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Padre Paisio
Monaco del Monte Athos
IL BEATO GIORGIO
«Ο αμνός»
Responsabile:Bouris Stilianos Chazi Ghiorghis
“TESTIMONIANZA ORTODOSSA”
ASSOCIAZIONE CRISTIANA SENZA FINI DI LUCRO
Monaco del Monte Athos
c.c. Postale n. 67402529 1809 – 1886
Sito di riferimento: www.ortodoxia.it
E-MAIL: testimonianza.ortodossa@ortodoxia.it
vacillare e senza dubitare. Seguiva con semplicità di cuore
i consigli dei suoi padri spirituali e non sottometteva mai
questi consigli al suo proprio giudizio, ma li realizzava
NOTE con pienezza di fede, dicendo che cercare di verificare le
cose spirituali era come tentare di afferrare lʹaria con le
1. Il testo dice: τόν φιλότιμο αγώνα. La parola filotimo, che mani. Nel 1954 egli si spostò al sacro monastero di ʺ Filo‐
significa letteralmente munifico, è caratteristica del Gheron
theou ʺ e si sottomise al geron Simeon. Nel 1956 padre
Paissios, la troveremo continuamente nei suoi scritti, con un
colore ed una sfumatura spirituale propria. Per tale motivo si è Simeon lo chirotonò con il piccoloʺ skima ʺ monastico e gli
preferito non tradurre con l’espressione italiana “il generoso impose il nome di Paisio. Nel monastero di ʺ Filotheou ʺ,
combattimento”. Filotimo, per padre Paissios è l’aggettivo che padre Paisio segue lo stesso modo di vivere del monastero
distingue il comportamento del Cristiano autentico, è lo stile di di Esfigmenos. Esercitava lʹamore per il prossimo ed aiu‐
vita stesso del cristiano. Alla fine di questo libro il Gheron stes- tava i fratelli con tutte le sue forze. Non chiedeva niente a
so spiega questa parola così: Se Cristo ci dicesse: “ Figli miei, il Dio, poiché capiva bene che il Signore, attraverso il santo
Paradiso è già pieno non ho più posto per voi”, alcuni fra noi
battesimo gli aveva concesso già la grazia dello Spirito
gli direbbero con insolenza: “ perché non lo hai detto prima?”,
altri si precipiterebbero per non perdere più tempo, e rubereb- Divino. In quel modo purificava la sua anima, togliendo
bero non so quale istante per divertirsi, e non vorrebbero più ogni pensiero malizioso e tentando di avere solo buoni
sentir parlare di Cristo. I Figli di Dio al contrario, pieni di amo- pensieri. Chiunque poteva notare come, senza sforzo e per
re e di generosità, direbbero a Cristo con pietà: “Non ti afflig- la Grazia che aveva, allontanava dalla sua anima pensieri
gere più per noi! A noi è sufficiente che il Paradiso sia comple- cattivi anche in circostanze avverse. Nel 1966 padre Paisio
to. Ciò ci riempie di gioia, come se ci fossimo anche noi”! E cadde malato e fu internato per molti mesi nellʹospedale
continuerebbero a condurre il loro combattimento spirituale
con gioia e filotimo, per Colui che hanno amato di un amore ʺPapanicolauʺ dove gli tolsero parte dei polmoni.
puro. Il Cristo, che è Amore, fa la sua dimora nei loro cuori Padre Paisio arriva al monastero ʺStavronikitaʺ il 1968 do‐
puri, come fece la Sua dimora nel santo corpo della Vergine po la sua malattia. Nel kellion di Santa Croce, non lontano
Tutta-pura.”, (cifr. Più avanti). daʺ Stavronikita,ʺ era confessore il papa Tikhon un geron
Filotimo è dunque questa generosità totale ed amante nei con- che aveva molti doni spirituali e compiva grandi imprese
fronti di Cristo, che fa agire il cristiano solo per amore senza monastiche. Padre Paisio andava spesso da lui per chie‐
nulla aspettarsi in cambio, è un donarsi totale e pieno alla per-
dergli consigli, ed aiutarlo durante la Divina Liturgia co‐
sona di Gesù e quindi alla causa del Regno dei Cieli. Per padre
Paissios, una azione cristiana è veramente tale solo se vissuta me cantore. In questo periodo il padre Tikhon chirotonò
con filotimo, ed acquistare questa dimensione spirituale è grazia padre Paisio con il grande skima monastico. Dieci giorni
divina e parte stessa dell’ascesi di ogni battezzato. prima di morire, padre Tikhon chiese al padre Paisio di
2. Sal. 148, 8. aiutarlo nelle sue ultime ore. L’anziano servi il moribondo
3. Gc. 5, 16. con grande spirito di carità, offrendo tutto lʹaiuto che egli
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caso, lʹuomo ha lʹopportunità di dire a Cristo: “Io non mi
interesso di me stesso e non chiedo niente, ma ti prego
aiuta agli altri.ʺ E Dio aiuta. Per questo motivo, padre mi‐
o, non ti preoccupare molto per me”. In questo stesso pe‐
riodo della Grande Quaresima del 1993, avendo frequenti
POSTFAZIONE emorragie, la sua emoglobina era molto bassa e sveniva
frequentemente. Ma non si scoraggiava. Alla malattia con‐
trapponeva molta pazienza, e sopportazione.
Che il Buon Dio accordi il riposo alle anime dei pii Nella meta di aprile lʹoperarono per ricostruire il retto.
Gheronta che hanno conservato nella loro memoria puri‐ Dopo alcuni giorni la tomografia dimostrò che le metasta‐
ficata dai numerosi avvenimenti riguardanti la vita asce‐ si si erano estese al fegato e ai polmoni. Padre Paisio era
tica del santo monaco Chazi Ghiorghis, e i cui occhi si deciso fermamente di ritornare al Monte Athos ed il gior‐
no 13 di giugno, prepara tutto per viaggio, ma gli sali la
riempiono di lacrime d’emozione ogni volta che si evoca
febbre, e dovette posporre il viaggio. Lo stato della sua
il suo nome.
salute peggiorava continuamente. I medici avvisarono che
Che Dio accordi anche il riposo alle anime dei pii
gli rimanevano 2‐3 settimane di vita. Il padre accetto di
pellegrini, greci e russi, che hanno raccolto delle notizie
ricevere visitatori ed incomincio a prepararsi per il gran
sui Santi Padri, questi “Atleti” di Cristo, che hanno con‐
viaggio. L’11 Luglio, il giorno di santa Eufemia, il padre
dotto “il buon combattimento” con “filotimo” nel Giardi‐ Paisio si comunicò per ultima volta, in ginocchio di fianco
no della Panaghia, e che hanno fatto pubblicare i loro al letto. Nelle ultime 24 ore fu molto tranquillo, benché
ʺlavori” spirituali in varie riviste cristiane dell’epoca per soffrisse molto, ma con rassegnazione sopportava tutto.
il profitto dei fedeli. La notte tra il lunedì 11 ed il martedì 12 luglio fu un mar‐
Che Cristo ricompensi inoltre tutte le anime pie che, tirio per l’anziano monaco. Cominciarono ad infiammarsi
in un modo o in un altro, mi hanno aiutato in questo la‐ le sue estremità e diventare cianotiche, gli mancava la re‐
voro. In particolare il Padre Antonio di Karulia ed altri, spirazione, ma il cuore lavorava ancora bene. Alla mattina
che mi hanno dato molti elementi in russo, tradotti con si abbasso la pressione arteriosa e la respirazione si fece
molto interesse dal diacono Filoteo del monastero di Gri‐ molto lenta. Divenne chiaro che la fine si avvicinava. Ven‐
goriu e dal signor Giovanni Tarnadinis, aiutato dai suoi nero le sorelle dal convento per ricevere lʹultima benedi‐
assistenti, il signor Apostolos Karoulias, come anche le zione. Il martedì 12 Luglio consegnò la sua anima al Si‐
suore del monastero di san Giovanni l’evangelista a Su‐ gnore che amava. Padre Paisio fu seppellito nel monastero
ruti, che hanno corretto in questo libro i miei errori di di san Giovanni il Teologo in Suroti.
Stilianos Bouris
Direttore editoriale
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un “ parafulmine” d’oro per gli uomini! Negli abissi dei
giudizi di Dio, troviamo quei casi, dunque, che si rac‐
contano nei Profeti e nei Santi, così come in altre mille
situazioni. La cosa più importante è che Dio cambia
INTRODUZIONE quando gli uomini cambiano!
