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Bruno Mario Broccolo* to, che consente di avere una proiezione piana da

una o più fotografie prese da punti di vista ordinari.


resistenza del fabbricato. La stessa composizione
dei materiali interni, nascosti, sarà dunque a dispo-
Questo è un aspetto apparentemente secondario
che tuttavia rischia di premiare un’architettura
scrive di computer e disegno Completa l’operazione di rilievo sul campo la col- sizione dei restauratori. Per utilizzare una metafo- basata sul marketing e sulla velocità di ottenere il
limazione di punti attraverso distanziometri laser ra, possiamo pensare sempre più ad una sorta di prodotto finito. Non so se sia corretto, sotto un pro-
architettonico ragionando portatili. TAC del fabbricato. filo economico l’uso del termine, ma mi sembra che
su un paradosso molto Come si può intuire dalle poche note fin qui espo-
ste, è molto probabile che il rilievo sarà sempre più
L’aspetto conoscitivo del luogo e dell’oggetto archi-
tettonico, nella sua consistenza, materica e metri-
il TTM (Time To Market) diventerà sempre più un
fattore critico della progettazione architettonica. Il
stimolante, architettura un rilievo di tipo laser-scan, e cioè un rilievo che ca, sarà dunque esaurito con una maggior facilità professionista vincente sarà colui che meglio riesce
basa la propria efficacia su un’enorme quantità di rispetto ad ora. ad organizzare queste conoscenze, informazioni e
virtuale: un ossimoro di pietra dati numerici da rielaborare attraverso i software di L’oggetto architettonico, frutto di un rilievo accura- competenze disperse in rete. E mi pare che siamo
restituzione. to, o creatura ex-novo (qui non fa differenza), sarà già immersi in questo modo di operare.
Un’ulteriore fonte è data dai satelliti, che fornisco- poi sottoposto a modellazione strutturale, a calco- A fronte del quale mi sembra di poter dire, tuttavia,
Quali sono i domini in cui l’informatica sta modi- no ormai informazioni di elevata precisione. lo impiantistico, a calcolo economico. Il file con la che la velocità di produzione di un esecutivo non
ficando la pratica architettonica, intendendo qui Ritengo che prossimamente il rilievo architettonico descrizione completa dell’oggetto permetterà delle ha portato paradossalmente ad investire più tempo
“pratica” nel senso più ampio del termine, e quindi sarà fornito dall’integrazione di queste metodolo- elaborazioni tematiche: strutturali, impiantistiche, nella progettazione ma, al massimo, a prendere altri
nei suoi aspetti fattuali, produttivi, ma anche sotto gie: fotoraddrizzamento, laser-scan, foto satellitari. acustiche, ambientali, economiche, energetiche, re- incarichi, da espletare in tempi sempre più corti.
il profilo teorico? Qual è il rapporto tra l’elettronica Sarà un rilievo quasi del tutto automatico, dove la lative alla sicurezza.
e la costruzione? necessità di una strategia di “avvicinamento” cono- Non è difficile immaginare poi uno scenario in cui L’anello “debole” di questa catena di processi au-
Cominciamo dall’attività quotidiana di uno studio scitiva all’oggetto sarà ridotta o del tutto assente. i materiali avranno una durata prevista e alla data tomatizzati, digitalizzati, è paradossalmente ancora
professionale: il rilievo. Chi ha condotto operazioni di rilievo sa bene che giusta avviseranno automaticamente il computer il cantiere, la costruzione. Ma i tempi sono ormai
Già da tempo ormai vediamo in azione teodoliti ed un edificio rivela molto di più se lo si è studiato centrale che è giunta l’ora della manutenzione pre- maturi e si arriverà ad automatizzare molto anche
altri strumenti di collimazione dotati di processori e “capito”, prima di arrivare con gli strumenti sul vista o meglio della sostituzione. Come il lettore lì. Non è difficile immaginare che il file possa esse-
o collegabili a processori, che sono in grado di re- campo. Questo approccio rispetto all’edificio forse avrà già capito, qui si apre la finestra sul mondo re trasmesso al cantiere, dove ci sarà un software in
stituire in formato elettronico quanto rilevato. Una in futuro non avrà più senso. Pensiamo infatti al della domotica, e cioè su quell’aspetto che consente grado di condurre l’opera, di manovrare le gru, di
volta memorizzata tutta la fase di campagna, torna- Guggenheim di Bilbao e all’impossibilità di un ri- di integrare l’informatica con la gestione della casa impastare le malte, di automatizzare qualche fase
ti in ufficio si “scarica” la memoria dello strumento lievo canonico. Mentre Fedro può dire «Io chiamo o di un qualunque fabbricato. Tuttavia preferisco lavorativa, il magazzino, il riordino, i fornitori, di
nel computer e, attraverso un software dedicato, si “geometriche” le figure che son tracce dei moti che non approfondire in questa sede, per questioni di gestire il cronoprogramma.
