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"G. MARTINO"
ROMA
COMPENDIO
DI
COSTRUZIONI
* * *
* II *
1993-94 rev 2003
INDICE SCHEDE
Nel Sistema Internazionale (SI) adottato in Italia dal 1982 l'unità di misura delle forze è il
newton (N) definito come quella forza richiesta per imprimere ad una massa di 1 Kg
l'accelerazione di 1 m al secondo per ogni secondo; la defnizìone è ottenuta dalla 2° legge
della dinamica (o legge di Newton) F = ma.
1 N=l kg x 1 m/s2
Nel Sisteema Tecnico (ST) precedentemente utilizzato invece l'unità di misura delle forze
era il kilogrammo-forza (Kgf) che poteva generare confusione visto che lo stesso nome è
impiegato per definire forze (nel sistema ST) e masse (nel sistema SI).
Il kilogrammo-forza è la forza (peso) con cui una massa di 1 kg è attratta verso la terra, dove
l'accelerazione di gravità vale 9,81 m/s2 per cui:
1 kgf = 1 kgm x 9.81 m/s2 = 9,81 kg m/s2
Conversione
1 kgf = 9,81N 10N (approssimazione ammessa nel campo delle costruzioni)
Unità multiple
nel settore delle costruzioni: tonnellata t nel ST, chilonewton KN e meganewton MN nel
SI. (per carichi concentrati)
lt = l.000 kg = 10.000N = 10KN
lKN = 1.000N = 0,lt = 100kg
lMN = l.000.000N = l00t
(per carichi ripartiti)
lKN/m = 1.000N/m =100 kg/m = 10/N/cm = 1 kg/cm
Unità derivate
utilizzate per misurare pressioni o tensionì definite come rappono tra forza e supeficie:
kg/cm2 o t/m2 nel SI; pascal Pa e megapascal MPa nel SI
1t/m2 = 0,1 kgf/cm2
1Pa = 1 N/m2
1MPa = 1 N/mm2
1Kgf/cm2 = 0,1N/mm2 = 0,1MPa = 10N/cm2 = 100.000N/m2 = 100.000Pa
1N/mm2 = 0,1kg/mm2 = 10Kgf/cm2 = 100N/cm2 = 1.000.000N/m2 = 1MPa
1N/cm2 = 0,1kgf/cm2 = 0,01N/mm2
(per momenti)
1KN·m = 100 kgf·m = 100.000N·cm = 10.000 kgf·cm
Massa volumica
1kgf/m3 = 0,01 KN/m3 = 10N/m3
Nota. Le unità di misura riterite a lunghezze (m, cm, mm) e superfici (m2, cm2, mm2) si
convertono da una dirnensione superiore ad una inferiorc moltiplicando per 100, 1000, o
10.000 o 1.000.000, vicevesa dividendo per convertire da una dimensione inferiore ad una
superiore, essendo lm = 100cm (102) = 1000mm (103) e 1m2 = 10.000cm2 (104) =
1.000.000mm2 (106).
UNITA' DI MISURA 1.1
LUNGHEZZE
chilometro km 1.000 m 103
ettometro hm 100 m 102
decametro dam 10 m 101
METRO m 1 1
decimetro dm 0,1 m 10-1
centimetro cm 0,01 m 10-2
millimetro nn 0,001 m 10-3
SUPERFICIE
chilometro quadrato km2 1.000.000 m2 106
ettometro quadrato hm2 10.000 m2 104
decametro quadrato dam2 100 m2 102
METRO QUADRATO m2 1 1
decimetro quadrato dm 2 0,01 m2 10-2
centimetro quadrato cm2 0,000.1 m2 10-4
millimetro quadrato nn2 0,000.001 m2 10-6
VOLUME
chilometro cubo km3 1.000.000.000 m3 109
ettometro cubo hm3 1.000.000 m3 106
decametro cubo dam3 1.000 m3 103
METRO CUBO m3 1 1
decimetro cubo dm3 0,001 m3 10-3
centimetro cubo cm3 0,000.001 m3 10-6
millimetro cubo nn3 0,000.000.001 m3 10-9
PESO
tonnellata t 1.000 kg 10 q
quintale q 100 kg
miriagrammo Mg 10 kg
CHILOGRAMMO kg 1 1.000 g
ettogrammo hg 100 g
decagrammo dag 10 g
GRAMMO g 1
decigrammo dg 0,1 g
centigrammo cg 0,01 g
milligrammo mg 0,001 g
STATICA DEI SISTEMI ELASTICI 3.1.1
DEFORMAZIONI ELASTICHE
Deformazione da flessione
A. rotazione ( - )
B. freccia (f - abbassamento)
legge di Hooke E
M
form. flessione y
I
My
E EI
Il raggio r della circonferenza, secondo la quale si dispone l'asse neutro, si ottiene dalla
similitudine dei triangoli OAB – BCD
OA AB r 1 EI
da cui:
BC CD y My
EI 1 M
r e quindi
M r EI
L'inverso di tale raggio è detto CURVATURA. Sia il raggio che la curvatura rimangono
costanti in tutte le sezioni.