Le leggi spirituali, dunque sono diverse dalle leggi
I posteri hanno, sempre, il sacro dovere di racconta‐ naturali, poiché sono compassionevoli e, nelle sue pro‐
re per iscritto le divine gesta dei Santi Padri che vissero prietà, l’uomo entra in relazione con il Suo Creatore, Dio
nella loro epoca ed il combattimento spirituale che con‐ molto compassionevole.
dussero con filotimo1 per avvicinarsi a Dio. Naturalmen‐ Quando un figlio disperso si pente, si riprende, ed è
te, scrivere sui nostri santi è anche vantaggioso poiché, richiamato dalla sua coscienza, suo padre lo accarezza
in tal modo, ci ricordiamo di loro e ci entusiasmiamo nel con amore e lo consola. Il Nostro Padre celeste educa i
volerli imitare. I santi, allora, si commuovono maggior‐ suoi figli con amore, affinché si riprendano e ritornino a
mente e ci vengono in aiuto per poter giungere anche Lui. Egli non li educa con cattiveria o secondo la giusti‐
noi là dove si trovano loro. zia delle leggi del mondo ma con bontà divina e per il
Se dobbiamo, dunque, parlare delle virtù delle anime loro bene, affinché compiano la loro salvezza ed erediti‐
giuste (i nostri Santi Padri), e scrivere su di loro, a mag‐ no il regno Celeste.
gior ragione non dobbiamo dimenticare o far passare Che il buon Dio agisca senza tener conto delle nostre
sotto silenzio quelle anime giuste, ma anche molto ingiu‐ mormorazioni, affinché tutti siano salvati! Amen
riate, i Padri nostri, che, poveri uomini che siamo, abbia‐
mo afflitto con persecuzioni e deportazioni per le nostre
debolezze umane, gelosie ed invidie!
Se gli ingiusti si pentono sinceramente, saranno salvati
anche loro. Mentre coloro che hanno subito l’ingiustizia
non solamente sono salvati, ma sono anche ricompensa‐
ti. Essi sono i figli più amati da Dio! “Il Signore ama i
giusti”2. La Sacra Scrittura loda continuamente le anime
dei giusti ed afferma che le loro preghiere sono esaudite.
“ La supplica fervente del giusto è molto efficace”3.
Tra i Padri della nostra Chiesa che hanno subito ingiu‐
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ron Auxenio. L’esicasta russo, il Padre Antonio di Ka‐ sità, direbbero a Cristo con pietà: “Non ti affliggere più
roulia, mi ha donato, anche lui, molti altri numerosissimi per noi! Ci è sufficiente che il Paradiso sia completo. Ciò
elementi. ci riempie di gioia, come se ci fossimo anche noi”! E con‐
Tutto ciò che si potrà scrivere su di lui sarà certamente tinuerebbero a condurre il loro combattimento spirituale
ben poco per questo grande monaco che fu Chazi Ghior‐ con gioia e filotimo, per Colui che hanno amato di un a‐
ghis! Che la sua benedizione scenda su di noi! more puro. Il Cristo che è Amore, farebbe la sua dimora
nei loro cuori puri, come fece la Sua dimora nel santo
Monaco Paisio corpo della Vergine Tutta Pura.
I casi come quello di Chazi Ghiorghis, dove Dio per‐
mette che uomini giusti e forti spiritualmente, prendano
il fardello delle colpe di coloro che sono spiritualmente
deboli ed aiutino così il loro prossimo sono dunque,
molto rari. Noi possiamo dire che ciò arriva “per conces‐
sione di Dio”, e non quando cediamo noi stessi alla ten‐
tazione, poiché allora daremmo presa al Maligno. In
queste occasioni, le leggi spirituali funzionano:
“Chiunque in effetti si eleva sarà abbassato” (Lc 18, 14‐
15). Le leggi spirituali così funzionano secondo me: tanto
più in alto si lancia un oggetto, con tanta più forza, atti‐
rato dalla gravità terrestre, cadrà giù (legge naturale).
Tanto più qualcuno si innalza, molto più grande anche
sarà la sua caduta spirituale, e cadrà in proporzione al
suo orgoglio, ad eccezione di che costui oltrepassi la mi‐
sura umana e arrivi a quella dei demoni! Allora la legge
spirituale non agirà più su di lui in questa vita, ed in lui
si compirà ciò che dissero gli Apostoli: “ I malvagi e gli
impostori si inoltreranno sempre più nel male, perderan‐
no gli altri e se stessi” (2 Tm 3,13).
Tuttavia, se l’uomo comprende subito come il suo
orgoglio è elevato e domanda umilmente perdono a Dio,
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vogliono, bevendo del vino e bevande inebrianti.
Come ho già detto, i figli di Dio non lavorano né per
la ricompensa celeste né per la gioia spirituale di questa
vita. Poiché appartiene loro tutta l’eredità del loro Padre,
essi non sono pagati dal loro Padre! Poiché Dio, in quan‐
do Padre amorevole, darà loro in questa vita ed in quella VITA DEL NOSTRO BEATO PADRE GIORGIO
eterna i Suoi doni divini. Ciò è però unʹaltra cosa!
Coloro che lavorano per una ricompensa sono ope‐ CHAZI GHIORGHIS
rai; e coloro che evitano il peccato per non essere poi
condannati, lo fanno anche per interesse. Da un lato ciò Il nostro beato Padre Giorgio è nato a Kermira o
va bene, ma dall’altro, non c’è in queste cose nobiltà spi‐ Kermil di Cesarea di Cappadocia nel 1809. I suoi genitori
rituale. Tuttavia, dopo il così grande sacrificio di Cristo erano ricchi, non solamente in virtù, ma anche d’ogni
che ci ha liberati dal peccato, non ci vorrebbero lo stesso ben di Dio, che distribuivano ai poveri con tutto il loro
se noi non andassimo per “nobiltà” all’Inferno, per pau‐ cuore. Suo padre si chiamava Giordano ed apparteneva
ra di affliggerlo! a Kermira. Sua madre Maria, proveniva da Guelvéri (in
I santi Padri della nostra Chiesa avevano greco Karvali, patria di San Gregorio di Nazianzio).
quest’amore per Cristo, ma molti fra noi, purtroppo, Dopo aver avuto due figli, Gabriele (Chazi Ghior‐
hanno un amore poco costoso: l’amore che va fin e non ghis) ed Anastasio, vissero in condotta spirituale, come
oltre un limite, fin dove si può senza essere condannato! fratello e sorella, nella castità. Sua madre Maria, era sin
Un tale amore è inerente alla miscredenza. Si gioca delle dalla sua infanzia di spirito ascetico poiché aveva una
cose di questo mondo fino al limite dove non si può an‐ sorella monaca, eremita, che continuò a visitare anche in
dare senza essere condannati in questa vita nè essere seguito con i suoi figli. In tal modo si svegliava nel cuore
privati del Paradiso nell’altra vita! di bambino del piccolo Gabriele, che ascoltava da sua zia
Se Cristo ci dicesse: “ Figli miei, il Paradiso è già pie‐ racconti sugli asceti, il desiderio di diventare monaco!
no, non ho più posto per voi”, alcuni fra noi gli direbbe‐ Cercava di imitare gli asceti con digiuni austeri e pre‐
ro con insolenza: “ perché non lo hai detto prima?”, altri ghiere.
si getterebbero non perdendo più altro tempo e rubereb‐ Anche suo padre era pio. Si occupava di commer‐
bero non so quale istante al divertimento, e non vorreb‐ cio, era molto spesso in viaggio e questa era l’occasione
bero più sentir parlare di Cristo. per Maria di vivere con semplicità, senza “inquietarsi ed
I Figli di Dio al contrario, pieni di amore e di genero‐ agitarsi per le molte cose” (Lc 10,41). Prendeva allora
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Gabriele con lei, poiché era di gran lunga molto più reli‐ si correggono. In breve, Dio alleggerisce il fardello dei
gioso del fratello, ed andava a vegliare con altre donne colpevoli nel permettere ai giusti, forti spiritualmente,
nelle grotte o in cappelle. Si potrebbe dire che anche il d’essere calunniati.
latte che questa madre beata diede a suo figlio fosse a‐ Coloro che subiscono l’ingiustizia sono sicuramente
scetico! i figli prediletti di Dio. E, tuttavia, non possiedono tali
Quando Gabriele fu un po’ più grande, iniziò ad pensieri. Credono al contrario che, se la Grazia di Dio li
andare a scuola. Sebbene fosse molto intelligente, non dovesse abbandonare, potrebbero essere essi stessi col‐
riusciva ad imparare a leggere, e ciò, sembra, per dise‐ pevoli, anzi trovarsi in prigione, quei tali fra i colpevoli
gno divino, affinché questo bambino santificato appren‐ divorati dal vero rimprovero della loro coscienza. Quan‐
desse a leggere in maniera divina! Per quattro anni il do soffrono l’ingiustizia, hanno nel cuore Cristo che ha
piccolo Gabriele penava a scuola senza però riuscire u‐ sofferto l’ingiustizia e si rallegrano in esilio ed in prigio‐
gualmente a pronunciare una sola lettera. Poiché i suoi ne come se fossero in Paradiso! Poiché là dove c’è Cristo
genitori e la maestra di scuola lo rimproveravano, trovò c’è il Paradiso!
