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Eroticism in the Greek Magical Papyri. Selected Studies by David Fr.

Moke
Review by: Franco Maltomini
Aegyptus, Anno 59, No. 1/2 (gennaio-dicembre 1979), pp. 273-284
Published by: Vita e Penseiro – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore
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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 273

lettereei, iniziali del nome di Iside poi abbandonate per carenza di spazio entro
la corniciaturae ripetute quindi alla riga successiva (meno evidente mi sem-
bra il gruppo €тесе» suggeritodall'editore). Cambiereiinfinedecisamentela da-
tazione dell'iscrizionepubblicata a p. 314 (tav. LIX) da «età romana (?) » in
epoca tolemaica e più precisamenteIIIa Д1а, per le palesi caratteristichepaleo-
grafichededucibili dalla riproduzionefotografica.
Il volumeè, come il precedente,corredatodi moltetavole di piantine,disegni
e fotografie,oltre a una Bibliografiae a una serie di indici (sovrani,divinità,
toponimi,nomi propri,un lessico demotico e varia).
Unica lieve menda che accomuna i due libriè le relativa frequenzadi errori
tipograficie, in qualche caso, la mancata annotazione dei rinvii interni (per
esempio Assuan, p. 121: « vedere la discussionea p. 00 »).
Lucia Criscuolo

David Fr. Moke, Eroticism in the Greek Magical Papyri. Selected Studies.
Dissert. Univ. of Minnesota, 1975, X-408 pp.

L'azione magica ha sempretrovato un terrenoelettivo nell'esperienzaamo-


rosa. E anche nei papiri magici greci assai frequentisono le ricetteerotiche.
Appunto allo studio di questi passi David Fr. Moke ha dedicato un lavoro
presentatocome tesi di Ph. D. I propositi della ricerca sono chiaramentedi-
chiarati all'inizio dell'introduzione: presentarein traduzione,classificandolisi-
stematicamentein varie categorie, tutti i papiri di contenuto erotico che si
trovanonel corpusdelle Papyri Qraecae Magicae (hrsg.und übers,von K. Prei-
send ANZ,2. verb. Aufl. mit Ergänz, von К. Р., durchges. und hrsg. von A.
Henkichs, I-II, Stutgardiae 1973-4) e offrireun commento continuo per al-
cuni di essi, i più significativiper ciascuno dei gruppicostituiti.
Nel primocapitolo sono raccolte le varie formedi аумут^,cioè di quel tipo
di fatturache trascinala personaamata pressol'operatore.Alle sempliciáycoyaí
(PGM XVIIa con commento, IV 1716-927, 2708-890, 2892-942, VII 467-75,
973-80,981-1009,XIc, XII 466-95,XIII 237-8, XVI, XlXa, XXXVI 187-202,
XXXVIII 1-12,XXXIX, LXI 1-38,LXII 1-24,LXIV, LXXVIII), succedono
quelle che agiscono provocando insonnia nella persona oggettodell'incantesimo
(ауюу?) áYpu7tvYjrtx^ PGM IV 2943-66, con comm.); quelle che nelle opera-
zioni rituali prevedono l'impiego del fuoco (ë[X7Cupov: PGM XXXVI 68-101,
102-34,295-310,tutti con comm.); quelle che ricorronoalla calunnia (SiaßoXVj:
l'operatoreincolpa la sua vittimadi delitticontrouna divinità,la quale si sente
così sollecitata ad intervenireassecondando i desideri del mago: PGM VII
593-619 (comm.); IV 2441-705, XXXVI 134-60). Seguono le ауюуаС che già
nel 'titolo' contemplanoesplicitamentel'impiego di particolarisostanze о pre-
vedono che le operazionisi svolganoin particolaricircostanze(PGM IV 1390-495
(comm.), 1496-715, VII 862-918, XlXb 4-17, XXXVI 333-60), e poi quelle
che sono efficaciimmédiatement©, nello stesso giornoe addiritturanella stessa
ora in cui vengono operate (PGM VII 300a-310, XXXVI 361-71, entrambi
con comm.); infinei çiVrpoxataSeíJfXQÉ (PGM IV 296-466 (comm.),VII 191-2).
Il secondo capitolo raccoglie le fatture che servono ad impedire il concepi-
mento (átfúXXTíTTTov: PGM XXIIa 11-13, XXXVI 320-32, LXIII 24-5, 26-8,
LXV 1-3, tutti con comm.). Il terzo quelle che ingeneranodisarmoniae insof-

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274 RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA

ferenzain una coppia finoalla separazione dei partnere:situazione di cui potrà


approfittarel'operatore (Stáxarcoç: PGM XII 365-75, 454-65, XIII 239-42,
LXI 39-59, 60-66, tutti con comm.). Nel quarto capitolo sono presenti gli in-
cantesimi che prevedono l'impiego di una pozione (7rof^piov: PGM VII
385-89, 619-27, 643-51, 969-71, tutti con comm., XIII 319-20). Nel quinto i
semplici incantesimi d'amore (фСХгроу: PGM VII 405-6 = 661-63, 459-61,
462-66,tutti con comm.). Nel sesto gli incantesimiche, pur non suscettibilidi
una classificazioneprecisa, sono tuttavia di natura amorosa (PGM IV 1265-74,
con comm., XXXVI 283-94, con comm., VII 407-10, 411-16, LXIII 10-12,
X 1-23,XIII 320-26,XV, XXIIa 18-27,XXXb,LXXIII, LXVIII, Vili 67-85).
Dopo le conclusioni, in appendice, senza commento, quegli incantesimi con
ampio spettrodi applicazione che pure prevedono,tra gli altri usi, un impiego
nella sfera erotica (PGM III 275-81, VII 284-99, IV 2145-241, V 303-69, VII
429-58,XII 14-95,XIII 334-43,XXIVb 9-15). In coda a questi, tre testi speci-
ficamenteeroticinoncompresiin PGM: P. Colon. Inv. 3323 (ed. D. Woetmann,
Neue magischeTexte, «Bonn. Jahrb.» 168, 1968, pp. 85 ss.), P.Princ. II 76 e
PSAA 70. - Ora si conoscono altri papiri magici di contenuto erotico: P.Yale
inv. 1206, col. VI, rr. 5-6, 11-12: due brevi prescrizioninello stile dei cosiddetti
ArjjjtoxpÍTou Tratyvtadi PGM VII 167 ss. (ed. G. M. Parassoglotj, « Hellenica »
27, 1974, pp. 251 ss.); P. Colon Inv. 5514 e 5512, due áy^yaí applicate (ed.
R. Daniel, « ZPE » 19, 1975, pp. 249 ss.); P.Mon. Gr. Inv. 216, frr.2+21, 9,
14, 22 (e probabilmentefrr.5 e 11), formulario(edd. P. Fabrini-F. Maltomini
in AA.W., Papiri LetterariGreci,Pisa 1978, pp. 237 ss.); P.Berol 21243, col. I,
col. II, rr. 1-25 (ed. Wm. Brashear, « ZPE» 33, 1979, pp. 261 ss.) ; P.Oxy. Inv.
50, 4B 23/J (1-3) b, un love-charmpubblicato da E. G. Turner in Images of
Man in Acient and Medieval Thought(FS. Gerard Verbeke), Louvain 1976,
conosco soltanto per la citazione di J. Gwyn Griffiths «ZPE» 26, 1977,
pp. 287-88. Ancora inetidomentrescrivo questa nota, ma di prossimapubblica-
zione, P.Laur. Ili 57, un frammentodi formularioche contiene, tra l'altro,
un ¿y ú>yi'lov©un 7rocpá<|H^QV (R. Pintaudi mi comunica cortesementeche un
altro frammentomagico della raccolta Laurenziana, di prossima pubblicazione
in « ZPE », contiene Siaxorcoi).
Manca nel lavoro del Moke, e sarebbe stato prezioso in un repertoriocosì
vasto, un indice analitico più comprensivodel solo Index of divine names (pp.
380 ss.).