In una trave inflessa M è funzione di x (e eventualmente di I che potrebbe variare)
1 M
fornisce la curvatura, che è un dato
r EI
geometrico, dal quale è possibile passare alla curva,
che esprime la deformata o linea elastica
- 1° TEOREMA DI MHOR
A*
EI
B*
EI
- 2° TEOREMA DI MHOR
M*
f
EI
equazione di congruenza f = -f
* *
M ql 4 M xl 3
f 1 f 2
EI 8EI EI 3EI
ql 4 xl 3 3
0 x ql (incognita iperstatica)
8EI 3EI 8
3.2.2
equazione di congruenza = -
*
A1 ql 3 A2* M l
a
EI 24 EI EI 2 EI
ql 3 M l 1 2
a 0 Ma ql (incognita iperstatica)
24 EI 2 EI 12
Travi su più appoggi, di cui almeno uno vincolato a terra (cerniera), in cui si ipotizza:
che gli appoggi siano ugualmente cedevoli,
che E ed I siano costanti
La linea elastica del sistema continuo è determinata oltre che dal carico, dai momenti
d’estremità della campata M1, M2 (incognite iperstatiche); gli angoli di rotazione della
tangente alla linea elastica dall’asse geometrico dipendono anch’essi dal carico e dai
momenti d’appoggio, in funzione dei quali possono essere espressi.
appoggio (Mc, Md, Me) e sostituendo le reazioni Ds* e Dd* nelle espressioni delle rotazioni:
Ds * Dd *
s d
EI EI
e applicando la relazione s d si perviene alla equazione dei tre momenti (trave
omogenea a sezione costante)
................................................
dove:
MA = MB = 0 Reazioni fittizie delle singole campate appoggiate, caricate
C*s,d = D*s,d ……. ql 3
ugualmente dal diagramma del Mf: C s* C d*
24
Trave continua con MENSOLE di estremità
qa 2
Ma Mb
2
Ms 0
M A0 l 0 2M A (l 0 l1 ) M C l1 6 ( As* Ad )
M A l1 2M C (l1 l 2 ) M D l 2 6 (C s C d )
* *
................................................
dove:
Ma0=0 l0=0 A*s=0
l1 l1 l 2 l2 C s* C d
M A 2M C M D 6
I1 1
I I 2 I 2 1
I I 2
ql12
M c M A T l1
d
A
2 da cui si ricava TdA
TC T A ql1
s d
2
ANALISI DEI CARICHI 4.1.1
Definizione. Computo di tutti i carichi (pesi propri e sovaccarichi) che gravano su una
singola struttura.
Metodi. Si effettua procedendo di norma con ordine gerarchico inverso rispetto alla
sequenza costruttiva (dall’alto verso il basso), quindi dai carichi dell’ultimo elemento
montato, cui si sommano via via i carichi degli elementi sostenuti.
Per una determinazione speditiva delle azioni su pilastri o travi si procede individuando le
aree di influenza dei carichi (aree di solaio che influenzano i pilastri o le travi, delimitate
per simmetria); altro metodo per determinare le quote di carico su una struttura complessa è
basato sulla considerazione che un elemento strutturale vincolo di un altro elemento è
sollecitato dall’opposto della reazione vincolare.
CARICHI PERMANENTI.
Pesi propri dei singoli componenti della struttura.
TABELLA pesi specifici dei singoli materiali (kg/m3)
TABELLA pesi delle strutture (kg/m2 o kg/ml)
per i tramezzi, il loro peso (carico concentrato) è considerato sostituendolo con carichi
uniformemente distribuiti per metro quadrato di solaio. Può valutarsi in 75 100 kg/m2.
SOVRACCARICHI ACCIDENTALI.
carichi di esercizio nei fabbricati TABELLA
abitazioni 200 kg/m2
locali pubblici 350 "
balconi e scale abitaz. 400 "
locali pubblici con gende affollam. 500 "
azioni sismiche
secondo specifiche prescrizioni tecniche.