un pretesto e fuggì nascondendosi nelle grotte. A Kermi‐ Nel loro amore pieno di nobiltà i giusti non cercano
na, in una grotta, c’erano le impronte del Megalomartire la ricompensa celeste per le azioni buone che fanno nei
san Giorgio ed era là che si rifugiava spesso il piccolo confronti del loro prossimo. Essi sono figli di Dio e lavo‐
Gabriele. Digiunava spesso e pregava facendo numerose rano nella loro casa, la Chiesa di Cristo! Se l’uomo consi‐
metanie, e quando si sentiva senza forze mangiava le dera bene il profitto spirituale e la gioia interiore che ri‐
erbe che crescevano sulla montagna. Una volta che si ceve in questa vita per la più piccola opera buona fatta al
assentò da casa per un mese intero fu perché era entrato suo prossimo, lo supplicherebbe d’accettare e lui stesso
in contatto con alcuni asceti che abitavano delle grotte lì gli sarebbe riconoscente. Poiché il cambiamento si pro‐
intorno ed era vissuto anche lui in ascesi vicino a loro. durrebbe nell’anima e la gioia provata tramite il cuore
Quando i suoi genitori lo trovarono non lo rimprovera‐ dell’uomo caritatevole, quando offre una fetta di pane
rono più perché non riusciva a leggere. ad un orfano, il più grande cardiologo del mondo non
Un giorno sua madre gli disse con bontà: potrebbe accordargliela; è più che ricevere per stipendio
“Gabriele, figlio mio, va in chiesa e prega la Madre di una sacca di dollari!
Dio di aiutarti ad imparare a leggere”. Ugualmente, la gioia provata per le anime dei cristia‐
Nella chiesa della loro parrocchia c’era un’icona miraco‐ ni che conducono un “buon combattimento”, vegliando,
losa della Madre di Dio. Dopo aver digiunato tre giorni pregando e digiunando non potrà essere immaginata da
e fatto grandi metanie8 per ore, il piccolo Gabriele partì coloro che mangiano tutto ciò che vogliono e quando lo
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di notte per la chiesa, per pregare senza essere visto da‐
gli uomini.
Giunto al Nartece, si prostra dinanzi alle porte e venera
dal di fuori, poiché la chiesa era chiusa, con lacrime e
devozione la Madre di Dio. Mentre supplicava la Madre
LEGGI SPIRITUALI di Dio dicendo: “Accordami, Regina del Cielo,
d’apprendere a leggere” le porte della chiesa si aprirono
Forse alcuni si domanderanno perché Dio permette improvvisamente e la Madre di Dio apparve, prese il
che dei giusti subiscano delle prove, delle calunnie, etc., piccolo per la mano e lo condusse dinanzi all’icona di
come per esempio, l’uomo di Dio Chazi Ghiorghis, del Cristo e disse: “ Figlio mio, accorda al piccolo Gabriele
quale l’anima era purificata sin dall’infanzia. Così ho di apprendere a leggere” e come lui ebbe a raccontare
pensato bene di scrivere ciò che penso. più tardi: “A queste parole mi ha benedetto con la Sua
I disegni di Dio sono, certamente, un abisso. Ma, for‐ mano, mi ha abbracciato e mi ha detto: “Da questo mo‐
se, si riscontrano, a mio avviso, i seguenti casi. Se Dio mento tu sai leggere”. Poi essa entrò nel Vima9 dalla por‐
non permettesse che i giusti venissero calunniati come i ta nord. Vedendo che essa non usciva più, anche Gabrie‐
colpevoli, potrebbero essere dissimulati, loro che, nel le entrò nel Vima. Ugualmente la cercò in tutta la chiesa,
loro orgoglio, non possono sopportare il loro errore? La ma non poté trovarla!
terra non può contenerli e i demoni cercherebbero, inol‐ Arrivò l’ora dell’Akolutia ed il sacrestano arrivò
tre, un’occasione per condurli alla disperazione, affinché per suonare le campane. Quando vide le porte aperte e
si facciano del male e vadano all’Inferno. Gabriele all’interno della chiesa, si turbò e con meravi‐
L’immenso amore di Dio, che non vuole che una sola glia gli domandò: “Come mai tu ti trovi qua”?
anima debole si perda, permette che dei giusti siano ac‐ Gabriele gli raccontò con tutti i dettagli ciò che era
cusati e calunniati ingiustamente. Ma alla fine, la verità accaduto. Per controllare, allora, la verità di ciò che il
si manifesta! In tal modo, ciò aiuta anche noi, ad avere ragazzo diceva, il sacrestano gli diede un libro da leg‐
sempre dei buoni pensieri dinanzi al male che noi udia‐ gere. Gabriele si mise a leggere, e leggeva benissimo e
mo dire riguardo al nostro prossimo e a domandarci: “ si con chiarezza! Il sacrestano allora gli disse: “Veramente
tratta forse di calunnie”? All’evidenza anche i colpevoli questa donna era la Madre di Dio”!
provano un certo guadagno, prendono, a poco a poco, Dopo questo intervento divino, grazie al quale il bambi‐
coscienza della loro colpevolezza e, se posseggono una no imparò miracolosamente a leggere, i suoi genitori e
buona volontà, si sentono accusati dalla loro coscienza e vicini ebbero per lui un grande rispetto. Gabriele conti‐
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nuò ad andare nelle grotte e viveva in ascesi. Riunì an‐ giunano molto! “ Costui è un Chazi Ghiorghis” si dice.
che i suoi amici e costruirono un piccolo monastero, una Che la sua santa benedizione e le sue preghiere siano su
chiesa e alcune celle, ed avevano come Igumeno Gabrie‐ di noi! Amen!
le.
Quando ebbe quattordici anni, Gabriele partì con la
sua famiglia per Costantinopoli. Erano venuti a sapere
che il loro zio, che abitava lì, si era fatto Turco. Mentre
attraversavano un area desertica, Gabriele pensò che là
avrebbe potuto trovare degli eremiti e avrebbe chiesto
anche a loro di pregare per suo zio. Abbandonò, quin‐
di, i suoi compagni di viaggio e partì per la foresta alla
ricerca d’asceti, ma non ne trovò nessuno! Afflitto per
aver perso i suoi compagni, si mise a supplicare san
Giorgio di venire in suo aiuto! Improvvisamente il san‐
to gli apparve vestito da ufficiale, con il volto lumino‐
so, e gli disse:
“È vero che ti sei perso”?
“Si, mi sono perso, rispose il giovane”.
“Vieni con me”, gli rispose san Giorgio. Lo fece sali‐
re sul suo cavallo e ben presto raggiunse i compagni di
Gabriele, che si meravigliarono e glorificarono Dio!
Arrivati a Costantinopoli, Gabriele ed i suoi genitori,
profondamente afflitti, visitarono lo zio.
Questo zio occupava un posto elevato alla corte del sul‐
tano Mahmud II (1808 – 1839). Avendo ordinato alcuni
lavori pubblici nella sua patria10, divenne oggetto di ge‐
losia da parte degli Armeni che lo calunniarono dinanzi
ai Turchi. Per fuggire alla morte che gli sarebbe spettata,
egli si fece malauguratamente Turco. Era naturale che il
sultano gli accordasse in seguito i favori della sua confi‐
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1860 all’età di 106, dei quali 88 passati all’Athos! denza. Dopo aver consigliato allo zio di pentirsi, i geni‐
Riguardo al “nonno” spirituale di Chazi Ghiorghis, tori di Gabriele ripartirono per la loro patria. Ma lui ri‐
il Gheron Auxenzio, il Padre Germano Chaïr, racconta i mase a Costantinopoli presso suo zio e pregava molto. Si
seguenti fatti: era consegnato a duri combattimenti ascetici, affinché lo
“Una volta, alla Skiti di Kapsokalivia, c’erano dei zio ritornasse alla fede cristiana, e non solamente suo zio
Gheronta degni di rispetto, rassomigliavano ai celebri ma anche un sacerdote e qualche altro che, per paura, si
padri dei tempi antichi. Noi e tutta la fraternità, passa‐ erano fatti turchi. Le preghiere ardenti di Gabriele ac‐
vamo dinanzi a loro con gran rispetto e timore di Dio. compagnate da digiuni e numerose prostrazioni, favori‐
Come colonne incrollabili essi stavano in piedi durante rono l’intervento divino. Costoro tornarono dapprima
le agripnie, dalla sera al mattino, lo sguardo fisso sulle cristiani segreti e più tardi partirono per Smirne. Suo zio
lastre del pavimento della chiesa, che era piena di tali divenuto sacrestano, conduceva il combattimento cristia‐
Gheronta. Tutti erano uomini di silenzio: non erano in no con filotimo e profondo pentimento. Morì il giorno
nessun modo in loro parole vane. Parlavano poco, an‐ luminoso della festa della Risurrezione. Il sacerdote e gli
che per le cose necessarie, e solamente quando era il altri condussero anche loro una vita di combattimento
momento necessario. Conducevano la vita spirituale spirituale con filotimo e con cuore contrito. Morirono a
con rigore. Per la sua vita luminosa il vecchio monaco Smirne nel pentimento e cristiani!
