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Padre Paisio
Monaco del Monte Athos

IL BEATO GIORGIO
«Ο αμνός» 
Responsabile:Bouris Stilianos Chazi Ghiorghis
“TESTIMONIANZA ORTODOSSA”
ASSOCIAZIONE CRISTIANA SENZA FINI DI LUCRO
Monaco del Monte Athos
c.c. Postale n. 67402529 1809 – 1886
Sito di riferimento: www.ortodoxia.it
E-MAIL: testimonianza.ortodossa@ortodoxia.it

Con la benedizione del geronda Partenios


Igumeno del Sacro Monastero di Agios Pavlos
(Monte Athos)

Con la benedizione di S.Em.za Rev.ma


il Metropolita Gennadios
Arcivescovo ortodosso d'Italia e Malta
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so la fine del 14°sec. da san Savas e san Simeone. Il suo nome è


PREFAZIONE  da attribuire alle sue forme che lo fanno assomigliare a una nave
  da guerra bizantina chiamata chelandria o secondo un' altra ver-
Con questo scritto di padre Paisio l’associazione Testi‐ sione da Gregorio Chelandari , che ha costruito nel 980 una
Testimonianza  Ortodossa  dà  inizio  a  una  piccola  collana  chiesetta dove oggi sorge il monastero. Dal 1896 è abitato da
che cercherà di portare al fedele la spiritualità della Chiesa  monaci serbi dopo una visita del re serbo Alessandro Ovrevovits
ed è considerato il centro spirituale principale dei Serbi a Monte
Ortodossa  attraverso  gli  scritti  dei  Padri  della  Chiesa  o  di 
Athos.
padri  che  hanno  vissuto  o  vivono  una  vita  in  Cristo,  in  a‐ 28. Fare la dispensa di olio significa poter mangiare olio nei
scesi e in combattimento spirituale.   giorni permessi dalla Chiesa.
Attraverso le loro parole ispirate da Dio potremo avan‐ 29. Ciò significa che i monaci saranno giudicati con i santi
zare nella nostra vita spirituale, fortificarci nella nostra Fe‐ monaci, i vescovi con i santi vescovi ecc.
de avendo la certezza che solo la vita e le parole di chi ab‐
bia  vissuto  e  viva  una  vita  di  combattimento  spirituale  
condotta  con  filotimo, come  ci  dice  anche  padre  Paisio,  ci 
può aiutare nel nostro cammino verso il divino.  
Ci  auguriamo  che  questo  nostro  modesto  lavoro  sia 
gradito a Dio e possa essere di aiuto. 
Il  nome  della  collana  è  uno  dei  nomi  del  nostro  Si‐
gnore Gesù: “Ο αμνός”.  
“Ιδε  ο  αμνός  του  Θεού”  dice  la  Scrittura:  “Ecco 
l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mon‐
do”! (Gv. 1, 30) 
 
Padre Paisio di Monte Athos  
 
     Padre  Paisio,  nel  mondo  Arsenio  Eznepidis,  da  Farassa 
di  Capadocia  (Asia  Minore),  nacque  il  25  luglio  del  1924, 
nel  giorno  di  S.  Anna.  Suo  padre  si  chiamava  Prodromos. 
Era  lʹintendente  di  Farassa  e  nutriva  amore  e  venerazione 
per  sant’Arsenio.  Per  questa  venerazione  annotava  in  un 
quaderno  qualunque  miracolo  che  vedeva  o  ascoltava  sul 
santo come aiuto spirituale per se stesso e per la sua fami‐
glia. La madre di padre Paisio si chiamava Eulampia.  
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Il monastero di Simonos Petra o Simonopetra si leva in piedi ad La comunità greca e cristiana dei Farassioti si trovò obbli‐


un'altezza di 330 m. su una montagna rocciosa. È stato fondato
gata a partire per la Grecia, destino che accomuna diverse 
dall'osio Simon nel 1257.
19. Nei grani festività nei monasteri si celebra cominciando altre  comunità.  Il  7  agosto  di  1924,  una  settimana  prima 
dalle ore 18 fino alle 3 del mattino; da lì anche la parola che lette- della  partenza  sant’Arsenio  di  Capadocia  battezza  tutti  i 
ralmente significa veglia. bambini che non erano ancora stati battezzati. Prodromos 
20. Inginocchiatoio. Eznepidis  porto,  anche  lui,  a  battezzare  suo  figlio.  Nel 
21. E' il più antico, il più grande e forse il più bello dei mona- momento di dare il nome al bambino, Prodromos nomina 
steri dell’Athos ed è considerato come la madre del monachesi- quello del nonno, Cristo, secondo la tradizione per cui al 
mo a Monte Athos. Fondato il 963 dal monaco Atanasios l'A-
primo  maschio  di  una  famiglia  veniva  dato  il  nome  del 
thonita, durante il regno degli imperatori Romanòs II e Nike-
phoros Focàs. Il monaco Atanasios è considerato il fondatore nono  paterno.  Il  geron  Arsenio  pero  non  fu  d’accordo, 
del monachesimo di Athos. Il monastero assomiglia a una for- poiché  desiderava  dare  il  suo  nome  a  quel  bambino.  Ri‐
tezza, lungo sui 250 m. e largo 80m e trova a una altezza di 160 volgendosi  alla  madrina,  disse:  “Chiamalo  Arsenio!”  San 
m. sul livello del mare. Il katolikòn è dedicato all’Annunciazio-ne Arsenio, possedendo il dono della chiaroveggenza, aveva 
della Vergine Maria ed è affrescato dall'agiografo Theofanis il sentito la vocazione dal bambino che dal seno di sua ma‐
cretese. dre  era  destinato  ad  essere  uno  degli  eletti  dello  Spirito 
22. Skiti che dipende dal monastero della Grande Lavra.
Santo. Cinque settimane dopo il battesimo del piccolo Ar‐
23. Letteralmente, colei che ha partorito Dio. Questo termi-
ne, attribuito dalla tradizione alla Tuttasanta e riconosciuto e senio, il 14 settembre del 1924, secondo il vecchio calenda‐
confermato dal terzo Concilio Ecumenico ( Efeso 431d.C.), in rio, nel giorno dell’Esaltazione della Croce, dopo una tra‐
latino Deìpara,.In italiano é reso come Madre-di-Dio, che però versata difficile, lʹimbarcazione dei fuggitivi si avvicina al 
non rende pienamente la ricchezza teologica del greco. porto  greco  san  Giorgio  del  Pireo.  Dovettero  aspettare  3 
24. Il monastero è situato a 10 minuti a piedi da Karies. Il settimane  in  quarantena  e  dopo  proseguirono  per  l’isola 
nome deriva dal suo probabile fondatore Kutlumusio figlio di un di Corfù, e si stabilirono nel paese di Castra. Sant’Arsenio, 
principe turco e di madre cristiana. Il Kutlumusio dopo la morte
come aveva profetizzato, visse 40 giorni in quell’isola, ed 
della madre si arruola nell’esercito bizantino, durante il regno
dell’imperatore Andronikòs, diventando successivamente cristia- il  10  di  novembre  del  1924,  secondo  il  nuovo  calendario, 
no e in seguito monaco. Il monastero però è citato già nel 1169, all’età  di  83  ani,  mori  lasciando  un  degno  erede  dei  suoi 
cioè 100 anni prima del imperatore Adronico, per qui forse un beni spirituali, un nuovo Arsenio, il futuro geron Paisio. Il 
altro della famiglia Kutlumusio lo avrà costruito. piccolo  Arsenio  cresceva  e  possedeva  un  grande  amore 
25. Quando si ricorda un defunto viene distribuita e mangiata per Cristo e per la Madre di Dio, nutriva anche il deside‐
la “koliva” (a base di frumento). rio  di  farsi  monaco.  I  suoi  genitori  gli  rispondevano  che 
26. Benedizione.
solo  quando  gli  sarebbe  cresciuta  la  barba,  gli  avrebbero 
27. Il monastero è situato lontano dal mare, nel lato nord-est
della penisola e fondato da Giorgio Chilandario e rifondato ver- permesso di coronare il suo desiderio. Nel paese di Koni‐
tsa  in  Epiro  dopo  la  scuola  primaria  Arsenio  diventa  un 
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esperto  falegname.  Nel  1945  Arsenio  fu  chiamato 


nell’esercito,  dove  si  distinse  per  valore  e  per  virtù.   4. Il termine Όσιος, Osios, nella Chiesa di tradizione ortodossa
designa i santi monaci e monache.
Chiedeva sempre di essere inviato nelle missioni più peri‐
5. In greco “anziano”. Nel monachesimo: l’igoumeno, la gui-
colose,  preferendo,  trovarsi  in  pericolo  lui  piuttosto  che  da, il padre spirituale.
uomini sposati con figli. Diceva: ʺHanno moglie e bambini 
piccoli  che  li  aspettano,  io,  sono  libero”.  Dopo  il  servizio  6. Giardino della Panaghia (Περιβόλι της Παναγίας: è uno dei
militare, Arsenio andò sul Monte Athos, deciso a condur‐ nomi della Santa Montagna dell’Athos.
re una vita monastica. Visse per alcuni mesi nel Giardino  7. Panaghia: letteralmente Tutta Santa
della  Madre  di  Dio,  come  è  chiamata  la  Sacra  Montagna  8. Metania: prostrazione.
9. Vima: il santuario, cioè la parte della chiesa dedicata al sa-
dell’Athos, ma il pensiero che le sue sorelle non erano si‐
cerdote.
stemate  non  lo  abbandonava.  Cosi,  decise  di  ritornare  al  10. Suo paese natale che si trova in Asia minore, occupata dai
mondo per il periodo necessario e dopo un anno, nel 1950,  turchi.
torna  di  nuovo  sul  Monte  Athos  e  dalla  skiti  di  san  Gio‐ 11. Lampadario grande per la chiesa.
vanni il Teologo che si trova nelle vicinanze di Karies do‐ 12. Il quartiere greco a Costantinopoli.
ve passò la prima notte si diresse al monastero di san Pan‐ 13 Il monastero, è situato al lato sud ovest del promontorio
taleone, e di seguito al monastero di ʺ Esfigmenos “. Vive‐
ed è costruito sul mare tra i monasteri di Dionisiu e Simonope-
tra. La sua fondazione risale all’osio Gregorio. Il katolikòn del
va  permanentemente  nell’amore  a  Dio,  originato  nella  monastero è dedicato a S. Nicola. Occupa la diciassettesima fila
gratitudine per tutte le Sue elargizioni. Il suo unico fine e  nell'ordine gerarchico dei venti monasteri di Athos.
desiderio era di essere degno, anche in misura misera, alle  Il suo katolikòn fu costruito nel 1768 e al suo interno si trova
beneficenze Divine.  Arsenio considerava, come unica ori‐ l'icona taumaturgica di san Nicola e l'icona della Madonna Pan-
gine di tutte le cose buone, la Grazia Divina, e di tutte le  danassa. La chiesa fu decorata nel 1779 dai monaci santi Gabrie-
cose  brutte,  per  profonda  umiltà,  metteva  come  causa  se  le e Gregorio da Kastoria.
14. Cioè al Corpo ed al Sangue di Cristo.
stesso.  Cosi  pensava  e  prendeva  come  propri  i  problemi 
15. Caliva: letteralmente piccola e molto modesta casa, ca-
dei fratelli pregando Dio, senza interruzione, affinché aiu‐ panna.
tasse tutto il mondo, secondo il Suo volere. E Dio, che pro‐ 16. Il Komboskini è una sorta di rosario di lana intrecciata ed
mise  di  ascoltare  gli umili,  ascoltava sempre  le  preghiere  è composto da tanti nodi, dove per ogni nodo corrisponde una
di  Arsenio  che  uscivano  dal  suo  cuore,  riscaldato  con  la  preghiera.
pietà e l’umiltà. Gli piaceva molto recarsi dai grandi mae‐ 17. ησυχία: hesychìa letteralmente: calma, pace, tranquillità,
stri spirituali e dai padri, portatori dello Spirito, per rice‐ assenza di preoccupazione, il raggiungimento della pace interio-
re.
vere la loro benedizione e ascoltare i loro consigli spiritua‐
18. Il monastero di Simonopetra fu fondato nel 13 secolo.
li.  Tutto  quello  che  sentiva  da  questi  ʺ  fioriʺ  del  giardino  Fondatore è san Simon. Dedicato alla nascita del nostro Signore.
della Madre di Dio, la sua anima pura lo prendeva senza 
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vacillare e senza dubitare. Seguiva con semplicità di cuore 
i consigli dei suoi padri spirituali e non sottometteva mai 
questi  consigli  al  suo  proprio  giudizio,  ma  li  realizzava 
NOTE con  pienezza  di  fede,  dicendo  che  cercare  di  verificare  le 
cose  spirituali  era  come  tentare  di  afferrare  lʹaria  con  le 
1. Il testo dice: τόν φιλότιμο αγώνα. La parola filotimo, che mani.   Nel 1954 egli si spostò al sacro monastero di ʺ Filo‐
significa letteralmente munifico, è caratteristica del Gheron
theou  ʺ  e  si  sottomise  al  geron  Simeon.  Nel  1956  padre 
Paissios, la troveremo continuamente nei suoi scritti, con un
colore ed una sfumatura spirituale propria. Per tale motivo si è Simeon lo chirotonò con il piccoloʺ skima ʺ monastico e gli 
preferito non tradurre con l’espressione italiana “il generoso impose il nome di Paisio. Nel monastero di ʺ Filotheou ʺ, 
combattimento”. Filotimo, per padre Paissios è l’aggettivo che padre Paisio segue lo stesso modo di vivere del monastero 
distingue il comportamento del Cristiano autentico, è lo stile di di Esfigmenos. Esercitava lʹamore per il prossimo ed aiu‐
vita stesso del cristiano. Alla fine di questo libro il Gheron stes- tava i fratelli con tutte le sue forze. Non chiedeva niente a 
so spiega questa parola così: Se Cristo ci dicesse: “ Figli miei, il Dio, poiché capiva bene che il Signore, attraverso il santo 
Paradiso è già pieno non ho più posto per voi”, alcuni fra noi
battesimo  gli  aveva  concesso  già  la  grazia  dello  Spirito 
gli direbbero con insolenza: “ perché non lo hai detto prima?”,
altri si precipiterebbero per non perdere più tempo, e rubereb- Divino.  In  quel  modo  purificava  la  sua  anima,  togliendo 
bero non so quale istante per divertirsi, e non vorrebbero più ogni  pensiero  malizioso  e  tentando  di  avere  solo  buoni 
sentir parlare di Cristo. I Figli di Dio al contrario, pieni di amo- pensieri. Chiunque poteva notare come, senza sforzo e per 
re e di generosità, direbbero a Cristo con pietà: “Non ti afflig- la Grazia che aveva, allontanava dalla sua anima pensieri 
gere più per noi! A noi è sufficiente che il Paradiso sia comple- cattivi anche in circostanze avverse. Nel 1966 padre Paisio 
to. Ciò ci riempie di gioia, come se ci fossimo anche noi”! E cadde  malato  e  fu  internato  per  molti  mesi  nellʹospedale 
continuerebbero a condurre il loro combattimento spirituale
con gioia e filotimo, per Colui che hanno amato di un amore ʺPapanicolauʺ dove gli tolsero parte dei polmoni. 
puro. Il Cristo, che è Amore, fa la sua dimora nei loro cuori Padre Paisio arriva al monastero ʺStavronikitaʺ il 1968 do‐
puri, come fece la Sua dimora nel santo corpo della Vergine po la sua malattia. Nel kellion di Santa Croce, non lontano 
Tutta-pura.”, (cifr. Più avanti). daʺ Stavronikita,ʺ era confessore il papa Tikhon un geron 
Filotimo è dunque questa generosità totale ed amante nei con- che aveva molti doni spirituali e compiva grandi imprese 
fronti di Cristo, che fa agire il cristiano solo per amore senza monastiche.  Padre  Paisio  andava  spesso  da  lui  per  chie‐
nulla aspettarsi in cambio, è un donarsi totale e pieno alla per-
dergli consigli, ed aiutarlo durante la  Divina Liturgia co‐
sona di Gesù e quindi alla causa del Regno dei Cieli. Per padre
Paissios, una azione cristiana è veramente tale solo se vissuta me  cantore.  In  questo  periodo  il  padre  Tikhon  chirotonò 
con filotimo, ed acquistare questa dimensione spirituale è grazia padre  Paisio  con  il  grande  skima  monastico.  Dieci  giorni 
divina e parte stessa dell’ascesi di ogni battezzato. prima  di  morire,  padre  Tikhon  chiese  al  padre  Paisio  di 
2. Sal. 148, 8. aiutarlo nelle sue ultime ore. L’anziano servi il moribondo 
3. Gc. 5, 16. con grande spirito di carità, offrendo tutto lʹaiuto che egli 
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necessitava.  ortografia.  Chiedo  perdono  a  tutti  i  pii  lettori  delle  im‐