L'azione sismica è valutata con due sistemi di forze:
- orizzontali F = W in cui è un coefficiente che tiene conto di
- verticali diversi fattori (intensità sismica, coeff. di risposta e di
protezione sismica ecc.) e W è il peso totale dell'edificio..
altre azioni
spinta delle terre, variazioni termiche, ritiro ecc.
volume su 1 m2
s11
Es. i bs
q'
q (carico in
cos
proiezione orizzontale)
e viceversa q ' q cos (carico secondo la lunghezza reale)
Nota
Approssimando cos all’unità, per valori di < 30° (cos30° = 0,87), si possono fare i calcloli delle
sollecitazioni direttamente su carichi e luci in proiezione orizzontale, anziché in modo esatto
secondo l’inclinazione reale.
STRUTTURE 5.1.1
- legno
- acciaio
- muratura
- cemento armato
STRUTTURE IN LEGNO
Caratteristiche meccaniche:
- sono diverse in relazione alle diverse specie legnose:
resinose (conifere come abeti, larici pini ecc.)
non resinose (forti o dolci come quercia, castagno, pioppo, frassino ecc.)
si considerano poi 3 categorie commerciali in base a: aspetto, fibratura, nodi, presenza di
piccole fessurazioni.
- alto rapporto resistenza/peso
- adatto a strutture provvisionali
- si deteriora facilmente
- ha un’alta deformabilità flessionale sotto carico permanente
- varia le caratteristiche meccaniche con la variazione del clima ambientale
Criterio di resistenza
Ricerca delle sollecitazioni massime da confrontare con quella ammissibile, che dipende
dalla specie, dalla categoria, dall’orientamento delle fibre e dal tipo di sollecitazione ed è
influenzata dall’umidità. Per un legno non stagionato le tensioni ammissibili dovranno
essere ridotte di 1/3; ulteriori riduzioni si applicano in caso di sovraccarichi di lunga durata
(per la viscosità) e di carichi ripetuti (per la fatica) e nei ponti per il taglio.
La condizione di carico da assumere deve essere quella più sfavorevole tra le due: I carico
permanente + carico di esercizio; II carico permanente + carico di esercizio + carico da neve
e vento).
Verifica:
I pilastri in legno sono facilmente snelli. Il carico di punta si innesca per < 37,5.
M
am
W C
Verifiche di deformabilità
Questa verifica è particolarmente importante per le strutture
inflesse, mentre le deformazioni dovute a sforzi normali
sono trascurabili.
STRUTTURE IN ACCIAIO
Caratteristiche meccaniche
- L’acciaio è un materiale omogeneo con uno stesso comportamento a compressione e a
trazione;
- ha un rapporto resistenza/peso molto elevato, perciò si possono ottenere sezioni
trasversale di dimensioni molto contenute. Le ridotte dimensioni implicano però oltre
alla verifica di resistenza anche, la verifica della deformabilità per l’insorgenza del carico
di punta e instabilità flessionale.
Gli acciai si distinguono in 3 categorie, con 3 diverse tensioni ammissibili:
Fe360
Fe 430
Fe 510
Tipi di acciai
Laminati a caldo:
profilati NP a doppio T normale
IPE a doppio T ad ali parallele
HE a doppio T ad ali larghe: HEA serie leggera
HEB serie normale
HEM serie rinforzata.
Barre quadre, tonde, piatte
Tubi ed elementi saldati
Laminati a freddo:
Tubi a sez. circolare, quadrata, rettangolare
lamiere grecate
profilati a C, a L, a U
Criterio di resistenza
Si riconduce al controllo dello stato di tensione nella sezione più sollecitata ed al confronto
con la tensione ammissibile.
5.1.3
Trazione
N Gli elementi tesi non presentano fenomeni di instabilità.
am La sezione utile è quella netta da fori, intagli.
Anetta
flessione
Le sezioni in acciaio presentano la massima efficienza a flessione quando
sono simmetriche rispetto all’asse neutro ed hanno la maggior concentrazione
della massa ai lembi estremi
Il lembo compresso può presentare fenomeni di instabilità;
M max N
am bisogna perciò verificare anche che sia am
Wx Acompr
con N- calcolata in funzione di M.
deformabilità
L’acciaio presenta un modulo di elasticità molto alto e quindi una deformabilità a flessione
notevole.
STRUTTURE IN MURATURA
Le murature presentano una scarsa resistenza alla trazione ed una buona resistenza alla
compressione. Pertanto nel calcolo si considera come materiale non resistente a trazione.
