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BEMCOMUM
Unmanifesto
@wwle'e
O 2Of 1, Gius. Iaterza & Figli
Introd,uzione
Prima edizione 2011
www.laterza.it
I6 17
I
l
aree del mondo dove le strutture statuali non oppongono
alcuna resistenza (ma anzi offrono il braccio armato) a
questo stato di fatto, essendo troppo deboli e corrotte per
opporsi. Successivamente la resistenza, culturale e politi-
ca, si diffonde anche in semiperiferia e al, centro, quando
c5o, portata avanti dagli eredi dei Maya sterminati senza
l&tà da Cortés cinquecento anni prima e ancora una volta
*rime della cupidigia dell'uomo bianco peri beni comuni
Lligeni. Lalotta dei movimenti per la terra - la <<madre
tlra» - è continua, portata avafiti attraverso tutto il con-
I sempre più cittadini prendono coscienza di quanto sta Sente sudamericano, senza ricevere né dare tregua, da
awenendo sotto i loro occhi ipnotizzati dalla pubblicità mpesinos sem terra>. Essa costituisce oggi un'epopea
e dalla propaganda. È'.gica quanto gloriosa, che simboleggia il grande sconro
Anche qui, come per l'emergere di una fi ttativa ac- ffk popolazioni autoctone per la difesa dei beni comuni
t cademica critica della lettura dominante di Garrett Har- dfl'avidità delle corporations e dei governi loro complici.
din, stiamo raccontando una storia a noi vicinissima (che Cf,É si tratti del disboscamento dell'Amazzonia - per il
forse non è ancora storia), fatta dt fenomeni di resistenza mrmercio del legname o per liberare terra per le grandi
dapprima marginali e lontani dalla percezione dominan- mocultur€ -, o dell'edificazione di grandi dighe (che
te e poi sempre più vicini ai luoghi della costruzione del &ilscono col far sommergere villaggi e colture locali dal
senso comune. Una resistenza, quella per i beni comuni, hsile alla Cina), o di liberare spazio per installare <<zone
che prende le mosse da comportamenti particolarmen-
'nomiche specialb>, come in India, il nemico dei beni
te violenti e imesponsabili dei nuovi padroni dell'ordine muni è sempre la micidiale tenaglia dello Stato e della
globale. Comportamenti che, minacciando i beni comuni ryration.
in modo incompatibile con la stessa soprawivenza del- I famosi scontri (paradossalmente noti come no global)
le popolazioni (locali e oggi anche globali), producono -frSeamle nel 1999 dimostrano al mondo che i campesi-
reazioni di difesa disperate ma sostenute dalla coscienza rr non sono soli. Nella piovosa e vivace cittadina della
di difendere lavrta reale nei confronti di quella artificiale *sfi Coast, resa celebre da Bill Gates e Kurt Cobain, le
della corporation: di difendere il senso di giustizia interge- [maglie locali per i beni comuni compiono un vero salto
nerazionale rispetto all'interesse economico insostenibile fiqualità e divengono da lì in poi protagoniste./antagoni-
dell'accumulo senza fine. cdi ogni processo politico globale. Gli scontri di Seattle
È del tgg+ l'insurrezion e zapatistain Chiapas, che co- mo importanti per diverse ragioni, la prima delle quali
stituisce la prima lotta politica per i beni comuni che sia è faver individuato nell'ordine globale liberista, imposto
stata capace, nel dopo Guerra Fredda, di catturare I'im- cnonomicamente dal §fTO e politicamente dal G7 (poi
fi maginario mediatico globale, diventando in questo modo lGt), il principale antagonista di un mondo fondato sul
un episodio della contro -globaluzazione. Tutti ricordano nÈpetto dei beni comuni. In effetti, §fTO e G7 davano
il mitico e incappucciato sub-comandante Marcos, difen- crte istituzionale globale (imperiale, secondo la termino-
il sore del <<bene comune terro>. I1 suo nemico edatenaglia lqgia inaugurata poco dopo da Michael Hardt e Antonio
micidiale dello Stato e deipiani di aggiustamento struttura- Ne1Ù alla micidiale tenaglia Stato-corporation s chelebat-
fli
le, che da \X/ashington imponevan o la prwatizzazione delle EBIÈ per i beni comuni declinate a livello locale avevano
terre a favore delle corporations e l'evizione dei contadini qrninciato a sfidare.
che su quelle terre yivevano da sempre. Una battaglia pro- Ottenuto a Seattle il primo grande successo globale,
fondamente simbolica quella per la terra produttrice di m I'abbandono del tavolo delle trattative da parte di di-
I 18 t9
versi importanti governi del Sud del mondo (taluni dei m si rese conto che i margini per sfruttare ulteriormente
quali diverranno alleati fondamentali dell'<<altra naffa- della sete) una popolazio-
kqpure con il micidiale ricatto
tiva>>), la battagha doveva immediatamente spostarsi a
rcome quella di Cochabamba, già spremutafino all'osso,
Cochabamba, in Bolivia, e al centro del palcoscenico, in mo dawero esigui. E vero che non si può fare a meno di
apertura del nuovo millennio, si collocava una delle grandi bere, cosa che rende sicuro il business perle corporations
protagoniste di questo sconffo di civiltà: l'acqua. rLll'x6qs4 (così come non si può fare a meno di mangia-
La guerra per I'acqua a Cochabamba ancotauna volta r, cosa che garantisce Monsanto e le altre oligopoliste
vede governo e corporatioas schierati sullo stesso fronte. d'agrobusiness in Africa), ma è anche vero che se non
Il presidente boliviano Sànchez deLozada,noto come El *ipossono pagarcbollette dell'acqua superiori alqOy" del
pringo, dimostra come la realtà in politica possa di gran rcddito pro capite medio si può cercare di raccogliere la
lunga superarclafantasia, pur fervidissima, Che molti anni É:ggia (così come si possono sempre mangiare i rifiuti
prima aveva ispirato a \Woody Allen Il dittatore dello stato
rdla discarica di Nairobi), la forma attraverso cui il bene
libero di Bananas. Corrotto, arrogante, legato a filo dop- Grrnune per eccellenza civiene donato. Ma per Bechtel
p-io con gli appantiideologici del consenso di rùZashingtòn
fecqua non è un dono bensì una merce da cui trafre pro-
(fra cui quelle università della Costa Est in cui le àites
fuo, sicché dopo aver tagliato le forniture ai morosi si
sudamericane mandano a studiare i figii tenendoli vicini nise pure a far loro causa perché distruggessero le cister-
ai loro ricchi conti in banca, per poi fàrli rienrare quando
re di fortuna con cui cercavano di dissetarsi. Raccogliere
le condizioni per la successione sono propizie), El Gringo
frqua, ad awiso del colosso multinazionale statunitense,
concentra in sé tutta la simbologia del potere sudamerica- mituiva concorrenza sleale, e le corti elapoliziabolivia-
no. Fu lui a convocare il giovanissimo docente di Harvard oadovevano impedirlo! Dopo tutto, Sdnchez de Lozada si
Jeffrey Sacks (che incredibilmente ancor oggi, meno gio- cn impegnato con Banca Mondiale e FMI a garantire un
vane, imperversa con ricette conmo la povertà) e ad affi- rfotema giuridico <<market friendly» proprio come quello
darylila responsabilità di una terapia Jhock per fermare tte i professori di Harvard e Chicago spiegavano essere
la galoppante inflazione boliviana di fine seèolo scorso. cssenziale per 1o sviluppo: gli investimenti di Bechtel, una
Sacks impose al settore pubblico boliviano un tale salasso
mha attratti, andavano garuntiti con tutti imezzi!
- concreizzatosi fra l'altro in condizioni favorevolissime Fu questa la classica goccia che fece traboccare il vaso
per la svendita dei ricchi depositi di gas alle corporations
{mai metafora fu più adatta al contesto) e a Cochabamba
statunitensi (quelle stesse che ftnanziano generosamente iri,iò urra serie di scioperi e manifestazioni che durarono
i dipartimenti di Economia d'oltre oc.ano, sfruttando 1m oltre un mese, coinvolgendo tutta la popolazione as-
benefici fiscali ed eccitando I'ammirazione della nosrra Etatl.. La rivolta finì nel sangue, ma aTla fine la pressione
ministra e dei suoi consiglieri à la Giavazzi) - da far effet- politica proveniente da una base decisa a difendere fino
tivamente scendere I'infl,azione,un po' come si fa scendere in fondo i propri beni comuni fu tale che tanto la Bechtel
la febbre se si accoppa il paziente. Ma il costo sociaie sop- quanto il suo protettore <<Gringo>> furono cacciati dalla
portato da una delle popolazioni più povere della terra fu Bolivia. Ne seguì l'ascesa al potere del primo presidente
salatissimo. Probabilmente la multinalionale sratunitense indigeno e campesino della sfortunata storia del grande
Bechtef una delle protagoniste del grande oligopolio glo- paese andino, uno dei luoghi più sfruttati e saccheggiati
bale dell'oro blu, nell'acquistare ai ialdi il s.ruiiio idii.o rrlla storia dell'umanità (in territorio boliviano si trova
20 2T
il Cerro Grande de Potosi, nelle cui miniere d'argento c risoosta asli attentati alle Torri Gemelle (settembre
h
trovò la morte un numero imprecisato e sterminato di in- mrj-J".tituislcono due episodi legati alla medesima lo-
digeni ridotti in schiavitù dai conquistadores) .I1 program- Ér di strutturare come naturali, immutabili : P 3":tt"
Foon discutibili gli equilibri del potere globale fon-
ma di tutela dei beni comuni, primi fra tutti l'acqua e la
lri *U "g.monia o.aid"ntrl.. Nell'ordine/disordine del
Pacbamarna (terra madre), produttrici di cibo e di vita,
primeggia oggi nell'agenda del presidente Evo Morales. miliennio, che fa da sfondo alTabattagliaper ileni
*i, egemonica e i suoi principali alleati
La nuova Costituzione boliviana, insieme a quella ecua- -" ,oooIaràipotenza
stati in pace. Né avrebbero potuto essedo,
doregna (anch'essa figlia di una grande lotta per i beni
comuni, quella condotta dalle popolazioni indigene della o che Ia struttura fondamentale della tenaglia Stato-
foresta contro la mortale estrazione peffolifera operuta da bas si sostiene essenzialmente sulf intensità senza
Chevron), costituisce il.più avanzato modello giuridico di fuenti dipivatizzazione e distruzione dei beni comu-
elaborazione del concetto di beni comuni di cui l'umanità i ofierta dal èomplesso militare-industriale'
disporrebbe qualora, messa da parte l'arroganza occiden- f'ùdl;"rdi""/diiordine globale che ha caratterizzafi gli
tale, intendesse ripensare il proprio modello di sviluppo. mivent'anni un soggetto politico dallavocazione impe-
Naturalmente questa splendida e vittoriosa pagina di Dorta avanti disegni di espansionetracciati dal com-
storia globale recente, che giustamente entusiasma, costi- i militare-industriale e diversi Stati, più o meno riot-
tuisce un vero bicchier d'acqua nell'oceano di ingiustizia ."o**i, rivendicano un ruolo nel governare la grande
e sopraffazione in cui si è chiuso il secondo millennio. Gli lia multinazionale per 1o sfruttamento delle ricchezze
episodi largamente simbolici di dove stia il bene e dove i dei popoli. In questo <<nuovo medioevo>>, sotto un
il male, in questa titanica guerra per il controllo dei beni ot oìdL. imperiale - a ben vedere su-perficiale -
comuni tuttora in corso fra Stato e corporations, da una forze che ptepot.ntemente reclamano di emergere,
parte, e popolazioni vittimizzate, dall'altra, sono troppo mdo qr.gli equilibri che gli apparutiideologici do-
numerosi per esser ripercorsi tutti. Certo, il famigerato ,ti cercano di prètet tute come naturali. Queste nuove
caso Bush as Gore che chiuse iI2000 ha dimostrato oltre che la crisi del zOOS ha dimostrato comparativamen-
ogni ragionevole dubbio quanto distante sia un autenti- lrc solide, non sono soltanto Stati tradizionalmente
co ideale democratico e partecipativo rispetto alla pratica i dal GT (i ..d. SRICS: Brasile, Russia, India, Cina,
elettorale degli Stati Uniti d'America. Con la fine del mil- I Aftica) che si tenta oggi di cooptare attraverso isti-
lennio, il livello di ipocrisia della retorica dominante su ini informali nuove, aniorché figlie della stessa logica
legalità, democrazia, diritti umani e sviluppo ha raggiun- {.rninio violento, quali il G20. Esse prendono nuove
to il limite di guardia oltre il quale la sua credibilità non li*ze, che rendono 1o scenario neomedievale della
avrebbe potuto resistere. In queste condizioni, la risposta sempre più complesso e non comprensibi-
nei confronti della critica politica rispetto a un modello di E rerso le consuete categorie interpretative'
sviluppo fondato sulla tenaglia Stato-corporations e sullo Ca.gorie nuove divengono così non solo utili, ma ad'
sfruttamento intensivo dei beni comuni non poteva che indispensabili per capire - e forse anche per pro-
diventare violenta. - pràcessi nuovi. Ecio perché nelmondo.attua.-
I In questo senso la repressione subita dal movimento ùzata dalT'lmmane violenza prodotta dalla più
altermondialista al vertice G8 di Genova (luglio 2001) crisi di leadership che l'Occidente dominante
I
I 2)
22
t
abbia mai sperimentato, i beni comuni emergono come Capitolo secondo
questione ineludibile sia per chi vuole difenderli sia per
LA MODERNITÀ, LE "ENCLOSURES"
chi vuole sempre più aggredirli.
E IL DISAGIO DEL COMUNE
Ed è proprio la crhaestrema di questa aggressione che
fa crescere una coscienza globale capace di ridurre ad uni-
tà luoghi all'apparenza quanro mai distanti, come le lotte
contadine per la terra, quelle metropolitane per l'acqua,
per l'ambiente e per la mobilità sostenibile; e ancora quel-
le per l'università o per la sanità pubblica, quelle .ontro
le grandi infrastrutture ed il nucleare, o quelle sempre
più importanti e violente per il libero accesso alla Rete
e all'informazione (e il caso Assange è emblematico della
violenza dello scontro) e per la qualità del lavoro. Questi Il mondo medievale europeo, taluni tratti del quale ab-
luoghi distanti divengono così luoghi comuni. I-lattacco biamo visto riprodotti nell'ordine/disordine globale della
e la distruzione dei beni e dei luoghi comuni provocano nostra era, appariva carattetizzato da un sistema socia-
la consapevolezza della loro esistenza, troppo ipesso da- h pluralistico e a potere diffuso, in cui operavano, al di
ta per scontata e mai apptezzata finché essi non vengono tuori di rapporti gerarchici, diversi protagonisti politici.
distrutti. Come nel Medioevo le rivolte contadine si scate- In taluni casi essi avevano vocazione universale (impero,
narono sempre per difendere luoghi e beni comuni contro Chiesa); in altri vocazione territoriale ridotta (proto-stati,
la cupidigia del potere formale, così nel nuovo medioevo i comuni, signorie); in altri ancora la vocazione era più net-
tempi sembrano maturi per rivolte ed insurrezioni. tamente determinata da interessi economici, professionali
o culturali (gilde, corporazioni, università). Ciascuna di
queste istituzioni produceva norme giuridiche che poteva-
Do contendersi la vigenza sul medesimo territorio. I-effet-
rirità dell'ordine giuridico era condizionata dal fatto che i
diversi individui e gruppi stanziatisul medesimo territotio
potevano avere lealtà difformi in virtù sia del diverso sra-
tus, sia della religione e sia della professione, secondo il
c-d. principio di personalità (un mercante era governato
dal diritto mercantile, un clerico dal diritto canonico, un
idamico dal diritto musulmano ecc.). Soltanto un lento
processo di concentrazione del potere porterà all'affer-
marsi di un principio di territorialità e di una vocazione
assolutistica e monistica del diritto coincidente con i con-
§ni di ciascuno Stato.