La  salute  di  padre  Paisio  peggiorò  nel  1969.  Soffriva  di  perfezioni del mio libro. Pregate affinché, per le preghie‐
una  malattia  respiratoria  con  febbre  alta,  forte  tosse  con  re  del  santo  monaco  Georgis,  possa  correggere  i  “miei 
secrezioni  che  lo  debilitarono  molto.  I  medici  fecero  una  errori  d’ortografia  spirituale”,  così  che  possa  essere  sal‐
diagnosi sbagliata: la presenza di tubercolosi. Necessaria‐ vato! Amen. 
mente il padre Paisio dovette cosi prendere, molti rimedi  Non  avevo  una  effettiva  intenzione  di  pubblicare 
contro  la  tubercolosi,  i  quali  lo  debilitarono  molto  per  le  questo piccolo Sinassario. Volevo semplicemente mette‐
sue reazioni collaterali. Per le continue visite di pellegrini,  re in ordine tutti gli elementi che avevo raccolto, per far‐
con il loro carico di angosce e problemi, il Padre si stanca‐ ne un quaderno per le generazioni future. Scrivere è un 
va molto ed il preoccuparsi per loro lʹesauriva. Inoltre egli  poco un’insolenza da parte mia poiché sono un ignoran‐
lasciava pochissimo tempo per il suo riposo notturno, poi‐ te! Ma l’arrivo del centenario della dormizione del santo 
ché  pregava  anche  di  notte.  Padre  Paisio  imparò  a  fare  Gheron  mi  spingeva  continuamente.  Mi  sono  sentito  in 
alcune piccole immagini metalliche che egli stesso ritaglia‐
dovere di pubblicare questo testo nel 1986, anno del cen‐
va. Queste icone, Crocifissi, la Vergine, san Arsenio di Ca‐
tenario  della  morte  del  santo  monaco  Giorgio  (Chazi 
padocia  e  li  distribuiva  comeʺ  benedizioneʺ  ai  pellegrini. 
Ghiorghis). 
Questo lavoro aggravava la sua situazione di salute stan‐
 
candolo  molto.  Ebbe  anche  un’ernia  addominale  e  nono‐
            Che le sue sante preghiere siano su noi! Amen!  
stante il dolore viveva con pazienza questa infermità. An‐
che  in  questo  stato  di  salute,  durante  le  sue  visite   
all’eremo  di  san  Giovanni  restava  fermo  per  molte  ore,    
mentre dava la benedizione alla gente. Diventava pallido    
e sudava dal dolore, ma non si sedeva mai mentre passa‐  
va la fila quasi infinita di fedeli. Dopo un tempo apparve 
una lieve emorragia nel retto, la quale aumentava. Diceva: 
“Tutto  il  mondo  soffre  di  tre  cose:  cancro,  malattie  e  di‐
vorzi. Ogni settimana ricevo molte lettere dove mi scrivo‐
no  su  questi  problemi.  Disordini  seri  non  ne  ho”  diceva 
sorridendo, “non ho a che fare con divorzi e distribuzione 
di beni, allora per lo meno ho il cancro, affinché il mondo 
si consoli. Quando qualcuno ha il cancro o grandi proble‐
mi, e nonostante ciò non si preoccupa per se stesso, bensì 
chiede a Dio per gli altri, Dio si commuove! Cosi, in ogni 
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  caso, lʹuomo ha lʹopportunità di dire a Cristo: “Io non mi 
  interesso  di  me  stesso  e  non  chiedo  niente,  ma  ti  prego 
  aiuta agli altri.ʺ E Dio aiuta. Per questo motivo, padre mi‐
  o, non ti preoccupare molto per me”.  In questo stesso pe‐
  riodo della Grande Quaresima del 1993, avendo frequenti 
POSTFAZIONE  emorragie,  la  sua  emoglobina  era  molto  bassa  e  sveniva 
  frequentemente. Ma non si scoraggiava. Alla malattia con‐
    trapponeva  molta  pazienza,  e  sopportazione.  
 Che  il  Buon  Dio  accordi  il  riposo  alle  anime  dei  pii  Nella  meta  di  aprile  lʹoperarono  per  ricostruire  il  retto. 
Gheronta che hanno conservato nella loro memoria puri‐ Dopo alcuni giorni la tomografia dimostrò che le metasta‐
ficata dai numerosi avvenimenti riguardanti la vita asce‐ si si erano estese al fegato e ai polmoni.  Padre Paisio era 
tica  del  santo  monaco  Chazi  Ghiorghis,  e  i  cui  occhi  si  deciso fermamente di ritornare al Monte Athos ed il gior‐
no  13  di  giugno,  prepara  tutto  per  viaggio,  ma  gli  sali  la 
riempiono di lacrime d’emozione ogni volta che si evoca 
febbre,  e  dovette  posporre  il  viaggio.  Lo  stato  della  sua 
il suo nome. 
salute peggiorava continuamente. I medici avvisarono che 
Che  Dio  accordi  anche  il  riposo  alle  anime  dei  pii 
gli  rimanevano  2‐3  settimane  di  vita.  Il  padre  accetto  di 
pellegrini, greci e russi, che hanno raccolto delle notizie 
ricevere  visitatori  ed  incomincio  a  prepararsi  per  il  gran 
sui Santi Padri, questi “Atleti” di Cristo, che hanno con‐
viaggio.  L’11  Luglio,  il  giorno  di  santa  Eufemia,  il  padre 
dotto “il buon combattimento” con “filotimo” nel Giardi‐ Paisio si comunicò per ultima volta, in ginocchio di fianco 
no  della  Panaghia,  e  che  hanno  fatto  pubblicare  i  loro  al  letto.  Nelle  ultime  24  ore  fu  molto  tranquillo,  benché 
ʺlavori” spirituali in varie riviste cristiane dell’epoca per  soffrisse  molto,  ma  con  rassegnazione  sopportava  tutto. 
il profitto dei fedeli.  La notte tra il lunedì 11 ed il martedì 12 luglio fu un mar‐
Che Cristo ricompensi inoltre tutte le anime pie che,  tirio per l’anziano monaco. Cominciarono ad infiammarsi 
in un modo o in un altro, mi hanno aiutato in questo la‐ le sue estremità e diventare cianotiche, gli mancava la re‐
voro. In particolare il Padre Antonio di Karulia ed altri,  spirazione, ma il cuore lavorava ancora bene. Alla mattina 
che  mi  hanno  dato  molti  elementi  in  russo,  tradotti  con  si  abbasso  la  pressione  arteriosa  e  la  respirazione  si  fece 
molto interesse dal diacono Filoteo del monastero di Gri‐ molto lenta. Divenne chiaro che la fine si avvicinava. Ven‐
goriu e dal signor Giovanni Tarnadinis, aiutato dai suoi  nero  le  sorelle  dal  convento  per  ricevere  lʹultima  benedi‐
assistenti,  il  signor  Apostolos  Karoulias,  come  anche  le  zione.  Il  martedì  12  Luglio  consegnò  la  sua  anima  al  Si‐
suore del monastero di san Giovanni l’evangelista a Su‐ gnore che amava. Padre Paisio fu seppellito nel monastero 
ruti,  che  hanno  corretto  in  questo  libro  i  miei  errori  di  di san Giovanni il Teologo in Suroti. 
          Stilianos Bouris 
       Direttore editoriale 
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un “ parafulmine” d’oro per gli uomini! Negli abissi dei 
giudizi  di  Dio,  troviamo  quei  casi,  dunque,  che  si  rac‐
contano  nei  Profeti  e  nei  Santi,  così  come  in  altre  mille 
situazioni.  La  cosa  più  importante  è  che  Dio  cambia 
   INTRODUZIONE  quando gli uomini cambiano! 
  Le  leggi  spirituali,  dunque  sono  diverse  dalle  leggi 
     I posteri hanno, sempre, il sacro dovere di racconta‐ naturali,  poiché  sono  compassionevoli  e,  nelle  sue  pro‐
re per iscritto le divine gesta dei Santi Padri che vissero  prietà, l’uomo entra in relazione con il Suo Creatore, Dio 
nella loro epoca ed il combattimento spirituale che con‐ molto compassionevole. 
dussero con filotimo1 per avvicinarsi a Dio. Naturalmen‐ Quando un figlio disperso si pente, si riprende, ed è 
te,  scrivere  sui  nostri  santi  è  anche  vantaggioso  poiché,  richiamato  dalla  sua  coscienza,  suo  padre  lo  accarezza 
in tal modo, ci ricordiamo di loro e ci entusiasmiamo nel  con  amore  e  lo  consola.  Il  Nostro  Padre  celeste  educa  i 
volerli  imitare.  I  santi,  allora,  si  commuovono  maggior‐ suoi figli con amore, affinché si riprendano e ritornino a 
mente  e  ci  vengono  in  aiuto  per  poter  giungere  anche  Lui. Egli non li educa con cattiveria o secondo la giusti‐
noi là dove si trovano loro.  zia  delle  leggi  del  mondo  ma  con  bontà  divina  e  per  il 
Se dobbiamo, dunque, parlare delle virtù delle anime  loro bene, affinché compiano la loro salvezza ed erediti‐
giuste (i nostri Santi Padri), e scrivere su di loro, a mag‐ no il regno Celeste. 
gior  ragione  non  dobbiamo  dimenticare  o  far  passare  Che il buon Dio agisca senza tener conto delle nostre 
sotto silenzio quelle anime giuste, ma anche molto ingiu‐ mormorazioni, affinché tutti siano salvati! Amen 
riate, i Padri nostri, che, poveri uomini che siamo, abbia‐   
mo afflitto con persecuzioni e deportazioni per le nostre   
debolezze  umane, gelosie ed invidie!   
Se gli ingiusti si pentono sinceramente, saranno salvati   
anche loro. Mentre coloro che hanno subito l’ingiustizia   
non solamente sono salvati, ma sono anche ricompensa‐  
ti.  Essi  sono  i  figli  più  amati  da  Dio!  “Il  Signore  ama  i   
giusti”2. La Sacra Scrittura loda continuamente le anime   
dei giusti ed afferma che le loro preghiere sono esaudite.   
“ La supplica fervente del giusto è molto efficace”3.   
Tra i Padri della nostra Chiesa che hanno subito ingiu‐  
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le  mani  compassionevoli  di  Dio  lo  accoglieranno  con  stizie si trova anche il beatissimo monaco4 Giorgio, Cha‐