Auxentio risplendeva in maniera del tutto speciale. Fra Per quattro anni Gabriele rimase alla corte del sulta‐
tutti questi Gheronta praticanti l’ascesi, egli era come no, il quale si rese conto della vita ascetica del giovane
una stella. Abitava la cella del Megalomartire san Gior‐ Gabriele, e lo ammirava! Un giovane uomo che non si
gio. Aveva una brocca per terra, nella quale faceva bol‐ lasciava scuotere dalle glorie umane e i divertimenti
lire delle erbe raccolte nel deserto, e questa era il suo mondani! Che trova riposo in un’oscura cantina e man‐
solo cibo! Alcune volte mangiava anche del pane, ma gia una volta al giorno un pugno d’orzo tostato! Che
niente d’altro! Il Gheron Auxentio visse moltissimi anni passa tutta la notte in preghiera e a fare metanie per ore!
alla Skiti, circa sessanta anni. Dopo la sua morte restò Il sultano si meravigliava di tutto ciò e disse ai suoi cor‐
come suo discepolo Neofito Caramallis, che morì nel tigiani: “ Chi ha insegnato a questo ragazzo a digiunare
1860 ultra centenario”! e pregare così?” La santa vita di Gabriele aveva trasfor‐
Dopo il Padre Neofito Caramallis, come suo discepolo mato anche il sultano, che si era fatto cristiano segreto!
vi fu Chazi Ghiorghis, che brillò a Kerassià dell’Athos! Gabriele, che in seguito sarà chiamato Chazi Ghiorghis,
Questo grande asceta e digiunatore si è fatto un nome. dirà più tardi: “il sultano Mahmud amava i cristiani. Co‐
Ed il suo nome è dato come appellativo a coloro che di‐ storo prima non potevano né far riparare una chiesa di‐
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roccata né costruire una nuova! Questo sultano, al con‐ molto tempo, pratica qui l’ascesi per la salvezza sua e
trario, promulgò quasi duemila decreti per edificare degli altri. È Padre Spirituale, e da lui si confessano i
nuove chiese, ecc. Offrì inoltre ai Cristiani due grandi monaci di cinque monasteri ed i Vescovi che dimorano
icone, una di san Giovanni il Precursore, per il quale a‐ al Monte Athos.
veva una grande devozione, ed una del profeta Zaccaria I monaci dei cenobi, dice, comunicano spesso ai
(padre del precursore), come anche un poliéleos11 in ar‐ Santi Misteri, ma senza osservare un digiuno austero.
gento. Costui manifestò, inoltre, una grande benevolen‐ Questo spirito non piace al padre Neofito. Quest’ultimo
za verso il Patriarca di Gerusalemme, che doveva trenta‐ è severo. Impressionato per aver letto in San Giovanni
seimila libbre d’oro ai Giudei! Il sultano si fece portare Crisostomo che coloro che comunicano al corpo ed al
tutti i documenti concernenti questo debito, li distrusse sangue di Cristo, sarebbero dovuti essere più puri di un
ed ordinò severamente ai giudei di non esigere più dal raggio di sole, chiesi al mio interlocutore di dirmi, per il
patriarcato il pagamento di questo debito. Cambiò nu‐ mio profitto spirituale, qualche parola su questo tema.
merose consuetudini turche e favorì moltissimo i cristia‐ Mi guardò con il suo sguardo chiaroveggente e mi dis‐
ni. Comportandosi così era naturale che i turchi lo assas‐ se:
sinassero dicendo in seguito che era “deceduto”. _ Abbi timore di Dio e sarai astinente in tutto.
Durante il suo soggiorno di quattro anni a Co‐ _ Amìn, gli risposi. Poi gli chiesi di parlarmi della sua
stantinopoli e la conversione di suo zio e degli altri vita.
che avevano apostatato Cristo, Gabriele, che aveva _ Ho dieci discepoli mi disse. Non vanno da nessuna
allora 18 anni, si preoccupava della sua salvezza, e parte. Di giorno coltivano il giardino e la vigna e, la not‐
supplicava giorno e notte con lacrime la Madre di Dio te, ciascuno di loro fa numerose metanie. Si accontenta‐
di farlo uscire dalla corte del sultano e di indicargli la no di un cibo non cotto. Si comunicano una volta la set‐
via della salvezza. Assisteva tutti i giorni alla Divina timana dopo la confessione dei pensieri e la preghiera
Liturgia nelle chiese del Patriarcato e se ne stava in‐ d’assoluzione”.
nanzi all’icona in mosaico della Madre di Dio che si Secondo l’opinione dei suoi contemporanei, il vecchio
trovava dietro la cattedra del Patriarca, pregando con Padre spirituale Neofito era un uomo santo agli occhi di
lacrime la Madre di Dio di guidarlo. Terminata la Di‐ Dio. Quaranta giorni prima di morire predisse il giorno
vina Liturgia, Gabriele non usciva insieme con gli al‐ della sua morte. Lesse allora il Vangelo ed il salterio, si
tri, ma continuava a supplicare la Madre di Dio, con scavò da se stesso la tomba, comunicò ai Santi Misteri,
grande fede e semplicità infantile, di fargli sapere ciò donò la sua benedizione ai suoi discepoli, si segnò e ri‐
che doveva fare. Improvvisamente, come lui stesso mise in pace la sua anima al Signore. Si addormentò nel
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raccontò in seguito, vide la Regina dei Cieli vestita di
un bianco abbagliante, uscire dall’icona, andare vicino
a lui e chiedergli:
“Cosa desideri”?
ANTENATI SPIRITUALI DI CHAZI GHIORGHIS “Desidero fare qualcosa per salvarmi”, rispose Ga‐
briele. La Madre di Dio gli disse allora:
Sì, tutti abbiamo il santo dovere di commemorare i “Vai alla porta esterna del Fanar12 sul molo e la
nostri antenati e d’essere loro riconoscenti, poiché siamo vedrai un monaco. Va con lui alla Santa Montagna”!
loro grandemente debitori; quanto di più allora dobbia‐ Dopo aver detto ciò la Madre di Dio rientrò nella
mo avere riconoscenza nei confronti dei nostri santi an‐ sua icona.
tenati spirituali che ci aiutano per la sicura conoscenza Gabriele pieno di gioia, corse al molo e vide un
che hanno presso Cristo! Per ciò è cosa buona parlare un rispettabile monaco, con una lunga barba. Era il padre
poco del Padre spirituale di Chazi Ghiorghis, il Padre Gregorio, Igumeno del monastero di Grigoriu13 della
Neofito, e di suo “nonno” spirituale, il Gheron Auxéntio. Santa Montagna. Gabriele cadde ai suoi piedi suppli‐
Ancora bambino a Cesarea il Padre Neofito Cara‐ candolo di condurlo con lui all’Athos. Ma l’Igumeno
mallis sentì parlare della Santa Montagna e, nella sua Athonita gli disse:
semplicità infantile, pensava che i monaci eremiti man‐ “I Santi Padri ed i decreti dei Patriarchi proibiscono
giassero solamente quando sentivano suonare la campa‐ di prendere al Monte Athos non solo dei bambini come
na in Cielo! Allora decise di imitarli! Aspettava anche lui te, ma anche coloro che sono ancora imberbi. Così non
di poter sentire la campana, ed infatti l’ascoltava, e sola‐ insistere, al Monte Athos non puoi venire per ora”!
mente allora si metteva a tavola! Continuò a seguire tale Avendo ascoltato il rifiuto del monaco, Gabriele cadde
regola per molto tempo, fino a quando arrivò alla Santa in una grande pena. Si sentì allora obbligato a raccontar‐
Montagna all’età di 18 anni e fu tonsurato monaco dal gli come gli era apparsa la Santa Vergine e che era stata
Gheron Auxéntio, a Kapsokalivia. In quel luogo visse lei ad avergli ordinato di dire all’Igumeno di prenderlo
per la maggior parte della sua vita e praticò l’ascesi per all’Athos. Sfortunatamente, il Gheron non volle assoluta‐
88 anni! mente accettare di condurlo all’Athos e non prestò alcu‐
Il reverendo padre Porfirio Ouspenskji, che allora na attenzione a questa grazia della Madre di Dio, che
era ancora Archimandrita, aveva visitato il Padre Neofi‐ può agire contro le disposizioni umane, per quando essi
to. Ecco ciò che scrive: possano essere eccellenti .