Il lavoro ha una sua utilità, se si pensa che una raccolta dei papiri magici
di natura erotica non era mai stata fatta; che per alcuni di questi testi Tunica
traduzioneesistenteera quella tedesca del Preisendanz; e che molti di essi tro-
vano ora per la prima volta un commento.Ma occorrefare subito una precisa-
zione: il lettore che sulla base del titolo del libro presumesse (o sperasse)
di trovare affrontatii problemi più generali che questi testi possono porre,
resterebbedeluso.
Non sono infattimateria per questo libro l'indagine della natura dei senti-
menti amorosi о lo studio del rapporto uomo-donna nell'esperienzaerotica.
Per esempio, la poesia erotica greco-latina e il romanzo mostrano quasi
esclusivamente donne impegnate in operazioni di magia amorosa (cfr.

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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 276

A. Abt, Die Apologie des Apuleius von Madaura und die antikeZauberei,
«RGW »4.2, 1908, p. 234, n. 6; e R. Egger, Liebeszauber,«Jh. Oesterr.
Arch. Inst. » 37, 1948, p. 118). Ciò si verificaanche nel folkloredi altri po-
poli, in cui, evidentemente,la donna per la sua minorelibertà sociale e per
il suo ruolo tradizionalmentepassivo nella vicenda amorosa è meno capace
dell'uomo di iniziative realisticamenteimpostate (cfr. E. de Mabtino,
Sud e magia, Milano 1971 [Ia ediz. 1959], p. 17). Invece tra le fattureeroti-
che applicate, sia su papiro che su tabellae,della magia greco-egiziasono di
gran lunga più numerose quelle impiegate da uomini: anche questo è un
problemache meriterebbedi essere considerato.Parimentinon sono affron-
tate le questioni della definizionedel livello stilistico dei logoi amorosi e
dell'analisi del loro rapporto con altre formedi letteraturaerotica. Questi
ed altri problemi, ci dice l'autore nell'introduzionee ci ripete più volte
nelle conclusioni,sono riservatiallo studio di altri specialisti,psicologi an-
tropologisociologistoricidella società e della letteratura.Ai quali appunto
il M., raccogliendoquesto materiale, ordinandolo e interpretandolo,vuole
renderepiù facilmenteaccessibileun interessantecampo d'indagine. Il com-
mento è, allora, di tipo per così dire strettamenteerudito: esso considera i
momentidelle cerimonie,gli atti rituali,gli ingredientiprevistidalle praxeis,
le formulee le parole magione,i nomi degli dei e dei demoni; indaga la na-
tura, le leggi e i meccanisminascosti degli incantesimi,talvolta riuscendo
felicementea dimostrarecome dietro l'apparente confusa gratuità ogni ele-
mento abbia una necessità precisa. Ma la rigiditàcon cui l'autore osserva i
limiti che si è imposto è talora veramenteeccessiva. Un solo esempio, ma
significativo,di ciò che va perduto in questo commento. In PGM XVIIa
(un'àycùy^) Hermeias prega Anubis di tormentareTigherous in ogni modo
finché questa non giunga presso di lui аВиаапцчас jxTjpòv[лт)рф kočí
xoiXíocvxoiXía xoXX&aocxal то (xéXav ocuttjçtw éjico ¡zeXavi (22 s.).
Questa immagineritornaaltre volte in qualche modo variata (IV 400 ss.,
XXXVI 82 s., 113 s., 149 s. ; cfr.anche la tavoletta pubblicata da V. Mabtin,
« Genava » 6, 1928, pp. 66-64, г. 12). Ora il M. non trova il modo di notare
che il passo, con quell'uso enfatizzatodel polyptotonpresenta uno stilema
che ha una lunga tradizionenella poesia erotica anche elevata : cfr.per es.
Archil. 72 D = 112 Tard, xaí вестей/8p^<rnqv ¿Váaxòv xárcí yctatpì
уаатера rcpoaßaXeiv[i.Yjpoúçте pnQpotçîAnacr. 164 Bgk = 124 Gent.;
Lučil. 8, 305-6 Marx; Tib. 1, 8, 26; Ovid., Am., 1, 4, 43-4; soprattutto
Anth. Pal. V 128.1-3 (Marc. Arg.) атеруосrcepí aTépvoiç, [хаотф 8'èVi
'
[xocíttòvépeíaocç / xe^e(* те у^ихеР°ьс Xe^e<Tl eufAíÇiécraç / Avziyóvriç
xaí XP&T<*Xaßcbv 7tpòç хР&та • • • »*e anche 171.3, 252.1s., 27 2.1,
IX 362. 9. Cosa non secondariaper chi volesse riconsiderarela questione rela-
tiva al livello e agli ambienti culturali in cui si collocano i papiri magici;
studio non più tentato dopo l'importantecontributodi A. D. Nock, Greek
Magical Papyri, « Journ. Eg. Arch.» 15, 1929, pp. 219-35; e del quale si
sente l'urgenza.