A livello macropolitico, la lotta per il potere si concre-
izzva in continui scontri militari, di proporzioni spesso
25
infatti, ruolo svolto nella cooperazione sociale all'interno
i1
sconvolgenti, tanto all'interno dei confini europei quan-
di gruppi ristretti che determinava 1o status di ciascuno'
to al di fuori di essi (Crociate). A livello di base sociale,
quello della vita quotidiana delle popolazioni, per secoli i
t tZ."op"tuzione sociale si svolgeva per.lo più localmente
so rn d.ierrrrinato territorio, chà costituiva ad un tempo
il
grandi conflitti politici parvero sconvolgere tutto senza in Per uti-
fondamento e il limite geografico dell'economia'
iealtà mutare nulla. Lavita quotidiana, tanto nelle campa-
i;rr.^r"da subito 1. crtegoti. che stiamo elaborando, pos-
gne quanto nelle città, eru otganizzata intorno a rapporti
siamo dire che tale terriiorio era costituito dall'aggregato
iociali fondati ssl)o status piuttosto che sul contratto, su
di beni comuni, che rendevano possibile tanto l'esistenza
doveri nei confronti del gruppo familiare o professionale
piuttosto che su diritti degli individui. La maggior parte
;;, quanto la sua riproduzione: il bosco,che offriva Ie-
i fiumi e i torrenti, che
àela popolazione europea viveva con poche risorse nelle *;;, Èu..h", funghi e selvaggina;
iftrirru.ro urqun, peìci e possibilità di trasporto; la città,
.r*pàgt., dedita a un'economia di sostentamento' il cui che offriva piot"riot alf interno delle cinte murarie, ma
motore era la solidarietà del gruppo. Insieme si mangiava, "
anche deiezioni umane ed animali ttihzzateper la coltiva-
si dormiva, ci si scaldava, si coltivavano i campi, si andava
zione dei campi e luoghi comuni, quali le piazze di mer-
a caccia, si raccoglievalalegna, si cantava e si ballava du-
cato, dove t.u*biut" i prodotti rurali e di artigianato, ma
rante il tempo libero.
mche dove innamorarii, combinare matrimoni' otganiz-
Successivamente al crollo dell'Impero romano si veri-
varie attività. Beni comuni erano p:ure le cbiese,
ficò un grande declino nelle infrastrutture, sicché vtaggia- ^rLpiù
.aiii.ut" con 1o sforzo fisico ed economico di tutti e che
re divenìe difficilissimo e assai pericoloso e la foresta si
per la maggior parte della popolazione costituivano i soli
reimpadronì di molti ambiti che in epoca romana erano
stati conquistati da strutture antopizzate. Gli spostamenti
fuoghi nliri
l'ésist.rrr, tp"tto brutale, potesse elevarsi,
i"Aoer poche ore alla settimana durante il cu1to, a una
"rrro
g.rr.ralmente ridotti e, soprattutto sulla terraferma ^
-AÉ.nti"". compatibile con la spiritualità' In molti casi le
continàntale, non era raro che l'intera esistenza si svolges-
chiese erano i soii luoghi comuni asciutti, puliti, decorati,
se senza alcun contatto con gruppi o persone diversi da
dove non si conviveva con gli animali e per enffare nei
coloro coi quali si era sempre vissuti. Certo, i commerci,
quali occorreva curare un minimo di decoro personale' In
soprattutto quelli marittimi, non vennero mai meno, e 1'e-
condizioni, non distanti da quelle che troviamo an-
.pè.i.tz dei comuni e delle signorie diede-vita,-già dal "ot"
à, oeei in buona parte del nostro pianeta- specialmente
XIII secolo, alle prime istituzioni finanziaie (banche, assi- o.ll1l-""ità di villaggio semplici e periferiche - e che
curazioni, commende), che tosto svilupparono una dimen-
sono soprawissute molto a lungo anche nelle nostre cam-
sione transnazionaleoperando in rapporto con mercanti e
prgr. trll. nostre montag.re, la dimensione relazionale
istituzioni di provenienzalontana. Per lunghi secoli, pro-
babilmente almeno fino all'Umanesimo e al Rinascimento,
iàt"t)" dell'<<essere>> insieme en largamente dominante
il centro della civiltà e della cultura umana non fu in Eu-
*p."" a quella materiale dell'<<avere>>, anche perché la
oràd,rriot. di beni privati, tanto durevoli quanto di con-
-*-o,
ropa: tanto I'ampio mondo islamico (penetrato ben dentro
alliEuropa) quanto quello, assai esteso, che ruotava intomo
.t, molto limitata sul piano tecnologico'
Friedrich Engels ci offre una bellissima illustrazione
alle dinastie imperiali cinesi erano assai più avanzai.
di quanto la stesla distinzione fra <<essero> e <<avere»' che
La descritta economia di sussistenza era incompatibile
con una percezione della realtà fondata sull'individu o.Era,
;i;, ontologica alla mente moderna fondata sull'indi-
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26
viduo, sfumi in economie fondate sul comune. In un suo rfoorse come acqua, legna, selvaggina, ma le si restituiva
noto saggio sulla Marca tedesca, ossia sulla struttura agri- hroro, mantet endo il sottobosco in ordine; alla seconda si
cola comunitatia che governava la produzione fra le tribù mferiva cibo, ma se ne traevano utensili e concimi'
germaniche prima del contatto con i Romani, egli descri- Nel modello ecologico precedente la modernità ogni
ve il processo di distribuzione turnaria delle terre comuni rqlporto, fondandosi sull'essere ben più che sull'avere
coltivabili - al netto di quelle messe a maggese e di quelle brlLo status più che sul contratto, avrebbe detto Sumner
boschive, sempre rigorosamente ad accesso diffuso - fra ùIeine), vedèva prevalere nettamente una dimensione
le diverse famigiie e aggregati famigliari. Nel delineare qoalitativa rispetto a una dimensione quantitativa. In ef-
questo modello di produzione e sostentamento fondato ki ogni rapporto interindividuale o di collaborazione
sul comune, contrapposizioni modFrne quali <<avere una il'interno di un gruppo sfugge alla logica quantitativa
terra>> o <<essere su una terra>> perdono ogni tipo di senso. rl'fl'accurnulo di càpitale, funzionale alla riproduzione del
In questi modelli, il contadino coltiva laterra assegnatagli rryfuale medesimo- Ogni rapporto fra individui è infatti
insieme agli altri assegnatari e ha esclusivo diritto al primo divt*o da ogni altro perché caratterizz to da elementi re-
raccolto per la stagione in cui la terra spetta al suo gruppo. lsionali uniii, quali I'odio, l'amore, l'amicizia, il rispetto,
Ma chiunque, sempre, dopo la trebbiatura può entrare nel Ldeferenza,l'aÀmkazione ecc.: tutti elementi chiave nel
campo a spigolare, proprio come chiunque può accedere &erminare il funzionamento di una rrj.azione. Soltanto la
al bosco per trarne sostentamento. I-l<<avere>> in comune Gtntzione asffatta del rapporto di dominio fra f indivi-
non era distinguibile dall'<<essere>> in comune, e certamen- &o e la cosa, fra un soggetto e un oggetto inanimato del
te l'<<avere individuale» di risorse significative costituiva mdo esterno, sfugge alla dimensione qualitativarclazio-
un'eccezione, riservata a pochi e sconosciuta ai più. nle e può ridursi agevolmente a un rapporto quantirativo,
In questo quadro precedente la modernità, la vita sem- nfourabile attraverso il valore venale del bene' Perfino ii
brava svolgersi in una dimensione che potremmo descrive- lTrporto di scambio contrattuale nellapjazza del merca-
re, senza alcun romanticismo, come ecologica e qualitativa. oàedievale meglio si comprende in chiave qualitativa
Ecologica perché otganizzata intorno a una sffuttura co- ;irmsto che quàntitativa perché la mediazione del de-
munitaria in equilibrio, in cui il tutto (la comunità) non si l*o oot è (aniora) funzionale all'accumulo di capitale.
riduce eJ7'aggregato delle sue parti (gli individui), ma pre- Lontadino vende una pecora per ricavame il denaro col
senta ffatti suoi propri che ricevono senso proprio dalla quele acquisterà una zappa.In un simile scambio è il valo-
loro capacità di soddisfare esigenze comuni, Una comunità Éd'*o à presentarsi come nettamente prevalente. Quella
ecologica, infatti, è un <<tutto>> in equilibrio con le sue parti, 1:cora p.i qu ella zappa.Il denaro costituisce un elemento
con le risorse a disposizione e con altre comunità ecologi t mediazione in uno scambio qualitativo af{atto diverso
che. Così i'alveare non si riduce alla somma algebrica delle drlla quantifi cazione seriale dello scambio denaro-merce-
api, ma comprende anche le relazioni fra le diverse com- dcnar; con cui il capitalista acquista merci (& qualunque
ponenti (operaie, guardiane, regina ecc.), quelle fra il grup- fn) per rivenderle lucrando sulla differenzafr,alprezzo
po e i suoi beni (nido) e prodotti (miele). Similmente, la frquisto e quello di vendita. A ben vedere,lo scambio
campagna medievale costituiva una comunità ecologica in qualitativo è vivo perché soggettivo, mentre quello-quan-
rapporto simbiotico con la foresta (altro ecosistema) e con ^= -ro, nel momento in cui viene oggettivizzato nel prez-
la città (a sua volta un ecosistema).Dallaprima si traevano m, in un certo senso è morto, perché espelle nel mondo
28 29
dell'irrilevante tutto quanto è invece il senso della vita. singolo momento storico. La Marca descritta da Engels
Questo aspetto qualitativo, tipico dell'economia-ecologia declina già dal IV secolo d.C. non solo perché vittima del
pre-industriale, distingue pure il lavoro del contadino ri- violento contatto con il modello romano, fondato sull'as-
ipetto a quello del salariato in una struttura industriale segnazione in proprietà pivata del latifondo ai generuli
moderna ancorché agricola. Il contadino si relaziona ri- onquistatori, ma anche perché al suo interno i gruppi più
spetto aI campo come rispetto a una realtà viva con cui sta- potenti resistono alTa turnazione trasformandosi in pro-
bilire un rapporto ecologico. Il campo va numito tramite prietari terrieri. Già molto prima il modello proprietario
la concintazione, fatto riposare per evitare che muoia, le iHt patres romani, voluto dal secondo re di Roma Numa
sementi migliori vanno selezionate uttlizzando un sapere Pompilio, si espande per progressiva usurpazione dei beni
antico che si tramanda di generazione in generazione; oc- comuni, ossia di quei vasti terreni circostanti Roma che
corre conoscere le stagioni, indovinare la meteorologia per rxxl erano stati assegnati in proprietà privata ed erano co-
decidere seminagione e raccolti; occorre capacità di risol- munque abitai. Michel Semes ipotizza che l'usurpazione
vere problemi potenzialmente distruttivi, quali il rischio dd comune tramite un atto abusivo di imposizione delia
di esondazioni, o di individuare i primi segnali della pre- propria identità organicasu un bene di tutti fondi la stessa
senza di qualche parassita letale per i1 raccolto. Insomma, idea della proprietà privata. Chi sputa nel piatto in cui
il lavoro del contadino richiede lntelTigenza della specifica uÉti stanno mangiando conquista la proprietà delf intera
!
I situazione e presenta ttattirelazionali che non possono co- zuppa (perché nessun altro ne vorrà più) e chi seppellisce
I
li
gliersi attraverso la quantificazione delle sue ore di lavoro. ilcadavere di suo padre fuori dal campo adibito a cimitero
La società contadina, che non è mera somma algebrica di cornune rivendicherà la proprietà esclusiva di quel campo
h
singoli contadini, è fondata su un'intelligenza generale che dla sua linea successoria. Ancora oggi, come meglio ve-
è parte tanto dell'essere quanto dell'avere. dremo, questo stesso antichissimo modello di usurpazione
Naturalmente - e la lunga storia della privatizzazione . l comune dapartedel privato più forte costituisce il mo-
della terra ne è testimone - gli aspetti qualitativi dell'esiste- tore dello sviluppo del più moderno capitalismo cognitivo
re in una società fondata sulLo status possono trasformarsi e transnazionale (basti pensare per due esempi chiarissimi
in elementi quantitativi proprio attraverso la recinzione zlla pivatizzazioneprogressiva della rete Internet e al c.d.
dei beni comuni. Llintelligenza generale, che presiede agli hnd grab in Africa), sicché il modello di accumulazione
aspetti ecologici della produzione, è la prima vittima di originaria è in realtà continuativo.
questi processi. In effetti, èla pivatizzazione a trasfor- Questa osservazione nulla toglie alf importanza dell'a-
Àare rna comunità fondata sull'<<essere insieme>>, nell'in- nalisi sull'accumulazione originaria tanto in prospettiva
teresse di tutti, in un mercato fondato sull'individuo che storica quanto in chiave di comprensione dei beni comu-
<<ha>> e accumula nell'interesse proprio. La trasformazione ni, soprattutto perché questa vicenda, coincidente con le
dell'essere di tanti nell'avere di pochi è un processo assai origini della modernità, condiziona ancora oggi il nostro
antico di trasforma zione dd, qualitativo al quantitativo (os- modo di pensare al politico (che non è più comune), in-
sia dall'ecologico all'economico) che Marx, nel Capitale, gabbiandoci nella tenaglia fra Stato e proprietà privata.
ha collocato alle scaturigini della modernità, descrivendo- l,-laccttmulazione originaria inaugura la modemità ca-
lo come accumulazione originaria. Si tratta, a ben vedere, pitalista uscendo dal Medioevo attraverso due episodi di
di un processo che difficilmente si può racchiudere in un importanza epocale (non per nulla di Grande Trasforma-
)0 )l
zione paderà, proprio a,questo proposito, Karl polanyi). zione del potere statuale attraverso una struttura ammini-
Entrambi questi episodi coinvolgono direttamente te- §rativa gerarchica, accompagnata dalle prime istituzioni
ni comuni e,soprattutto sono fondativi della percezione giudiziarie centraluzate volte a dispensare un diritto co-
moderna della realtà. La modernità,, infatti, nàsce con la
mune regio su tutto il territorio. E altrettanto noto anche
distruzione del comune e con la sostituzione universale ri più piccoli, essendo stato immortalato nel Robin Hood
del paradigma dell'avere a quello dell'essere. Insieme al del capolavoro di \X/alt Disney, quanto questo modello
comune, come accennato, muore anche l'intelletto gene-
afiahzzato fosse avido di tributi fiscali. Perciò non sol-
rale, quello
9he presiede a an'organizzazione ecologlica e tanto il popolo che viveva in miseria, ma anche la ricca
sostenibile della società . La lo glca dell' avere, infatti, punta
mbiltà terriera, fatta dt baroni che erano srati gli iniziah,
all'accumulo privaro indipendentemente dai costi' Jociali
mdali del Conquistatore, risentiva di questo aspetto della
che esso comporta, e che vengono scaricati su altri. Questa
mrtral:zzazione del potere. La Magna Charta del1215,
strategia produttrice di «effetti estern|> non è consentita
msiderata dagli studiosi il primo documenro costituzio-
all'intelletto generale (ossia quello del tutto e non delle nale dell'Occidente, riflette questa tensione. Tutti sanno
sue parti) che presiede alla necessità di esistere (essere)
che essa garantì rappresenranza poliilca alla nobiltà e alla
tutti insieme, ossia di tutti gli individui e di tutte le co- proprietà pivata (il Padamento), mentre quasi nessuno
munità. Far rivivere il comune significa quindi rivalutare sa che fu accompagnata da un documento, noto come
l'inteUetto generale, ucciso dalla modemità e dalla logi-
Garter of the forest, che garantiva i beni comuni di quella
ca dell'accumulo. Una necessità oggi drammatica perla parte dei sudditi di sua maesrà (la stragrande maggiòran-
stessa esistenza del nostro pianeta, che purtroppo è ancor
za) che non godeva dr icchezza e di proprietà pivata.La
iungi dall'essere capira dalle classi dirigenti,-irigioniere Garter garuntiva al popolo l'accesso libero alle foreste e
dell'ipnosi della modern izzazione. ell'uso dei beni comuni in esse contenuti (legname, frut-
I due episodi chiave di.questa vicenda, troppo noti per ta, selvaggina, acqua ecc.) conffo le pretese di chiunque,
essere ripercorsi in dettaglio in questa sede, sono rispeìti-
sovrano incluso, di riservade a se stesso per la cacciagiòne
vamente le <<recinzionil> dei beni comuni e la,.conqriista»
e lo svago. Questa precoce testimonianza dell'importan-
del Nuovo Mondo.
za dei beni comuni, che li colloca sullo stesso piaio costi-
Il più poderoso processo di recinzione dei beni co- fraionale della proprietà priaata in uno dei più antichi e
muni si svolge, non a caso, in Inghilterra, ossia nel paese prestigiosi documenti fondativi della tradnione giuridica
che asli albori della modemità aveva raggiunto il più alto
occidentale, non solo è oggi dimenticata, mala-galzrnzia
tasso di centraltzzazione statuale in Europa. E in effeni
costituzionale dei cornnons è stata probabiimenie la di-
furono proprio le enclosures inglesi , segnàr. un momen-
to importantissimo di quell'allean za stoica fra istituzioni ryosizione di un testo costituzionale più disattesa della
storia. E sappiamo bene quale concorrenza essa incontri
della statualità e proprietà privata che ha stritolato i beni
da questo punto di vista, considerato quanto sovente le
comuni, maryjnalizzandoli per secoli prima della loro ri- dichiarazioni di diritto conrenute nelle Costituzioni sono
emersione contemporanea come <<effetto collaterale>> del disattese! Certamente dal nostro punto di vista è impor-
nuovo medioevo. E noto come Guglielmo di Normandia
tante osservare subito come ai tre prctagonisti politici del-
(ilConquistarore), vinta labattaghi ùHastings nel 1066,
abbia rcakzzato in Inghilrerra un modello dilentrakzza- ! grima stagione del costituzionalismo occideÀtale prima
delle <<recin zioni>> corrispondessero tre modelli pròprie-
)2 13
tari: il sovrano, che in Inghilterra era considerato (ed è ramente, divenendo ideologia dominante del capitalismo
considerato ancor oggi) come proprietario <<eminente>> di e della modernità. Le recinzioni inglesi costituiscono I'ar-
tutto il territorio nazionale (il potere di espropriazione per chetipo delle privatizzazioni, ossia del <<privare>> i commo-
pubblica utilità nella tradizione anglo-americana si chia- ters deiloro beni comuni. Anche etimologicamente, pro-
ma proprio <<eminent domaio>); i signori, a tutti gli effetti prietà «privat» significa proprietà <<tolta>>, <<sottratt»>,
grandi proprietari terrieri privati, anche se tecnicamente non più disponibile per chi un tempo ne poteva godere.
dotati di forme concessionarie feudali di derivazione so- l-avrolenza del processo fu inaudita e per un periodo di
vtana; i comrnoners, ossia quel popolo che <<er»> comune tempo significativo le alTeanze fra i tre protagonisti (Stato,
e che <<aveva>> perciò soltanto beni comuni. proprietà privata e comune) furono tutt'altro che stabili.
Dopo la violentissima epopea delLe enclosures i modelli Gli storici ci consegnano infatti, quantomeno in una prima
rimasero per sempre due, ossia quello dello Stato sovrano fase, non poche leggi dello Stato che cercano di vietare le
e quello dèlla proprietà privata. Con la morte dell'intellet- czclosures, considerandole illecite espropriazioni di beni
to generale, q-uesti due modelli ancor oggi esauriscono il comuni appartenenti al popolo. Talvolta i conzmoners riu-
campo delle possibilità e sono presentati come contrap- scivano ad ottenere tutela giudiziaria dalle Corti statali e
posti dalla dominante retorica della modernità: per il li- ancor oggi quasi ogni villaggio inglese ha i suoi coTnmons.