Il Padre Neofito nacque e fu allevato in Oriente. Da Tutto ciò avvenne alla presenza del capitano della
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fratelli in un Kellion e tutti noi conduciamo una vita si‐ Aveva appreso che in una skiti di Kapsokalives c’era un
mile (io da quaranta anni): noi non mangiamo mai grassi padre spirituale ricolmo d’esperienza, il Padre Neofito
nemmeno per Pasqua, né i giorni in cui la dispensa C a r a m a n l is , s u o c o m p a t r i o t a , e g r a n d e
d’olio è permessa. “lottatore”(spirituale) poiché aveva in abbondanza la
Altri asceti conducano la vita esicasta, certi in due, altri grazia di Dio. Partì per Kapsokalives e trovò il Padre
in tre, ed anch’essi trascorrano tutta la vita nel digiuno. nella sua Kellion di san Giorgio. Nel momento in cui vi‐
Se si digiuna in maniera cieca e dogmatica, si è legati de il giovane Gabriele, il Padre Neofito lo accolse con
dalle regole, ma per coloro che “lottano” è stato scritto: gioia, poiché vedeva la grazia di Dio come fosse dipinta
per il giusto non ci sono regole, (1Tm 1,9) e Chi lotta si astie‐ sul suo viso. In quel periodo c’erano anche molti soldati
ne in permanenza (1Cor 9, 25). Che essi possano ora com‐ turchi al monte Athos a causa della rivoluzione del 1821‐
piere il loro digiuno con la benedizione di Vostra Santi‐ 1830, tanto che il Padre Neofito lasciò Gabriele nella
tà, affinché la loro coscienza non li accusi di disobbe‐ grotta di san Niphon, dove egli stesso si era dato
dienza. Il monaco deve essere un buon esempio per il all’ascesi, allo scopo di proteggerlo dalla barbarie dei
popolo. Che la vostra luce brilli dinanzi agli uomini (Mt 5, turchi. In questa grotta, Gabriele condusse un rude com‐
16). Tanto più che oggi vi è indispensabile, in quando battimento spirituale con filotimo e rimase quattro anni
pastore, d’avere la preoccupazione di combattere coloro senza vedere nessuno eccetto il suo Gheron che lo visita‐
che sono contro il digiuno, poiché i cristiani hanno forte‐ va e lo comunicava ai Purissimi Doni14. Divenuto Ga‐
mente deviato dal retto cammino. Sia con minacce sia briele maggiorenne, l’armata turca accampata sul monte
con consigli, insegnate loro a non disprezzare le leggi Athos era meno numerosa, e quindi poté tornare dal suo
dei Santi Padri e dei Santi Sinodi della nostra Chiesa. È Gheron, il padre Neofito, alla Kaliva15 di san Giorgio do‐
infatti scritto che chiunque non osserva il digiuno dei ve vivevano nove altri fratelli.
mercoledì e venerdì della grande Quaresima, e gli altri Sebbene ancora novizio, Gabriele, manifestava le
digiuni prescritti, deve essere scomunicato. Così non caratteristiche di un monaco avanzato nella vita spiritu‐
dobbiamo anche noi, fin dove ci è possibile, aver timore ale. Era, si potrebbe dire, il radiotelegrafista di Dio. Una
di presentare agli uomini delle regole difficili se servono volta, mentre pregava, sentì la voce del Gheron dire
a impedirgli di trasgredire le leggi di Dio e compiere loro: “ Figli miei salvatemi”. Gabriele, si precipitò a dir‐
delle azioni insensate. Di tali trasgressori, voi dovete lo al fratello più anziano, ma purtroppo quello lo scher‐
mettervi alla caccia! Ma non disviate i fratelli che voglio‐ niva:
no digiunare senza cattive intenzioni. Gioite, al contra‐ “Povero smarrito, vai a compiere la tua regola di
rio, di coloro che vogliono praticare l’ascesi! Gioite preghiera in cella!”
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Appena Gabriele ricominciò a pregare sentì nuova‐
mente e con più insistenza il Gheron dire con una voce
straziante: “figli miei salvatemi! Mi trovo vicino la Cro‐
ce, che è a Zigos, dinanzi a Kerassià, e sono in pericolo!
Venite a salvarmi”! LETTERA DI CHAZI GHIORGHIS
Gabriele ritorna dal monaco e gli dice: “Il nostro AL METROPOLITA DI CHIO
Gheron è in pericolo e si trova in alto alla Croce”!
Il monaco, questa volta, lo sgrida ancora di più:
“Sei forse completamente uscito di senno? Tu senti Al Reverendissimo e Santissimo Metropolita di Chio,
la voce del Gheron sin dalla Croce”? ( cioè a due ore di Monsignore Gregorio, cui mi prosterno.
cammino in tempo buono).
Gabriele allora soffrendo molto lo supplicava: “O Reverendissimo e Santo Monsignore, bacio umil‐
Padre, recita un komboschini16 facendoti il segno della mente la vostra mano.
croce con attenzione, e vedrai”! Vi assicuro con forti suppliche che i Gheronta Ieroteo
Dal che il monaco iniziò facendo il segno della croce re‐ e Macario, che conducono vita esicasta in una Kaliva
citando la preghiera di Gesù, e intese la voce straziante della vostra Eparchia, hanno amato e scelto la parte buo‐
del loro Gheron. na. Piaccia a Dio che essi possano perseverare in una tale
I fratelli si strinsero subito dei bastoni sui piedi con vita! Poiché essi lo hanno giurato a se stessi ,e ciò è orgo‐
le corde, per non affondare sulla neve, e si misero in glio, a partire da oggi, giorno che fissarono con la vostra
cammino. Ci volle circa mezza giornata per arrivare nel benedizione, che essi abbiano come regola di non fare la
posto dove si trovava il loro Gheron, perché c’era molta dispensa d’olio28. In effetti chi digiuna umilmente, nel
neve. Giacché la neve era qualche metro più bassa a Ka‐ considerarsi peccatore, o ancora per ascesi o per amore
vsokalivies e molto più alta alla Croce ! di Dio, non è legato dalle regole dei santi Padri. Ne ab‐
Il Padre Neofito, rientrando da un viaggio e salendo biamo testimonianze provenienti da diverse parti. Molti
dalla Skiti di sant’Anna verso Kerassià (si era in inverno santi come san Giovanni Crisostomo hanno trascorso
e c’era un pessimo tempo) era già sfinito quando arrivò tutta la loro vita nutrendosi solo di verdure, altri di legu‐
vicino la Croce. A causa dell’abbondanza della neve, mi secchi. San Giacomo il fratello del Signore non ha mai
sprofondò e non poté più andare oltre. Quando arrivaro‐ mangiato durante la sua vita dei grassi né si è nutrito
no i suoi discepoli, lo trovarono seppellito sotto la neve, d’animali. Numerosi eremiti hanno fatto lo stesso, così
quasi morto! Poiché era gelato, lo presero e lo portarono anche io anche, il più piccolo di tutti! Siamo circa trenta
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Il santo Gheron aveva anche alcuni figli spirituali nel senza indugio a Kerassià, perché potesse rinvenire. Tut‐
mondo, che guidava e proteggeva spiritualmente, come tavia, ciò che salvò l’Anziano, secondo me, non furono i
possiamo vedere nella lettera al metropolita di Chios. soccorsi umani che gli furono prodigati, il caldo e le be‐
Sebbene vivessero “nel mondo”, vivevano tuttavia vande calde, ma la preghiera ardente di Gabriele!
“fuori del mondo”, seguendo il Tipikon austero di Chazi Quando il Padre Neofito fu guarito, ritornarono a
Ghiorghis. Aiutavano i cristiani con il loro buon esem‐ Kapsokalivies, al Kellion di san Giorgio. Poco tempo do‐
pio, il loro zelo per il combattimento spirituale, custo‐ po, Gabriele fu tonsurato monaco nella loro Kaliva e ri‐
dendo le sante tradizioni della nostra Chiesa. cevette il nome di Giorgio. Più tardi, a causa del suo pel‐
In quel periodo, così sembra, gli uomini avevano ini‐ legrinaggio ai luoghi santi, prese il nome di “Chazi
ziato a rilassarsi spiritualmente e Chazi Ghiorghis lotta‐ Ghiorghis”.
va per preservare lo spirito ortodosso, pieno di zelo per Poichè la comunità del padre Neofito a Kapsokali‐
il combattimento spirituale, caratteristico della nostra vies era divenuta numerosa, i fratelli salirono a Kerassià
Chiesa. per avere più hesychìa17. Rimasero quattro anni nel Kel‐
Noi dobbiamo essere ancora più vigili, poiché, oltre lion dei santi Apostoli, il tempo di preparare il grande
al grande rilassamento che si può ben osservare, gli uo‐ Kellion di san Demetrio e san Mema. Là c’erano abba‐
mini di oggi sono, malauguratamente, riusciti a produr‐ stanza posti per tutta la comunità. A Kerassià il Padre
re delle leggi lassiste e le impongono anche a coloro che Neofito, in seguito ad una visione, stabilì la regola auste‐
praticano il combattimento spirituale. Se noi ci confron‐ ra di un digiuno perpetuo e della preghiera continua. In
teremo con i santi, vedremo le nostre passioni, ci umilie‐ seguito, nel 1848, lasciò il Padre Giorgio (Chazi Ghior‐
remo e condurremo il combattimento spirituale con filo‐ ghis) alla guida della comunità, come Gheron. Questo si
timo per essere così salvati. stabilì a Karies nel Kellion di san Nicola (dipendente dal
monastero di Simonos Petras18). Questo posto era più
comodo per i pellegrini e gli permetteva, in quando pa‐
dre spirituale dotato di carismi, di aiutare molte più ani‐
me sofferenti.