A questa riduzionedello spessoredell'indagineil M. accompagna un restrin-


gimentodel campo di ricerca, scegliendo di trascuraredel tutto i testi magici
di natura erotica recati da materiali scrittoridiversi dal papiro: ostraha e

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276 RECENSIONIE BIBLIOGRAFIA

tabellae.Sceltadella cui opportunitàè lecitodubitaredal momentochela fisio-


nomiaculturaledi tuttiquestitestiè uniforme; di più: è verosimile
che i testi
delle tabellaefosseroderivatidai prontuarisu papiro,ciò che in alcunicasi è
tangibilmente dimostrato (cfr.K. Preisendanz, Zur synkretistischen
Magie im
römischen Ägypten, Akten8. Kongr.Papyrol.Wien, 1955,« Mitteil,aus der
Papyrussamml. der Oesterr.Nationalbibl. » 5, 1956, p. 118). E dunque la
differenza del materialescrittoriodoveva risultareinessenziale.

Almeno,volendogarantire una uniformità coni papiri,


-culturale'
'geografico
si potevanoutilizzarei testirinvenutiin Egitto. Penso alle due tabellae
pubblicateda F. Boll, «Sitz. Ber. Heid. Ak. » 1910,2 ( = SB 6224-5);
a PSI 28; a quella pubblicatada G. Plaumann « Amtl.Ber. kgl. Kunst-
samm.Beri.» 35, 1913-4,pp. 203-10( = SB 4947); a quellaeditada V. Mar-
tin (di cuiho dettopiù sopra); e alle varietabellaecherecanoun testomolto
vicinoa quellodellogosdel ф1Хтрохата8еа{хос йао^аатос inPGMIV 335ss.:
T.Cair. 48217 (ed. С. С Edgar, « Bull. Soc. Arch.Alex.» 21, 1925,pp.
42-47= SB 7452= SEG 8, 1937-8,574); P.Colon.Inv. T.I (ed. D. Wort-
mann,«Bonn. Jahrb.» 168,1968,pp. 57 ss.); P.Colon.Inv. T.2 (ibid.); e
ora T.LouvreE 27145 (ed. S. Kambitsis,« BIFAO » 76, 1976,pp. 213-23).
Per gli ostraka,cf. PGM О 2. Ma anchemoltedelle tabellaeamatoriaerac-
coltein Audollent, Defixionum Tabellae,Paris 1904[Frankfurt M. 1967]
partecipanodellamedesimatemperie dei papiri(cfr.IndexVC, pp. 472-73).
Rinunziandoad utilizzarequei testi,il M. non solo ha attuatoun'artifi-
ciosa resecazioneall'internodi una realtàomogenea,non solo,trascurando
la letteraturapiù direttamente connessacon le tabellae,si è privatodi
contributi criticipreziosi,ma talvoltarischiadi addivenirea conclusioni
che sono di fattoinesatte.Così l'affermazione che Seth-Typhon è la divi-
nità sempreinvocatanei Siòcxarcoi (pp. 259, 272, 350) è forsevera per i
papiri- il dubbiodi una certaforzatura può restareperPGM XIII 239-42
(cf.p. 272) - ma nontrovaconferma nel logosdi PGM О 2, un Trennungs-
zaubersu ostrakon:ciò che significache non sempreSeth-Typhon veniva
invocatoin quel tipo di fatture.

Dinanziad un'indaginedai confini limitatipuò sembrare


così precisamente
che al criticononrestida verifícamechela completezzae l'esattezza.Il corpus
dellePGM è statovagliatoalla ricercadi ognipassoche,anchebreveо frammen-
tario,avesseattinenzadirettamente о indirettamentecon la sferaerotica.

Tantopiùstupiscel'assenzadi due papiribennotie facilmenteindividuabili,


traloroconnessi: PGM XXXII e XXXIIa. Il primo, provenienteda Hawara,
è ип'ауюу^ omosessualeoperatada una donna,Herais, nei confronti di
Serapias.Il secondo,pureda Hawara, rinvenutoavvoltoattornoad una
figurinadi fango,rappresentante la vittima,è un incantesimoanch'esso
omosessuale(certonon un Stáxo7roç comeritenneK. Preisendanz, « Phil.
Woch.» 50,1930,coli. 748s.; cf.A. D. Nock, « Journ.Eg. Arch.» 17,1931,
p. 122 e O. GuÉRAUD,Deux textesmagiquesdu Musée du Caire, « Mélanges
Maspero» II, Mém. du Caire 67, 1934-37,p. 204), operatoda Serapiakos
controAmonios ; la manoche lo ha vergatoè forsela stessadel precedente

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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 277

(cf. A. S. Hunt, An Incantation in the AshmoleanMuseum, « Journ. Eg.


Arch. » 15, 1929, p. 156) e, secondo O. Guéraud, art. с, pp. 201 s., anche
di PGM LXVIII. PGM XXXIIa si ricordaperché accanto a molti loci com-
munes propri di questi testi presenta un'immagine delicata che non trova
paralleli: Serapiakos chiede alla divinità di fondereinsieme la sua anima e
quella dell'amato (гг. 14-6 стиухатос^есСоу тас фихас а^сротерсоу: Nock,
« Journ.Eg. Arch. » 16, 1930, p. 124 pensava che la nota sentimentalefosse
da connetterecon la natura omosessuale di quell'amore). Ancora: pochi
dubbi che si tratti di un Skxxqtcqçomosessuale possono esservi per PGM
LXVI, una fatturaapplicata in cui l'operatore,che si lascia nell'anonimato,
chiede che Philoxenos, suonatore d'arpa, venga zíç {aocxtjvcon l'amico
Ghennadiose con il più anziano Pelaghios : un disegnoche accompagna il testo
mostra due figuremaschili che al Preisendanz sembrano in atto di boxare
tra loro (cf. PGM voi. II, Taf. IV, Abb. 1 ; vd. anche L. Koenen, Formular
eines Liebeszaubers,« ZPE » 8, 1971,p. 199, п. 1). Si poteva far menzione
- certo data la grave frammentarietà e la pochezza di ciò che è conservato
solo con un brevissimocenno, come il M. fa per PSAA 70 a p. 379 - anche
di PGM XlXb 1-3, la parte finaledi una ricetta d'amore; di PGM LII, un
formularioche certo conteneva una fattura erotica (cf. rr. 17-8 e anche
23-5) e di PGM LXVII, anch'esso un formulariocontenenteverosimilmente
un Liebeszauber(cf. L. Koenen, art. с, р. 200. Un nroT^piovè stato forse
inghiottitodalla lacuna in alto in PGM LVIII: vd. in app. al r 4; cf. anche
K. Pbeisendanz, «Phil. Woch. » 51, 1931, col. 987).