gioia  e  lo  faranno  discendere  dolcemente  senza  che  la  zi  Ghiorghis,  un  nuovo  santo  della  nostra  epoca,  del 
sua  caduta  sia  resa  percepibile.  Dopo  aver  manifestato  quale  possiamo  affermare  che  è,  per  i  nostri  tempi,  un 
contrizione del cuore e pentimento, non cadrà più!  gran santo! 
Non è peggiore di chi “ha servito con la spada” (Mt  Il Gheron5 si è fatto monaco! “Grande asceta e grande 
26, 52). Se si pente con sincerità e dolore, il Buon Dio non  digiunatore”  così  di  lui  si  sente  dire.  Ha  lasciato  il  suo 
permetterà che sia “ punito di spada” (cf. Mt 26, 52), poi‐ nome a chi pratica il digiuno intenso. Infatti di questi si 
ché  il  cuore  dell’uomo  che  si  pente  è  già  trapassato  dal  dice: “ Costui è un Chazi Ghiorghis”. 
rimprovero  della  coscienza, e  soffre.  A  posto  di  servirsi  Arrivato  alla  Santa  Montagna,  mi  sono  messo  a  per‐
della  “spada”,  Dio  dona  un  balsamo  al  suo  cuore  dolo‐ correre  il  giardino  della  Panaghia6  (Περιβόλι  της 
rante: la Sua divina consolazione!  Παναγίας ), come fanno abitualmente i principianti, per 
Se  l’uomo  che  ha  peccato  domanda  a  Dio,  con  insi‐ trovare quei fiori pieni di fragranza della Panaghia7, quei 
stenza, con filotimo, d’essere punito in questa vita per ciò  santi Gheron, ed estrarre da loro un poco di polline spi‐
che ha fatto, certamente il Buon Dio gli concede la grazia  rituale. Li ho sentiti tutti parlare di Chazi Ghiorghis con 
e  lo  libera  dalle  leggi  spirituali.  Costui  esaudisce  la  sua  grande rispetto e profonda ammirazione. 
generosa richiesta e gli prepara in più una corona incor‐ Tutto ciò che ho inteso me lo ha fatto ammirare ancora 
ruttibile in Cielo.  di  più  e  mi  sono  maggiormente  interessato  a  lui.  Sono 
Ugualmente, colui che ha compiuto i comandamenti  allora entrato in contatto con i suoi “discendenti” (cioè i 
di Dio e gli chiede, come una grazia, d’essere punito per  discepoli dei suoi discepoli), così come con i suoi compa‐
le azioni del suo prossimo, o meglio di prendere su di lui  trioti  della  Capadocia,  come  il  Padre  Stefano  del  santo 
la  malattia  del  suo  prossimo,  assomiglia  moltissimo  a  Monastero di Esfigmenu, il Gheron Basilio di Karakalu, 
Cristo,  e  Cristo  è  profondamente  commosso  del  nobile  Padre  Serafim  l’iconografo,  ed  altri  provenienti  dai  vil‐
amore di suo Figlio. E oltre alla grazia che Dio gli accor‐ laggi vicini alla sua terra natale. 
da,  di  fare  grazia  agli  uomini  delle  loro  azioni,  gli  per‐ Annotavo  nella  mia  memoria  ciò  che  allora  appresi, 
mette anche, secondo la sua insistente domanda, di ave‐ con il fine di ricavarne un profitto spirituale. Ora però è 
re durante la sua vita delle prove. Gli prepara la corona  necessario scriverlo in un quaderno affinché altre anime 
di  diamanti  di  martire,  poiché  molti  uomini  lo  hanno  ne  possano  approfittare  anche  esse.  Alcuni  russi  devoti 
giudicato prima del vero giudizio, “secondo le apparen‐ mi  hanno  fornito  moltissimo  materiale,  poiché  avevano 
ze” (Gv 7, 24), stimandolo punito da Dio a causa dei suoi  scritto  non  solamente  su  Chazi  Ghiorghis  ma  anche  sul 
peccati, lui che, come un imitatore di Cristo, è diventato  suo Gheron e perfino sul suo “nonno” spirituale, il Ghe‐
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ron  Auxenio.  L’esicasta  russo,  il  Padre  Antonio  di  Ka‐ sità, direbbero a Cristo con pietà: “Non ti affliggere più 
roulia, mi ha donato, anche lui, molti altri numerosissimi  per noi! Ci è sufficiente che il Paradiso sia completo. Ciò 
elementi.  ci riempie di gioia, come se ci fossimo anche noi”! E con‐
Tutto ciò che si potrà scrivere su di lui sarà certamente  tinuerebbero a condurre il loro combattimento spirituale 
ben poco per questo grande monaco che fu Chazi Ghior‐ con gioia e filotimo, per Colui che hanno amato di un a‐
ghis! Che la sua benedizione scenda su di noi!  more puro. Il Cristo che è Amore, farebbe la sua dimora 
  nei  loro  cuori  puri,  come  fece  la  Sua  dimora  nel  santo 
 Monaco Paisio  corpo della Vergine Tutta Pura.  
  I casi come quello di Chazi Ghiorghis, dove Dio per‐
  mette che uomini giusti e forti spiritualmente, prendano 
  il  fardello  delle  colpe  di  coloro  che  sono  spiritualmente 
  deboli  ed  aiutino  così  il  loro  prossimo  sono  dunque, 
  molto rari. Noi possiamo dire che ciò arriva “per conces‐
  sione di Dio”, e non quando cediamo noi stessi alla ten‐
  tazione,  poiché  allora  daremmo  presa  al  Maligno.  In 
  queste  occasioni,  le  leggi  spirituali  funzionano: 
  “Chiunque  in  effetti  si  eleva  sarà  abbassato”  (Lc  18, 14‐
  15). Le leggi spirituali così funzionano secondo me: tanto 
  più in alto si lancia un oggetto, con tanta più forza, atti‐
  rato  dalla  gravità  terrestre,  cadrà  giù  (legge  naturale). 
  Tanto  più  qualcuno  si  innalza,  molto  più  grande  anche 
  sarà  la  sua  caduta  spirituale,  e  cadrà  in  proporzione  al 
  suo orgoglio, ad eccezione di che costui oltrepassi la mi‐
  sura umana e arrivi a quella dei demoni! Allora la legge 
  spirituale non agirà più su di lui in questa vita, ed in lui 
  si compirà ciò che dissero gli Apostoli: “ I malvagi e gli 
  impostori si inoltreranno sempre più nel male, perderan‐
  no gli altri e se stessi” (2 Tm 3,13).  
  Tuttavia,  se  l’uomo  comprende  subito  come  il  suo 
  orgoglio è elevato e domanda umilmente perdono a Dio, 
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vogliono, bevendo del vino e bevande inebrianti. 
Come ho già detto, i figli di Dio non lavorano né per 
la ricompensa celeste né per la gioia spirituale di questa 
vita. Poiché appartiene loro tutta l’eredità del loro Padre, 
essi non sono pagati dal loro Padre! Poiché Dio, in quan‐  
do Padre amorevole, darà loro in questa vita ed in quella  VITA DEL NOSTRO BEATO PADRE GIORGIO 
eterna i Suoi doni divini. Ciò è però unʹaltra cosa!   
Coloro  che  lavorano  per  una  ricompensa  sono  ope‐ CHAZI GHIORGHIS 
rai;  e  coloro  che  evitano  il  peccato  per  non  essere  poi   
condannati, lo fanno anche per interesse. Da un lato ciò   Il  nostro  beato  Padre  Giorgio  è  nato  a  Kermira  o 
va bene, ma dall’altro, non c’è in queste cose nobiltà spi‐ Kermil di Cesarea di Cappadocia nel 1809. I suoi genitori 
rituale. Tuttavia, dopo il così grande sacrificio  di Cristo  erano  ricchi,  non  solamente  in  virtù,  ma  anche  d’ogni 
che ci ha liberati dal peccato, non ci vorrebbero lo stesso  ben  di  Dio,  che  distribuivano  ai  poveri  con  tutto  il  loro 
se noi non andassimo per “nobiltà” all’Inferno, per pau‐ cuore. Suo padre si chiamava Giordano ed apparteneva 
ra di affliggerlo!   a Kermira. Sua madre Maria, proveniva da Guelvéri (in 
I  santi  Padri  della  nostra  Chiesa  avevano  greco Karvali, patria di San Gregorio di Nazianzio). 
quest’amore  per  Cristo,  ma  molti  fra  noi,  purtroppo,  Dopo aver avuto due figli, Gabriele (Chazi Ghior‐
hanno un amore poco costoso: l’amore che va fin e non  ghis)  ed  Anastasio,  vissero  in  condotta  spirituale,  come 
oltre un limite, fin dove si può senza essere condannato!  fratello e sorella, nella castità. Sua madre Maria, era sin 
Un tale amore è inerente alla miscredenza. Si gioca delle  dalla  sua  infanzia  di  spirito  ascetico  poiché  aveva  una 
cose di questo mondo fino al limite dove non si può an‐ sorella monaca, eremita, che continuò a visitare anche in 
dare  senza  essere  condannati  in  questa  vita  nè  essere  seguito con i suoi figli. In tal modo si svegliava nel cuore 
privati del Paradiso nell’altra vita!  di bambino del piccolo Gabriele, che ascoltava da sua zia 
Se Cristo ci dicesse: “ Figli miei, il Paradiso è già pie‐ racconti  sugli  asceti,  il  desiderio  di  diventare  monaco! 
no, non ho più posto per voi”, alcuni fra noi gli direbbe‐ Cercava  di  imitare  gli  asceti  con  digiuni  austeri  e  pre‐
ro con insolenza: “ perché non lo hai detto prima?”, altri  ghiere. 
si getterebbero non perdendo più altro tempo e rubereb‐ Anche suo padre era pio. Si occupava di commer‐
bero non so quale istante al divertimento, e non vorreb‐ cio, era molto spesso in viaggio e questa era l’occasione 
bero più sentir parlare di Cristo.  per Maria di vivere con semplicità, senza “inquietarsi ed 
I Figli di Dio al contrario, pieni di amore e di genero‐ agitarsi  per  le  molte  cose”  (Lc  10,41).  Prendeva  allora 
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Gabriele con lei, poiché era di gran lunga molto più reli‐ si  correggono.  In  breve,  Dio  alleggerisce  il  fardello  dei 
gioso  del  fratello,  ed  andava  a  vegliare  con  altre  donne  colpevoli  nel  permettere  ai  giusti,  forti  spiritualmente, 
nelle  grotte  o  in  cappelle.  Si  potrebbe  dire  che  anche  il  d’essere calunniati. 
latte  che  questa  madre  beata  diede  a  suo  figlio  fosse  a‐ Coloro  che  subiscono  l’ingiustizia  sono  sicuramente 
scetico!   i  figli  prediletti  di  Dio.  E,  tuttavia,  non  possiedono  tali 
Quando  Gabriele  fu  un  po’  più  grande,  iniziò  ad  pensieri. Credono al contrario che, se la Grazia di Dio li 
andare  a  scuola.  Sebbene  fosse  molto  intelligente,  non  dovesse  abbandonare,  potrebbero  essere  essi  stessi  col‐
riusciva  ad  imparare  a  leggere,  e  ciò,  sembra,  per  dise‐ pevoli, anzi trovarsi in prigione, quei tali fra i colpevoli 
gno divino, affinché questo bambino santificato appren‐ divorati dal vero rimprovero della loro coscienza. Quan‐
desse  a  leggere  in  maniera  divina!  Per  quattro  anni  il  do  soffrono  l’ingiustizia,  hanno  nel  cuore  Cristo  che  ha 
piccolo  Gabriele  penava  a  scuola  senza  però  riuscire  u‐ sofferto l’ingiustizia e si rallegrano in esilio ed in prigio‐
gualmente  a  pronunciare  una  sola  lettera.  Poiché  i  suoi  ne come se fossero in Paradiso! Poiché là dove c’è Cristo 
genitori e la maestra di scuola lo rimproveravano, trovò  c’è il Paradiso! 
un pretesto e fuggì nascondendosi nelle grotte. A Kermi‐ Nel loro amore pieno di nobiltà i giusti non cercano 
na, in una grotta, c’erano le impronte del Megalomartire  la  ricompensa  celeste  per  le  azioni  buone  che  fanno  nei 
san  Giorgio  ed  era  là  che  si  rifugiava  spesso  il  piccolo  confronti del loro prossimo. Essi sono figli di Dio e lavo‐
Gabriele. Digiunava spesso e pregava facendo numerose  rano nella loro casa, la Chiesa di Cristo! Se l’uomo consi‐
metanie,  e  quando  si  sentiva  senza  forze  mangiava  le  dera bene il profitto spirituale e la gioia interiore che ri‐
erbe  che  crescevano  sulla  montagna.  Una  volta  che  si  ceve in questa vita per la più piccola opera buona fatta al 
assentò da casa per un mese intero fu perché era entrato  suo  prossimo,  lo  supplicherebbe  d’accettare  e  lui  stesso 
in contatto con alcuni asceti che abitavano delle grotte lì  gli  sarebbe  riconoscente.  Poiché  il  cambiamento  si  pro‐
intorno  ed  era  vissuto  anche  lui  in  ascesi  vicino  a  loro.  durrebbe  nell’anima  e  la  gioia  provata  tramite  il  cuore 
Quando i suoi genitori lo trovarono non lo rimprovera‐ dell’uomo  caritatevole,  quando  offre  una  fetta  di  pane 
rono più perché non riusciva a leggere.  ad  un  orfano,  il  più  grande  cardiologo  del  mondo  non 
Un  giorno  sua  madre  gli  disse  con  bontà:  potrebbe accordargliela; è più che ricevere per stipendio 
“Gabriele, figlio mio, va in chiesa e prega la Madre di  una sacca di dollari! 
Dio di aiutarti ad imparare a leggere”.  Ugualmente, la gioia provata per le anime dei cristia‐
 Nella chiesa della loro parrocchia c’era un’icona miraco‐ ni che conducono un “buon combattimento”, vegliando, 
losa della Madre di Dio. Dopo aver digiunato tre giorni  pregando e digiunando non potrà essere immaginata da 
e fatto grandi metanie8 per ore, il piccolo Gabriele partì  coloro che mangiano tutto ciò che vogliono e quando lo 
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di notte per la chiesa, per pregare senza essere visto da‐
gli uomini. 
Giunto al Nartece, si prostra dinanzi alle porte e venera 
  dal  di  fuori,  poiché  la  chiesa  era  chiusa,  con  lacrime  e 
  devozione la Madre di Dio. Mentre supplicava la Madre 
LEGGI  SPIRITUALI  di  Dio  dicendo:  “Accordami,  Regina  del  Cielo, 
  d’apprendere a leggere” le porte della chiesa si aprirono 
  Forse alcuni si domanderanno perché Dio permette  improvvisamente  e  la  Madre  di  Dio  apparve,  prese  il 
che dei giusti subiscano delle prove, delle calunnie, etc.,  piccolo  per  la  mano  e  lo  condusse  dinanzi  all’icona  di 
come  per  esempio,  l’uomo  di  Dio  Chazi  Ghiorghis,  del  Cristo  e  disse:  “  Figlio  mio,  accorda  al  piccolo  Gabriele 
quale  l’anima  era  purificata  sin  dall’infanzia.  Così  ho  di  apprendere  a  leggere”  e  come  lui  ebbe  a  raccontare 
pensato bene di scrivere ciò che penso.  più  tardi:  “A  queste  parole  mi  ha  benedetto  con  la  Sua 
I disegni di Dio sono, certamente, un abisso. Ma, for‐ mano, mi ha abbracciato e mi ha detto: “Da questo mo‐
se,  si  riscontrano,  a  mio  avviso,  i  seguenti  casi.  Se  Dio  mento tu sai leggere”. Poi essa entrò nel Vima9 dalla por‐
non permettesse che i giusti venissero calunniati come i  ta nord. Vedendo che essa non usciva più, anche Gabrie‐
colpevoli,  potrebbero  essere  dissimulati,  loro  che,  nel  le entrò nel Vima. Ugualmente la cercò in tutta la chiesa, 
loro orgoglio, non possono sopportare il loro errore? La  ma non poté trovarla! 
terra non può contenerli e i demoni cercherebbero, inol‐ Arrivò  l’ora  dell’Akolutia  ed  il  sacrestano  arrivò 
tre, un’occasione per condurli alla disperazione, affinché  per suonare le campane. Quando vide le porte aperte e 
si facciano del male e vadano all’Inferno.  Gabriele all’interno della chiesa, si turbò e con meravi‐
L’immenso amore di Dio, che non vuole che una sola  glia gli domandò: “Come mai tu ti trovi qua”? 
anima debole si perda, permette che dei giusti siano ac‐ Gabriele  gli  raccontò  con  tutti  i  dettagli  ciò  che  era 
cusati  e  calunniati  ingiustamente. Ma  alla  fine,  la  verità  accaduto.  Per  controllare,  allora,  la  verità  di  ciò  che  il 
si  manifesta!  In  tal  modo,  ciò  aiuta  anche  noi,  ad  avere  ragazzo diceva, il sacrestano gli diede un libro da leg‐
sempre dei buoni pensieri dinanzi al male che noi udia‐ gere. Gabriele si mise a leggere, e leggeva benissimo e 
mo dire riguardo al nostro prossimo e a domandarci: “ si  con chiarezza! Il sacrestano allora gli disse: “Veramente 
tratta forse di calunnie”? All’evidenza anche i colpevoli  questa donna era la Madre di Dio”! 
provano  un  certo  guadagno,  prendono,  a  poco  a  poco,   Dopo questo intervento divino, grazie al quale il bambi‐
coscienza  della  loro  colpevolezza  e,  se  posseggono  una  no  imparò  miracolosamente  a  leggere,  i  suoi  genitori  e 
buona volontà, si sentono accusati dalla loro coscienza e  vicini  ebbero  per  lui  un  grande  rispetto.  Gabriele  conti‐
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nuò  ad  andare  nelle  grotte  e  viveva  in  ascesi. Riunì  an‐ giunano  molto!  “  Costui  è  un  Chazi  Ghiorghis”  si  dice. 
che i suoi amici e costruirono un piccolo monastero, una  Che la sua santa benedizione e le sue preghiere siano su 
chiesa e alcune celle, ed avevano come Igumeno Gabrie‐ di noi! Amen! 
le.   
Quando ebbe quattordici anni, Gabriele partì con la   
sua famiglia per Costantinopoli. Erano venuti a sapere   
che il loro zio, che abitava lì, si era fatto Turco. Mentre   
attraversavano un area desertica, Gabriele pensò che là   
avrebbe potuto trovare degli eremiti e avrebbe chiesto   
anche a loro di pregare per suo zio. Abbandonò, quin‐  
di, i suoi compagni di viaggio e partì per la foresta alla   
ricerca  d’asceti,  ma  non  ne  trovò  nessuno!  Afflitto  per   
aver  perso  i  suoi  compagni,  si  mise  a  supplicare  san   
Giorgio di venire in suo aiuto! Improvvisamente il san‐  
to gli apparve vestito da ufficiale, con il volto lumino‐  
so, e gli disse:   
“È vero che ti sei perso”?   
“Si, mi sono perso, rispose il giovane”.   
“Vieni con me”, gli rispose san Giorgio. Lo fece sali‐  
re sul suo cavallo e ben presto raggiunse i compagni di   
Gabriele, che si meravigliarono e glorificarono Dio!   
 Arrivati  a  Costantinopoli,  Gabriele  ed  i  suoi  genitori,   
profondamente afflitti, visitarono lo zio.   
Questo zio occupava un posto elevato alla corte del sul‐  
tano  Mahmud  II  (1808  –  1839).  Avendo  ordinato  alcuni   
lavori pubblici nella sua patria10, divenne oggetto di ge‐  
losia da parte degli Armeni che lo calunniarono dinanzi   
ai Turchi. Per fuggire alla morte che gli sarebbe spettata,   
egli si fece malauguratamente Turco. Era naturale che il   
sultano gli accordasse in seguito i favori della sua confi‐  
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1860 all’età di 106, dei quali 88 passati all’Athos!  denza. Dopo aver consigliato allo zio di pentirsi, i geni‐
 Riguardo  al  “nonno”  spirituale  di  Chazi  Ghiorghis,  tori  di  Gabriele  ripartirono  per  la  loro  patria.  Ma  lui  ri‐
il Gheron Auxenzio, il Padre Germano Chaïr, racconta i  mase a Costantinopoli presso suo zio e pregava molto. Si 
seguenti fatti:  era consegnato a duri combattimenti ascetici, affinché lo 
 “Una  volta,  alla  Skiti  di  Kapsokalivia,  c’erano  dei  zio ritornasse alla fede cristiana, e non solamente suo zio 
Gheronta  degni  di  rispetto,  rassomigliavano  ai  celebri  ma anche un sacerdote e qualche altro che, per paura, si 
padri dei tempi antichi. Noi e tutta la fraternità, passa‐ erano  fatti  turchi.  Le  preghiere  ardenti  di  Gabriele  ac‐
vamo dinanzi a loro con gran rispetto e timore di Dio.  compagnate da digiuni e numerose prostrazioni, favori‐
Come colonne incrollabili essi stavano in piedi durante  rono  l’intervento  divino.  Costoro  tornarono  dapprima 
le  agripnie,  dalla  sera  al  mattino,  lo  sguardo  fisso  sulle  cristiani segreti e più tardi partirono per Smirne. Suo zio 
lastre  del  pavimento  della  chiesa,  che  era  piena  di  tali  divenuto sacrestano, conduceva il combattimento cristia‐
Gheronta.  Tutti  erano  uomini  di  silenzio:  non  erano  in  no  con  filotimo  e  profondo  pentimento.  Morì  il  giorno 
nessun  modo  in  loro  parole  vane.  Parlavano  poco,  an‐ luminoso della festa della Risurrezione. Il sacerdote e gli 
che  per  le  cose  necessarie,  e  solamente  quando  era  il  altri  condussero  anche  loro  una  vita  di  combattimento 
momento  necessario.  Conducevano  la  vita  spirituale  spirituale  con  filotimo  e  con  cuore  contrito.  Morirono  a 
con  rigore.  Per  la  sua  vita  luminosa  il  vecchio  monaco  Smirne nel pentimento e cristiani! 
Auxentio risplendeva in maniera del tutto speciale. Fra  Per quattro anni Gabriele rimase alla corte del sulta‐
tutti  questi  Gheronta  praticanti  l’ascesi,  egli  era  come  no,  il  quale  si  rese  conto  della  vita  ascetica  del  giovane 
una  stella.  Abitava  la  cella  del  Megalomartire  san  Gior‐ Gabriele,  e  lo  ammirava!  Un  giovane  uomo  che  non  si 
gio. Aveva una brocca per terra, nella quale faceva bol‐ lasciava  scuotere  dalle  glorie  umane  e  i  divertimenti 
lire  delle  erbe  raccolte  nel  deserto,  e  questa  era  il  suo  mondani! Che trova riposo in un’oscura cantina e man‐
solo  cibo!  Alcune  volte  mangiava  anche  del  pane,  ma  gia  una  volta  al  giorno  un  pugno  d’orzo  tostato!  Che 
niente d’altro! Il Gheron Auxentio visse moltissimi anni  passa tutta la notte in preghiera e a fare metanie per ore! 
alla  Skiti,  circa  sessanta  anni.  Dopo  la  sua  morte  restò  Il sultano si meravigliava di tutto ciò e disse ai suoi cor‐
come  suo  discepolo  Neofito  Caramallis,  che  morì  nel  tigiani: “ Chi ha insegnato a questo ragazzo a digiunare 
1860 ultra centenario”!   e pregare così?” La santa vita di Gabriele aveva trasfor‐
 Dopo  il  Padre  Neofito  Caramallis,  come  suo  discepolo  mato anche il sultano, che si era fatto cristiano segreto! 
vi  fu  Chazi  Ghiorghis,  che  brillò  a  Kerassià  dell’Athos!  Gabriele, che in seguito sarà chiamato Chazi Ghiorghis, 
Questo  grande  asceta  e  digiunatore  si  è  fatto  un  nome.  dirà più tardi: “il sultano Mahmud amava i cristiani. Co‐
Ed il suo nome è dato come appellativo a coloro che di‐ storo prima non potevano né far riparare una chiesa di‐
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roccata  né  costruire  una  nuova!  Questo  sultano,  al  con‐ molto  tempo,  pratica  qui  l’ascesi  per  la  salvezza  sua  e 
trario,  promulgò  quasi  duemila  decreti  per  edificare  degli  altri.  È  Padre  Spirituale,  e  da  lui  si  confessano  i 
nuove  chiese,  ecc.  Offrì  inoltre  ai  Cristiani  due  grandi  monaci di cinque monasteri ed i Vescovi che dimorano 
icone, una di san Giovanni il Precursore, per il quale a‐ al Monte Athos.  
veva una grande devozione, ed una del profeta Zaccaria  I  monaci  dei  cenobi,  dice,  comunicano  spesso  ai 
(padre  del  precursore),  come  anche  un  poliéleos11 in  ar‐ Santi  Misteri,  ma  senza  osservare  un  digiuno  austero. 
gento. Costui manifestò, inoltre, una grande benevolen‐ Questo spirito non piace al padre Neofito. Quest’ultimo 
za verso il Patriarca di Gerusalemme, che doveva trenta‐ è  severo.  Impressionato  per  aver  letto  in  San  Giovanni 
seimila  libbre  d’oro  ai  Giudei!  Il  sultano  si  fece  portare  Crisostomo  che  coloro  che  comunicano  al  corpo  ed  al 
tutti  i  documenti  concernenti  questo  debito,  li  distrusse  sangue di Cristo, sarebbero dovuti essere più puri di un 
ed  ordinò  severamente  ai  giudei  di  non  esigere  più  dal  raggio di sole, chiesi al mio interlocutore di dirmi, per il 
patriarcato  il  pagamento  di  questo  debito.  Cambiò  nu‐ mio  profitto  spirituale,  qualche  parola  su  questo  tema. 
merose consuetudini turche e favorì moltissimo i cristia‐ Mi guardò con il suo sguardo chiaroveggente e mi dis‐
ni. Comportandosi così era naturale che i turchi lo assas‐ se: 
sinassero dicendo in seguito che era “deceduto”.  _ Abbi timore di Dio e sarai astinente in tutto. 
Durante  il  suo  soggiorno  di  quattro  anni  a  Co‐ _ Amìn, gli risposi. Poi gli chiesi di parlarmi della sua 
stantinopoli  e  la  conversione  di  suo  zio  e  degli  altri  vita. 
che  avevano  apostatato  Cristo,  Gabriele,  che  aveva  _  Ho  dieci  discepoli  mi  disse.  Non  vanno  da  nessuna 
allora  18  anni,  si  preoccupava  della  sua  salvezza,  e  parte. Di giorno coltivano il giardino e la vigna e, la not‐
supplicava giorno e notte con lacrime la Madre di Dio  te, ciascuno di loro fa numerose metanie. Si accontenta‐
di farlo uscire dalla corte del sultano e di indicargli la  no di un cibo non cotto. Si comunicano una volta la set‐
via  della  salvezza.  Assisteva  tutti  i  giorni  alla  Divina  timana  dopo  la  confessione  dei  pensieri  e  la  preghiera 
Liturgia  nelle  chiese  del  Patriarcato  e  se  ne  stava  in‐ d’assoluzione”. 
nanzi  all’icona  in  mosaico  della  Madre  di  Dio  che  si   Secondo  l’opinione  dei  suoi  contemporanei,  il  vecchio 
trovava dietro la cattedra del Patriarca, pregando con  Padre spirituale Neofito era un uomo santo agli occhi di 
lacrime la Madre di Dio di guidarlo. Terminata la Di‐ Dio. Quaranta giorni prima di morire predisse il giorno 
vina Liturgia, Gabriele non usciva insieme con gli al‐ della  sua  morte.  Lesse allora  il  Vangelo  ed  il  salterio,  si 
tri,  ma  continuava  a  supplicare  la  Madre  di  Dio,  con  scavò  da  se  stesso  la  tomba,  comunicò  ai  Santi  Misteri, 
grande fede e semplicità infantile, di fargli sapere ciò  donò la sua benedizione ai suoi discepoli, si segnò e ri‐
che  doveva  fare.  Improvvisamente,  come  lui  stesso  mise in pace la sua anima al Signore. Si addormentò nel 
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raccontò in seguito, vide la Regina dei Cieli vestita di 
un bianco abbagliante, uscire dall’icona, andare vicino 
a lui e chiedergli: 
  “Cosa desideri”? 
ANTENATI SPIRITUALI DI CHAZI GHIORGHIS  “Desidero fare qualcosa per salvarmi”, rispose Ga‐
  briele. La Madre di Dio gli disse allora: 
   Sì, tutti abbiamo il santo dovere di commemorare i  “Vai  alla  porta  esterna  del  Fanar12  sul  molo  e  la 
nostri antenati e d’essere loro riconoscenti, poiché siamo  vedrai un monaco. Va con lui alla Santa Montagna”! 
loro grandemente debitori; quanto di più allora dobbia‐ Dopo aver detto ciò la Madre di Dio rientrò nella 
mo avere riconoscenza nei confronti dei nostri santi an‐ sua icona. 
tenati spirituali che ci aiutano per la sicura conoscenza  Gabriele  pieno  di  gioia,  corse  al  molo  e  vide  un 
che hanno presso Cristo! Per ciò è cosa buona parlare un  rispettabile monaco, con una lunga barba. Era il padre 
poco del Padre spirituale di Chazi Ghiorghis, il Padre  Gregorio,  Igumeno  del  monastero  di  Grigoriu13  della 
Neofito, e di suo “nonno” spirituale, il Gheron Auxéntio.  Santa Montagna. Gabriele cadde ai suoi piedi suppli‐
Ancora  bambino  a  Cesarea  il  Padre  Neofito  Cara‐ candolo  di  condurlo  con  lui  all’Athos.  Ma  l’Igumeno 
mallis  sentì  parlare  della  Santa  Montagna  e,  nella  sua  Athonita gli disse: 
semplicità  infantile,  pensava  che  i  monaci  eremiti  man‐ “I  Santi Padri  ed  i  decreti  dei  Patriarchi  proibiscono 
giassero solamente quando sentivano suonare la campa‐ di prendere al Monte Athos non solo dei bambini come 
na in Cielo! Allora decise di imitarli! Aspettava anche lui  te, ma anche coloro che sono ancora imberbi. Così non 
di poter sentire la campana, ed infatti l’ascoltava, e sola‐ insistere, al Monte Athos non puoi venire per ora”! 
mente allora si metteva a tavola! Continuò a seguire tale  Avendo  ascoltato  il  rifiuto  del  monaco,  Gabriele  cadde 
regola per molto tempo, fino a quando arrivò alla Santa  in una grande pena. Si sentì allora obbligato a raccontar‐
Montagna  all’età  di  18  anni  e  fu  tonsurato  monaco  dal  gli come gli era apparsa la Santa Vergine e che era stata 
Gheron  Auxéntio,  a  Kapsokalivia.  In  quel  luogo  visse  lei  ad  avergli  ordinato  di  dire  all’Igumeno  di  prenderlo 
per la maggior parte della sua vita e praticò l’ascesi per  all’Athos. Sfortunatamente, il Gheron non volle assoluta‐
88 anni!  mente accettare di condurlo all’Athos e non prestò alcu‐
Il  reverendo  padre  Porfirio  Ouspenskji,  che  allora  na  attenzione  a  questa  grazia  della  Madre  di  Dio,  che 
era ancora Archimandrita, aveva visitato il Padre Neofi‐ può agire contro le disposizioni umane, per quando essi 
to. Ecco ciò che scrive:  possano essere eccellenti . 
 Il Padre Neofito nacque e fu allevato in Oriente. Da  Tutto ciò avvenne alla presenza del capitano della 
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nave che avendo visto come il giovane era rimasto a‐ d’avere  tali  uomini  nella  vostra  Eparchia,  e  che  sono  i 