I fratelli della comunità (di Kerassià) avevano molta
fiducia in Chazi Ghiorghis, poiché lui stesso dapprima
aveva vinto (superato vittoriosamente le prove e le ten‐
tazioni)come discepolo ed ora poteva, dunque, com‐
prendere gli altri discepoli. Egli era solito sopprimere la
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da parte degli uomini, credo che Cristo lo abbia giudica‐ cose che voi temete di più”?
to degno della doppia corona, di santo monaco e di mar‐ Il Diavolo rispose: “Le cose da noi temute e perce‐
tire! E in questo caso, essendo stato tormentato da cri‐ pite come insopportabili sono: i Misteri del battesi‐
stiani, la sofferenza è più dolorosa, poiché gli uomini di mo, per i quali perdiamo tutti i poteri ed ogni diritto
Dio soffrono molto di più per il comportamento rigido su voi, la Croce, che ci tormenta, ci mette in fuga e ci
dei loro fratelli, comportamento che poco si addice ai annienta e, soprattutto, la Comunione. La Comunio‐
cristiani! ne, continuò il diavolo, è per noi più temuta del fuo‐
Da queste poche pagine si può percepire la santità co della Geenna. Non solamente non possiamo acco‐
del monaco Giorgio, Chazi Ghiorghis! Il santo Gheron si starci a colui che si è comunicato degnamente, ma
sforzava naturalmente di vivere nell’ombra, come sono abbiamo perfino paura di guardarlo in faccia. Ma,
soliti fare per abitudine i Santi Padri della nostra Chiesa. sebbene tutto ciò sia mortale per noi, noi siamo rico‐
Anche per il poco che conosco, ciò che ho scritto di lui noscenti agli uomini poiché, per le loro disattenzioni
non gli rende pienamente giustizia. e le loro abitudini peccaminose, essi allontanano da
Non ha importanza se la nostra Chiesa non lo ha an‐ loro le energie dei Misteri. Sono solamente loro che
cora proclamato santo, per accordargli l’aureola. ci danno il potere di impadronirci del loro cuore”!
L’importante è la vita luminosa del Gheron, il suo sem‐ Tramite questo racconto, Chazi Ghiorghis voleva
plice esempio, silenzioso e benevolo. Era ricolmo di vir‐ far comprendere, in maniera viva, ai suoi discepoli
tù e di forze divine che egli offriva con tutto il suo essere l’importanza dei santi Misteri per i Cristiani.
al servizio del suo prossimo. Ha compiuto dei miracoli, Al fine di sopportare con gioia i lavori e le soffe‐
aveva delle visioni divine e possedeva i carismi di chia‐ renze dell’ascesi che praticavano per la salvezza delle
roveggenza. Aveva la grazia di Dio in abbondanza, e loro anime, il Gheron richiamava alla loro attenzione
questa lo colmò. Durante l’esumazione delle sue Sante questa storia che il suo Gheron, il Padre Neofito gli
Reliquie, esse emanavano un profumo che le parole non aveva raccontato:
possono descrivere. “ Un ammalato aveva perso la pazienza e gridava
Lo Ieromonaco Partenio donò qualche reliquia come al Signore. Lo supplicava di liberarlo da quelle terribi‐
evloghia26 ad alcuni russi devoti e conservò il resto a Ka‐ li sofferenze. Un angelo gli apparve e gli disse:
ries, nel suo Kellion, dipendenza di Chilandari27, dedica‐ “Il Dio d’ogni Bontà ha ascoltato la tua preghiera a
to all’an‐nunciazione della Madre di Dio. Oggi ignoria‐ condizione, però, che tu accetti di passare tre ore
mo dove si trovino! Preghiamo perché si trovino le sue all’Inferno, anziché vivere un anno sulla terra nelle
Sante Reliquie, affinché riceviamo anche noi, una piccola sofferenze, tramite le quali, come l’oro al fuoco, ogni
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uomo si purifica dal peccato. La tua anima doveva “Noi”, diceva il Padre Ignazio, “non avevamo dato
essere purificata con la prova della malattia, da sop‐ importanza alle parole del Gheron”.
portare ancora per un anno. Tutto ciò ti sembrerà dif‐ Ma nello stupore dei suoi discepoli, e mentre non sof‐
ficile ma pensa ciò che significa l’Inferno, dove vanno friva d’alcun male, se non degli acciacchi dovuti alla vec‐
tutti i peccatori! Se invece vuoi farne l’esperienza per chiaia, il Padre Niceforo rese la sua anima a Dio tre gior‐
tre ore solamente, e per le preghiere della Santa Chie‐ ni più tardi e cioè il 20 dicembre 1886. Chazi Ghiorghis
sa, tu sarai salvato”! era andato in cielo il 17 dicembre 1886, nel giorno e
Il malato pensò: “Un anno di sofferenze sulla terra nell’istante preciso in cui il padre Niceforo aveva avuto
è molto lungo! È sicuramente meglio soffrire tre ore la sua visione.
che un anno!” Per ordine del Santissimo Patriarca Joakim III, Bessa‐
Sono d’accordo per le tre ore all’inferno! Disse rione, vescovo di Dyrrachio, circondato da tutto il clero,
all’angelo. L’angelo allora prese delicatamente la sua si celebrò l’ufficio funebre con solennità, ed una commo‐
anima, la lasciò all’Inferno e disse: “Ritornerò fra tre vente orazione funebre fu pronunciata. Il popolo in mas‐
ore”. sa, fra gli altri studenti, ragazzi e ragazze che il Gheron
L’oscurità perpetua che regnava in quel luogo; aveva molto aiutato durante la sua vita, accompagnaro‐
l’oppressione, le grida dei dannati raggiungevano le sue no il santo Gheron, Chazi Ghiorghis. Tutti erano addolo‐
orecchie ed i loro volti inferociti causavano allo sciagura‐ rati per aver perso colui che li proteggeva, perfino i Tur‐
to un terrore ed una tristezza spaventosa. Da ogni parte chi, poiché a molti fra loro aveva fatto del bene e li aveva
non vedeva e non sentiva altro che tormenti. Nell’abisso guariti da diverse malattie, anche loro dunque lo rispet‐
infinito dell’Inferno non c’era un solo grido di gioia! So‐ tavano. Chiamavano Chazi Ghiorghis Bizìm Babà cioè
lamente gli occhi infuocati dei dannati, pronti allo stra‐ “Nostro Padre”.
zio, luccicavano nell’oscurità. Chazi Ghiorghis amava tutti gli uomini di un amore
Lo sciagurato si mise a tremare e a gridare, ma solamen‐ vero. Egli era sempre sereno, non si meravigliava di nul‐
te l’abisso rispondeva alle sue urla! Gli sembrava che la e perdonava a tutti. Aveva un grande cuore, accoglie‐
fossero passati dei secoli in questi tormenti e, ad ogni va tutto e tutti e li sosteneva. Egli in qualche modo si era
istante, aspettava che l’angelo venisse a cercarlo, ma in‐ liberato della materia e conduceva una vita angelica. Era
vano! divenuto come un angelo e se ne è volato in Cielo, poi‐
Finalmente disperato al pensiero di non poter vedere ché non aveva più né passioni dell’anima né interessi
mai più il Paradiso, si mise a gemere e a piangere, ma materiali. Donava tutto! Ed ora eccolo così in alto!
nessuno si curava di lui. I peccatori all’inferno non pen‐ Poiché il santo Gheron ebbe a soffrire ingiustamente
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Oltre a coloro che si recavano da lui in cerca di un aiuto savano che a se stessi, ed i demoni gioivano dei loro tor‐
spirituale, altri vi si recavano perché avevano bisogno di menti!