Leralismo costituzionale lo Stato rappresenta il pubblico, Questi grandi spazi, che un tempo servivano per ogni at-
mentre la proprietà, parudigma del privato, è fondativa tività comune del villaggio, non solo di natura economica
del..mercaior. L. dr" nozioni dominanti, Stato e proprie- (sei conanzoru..s si facevano pascolare le pecore, si tenevano
tà, pivata, colonizzano interamente l'immaginario, esau- i mercati e si svolgevano le celebrazioni), oggi sono per lo
rendo rispettivamente l'ambito del pubblico e quello del più zone verdi. Ciononostante, l'alTeanza fra Stato e pro-
privato in una sorta di gioco a somma zero: più mercato e prietà privata ai danni dei beni comuni fu sempre pre-
meno Stato o più Stato e meno mercato sono le sole alter- valente nell'ordinamento giuridico inglese e fu nettamen-
native politiche che esauriscono le opzioni e i programmi te funzionale alla costuzione degli apparuti produttivi e
rispettivamente della destra e della sinistra parlamentari. ideologici della modernità. Tommaso Moro, scrivendo la
Ma, lungi dall'essere contrapposte, queste nozioni sono *aUtopia neltSl6,lascia pagine indimenticabili di accu-
figlie di una medesim a logica assolutistica e riduzionista sa alle recinzioni operate ai danni dei contadini a scopo di
che deprime il comune a favore dell'individuo, sacrifican- pascolo intensivo delle pecore necessarie per le nascenti
do l'idèntità (e l'intelletto) del tutto a quella delle sue parti. manifatture tessili:
Proprietà privata e sovranità statuale sono cioè figlie di
una logica economica che emarginando il comune can- Le vosffe pecore [...] che di solito son così dolci e si nutrono
cella la logica ecologica e umilia f intelligenza generale, di così poco, mentre ora, a quanto si riferisce, cominciano a essere
così voraci e indomabili da mangiarsi financo gli uomini, da deva-
producendo soltanto pensiero unico: la logica implacabile
$are, facendone strage, campi, case e città. In quelle parti infatti
dell'accumulo del capitale. del reame dove nasce una lana più fine e perciò più preziosa, i no-
La stagione delle enclosure.i, come si è visto, non ha da- hili e signori e perfino alcuni abati, che pur son uomini santi, non
ta di nascita certa. In Inghilterra i primi fenomeni massicci paghi delle rendite e dei prodotti annuali che ai loro antenati e
awengono nel corso del XV secolo, ma è nel XVI, XVII e predecessori solevano provenire dailoro poderi, e non soddisfatti
XVIIiche latenaglia ai danni del comune si chiude inte- di vivere ka ozio e splendori senz'essere di alcun vantaggio ù
)4 )5
pubblico, quando non siano di danno, cingono ogrri terra di stec- lavoro in proto-stabilimenti. Furono le necessità di queste
conate ad uso di pascolo, senza nulla lasciare alla coltivazione, e ultime a dettare le politiche dello Stato e a sancirne defi-
così diroccano case e abbattono borghi, risparmiando le chiese nitivamente l'alleanzacon la proprietà privata ai danni del
solo perché vi abbiano stalla i maiali; infine, come se non bastas- comune. Entro la prim apafie del XVIII secolo, la scelta di
se il terreno da essi rovinato a uso di foreste e parchi, codesti campo dello Stato fu chiara. Sulla scorta delle teorie fisio-
galantuomini mutano in deserto tutti i luoghi abitati e quanto c'è cratiche che dominavanola nascente scienza dell'agrono-
di coltivato sulla terra. Quando dunque si dà il caso che un solo mia, il fatto che la proprietà privata della terra favorisse la
insaziabile divoratore, peste spietata del proprio paese, aggiun-
produttività agricola divenne un dogma. Una serie di leggi
gendo campi a campi, chiuda con un solo recinto varrc migliaia
di iugeri, i coltivatori vengono cacciati via e, imetiti da inganni o
stabilirono le procedure da seguirsi per pivatizzarc i corn-
sopraffatti dallaiolenza,son anche spogliati del proprio, owero, rnorus, di fatto legaltzzando quelle che semplicemente era-
sotto l'aculeo di ingiuste vessazioni, son costretti a venderlo [...] no state per molto tempo pratiche violente fondate sulla
E una volta che in breve, con l'andar di qua e di 1à, hanno speso legge del più forte. Non solo, ma la legge intervenne anche
tutto, che altro resta loro se non rubare, per essere di santa ragio- per addomesticare le masse degli scacciati, convertendoli
ne, si capisce, impiccati, o andar in giro pitoccando? Sebbene [...] in lavoratori salariati, attraverso lo sviluppo di istituzioni
anche in questo secondo caso vengono, come vagabondi, gittati come carcefi, manicomi e case pef poveri.
in carcere, perché vanno attorno senza lavorare. Vero è che, per Bisogna infatti considerare che il passaggio da un'esi-
quanto essi si offrano di gran cuore, non c'è nessuno che Ii prenda stenza comunitaria di tipo qualitativo a una individualizza-
a servizio. Dove nulla si semina, nulla c'è da fare pei lavori dei ta di tipo quantitativo non poteva essere accettato di buon
campi, a cui erano stati abituati. Un solo pecoraio o bovaro, se grado, né poteva essere agevole. I-lesistenza nella comunità
pure, è sufficiente per quella terra serbata a pascolo, mentre per
contadina, come si è visto, si fondava su rapporti interindi-
coltivarla, per potervi seminare, occorrevano molte manir.
viduali e con la natura che erano di tipo qualitativo ed eco-
logico. Il contadino metteva intelligenza nella sua attività,
I contadini venivano cacciati senza pietà. Le foreste
riposava durante la brutta stagione, dedicava un numero
chiuse. La spigolaturuvietata.La ruccolta di legna e quel-
relativamente ridotto di ore al campo potendo approwi-
la di frutti punite come furto. I-espulsione dei contadini
gionarsi di risorse spontanee della foresta. Il lavoro era di-
dalle tere trasformate in allevamenti (bisognosi di mano
viso secondo le capacità, e la comunità si faceva carico delle
d'opera molto meno numerosa) fu una vera e propria tra-
esigenze di sostentamento anche dei più deboli fra i suoi
gedia sociale. Gli scacciati, ormai privi di occupazione e
componenti. Al contrario, in fabbrica il lavoro era sempre
del sostentamento derivante dai beni comuni pivatizzati,
uguale, ripetitivo e senza inlelligenza. Non c'era rapporto
avevano ben poca scelta: potevano dedicarsi al brigan-
con la natura e con l'aria apefia. Occorrevano fotzafisica,
taggio; potevano cercare di raggiungere centri urbani per
prcstanza.e continuità oraria di impegno. In fabbrica gli
dedicarsi all'accattonaggio; o potevano andare a incre-
operai non erano comunità. Spesso non provenivano nem-
mentare l'esercito di riserva delle nascenti corporations
meno dagli stessi luoghi. Gli orari di lavoro durissimi e la
industriali che per la prima volta stavano concenrando il
sorveglianza intransigente non davano tempo per comuni-
care e approfondire rapportidtamicizia. Nessuno si faceva
1
T.Moro,I|Utopia carico di chi fosse debole, infortunato o incapace.
o la rnigliore forrna di repubblica,Laterza,Bai
1971, pp.42-43. Il contadino, vissuto sempre in campagna in rapporto
36 )7
*r{nr;ro con la terra, non voleva o non poteva adattatsi aveva donato a tutti (risorse naturali e libertà individuale
di accedervi), furono poste su scala globale.
8q@rmva condizione di salariato' Occorrevano per- Un poderoso apparato ideologico si mise in moto per
ummti coercitivi in grado di trasformare l'orizzonte
legittimìre questa organizzazione violenta (la stessa strut-
frril*rrn'lp
di un pastore o agricoltore in quello di un ope-
mÉrslrrirto. Strumenti che nel tempo di poche generazio- nla che, mitatis muiandis,ancora ci governa). Esso ebbe
come protagonisti i massimi intellettuali dell'epoca, tutto
ninnmfosero a trasformarelapercezione stessa della vita'
[ru b &co, attraverso il sistema giuridico, ad offrire alla Iiolimpo deititani del pensiero giuridico, politico e soprat-
itl pirvata - ora organizzata dinamicamente nella tutto économico contémporaneo. Non è questa la sede per
;,"-.="r= iipt tu - gli strumenti coercitivi indispensabili discutere nel dettaglio un'evoluzione culturale - quella
pelché il programmà di modemizzazione contraddittoria- coincidente con la c.d. rivoluzione scientifica - che portò
rne'rte chiamàta liberale potesse avere successo. Una serie al progressivo abbandono di ogrri ffaccia di pensiero oli
stièo e qualitativo (considerato da Galileo in avanti medie-
fi kg'gi draconiane - le <<poor laws>> - si fece carico di col-
vale e pre-scientifico) afavorc di una visione quantitativa
Ée, aon darezzainusitaia, le masse uq-tempo c-ontadine e riduiionistica del sapere, ossessionata dalla misurazione
od oo nullafacenti che confluivano nelle città. I devian-
d e i n-belli, che ponevano in essere comportamenti non oggettiva. La logica del positivismo scientifico cartesiano
@i dla nuova disciplina, spesso venivano intemati in siìnpadronì delle nascenti discipline accademiche, e gli
,,,..icmio- La fantasia punitiva era molto sviluppata, tan- spettàcolari trionfi della tecnologia produssero un pen-
b che ndla Costituzione arrcicanavenne introdotta una Jero unico destinato a durare, nelle c.d. scienze esatte,
damh conuo il c.d. <<cruel and unusual punishmenD per fino alla prima parte del XX secolo (e fino.ad oggi nelle
rlCegirtimrrc a]meno i supplizi affoci, quali l'amputazione scienze sàciali). Nella temperie culturale della rivoluzione
dd neso o delle orecchie, cui venivano sottoposti i poveri scientifica, quando a Londra Isaac Newton godeva dello
orima di essere rinchiusi nelle nascenti istituzioni totali così status e del prestigio di un semidio, le cosiddette scienze
Lo do.rit. da Michel Foucault. sociali comiÀciarono ad emanciparsi dal diritto e dalla fi
Il carburante per la rivoluzione industriale e il decol- hsofia, divenendo discipline autonome dotate di statuto
lo del capitalismò occidentale non derivò, naturalmente, scientifico quantitativo. Prima fra tutte l'economia, vera e
propria sciénza dello sfruttamento delle risorse naturali e
solo dalà recinzioni inglesi, che pur furono cruciali nel
saldare l'allaozainossidabile fra Stato e impresa prwata'
&[. forr. produttive, che vide i natali con Adam Smith
La conquista e il saccheggio delle Americhe portarono in- e David Rièardo, Oggi la <<regina>> delle scienze sociali,
e un secolo dalla dismissione del parudigma newtoniano
genti capitali freschi, elatratta degli schiavi africani com-
nelle scienze c.d. esatte, non ha saputo svilupparsi olffe il
[t"tO it g.ande triangolo della prima globalnzazione. Le paradigma riduzionista, né adattarsi-al nuovo paradigma
navi carilche di manufatti da vendere ai ricchi trafficanti
ècologico (prodotto della visione della terra come entità
africani salpavano da Southampton e dagli altri.porti in-
glesi, riparàvano per le Americhe cariche di schiavi per viva, éaia)-che rifiuta nettamente (proprio come fanno
i. piantagioni e faìevano ritorno ln patria cariche di ori, relativismo e quantistica) tanto la distinzione fra fatto e
yalore quanto quella fra soggetto e oggetto.
g,i*o, zicchero, tabacco e talvolta ancora schiavi. Così
i. regole costitutive dell'economia capitalistica, fondate Agronomi eà economisti liberali teorizzarono allora -
sulla*privatizzazionea favore di pochi di quanto la natura
p-pIo come ancor oggi fanno la Banca Mondiale in Afri-
38
)9
-G--
di regole e teorie volte a tracciare i confini fra individui ria della proprietà pivata, visto che ll loro stessa esisten-
proprietari soVrani; Infatti la tradrzione giuridica occi- zaerulnimarnente connessa con l'affermazione storica di
dentale pone le sue radici, cinque secoli prima di Cristo, quest'ultima (ai danni dei beni comuni). Una delle pi,g-9ele-
nell'assegnazione di terre in proprietà privata a patres rc- b.i d.tit irioni di proprietà privata ci viene così da Villiam
mani, capi clanici sovrani assoluti sui territori loro asse- Blackstone - il più noto giurista inglese modetno, grosso
gnati, legati fra loro da un patto costituzionale volto a pre- modo coevo di Adam Smith, che scrisse nel tardo XVIII se-
venire conflitti armati (ne ciues ad arrna ueniaru.t) e fondato colo - e discende direttamente dalla tradizione giustinianea
sul rispetto sacro del territorio. Questo modello politico (srazie all'influenza della scuola del diritto naturale olan-
andò progressivamente gi:uridtcizzandosi e produsse, per Jese). Secondo Blackstone, che fu giudice e professore di
la prima volta nella storia, un ceto di giuristi professioni Diritto inglese al collegio All Souls di Oxford, <da proprietà
sti deputati a dirimere controversie sempre più complesse pitvataè il dominio solo e dispotico che un individuo ha su
legaté ai rapporti patrimoniali fra i patres. Nel VI secolo irrr, .o., ad esclusione di tutti gli altril>. I-lesclusione degli
d.C., dopo mille anni di evoluzione del diritto romano, dtri,la pivazionedel loro accesso, il dispotismo arbitrario
l'imperatore Giustiniano, la cui Corte era ormai a Costan- e idiosincratico del titolare costituiscono dunque l'essenza
tinopoli a causa delle invasioni barbariche, raccolse una del dominio. Sul piano ideologico Blackstone, figlio del ra-
selezione delle opinioni dei più celebri fra i giuristi in una zionalismo del suo tempo, chiude definitivamente i conti
compilazione, i. Corpus luris Ciuilis, destinata a divenire con quel medioevo giuridico che aveva dovuto compiere
il libro giuridico più celebre dell'Occidente. Quest'opera, dorziintellettuali notevolissimi per far convivere la sempli-
riemersa dall'oblio nell'Xl secolo, fu la base dello studio cità individualistica del diritto romano con la complessità
giuridico presso le nascenti università europee' Al cuore di un mondo feudale in cui I'espeienza umana, tnnanzi-
della compilazione giustinianea e dell'intera tradizione tutto comunitaia, apparteneva alla terra (e alTa natura) e
continentale si collocò così la proprietà privata,vista come non viceversa. Celebrando l'esclusione egli chiude con un
potere sovrano di un individuo sul suo territorio e sui suoi mondo dominato dai beni comuni e si iscrive fra i cantori
teni. In questo quadro la struttura del giudizio civile non della modernità. Egli non solo ttihzza quegli stessi mate-
poteva che nascere come un gioco a somma zero, in cui le riali del diritto romano che stavano sulla scrivania di ogni
utilità di ciascun bene conteso appartenevano o all'attore uomo di cultura rinascimentale, ma traccia un parallelo,
che agiva in giudizio o al convenuto che vi resisteva. quello fra proprietà e sovranità, che sarà destinato a di-
Questa stessa struttura si riprodusse tale e quale in celebre. Così come i1 proprietario sui suoi beni,
Inghilterra perché Guglielmo il Conquistatore, proprio
"iotrr.
b Stato moderno asserisce dominio solo e dispotico - in
come il leggendario secondo re di Roma quindici secoli una parola sovrano - sul suo territorio' La sovranità sta-
prima, divise le terre fra gli armati che lo avevano aiutato tuale e la proprietà privata hanno struttura identica, quella
nella conquista e fu poi costretto a creare una struffura per dell'escluiione e dell'arbitrio sovrano. Enmambe non sop-
dirimere le controversie fra questi e garantire la solidità portano limitazioni, se non quelle dettate dall'esigenza di
politica del suo regno. E anche qui l'amministrazione del ònvivere con altri sowani (proprietari o Stati) su territori
gioco a somma zero (se la proprietà non spetta all'uno spet- contigui, risolte nel gioco a sofitma zero della tradizione
ta al7'altro) fu affidata ai giuristi, i quali da sempre erano giuri&ca. Entrambe anelano alla semplicità decisionale (e
abituati a non porre domande sulla legittimazione origina- L fonduno sul decisionismo gerarchico) e aborriscono la
44 45
_l
complessità olistica tipica del comune. proprietà privata e
Stato moderno divengono alleati naturali contro il iomune, Capitolo terzo
come dimostrato dall'epopea delle enclosures. La loro al- TRA LESSERE E UAVERE.
leanzaè in verità paradossale, perché entrambi rivendicano FENOMENOLOGIA DEL COMUNE
|'assolutezza sullo stesso (uniio) appezzarnento di crosta r
50 51
che un altro rnorudo è necessario se vogliamo salvare il no- stessa separabilità fra l'essere e l'avere, così come quella fra
stro pianeta. Ormai i dati che abbiamo a disposizione sono il soggetto e l'oggetto, viene posta in discussione da una te-
precisi e concordanti nel denunciare l'assoluta insostenibi- oria politica che ponga al centro i beni comuni. Dal punto
htà ambientale della logica del brevissimo periodo, figlia di vista fenomenologico, infatti, i beni comuni non possono
della modernità, che inesorabilmente condanna il mondo essere colti se non liberando la nostra mente dai più r adtcati
52 5)
t
I
!
60 6I
re, che è poi quella della concenffazione del potere. Esse dei beni comuni che occorre sperimentare devono dun-
hanno strutturato istituzionalmente l'idea profonda tanto oue essere strutturate in modo da evitare che esse stesse
dell' umano separato dal naturale quanto dell'oggettività u"rguro pervase dalla primordiale logica del potere, della
della res extensa separata dalTa res cogitans: in altre paro.- pr.àazione e del saccheggio- di cui.si nutre- il capitale e
le, di una realtà oggettiva separata dal suo interprete. E che s.-bra ormai essersi diffrlsa nelle istituzioni politiche
noto come la fenomenologia contesti radicalmente questi delle democ ruzieltberuhi. La sfida che attende chi dawero
presupposti, sebbene tale critica non abbia ancora trovato vuole cambiare il nostro mondo è quella di elaborare e
una declinazione istituzio nale. La cultura giuridica, quin - rendere robuste tali istituzioni.
di, non è riuscita a proporre assetti giuridici alternativi a
quelli della modernità, rappresentati dal «regime di lega-
lità>> (rule of law), ossia dall'illusione che si possa essere
governati da leggi (oggettive e ontologicamente esistenti
di per sé) e non da uomini che comunque le interpretano
introducendo l'inevitabile componente soggettiva.
