, anzi quello che
ha chiamato «un ministero» a tutti gli
effetti, è sempre più difficile.
«I giovani, uomini e donne di domani
– ha detto il pastore ambrosiano –,
hanno bisogno di essere caricati di
speranza, cercano valori alti, più alti
delle cose umane». Intorno a loro,
spesso c’è infatti «la miseria di chi ha
L’APPUNTAMENTO
In 30mila verso l’incontro a San Siro
eta” del cammino
“M dei Cento giorni è
l’appuntamento
diocesano dei cresimandi a San
Siro, insieme al cardinale
Tettamanzi. Il cammino prevede
l’approfondimento dei
contenuti della nuova lettera
che l’arcivescovo ha scritto ai
ragazzi della Cresima, dal titolo
«Santi? Si può» (ed. Centro
Ambrosiano). La consegna a
ciascun ragazzo della lettera e la
sua rilettura in gruppo sono
parte integrante del cammino
smarrito il senso della vita», ha
aggiunto Tettamanzi. Compito
principale dei catechisti, che in
diocesi sono oltre 15mila (4mila solo
quelli dedicati alla preparazione della
Cresima) è per Tettamanzi «mettersi
in ascolto» dei giovani. Accogliere le
loro «domande spesso spiazzanti», a
proposto. L’incontro di ieri,
posto all’inizio della Settimana
dell’educazione, è stato rivolto
invece ai catechisti dei
cresimandi. Gli altri due
itinerari specifici per gli
adolescenti e i quattordicenni
della Professione di fede
saranno presentati agli
educatori in due momenti
successivi presso il Seminario di
Seveso: l’Osservatorio
adolescenti (sabato 5 febbraio) e
l’Osservatorio preadolescenti
(sabato 26 febbraio).
cui rispondere con «la testimonianza
della vostra esperienza ecclesiale,
capace di contagiare i ragazzi e
spronarli a prendere parte alla vita
della Chiesa e alla sua missione». Le
parole dell’arcivescovo
raggiungeranno i singoli oratori,
parrocchie e Comunità pastorali che
stanno vivendo la Settimana
dell’educazione, dal 21 al 31 gennaio
(giorni di Sant’Agnese e San Giovanni
Bosco, protettori dei giovani)
proposta dalla Conferenza episcopale
italiana e che anche a Milano si sta
svolgendo dentro gli orientamenti
pastorali della Cei per il decennio
2010-2020, «Educare alla buona vita
del Vangelo». I catechisti sono
invitati, spiega don Samuele Marelli,
responsabile del Servizio per i
ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio, a
ispirarsi a san Carlo Borromeo: la sua
«Scuola della dottrina cristiana» è un
vero e proprio «antenato»
dell’oratorio. Con le sue ricchezze (i
tanti “don”, le suore, gli educatori di
tutte le età) l’oratorio, ha detto ieri
Tettamanzi, è un’eperienza
ambrosiana «che in tanti invidiano e
vorrebbero esportare anche nelle
proprie Chiese».
piantato, da ieri, nel giardinetto del-
la chiesa di San Marco, visibile cam-
minando su via Fatebenefratelli: è in me-
moria di Martin Lutero ed è simbolo del cam-
mino di unità delle Chiese cristiane, di cui si
celebra la Settimana di preghiera fino a mar-
tedì. Era presente una delegazione della
Chiesa luterana tedesca, ieri a Milano, e poi
a Roma, per un ideale ponte fra Wittemberg
(la città di Lutero) e Milano, nella cui chiesa
di San Marco, secondo la tradizione, sog-
giornò Lutero nel suo viaggio verso Roma
nel 1510. A comporre la
delegazione, accompa- Piantato ieri
gnata in un momento di
preghiera dal responsabi- dalla delegazione
le diocesano per l’Ecume- dei Luterani
nismo, monsignor Gian-
franco Bottoni, la delega- tedeschi
zione era composta da al- Simbolo ecumenico
cuni vescovi della Confe-
renza episcopale luterana
di Germania, guidata da
verso il cammino
Johannes Friedrich, suo
di unità
presidente e vescovo del-
la Chiesa di Baviera. Nel novembre 2009 era
stata la diocesi di Milano a partecipare in
Germania all’inaugurazione del «Giardino
di Lutero» piantando un suo albero. La Fe-
derazione luterana mondiale, in prepara-
zione alla celebrazione del quinto centena-
rio delle Tesi di Wittenberg (la Riforma pro-
testante), che si celebrerà nel 2017 (e che do-
vrà essere di grande portata ecumenica nel
cammino dell’unità dei cristiani), realizzò
nel 2008 il Giardino di Lutero, progettato dal-
lo studio milanese dell’architetto-paesaggi-
sta Andreas Kipar.