ottengono degli elaborati planimetrici o planoalti- possiamo esprimere con poche parole», Derrida non economia, l’argomento.
metrici ed una sequenza di dati tabellati (libretto può più dirlo per le figure di Gehry o Eisenman. Le Ma ormai chi legge avrà capito che il punto di arri-
delle misure). Se in un primo momento i software forme create da questi architetti sono inenarrabili, Infine non è difficile immaginare che nel futuro si vo della narrazione fin qui condotta è riassumibile
erano rivolti al mercato della topografia in senso non sono geometriche. La loro legge di formazione progetterà sempre più in rete. Anche perché questo in questa frase: tutto ciò che può essere automatiz-
stretto, lo stesso mercato ha ormai virato decisa- ci sfugge, né può essere raccontata. Il Guggenheim futuro è già qui. Il progetto “girerà” da computer a zato lo sarà. La scelta, per l’architetto, non è più che
mente anche sul rilievo architettonico. di Bilbao non può essere raccontato, può essere computer, ognuno apportando il proprio valore ag- cosa automatizzare, ma cosa tirar fuori, se e cosa ri-
Anche qui, in una prima fase, vi erano dei software solo mostrato, esibito. Occorre inventare tutto un giunto. Non solo, molte soluzioni vedranno la luce servarsi come momento unico ed individualistico,
che consentivano di restituire alcuni punti rileva- altro vocabolario, se vogliamo parlarne. “scaricando” da internet parti intere di progetti o di quanto integrarsi in un processo di pianificazione
ti tramite teodolite. Il sistema hardware e software Non è richiesta nessuna capacità di lettura critica software addirittura. Dalle banche dati di imprese complesso, quale ruolo giocare in questa partita in
era dunque un’evoluzione di quello “topografico”. dell’oggetto, nessuna capacità di gerarchizzare, di costruttrici sarà possibile ottenere il modello tridi- cui vi sono più attori, più procedimenti, più tecno-
Molti di noi hanno sicuramente notato in questi ordinare ciò che viene visto e misurato. I miliardi mensionale dell’oggetto parametrico (leggasi: adat- logie.
anni particolari edifici oggetto di rilevamento, sui di miliardi di dati digitali saranno tutti elaborati dal tabile), da inserire nel progetto, la sua voce di capi-
quali, in determinati punti, erano poste delle mire, software, senza necessità di distinguere se quella tolato, il suo costo. Alla fine del disegno avremo già Proprio perché tutto ciò che può essere automa-
dei target. In ufficio occorreva se non “vettorializza- “nuvola” (la metafora della nuvola è molto impor- il costo totale ed il computo metrico. Ritengo che tizzato lo sarà, il fattore concettuale, concezionale
re” i risultati grafici del file, almeno editarli: pulirli, tante, oggi), di punti è la foglia di acanto scolpita si andrà verso una sorta di standardizzazione dei direi quasi, aumenterà di peso, di importanza. E’
correggerli. Inutile dire come anche questo settore da Palladio in persona o il lembo di una lama di file e dei software, che consentiranno la più ampia uno spazio disciplinare e fondativo che andrà dife-
si è evoluto, arrivando a precisioni eccellenti e alla titanio. “modulazione”, senza i vincoli di un certo software so con i denti, di fronte all’avanzata e alla continua
superfluità, in alcuni casi, dei bersagli. Il rilievo deontologicamente corretto (ma anche piuttosto che di un altro. E’ solo questione di tempo erosione esplicata dall’automazione.
Un altro filone è costituito dal fotoraddrizzamen- molto pratico, molto utile), non si esaurisce nell’in- perché le case costruttrici riescano ad ammortizza- Rispetto a tutti questi aspetti innovativi (il cui
cameramento e restituzione di un oggetto tridimen- re i costi sostenuti per i propri pacchetti e per con- quadro ho cercato di ricomporre in sintesi sopra),
sionale, ma si spinge fino alla conoscenza intima vergere su un unico standard grafico. Il vantaggio quello che ci interessa di più, in quanto architetti,
dei componenti dell’oggetto: i suoi nervi, i suoi mu- competitivo dei software sarà quello di legarsi ad è l’influsso del computer nella fase di concezione,
scoli, le sue ossa. elementi presenti in rete e di inserirli nella propria sul disegno architettonico.
*Bruno Mario Broccolo, architetto,
Anche in questa fase l’informatica ha modificato la filiera di produzione.