Il comune è invece nozione che può comprendersi solo
in autentica chiave fenomenologica e olistica, ed è quindi
incompatibile con la logica riduzionistica dell'avere (e del
potere). Si può rendere quest'idea con la locuzione <<il co-
mune siamo anche noil>. I1 comune non è solo un oggetto
(un corso d'acqua, una foresta, un ghiacciaio), ma è anche
una categoria- dell'essere, del rispetto, dell'inclusione e
della qualità. E una categoria autenticamente relazionale,
fatta di rapporti fra individui, comunità, contesti e am-
biente. In altri termini, il comune è categoria ecologico-
qualitativa e non economico- quanti tativ a, come proprietà
e sovranità statale. Per questo il comune non è riducibi-
le a un diritto (categoria dell'avere: io ho un diritto), ma
si collega inscindibilmente con la possibilità effettiva di
soddisfazione di diritti fondamentali, che è ad un tempo
esperienza di soddisfazione soggettiva e di partecipazio-
ne oggettiva ad una comunità ecologica. Nella logica del
comune scompaiono le barriere fra soggetto e oggetto e
anche quelle franatura e cultura. Un ambiente visto come
bene comune non è un'entità statica, ma è allo stesso tem-
po natura e cultura, fenomeno globale e locale, tradizione
e futuro. In una parola, il comune è civiltà.
Le istituzioni di governo democratico ed ecologico
62
Capitolo quarto si misura in termini di sostituzione soltanto quando essi
LA CONSAPEYOLEZZA DEL COMUNE. non sono più disponibfi.
CULTURA CRITICA E PROPAGANDA In un certo senso i servizi essenziali resi dai beni comu-
ni sono simili al lavoro domestico, che si nota solo quando
non viene fatto. Per esempio, i servizi che le mangrovie o
la barriera corallina offrono agli abitanti della costa non
sono <<appre zzati>> perché spesso non sono neppure noti ai
loro fruitori: in questo senso i desideri che essi soddisfano
non sono <<pagantil>. Quando gli italiani distrussero la bar-
riera corallina in Somalia per consentire alle grandi navi
da trasporto di attraccare a Mogadiscio per portar via il
bottino coloniale, aprirono un varco per gli squali, attratti
Nei capitoli precedenti sono emersi alcuni principi fonda- in frotte dal sangue scaricato in mare dal locale macello.
mentali nel governo dei beni comuni: fra questi, in parti-
La spiaggia di Mogadiscio divenne così uno dei posti più
colare, il diritto all'accesso per la soddisfazione di diritti pericolosi del mondo per la balneazione. Per ricreare una
fondamentali e, speculare, il dovere di contribuire al loro barriera c^pace di trattenere gli squali lontano dalla riva
governo con motivazioni altre rispetto all'accumulo di de-
ci vorrebbero moltissimi soldi e moltissima tecnologia.
naro e di potere. Il govemo dei beni comuni è informato Solo nel momento della sostituzione si può avere un'idea
dunque al principio del libero accesso. Si tratta di un prin- (ancorché molto riduttiva e approssimativa) del valore del
cipio inclusivo, radicalmente opposro a quello dell'eiclu- bene comune. Discorso analogo vale per le mangrovie nel
sione, che viceversa catattetizzatanto la sovranità statuale Sud-Est asiatico, distrutte in gran parte per allevare i gam-
(esclusione dello straniero) quanto la proprietà privata. Se
beretti di cui son ghiotti i consumatori occidentali: esse
i beni comuni sono liberi, i bisogni che mamitè essi pos- wolgevano un servizio inestimabile per proteggere i vil-
sono soddisfarsi non sono paganti, salvo che il diritto li laggi costieri dalle onde di tsunami... Quanto costerebbe
renda artificialmente tali attraverso processi dr pivatizza- costruire artificialmente una simile barriera?
zione degli stessi beni comuni. La sanità è un bene comune Ottenere la consapevolezza delvalore dei beni comuni
perché curare i bisognosi è un fondamentale dovere di ci è un primo fondamentale passo per ricostruire un ordine
viltà e solidarietà in capo a ogni medico .IJn'orgxtizzazio- sociale ecologico fondato sul loro riscatto dopo secoli di
ne sanitaria soccorre a diritti fondamentali della persona oblio. Come è noto, oggi oltre la metà della popolazione
come quello alla salute (art.33 Cost.). Llacqua è un bene del mondo vive in città. La città è una comunità che dal
comune perché si trova libera in natura e, come l'aria, punto di vista ecologico può solamente descriversi come
presiede alla soddisfazione dello stesso diritro alla vita. Il parassitaria, nel senso che ottiene tutto il cibo che consuma
diritto, prwatizzando la sanità o l'acqua, può rendere ar- dalla campagna. Di conseguenza i rapporti sociali in cit-
tificialmente pagarfiii bisogni di bene comune, rendendo tà sono quasi interamente contrattaelizzai e nel cittadino
improwisamente evidente a tutti quanto essi valgano. In medio esiste pochissima consapevolezza del valore della
effetti, i beni comuni, prima di essere recintati, offrono solidarietà sociale e della cooperazione. Se ha fame può
servizi dati per scontati da chi ne beneficia e il loro valore acquistare cibo in un negozio o andare al ristorante; se si
u 65
annoia può andare al cinema; se una cosa non gli serve più a disposizione e non solo quando non ci sono più. Tale
può buttarla nelTa spazzatura e aspettarsi che qualcuno la consapevolezzapuò essere creata soltanto attraverso uno
porti via; se deve recarsi al lavoro o a trovare un amico può specifico investimento sul fronte della domanda, eviden-
acquistare il biglietto di un autobus o prendere un taxi. nando i nessi fra i bisogni individuali, i beni comuni e il
Quando ha bisogno di contante può recarsi a uno sportello contesto in cui essi producono i loro servizi. ln una parcla,
bancomat, anche se ormai quasi tutto può essere acquista- occorre spiegare a cittadini sempre più individualizzati,
to con cana di medito. Qualche anno fa la città di New contrattualizzati e disabittati a pensare in modo critico,
York fu colpita da un blackout durato per alcuni giorni. che senza lapresenza al contomo di beni comuni prodotti
In mancanza di elettricità diverse persone rischiarono di dallo sforzo cooperativo di tutti (in primis la natura) le
morire di fame. Infatti; i bancomat e le carte di credito loro proprietà private non varrebbero nulla! Si tratta di
non funzionavano, era difficilissimo raggiungere altre parti uno sforzo culturale immenso che si scontra frontalmente
della città con la metopolitana ferma, fra vicini di casa non con un imponente apparato ideologico (che non è fatto
c'era sufficiente confidenza perché I'uno prestasse denaro solo di pubblicità, ma anche di ortodossia culturale) volto
contante all'altro. I negozi non erano abituati a far credi- a individualizzare, contratualizzarc e pivatizzate, al fine
to a sconosciuti e comunque le prowiste scarseggiarono di far crescere desideri di beni privati inutfi o nocivi pro-
immediatamente (celle frigorifere bloccate ecc.). Per molti ducendo profitti per il capitale. All'individuo che compra
newyorkesi quella fu la prima volta in cui fu possibile ren- unaJeep Cherokee (che il CEO della Chrysler offre come
dersi conto dell'enorme valore della cooperazione sociale modello di sviluppo per Torino fta gli applausi generali)
(un bene comune) e allo stesso tempo della dipendenza non viene detto che tosto quell'auto non varrà più nul-
assoluta del loro modello di sviluppo dall'elettricità (a sua la perché i. prezzo degli idrocarburi andrà alle stelle, e
volta prodotta dal perolio, un bene comune). Chi vive in comunque, crescendo la consapevolezza ecologica, in po-
campagnahatutt'altra consapevole zza delvalore della coo- chi anni tutti considereranno chi guida un simile mostro
perazione, perché un gran numero di attività (in pimis la come un cafone. Né a chi cambia per l'ennesima volta il
coltivazione) si possono fare soltanto insieme e nello stesso cellulare viene fatto presente che si sta collocando sempre
tempo laita, molto meno contrattualuzata, è assai meno più alla mercé dei signori delle telecomunicazioni, che a
mediata dal denaro (a maggior ragione dal bancomat) e da causa della crescita nel consumo di telefoni privati quelli
servizi pubblici come l'energia elettrica o i trasporti. pubblici sono spariti, e che il traffico di terre rare sta pro-
Per un cittadino, soprattutto occidentale, la consape- ducendo disastri sociali e ambientali in tutto il mondo. Per
volezza dei beni comuni è un vero problema, perché egli non parlare di chi esce dai grandi magazzini, perfino nelle
è troppo abituato a dare tutto per scontato. I napoletani località di montagna, carico di bottiglie di plastica piene
recentemente hanno imparato ad apptezzare il valore di d'acqua, molto meno buona di quella che sgorga libera e
un bene comune, frutto di complessa interazione socia- abbondante dal suo rubinetto e da ogni fontana. Quale
le, quale la disposizione dei rifiuti e i londinesi quello di pubblicità può spiegargli che è un povero credulone e che
un servizio funzionante di rimozione della neve in città. zu quell'acqua i profitti alle sue spalle (sufficienti per pa-
Insomma, un qualsiasi tentativo di recupero culturale e gare i vari testimonial) sono di uno a mille?
politico dei beni comuni richiede uno specifico lavoro Il vero problema è che i beni comuni sono entità di cui
per costruirne la consapevolezzafinché li abbiamo ancora sussiste un bisogno pubblico e privato che non è pagante a
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causa della mancanza di consapevolezza dellaloro centra- superamento dell'equazione riduzionista fra settore pub-
lità e necessità. Proprio l'opposto della maggior parte delle blico e Stato proposta dalla riflessione sui beni comuni
merci prodotte dal capitalismo attuale, di cui non sussiste offre anche qui prospettive non banali. Infatti, il noto ra-
alcun bisogno reale, né pubblico né privato. Che bisogno gionamento di Kenneth Galbraith, secondo cui la cresci-
c'è di un modello di auto esteticamente diverso, di scarpe ia del settore privato (determinata dal marketing) rende
giffate, o dell'ennesimo telefonino? Di questi beni privati necessaria una corrispondente crescita di quello pubbli
(largamente insostenibili sul piano ecologico e sociale) il co (che awiene in rnodo insufficiente per mancanza di
bisogno pubblico sussiste soltanto nella misura in cui si marketing/propaganda), sconta la fondamentale analogia
accetti l'idea dominante, totalmente quantitativa, di cre- suutturale fra privato e pubblico, interpretati con i tradi-
scita e di sviluppo (produrre per produrre). Ma è proprio zionali archetipi della proprietà privata e della sovranità
quest'idea suicida, prodotta dalT'alleanza fra la concentra- statuale. In effetti, lafalsa opposizione fra due entità che
zione del profitto privato e quella del potere politico, che condividono la stessa struttura di dominio mostra come il
una teoria dei beni comuni vuole superare prima che sia marketing del pubblico, gerarchico e burocratico, sia pro-
troppo tardi (se già non lo è). pagandaproprio come quello del privato, nella misura in
Il bisogno privato di beni inutili per il proprietario e cui non introduca alcun aspetto relazionale (o dialogico)
dannosi per tutti gli altri viene creato (inventato) lavo- capace di produrre trasformazione qualitativa del signifi
rando sulla domanda attraverso uno specifico massiccio cante e del ricettore del messaggio. Indipendentemente
investimento, anche culturale, noto come marketing. il dalTa natura pubblica o privata del soggetto che la pone
marketing, promosso a scienza dalla cultura aziendalisti- in essere, è propaganda I'emissione di segnali solipsistici
ca dominante (purtroppo anche universitaria), altro non volti a stimolare una domanda di consumo (di beni o di
è, infatti, che un insieme sofisticato di tattiche ruffaldi- proposte politiche elettoralmente competitive) in un sog-
ne che producono desideri paganti volti all'accumulo o getto passivo.
al consumo di beni privati socialmente inutfi o dannosi. In realtà, l'opposizione strutturale autentica con cui ci
I-utilità privata di tali beni è purtroppo sovente inventa- stiamo famiiarizzando è quella fu a la logica riduzionistica
ta proprio ai danni di beni comuni (si pensi alla pubbli- e meccanicistica della modernità (condivisa da proprietà
cità dell'acqua minerale che fa restar giovani e belli). I pivata e Stato) e quella fenomenologica, rclazionale, par-
marketing è un'attività estremamente costosa, tipicamen- tecipativa, olistica e critica propria del comune. Soltanto
te ttilizzata a favore del settore privato (che ne scarica quest'ultima supera il riduzionismo cartesiano soggetto-
i costi sui consumatori creduloni), ma a volte anche di oggetto e il conseguente delirio della modernità, che ha
quello pubblico. Quando ciò awiene, talvolta perfino per portato l'umano (soggetto asratto) a collocarsi al di fuori
fat crescere la consapevolezza politica della necessità di della natura, autoproclamandosi suo donainus. In questo
certi investimenti pubblici resi indispensabili dalla stessa diverso quadro, la consapevolezza dei beni comuni (e la
iperrofia del settore privato (per esempio costruzione di conseguente trasformazione motivazionale del soggetto)
strade e parcheggi per consentire la vendita di automobili non può essere prodotta dal marketing ma, d. contrario,
giganti come quelle che vuole produrre Marchionne), il deve passare attraverso la dialettica del sapere critico. In
marketing pubblico è sempre a rischio di essere indicato altre parole, per raggiungere la consapevolezza dei beni
dispregiativamente come propa ganda politica. In realtà, il comuni occorre una trasformazione del soggetto, una ri-
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voluzione nei suoi apparaimotivazionali, una visione del ideologici dello Stato ha prodotto lo sviluppo delle prime
mondo autenticamente rivoluzionaia che può emergere università statali, soprattutto in area francese, a pafike da-
soltanto dalla partecip azione democratica autentica. Men- gl, dell'Umanesimo. I-università di Parigi e quella di
tre la logica del marketing (o della propaganda) produce ^r-i per esempio, nacquero come università di Stato,
Torino,
motivazioni consumistiche allineate all'ideologia domi- rompendo con il modello più antico della libera università
nante, il dialogo critico e partecipativo di base produce la medievale. Nelle università di Stato insegnano docenti che
trasformazione qualitativa essenziale per la stessa perce- sno funzionari dello Stato e che ad esso sono perciò legati
zione dei beni comuni. In definitiva, l'investimento neces- da una particolare fedeltà. Questo punto è molto impor-
sario per creare domanda di beni comuni (prima di tutto tante nel distinguere I'università bene comune dall'univer-
la percezione della loro esistenza e vulnerabilità) si chiama sità di Stato, nel senso che quest'ultima, come del resto
culmra critica ed è a sua volta un bene comune, che deve m'università pivata,può essere vista come un bene comu-
essere offerto e non venduto per promuovere la partecipa- ne ma può anche non essedo. Un'università di Stato può,
zione politica autentica di una cittadinanza critica. infatti, essere strumento di propaganda nel momento in cui
In questo quadro occorre dunque spendere qualche il sapere che vi viene professato non è critico, così come
ulteriore parola sui luoghi di produzione della cultura cri- wa corporate uniuersity, cteata daun'azienda per formare
tica, in particolare su due ambiti fondamentali del conten- ipropri quadri o per farsi pubblicità a livello globale, altro
dere politico, l'università e la stampa. La contesa oppone non è che uno strumento di marketing. Naturalmente può
due forze contrapposte: da un lato abbiamo le forze del essere vero anche il contrario, a conferma del fatto - più
capitale, che strutturalmente spingono verso la recinzione rche fin qui osservato che f idea di <<bene comune>> si
-
di questi come di ogni altro bene comune; dall'altro trovia- Inne a un livello diverso rispetto alla dicotomia privato/
mo quanti, ormai consapevoli della natura decisiva e finale grbblico così come declinata nella modernità.
di questa battagha per le idee, sono disposti a battersi per Che poi anche i giornali e i media possano svolgere fun-
il pieno riconoscimento della natura di bene comune di zione propagandistica o di marketing piuttosto che critica,
questi fondamentali luoghi della civiltà. Sebbene le cose e che ciò sia del tutto indipendente dalla natura pubblica
dal punto di vista tecnico siano in parte diverse, non c'è o privata della loro <<proprietò>, è fin troppo owio. Co-
dubbio che libera università e libera stampa possano svol- mé esempi, se si vuole evitare quello troppo banale della
gere il menzionato ruolo di promotori di una cultura cri- riPravda> (verità) sovietica, basterà citare le televisioni del
tica e che proprio per questo possano essere considerate c.d. servizio pubblico italiano e owiamente le loro, non
pericolosi nemici della retorica dominante della crescita àcilmente distinguibili, concorrenti private. Restando aile
tramite consumo. nniversità, si può osservare come le strategie uulizzate dal
Per converso, questi stessi luoghi, quando asserviti al capitale per recintame gli aspetti di bene comune possono
potere e ualizzati nella produzione della naffativa domi- essere le più varie, ma non di rado, come ai tempi delle
nante (cioè quella che racconta le cose dal punto di vista dei enclosures inglesi, il capitale si serve dello Stato per rag-
vincitori dei processi sociali) possono certamente conside- giungere il suo intento. Ciò sta avvenendo in Italia molto
rarsi, con Louis Althusse! come <<apparutiideologici dello rapidamente in questi ultimi anni di <<riforme a costo ze-
Stato>>, fondamentali per il mantenimento del controllo ro>>, che danno attuazione particolarmente zelante a un
sociale. Proprio quesà vocazione a fungere da apparuti' processo di priv atizzazione/ aziendakzzazione dell'univer-
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sità che ha radici a livello europeo. Negli Stati Uniti le d profitto. Nei secoli I'istituzione universitaria si è così
cose stanno un po' diversamente perché diversi erano i affetmata un po' ovunque come un vero e proprio bene
punti di partenza, soprafiutto dal punto di vista dell'idea comune attraverso il quale l'umanità elabora, conserva
di <<autonomia universitati»>,unanozione che in Europa e trasmette da una generazione al7'altta, in una logica di
si è perduta con l'imporsi del modello statale centrahzzito lungo periodo, un sapere testato con gli strumenti della
(e che invece era un aspetto cruciale del modello univer-
critica. Non è un mistero che, soprattutto laddove l'uni-
sitario medievale), menrre negli Stati Uniti è più radicata. versità privata si è particolamente sviluppata, non di rado
-
Tuttavia, visto che come osservato nel primo capitolo il prestigio accademico abbia finzionato come sistema di
- sono gli Stati Uniti a fare tendenza a livello globalà, non riproduzione e conservazione di una certa strat{icazione
sarà inutile osservare come la distruzione dell'università in sociale, ma furono le contestazioni studentesche degli anni
quanto luogo di sapere critico afavore di una concezione Sessanta, in America come in Europa, a farc i conti con
aziendalistico-produttivistica, che privilegia la scienza ap - questa distorsione. Gli studenti furono in grado di assu-
pkcatae la tecnologia penaluzando le disòipline umanisti- mere un ruolo di protagonisti nella grande azione collet-
che, sia partita proprio di Jì. tiva di ffasmissione del sapere, modificando l'università
Che la tradizione universiraria occidentale fosse quella ed essendone modificati, in quella logica rclazionale che
di bene comune risulta in modo chiaro dalla stessa stut- òbiamo vist o caratterizzare i beni comuni. E in effetti, per
tura dei primi atenei, che si svilupparono, a partire dall'K un ventennio abbondante dopo il '68, possiamo osservare
secolo, come libere comunità non gerarchiche di studenti come il <<bene comune universitò> sia stato governato in
e professori. Queste comunità perseguivano la conoscenza modo tutto sommato coerente con la sua natura, con un
scientifica rivendicand o con fierczza un'autonomia anche ooinvolgimento significativo di tutte le sue componenti.