mareggiato disse a Gabriele:  vostri  fratelli!  Se  ne  hanno  bisogno,  aiutateli!  Spero  che 
“Figlio  mio,  imbarcati  di  nascosto  e  presentati  al  la  vostra  ricompensa  sia  grande,  per  esservi  preso  cura 
Gheron quando saremo arrivati all’Athos”!  di tali uomini. Badate, Monsignore! La morte e il giorno 
Gabriele  partì  da  Costantinopoli  nel  1828  e,  qualche  del giudizio ci aspettano e Dio giudicherà allora ciascu‐
giorno più tardi, la nave approdò al monastero di Grigo‐ no secondo l’ordine cui appartiene29.  
riu.  Gabriele  uscì  dal  battello  e  cadde  ai  piedi  Mi  perdoni  Monsignore  che  sono  il  più  piccolo  di  tutti, 
dell’Igumeno e disse:   che non sono degno di aprire la bocca per dirvi una sola 
“La Madre di Dio mi ha condotto alla Santa Montagna!”  parola.  Che  le  vostre  sante  preghiere  siano  sempre  con 
mentre le lacrime colavano dai suoi occhi. Ma l’Igumeno  noi! Amen! 
non voleva ancora condurlo al monastero ed evitava an‐  
che di guardarlo! Tuttavia i Padri del monastero convin‐   
sero l’Igumeno che finì per accoglierlo! Immediatamente    
l’Igumeno  gli  diede  l’obbedienza  d’aiuto  cuciniere  che    
Gabriele  compiva  con  sollecitudine  conducendo  il  com‐          Monaco Chazi Ghiorghis 
battimento spirituale con filotimo.  Santa Montagna dell’Athos, Kerassià 
Era  ancora  postulante  quando  arrivò  la  festa  di  San                Lì 15 Aprile 1872 
Nicola, festa patronale del monastero. I monaci non ave‐  
vano potuto pescare a causa del cattivo tempo, ed i padri   
erano afflitti perché non avevano niente da offrire a colo‐  
ro che sarebbero venuti alla festa. Gabriele non si afflig‐  
geva per niente, poiché pensava che sarebbe stato molto   
semplice per san Nicola procurare loro del pesce! Si mise   
dunque a pregare san Nicola e, la vigilia della festa, dei   
grandi  e  grossi  pesci  balzarono  miracolosamente  dalla   
profondità  del  mare  e  saltarono  sull’imbarcadero  del   
monastero. I monaci li prepararono e resero grazia a Di‐  
o.  Dopo  questi  avvenimenti  miracolosi  Gabriele  partì   
per  Kapsokalives,  così  da  fuggire  alla  venerazione  dei   
Padri. Rimase nel monastero di Grigoriu circa due mesi.   
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fratelli in un Kellion e tutti noi conduciamo una vita si‐ Aveva appreso che in una skiti di Kapsokalives c’era un 
mile (io da quaranta anni): noi non mangiamo mai grassi  padre  spirituale  ricolmo  d’esperienza,  il  Padre  Neofito 
nemmeno  per  Pasqua,  né  i  giorni  in  cui  la  dispensa  C a r a m a n l is ,   s u o   c o m p a t r i o t a ,   e   g r a n d e 
d’olio è permessa.   “lottatore”(spirituale)  poiché  aveva  in  abbondanza  la 
Altri asceti conducano la vita esicasta, certi in due, altri  grazia  di  Dio.  Partì  per  Kapsokalives  e  trovò  il  Padre 
in tre, ed anch’essi trascorrano tutta la vita nel digiuno.  nella sua Kellion di san Giorgio. Nel momento in cui vi‐
Se  si  digiuna  in  maniera  cieca  e  dogmatica,  si  è  legati  de  il  giovane  Gabriele,  il  Padre  Neofito  lo  accolse  con 
dalle regole,  ma  per  coloro  che  “lottano”  è  stato  scritto:  gioia, poiché vedeva la grazia di Dio come fosse dipinta 
per il giusto non ci sono regole,  (1Tm  1,9)  e  Chi lotta si astie‐ sul suo viso. In quel periodo c’erano anche molti soldati 
ne in permanenza (1Cor 9, 25). Che essi possano ora com‐ turchi al monte Athos a causa della rivoluzione del 1821‐ 
piere il loro digiuno con la benedizione di Vostra Santi‐ 1830,  tanto  che  il  Padre  Neofito  lasciò  Gabriele  nella 
tà,  affinché  la  loro  coscienza  non  li  accusi  di  disobbe‐ grotta  di  san  Niphon,  dove  egli  stesso  si  era  dato 
dienza.  Il  monaco  deve  essere  un  buon  esempio  per  il  all’ascesi,  allo  scopo  di  proteggerlo  dalla  barbarie  dei 
popolo.  Che la vostra luce brilli dinanzi agli uomini  (Mt  5,  turchi. In questa grotta, Gabriele condusse un rude com‐
16).  Tanto  più  che  oggi  vi  è  indispensabile,  in  quando  battimento  spirituale  con  filotimo e  rimase  quattro  anni 
pastore, d’avere la preoccupazione di combattere coloro  senza vedere nessuno eccetto il suo Gheron che lo visita‐
che sono contro il digiuno, poiché i cristiani hanno forte‐ va  e  lo  comunicava  ai  Purissimi  Doni14.  Divenuto  Ga‐
mente  deviato  dal  retto  cammino.  Sia  con  minacce  sia  briele maggiorenne, l’armata turca accampata sul monte 
con  consigli,  insegnate  loro  a  non  disprezzare  le  leggi  Athos era meno numerosa, e quindi poté tornare dal suo 
dei Santi Padri e dei Santi Sinodi della nostra Chiesa. È  Gheron,  il  padre  Neofito,  alla  Kaliva15  di  san  Giorgio  do‐
infatti  scritto  che  chiunque  non  osserva  il  digiuno  dei  ve vivevano nove altri fratelli. 
mercoledì  e  venerdì  della  grande  Quaresima,  e  gli  altri  Sebbene  ancora  novizio,  Gabriele,  manifestava  le 
digiuni  prescritti, deve  essere  scomunicato.  Così  non  caratteristiche di un monaco avanzato nella vita spiritu‐
dobbiamo anche noi, fin dove ci è possibile, aver timore  ale. Era, si potrebbe dire, il radiotelegrafista di Dio. Una 
di presentare agli uomini delle regole difficili se servono  volta,  mentre  pregava,  sentì  la  voce  del  Gheron  dire 
a  impedirgli  di  trasgredire  le  leggi  di  Dio  e  compiere  loro: “ Figli miei salvatemi”. Gabriele, si precipitò a dir‐
delle  azioni  insensate.  Di  tali  trasgressori,  voi  dovete  lo al fratello più anziano, ma purtroppo quello lo scher‐
mettervi alla caccia! Ma non disviate i fratelli che voglio‐ niva: 
no  digiunare  senza  cattive  intenzioni.  Gioite,  al  contra‐ “Povero  smarrito,  vai  a  compiere  la  tua  regola  di 
rio,  di  coloro  che  vogliono  praticare  l’ascesi!  Gioite  preghiera in cella!” 
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Appena Gabriele ricominciò a pregare sentì nuova‐
mente e con più insistenza il Gheron dire con una voce 
straziante: “figli miei salvatemi! Mi trovo vicino la Cro‐
ce, che è a Zigos, dinanzi a Kerassià, e sono in pericolo! 
Venite a salvarmi”!                                                                                              LETTERA DI CHAZI GHIORGHIS 
 Gabriele  ritorna  dal  monaco  e  gli  dice:  “Il  nostro  AL METROPOLITA DI CHIO 
Gheron è in pericolo e si trova in alto alla Croce”!   
Il monaco, questa volta, lo sgrida ancora di più:     
“Sei forse completamente uscito di senno? Tu senti    Al Reverendissimo e Santissimo Metropolita di Chio, 
la voce del Gheron sin dalla Croce”? ( cioè a due ore di  Monsignore Gregorio, cui mi prosterno. 
cammino in tempo buono).    
 Gabriele  allora  soffrendo  molto  lo  supplicava:  “O   Reverendissimo  e  Santo  Monsignore,  bacio  umil‐
Padre,  recita  un  komboschini16  facendoti  il  segno  della  mente la vostra mano. 
croce con attenzione, e vedrai”!  Vi assicuro con forti suppliche che i Gheronta Ieroteo 
Dal che il monaco iniziò facendo il segno della croce re‐ e  Macario,  che  conducono  vita  esicasta  in  una  Kaliva 
citando  la  preghiera  di  Gesù,  e  intese  la  voce  straziante  della vostra Eparchia, hanno amato e scelto la parte buo‐
del loro Gheron.  na. Piaccia a Dio che essi possano perseverare in una tale 
I fratelli si strinsero subito dei bastoni sui piedi con  vita! Poiché essi lo hanno giurato a se stessi ,e ciò è orgo‐
le  corde,  per  non  affondare  sulla  neve,  e  si  misero  in  glio, a partire da oggi, giorno che fissarono con la vostra 
cammino. Ci volle circa mezza giornata per arrivare nel  benedizione, che essi abbiano come regola di non fare la 
posto dove si trovava il loro Gheron, perché c’era molta  dispensa  d’olio28.  In  effetti  chi  digiuna  umilmente,  nel 
neve. Giacché la neve era qualche metro più bassa a Ka‐ considerarsi  peccatore,  o  ancora  per  ascesi  o  per  amore 
vsokalivies e molto più alta alla Croce !   di Dio, non è legato dalle regole dei santi Padri. Ne ab‐
Il Padre Neofito, rientrando da un viaggio e salendo  biamo testimonianze provenienti da diverse parti. Molti 
dalla Skiti di sant’Anna verso Kerassià (si era in inverno  santi  come  san  Giovanni  Crisostomo  hanno  trascorso 
e c’era un pessimo tempo) era già sfinito quando arrivò  tutta la loro vita nutrendosi solo di verdure, altri di legu‐
vicino  la  Croce.  A  causa  dell’abbondanza  della  neve,  mi secchi. San Giacomo il fratello del Signore non ha mai 
sprofondò e non poté più andare oltre. Quando arrivaro‐ mangiato  durante  la  sua  vita  dei  grassi  né  si  è  nutrito 
no i suoi discepoli, lo trovarono seppellito sotto la neve,  d’animali.  Numerosi  eremiti  hanno  fatto  lo  stesso,  così 
quasi morto! Poiché era gelato, lo presero e lo portarono  anche io anche, il più piccolo di tutti! Siamo circa trenta 
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Il santo Gheron aveva anche alcuni figli spirituali nel  senza indugio a Kerassià, perché potesse rinvenire. Tut‐
mondo, che guidava e proteggeva spiritualmente, come  tavia, ciò che salvò l’Anziano, secondo me, non furono i 
possiamo vedere nella lettera al metropolita di Chios.  soccorsi umani che gli furono prodigati, il caldo e le be‐
Sebbene  vivessero  “nel  mondo”,  vivevano  tuttavia  vande calde, ma la preghiera ardente di Gabriele! 
“fuori del mondo”, seguendo il Tipikon austero di Chazi  Quando  il  Padre  Neofito  fu  guarito,  ritornarono  a 
Ghiorghis.  Aiutavano  i  cristiani  con  il  loro  buon  esem‐ Kapsokalivies, al Kellion di san Giorgio. Poco tempo do‐
pio,  il  loro  zelo  per  il  combattimento  spirituale,  custo‐ po, Gabriele fu tonsurato monaco nella loro Kaliva e ri‐
dendo le sante tradizioni della nostra Chiesa.  cevette il nome di Giorgio. Più tardi, a causa del suo pel‐
In quel periodo, così sembra, gli uomini avevano ini‐ legrinaggio  ai  luoghi  santi,  prese  il  nome  di  “Chazi 
ziato a rilassarsi spiritualmente e Chazi Ghiorghis lotta‐ Ghiorghis”. 
va per preservare lo spirito ortodosso, pieno di zelo per   Poichè  la  comunità  del  padre  Neofito  a  Kapsokali‐
il  combattimento  spirituale,  caratteristico  della  nostra  vies era divenuta numerosa, i fratelli salirono a Kerassià 
Chiesa.   per avere più hesychìa17. Rimasero quattro anni nel Kel‐
Noi  dobbiamo  essere  ancora  più  vigili,  poiché,  oltre  lion  dei  santi  Apostoli,  il  tempo  di  preparare  il  grande 
al grande rilassamento che si può ben osservare, gli uo‐ Kellion  di  san  Demetrio  e  san  Mema.  Là  c’erano  abba‐
mini di oggi sono, malauguratamente, riusciti a produr‐ stanza  posti  per  tutta  la  comunità.  A  Kerassià  il  Padre 
re delle leggi lassiste e le impongono anche a coloro che  Neofito, in seguito ad una visione, stabilì la regola auste‐
praticano il combattimento spirituale. Se noi ci confron‐ ra di un digiuno perpetuo e della preghiera continua. In 
teremo con i santi, vedremo le nostre passioni, ci umilie‐ seguito,  nel  1848,  lasciò  il  Padre  Giorgio  (Chazi  Ghior‐
remo e condurremo il combattimento spirituale con filo‐ ghis) alla guida della comunità, come Gheron. Questo si 
timo per essere così salvati.  stabilì a Karies nel Kellion di san Nicola (dipendente dal 
   monastero  di  Simonos  Petras18).  Questo  posto  era  più 
  comodo per i pellegrini e gli permetteva, in quando pa‐
  dre spirituale dotato di carismi, di aiutare molte più ani‐
  me sofferenti. 
  I fratelli della comunità (di Kerassià) avevano molta 
  fiducia  in  Chazi  Ghiorghis,  poiché  lui  stesso  dapprima 
  aveva vinto (superato vittoriosamente le prove e le ten‐
  tazioni)come  discepolo  ed  ora  poteva,  dunque,  com‐
  prendere gli altri discepoli. Egli era solito sopprimere la 
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volontà,  secondo  lo  Spirito  dei  Padri,  cioè  sopprimere  evloghia, poiché non l’abbiamo incontrato durante la sua 


