You are on page 1of 66

Ugo Mattei

BEMCOMUM
Unmanifesto

@wwle'e
O 2Of 1, Gius. Iaterza & Figli
Introd,uzione
Prima edizione 2011

www.laterza.it

Questo libro è stampato


su c.rrta amica delle foreste, certificata
dal Forest Stewardship Council

Proprietà letteraria riservata


Gius. Laterza & Figli Spa, Quando lo Stato prwatizzauna ferrovia, una linea aerea o
Roma-Bari la sanità, o cerca di prwatizzare il servizio idrico integra-
to (cioè l'acqua potabile) o l'universirà, esso espropria la
Finito di stampare comunità (ogni suo singolo membro pro quota) dei suoi
nel luglio 2011
SEDIT - Bari (Italy) beni comuni (proprietà comune), in modo esattamente
pet conto della analogo e speculare rispetto a ciò che succede quando si
Gius. Iaterza & Figli Spa espropria una proprietà privata per costruire una strada o
ISBN 978-88-420-97 t7 -4
un'altra opera pubblica. Nel primo caso, infatti, si tratta
di rasferimento immediato o graduale di un bene o di
un servizio dal settore pubblico a quello privato (priva-
tizzaaone/hberalizzazione), mentre nel secondo caso il
medesimo trasferimento (di una proprietà o di un'attivi-
tà d'impresa) è dal privato al pubblico. In un processo
dt pivattzzazione il governo non uende quanto é suo, ma
quanto appartiene pro quota a ciascun componente del-
la comunità, così come quando espropria un campo per
costruire un'autostrad a esso acq uis ta (coattivamente) una
proprietà che non è sua. Ciò significa che ogni processo
dr pivatizzazione deciso ddl'autorità politica attraverso
il governo p ro terupore espropria ciascun cittadino (e non
solo i cittadini, come vedremo) della sua quota parte del
bene comune espropriato, proprio .ome avtiene nel caso
dell'espropriazionedi un bene privato. Tuttavia, mentre la
tradizione costituzionale liberale tutela il proprietario pri-
vato nei confronti dell'autorità pubblica (Stato) attraverso
I'istituto dell'indennizzo pet espropriazione (e pure della o facilmente recuperabili né per la generazione presente
c.d. riseraa di legge), nessuna tutela giuridica (men che che dovesse rendersi conto di aver scelto (amaggtroranza)
meno costituzionale) esiste nei confronti dello Stato che un maggiordomo scellerato, né per quella futura, cui non
ffasferisce al privato beni della collettività (beni comuni) si può neppure rimproverare la scelta del maggiordomo.
che non siano detenuti in proprietà pivata. Ecco perché la qriestione dei beni comuni non può non
Di ciò manca completamente la consapevolezza non avere valenza costituzionale: è nelle Costituzioni, infatti,
solo a livello politico, visto che la pivatizzazione è consi- che i sistemi politici collocano le scelte di lungo periodo
derata un'opzione assolutamente libera e percorribile dal sottratte al rischio di arbitrio del governo in carica.
governo in carica per i1 sol fatto di esserlo, ma anche a Volendo :utiltzzarc un linguaggio che mi renda com-
livello degli operatori e teorici del diritto (non solo italia- prensibile alla cultura costituzionale dominante, interpre-
ni), pioprio per la mancanza dielaborazione teorica della terò in questo scritto i beni comuni come una tipologia di
nozione di bene comune. Questa asimmetria, come vedre- diritti fondamentali «di ultima generazione>>, finalmente
mo, è spiegabile sul piano storico (rionfo del costituzio- scollegati dal paradigma dominicale (individualistico) ed
nalismo liberale in Occidente), ma ciò non toglie che oggi autoritario (Stato assisten ziale). Infatti, è proprio la tena-
essa costituisca un anacronismo giuridico e politico che flia fta la dimensione individualistica e quella autoÌitaria
deve essere assolutamente superato, soprattutto in virtù ad aver completamente inibito - all'indomani della caduta
del mutato rapporto dtforzafuagli Stati e i grandi soggetti del muro di Berlino - qualsiasi potenziale di emancipazio-
economici privati transnazionalt. Infatti, le conseguenze ne legato alla nozione di diritti sociali. I diritti sociali co-
di questa asimmetria costituzionale si sono dimostrate me concepiti oggi richiedono una prestazione economica
devastanti. Consentire al governo in carica di vendere li- discrezionale da parte del uelfare state, che è sovrano sul
beramente beni di tutti (beni comuni) per far fronte alle suo budget, e sono sempre in balia delle sue crisi fiscali. I
proprie necessità contingenti di politica economica è, sul beni comuni, invece, non riconoscono alcun altro sovrano
piano costituzionale, tanto irresponsabile quanto lo sa- rispetto a chi direttamente vi accede e sottiaggono chi ne è
rebbe sul piano familiare consentire al maggiordomo di titolare al ricatto politico della discrezionalità fiscale.
vendere l'argenteria migliore per sopperire alla sua neces- All'attuale condizione di diffusa inconsapevolezza
sità di andarc in vacanza. Purtroppo, l'assuefazione alla politica e di conseguente accettazione generalizzata della
logica del potere della maggiomnza, tipica della moder- visione dominante del mondo (la rivoluzione rcaganiana
nità, ci ha fatto perdere consapevolezza del fatto che il è stata possibile e si è poi diffusa in tutto il mondo esar-
governo dovrebbe essere il servitore del popolo sovrano, tamente perché si è accettatalalogica del maggiordomo
e non viceversa. Certo, il maggiordomo (governo) deve dissipatore e del popolo sovrano espropriato), è urgente
poter disporre dei beni del suo padrone (beni comuni opporre l'elaborazione teorica e la contestuale tutela mi-
della collettività) per poterlo servire bene, ma deve esser- litante dei «beni comunil> (o, meno pregnantemente, pro-
ne amministratore fiduciario (sulla base di un mandato o prietà comune) come un genere dotato di autonomia giuri-
al massimo di una proprietà fiduciaria) e certo non pro- dica e strutturale nettamente altemativa rispetto tanto alla
prietario, libero di abusarne alienandoli e ptivatizzandoli proprietà privata quanto a quella pubblica (intesa come
indiscriminatamente. I beni comuni, infatti, una volta alie- demanio e,/o parimonio dello Stato e delle altre forme di
nati o distrutti non esistono più, e non sono riproducibili orgarizzazione politica formale). Ciò è tanto più urgente
nella misura in cui il maggiordomo è oggi vittima del vizio mina 1o scenario politico dell'Occidente, polaizzando lo
capitale del gioco ed è conseguentemente piombato nelle scontro politico su un falso problema. Infatti, la tradizio-
mani degli usurai, che paiono assai più forti di lui e che ne ne occidentale moderna si è sviluppata nell'ambito della
controllano ogni comportamento. Nella stragrande mag- dialettica Stato/proprietà privata in un momento storico
gporanzadelle realtà statuali, infatti, il govemo - controlla- in cui soltanto quest'uldma parcva necessitare di prote-
to capillarmente da interessi finanziari globali - dissipa al zioni e garunzie nei confronti di governi autoritaie onni-
di fuori da ogni controllo i beni comuni, utilizzando come potenti. Di qui la genesi delle garanzie costiruzionali della
spiegazione naturale (e dunque politicamente in gran par- pubblica utilità, della riserva di legge e dell'indennizzo.
te accettata) la necessità autoriproducentesi di ripagare i Coerentemente con questa impostazione, la tradizione
suoi debiti di gioco. Questa logica perversa, che natura- costituzionale liberale garantisce e protegge soltanto il
luza uno stato di cose che è frutto di continue e consa- passaggio dal privato al pubblico e non quello dal pub-
pevoli scelte politiche camuffate da necessità, deve essere blico al privato (prwatizzazione). Trasferirè beni p,rbblci
smascherata perché i popoli sovrani possano riprendere il in mano privata fa parte, da sempre, delle ordinàrie po-
controllo (ancorché forse tardivo) dei mezzi che consento- testà di ogni governo in carica. Oggi tuttavia, nel mutato
no loro di vivere un'esistenza libera e dignitosa. rapporto diforza fra Stati e settore privato (corporations
La consapevolezza dei beni comuni come strumenti multinazionali), anche e soprattutro la proprietà pubblica
politici e costituzionali di soddisfazione diretta dei biso- è bisognosa di tutele e garunzie di lungo periodo. Queste
gni e dei diritti fondamentali della collettività non emerge sono difficili da immaginare alf interno della tradizionale
a tavolino. Essa costituisce piuttosto un collante politico, moderna riduzione del pubblico allo Stato. Ecco perché
ancora tecnicamente amorfo, che si radica nel senso pro- nei nuovi rapporti diforza fra governi (tutti) e capitale
fondo dell'ingiustizia che dà vita al diritto. La consapevo- la tutela liberale classica del privato nei confronti del-
lezza deibeni comuni e della loro continua espropriazio- lo Stato, ancorché forse ancora necessaria, non appare
ne emerge nell'ambito delle battaglie dutissime, sovente certamente più sufficiente. Llemersione della consapevo-
sanguinose, spesso perse ma sempre emancipatorie, che si lezza politica dell'espropiazione (o saccheggio) dei beni
svolgono in tutto il mondo per la loro difesa. Non di rado, comuni nell'ambito delle battaglie in corso (per l'acqua,
nell'ambito della grande confusione di piani e di ruoli che per l'università pubblica, per il cibo, conrro le grandi ope-
catattettzza l'attuale fase dell'anffopocene, i veri nemici re che distruggono i territori) si svolge sovente senza un
dei beni comuni sono proprio quegli Stati che dovrebbero sufficiente <<collegamento>> con un'elaborazione tecnico-
esseme fedeli guar&ani e maggiordomi. I-espropriazione giuridica di nuovi strumenri che siano capacidi produrre
dei beni comuni a {avorc dell'interesse privato multina- nuova consapevolezzae dtindicare una direzione. Questo
zionale è così, sovente, l'opera formale di governi sempre Manfesto, scritto nella consap evolezzache il diritto possa
meno indipendenti (e quindi nella sostanza più deboli) restare vivo soltanto se accompagnato dalla lotta concreta
rispetto a soggetti economici transnazionali, che ne deter- contro l'ingiustizia, vuole offrire un piccolo contributo a
minano le politiche di pivatizzazione di beni e servizi, di questa necessaria opera <<di collegamento>>, e costituisce
consumo del territorio e di sfruttamento dei più deboli. un atto di lota nei confronti di una <<realtò> binaria (Sta-
Il principale obiettivo critico di questo saggio è dun- to,/mercato) artificiosamene naturaliz zata dalTa retorica
que la falsa contrapposizione fra Stato e mercato che do- dominante.
La nostra tesi è che la categoria dei beni comuni è chia- cercato di affrontare la teoria economica in una prospet-
mata a svolgere proprio questa funzione costituzionale tiva un po' meno astratta rispetto ai modelli accademici
nuova - indispensabile in tempi di globalnzazione eco- dominanti. Il neoistituzionaiismo si prefigge di owiare
nomica - di tutela del pubblico nei confronti tanto dello al calo di prestigio interdisciplinare che gli eccessi della
Stato quanto del potere privato. Questa mi pare la sfida rappresentazione matematica formale hanno causato all'e-
che ci attende e che intendo lanciare alla cultura giuridica conomia, <<regino> delle scienze sociali. Il successo accade-
e politica. Lo studio ela mihtanza per i beni comuni mi mico è arriso al neoistituzionalismo a partire dai tardi anni
collocano in radicale opposizione rispetto a quanti fra i Ottanta (in pieno trionfo politico del principale prodotto
miei colleghi partecipano (per ingenuità o interesse) alla della vecchia ortodossia formale alla Chicago) e il Nobel
costruzione di un sistema di pensiero (anche accademico) è stato infatti conferito a diversi fondatori (tutti rigoro-
la cui logica di breve periodo insiste a presentare immagini samente statunitensi) della Intemational Society for New
capovolte della realtà. Occorre piuttosto creare consape- Institutional Economics, fra cui Ronald Coase, Douglass
volezza pubblica della drammatica necessità di ricostruire North e Oliver \fi/illiamson.
le nostre istituzioni in modo coerente con la necessità di Non tutti coloro che da tempo si occupano di «be-
conservare e promuovere i beni comuni, mostrando in- ni comunb> o di <<comune» (infelice la traduzione <<beni
nanzitutto la profonda rivoluzione culturale che ciò ri- collettivb> adottata in italiano per il volume di Ostrom)
chiede. Chi precipitasse bendato da altezza molto elevata hanno festeggiato il Nobel conferito a questa area di stu-
prima di schiantarsi al suolo potrebbe pensare di volare. di. In effetti, al massimo riconoscimento accademico se-
Ma i dati sul cambiamento climatico prodotto dall'uomo gue inevitabilmente l'atffazione del suo oggetto nel cuore
che ci provengono da Cancun ci dicono che non stiamo della ricerca <<scientific»>, ciò che, nell'ambito delle c.d.
volando. E non sono sufficienti né Ia fede incrollabile nella scienze sociali (l'economia è la sola fra queste a ricevere
tecnologia, nell'innovazione e nel progresso, né I'emargi- il premio!), comporta un appiattimento sui presupposti
nazione politica e culturale violenta di quanti dicono che fondamentali del pqsitivismo scientifico. Oggi, tuttavia, la
non stiamo volando a cambiare la realtà delle cose. distinzione ontoiogica e insuperabile fra mondo dell'esse-
Da quando, nel 2009,I'economista statunitense Elinor re (ambito dei fatti) e mondo del dover essere (ambito dei
Ostrom ha ricevuto i1 premio Nobel per l'economia per i valori), su cui si basala scienza,economica, è screditata sul
suoi studi sui <<commons>> (beni comuni) e in particolare piano epistemologico e non è per nulla adatta allo studio
per un suo libro del t990, Goaerning the Commons,la dei beni comuni. Essa, infatti, emarginala dimensione po-
materia dei <<beni comuni>>, o più in generale del <<comu- Iitica di ogni problema, provocandone la riduzione a una
ne», ha compiuto un salto di qualità, diventando una vera dimensione tecnologica (o tecnocratica) e accademica ine-
e propria <<parola chiave>> del panorama internazionale. vitabilmente riduttiva. A ben vedere Ostrom non Àa che
Tuttavia, il premio Nobel per l'economia certifica innan- contestato la rozza applicazione del modello delf'homo
zitutto l'ortodossia scientifica raggiunta da un certo filo- -
oeconornicus massimizzatore individualista delle utilità
ne di pensiero e pone conseguentemente a rischio la sua di breve periodo, slegato da ogni relazione sociale capace
utlizzabittà. non ambigua in chiave critica. In effetti, il di produrre un limite - al problema dei beni comuni. Ta-
lavoro della Ostrom si colloca al centro di un'evoluzione le critica, rivolta principalmente al noto saggio di Garrett
del pensiero economico, il c.d. neoistituzionalismo, che ha Hardin, La tragedia dei comuni, ha ottenuto un successo
accademico tanto straordinario quanto quello del suo ber- conservazione di un pianetavivo. Per farlo occorre innan-
saglio. Essa tuttavia non ha geneiato nella comunità scien- zitutto sfidare la spessa coltre ideologica che li sostiene.
tifica ilpieno riconoscimento, anche politico, delle rivolu- Se in generale la <<depoliticizzazione>> delle scienze so-
zionarie conseguenze della collocazione dei beni comuni riali è il peccato mortale dell'accademia (soprattutto di
in posizione centrale fra le categorie del giuridico e del quella americana, oggi egemone), in particolarè nell'ambi-
politico. In effetti, lanotaparabola di Garrétt Hardin (ve- to dei beni comuni essa sterilizza il potenziale trasforma-
di infra), criticata da Ostrom, aveva portat o L mainstream tivo profondo di questa nozione. Il tema dei beni comuni,
accademico a considerare il comunè come luogo del non infatti, riguarda la questione fondamentale del dominio e
diritto per eccellenza. In quest'ottica, molti ecoiomisti (e del rapporto fra persone e natura. Pertanto, esso non può
scienziati sociali che seguono il loro esempio) finivano per essere affrontato e men che meno compreso senza tenere
fondare le proprie_teorie sull'immagine-di una persona ben al centro del palcoscenico la dimensione istituzionale
che, invitata ad un buffet in cui è libÉramente aciessibile del potere e della sua legittimità. Di consegtrenza,il princi-
molto cibo, si awenta su di esso cercando di massimiz- pde bersaglio critico di questo Ma ntfesto per i beniiomu-
zare l'ammontare di calorie che riesce a irnmagazzinarc ai è costituito dall'assetto istituzionale fondamentale del
a spese di tutti gli altri. IJingordo homo oeconornicus jn potere globale oggi dominante: la tenaglia fra la proprietà
un tale contesto comune consumerebbe perciò la massima pivata, che legittima i comporramenti più brutalidella
quantità possibile di cibo nel minor tempo possibile, com- moderna corporation, e la sovranità statuale, che instanca-
portandosi così in modo efficiente. Osìrom ha mostrato biLnente collabora con la prima per creare sempre nuove
come tale modello comportamentale, fondato sui postu- occasioni di mercificazione e prwatizzazione dei beni co-
lati dell'economia tradizionale, sia antropologicamente muni.
inadatto a descrivere qualunque relazione delliumano in Presenterò qui il tema dei beni comuni in una prospet-
carne ed ossa col mondo reale. Tuttavialacritica neoistitu- tiva nettamente fenomenologica e «indisciplinata>, rifiu-
zionalista, cercando di curare l'economia dall,interno del tando innanzitutto la separazione «discipliÀare>> fra giuri-
suo stesso_p-arudigma, non ha tratto alcuna conseguenza dico, economico e politico. Considero inoltre non separa-
politica dd.fatto che tale modello di soggetto avido"e buli- bili, nella mia prospettiva contestuale, ranro la dimeniione
mico descrive invece assai accuratameniè i comportamenti <soggettiv»> da quella <<oggetriva> quanto la dimensionè
delle due più importanti istituzioni che popolano il nosrro dcll'<<essere>> da quella dell'<<avere>>. Ritengo perciò fon-
mondo. Tanto la modema società per aLioni (corporation) damentale, nello studio dei beni comuni,la piàna integra-
quanto il moderno Stato sovrano, infatti, tendono a com- àone fra ambito teorico e prassi politico-sociale, perché
portarsi rispetto ai beni comuni esattamente come l,avido la piena tutela dei beni comuni richiede innanzitltto la
invitato al buffet: essi mirano sistematicamente alla mas- piena coscienzapohtica della loro centralità. Il solo modo
sima acquisizione quantitativa di risorse a spese di altri. di interpretare la battaglia per i beni comuni è nell'ambito
Questi soggetti, motivati rispettivament. dull'interess. di una visione del mondo ecologica e non economica, che
degli azionisti (e dei manager) e da quello nazionale (e dei faccia tesoro di quanto insegnano le nuove scienze della
leader politici),_pongono in essere io-portumenti miopi vita e della terra. I beni comuni non sono - come del resto
ed egoistici, dalle conseguenze catastroflche per tutti, cÉe I'intero reale - un insieme di oggetti definiti (<<tagliatb>,
vanno denunciati e combattuti, nell'intererrè d.[",i.rm nel senso di Bergson) che si possono studiare in labirato-
rio e guardare dall'esterno secondo la logica cartesiana e valori politici la cui compatibilità con l'ideale comunitario
l'osservazione empirica. Essi rivendicano invece un sapere non può esser data per scontata.
che associa, connette, e scopre nessi fra l'insieme degli es- Pensare ai beni comuni significa innanzitutto uttfizzarc
seri viventi e le condizioni - fisiche, chimiche e culturali una chiave autenticamente globale, che pone al centro il
problema dell'accesso e dell'uguaglianza rcale delle pos-
- del vivere in comune. Proprio l'opposto di quanto fanno
gli economisti, compresi i cognitivisti, nei loro tentativi sibilità su questo pianeta. Il che inevitabilmente pone do-
sperimentali in laboratorio. mande non agevoli a chi mostra fede incrollabile in un mo-
Il rischio che voglio scongiurare con questo Manifesto dello di sviluppo virtuale e tecnologico che si fonda senza
è infatti che il discorso sul comune, una volta collocato nel soluzione di continuità sulla predazione di risorse naturali
mainstreana accademico e scientifico, finisca per diventa- (in particolare le c.d. terre pesanti) a favore di un versan-
re un buzzutord del post-crisi, analogamente à molti altri te soltanto del «digital divide». Questo Manifesto, qurn-
(da <<sostenibilitb> a <<green economy>>), perdendo il suo di, non assume la coerenza teorica e pratica fra il mondo
rivoluzionario potenziale teorico e di prassi per assumere vhuale e quello naturale in materia di comune, ma nello
connotati politicamente ambigui. Che questo rischio sia stesso tempo non sposa mabipartizione netta che separi
presente e che, anzi, in molti casi possa quasi considerarsi i due ambiti. Una delle più importanti acquisizioni del la-
una realtà, risulta palese se soltanto ci si awicina all'ab- voro sul comune è proprio l'abbattimento di una quantità
bondantissima letteratura teorica in lingua inglese sui beni di barriere reali o virtuali che separano i diversi ambiti,
comuni, in gran parte prodotta dal movimento lanciato cercando di offrirne una fenomenologia che faccia tesoro
dallo studioso statunitense Lawrence Lessig e noto come degli apporti che derivano dalle più diverse tradizioni di
<<creative commons>>. Questo ideario si basa su esperienze ricerca. Coerentemente, la fenomenologia del comune che
di grande successo globale, come il c.d. <<open source>> andiamo cercando presenta una componente conoscitiva
(Linux), l'enciclopedia \X/ikipedia, o lo scambio <<peer ro e una militante profondamente legate I'una con l'altra.La
peer>>, per sferrare un giusto (e fin qui largamente impo- prima mira ad un percorso iniziale di posa in opera di una
tente) attacco ai sistemi dominanti della proprietà intel- nozione di beni comuni che sia istituzionalmente possibile
lettuale senza tuttavia superarne i medesimi presupposti e capace di ridurre ad unità una quantità di ambiti diversi,
giuridici individualisti e contrattualisti. Il rischio è che die- senza tuttavia degenerare in una specie di parola d'ordine
tro l'immagine della comunità virtuaie qeativa (<<creative alla moda, asttatta, ambigua, eccessivamente generica. La
commons>>) si nasconda una forma estrema di liberismo seconda muove dalla consapevolezza che la fase dell'accu-
<<nozickiano>>, solipsistico, etnocentrico, ottimista e a fi atti mulazione oigrnaia di cui parlava Marx nel Capitale sia
perfino narcisistico, rappresentato per esempio dal diret- tutt'altro che esaurita, ma anzi costituisca un corutinuum
tore della rivista <<§(/ired>>, nonché autore di un bestseller storico che ancora spiega le politiche dominanti sia al cen-
internazionaie significativamente intitolato F re e. In questo tro sia in periferia. In effetti, come ebbe a dire Carlo Maia
senso, l'immagine di Intemet come un nuovo <<commons Cipolla in un brillante saggio di qualche anno fa (Uomirui,
globale» e le stesse potenzialità emancipatorie delle co- tecnicbe, econonryie),le generazioni successive alla c.d. rivo-
munità virtuali (da Facebook a Twitter) vanno considera- luzione scientifica sono paragonabili ad un fanciullo che
te con grande cautela in un'operazione di posa in opera abbia scoperto il modo di aprire un forziere in cui sono
istituzionale dei beni comuni, proprio perché portatrici di conservate fortune immense che le pass ate genetazioni non
sape]/ang.+ possedere né erano in grado dt utitzzare.
parrire dalla prima modernità, diritto] tecni.,
A dente deve la sua_primarlu (oggrmessa in discussione per
.d ..orr*iu la prima volta nella moderniià). Ltaccumulazio"" i"di"i_
si sono così alleate per costruire I'immaginario dell,antro_
dtrahzzata dei beni comuni è prima di tutto un processo
pocene, promuovendo a <<scienza>> il godere (dissipandole)
idmlogico di costruzion e, natutakzzazione,conservazione
delle ricchezze conrenure nel forzieÉ t.r*."q ir.,-fià, e-allargamento di un immaginario ndividualizzato capace
gas, acqua.dolce profonda), risorse naturali
.h" ;;;;;l
siamo produrre e che non sono naturalmente riproducìbili
di
-conquistare
sempre nuòvi spazi, «luoghi .o-urri» di
ori si è progressivamente cancellata la coscienza. La stessa
se non in milioni di anni. euesto-imm agSnaiof."a, q""n, locuzione <<luogo comune>> lo fa coincidere con una bana_
scienza dello sfruttamento rapido ed àffi.ient.
aa tàr.À
che da trecento anni chiamiaÀo..o.romi". F4, .-o:i denigrandolo e rendendolo ideologicamenre de_
bole di fronte all'<<idea originale» che può soltanto
I-immaginario moderno assume come naturale, quan_
to il. sorgere e il tramontare del sole, lo sfruttamento dei individuale e privata s.coÀdo i dettaÀi (che "ir...
non a caso
conquistano sempre nuovi luoghi comuni) del diritto della
beni comuni tramite un processo di consumo che ne
proprietà intellettuale. In questo quadro, accumulazione
costituisce un'inevitabile prwatizzazione a favore
ài .ni ongjn-aia attraverso la conquista di beni o se si prefe_
(individuo, comunità, Stato, cultur u, orguiirrurione) -
glio - owero in modo più efficient. _,igoa..r. -._ risce luoghi - comuni è oggi anche la prwatizzaziòne di
profitto. Cgme già sappiamo, ruttavia, i bLi comuni
.;;; quanto rcaluzato in comune con la fiscaiità generale (frut_
non ro del lavoro di-tutti), cgme i sisremi di t.uspàrto pubblico,
possono ridursi a meri oggetri (risorse naturali);
;rri, irr_ h reti delle utilities e delle telecomunic azioni,lo wil"ppo
fatti, assumono valore in qùanto intimr-.o,. ..iid;;irlù urbanistico, i beni culturali e paesaggistici, le,..rol. (iri"_
vita. Ne segue che lo sfrutiamenro non risparmia gii"r.oi
se-in senso
viventi, f.erché è la forza della loro coopàrazionà ?Tpio come culturu e .onòscen za), ghospedali
sociale e in generale le strutture che fondano la convivenza civile
che dà valore al comune e produce ,irrh[i^per.hi
se ne (compresi la dife5a, le carceri, i sistemi di disposizione
appropria.-Ecco quindi che il processo di uciumulazione dei
necessita della mercificazione, i cui presupposti
rifiuti e molti altri). I processo di sviluppo conrempora_
sono la neo dunque, al centro come in periferia, è *"o, oggi _ .
moneta, la proprietà pivatasulla terra e il lrrrt.o,dr.luto,
invenzioni umane che, hanno il fine di astrarre a scopo
mn certo solo all'origine - il frutto di un procesro dil..r_
di mulazione sotto forma di trasferimento ad interessi priva_
cgllercio valori qualitativi di per sé unici..ror.iprodr_ ti, sempre più spesso sotto forma di grandi corporatiàns, di
crbrli (terra, tempo della vita e scambio qualitativo
sono in beni comr-mi. E compito della cultura critica sielare, stori_
nratur.a unici e irriproducibfi). In quadro teorico, ozzandolo,questo immaginario colonizzatodalla ..scienza
che risulta assai nitido.:e sj p9n9 al -questà
cenmo la prospettiva economico> che inconsapevolmente ci consegna immagini
del comune e non quella deil,individuo,lt..rrmulrrio.r.
rovesciate della
originaria su cui si fonda il capitalismo non può ridursi _realtà, facen do compiere all,ùmanità pàssi
alla forse irreversibili verso il baruffo. Un esempio: proprio nei
recinzione dei beni comuni in Inghiltema, contro
cui già giomi in cui a Cancun erano in corso vertiè e controverti_
si scagliava Tommasblloro scrivEnd" lr.r, UnpA
nizio del XVI secolo. Né essa è soltanto l,assoggertamen_
rt-, ce sul clima, e in cui un primo studio indicava per iI2010
rm significativo aumento di produzione di CO, rispetto
to.violento di luoghi e persone (il saccheggioii"l .orro
e12009, un arricolo sull'<.usciìa dalla crisb> p"bbi.rà,J
della conquista dell'Africa o delle Americ-É, cui I'Occi_
maggiore quotidiano italiano, «la Repubbliiarr, afirma di
un autorerole inviato, veniva intitolato (purtroppo non Il quarto capitolo discute possibilità e limiti di un ritor-
ironicament e): Seconde case, auto e tanto lisso. I ìònsuma-
no del comune interrogandosi sulle trasformazioni della
tori cinesi saluano il mondo («la Repubblica>>,7 dicembre 'cultura e della comunicazione. Il quinto capitolo discute
20L0, p.35). possibilità e limiti di un ritorno del comune interrogando-
Mi pare quanto mai necessaria una radicale riconversio- si sulle rasformazioni della politica e delle istituzioni. Il
ne del modo comune di pensare, capace di trasformare la
sesto capitolo affronta criticamente l'emergente tendenza
retorica denigratoria dei <duoghi comunb> in un <<senso co- a considerare Internet come il luogo di ogni possibile libe-
mune>> (invertendo l' accezione individualistica, ma senza ruzione e cerca di contrastame l'egemonia culturale come
spegnere l'ardore del rivoluzionario americano Tom Paine paradigma del comune. Nelle conclusioni, infine, vengono
nel suo Comrnon sense del1776) diverso da quello oggi riepilogati i temi discussi e descritti i tratti minimi della
stravolto dalla privatizzazione dell'immaginario. Questo rivoluzione necessaria.
-
mutamento generale di sensibilità capace di porre al centro
il comune mi pare condizione necessaria, ancorché non suf- Ho contratto molti debiti durante la stesura di questo li-
ficiente, per un'autentica inversione di rotta assolutamente bro. Voglio qui menzionare quelli con amici, colleghi e
indispensabile per allontanare l'umanità dal baratro. È p.r- compagni che con me si sono impegnati nella redazione
tanto doveroso operare anche sul piano tecnico-giuridico, e nella difesa dei quesiti referendari sull'acqua pubblica:
svelando, denunciando e correggendo al più presto, l'a- Abero Lucarelli, Luca Nivarra, Stefano Rodotà, Gaetano
poria di fon do con se gnataci dalTa tr adizione costituzionale Azzariie Gianni Femara; quelli con i compagni del collet-
Iiberale nell'ambito di un insostenibile squfibrio nel siste- tivo del <<manifesto>>, che con me quotidianamente lotta-
ma delle tutele che favorisce la proprietà pivata rispetto no per mantenedo come bene comune di tutta la sinisffa;
a quella pubblica. Ecco emergere qui tutta l'importanza e quelli con colleghi e amici, in particolare Saki Bailey e
teorica e pratica dell'elaborazione tecnico-giuridica di una Peppe Mastruzzo, con i quali si cerca di portare avantiuna
nozione di beni comuni (o se preferiamo diproprietà comu- piccola buona prutica di università bene comune, l'Inter-
rue) come istituto diverso, alternativo rispetto al dominio national University College di Torino.
sia privato sia pubblico, ma assolutamente necessario per
il riequfibrio dei rapporti fra questi due. AireJi,24 giugno 2011

II primo capitolo discute l'attuale conresto giuridico-poli-


tico e mostra come gli assetti della globalizzazione econo-
mica ed istituzionale, interpretati in chiave neomedievale,
rendano maturi i tempi per la riemersione del comune.
Il secondo capitolo afl{ronta le radici storiche delle istitu-
zioni moderne e mostra come il comune sia venuto col-
locandosi fra l'incudine e il martello di proprietà pivata
e Stato sovrano. Il terzo capitolo offre una tassonomia e
una fenomenologia del comune come presupposto per
la sua comprensione e interpretazione politico-culturale.
Capitolo primo
TRASFORMAZIONI GLOBALI IN CORSO.
IL NUOVO MEDIOEVO