giuridica del tutto possibile in un mondo che già sappia- Negli ultimi anni, tumavia, indubbiamente aiausa del-
mo esser stato caratteizzato da notevole pluralismo. Ov- lìngresso del capitalismo multinazionale nella sua fase
viamente, non tutte le università condividevano la stessa cd. cognitiva, e in coerenza con lo strutturarsi di quel-
struttura (in alcuni fra i casi più antichi il rettore era uno h particolare forma di pensiero rcazionaio nota come
studente) e non di rado esse potevano essere fondate dalla neoliberismo, un vero e proprio assalto al bene comune
Chiesa o da altre strurture politiche gerarchiche. Altret- miversità è iniziato in tutto l'Occidente. Ovunque i finan-
tanto ovviamente, anche il tasso di libertà accademica va- ,iomenti pubblici per la ricerca e la didattica di base sono
riò nel tempg e nello spazio. Negli Stati Uniti fra le prime rtati messi in discussione, indicando come esempi virtuosi
università, di poco successive allo sbarco dei Padrl Pel- h migliori università private americane, ma aèendo na-
legrini, diverse e assai gloriose furono quelle fondate da Eralmente della percentuale altissima del loro budget fi-
privati, come tutte le più note della c.d. Iuy League,il club rm,nziala Qsf, complesso militare-industriale a parrire dagli
dei più antichi e prestigiosi atenei della CostaEst. Salvo enni della Guerra Fredda. Mentre i fnanziamenti pul-
eccezioni e patologie, la libertà didattica e scientifica fu Hici venivano progressivamente ridotti, costringenjo le
ovunque gelosamente salvaguardata dal corpo accademi- miversità pubbliche a competere con quelle private sul
co nei confronti di ogni ingercnza esterna e tanto le uni- Erleno del marketing e dell'autopromozione, alla grida
versità privlte quanto quelle pubbliche funzionarono per dei principali atenei venivano chiamati, e compensatì con
secoli al di fuori della logica aziendale e managerial. rròlt, rilioni di dollari, presidenti e rettori proveniènti sempre.
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più spesso dal mondo dell'impresa. Costoro imponevano percentuale minima del budget) è sempre il settore privato
una logica strettamente manageriale, che nel capitalismo apror,vedere alla domanda di indebitamento per studiare,
cognitivo (spettacolare) non può che fondarsi stilo star offrendo prestiti d'onore grazie ai quali i giovani laureati
system. Nelle università americane oggi i dipendenti più escono indebitati per centinaia di migliaia di dollari, per
pagati sono invariabilmente gli allenatori di football o di ipagare i quali non possono che accettare impieghi nel
pallacanestro, mentre le sedi più prestigiose si contendo- più remunerativo settore privato for profit. Le distorsioni
no i professori più noti (ossia quelli che hanno accesso di questo modello sono evidenti. I professori sono tra-
ai media dominanti) con stipendi molto vicini al mezzo dormati in cacciatori di fondi, per ottenere i quali sono
milione di dollari l'anno. Lalogica dei costi opportunità disposti a dire e pubblicare tutto ciò che le corporations
fa sì che mediamente i professori di Diritto, di Economia mecenati chiedono loro. Il precariato dtlaga, soprattutto
o di Ingegneria (che avrebbero l'opportunità di svolgere fra i più giovani dei dipartimenti meno professionalizzan-
altri lavori ben retribuiti) ricevano compensi che sono il ti, e perfino la sicurezza del posto di lavoro dei professori
doppio o il triplo di quelli degli antropologi, degli storici o (tenure) è oggi messa in discussione, visto che - dicono
degli entomologi, e che un professore guadagni oltre dieci gli economisti onniscienti - quelli <<bravb> che pubblicano
volte di più di un impiegato amministrativo. Nella logica non ne hanno bisogno e quindi essa serve solo ai fannul-
manageriale trionfante, in cui ciascun ateneo compete con loni (che potrebbero pure essere quei pochi che prima di
tutti gli altri, gli studenti devono necessariamente puntare scrivere pensano).
alle scuole di élite, perché dalla sede in cui si laureano di- Questo modello privato spettacolare, pubblicizzato in
pende la possibilità di trovare lavoro. I requisiti di entrata tutm il mondo, seduce chi non è dotato di senso critico. In
nelle università migliori sono sempre più legati ai punteggi effetti, i rampolli delle élites globali affollano le università
ottenuti in speciali test (amministruti, apagamento, da cor- statunitensi, convinti di aver superato selezioni durissime
porations private), che olviamente finiscono per favorire ma in realtà in molti casi inesistenti, visto che pagano full
chi proviene da un background privilegiato e può per- fees (ossia non ricevono alcun aiuto finanziario) in pro-
mettersi tutors e corsi preparatori privati. Le scelte degli grammi di master in sostanza loro riservati. Di ritorno a
studenti ammessi in più di unà sede sono poi interamente casa hanno tutto l'interesse a magnificarcla nuova alrna
determinate dai rankings, ossia da classifiche private (la mater. Inoltre, poiché il sistema educativo europeo tra-
più nota è compilata da una rivista patinata, <<U.S. News dizionalmente formava buoni studenti, taluni fra questi
& §7orld Repor») che stabiliscono il piazzamento del7e riescono a completare brillantemente dottorati di ricerca e
varie sedi nelle varie discipline. La necessità di collocarsi non è raro che qualcuno diventi pure professore, visitatore
sempre più in alto nei rarukings, determinati da criteri per o di ruolo, in qualche dipartimento d'oltre oceano. Sono
lo più legati alla quantità di capitale disponibile nei diversi costoro le grancasse nostrane del sistema americano. Invi-
dipartimenti, condiziona le scelte accademiche delle fa- tati a scrivere sui principali giornali e spesso consulenti di
coltà e naturalmente fa lievitare a dismisura i costi per gli ministri, questi colleghi si sono specializzatinel raccontare
studenti (è ormai normale spendere 50.000 dollari a)l'an- l'America, anche accademica, come vorrebbe apparire ma
no solo per le tasse). Nell'università statunitense intera- non come è.
mente pivatizzata (esattamente la stessa logica permea le È facile cantare le virtù di un sistema per certi versi
università di Stato, i cui contributi pubblici coprono una meno corrotto del nostro (forse solo diversamente cor-
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rotto), ma farlo oggi in Italia, seppure talvolta in buona Capitolo quinto
fede, mette a serio rischio quegli asperti di università bene
comune che ancora esistono e che bisogna assolutamen-
IL PARTITO, IL MOVIMENTO
te salvaguardare nei confronti di un ceto politico di im- E IL GOVERNO DEMOCR,{TICO DEL COMUNE.
IJAVVENTURA DELTACQUA
barazzante provincialismo che con i beni comuni vuole
solo fare aff.ai.Il sapere critico, infatti,non si produce in
ambienti competitivi, ma prospera in comuniìà solidali,
tendenzialmente egualitarie, portate a vedere i problemi
nella prospettiva dei perdenti dei processi sociali e non a
riprodume la retorica dei vincitori. Il sapere cririco non
può avere padrone, non deve prestarsi a nascondere la ve-
rità per proteggere gli interessi dei fnmziatori. II sapere
critico si basa sull'accesso tendenzialmente libero di tutti e Soltanto la partecipazione politica stimolata dalla cultura
non può essere accessibile soltanto a chi abbia passato test critica può consentire il riconoscimento sociale dei beni
confezionati da società multinazionali o a chi possa paga- comuni, promuovendo preferenze da <<cittadini>> e non da
re. Il 52ps1. critico include e non esclude, non può eìsère *conr,r-rtoril>. Occorre perciò ora soffermarsi sulle forme
collocato in vendita sul mercato. Come ogni bene comune, di mle partecipazione. In coerenza conla nafiia dei beni
il sapere critico - che non è necessariamente né di Stato né comuni, che rifuggono la contrapposizione ligidafuater.ira
privato, sia esso università, giornale, radio o televisione -, e prassi, il presente capitolo riflette su una concreta espe-
capace di formare e non solo di informare, appartiene a t'rr:rrza drbattaglia: quella per l'acqua bene comune in Italia.
tutti e da tutti (ossia dalla fiscalità generale) deve essere Nel nostro paese si è svolta una battaglia referendaria
sostenuto. Come ogni bene comune, esso rifugge tanto la che ha costituito l'epifania locale di una guerra globale
logica aziendalistica quanro quella burocraticà del potere di lunga durata per l'utilizzo democratico ed ecologico
gerarchico concentrato e sposa invece quella della parte- dell'acqua. La gteraper l'acqua bene comune ha ottenu-
cipazione democratica e del potere diffuso. Esso deve es- to le più significative vittorie in Bolivia dieci anni fa e da
sere govemato con criteri critici, da chi in quelle comunità ultimo a P alJig;r. con la sua ripubblicizz azione democratica
vive, e non da manager o imprenditori. Come ogni bene conquistata dal sindaco Bertrand Delanoè e dall'assesso-
comune, iI sapere critico va difeso da tutti contro recinzio- re Anne Le Strat proprio ai danni (e a casa) di due fra i
ni che servono soltanto I'interesse di pochi. principali attori globali del saccheggio idraulico, Suez e
Vivendi. Naturalmente tale guerra globale, raccontata ma-
gistralmente da Vandana Shiva mentre labattaglia di Co-
àabamba era ancora in corso, continua a segnare molte
sconfitte. Esse si registano ognivolta che i problemi idrici
vengono affrontati nell'ambito di una logica economicisti-
., àt..rro..atica (inevitabilmente autoritaria), ritenendo
possibile <<risolverlil> attraverso la tecnica. Invero questo
tipo di <<soluzionil>, simboleggiate da mega-progetti infra-
77
strutturali, quali grandi dighe e deviazioni fluviali (ma an- crisi ecologica che ha cause commerciali ma non soluzioni
che dal risiko finanziario per la concentrazione delle mul- di -.r.rtà. Le soluzioni di mercato distruggono la terra
tiutilities «pubbliche»), porta al saccheggio delia natura, e anmentano le diseguaglianze.La soluzione di una crisi
prodotto dalia tenaglia fra proprietà privata e sovranità à.oiogi.u è ecological e 1à soluzione dell'ingiustizia è la de-
statale che stritola i beni comuni. cesiazione della crisi dell'acqua impone una
In realtà da anni gli ecologisti predicano che il ciclo ^orrl^ri^.La
rinascita della democtazia ecologic»>l' Quasi dieci anni
idrico può essere compreso e governato soltanto come un dooo Ia pubblicazione diLe guerre dell'acqua,la crisi eco-
ecosistema complesso che <<vive» (nel senso vero del termi- logica hìediamo ben oltre l'acqua elacrisi della democra-
ne) in m equiJibrio rclazionùedelicato con il suo conresto. ni.oonein discussione non solo Ie istituzioni di mercato,
Lleterogenesi dei fini (saltnizzazione, siccità, rapido esauri- maànche quelle della rappresent^nz politica d:Legata'
mento) è inevitabile conseguenza dell'interventismo violen- - Il qrrudio nell'ambito àel quale-hrsenso riflettere sul
to prodotto dalla suddetta logica e dal primato della tecnica. t pporto frapanitie movimenii di fronte alla-salvaguardia
Anche la grenaper l'acqua come bene comune è per- di r., b.t. .à*.rr" primario quale l'acqua, fonte di ogni
ciò in primo luogo una battagha culturale conuo il deli- vita sul oianeta. C quindi necessariamente rivoluzionario'
rio di onnipotenza antropocentrico, un morbo contratto Oggi it iapitalismo globùizzato e mercificante è incom-
principalmente in Occidente agli albori della modernità e pitiUit" .oi lu ,optriruir.trza e con la democrazia, sicché
che tuttavia ha contagiato quasi completamente il panora- ristabilire la democtazia inaertendo la rotta è un'autentica
ma politico e culturale dominante a livello globale. Il co- ouestione di vita o di morte. Siamo cioè di fronte a esi-
ro ormai unanime da almeno quindici anni degli studiosi n"nz..rrorali di trasformazione e a un vero e proprio stato
di ecologia (anche mainstream) lancia un grido d'allarme Zi necessità, i quali reclamano una rivoluzione culturale
disperato: senza una radicale inversione di rotta globale eco-compatibilé che difficilmentepuò prescindere da una
le condizioni di vita su questo pianeta non riusciranno a rivoluzioie politica. Se le armi della critica siano sufficien-
rigenerarsi, sicché l'attuale politica dell'acqua è suicida, ,i r" i t..ii d.[u catastrofe ecologica siano compatibili
risolvendosi in una produzione artificiale di scarsità a fine .ot" pi"t i diriformismo radicale deve diventare oggetto. di
di profitto o di potere che.rischia di condume alla morte discussione consapevole, ancorché inquietante, nell'ambi-
per disidratazione del pianeta. to dei partiti e deimovimenti contro-egemonici che pon-
gono al centro i beni comuni.
I-incompatibilità fra il modello di sviluppo dominanre " Se questa sfida è chiaru, dobbiamo tuttavia affrontare
nella sua strutturazione giuridico-politica e1à soprawiven-
za del)avita sul pianetamette in discussione la stessa com- due ouàstioni legate ai mezzie agli strumenti ttlnzabi\'
patibilità fra la statualità moderna e la tutela del comune per tale inversioie di rotta: partiti o movimenti nella bat-
e rende imperiosa e urgentissimal'istanza di democrazia i"sli, p., i beni comuni? Quale declinazione del giuridico
partecipativa di cui i rnoaimenti costituiscono l'epifania è iecÉssatia? Nell'affrontare queste domande, al centro
più vitale. Soltanto un'autentica declinazione della demo- non può che collocarsi la dimènsione del potere, grande
crazia paftecipativa, capace di generare percezione diffu- ,r...rì. delle scienze sociali. Abbiamo visto come proprie-
sa del reale ed urgentissimo rischio di soprarvivenza del
pianeta, potrebbe produre un autentico cambiamento. 1 Vandana Shiva, Le guerre del|acqaa,Feltrlnellt', Milano 2001,
Nelle parole di Vandana Shiva: <<La crisi dell'acqua è una p.)2.
78 79
tà privata e Stato, nelle varie loro declinazioni, siano le re istituzionali modellate anche storicamente sull'apparato
due grandi istituzioni giuridico-politiche che dominano la dello Stato sovrano.
modernità capitalista. La loro posizione antitetica è del Come ormai ben sappiamo, il governo deibeni comuni
tutto falsa tanto sul piano storico quanto su quello del pre- nhuta radicalmente questa logica riduttivistica e si artico-
sente, perché esse sono legate ftaloro da un rapporto for- la intomo a diffusione del potere e inclusione partecipatiaa.
tissimo di simbiosi mutualistica e i confini sono presentati Ben difficilmente quindi la forma partito, a sua volta pro-
ad arte come netti, ma in realtà sono assai grigi, proprio dotta dalla modernità politica (Stato territoriale sovrano)
come quelli fra privato e pubblico (possiamò dimànticare e dalla centralità dominicale, può prestarsi al governo dei
la Scuola di Francoforte?) e fra poliiica e società civile. beni comuni. Il comune costituisce un abro genere,rudical-
Tuttavia, la falsità srorica di un certo discorso politico mente antagonista rispetto alla decltnazione esaustiva del
è del tutto irrilevante nel riflettere sulla sua egemonia, sic- rapporto pubblico/privato o Stato/mercato. Il comune, in-
ché la pervasività di Stato e mercato come rappresentanti fatti, rl,fittala concentrazione del potere a favore della sua
rispettivamente del pubblico e del privato non lascia posto dffisione.Il comune ha come modello un ecosistema, ossia
ad alcun terzo genere: in effetti, il discorso dominantè col- una comunità di individui o di gruppi sociali legati fra loro
loca tutti i partiti politici su un continuun cheva dal libe- da una struttura a rete; esso rifiuta più in generale l'idea ge-
rismo allo statalismo, secondo una rappresentazione della rarchica (e anche quella competitiua, prodotto della stessa
loro politica economica indipendente da quella di destra e logica), a favore di un modello collaboratiuo e partecipatiao
sinistra (esistono ranto statalisti quanto ]iberisti che si defi che non conferisce mai potere ad urua parte rispetto ad altri
niscono di desra come di sinistra). Questa rigidità e questo elementi del medesimo tatto,ponendo al centro l'interesse
riduzionismo di analisi e prassi sono in realta il prodotto di quest'ultimo, il comune appunto, visto come qualcosa
di una struttura comune a proprietà (mercato) e iovranità di non riducibile a)L'aggregato delle parti che lo compon-
(Stato) che consiste nell'elemento della concentraziorue del gono. In questo senso il comune ifiutala logica del potere
p o t ere.Le strutture privatistiche (proprietà pirv ata,società toat court a favore di quella ben diversa della partecipa-
per azioni ecc.) concentrano il potere di decisione ed esclu- zione, proprio per la sua strutturale incompatibilità con la
sione in capo aun soggerto (il titolare) o nell'ambito di una gerarchia. In questo quadro, evidentemente, il dualismo
gerarchia (il CEO). Similmente, Ie srrurture pubblicistiche
lrclitico-culturale <<Stato-mercaro>> viene smascherato co-
{bw o c r azia) c o n c e n t r a n o i I p o t e r e ai v ettici diuna ger archia me riduzionista e per sua natura autoritario, sicché ogni
sovrana catatterizzata dall'esclusione di ogni altro soggetto discorso sui beni comuni diviene incompatibile non solo
decisionale nell'ambito di una data sfera di giurisdizione con la struttura dei partiti politici, ma anche con quella
(modello della sovranità territoriale e sue anièolazioni po- di ogni altro tipo di istituzione, prwata o pubblica, che si
litico-amministrative). In Italia, Regioni, Province, Comuni muova nella logica della concenttazione del potere.