è Responsabile del Settore urbanistica del Comune
praxis. Bombardando il fabbricato con onde o rag- I programmi saranno spinti all’integrazione verso Nel 1991, ancora studente scrivevo (in una tesina
di Bastia Umbra (PG). Come docente a contratto
gi di varia natura (X, ultrasuoni, infrarossi, laser, valle (se è concesso mutuare questo termine dal per un esame incipiente) che il computer avrebbe
tiene corsi di Teoria dell’architettura contemporanea
ecc.), abbiamo sempre più risposte sia sul materiale mondo economico), per cui il software vincente imposto un’estetica al disegno d’architettura. E lo
presso la Facoltà di architettura di Firenze. con cui è composto un fabbricato, sia su come esso sarà quello che riesce a dialogare con tutto ciò che ha fatto. Sia nella modalità di impaginazione di ta-
reagisca sotto sforzo. Modificando infatti le situa- viene dopo nella pratica professionale: computo vole grafiche, sia nella possibilità di produrre mo-
zioni di carico e analizzando le risposte, si ottengo- metrico, durata, sicurezza, certificazione di qualità, delli. Basta guardare le tavole dei concorsi o degli
no informazioni anche sul funzionamento e sulla manutenzione, domotizzazione, ecc. esami di progettazione all’Università.
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Il mezzo mi appariva talmente potente che avrebbe ginale soprattutto per una diversità di scala, e poi Ma vi sono anche dei grandi architetti che hanno
obbligato ad adeguarsi alla sua potenza di calcolo (quasi sempre), per la diversità del materiale costi- creato se non un nuovo linguaggio, se non una nuo-
e al suo modo di funzionare. Perché è vero che tut- tutivo. Anche se nemmeno il modello della cupo- va estetica, un nuovo stile, una cifra personale. Pen-
ti i mezzi di disegno hanno, nella loro evoluzione, la del Brunelleschi (in mattoni), riusciva a dare il so a Purini, a Chipperfield, a Fuksas, a Zaha Hadid.
segnato la produzione dell’architettura, ma con il senso dell’immensa costruzione che aveva in testa, Che cosa hanno di volutamente reale quei disegni,
computer mi pare ci sia stato un elemento di discon- essendo formidabile il salto di scala richiesto. quelle rappresentazioni? Niente, ormai hanno co-
tinuità, di frattura. Mentre infatti per due millenni Nel modello virtuale non vi è più riferimento al ma- stituito un universo a parte. E se il discorso risulta
abbiamo solo perfezionato carta, righe, squadre e teriale, se non per l’aspetto meramente visivo, ed il coerente per Purini, per esempio, che aveva elet-
compassi, qui qualcosa è profondamente mutato. concetto di scala non è più pertinente. Paradossal- to il disegno come ambito disciplinare autonomo
Anche accantonando per un attimo il romanticismo mente risulta invertita la cronologia delle due fasi: (da tempo), la cosa appare meno coerente per gli
della manualità della matita, è evidente che ci sono prima si disegnava e poi si faceva un modello di altri. I loro “disegni” sono destinati ad un pubbli-
fattori di novità dirompenti. verifica, adesso si costruisce un modello da cui si co particolare. Siamo in un ambito culturale molto
declinano disegni. simile a quello descritto da Baudrillard a proposito
Il prodotto ottenuto non è più solo cartaceo: esco- Prima l’architetto disegnava: ora modella. Model- dell’arte in Casabella n. 747. Quei rendering, quegli
no rendering, filmati ed altre cose da vedere su un la in due sensi: il primo, secondo il quale si tende schemi, quei reticoli, dunque, sono un codice, un
monitor. Il costo della simulazione è drasticamente sempre più a fare modelli da cui derivare disegni; il linguaggio particolare destinato a pochi eletti. Cer-
diminuito. Siamo portati dunque a fare modelli tri- secondo, nel quale l’architetto modella con le mani to occorrerebbe approfondire quale sia il grado di
dimensionali ed animazioni con molta più facilità, i suoi oggetti di cartapesta. causalità tra la nuova produzione architettonica ed
con più lusso. Ormai non c’è più nemmeno biso- Il mondo attuale spinge sempre più verso questa i software di progettazione oggi presenti sul mer-
gno di macchine costose CAD-CAM: tra un po’ sa- articolazione del disegno, che prende le mosse dal- cato. Voglio dire cioè che è difficile comprendere
ranno disponibili a prezzo accessibile a tutti delle la costruzione di un modello tridimensionale. Da se questi software siano conseguenza delle nuove
stampanti “tridimensionali”, che potranno costrui- questo modello derivano sia elaborazioni dedicate architetture o se invece siano queste architetture
re piccoli oggetti. Tra poco infileremo un guanto o a presentazioni pubbliche che elaborazioni destina- ad essere possibili grazie a questi nuovi software di
un casco e passeggeremo nei nostri modelli. D’al- te al cantiere, o comunque al momento esecutivo. modellazione, calcolo e restituzione. Probabilmen-
tra parte molta della nuova architettura, fatta di Sono tavole di presentazione. Mentre in Ridolfi vi te (ed è forse l’ipotesi più ragionevole), il progresso
elementi che si piegano, si distorcono, fluttuano, è quasi la perfetta identità tra disegno da presen- di uno riverbera sull’altro e amplifica i propri effetti
ecc., trova nei software di modellazione un mezzo tazione e disegno da cantiere, ormai il disegno di in maniera ricorsiva.