Elementi strutturali in pietra e laterizio:
Pareti
Pilastri
Archi e volte
La malta è divisa in 4 classi di resistenza: M1, M2 (cementizio), M3 (bastarda), M4
(bastarda, pozzolanica, idraulica), classificate in riferimento alla loro resistenza media a
compressione ed alla relativa composizione (legante e inerte) in volume.
Criterio di resistenza
Il criterio per la verifica è quello della tensione massima calcolata con i metodi della scienza
delle costruzioni e confrontata con quella ammissibile, funzione delle tensioni di rottura
della muratura. La variabilità dei valori dipende dal tipo dei componenti della muratura e
dalle loro resistenze a rottura.
In mancanza di prove dirette le tensioni normali a compressione si assumono così:
fk
m dove fk è la resistenza caratteristica a rottura per compressione
5
della muratura in dipendenza dell’elemento componente fbk e del tipo di malta
TABELLA.
(la resistenza fk varia da 1 N/mm2 a circa 10,5 N/mm2 e la m da 0,2 N/mm2 a 2,1
N/mm2).
La tensione tangenziale ammissibile vale:
f vk
m dove fvk è la resistenza caratteristica a taglio della muratura.
5
La resistenza a trazione non viene presa in considerazione.
La concezione strutturale
Un edificio murario si forma con 3 sistemi strutturali:
- muri portanti, sollecitati prevalentemente ad azioni verticali
- muri di controvento, sollecitati prevalentemente ad azioni orizzontali
- solai piani comunemente realizzati con struttura latero-cementizia.
I tre sistemi devono essere collegati reciprocamente lungo le loro intersezioni; i muri
devono avere sia funzione portante che di controvento; i solai devono ripartire le azioni
orizzontali fra i muri di controvento.
I dispositivi che garantiscono i collegamenti sono:
ammorsamenti lungo le intersezioni (incastro
reciproco di elementi resistenti o appositi
elementi di legatura)
cordoli in cls armato a livello dei solai
incatenamenti metallici a livello dei solai
Tali sistemi permettono di realizzare un
comportamento strutturale scatolare, che significa
proporzionare la distribuzione di muri, controventi,
solai in modo che l’edificio possa assorbire azioni
5.1.5
METODI DI CALCOLO
I muri sono realizzati con diminuzione di spessore ogni 1 o 2 piani dal basso verso l’alto
(riseghe).
La verifica di un muro può essere condotta con i seguenti metodi:
A) Metodo dell’asse centrale, tipico delle vecchie murature.
Si considerano le azioni per intensità e posizione alle varie quote dall’alto verso il basso,
dove prevale il peso proprio del muro, che rientra la risultante.
Lo stato di tensione si studia con i metodi della scienza delle costruzioni.
Nel caso di risultante dei carichi assiale avremo:
h
- ea di esecuzione, convenzionalmente =
200
La verifica si effettua:
N dove N è il carico totale gravante sulla sezione
amm
0,65 A del muro e A l’area totale della sezione
CEMENTO ARMATO 5.2.1
Modelli di calcolo
I sistemi strutturali costituiti da travi vengono schematizzati facendo riferimento alla linea
d'asse.
Le condizioni di vincolo sono valutate considerando le condizioni reali:
- solai di copertura e sottotetto, non caricati sugli appoggi,(appoggio):
Mi = 0 M1/2 = 1/8ql2
nel caso dell'acciaio e c.a. si considerano momenti di incastro
negativi
Mi = 1/24 ql2
- solai degli ultimi piani, poco caricati sugli appoggi, (semincastro):
Mi = 1/16ql2 M1/2 = 1/16ql2
(prudenzialmente però per maggiore stabilità: Mi = 1/18ql2; M1/2 = 1/10ql2)
- solai primi piani e intermedi, molto caricati sugli appoggi:
travi continue, singole campate, (incastro imperfetto):
Mi = 1/12ql2 M1/2 = 1/12ql2
- travi appoggiate a un estremo e semincastrate nell'altro
Mi = 1/8ql2 M1/2 = 1/10ql2
tensioni ammissibili
Per il cls nella compressione per flessione e pressoflessione:
R 150 R 15
c 60 ck kg/cm2 c 6 ck N/mm2
4 4
(ridotta del 30% nella compressione assiale; ulteriore riduzione si calcola per s < 25cm)
(si riduce inoltre del 30% nelle travi a T con soletta collaborante di spessore s < 5 cm e del
10% per s > 5 cm)
PILASTRI
- Verifica
P P P Aa
c essendo
Aic Ac nAa Ac (1 n) Ac
- Progetto
P
Ac norme: 0,8% 6%
c (1 n)
P
(0,8% dell'area strettamente necessaria per compressione = Amin e compresa tra 0,3% e
c
6% dell'area effettiva geometrica A= a b)
è fissato dal progettista, in genere tra 0,9 e 1,00%.