IJatteggiamento dei cultori di ogni disciplina sociale (di-


dtto, economia, sociologia, antropologia, scienza delTa
politica ecc.) di fronte alle complesse, contraddittorie,
profonde e rapide trasformazioni globali è assai mutevole
nel tempo e nello spazio. Non è opportuno perciò genera-
lizzarc. Mi interessa nondimeno tratteggiare brevemente
il contesto che ha prodotto l'ideologia che ancor domina
la «tarda globaluzazione>>, quest'ultimo decennio circa (e
primo decennio del nuovo millennio), in cui la tematica
dei beni comuni sta prepotentemente riemergendo in tut-
ta la sua rivoluzionariapottata.
In questo capitolo cercherò di dar breve conto tanto del
prodursi della narrativa dominante a livello globale quan-
to di quella recessiva, soffermandomi sul rapporto attuale
Éa le due, così come illuminato dalla questione dei beni
muni. I piani del discorso non sono omogenei. Infatti
h prima, narrativa egemonica, costituisce un'evoluzione
iblogica in gran parte coincidente con il dominio cultu-
rrle e politico degli Stati Uniti, attraverso l'utilizzazione,
.'rne apparato ideologico, della scienza economica ivi
irsegrrata e studiata. La contronaffativa si fonda su espe-
tfuze di lotta per i diritti delle comunità oppresse dallo
rniluppo capitalistico globale in vari contesti del pianeta
hoprattutto, ma non solo, nel c.d. Sud globale), sicché il
erc impatto accademico, relativamente recente, è ancora
largamente marginale. Il rapporto fra questi due modi di kttura, proposta da economisti che proprio in quegli anni,
vedere il mondo è profondam..rt. .orrflittuale sul piano da Chicago, sferravano un attacco decisivo d, paradigma
politico.e la questione dei beni comuni sembra svolgere il keynesiano (da tempo tacciato di statalismo da Friedrich
non facile ruolo di cuscinemo (o oggetto del conteridere) von Hayek, Ludwig von Mises e Milton Friedman), con-
fra i due campi. sacrava la proprietà privata a strumento principe per evi-
.Nei primi anni Novanta del secolo scorso si possono tare la tragedia che necessariamente sarebbe conseguita al
collocare i primi studi accademici volti a riscattaie i beni mantenimento delle risorse in comune. Si ribadì così che i
comuni dalla <<damnatio memoriae>> in cui li aveva rele_ beni comuni (altri esempi tragici fondati sulla stessa logica
gati il famosissimo saggio di Gamett Hardin, La tragedia erano i pascoli sovrasfruttati dall'eccessivo numero di pe-
dei comuni, pubblicato sulla rivista <<Science>> nel igeS. core) erano luoghi di ruon diritto (e vedremo come questa
In quel saggio il noto biologo e demografo americano, ve_ ktura fosse tutt'altro che nuova da Hobbes in avanti),
ro guru di un diffuso movimento neo-malthusiano volto che potevano essere efficientemente govemati soltanto
a diffondere I'uso della contraccezione nei paesi poveri, tramite la pdvatizzazione, che (dando loro un prezzo) ne
aveva presentato una sorta di versione aggiornata, poco limiava l'accesso e il consumo eccessivo. Questo argo-
tecnica e di agevole lettura, delle ragich.!"f.rr.. téggi ai m€nto, pur screditato accademicamente da hnga pezza
Ricardo, secondo le quali l'umanitisarebbe stata neces_ (e il merito della sua confutazione ortodossa va a Ostrom,
sariamente condannata alla miseria. Infatti, in mancanza cte in verità reinventa quanto Engels aveva scritto oltre
di una disciplina esterna capace di porre iirrriti ,l .orrr_ cento anni prima), echeggia ancor oggi nelle affermazioni
poftamento naturale degli esseri viventi, questi crescono «ld propugnatori sedicenti ecologisti della pivatizzazione
numericamente fino a che il cibo ne .orr.rtu la riprodu_ dei servizi idrici, secondo i quali imporre un caro prczzo
zione. Così facendo gli umani si condannano necéssaria_ dl'acqua costituirebbe la soluzione contro gli sprechi.
mente alla miseria conseguente al processo di riduzione da Il zuccesso delTaTragedia dei comuni non può spiegar-
consumo eccessivo delle risorse a disposizione. Sebbene si completamente se si dimentica il clima culturale del-
il saggio di Hardin rifiutasse la possibilità stessa di ..rirol_ h Guera Fredda e i relativi intensi investimenti in quei
vero> problemi di tale portata, lompendo espressamenre dipartimenti di Economia che si stavano dimostrando
con I'atteggiamento tecnocratico eà ingegneristico della dù zelanti nello screditare ogni lettura marxista o anche
tradizione anglo-americana, esso ricevetÉ ina lettura assi_ qltanto keynesiana dei processi economici. Non bisogna
milativa (e politica) nell'emergente ortodossia accademica mrdare che comnzons e corTtftzufiisrn condtvidono il pre-
d'oftre oceano, ottenendo lr, ,.rccesro straordinario per §sso! In ogni caso quelli furono gli investimenti accade-
un'idea che in realtà non conteneva. Infatti, la trugidiu mici c-he negli Stati Uniti portarono, proprio intomo agli
dei comuni, esemplificata atrraverso il caso a aiu"rr?.o_ rni Settanta, al proliferare di cattedre affidate ad eco-
munità di pescatori ciascuna delle quali intensifica ecces_ rxrnisti vicini alla Scuola di Chicago perfino nelle facoltà
sivamente la pesca perché sopporta soltanto una fuazione fi Giurispru denza e nei dipartimenti di Scienze politiche,
del costo complessivo deil'impàverimento del putrimonio progressiva sower-
"rrr un'impressionante e conseguente
ittico, mentre fa proprio l'intero beneficio di br.,o. p"_ fue del rapporto teorico (e in seguito anche pratico) fra
riodo del pesce che riesce a cattutate, venne tosto leita irdnrzioni pubbliche e mercato. In effetti, per la prima
come una teoria normativa della proprietà privata. mha nella storia dell'Occidente, si abbandonava esplici-
euesta
tamente la.stella polare della <<giustizia>> come
criterio di (governi, parlamenti) e quelli dei cittadini cheli
organizzazione sociale teoizzaido, sulla scia -rrgeno
dl chicago
dell,econo- mao (o più spesso si astengono dall'andare a votare per
Ti:li (e premio
drrrtto dovesse <<mimare
Nobelj R"nald ò;;, ;il; di un vero interesse) sarebbero tutti spiegabili
il mercato>>, accreditandori .orn. -,ta.',,a
d{o stesso processo ruzionale. Questo modello compor-
ordinamenro giuridico desiderabile romì"rr,. rnwrtale consente di applicare alla dinamica politica di
neila mi-
sura in cui p-romuovesse l,efficienza economica.
euesta
vìsione, poi diventata egemonica a li"exo int..r,uio.rJ.
na democrazialibenle le <deggi economiche>> della sod-
tdr-ions del consumatore (in realtà un semplice model-
dopo la caduta del muro"di Berlino, ilG,
ogni controllo pubblico sul mercaro. u
d.ldi;tir;; h domand a- offerta) . I-limp atto psicologico del successo
-rggior"."glor", firuna tale teoria della massimizzazione anche al di fuori
con Keynes, la regolamen r^ii"iZ d"f ;,
T_ryI,:Ti* U*; ffi'accademia fu immenso. Infatti, mentre fino a pochi
state. ll mercato venne così promosso, sulla scia di Hau.k mi orsono dire di un politico <<quello vuole solo essere
(che riportò la lancetta indietro
di ,;;;li, ;;lir,ì i"lr.i ride+to>> 6asmetteva un segnale di denigrazione, oggi que-
ad.Adam Smith), a perfetto mod.llo di'*tòr.golr*";_
tazione, fondato sugli. istituti giuridici iàndam.rtali d.l_
Ia proprierà privata,.della responsabil]tà per
{e quate un politico ruzionale e realista non può che sot-
colpa e dei
contratti,.interpretati corrr. nòrme efficienti (il
rtare. E in effetti, se da un lato Obama viene largamente
ffi;; uoho per aver razionalmente rispettato una percentua-
le.ofco.dg quesra visione è il giudice f.d.rrl.'dit[f.rìà le molto deludente delle sue promesse di cambiamento
Ricàard Posner). Nel rinnova"to quud.q dominante
vello accademico ma g9h9 m9diaii..,-"L" pi,i
a li_ - «Che ci potevamo aspettare? che si mettesse dawero
e il dirìtià omm le banche, le assicurazioni ed il Pentagono? Deve
a dettare.le rggole ed i limiti d.ll,rni"ita
..onomica valu_ csse.e rieletto!>> -, dall'altro lato politici che si dimostrino
(in
l,Tdgr: chiave di giustizia)l,u--irrititi;. È;il;;;; Edeli a un'ideologia vengono spesso descritti come fanati-
l^f,l,t^t.e1g S.tla compatib^ilità del diritto con le'esigenrà
dell attlvtrà economica (efficienza) a determinarn.
ci e irrazionali e malvolentieri ammessi nei <<salotti buoni>>.
l,à'...t_ Corollario di questa trasformazione culturale, squisito
tabilità. Nella locuzione dimoda
"ggi,
.À. ;;;h;
".fr.ggi;di casa
nel discorso pubblico d.gli ..o,oriirii_opi"ì""irti
prodotto delle teorie accademiche dominanti nelle grandi
università e nei think+anks statunitensi (finanziati genero-
nostra, il diritto deve essàre <<market fri.irdlpr,
amico del srmente da corporations e fondazioni conservatrici), si rin-
mercato.
vieoe neila promozione di diversi comportamenti privati,
Up n199"9rg del tutto analogo si svolse nei diparti_
uadizionalmente visti come patologici e oggi invece non
menti politici,.dapprima ffasforàando lu ,isione
tàrica solo divenuti fisiologici, ma perfino incoraggiati. In effetti,
e poi, rramite il solito premio Nobel, producendo
patto diffuso sul modo di pensare . ,"ttu
m i__ se un sistema giuridico e istituzionale <<market friendlp>
.orrrrp evolezza (che mima il mercato) è desiderabile, desiderabili (e da
generale.
/ames Buchanan, co-autore sul finire à.gli ,""ì ralutarsi solo in chiave diefficienza) sono altresì i compor-
Sessanra di un ]ibro dal titolo.iu"lrtorqll imU7:it
t1?)o:r!r:pose un paradigma.di ricerca, noto come
ià* tamenti che ne determinano il raggiungimento. Vengono
blrc chorces>>, secondo cui gli uomini politici
<<pu_ mì avanzate un gran numero di teorie evoluzioniste del
sarebblro diritto, secondo le quali le regole giuridiche efficienti sono
dei «massim izzatoi- razionali delL p"rri[ifira
di .r.... iio quelle per il raggiungimento delle quali più si <<investe>>.
lettil>. I loro comportamenti, qr"Ui a.l.iiituzioni
che Ii Linvestimento nella lite giudiziaria passa tramite il reclu-
tamento dei migliori awocati, al fine di sottoporre le re_
e lirello intetnazionale con l'appellativo di <<consenso di
gole che limitano l'attività di mercato (come per esempio ILshingto»>.
le regole del diritto del lavoro poco flessibili) u .""tdJà
Troppo vasta e dettagliata per discuterne qui è la let-
sfide giudiziarie, fino u che esà non verranno <<natural-
tnrtrra che dimostra come Fondo Monetario Internazio-
mente>> abbandonate da un cambio di giurispruà;nà
evolutivo. Naruralmente, gli interessi più fa"colto;iG;il;
de (FMI), Banca Mondiale e Organizzazione Mondiale
dd Commercio (§7TO), insieme a moltissime altre orga-
corporations) investono di più in awoìati pir: bravi
ha meno soldi (lavorarori, consumatori, àggetti debolii
e chi &aÀol internazionali meno note (nel panorama del
resiste per meno tempo e in modo *.rro
&itto globale a fronte di circa 200 Stati ci sono, a se-
ralmente in questa logica non è l,efficienza"frLu...
Nrtr_ mda di come le si censiscano, dalle 400 alle 4000 orga-
tpr"Àoro a, *rooàoni intemazionali sovrastatuali), siano divenuti i
glest-a visio-n9 competitiva ed evolutiva) a dàversi
far ca_
rico dei problemi di uguaglian za o digiustizia distributiva
rui «legislatori globalil> del dopo Guerra Fredda. Certo
èche I'aggregato di questi potenti fattori trasformativi ha
che derivano dalle asimmàtrie di poteie (il potere, si ricor_
trEtato, nel trentennio trascorso fra la c.d. rivoluzione
derà, è per I'ortodossia un tema politico, ,io., scientifico)
qan-thatcheriana e oggi, I'intera strutturazione giuridi-
fra quanti possono investire di più . q"rrrii di
-.rro,rài o-politica della modemità (ossia degli oltre trecento anni
processo <<awersariale>>.
Similmente, per quanto riguarda Fcc€denti), fondata su uno Stato sovrano, onnipotente,
. gli <<investimentil> GrEdore del diritto vigente all'interno dei suoi confini.
nel.gloce.s19 legislativ-o, le colporatiois oggi tni"iiÀ"
Come è noto, la costruzione teorica di questo modello di
negli Stati Uniti oltre l'80% dej costi medl?d.;;6;_
gne elettorali per i plncipati incarichi l"gi.lutiui-4";;
frso, emerso dalla pace di §Testfalia (1648), pose fine in
Fanrya alla Guerra dei Trent'anni e fondò sul trattato in-
governatorati e presidenze). Inoltre, p., .ir.r. sicure n'nrezionale (contratto) ogni rapporto fra Stati sovrani.
di
una produzione legislativa <<marker iriendlp> i*._ Gsdalia modellò definitivamente il rapporto fra lo Stato
stono in modo assolutamente <<bipartisa»> (ossia"rrà tanto su hropeo) e il suo territorio su quello ben più antico della
candidati democrarici quanro su repubblicr"i), p"..ÀÉ i"
poprietà fondiaria romafla, una forma di appafienenza
effetti I'ideologia politiia è inefficiÉn,. ,. lo*purara con
il pragmatismo realisra dglle lobby. A tutto cià seguono
oluta (che meglio discuteremo in seguito), del pater fa-
<<naturalmente>> la corsa al centro àeflo ,p.ttro
:ilias sul suo fondo rustico. Sebbene questo modello di
potlti* proprietà (noto come allodio) fosse del tutto minoritario
una visione completamente tecnocratica àel diritto, pro_" mll§rep2 ancora largamente feudale del XVII secolo,
prio perché l' efficienza (ideologia anti_ideologica da iine
csoeveva conquistato una posizione prioritaria nella pub-
della storia) non è amica né dellipoliti.r re d.f,r-gi;;;.
hl[cistica giuridica e politica, proprio in virtù della grande
Quesro mutamento profondo dei punri di,ifJriÀ."i, rmplificazione (rispetto alla complessità relazionale del
d"l
{:1..-q giuridico e politico (abbandono a.Uriirrriiìà pbzdam) rappresentata dal rapporto di dominio assoluto
e dell'ideologia politicà a favore dell,efficienz r),;r;;;;
eincontrastato di un soggetto su un oggetto. E in effetti
to a livello accademico, ha ffovato in diverse importanti
dl'onnipotenza del legislatore nel suo territorio, su una
agenzie internazionali - oltre che nella politica esrera
sta_ qmizzazione largamente gerarchica della sovranità e
tunitense dell'ultima fase della Guerra Fiedda _ i potentis_
m tm unico sistema di fonti del diritto (valide solamente
simi apparati capaci di globalizzarlo e renderlo egemonico
lfintemo dei confini di ogni singolo Stato) si è sviluppato
l'immaginario giuridico moderno. Queste idee, anche no- Contro questo pluralismo, fatto di mediazione e di di-
te come assolutismo giuridico, ancora oggi dominano l'in- ritco prodotio e applicato per così dire «dal sotto in su>>, si
segnamento del diritto in tutto l'Occidente, continuando scontrò p.r s..olila pretesa assolutistica dei nuovi sovrani
a descrivere le cessioni di sovranità statuale come un fatto satuali,^interessati a far rivivere il principio imperiale bi
eccezionale e non come la rcgola nell'attuale situazione zantino di una sovranità politica coincidente con il mono-
globale della c.d. comunità internazionale. polio dall'alto sulla produzione del diritto' La resistenza
Occorre, tuttavia, immediatamente far presente che &il'ordine giuridico (che era poi anche ordine politico)
qualche tipo di coerenza fra teoia assolutiitica e realtà medievale Àp"tto alla modernizzazione assolutistica fu
del diritto fu raggiunta, ancorché soltanto in parte, solo estremamente tenace, ancorché variabile da luogo a luogo
per_ una ftazione molto breve del periodo chè ci separa (anche all'interno dello stesso Stato). In realtà, la teoria e
lnfatti,lo sviluppo giuridicà in
dalla pace di \X/estfalia. h prassi della sovranità furono fra loro coerenti soltanto
Eur-opa fu caratteizzato, come del resto òo,unq.r. altrove, nelie ipotesi rare (e confinate geograficamente) in cui un
da fenomeni di profondo pluralismo e policentrismo, e il ,pp"ràto statuale moderno si dotò di una burocrazia, di
c_. d. ordine giuridico medievale, descritio magistralmente ,ia polizia e di un sistema capillare di corti di giustizia.
d-a Paolo Grossi, restò molto significativo in Europa ben Ciò àwenne in Europa solo in casi relativamente eccezio-
all'interno del XIX secolo, anche a voler tacere della stra- neli e tardivi, come in Francia con il modello napoleonico,
grande maggioranza dei luoghi del mondo in cui esso non o nella Germania bismarckiana o nell'Inghilterra vittoria-
è mai cessato. Il Medioevo infatti era caratterizzato da:crr- v.L-lassetzione della sovranità politica <<dall'alto in bas-
gran numero di fonti del diritto in vigore su uno stesso so», con il relativo monopolio del diritto, fu un proces-
territorio, fra loro scarsamente coordinate ed in rapporto so politico di importanza epocùe, cmattetizzato sempre
da un'impressionante
certo non gerarchico. Esse in parte erano locali, a màtrice -indipendentemente dai suoi esiti -
nettamente consuetudinaia o di produzione dei piccoli dme di violenza nei confronti di quanti resistevano per
signo_ri feudali (nella concezione medievale, fra le pèroga- difsrdere l'ordine antico. Torneremo su questi temi più da
tive del proprietario fondiario vi era quella di amministia- vicino quando paderemo del grande processo delle <<re-
re la giustizia fra i suoi contadini), in parte statuali (dove cinzioni» dei bèni comuni in Inghilterra (e altrove). Oc-
entità protostatuali erano presenti, come per esempio nei orre però ricordare subito che gran parte della resistenza
comuni italiani) e in parte sovrastatuali, còme il diritto ro- dla màderni zzaziofle eall'assolutismo statuale fu condotta
mano insegnato nelle università e applicato, un po'ovun- (ed è tuttora condotta in molti luoghi del globo) proprio
que e indipendentemente dalla sovranità statuale, come in difesa di quei beni comuni che nell'ordine giuridico
ratio scripta nei giudizi più significativi e nelle formulazio- medievale .ottitrri.rrrro non solo un'importantissima base
ni notarili. A ciò si aggiunga che il principio della rerriro- di sostentamento dei ceti contadini e antgiani, ma anche
rialità non eru aff.atto dominante, pèrché molto diritto era rm sistema politico partecipato e legittimo (naturalmente
applicato, sullabase del c.d. principio dipersonalità, come lasciando dà parte ogni mitizzazione romantica) di auto-
statuto della persona. Ed ecco quindi chè il diritto canoni- govemo delle popolazioni autoctone' Owiamente la sto-
co si applicava ai soli crisriani, il diritto musulmano ai soli Éoerafia dominante, scritta nella prospettiva dei vincitori,
fedeli, il diritto commerciale ai mercanti e il diritto delle denigra in ogni modo questi fenomeni di resistenza e non
varie gilde, corporazioni e mestieri ai rispettivi membri. di rado ne éondanna la memoria. Tuttavia, è sufficien-
10 11
leggere_-le testimonianze dei cafoni di Fontamara
Lq o di modemità sarebbe dunque una breve e circoscritta paren-
Eboli. (Le.l]issime_proprio quelle sull'acqua), lrr.lut..i
d, esi che separa due fenomeni di pluralismo e policentri
Ignazio Silone e Carlo Levi in alcune fra lL pagine più
belle
della nostra lefteratura, e compararle .o, là dér.ririoni
m: quello medievale quello contemporar.o. O.u, p,.r.
!
aà mntando la brutale schematizzazione che ho dovuto-se-
brigantaggio offerte aài UUri'aii.r;;;;iÈ nosrre scuote
guireperragioni di spazrgrè chiaro che nel quadro sopra
per capire la potenza ideologica dell,assolutismo politico .l""critto il processo di globaluzazione e di ptlcentriào
e giuridico.
ghridico noto come <<neomedievalismo» non può lasciare
E sufficierrte qui osservare come gli spazi politici del irlifferenls lamateiadei beni comuni. In effeiti, sebbene
comune (ossia dell'or ganizzazionegi"Iidico_poi hir;;;udi_
zionale, fondata sul godimento aut;gestiro aài f."i.à-" EDrn parte dei giuristi paia non essersene dawero accorta,
&€no-a giudicare dai curricula delle facoltà di Giurispru-
ni da.partedi popolazioni autoctonJche con essi vivono in ,l"rtza dt tutto l'Occide,n1e, il panorama giuridico politico
srmblost) sl accrescano in modo inversamente proporzio_
nale oJla forza centrali zzatice dello Stato ."aÉr"o. t.,
ffiessivo alfacadutadel muro di Berlino riallontana anni
a_ hce la teoria fuoriuscita dalla pace di rVestfalia rispetto
tri termini,laddove le istituzioni dello stato sono forti sul
territorio e riescono a rendere coerenti lateona.luprrrri
& realtà del diritto vivenre. In èffetti, anche laddo,oÉ l,ur-
nhrtismo giuridico e la capillarità del controllo statuale sul
dell'assolutismo (monopolio sul diritto *11, t._ :rritorio si sono maggiormente awicinati al modello del
"i"I""'r,nella
gittima) i beni comuni (e le comunità di "riferimento)
loro dimensione politica e giuridica odal sotto in su>> si Ilgprietario assoluto (Europa occidentale, Stati Uniti) la
rattrappiscono e tendono a sparire (a favore del binomio fuhnazlone ha fano dellè cessioni di sovranità la regola
c no1-più l'eccezione. A maggior ragione se si prendé in
proprietà-privata- Stato). A scòpo esemplificativo, sarà
suf_ orcidelsisne l'intero globo (interamente coperio da Stati
ficiente identificare due poli estremi, t,"""
fr-almente sovrani) e non solo l'Occidente, emerge uno
statunitense contemporanea, dove non vi".iluÉ"i;.p;it
è alcun luàgo
sottrarro alla tenag)ta «proprietà privat»>_<<autorità u#i-
rr'mrio che mutatis mutandis non è imprudente cJnside-
re.jengmgnologicamente più simile all'ordine giuridico
clale», I altrone_l villaggio aficano, dove proprietàpnvata
nodievale che alle mitologie della modemità assJutistica.
e..disciplina dello Stato sono del tutto rèsidlafi, a'fronte
Naturalmente, sarebbe ingenuo riferirsi soltanto alla
di un'organ-izzazione giuridico-politica fondata J È.;; rmfuà formale (pur importantissima) ceduta ad orga-
comuni. Infatti, la teona dello Stato coloniale, tunto àr_ in-àont intemazionali come le Nazioni Unite, l,Unio-
soluta quanto quella dello Stato metropolitan o _ e anzi
ycg:? più-assoluta -, non ha storicamerrt"
r -Europea, il NAFTA o financo la triade \X/TO, Ban-
la forza, or Mondiale, FMI. Cemo, anche i paesi più forti cedo-
in.Africa, di org-anizzare una,prassi ad essa "rruto
co.rente, . di
ciò hanno beneficiato fino adàggi i beni comuni. ? svralità formale, ma ben sappiamo,- per l,esempio
ffONU, quanto questa cessionàìia in ràalta ambiiua
Si è osservato da più pafti còme il modello westfalia_
c mko spesso semplicemente ininfluente (si pensi à[a
no sia entrato in crisi profonda, a seguito di una drrrtu
effettiva breve e circoscritta, proprio"in virtù del ..rruio ;rca in Iraq). Da dieci anni perfino la Cina, nuova super-
r-apporto fra eccezion. e r.gola ,àrrr*, con cui abbiamo [rrcnzasovrana per molt_iversi legibus soluta (come §ran
descrirro la realtà della comunità intemazi""il ir;"*;
nrle dei-soggetti forri della c.d. còmunità internazioiale,
ù globahzzazione. I-l assolutismo sovrano tloizzato dalla dr quefli dotati di un arsenale nucleare efficiente), è en-
:le nell'Organizzazione Mondiale del Commelcio, ma
T2
13
ciò non significa che questa cessione di sovranità formale ache all'interno delle grandi società private esistono dure
sia particolarmente rilevante o definitiva. od estenuanti lotte di potere fra i gruppi, sicché ogni CEO
Il vero mutamento paradigmatico dell'attuale situazio- dtlova in qualche modo limitato dalla dinamica del pote-
ne risulta prodotto piuttosto dalla crescita esponenziale, re- Parimenti, il CEO non è proprietario formale ma mero
in numero e dimensioni, di nuovi soggetti sovrani globali, rutager, gestore dell'interesse della proprietà azionaria,
a loro volta grandi produttori diretti e indiretti di diritto. od è obbligato al perseguimento del profitto, sicché la sua
Mi riferisco, come evidente, a quelle grandi società pri- milontà non è stricto sensu idiosincratica.Infatti, nel con-
vate multinaziona[ che sono cresciute a dismisura negli cetto di idiosincrasia proprietaria ci sono l'uso irrazionale,
ultimi decenni e che concentrano una quantità di potere h dissipazione, la distruzione, l'abuso del bene: <<è mio e
gerarchico per molti versi superiore a quello degli Stati Éccio quello che mi pare!>>. Nondimeno è chiaro che la
moderni (compresi quelli più potenti daauero sovrani). In rtrrÉnrra gerarchica della moderna corporation è simile a
effetti, mentre l'assolutismo giuridico statale progressiva- qu"trla di un Leviatano assoluto molto più di quanto non lo
mente cresceva in Occidente, awicinando fra la fine del rL un'organizzazione politica: anche il sovrano descritto
XIX secolo ela granparte del XX la teoria e la prassi della deMachiavelli, Bodin e Hobbes deve guardarsi dai nemici
sovranità giuridica sul territorio, contro-principi capaci di iffini ed è comunque limitato nel suo arbitrio dall'inte-
imporre limiti strutturali interni a Leviatano si andavano lEsse comune, o se non altro ddlapawa del regicidio.
a loro volta diffondendo. Mi riferisco alle diverse forme di In effetti, mentre lo Stato è otganizzazione pubblica,la
separazione dei poteri e di democratizzazione del proces- *poration è priuata, con tutte le conseguenze retoriche
so politico che in qualche modo hanno progressivamente (e giuridiche) che ciò comporta. Che il privato non abbia
limitato l'arbiuio del sovrano. In altri termini, sebbene la Jcrrn dovere sociale e che netta e chiara sia la sua distin-
teoria della sovranità politica sia ricalcata sul modello del rbne rispetto al pubblico costituisce una di quelle con-
dominus romano, che può usare e abusare del suo bene urpposizioni fondamentali della modernità che, sebbene
in modo del tutto arbitrario, democratizzazione e sepa- de più parti criticate, resistono come strutture profonde
razione dei poteri ne limitano l'arbitrio. A ben vedere, la ,Lll'imrnaginario collettivo. Basti pensare alla sostanziale
volontà del sovrano si forma, pur all'interno di gerarchie c rassegnata accettazione da parte dell'opinione pubbli-
formali, in modo complesso e non di rado conflittuale. cr delle politiche di delocahzzazione attuate o minacciate
Al contrario, la modern a corporation mttltinazionaTe ùlre co rp o r a t i o n s multrnazionah.
concentra immense quantità di potere economico, capace Naturalmente, nell'immaginarc il <<nuovo medioevo>>
di trasformarsi in potere politico e produzione di diritto èessenziale soffermarci ancota per un attimo sui rapporti
(investimento nella produzione politica e giudiziaria del fra Stato e corporations proprio nella prospettiva di <<pro-
diritto degli Stati e delle entità superstatuali tipo Unione &oione» dell'ordinamento giuridico. In effetti, la presen-
Europea) senza conoscere alcun contro-principio. In man- re di immen se organizzazioni politico-economiche sostan-
canza diqualsiasi spazio per la separazione dei poteri e per ràlmente assolte da responsabilità sociale costituisce ad
le istanze di democrazia partecipativa, la volontà gerarchi- rm tempo punto di pafienzae di arrivo del nuovo medioe-
camente sovrana degli amminisratori delegati (CEO) è as- mglobale. Dipafienzaperché sono proprio il gigantismo
soluta quanto quella del dominus romano, paradigma del- d guesti soggetti e il loro essere attori globali a renderli
la proprietà e della sovranità territoriale assoluta. Certo, fiù forti degli Stati. Le grandi corporations possono in-
t4 t5
fatti crearsi indirettamente un sistema giuridico <<market lnrti da attore economico e politico razionale, massimiz-
friendly» attraverso il cosiddetto forum shopping, ossia ando la propria utfità attraverso investimenti volti alla
scegliendo il sistema giuridico più favorevole nel quale creazione di un ambiente politico e culturale (oltre che,
operare (normalmente dove più deboli sono la regolamen- me già visto, giuridico) favorevole alla ptwatizzazione
tazione ambientale e la tutela del lavoro) o addirittura in dei beni comuni. Ed ecco quindi spiegati gli investimen-
cui trasferire la lite giuduiaria una volta in cui dovesse- lti in comunicazione (controllo dei media e dell'industria
ro esser convenute in giudizio di fronte a un certo Stato. qrlturale dominante), che non è solo marketing di deter-
Queste strategie giudniaie, che coinvolgono i migliori minati prodotti, ma anche propaganda volta a produrre
awocati internazionali, producono una competizione al c sostenere certi modi di pensare. Per esempio, forti e di
ribasso (rusb to tbe bottorn) fra i sistemi giuridici che si lnrticolare successo sono stati, nell'ultimo ventennio, gli
contendono la presenza degli investimenti delle corpora- fovestimenti nel persuadere che Ia globaluzazione sia un
tions ptoducendo una generale convergenza verso l'<<effi- rbtema di «leggi naturali>> - quali la <<competizione glo-
cienza>> (ossia lo scarso o nullo controllo degli attori forti bdel» - incompatibili con qualsiasi forma di autenticare-
del mercato). Occorre inoltre aggiungere un aspetto molto rymsabilità sociale. A doversi occupare di quest'ultima
importante per comprendere il rapporto diforza fra Stati qrcr natura>> non è il settore privato ma tutt'al più quello
e corporationr. I sistemi giuridici hanno prodotto una so- 1Éblico. Ecco spiegato il declino dei modelli costitu-
stanziùe equiparazione fra person a fisica (individuo mor- *nali fondati sulla responsabilità sociale dell'impresa
tale) e persona giuridica (corporation), dotando progressi- h Italia afi. 43 Cost.), considerati ormai utopistiche ed
vamente quest'ultima degli stessi diritti della prima. Ciò è dcolete fughe in avantidei costituenti del secòlo scorso.
vero soprattutto per i diritti economici, su cui tutti gli altri
si modellano, in particolare proprietà privata e libertà con-
'GiaIl nuovo medioevo è popolato da questi <<mostri>> a
di profitto, proprio come le compagnie di ventura
trattuale, in cui la corporatioru è protetta, come un qualsia- cafi eserciti mercenari che scotazzavano e saccheggtava-
si individuo, nei confronti dello Stato. Esiste tuttavia una m liberamente l'Europa. Non sarà difficile per il lettore
differcnza sostanzialmente trascurata, ossia che mentre le furdare simili strutture di irresistibile potere privaro,
persone fisiche hanno una durata naturale e al momento ql&i di far valere la legge del più forte nei secoli bui
della morte lo Stato in qualche modo può riprendere il tl:ryerso strategie politiche violente volte a fare, disfare
conffollo della situazione attraverso il diritto successorio, sxnunque controllare le deboli strutture della nascen-
le corporatioz.s sono immortali. Esse sono perciò soggetti r:*etualità. In fondo il saccheggio dei beni comuni e lo
sostanzialmente eterni che istituzionalizzano l'accumulo Éamento dei più deboli furono alla base delle grandi
senza fine, sul quale 1o Stato esercita un controllo ridottis- mme della nobiltà europea, così come molti anni dopo
simo. Questi soggetti sono tuttavia artificials., senza cuore furono per le grandi famiglie dei robber barons negli
né passioni, e per essi il modello del|'horno oeconomicus, ri Uniti e oggi lo sono per i nuovi ceti manageriali, che
ossia del massimizzatore perfettamente razionale dell'u- ilmente perdono occasione per dar dimosffazione
tilità individuale, che a torto la teoria economica classica propria gtettezza (sto scrivendo questo libro proprio
assume come modello comportamentale dell'individuo Sbmi di Mirafiori).
in came e ossa, effettivamente funziona. Conseguenza di L* lotta di resistenza per i beni comuni nasce in que-
questa struttura degli incentivi è che la corporation si com- inquietante scenario di nuovo medioevo, dapprima in