denaro pensando quest’ultimi che dovesse avere molto Ma ecco che la dolce luce dell’angelo apparve
denaro in banca! Dal suo letto Chazi Ghiorghis anche a dall’abisso. Con un sorriso paradisiaco se ne stava so‐
loro mostrava il cielo con la sua mano e diceva “Là in pra il povero tormentato e gli chiese: “Uomo come
alto si trova la mia banca! Là non ho del denaro, ho sol‐ stai”?
tanto ancora un debito”! Voleva dire che doveva rimet‐ “Non credevo che le bugie potessero esistere an‐
tere la sua anima nelle mani di Dio. che fra
Chiese di essere comunicato ed entrò nel riposo del gli stessi angeli”! Mormorò il tormentato con la voce
Signore il 17 dicembre 1886 (vecchio calendario, corri‐ spenta.
spondente al 4 dicembre 1886 secondo il calendario gre‐ “Cosa vorresti dire” ? chiese l’angelo.
goriano). Fu sepolto a Balouklì nella Chiesa della Zoodo‐ “Cosa vuol dire ciò”? Soggiunse il poveretto. “Mi
chos Pighì (Sorgente Vivificante) della Theotokos, nella avevi promesso di venirmi a cercare alla fine di tre ore,
stessa tomba dove era stato sepolto suo fratello Anasta‐ ed ho l’impressione che siano passati degli anni, dei
sio tre anni prima. secoli sono trascorsi in questi tormenti insopportabili”!
In quel giorno, il Padre Niceforo (tonsurato monaco “Quali anni, benedetto da Dio, quali secoli”? Disse
dal padre Neofito Caramallis), fratello spirituale di Cha‐ l’angelo, stupito, “è appena passata un’ora da quando
zi Ghiorghis che abitava la Kalivia della Dormizione sono andato via da te, e tu devi rimanere in questo luo‐
della madre di Dio a Katounakia, era anche lui malato. go ancora due ore”.
Mentre il Gheron era a letto e guardava verso l’alto, en‐ “Cosa? Due ore? Oh! Non potrei sopportarlo, non
trò improvvisamente in estasi e perse conoscenza! Dopo ne ho la forza! Se è possibile e se è la volontà di Dio, ti
un poco tornò in se e disse: supplico, portami via subito da qui! Meglio che io sof‐
“Sono di ritorno da Costantinopoli, da Chazi Ghior‐ fra sulla terra ancora degli anni, fino al giorno del
ghis”. Giudizio stesso, ma farmi uscire dall’Inferno! Abbi
“E che cosa ci porti da laggiù”? Gli chiese il suo di‐ pietà di me”! Gemette il tormentato, tendendo le sue
scepolo, il Padre Ignazio. mani verso l’Angelo.
“Vedi, sono venuto a portarvi dei Koliva”25. “Bene”, rispose l’angelo. “Il buon Dio e Padre miseri‐
“Ma cosa stai dicendo”? Continuò il Padre Ignazio. cordioso, ha avuto pietà di te”!
Mi ha detto: “ Fra tre giorni verrò a cercarti”, rispo‐ A queste parole il malato aprì gli occhi e vide che si tro‐
se il Gheron, e smise di parlare. vava come prima nel suo letto da infermo.
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Con tali pensieri il Gheron si sforzava di mortificare i per far riparare il kellion di San Demetrio e di san Me‐
suoi sensi. Tramite la preoccupazione della salvezza nas. Questa era la regola di Chazi Ghiorghis: dare in ele‐
dell’anima sottometteva il corpo e mortificava le passio‐ mosina le “benedizioni” che gli sono state date e restare
ni. lui stesso sempre il più povero fra poveri! In tal modo si
A seguito di una tale ascesi sovrumana, della sua pa‐ è arricchito ed è diventato principe cioé figlio di Dio!
zienza, della sua rassegnazione con la quale grandemen‐ Naturalmente l’ascesi praticata con filotimo, che egli se‐
te affrontava i dolori più terribili, e dei suoi umili pen‐ guì fino agli ultimi anni della sua vita, trascorsi a letto,
sieri, ‐ giustamente è stato santificato dal seno di sua ma‐ ci ha aiutati. Tutto il suo corpo lo faceva soffrire, soprat‐
dre, si considerava un gran peccatore e pensava che la tutto i suoi piedi, tanto che non poteva più camminare.
sua anima dovesse essere purificata per i dolori delle Ma sebbene le sue forze corporali lo avessero abbando‐
malattie, è naturale che la grazia di Dio gli fosse accorda‐ nato, anche dal suo letto non abbandonava la sua ascesi!
ta in abbondanza e che non si fosse mai ammalato du‐ Gli uomini sofferenti non lo abbandonavano, poiché a‐
rante la sua vita. vevano bisogno di lui, e ricorrevano a lui per ricevere
Il padre Giorgio si affliggeva molto quando nei pri‐ aiuti e consigli spirituali. Perfino nel suo letto di soffe‐
mi passi della vita monastica, all’inizio del combattimen‐ renza il santo Gheron si occupava della sofferenza degli
to per la salvezza dell’anima, alcuni perdevano il corag‐ altri!
gio e vacillavano. Non sopportando più la lotta soccom‐ Poichè lo ieromonaco russo Partenio di Kerassià era
bevano alla tentazione ed abbandonavano la loro profes‐ stato salvato da morte certa da Chazi Ghiorghis, esso
sione di vita monastica e la montagna santificata era divenuto suo discepolo e lo rispettava moltissimo.
dell’Athos, senza alcuna coscienza della gravità delle Assisteva continuamente il Gheron. L’attività generale
promesse fatte a Dio. Il Gheron diceva che noi dobbiamo di padre Partenio, tuttavia, contribuì molto a deteriorare
accettare tutte le prove con pazienza ed umiltà, al fine la situazione e favorì l’esilio di Padre Chazi Ghiorghis.
che la nostra anima sia purificata totalmente dai peccati Amava un poco la gloria e desiderava mettersi in mo‐
commessi coscientemente ed incoscientemente. Consola‐ stra. Questo ieromonaco utilizzava il nome di Chazi
va molto coloro che erano tormentati dall’accidia e li Ghiorghis in tutto ciò che faceva, approfittando della
consigliava spiritualmente. A coloro che si rifiutavano di santità del Gheron, e in tal modo creò dei problemi!
portare la croce della vita monastica e volevano abban‐ Malgrado ciò lo amava e restò con lui fino alla fine della
donare la Santa Montagna, raccontava la seguente storia: sua vita.
“Un monaco Aghiorita aveva il dono della chiaro‐ Fino al suo ultimo respiro, il santo Gheron conserva‐
veggenza, vedeva tutte le orde di demoni, una più de‐ va uno spirito lucido e consigliava con divina chiarezza.
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conforma alle regole ed alla tradizione del nostro luo‐ testabile dell’altra. Una di queste, tuttavia, sembrava
go”. così tanto ripugnante che alla sola vista si era presi da
Il Padre Ghiorghios, uomo di Dio, arriva dunque al sconcerto. L’asceta li guardava e si chiedeva da dove
luogo del suo esilio, a Marmaras di Costantinopoli, feri‐ potesse provenire una così ripugnante bruttezza!
to e separato dai suoi figli spirituali come anche dal Perché ci guardi in modo tanto strano? Gli chiede un
Giardino della Panaghia, dalla Santa Montagna! Chazi demonio con ironia satanica. Tutto ciò che vedi sono i
Ghiorghis volava in alto come l’agile aquila reale demoni che tentano i monaci cercando di impedire loro
dell’Athos. Sventuratamente alcuni uomini turbolenti, che lavorino per la propria salvezza. Li fanno cadere
non della sua comunità, ma estranei, cercarono conti‐ nell’accidia affinché si ricordino della loro famiglia e
nuamente di tagliargli le ali e di distruggere il suo nido della loro patria, gli suggeriscono di abbandonare la
fino al punto di averlo cacciato! Ma “poco importa dove Santa Montagna e di ritornare nel mondo. Coloro che
è gettato un blocco di pietra, un blocco di pietra sarà lasciano la Santa Montagna ed abbandonano l’Abito, mi
sempre utilizzato!” occupo io stesso di portarli sulle mie spalle fino al bat‐
A Marmaras, presso Costantinopoli Chazi Ghior‐ tello, e sono loro che mi hanno consumato il collo ed il
ghis aveva trovato un monastero dedicato ai santi Ermo‐ dorso, e dopo averli trasportati fino al battello li accom‐
lao e Pantaleimon e la perseguì la sua vita ascetica. pagno nel mondo. Il Gheron fece il segno della croce e
La presenza di Chazi Ghiorghis a Costantinopoli a tutto svanì”.
quell’epoca fu un balsamo divino per le anime afflitte Chazi Ghiorghis consigliava ciascuno in maniera ap‐
dei cristiani, che soffrivano molto a causa del crudele propriata, con discernimento. Consolava le anime e le
sultano Abd‐ul‐Hamit (1883 circa). Non solamente il aiutava con le preghiere che gli scaturivano dal cuore.
santo Gheron dispensava la consolazione divina sulle Per la sua vita condotta in santità, il suo viso risplendeva
anime afflitte, ma, per la Grazia di Dio che dimorava in e irradiava la Grazia divina sulle anime sofferenti. La
lui, guariva anche i corpi sofferenti: compiva dei miraco‐ fama del Gheron si era sparsa un po’ dappertutto e da
li! Perfino la sua cintura era miracolosa! Dei malati la ogni parte le folle ricorrevano a lui allo scopo di ottenere
portavano ed erano guariti! Le donne in gravidanza al un profitto spirituale per le proprie anime. Dall’alba fino
momento di partorire chiedevano la cintura del santo a sera raccoglieva il dolore di coloro che soffrivano e ri‐
Gheron e, quelle che la portavano partorivano subito. scaldava il loro cuore con il suo amore spirituale, simile
Persino gli indemoniati erano liberati dai demoni! al sole della primavera.