Aa Ac (area acciaio da ripartire in minimo 4 12)
Pilastri cerchiati
- Progetto
P
Aic in cui Aic = An + 15 Aa +45Aia (*)
c
(Aic = area ideale resistente; An = area nucleo; Aa = area acciaio; Aia = area fittizia
longitudinale corrispondente alla spirale)
con i limiti: 2Aic Aia - P 1/5D - Aic 2An (*) An 105 Aa
Aa minimo 6 12
5.3.2
Pilastri caricati di punta lo
14, 5
se risulta: a
l
o 50 a
° ° d
imin ° °
b
Metodo omega
Si applicano le medesime formule dello sforzo normale, sostituendo al valore P il valore
amplificato P:
P
Ac
c (1 n)
TABELLA
dal val. al val
i valori intermedi calcolati per interpolazione lineare:
Es.:
val. tabellato = 70 70 = 1,08
valore calcolato = 64,66 * = x * val. da ricercare
val. tabellato = 60 = 1,04
Differenza 10 5,34 * 0,04
10 : 0,04 =5,34 : x
x = (0,04 5,34)/10 = 0,02136
= 1,08 - x = 1,058
----------------------------------------
(*) momento di inerzia baricentrico della sezione ideale (cioè rispetto all’asse neutro baricentrico della sezione):
Iaic = 1/12*h*b +nAa*d (sez. rettangolare) ; Iaic= 1/12*b4+nAa*d2 (sez. quadrata essendo d=b-copriferro/2
3 2
STRUTTURE INFLESSE 5.4.1
1Momento di inerzia. Il momento di inerzia I è il prodotto di una massa per il quadrato della sua distanza da un asse
x
x. E' sempre positivo. Ix = my ovvero Ix = (my)y, cioè il momento di inerzia è il momento statico dei momenti
statici. Per il TEOR. DI TRASPOSIZIONE il mom. di inerzia rispetto a un asse all'asse baricentrico xo distante d è:
Ix = Ixo + A d2.
2Momento statico. Il momento statico rispetto a un asse x è dato dal prodotto di una massa m per la sua distanza
dall'asse. E' positivo, negativo o nullo a seconda che m è da una parte o dall'altra dell'asse o sull'asse stesso (caso
particolare). Sx = my.
Il momento statico di un sistema di masse rispetto a un asse x è uguale a quello del sistema di forze sostituite alle masse
e parallele a x, e questo per il TEOR. DI VARIGNON è uguale al momento della risultante (che passa per il baricentro)
Il momento è uguale alla somma delle forze o masse moltiplicate per la distanza yg del baricentro dalla retta x:
Sx=ygm
Quindi se x è baricentrica Sx=0
5.4.2
y
S x by nAa (h y ) nA'a ( y h')
2
ovvero l'equazione di equilibrio dei momenti statici della sezione ideale resistente rispetto al
proprio asse baricentrico che è asse neutro è:
by2/2 + nA'a(y-h') = nAa(h-y)
---------- ------
cls + ferro compresso ferro teso
la quale diviene:
h=H-23 cm
(copriferro)
condizioni di vincolo
1 2 1 2
incastro imperfetto o semincastro: Mi ql M1/ ql
12 2
12
CALCOLO TRAVE
ql 2
Mmax = kg/cm2 o N/cm2 (luce di calcolo l = luce netta +5%)
12
altezza teorica trave (utile) coefficienti:
M cm Htot = h + copriferro
hr r= - t= - s=
b
in cui la base b è fissata dal progettista
area acciaio teso
5.4.4
Aa t Mb
asse neutro
y sh
trave a spessore
M
essendo h noto si calcola b: b r 2
h2
TABELLA (*)
Es.
= 2400 n = 15
c r t s
30 0,667 0,000659 0,158
35 ...... ........ .........
...... ...... ........ .........
TABELLA
Es.
*
= 2400 n = 15 = h'/h=0,14
coefficienti
=A'a/Aa = 1,00 =
c s r' t' =
30 0,170 0,606 0,00080 r=
35 0,192 0,519 0,00094 t=
40 ...... ........ ......... s=
...... ...... ........ .........