sono, da questo punto di vista, dei <<mini» stati-apparato. In Non solo, a)lora, diventa plausibile che ogni effettiva
sostanza, i partiti tendono a muoversi suun continuum che tutela di un bene comune debba essere politicamente so-
passa dal liberismo allo statalismo (o viceversa), declinando stenuta da rnooimenri (destrutturati e a potere diffuso) e
tuttavia sempre l'identico parudtgma de77a concentrazione assai meno capaci di fado siano i partiti (organizzai e a
del potere su un
-oggetto
o su una organizzazione.I partiti Intere tendenzialmente concentrato). V'è ben di più. I
svolgono la loro funzione essenziale nell'ambito di stmttu- movimento per i beni comuni non può che essere un mo-
80 81
vimento per un'autentica decLnazione democratica dell'i- italiano (Della proprietà) nelle parti relative alla proprietà
dea stessa di cittadinanza, fatta di partecipazione attiva pubblica, si è immediatamente movata di fronte al dilemma
e non di mera scelta passiva fra partiti politici offerti sul dei beni comuni. Infatti, anche in quella sede di riforma
mercato della politica, a)le scadenze elettorali, nel puro giuridica ci si è tosto resi conto che l'essenza dei beni co-
interesse dell'offerta stessa (<<supply side politics>> ). muni non poteva essere c olta dil.parudigma della proprietà
Tutto ciò non costituisce un discorso astratto, perché pubblica (demanio) né da quello della proprietà privata
proprio un movimento, quello per l'acqua pubblica, ha (dominio), carattetizzanti il nostro diritto dei beni, poiché
saputo darc forza politica (tradottasi in una massiccia ri- entrambi questi poli sono incardinati sull'esclusione e sul-
sposta ai referendum sull'acqua bene comune) - nell'inca- la concentrazione del potere di disporre nelle mani di un
pacità assoluta dei partiti politici di farlo - a un itinerario soggetto sovrano, sia esso pubblico o privato, da esercitarsi
culturale alto, inffapreso da anni anche inltalia, ffamite su un oggetto (bene: cosa che può formare oggetto di di-
una serie di importanti ricerche accademiche. Oggi assi- ritti, art. 810 Codice civile). Viceversa, le utilità di tutti i
stiamo a :ufia vera esplosione di gruppi di studio sui beni beni comuni tanto di natura fisica (acqua, aia, ghiaccia|
comuni che coinvolgono giuristi, economisti, antropologi lido del mare...) quanto di natura culturale (pinacoteche,
e filosofi delle più diverse estrazioni, raccolti presso nu- Gonoscenza, piazze,monumenti...) non sono prodotte dal-
merose università e centri di ricerca (Fondazione Basso, l'esclusione bensì dall'inclusione. Secondo l'impostazio-
Università Roma 3, Cento Studi CGIL, International ne della Commissione Rodotà, quelli comuni intanto so-
University College of Turin, rivista <<Carta>> e molti altri). no beni (cose che possono formare oggetto ù &.'ittl) in
Alcune di queste ricerche, dedicate in particolare alla pro- qaanto siano accessibili a tuui, declinando quindi la logica
prietà pubblica e condotte presso I'Accademia Nazionale dell'inclusione, totalmente antagonista a quella classica
dei Lincei tin dal 2004, ambivano a recuperare un nuovo dell'esclusione, che conferisce valore alla proprietà sotto
governo democratico dell'economia, da interpretarsi so- forma di rendita. I beni comuni, in altri termini, valgono
prattutto in chiave ecologica e di lungo periodo, proprio per il loro valore d'uso e non per quello di scambio. In
per porre rimedio alla continua pivatizzazione dei beni effetti, come già discusso, le loro utilità non sono idonee
comuni, che in Italia si sta svolgendo fin dai primi anni a soddisfare desideri paganti se non in quanto siano pri-
Novanta al di fuori di ogni principio. Tali ricerche hanno ma artificialmente ricondotte a una struttura di esclusione
prodotto una prima posa in opera tecnico-giuridica della (recinzione delle foreste, pivatizzazione dei lidi del mare,
nozione di bene comune, offrendo al sistema giuridico ita- imposizione di strutture della proprietà intellettuale) che
liano una straordinaria opportunità di collocarsi alle fron- introduce o almeno amplifica la rivalità nel consumo. I1
tiere del dibattito lnterr,azionale. Nessun partito politico, bene comune non è a consumo rivale; al contrario, pre-
a differcnza del movimento per l'acquLa bene comune, è senta una struttura di consumo relazionale che ne accresce
stato all'altezzapolitica di questa sfida. il valore attraverso ì.rn uso qualitatiuamente responsabile (e
La Commissione Rodotà, istituita nel giugno 2007 con pertanto ecologico).
decreto del minismo della Giustizia, fu il frutto politico- Se dunque il bene comune sfugge alla logica quanti-
istituzionale di quell'itinerario di studio linceo su proprietà taiva a favore di quella qualitativa, non è un caso che la
e patrimonio pubblico. Essa, incaricata di proporre una Commissione Rodotà ne abbia definito l'essenza giuridica
legge delega di riforma del terzo libro del Codice civile senza curarsi della necessità di incentivare la crescita o lo
82 8)
sviluppo economico (come nel caso dei beni tradizionali, sto senso i beni comuni sono collegati (anche se non ridotti)
privati o pubblici che siano). Al contrario, i beni comuni, all'idea Globale) di patrimonio comune dell'umanità.
in quel primo tentativo di porli in opera in un sistema di Fra gli apparati dello Stato sovrano, la giurisdizione è
diritto civile,<<vanno collocati fuori commercio>> e devono per sua natura aperta a qualsiasi persona' indipendente-
essere gestiti con strumenti a vocazsone pubblicistica (nel valere in giudizio rur
senso ampio di estranei alla logica del profitto priaato) aJ
-.nt. dalla sua éittadsnanza, perdi far
diritto o un interesse meritevoli tutela. In altri termini, la
fine primario di soddisfare i diritti fondamentali della per- legittimazione ad agire non è condizion ata dallacittadinan-
sona, costituzionalmente garantiti e informati al principio za'di chi agisce in giudizio, ma soltanto dalTameitstolezza
di eguaglianza e solidarietà <<anche nell'interesse delle ge- dell'intereise che si vuole tutelare e dalla sua riferibilità
netaziorifuture>>. Evidentemente in questo quadro teorico a quel dato attore giudtziaio' Sicché, nello schema della
la forma giuid.ica società per azioni, imposta dal decreto Commissione Rodotà, che coerentemente con la natura
Ronchi del novembre 2009 e consentita dalla legge Galli dei beni comuni <<diffonder, lalegrttimazione, un cittadino
dd, L994, squisitamente privatistica e volta alla pura mas- tedesco o anche un apolide possono adire le vie legali ita-
simizzazione del valore delle azioni secondo i dettami di liane in via d'urgenz, per e.ritrr. la cementificazione delle
una gestione efficiente, risulta strutturalmente inadeguata al. coste sarde. Questa scèlta slega ulteriormente la nozione di
govemo dei beni comuni anche nelle ipotesi in cui dovesse bene comuneda quella di statualità, coerentemente con Ia
essere ad azionaiato 100% pubblico. I beni comuni inol- vocazione di questi beni a soddisfare bisogni fondamentali
tre ed è questo uno degli aspetti più innovativi del lavo-
- della persona. E ridentemente un tale modello innovativo,
ro svolto dalla Commissione Rodotà - sono hnzionah alla qualoia imitato a livello intemazionalg, pefinetterebbe lo
soddisfazione di bisogni che non sono soltanto quelli della rrril.rppo di un diritto giudiziatio globale <<dal sotto in su>>.
generazione presente. Scartata la logica della produzione, la Dopo oltre un anno dalla sua- consegna al ministero
riforma proposta mette al centro quella della riproduzione: della Giustizia, il disegno di legge delega predisposto dalla
il govemo dei beni comuni deve tener conto anche delle esi- Commissione Rodotà è stato finalmente incardinato in Se-
genze delle generazioni future, ossia deve essere ecologico. nato, su rniziativa della Regione Piemonte, senzafifita'v|ra
Infine, la loro tutela giurisdizionale preventiva deve essere che alcun partito politico se ne sia fatto realmente sosteni-
diffusa, ossia tutti devono avere dccesso alla giurisdizione per tore. Viceversa, esso ha dato fondamento teorico e spessore
difenderli. Questo legame con la giurisdizione concretizz tecnico alla piattaforma politico-culturale del movimento
nel govemo diffuso dei beni comuni la loro esrraneirà non referendario sull'acqua bene comune, ricevendone signi-
solo all'idea di proprietà pivata (e dunque di mercaro), ma ficativa forza politica. In tal modo si è creato in Italia un
anche a quella di proprietà pubblica linitata dai confini innovativo .rppotto simbiotico fra cultura accademica
geografici statuali (demanio), proprio perché l'accesso alle militante (oggì raccolta nel c.d. comitato Rodotà, che ha
Corti è aperto a chiunque. Infati, una foresta tropicale che redatto i quesiti referendari e difeso & fronte alla Corte Co-
produce ossigeno indispensabile per Ia soprawivenza del stituzionaie le ragioni dell'acqua bene comune) e prassi di
pianeta, o un'opera d'arte attribuita ad un grande maestro, movimento (coordinato dal Forum Italiano dei Movimenti
o una spiaggia incontaminata, sono beni comuni indipen- per I'Acqua). Si sta così producendo, nella totale assenza
dentemente dalla loro collocazione all'intemo dei confini di partiti di opposizione oedibili, una dinamica- politica
dello Stato sovrano nell'ambito del quale si trovano. In que- ,r.ràu", basata ìulla democrazia diretta, che porebbe pre-
84 8'
parte
sto estendersi ben oltre l'acqua, per coinvolgere altri movi- demico-istituzionale e movimento discende in gran
dal suo essere interpretazione localmente contestuale di
menti e almi beni comuni quali l'università e il lavoro. Tale pianeta' la
;;;;l;;"g"; gfuua" per la y\rez7a del
forma politica nuova, estranea alla logica dell'esclusione e
della gerarchia, semplicemente non potrebbe essere strut- I-.i;;;;;;"t ".."ttlta stoiico-politica è emersa in modo
Vent'an-
i".q"i?à.rbile a partire dall'autunno del zoog'
turalmente interpretata da un partito. Invece il movimento
referendario ha conferito alTabattagln per l'<<inversione di ;:;;" il fallimento del <<socialismo rcalizzato>> nella sua
rott»> rispetto alla deriva dellapivatizzazione (fino ad oggi .rifuniu sovietica, è finalmente percepito massicciamente
accademica o nettamente minoritaria) un'autentica fotza ;.É liirlfr;ento (quantome"o morale) del'<capitulitqg
politica di portata potenzialmente dirompente. E del resto i ;;i;;;;Tul" f^lliìr.nto è oggi compreso in modo di
quesiti referendari sull'acqua bene comune, redatti da giu- ;;;;;il*"diato anche da masse sempre più imponenti
risti in massima parte reduci dall'esperienza delTaCommis- a-t..ia""tAi, che in Italia si sono ribellati al processo
sione Rodotà, hanno consentito al movimento di condurre *",à""a" di irasformazione dei cittadini in consumatori,
unabattagha di avanguardia capace di coinvolgere, per la a ."irir*o stari vitrime negli anni della fine della storia.
prima volta da molto tempo, il <<cuore politico» di quanti vi
- l^ degli italiani--che hanno votato sì per
si identificano. Infatti, labattaglnper l'acqua bene comune l'acqua^^ggioranza
bA-e .om,rre sl ribella all'idea di essere costretta
non si esaurisce in una tradizionale <<nnazionalvzazione>> dei propri problemi idrici (come già di quelli
del servizio idrico integrato, che pure nei vigenti assetti isti-
"iJifrt.
teiefonici, di viaggio, bancari o assicurativi) con segretene
tuzionali sarebbe già un obiettivo molto ambizioso. i.iài""i.h., sitiliternet oppure operatori di call center'
in-
La difesa politica dei beni comuni si impegna, al con- riÀiir,i di capitale al tinà di mentire a consumatori pg.r
più scadenti' T 'a battaglia
trario, in un imponente sforzo culturaie; necessario per "ù;i;;;.riper servizi bsempre
.oJalriurti
ammettere che <<alla fine deila storia> l'Occidente era sta- ; a,r.t, attagll^ p er nuove relazioni sociali'
to ingannato dal miraggio della privatizzazione, credendo i;;d"J;"tla qualità della"vità, il rispetto e il.piacere di
ciecamente nelle virtù della società per azioni e della cul- insiéme in modo partecipato i problemi dram-
tura efficientistica e aziendalistica nel governo dell'interes-
"ff;;;;
À"ti.i del nostro tempo. Quèsta ribellione sicuramente si
se pubblico. Il movimento referendario per l'acqua bene ;;;k";;;;o oligopà[ pìiv1t! multinazionali guidaticon- da
,i..h1 -rt rger osieisionati dal profitto, sempre.più
comune, insieme a quello altrefianto vittorioso contro il
nucleare, vuole produrre e in parte ha già prodotto una ..rrt.rti, potlenti, in conflitto di interesse e per nulla toccati
visione di lungo periodo, una narrativa e un nuovo sogno, d;;;;fi.*i quotidiani di una cittadinanza sempre-più
in un momento politico da incubo in cui sarebbe facile iitioirrur^.Questa ribellione capovolge 1o slogan di Rea-
abbandonarsi allo sgomento. Per questo appassiona e ri- nà, di." fottì . chiaro: <<Il privato e il profitto non sono
"
ia soluzione, sono il Problema!>>'
motiva la cittadinan za attiva. Il popolo sovrano ha capito
che privatizzazione (acqua) e concentrazione del potere Ma quesia ribeliòne si rivolge soprattutto contro i par-
(nucleare) sono i due lati di una stessa medaglia. Due ma- titi oolitici. che nella loro forma gerarchica sono incapaci
nifestazioni di una stessa filosofia e di uno stesso delirio di ai-.i.t.-i#" conffollo critico e di tutelare le persone dallo
onnipotenza antropocentrico che vanno sconfitti subito *up"r.t" del capitale privlto: Così facendo essi si sono resi
con la forza delle idee e con prassi politiche nuove. ,-piu-.rrt" coriespoÀabili della costruzione ideologica di
una narratlva a penslero unico, che sdogana interamente
la
La forza politica di questa simbiosi fra cultura acca-
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logica insostenibile di un profitto consumistico di breve pe- , Capitolo sesto
riodo che rovina la qualità della vita. Una logica della <dine IL COMUNE E UIMMATERIALE:
della stori» che in vent'anni ha fatto strame della cultura I TONNI E T-A. RETE
della solidarietà sociale, rendendo ammissibili diseguaglian-
ze pacchiane oggi conclamate ed un tempo almeno celate
per pudore. Una logica che, per di più, ha distrutto la qun-
lità delk aita indiuiduale anche di quanti, in massima parte
concentrati nei paesi ricchi, possono <<consumare>>, perché
la dimensione quantitativa dell' aaere (ecologicamente inso-
stenibile) ha soppiantato quella qualitativa de77'essere citta-
dini attivi e animali sociali e non bruti alla ricerca (idiota n
senso etimologico) di mezzi per soddisfare fini materiali per
lo più narcisistici indotti dal marketing. Sempre più spesso si ripongono grandi speranze nella rete
In Italia le battaglie per l'acqua e contro il nucleare, Inteinetiome luogo di emancipazione e contro-egemonia'
collegate all'elaboruzione teorica in corso sui beni comuni Intomo ad Intemet si è negli anni costruita una vera e
come aia nuoua, interpretano in modo partecipato e co- propria mitologia della Rete come spazio pubblico, <<luo-
stuttivo questa ribellione. Come si è detto, l'attuale pras- go io-rt.n informato al principio di uguagiianza, con-
si di movimento (culturalmente proweduto) sostituisce il nessione, parità e libertà di accesso, spazio di creatività e
partito nella battaglia per i beni comuni e per l'inversione condivisione libera. Le belle favole sono numerosissime
di rotta. La <<seconda Repubblica>, interprete semiperi- e tutte vedono come protagonisti giovani geniali e crea-
ferico della «fine della stori»>, sta agorizzando, avendo tivi, capaci di idee (poi tradotte in servizi) che,-in rapidg
perso ogni prestigio agli occhi della cittadin anza attiva che .rr....rlio.r" nella coisa continua per la soddisfazione di
ha votato in massa ai referendum. Del resto vent'anni fa fu sempre nuovi bisogni, sono divenute l'arredo stesso del'
il referendum GianniniSegni sulla preferenza unica, poi nostro mondo globale: basti pensare ai giovanissimi inven-
amplificato da17a via giudtzialia,a far crollare politicamen- tori, oggi multimiliardari, di Google o di Facebook.