I6 17
I
l
aree del mondo dove le strutture statuali non oppongono
alcuna resistenza (ma anzi offrono il braccio armato) a
questo stato di fatto, essendo troppo deboli e corrotte per
opporsi. Successivamente la resistenza, culturale e politi-
ca, si diffonde anche in semiperiferia e al, centro, quando
c5o, portata avanti dagli eredi dei Maya sterminati senza
l&tà da Cortés cinquecento anni prima e ancora una volta
*rime della cupidigia dell'uomo bianco peri beni comuni
Lligeni. Lalotta dei movimenti per la terra - la <<madre
tlra» - è continua, portata avafiti attraverso tutto il con-
I sempre più cittadini prendono coscienza di quanto sta Sente sudamericano, senza ricevere né dare tregua, da
awenendo sotto i loro occhi ipnotizzati dalla pubblicità mpesinos sem terra>. Essa costituisce oggi un'epopea
e dalla propaganda. È'.gica quanto gloriosa, che simboleggia il grande sconro
Anche qui, come per l'emergere di una fi ttativa ac- ffk popolazioni autoctone per la difesa dei beni comuni
t cademica critica della lettura dominante di Garrett Har- dfl'avidità delle corporations e dei governi loro complici.
din, stiamo raccontando una storia a noi vicinissima (che Cf,É si tratti del disboscamento dell'Amazzonia - per il
forse non è ancora storia), fatta dt fenomeni di resistenza mrmercio del legname o per liberare terra per le grandi
dapprima marginali e lontani dalla percezione dominan- mocultur€ -, o dell'edificazione di grandi dighe (che
te e poi sempre più vicini ai luoghi della costruzione del &ilscono col far sommergere villaggi e colture locali dal
senso comune. Una resistenza, quella per i beni comuni, hsile alla Cina), o di liberare spazio per installare <<zone
che prende le mosse da comportamenti particolarmen-
'nomiche specialb>, come in India, il nemico dei beni
te violenti e imesponsabili dei nuovi padroni dell'ordine muni è sempre la micidiale tenaglia dello Stato e della
globale. Comportamenti che, minacciando i beni comuni ryration.
in modo incompatibile con la stessa soprawivenza del- I famosi scontri (paradossalmente noti come no global)
le popolazioni (locali e oggi anche globali), producono -frSeamle nel 1999 dimostrano al mondo che i campesi-
reazioni di difesa disperate ma sostenute dalla coscienza rr non sono soli. Nella piovosa e vivace cittadina della
di difendere lavrta reale nei confronti di quella artificiale *sfi Coast, resa celebre da Bill Gates e Kurt Cobain, le
della corporation: di difendere il senso di giustizia interge- [maglie locali per i beni comuni compiono un vero salto
nerazionale rispetto all'interesse economico insostenibile fiqualità e divengono da lì in poi protagoniste./antagoni-
dell'accumulo senza fine. cdi ogni processo politico globale. Gli scontri di Seattle
È del tgg+ l'insurrezion e zapatistain Chiapas, che co- mo importanti per diverse ragioni, la prima delle quali
stituisce la prima lotta politica per i beni comuni che sia è faver individuato nell'ordine globale liberista, imposto
stata capace, nel dopo Guerra Fredda, di catturare I'im- cnonomicamente dal §fTO e politicamente dal G7 (poi
fi maginario mediatico globale, diventando in questo modo lGt), il principale antagonista di un mondo fondato sul
un episodio della contro -globaluzazione. Tutti ricordano nÈpetto dei beni comuni. In effetti, §fTO e G7 davano
il mitico e incappucciato sub-comandante Marcos, difen- crte istituzionale globale (imperiale, secondo la termino-
il sore del <<bene comune terro>. I1 suo nemico edatenaglia lqgia inaugurata poco dopo da Michael Hardt e Antonio
micidiale dello Stato e deipiani di aggiustamento struttura- Ne1Ù alla micidiale tenaglia Stato-corporation s chelebat-
fli
le, che da \X/ashington imponevan o la prwatizzazione delle EBIÈ per i beni comuni declinate a livello locale avevano
terre a favore delle corporations e l'evizione dei contadini qrninciato a sfidare.
che su quelle terre yivevano da sempre. Una battaglia pro- Ottenuto a Seattle il primo grande successo globale,
fondamente simbolica quella per la terra produttrice di m I'abbandono del tavolo delle trattative da parte di di-
I 18 t9
versi importanti governi del Sud del mondo (taluni dei m si rese conto che i margini per sfruttare ulteriormente
quali diverranno alleati fondamentali dell'<<altra naffa- della sete) una popolazio-
kqpure con il micidiale ricatto
tiva>>), la battagha doveva immediatamente spostarsi a
rcome quella di Cochabamba, già spremutafino all'osso,
Cochabamba, in Bolivia, e al centro del palcoscenico, in mo dawero esigui. E vero che non si può fare a meno di
apertura del nuovo millennio, si collocava una delle grandi bere, cosa che rende sicuro il business perle corporations
protagoniste di questo sconffo di civiltà: l'acqua. rLll'x6qs4 (così come non si può fare a meno di mangia-
La guerra per I'acqua a Cochabamba ancotauna volta r, cosa che garantisce Monsanto e le altre oligopoliste
vede governo e corporatioas schierati sullo stesso fronte. d'agrobusiness in Africa), ma è anche vero che se non
Il presidente boliviano Sànchez deLozada,noto come El *ipossono pagarcbollette dell'acqua superiori alqOy" del
pringo, dimostra come la realtà in politica possa di gran rcddito pro capite medio si può cercare di raccogliere la
lunga superarclafantasia, pur fervidissima, Che molti anni É:ggia (così come si possono sempre mangiare i rifiuti
prima aveva ispirato a \Woody Allen Il dittatore dello stato
rdla discarica di Nairobi), la forma attraverso cui il bene
libero di Bananas. Corrotto, arrogante, legato a filo dop- Grrnune per eccellenza civiene donato. Ma per Bechtel
p-io con gli appantiideologici del consenso di rùZashingtòn
fecqua non è un dono bensì una merce da cui trafre pro-
(fra cui quelle università della Costa Est in cui le àites
fuo, sicché dopo aver tagliato le forniture ai morosi si
sudamericane mandano a studiare i figii tenendoli vicini nise pure a far loro causa perché distruggessero le cister-
ai loro ricchi conti in banca, per poi fàrli rienrare quando
re di fortuna con cui cercavano di dissetarsi. Raccogliere
le condizioni per la successione sono propizie), El Gringo
frqua, ad awiso del colosso multinazionale statunitense,
concentra in sé tutta la simbologia del potere sudamerica- mituiva concorrenza sleale, e le corti elapoliziabolivia-
no. Fu lui a convocare il giovanissimo docente di Harvard oadovevano impedirlo! Dopo tutto, Sdnchez de Lozada si
Jeffrey Sacks (che incredibilmente ancor oggi, meno gio- cn impegnato con Banca Mondiale e FMI a garantire un
vane, imperversa con ricette conmo la povertà) e ad affi- rfotema giuridico <<market friendly» proprio come quello
darylila responsabilità di una terapia Jhock per fermare tte i professori di Harvard e Chicago spiegavano essere
la galoppante inflazione boliviana di fine seèolo scorso. cssenziale per 1o sviluppo: gli investimenti di Bechtel, una
Sacks impose al settore pubblico boliviano un tale salasso
mha attratti, andavano garuntiti con tutti imezzi!
- concreizzatosi fra l'altro in condizioni favorevolissime Fu questa la classica goccia che fece traboccare il vaso
per la svendita dei ricchi depositi di gas alle corporations
{mai metafora fu più adatta al contesto) e a Cochabamba
statunitensi (quelle stesse che ftnanziano generosamente iri,iò urra serie di scioperi e manifestazioni che durarono
i dipartimenti di Economia d'oltre oc.ano, sfruttando 1m oltre un mese, coinvolgendo tutta la popolazione as-
benefici fiscali ed eccitando I'ammirazione della nosrra Etatl.. La rivolta finì nel sangue, ma aTla fine la pressione
ministra e dei suoi consiglieri à la Giavazzi) - da far effet- politica proveniente da una base decisa a difendere fino
tivamente scendere I'infl,azione,un po' come si fa scendere in fondo i propri beni comuni fu tale che tanto la Bechtel
la febbre se si accoppa il paziente. Ma il costo sociaie sop- quanto il suo protettore <<Gringo>> furono cacciati dalla
portato da una delle popolazioni più povere della terra fu Bolivia. Ne seguì l'ascesa al potere del primo presidente
salatissimo. Probabilmente la multinalionale sratunitense indigeno e campesino della sfortunata storia del grande
Bechtef una delle protagoniste del grande oligopolio glo- paese andino, uno dei luoghi più sfruttati e saccheggiati
bale dell'oro blu, nell'acquistare ai ialdi il s.ruiiio idii.o rrlla storia dell'umanità (in territorio boliviano si trova
20 2T
il Cerro Grande de Potosi, nelle cui miniere d'argento c risoosta asli attentati alle Torri Gemelle (settembre
h
trovò la morte un numero imprecisato e sterminato di in- mrj-J".tituislcono due episodi legati alla medesima lo-
digeni ridotti in schiavitù dai conquistadores) .I1 program- Ér di strutturare come naturali, immutabili : P 3":tt"
Foon discutibili gli equilibri del potere globale fon-
ma di tutela dei beni comuni, primi fra tutti l'acqua e la
lri *U "g.monia o.aid"ntrl.. Nell'ordine/disordine del
Pacbamarna (terra madre), produttrici di cibo e di vita,
primeggia oggi nell'agenda del presidente Evo Morales. miliennio, che fa da sfondo alTabattagliaper ileni
*i, egemonica e i suoi principali alleati
La nuova Costituzione boliviana, insieme a quella ecua- -" ,oooIaràipotenza
stati in pace. Né avrebbero potuto essedo,
doregna (anch'essa figlia di una grande lotta per i beni
comuni, quella condotta dalle popolazioni indigene della o che Ia struttura fondamentale della tenaglia Stato-
foresta contro la mortale estrazione peffolifera operuta da bas si sostiene essenzialmente sulf intensità senza
Chevron), costituisce il.più avanzato modello giuridico di fuenti dipivatizzazione e distruzione dei beni comu-
elaborazione del concetto di beni comuni di cui l'umanità i ofierta dal èomplesso militare-industriale'
disporrebbe qualora, messa da parte l'arroganza occiden- f'ùdl;"rdi""/diiordine globale che ha caratterizzafi gli
tale, intendesse ripensare il proprio modello di sviluppo. mivent'anni un soggetto politico dallavocazione impe-
Naturalmente questa splendida e vittoriosa pagina di Dorta avanti disegni di espansionetracciati dal com-
storia globale recente, che giustamente entusiasma, costi- i militare-industriale e diversi Stati, più o meno riot-
tuisce un vero bicchier d'acqua nell'oceano di ingiustizia ."o**i, rivendicano un ruolo nel governare la grande
e sopraffazione in cui si è chiuso il secondo millennio. Gli lia multinazionale per 1o sfruttamento delle ricchezze
episodi largamente simbolici di dove stia il bene e dove i dei popoli. In questo <<nuovo medioevo>>, sotto un
il male, in questa titanica guerra per il controllo dei beni ot oìdL. imperiale - a ben vedere su-perficiale -
comuni tuttora in corso fra Stato e corporations, da una forze che ptepot.ntemente reclamano di emergere,
parte, e popolazioni vittimizzate, dall'altra, sono troppo mdo qr.gli equilibri che gli apparutiideologici do-
numerosi per esser ripercorsi tutti. Certo, il famigerato ,ti cercano di prètet tute come naturali. Queste nuove

caso Bush as Gore che chiuse iI2000 ha dimostrato oltre che la crisi del zOOS ha dimostrato comparativamen-
ogni ragionevole dubbio quanto distante sia un autenti- lrc solide, non sono soltanto Stati tradizionalmente
co ideale democratico e partecipativo rispetto alla pratica i dal GT (i ..d. SRICS: Brasile, Russia, India, Cina,
elettorale degli Stati Uniti d'America. Con la fine del mil- I Aftica) che si tenta oggi di cooptare attraverso isti-
lennio, il livello di ipocrisia della retorica dominante su ini informali nuove, aniorché figlie della stessa logica
legalità, democrazia, diritti umani e sviluppo ha raggiun- {.rninio violento, quali il G20. Esse prendono nuove
to il limite di guardia oltre il quale la sua credibilità non li*ze, che rendono 1o scenario neomedievale della
avrebbe potuto resistere. In queste condizioni, la risposta sempre più complesso e non comprensibi-
nei confronti della critica politica rispetto a un modello di E rerso le consuete categorie interpretative'
sviluppo fondato sulla tenaglia Stato-corporations e sullo Ca.gorie nuove divengono così non solo utili, ma ad'
sfruttamento intensivo dei beni comuni non poteva che indispensabili per capire - e forse anche per pro-
diventare violenta. - pràcessi nuovi. Ecio perché nelmondo.attua.-
I In questo senso la repressione subita dal movimento ùzata dalT'lmmane violenza prodotta dalla più
altermondialista al vertice G8 di Genova (luglio 2001) crisi di leadership che l'Occidente dominante
I

I 2)
22

t
abbia mai sperimentato, i beni comuni emergono come Capitolo secondo
questione ineludibile sia per chi vuole difenderli sia per
LA MODERNITÀ, LE "ENCLOSURES"
chi vuole sempre più aggredirli.
E IL DISAGIO DEL COMUNE
Ed è proprio la crhaestrema di questa aggressione che
fa crescere una coscienza globale capace di ridurre ad uni-
tà luoghi all'apparenza quanro mai distanti, come le lotte
contadine per la terra, quelle metropolitane per l'acqua,
per l'ambiente e per la mobilità sostenibile; e ancora quel-
le per l'università o per la sanità pubblica, quelle .ontro
le grandi infrastrutture ed il nucleare, o quelle sempre
più importanti e violente per il libero accesso alla Rete
e all'informazione (e il caso Assange è emblematico della
violenza dello scontro) e per la qualità del lavoro. Questi Il mondo medievale europeo, taluni tratti del quale ab-
luoghi distanti divengono così luoghi comuni. I-lattacco biamo visto riprodotti nell'ordine/disordine globale della
e la distruzione dei beni e dei luoghi comuni provocano nostra era, appariva carattetizzato da un sistema socia-
la consapevolezza della loro esistenza, troppo ipesso da- h pluralistico e a potere diffuso, in cui operavano, al di
ta per scontata e mai apptezzata finché essi non vengono tuori di rapporti gerarchici, diversi protagonisti politici.
distrutti. Come nel Medioevo le rivolte contadine si scate- In taluni casi essi avevano vocazione universale (impero,
narono sempre per difendere luoghi e beni comuni contro Chiesa); in altri vocazione territoriale ridotta (proto-stati,
la cupidigia del potere formale, così nel nuovo medioevo i comuni, signorie); in altri ancora la vocazione era più net-
tempi sembrano maturi per rivolte ed insurrezioni. tamente determinata da interessi economici, professionali
o culturali (gilde, corporazioni, università). Ciascuna di
queste istituzioni produceva norme giuridiche che poteva-
Do contendersi la vigenza sul medesimo territorio. I-effet-
rirità dell'ordine giuridico era condizionata dal fatto che i
diversi individui e gruppi stanziatisul medesimo territotio
potevano avere lealtà difformi in virtù sia del diverso sra-
tus, sia della religione e sia della professione, secondo il
c-d. principio di personalità (un mercante era governato
dal diritto mercantile, un clerico dal diritto canonico, un
idamico dal diritto musulmano ecc.). Soltanto un lento
processo di concentrazione del potere porterà all'affer-
marsi di un principio di territorialità e di una vocazione
assolutistica e monistica del diritto coincidente con i con-
§ni di ciascuno Stato.
A livello macropolitico, la lotta per il potere si concre-
izzva in continui scontri militari, di proporzioni spesso
25
infatti, ruolo svolto nella cooperazione sociale all'interno
i1
sconvolgenti, tanto all'interno dei confini europei quan-
di gruppi ristretti che determinava 1o status di ciascuno'
to al di fuori di essi (Crociate). A livello di base sociale,
quello della vita quotidiana delle popolazioni, per secoli i
t tZ."op"tuzione sociale si svolgeva per.lo più localmente
so rn d.ierrrrinato territorio, chà costituiva ad un tempo
il
grandi conflitti politici parvero sconvolgere tutto senza in Per uti-
fondamento e il limite geografico dell'economia'
iealtà mutare nulla. Lavita quotidiana, tanto nelle campa-
i;rr.^r"da subito 1. crtegoti. che stiamo elaborando, pos-
gne quanto nelle città, eru otganizzata intorno a rapporti
siamo dire che tale terriiorio era costituito dall'aggregato
iociali fondati ssl)o status piuttosto che sul contratto, su
di beni comuni, che rendevano possibile tanto l'esistenza
doveri nei confronti del gruppo familiare o professionale
piuttosto che su diritti degli individui. La maggior parte
;;, quanto la sua riproduzione: il bosco,che offriva Ie-
i fiumi e i torrenti, che
àela popolazione europea viveva con poche risorse nelle *;;, Èu..h", funghi e selvaggina;
iftrirru.ro urqun, peìci e possibilità di trasporto; la città,
.r*pàgt., dedita a un'economia di sostentamento' il cui che offriva piot"riot alf interno delle cinte murarie, ma
motore era la solidarietà del gruppo. Insieme si mangiava, "
anche deiezioni umane ed animali ttihzzateper la coltiva-
si dormiva, ci si scaldava, si coltivavano i campi, si andava
zione dei campi e luoghi comuni, quali le piazze di mer-
a caccia, si raccoglievalalegna, si cantava e si ballava du-
cato, dove t.u*biut" i prodotti rurali e di artigianato, ma
rante il tempo libero.
mche dove innamorarii, combinare matrimoni' otganiz-
Successivamente al crollo dell'Impero romano si veri-
varie attività. Beni comuni erano p:ure le cbiese,
ficò un grande declino nelle infrastrutture, sicché vtaggia- ^rLpiù
.aiii.ut" con 1o sforzo fisico ed economico di tutti e che
re divenìe difficilissimo e assai pericoloso e la foresta si
per la maggior parte della popolazione costituivano i soli
reimpadronì di molti ambiti che in epoca romana erano
stati conquistati da strutture antopizzate. Gli spostamenti
fuoghi nliri
l'ésist.rrr, tp"tto brutale, potesse elevarsi,
i"Aoer poche ore alla settimana durante il cu1to, a una
"rrro
g.rr.ralmente ridotti e, soprattutto sulla terraferma ^
-AÉ.nti"". compatibile con la spiritualità' In molti casi le
continàntale, non era raro che l'intera esistenza si svolges-
chiese erano i soii luoghi comuni asciutti, puliti, decorati,
se senza alcun contatto con gruppi o persone diversi da
dove non si conviveva con gli animali e per enffare nei
coloro coi quali si era sempre vissuti. Certo, i commerci,
quali occorreva curare un minimo di decoro personale' In
soprattutto quelli marittimi, non vennero mai meno, e 1'e-
condizioni, non distanti da quelle che troviamo an-
.pè.i.tz dei comuni e delle signorie diede-vita,-già dal "ot"
à, oeei in buona parte del nostro pianeta- specialmente
XIII secolo, alle prime istituzioni finanziaie (banche, assi- o.ll1l-""ità di villaggio semplici e periferiche - e che
curazioni, commende), che tosto svilupparono una dimen-
sono soprawissute molto a lungo anche nelle nostre cam-
sione transnazionaleoperando in rapporto con mercanti e
prgr. trll. nostre montag.re, la dimensione relazionale
istituzioni di provenienzalontana. Per lunghi secoli, pro-
babilmente almeno fino all'Umanesimo e al Rinascimento,
iàt"t)" dell'<<essere>> insieme en largamente dominante
il centro della civiltà e della cultura umana non fu in Eu-
*p."" a quella materiale dell'<<avere>>, anche perché la
oràd,rriot. di beni privati, tanto durevoli quanto di con-
-*-o,
ropa: tanto I'ampio mondo islamico (penetrato ben dentro
alliEuropa) quanto quello, assai esteso, che ruotava intomo
.t, molto limitata sul piano tecnologico'
Friedrich Engels ci offre una bellissima illustrazione
alle dinastie imperiali cinesi erano assai più avanzai.
di quanto la stesla distinzione fra <<essero> e <<avere»' che
La descritta economia di sussistenza era incompatibile
con una percezione della realtà fondata sull'individu o.Era,
;i;, ontologica alla mente moderna fondata sull'indi-
27
26
viduo, sfumi in economie fondate sul comune. In un suo rfoorse come acqua, legna, selvaggina, ma le si restituiva
noto saggio sulla Marca tedesca, ossia sulla struttura agri- hroro, mantet endo il sottobosco in ordine; alla seconda si
cola comunitatia che governava la produzione fra le tribù mferiva cibo, ma se ne traevano utensili e concimi'
germaniche prima del contatto con i Romani, egli descri- Nel modello ecologico precedente la modernità ogni
ve il processo di distribuzione turnaria delle terre comuni rqlporto, fondandosi sull'essere ben più che sull'avere
coltivabili - al netto di quelle messe a maggese e di quelle brlLo status più che sul contratto, avrebbe detto Sumner
boschive, sempre rigorosamente ad accesso diffuso - fra ùIeine), vedèva prevalere nettamente una dimensione
le diverse famigiie e aggregati famigliari. Nel delineare qoalitativa rispetto a una dimensione quantitativa. In ef-
questo modello di produzione e sostentamento fondato ki ogni rapporto interindividuale o di collaborazione
sul comune, contrapposizioni modFrne quali <<avere una il'interno di un gruppo sfugge alla logica quantitativa
terra>> o <<essere su una terra>> perdono ogni tipo di senso. rl'fl'accurnulo di càpitale, funzionale alla riproduzione del
In questi modelli, il contadino coltiva laterra assegnatagli rryfuale medesimo- Ogni rapporto fra individui è infatti
insieme agli altri assegnatari e ha esclusivo diritto al primo divt*o da ogni altro perché caratterizz to da elementi re-
raccolto per la stagione in cui la terra spetta al suo gruppo. lsionali uniii, quali I'odio, l'amore, l'amicizia, il rispetto,
Ma chiunque, sempre, dopo la trebbiatura può entrare nel Ldeferenza,l'aÀmkazione ecc.: tutti elementi chiave nel
campo a spigolare, proprio come chiunque può accedere &erminare il funzionamento di una rrj.azione. Soltanto la
al bosco per trarne sostentamento. I-l<<avere>> in comune Gtntzione asffatta del rapporto di dominio fra f indivi-
non era distinguibile dall'<<essere>> in comune, e certamen- &o e la cosa, fra un soggetto e un oggetto inanimato del
te l'<<avere individuale» di risorse significative costituiva mdo esterno, sfugge alla dimensione qualitativarclazio-
un'eccezione, riservata a pochi e sconosciuta ai più. nle e può ridursi agevolmente a un rapporto quantirativo,
In questo quadro precedente la modernità, la vita sem- nfourabile attraverso il valore venale del bene' Perfino ii
brava svolgersi in una dimensione che potremmo descrive- lTrporto di scambio contrattuale nellapjazza del merca-
re, senza alcun romanticismo, come ecologica e qualitativa. oàedievale meglio si comprende in chiave qualitativa
Ecologica perché otganizzata intorno a una sffuttura co- ;irmsto che quàntitativa perché la mediazione del de-
munitaria in equilibrio, in cui il tutto (la comunità) non si l*o oot è (aniora) funzionale all'accumulo di capitale.
riduce eJ7'aggregato delle sue parti (gli individui), ma pre- Lontadino vende una pecora per ricavame il denaro col
senta ffatti suoi propri che ricevono senso proprio dalla quele acquisterà una zappa.In un simile scambio è il valo-
loro capacità di soddisfare esigenze comuni, Una comunità Éd'*o à presentarsi come nettamente prevalente. Quella
ecologica, infatti, è un <<tutto>> in equilibrio con le sue parti, 1:cora p.i qu ella zappa.Il denaro costituisce un elemento
con le risorse a disposizione e con altre comunità ecologi t mediazione in uno scambio qualitativo af{atto diverso
che. Così i'alveare non si riduce alla somma algebrica delle drlla quantifi cazione seriale dello scambio denaro-merce-
api, ma comprende anche le relazioni fra le diverse com- dcnar; con cui il capitalista acquista merci (& qualunque
ponenti (operaie, guardiane, regina ecc.), quelle fra il grup- fn) per rivenderle lucrando sulla differenzafr,alprezzo
po e i suoi beni (nido) e prodotti (miele). Similmente, la frquisto e quello di vendita. A ben vedere,lo scambio
campagna medievale costituiva una comunità ecologica in qualitativo è vivo perché soggettivo, mentre quello-quan-
rapporto simbiotico con la foresta (altro ecosistema) e con ^= -ro, nel momento in cui viene oggettivizzato nel prez-
la città (a sua volta un ecosistema).Dallaprima si traevano m, in un certo senso è morto, perché espelle nel mondo

28 29
dell'irrilevante tutto quanto è invece il senso della vita. singolo momento storico. La Marca descritta da Engels
Questo aspetto qualitativo, tipico dell'economia-ecologia declina già dal IV secolo d.C. non solo perché vittima del
pre-industriale, distingue pure il lavoro del contadino ri- violento contatto con il modello romano, fondato sull'as-
ipetto a quello del salariato in una struttura industriale segnazione in proprietà pivata del latifondo ai generuli
moderna ancorché agricola. Il contadino si relaziona ri- onquistatori, ma anche perché al suo interno i gruppi più
spetto aI campo come rispetto a una realtà viva con cui sta- potenti resistono alTa turnazione trasformandosi in pro-
bilire un rapporto ecologico. Il campo va numito tramite prietari terrieri. Già molto prima il modello proprietario
la concintazione, fatto riposare per evitare che muoia, le iHt patres romani, voluto dal secondo re di Roma Numa
sementi migliori vanno selezionate uttlizzando un sapere Pompilio, si espande per progressiva usurpazione dei beni
antico che si tramanda di generazione in generazione; oc- comuni, ossia di quei vasti terreni circostanti Roma che
corre conoscere le stagioni, indovinare la meteorologia per rxxl erano stati assegnati in proprietà privata ed erano co-
decidere seminagione e raccolti; occorre capacità di risol- munque abitai. Michel Semes ipotizza che l'usurpazione
vere problemi potenzialmente distruttivi, quali il rischio dd comune tramite un atto abusivo di imposizione delia
di esondazioni, o di individuare i primi segnali della pre- propria identità organicasu un bene di tutti fondi la stessa
senza di qualche parassita letale per i1 raccolto. Insomma, idea della proprietà privata. Chi sputa nel piatto in cui
il lavoro del contadino richiede lntelTigenza della specifica uÉti stanno mangiando conquista la proprietà delf intera
!
I situazione e presenta ttattirelazionali che non possono co- zuppa (perché nessun altro ne vorrà più) e chi seppellisce
I
li
gliersi attraverso la quantificazione delle sue ore di lavoro. ilcadavere di suo padre fuori dal campo adibito a cimitero
La società contadina, che non è mera somma algebrica di cornune rivendicherà la proprietà esclusiva di quel campo
h
singoli contadini, è fondata su un'intelligenza generale che dla sua linea successoria. Ancora oggi, come meglio ve-
è parte tanto dell'essere quanto dell'avere. dremo, questo stesso antichissimo modello di usurpazione
Naturalmente - e la lunga storia della privatizzazione . l comune dapartedel privato più forte costituisce il mo-
della terra ne è testimone - gli aspetti qualitativi dell'esiste- tore dello sviluppo del più moderno capitalismo cognitivo
re in una società fondata sulLo status possono trasformarsi e transnazionale (basti pensare per due esempi chiarissimi
in elementi quantitativi proprio attraverso la recinzione zlla pivatizzazioneprogressiva della rete Internet e al c.d.
dei beni comuni. Llintelligenza generale, che presiede agli hnd grab in Africa), sicché il modello di accumulazione
aspetti ecologici della produzione, è la prima vittima di originaria è in realtà continuativo.
questi processi. In effetti, èla pivatizzazione a trasfor- Questa osservazione nulla toglie alf importanza dell'a-
Àare rna comunità fondata sull'<<essere insieme>>, nell'in- nalisi sull'accumulazione originaria tanto in prospettiva
teresse di tutti, in un mercato fondato sull'individuo che storica quanto in chiave di comprensione dei beni comu-
<<ha>> e accumula nell'interesse proprio. La trasformazione ni, soprattutto perché questa vicenda, coincidente con le
dell'essere di tanti nell'avere di pochi è un processo assai origini della modernità, condiziona ancora oggi il nostro
antico di trasforma zione dd, qualitativo al quantitativo (os- modo di pensare al politico (che non è più comune), in-
sia dall'ecologico all'economico) che Marx, nel Capitale, gabbiandoci nella tenaglia fra Stato e proprietà privata.
ha collocato alle scaturigini della modernità, descrivendo- l,-laccttmulazione originaria inaugura la modemità ca-
lo come accumulazione originaria. Si tratta, a ben vedere, pitalista uscendo dal Medioevo attraverso due episodi di
di un processo che difficilmente si può racchiudere in un importanza epocale (non per nulla di Grande Trasforma-

)0 )l
zione paderà, proprio a,questo proposito, Karl polanyi). zione del potere statuale attraverso una struttura ammini-
Entrambi questi episodi coinvolgono direttamente te- §rativa gerarchica, accompagnata dalle prime istituzioni
ni comuni e,soprattutto sono fondativi della percezione giudiziarie centraluzate volte a dispensare un diritto co-
moderna della realtà. La modernità,, infatti, nàsce con la
mune regio su tutto il territorio. E altrettanto noto anche
distruzione del comune e con la sostituzione universale ri più piccoli, essendo stato immortalato nel Robin Hood
del paradigma dell'avere a quello dell'essere. Insieme al del capolavoro di \X/alt Disney, quanto questo modello
comune, come accennato, muore anche l'intelletto gene-
afiahzzato fosse avido di tributi fiscali. Perciò non sol-
rale, quello
9he presiede a an'organizzazione ecologlica e tanto il popolo che viveva in miseria, ma anche la ricca
sostenibile della società . La lo glca dell' avere, infatti, punta
mbiltà terriera, fatta dt baroni che erano srati gli iniziah,
all'accumulo privaro indipendentemente dai costi' Jociali
mdali del Conquistatore, risentiva di questo aspetto della
che esso comporta, e che vengono scaricati su altri. Questa
mrtral:zzazione del potere. La Magna Charta del1215,
strategia produttrice di «effetti estern|> non è consentita
msiderata dagli studiosi il primo documenro costituzio-
all'intelletto generale (ossia quello del tutto e non delle nale dell'Occidente, riflette questa tensione. Tutti sanno
sue parti) che presiede alla necessità di esistere (essere)
che essa garantì rappresenranza poliilca alla nobiltà e alla
tutti insieme, ossia di tutti gli individui e di tutte le co- proprietà pivata (il Padamento), mentre quasi nessuno
munità. Far rivivere il comune significa quindi rivalutare sa che fu accompagnata da un documento, noto come
l'inteUetto generale, ucciso dalla modemità e dalla logi-
Garter of the forest, che garantiva i beni comuni di quella
ca dell'accumulo. Una necessità oggi drammatica perla parte dei sudditi di sua maesrà (la stragrande maggiòran-
stessa esistenza del nostro pianeta, che purtroppo è ancor
za) che non godeva dr icchezza e di proprietà pivata.La
iungi dall'essere capira dalle classi dirigenti,-irigioniere Garter garuntiva al popolo l'accesso libero alle foreste e
dell'ipnosi della modern izzazione. ell'uso dei beni comuni in esse contenuti (legname, frut-
I due episodi chiave di.questa vicenda, troppo noti per ta, selvaggina, acqua ecc.) conffo le pretese di chiunque,
essere ripercorsi in dettaglio in questa sede, sono rispeìti-
sovrano incluso, di riservade a se stesso per la cacciagiòne
vamente le <<recinzionil> dei beni comuni e la,.conqriista»
e lo svago. Questa precoce testimonianza dell'importan-
del Nuovo Mondo.
za dei beni comuni, che li colloca sullo stesso piaio costi-
Il più poderoso processo di recinzione dei beni co- fraionale della proprietà priaata in uno dei più antichi e
muni si svolge, non a caso, in Inghilterra, ossia nel paese prestigiosi documenti fondativi della tradnione giuridica
che asli albori della modemità aveva raggiunto il più alto
occidentale, non solo è oggi dimenticata, mala-galzrnzia
tasso di centraltzzazione statuale in Europa. E in effeni
costituzionale dei cornnons è stata probabiimenie la di-
furono proprio le enclosures inglesi , segnàr. un momen-
to importantissimo di quell'allean za stoica fra istituzioni ryosizione di un testo costituzionale più disattesa della
storia. E sappiamo bene quale concorrenza essa incontri
della statualità e proprietà privata che ha stritolato i beni
da questo punto di vista, considerato quanto sovente le
comuni, maryjnalizzandoli per secoli prima della loro ri- dichiarazioni di diritto conrenute nelle Costituzioni sono
emersione contemporanea come <<effetto collaterale>> del disattese! Certamente dal nostro punto di vista è impor-
nuovo medioevo. E noto come Guglielmo di Normandia
tante osservare subito come ai tre prctagonisti politici del-
(ilConquistarore), vinta labattaghi ùHastings nel 1066,
abbia rcakzzato in Inghilrerra un modello dilentrakzza- ! grima stagione del costituzionalismo occideÀtale prima
delle <<recin zioni>> corrispondessero tre modelli pròprie-
)2 13
tari: il sovrano, che in Inghilterra era considerato (ed è ramente, divenendo ideologia dominante del capitalismo
considerato ancor oggi) come proprietario <<eminente>> di e della modernità. Le recinzioni inglesi costituiscono I'ar-
tutto il territorio nazionale (il potere di espropriazione per chetipo delle privatizzazioni, ossia del <<privare>> i commo-
pubblica utilità nella tradizione anglo-americana si chia- ters deiloro beni comuni. Anche etimologicamente, pro-
ma proprio <<eminent domaio>); i signori, a tutti gli effetti prietà «privat» significa proprietà <<tolta>>, <<sottratt»>,
grandi proprietari terrieri privati, anche se tecnicamente non più disponibile per chi un tempo ne poteva godere.
dotati di forme concessionarie feudali di derivazione so- l-avrolenza del processo fu inaudita e per un periodo di
vtana; i comrnoners, ossia quel popolo che <<er»> comune tempo significativo le alTeanze fra i tre protagonisti (Stato,
e che <<aveva>> perciò soltanto beni comuni. proprietà privata e comune) furono tutt'altro che stabili.
Dopo la violentissima epopea delLe enclosures i modelli Gli storici ci consegnano infatti, quantomeno in una prima
rimasero per sempre due, ossia quello dello Stato sovrano fase, non poche leggi dello Stato che cercano di vietare le
e quello dèlla proprietà privata. Con la morte dell'intellet- czclosures, considerandole illecite espropriazioni di beni
to generale, q-uesti due modelli ancor oggi esauriscono il comuni appartenenti al popolo. Talvolta i conzmoners riu-
campo delle possibilità e sono presentati come contrap- scivano ad ottenere tutela giudiziaria dalle Corti statali e
posti dalla dominante retorica della modernità: per il li- ancor oggi quasi ogni villaggio inglese ha i suoi coTnmons.
Leralismo costituzionale lo Stato rappresenta il pubblico, Questi grandi spazi, che un tempo servivano per ogni at-
mentre la proprietà, parudigma del privato, è fondativa tività comune del villaggio, non solo di natura economica
del..mercaior. L. dr" nozioni dominanti, Stato e proprie- (sei conanzoru..s si facevano pascolare le pecore, si tenevano
tà, pivata, colonizzano interamente l'immaginario, esau- i mercati e si svolgevano le celebrazioni), oggi sono per lo
rendo rispettivamente l'ambito del pubblico e quello del più zone verdi. Ciononostante, l'alTeanza fra Stato e pro-
privato in una sorta di gioco a somma zero: più mercato e prietà privata ai danni dei beni comuni fu sempre pre-
meno Stato o più Stato e meno mercato sono le sole alter- valente nell'ordinamento giuridico inglese e fu nettamen-
native politiche che esauriscono le opzioni e i programmi te funzionale alla costuzione degli apparuti produttivi e
rispettivamente della destra e della sinistra parlamentari. ideologici della modernità. Tommaso Moro, scrivendo la
Ma, lungi dall'essere contrapposte, queste nozioni sono *aUtopia neltSl6,lascia pagine indimenticabili di accu-
figlie di una medesim a logica assolutistica e riduzionista sa alle recinzioni operate ai danni dei contadini a scopo di
che deprime il comune a favore dell'individuo, sacrifican- pascolo intensivo delle pecore necessarie per le nascenti
do l'idèntità (e l'intelletto) del tutto a quella delle sue parti. manifatture tessili:
Proprietà privata e sovranità statuale sono cioè figlie di
una logica economica che emarginando il comune can- Le vosffe pecore [...] che di solito son così dolci e si nutrono
cella la logica ecologica e umilia f intelligenza generale, di così poco, mentre ora, a quanto si riferisce, cominciano a essere
così voraci e indomabili da mangiarsi financo gli uomini, da deva-
producendo soltanto pensiero unico: la logica implacabile
$are, facendone strage, campi, case e città. In quelle parti infatti
dell'accumulo del capitale. del reame dove nasce una lana più fine e perciò più preziosa, i no-
La stagione delle enclosure.i, come si è visto, non ha da- hili e signori e perfino alcuni abati, che pur son uomini santi, non
ta di nascita certa. In Inghilterra i primi fenomeni massicci paghi delle rendite e dei prodotti annuali che ai loro antenati e
awengono nel corso del XV secolo, ma è nel XVI, XVII e predecessori solevano provenire dailoro poderi, e non soddisfatti
XVIIiche latenaglia ai danni del comune si chiude inte- di vivere ka ozio e splendori senz'essere di alcun vantaggio ù