Per quanto concernela distribuzionedei testi nelle varie sezioni, penso che
sarebbe stato opportunocostituireall'internodel primo capitolo una sezione a
sé per PGM VII 973-80,un аусоу1^0^ яарафь^оу, cioè un incantesimoche co-
stringela persona che venga toccata dall'operatore a seguirlo: 7гараф1(хоуè
terminetecnico che individua uno speciale tipo di fatturad'amore. La parola
ritornain PGM XII 62 (cf. app. cr. ad L e K. Fb. W. Schmidt, « Phil. Woch. »
55,1 = 935, col. 1174) e, da sola, come titolo di una pratica in P.Laur. Ili 57
(che ho richiamatopiù sopra).

Spiace dover constatare che il libro rischia talvolta di veder compromessa


la sua indubbia utilità a causa di numeroseimprecisioni.Le pagine iniziali sono
quelle che più lasciano a desideraresotto questo punto di vista.

A p. 2 si legge che « work on the textual aspect of the Greekmagical papyri


began in 1830, when С Leemans published the Leiden papyri »; è una noti-
zia in cui sono confusidue dati tra loro irrelati.InfattiP.Leid. J 384 e P.Leid.
J 395 (=PGM XII, XIII) furonosì pubblicati dal Leemans, ma solo nel
1885, quindi dopo che Ch. W. Goodwin nel 1852 aveva pubblicato P.Lond.
XLVI (=PGM V) e G. Partheynel 1865 P.Berol. 5025 A-B e 5026 (=PGM I,
II). Il 1830 è invecel'anno in cui apparveroa Leiden le Lettresà M. Letronne
sur les papyrus bilingueset grecsdu Musée de Leide di С. J. С. Reuvens, in
cui lo studiosoolandese dava indicazionisul contenutodelle singole colonne
di P.Leid. J. 384 (pp. 4-36; append. 147-51) e più rapide informazionisu

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278 RECENSIONIE BIBLIOGRAFIA

P.Leid. J 395 (append,pp. 151-57).Solo in questo senso quell'annopuò


essereconsiderato la data di iniziodi questistudi! (Il Reuvensha anchela-
sciato manoscritti alcuni importanticontributicriticisui due papiriche
risalgonoa primadel 1830; il Leemansutilizzòampiamentequestomate-
riale per la sua edizione,senza indicarnedebitamentela paternità:cf.
К. PreisendANZ,«Rhein.Mus.»68, 1913,p. 312.). A p. 4 la lista dei papiri
(e si deve avvertire, cosa che il M. non fa,che questalistanon è completa
e che ne sono esclusii papirimagicicristiani;per indicazionipiù ampie
cf.К. Preisendanz, Zur Überlieferung dergriechischen Zauberpapyri, « Mi-
scellaneaCriticaTeubner», I, Leipzig 1964,pp. 203-17e R. A. Pack, The
Greekand LatinLiterary TextsfromGraeco -RomanEgypt,Ann.Arbor19652,
p. 2) pubblicatidopo l'ultimazionedel terzovolumedella primaedizione
delle PGM (1941: come è noto questo volumenon potè esserepubblicato
percauseconnesseconla secondaguerramondiale; ne rimasero alcunecopie
di bozzedi stampa;il materialein essocontenuto, ad eccezionedei Register,
è ora confluito,riveduto, nel voi. II dellanuovaedizionecuratada A. Hen-
richs),è viziata da frequenti inesattezze.Non si può condividere innanzi-
tuttol'abitudinedi attribuire l'edizionedi un papiroa tuttiinsiemei cura-
toridi una collezione, anchenei casi in cui è possibilel'attribuzione precisa.
Così non è esatto dire che « Kase, Johnsonand Goodrich[pubblicarono]
a feveramulet,in 1942» e alla n. 11 di p. 22 indicarei trestudiosicomegli
editoridi P.Princ.Ili: E. H. Kase è infattiestraneoalla pubblicazione di
P.Princ.Ili; di più: dell'amuleto(nr.159)portala responsabilità B. Metzger
(che ha poi pubblicatonuovamenteil papirocon ampio commentario: Л
Magical Amulet forCuringFeversin « Studiesin the Historyand Text of
the New Testamentin Honorof K. W. Clark», Salt Lake City 1967,pp.
89-94),come si apprendedalla prefazioneal volume.Così R. H. Roberts
nonè coeditore di P.MertonII e deinrr.65 e 66 di P.Antin.II è responsabile
il soloJ. W. B. Barns(cf.Preface;e comunqueRobertsè estraneoal voi.II).
Impropriamente E. G. Turnerè indicatocomeeditoredi P.Michael,accanto
a D. S. Crawford:egli ha curatol'edizionepostumadel volume(uguale
inesattezzacompareanche nella lista delle abbreviazionidi Pack2). Altri
erroridevono esserecosì corretti:A. Traversa pubblicòP.Med. 23 in
«Aegyptus»XXXIII (1953) e non in « Aegyptus» I 1928 (p. 22, n. 14).
L'ecr.pr. di P.Palau Rib. 126 si deve a J. O'Callaghan, Papyrusmagique,
« Chr.d'Eg. » 43, 1968,pp. 111-13e non a M. Vandoni,la quale, nell'art.
cit. dal M. in manieraper lo menostravagante(cf.p. 22, п. 20; invece:
M. Vandoni, II papiromagicoPalau Rib. 126, « Rend. Ist. Lomb.» 102,
1968,pp. 532-34),da importanti contributidi letturae di interpretazione
(O'Callaghan ha riconsiderato il papiroin Notaspaleográficas sobreP Palau
Rib.inv.126,« St. Pap. » 8, 1969,pp. 115-18;una ulteriore messaa puntosi
deve a R. W. Daniel, Some cpuXaxT^pioc, « ZPE » 25, 1977,pp. 150ss.).
G. Ronchi,« Par. d. Pass. » 23, 1968,pp. 290-95nonha pubblicatonessun
« text dealingwithmagicalprocedures » (della svistasi è accortol'autore:
cf.p. 22,п. 21: ma alloraperchénoneliminare l'errorenel testo?).Infineil
« magicalspell forvictory», la cui edizioneè attribuitaa R. Bogaebt
(De papyrusverzameling vande bibliotheek derRijksuniversiteit teGent,« ' Av-
Gedenkboek
á{jLVT)atç. Prof. Dr. E. A. Leemans»,Brugge 1970, pp. 114s.)