l’orgoglio infantile dei discepoli e frenare perfino il loro  epoca, per essere benedetti da lui. 
entusiasmo. In altre parole, umiliava con discernimento    Santo di Dio, Giorgio, abbi uno sguardo di compas‐
e  non  si  muoveva  mai  senza  discernimento.  Poiché  il  sione anche per me, il miserabile Paisio. 
Gheron  emanava  santità,  i  suoi  discepoli  si  sottomette‐  
vano a lui per amore e rispetto e non per timore. Era, del   
resto, verso se stesso molto rigoroso ed aumentava sem‐  Axion estin, l’11 giugno 1983 
pre  più  la  sua  ascesi.  Il  Gheron  diceva:  ”Quando  ci  si   Kellion di Kutlomusio, Panagouda, 
dedica ai digiuni, alle agripnie19 e alla preghiera, le forze                  Santa Montagna. 
del  corpo  si  estenuano,  la  carne  geme  e  ci  si  compiace   
delle  difficoltà  e  delle  pene  della  vita  ascetica.  Si  deve   
essere  allora  molto  attenti  nel  combattere  contro  i  pen‐  GLORIA A DIO 
sieri  –  poiché  in  quei  momenti  ci  si  ricorda  della  vita          
passata  nel  mondo‐  per  paura  d’essere  ostacolato  nei   
binari della salvezza e di perdere la propria anima”.    
A  seguito  di  numerosi  anni  di  tali  combattimenti   
ascetici era normale che fosse esausto, ma anche che po‐  
tesse  sfuggirgli  sempre  più  il  controllo  della  materia.   
Quando  soffriva  di  male  alle  gambe,  a  causa  di  lunghi   
tempi trascorsi in piedi durante la preghiera, e soprattut‐  
to di male alle ginocchia per le sue numerose metanie, e   
quando tutto il suo corpo utilizzato per l’ascesi lo faceva   
soffrire,  il  Gheron,  perseguiva  il  suo  Tipikon  austero  e   
non  prendeva  mai  medicine.  Diceva  ai  suoi  discepoli  e   
visitatori:  “La  migliore  medicina  è  la  comunione  fre‐  
quente ai Purissimi Misteri di Cristo. La confessione fre‐  
quente e la divina Comunione sono le condizioni fonda‐  
mentali ed indispensabili per ottenere sulla terra la gioia   
e nel Cielo la felicità”, e raccontava loro questa storia.   
“Un  eremita  domandò  al  diavolo:  “Quali  sono  le   
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da parte degli uomini, credo che Cristo lo abbia giudica‐ cose che voi temete di più”? 
to degno della doppia corona, di santo monaco e di mar‐ Il Diavolo rispose: “Le cose da noi temute e perce‐
tire!  E  in  questo  caso,  essendo  stato  tormentato  da  cri‐ pite  come  insopportabili  sono:  i  Misteri  del  battesi‐
stiani, la sofferenza è più dolorosa, poiché gli uomini di  mo, per i quali perdiamo tutti i poteri ed ogni diritto 
Dio  soffrono  molto  di  più  per  il  comportamento  rigido  su voi, la Croce, che ci tormenta, ci mette in fuga e ci 
dei  loro  fratelli,  comportamento  che  poco  si  addice  ai  annienta e, soprattutto, la Comunione. La Comunio‐
cristiani!  ne, continuò il diavolo, è per noi più temuta del fuo‐
Da  queste  poche  pagine  si  può  percepire  la  santità  co della Geenna. Non solamente non possiamo acco‐
del monaco Giorgio, Chazi Ghiorghis! Il santo Gheron si  starci  a  colui  che  si  è  comunicato  degnamente,  ma 
sforzava  naturalmente  di  vivere  nell’ombra,  come  sono  abbiamo  perfino  paura  di  guardarlo  in  faccia.  Ma, 
soliti fare per abitudine i Santi Padri della nostra Chiesa.  sebbene tutto ciò sia mortale per noi, noi siamo rico‐
Anche  per  il  poco  che  conosco,  ciò  che  ho  scritto  di  lui  noscenti agli uomini poiché, per le loro disattenzioni 
non gli rende pienamente giustizia.  e  le  loro  abitudini  peccaminose,  essi  allontanano  da 
Non ha importanza se la nostra Chiesa non lo ha an‐ loro  le  energie  dei  Misteri.  Sono  solamente  loro  che 
cora  proclamato  santo,  per  accordargli  l’aureola.  ci danno il potere di impadronirci del loro cuore”! 
L’importante è la vita luminosa del Gheron, il suo sem‐ Tramite  questo  racconto,  Chazi  Ghiorghis  voleva 
plice esempio, silenzioso e benevolo. Era ricolmo di vir‐ far  comprendere,  in  maniera  viva,  ai  suoi  discepoli 
tù e di forze divine che egli offriva con tutto il suo essere  l’importanza dei santi Misteri per i Cristiani.  
al servizio del suo prossimo. Ha compiuto dei miracoli,  Al fine di sopportare con gioia i lavori e le soffe‐
aveva delle visioni divine e possedeva i carismi di chia‐ renze dell’ascesi che praticavano per la salvezza delle 
roveggenza.  Aveva  la  grazia  di  Dio  in  abbondanza,  e  loro anime, il Gheron richiamava alla loro attenzione 
questa  lo  colmò.  Durante  l’esumazione  delle  sue  Sante  questa  storia  che  il  suo  Gheron,  il  Padre  Neofito  gli 
Reliquie, esse emanavano un profumo che le parole non  aveva raccontato: 
possono descrivere.  “ Un ammalato aveva perso la pazienza e gridava 
Lo Ieromonaco Partenio donò qualche reliquia come  al Signore. Lo supplicava di liberarlo da quelle terribi‐
evloghia26 ad alcuni russi devoti e conservò il resto a Ka‐ li sofferenze. Un angelo gli apparve e gli disse: 
ries, nel suo Kellion, dipendenza di Chilandari27, dedica‐ “Il Dio d’ogni Bontà ha ascoltato la tua preghiera a 
to  all’an‐nunciazione  della  Madre  di  Dio.  Oggi  ignoria‐ condizione,  però,  che  tu  accetti  di  passare  tre  ore 
mo  dove  si  trovino!  Preghiamo  perché  si  trovino  le  sue  all’Inferno,  anziché  vivere  un  anno  sulla  terra  nelle 
Sante Reliquie, affinché riceviamo anche noi, una piccola  sofferenze, tramite le quali, come l’oro al fuoco, ogni 
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uomo  si  purifica  dal  peccato.  La  tua  anima  doveva  “Noi”,  diceva  il  Padre  Ignazio,  “non  avevamo  dato 
essere  purificata  con  la  prova  della  malattia,  da  sop‐ importanza alle parole del Gheron”. 
portare ancora per un anno. Tutto ciò ti sembrerà dif‐ Ma nello stupore dei suoi discepoli, e mentre non sof‐
ficile ma pensa ciò che significa l’Inferno, dove vanno  friva d’alcun male, se non degli acciacchi dovuti alla vec‐
tutti i peccatori! Se invece vuoi farne l’esperienza per  chiaia, il Padre Niceforo rese la sua anima a Dio tre gior‐
tre ore solamente, e per le preghiere della Santa Chie‐ ni più tardi e cioè il 20 dicembre 1886. Chazi Ghiorghis 
sa, tu sarai salvato”!  era  andato  in  cielo  il  17  dicembre  1886,  nel  giorno  e 
 Il malato pensò: “Un anno di sofferenze sulla terra  nell’istante preciso in cui il padre Niceforo aveva avuto 
è  molto  lungo!  È  sicuramente  meglio  soffrire  tre  ore  la sua visione. 
che un anno!”  Per ordine del Santissimo Patriarca Joakim III, Bessa‐
Sono  d’accordo  per  le  tre  ore  all’inferno!  Disse  rione, vescovo di Dyrrachio, circondato da tutto il clero, 
all’angelo. L’angelo allora prese delicatamente la sua  si celebrò l’ufficio funebre con solennità, ed una commo‐
anima, la lasciò all’Inferno e disse: “Ritornerò fra tre  vente orazione funebre fu pronunciata. Il popolo in mas‐
ore”.  sa, fra gli altri studenti, ragazzi e ragazze che il Gheron 
L’oscurità  perpetua  che  regnava  in  quel  luogo;  aveva molto aiutato durante la sua vita, accompagnaro‐
l’oppressione, le grida dei dannati raggiungevano le sue  no il santo Gheron, Chazi Ghiorghis. Tutti erano addolo‐
orecchie ed i loro volti inferociti causavano allo sciagura‐ rati per aver perso colui che li proteggeva, perfino i Tur‐
to un terrore ed una tristezza spaventosa. Da ogni parte  chi, poiché a molti fra loro aveva fatto del bene e li aveva 
non vedeva e non sentiva altro che tormenti. Nell’abisso  guariti da diverse malattie, anche loro dunque lo rispet‐
infinito dell’Inferno non c’era un solo grido di gioia! So‐ tavano.  Chiamavano  Chazi  Ghiorghis  Bizìm  Babà  cioè 
lamente  gli  occhi  infuocati  dei  dannati,  pronti  allo  stra‐ “Nostro Padre”. 
zio, luccicavano nell’oscurità.  Chazi Ghiorghis amava tutti gli uomini di un amore 
Lo sciagurato si mise a tremare e a gridare, ma solamen‐ vero. Egli era sempre sereno, non si meravigliava di nul‐
te  l’abisso  rispondeva  alle  sue  urla!  Gli  sembrava  che  la e perdonava a tutti. Aveva un grande cuore, accoglie‐
fossero  passati  dei  secoli  in  questi  tormenti  e,  ad  ogni  va tutto e tutti e li sosteneva. Egli in qualche modo si era 
istante, aspettava che l’angelo venisse a cercarlo, ma in‐ liberato della materia e conduceva una vita angelica. Era 
vano!  divenuto come un angelo e se ne è volato in Cielo, poi‐
Finalmente  disperato  al  pensiero  di  non  poter  vedere  ché  non  aveva  più  né  passioni  dell’anima  né  interessi 
mai  più  il  Paradiso,  si  mise  a  gemere  e  a  piangere,  ma  materiali. Donava tutto! Ed ora eccolo così in alto! 
nessuno si curava di lui. I peccatori all’inferno non pen‐ Poiché il santo Gheron ebbe a soffrire ingiustamente 
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Oltre a coloro che si recavano da lui in cerca di un aiuto  savano che a se stessi, ed i demoni gioivano dei loro tor‐
spirituale, altri vi si recavano perché avevano bisogno di  menti! 
denaro  pensando  quest’ultimi  che  dovesse  avere  molto  Ma  ecco  che  la  dolce  luce  dell’angelo  apparve 
denaro in banca! Dal suo letto Chazi Ghiorghis anche a  dall’abisso. Con un sorriso paradisiaco se ne stava so‐
loro  mostrava  il  cielo  con  la  sua  mano  e  diceva  “Là  in  pra  il  povero  tormentato  e  gli  chiese:  “Uomo  come 
alto si trova la mia banca! Là non ho del denaro, ho sol‐ stai”? 
tanto ancora un debito”! Voleva dire che doveva rimet‐ “Non  credevo  che  le  bugie  potessero  esistere  an‐
tere la sua anima nelle mani di Dio.  che fra 
 Chiese di essere comunicato ed entrò nel riposo del  gli  stessi  angeli”!  Mormorò  il  tormentato  con  la  voce 
Signore  il  17  dicembre  1886  (vecchio  calendario,  corri‐ spenta. 
spondente al 4 dicembre 1886 secondo il calendario gre‐ “Cosa vorresti dire” ? chiese l’angelo. 
goriano). Fu sepolto a Balouklì nella Chiesa della Zoodo‐ “Cosa vuol dire ciò”? Soggiunse il poveretto. “Mi 
chos Pighì (Sorgente  Vivificante) della  Theotokos,  nella  avevi promesso di venirmi a cercare alla fine di tre ore, 
stessa tomba dove era stato sepolto suo fratello Anasta‐ ed  ho  l’impressione  che  siano  passati  degli  anni,  dei 
sio tre anni prima.  secoli sono trascorsi in questi tormenti insopportabili”! 
In quel giorno, il Padre Niceforo (tonsurato monaco  “Quali anni, benedetto da Dio, quali secoli”? Disse 
dal padre Neofito Caramallis), fratello spirituale di Cha‐ l’angelo, stupito, “è appena passata un’ora da quando 
zi  Ghiorghis  che  abitava  la  Kalivia  della  Dormizione  sono andato via da te, e tu devi rimanere in questo luo‐
della madre di Dio a Katounakia, era anche lui malato.  go ancora due ore”. 
Mentre il Gheron era a letto e guardava verso l’alto, en‐ “Cosa? Due ore? Oh! Non potrei sopportarlo, non 
trò improvvisamente in estasi e perse conoscenza! Dopo  ne ho la forza! Se è possibile e se è la volontà di Dio, ti 
un poco tornò in se e disse:  supplico, portami via subito da qui! Meglio che io sof‐
“Sono di ritorno da Costantinopoli, da Chazi Ghior‐ fra  sulla  terra  ancora  degli  anni,  fino  al  giorno  del 
ghis”.  Giudizio  stesso,  ma  farmi  uscire  dall’Inferno!  Abbi 
“E che cosa ci porti da laggiù”? Gli chiese il suo di‐ pietà  di  me”!  Gemette  il  tormentato,  tendendo  le  sue 
scepolo, il Padre Ignazio.  mani verso l’Angelo. 
“Vedi, sono venuto a portarvi dei Koliva”25.  “Bene”, rispose l’angelo. “Il buon Dio e Padre miseri‐
“Ma cosa stai dicendo”? Continuò il Padre Ignazio.  cordioso, ha avuto pietà di te”! 
Mi ha detto: “ Fra tre giorni verrò a cercarti”, rispo‐ A queste parole il malato aprì gli occhi e vide che si tro‐
se il Gheron, e smise di parlare.   vava come prima nel suo letto da infermo. 
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Con tali pensieri il Gheron si sforzava di mortificare i  per far riparare il kellion di San Demetrio e di san Me‐
suoi  sensi.  Tramite  la  preoccupazione  della  salvezza  nas. Questa era la regola di Chazi Ghiorghis: dare in ele‐
dell’anima sottometteva il corpo e mortificava le passio‐ mosina le “benedizioni” che gli sono state date e restare 
ni.  lui stesso sempre il più povero fra poveri! In tal modo si 
A seguito di una tale ascesi sovrumana, della sua pa‐ è  arricchito  ed  è  diventato  principe  cioé  figlio  di  Dio! 
zienza, della sua rassegnazione con la quale grandemen‐ Naturalmente  l’ascesi  praticata  con  filotimo,  che  egli  se‐
te  affrontava  i  dolori  più  terribili,  e  dei  suoi  umili  pen‐ guì fino agli ultimi anni della sua vita, trascorsi a letto, 
sieri, ‐ giustamente è stato santificato dal seno di sua ma‐ ci ha aiutati. Tutto il suo corpo lo faceva soffrire, soprat‐
dre,  si  considerava  un  gran  peccatore  e  pensava  che  la  tutto i suoi piedi, tanto che non poteva più camminare. 
sua  anima  dovesse  essere  purificata  per  i  dolori  delle  Ma sebbene le sue forze corporali lo avessero abbando‐
malattie, è naturale che la grazia di Dio gli fosse accorda‐ nato, anche dal suo letto non abbandonava la sua ascesi! 
ta  in  abbondanza  e  che  non  si  fosse  mai  ammalato  du‐ Gli  uomini  sofferenti  non  lo  abbandonavano,  poiché  a‐
rante la sua vita.  vevano  bisogno  di  lui,  e  ricorrevano  a  lui  per  ricevere 
Il padre Giorgio si affliggeva molto quando nei pri‐ aiuti  e  consigli  spirituali.  Perfino  nel  suo  letto  di  soffe‐
mi passi della vita monastica, all’inizio del combattimen‐ renza il santo Gheron si occupava della sofferenza degli 
to per la salvezza dell’anima, alcuni perdevano il corag‐ altri! 
gio e vacillavano. Non sopportando più la lotta soccom‐ Poichè lo ieromonaco russo Partenio di Kerassià era 
bevano alla tentazione ed abbandonavano la loro profes‐ stato  salvato  da  morte  certa  da  Chazi  Ghiorghis,  esso 
sione  di  vita  monastica  e  la  montagna  santificata  era  divenuto  suo  discepolo  e  lo  rispettava  moltissimo. 
dell’Athos,  senza  alcuna  coscienza  della  gravità  delle  Assisteva  continuamente  il  Gheron.  L’attività  generale 
promesse fatte a Dio. Il Gheron diceva che noi dobbiamo  di padre Partenio, tuttavia, contribuì molto a deteriorare 
accettare  tutte  le  prove  con  pazienza  ed  umiltà,  al  fine  la  situazione  e  favorì  l’esilio  di  Padre  Chazi  Ghiorghis. 
che la nostra anima sia purificata totalmente dai peccati  Amava  un  poco  la  gloria  e  desiderava  mettersi  in  mo‐
commessi coscientemente ed incoscientemente. Consola‐ stra.  Questo  ieromonaco  utilizzava  il  nome  di  Chazi 
va  molto  coloro  che  erano  tormentati  dall’accidia  e  li  Ghiorghis  in  tutto  ciò  che  faceva,  approfittando  della 
consigliava spiritualmente. A coloro che si rifiutavano di  santità  del  Gheron,  e  in  tal  modo  creò  dei  problemi! 
portare  la  croce  della  vita  monastica  e  volevano  abban‐ Malgrado ciò lo amava e restò con lui fino alla fine della 
donare la Santa Montagna, raccontava la seguente storia:  sua vita. 
“Un monaco Aghiorita aveva il dono della chiaro‐ Fino al suo ultimo respiro, il santo Gheron conserva‐
veggenza, vedeva tutte le orde di demoni, una più de‐ va uno spirito lucido e consigliava con divina chiarezza. 
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conforma  alle  regole  ed  alla  tradizione  del  nostro  luo‐ testabile  dell’altra.  Una  di  queste,  tuttavia,  sembrava 
go”.  così tanto ripugnante che alla sola vista si era presi da 
Il Padre Ghiorghios, uomo di Dio, arriva dunque al  sconcerto.  L’asceta  li  guardava  e  si  chiedeva  da  dove 
luogo del suo esilio, a Marmaras di Costantinopoli, feri‐ potesse provenire una così ripugnante bruttezza! 
to  e  separato  dai  suoi  figli  spirituali  come  anche  dal  Perché ci guardi in modo tanto strano? Gli chiede un 
Giardino  della  Panaghia,  dalla  Santa  Montagna!  Chazi  demonio  con  ironia  satanica.  Tutto  ciò  che  vedi  sono  i 
Ghiorghis  volava  in  alto  come  l’agile  aquila  reale  demoni che tentano i monaci cercando di impedire loro 
dell’Athos.  Sventuratamente  alcuni  uomini  turbolenti,  che  lavorino  per  la  propria  salvezza.  Li  fanno  cadere 
non  della  sua  comunità,  ma  estranei,  cercarono  conti‐ nell’accidia  affinché  si  ricordino  della  loro  famiglia  e 
nuamente di tagliargli le ali e di distruggere il suo nido  della  loro  patria,  gli  suggeriscono  di  abbandonare  la 
fino al punto di averlo cacciato! Ma “poco importa dove  Santa  Montagna  e  di  ritornare  nel  mondo.  Coloro  che 
è  gettato  un  blocco  di  pietra,  un  blocco  di  pietra  sarà  lasciano la Santa Montagna ed abbandonano l’Abito, mi 
sempre utilizzato!”  occupo io stesso di portarli sulle mie spalle fino al bat‐
A  Marmaras,  presso  Costantinopoli  Chazi  Ghior‐ tello, e sono loro che mi hanno consumato il collo ed il 
ghis aveva trovato un monastero dedicato ai santi Ermo‐ dorso, e dopo averli trasportati fino al battello li accom‐
lao e Pantaleimon e la perseguì la sua vita ascetica.  pagno nel mondo. Il Gheron fece il segno della croce e 
La  presenza  di  Chazi  Ghiorghis  a  Costantinopoli  a  tutto svanì”. 
quell’epoca  fu  un  balsamo  divino  per  le  anime  afflitte  Chazi Ghiorghis consigliava ciascuno in maniera ap‐
dei  cristiani,  che  soffrivano  molto  a  causa  del  crudele  propriata,  con  discernimento.  Consolava  le  anime  e  le 
sultano  Abd‐ul‐Hamit  (1883  circa).  Non  solamente  il  aiutava  con  le  preghiere  che  gli  scaturivano  dal  cuore. 
santo  Gheron  dispensava  la  consolazione  divina  sulle  Per la sua vita condotta in santità, il suo viso risplendeva 
anime afflitte, ma, per la Grazia di Dio che dimorava in  e  irradiava  la  Grazia  divina  sulle  anime  sofferenti.  La 
lui, guariva anche i corpi sofferenti: compiva dei miraco‐ fama  del  Gheron  si  era  sparsa  un  po’  dappertutto  e  da 
li!  Perfino  la  sua  cintura  era  miracolosa!  Dei  malati  la  ogni parte le folle ricorrevano a lui allo scopo di ottenere 
portavano  ed  erano  guariti!  Le  donne  in  gravidanza  al  un profitto spirituale per le proprie anime. Dall’alba fino 
momento  di  partorire  chiedevano  la  cintura  del  santo  a sera raccoglieva il dolore di coloro che soffrivano e ri‐
Gheron  e,  quelle  che  la  portavano  partorivano  subito.  scaldava il loro cuore con il suo amore spirituale, simile 
Persino gli indemoniati erano liberati dai demoni!  al sole della primavera. 
Il  suo  discepolo,  il  Padre  Simeone,  gli  aveva  fatto  “Un buon inizio è già una buona fine”. Partì dalla sua 
visita  a  Marmaras,  ed  il  Gheron  gli  diede  dell’argento  patria  quando  ancora  era  bambino.  Abbandonò  i  suoi 
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genitori per amore di Cristo. Aveva “fatto uscire” il suo  erano  molti  operai  non  religiosi  che  tagliavano  legna 