)4 )5
pubblico, quando non siano di danno, cingono ogrri terra di stec- lavoro in proto-stabilimenti. Furono le necessità di queste
conate ad uso di pascolo, senza nulla lasciare alla coltivazione, e ultime a dettare le politiche dello Stato e a sancirne defi-
così diroccano case e abbattono borghi, risparmiando le chiese nitivamente l'alleanzacon la proprietà privata ai danni del
solo perché vi abbiano stalla i maiali; infine, come se non bastas- comune. Entro la prim apafie del XVIII secolo, la scelta di
se il terreno da essi rovinato a uso di foreste e parchi, codesti campo dello Stato fu chiara. Sulla scorta delle teorie fisio-
galantuomini mutano in deserto tutti i luoghi abitati e quanto c'è cratiche che dominavanola nascente scienza dell'agrono-
di coltivato sulla terra. Quando dunque si dà il caso che un solo mia, il fatto che la proprietà privata della terra favorisse la
insaziabile divoratore, peste spietata del proprio paese, aggiun-
produttività agricola divenne un dogma. Una serie di leggi
gendo campi a campi, chiuda con un solo recinto varrc migliaia
di iugeri, i coltivatori vengono cacciati via e, imetiti da inganni o
stabilirono le procedure da seguirsi per pivatizzarc i corn-
sopraffatti dallaiolenza,son anche spogliati del proprio, owero, rnorus, di fatto legaltzzando quelle che semplicemente era-
sotto l'aculeo di ingiuste vessazioni, son costretti a venderlo [...] no state per molto tempo pratiche violente fondate sulla
E una volta che in breve, con l'andar di qua e di 1à, hanno speso legge del più forte. Non solo, ma la legge intervenne anche
tutto, che altro resta loro se non rubare, per essere di santa ragio- per addomesticare le masse degli scacciati, convertendoli
ne, si capisce, impiccati, o andar in giro pitoccando? Sebbene [...] in lavoratori salariati, attraverso lo sviluppo di istituzioni
anche in questo secondo caso vengono, come vagabondi, gittati come carcefi, manicomi e case pef poveri.
in carcere, perché vanno attorno senza lavorare. Vero è che, per Bisogna infatti considerare che il passaggio da un'esi-
quanto essi si offrano di gran cuore, non c'è nessuno che Ii prenda stenza comunitaria di tipo qualitativo a una individualizza-
a servizio. Dove nulla si semina, nulla c'è da fare pei lavori dei ta di tipo quantitativo non poteva essere accettato di buon
campi, a cui erano stati abituati. Un solo pecoraio o bovaro, se grado, né poteva essere agevole. I-lesistenza nella comunità
pure, è sufficiente per quella terra serbata a pascolo, mentre per
contadina, come si è visto, si fondava su rapporti interindi-
coltivarla, per potervi seminare, occorrevano molte manir.
viduali e con la natura che erano di tipo qualitativo ed eco-
logico. Il contadino metteva intelligenza nella sua attività,
I contadini venivano cacciati senza pietà. Le foreste
riposava durante la brutta stagione, dedicava un numero
chiuse. La spigolaturuvietata.La ruccolta di legna e quel-
relativamente ridotto di ore al campo potendo approwi-
la di frutti punite come furto. I-espulsione dei contadini
gionarsi di risorse spontanee della foresta. Il lavoro era di-
dalle tere trasformate in allevamenti (bisognosi di mano
viso secondo le capacità, e la comunità si faceva carico delle
d'opera molto meno numerosa) fu una vera e propria tra-
esigenze di sostentamento anche dei più deboli fra i suoi
gedia sociale. Gli scacciati, ormai privi di occupazione e
componenti. Al contrario, in fabbrica il lavoro era sempre
del sostentamento derivante dai beni comuni pivatizzati,
uguale, ripetitivo e senza inlelligenza. Non c'era rapporto
avevano ben poca scelta: potevano dedicarsi al brigan-
con la natura e con l'aria apefia. Occorrevano fotzafisica,
taggio; potevano cercare di raggiungere centri urbani per
prcstanza.e continuità oraria di impegno. In fabbrica gli
dedicarsi all'accattonaggio; o potevano andare a incre-
operai non erano comunità. Spesso non provenivano nem-
mentare l'esercito di riserva delle nascenti corporations
meno dagli stessi luoghi. Gli orari di lavoro durissimi e la
industriali che per la prima volta stavano concenrando il
sorveglianza intransigente non davano tempo per comuni-
care e approfondire rapportidtamicizia. Nessuno si faceva
1
T.Moro,I|Utopia carico di chi fosse debole, infortunato o incapace.
o la rnigliore forrna di repubblica,Laterza,Bai
1971, pp.42-43. Il contadino, vissuto sempre in campagna in rapporto
36 )7
*r{nr;ro con la terra, non voleva o non poteva adattatsi aveva donato a tutti (risorse naturali e libertà individuale
di accedervi), furono poste su scala globale.
8q@rmva condizione di salariato' Occorrevano per- Un poderoso apparato ideologico si mise in moto per
ummti coercitivi in grado di trasformare l'orizzonte
legittimìre questa organizzazione violenta (la stessa strut-
frril*rrn'lp
di un pastore o agricoltore in quello di un ope-
mÉrslrrirto. Strumenti che nel tempo di poche generazio- nla che, mitatis muiandis,ancora ci governa). Esso ebbe
come protagonisti i massimi intellettuali dell'epoca, tutto
ninnmfosero a trasformarelapercezione stessa della vita'
[ru b &co, attraverso il sistema giuridico, ad offrire alla Iiolimpo deititani del pensiero giuridico, politico e soprat-
itl pirvata - ora organizzata dinamicamente nella tutto économico contémporaneo. Non è questa la sede per
;,"-.="r= iipt tu - gli strumenti coercitivi indispensabili discutere nel dettaglio un'evoluzione culturale - quella
pelché il programmà di modemizzazione contraddittoria- coincidente con la c.d. rivoluzione scientifica - che portò
rne'rte chiamàta liberale potesse avere successo. Una serie al progressivo abbandono di ogrri ffaccia di pensiero oli
stièo e qualitativo (considerato da Galileo in avanti medie-
fi kg'gi draconiane - le <<poor laws>> - si fece carico di col-
vale e pre-scientifico) afavorc di una visione quantitativa
Ée, aon darezzainusitaia, le masse uq-tempo c-ontadine e riduiionistica del sapere, ossessionata dalla misurazione
od oo nullafacenti che confluivano nelle città. I devian-
d e i n-belli, che ponevano in essere comportamenti non oggettiva. La logica del positivismo scientifico cartesiano
@i dla nuova disciplina, spesso venivano intemati in siìnpadronì delle nascenti discipline accademiche, e gli
,,,..icmio- La fantasia punitiva era molto sviluppata, tan- spettàcolari trionfi della tecnologia produssero un pen-
b che ndla Costituzione arrcicanavenne introdotta una Jero unico destinato a durare, nelle c.d. scienze esatte,
damh conuo il c.d. <<cruel and unusual punishmenD per fino alla prima parte del XX secolo (e fino.ad oggi nelle
rlCegirtimrrc a]meno i supplizi affoci, quali l'amputazione scienze sàciali). Nella temperie culturale della rivoluzione
dd neso o delle orecchie, cui venivano sottoposti i poveri scientifica, quando a Londra Isaac Newton godeva dello
orima di essere rinchiusi nelle nascenti istituzioni totali così status e del prestigio di un semidio, le cosiddette scienze
Lo do.rit. da Michel Foucault. sociali comiÀciarono ad emanciparsi dal diritto e dalla fi
Il carburante per la rivoluzione industriale e il decol- hsofia, divenendo discipline autonome dotate di statuto
lo del capitalismò occidentale non derivò, naturalmente, scientifico quantitativo. Prima fra tutte l'economia, vera e
propria sciénza dello sfruttamento delle risorse naturali e
solo dalà recinzioni inglesi, che pur furono cruciali nel
saldare l'allaozainossidabile fra Stato e impresa prwata'
&[. forr. produttive, che vide i natali con Adam Smith
La conquista e il saccheggio delle Americhe portarono in- e David Rièardo, Oggi la <<regina>> delle scienze sociali,
e un secolo dalla dismissione del parudigma newtoniano
genti capitali freschi, elatratta degli schiavi africani com-
nelle scienze c.d. esatte, non ha saputo svilupparsi olffe il
[t"tO it g.ande triangolo della prima globalnzazione. Le paradigma riduzionista, né adattarsi-al nuovo paradigma
navi carilche di manufatti da vendere ai ricchi trafficanti
ècologico (prodotto della visione della terra come entità
africani salpavano da Southampton e dagli altri.porti in-
glesi, riparàvano per le Americhe cariche di schiavi per viva, éaia)-che rifiuta nettamente (proprio come fanno
i. piantagioni e faìevano ritorno ln patria cariche di ori, relativismo e quantistica) tanto la distinzione fra fatto e
yalore quanto quella fra soggetto e oggetto.
g,i*o, zicchero, tabacco e talvolta ancora schiavi. Così
i. regole costitutive dell'economia capitalistica, fondate Agronomi eà economisti liberali teorizzarono allora -
sulla*privatizzazionea favore di pochi di quanto la natura
p-pIo come ancor oggi fanno la Banca Mondiale in Afri-
38
)9
-G--

in Sud America - la proprietà forza politica dalla vocazione contro-egemonica (Thomas


ca ed Hemando De Soto
privata sulla terra e la trasformazione di Gaia (o Pacba-
Miintzer, le rivolte contadine, i livellatori, la Comune di
Parigi,le attuali lotte per i beni comuni dei contadinisenza
rua*a) in <<merce>>, apprezzable in astratto in base al suo
rendimento produtti.rò «oggettivamene quantificabilo>' t .rrJ. Q.r.tta controlnarrativa volta avalorizzateil comu-
ne vantà a sua volta una genealogia illustre' Alcuni esempi
In effetti, insieme dla creaitone del denaro e del salario
(per unità astratta di lavoro), la trasformazione della terra senza pretese di completezza: gliantichi Padri della Chie-
iÀ *.r.. fu una delle grandi invenzioni che, fondando la
,", .hé insistono sul dono originario di Dio tutta l'uma-
^
visione del mondo della modernità, ancora ci dominano'
niia (ma già con san Tomrnàso, che seguiva l'Aristotele
polemico con il comunismo platonig-o-, la prgnlietà pri-
La tena, fisicamente unica in ogni suo appezzamento in riabilitata) l' ia di Tommaso
quanto porzione della superficie terresffe che occupa uno iata sarà perfettdmente ; U top
Moro, coèva alle enclosures; il «mito del buon selvaggio>>
spazio non riproducibile,è in naturabene comune ambien-
del Rousseau de\7'Origine della disuguaglianza, che con il
tale per ....-ll*rr, perché necessaria a sostenere la stessa
socialismo utopistico di Proudhon condivideva la visione
vita ln collettività lu trr" riproduzione. La sua mercifica-
" riducendola a oggetto astratto della proprietà privata come furto di beni comuni'
zione è possibile soltanto
ontologicamente separato dalle soggettività che vi abitano' Irogni caso, che lo si voglia vedere come un aspetto
Jella tema è perciò un prodotto cultu- negativJ (Locke) o come un aspetto positivo (Rousseau),
La meicificazione
rale nettamente ascrivibile alla visione del mondo fideisti-
il s"elvaggio non conosce la proprietà p rvata e la sua con-
camente tecnicistica e positivistica della prima modernità'
dizionJlottica è fondata sulla condivisione di beni co-
muni alllinterno della sua tribù. Importante è osservare,
Nella logica quantitativa che fonda questa visione,-il rap-
a questo proposito, come sia proprio questa caratteristica
porto frll'uomo (portatore di diritti individuali) e la terra
che quello di dominio privatq, teoizzato
dei «selvàggior> ad averlo reso oggetto di ptivatizzazione e
no, pot"uu
"ssere di mr.*iÀ".nto, La conquista, che ancora nel XVI secolo
dalla filosofia politica liberale proprio in contrapposizione
doveva produrre un impònente (ancorché inutile) dibatti-
col comune. §ignificativament., un ricco dibattito sullo
to accad-emico fra i giuristi spagnoli circa la sua legittimità,
<<stato di t ut t- si sviluppò agli albori della modemità'
non sarà accompagnata da alcuno scrupolo nel secolo suc-
Tanto Hobbes quanto Locke, campioni rispettivamente
cessivo in Nord America. IJideologia dell'individualismo
della primazia dello Stato e della p-roprietà privata come
proprietario, profondamente radicata nello spirito razio-
srumlnti primordiali di uscita dallo stato di natura, of-
naliita protestante, che con Ugo Grozio conquistò com-
frirono q.ràdti a tinte fosche di una società fondata sulla
pletaménte la teoria del diritto naturale e fondò il moder-
comunione delle ricchezze.Lametafora del comune come
no diritto intemazionale, non lasciava più spazio ad alcun
luogo del disordine originario, della guerra di tutti con-
dubbio, seppur accademico. Ogni uomo ha diritto esclu-
tro"tutti, dell'assenza didiritto, dello stato di brutalità in
sivo alla pioprietà privata di quanto produce e un diritto
coi ogni organizzazione civile era impossibile, divenne la
naturale à roit.u...ìalla comunione originaria il frutto del
nanitivadaminante in una genealogia continua che va da
suo lavoro e dei suoi commerci. Per Locke e molti ùtrr, gh'
Hobbes fino alla Tragedia dei coruuni di Garrett Hardin'
indiani, non conoscendo la proprietà privata, dimostrano
Certo, accanto a questa rraffativa ne fu sempre pre-
di essere selvaggi ed.è perciò nel loro stesso interesse che
sente un'altra, capace di emergere di tanto in tanto come
si compie la coiquista. Il territorio indiano, bene comune
un fiume carsico, talvolta perfino capace di produrre una
4t
40
Ir-L

f individuo entrerà in contatto con altri gruppi stanziati


degli indigeni - che vi vivevano in mirabile equilibrio eco-
logico, sostenuti da un'intelligenza generule di lungo pe- ro ultrl territori e inevitabilmente rispetterà, per uil -4i
riodo -, viene così qualificato giuridicamente terrd nullius corrtig"ita territoriale, determinate regole, .diverse dalle
e in quanto tale liberamente occupabile secondo il diritto
orooii" personali. Cosi il viaggiatore musulmano rispet-
di natura. Lo sterminio e il saccheggio che seguirono alla i"rà ul.,rt. regole degli infedeli nel cui territorio venga
mercificazione di beni comuni altrui trovarono nei padri a trovarsi, o il-mercanle fiorentino si adatterà ai costumi
(per esempio alla valuta) del mercato estero-in cui si trovi
fondatori del liberalismo (che ancor oggi domina, senza
alcun segnale di pentimento, il pensiero occidentale) non ,i op"rurè. il principio di territorialità del diritto diventa
solo gli apologeti ma anche gli istigatori, in nome della p.r.iO ptogt"rrirr-è.rt. più forte in proporzione all'affie-
produttività economica. i.U.ri à.fi-pott*za délo status,perché è evidente che
Purmoppo, anche laddove la polemica nei confronti nessuno ,uprà ,.o.g"re Ia condizionè - libera o servile, di
contadino o di allevatore - di
della proprietà privata e delle conseguenze genocide del -.r.u"r. o di .hià.o,daldi proprio luogo di provenienza'
pensiero liberale produsse rivoluzione politica, fu lo Stato un viandante lontano
I d.ruro sostituisce lo staius (anzi crea il nuovo status), i
a beneficiarne e non i beni comuni. In Occidente essi ri- e si indivi-
irpp"ttl progressivamente si conrattualizzano
masero relegati a un'esistenz a cadetta, certo non priva di questa osserva-
diubzzaio (Sumner Maine ha reso celebre
impoftanza - come dimostrano per esempio in Italia gli ad imporsi in
zione) e il principio di territorialità tenderà
studi di Paolo Grossi -, ma incapace di articolarsi in un
progetto politico vitale ed alternativo in grado di sotrarsi opp"*o càn h àobilità degli individui. I" tq99? moder-
na ù giurisdizione (iuris-diciio,ossia il potere di dichiarare
allatenaglialetale di proprietà pflvarta e Stato.
In effetti, la teoria politica della modernità conferma q"A."ti, it diritto che si applica adlrdato conflitto), del
1o strettissimo rapporto strutturale fra proprietà ptivata e
t rt,o .o-putibile con il principio di-personalità, acquista
sovranità statuale ai danni dei beni comuni. Ancora una caratterinettamente territoriali e lo Stato moderno riven-
volta è l'invenzione della territori4lità come principio fon- di.h.ta presto il potere di ius dare (ossia di creare diritto
damentale dell'assolutismo giuridico moderno a produrre Jsuo tàrritorioie non più soltanto quello dichiarativo di
questo fenomeno. Già abbiam visto come in una società iis d.icere,tipico dell'ordine medievale' Con l'assolutismo
fondata sullo status il principio che più naturalrnente con- eiuridico, proprio dell'imporsi della statualità sovrana,
nette l'individuo al diritto sia quello drpersonalità. Uindi- io Stato ii*"dicheta giuriidizione esclusiva e dichiarerà
viduo parte integrante e inestricabile di un gruppo porta g".tt, ogni fedelti giuridica diversa dal principio di
"a
ierritorialitàlla territori"alità ci appare oggi come una for-
con sé, ovunque si trovi, il legame identitario giuridico-
politico con quel gruppo. E il gruppo a produrre le regole ma giuridica tanto elementare quanto naturale'
_.-f,iegr*.
forte fra le teorie dèlla sovranità e.quelle della
per l'individuo, che costui riconosce come legittime. Cer-
io, quando viene meno la stanzialità,, condizione tipica di oroorie"tà è agevole da scorgere' I teorici della sovranità
una società fondata su)lo status, viene in gran pafte meno irrr"t" assolJr, da Machiavelli a Bodin a Hobbes, non
anche il controllo del gruppo sulf individuo, sicché il suo
J"borurot o le proprie teorie in un vuoto di materiali' Da
secoli i siuristi iomanisti e quelli di comrnort lata, nccolti
rispetto delle regole non sarà oggetto di quel controllo dif-
fuso (a volte sentito come opprimente) che carutteirzzala rispettirramente fin dall'Xl secolo d.C. intorno alle univer-
sità e ale corti regie, affinavano un ricco arsenale pratico
società di villaggio. Parimenti, con l'allontanamento fisico
4)
42
-

di regole e teorie volte a tracciare i confini fra individui ria della proprietà pivata, visto che ll loro stessa esisten-
proprietari soVrani; Infatti la tradrzione giuridica occi- zaerulnimarnente connessa con l'affermazione storica di
dentale pone le sue radici, cinque secoli prima di Cristo, quest'ultima (ai danni dei beni comuni). Una delle pi,g-9ele-
nell'assegnazione di terre in proprietà privata a patres rc- b.i d.tit irioni di proprietà privata ci viene così da Villiam
mani, capi clanici sovrani assoluti sui territori loro asse- Blackstone - il più noto giurista inglese modetno, grosso
gnati, legati fra loro da un patto costituzionale volto a pre- modo coevo di Adam Smith, che scrisse nel tardo XVIII se-
venire conflitti armati (ne ciues ad arrna ueniaru.t) e fondato colo - e discende direttamente dalla tradizione giustinianea
sul rispetto sacro del territorio. Questo modello politico (srazie all'influenza della scuola del diritto naturale olan-
andò progressivamente gi:uridtcizzandosi e produsse, per Jese). Secondo Blackstone, che fu giudice e professore di
la prima volta nella storia, un ceto di giuristi professioni Diritto inglese al collegio All Souls di Oxford, <da proprietà
sti deputati a dirimere controversie sempre più complesse pitvataè il dominio solo e dispotico che un individuo ha su
legaté ai rapporti patrimoniali fra i patres. Nel VI secolo irrr, .o., ad esclusione di tutti gli altril>. I-lesclusione degli
d.C., dopo mille anni di evoluzione del diritto romano, dtri,la pivazionedel loro accesso, il dispotismo arbitrario
l'imperatore Giustiniano, la cui Corte era ormai a Costan- e idiosincratico del titolare costituiscono dunque l'essenza
tinopoli a causa delle invasioni barbariche, raccolse una del dominio. Sul piano ideologico Blackstone, figlio del ra-
selezione delle opinioni dei più celebri fra i giuristi in una zionalismo del suo tempo, chiude definitivamente i conti
compilazione, i. Corpus luris Ciuilis, destinata a divenire con quel medioevo giuridico che aveva dovuto compiere
il libro giuridico più celebre dell'Occidente. Quest'opera, dorziintellettuali notevolissimi per far convivere la sempli-
riemersa dall'oblio nell'Xl secolo, fu la base dello studio cità individualistica del diritto romano con la complessità
giuridico presso le nascenti università europee' Al cuore di un mondo feudale in cui I'espeienza umana, tnnanzi-
della compilazione giustinianea e dell'intera tradizione tutto comunitaia, apparteneva alla terra (e alTa natura) e
continentale si collocò così la proprietà privata,vista come non viceversa. Celebrando l'esclusione egli chiude con un
potere sovrano di un individuo sul suo territorio e sui suoi mondo dominato dai beni comuni e si iscrive fra i cantori
teni. In questo quadro la struttura del giudizio civile non della modernità. Egli non solo ttihzza quegli stessi mate-
poteva che nascere come un gioco a somma zero, in cui le riali del diritto romano che stavano sulla scrivania di ogni
utilità di ciascun bene conteso appartenevano o all'attore uomo di cultura rinascimentale, ma traccia un parallelo,
che agiva in giudizio o al convenuto che vi resisteva. quello fra proprietà e sovranità, che sarà destinato a di-
Questa stessa struttura si riprodusse tale e quale in celebre. Così come i1 proprietario sui suoi beni,
Inghilterra perché Guglielmo il Conquistatore, proprio
"iotrr.
b Stato moderno asserisce dominio solo e dispotico - in
come il leggendario secondo re di Roma quindici secoli una parola sovrano - sul suo territorio' La sovranità sta-
prima, divise le terre fra gli armati che lo avevano aiutato tuale e la proprietà privata hanno struttura identica, quella
nella conquista e fu poi costretto a creare una struffura per dell'escluiione e dell'arbitrio sovrano. Enmambe non sop-
dirimere le controversie fra questi e garantire la solidità portano limitazioni, se non quelle dettate dall'esigenza di
politica del suo regno. E anche qui l'amministrazione del ònvivere con altri sowani (proprietari o Stati) su territori
gioco a somma zero (se la proprietà non spetta all'uno spet- contigui, risolte nel gioco a sofitma zero della tradizione
ta al7'altro) fu affidata ai giuristi, i quali da sempre erano giuri&ca. Entrambe anelano alla semplicità decisionale (e
abituati a non porre domande sulla legittimazione origina- L fonduno sul decisionismo gerarchico) e aborriscono la
44 45
_l
complessità olistica tipica del comune. proprietà privata e
Stato moderno divengono alleati naturali contro il iomune, Capitolo terzo
come dimostrato dall'epopea delle enclosures. La loro al- TRA LESSERE E UAVERE.
leanzaè in verità paradossale, perché entrambi rivendicano FENOMENOLOGIA DEL COMUNE
|'assolutezza sullo stesso (uniio) appezzarnento di crosta r

terrestre. Essa tuttavia, ancorché storicamente mutevole, si


dimostra solidissima, perché a sua volta si basa su un sem-
plice gioco a-somma iero nel quale l'una o l'altro possono
prevalere nel singolo_episodio confliftuale, ma sempre si
rafforzano a vicenda. Se non prerrale lo Stato prevale É pro-
prietà privata e se non prevale la proprietà privata prevale
lo Stato. I.giuristi, dominanti tanio nel.rrorrdo .rpitulirtu
quanto nella parentesi socialista , fotmalizzano e cementa-
Nel precedente-capitolo ho cercato di dar conto della po_
no quest'alleanza conteorie sofisticate che confermano l,e-
sizione di grande sofferenza in cui i beni comuni sonoie_
sclusione del comune, incompatibile con una logica a som-
nuti a trovarsi nella modernità. Ho affermato che la stessa
ma zero che, come abbiam visto, ha radici lontÀissime.
modernità nasce con quel fenomeno di mercifi.urior.
A seguito delle recinzioni, per un fenomeno centra- lenta dei beni comuni (soprattuùto della rcsra viva:
uio-
le allo stesso sviluppo della coicienza della modernità, i Gaia)
che trova nelle enclosuleringlesi e nella conquista i
beni comuni sono stati espulsi, cancellati come categoria suoi
momenti fondativi. Nella cultura politica dell,Illuminismo
politico-culturale dotata di una qualunque dignità àsti-
i beni comuni sono esclusi dal novero delle categorie po_
tuzionale. Soltanto Stato e propiietà piivata, presentati
liti.che e giuridiche rispettabili e vengono relegati"a
come fra loro in confliffo, ma in realtà complicì nela di- tuoglri
struzione del terzo fattore, sono presenti nègfi orizzonti dslor-e-moderno, del-selvaggio e dél medi.,ràle tanto?a
del costituzionalismo moderno. Tutte le Costiltuzioni mo- chi è favorevole quanto da chi è contrario ,ff, pr"pii.ìa
pivata. Del resro, la separuzione fra politica e di;ift;,
derne contelgono garunzie per la proprietà privata nei ;;si
confronti dello Stato sovrano. Soltanto quella to[viana e come quella fra le varie dis-cipline delie c.d. scienze
sociJ,
sono sostanzialmente prodotti della modernità che
g","lk ecuadoregna ripristinano i beni comuni fra i luoghi rrr.o_
oo sulle ceneri dello smantellamento ,.i."iifi.o
del diritto costituzionale.
giuridico, economico e tecnologico) dei beni comuni.
tp;ili;;,
Ii
comune cessa di essere uno statuto epistemologico
dei
beni.avente pari dignità rispetto ,l prbblico ,I"p.*uto.
La Marca tedesca, la partecipanza émiliana, il" maio
alto-
ÈrT,Iro, gli usi civici o i commons inglesi sono considerati
residui anacronisrici di un rempo loituno. I beni possono
essere pubblici (cioè apparrenenti a organizzazioni pub_
bliche come lo Stato) oppure privati (Iio. app"rtenenti
a indir.idui o persone giuridiclie private). N;; p*r;;;
tertiuru non datur. Del resto basta leggere le regole dedi- orse. In effetti, diritto ed economia (ma anche purtroppo
cate alla comunione in qualsiasi Codice civile (la forma hfilosofia anahticae la scienza politica dominanti) fonda-
giuridica più squisitamente rappresentativa della moder- oo la propria <<scientificità>> nell'assumere la distribuzione
nità) per percepire lo sfavore e la damnatio di questa forma iriqua delle risorse (prodotta dalle enclosures) come un
giuridica, considerata quasi come una patologiaarcuca da dato di fatto,unaspecie di realtà naturale, come il sorgere
sanare il prima possibile: <<Ciascuno dei partecipanti può o il tramontare del sole, cui solo gli utopisti - e non gli
sempre domandare lo scioglimento della comunione>>, re- scienziati guidati dal supremo valore del realismo - posson
cita perentorio l'art. 1111 del Codice italiano. pensare di porre rimedio.
Qresto atteggiamento della modemità si fonda molto
- Poiché la modernità illuminista (e il costituzionalismo
probabilmente sulla rimozione psicologica dell'inaudita fiberale) struttura il nostro modo di pensare, i suoi la-
violenza che ha catatterizzato I'accumulazione origina- riti culturali creano l'immaginario dominante la nostra
ria e che ha visto come complici ed istigatori la più parte quotidianità e hanno quindi un immenso potere politico
dei pensatori che ancor oggi ammiriamo e che fondano il di costruzione della realtà. La nostra realtà è costruita
nostro immaginario liberale. Oggi tendiamo ad assolvere htomo a categorie del possibile che escludono i beni co-
Locke o i padri fondatori americani per esser stati schiavi- muni proprio perché la loro privatizzazione, continua e
sti e ruzzist1 e proviamo fastidio se cosftetti a riconoscere progréssiva a scapito della natura e degli altri esseri umani
che lo sviluppo capitalistico occidentale si è fondato sul (" rèopo di crescita o di sviluppo economico), è conside-
saccheggio dei beni comuni. I-?operazione di rimozione di rata un dato naturale, non solo certo e irreversibile ma
questo fastidio passa attraverso la storici zzazione e succes- mche desiderabile. Restituire dignità politica e cultura-
siva assoluzione del pensiero liberale per gli eccessi dell'in- h ai beni comuni significa fondare il discorso politico e
dividualismo proprietario. Assolvendo i padri fondatori giuridico su un'altra realtà, quella di un mondo e di una
della modernità in quanto figli del loro tempo, implicita- o.tom che non possono <<appartenere>> a qualcuno sol-
mente asseriamo che gli eccessi dell'accumulazione ori- tento, ma che devono essere condivisi e accessibili a tutti.
gsnaia (enclosure s, conquista, sfruttamento, schiavismo) Significa riconoscersi, come talvolta si dice, in un'altra
sono a loro volta parte di un passato lontano e irripetibi oanativa, secondo la quale prima vengono gli interessi
le. Purtroppo così facendo non solo chiudiamo gli occhi di tutti (umani e non), concepiti come un ecosistema di
sul fatto che tali eccessi sono con noi ogni giorno (basta relazioni di reciproca dipendenza, e solo successivamen-
anahzzarc le relazioni industriali nell' econom ia glob ahz- te gli interessi individuali. Poiché §li individui non sono
zata), ma soprattutto non sottoponiamo ad alcuna critica neppure materialmente concepibili come monadi isolate
seria il lascito culturale della tradrzione moderna che ci (in natura, l'individuo solo necessariamente soccombe e
ha consegnato il costituzionalismo liberale. Compreso in muore), i beni comuni smascherano gli assunti irrealistici
questo lascito vi è sicuramente la «de-legittimazione» dei dell'individualismo borghese. Il loro riconoscimento pro-
beni comuni che, qualora sottoposta a serio vaglio critico, muove la costruzione di un immaginario comune in cui la
comporterebbe la necessità di ridiscutere radicalmente Iibertà individuale va considerata come parte del mondo
gran parte delle categorie giuridico-politiche della moder- dell'essere, consistente nella facoltà di accedere e godere
nità, compresa - anzi soprattutto - la questione tabù per dei beni comuni e delle relazioni sociali comunitarie (e
diritto ed economia, ossia la giusta distribuzione delle ri- politiche) che essi rendono possibili. La libertà nell'es-
48 49
sere va nettamente separata dalla brutale soddisfazione rapporto alle uguali necessità altrui, proprio come awie-
degli appetiti acquisitivi dell'avere per accumulare. Una ne quando siamo invitati a un buffet, dove ciascuno deve
naffativa che si fonda sui beni comuni rifiuta perciò di prendere in considerazione le esigenze di tutti, evitando
collocare al centro del sistema politico tanto la proprietà dringozzatsi smodatamente nel minor tempo possibile di
privata quanto lo Skto, visto che quest'ultimo, fondato tutto ciò che più stuzzicail suo appetito. I-individualismo
sulla stessa struttura, da sempre presiede alla privatizza- proprietario tipico del pensiero della modernità celebra
zione dei beni comuni adoperandosi per ampliare la sfera come desiderabile e promuove ad esercizio di libertà fon-
della proprietà. pivata.In un mondo di risorse finite l'ac- damentali proprio il comportamento di accumulo brutale,
cumulo può logicamente awenire soltanto sottraendo al indifferente alle esigenze altrui sulla base di singolari teo-
comune, e dunque tramite un comportamento struttural- rie economiche che si fondano sul paradigma della crescita
mente antiecologico, ossia conffario all'interesse della co- infinita su un pianeta finito. La
<<realtà oggettiv»> su cui si
munità naturale. Or,rriamente, privilegiare la dimensione muovono le teorie realistiche contemporanee, a ben vede-
dell'essere su quella dell'avere è anatema per la struttura re, si fonda su tre grandi frnzioni (l'invenzione del denaro,
fondamentale del capitalismo dominante, perché riduce hmercificazione della terra, resa un bene fungibile nono-
il consumo e la conseguente possibilità di privatizzarc i. stante il suo essere ontologicamente unica, e l'astrazione
surplus economico prodotto dalia trasformazione di beni del tempo-lavoro), che sono condizioni di possibilità di
comuni in utilità private. In effetti un consumatore, ogni comportamenti antiecologici di accumulo quantitativo.
volta che soddisfa un qualsiasi desiderio sul mercaro, per Non è per nulla un caso che molte popolazioni nella sto-
esempio acquistando un nuovo computer, privatizzabe- ria umana, diversa dalla circoscritta fase del capitalismo
ni comuni, perché quel computer sarà prodotto trasfor- egemonico, siano state capaci di vivere per secoli in mira-
mando beni scarsi che si trovano esclusivamente in na- bile equfibrio ecologico con la natura, essendo dotate di
tura come un dono che nessuna tecnologia è in grado di quell'intelligenza comune che i'individualismo possessivo
riprodurre. Egli, per esempio, trarrà utilità privata dagli della modernità ha prima delegittimato in teoria e poi ero-
idrocarburi, talizzati per produrre la plastica; da grandi so progressivamente nella pratica. Ora, quando al centro
quantità d'acqua, indispensabili per il raffreddamento dei della scena si pongono i beni comuni, è proprio la realtà
processi produttivi; dalle cosiddette teme rare (per esem- r.afrJralzzata e resa egemonica dal mondo capitalistico in
pio il coltan, impiegato per produrre i microchip), che si cui viviamo ad essere posta in questione.
trovano in luoghi del mondo (quali il Congo) devastati per I-lattenzione e la piena comprensione dei beni comuni
lo sfruttamento brutale di queste risorse. consentono di scorgere una diversa realtà, la possibilità di
È proprio questa continla azione drprwatizzazione di diversi rapporti sociali fondad sulla soddisfalione di esi-
utilità donate dalla natura (a tutti, e non soltanto a chi può genze dell'essere e non soltanto dell'avere. In una pada,
<<permettersele>> economicamente sul mercato) che erode porre i beni comuni al centro della scena significa dire che
in modo irreversibileilgrande tesoro che Gaianasconde da «un altro mondo è possibile>». Non solo, ma una teorica
miliardi di anni. Tale attività dipfivatizzazione delle utilità dei beni comuni, rifiutando la mercificazione e lo sfrut-
è necessaria per la vita e in questo senso può certamente tamento e rivendicando le condizioni ecologiche dell'esi-
considerarsi ecologica, visto che Gaia è un pianeta vivo e la stere in comunità, si fonda su un'altra realtà, che pone in
vita umana ne fa parte. Essa tuttavia va sempre valutata in discussione radicalmente il pensiero dominante dicendo