di rappresentazione molto più adeguato rispetto al Unstudio (uno a caso) è da tematizzare. Il disegno Abbiamo dunque due tendenze: da una parte l’uso
disegno piano. non è più lo spartito del musicista (come continua- dello strumento per ottenere una simulazione sem-
Più ci si sposta dal disegno in due dimensioni e si va a dirci Leoncilli Massi): al massimo è il trailer pre più accurata, precisa; dall’altra la creazione di
va verso modelli tridimensionali, e maggiore deve del prossimo film in uscita. un mondo comunicativo a parte.
essere la definizione globale del modello. E’ infatti In quest’ultimo caso quello che vediamo è un uni-
poco opportuno realizzare un modello (di qualsiasi Per tener fede al titolo scelto e per concludere, verso formale fatto di flussi, di diagrammi, di con-
materiale), con gradi di definizione eterogenei tra dobbiamo tuttavia decidere se l’architettura abbia cept, che non sono una simulazione della realtà:
le varie parti. Mentre nel disegno “piano” (e qui ancora un legame con la costruzione, o se l’abbia sono una concettualizzazione, un’astrazione. E’ un
non c’è molta differenza tra il disegno manuale ed definitivamente persa. Perché se ancora vi è un rap- modo di rappresentare ciò che sta prima dell’archi-
il 2D di un CAD), si disegna solo quello che neces- porto tra architettura e Baukunst, esiste un ossimo- tettura, oltre l’architettura.
sariamente serve, il disegno dell’oggetto tridimen- ro più evidente dell’architettura virtuale?
sionale richiede invece una definizione omogenea La virtualità dell’architettura sembra consistere so- Ma quest’ultima accezione della virtualità è un
dell’intero edificio. Ogni buon architetto sa che ci prattutto nel fatto che viene disegnata al computer “cavallo di Troia”, e non deve trarre in inganno: gli
sono nel progetto delle cose che si possono per un con un grado sempre più alto di simulazione reale. schemi, i concept, i flussi, i frattali, i diagrammi,
momento trascurare, che otterranno la nostra atten- E dunque il virtuale consiste nel riprodurre quanto le metafore, le nuvole, si trasformano benissimo in
zione più tardi. Nel disegno bidimensionale alcuni più possibile il reale. Chiamerei l’ultima frase “de- solido cemento armato, acciaio, vetro, e altrettanto
dettagli secondari possono rimanere inespressi ad- finizione ingenua” di architettura virtuale. spesso vi è una “caduta di tensione” tra la rappre-
dirittura fino alla fase esecutiva, o differiti secon- Il reale in cui inseriamo la nostra architettura non è sentazione ed il costruito.
do tempi diversi. Con il modello tridimensionale è la realtà, è una realtà mediata, ricostruita, riprodot-
richiesto invece fin da subito uno sforzo in più di ta, con meno informazione, meno dettagli. E’ una
definizione formale, magari banale, ma di tutto il realtà che ovviamente deve sottostare alla stessa
modello. convenzione della costruzione della mia architet-
tura. Così come era (per onestà intellettuale), una
Il punto decisivo è proprio nel passaggio dal dise- convenzione la maquette fatta di compensato e di
gno al modello. Ma non parlo evidentemente di un alberi di spugna.
passaggio operativo (si sono sempre fatti i modelli: i
“plastici”), quanto di un passaggio tutto concettua- La definizione ingenua dell’architettura virtuale è
le. A dire il vero si tratta di un modello particolare, tuttavia un punto di partenza. Molti professionisti
poiché qui viene eluso il salto di scala che invece lavorano proprio in questo senso e vi sono studi
era costitutivo del modello vecchia maniera. Anzi, specializzati solo nella produzione di questi model-
vorrei dire che il modello si definiva rispetto all’ori- li e conseguenti viste fotorealistiche.
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