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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 279

non è altro che P.Oxy. 1478 pubblicato da Grenfelle Hunt nel lontano 1916
nel XII voi. della raccolta e già compresoin PGM (XXVII) ; il Bogaert si
limita a ricordarlo in una rassegna dei papiri conservati all'università di
Gent.
Vero è che mai più gli erroriricorronocon così alta densità; ma vero anche
che ve ne sono numerosi altri, soprattutto nelle indicazioni bibliografìche.
Così per es. le indicazioni relative alle pagine dell'articolodi K. Preisendanz,
Ein StrassburgerLiebeszauber,« ARW » 16, 1913, pp. 547-54, appaiono ogni
volta diverse (cf. p. 21, п. 3; p. 23, п. 33; a p. 40, п. 1 sono finalmenteesatte,
ma sempre errata è l'indicazione dell'anno). Un'altra negligenza spiacevole
consistenel fatto che spesso il M. trascura di informareche l'opera citata è una
riedizioneо una ristampa. Citare per es. : A. Dieterich, Eine Mithrasliturgie,
Darmstadt 1966, senza segnalare che si tratta di un reprintdella terza edi-
zione (Leipzig-Berlin1923) significasollecitarenel lettoreconvinzioninon cor-
rispondential vero. E basta scorrerela bibliografiaraccolta alle pp. 390 ss.
per rendersiconto che quello che ho ricordatoè un caso tutt'altro che isolato.
Fastidiose infine,e a tutta prima incomprensibili,citazioni di questo tipo:
K. Preisendanz, « Dekane und Dekansternbilder», « GGA » 201 (1939), pp.
129-49,con cui si vuole indicare la recensionedel Preisendanz al celebre libro
di W. Gundel (Glückstadt-Hamburg 1936); e questo è il modo in cui quasi
sempresono citate le recensioni:vd. bibliografia.
Qualche parola deve essere spesa a considerarel'atteggiamentocon cui il
M. si pone di fronteallo studio delle parole magione. Egli si dimostraconvinto
che la maggiorparte degli óvójjloctoc ßapßocpoc abbia un significatoche bisogna
ricercarein lingue diverse dal greco, appunto l'egiziano, il copto e le lingue
semitiche,soprattuttol'ebraico. E bisogna riconoscereche dacché orientalisti
di vaglia hanno rivoltola loro attenzione ai papiri magici greci molti progressi
si sono fatti in questo campo; e sulla base dei risultatiraggiuntiè fondata la
speranza che ulterioriindagini riescano a gettare nuova luce sulla moles indi-
gesta delle parole magiche. E tuttavia due cose dovrebbero risultare chiare:
che di quelle parole molte non ebbero mai alcun significatosul piano linguistico
in nessun tempo e in nessun luogo (di ciò si mostrava convintoanche il Preisen-
danz, che pure guardava con grande fiduciaai progressicompiutidagli specia-
listi di lingue orientali:cf. PGM, voi. II, p. XVI e « Gnomon» 24, 1952,p. 342) ;
e soprattuttoche indaginidi questo tipo rifiutanoogni approccio dilettantesco
e abbisognano di specificacompetenzae insiemedi grandeprudenza: altrimenti
è assai forteil rischio di intraprenderespericolate avventure linguistichee di
partoriresolo fantasie. Per questo io trovo assolutamente inaccettabili le cri-
tiche che il M., con un'insistenza che veramente disturba (pp. 46, п. 78; 228,
п. 39; 315, п. 17), muove а С. Bonner, accusato di « obscurantistviewpoint»
(p. 103, п. 64) per lo scetticismoche mostrava nei confrontidi troppo disinvolte
spiegazionidi parole magiche e, più in generale,nei confrontidi quell'atteggia-
mento che presume che « everythinginscribed in plain Greek letters has a
meaning which adequate ingenuitycan discover» (A Note on Method in the
Treatmentof Magical Inscriptions,«Am. Journ. Philol. » 75, 1954, p. 305).
Non preclusione verso ulterioriindagini deriva dall'opera del Bonner, bensì
una lezione di metodo assolutamente corretta (si veda soprattuttoStudies in

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280 RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA

Magical Amulets,Ann Arbor 1950, pp. 186 ss.). Ora è propriodella dovuta cau-
tela metodica che talvolta sembra difettareil libro del M.