50 51
che un altro rnorudo è necessario se vogliamo salvare il no- stessa separabilità fra l'essere e l'avere, così come quella fra
stro pianeta. Ormai i dati che abbiamo a disposizione sono il soggetto e l'oggetto, viene posta in discussione da una te-
precisi e concordanti nel denunciare l'assoluta insostenibi- oria politica che ponga al centro i beni comuni. Dal punto
htà ambientale della logica del brevissimo periodo, figlia di vista fenomenologico, infatti, i beni comuni non possono
della modernità, che inesorabilmente condanna il mondo essere colti se non liberando la nostra mente dai più r adtcati

- per mancanza di intelligenza comune - allalivello catastrofe


gene-
fra gli schemi concettuali con cui siamo soliti interpretare la
realtà. Per questo essi resistono a una concettuùizzazione
tinale. Ricreare questa intelligenza comune a
rale richiede la piena salvaguardia di moltissime pradche teorica scompagnata dalla prassi. I beni comuni divengono
locali di governo ecologico dei beni comuni, al fine di ri- rilevanti in quanto tali soltanto se accompagnano la con-
parurequella rete della vita che I'ideologia della modernità sapevolezza teorica della loro legittimità con una prassi di
àontinuà a spezzarc ponendo I'interesse delle parti al di conflitto per il riconoscimento di certe relazioni qualitative
sopra di qu.llo del tutto (anzi, insistendo a vedere il tutto che li coinvolgono. In altri termini, i beni comuni sono resi
come un mero aggregato delle parti che 1o compongono). tali non da presunte caratteristiche ontologiche, oggettive
Ricreare I'intelligenza comune presuppone necessaria- o meccaniche che li catatteizzetebbero, ma da contesti in
mente il riconoscimento dei beni comuni, il che comporta cui essi divengono rilevanti in quanto tali. Di qui l'estrema
una critica agb atteggiamenti culturali che li hanno relegati ampiezza e flessibilità della nozione, ed anche la difficoltà
per secoli in una dimensione di marginalità. In un certo di racchiuderla nelle tradizional-j classificazioni giuridiche
i.r.o, laddove l'Illuminismo si è legittimato convincendo (beni, o servizi?) o politiche (destra o sinistra?). Per esem-
l'umanità di averla svegliata dal sonno e dalla superstizio- pio, una recente manifestazione sindacale in Italia era in-
ne medievale, oggi, quasi in una nemesi storica, il ricono- titolatall kaoro è un bene comune. Una tale affermazione
scimento dei beni comuni (su cui si fondava in gran parte non avrebbe avuto alcun senso in una logica tradizionale,
lavitamedievale) può aiutarci ad aprire gli occhi rispetto abittata a vedere il lavoro come oggetto di un contratto
alla superstizione tecnologica prodotta dal delirio di onni- (ancorché collettivo) o come un diritto della persona. Tut-
pot"ni^della modernità illuminista che ancora ottenebra di
tavia, il contesto di una prassi di lotta volta a difendere il
le nostre menti di consumatori. ritto di tutti a lavorare in condizioni <<libere e dignitose>>, a
Un bene comune, a diffetenzatanto della proprietà pri- fronte delle esigenze di profitto proprie di una multinazio-
vata quanto di quella pubblica (appartenente allo Stato: nale che asserisce di voler competere sul mercato globale,
proprietà demaniale), non può concepirsi come un mero fa cogliere agevolmente il senso di una tale affermazione.
oggetto, una porzione tangibile del mondo esterno. Non Il lavoro va tutelato come bene comune di una collettività
prrà.rr"." colto con la logica meccanicistica e riduzionisti- (nel cui ambito opera un'impresa). Il bene comune lavoro
ca trpicadell'Illuminismo, che separa nettamente il sogget- richiede che le persone siano occupate in modo qualita-
to dall'oggetto. In una parola, non può essere ricondotto tivamente accettabile e coerente con il pieno rispetto dei
alf ideamòd.ma di merce. Il bene comune, infatti, esiste diritti costituzionoh.In altri termini, vedere il lavoro co-
soltanto in una relazione qualitativa. Noi non <<abbiamo>> me bene comune significa porre al cenffo le esigenze della
un bene comune (un ecosistema, dell'acqua), ma in un collettività in cui awiene la produzione, adoperandosi in
certo senso <<siamo>> (partecipi del) bene comune (siamo uno sforzo collettivo di soluzione dei problemi ad esso sot-
acqua, siamo parte di un ecosistema urbano o rurale). La tesi. Il lavoro come bene comune non è né un oggetto (mer-

52 5)
t
I
!

ce, entità astatta) né un astratto diritto soggettivo, bensì urbanistico, ma Io è


un'entità collettiva (comune appunto) . .o,it.rtruie, allo di scambio esistenziale.in q_ua-1to Juogo di accesso sociale e
stesso tempo condizione dell'essere e del produrre (avere).
bim.ru *'r.bf"*r.pr.rre i tratti
fisici da quelli sociali di una pr^*i,, A""frriil;.rar.i.#
Il lavoro come bene comune non è fine à se stesso, ma è di d,eterminati gruppi di i"ài"id;-arff" p*.f,ine
entità necessariamente funzionale alla quahtà dell'esistere tavolini dei bar cosiiìuirebb. o dai
in un determinato contesto (ecosistemà), du t.rtelarri n.i "", "iotrrior"
fondamentale dell,ac-cesso universale
aài-pri*ipi"
confronti sia del capitale privato (proprietà) sia del siste_ , ,r, b...r. comune.
IlriconoscimentodeUapi^ri"ir"*il;;;";;;;à.-_
ma politico (governo),
*.gSl capiìale privato sempre più r-ebbe invalida un,ordinànr, .i"al.rf.-.t do.r.rr. i_o._
frequentemente succube. Il fine precipuo della aif"ruà"I
è
g_.{e panchine
lavoro come bene comune è quelà di cànsentire ailavora_ *::j::. "i;;;;;;;.
cuscnmrnatona,Ia decisione di un barista ",1".rì,, r"#r,7
dinon fr.,.a.ià
tori l'accesso a un'esistenza libera e dignitosa nell,ambito cittadini extracomunitari poveri. ia
di u1a produzione ecologicamenre sosÉnibil., ;h.;i; tiene>> a una comunità
ii^r^ *fiii;"p;;;:
per9i9 pienamente anche i diritti di chi non lavoru(ancora 4picam.il à.bd.,
quanti, stanziafi o viandanti, po.rur"o
ossia di tutti
o più) e in quella comunità vive. ir, ìr,.u*o godere
della sua funzione di Iuogo'ai ..rÀUi".
É ciò nei modi
.beniCome questo esempio mostra,
comuni
la fenomenologia dei e nelle forme di cui ciasci"r. è ;;;ò;.1
C"_" q"àrr"
è nettaménte funzionalisdca, nel ,.""ro .lo esernpio dovrebbe mostrare, lap.r..!io*
essi divengono rilevanti per un particolare fine sociale
coe_
. lu rt.Ju dil
fesa dei beni comuni prrrr""-"J..rràrilà-.nr.
rente con le esigenze dell'ecologia politica. I beni comuni attraverso
posl in opera potitica (teoricae ài;.;;;it;;i;
richiedono perciò una percezioÀe oiistica, che ne .olgu up_ Ti,l::li
nvoluzrone epistemologica prodoma
pieno gli inestricabili nessi con la comunità di.if".irià"lo ddl, f.no_L";*r;
e dalla sua critica deil,olgettivi,a.
e con le altre comunità ad essa contigue o che ad .rru ,i ,r;1
N.fir.iio dei beni co_
il soggetro è parte aeil,ogg.tto?. ui;.rrr,).
sovrappongono. Essi non possono in alcun caso essere og_
Vuesta tenomenologia.dei beni comuni apre la que_
gettificati. Ecco perché alCune delle classifi cazioniche .J_ stione della loro co-oai=ibilità con t,rii"a.,r*ttura
mmcrano_ a emergere riguardo ai beni comuni _ quali per giuridicità occidentall, ancora largamente della
esempio beni comuni naturali (ambiente, ucqua, ària b asatasull,idea
i.r_ aslr atta di un ordine giyridicg
ra) e beni comuni sociali (beni culturali, memìria ,rori'.u, oesisterebbe,
"ggZniu;-.hJ
come una struttura reaÌe, indipendente
sapere), o ancora beni comuni materiali (piazze, giardini rispetto ,ttu ,t"rru
esisrenza dei suoi fruitori . à.i ,*i
pubblici) o immateriali (spazio comune defweb) _"a."o"o i"t.ifr.ti. Si matta
della nota mitolosia d.llr.l.gdia t"Àa{OrU
essere oggetto di riflessione critica approfondita e vanno quella secondo c,ii ,i uugh.;;i;'""r'r.I",a of lau),
maneggiate con consapevolezza. graÀde cautela. Esse vei_ occidentale
governara.da Ieggi e ,o.,
du ùòmi"i .1,
c.ofno in qualche modo la vecchia logica meccanicistica forme di dispotismo orientale in
,i;;pone a varie
della separazione fra soggetto€_oggetto, con i conseguen_ iu ,ì ,rrotg.r.È-b.
sab homine è non sub ""i ir;;."rior"
"iiu
ti rischi, sempre in agguaro, della mercifi cazione.Iioltre kcrl;;ff;ì,
nante del diritto è quella di un i"ri;";.;;;;.
do_i_
ogni classificazione dai tratti ontologici . ,ron funzionali_
stici dei beni comuni rischia di ergàre barriere artificialt
di regole scritte sufa base delle-quati;i;;;;;l,".iali "d;r;;;;
(pub_
fra fenomeni contestuali.ror, ,.prribili. per esempio, una ,bT::
r ry,l,lti)
regolano i propriiffa;.
grurlstl chlamano <<oggettivo>>,
a;; diritto, che
piazza non è bene comune in quanto è immaginato come un
-".o ,prrio iiri.o insieme di norme che làIorti ,ppti.r".'tfni o _"no _.._
54
55
canicamente) ai casi concreti per dirimere i conflitti socia- più realisticamente,,è qov:pat1 da interpreti
li. Queste stesse norme ..eanò inoltre spazi di protezione delle leggi,
ossia esseri umani prì"rti. p"bbffii;
individuale attribuendo diritti - q.r.rtà volta ìoti come +";n diversi-ruolì,
da1tro significato alle-leggi t."-it" ,i iià..rro interpre_
«soggettivil> - agli individui. La dicotomia fra diritto og- tativo sociale che va dal basso in at".
gettivo e dirittosoggettivo, così come la stessa idea p...iri i-*ia una notevole
componente di riconoscimento e di adesione
sarebbe possibile un'<<applicazione>> quasi meccanìca del per così dire
culturale, ben difficilmente una t"cg;
diritto ai fatti concreti della vita, .o.titrrir.. uno squisito f;;_de
-di diviene <<di_
ritto oggettivo>> autenticam."r. ."u[à." go,o._ur. rrn,
prodotto.della logica_ riduzionista e meccanicisticaipica comunità. Similmente, un diritto àgg.rti*
della modemità occidentale, che abbiam visto largamànte può <<esiste_
ro> nella sua effettività concrera rottri?oì.
incompatibile con l'idea dei beni comuni. In effetù secon- un suo tirorare
(o^sedic-ente tale) lo f.a valerc .omportamend
do questa concezione il diritto esisterebbe indipendente- "r*"*r" r, at.i termi_
informali o formali in caso di ,";;;ir;ionà.
mente dai-soggetti che inevitabilmente lo interpretano e ni,la mera iscrizione di un diritto;;;;;.
che con il lop comportamento sociale lo plasmano. Esso di[;;;;
è sufficiente afarlo esistere in alcun;;;;'f.dff.l;;i:
sarebbe qualcosa di meccanico, esistente di per sé, ontolo- camente rilevante in qu-anto tale (potrà
gico,<<reale» c_ome un gatto o uoatazza di latìe. rilevante in
euesta og-
gettficazione ha carattere netamente ideologico perchéi
guanro simbolo), come ben,r*o i "rr...
rnoirirri_i dirilil;i
a fronte di un diritto al lavoro..t.U.ìi.
diritto è un p,rodotto politico e culturale e noi q.ralch. co- A _assimo livello
nella'nostra carta costitu zionale,.
sa che gode di esistenza materiale ed oggettiva. Una legge,
Come si collocano i beni comuni in questo
senza un quadro interpretativo, altro non è che un insiààe rnnanziturro la tl.adtzioneforrndistilr,-àoììinun,.quadro?
di parolestampate con dell'inchiostro sulla carta. Una leg- in Oc_
cidente,li esclude nella misura h;i;;;;zione
ge non più in vigore o una legge straniera, che non sono di bene
comune non trova ancora collocazione
leggi sul territorio italiano, nòÀ sono material_mente, og- nel sistema f";;_
gettivamente, diverse da quelle italiane vigenti. Anch,esse ! {elle fonti det diritto i" d;;;;;.i};""
Bolivia ed
eccezione
Ecuador)..Su ciò ,oÀJr.Ào,'riu vale la pena
sono statuizioni normative scritte su carta. La vigenza di precisare subito che il già discusso
qna legge (diritto oggettivo), e dunque la sua essenza come
f".rJrÀlrto del dirit_
to occidentale sulla t*àdiu pr"p.i.ra
diritto, dipende dagliappanti di produzione e interprera- estremamente.difficile la rivendiìazionefìirrìa_Staro rende
zione, che a loro volta riflettono la percezione socialé dele di situazioni e in_
teressi, come i beni comuni, con morfoì-ogi,
comunità che devono governare. In altri termini una legge, rispetto al semplice.conflifto a somma
atg_rti",
come qualsiasi istituzione umana, non esiste senza .romi- ,rri fru";;;;;
proprietario che rivendica) e un convenuro
ni (o donne) che la interpretino. Llinterpretazione di una )ry,t:t.,-qro
tcorur che ha Dosto in essere un comportamento illecito).
legge awiene tanto implicitament., ,.ì comportamenti GIi interessi iosiddetti dtfd.
quotidiani di una comunità che la rispetta o meno, quan- ii;;'5iìr'.r".pio t,am_
b.iente) e quelli non legatiaun titolare
to esplicitamente - direi professionalmente -, da parìe di di'rti,j,ribile da tuni
giudici preposti a dirimere i complessi conflitti della vita *.alt,, rrovano aimàtta aa
del processo giudiziario. "r;;;;
;.;;il'ilu" rrrurr.,.,
reale nel corso di un processo formale. La wta sociale, in a;d;lr;;;;"
ennanciparsi dalla tutela.degli riescono a
altre parole,-ton governata dall'alto in basso da[e leggi enti p"bbli.i fo.*ali (Stito
9
(come vorrebbe il mito della legalità formale)
d enti locali), o il loro ri."ior.i-Jrto;;;r. in via del
-r, rnolà hrtto eccezionale e di regola inade g"ut" (d^r';iioni.
i d:
56
57
Dal punto di vista fenomenologico, dunque, fra beni
ni comuni, pur non essendo interamente riconducibili ai comuni e diritto vi è un rapporto di strutturale compe-
.;. i"tà.àtti diffusi, ne condividono alcuni aspetti perché' netrazione, perché sono sempre regole giuridiche queile
i Af{rr.n udi proprietà p ivata esovranità pubblica, sono atffaverso le quali una comunità si autogoverna traducen-
caratterizzati dala diffuiione e non dalla concentrazione do in precetti le proprie deliberazioni. Conseguenze in
d;ù;;.. Essi quindi non sono diritti soggettivi.indivi- qualche modo paradossali discendono però da questa os-
d;r[;il a"d..rro..hur, anche sesono indispensabili alla servazione di per sé banale. Infatti, come abbiamo visto, la
rodditfrriò"e di alcuni diritti fondamentali attraverso cui modernità nasce stritolando i beni comuni nella tenaghadi
una persona <<è>> tale. proprietà privata e Stato sovrano. La stessa tenaglia, insie-
É.. ultro verso, se si osserva la legalità in modo realisti-
me ai beni comuni, stritola pure il diritto come espressione
.o, .ioè rif.rggendo le mitologie giuridiche della modemi-
culturale della comunità, bene comune condiviso e fonda-
ia. nli ,,"ràoripi orientalisti, sarà possibile osservare che
mento delle contestazioni sociali proprie di una dialettica
lu ,te"ssu idea di-legalità può considerarsi in un certo senso viva. In effetti,la modernità stravolge il diritto cercando di
;"È;;;";,rt.]kfrtii occorre riconoscere appieno il
comprimedo in una logica assolutistica, sovrana, a potere
iutto .h. il diritto non è un'entità oggettiva, meccanica concentrato, inesorabilmente autoritaria nell'esercizio del
?i[!;;; [cnologia); al contrario, esto è t,'' artefatto cul- potere. Lalogica della legge formale, unica e gerarchica,
i;;" rit il. Jti"i"rggi", che prende vita dalf inevitabile
decisa ufficialmente ed imposta dall'alto in basso dallo
interpretazione che ne offre una comunità umana sempre
Stato a tutti i consociati, cerca di rimuovere con la violen-
i. tràrfortnrzione. Anche in Occidente sono esseri uma-
za pubblrca monopolista delTa forza il diritto dei popoli:
ni ad esercitare potere, in nome del diritto, su alffi esseri
quell'ordine dialenico e spontaneo.con cui essi sempre
umani, e questo potere intanto è considerato «legittimo>>
avevano governato i beni comuni. E una nuova, ennesi-
in quanto coerente con le-aspirazioni che la comunità di
ma, riduzione e semplificazione violenta quella che, con
riferimento trasmette ..dal sàtto in su>> agli apparati uf- la modernità, si consuma ai danni della ricchezza, delTa
ii;i;lt di produzione delle norme' Le norme giuridiche' complessità e del pluralismo del diritto vivente visto come
.ioè, ,ror, senza essere riempite di significato dal-
bene comune. I1 diritto è posto di fronte aun'alternativa
f, *À""ira di riferimento' che esercita quindi su di esse
"ristono
ancora una volta esclusiva. Esso può essere racchiuso nello
à, t"tr, ài potere diffuso' In questo senso il diritto di
stesso Stato e ridotto alla struttura gerarchica dello stesso (dirit-
."À""ità è proprio .ome,,n bene comune, allo
"gti to pubblico), o alternativamente può essere delegato alla
iJÀp" oggettivoì soggettivo- Esso prendevita (ed essenza produzione priv ata, fondata sull'uguaglia nza {or male fr a
i;;;;."A.gica) pro;rio dal conflitto sociale, che in oc- le persone (fisiche e giuridiche), e presiedere allo scam-
.iJà"," e médiato in gran parte da giuristi professionisti bio di mercato (diritto privato). Ancora una volta un gio-
dirit-
t-.-"ir. i" al*e esperiànze imediatori fra comunità e come co a somma zero, aflcota una volta un aut aut all'interno
to non sono necessarlamente giuristi)' I1 diritto, visto
de1 quale la stessa ricchezza dell'esperienza comunitaria
bene comune, <<appartiene,' allu comunità perché sg91g3 (umana ed ecologica) viene umiliata.
da r,roi conflitti *ii* Nello stesso tempo la comunità è In questa prospettiva, far rinascere i beni comuni signi-
di.itt" perché in un corpo sociale sano ciascuno vi si rico- fica riconquistare un'idea di legalità ricca, spessa, olistica,
.ror." J ne è parte, ,ruoi .onformandosi individualmente' fondata su contenuti etici autentici, funzionale alla qualità
vuoi contestrt dolo con la pratica del dissenso'
59
58
della vita di tutti, nell'ambito di una dialettica finalmente e transgener azionale, quale quella ecologica, e conffollar-
democratica che coinvolge ogni voce e non ne esclude al- ne l'opérato esercitando il diritto fondamentale all'accesso
cuna. In prospettiva giuridica, far rinascere i beni comuni da parte di tutti. Queste strutture di govemo dei beni co-
significa àu rr luto reipingere l'equazione fra Stato e dirit- muni devono essere calibrate sulla comunità degli utenti e
tol *.o. più quella fia diritto e repressione del conflitto, dei lavoratori, vedendosi atffibuite le competenze neces-
"
dall'altro réspingere pure le barriere atificiali che sFPara- sarie e sufficienti per operare la gestione virtuosa ed eco-
no il diritto àalla politica e dall'etica, trasformandolo in logica dei beni comuni di cui sono chiamate ad occuparsi.
una tecnologianota soltanto ai professionisti e inaccessi- Campet.t r. ecologiche, dunque., legate alle comunità di
bile alle p".iot. comuni. I1 diritto come bene comune (o ,if.rimento e libere dail'arbitrio dei confini giurisdizionali
,riceversa i beni comuni corne diritto) restituisce centralità dello Stato e degli enti territoriali' In effetti i beni comuni,
alla persona fisica, garantendole il p-ieno accesso a ogni in virtù del lorosenso contestuale, sfuggono a determina-
ben. comr.re (incluso il diritto) in funzione della piena zioni astratte. Ve ne saranno alcuni di portata strettamente
e immediata soddisfazione dei suoi diritti fondamentali, locale, come un piccolo parco giochi adiacente ad alcuni
dell'adempimento dei doveri sociali di solidarietà nei con- condomini, o una scuola materna; altri di portata più am-
fronti del gtrrppo e di partecip azionenel governo dei beni pia, come la rendita fondiaria, che richiede strutture di
comuni. governo transcomunali, coincidenti almeno con il perime-
In concreto, i1 riconoscere un'entità come bene comu- to degli insediamenti urbani continuativi; altri ancora di
ne significa dichiararne l'incompatibfità sia con la logica poftaù nazionale, coincidente qon fa giurisdizione della
pubblicistica, tipica della delega allo Stato e ai suoi ap- i"ppr"..rtutza politica, come la libertà di informazio-
-parati,
sia con quella privatistica, tipica dell'individuali- o";ìltti infine di portata transnazionale, come la ricerca
imo post.ssivo, trasformatosi oggi sempre più in struttu- universitaria o il governo di Internet. Naturalmente qre-
ra azlendalistica informata al solo criterio tecnocratico e sti non sono cheienni, che tuttavia dovrebbero rendere
quantitativo dell'efficienza nell' accumulo' I beni comuni l'idea di che genere di trasformazione istituzionale sia ri-
àno la base della democ razia paftecipativa autentica, fon- chiesta dal riemergere dei beni comuni come orizzonte di
data sull'impegno e la responsabilità di ciascuno nel rag- contestazione politica all'attuale sistema aziendalistico e
giungimentò dell'interesse di lungo periodo di tutti' Per burocratico.
ér.*"pio, considerare l'acqua come- bene comune - o la
,.rolà, o h rendita fondiaria, o l'informazione - significa E arriviamo così ad un riepilogo sulla vera rivoluzione
innanzitutto creare una barriera politica alta contro ulte- culturale necessaria per la declinazione del comune come
riori processi di privatizzazione. Allo stesso tempo, non categoria del politicò e del giuridico' La separazione ridu-
significa affattotrasferire la gestione di questi beni comuni zionlsta fra soggetto e oggetto, tipica della tradizione car-
, it.,rttr.. dello Stato o di enti locali legittimate dalla de- tesiana (e scieÀtistica da Galileo in avanti), ha strutturato
lega della rappresentan za poltica generica o dal principio la filosofia dell'<<avere>>, alle cui radici stanno gli appetiti
brirocratico. Significa, viceversa, studiare ed elaborare acquisitivi primordiali, che spieganole otigini ed il succes-
strutture di governo partecipato e autenticamente demo- so itorico della proprietà privata individuale e dello Stato
cratico, capici di attrarre gli amministratori più molvatl, sovrano territoriale. Tanto la struttura del giuridico quan-
incentivarne il perseguimento di una logica transnazionùe to quella del politico istituzionaliz zano Ia logica dell' au e-

60 6I
re, che è poi quella della concenffazione del potere. Esse dei beni comuni che occorre sperimentare devono dun-
hanno strutturato istituzionalmente l'idea profonda tanto oue essere strutturate in modo da evitare che esse stesse
dell' umano separato dal naturale quanto dell'oggettività u"rguro pervase dalla primordiale logica del potere, della
della res extensa separata dalTa res cogitans: in altre paro.- pr.àazione e del saccheggio- di cui.si nutre- il capitale e
le, di una realtà oggettiva separata dal suo interprete. E che s.-bra ormai essersi diffrlsa nelle istituzioni politiche
noto come la fenomenologia contesti radicalmente questi delle democ ruzieltberuhi. La sfida che attende chi dawero
presupposti, sebbene tale critica non abbia ancora trovato vuole cambiare il nostro mondo è quella di elaborare e
una declinazione istituzio nale. La cultura giuridica, quin - rendere robuste tali istituzioni.
di, non è riuscita a proporre assetti giuridici alternativi a
quelli della modernità, rappresentati dal «regime di lega-
lità>> (rule of law), ossia dall'illusione che si possa essere
governati da leggi (oggettive e ontologicamente esistenti
di per sé) e non da uomini che comunque le interpretano
introducendo l'inevitabile componente soggettiva.
Il comune è invece nozione che può comprendersi solo
in autentica chiave fenomenologica e olistica, ed è quindi
incompatibile con la logica riduzionistica dell'avere (e del
potere). Si può rendere quest'idea con la locuzione <<il co-
mune siamo anche noil>. I1 comune non è solo un oggetto
(un corso d'acqua, una foresta, un ghiacciaio), ma è anche
una categoria- dell'essere, del rispetto, dell'inclusione e
della qualità. E una categoria autenticamente relazionale,
fatta di rapporti fra individui, comunità, contesti e am-
biente. In altri termini, il comune è categoria ecologico-
qualitativa e non economico- quanti tativ a, come proprietà
e sovranità statale. Per questo il comune non è riducibi-
le a un diritto (categoria dell'avere: io ho un diritto), ma
si collega inscindibilmente con la possibilità effettiva di
soddisfazione di diritti fondamentali, che è ad un tempo
esperienza di soddisfazione soggettiva e di partecipazio-
ne oggettiva ad una comunità ecologica. Nella logica del
comune scompaiono le barriere fra soggetto e oggetto e
anche quelle franatura e cultura. Un ambiente visto come
bene comune non è un'entità statica, ma è allo stesso tem-
po natura e cultura, fenomeno globale e locale, tradizione
e futuro. In una parola, il comune è civiltà.
Le istituzioni di governo democratico ed ecologico
62
Capitolo quarto si misura in termini di sostituzione soltanto quando essi
LA CONSAPEYOLEZZA DEL COMUNE. non sono più disponibfi.
CULTURA CRITICA E PROPAGANDA In un certo senso i servizi essenziali resi dai beni comu-
ni sono simili al lavoro domestico, che si nota solo quando
non viene fatto. Per esempio, i servizi che le mangrovie o
la barriera corallina offrono agli abitanti della costa non
sono <<appre zzati>> perché spesso non sono neppure noti ai
loro fruitori: in questo senso i desideri che essi soddisfano
non sono <<pagantil>. Quando gli italiani distrussero la bar-
riera corallina in Somalia per consentire alle grandi navi
da trasporto di attraccare a Mogadiscio per portar via il
bottino coloniale, aprirono un varco per gli squali, attratti
Nei capitoli precedenti sono emersi alcuni principi fonda- in frotte dal sangue scaricato in mare dal locale macello.
mentali nel governo dei beni comuni: fra questi, in parti-
La spiaggia di Mogadiscio divenne così uno dei posti più
colare, il diritto all'accesso per la soddisfazione di diritti pericolosi del mondo per la balneazione. Per ricreare una
fondamentali e, speculare, il dovere di contribuire al loro barriera c^pace di trattenere gli squali lontano dalla riva
governo con motivazioni altre rispetto all'accumulo di de-
ci vorrebbero moltissimi soldi e moltissima tecnologia.
naro e di potere. Il govemo dei beni comuni è informato Solo nel momento della sostituzione si può avere un'idea
dunque al principio del libero accesso. Si tratta di un prin- (ancorché molto riduttiva e approssimativa) del valore del
cipio inclusivo, radicalmente opposro a quello dell'eiclu- bene comune. Discorso analogo vale per le mangrovie nel
sione, che viceversa catattetizzatanto la sovranità statuale Sud-Est asiatico, distrutte in gran parte per allevare i gam-
(esclusione dello straniero) quanto la proprietà privata. Se
beretti di cui son ghiotti i consumatori occidentali: esse
i beni comuni sono liberi, i bisogni che mamitè essi pos- wolgevano un servizio inestimabile per proteggere i vil-
sono soddisfarsi non sono paganti, salvo che il diritto li laggi costieri dalle onde di tsunami... Quanto costerebbe
renda artificialmente tali attraverso processi dr pivatizza- costruire artificialmente una simile barriera?
zione degli stessi beni comuni. La sanità è un bene comune Ottenere la consapevolezza delvalore dei beni comuni
perché curare i bisognosi è un fondamentale dovere di ci è un primo fondamentale passo per ricostruire un ordine
viltà e solidarietà in capo a ogni medico .IJn'orgxtizzazio- sociale ecologico fondato sul loro riscatto dopo secoli di
ne sanitaria soccorre a diritti fondamentali della persona oblio. Come è noto, oggi oltre la metà della popolazione
come quello alla salute (art.33 Cost.). Llacqua è un bene del mondo vive in città. La città è una comunità che dal
comune perché si trova libera in natura e, come l'aria, punto di vista ecologico può solamente descriversi come
presiede alla soddisfazione dello stesso diritro alla vita. Il parassitaria, nel senso che ottiene tutto il cibo che consuma
diritto, prwatizzando la sanità o l'acqua, può rendere ar- dalla campagna. Di conseguenza i rapporti sociali in cit-
tificialmente pagarfiii bisogni di bene comune, rendendo tà sono quasi interamente contrattaelizzai e nel cittadino
improwisamente evidente a tutti quanto essi valgano. In medio esiste pochissima consapevolezza del valore della
effetti, i beni comuni, prima di essere recintati, offrono solidarietà sociale e della cooperazione. Se ha fame può
servizi dati per scontati da chi ne beneficia e il loro valore acquistare cibo in un negozio o andare al ristorante; se si

u 65
annoia può andare al cinema; se una cosa non gli serve più a disposizione e non solo quando non ci sono più. Tale
può buttarla nelTa spazzatura e aspettarsi che qualcuno la consapevolezzapuò essere creata soltanto attraverso uno
porti via; se deve recarsi al lavoro o a trovare un amico può specifico investimento sul fronte della domanda, eviden-
acquistare il biglietto di un autobus o prendere un taxi. nando i nessi fra i bisogni individuali, i beni comuni e il
Quando ha bisogno di contante può recarsi a uno sportello contesto in cui essi producono i loro servizi. ln una parcla,
bancomat, anche se ormai quasi tutto può essere acquista- occorre spiegare a cittadini sempre più individualizzati,
to con cana di medito. Qualche anno fa la città di New contrattualizzati e disabittati a pensare in modo critico,
York fu colpita da un blackout durato per alcuni giorni. che senza lapresenza al contomo di beni comuni prodotti
In mancanza di elettricità diverse persone rischiarono di dallo sforzo cooperativo di tutti (in primis la natura) le
morire di fame. Infatti; i bancomat e le carte di credito loro proprietà private non varrebbero nulla! Si tratta di
non funzionavano, era difficilissimo raggiungere altre parti uno sforzo culturale immenso che si scontra frontalmente
della città con la metopolitana ferma, fra vicini di casa non con un imponente apparato ideologico (che non è fatto
c'era sufficiente confidenza perché I'uno prestasse denaro solo di pubblicità, ma anche di ortodossia culturale) volto
contante all'altro. I negozi non erano abituati a far credi- a individualizzare, contratualizzarc e pivatizzate, al fine
to a sconosciuti e comunque le prowiste scarseggiarono di far crescere desideri di beni privati inutfi o nocivi pro-
immediatamente (celle frigorifere bloccate ecc.). Per molti ducendo profitti per il capitale. All'individuo che compra
newyorkesi quella fu la prima volta in cui fu possibile ren- unaJeep Cherokee (che il CEO della Chrysler offre come
dersi conto dell'enorme valore della cooperazione sociale modello di sviluppo per Torino fta gli applausi generali)
(un bene comune) e allo stesso tempo della dipendenza non viene detto che tosto quell'auto non varrà più nul-
assoluta del loro modello di sviluppo dall'elettricità (a sua la perché i. prezzo degli idrocarburi andrà alle stelle, e
volta prodotta dal perolio, un bene comune). Chi vive in comunque, crescendo la consapevolezza ecologica, in po-
campagnahatutt'altra consapevole zza delvalore della coo- chi anni tutti considereranno chi guida un simile mostro
perazione, perché un gran numero di attività (in pimis la come un cafone. Né a chi cambia per l'ennesima volta il
coltivazione) si possono fare soltanto insieme e nello stesso cellulare viene fatto presente che si sta collocando sempre
tempo laita, molto meno contrattualuzata, è assai meno più alla mercé dei signori delle telecomunicazioni, che a
mediata dal denaro (a maggior ragione dal bancomat) e da causa della crescita nel consumo di telefoni privati quelli
servizi pubblici come l'energia elettrica o i trasporti. pubblici sono spariti, e che il traffico di terre rare sta pro-
Per un cittadino, soprattutto occidentale, la consape- ducendo disastri sociali e ambientali in tutto il mondo. Per
volezza dei beni comuni è un vero problema, perché egli non parlare di chi esce dai grandi magazzini, perfino nelle
è troppo abituato a dare tutto per scontato. I napoletani località di montagna, carico di bottiglie di plastica piene
recentemente hanno imparato ad apptezzare il valore di d'acqua, molto meno buona di quella che sgorga libera e
un bene comune, frutto di complessa interazione socia- abbondante dal suo rubinetto e da ogni fontana. Quale
le, quale la disposizione dei rifiuti e i londinesi quello di pubblicità può spiegargli che è un povero credulone e che
un servizio funzionante di rimozione della neve in città. zu quell'acqua i profitti alle sue spalle (sufficienti per pa-
Insomma, un qualsiasi tentativo di recupero culturale e gare i vari testimonial) sono di uno a mille?
politico dei beni comuni richiede uno specifico lavoro Il vero problema è che i beni comuni sono entità di cui
per costruirne la consapevolezzafinché li abbiamo ancora sussiste un bisogno pubblico e privato che non è pagante a