amore  dal  cerchio  della  sua  famiglia  e  lo  aveva  sparso  nella  foresta,  il  Gheron  diceva  ai  “piccoli”,  non  solo  di 
per  il  mondo.  Aveva  acquisito,  inoltre,  l’amore  divino,  non parlare con i non religiosi, ma anche di evitarli! An‐
tanto che considerava ogni uomo suo fratello. Era dive‐ che  quando,  nel  compiere  la  loro  obbedienza  intorno  a 
nuto figlio della gran famiglia d’Adamo, di Dio!  Kaliva, i piccoli fratelli vedevano dei non religiosi, si na‐
Non aveva progetti personali, così che Dio lo ha po‐ scondevano fra i rami e recitavano la preghiera di Gesù, 
sto nel suo divino progetto: lo ha fatto Padre Spirituale!  fino a quando i laici si fossero allontanati. 
Avendo  compreso  la  gran  dignità  dell’Abito  Angelico,  Sfortunatamente  alcuni  ne  approfittarono  per  ca‐
non  desiderava  altra  dignità.  Molti  volevano  diventare  lunniare  ancora  il  santo  Gheron  presso  il  monastero  di 
suoi discepoli, e specialmente ragazzini ancora minoren‐ Gregoriu  e  dissero:  “Chazi  Ghiorghis  ed  ancora  molti 
ni che non accettava in monastero. Chazi Ghiorghis ave‐ altri monaci si sono nascosti nella montagna e non sono 
va  compassione  di  loro  e  li  custodiva  se  avevano  com‐ iscritti al monastero. Così nasconde i suoi progetti!” Era 
piuto i quindici anni. Li metteva sotto la sua protezione,  prevedibile  che  i  monaci  del  monastero  di  Gregoriu  fi‐
così come fa un padre affettuoso, ma anche come fa una  nissero per inquietarsi e lo espulsero dalla loro regione. 
tenera madre. Per far loro credere che anch’essi avevano  Il Gheron allora fu obbligato a rifugiarsi dai suoi disce‐
una  specie  di  barba  e  ne  gioissero,  egli  imbrattava  le   poli, e  Padre Eulogio si rifugiò al kellion di san Giorgio 
guance  di  fuliggine.  Pur  essendo  un  buon  numero  di  Faneromeno. In seguito si stabilì nel Kellio di santo Stefa‐
ragazzi nella sua comunità, non gli causavano alcun pro‐ no  a  Kapsala  (dipendenza  del  monastero  russo  di  san 
blema  riguardo  all’osservanza  del  Tipikon  austero  di  Pantaleimon). 
Chazi Ghiorghis, ma, al contrario, questi ragazzi supera‐ Ma purtroppo le persone, che erano gelose e lo in‐
vano  i  più  collaudati  nell’ascesi!  Essi  erano,  in  tutto,  vidiavano,  non  smisero  nemmeno  là  di  suscitare  scan‐
trenta fratelli . Al Kellion di san Demetrio e di san Minas  dali, fino al punto di persuadere la Santa Comunità del‐
avevano  raggiunto  il  numero  di  cinquanta.  Nella  sua  la  Santa  Montagna  di  stabilire  l’esilio  di  Chazi  Ghior‐
comunità  aveva  sempre  da  sei  a  sette  “piccoli”,  prove‐ ghis, cioè il decreto d’espulsione dalla Santa Montagna! 
nienti dal monastero o da altre comunità, e che restava‐ “Tramite il suo atto del 27 ottobre 1882, la Santa Comu‐
no  presso  il  santo  Gheron  fino  a  quando  non  cresceva  nità,  durante  il  suo  cinquantaduesimo  Concilio,  senza 
loro la barba e non fossero loro spuntate le ali spirituali.  tener conto dei Concili precedenti decide, in seguito alla 
Intorno a Chazi Ghiorghis l’atmosfera spirituale era mol‐ domanda  del  monastero  russo,  l’espulsione  del  greco 
to  viva  e  la  grazia  di  Dio  si  diffondeva  in  abbondanza.  Chazi  Ghiorghis  dal  Kellion  di  Santo  Stefano,  dipen‐
Anche i Padri si riscaldavano spiritualmente! Ed era nor‐ denza del monastero di San Pantaleimon, poiché non si 
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sigli da Chazi Ghiorghis che era greco e lo calunniavano  male  che  non  avessero  bisogno  d’alimenti  che  dessero 