*Per valori intermedi ri, ti tra r1, r2 e t1, t2 o si sceglie il più prossimo superiore o si
calcola per interpolazione lineare: (r1-r2) : (r1-ri) = (t2-t1) : x ti = t2 - x
5.4.5
Verifica
metodo analitico
momento d'inerzia
(baricentrico rispetto all'asse neutro dell'area ideale Aic)
1
Iin by 3 nAa (h y ) 2 semplice armatura
3
1 3
Iin by nAa (h y ) 2 nA'a ( y h') 2 doppia armatura
3
tensioni
My
- cls c c
Iin
2M
oppure c c sez. a semplice armatura
y
by (h 3 )
M (h y )
- acciaio teso a n a
Iin
M
oppure a a sez. a semplice armatura
Aa (h y 3 )
M ( y h')
- acciaio compresso 'a n a
Iin
y
con buona approssimazione h 0, 9h
3
TRAVE A T 5.5
ql
Tmax = (sugli appoggi)
2
tensioni ammissibili
Rck 150
1. co 4 kg/cm2
75
se max co si omette la verifica, poiché non è richiesta armatura specifica;
bastano minimo 3 staffe al metro con una sez. di 3 cm2/m e
passo 0,8h.
R 150
2. c1 14 ck kg/cm2
35
se co max c1 le tensioni tangenziali devono essere assorbite interamente dalle
armature: per il 40% min dalle staffe, per il 30% max dai ferri
piegati.
se max c1 si ricalcola la trave.
5.6.2
Sforzo di scorrimento
1
Stot maxblo dal volume diagramma T
2
Staffe
- numero staffe
Ss per l'equilibrio il numero delle staffe Nst con n bracci e
N st
n a o tondino di area a , occorrenti per assorbire la tensione Ss, è:
Ss = o anNst
Ferri piegati
Sp = 0,60 Stot scorrimento assorbito dai ferri piegati = 60% dello scorrimento
totale
Il diagramma dello
scorrimento totale
viene suddiviso nelle 2
parti corrispondenti a
staffe e piegati, ripar-
tite in parti uguali di
equivalente tensione.
Dai baricentri si
proietta sull'asse della
trave, determinando la
posizione dei ferri.
5.6.3
Procedimento approssimato
La distanza dei ferri piegati dall'appoggio si determina con buona approssimazione, nel
caso comune di travi a sez. costante con carico ripartito uniforme, in cui i ferri piegati sono
2 o 3, a 1/5 - 1/10 - 1/25 della luce l della trave.
quindi calcolando il Mr per ogni tratto in cui l'area metallica si riduce per la piegatura dei
tondini per il taglio (area effettiva As) si riporta tale valore in ordinata a partire dalla
fondamentale, ottenendo un diagramma a gradoni detto diagramma dei momenti resistenti,
che deve ricoprire con un certo margine il diagramma dei momenti flettenti, cosicché sia
verificata l'armatura necessaria per l'assorbimento della trazione, dovuta alla flessione,
considerata la progressiva riduzione del momento verso gli appoggi.
PLINTI IN C.A. 6.1
Dati noti:
P - carico trasmesso dai pilastri
Pp - peso proprio presunto TABELLE predimensionamento
t - tensione ammissibile del terreno ( 1,5 - 2 kg/cm2)
Base di fondazione
P Pp
A b A (plinto a base quadrata)
t
lato bo della base minore fissato pari al lato a del pilastro + 5 cm.
altezza plinto
- reazione unitaria utile del terreno
P
qt 2 kg/cm2 si considera una delle 4
b mensole, la cui sezione di
- momento flettente nella sez. di incastro i-i incastro giace nel piano i-
1 a 2b i
Mii qt ab a qt kg/cm2
2 2
quindi si può sostituire alla sezione trapezia una sezione
rettangolare equivalente di la rghezza b* 1,25bo
- fissati c a e n si calcola:
M
hr H h 4cm
b
Aa t bM
Sottoplinto
Il plinto è impostato su un sottoplinto o sottofondazione in magrone, spesso da 15-20 cm,
con sporgenza s 1,5 - 2 h.
Verifica al punzonamento
Si effettua calcolando la tensione tangenziale di scorrimento per taglio
lungo la superficie di possibile punzonamento
P co
2 (a b) H c1 senza armatura a taglio
se risulta con armatura a taglio
co c1
una parte delle armature per flessione viene piegata a 45° per assorbire
le tensioni tangenziali.