66 67
causa della mancanza di consapevolezza dellaloro centra- superamento dell'equazione riduzionista fra settore pub-
lità e necessità. Proprio l'opposto della maggior parte delle blico e Stato proposta dalla riflessione sui beni comuni
merci prodotte dal capitalismo attuale, di cui non sussiste offre anche qui prospettive non banali. Infatti, il noto ra-
alcun bisogno reale, né pubblico né privato. Che bisogno gionamento di Kenneth Galbraith, secondo cui la cresci-
c'è di un modello di auto esteticamente diverso, di scarpe ia del settore privato (determinata dal marketing) rende
giffate, o dell'ennesimo telefonino? Di questi beni privati necessaria una corrispondente crescita di quello pubbli
(largamente insostenibili sul piano ecologico e sociale) il co (che awiene in rnodo insufficiente per mancanza di
bisogno pubblico sussiste soltanto nella misura in cui si marketing/propaganda), sconta la fondamentale analogia
accetti l'idea dominante, totalmente quantitativa, di cre- suutturale fra privato e pubblico, interpretati con i tradi-
scita e di sviluppo (produrre per produrre). Ma è proprio zionali archetipi della proprietà privata e della sovranità
quest'idea suicida, prodotta dalT'alleanza fra la concentra- statuale. In effetti, lafalsa opposizione fra due entità che
zione del profitto privato e quella del potere politico, che condividono la stessa struttura di dominio mostra come il
una teoria dei beni comuni vuole superare prima che sia marketing del pubblico, gerarchico e burocratico, sia pro-
troppo tardi (se già non lo è). pagandaproprio come quello del privato, nella misura in
Il bisogno privato di beni inutili per il proprietario e cui non introduca alcun aspetto relazionale (o dialogico)
dannosi per tutti gli altri viene creato (inventato) lavo- capace di produrre trasformazione qualitativa del signifi
rando sulla domanda attraverso uno specifico massiccio cante e del ricettore del messaggio. Indipendentemente
investimento, anche culturale, noto come marketing. il dalTa natura pubblica o privata del soggetto che la pone
marketing, promosso a scienza dalla cultura aziendalisti- in essere, è propaganda I'emissione di segnali solipsistici
ca dominante (purtroppo anche universitaria), altro non volti a stimolare una domanda di consumo (di beni o di
è, infatti, che un insieme sofisticato di tattiche ruffaldi- proposte politiche elettoralmente competitive) in un sog-
ne che producono desideri paganti volti all'accumulo o getto passivo.
al consumo di beni privati socialmente inutfi o dannosi. In realtà, l'opposizione strutturale autentica con cui ci
I-utilità privata di tali beni è purtroppo sovente inventa- stiamo famiiarizzando è quella fu a la logica riduzionistica
ta proprio ai danni di beni comuni (si pensi alla pubbli- e meccanicistica della modernità (condivisa da proprietà
cità dell'acqua minerale che fa restar giovani e belli). I pivata e Stato) e quella fenomenologica, rclazionale, par-
marketing è un'attività estremamente costosa, tipicamen- tecipativa, olistica e critica propria del comune. Soltanto
te ttilizzata a favore del settore privato (che ne scarica quest'ultima supera il riduzionismo cartesiano soggetto-
i costi sui consumatori creduloni), ma a volte anche di oggetto e il conseguente delirio della modernità, che ha
quello pubblico. Quando ciò awiene, talvolta perfino per portato l'umano (soggetto asratto) a collocarsi al di fuori
fat crescere la consapevolezza politica della necessità di della natura, autoproclamandosi suo donainus. In questo
certi investimenti pubblici resi indispensabili dalla stessa diverso quadro, la consapevolezza dei beni comuni (e la
iperrofia del settore privato (per esempio costruzione di conseguente trasformazione motivazionale del soggetto)
strade e parcheggi per consentire la vendita di automobili non può essere prodotta dal marketing ma, d. contrario,
giganti come quelle che vuole produrre Marchionne), il deve passare attraverso la dialettica del sapere critico. In
marketing pubblico è sempre a rischio di essere indicato altre parole, per raggiungere la consapevolezza dei beni
dispregiativamente come propa ganda politica. In realtà, il comuni occorre una trasformazione del soggetto, una ri-

68 69
voluzione nei suoi apparaimotivazionali, una visione del ideologici dello Stato ha prodotto lo sviluppo delle prime
mondo autenticamente rivoluzionaia che può emergere università statali, soprattutto in area francese, a pafike da-
soltanto dalla partecip azione democratica autentica. Men- gl, dell'Umanesimo. I-università di Parigi e quella di
tre la logica del marketing (o della propaganda) produce ^r-i per esempio, nacquero come università di Stato,
Torino,
motivazioni consumistiche allineate all'ideologia domi- rompendo con il modello più antico della libera università
nante, il dialogo critico e partecipativo di base produce la medievale. Nelle università di Stato insegnano docenti che
trasformazione qualitativa essenziale per la stessa perce- sno funzionari dello Stato e che ad esso sono perciò legati
zione dei beni comuni. In definitiva, l'investimento neces- da una particolare fedeltà. Questo punto è molto impor-
sario per creare domanda di beni comuni (prima di tutto tante nel distinguere I'università bene comune dall'univer-
la percezione della loro esistenza e vulnerabilità) si chiama sità di Stato, nel senso che quest'ultima, come del resto
culmra critica ed è a sua volta un bene comune, che deve m'università pivata,può essere vista come un bene comu-
essere offerto e non venduto per promuovere la partecipa- ne ma può anche non essedo. Un'università di Stato può,
zione politica autentica di una cittadinanza critica. infatti, essere strumento di propaganda nel momento in cui
In questo quadro occorre dunque spendere qualche il sapere che vi viene professato non è critico, così come
ulteriore parola sui luoghi di produzione della cultura cri- wa corporate uniuersity, cteata daun'azienda per formare
tica, in particolare su due ambiti fondamentali del conten- ipropri quadri o per farsi pubblicità a livello globale, altro
dere politico, l'università e la stampa. La contesa oppone non è che uno strumento di marketing. Naturalmente può
due forze contrapposte: da un lato abbiamo le forze del essere vero anche il contrario, a conferma del fatto - più
capitale, che strutturalmente spingono verso la recinzione rche fin qui osservato che f idea di <<bene comune>> si
-
di questi come di ogni altro bene comune; dall'altro trovia- Inne a un livello diverso rispetto alla dicotomia privato/
mo quanti, ormai consapevoli della natura decisiva e finale grbblico così come declinata nella modernità.
di questa battagha per le idee, sono disposti a battersi per Che poi anche i giornali e i media possano svolgere fun-
il pieno riconoscimento della natura di bene comune di zione propagandistica o di marketing piuttosto che critica,
questi fondamentali luoghi della civiltà. Sebbene le cose e che ciò sia del tutto indipendente dalla natura pubblica
dal punto di vista tecnico siano in parte diverse, non c'è o privata della loro <<proprietò>, è fin troppo owio. Co-
dubbio che libera università e libera stampa possano svol- mé esempi, se si vuole evitare quello troppo banale della
gere il menzionato ruolo di promotori di una cultura cri- riPravda> (verità) sovietica, basterà citare le televisioni del
tica e che proprio per questo possano essere considerate c.d. servizio pubblico italiano e owiamente le loro, non
pericolosi nemici della retorica dominante della crescita àcilmente distinguibili, concorrenti private. Restando aile
tramite consumo. nniversità, si può osservare come le strategie uulizzate dal
Per converso, questi stessi luoghi, quando asserviti al capitale per recintame gli aspetti di bene comune possono
potere e ualizzati nella produzione della naffativa domi- essere le più varie, ma non di rado, come ai tempi delle
nante (cioè quella che racconta le cose dal punto di vista dei enclosures inglesi, il capitale si serve dello Stato per rag-
vincitori dei processi sociali) possono certamente conside- giungere il suo intento. Ciò sta avvenendo in Italia molto
rarsi, con Louis Althusse! come <<apparutiideologici dello rapidamente in questi ultimi anni di <<riforme a costo ze-
Stato>>, fondamentali per il mantenimento del controllo ro>>, che danno attuazione particolarmente zelante a un
sociale. Proprio quesà vocazione a fungere da apparuti' processo di priv atizzazione/ aziendakzzazione dell'univer-

70 71
sità che ha radici a livello europeo. Negli Stati Uniti le d profitto. Nei secoli I'istituzione universitaria si è così
cose stanno un po' diversamente perché diversi erano i affetmata un po' ovunque come un vero e proprio bene
punti di partenza, soprafiutto dal punto di vista dell'idea comune attraverso il quale l'umanità elabora, conserva
di <<autonomia universitati»>,unanozione che in Europa e trasmette da una generazione al7'altta, in una logica di
si è perduta con l'imporsi del modello statale centrahzzito lungo periodo, un sapere testato con gli strumenti della
(e che invece era un aspetto cruciale del modello univer-
critica. Non è un mistero che, soprattutto laddove l'uni-
sitario medievale), menrre negli Stati Uniti è più radicata. versità privata si è particolamente sviluppata, non di rado
-
Tuttavia, visto che come osservato nel primo capitolo il prestigio accademico abbia finzionato come sistema di
- sono gli Stati Uniti a fare tendenza a livello globalà, non riproduzione e conservazione di una certa strat{icazione
sarà inutile osservare come la distruzione dell'università in sociale, ma furono le contestazioni studentesche degli anni
quanto luogo di sapere critico afavore di una concezione Sessanta, in America come in Europa, a farc i conti con
aziendalistico-produttivistica, che privilegia la scienza ap - questa distorsione. Gli studenti furono in grado di assu-
pkcatae la tecnologia penaluzando le disòipline umanisti- mere un ruolo di protagonisti nella grande azione collet-
che, sia partita proprio di Jì. tiva di ffasmissione del sapere, modificando l'università
Che la tradizione universiraria occidentale fosse quella ed essendone modificati, in quella logica rclazionale che
di bene comune risulta in modo chiaro dalla stessa stut- òbiamo vist o caratterizzare i beni comuni. E in effetti, per
tura dei primi atenei, che si svilupparono, a partire dall'K un ventennio abbondante dopo il '68, possiamo osservare
secolo, come libere comunità non gerarchiche di studenti come il <<bene comune universitò> sia stato governato in
e professori. Queste comunità perseguivano la conoscenza modo tutto sommato coerente con la sua natura, con un
scientifica rivendicand o con fierczza un'autonomia anche ooinvolgimento significativo di tutte le sue componenti.
giuridica del tutto possibile in un mondo che già sappia- Negli ultimi anni, tumavia, indubbiamente aiausa del-
mo esser stato caratteizzato da notevole pluralismo. Ov- lìngresso del capitalismo multinazionale nella sua fase
viamente, non tutte le università condividevano la stessa cd. cognitiva, e in coerenza con lo strutturarsi di quel-
struttura (in alcuni fra i casi più antichi il rettore era uno h particolare forma di pensiero rcazionaio nota come
studente) e non di rado esse potevano essere fondate dalla neoliberismo, un vero e proprio assalto al bene comune
Chiesa o da altre strurture politiche gerarchiche. Altret- miversità è iniziato in tutto l'Occidente. Ovunque i finan-
tanto ovviamente, anche il tasso di libertà accademica va- ,iomenti pubblici per la ricerca e la didattica di base sono
riò nel tempg e nello spazio. Negli Stati Uniti fra le prime rtati messi in discussione, indicando come esempi virtuosi
università, di poco successive allo sbarco dei Padrl Pel- h migliori università private americane, ma aèendo na-
legrini, diverse e assai gloriose furono quelle fondate da Eralmente della percentuale altissima del loro budget fi-
privati, come tutte le più note della c.d. Iuy League,il club rm,nziala Qsf, complesso militare-industriale a parrire dagli
dei più antichi e prestigiosi atenei della CostaEst. Salvo enni della Guerra Fredda. Mentre i fnanziamenti pul-
eccezioni e patologie, la libertà didattica e scientifica fu Hici venivano progressivamente ridotti, costringenjo le
ovunque gelosamente salvaguardata dal corpo accademi- miversità pubbliche a competere con quelle private sul
co nei confronti di ogni ingercnza esterna e tanto le uni- Erleno del marketing e dell'autopromozione, alla grida
versità privlte quanto quelle pubbliche funzionarono per dei principali atenei venivano chiamati, e compensatì con
secoli al di fuori della logica aziendale e managerial. rròlt, rilioni di dollari, presidenti e rettori proveniènti sempre.
72 7)
più spesso dal mondo dell'impresa. Costoro imponevano percentuale minima del budget) è sempre il settore privato
una logica strettamente manageriale, che nel capitalismo apror,vedere alla domanda di indebitamento per studiare,
cognitivo (spettacolare) non può che fondarsi stilo star offrendo prestiti d'onore grazie ai quali i giovani laureati
system. Nelle università americane oggi i dipendenti più escono indebitati per centinaia di migliaia di dollari, per
pagati sono invariabilmente gli allenatori di football o di ipagare i quali non possono che accettare impieghi nel
pallacanestro, mentre le sedi più prestigiose si contendo- più remunerativo settore privato for profit. Le distorsioni
no i professori più noti (ossia quelli che hanno accesso di questo modello sono evidenti. I professori sono tra-
ai media dominanti) con stipendi molto vicini al mezzo dormati in cacciatori di fondi, per ottenere i quali sono
milione di dollari l'anno. Lalogica dei costi opportunità disposti a dire e pubblicare tutto ciò che le corporations
fa sì che mediamente i professori di Diritto, di Economia mecenati chiedono loro. Il precariato dtlaga, soprattutto
o di Ingegneria (che avrebbero l'opportunità di svolgere fra i più giovani dei dipartimenti meno professionalizzan-
altri lavori ben retribuiti) ricevano compensi che sono il ti, e perfino la sicurezza del posto di lavoro dei professori
doppio o il triplo di quelli degli antropologi, degli storici o (tenure) è oggi messa in discussione, visto che - dicono
degli entomologi, e che un professore guadagni oltre dieci gli economisti onniscienti - quelli <<bravb> che pubblicano
volte di più di un impiegato amministrativo. Nella logica non ne hanno bisogno e quindi essa serve solo ai fannul-
manageriale trionfante, in cui ciascun ateneo compete con loni (che potrebbero pure essere quei pochi che prima di
tutti gli altri, gli studenti devono necessariamente puntare scrivere pensano).
alle scuole di élite, perché dalla sede in cui si laureano di- Questo modello privato spettacolare, pubblicizzato in
pende la possibilità di trovare lavoro. I requisiti di entrata tutm il mondo, seduce chi non è dotato di senso critico. In
nelle università migliori sono sempre più legati ai punteggi effetti, i rampolli delle élites globali affollano le università
ottenuti in speciali test (amministruti, apagamento, da cor- statunitensi, convinti di aver superato selezioni durissime
porations private), che olviamente finiscono per favorire ma in realtà in molti casi inesistenti, visto che pagano full
chi proviene da un background privilegiato e può per- fees (ossia non ricevono alcun aiuto finanziario) in pro-
mettersi tutors e corsi preparatori privati. Le scelte degli grammi di master in sostanza loro riservati. Di ritorno a
studenti ammessi in più di unà sede sono poi interamente casa hanno tutto l'interesse a magnificarcla nuova alrna
determinate dai rankings, ossia da classifiche private (la mater. Inoltre, poiché il sistema educativo europeo tra-
più nota è compilata da una rivista patinata, <<U.S. News dizionalmente formava buoni studenti, taluni fra questi
& §7orld Repor») che stabiliscono il piazzamento del7e riescono a completare brillantemente dottorati di ricerca e
varie sedi nelle varie discipline. La necessità di collocarsi non è raro che qualcuno diventi pure professore, visitatore
sempre più in alto nei rarukings, determinati da criteri per o di ruolo, in qualche dipartimento d'oltre oceano. Sono
lo più legati alla quantità di capitale disponibile nei diversi costoro le grancasse nostrane del sistema americano. Invi-
dipartimenti, condiziona le scelte accademiche delle fa- tati a scrivere sui principali giornali e spesso consulenti di
coltà e naturalmente fa lievitare a dismisura i costi per gli ministri, questi colleghi si sono specializzatinel raccontare
studenti (è ormai normale spendere 50.000 dollari a)l'an- l'America, anche accademica, come vorrebbe apparire ma
no solo per le tasse). Nell'università statunitense intera- non come è.
mente pivatizzata (esattamente la stessa logica permea le È facile cantare le virtù di un sistema per certi versi
università di Stato, i cui contributi pubblici coprono una meno corrotto del nostro (forse solo diversamente cor-

74 75
rotto), ma farlo oggi in Italia, seppure talvolta in buona Capitolo quinto
fede, mette a serio rischio quegli asperti di università bene
comune che ancora esistono e che bisogna assolutamen-
IL PARTITO, IL MOVIMENTO
te salvaguardare nei confronti di un ceto politico di im- E IL GOVERNO DEMOCR,{TICO DEL COMUNE.
IJAVVENTURA DELTACQUA
barazzante provincialismo che con i beni comuni vuole
solo fare aff.ai.Il sapere critico, infatti,non si produce in
ambienti competitivi, ma prospera in comuniìà solidali,
tendenzialmente egualitarie, portate a vedere i problemi
nella prospettiva dei perdenti dei processi sociali e non a
riprodume la retorica dei vincitori. Il sapere cririco non
può avere padrone, non deve prestarsi a nascondere la ve-
rità per proteggere gli interessi dei fnmziatori. II sapere
critico si basa sull'accesso tendenzialmente libero di tutti e Soltanto la partecipazione politica stimolata dalla cultura
non può essere accessibile soltanto a chi abbia passato test critica può consentire il riconoscimento sociale dei beni
confezionati da società multinazionali o a chi possa paga- comuni, promuovendo preferenze da <<cittadini>> e non da
re. Il 52ps1. critico include e non esclude, non può eìsère *conr,r-rtoril>. Occorre perciò ora soffermarsi sulle forme
collocato in vendita sul mercato. Come ogni bene comune, di mle partecipazione. In coerenza conla nafiia dei beni
il sapere critico - che non è necessariamente né di Stato né comuni, che rifuggono la contrapposizione ligidafuater.ira
privato, sia esso università, giornale, radio o televisione -, e prassi, il presente capitolo riflette su una concreta espe-
capace di formare e non solo di informare, appartiene a t'rr:rrza drbattaglia: quella per l'acqua bene comune in Italia.
tutti e da tutti (ossia dalla fiscalità generale) deve essere Nel nostro paese si è svolta una battaglia referendaria
sostenuto. Come ogni bene comune, esso rifugge tanto la che ha costituito l'epifania locale di una guerra globale
logica aziendalistica quanro quella burocraticà del potere di lunga durata per l'utilizzo democratico ed ecologico
gerarchico concentrato e sposa invece quella della parte- dell'acqua. La gteraper l'acqua bene comune ha ottenu-
cipazione democratica e del potere diffuso. Esso deve es- to le più significative vittorie in Bolivia dieci anni fa e da
sere govemato con criteri critici, da chi in quelle comunità ultimo a P alJig;r. con la sua ripubblicizz azione democratica
vive, e non da manager o imprenditori. Come ogni bene conquistata dal sindaco Bertrand Delanoè e dall'assesso-
comune, iI sapere critico va difeso da tutti contro recinzio- re Anne Le Strat proprio ai danni (e a casa) di due fra i
ni che servono soltanto I'interesse di pochi. principali attori globali del saccheggio idraulico, Suez e
Vivendi. Naturalmente tale guerra globale, raccontata ma-
gistralmente da Vandana Shiva mentre labattaglia di Co-
àabamba era ancora in corso, continua a segnare molte
sconfitte. Esse si registano ognivolta che i problemi idrici
vengono affrontati nell'ambito di una logica economicisti-
., àt..rro..atica (inevitabilmente autoritaria), ritenendo
possibile <<risolverlil> attraverso la tecnica. Invero questo
tipo di <<soluzionil>, simboleggiate da mega-progetti infra-

77
strutturali, quali grandi dighe e deviazioni fluviali (ma an- crisi ecologica che ha cause commerciali ma non soluzioni
che dal risiko finanziario per la concentrazione delle mul- di -.r.rtà. Le soluzioni di mercato distruggono la terra
tiutilities «pubbliche»), porta al saccheggio delia natura, e anmentano le diseguaglianze.La soluzione di una crisi
prodotto dalia tenaglia fra proprietà privata e sovranità à.oiogi.u è ecological e 1à soluzione dell'ingiustizia è la de-
statale che stritola i beni comuni. cesiazione della crisi dell'acqua impone una
In realtà da anni gli ecologisti predicano che il ciclo ^orrl^ri^.La
rinascita della democtazia ecologic»>l' Quasi dieci anni
idrico può essere compreso e governato soltanto come un dooo Ia pubblicazione diLe guerre dell'acqua,la crisi eco-
ecosistema complesso che <<vive» (nel senso vero del termi- logica hìediamo ben oltre l'acqua elacrisi della democra-
ne) in m equiJibrio rclazionùedelicato con il suo conresto. ni.oonein discussione non solo Ie istituzioni di mercato,
Lleterogenesi dei fini (saltnizzazione, siccità, rapido esauri- maànche quelle della rappresent^nz politica d:Legata'
mento) è inevitabile conseguenza dell'interventismo violen- - Il qrrudio nell'ambito àel quale-hrsenso riflettere sul
to prodotto dalla suddetta logica e dal primato della tecnica. t pporto frapanitie movimenii di fronte alla-salvaguardia
Anche la grenaper l'acqua come bene comune è per- di r., b.t. .à*.rr" primario quale l'acqua, fonte di ogni
ciò in primo luogo una battagha culturale conuo il deli- vita sul oianeta. C quindi necessariamente rivoluzionario'
rio di onnipotenza antropocentrico, un morbo contratto Oggi it iapitalismo globùizzato e mercificante è incom-
principalmente in Occidente agli albori della modernità e pitiUit" .oi lu ,optriruir.trza e con la democrazia, sicché
che tuttavia ha contagiato quasi completamente il panora- ristabilire la democtazia inaertendo la rotta è un'autentica
ma politico e culturale dominante a livello globale. Il co- ouestione di vita o di morte. Siamo cioè di fronte a esi-
ro ormai unanime da almeno quindici anni degli studiosi n"nz..rrorali di trasformazione e a un vero e proprio stato
di ecologia (anche mainstream) lancia un grido d'allarme Zi necessità, i quali reclamano una rivoluzione culturale
disperato: senza una radicale inversione di rotta globale eco-compatibilé che difficilmentepuò prescindere da una
le condizioni di vita su questo pianeta non riusciranno a rivoluzioie politica. Se le armi della critica siano sufficien-
rigenerarsi, sicché l'attuale politica dell'acqua è suicida, ,i r" i t..ii d.[u catastrofe ecologica siano compatibili
risolvendosi in una produzione artificiale di scarsità a fine .ot" pi"t i diriformismo radicale deve diventare oggetto. di
di profitto o di potere che.rischia di condume alla morte discussione consapevole, ancorché inquietante, nell'ambi-
per disidratazione del pianeta. to dei partiti e deimovimenti contro-egemonici che pon-
gono al centro i beni comuni.
I-incompatibilità fra il modello di sviluppo dominanre " Se questa sfida è chiaru, dobbiamo tuttavia affrontare
nella sua strutturazione giuridico-politica e1à soprawiven-
za del)avita sul pianetamette in discussione la stessa com- due ouàstioni legate ai mezzie agli strumenti ttlnzabi\'
patibilità fra la statualità moderna e la tutela del comune per tale inversioie di rotta: partiti o movimenti nella bat-
e rende imperiosa e urgentissimal'istanza di democrazia i"sli, p., i beni comuni? Quale declinazione del giuridico
partecipativa di cui i rnoaimenti costituiscono l'epifania è iecÉssatia? Nell'affrontare queste domande, al centro
più vitale. Soltanto un'autentica declinazione della demo- non può che collocarsi la dimènsione del potere, grande
crazia paftecipativa, capace di generare percezione diffu- ,r...rì. delle scienze sociali. Abbiamo visto come proprie-
sa del reale ed urgentissimo rischio di soprarvivenza del
pianeta, potrebbe produre un autentico cambiamento. 1 Vandana Shiva, Le guerre del|acqaa,Feltrlnellt', Milano 2001,
Nelle parole di Vandana Shiva: <<La crisi dell'acqua è una p.)2.
78 79
tà privata e Stato, nelle varie loro declinazioni, siano le re istituzionali modellate anche storicamente sull'apparato
due grandi istituzioni giuridico-politiche che dominano la dello Stato sovrano.
modernità capitalista. La loro posizione antitetica è del Come ormai ben sappiamo, il governo deibeni comuni
tutto falsa tanto sul piano storico quanto su quello del pre- nhuta radicalmente questa logica riduttivistica e si artico-
sente, perché esse sono legate ftaloro da un rapporto for- la intomo a diffusione del potere e inclusione partecipatiaa.
tissimo di simbiosi mutualistica e i confini sono presentati Ben difficilmente quindi la forma partito, a sua volta pro-
ad arte come netti, ma in realtà sono assai grigi, proprio dotta dalla modernità politica (Stato territoriale sovrano)
come quelli fra privato e pubblico (possiamò dimànticare e dalla centralità dominicale, può prestarsi al governo dei
la Scuola di Francoforte?) e fra poliiica e società civile. beni comuni. Il comune costituisce un abro genere,rudical-
Tuttavia, la falsità srorica di un certo discorso politico mente antagonista rispetto alla decltnazione esaustiva del
è del tutto irrilevante nel riflettere sulla sua egemonia, sic- rapporto pubblico/privato o Stato/mercato. Il comune, in-
ché la pervasività di Stato e mercato come rappresentanti fatti, rl,fittala concentrazione del potere a favore della sua
rispettivamente del pubblico e del privato non lascia posto dffisione.Il comune ha come modello un ecosistema, ossia
ad alcun terzo genere: in effetti, il discorso dominantè col- una comunità di individui o di gruppi sociali legati fra loro
loca tutti i partiti politici su un continuun cheva dal libe- da una struttura a rete; esso rifiuta più in generale l'idea ge-
rismo allo statalismo, secondo una rappresentazione della rarchica (e anche quella competitiua, prodotto della stessa
loro politica economica indipendente da quella di destra e logica), a favore di un modello collaboratiuo e partecipatiao
sinistra (esistono ranto statalisti quanto ]iberisti che si defi che non conferisce mai potere ad urua parte rispetto ad altri
niscono di desra come di sinistra). Questa rigidità e questo elementi del medesimo tatto,ponendo al centro l'interesse
riduzionismo di analisi e prassi sono in realta il prodotto di quest'ultimo, il comune appunto, visto come qualcosa
di una struttura comune a proprietà (mercato) e iovranità di non riducibile a)L'aggregato delle parti che lo compon-
(Stato) che consiste nell'elemento della concentraziorue del gono. In questo senso il comune ifiutala logica del potere
p o t ere.Le strutture privatistiche (proprietà pirv ata,società toat court a favore di quella ben diversa della partecipa-
per azioni ecc.) concentrano il potere di decisione ed esclu- zione, proprio per la sua strutturale incompatibilità con la
sione in capo aun soggerto (il titolare) o nell'ambito di una gerarchia. In questo quadro, evidentemente, il dualismo
gerarchia (il CEO). Similmente, Ie srrurture pubblicistiche
lrclitico-culturale <<Stato-mercaro>> viene smascherato co-
{bw o c r azia) c o n c e n t r a n o i I p o t e r e ai v ettici diuna ger archia me riduzionista e per sua natura autoritario, sicché ogni
sovrana catatterizzata dall'esclusione di ogni altro soggetto discorso sui beni comuni diviene incompatibile non solo
decisionale nell'ambito di una data sfera di giurisdizione con la struttura dei partiti politici, ma anche con quella
(modello della sovranità territoriale e sue anièolazioni po- di ogni altro tipo di istituzione, prwata o pubblica, che si
litico-amministrative). In Italia, Regioni, Province, Comuni muova nella logica della concenttazione del potere.
sono, da questo punto di vista, dei <<mini» stati-apparato. In Non solo, a)lora, diventa plausibile che ogni effettiva
sostanza, i partiti tendono a muoversi suun continuum che tutela di un bene comune debba essere politicamente so-
passa dal liberismo allo statalismo (o viceversa), declinando stenuta da rnooimenri (destrutturati e a potere diffuso) e
tuttavia sempre l'identico parudtgma de77a concentrazione assai meno capaci di fado siano i partiti (organizzai e a
del potere su un
-oggetto
o su una organizzazione.I partiti Intere tendenzialmente concentrato). V'è ben di più. I
svolgono la loro funzione essenziale nell'ambito di stmttu- movimento per i beni comuni non può che essere un mo-

80 81
vimento per un'autentica decLnazione democratica dell'i- italiano (Della proprietà) nelle parti relative alla proprietà
dea stessa di cittadinanza, fatta di partecipazione attiva pubblica, si è immediatamente movata di fronte al dilemma
e non di mera scelta passiva fra partiti politici offerti sul dei beni comuni. Infatti, anche in quella sede di riforma
mercato della politica, a)le scadenze elettorali, nel puro giuridica ci si è tosto resi conto che l'essenza dei beni co-
interesse dell'offerta stessa (<<supply side politics>> ). muni non poteva essere c olta dil.parudigma della proprietà
Tutto ciò non costituisce un discorso astratto, perché pubblica (demanio) né da quello della proprietà privata
proprio un movimento, quello per l'acqua pubblica, ha (dominio), carattetizzanti il nostro diritto dei beni, poiché
saputo darc forza politica (tradottasi in una massiccia ri- entrambi questi poli sono incardinati sull'esclusione e sul-
sposta ai referendum sull'acqua bene comune) - nell'inca- la concentrazione del potere di disporre nelle mani di un
pacità assoluta dei partiti politici di farlo - a un itinerario soggetto sovrano, sia esso pubblico o privato, da esercitarsi
culturale alto, inffapreso da anni anche inltalia, ffamite su un oggetto (bene: cosa che può formare oggetto di di-
una serie di importanti ricerche accademiche. Oggi assi- ritti, art. 810 Codice civile). Viceversa, le utilità di tutti i
stiamo a :ufia vera esplosione di gruppi di studio sui beni beni comuni tanto di natura fisica (acqua, aia, ghiaccia|
comuni che coinvolgono giuristi, economisti, antropologi lido del mare...) quanto di natura culturale (pinacoteche,
e filosofi delle più diverse estrazioni, raccolti presso nu- Gonoscenza, piazze,monumenti...) non sono prodotte dal-
merose università e centri di ricerca (Fondazione Basso, l'esclusione bensì dall'inclusione. Secondo l'impostazio-
Università Roma 3, Cento Studi CGIL, International ne della Commissione Rodotà, quelli comuni intanto so-
University College of Turin, rivista <<Carta>> e molti altri). no beni (cose che possono formare oggetto ù &.'ittl) in
Alcune di queste ricerche, dedicate in particolare alla pro- qaanto siano accessibili a tuui, declinando quindi la logica
prietà pubblica e condotte presso I'Accademia Nazionale dell'inclusione, totalmente antagonista a quella classica
dei Lincei tin dal 2004, ambivano a recuperare un nuovo dell'esclusione, che conferisce valore alla proprietà sotto
governo democratico dell'economia, da interpretarsi so- forma di rendita. I beni comuni, in altri termini, valgono
prattutto in chiave ecologica e di lungo periodo, proprio per il loro valore d'uso e non per quello di scambio. In
per porre rimedio alla continua pivatizzazione dei beni effetti, come già discusso, le loro utilità non sono idonee
comuni, che in Italia si sta svolgendo fin dai primi anni a soddisfare desideri paganti se non in quanto siano pri-
Novanta al di fuori di ogni principio. Tali ricerche hanno ma artificialmente ricondotte a una struttura di esclusione
prodotto una prima posa in opera tecnico-giuridica della (recinzione delle foreste, pivatizzazione dei lidi del mare,
nozione di bene comune, offrendo al sistema giuridico ita- imposizione di strutture della proprietà intellettuale) che
liano una straordinaria opportunità di collocarsi alle fron- introduce o almeno amplifica la rivalità nel consumo. I1
tiere del dibattito lnterr,azionale. Nessun partito politico, bene comune non è a consumo rivale; al contrario, pre-
a differcnza del movimento per l'acquLa bene comune, è senta una struttura di consumo relazionale che ne accresce
stato all'altezzapolitica di questa sfida. il valore attraverso ì.rn uso qualitatiuamente responsabile (e
La Commissione Rodotà, istituita nel giugno 2007 con pertanto ecologico).
decreto del minismo della Giustizia, fu il frutto politico- Se dunque il bene comune sfugge alla logica quanti-
istituzionale di quell'itinerario di studio linceo su proprietà taiva a favore di quella qualitativa, non è un caso che la
e patrimonio pubblico. Essa, incaricata di proporre una Commissione Rodotà ne abbia definito l'essenza giuridica
legge delega di riforma del terzo libro del Codice civile senza curarsi della necessità di incentivare la crescita o lo