(A.G.)

In viaggio con un «Cuore di cactus» Festa a Cernusco per i trent’anni

Il diario di Antonio
Calabrò, dalla sua
Palermo a Milano
Fausto Russo Alesi
lo porta in scena
al «Franco Parenti»
DI GIUSEPPE MATARAZZO
o strappo arriva in un
L pomeriggio d’agosto
del 1985. Il corpo del
commissario Ninni Cassarà
giace a terra. Ucciso dai col-
pi di Cosa nostra, in via Cro-
ce Rossa. Di fronte all’amico
senza vita e a una Palermo
che resta a «guardare», sen-
za sentirsi «umiliata e stra-
volta», Antonio Calabrò, cro-
nista dello storico quotidia-
no «L’Ora», decide di lascia-
re la sua città: «Non si pos-
sono fare i giornali piangen-
do». Via. Altrove, a cercare u-
na nuova dimensione, sen-
za mai dimenticare. «Anda-
re per mare, per ritrovarsi».
A Milano, il cuore del Nord.
Qui Calabrò è libero di vola-
re: diventa direttore edito-
riale del Sole 24 Ore, dirige
l’Apcom, è oggi direttore de-
gli Affari istituzionali e cul-
turali di Pirelli.
Ma Palermo è sempre lì, che
parla. Così, in una sera di
«tormenti» nella sua casa sui
Navigli, Calabrò rilegge «Il li-
bro nero» di Pamuk. Istan-
bul è Milano. O, nei ricordi,
Palermo. Sfiora il cactus che
ha in salotto – la pianta più
amata «perché conserva
sempre l’acqua e la vita, an-
che nel deserto» – e scrive.
L’atto di liberazione, dopo 35
anni lontano da Palermo,
per dare forma all’Odissea
che ognuno vive dentro per
ricongiungersi con la pro-
pria terra. Ecco «Cuore di
cactus» (Sellerio), una storia
di «partenze» e di «ritorni»
che fino al 6 febbraio ani-
merà anche il palcoscenico
del Teatro Franco Parenti,
grazie all’adattamento tea-
trale di Fausto Russo Alesi. Il
giovane e pluripremiato at-
tore e regista, anche lui pa-
lermitano trapiantato a Mi-
lano, dà corpo e voce all’ap-
passionante «diario in pub-
blico» di Calabrò. Con quel-
la «ferita aperta» che autore
e interprete cercano di leni-
re attraverso il racconto. U-
no spettacolo che è un can-
to alle proprie origini isola-
ne, ma dedicato al desiderio
di partire, senza cedere all’i-
dea che andarsene sia stato
qualcosa di simile a un tra-
dimento. Perché a vincere è
la speranza. Quella che in
fondo c’è in tutti i siciliani
che ancora oggi lasciano lo
scoglio per il mare. Teatro
Franco Parenti, via Pier
Lombardo 14, martedì/ve-
nerdì h. 20.30, sabato h.
19.45, domenica h. 16.
della residenza «Monsignor Biraghi»
DI PIERFRANCO REDAELLI
ccogliere, sanare,
«A custodire»: questo
il motto che guida
le suore Marcelline che da
trent’anni sono il cuore della
residenza per anziani
“Monsignor Luigi Biraghi” di
Cernusco sul Naviglio, una casa
di riposo fondata nel 1981 da
madre Elisa Zanchi. Un istituto
all’avanguardia, che ospita oggi
circa 200 anziani. Ieri mattina,
per celebrare i 30 anni di fondazione, è
Ieri una cerimonia
in onore
stato benedetto nell’atrio della casa di
riposo un grande medaglione con la
figura di madre Elisa. «Una figura
della fondatrice, straordinaria» l’ha definita il prevosto,
don Ettore Colombo, presiedendo la
madre Elisa Zanchi cerimonia. «Ha regalato a Cernusco – ha
aggiunto il sindaco, Eugenio Comincini
– una grande struttura che allevia i
bisogni della società». La superiora fra il
1951 e il 1986 portò le suore Marcelline
in tutto il mondo aprendo ovunque case
d’accoglienza e scuole. La casa di
Cernusco fu dedicata a Birgahi che fu
consigliere comunale in città e
presidente della Congregazione della
carità. Quando si evoca il suo nome, si è
detto nella cerimonia di ieri, si
riconosce anche il ruolo prezioso che
questa la casa di riposo a lui intitolata
svolge in città nell’interesse degli
anziani ma anche delle loro famiglie.
Qui gli ospiti sanno di essere «a casa
loro», di vivere fra tanti amici, con un
prezioso staff medico, accompagnati
dall’incrollabile affetto e dalle cure
premurose delle suore Marcelline e di
tanti volontari.