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Datagov.

it, e-government all'italiana


Roma - Rendere l'amministrazione trasparente a tutti i livelli e
consentire un controllo continuo del proprio operato mediante
l'uso delle nuove tecnologie. Un'amministrazione che intavola
una costante discussione con i cittadini, abbattendo la distanza da sempre esistita
con questi ultimi, in grado di sentire quello che hanno da dire, e che è capace di
prendere decisioni basate sulle loro necessità. È questo il progetto dell'associazione
italiana per l'Open Government, promossa da un gruppo di esperti di diritto e di
nuove tecnologie, funzionari pubblici e privati e docenti universitari, che, come
prima iniziativa, hanno redatto un Manifesto con dieci punti principali che
suggeriscono i cambiamenti richiesti alle Amministrazioni.

L'Open Government, letteralmente "Governo Aperto", una dottrina che negli anni si
è estesa in molti Stati, diventerà una realtà anche italiana: almeno questo è l'auspicio
dei promotori dell'iniziativa. Tale nuova prassi amministrativa, che rappresenta
un'incredibile occasione per rendere la cosa pubblica efficente e per migliorare la
qualità della vita dei cittadini, diventerebbe concreta grazie alle potenzialità del
web. Le nuove tecnologie hanno, di fatto, cambiato totalmente il modo di
comunicare delle aziende, del mondo della politica e delle istituzioni. Alla
tradizionale logica burocratica verticale e unidirezionale di gestione dei servizi
pubblici, che si instaurava tra emittente e ricevente, si va pian piano sostituendo un
modello orizzontale nel quale collaborazione, condivisione e conversazione
rappresentano le tre incombenze da garantire per il coinvolgimento dei diversi
attori pubblici.

L'Open Government non è un'idea nuova. I primi a rendere aperti dati pubblici
sono stati gli Stati Uniti con il sito data.gov, a seguire anche il governo britannico ha
offerto ai cittadini la possibilità di un'informazione trasparente attraverso i Linked
Open Data, un collegamento tra dati generati e fonti etereogenee che trovano la loro
aggregazione finale nel sito data.gov.uk. Ma anche Finlandia e Canada hanno seguito
la retta via e, nel primo caso, il sito di riferimento è visiblegovernment.ca, mentre, gli
australiani che vorranno ispezionare l'operato della propria macchian governativa,
dovranno consultare il sito agimo.govspace.gov.au.

Adesso anche in Italia, nonostante l'indifferenza delle amministrazioni, esiste un


movimento per L'Open Goverment e stanno nascendo diverse iniziative che, dal
basso, provano ad affermare questo modello di innovazione. Il primo passo
dell'associazione è stata la redazione di un Manifesto "in progress", la cui funzione
principale è quella di mettere insieme tutti gli stake holder "che hanno a cuore
l'innovazione del nostro Paese". Il testo definitivo del Manifesto, con l'aggiunta dei
contributi che in questi giorni tutti gli interessati potranno allegare in vari modi,
sarà pubblicato il 30 novembre 2010.

Sono dieci gli imperativi trascritti sul manifesto che rappresentano un invito
all'azione per attuare i primi passi necessari per la metamorfosi degli apparati
pubblici. Si richiede la partecipazione attiva dei cittadini, l'impegno delle
amministrazioni nel rendere accessibili sul web in formato aperto e gratuitamente,
laddove sia possibile, tutti i dati. Si richiede, inoltre, dato il moltiplicarsi delle
difficoltà nella comunicazione in Rete, di offrire agli utenti una comunicazione
accurata, anche attraverso i social network, per poter informare, coinvolgere e
valorizzare l'intelligenza collettiva. E ancora, si richiede alle amministrazioni di
promuovere l'accesso alla Rete di tutti i cittadini e di educare questi ultimi alla
gestione della cosa pubblica, eliminando ogni discriminazione culturale, sociale,
economica o infrastrutturale. Bisognerà, inoltre costruire la fiducia e aumentare la
credibilità della PA, processi possibili grazie alla conoscenza e alla partecipazione ai
processi decisionali, e, infine promuovere l'innovazione permanente degli apparati
pubblici.

Raffaella Gargiulo

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