Così, per es., non posso non provare disagio dinanzi alla recisa affermazione
che aßXocva&avocXßa deriva dall'ebraico e significa « Padre vieni a noi »
(p. 38). Questa interpretazione,è noto, risale a U. F. Kopp, Palaeographia
criticaIII, Mannheim 1829, § 581, p. 684, citato solo in nota (p. 46, n. 77).
Ma ogni studioso che l'abbia richiamata l'ha fatto con maggior prudenza
del Nostro, se non altro preoccupandosi di indicarne immediatamentela
responsabilità. Così, per es., Th. Hopfner, Griechisch-ägyptischer Offen-
barungszauberI (Stud. Pal. 21), Leipzig 1921 [Amsterdam 1974], § 732;
A. M. Kropp, AusgewähltekoptischeZaubertexteIII, Bruxelles 1930, p. 122,
§ 201; H. С. YouTiE-C. Bonner, «Trans. Am. Philol. Ass. » 68, 1937, p. 68;
E. Peterson, Etc 0eóç, Göttingen1926, р. 98 e п. 5. К. Preisend anz non
ricorda neppure questa spiegazione nel suo Register(PGM, voi. Ili, Regg.
VI e XII) ; A. A. Barb, « EEA » III, p. 972, si limita a ritenereprobabile la
radice semiticadella parola ; e diversa spiegazione avanzò Ginsburgerpresso
P. Perdrizet, « Rev. Et. Gr. » 41, 1928, p. 78; altre ne rubrica H. Leclercq
in Cabrol-Leclercq, Dictionnaireď archéologiechrétienne et de liturgie,I. 1,
coll. 152 s. Ma di ciò il Nostro non fa menzione.Ugualmente,a propositodel
tifonicoIco epßijft(cf. p. 97 e anche pp. 263-64), accanto alla spiegazione
data dal M. come sicura (copto ei 00 « asino » e copto ep-ÖHT « quello che
fa del male»: Тн. Hopfner, Offenbarungszauber I, cit., § 744 e «Archiv.
Orient.» 3, 1931, p. 135), ve ne sono altre che possono avere una qualche
possibilità: sono registrateattentamenteda P. Moraux, Une définition ju-
diciaire au Musée d9lnstanbul,« Mém. Acad. de Belgique », cl. de Lettres,
LIV, 2, Bruxelles 1960,pp. 19 ss. ; un lavoro importanteed utile questo, che
il M. sembra non conoscere,e infattisi tratta dell'edizione di una tabella1.
Sempre a propositodella litania tifonicadi PGM XXXVI 78-80 (p. 97) sono
da registraredue errori.Apomps è detto essere nome di decano (cf. anche
p. 264), ma ciò non risulta da alcunché. Тн. Hopfner, « Archiv.Orient.» 3,
1931, p. 147, cui il M. rimanda (p. 104, п. 82), nota soltanto che tra le epi-
clesi tifonichesono frequentinomi come Apompsesroe altri che terminano
in -sesrdi quali sembrano composti su Spco, questo sì nome di decano (ma
cf. A. Jacoby presso PGM, voi. Ili, Reg. VU, s. v.). Quanto a Balchoseth
(altrimenti costante la grafia Bolchoseth) , l'affermazioneche « Balcho is
thought to be a son of Typhon-Seth (p. 97) si basa su di un'opinione di
»
Тн. Hopfner «Archiv Orient.» 3, 1931, p. 134 (citato a p. 104, п. 81), il
quale dalla lettura che S. Eitrem dava di P.Oslo 1, 8-9 (ßoXxoXaovxovtóv
aou ulòv 9ptÇov)) derivava l'esistenza di un figliodi Seth di nome BoXxo-
Xaovxoç. Ma il testo correttoè certo quello stabilito da Preisendanz in
PGM XXXVI 8-9 (. . . ßoXxoX,àoxvov tóv aou uiòv cppïÇov)e il figliodi
cui si fa menzione è forseHoros (cf. S. Eitrem, Papyri Osloenses,I, Oslo
1925, pp. 35 s. e Preisendanz in app. ad L). Bolcho sarà dunque da spie-
gare diversamente; un'ipotesi seducente avanzava P. Moraux, op. cit.,
pp. 34 ss.
Sicure certezze il M. mostra anche nei casi in cui è lui a proporrenuove
interpretazioni.Così I copdi PGM VII 304 « is undoubtedlya compound of

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RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA 281

Iaõ . . . and Or, Horus » (p. 190; anche p. 355). Riguardo a locpcpe di PGM
XXXVI 287 le convinzionidel M. si rafforzanocon il trascorreredelle pa-
gine. Se a pp. 335-6 la parola è detta « possibly a scramblingof the Semitic
and Egyptian gods la and Re », a p. 340, n. 30 questa interpretazioneè
già « doubtless» ; e a p. 355 sono accusati di follia coloro che eventualmente
non la condividessero(« it would be foolish... »). D'altro canto spiegazioni
come quella (p. 97) secondocui in 7raxepßi}&si potrebbevederela sommatoria
di pa (articolo possessivo copto) -{-k (uso solecisticodella seconda persona
sing, del pronomepersonale copto) +erbeth (su cui vd. qui sopra) sono un
esempio di come con l'introduzione di certe categorie (in questo caso il
'solecismo') si riesce a scovare un significatoper ogni parola. Il rimando
(p. 104, n. 79), a proposito di pa inteso come articolo possessivo, a W. C.
Till, KoptischeGrammatik,§§ 203, 205 è scorrettonella misura in cui si ri-
chiamano insieme il § 203 che riguarda il Possessivpräfix,e il § 205 che
tratta del Possessivartikel:cose tra loro ben diverse! A proposito della se-
quenza e e e di PGM VII 648, che essa possa essere la tripliceripetizione
dell'imperativodel verbo copto €jpe «fare»(p. 304) è naturalmenteimpos-
sibile, dal momentoche in nessuno dei dialetti coptiè attestatodi ejpe un
imperativodi forma€ (cf. Спим, Copt. Diet., p. 83a; W. C. Till, Koptische
Dialektgrammatik, München 19612,§ 236); che ne è invece il qualitativo:
l'erroresi dovrà probabilmentead un salto di rigo nella letturadi Crum 83a.
Quanto al significatodella parola Oseronnophrios di PGM LXI 51-52 (cor-
rispondenteal demotico Usir-wnn-nfr), il M. accoglie per Wnn-nfr(p. 281,
n. 19) l'interpretazioneproposta da A. Gabdineb, EgyptianGrammar,Lon-
don 19698,p. 561: « colui che è sempre felice»; ma mi pare preferibilein-
tendere,secondo l'interpretazionetradizionale,« colui che fa costantemente
del bene » (cf. J. Gwyn Griffiths, Plutarch.De laide et Osiride,Cambridge
1970, p. 460). Per Фаягрса (р. 281, п. 20), una più correttaindicazionedei
possibili significatisi vede in PGM V 114 in app.

Che i problemisiano talvolta più complessidi quanto il M. mostridi ritenere


è impressioneche si ricava anche da altre parti del libro. È noto quanto sia
discussa la questione dell'interpretazionedel cosiddetto« cock-headed daimon »
che compare frequentementesulle gemme magiche.