te la c.d. <<prima Repubblica», perché i cittadini andarono Ua-Éli eroi eponimi della Rete sono anche altri e cer-
a votare respingendo gli inviti partitocratici ad <<andare al mment; questa rivoluzione del <<comune globale>> tocca
mare>>. Tutti sappiamo quanto male sia finita quella tra- pure aspetti meno commerciali o narcisistici' Sul piano
sformazione che ha aperto le porte a un leaderismo sterile politicol\7ikileaks è divenuta icona della trasparenza nel
e all'americanizzazione della nostra politica. Per questo èo-,rr" globale. Meno di cent'anni dopo che Lenin aveva
oggi guardiamo con preoccupazione ai tentativi di diversi denunciio la diplomazia dei trattati segreti pubblicando
fra i leader dei partiti di opposizione di cavalcare la vitto- unilateralmente tutti quelli in cui era entrata la Russia za-
ria del sì ai referendum. Il popolo sovrano saprà vigilare rista, ecco cheJulian Assange, che non ha neppure dovu-
perché con il referendum sull'acqua bene comune, <<alla to conquistarc lPalazzo d'Inverno, ha potuto produrre,
fine della fine della storia>>, si possa dawero inaugurare il grazie d. suo server blindato, altrettanto imbaruzzo nelTe
passaggio aunaterzaRepubblica, più fondata sulla parte- Cancellerie di tutto il mondo. E poi abbiamo i movimenti
cipazione e meno sul leaderismo. per i beni comuni locali, resistenti di tutto il mondo, dagli
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orgatizzazione, quali per esempio portare per un giorno
zapatisti ai sem terra, dai No TAV alle lotte per l'università
pubblica, sparsi in ogni continente e organizzati lntorrTo ai
n piazza oltre un milione di persone, come è riuscito a
più vari temi. Tutti questi gruppi, grazie alla rete Intemet, farà in Italia il c.d. popolo viola, o inscenare pittoreschi
più
mettono in comune le proprie pratiche, condividono idee flash rnobs (messinsèene simboliche a sorpresa) nelle
diverse occasioni di Protesta'
e strategie, insomma contribuiscono alla creazione di una
Sono questi alcuni dei possibili usi di Internet che lo
cultura politica <<dal sotto in su> che coniuga aspetti locali
hanno fatio celebrare .o*è <<piazza globale>> e luogo di
con dimensioni planetarie, in una squisita declinazione di
quello spirito glocal che, ancora grazie alla Rete, sembra condivisione, facendo declinare dalla Rete alcuni degli
aspetti più significativi dell'idea dibeni comuni. Certo, una
essersi diffuso. Sarebbe impossibile contestare il fatto che
valutazione di It tern.t nella prospettiva dei beni comuni
la Rete ha messo a disposizione, spesso gratuitamente e
consegna messaggi non univoci e offre in ogni caso un
quindi in maniera largamente democratizzata,ufla quanti-
interessante terreno teorico e pratico su cui testare alcune
tà di informazione assolutamente impensabile fino a poco
delle idee discusse nelle precedenti pagine. Naturalmente,
tempo fa: basti pensare a Vikipedia, che ha colmato il gap
occorre in primo luogo sgombrare il campo-da alcuni miti
f.ra i rugazzi le cui famiglie potevano permettersi un'enci-
ad esso t"lutiui che mi pare abbiano prodotto eccessivi
clopedia e gli altri nella preparazione dei compiti e delle
entusiasmi circala capuCità di Internet di rompere con la
ricerche a casa. E tuttavia essa non offre solo info tmazioni.
logica traduionale della modernità, costruita sul binomio
In effetti, Internet è pure luogo di pensiero critico, che si
pòprietà privata-Stato. Bisogna innanzitutto compiere
articola nei moltissimi blog che da tutto il mondo offrono
,rrr" rfotr" di stoticizzazione di Internet, anche se la sua
riflessioni e pensieri, talvolta intelligenti, dei loro instan-
breve esistenza come fenomeno politicamente rileuante e
cabili autori. A questo si aggiungano programmi come
l'estrema velocità delle ffasform azionianche tecnologiche
YouTube, che da qualche anno consente la messa in Rete
che lo coinvolgono non rendono la cosa agevole, perché si
e la condivisione di ogni sorta di immagine, con conse-
guenze ancora una volta non indifferenti pure sulla sfera
tratta sostanziàlmente di storicizzare il presente. Quest'o-
perazione consegna immagini di segno opposto rispetto
politica. Filmati amatoriali messi on line hanno più volte
alla mitologia della <<piazza globale».
smascherato la repressione poliziesca e messo in scacco
Sul piano storico, la grande diffusione di Internet ha
la disinformazione che toppo spesso ci viene propinata
coincisò in modo quasi perfetto con la «fine della storia>>,
dalla televisione. E poi c'è la trasmissione in c.d. streaming,
ed è stata sicuramènte l'aspetto tecnologicamente più ri-
che a sua volta può amplificare e rendere globale il mes-
levante della nascita e dello sviluppo del c.d. capitalismo
saggio politico delle più varie e minuscole realtà radiote-
cosnitivo. Internet costituisce, lnfatti,la grande infrastrut-
levisive, che in tal modo raggiungono luoghi un tempo
inimmaginabili. Anche i principali giornali cartacei hanno
tuia globale capace di fondare quel p,articolare sistema di
prodirzione diiervizi, basato sullo sfruttamento del pre-
oggi versioni on line più o meno complete ed autorevoli
che supplementano l'offerta c ttacea, rendendo più age-
iuriato intellettuale e sulla trasfotmazione dei cittadini in
consumatori, che caratterizza I'attuale fase di sviluppo
volmente accessibili, e sovente gratis, notizie e commenti.
capitalistico. La diffusione di Internet, inoltre, ha prodot-
Un ultimo aspetto importante dal punto di vista po-
litico è che grazie ad Internet sono possibili operazioni to un'accele r azione talmente radicale nella trasmissione
che altrimenti sarebbero impensabili senza una poderosa
di nformazioni anche complesse da averne prodotta una
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altrettanto impressionante nella finanziafizzazione dell'e- radicalmente opposta rispetto al modello <<a km 0>> racco-
conomia, creando le condizioni per il trasferimento di ca- mandato dagli ambientalisti. Inolte - e questo è un altro
pitali ingentissimi in rempo reaie da una piazza fnanzia- dato da considerare prima di sdilinquirsi nelle lodi della
ia all'aJtra (con relativa faclitazione della speculazione). piazza globale come bene comune - Internet rende tut-
Altre conseguenze problematiche si rinvengòno nella sua ti dipendenti dalla tecnologia informatica e dalle grandi
capacità di sostituire la mano d'opera sul fronte dell'offer- compagnie telefoniche che gestiscono I'accesso alla Rete.
ta dei servizi, scaricando lavoro sul fronte della domanda, I-laccesso dla piazza è precluso a chi non ha un collega-
quella appunto dei consumatori. Chi acquista un biglietto mento via cavo o cellulare, cosa per nulla scontata in molti
ferroviario via Internet svolge personalmente un lavoro contesti disagiati. Anche nei paesi ricchi Internet è illuso-
che altrimenti sarebbe stato a carico dell'offerta (bigliet- riamente gratuito o poco costoso, perché comunque co-
taio) o che comunque sarebbe stato intermediato da una stano sia la tecnologia necessaria sia l'accesso. Sebbene da
persona fisica (agente di viaggio). Similmente, chi usa In- quest'ultimo punto di vista si comincino a registrare sforzi
ternet per acquistare un libro provoca inevitabilmente il pubblici volti a consentire l'accesso gratuito in molte città
declino della distribuzione librari a <<faceto face>> (non solo (spazi pubbli ci wi-fi ecc.),la necessità diutillzzare compu-
dei piccoli negozi) e la conseguente esrinzione della figura ter continuamente <<allo stato dell'arte>> (per non paflarc
professionale del libraio, il quale offnva consigli pei gli dt smartpbones, i.pads e altre simili tecnologie) produce
acquisti non di rado supportati da solida cultura. Internèt comportamenti consumistici insostenibili sia dal punto di
ha potuto produrre una trasform azione significativa degli vista sociale che da quello ambientale. Dal primo punto
assetti capitalistici in quanto, proprio come era awenuto di vista, la rapidissima evoluzione tecnologica obbliga a
in precedenza con la grande distribuzione rispetto a quella continui upgradings e la durata media di un computer è
piccola (per esempio le grandi librerie rispetto alle pìcco- ormai inferiore a due anni. Non solo, ma molti internauti
1e), ha saputo erodere gigantesche fette di mercato prima vengono trasformati in acritici consumatori di beni di lus-
occupate dall'economia locaie. so, proprio come quelli che comprano l'automobile SUV
Non solo quindi, come sostenevaJean Baudrillard, il persuasi della necessità sociale di un certo status symbol (si
consumatore diviene sempre più qualcuno che paga per pensi al Blackberry il cui utente si illude della propria im-
lavorare al servizio del capitale (nel caso dei lìbii, per pofianzaprofessionale dimostrata dal fatto di dover essere
esempio, facendo autonomamente ricerca senza l'aiutoàel sempre connesso). Dal punto di vista ecologico, poi, si sa
venditore e perfino scrivendo piccole recensioni ad uso che la cosffuzione e lo smaltimento dei computer e della
dei successivi acquirenti), ma la tendenza del capitalismo tecnologia di accesso a Intemet richiedono un consumo
tecnologico-cognitivo alla. riduzione dei posti di latoro del tutto insostenibile di minerali rari (saccheggiati in Afri-
è sotto gli occhi di tutti. E chiaro che la globalizzazione ca e in alri contesti fragili) e di energie, cosa che dovrebbe
e l'ampliamento dei mercari disrributivi resi possibili da far riflettere bene quanti ritengono ecologica la sostituzio-
Intemet producono una serie di effetti collaterali, solita- ne di libri e giornali cartacei con i cosiddetù ebooks.
mente sottostimati, ma che comunque presentano costi Un alro punto particolarmente problematico per chi
sociali non indifferenti. Non solo posti di lavoro persi, ma proponga di considerare Internet il paradigma del bene
anche utiluzo della spedizione da grande o grandissima comune globale è costituito dal fatto che per suo trami-
distanza, che inquina l'ambiente e si colloca in tendenza te si è affemata ancora di più l'egemonia del modello
92 9'
americano, sia dal punto di vista linguistico che da quello in natura. Questo aspetto fondamentale non è vero per i
culturale. Questa egemonia non preoccupa soltanto come marchi, breietti o diritti d'autore, i tre ambiti che rientrano
-Irt".rr.t, linguistico, visto che, sebbene
problema l'inglese do-mi{ nella nozione di proprietà intellettuale. Di fronte a risorse
oggi il pluralismo linguistico è sotto gli occhi di che in naturu non sono scarse il diritto di proprietà -svolg-e
tutti. Né pÉoccr.rpu soltanto come problema culturale, .iàa ù fr"rione di renderle artificialmente tali (a fine di
p.r. g.rrr., derivante dall'individualismo e dalla compe- irur". ptonrto), mentre per quelle che sono già-scarse.la
iitirità che caratterizzano oggi il modello statunitense, p-priJa ptivata, limitandonè l' accesso, p-otrebbe tutt'al
'pit'ti-it"À"
che si colloc a tradizionalmente come antagonista di tutto il consumo, almeng stando all'insegnamento
quanto sia comune. Il vero problema sta-nel sistema di Zella tragedia dei.comuni. Non solo, ma se è vero che occor-
é.d. gorrroance dilntet:;ret che, qualora valutato nella sua rono sempre recrnzroni per far nascere ur mercato, que]le
effetiività, liberandoci dagli entusiasmi spesso fomentati di fronte all'informazione e alla conoscenza de-
ad arte dagli apologeti del liberismo <<creativo>> estremo "..àr.rtiÉ
uorrà particolarmente pervasive. lnfatti, il pote-nzia-
(fnanziati dalle corp o rat io n s : <<W fued Magazine>> ecc' ), si "rt"..
i" ,.q"ità"tè di un'informurion", a differcnza di qrrello di
presenta come profondamente antitetico rispetto a quanto un qualsiasi oggetto materiale, difficilmente potrà.sapere
àovrebbe caratterizzare il governo dei beni comuni. E qui o,r^1. uul"t" .iA autà per lui senza prima conoscerla' Ov-
necessaria, però, una breve parentesi teorica. àu*.rrr" il potenziale venditore nòn sarà disposto a far
La questione della traducibilità istituzionale dal mondo .orrorcere l'àformazione prima di venderla' perché questg
del matèriale tangibile a quello dell'immateriale (e vicever- eouivarrebb e a regalarla.Di qui i problemi particolarissimi
sa) non è banale. Significativamente i giuristi, che devono .É. ,o.gono nel'ùtilizzare la logica della propri:tà' prwata
risolvere problemi della vita reale e sono meno affascinati i" Lrr"?, di informazione e la particolare virulenza che i
dalle astrazioni teoriche rispetto agli economisti, hanno da- grr"a U,if.ndisti intellettuali (case discografiche ed edi-
to vita, praticamente in tutte le tradizioni giuridiche, a un ?drci, blg pbarma, proprietari dei grandi loghi) utilizzano
ambito disciplinare problematico autonomo, noto come p., diféni.te i propri recinti. Questi problemi in realtà
diritto della proprietà intellettuale (talvolta come diritto àerivano dal fatto che informazioni e conoscenza crescono
industriale), freqo.t tato da cultori (teorici e pratici) diversi quantitativamente e qualitativamente con Ia condivisione
da coloro che si confrontano con i problemi della proprietà (É;ha hanno n tur^ di beni comuni relazionaTù, \ff/iki-mala
tangibile, in particolare di quella fondiaria. In effetti, al di càndivisione non genera profitti (basti considerare
là dei suggestivi paralleli teorici, per cui tanto la proprie- oedia. che è sul laitrico)' Proprio in materia di proprietà
'int.[étt.,ul" si riproduce così non a caso in modo parti-
tà privatà delle idee quanto quella di un fondo sarebbero -
caiatteizzate dagli stessi aspetti di <<esclusione>> di chi non .olr.-.rrt. visibile nella presente fase del capitalismo co-
sia il)torizzato dal titolare rispettivamente ad accedervi o onitivo - ouel lesame indissolubile fra proprietà privata e
a fame uso, le analogie sembrano fermarsi a un livello di Zi"^nuti.Ér."rriri dello Stato (e oggi anche della globahz'
astrazione inadatto alla pratica del diritto. Sebbene anche ,uiion"rsi iensi agli accordi TRIPS) che sempre si accom-
in ambito fondiario, come ben sappiamo, il processo di pagfl alleànclosuies. Ne sono un esempio i casi clamorosi,
mercificazione abbia ottenuto i suoi effetti, la terra è una ihE td"olt, raggiungono anche i media ufficiali, dirugazzi-
risorsa strutturalmente limitata, non riproducibile e ten- ni denunziati à*perség"iti per aver ;rilizzato programmi di
denzialmente unica, e quindi la proprietà fondiaria è scarsa peer to peer'
filesbaring(ossià di condivisione) c.d.
94 95
Queste banali osservazioni, chebalzano agli occhi sol la conoscenza, che non sono scarse, ma hanno viceversa
che si guardino le cose ponendo al centro la loànatura fe- natura collettiva e relazionale . P rwatizzare l'informazione
no.menologica (terra, conoscenza) e non il loro regime giu- ne limita di fatto la diffusione, e limit ameladiffusione non
ridico (proprietà privata, brevetto), sono offuscAte d*agli può che rendere più difficile l'ulteriore innovazione. Ma
investimenti estremamente cospicui che i grandi latifon- gli investimenti poderosi in ideologia, anche accademica,
disti intellettuali compiono n.lla costruzio;e di apparati fanno sì che la maggior parte degli osservatori sproweduti
ideologici loro favorevoli. Poiché in una società che àndi- (i tonni del titolo di questo capitolo) trovi naturali quesre
vide e mette in comune le proprie conoscenze, riconoscen- affermazioni false ed interessate !
do che queste sono sempre il prodotto di un determinato Dovrebbe invece essere palese che un governo più coe-
contesto sociale, copiare è un comportamento del tutto rente con la fenomenologia dei beni comuni si deve fon-
naturale (come quello degli scolaretti che si aiutano in una dare su istituzioni capaci di coinvolgere coloro che sono
verifica), per scoraggiare questi comportamenti sono ne- disinteressati all'accumulo di proprietà privata e di potere
cessari apparuti repressivi che utilizzino anche l'ideologia politico e, al contrario, sono gratificati proprio dalla cura
come strumento di inibizione. Tutti questi apparati puì- del comune. Istituzioni, cooperative, fondazioni, associa-
tano a distruggere il comune a favorc del privato. E iosì, zioni, assemblee, consorzifta enti locali, comitati, insom-
per esempio, nelle università degli Stati ùniti i compiti ma gruppi che pongano in essere autentiche dinamiche
vengono valutati comparativamente su una <<curv»> inìui democratiche - più o meno informali e conflittuali - prive
soltanto alcuni possono ricevere un voto alto, creando un di fini di lucro, costituiscono gli assetti istituzionali più
meccanismo di rnors tua uita mea che distrugge la coope- adatti a governare i beni comuni. In simili ambiti la creati-
razione attraverso la competizione (che a sua volta viène vità fiorisce nella condivisione dei problemi sociali e non si
promossa a valore): se faccio copiare l'amico danneggio trasforma in un mero esercizio narcisistico dell'individuo.
me stesso. Similmente, le maestre cercano di convincére Se si osserva il govemo di Intemet fuor di retorica, si
le bambine più secchione che <<non è giusto» aiutare i vedrà come inclusione e condivisione siano ben lungi dalle
maschietti meno bravi, così incentivando in loro compor- motivazioni e dalie pratiche della sua gesrione attuàle. In-
tamenti da mostriciattoli egoisti (con la conseguenza^che fatti, dopo una fase storica nizialein cui la Rete era effetti-
poi, volendo escludere, restano escluse). AIlo siesso modo vamente gestita dai suoi principali utenti e padri scientifici,
i molti cultori-cantori della proprietà intellettuale, raccol- interessati principalmente a sviluppaia e a farla crescere,
ti presso lipartimenti riccamenre fnanziati dal7e corpora- a partire dalla fine degli anni Novanta le cose sono cam-
tions lattfondiste intellettuali, diranno che essa <<stimola biate radicalmente. Oggi il governo anzi, come si dice
l'innovazione e la creatività>> utikzzando esattamente Ia
-
per depoliticizzareil.termine, la gouernance- di Internet è
stessa retorica che i fisiocrati usavano nel celebrare le re- saldamente in mano aipotenti interessi politici e privati che
cinzioni, ossia che senza proprietà privata non c'è incenti- son stati capaci dradattate al capitalismo cognitivo la gran-
vo alla coltivazione e al lavoro. Naturalmente non è questa de tenaglia che fin dalla modernità stritola i beni comuni.