TRAVE ROVESCIA IN C.A. 6.2.1
- area acciaio
M
Aa
a 0, 9h
6.2.2
altezza utile della trave rovescia h
M max
hr
bo
Se R non cade nel punto baricentrico, ma ha una eccentricità il diagramma delle reazioni
varia linearmente con un max e un min nei punti estremi, che sono forniti dalle formule
della pressoflessione:
R Re R Re
qmax qmin
L L2 L L2
6 6
se il carico trasmesso dai pilastri è diverso*, esso si trasmette uniformemente sulla metà
delle 2 campate adiacenti:
Pn
L1 L2
2 2
PILASTRI IN C.A. 6.3.1
Dati noti:
P - carico trasmesso dai solai
Rck 150
c - tensione ammissibile cls c 60 kg/cm2 (compressione per
4
flessione o pressoflessione) - riduzione 30% per pilastri soggetti a compressione
semplice
a - tensione ammissibile acciaio
Area acciaio
Aa Ac fissato il valore più opportuno di come detto sopra.
- armature
norme ferri longitudinali 12 mm
staffe 6 mm
- disposizione staffe
d < 15 af 25 cm (d - distanza staffe; af - area ferri longitudinali)
VERIFICHE
- % ferro
0,003Ac < Aa < 0,06Ac (opp. 0,003 < < 0,06)
P
- tensione cls c c
Ac nAa
- tensione acciaio a n c a
6.3.2
- Verifica snellezza
l0
norme occorre la verifica se 50
imin l0 = h (altezza pilastro tra le travi)
(è consigliabile non superare il valore = 100)
raggio minore
I c nI a
imin di inerzia sez.
Ac nAa ideale
si ha la presenza di carico di punta quando
lo
- 14, 5 (pil. sez. quadrata o rettangolare) mom. di inerzia minore Imin :
a
lo 1 4
- 12, 5 (pil. cerchiati) Ic b (sez. quadrata)
a 12
1
In funzione di Tabella c.a. I c ba 3 (sez. rettangolare)
12
P
c c
Ac nAa
a
verifica sezione di base b
A = area tot.ferro
Ptot I a Aa d 2
c c d
a
Ac nAa d
(Ptot = N + p.p. pil.)
b
PILASTRI PRESSO-INFLESSI 6.3.3
Per sollecitazione composta o per carico eccentrico ( e = M/N ).
Si procede per approssimazione: si progetta la sezione a compressione semplice (o a
trazione):
P
Aic e Aa Ac essendo Aic Ac n ( Aa Aa' )
c
e poi si effettua la verifica a pressoflessione
P M
max c in cui:
Aic Wic
I ic bh 3 A h
Wic I ic n2 a d 2 d c
y max 12 2 2
Condizione perché la sezione sia tutta compressa o anche tesa (centro di pressione interno o
esterno al nocciolo) è nei solidi omogenei:
h P
e (compressione) e
6
e
h
(anche trazione - non ammessa) h/6
6 h/3 h/3 h/3
h
per il cemento armato:
caso a - centro di pressione interno o al limite del nocciolo, e k (approssimativamente
k = h/5,6): la sezione è interamente reagente e si verifica come sopra.
caso b - centro di pressione esterno al nocciolo, e k (approssimativamente k = h/5,6):
1
- se tc cc (trazione inferiore a un quinto della compressione)
5
la sezione si considera interamente reagente come sopra; ma
l'armatura in zona tesa deve assorbire interamente la trazione
(risultante delle tensioni di trazione Rt)
tc y *
Rt b
2
h tc
distanza dell'asse neutro dal lembo teso: y *
cc tc
1
- se tc cc allora si deve considerare la sezione parzializzata,
5
analogamente al caso della flessione ed occorre trovare la
posizione dell'asse neutro, la cui formula di calcolo è un'equazione
di 3° grado.
SOLETTE IN C.A. 6.4.1
Le solette vengono calcolate come travi affiancate, tenendo conto che il comportamento
può essere "a trave" o "a piastra", quando i 2 lati hanno dimensioni diverse o simili tra loro.
Si considerano strisce larghe 1 m per le solette o 1 interasse tra le nervature per i solai
nervati.
Nel comportamento a piastra il carico va applicato alle 2 serie di travi incrociate.
Dati noti:
l - luce di calcolo = luce netta tra gli appoggi
Q - sovraccarico TABELLA azioni sulle costruzioni
tensioni ammissibili:
R 150
c 60 ck per il cls kg/cm2
4
c - ridotta 30% per solette s < 5 cm
c - ridotta 30%-10% per travi a T con soletta collaborante
a - per i tondini tipo acciaio impiegato
altezza teorica
M 1
hr l 8 cm (normativa)
b 25
H h 1, 5cm (altezza totale soletta) h H
M copriferro
Aa t b t bM (area del ferro teso)
b
Aarip Aa 20% (armatura di ripartizione)
6.4.2
Verifica al taglio
Tmax nella sezione di appoggio
ql
Tmax kg
2
T
max max co c1 Kg/cm2
0, 9hb
(b = larghezza sezione in corrispondenza asse neutro - normalmente per le solette b = 100
cm)
Essendo la verifica soddisfatta per il cls, non è necessaria alcuna verifica per l'armatura.