L'interpretazionedi С Bonner, Studies, cit., pp. 123-30, che vedeva nella


figurauna divinità solare, ha incontratopiù riserveche consensi.Fu condi-
visa da E. R. Goodenough, JewishSymbols in the Greco-Roman Period,
II, New York 1953, pp. 245 ss.; diverse ipotesi hanno avanzato invece
H. Stern, «Syria» 29, 1952, pp. 156 s.; M. P. Nilsson, The Anguipedeof
theMagical Amulets,«Harv. Th. Rev.» 44, 1951, pp. 61 ss.; A. A. Barb,
Abraxas-Studien,« Hommages à W. Deonna », Bruxelles 1957, pp. 76 ss.
Una difficoltàulterioreè costituita dal fatto che il demone dalla testa di
gallo sembraessererappresentatodai due disegniche compaiono in P.Oslo 1
(=PGM XXXVI), coli. 1 e 3, in contesti tifonici.Dunque, quando K.
Preisend ANZ,«Phil. Woch.» 46, 1926, col. 403, considerava singolareche
lì Tifone non fosse rappresentatocome di consueto con la testa d'asino,

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282 RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA

individuava una difficoltàreale. Ma per il M. non è così : il gallo - egli dice


a p. 94 - è un animale tifonico.Affermazioneaudace che ha bisogno di
essere sostenuta con documenti; e il M. si richiama all'autorità di Тн.
Hopfner («Archiv. Orient.» 3, 1931, p. 136); senonchè questi (p. 137)
derivava la connessionetra il gallo e Tifone proprio ed esclusivamentedai
disegni del papiro osloense.
Anche Yexcursussul matriarcato (pp. 47-50), organizzato come antologia di
brani tratti da diversi autori, lascia l'idea di una certa approssimazione.
Molti dei passi riportatisono abbastanza sfasati, nella loro genericità,nei
confrontidel problema specificoda cui Yexcursusprende origine,e cioè il
fatto che nei testi magici le persone sono identificateper via di madre. In-
vece non si fa cenno di trattazionipuntuali sull'argomento,come quelle di
U. Wilcken, « APF » 1, 1901, pp. 423-25 e di H. Lewy, « ARW » 29, 1931,
pp. 189-93. Da notare che l'esempio addotto per documentareun caso di
identificazioneтсатро&еу(p. 42, п. 28) è mal scelto: PGM XXXb è una ri-
chiesta di oracolo e quindi non un testo magico vero e proprio. E infatti
nelle Orakelbitten è normale l'indicazione della paternità: cf. per es. PGM
XXXc; P.Mil. Vogl. 127, 3-4. L'unica indicazione della paternità nei pa-
piri magici è probabilmentePGM LXXI 7-8 (8v etexev i¡ Sïva, èyévvr'(jzv
[ó Štva] ); per le tabellae,cf. Audollent, op. e, nr. 198, 14s. 27. 32. 35,
dove al consueto 8v етехеу e il nome della madre si accompagna ov ëarceipe
e il nome del padre.

Le traduzioni,che vogliono fornireun testo fruibileanche per chi non cono-


sce il greco, sono scorrevolie piacevoli. Le osservazioni che seguono vogliono
essere soprattuttoun contributodi messa a punto per comodità dei lettoridel
libro.

Pag. 59 : a « your shoulderswith poison filledarrows of serpents» non cor-


risponde il greco ioßoXotc Toepaotenvхатса^а^окп Spocxóvrcov(PGM IV
2805-6): è tralasciato тарстоТаь« intrecci» ed è tradotto due volte loßoXoic
dando una volta a i 6ç il valore di « veleno », l'altra quello di « dardo » (cf.
Preisendanz: «mit giftsendendemSchlangengeflechtauf der Schulter»).
Pag. 70: « do not be violent » ha poco a che farecon il greco jjlt)ßia[a^et]T)c
(XIXa 16). Pag. 74: Helois, 1. Helios. Pag. 83 Broman,1. Brimon.Pag. 136,
n. 2: la proposta di una integrazione[xépvo]ç per [Xuxvo]vin VII 593 mi è
incomprensibile;il testo dato da W. Cbönebt, « CI. Rev. » 17, 1903, p. 27,
e accolto dal Preisendanz, è soddisfacente.Pag. 144: è dimenticata la tra-
duzione di tpircpóacìTzz(IV 2526) e a p. 145 quella di xorìoupavia (IV 2559).
Pag. 148: «... let Hekáte be carved as a meniscussurroundedby the heart.
Then, in a little crescentshape, carve . . . »: l'unico <bç [i.Y)víaxiadel testo
greco (IV 2633) è tradotto due volte, una secondo l'interpunzioneche del
passo da il Preisendanz, l'altra secondo quella del Wünsch (cf. PGM in
app. ad L). Pag. 150: « forshe will compel the rocksto break by the prayer»,
fa ancora parte del logos. Pag. 150: « a single stem of wormwood» è tradu-
zione inesatta di арте[Л1<иа {aqvóxXcov(IV 2688-89; cf. anche p. 363 a
IV 2237-38): cf. Diosc. Ill 113 RV (II 125, 6 ss. Wellm.): арте^кпа 'lovq-
xXgívoç. . . артеактСа ¿тера tcoXúxXíuvoç (Preisendanz: «einschossigerBei-

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BBCBNSIONI E BIBLIOGRAFIA 283