la sede per soffermarsi sulla discutibilità storica di quelle Sono oggi gli Stati Uniti d'America e i grandi latifondisti
affermazioni di fronte all'uso comune della terra. Bisogna intellettuali, che come i robber barons fra il KX e il XX
invece qui enfatizzare il risultato cornpletamente contro- secolo ne determinano le politiche, ad avere saldamente in
faxuale di queste affermazioni nel caso di risorse, come pugno il controllo della Rete. Un controllo che progressi-
96 97
vamente ne stritola gli aspetti di bene comune, come dimo- fit o no profit decine di altre organizzazioni che svolgono
stra il fatto che oggi più della metà del traffrco che circola e rivendicano diverse funzioni di sviluppo) è un'altra cor-
sulla Rete è costituita dalle c.d. apps (applications) private, poration,nominalmente no profit: ICANN (Internet Cor-
alle quali si accede soltanto a pagamento. La guerra per poration for Assigned Names and Numbers), che esercita
il controllo di Intemet, una volta che questo è diventato il suo potere sulla Rete tn fotza di una convenzione con
l'infrastruttura fondamentale del capitalismo cognitivo, è il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Tutti'i
durata assai poco. Il governo degli Stati Uniti ha fatto pe- governi del mondo (tranne quello statunitense, suo dante
santemente valere, anche con l'uso della minaccia penale, causa) non hanno che un ruolo di consulenza nelle deci-
la <<proprietà» della Rete, sulla base del fatto che il suo sioni del consiglio di amministrazionedi ICANN, cosa che
sviluppo era stato condotto presso infrastrutture di ricerca apparc quanto meno ironica a fronte della retorica della
finanziate con fondi federali (del complesso militare-indu- Rete come bene comune!
striale). I tentativi di governare Internet amezzo di qualche Tutto ciò mi pare collochi il grande common globale,
organizzazione istituzionale globale (Internet Sociefl ) sono che tanti indicano come il modello per la gestione dei beni
stati così ben presto intuzzati. Nel territorio degli Stati comuni, in una luce teffa.Larete virtuale, lungi dall'unire,
Uniti si trovano infatti praticamente tutti i c.d. root seraers, in realtà mi sembra divida, rndividuallazi e illuda, solleci-
cioè la quindicina di computer su cui fisicamente si fonda tando falsa comunità e vero narcisismo. La rete virtuale
lDornain Narne System, il sistema di assegnazione degli in- cattrfia i tonni rendendoli idioti. Oggi ci si mandano mail
ài.r.izzilntemet senza il cui continuo mantenimento la Rete da un ufficio all'altro e la comunicazione scade e si im-
sarebbe inservibile, come una megalopoli in cui le persone poverisce. Moltissimi, soprattutto fra i più giovani, sanno
abitino senzarndirlrzzo o come una grande biblioteca senza solo mandare un mail (o un SMS) perfino per lasciare la
sistema di catalogazione libraria. Intemet non sarebbe in {idanzata, perché timorosi del contatto, del calore, dell'o-
alcun modo concepibile senza un potere di assegnazione dore e del sapore della fisicità. I caffè dei campus america-
degli indirizzi e il. contollo del livello base dell'indiriz- ni sono affoll,atidi studenti, ognuno sul proprio compute!
zazione conferisce un autentico potere di vita e di morte che non si guardano e non si padano, ma che sono col-
sulla fruibilità della Rete per i suoi utenti. Tale potere di legati via Facebook magai con qualcuno dall'alma parte
assegnazione, strettamente gerarchico in barba alla retorica del mondo o in un caffè poco lontano. Ma la politica è e
della Rete, trova la sua <<norma fondamentalo> nel Roo, deve restare fisicità, se vuole avere una qualsiasi cbance di
Seruer A- la radice della piramide, strettamente gerarchica emancipazione. E i beni comuni si possono difendere e
ancorché invertita -, che a sua volta si trova in territorio governare dawero soltanto con la fisicità di un movimento
statunitense (ed è quindi controllato dal suo governo). di massa disposto a battersi lungamente e generosamente
Il grande conflitto dei primi anni Novanta fu ma una per riprendere i propri spazi. Non sarà mai un giorno di
concezione non commerciale della Rete, voluta dai suoi piazza convocato via Facebook a fermare una guerra o a
«padri fondatoril>, e una concezione del tutto commer- cacciare un tiranno.
ciale, rappresentata da una corporation govemativa ame-
icana controllata dai latifondisti intellettuali (Network
Solutions Inc.), che naturalmente ebbe la meglio. Oggi il
cenuo decisionale della Rete (dove pure operano for pro-
98
Conclusioni potere feudale manteneva al centro della vita in società la
comunità corporativa pre-statuale a matrice locale. Ijab-
UN FUTURO IN COMUNE O NESSUN FUTURO bandono di questo modello comunitario in Occidente è
stato il graduale esito delle esigenze dei mercati di fondarsi
su istituzioni politiche di dimensione statuale al fine di
farne uso nella corsa al saccheggio coloniale e di raffor-
zarcle concentrazioni di capitale. In periferia il modello
recessivo, ancor presente nell'organ izzazione di villaggio,
cerca di resistere strenuamente all'assalto spietato fatto
di aggiustamento strutturale (piani della Banca Mondia-
le volti a favorire la merciftcazione della terra, I'importa-
zione di OGM, la pivatizzazione dell'acqua) e culturale
Come discusso nei precedenti capitoli, un elemento po- (retorica dei diritti umani, dell'emancip azione femminile
litico-culturale è ciò che <<riduce ad unità>> le battaglie all'occidentale e in generale della modernizzazione, Inter-
politiche di lunga durata e di dimensione globale per i net ecc.).
beni comuni. Queste si declinano in modo estremamente Se sul piano politico il primo modello, radicato nelf in-
diverso nei diversi contesti, ma fanno parte di una stessa dividualismo proprietario e nella sovranità dello Stato sul
decisiva guerra rivoluzionaria che ha per scopo la soprav- teritorio, domina la stessa visione antropologica dell'Oc-
'vivenza del pianeta. Ovunque si confrontano gli stessi due cidente fondata sull'homo oeconomicus e sti, suraioal of
paradigmi: quello dorninante,fondato su un'idea darwini- tbe fittest, sul piano scientifico il secondo modello si è già
sta del mondo, che fa della <<competizione>>, della <dott»> preso vistose rivincite. Si sta imponendo sempre più una
e della <<concorrenza» fra individui o comunità gerarchi- visione che vede Gaia (la terra vivente) come una comu-
che (corporations) l'essenza del reale; e quello recessiuo, nità di comunità ecologiche, legate ka loro in una grande
fondato, viceversa, su un'idea ecologica e comunitaria del rete, un network di relazioni simbiotiche e mutualistiche,
mondo, che è soccombente ormai da molto tempo in Oc- in cui ciascun individuo (umano o meno che sia) non può
cidente e sotto attacco nei luoghi in cui ancora resiste. Per che esistere nel quadro di rapporti e relazioni diffusi, se-
invertire la rotta occorre portare quest'ultimo a una nuova condo modelli di reciprocità complessa. Mentre il para-
egemonia globale. digma dominante, fondato su una ùsione ndtvtduùnzata
fl. modello dorninante lo abbiamo visto proposto co- - competitiva o gerarchica che sia -, è inadatto perfino a
stantemente nella retorica sulla crescita, sullo sviluppo e descrivere questi nessi, che sono prima di tutto qualitativi
sui modi di uscita dalla crisi che i media capitalistici con- e non quantitativi, il nostro parudryma ci offre una per-
tinuano a produrre, nonostante la catastrofica situazione cezione della realtà fatta dt comunità, i cui membri sono
ecologica ed economica del nostro pianeta. I-linsistenza dipendenti I'uno dall'altro (e le comunità a loro volta le
mediatica è continua e spudorata, ma progressivamente une dalle altre). Il rapporto paradigmatico del modello re-
meno seducente. II modello che bisogna rinnovare per cessivo non è il dontinio assoluto e meccanico del sogget-
portarlo all'egemonia ha invece caratterizzato I'esperienza to sull'oggetto (proprietado-beni; Stato-territorio), ma al
politico-giuridica medievale, in cui la parcellvzazione del contrario èla relazione del nutrimento e ddla dipendenza,
100 101
cenffo si colloca la
Come orisini sulla tradizione recessiva, al cui
che è relazione di vita e non di tecnica tnanttnata' ;,ffi';. iildilduo solitario e comperitivo va denun-
tl f;.t X; dipende per il suo nutrimento dal rapporto
Ii,ffi;J,^,,; ri"'i""" e l'accimulo di.proprietà.
di un pensiero.letale' volto a
L" i, "rra.e, così .irr.,,,' individuo dipendela per la sua pri
con gli altri, con comunità' i""*r-".. f" dir"g"'gli'"'a urgenza-se si evitare
".à',,'h;;;;;, za dal tapporto
tootrt"riu." ;;?;;;;;bbriao"""" conSe iifatti l'individuo 'uole solo in
à., Lu*Éi"tte. Il nutrimento e la dipenden- ir'"j,r.iì.r. *.f"git' ii"ale'
;;-;;;;i;zioni di tipo qualitativo, perchéIelemedesime'
necessità
ffi;;;;;;;È;,T" sua costruzione teorica e la sua spet-
,ii*rtl t.ro sul pianà quàntitativo sempr€ cefiamente funzionali
aco\atizzazione immaginaria sono
ili;;;i;;;ri;tilndiuid"i hrn"o srosso modo bisogno del- fi.;G;;;ài u."u'.pEi'àt aa capitalismo' che intende
h;;à;;#quantità di cibo (Àit"ruto in kilocalorie) ed opulente da molti
;;;;-(,"tt; o per la so p rawiv enza; Le differen -
it^ inlitri)
;;il;iii;,roi p'odàt-ti' N"u" società
invgntàti' ne19fr9 Oyelli
(tipo di dieta' anni ormai i blrogri a""";t'o "ttttt
;;}d;;;ilnà evidentemente qualitative non orimari (mangiare, vestirsi, coprirsi)'
la,cui soddis fazione
oriirudell' acqua ), mentre le differenze quantitative'
di diseguaglian- #;ffi .;;;J;;lÉ p;;;p'iiod à"gli economisti della
:';;;[tli;JJ!i.u-"rt", sono alla base ;;;t"* di Ridà;,;;; stati da tempo soddisfatti'
necessario insorgere' -
-- smodate contio le quali èmaggiormente
ze
l" .ff.tti , atteggiamenti olistici' fondati F;;;; il" scopo t"ttt"" la disciptinaprivati
di inventare bisogni
del
sempre
marketing
piuttosto che su nuovi si è sviluppata di
t"il';.u|#;;;fi rclazioni qualitative
al riduzioni- i'"*q"i., .t.#at-iuttt i--'gini e mlti materialistici p,er
t ot"hé sulla critica compoftamentl
-lr"trri6ii quantitative, e carte- lo oiù egocentrlcr e narcisisticr' P{oduce
sÀo potitivisiico di matrice galleiana,newtoniana ii i#;il;rg['ff;i ;"togi'i devastanti' Ijindividuo'
;ir"r:;il;"
^d;b;t.heimposti ancheft' fisica teorica e non soltanto
;;;;J;;ào toio, e desideroso di con-
i" è scienza della vita' Essi, fin dalle origini -il;.;*u"àu. ""cislstico
ÀLia t ^;J' "1 "pportocontrattuale'il
hanno pro- iìiz'ont'
defla màcanica quantistica e del relativismo' relazionale'
rivoluzione epistemologica, con radi- ;X.|ffi p'-.rpal t' ""i'")
.r-À^ Àiserabile, fesa tuttavia desidera-
"o*o "";u"tentica Una condizio.r.
;i J;.;t nell'elettromagnetismo di Faraday e'e secondo ;il; il:i;; iiiii da pagare.per la soddisfazione
a.i
Fritiof Capta, perfino nelle visioni qualitattve olrstlche dei diversi, sempre ;il;pidi' "Éisognil>
individuali'
che quanto il t<valore delle per-
iliL ;.i";;;1ii.ot r.d"' Tale rivoluzione <<olistica>>' diFun- Miserabile ma tanto oggefti;
Jorà"t irt.*i.o ,"-bta articolarsi n elTanozione
.""""11rr" tiiiti è cafcohto sulla base di quanto
stuti
dlr;;;;el nLu*ru tipica della fenomenologia'.non ha ".Àrl .i,,t""o po"u o"tt'tre! Una t:di-ii"-1"
tradizionali' in cui ;;ilÀ;.riio se non govemata rlpro-
i"i r"li contaminato le^scienze sociali
;; destinata ad implodere,
ir,oArio". empirista anglo-americana (con radici nello
r.i."ìit-" baconiano) si àlloca al servizio della tecnica e oonendobenicomunialpostodella.proprietàprivata,
i:à'iil"#:'ii;;ruil"'iu ag'É':'; individui *
à.u" a. L^',,ision. meccanicistica, responsabile di solipsistici, egocentrici e consumisti
non può confondersi
;;;; ;ài, "i ii -ondo sull'orlo del baratro' incredibilmen-
"L"
con una comunità ptiitit" ti'A e'La <<finiione>> individua-
;;;;;i"; ;".ora il panorama accademico, soprattutto.in ilil;pl;; a"u,,iu;ri*" lib".ul" (esemolificata dal mi-
;;;;ì; p.rmr"gi, e sociologia (e anche nella tradizio- to di Robins.r, c"'lll lt"rié' if Uitogt'o
dult necessità
in modo
'^- filosoficà analitiia anglo-americana)'
ne reali di,oprr*l,r.,i'"u-i;h;Ét"'o 'otditfutti costante)
U"..Gia invece, soli visione politica che può og.qi for- orfrr,l.tr".tli"' Ji'"tto ma quantitativamente
nire una mappa per rnvertire la roìta, si fonda
fin dalle sue
103
t02
e lo rende invece qualcosa di inventato, funzionale alle delle possibilità. Fare chiarczza su questo punto è essen-
esigenze stesse della sua soddisfazione (supply side econo- ziale sul piano strategico, visto che gli attuali rapporti di
mics).Intùmodo il paradigma quantitativo ha sottomesso forza fta-proprietà privata (corporation) e Stato rendono
quello qualitativo perché più si riescono a far crescere i quest'ultimo succube della prima (cioè di rendita e profit-
bisogni indotti, più denaro si porà incassare dalla loro tò). Sebbene, infatti, per qualche decennio anche in Oc-
soddisfazione. cidente, grazie agli equilibri della Guera Fredda, alcuni
Purtroppo la dimensione ecologica e il pensare <<siste- Stati siano riuscitì a elaborare un diritto pubblico in grado
mico>>- i soli approcci capaci di svelare queste dinamiche di limitare la sfrenata pulsione all'accumulo delle classi
di accumulazione individualistica, devastanti per la vita dominanti (tassazioni progressive, u elfare s t a te, tvtela dei
in comunità - sono i grandi assenti del pensiero politi- lavoratori e dei soggetti deboli), quegli equfibri sono or-
co contempoianeo, il quale trova nelle scienze sociali (in mai saltati. Il diritto non è più in grado di controllare i pro-
particolare la microeconomia, le scienze aziendalistiche e cessi economici, ed è pertanto divenuto naturale (e quindi
perfino il marketing) la sua sola interlocuzione culturale. accettabile) che un CEO guadagni in poche ore quanto
In conseguenza di queste strutture ideologiche, soltanto un suo operaio in un anno (è il caso di Marchionne) e
l'accettazione di presunte necessità economiche e culturali che un bene comune come la rendita fondiaria, squisito
(quelle funzionùialle suddette esigenze della produzione) prodotto della collettività, sia interamente e_ quotidiana-
rende un messaggio politico realistico per il discorso do- mente assorbito dalla proprietà privata, Né il primo né il
minante. Viceversa, la critica fenomenologica ed ecologi- secondo fenomeno sono percepiti nella loro vera natura,
ca del discorso dominante, per quanto ben diversamente che è quella di sfruttamento parassitario e insostenibile di
proweduta sul piano culturale, viene regolarmente bollata diverse tipologie di beni comuni. Nell'attuale situazione
di ideologia. di forza, infatti, la proprietà priv ata (in accezione ampia,
Se queste premesse sono convincenti, risulterà chiaro che comprende l'impresa ed il suo management) riceve
come la vicenda dei beni comuni e della loro riconqui- ,r, ro.t"gro ideologico e politico non minore di quello
sta vada compresa nell'ambito di uno scontro profondo goduto ai tempi della prima modernità, con l'aggravante
- epistemologico e anche psicologico - fra due visioni del della pervicacia, perché i danni prodotti dalla continua
mondo (quella meccanicistico-tecnologica, fondata su in- accumulazione privata dovrebbero oggi essere sotto gli
dividualismo, dominio e dimensione quantitativa, e quella occhi di tutti. Questo sostegno ideologico naturalmente
ecologica, fondata su comunità, olismo e dimensione qua- si è trasformato in egemonia e prestigio agli occhi dei più,
litativa). Uno scontro che va tradotto in una prassi politica sicché ancoraoggi, nonost ante Ia drammatica crisi palesa-
rivoluzionaria capace di far trionfare a livello globale in tasi nell'autunno 2008, quando proponiamo una <<inver-
tempi esffemamente ridotti la seconda, che è la sola con- sione di rotta> rispetto alla furia privatizzatdce della «fine
cezione scientifica compatibile con il mantenimento e l'a- della storia> non è raro ricevere accuse di statalismo' Si
dattamento di lungo periodo della vita sul nostro pianeta. ripete ossessivamente che le privatizzazioniin Italia si so-
Si tratta in sostanza di predisporre un'alternativa, po- nò <<dovute fare>> acausa della cancrena partitocratica che
litica e culturale, che sappia scalzare tanto la proprietà ha attaccato ogni istituzione pubblica, corrompendola in
privata quanto la sovranità statuale dal ruolo di pietre modo definitivo. Similmente, quando a destra si propone
angolan delT' organizzazione politica esaustive del novero di «ridefinire>> i confini della presenza dello Stato si dà
t04 105
per scontato che ciò debba awenire a favorc della pro- RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
prietà privata, cioè del profitto d'impresa e del c.d. libero
mercato.
In realtà una tale ridefinizione pouebbe paradossal-
mente essere condivisa dai movimenti per i beni comu-
ni, purché essa lasci spazio a una maggiore estensione
dell'ambito del comune (sottratto tanto allo Stato quan-
to alla proprietà privata) a favore di una diversa logica,
quella dell'autentic a democrazia partecipativa. Ridefinire
i confini dello Stato, e allo stesso tempo quelli del profit-
to e della rendita, secondo un'idea di <<meno Stato, meno
proprietà privata, più comune>> costituisce la sola via per
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del reale, Stato e proprietà pivata possono al più essere Press, Palo Nto L995.
l'eccezione, non certo la regola. E la proprietà ptivata, ca- Althusser, Loris,Lo Stato e i suoi apparati,EditotiRiuniti, Roma
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della disegua gltanza, deve essere riportata immediatamen- -,Per Marx, Mimesis, Milano-Udine 2008.
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