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L'Open Government, letteralmente "Governo Aperto", una dottrina che negli anni si
è estesa in molti Stati, diventerà una realtà anche italiana: almeno questo è l'auspicio
dei promotori dell'iniziativa. Tale nuova prassi amministrativa, che rappresenta
un'incredibile occasione per rendere la cosa pubblica efficente e per migliorare la
qualità della vita dei cittadini, diventerebbe concreta grazie alle potenzialità del
web. Le nuove tecnologie hanno, di fatto, cambiato totalmente il modo di
comunicare delle aziende, del mondo della politica e delle istituzioni. Alla
tradizionale logica burocratica verticale e unidirezionale di gestione dei servizi
pubblici, che si instaurava tra emittente e ricevente, si va pian piano sostituendo un
modello orizzontale nel quale collaborazione, condivisione e conversazione
rappresentano le tre incombenze da garantire per il coinvolgimento dei diversi
attori pubblici.
L'Open Government non è un'idea nuova. I primi a rendere aperti dati pubblici
sono stati gli Stati Uniti con il sito data.gov, a seguire anche il governo britannico ha
offerto ai cittadini la possibilità di un'informazione trasparente attraverso i Linked
Open Data, un collegamento tra dati generati e fonti etereogenee che trovano la loro
aggregazione finale nel sito data.gov.uk. Ma anche Finlandia e Canada hanno seguito
la retta via e, nel primo caso, il sito di riferimento è visiblegovernment.ca, mentre, gli
australiani che vorranno ispezionare l'operato della propria macchian governativa,
dovranno consultare il sito agimo.govspace.gov.au.
Sono dieci gli imperativi trascritti sul manifesto che rappresentano un invito
all'azione per attuare i primi passi necessari per la metamorfosi degli apparati
pubblici. Si richiede la partecipazione attiva dei cittadini, l'impegno delle
amministrazioni nel rendere accessibili sul web in formato aperto e gratuitamente,
laddove sia possibile, tutti i dati. Si richiede, inoltre, dato il moltiplicarsi delle
difficoltà nella comunicazione in Rete, di offrire agli utenti una comunicazione
accurata, anche attraverso i social network, per poter informare, coinvolgere e
valorizzare l'intelligenza collettiva. E ancora, si richiede alle amministrazioni di
promuovere l'accesso alla Rete di tutti i cittadini e di educare questi ultimi alla
gestione della cosa pubblica, eliminando ogni discriminazione culturale, sociale,
economica o infrastrutturale. Bisognerà, inoltre costruire la fiducia e aumentare la
credibilità della PA, processi possibili grazie alla conoscenza e alla partecipazione ai
processi decisionali, e, infine promuovere l'innovazione permanente degli apparati
pubblici.
Raffaella Gargiulo