Il suo discepolo, il Padre Simeone, gli aveva fatto “Un buon inizio è già una buona fine”. Partì dalla sua
visita a Marmaras, ed il Gheron gli diede dell’argento patria quando ancora era bambino. Abbandonò i suoi
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preoccupazione, pregassero per la loro salvezza e quella egli fosse ancora a Kerassià e non in Cielo!
del mondo intero. La maggior parte proveniva dalla Tutti questi segni miracolosi, così come la venera‐
Russia. Gli ultimi anni, tre o quattro monaci, abituati zione degli uomini e quella stessa dello Zar nei confronti
alle mollezze, avevano per orgoglio abbracciato la vita della persona di Chazi Ghiorghis, avevano provocato
comunitaria presso Chazi Ghiorghis, perché fossero molte gelosie e invidie presso qualche Aghiorita russo,
considerati anche loro come suoi autentici discepoli. A che lo calunniò anche presso i greci affermando che Cha‐
poco a poco, influenzarono qualche altro monaco della zi Ghiorghis amava i russi e lo Zar più della Grecia. Di‐
comunità, come anche un monaco intellettuale, sgraziatamente, si trovò qualche greco sospettoso ( verso
d’origine moldava, chiamato Theofane. Costoro si anda‐ i russi ) che vi credette. In quell’epoca vi erano risenti‐
rono a lamentare presso il monastero della Grande menti umani fra greci e russi per certa propaganda. Le
Lavra21 affinché Chazi Ghiorghis modificasse il suo Ti‐ relazioni del santo Gheron con i russi erano tuttavia pu‐
pikon austero, poiché non vi si potevano adattare! Il ramente spirituali. Inoltre una tensione tra greci e russi
santo Gheron obbedì subito all’ingiunzione del mona‐ del monastero di san Pantaleimon era sorta e la discor‐
stero e a partire da quel momento si mangiò con olio il dia era grande. Si erano appellati al Gheron Chazi
sabato e la domenica, e si mettevano a bollire dei legu‐ Ghiorghis perché li riconciliasse e, per due mesi, costui
mi. Poiché, alcune volte, un grande cinghiale era entrato fece andirivieni e viaggi tra la sua Kalivia ed il monaste‐
nel loro giardino e aveva distrutto i legumi, i fratelli era‐ ro. In seguito ebbe una visione della Theotokos23 che di‐
no andati a riferirlo al Gheron. Questi disse loro di vigi‐ stribuiva benedizioni in parti uguali sia ai greci sia ai
lare e di andarlo ad avvertire quando il cinghiale sareb‐ russi. Capì, allora, che greci e russi dovevano rimanere
be arrivato. Una sera, dunque, nel momento in cui insieme al monastero di san Panteleimon ed amarsi! Cio‐
l’animale stava sciupando la coltura per entrare nonostante, per coloro che provocarono scandali, e nei
nell’orto, i fratelli andarono ad avvertire il Gheron. due gruppi ce ne erano, la pace e l’amore non furono di
Quando vide l’animale Chazi Ghiorghis fece il segno alcun vantaggio. Non solamente non obbedirono in al‐
della croce su di lui, e quello rimase immobile. Il Ghe‐ cun modo ai consigli del Gheron, la qual cosa era il desi‐
ron lo acchiappò per le orecchie ed il cinghiale lo seguì derio della Madre di Dio, ma si misero d’accordo per
come un agnello fino alla stalla, dove lo trattenne per tre farlo espellere dal monastero per continuare le loro accu‐
ore lasciandolo a digiuno, affinché facesse penitenza! se. E fu così!
Trascorse le tre ore, aprì la stalla e lo liberò dicendo: Il Gheron ritornò a Kerassià ma anche là russi e gre‐
“Bestia amata da Dio, l’Athos intero non ti è, dunque, ci non cessavano di fargli la guerra. I russi erano gelosi
sufficiente per venire sempre qui a devastare questi po‐ perché alcuni dei loro ufficiali andavano a prendere con‐
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stato salvato dalle sue preghiere. chi legumi, che così tanto alcune anime aspettano per
Da allora lo zar nutrì per lui un grande rispetto e gli nutrirsi? Vattene subito in pace e non ritornare più, se
inviò alcune personalità del palazzo per consultarlo. Fu no ti sottometterò ad un’altra penitenza!”. E il cinghiale
ovvio che ciò provocò la gelosia di certi monaci russi. I non ritornò più!
Russi vanno da Chazi Ghiorghis, che è greco, e non van‐ Visto lo stato di maturità spirituale del Gheron,
no a prendere consigli dai russi! questo avvenimento non aveva nulla di straordinario,
Numerosi altri russi, che erano stati guariti per le poiché aveva compiuto cose ancora più grandi sin dalla
sue preghiere, inviarono anche loro delle consolazioni al sua giovinezza, e quando era ancora il novizio Gabriele!
Gheron. Ma lui viveva con la sua comunità in maniera Un fatto analogo era avvenuto a Kapsokalivia22 do‐
troppo ascetica, perciò donò in abbondanza le consolazio‐ ve, anche là, un cinghiale era entrato nell’orto e aveva
ni ad altri asceti o ai poveri. In tal modo si prese causato dei danni. Il Padre Neofito aveva mandato Ga‐
l’abitudine di dire nei riguardi di colui che distribuisce briele ad acchiapparlo. Egli lo legò con la sua cinghia e
dei doni con larghezza: “Quello dona come Chazi Ghior‐ glielo portò. Ed avvenne così! Il Gheron gli ordinò allora
ghis!” di dargli da mangiare delle radici e delle erbe, di prepa‐
Il Gheron non aveva che un solo abito: una veste ed rare una rastrelliera sulla tavola, e disse al cinghiale: “
un pantalone. Andava sempre a piedi nudi, e solamente Quando hai fame, vieni qua, così che i fratelli ti possano
in chiesa portava delle grandi calze. Poiché il Suo servo nutrire, e non devastare più l’orto dei Padri del luogo!”
praticava l’ascesi con filotimo per l’amore di Cristo, il Da allora il cinghiale fu loro convittore e quando aveva
Buon Dio lo riscaldava del suo amore! Altrimenti non si fame andava al Kellion dei fratelli per avere il suo pasto!
spiega umanamente! Vivere nelle alture, a Kérissa, luogo Un’altra volta il Gheron era andato con il suo discepolo
molto freddo del monte Athos, e trascorrere l’inverno Abraham da Kérassia fino in alto sulla montagna
quasi nudo e con un cibo molto frugale! Tutti coloro che dell’Athos per cercare legna. Quando ne ebbero tagliata
conoscevano il Gheron lo veneravano come un santo, e molta, il Gheron tese una corda, mise la legna ammuc‐
lo fu effettivamente! Numerosi pellegrini pii, russi so‐ chiata e disse al Padre Abraham di caricarla sul suo dor‐
prattutto, prendevano foto di Chazi Ghiorghis e le porta‐ so. Costui fu sorpreso, poiché ce n’era molta – quattro
vano in Russia a malati che le abbracciavano con fede e animali non avrebbero potuto trasportarla! Ma creden‐
venivano guariti. Queste foto si trovavano sulle icono‐ do alla santità del suo Gheron, iniziò a caricare la legna
stasi dei russi fra le icone dei santi. Coloro che soffrivano sulle sue spalle. Chazi Ghiorghis fece il segno della Cro‐
lo invocavano nelle loro preghiere ed il Gheron, come ce sul fardello e aiutò il Padre Abraham ad alzarsi. Pa‐
fanno i santi, li soccorreva con la grazia di Dio sebbene dre Abraham raccontò più tardi: “Si sarebbe detto che
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