82 8)
sviluppo economico (come nel caso dei beni tradizionali, sto senso i beni comuni sono collegati (anche se non ridotti)
privati o pubblici che siano). Al contrario, i beni comuni, all'idea Globale) di patrimonio comune dell'umanità.
in quel primo tentativo di porli in opera in un sistema di Fra gli apparati dello Stato sovrano, la giurisdizione è
diritto civile,<<vanno collocati fuori commercio>> e devono per sua natura aperta a qualsiasi persona' indipendente-
essere gestiti con strumenti a vocazsone pubblicistica (nel valere in giudizio rur
senso ampio di estranei alla logica del profitto priaato) aJ
-.nt. dalla sua éittadsnanza, perdi far
diritto o un interesse meritevoli tutela. In altri termini, la
fine primario di soddisfare i diritti fondamentali della per- legittimazione ad agire non è condizion ata dallacittadinan-
sona, costituzionalmente garantiti e informati al principio za'di chi agisce in giudizio, ma soltanto dalTameitstolezza
di eguaglianza e solidarietà <<anche nell'interesse delle ge- dell'intereise che si vuole tutelare e dalla sua riferibilità
netaziorifuture>>. Evidentemente in questo quadro teorico a quel dato attore giudtziaio' Sicché, nello schema della
la forma giuid.ica società per azioni, imposta dal decreto Commissione Rodotà, che coerentemente con la natura
Ronchi del novembre 2009 e consentita dalla legge Galli dei beni comuni <<diffonder, lalegrttimazione, un cittadino
dd, L994, squisitamente privatistica e volta alla pura mas- tedesco o anche un apolide possono adire le vie legali ita-
simizzazione del valore delle azioni secondo i dettami di liane in via d'urgenz, per e.ritrr. la cementificazione delle
una gestione efficiente, risulta strutturalmente inadeguata al. coste sarde. Questa scèlta slega ulteriormente la nozione di
govemo dei beni comuni anche nelle ipotesi in cui dovesse bene comuneda quella di statualità, coerentemente con Ia
essere ad azionaiato 100% pubblico. I beni comuni inol- vocazione di questi beni a soddisfare bisogni fondamentali
tre ed è questo uno degli aspetti più innovativi del lavo-
- della persona. E ridentemente un tale modello innovativo,
ro svolto dalla Commissione Rodotà - sono hnzionah alla qualoia imitato a livello intemazionalg, pefinetterebbe lo
soddisfazione di bisogni che non sono soltanto quelli della rrril.rppo di un diritto giudiziatio globale <<dal sotto in su>>.
generazione presente. Scartata la logica della produzione, la Dopo oltre un anno dalla sua- consegna al ministero
riforma proposta mette al centro quella della riproduzione: della Giustizia, il disegno di legge delega predisposto dalla
il govemo dei beni comuni deve tener conto anche delle esi- Commissione Rodotà è stato finalmente incardinato in Se-
genze delle generazioni future, ossia deve essere ecologico. nato, su rniziativa della Regione Piemonte, senzafifita'v|ra
Infine, la loro tutela giurisdizionale preventiva deve essere che alcun partito politico se ne sia fatto realmente sosteni-
diffusa, ossia tutti devono avere dccesso alla giurisdizione per tore. Viceversa, esso ha dato fondamento teorico e spessore
difenderli. Questo legame con la giurisdizione concretizz tecnico alla piattaforma politico-culturale del movimento
nel govemo diffuso dei beni comuni la loro esrraneirà non referendario sull'acqua bene comune, ricevendone signi-
solo all'idea di proprietà pivata (e dunque di mercaro), ma ficativa forza politica. In tal modo si è creato in Italia un
anche a quella di proprietà pubblica linitata dai confini innovativo .rppotto simbiotico fra cultura accademica
geografici statuali (demanio), proprio perché l'accesso alle militante (oggì raccolta nel c.d. comitato Rodotà, che ha
Corti è aperto a chiunque. Infati, una foresta tropicale che redatto i quesiti referendari e difeso & fronte alla Corte Co-
produce ossigeno indispensabile per Ia soprawivenza del stituzionaie le ragioni dell'acqua bene comune) e prassi di
pianeta, o un'opera d'arte attribuita ad un grande maestro, movimento (coordinato dal Forum Italiano dei Movimenti
o una spiaggia incontaminata, sono beni comuni indipen- per I'Acqua). Si sta così producendo, nella totale assenza
dentemente dalla loro collocazione all'intemo dei confini di partiti di opposizione oedibili, una dinamica- politica
dello Stato sovrano nell'ambito del quale si trovano. In que- ,r.ràu", basata ìulla democrazia diretta, che porebbe pre-
84 8'
parte
sto estendersi ben oltre l'acqua, per coinvolgere altri movi- demico-istituzionale e movimento discende in gran
dal suo essere interpretazione localmente contestuale di
menti e almi beni comuni quali l'università e il lavoro. Tale pianeta' la
;;;;l;;"g"; gfuua" per la y\rez7a del
forma politica nuova, estranea alla logica dell'esclusione e
della gerarchia, semplicemente non potrebbe essere strut- I-.i;;;;;;"t ".."ttlta stoiico-politica è emersa in modo
Vent'an-
i".q"i?à.rbile a partire dall'autunno del zoog'
turalmente interpretata da un partito. Invece il movimento
referendario ha conferito alTabattagln per l'<<inversione di ;:;;" il fallimento del <<socialismo rcalizzato>> nella sua
rott»> rispetto alla deriva dellapivatizzazione (fino ad oggi .rifuniu sovietica, è finalmente percepito massicciamente
accademica o nettamente minoritaria) un'autentica fotza ;.É liirlfr;ento (quantome"o morale) del'<capitulitqg
politica di portata potenzialmente dirompente. E del resto i ;;i;;;;Tul" f^lliìr.nto è oggi compreso in modo di
quesiti referendari sull'acqua bene comune, redatti da giu- ;;;;;il*"diato anche da masse sempre più imponenti
risti in massima parte reduci dall'esperienza delTaCommis- a-t..ia""tAi, che in Italia si sono ribellati al processo
sione Rodotà, hanno consentito al movimento di condurre *",à""a" di irasformazione dei cittadini in consumatori,
unabattagha di avanguardia capace di coinvolgere, per la a ."irir*o stari vitrime negli anni della fine della storia.
prima volta da molto tempo, il <<cuore politico» di quanti vi
- l^ degli italiani--che hanno votato sì per
si identificano. Infatti, labattaglnper l'acqua bene comune l'acqua^^ggioranza
bA-e .om,rre sl ribella all'idea di essere costretta
non si esaurisce in una tradizionale <<nnazionalvzazione>> dei propri problemi idrici (come già di quelli
del servizio idrico integrato, che pure nei vigenti assetti isti-
"iJifrt.
teiefonici, di viaggio, bancari o assicurativi) con segretene
tuzionali sarebbe già un obiettivo molto ambizioso. i.iài""i.h., sitiliternet oppure operatori di call center'
in-
La difesa politica dei beni comuni si impegna, al con- riÀiir,i di capitale al tinà di mentire a consumatori pg.r
più scadenti' T 'a battaglia
trario, in un imponente sforzo culturaie; necessario per "ù;i;;;.riper servizi bsempre
.oJalriurti
ammettere che <<alla fine deila storia> l'Occidente era sta- ; a,r.t, attagll^ p er nuove relazioni sociali'
to ingannato dal miraggio della privatizzazione, credendo i;;d"J;"tla qualità della"vità, il rispetto e il.piacere di
ciecamente nelle virtù della società per azioni e della cul- insiéme in modo partecipato i problemi dram-
tura efficientistica e aziendalistica nel governo dell'interes-
"ff;;;;
À"ti.i del nostro tempo. Quèsta ribellione sicuramente si
se pubblico. Il movimento referendario per l'acqua bene ;;;k";;;;o oligopà[ pìiv1t! multinazionali guidaticon- da
,i..h1 -rt rger osieisionati dal profitto, sempre.più
comune, insieme a quello altrefianto vittorioso contro il
nucleare, vuole produrre e in parte ha già prodotto una ..rrt.rti, potlenti, in conflitto di interesse e per nulla toccati
visione di lungo periodo, una narrativa e un nuovo sogno, d;;;;fi.*i quotidiani di una cittadinanza sempre-più
in un momento politico da incubo in cui sarebbe facile iitioirrur^.Questa ribellione capovolge 1o slogan di Rea-
abbandonarsi allo sgomento. Per questo appassiona e ri- nà, di." fottì . chiaro: <<Il privato e il profitto non sono
"
ia soluzione, sono il Problema!>>'
motiva la cittadinan za attiva. Il popolo sovrano ha capito
che privatizzazione (acqua) e concentrazione del potere Ma quesia ribeliòne si rivolge soprattutto contro i par-
(nucleare) sono i due lati di una stessa medaglia. Due ma- titi oolitici. che nella loro forma gerarchica sono incapaci
nifestazioni di una stessa filosofia e di uno stesso delirio di ai-.i.t.-i#" conffollo critico e di tutelare le persone dallo
onnipotenza antropocentrico che vanno sconfitti subito *up"r.t" del capitale privlto: Così facendo essi si sono resi
con la forza delle idee e con prassi politiche nuove. ,-piu-.rrt" coriespoÀabili della costruzione ideologica di
una narratlva a penslero unico, che sdogana interamente
la
La forza politica di questa simbiosi fra cultura acca-
87
86
logica insostenibile di un profitto consumistico di breve pe- , Capitolo sesto
riodo che rovina la qualità della vita. Una logica della <dine IL COMUNE E UIMMATERIALE:
della stori» che in vent'anni ha fatto strame della cultura I TONNI E T-A. RETE
della solidarietà sociale, rendendo ammissibili diseguaglian-
ze pacchiane oggi conclamate ed un tempo almeno celate
per pudore. Una logica che, per di più, ha distrutto la qun-
lità delk aita indiuiduale anche di quanti, in massima parte
concentrati nei paesi ricchi, possono <<consumare>>, perché
la dimensione quantitativa dell' aaere (ecologicamente inso-
stenibile) ha soppiantato quella qualitativa de77'essere citta-
dini attivi e animali sociali e non bruti alla ricerca (idiota n
senso etimologico) di mezzi per soddisfare fini materiali per
lo più narcisistici indotti dal marketing. Sempre più spesso si ripongono grandi speranze nella rete
In Italia le battaglie per l'acqua e contro il nucleare, Inteinetiome luogo di emancipazione e contro-egemonia'
collegate all'elaboruzione teorica in corso sui beni comuni Intomo ad Intemet si è negli anni costruita una vera e

come aia nuoua, interpretano in modo partecipato e co- propria mitologia della Rete come spazio pubblico, <<luo-
stuttivo questa ribellione. Come si è detto, l'attuale pras- go io-rt.n informato al principio di uguagiianza, con-
si di movimento (culturalmente proweduto) sostituisce il nessione, parità e libertà di accesso, spazio di creatività e
partito nella battaglia per i beni comuni e per l'inversione condivisione libera. Le belle favole sono numerosissime
di rotta. La <<seconda Repubblica>, interprete semiperi- e tutte vedono come protagonisti giovani geniali e crea-
ferico della «fine della stori»>, sta agorizzando, avendo tivi, capaci di idee (poi tradotte in servizi) che,-in rapidg
perso ogni prestigio agli occhi della cittadin anza attiva che .rr....rlio.r" nella coisa continua per la soddisfazione di
ha votato in massa ai referendum. Del resto vent'anni fa fu sempre nuovi bisogni, sono divenute l'arredo stesso del'
il referendum GianniniSegni sulla preferenza unica, poi nostro mondo globale: basti pensare ai giovanissimi inven-
amplificato da17a via giudtzialia,a far crollare politicamen- tori, oggi multimiliardari, di Google o di Facebook.
te la c.d. <<prima Repubblica», perché i cittadini andarono Ua-Éli eroi eponimi della Rete sono anche altri e cer-
a votare respingendo gli inviti partitocratici ad <<andare al mment; questa rivoluzione del <<comune globale>> tocca
mare>>. Tutti sappiamo quanto male sia finita quella tra- pure aspetti meno commerciali o narcisistici' Sul piano
sformazione che ha aperto le porte a un leaderismo sterile politicol\7ikileaks è divenuta icona della trasparenza nel
e all'americanizzazione della nostra politica. Per questo èo-,rr" globale. Meno di cent'anni dopo che Lenin aveva
oggi guardiamo con preoccupazione ai tentativi di diversi denunciio la diplomazia dei trattati segreti pubblicando
fra i leader dei partiti di opposizione di cavalcare la vitto- unilateralmente tutti quelli in cui era entrata la Russia za-
ria del sì ai referendum. Il popolo sovrano saprà vigilare rista, ecco cheJulian Assange, che non ha neppure dovu-
perché con il referendum sull'acqua bene comune, <<alla to conquistarc lPalazzo d'Inverno, ha potuto produrre,
fine della fine della storia>>, si possa dawero inaugurare il grazie d. suo server blindato, altrettanto imbaruzzo nelTe
passaggio aunaterzaRepubblica, più fondata sulla parte- Cancellerie di tutto il mondo. E poi abbiamo i movimenti
cipazione e meno sul leaderismo. per i beni comuni locali, resistenti di tutto il mondo, dagli

88 89
orgatizzazione, quali per esempio portare per un giorno
zapatisti ai sem terra, dai No TAV alle lotte per l'università
pubblica, sparsi in ogni continente e organizzati lntorrTo ai
n piazza oltre un milione di persone, come è riuscito a
più vari temi. Tutti questi gruppi, grazie alla rete Intemet, farà in Italia il c.d. popolo viola, o inscenare pittoreschi
più
mettono in comune le proprie pratiche, condividono idee flash rnobs (messinsèene simboliche a sorpresa) nelle
diverse occasioni di Protesta'
e strategie, insomma contribuiscono alla creazione di una
Sono questi alcuni dei possibili usi di Internet che lo
cultura politica <<dal sotto in su> che coniuga aspetti locali
hanno fatio celebrare .o*è <<piazza globale>> e luogo di
con dimensioni planetarie, in una squisita declinazione di
quello spirito glocal che, ancora grazie alla Rete, sembra condivisione, facendo declinare dalla Rete alcuni degli
aspetti più significativi dell'idea dibeni comuni. Certo, una
essersi diffuso. Sarebbe impossibile contestare il fatto che
valutazione di It tern.t nella prospettiva dei beni comuni
la Rete ha messo a disposizione, spesso gratuitamente e
consegna messaggi non univoci e offre in ogni caso un
quindi in maniera largamente democratizzata,ufla quanti-
interessante terreno teorico e pratico su cui testare alcune
tà di informazione assolutamente impensabile fino a poco
delle idee discusse nelle precedenti pagine. Naturalmente,
tempo fa: basti pensare a Vikipedia, che ha colmato il gap
occorre in primo luogo sgombrare il campo-da alcuni miti
f.ra i rugazzi le cui famiglie potevano permettersi un'enci-
ad esso t"lutiui che mi pare abbiano prodotto eccessivi
clopedia e gli altri nella preparazione dei compiti e delle
entusiasmi circala capuCità di Internet di rompere con la
ricerche a casa. E tuttavia essa non offre solo info tmazioni.
logica traduionale della modernità, costruita sul binomio
In effetti, Internet è pure luogo di pensiero critico, che si
pòprietà privata-Stato. Bisogna innanzitutto compiere
articola nei moltissimi blog che da tutto il mondo offrono
,rrr" rfotr" di stoticizzazione di Internet, anche se la sua
riflessioni e pensieri, talvolta intelligenti, dei loro instan-
breve esistenza come fenomeno politicamente rileuante e
cabili autori. A questo si aggiungano programmi come
l'estrema velocità delle ffasform azionianche tecnologiche
YouTube, che da qualche anno consente la messa in Rete
che lo coinvolgono non rendono la cosa agevole, perché si
e la condivisione di ogni sorta di immagine, con conse-
guenze ancora una volta non indifferenti pure sulla sfera
tratta sostanziàlmente di storicizzare il presente. Quest'o-
perazione consegna immagini di segno opposto rispetto
politica. Filmati amatoriali messi on line hanno più volte
alla mitologia della <<piazza globale».
smascherato la repressione poliziesca e messo in scacco
Sul piano storico, la grande diffusione di Internet ha
la disinformazione che toppo spesso ci viene propinata
coincisò in modo quasi perfetto con la «fine della storia>>,
dalla televisione. E poi c'è la trasmissione in c.d. streaming,
ed è stata sicuramènte l'aspetto tecnologicamente più ri-
che a sua volta può amplificare e rendere globale il mes-
levante della nascita e dello sviluppo del c.d. capitalismo
saggio politico delle più varie e minuscole realtà radiote-
cosnitivo. Internet costituisce, lnfatti,la grande infrastrut-
levisive, che in tal modo raggiungono luoghi un tempo
inimmaginabili. Anche i principali giornali cartacei hanno
tuia globale capace di fondare quel p,articolare sistema di
prodirzione diiervizi, basato sullo sfruttamento del pre-
oggi versioni on line più o meno complete ed autorevoli
che supplementano l'offerta c ttacea, rendendo più age-
iuriato intellettuale e sulla trasfotmazione dei cittadini in
consumatori, che caratterizza I'attuale fase di sviluppo
volmente accessibili, e sovente gratis, notizie e commenti.
capitalistico. La diffusione di Internet, inoltre, ha prodot-
Un ultimo aspetto importante dal punto di vista po-
litico è che grazie ad Internet sono possibili operazioni to un'accele r azione talmente radicale nella trasmissione
che altrimenti sarebbero impensabili senza una poderosa
di nformazioni anche complesse da averne prodotta una
91
90
altrettanto impressionante nella finanziafizzazione dell'e- radicalmente opposta rispetto al modello <<a km 0>> racco-
conomia, creando le condizioni per il trasferimento di ca- mandato dagli ambientalisti. Inolte - e questo è un altro
pitali ingentissimi in rempo reaie da una piazza fnanzia- dato da considerare prima di sdilinquirsi nelle lodi della
ia all'aJtra (con relativa faclitazione della speculazione). piazza globale come bene comune - Internet rende tut-
Altre conseguenze problematiche si rinvengòno nella sua ti dipendenti dalla tecnologia informatica e dalle grandi
capacità di sostituire la mano d'opera sul fronte dell'offer- compagnie telefoniche che gestiscono I'accesso alla Rete.
ta dei servizi, scaricando lavoro sul fronte della domanda, I-laccesso dla piazza è precluso a chi non ha un collega-
quella appunto dei consumatori. Chi acquista un biglietto mento via cavo o cellulare, cosa per nulla scontata in molti
ferroviario via Internet svolge personalmente un lavoro contesti disagiati. Anche nei paesi ricchi Internet è illuso-
che altrimenti sarebbe stato a carico dell'offerta (bigliet- riamente gratuito o poco costoso, perché comunque co-
taio) o che comunque sarebbe stato intermediato da una stano sia la tecnologia necessaria sia l'accesso. Sebbene da
persona fisica (agente di viaggio). Similmente, chi usa In- quest'ultimo punto di vista si comincino a registrare sforzi
ternet per acquistare un libro provoca inevitabilmente il pubblici volti a consentire l'accesso gratuito in molte città
declino della distribuzione librari a <<faceto face>> (non solo (spazi pubbli ci wi-fi ecc.),la necessità diutillzzare compu-
dei piccoli negozi) e la conseguente esrinzione della figura ter continuamente <<allo stato dell'arte>> (per non paflarc
professionale del libraio, il quale offnva consigli pei gli dt smartpbones, i.pads e altre simili tecnologie) produce
acquisti non di rado supportati da solida cultura. Internèt comportamenti consumistici insostenibili sia dal punto di
ha potuto produrre una trasform azione significativa degli vista sociale che da quello ambientale. Dal primo punto
assetti capitalistici in quanto, proprio come era awenuto di vista, la rapidissima evoluzione tecnologica obbliga a
in precedenza con la grande distribuzione rispetto a quella continui upgradings e la durata media di un computer è
piccola (per esempio le grandi librerie rispetto alle pìcco- ormai inferiore a due anni. Non solo, ma molti internauti
1e), ha saputo erodere gigantesche fette di mercato prima vengono trasformati in acritici consumatori di beni di lus-
occupate dall'economia locaie. so, proprio come quelli che comprano l'automobile SUV
Non solo quindi, come sostenevaJean Baudrillard, il persuasi della necessità sociale di un certo status symbol (si
consumatore diviene sempre più qualcuno che paga per pensi al Blackberry il cui utente si illude della propria im-
lavorare al servizio del capitale (nel caso dei lìbii, per pofianzaprofessionale dimostrata dal fatto di dover essere
esempio, facendo autonomamente ricerca senza l'aiutoàel sempre connesso). Dal punto di vista ecologico, poi, si sa
venditore e perfino scrivendo piccole recensioni ad uso che la cosffuzione e lo smaltimento dei computer e della
dei successivi acquirenti), ma la tendenza del capitalismo tecnologia di accesso a Intemet richiedono un consumo
tecnologico-cognitivo alla. riduzione dei posti di latoro del tutto insostenibile di minerali rari (saccheggiati in Afri-
è sotto gli occhi di tutti. E chiaro che la globalizzazione ca e in alri contesti fragili) e di energie, cosa che dovrebbe
e l'ampliamento dei mercari disrributivi resi possibili da far riflettere bene quanti ritengono ecologica la sostituzio-
Intemet producono una serie di effetti collaterali, solita- ne di libri e giornali cartacei con i cosiddetù ebooks.
mente sottostimati, ma che comunque presentano costi Un alro punto particolarmente problematico per chi
sociali non indifferenti. Non solo posti di lavoro persi, ma proponga di considerare Internet il paradigma del bene
anche utiluzo della spedizione da grande o grandissima comune globale è costituito dal fatto che per suo trami-
distanza, che inquina l'ambiente e si colloca in tendenza te si è affemata ancora di più l'egemonia del modello
92 9'
americano, sia dal punto di vista linguistico che da quello in natura. Questo aspetto fondamentale non è vero per i
culturale. Questa egemonia non preoccupa soltanto come marchi, breietti o diritti d'autore, i tre ambiti che rientrano
-Irt".rr.t, linguistico, visto che, sebbene
problema l'inglese do-mi{ nella nozione di proprietà intellettuale. Di fronte a risorse
oggi il pluralismo linguistico è sotto gli occhi di che in naturu non sono scarse il diritto di proprietà -svolg-e
tutti. Né pÉoccr.rpu soltanto come problema culturale, .iàa ù fr"rione di renderle artificialmente tali (a fine di
p.r. g.rrr., derivante dall'individualismo e dalla compe- irur". ptonrto), mentre per quelle che sono già-scarse.la
iitirità che caratterizzano oggi il modello statunitense, p-priJa ptivata, limitandonè l' accesso, p-otrebbe tutt'al
'pit'ti-it"À"
che si colloc a tradizionalmente come antagonista di tutto il consumo, almeng stando all'insegnamento
quanto sia comune. Il vero problema sta-nel sistema di Zella tragedia dei.comuni. Non solo, ma se è vero che occor-
é.d. gorrroance dilntet:;ret che, qualora valutato nella sua rono sempre recrnzroni per far nascere ur mercato, que]le
effetiività, liberandoci dagli entusiasmi spesso fomentati di fronte all'informazione e alla conoscenza de-
ad arte dagli apologeti del liberismo <<creativo>> estremo "..àr.rtiÉ
uorrà particolarmente pervasive. lnfatti, il pote-nzia-
(fnanziati dalle corp o rat io n s : <<W fued Magazine>> ecc' ), si "rt"..
i" ,.q"ità"tè di un'informurion", a differcnza di qrrello di
presenta come profondamente antitetico rispetto a quanto un qualsiasi oggetto materiale, difficilmente potrà.sapere
àovrebbe caratterizzare il governo dei beni comuni. E qui o,r^1. uul"t" .iA autà per lui senza prima conoscerla' Ov-
necessaria, però, una breve parentesi teorica. àu*.rrr" il potenziale venditore nòn sarà disposto a far
La questione della traducibilità istituzionale dal mondo .orrorcere l'àformazione prima di venderla' perché questg
del matèriale tangibile a quello dell'immateriale (e vicever- eouivarrebb e a regalarla.Di qui i problemi particolarissimi
sa) non è banale. Significativamente i giuristi, che devono .É. ,o.gono nel'ùtilizzare la logica della propri:tà' prwata
risolvere problemi della vita reale e sono meno affascinati i" Lrr"?, di informazione e la particolare virulenza che i
dalle astrazioni teoriche rispetto agli economisti, hanno da- grr"a U,if.ndisti intellettuali (case discografiche ed edi-
to vita, praticamente in tutte le tradizioni giuridiche, a un ?drci, blg pbarma, proprietari dei grandi loghi) utilizzano
ambito disciplinare problematico autonomo, noto come p., diféni.te i propri recinti. Questi problemi in realtà
diritto della proprietà intellettuale (talvolta come diritto àerivano dal fatto che informazioni e conoscenza crescono
industriale), freqo.t tato da cultori (teorici e pratici) diversi quantitativamente e qualitativamente con Ia condivisione
da coloro che si confrontano con i problemi della proprietà (É;ha hanno n tur^ di beni comuni relazionaTù, \ff/iki-mala
tangibile, in particolare di quella fondiaria. In effetti, al di càndivisione non genera profitti (basti considerare
là dei suggestivi paralleli teorici, per cui tanto la proprie- oedia. che è sul laitrico)' Proprio in materia di proprietà
'int.[étt.,ul" si riproduce così non a caso in modo parti-
tà privatà delle idee quanto quella di un fondo sarebbero -
caiatteizzate dagli stessi aspetti di <<esclusione>> di chi non .olr.-.rrt. visibile nella presente fase del capitalismo co-
sia il)torizzato dal titolare rispettivamente ad accedervi o onitivo - ouel lesame indissolubile fra proprietà privata e
a fame uso, le analogie sembrano fermarsi a un livello di Zi"^nuti.Ér."rriri dello Stato (e oggi anche della globahz'
astrazione inadatto alla pratica del diritto. Sebbene anche ,uiion"rsi iensi agli accordi TRIPS) che sempre si accom-
in ambito fondiario, come ben sappiamo, il processo di pagfl alleànclosuies. Ne sono un esempio i casi clamorosi,
mercificazione abbia ottenuto i suoi effetti, la terra è una ihE td"olt, raggiungono anche i media ufficiali, dirugazzi-
risorsa strutturalmente limitata, non riproducibile e ten- ni denunziati à*perség"iti per aver ;rilizzato programmi di
denzialmente unica, e quindi la proprietà fondiaria è scarsa peer to peer'
filesbaring(ossià di condivisione) c.d.
94 95
Queste banali osservazioni, chebalzano agli occhi sol la conoscenza, che non sono scarse, ma hanno viceversa
che si guardino le cose ponendo al centro la loànatura fe- natura collettiva e relazionale . P rwatizzare l'informazione
no.menologica (terra, conoscenza) e non il loro regime giu- ne limita di fatto la diffusione, e limit ameladiffusione non
ridico (proprietà privata, brevetto), sono offuscAte d*agli può che rendere più difficile l'ulteriore innovazione. Ma
investimenti estremamente cospicui che i grandi latifon- gli investimenti poderosi in ideologia, anche accademica,
disti intellettuali compiono n.lla costruzio;e di apparati fanno sì che la maggior parte degli osservatori sproweduti
ideologici loro favorevoli. Poiché in una società che àndi- (i tonni del titolo di questo capitolo) trovi naturali quesre
vide e mette in comune le proprie conoscenze, riconoscen- affermazioni false ed interessate !
do che queste sono sempre il prodotto di un determinato Dovrebbe invece essere palese che un governo più coe-
contesto sociale, copiare è un comportamento del tutto rente con la fenomenologia dei beni comuni si deve fon-
naturale (come quello degli scolaretti che si aiutano in una dare su istituzioni capaci di coinvolgere coloro che sono
verifica), per scoraggiare questi comportamenti sono ne- disinteressati all'accumulo di proprietà privata e di potere
cessari apparuti repressivi che utilizzino anche l'ideologia politico e, al contrario, sono gratificati proprio dalla cura
come strumento di inibizione. Tutti questi apparati puì- del comune. Istituzioni, cooperative, fondazioni, associa-
tano a distruggere il comune a favorc del privato. E iosì, zioni, assemblee, consorzifta enti locali, comitati, insom-
per esempio, nelle università degli Stati ùniti i compiti ma gruppi che pongano in essere autentiche dinamiche
vengono valutati comparativamente su una <<curv»> inìui democratiche - più o meno informali e conflittuali - prive
soltanto alcuni possono ricevere un voto alto, creando un di fini di lucro, costituiscono gli assetti istituzionali più
meccanismo di rnors tua uita mea che distrugge la coope- adatti a governare i beni comuni. In simili ambiti la creati-
razione attraverso la competizione (che a sua volta viène vità fiorisce nella condivisione dei problemi sociali e non si
promossa a valore): se faccio copiare l'amico danneggio trasforma in un mero esercizio narcisistico dell'individuo.
me stesso. Similmente, le maestre cercano di convincére Se si osserva il govemo di Intemet fuor di retorica, si
le bambine più secchione che <<non è giusto» aiutare i vedrà come inclusione e condivisione siano ben lungi dalle
maschietti meno bravi, così incentivando in loro compor- motivazioni e dalie pratiche della sua gesrione attuàle. In-
tamenti da mostriciattoli egoisti (con la conseguenza^che fatti, dopo una fase storica nizialein cui la Rete era effetti-
poi, volendo escludere, restano escluse). AIlo siesso modo vamente gestita dai suoi principali utenti e padri scientifici,
i molti cultori-cantori della proprietà intellettuale, raccol- interessati principalmente a sviluppaia e a farla crescere,
ti presso lipartimenti riccamenre fnanziati dal7e corpora- a partire dalla fine degli anni Novanta le cose sono cam-
tions lattfondiste intellettuali, diranno che essa <<stimola biate radicalmente. Oggi il governo anzi, come si dice
l'innovazione e la creatività>> utikzzando esattamente Ia
-
per depoliticizzareil.termine, la gouernance- di Internet è
stessa retorica che i fisiocrati usavano nel celebrare le re- saldamente in mano aipotenti interessi politici e privati che
cinzioni, ossia che senza proprietà privata non c'è incenti- son stati capaci dradattate al capitalismo cognitivo la gran-
vo alla coltivazione e al lavoro. Naturalmente non è questa de tenaglia che fin dalla modernità stritola i beni comuni.
la sede per soffermarsi sulla discutibilità storica di quelle Sono oggi gli Stati Uniti d'America e i grandi latifondisti
affermazioni di fronte all'uso comune della terra. Bisogna intellettuali, che come i robber barons fra il KX e il XX
invece qui enfatizzare il risultato cornpletamente contro- secolo ne determinano le politiche, ad avere saldamente in
faxuale di queste affermazioni nel caso di risorse, come pugno il controllo della Rete. Un controllo che progressi-

96 97
vamente ne stritola gli aspetti di bene comune, come dimo- fit o no profit decine di altre organizzazioni che svolgono
stra il fatto che oggi più della metà del traffrco che circola e rivendicano diverse funzioni di sviluppo) è un'altra cor-
sulla Rete è costituita dalle c.d. apps (applications) private, poration,nominalmente no profit: ICANN (Internet Cor-
alle quali si accede soltanto a pagamento. La guerra per poration for Assigned Names and Numbers), che esercita
il controllo di Intemet, una volta che questo è diventato il suo potere sulla Rete tn fotza di una convenzione con
l'infrastruttura fondamentale del capitalismo cognitivo, è il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Tutti'i
durata assai poco. Il governo degli Stati Uniti ha fatto pe- governi del mondo (tranne quello statunitense, suo dante
santemente valere, anche con l'uso della minaccia penale, causa) non hanno che un ruolo di consulenza nelle deci-
la <<proprietà» della Rete, sulla base del fatto che il suo sioni del consiglio di amministrazionedi ICANN, cosa che
sviluppo era stato condotto presso infrastrutture di ricerca apparc quanto meno ironica a fronte della retorica della
finanziate con fondi federali (del complesso militare-indu- Rete come bene comune!
striale). I tentativi di governare Internet amezzo di qualche Tutto ciò mi pare collochi il grande common globale,
organizzazione istituzionale globale (Internet Sociefl ) sono che tanti indicano come il modello per la gestione dei beni
stati così ben presto intuzzati. Nel territorio degli Stati comuni, in una luce teffa.Larete virtuale, lungi dall'unire,
Uniti si trovano infatti praticamente tutti i c.d. root seraers, in realtà mi sembra divida, rndividuallazi e illuda, solleci-
cioè la quindicina di computer su cui fisicamente si fonda tando falsa comunità e vero narcisismo. La rete virtuale
lDornain Narne System, il sistema di assegnazione degli in- cattrfia i tonni rendendoli idioti. Oggi ci si mandano mail
ài.r.izzilntemet senza il cui continuo mantenimento la Rete da un ufficio all'altro e la comunicazione scade e si im-
sarebbe inservibile, come una megalopoli in cui le persone poverisce. Moltissimi, soprattutto fra i più giovani, sanno
abitino senzarndirlrzzo o come una grande biblioteca senza solo mandare un mail (o un SMS) perfino per lasciare la
sistema di catalogazione libraria. Intemet non sarebbe in {idanzata, perché timorosi del contatto, del calore, dell'o-
alcun modo concepibile senza un potere di assegnazione dore e del sapore della fisicità. I caffè dei campus america-
degli indirizzi e il. contollo del livello base dell'indiriz- ni sono affoll,atidi studenti, ognuno sul proprio compute!
zazione conferisce un autentico potere di vita e di morte che non si guardano e non si padano, ma che sono col-
sulla fruibilità della Rete per i suoi utenti. Tale potere di legati via Facebook magai con qualcuno dall'alma parte
assegnazione, strettamente gerarchico in barba alla retorica del mondo o in un caffè poco lontano. Ma la politica è e
della Rete, trova la sua <<norma fondamentalo> nel Roo, deve restare fisicità, se vuole avere una qualsiasi cbance di
Seruer A- la radice della piramide, strettamente gerarchica emancipazione. E i beni comuni si possono difendere e
ancorché invertita -, che a sua volta si trova in territorio governare dawero soltanto con la fisicità di un movimento
statunitense (ed è quindi controllato dal suo governo). di massa disposto a battersi lungamente e generosamente
Il grande conflitto dei primi anni Novanta fu ma una per riprendere i propri spazi. Non sarà mai un giorno di
concezione non commerciale della Rete, voluta dai suoi piazza convocato via Facebook a fermare una guerra o a
«padri fondatoril>, e una concezione del tutto commer- cacciare un tiranno.
ciale, rappresentata da una corporation govemativa ame-
icana controllata dai latifondisti intellettuali (Network
Solutions Inc.), che naturalmente ebbe la meglio. Oggi il
cenuo decisionale della Rete (dove pure operano for pro-