NERVATURE SOLETTE 6.5.1
Dimensionamento
M max
hr
b in campata
M max
hr sugli appoggi
bo
per realizzare una trave a sezione costante si assume una altezza intermedia H + 2-3 cm
copriferro.
Aa t M b in campata
Aa t M bo agli appoggi
A'a h'
ricorrendo alla doppia armatura sugli appoggi si fissa il rapporto = e
Aa h
Aa t ' M bo
A'a Aa (armatura superiore)
6.5.2
VERIFICHE
nAa 2bh
- campata y 1 1 (calcolo posizione asse neutro)
b nA
2M
c c (calcolo tensione cls)
by 0, 9h
M
a a (calcolo tensione acciaio)
Aa 0, 9h
My
c c (tensione cls)
Iin
M (h y )
a n a (tensione acciaio)
Iin
TAGLIO
ql
Tmax
2
T
max max co max c1
0, 9hbo
SOLAI MISTI IN C.A. E LATERIZI 6.6.1
si fissa l'interasse delle nervature (in genere 40-50 cm), in relazione a: luce,
sovraccarico, spessore.
si fissa l'altezza dei blocchi (normalmente 16 cm - può essere: 12-14-16-18-20 cm)
si fissa l'altezza della solettina (4-5 cm)
1
- spessore solaio l > 12 cm
25
1
oppure l per i solai con travetti precompressi
30
si considera la sezione a T di una nervatura, di cui si conosce
l'altezza teorica h e la larghezza dell'ala b = i (interasse)
r
h (r = )
M b - interasse nervature (es. 40-50 cm)
b h - altezza teorica (es 18 cm)
si cerca nella relativa tab. il valore r , controllando che c c (fissato con la
formula, in base alla classe di cls)
- se la tensione risultasse superiore a quella amm. occorre:
migliorare la classe del cls o
maggiorare l'altezza del solaio
si legge in corrispondenza il coefficiente t ()
Verifiche
- asse neutro
nAa 2bh
y 1 1
b nAa
- tensioni:
2M
- cls c c
by ( h y 3 )
M
- acciaio a a
y
Aa ( h 3 )
y
( h 0, 9 h )
3
- freccia massima
M max 1
f l
EI 500
con E 18. 000 Rck kg/cm2
(5700 Rck N/mm2)
SCALE IN C.A. 6.7.1
Impostazione strutturale:
1. Dimensionamento planimetrico in relazione al dislivello o interpiano, al numero di
rampe e al rapporto di alzata / pedata (geometria della scala).
dislivello
2a + p = 6264 - Na
alzata p disl.
a
interpiano
2. Studio dello schema strutturale.
- Tipologie strutturali più comuni
A. Scala costituita da solette rampanti continue con quelle dei pianerottoli appoggiate
su travi di pianerottolo.
si considera una striscia di larghezza unitaria (o uguale alla rampa se < 2 m) e si
calcola la soletta come trave continua su più appoggi (tanti appoggi quante sono le
travi di pianerottolo), quindi si calcola lo spessore della soletta e l'armatura come di
consueto.
B. Scala con soletta appoggiata su travi rampanti (sistema adottato quando si hanno
maggiori lunghezze di rampa o forti sovraccarichi)
calcolo soletta:
- striscia di larghezza unitaria con asse ortogonale alle travi rampanti
- schema statico: trave incernierata alle estremità delle travi portanti e di luce pari
all'interasse di queste (ipotesi di vincolo con cerniere a vantaggio della stabilità, data la
difficoltà di valutare l'imperfezione degli incastri).
- calcolato il Mf si determina come al solito lo spessore di soletta
calcolo travi rampanti
- schema di trave continua su più appoggi, oppure di trave a ginocchio (trave ad asse
spezzato)
6.7.2
D. Scale a sbalzo, in cui i gradini sono direttamente incastrati al muro perimetrale del
vano scala o alla trave rampante.
schema statico del gradino è quello di una mensola incastrata soggetta a momento
flettente negativo.
L'armatura è disposta nella zona superiore tesa con reggistaffe nella zona inferiore. La
lunghezza dei gradini non dev'essere eccessiva ( 1 m).
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
(1) M Al1 2 M C (l1 l 2 ) M D l 2 6(C s* C d* ) M A MB 0
ql 3
M C l 2 2 M D (l 2 l3 ) M B l3 6( Ds* Dd* ) C* D*
24