fuss»). Pag. 151: «enchantment» è la traduzione proposta per èmnoiin-q


(IV 2702; cf. anche p. 360 a IV 2169) ; così anche LSJ a. v. 2; ma epipompè
ha un significatopiù specifico,indica l'assalto demonico (cf. R. Wünsch,
Zur Oeisterbannung im Altertumin « Festschriftzur Jahrhundertfeier der
UniversitätBreslau », 1911, p. 16; Fr. Pfister, Zur antikenDaemonologie
und Zauberei. 'Em^o^Tc-q immissio,incursusund Verwandtes,« Woch. f. kl.
Phil.» 29, 1912, coll. 753 ss.; anche O. Weinreich, Gebetund Wunder,
«Tüb. Beitr. z. Altertumswiss.», 5. Heft: « GenethliakonWilh. Schmid»,
Stuttgart1929, pp. 176 ss.). Pag. 153: «eunuch» traduce yáXXoç(XXXVI
158) ma difficilmente il lettorerisalirà dall'inglese al gallos, l'eunuco sacro
di Cibele che lì si intende. Pag. 182: è dimenticatala traduzionedi Çjxúpvf)
(XIXb 5). Pag. 271 : « ifyou desirethat some woman should not have sexual
intercoursewith a man or some man with a woman » presuppone il testo
della prima edizione di PGM (ciò che è espressamenteindicato a p. 274,
n. 1) : éòcvTiva &éX7)ç[ir¡¿ixvcoaai 7rpòçáv8payuvaixa 9¡ àivBpccnpoçyMVQtïyict
(XIII 239 s.), dove jxy)fixv&aai è congetturadi A. Dieterich, Abraxas.
Studien zur Religionsgeschichte des spätem Altertums,Leipzig 1891, p. 188
al posto di [xupixõ)|ai del papiro. Ma dacché O. Guéraud, Deux textes
magiques,cit., pp. 206 ss. ha pubblicato una tabella defixionisin cui ritorna
il verbo [zupixouvqualsiasi tentativo di interveniresulla lezione del papiro
diventa assolutamente immetodico. Quanto poi al significatoda dare al
verbo sembra abbastanza verosimileche esso debba valere « renderemuto »
e quindi « rendereodioso », secondo la spiegazione fornitada Guéraud (pp.
210 s.). Giustamente dunque nella seconda edizione troviamo scritto jjlu-
pixcoaai e tradotto«willst du ein Weib einem Mann oder einen Mann einem
Weib verhasstmachen». Pag. 325 : « visitingthe woman say it seven times,
gazing at her from top to bottom» (IV 1271-73); il papiro ha eiaeX&¿>v
7rpòçT7)vYuvouxa¿7TTáxtçépeïç аото хата фих^ ßXe7Ccov аиту),che Preisen-
danz, giustamente,traduce «... sprich den Namen siebenmal im Herzen,
auf sie blickend» (per il motivo del formularesolo mentalmenteun logos,
cf. PGM IV 744 s. e LXXVII 3s.). Il M. trova assurda la procedura che
questa traduzione comporta: il rimedio sta nel tradurre хата фих^ con
«from top to bottom»? Pag. 236: pharieri, 1. phaphieri (VII 387). Pag.
360: non si può condividerel'idea di tradurreil тр£ат1хосomerico (K 564,
521, 572) come se i tre versi permettesseroun discorso continuato al che
ostano evidenti difficoltàsintattiche (IV 2146-51). Pag. 361: «have deal-
ings with» (così anche LSJ, s. v. II, 3) non coglie la specificitàdel greco
7гарафу)(IV 2173-74): 7саратито[ла1 è il verbo propriodel 7гараф1(хоу, su cui
cf. qui sopra (Preisendanz: « anrühren»). Pag. 361 : è dimenticatala tradu-
zione di aúaeiç (IV 2190). Pag. 362: « Typhon's blood» è traduzione in-
coerente di jAtVrápiovTuçcovoç (IV 2220); se si intende {/лХтарюуcome
metaforaper « sangue » (il che è possibile, cf. PGM XII 98 e Xla 1 in app. ;
anche LSJ s. v. jxíXtoçIII), allora Tucp&vdeve essere inteso come equiva-
lente ad « asino », l'animale cui spesso Seth-Typhon è assimilato (cf. lo
stesso M. a p. 283). Non impossibile è comunque intendereletteralmente
« minio di Tifone», dove il genitivo potrebbe spiegarsi sulla base del color
rosso, quindi squisitamentetifoideo,della sostanza (cf. Th. Hopfner, Offen-
barungszauber I, cit., §§ 804 e 615). Pag. 366: « enlists» traduce elaxpívsi di

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284 RECENSIONI E BIBLIOGRAFIA

VII 432, ma non è perspicuo: elaxpiveivè in letteraturamagica terminetec-


nico per indicarel'ingressodell'entitàdemonica nel corpo (cf. LSJ, s. v., II e
Stephanus, TGL, s. v.). Il verbo torna in PGM IV 3025 e 3083 s. e in una
tabella di piombo pubblicata da P. J. Sijpesteijn, « ZPE » 4, 1969, pp.
187 ss.; per ulterioriindicazioni cf. la nota a r. 19, p. 190. Pag. 368: «ini-
tiate » traduce TéXeaov (XII 20), ma verosimilmentequi teXeiv vale « ap-
prontarecompletamente», quindi « eseguire», dato che i rr. 15-20 sono re-
lativi alla preparazionepuramentemeccanica della statuina (cf. Th. Hopf-
ner, Offenbarungszauber I, cit., § 809) e Fr. Pfister, « Phil. Woch. » 52,
1932, col. 922); in ogni caso, se anche ci fosse riferimentoalla Weihung,
non sarebbe «initiate» traduzione pertinente.Pag. 370: first I. fire (XII
43). Pag. 374: è dimenticata la traduzione di tou &eou (XIII 336-37).

In alcuni casi appare che l'autore ha seguitoun testo diverso da quello della
seconda edizione di PGM, senza che il lettorene venga informato.

A p. 148, in corrispondenzadel testo di PGM IV 2619-21 (prima e seconda


edizione) . . . tyjv ndvxccaacpcoç,&eá, auròç еХеуСсо,ocra a oì ^óouaa 8é-
Sopxev, troviamo: «I myselfwill clearly expose everythingshe has done
when sacrificingto you», dove certo « has done » non sarà una clamorosa
svista ma invece la traduzione del SeSpaxev proposto da R. Wünsch (Aits
einem griechischenZauberpapyrus, «Kleine Texte» 84, 1911, p. 22) e S.
EiTREM (Die rituelleSiaßoX^, «Symb. Osi.» 2, 1924, p. 56) al posto di Ы-
Sopxev del papiro. A p. 344 la traduzione di PGM XV 8 « let loose all who
are childless,unmarried,and carriedby the wind » presupponeil testo della
prima ediz.: тсаутас sarjTe атсаьЗас, áyáfxouç,xa£ ávejxoçop^TQUçаф[7)]те,
mentreper le altre parti dell'incantesimoil M. mostra di aver tenuto pre-
sente il testo della seconda ediz., che è poi, nella sostanza, salvo alcuni mu-
tamenti operati dallo Henrichs (Nochmals PGM XV, «ZPE» 7, 1971,
p. 150), il testo stabilito dalla Vandoni (Un incantesimoamatorio,«Acme»
13, 1960, pp. 245-48), dopo una riconsiderazioneautoptica dell'originale.
Ma di questa operazione (tra l'altro inopportuna perché anche per il r. 8
il testo della seconda ediz. appare definitivo:тсаутас 'Ea(i)yjTaç xal tqùç
áyá-^xouç xal ávejxoçop^TQuç ácpiaai ) l'autore non ci informa.

Infine un chiarimento:nel corso del volume sono impiegate più volte tre
sigle (POI, SMA, THT) che non compaiono nella List of Abbreviations(p. IX).
Penso di far cosa gradita al lettore sciogliendoqueste abbreviazioni. Dunque:
POI = S. Eitrem, Papyri Osloenses,I, Oslo 1925; SMA = C. Bonner, Studies
in Magical Amulets chieflyOraeco-Egyptian, Ann Arbor 1950; THT = Тн.
Hopfner, Der Tierkultder altenAegypter,« Denkschr. Wien. Ak. » 57.2, 1913.

Franco Maltomini

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