dinanzi  ai  greci    dicendo  che  il  Gheron  era  filorusso!  loro  nutrimento!  Il  loro  cibo  abituale  era  composto  di 
Certi  greci  diffidenti  (la  situazione  allora  era  tesa)  cre‐ frutta secca e miele. Non mangiavano mai cibi grassi nè 
dettero a ciò e dispersero la fraternità angelica di Chazi  olio. E a Pasqua, a posto delle uova, facevano bollire pa‐
Ghiorghis.  Non  lasciarono  nel  Kellion  di  san  Demetrio  tate  e  le  tingevano  di  rosso!  I  discepoli  di  Chazi  Ghior‐
che un solo ieromonaco, Menas, e tre altri monaci greci,  ghis  celebravano  i  giorni  di  festa  spiritualmente  e  non 
Gabriele, Vincenzo e Simeone.  con squisite pietanze! La grazia di Dio dava loro le forze 
I Padri si dispersero a gruppi di due e o a tre per la  ed erano sempre in buona salute. 
Santa Montagna. Alla Skiti di Kutlumusio24, vennero tre  Se qualche fratello prendeva freddo il Gheron scal‐
Padri della comunità di Chazi Ghiorghis: il Padre Abra‐ dava un poco il forno; quando la temperatura si abbassa‐
ham,  Isaak  e  Ghiorghio.  Quest’ultimo  andò  nella  sua  va  la  testava  con  la  sua  mano,  ed  il  fratello  che  aveva 
patria,  a  Rahoba,  nell’Epiro  del  nord,  e  condusse  i  suoi  preso freddo entrava nel forno e guariva! Se un fratello 
due fratelli carnali, Pericle (il Padre Luca) e Gherasimo,  soffriva  d’altre  cose,  il  Gheron  gli  metteva  dinanzi  un 
che  diverranno  monaci  nella  loro  Kaliva,  a  san  Gerasi‐ proschinitario20, il fratello pregava tutta la notte, suppli‐
mo. Più tardi anche Gherasimo Stoyas, originario di Pli‐ cando la Madre di Dio, ed alla fine della Divina Liturgia 
kati di Konitsa, un villaggio vicino al loro, si unì a loro.  il fratello ammalato riceveva la Santa Comunione al po‐
Quest’ultimo  mi  ha  raccontato  molte  cose  sulla  vita  del  sto delle medicine e guariva! Ma se si trattava di un vec‐
suo  “Grande  Padre”  Chazi  Ghiorghis.  Sopra  Karies,  là  chietto vicino alla sua fine sofferente, Cristo lo prendeva 
dove  inizia  la  regione  di  Kapsala,  nel  Kellion  di  San  con sé affinché riposasse per l’eternità. Il santo Gheron e 
Giorgio Faneromeno abitavano altri sei discepoli di Chazi  i fratelli della sua comunità avevano una grande fiducia 
Ghiorghis,  ed  avevano  come  Igumeno  il  più  avanzato  in Dio poiché erano divenuti come angeli. D’altronde la 
dei fratelli, il molto pio padre Euloghio. Altri due fratelli  maggioranza  di  loro  erano  divenuti  piccoli  angeli  già 
abitavano  il  Kellion  dedicato  a  san  Teodoro,  vicino  al  prima, e tanti lo diventarono di più in seguito, conside‐
monastero  di  Kutlumussi.o  Il  Gheron  Chazi  Ghiorghis  rata l’ascesi  oltre natura che essi praticavano! Si mante‐
aveva anche la responsabilità dei “piccoli” fratelli. Andò  nevano,  per  così  dire,  liberi  dalla  materia  e  “volavano” 
al monastero di Grigoriu, suo primo monastero, e vi fece  nelle altezze. Il loro spirito si trovava sempre con Dio. 
costruire in alto nella foresta un Kellion dedicato a Santo  Il  Gheron  aveva  anche  altri  discepoli  più  anziani, 
Stefano.  Là aveva  riunito  tutti  i  piccoli  fratelli  della  sua  circa  cento,  che  non  potevano  adattarsi  alla  sua  regola 
comunità.  Era  per  loro  contemporaneamente  un  buon  austera;  loro  abitavano  in  kellion  lì  nei  dintorni.  Lui 
padre  ed  una  tenera  madre,  e  li  proteggeva.  Poiché  vi  stesso provvedeva al necessario, affinché, liberi da ogni 
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preoccupazione, pregassero per la loro salvezza e quella  egli fosse ancora a Kerassià e non in Cielo!  
del  mondo  intero.  La  maggior  parte  proveniva  dalla  Tutti  questi  segni  miracolosi,  così  come  la  venera‐
Russia.  Gli  ultimi  anni,  tre  o  quattro  monaci,  abituati  zione degli uomini e quella stessa dello Zar nei confronti 
alle  mollezze,  avevano  per  orgoglio  abbracciato  la  vita  della  persona  di  Chazi  Ghiorghis,  avevano  provocato 
comunitaria  presso  Chazi  Ghiorghis,  perché  fossero  molte  gelosie  e  invidie  presso  qualche  Aghiorita  russo, 
considerati  anche  loro  come  suoi  autentici  discepoli.  A  che lo calunniò anche presso i greci affermando che Cha‐
poco  a  poco,  influenzarono  qualche  altro  monaco  della  zi Ghiorghis amava i russi e lo Zar più della Grecia. Di‐
comunità,  come  anche  un  monaco  intellettuale,  sgraziatamente, si trovò qualche greco sospettoso ( verso 
d’origine moldava, chiamato Theofane. Costoro si anda‐ i  russi  )  che  vi  credette.  In  quell’epoca  vi  erano  risenti‐
rono  a  lamentare  presso  il  monastero  della  Grande  menti  umani  fra  greci  e  russi  per  certa  propaganda.  Le 
Lavra21  affinché  Chazi  Ghiorghis  modificasse  il  suo  Ti‐ relazioni del santo Gheron con i russi erano tuttavia pu‐
pikon  austero,  poiché  non  vi  si  potevano  adattare!  Il  ramente  spirituali.  Inoltre  una  tensione  tra  greci  e  russi 
santo  Gheron  obbedì  subito  all’ingiunzione  del  mona‐ del  monastero  di  san  Pantaleimon  era  sorta  e  la  discor‐
stero e a partire da quel momento si mangiò con olio il  dia  era  grande.  Si  erano  appellati  al  Gheron  Chazi 
sabato e la domenica, e si mettevano a bollire dei legu‐ Ghiorghis  perché  li  riconciliasse  e,  per  due  mesi,  costui 
mi. Poiché, alcune volte, un grande cinghiale era entrato  fece andirivieni e viaggi tra la sua Kalivia ed il monaste‐
nel loro giardino e aveva distrutto i legumi, i fratelli era‐ ro. In seguito ebbe una visione della Theotokos23 che di‐
no andati a riferirlo al Gheron. Questi disse loro di vigi‐ stribuiva  benedizioni  in  parti  uguali  sia  ai  greci  sia  ai 
lare e di andarlo ad avvertire quando il cinghiale sareb‐ russi.  Capì,  allora,  che  greci  e  russi  dovevano  rimanere 
be  arrivato.  Una  sera,  dunque,  nel  momento  in  cui  insieme al monastero di san Panteleimon ed amarsi! Cio‐
l’animale  stava  sciupando  la  coltura  per  entrare  nonostante,  per  coloro  che  provocarono  scandali,  e  nei 
nell’orto,  i  fratelli  andarono  ad  avvertire  il  Gheron.  due gruppi ce ne erano, la pace e l’amore non furono di 
Quando  vide  l’animale  Chazi  Ghiorghis  fece  il  segno  alcun  vantaggio.  Non  solamente  non  obbedirono  in  al‐
della  croce  su  di  lui,  e  quello  rimase  immobile.  Il  Ghe‐ cun modo ai consigli del Gheron, la qual cosa era il desi‐
ron lo acchiappò per le orecchie ed il cinghiale lo seguì  derio  della  Madre  di  Dio,  ma  si  misero  d’accordo  per 
come un agnello fino alla stalla, dove lo trattenne per tre  farlo espellere dal monastero per continuare le loro accu‐
ore  lasciandolo  a  digiuno,  affinché  facesse  penitenza!  se. E fu così! 
Trascorse  le  tre  ore,  aprì  la  stalla  e  lo  liberò  dicendo:  Il Gheron ritornò a Kerassià ma anche là russi e gre‐
“Bestia  amata  da  Dio,  l’Athos  intero  non  ti  è,  dunque,  ci non cessavano di fargli la guerra. I russi erano gelosi 
sufficiente per venire sempre qui a devastare questi po‐ perché alcuni dei loro ufficiali andavano a prendere con‐
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stato salvato dalle sue preghiere.  chi  legumi,  che  così  tanto  alcune  anime  aspettano  per 
Da allora lo zar nutrì per lui un grande rispetto e gli  nutrirsi?  Vattene  subito  in  pace  e  non  ritornare  più,  se 
inviò alcune personalità del palazzo per consultarlo. Fu  no ti sottometterò ad un’altra penitenza!”. E il cinghiale 
ovvio  che  ciò  provocò  la  gelosia  di  certi  monaci  russi.  I  non ritornò più! 
Russi vanno da Chazi Ghiorghis, che è greco, e non van‐ Visto  lo  stato  di  maturità  spirituale  del  Gheron, 
no a prendere consigli dai russi!  questo  avvenimento  non  aveva  nulla  di  straordinario, 
Numerosi  altri  russi,  che  erano  stati  guariti  per  le  poiché aveva compiuto cose ancora più grandi sin dalla 
sue  preghiere,  inviarono  anche  loro  delle  consolazioni  al  sua giovinezza, e quando era ancora il novizio Gabriele! 
Gheron.  Ma  lui  viveva  con  la  sua  comunità  in  maniera  Un fatto analogo era avvenuto a Kapsokalivia22 do‐
troppo ascetica, perciò donò in abbondanza le consolazio‐ ve,  anche  là,  un  cinghiale  era  entrato  nell’orto  e  aveva 
ni  ad  altri  asceti  o  ai  poveri.  In  tal  modo  si  prese  causato dei danni. Il Padre Neofito aveva mandato Ga‐
l’abitudine  di  dire  nei  riguardi  di  colui  che  distribuisce  briele ad acchiapparlo. Egli lo legò con la sua cinghia e 
dei doni con larghezza: “Quello dona come Chazi Ghior‐ glielo portò. Ed avvenne così! Il Gheron gli ordinò allora 
ghis!”  di dargli da mangiare delle radici e delle erbe, di prepa‐
Il Gheron non aveva che un solo abito: una veste ed  rare  una  rastrelliera  sulla  tavola,  e  disse  al  cinghiale:  “ 
un pantalone. Andava sempre a piedi nudi, e solamente  Quando hai fame, vieni qua, così che i fratelli ti possano 
in chiesa portava delle grandi calze. Poiché il Suo servo  nutrire, e non devastare più l’orto dei Padri del luogo!” 
praticava  l’ascesi  con  filotimo  per  l’amore  di  Cristo,  il  Da allora il cinghiale fu loro convittore e quando aveva 
Buon Dio lo riscaldava del suo amore! Altrimenti non si  fame andava al Kellion dei fratelli per avere il suo pasto! 
spiega umanamente! Vivere nelle alture, a Kérissa, luogo  Un’altra volta il Gheron era andato con il suo discepolo 
molto  freddo  del  monte  Athos,  e  trascorrere  l’inverno  Abraham  da  Kérassia  fino  in  alto  sulla  montagna 
quasi nudo e con un cibo molto frugale! Tutti coloro che  dell’Athos per cercare legna. Quando ne ebbero tagliata 
conoscevano  il  Gheron  lo  veneravano  come  un  santo,  e  molta,  il  Gheron  tese  una  corda,  mise  la  legna ammuc‐
lo  fu  effettivamente!  Numerosi  pellegrini  pii,  russi  so‐ chiata e disse al Padre Abraham di caricarla sul suo dor‐
prattutto, prendevano foto di Chazi Ghiorghis e le porta‐ so.  Costui  fu  sorpreso,  poiché  ce  n’era  molta  –  quattro 
vano in Russia a malati che le abbracciavano con fede e  animali  non  avrebbero  potuto  trasportarla!  Ma  creden‐
venivano  guariti.  Queste  foto  si  trovavano  sulle  icono‐ do alla santità del suo Gheron, iniziò a caricare la legna 
stasi dei russi fra le icone dei santi. Coloro che soffrivano  sulle sue spalle. Chazi Ghiorghis fece il segno della Cro‐
lo  invocavano  nelle  loro  preghiere  ed  il  Gheron,  come  ce sul fardello e aiutò il Padre Abraham ad alzarsi. Pa‐
fanno i santi, li soccorreva con la grazia di Dio sebbene  dre  Abraham  raccontò  più  tardi:  “Si  sarebbe  detto  che 
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avessi un leggero piumone sulle spalle!”  e  digiunato,  poiché  l’Agha  esitava.  Il  Gheron  praticava 