98
Conclusioni potere feudale manteneva al centro della vita in società la
comunità corporativa pre-statuale a matrice locale. Ijab-
UN FUTURO IN COMUNE O NESSUN FUTURO bandono di questo modello comunitario in Occidente è
stato il graduale esito delle esigenze dei mercati di fondarsi
su istituzioni politiche di dimensione statuale al fine di
farne uso nella corsa al saccheggio coloniale e di raffor-
zarcle concentrazioni di capitale. In periferia il modello
recessivo, ancor presente nell'organ izzazione di villaggio,
cerca di resistere strenuamente all'assalto spietato fatto
di aggiustamento strutturale (piani della Banca Mondia-
le volti a favorire la merciftcazione della terra, I'importa-
zione di OGM, la pivatizzazione dell'acqua) e culturale
Come discusso nei precedenti capitoli, un elemento po- (retorica dei diritti umani, dell'emancip azione femminile
litico-culturale è ciò che <<riduce ad unità>> le battaglie all'occidentale e in generale della modernizzazione, Inter-
politiche di lunga durata e di dimensione globale per i net ecc.).
beni comuni. Queste si declinano in modo estremamente Se sul piano politico il primo modello, radicato nelf in-
diverso nei diversi contesti, ma fanno parte di una stessa dividualismo proprietario e nella sovranità dello Stato sul
decisiva guerra rivoluzionaria che ha per scopo la soprav- teritorio, domina la stessa visione antropologica dell'Oc-
'vivenza del pianeta. Ovunque si confrontano gli stessi due cidente fondata sull'homo oeconomicus e sti, suraioal of
paradigmi: quello dorninante,fondato su un'idea darwini- tbe fittest, sul piano scientifico il secondo modello si è già
sta del mondo, che fa della <<competizione>>, della <dott»> preso vistose rivincite. Si sta imponendo sempre più una
e della <<concorrenza» fra individui o comunità gerarchi- visione che vede Gaia (la terra vivente) come una comu-
che (corporations) l'essenza del reale; e quello recessiuo, nità di comunità ecologiche, legate ka loro in una grande
fondato, viceversa, su un'idea ecologica e comunitaria del rete, un network di relazioni simbiotiche e mutualistiche,
mondo, che è soccombente ormai da molto tempo in Oc- in cui ciascun individuo (umano o meno che sia) non può
cidente e sotto attacco nei luoghi in cui ancora resiste. Per che esistere nel quadro di rapporti e relazioni diffusi, se-
invertire la rotta occorre portare quest'ultimo a una nuova condo modelli di reciprocità complessa. Mentre il para-
egemonia globale. digma dominante, fondato su una ùsione ndtvtduùnzata
fl. modello dorninante lo abbiamo visto proposto co- - competitiva o gerarchica che sia -, è inadatto perfino a
stantemente nella retorica sulla crescita, sullo sviluppo e descrivere questi nessi, che sono prima di tutto qualitativi
sui modi di uscita dalla crisi che i media capitalistici con- e non quantitativi, il nostro parudryma ci offre una per-
tinuano a produrre, nonostante la catastrofica situazione cezione della realtà fatta dt comunità, i cui membri sono
ecologica ed economica del nostro pianeta. I-linsistenza dipendenti I'uno dall'altro (e le comunità a loro volta le
mediatica è continua e spudorata, ma progressivamente une dalle altre). Il rapporto paradigmatico del modello re-
meno seducente. II modello che bisogna rinnovare per cessivo non è il dontinio assoluto e meccanico del sogget-
portarlo all'egemonia ha invece caratterizzato I'esperienza to sull'oggetto (proprietado-beni; Stato-territorio), ma al
politico-giuridica medievale, in cui la parcellvzazione del contrario èla relazione del nutrimento e ddla dipendenza,

100 101
cenffo si colloca la
Come orisini sulla tradizione recessiva, al cui
che è relazione di vita e non di tecnica tnanttnata' ;,ffi';. iildilduo solitario e comperitivo va denun-
tl f;.t X; dipende per il suo nutrimento dal rapporto
Ii,ffi;J,^,,; ri"'i""" e l'accimulo di.proprietà.
di un pensiero.letale' volto a
L" i, "rra.e, così .irr.,,,' individuo dipendela per la sua pri
con gli altri, con comunità' i""*r-".. f" dir"g"'gli'"'a urgenza-se si evitare
".à',,'h;;;;;, za dal tapporto
tootrt"riu." ;;?;;;;;bbriao"""" conSe iifatti l'individuo 'uole solo in
à., Lu*Éi"tte. Il nutrimento e la dipenden- ir'"j,r.iì.r. *.f"git' ii"ale'
;;-;;;;i;zioni di tipo qualitativo, perchéIelemedesime'
necessità
ffi;;;;;;;È;,T" sua costruzione teorica e la sua spet-
,ii*rtl t.ro sul pianà quàntitativo sempr€ cefiamente funzionali
aco\atizzazione immaginaria sono
ili;;;i;;;ri;tilndiuid"i hrn"o srosso modo bisogno del- fi.;G;;;ài u."u'.pEi'àt aa capitalismo' che intende
h;;à;;#quantità di cibo (Àit"ruto in kilocalorie) ed opulente da molti
;;;;-(,"tt; o per la so p rawiv enza; Le differen -
it^ inlitri)
;;il;iii;,roi p'odàt-ti' N"u" società
invgntàti' ne19fr9 Oyelli
(tipo di dieta' anni ormai i blrogri a""";t'o "ttttt
;;}d;;;ilnà evidentemente qualitative non orimari (mangiare, vestirsi, coprirsi)'
la,cui soddis fazione
oriirudell' acqua ), mentre le differenze quantitative'
di diseguaglian- #;ffi .;;;J;;lÉ p;;;p'iiod à"gli economisti della
:';;;[tli;JJ!i.u-"rt", sono alla base ;;;t"* di Ridà;,;;; stati da tempo soddisfatti'
necessario insorgere' -
-- smodate contio le quali èmaggiormente
ze
l" .ff.tti , atteggiamenti olistici' fondati F;;;; il" scopo t"ttt"" la disciptinaprivati
di inventare bisogni
del
sempre
marketing
piuttosto che su nuovi si è sviluppata di
t"il';.u|#;;;fi rclazioni qualitative
al riduzioni- i'"*q"i., .t.#at-iuttt i--'gini e mlti materialistici p,er
t ot"hé sulla critica compoftamentl
-lr"trri6ii quantitative, e carte- lo oiù egocentrlcr e narcisisticr' P{oduce
sÀo potitivisiico di matrice galleiana,newtoniana ii i#;il;rg['ff;i ;"togi'i devastanti' Ijindividuo'
;ir"r:;il;"
^d;b;t.heimposti ancheft' fisica teorica e non soltanto
;;;;J;;ào toio, e desideroso di con-
i" è scienza della vita' Essi, fin dalle origini -il;.;*u"àu. ""cislstico
ÀLia t ^;J' "1 "pportocontrattuale'il
hanno pro- iìiz'ont'
defla màcanica quantistica e del relativismo' relazionale'
rivoluzione epistemologica, con radi- ;X.|ffi p'-.rpal t' ""i'")
.r-À^ Àiserabile, fesa tuttavia desidera-
"o*o "";u"tentica Una condizio.r.
;i J;.;t nell'elettromagnetismo di Faraday e'e secondo ;il; il:i;; iiiii da pagare.per la soddisfazione
a.i
Fritiof Capta, perfino nelle visioni qualitattve olrstlche dei diversi, sempre ;il;pidi' "Éisognil>
individuali'
che quanto il t<valore delle per-
iliL ;.i";;;1ii.ot r.d"' Tale rivoluzione <<olistica>>' diFun- Miserabile ma tanto oggefti;
Jorà"t irt.*i.o ,"-bta articolarsi n elTanozione
.""""11rr" tiiiti è cafcohto sulla base di quanto
stuti
dlr;;;;el nLu*ru tipica della fenomenologia'.non ha ".Àrl .i,,t""o po"u o"tt'tre! Una t:di-ii"-1"
tradizionali' in cui ;;ilÀ;.riio se non govemata rlpro-
i"i r"li contaminato le^scienze sociali
;; destinata ad implodere,
ir,oArio". empirista anglo-americana (con radici nello
r.i."ìit-" baconiano) si àlloca al servizio della tecnica e oonendobenicomunialpostodella.proprietàprivata,
i:à'iil"#:'ii;;ruil"'iu ag'É':'; individui *
à.u" a. L^',,ision. meccanicistica, responsabile di solipsistici, egocentrici e consumisti
non può confondersi
;;;; ;ài, "i ii -ondo sull'orlo del baratro' incredibilmen-
"L"
con una comunità ptiitit" ti'A e'La <<finiione>> individua-
;;;;;i"; ;".ora il panorama accademico, soprattutto.in ilil;pl;; a"u,,iu;ri*" lib".ul" (esemolificata dal mi-
;;;;ì; p.rmr"gi, e sociologia (e anche nella tradizio- to di Robins.r, c"'lll lt"rié' if Uitogt'o
dult necessità
in modo
'^- filosoficà analitiia anglo-americana)'
ne reali di,oprr*l,r.,i'"u-i;h;Ét"'o 'otditfutti costante)
U"..Gia invece, soli visione politica che può og.qi for- orfrr,l.tr".tli"' Ji'"tto ma quantitativamente
nire una mappa per rnvertire la roìta, si fonda
fin dalle sue
103
t02
e lo rende invece qualcosa di inventato, funzionale alle delle possibilità. Fare chiarczza su questo punto è essen-
esigenze stesse della sua soddisfazione (supply side econo- ziale sul piano strategico, visto che gli attuali rapporti di
mics).Intùmodo il paradigma quantitativo ha sottomesso forza fta-proprietà privata (corporation) e Stato rendono
quello qualitativo perché più si riescono a far crescere i quest'ultimo succube della prima (cioè di rendita e profit-
bisogni indotti, più denaro si porà incassare dalla loro tò). Sebbene, infatti, per qualche decennio anche in Oc-
soddisfazione. cidente, grazie agli equilibri della Guera Fredda, alcuni
Purtroppo la dimensione ecologica e il pensare <<siste- Stati siano riuscitì a elaborare un diritto pubblico in grado
mico>>- i soli approcci capaci di svelare queste dinamiche di limitare la sfrenata pulsione all'accumulo delle classi
di accumulazione individualistica, devastanti per la vita dominanti (tassazioni progressive, u elfare s t a te, tvtela dei
in comunità - sono i grandi assenti del pensiero politi- lavoratori e dei soggetti deboli), quegli equfibri sono or-
co contempoianeo, il quale trova nelle scienze sociali (in mai saltati. Il diritto non è più in grado di controllare i pro-
particolare la microeconomia, le scienze aziendalistiche e cessi economici, ed è pertanto divenuto naturale (e quindi
perfino il marketing) la sua sola interlocuzione culturale. accettabile) che un CEO guadagni in poche ore quanto
In conseguenza di queste strutture ideologiche, soltanto un suo operaio in un anno (è il caso di Marchionne) e
l'accettazione di presunte necessità economiche e culturali che un bene comune come la rendita fondiaria, squisito
(quelle funzionùialle suddette esigenze della produzione) prodotto della collettività, sia interamente e_ quotidiana-
rende un messaggio politico realistico per il discorso do- mente assorbito dalla proprietà privata, Né il primo né il
minante. Viceversa, la critica fenomenologica ed ecologi- secondo fenomeno sono percepiti nella loro vera natura,
ca del discorso dominante, per quanto ben diversamente che è quella di sfruttamento parassitario e insostenibile di
proweduta sul piano culturale, viene regolarmente bollata diverse tipologie di beni comuni. Nell'attuale situazione
di ideologia. di forza, infatti, la proprietà priv ata (in accezione ampia,
Se queste premesse sono convincenti, risulterà chiaro che comprende l'impresa ed il suo management) riceve
come la vicenda dei beni comuni e della loro riconqui- ,r, ro.t"gro ideologico e politico non minore di quello
sta vada compresa nell'ambito di uno scontro profondo goduto ai tempi della prima modernità, con l'aggravante
- epistemologico e anche psicologico - fra due visioni del della pervicacia, perché i danni prodotti dalla continua
mondo (quella meccanicistico-tecnologica, fondata su in- accumulazione privata dovrebbero oggi essere sotto gli
dividualismo, dominio e dimensione quantitativa, e quella occhi di tutti. Questo sostegno ideologico naturalmente
ecologica, fondata su comunità, olismo e dimensione qua- si è trasformato in egemonia e prestigio agli occhi dei più,
litativa). Uno scontro che va tradotto in una prassi politica sicché ancoraoggi, nonost ante Ia drammatica crisi palesa-
rivoluzionaria capace di far trionfare a livello globale in tasi nell'autunno 2008, quando proponiamo una <<inver-
tempi esffemamente ridotti la seconda, che è la sola con- sione di rotta> rispetto alla furia privatizzatdce della «fine
cezione scientifica compatibile con il mantenimento e l'a- della storia> non è raro ricevere accuse di statalismo' Si
dattamento di lungo periodo della vita sul nostro pianeta. ripete ossessivamente che le privatizzazioniin Italia si so-
Si tratta in sostanza di predisporre un'alternativa, po- nò <<dovute fare>> acausa della cancrena partitocratica che
litica e culturale, che sappia scalzare tanto la proprietà ha attaccato ogni istituzione pubblica, corrompendola in
privata quanto la sovranità statuale dal ruolo di pietre modo definitivo. Similmente, quando a destra si propone
angolan delT' organizzazione politica esaustive del novero di «ridefinire>> i confini della presenza dello Stato si dà
t04 105
per scontato che ciò debba awenire a favorc della pro- RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
prietà privata, cioè del profitto d'impresa e del c.d. libero
mercato.
In realtà una tale ridefinizione pouebbe paradossal-
mente essere condivisa dai movimenti per i beni comu-
ni, purché essa lasci spazio a una maggiore estensione
dell'ambito del comune (sottratto tanto allo Stato quan-
to alla proprietà privata) a favore di una diversa logica,
quella dell'autentic a democrazia partecipativa. Ridefinire
i confini dello Stato, e allo stesso tempo quelli del profit-
to e della rendita, secondo un'idea di <<meno Stato, meno
proprietà privata, più comune>> costituisce la sola via per
Ago, Renata, Signori e contadini, in AA.W., Stotia moderna,
far ripartire una narrativa contro-egemonica, capace di re-
Donzelli, Roma 2001, PP.203'227 .
cuperare consenso. In una società ecologicamente sosteni- Alford, \(illiam, To Steal à Book is an Elegant Offence. lntellec-
bi1e, coerente con le nostre attuali conoscenze sulla natura tualProperty Lau in Cbinese Ciuilization, Stanford University
del reale, Stato e proprietà pivata possono al più essere Press, Palo Nto L995.
l'eccezione, non certo la regola. E la proprietà ptivata, ca- Althusser, Loris,Lo Stato e i suoi apparati,EditotiRiuniti, Roma
taltzzatore di profitto e rendita, vera cellula cancerogena 1997.
della disegua gltanza, deve essere riportata immediatamen- -,Per Marx, Mimesis, Milano-Udine 2008.
te sotto rigoroso controllo pubblico e drasticamente limi- Azais, Christian - Corsani, Antonella - Dieuaide, Paffick (a cura
tata sul piano quantitativo con ogni mezzo, prima che sia dt), Vers un capitalisme cognitif. Entre ruutations du ttauail et
troppo tardi. territoire s, I.]}larmattar,, Paris 2000.
Proporre di considerare un'entità (acqua, università, Azzatiti, Gaetano - Burgio, Alberto - Lucarelli, Alberto - Ma-
patrimonio culturale, rendita fondiaria, lavoro, informa- stropaolo, Alfio,uniuersità pubblica e sapere critico: un'abra
zione...) come <<bene comune>> al fine del suo governo unir-tersità è possibile, DeriveApprodi, Roma 2010.
politico-ecologico ha certamente lo spirito di una rudica- Bensaid, Daniel, Gli spossessati. Proprietà, diritto dei poueri e
le <<inversione di rotto> rispetto al trend apparentemente beni cornuni, Ombre corte, Verona 2009.
Birocchi, Italo, Atk ricerca dell'ordine. Fonti e cuhuru giuridica
inarrestabile delle privatizzazioni, ma non significa affat-
ne\l' età ntoderna, Giappichelli, Totno 2002.
to che la prospettiva sia limitata ad un ritorno di tutto Bloch, Ernst, Tbornas Mùnzu teologo della riuoluzione,Feltri'
i1 potere nelle mani di un settore pubblico burocratico,
nelli, Milano 2010.
autoritario o colluso. Al conrario,la strada da intrapren- Bobbio, Norberto - Bovero, Michelangelo, Società e Stato nella
dere è quella dell'istituzionaftzzazione, a qualunque livel- rnodelh
fitosofia politica moderna. Modello giusnaturalistico e
lo politicamente possibile, di un governo partecipato dei b e ge lo-rnarxiano, 17 Saggiatore, Milano 1979.
beni comuni, capace di restituirli in una prima fase alle Boylé, James, Tbe Second Enclosure Mouement and the Consttuc-
<<comunità di utenti e di lavoratorb> (art. 43 Cost.) e poi <<Law and Contemporary Pro-
i;on of the Public Domain, in
definitivamente alle moltitudini che ne hanno necessità. irl
eno/ primavera 2003, pp. )3'7 5 .
blemsrr, 66,
Brown, Lester R., Plan B 4-0. Mobilizing to Saae Ciuilization,

101
Norton & Company, New York-London 2009, scaricabile gra- uirnenti cbe scuotono le campagne nellepoca ruoderna, Editori
tuitamente dal sito http://www.earth-policy.orglindex.phpT/ Riuniti, Roma 1986.
books/pb4 Dubois, William 8.8., Sulla linea del cohre. Razza e detnocrazia
Buchanan, James M. - Tullock, Gordon, ll calcolo del consenso. negli Stati tJniti e nel rnondo, a cura di Sandro Mezzadra,IT
Fondarnenti logici della democrazia costituzionale, Il Mulino, Mulino, Bologna 2010.
Bologna 1998 Eagleton, Terry, Ideologia. Stoia e ctitica di un'idea peicolosa,
Bussani, Mauro, ll diritto in Occidente. Geopolitica delle regole Fazi, Roma 2007,
globali, Einaudi, Torino 2010. Engels, Friedrich, IJoigine della famiglia, della proprietò pioata
Cacciari, Paolo (a cura di), La società dei beni corauni, Ediesse, e dello Stato U8841, Editori Riuniti, Roma 1961.
Roma 2011. -,Tbe Mark, in ld., Socialism. Utopian and Scientific [1880],
Canfora, Llu.ciano, La denzocrazia. Storia di un' ideologia,Laterua, Mondial, New York 2006.
Roma-Bari 2008. Fanon, Frattz, I dannati della terra t19611; Einaudi, Torino
Capra, Fritjof, Tbe TurningPoint: Science, Society and the Rising 2007.
Cubure, Simon & Schuster, New York 1982. Foucault, Michel, Soruegliare e Nascita della pigione,
-,I,a scienza della oita. Le corunessioni nascoste tra la natura e gli Einaudi, Torino 1976.
essei aiuenti,Nzzoh, Milano 2004. Fumagalli, Andrea, Bioeconornia e capitalisrno cognitiuo. Verso
-, La scienza uniaersale,Nzzoh, Milano 2008. afi fiuooo paradigma di accumulazione, Carocci, Roma 2007.
Carson, Rachel, Silent Sping, Houghton MiÉfiin, Boston L962. Galbraith, JohnK., La società opulenta lL958l, Boringhieri, To-
Cassese, Sabino, Obre lo Stato,Latetza, Roma-Bari 2006. rno 1912.
Cassi, Aldo Andrea, Ultrarnar,Latetza, Roma-Bari 2007. Gallino, Luciano, Con i soldi degli ahi. Il capitalismo per procura
Castells, Manuel,La nascita delle società in Rete, Università Boc- contro t econom ia, Einaudi, Torino 2009.
coni editore, Mtlano 2002. Giardini, Federica, Conflitti per il bene colnune, in <<Per amore
-, Galassia lnternet, Feltrinelli, Milano 2006. del mondorr, estate 2010, reperibile su http://www.diotimafi-
Cipolla, Cado M., Uomini, tecnicbe, econornie, Feltinelli, Mi losofe. itlriv-online.php
lano L978. Goldsmith, Jack - §7u, Tim, I padroni di lnternet. llillusione di
Coccoli, Lorenzo, Prcprietà e beni comuni. Un percorso filosofi- un mondo senza confini, fub Media, Milano 2006.
co, tesi di laurea, Università Roma 3,2010. Gorner, Edward C.K., Cornrnon Land and Enclosure, Macmillan
-,Rousseau critico delk proprietà rnod.erna: il <<Discorso sull'ori- & Co., London 1912.
gine della disuguaglianza>>, in <<Bollettino telematico di filoso- Grande, F.lisabetta, Il teno xrike. ln pigione in Ameica,Selle-
fia politic», agosto 2010, reperibile su http://bfp.sp.unipi.itl rio, Palermo 2007,
hjo5b/267 Grossi, Paolo,Un altro modo di possedere, Giuffrè, Milano 1975.
Costantini, Dno,La teoia lockeiana delk propietà e lAmeica. -, ll dorninio e le cose. Percezioni nedieuali e moderne dei diritti
Alla radice della giustificazione dell'id.ea coloniale, in <<Rivista reali, Givffrè, Mtlano 1992.
elettronica della Società ltahana di Filosofia Politico>, glugno -, giuridico rnedieoale, Latetza, Roma-Bari 2000.
IJ ordine
2005, reperibile su http ://eprints.sifp.itl2 8 -,Mitologie giuidicbe della rnodernità, Giuffrè, Milano 2007.
Cuttitta, Paolo, Segnali di confine. Il controlh dellirnrnigrazione Grotius, }{tgo, The Rights of War and. Peace 11625), Liberty
n e I nz o n do fro n t i e r a, Mimesis, Milano -Ud ne 2007 . Fund, Indianapolis 2005.
Deleuze, Gilles - Guattari, Féhx,Mille piani. Capitalisrno e schi- Hardin, Garrett, Tbe Tragedy of tbe Cornnoas, in <<Science>>,162,
zofrenia, Castelvecchi, Roma 2001. 1l dicembre 1968, pp. 124)-1248, reperibile su http://www.
Di Simplicio, Oscar,Le riuohe contadine in Europa, I grandi mo- sciencemag.orglc ontentl I 62 / 3 85 9 / L2 43 .fuLl.

108 109
(a cura dl), Population, Ettolution, and Birtb Control' A Colkge Hobbes a Locke, Istituto Editoriale Intemazionale, Milano
-
of Controuersial Readings, Freeman, San Francisco 1964' 1973.
Passaggio a Occidente' Filosofia e globaliz-
Haruey, David, Brette stoiia del neoliberismo,ITSaggiatore, Mi- tutriru*"o, Giacomo,
lano2007. zazione,Bollati Boringhieri, Torino 2003'
H..tr, Nor..ra,The Silent Takeouer' Global Capitalistn and tbe Martigli, tlarlo A., La tesa dei conti, Castelvecchi, Roma 2009'
Death of Democracy, Arrow Books, London 2001' tUtirTf*t, l,tltrra della filosofu. Risposta alla Filosofia delk Mi-
Hobbes,'ihornur, Leaiatano U65l),Bompiani, Milano 2004' seia del signor Proudhon ll847l, Editori Riuniti, Roma 1976'
-,- Lln, n*ritl fondamen ta li
Horkheimer, Max - Adorno, Theodor, Dialettica delf illumini- della uit ica de ll' econornia p o litica
1L857 -58),2 voll., La Nuova Itaha,Fhenze
1978'
smo 11947), Einaudi, Torino 1966.
11842), in D' Ben-
Hume, David,,Trattato sulla fiatura unuant.
(Jn tentatiuo di intro-
-, Dibauiti iulla legge contro i furti di legna
Gli Proprietà, diritto dei pooeri e beni comuni,
durie il ruetodo sperimentale di ragionamento negli argomenti stiid, spossetùii.
rnorali lLl)9-401, Mondadori, Milano 2008' Ombre corte, Verona 2009, PP. 89 -116'
ru"-i"rti Arrgurto, Del conzune. Cronache del general intellect, -, Forme di produzione precapitalisticbe [1857-58], Bompiani,
Manifestolibri, Roma 2003. Milano 2009.
Kabou, Axelle, E se lAfrica rifiutasse lo suiluppo?,lHatmattan -, ll Capitale. Critica dellecanomia politica U8671' Newton
Itùia,Torno L995. Compton, Roma 2010.
Kirchsàssner. Gebhard, Horno Oeconomicus' Tbe Economic Mo- Mattei,^Ugo, La legge del più forte, Manifestolibri, Roma 2010'
delZf Aehiulour and lts Applications in Economics and Otber u^iiài, U?o - NJ.., Liva,ll saccbeggio' Re4i-ne di legalità e
tro rfo, àazio o i glob ali, Bruno Mondadori, Mi ano
20 1 0'
Sociàl Sciences, Springeq New York 2008.
J

U^"Éi, Ùg" - Edoardo - Rodotà, Stefano, In7ertiy k


Klein, Naomi ,R.rc-kimlng tlte comrnons, in <<New Left Review»' Reiriglio,
9, maggio-giugno 2001, PP. 81-89' ;":;;.Iiee pe, uia riforma della proprietà pubblica,Il Mulino'
roiU.rtlÉtiràU ith,FieldNotes from a Catastophe' Man, Nature, Bologna 2007.
Dat gooerno dernocratico delleco-
and élimat, Cbange,Bloomsbury New York 2006' - (, .,r?u dI),1 beni pubblici.
Lapadula, Beniamin-o - Pennacchi, Lava (a cura di), Pubblico, Ail' rrfrrn ta' del co dice ciuile, Accademia Nazionale dei
iriuato, cornune. Lezioni dalla cisi globale' EDS, Roma 2010'
"rii
Lincei, Scienze e Lettere, Roma 2010'
Latouche, Serge, Decolonizzare l'imrnaginario' ll pensiero creati' Màrcharrt, Carclyo,La tnorte della l,dtura,Garzanti, Milano 1988'
uo cofltro I iconomia dell as surdo, EMI, Bologna 2004' -, Èioloey,Amherst, New York 20082'
del' M.uudlu,' Sandro, l-a «cosiddetta>> accumulazione originaria' tn
-, Corne sopraauiuere allo st'iluppo. Dalla decoloniuazione AA.W., Lessico rnarxiano, Manifestolibri, Roma 2008, pp' 23 -
l'imrnaginario economico alla costruzione di una società aber'
natiaa,BolTati Boringhieri, Torino 2005 ' 52.
Lessig, i,u*..t.., Cultura Libera. ln equilibrio fra anarcbia-e Mo.o, To--aso, Li[Jtopia o la rnigliore forma di repubblica
- iriiAU, contro l'estrernisrno della proprietà intellettuale, U5 t6), Laterza, Barj, 191 l.
Apogeo, Milano 2005. N;d;.;", Cary J., Ptoperty and Protest: Political Thegry ryd
Subieaiie Risbts in Fàurtientb-century England, in <<The Re-
-, tffuiuro delle idee, Feltrinelli, Milano 2006'
LocÉe, John, Trattato sul gooerno [1690], Editori Riuniti, Roma view of Politics>>, 5 8, fasc. 2, 199 6, pp' )» -3 4 4'
2006. Neeson, Jeanette M., Cornmoners : Comrnon Ri gh t, - En-cln sure
Lucarelli, Alberto, lt diritto pubbltco fra ctisi e ricostruzione,La ard. Soiut Chartge in England, 1700'1820, Cambridge Univer-
Scuola di Pitagora, NaPoli 2009. sity Press, Cambridge 1993.
M;;;À.;;", Cr"au{ord 8' Libertà e proprigtà alle origini de-l N.gri, Antonio, Fine-secolo. IJn' interpretazione del Noaecento'
jrLrirro borghese. La teoia dell'indiuidualismo possessiuo da Manifestolibri, Roma 2005.

110 111
T
-, Goodbye Mr. Socialism, a cura di Raf V. Scelsi, Feltrinelli, Mi- tion, in collaboration with Sean Murphy and Jeff Thompson,
lano 2006. Cambridge (Mass.) 1991.
Negri, Antonio - Hardt, Michael, Irnpero,Nzzolt, Milano 2002. Rousseau, Jean-Jacques, Origine della disuguaglianza ll755l,
Felrinelli, Milano 2009.
-, Mo hitudin e, Rizzok, Milano 2004.
Ruffolo, Giorgio, Il capitalismo ba i secoli contati, Einaudi, To-
-, Comufle, Rizzoli, Milano 2010, rino 2008.
Olivera, Oscar - Lewis, Tom, Cochabanba!VaterWar in Boliaia,
South End Press, Cambridge2}}4. Rullani, Enzo, Le capitalisme cognitif: du déjà ou?, in <<Multitu-
des>>, 2, maggio 2000, pp. 87-94, reperibile su http://multitu-
Onado, Marco, I nodi al pettine. La crisi finanziaia e le regole
des. samizdat. net/Le- capitaTisme-cognitif-du-dej a-vu
n on scritte, Laterza, Roma-Bari 2009.
Sapelli, Gil;Jrio, La cri s i eco n o rn ica rn o n di a le. D i eci co n s i d e razio n i,
Orsi, Cosma (a cura di), Ai confini del'Velfare, Manifestolibri,
Bollati Boringhieri, Torino 2008.
Roma 2008.
Schliesser, Eric, voce Hurne's Neutonianism and Anti-N ewtonia-
Ostrom, Elinor, Goaernare i benì collettiuz, Marsilio, Venezia
nisna, in Stanford Encychpedia of Philomphy, 2007, reperibile
2006.
su http ://plato.stanford.edu./entries/hume-nevr'ton
Ostrom, Elinor - Hess, Charlotte (a cura di), Understanding
Schmitt, Carl, Le categoie del «politico» [1922-53),Il Mulino,
Knowled.ge as a Cornrnons: From Tbeory to Practice, MIT
Bologna 1998.
Press, Cambridge 2006.
Serres, Michel, Il mal sano. Contaminiamo per possedere, Il Nuo-
Padoa Schioppa, Tommaso - Beda, Romano, La aeduta corta,IJ
vo Melangolo, Genova 2009.
Mulino, Bologna 2009. Tenapo di"crisi,Bollati boringhieri, Torino 2010.
Pallante, Maurizio, La deuesata felice. La qualità della aita ruon
-,
Settis, Salvato rc, I t a lia S. p. A., Enaudt, Toino 2002.
dipende dalPIL, Editori Riuniti, Roma 2009. Shiller, Bradley R., The Econornics of Pooerty and Disuirnination,
Pennacchi, Lawa, La rnoralità del welfare. Contro il neoliberismo Prentice Hall, Upper Saddle River 2008.
populista, Donzelli, Roma 2008. Shiva, Vandana, Biopiracy. The Plund.er of Nature and Knout-
Pilger, John, The Neu Rulers of tbe World,Yerco, London 2002. ledge,South End Press, Cambridge 1997.
Polanyi, Katl, La grande trasforrnazione. Le origini econorniche e
-,Le guete dellacqua, Feltrinelli, Milano 2003.
politicbe della nostra epoca,Einaud| Torino 2000.
Porchnev, Boris F., Lotte contadine e urbane nel «Grand sièclo>,
-,ll bene coTnane della tena, Feltrinelli, Milano 2006.
Sivini, Giordano,LaResistenza dei ointi. Percorsi nellAfrica con-
Jaca Book, Milano 1998. tadina, Feltrinelli, Milano 2006.
Prodi, Paolo, Settimo non rubare. Furto e mercato nella stoia Smith, Adam, Teoria dei sentimenti morali Ll759f, Rizzoli, Mi-
dellOccidente, Il Mulino, Bologna 2009. lano 1995.
Proudhon, Pieme-Joseph, Cbe cos'è la proprietà? o ricercbe sul Tigar, Michael; Lato and tbe Rise of Capitalisrn ll977l, Monthly
principio del diritto e del gooerno. Prinza rnernoria [1840], La- Review Press, New York 2000.
terza, Roma-Ban1914. Trubeck, David - Santos, Alvaro, The Neu Lau and Econornic
Ricoveri, Giovanaa, Beni comuni us. merci, Jaca Book, Milano Deueloprnent. A Citical Appraisal, Cambridge University
2010. Press, Cambridge2006.
Rodotà, Stefano, Il tetibile diritto,Il Mulino, Bologna 1981. Valguarnera, Filippo, Accesso alla natura tra ideologia e diitto,
-, Il sapere conae bene coruune. Accesso alla coflosceflza e logica di Giappichelli, Torino 2010.
mercato, Notizie Editrice, Modena 2008. Veca, Salvatore, La filosofia politica,Laterza, Roma-Bari 2010.
Rota, Giancarlo,Tbe End of Obleaiuity. Tbe Legacy of Pbenorne- Vercellone, Carlo (a cura di), Capitalismo cognitiao. Conoscenza
nology, Lectures at MIT L974-L99L Second Preliminary Edi- e finanza nellepoca postfurdista, Manifestolibri, Roma 2006.

TT2 tt)
Vimo, Paolo, Grammatica della ruoltitudine. Per una analisi delle INDICE
forne di aita conternporanee, DeriveApprodi,Roma 2003'
\X/^ldrorr, Jeremy, voie Property and Ownetship, n Stanfotd
Enq,clopedia of Philosophy,'2004, reperibile sul sito http://
/
plato. stanford. edu/entries/p rcperty
\(ì[iams, Enc, Capitalisrn and Slauery, The University of North
Carolina Press, ChaPel LIil1994.
Zràek,Slavoi,Dalh tragedia allafarsa. ldeohgia della crisi e supe-
ramento del capitalisrno, Ponte aJTeGtazie, Milano 2010'

Introduzione

I. Trasforrnazioni globali in corso.


Il nuovo medioevo
fI. La modernità, le ..enclosures,
e il disagio del comune 25

III. Tra l'essere e I'avere.


Fenomenologia del comune 47

fV. La consapevolezua delcomune.


Cultura critica e propaganda M
V. Il partito, il movimento e il governo
democratico del comune.
Loawentura dell'acqua 77

YI. tr comune e l'immateriale:


i tonni e la Rete 8!)

CanchnianL Un futuro ia comune


o nessuÌì futuro 100

Riferimenti bibliografi ci r07

tt5

You might also like