Il Gheron aveva anche il dono della chiaroveggen‐ permanentemente una dura ascesi, era in buona salute e 
za, cioè della “visione” spirituale. Spesso smetteva bru‐ camminava così lievemente che si potrebbe dire che vo‐
scamente il suo lavoro e, uscito sul viottolo, avvicinava  lasse. I suoi occhi erano luminosi e sempre aperti. Il suo 
gente  che  era  caduta  nella  disperazione  e  andava  loro  volto era splendente e di un dolce colore sul rosso. Il suo 
incontro a salutarli. Gli uomini vedevano il viso di Cha‐ collo e la sua testa si inchinavano come fa una spiga ma‐
zi Ghiorghis raggiante di luce divina come un sole! Essi  tura. Era sottile e di taglia media, e il suo corpo si ridus‐
gli  aprivano  facilmente  il  cuore  sofferente  e  guarivano.  se quasi alle ossa, ai nervi ed alla pelle poiché, per la sua 
Tutti  parlavano  del  Gheron  con  ammirazione  e  bontà.  ascesi praticata con filotimo, aveva sacrificato la sua car‐
Era riconosciuto dagli Aghioriti greci e slavi per la santi‐ ne a Dio. Si rallegrava delle agripnie e se ne nutriva spiri‐
tà che emanava sull’Athos.  tualmente. Tutti si riposano su un letto, Chazi Ghiorghis 
I suoi consigli erano illuminati da Dio e la sua ospi‐ si  riposava  alzato  nel  suo  stallio!  Non  vedeva  quasi  la 
talità  era  come  quella  di  Abramo!  Offriva  così  un  dop‐ sua cella poiché di notte era in chiesa e di giorno c’erano 
pio cibo ai suoi visitatori!   gli uomini sofferenti che lui incontrava! I suoi discepoli 
Nella sua comunità, egli aveva due Padri spirituali,  non  lo  affaticavano:  infatti,  sebbene  giovani,  avevano 
il Padre Isacco ed il Padre Antonio, per confessare i pel‐ una maturità spirituale. Prima che questi gli rivelassero i 
legrini.  Il  lavoro  manuale  della  comunità  era  loro pensieri, ad un solo colpo d’occhio il Gheron, grazie 
l’iconografia. Uno dei migliori iconografi era il molto pio  ai suoi carismi di chiaroveggenza, leggeva nel loro cuore 
padre Menas. Essi compivano in ugual modo tutti i lavo‐ i loro pensieri. 
ri manuali, senza smettere di dedicarsi mentalmente alla  Una  volta  aveva  previsto  un  incidente  che  doveva 
preghiera. I fratelli che lo Gheron vedeva amare, più de‐ capitare  alla  famiglia  dello  Zar,  e  gli  aveva  scritto  che 
gli altri, le metanie e la preghiera, li scioglieva della loro  non avrebbe dovuto passare un tal giorno con la sua car‐
obbedienza  di  lavoro  e  diceva  loro  di  pregare  senza  in‐ rozza attraverso un certo ponte. Dopo aver letto la lette‐
terruzioni  e  di  fare  delle  metanie  per  la  salvezza  del  ra del Gheron, lo Zar sorrise e disse: “ Il Padre vuole una 
mondo  intero.  Il  Gheron  si  preoccupava  della  salvezza  consolazione,   inviagli  qualche  rublo”.  Ma  sei  mesi  più 
di tutti.  tardi, passando il giorno predetto nel posto indicato dal 
Si sforzava ugualmente di far battezzare dei Turchi,  Gheron, la sua carrozza si capovolse. Lo Zar e la sua fa‐
che egli battezzava con la grazia di Dio. Fra loro c’era un  miglia non subirono malgrado ciò nessun male: tutti fu‐
capo  di  sezione,  l’Agha  (governatore  turco)  della  Santa  rono  salvati  miracolosamente!  Lo  Zar  allora  si  ricordò 
Montagna, che fece battezzare dopo aver molto pregato  delle parole profetiche di Chazi Ghiorghis e capì che era 

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