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UZIONI

Paula Batteri

16. Sest. 42.92. 17. Leg. AJ,cune questioni sulla carriera politica
.II: « Par maiorve potestas di L. Emilio Paolo
21. Jochen Bleicken, Der
· romischen Republik, H.Z.
)rdnung und Freiheit in der
1llmi.inz 1972). 22. Zu
;t Luigi Labruna, Vim fieri I
"!' Quasi tutta la bibliografia relativa allo studio della politica romana
1) 89 ff.; 143 ff. 23. Zu
del II secolo a. C. presenta L. Emilio Paolo, il vincitore di Perseo, come
des Edikts « de hominibus
un elemento politico di sicura fedeltà scipionica 1•
t4. Labruna, a.a.O. 14-16.
Questa valutazione critica largamente accreditata, nasce da un dato
(1961) 315 iI. 26. Vgl.
di fatto autentico, ossia da un rapporto di parentela. È noto infatti che
:73 f. 29. Vgl. Anm. 21.
P. Cornelio Scipione sposò Emilia Tertia, sorella di Emilio Paolo, e
Suppl. X (1965) 549-615; che quest'ultimo diede in adozione un figlio a P. Cornelio Scipione,
'.e der Spaten Republik, Diss.
figlio dell'Africano Maggiore. Ma tale presupposto storico non riesce da
[W. ScH.]
solo a dimostrare l'appartenenza di L. Emilio Paolo all'entourage scipio-
nico. Anche se è possibile ammettere che questi « contratti » siano stati
conclusi nella prospettiva di creare una solida compagine fra gli Emilii
Paoli e i Cornelii Scipioni, ciò non prova ancora nulla di specifico
circa i rapporti politici fra L. Emilio Paolo e P. Cornelio Scipione
Africano, e nulla circa i loro rapporti personali, dal momento che il
matrimonio con Emilia, celebrato probabilmente quando Scipione era
agli inizi della sua carriera 2, si era rivelato poco felice 3, e l'adozione del
giovane Emiliano fu definita solo dopo la morte dell'Africano 4.
Mi sembra quindi abbastanza evidente la precarietà di questi argo-
menti, in base ai quali tuttavia lo Scullard non esita a riconoscere che
le elezioni consolari del 182 a. C. abbiano segnato un « sorprendente
ricupero » del « gruppo scipionico » con la vittoria di L. Emilio Paolo,
cognato dell'Africano, e dell'homo novus Cn. Bebio Tamfilo 5 •
L'elemento psicologico-sentimentale della morte dell'Africano avreb-
be, secondo Scullard, influito positivamente sull'andamento elettorale di
quell'anno e portato L. Emilio Paolo al successo. Ma l'argomento usato
dallo Scullard diventa reversibile proprio se consideriamo il consolato
di Emilio Paolo in funzione della scomparsa dell'Africano: in realtà fu
solo con la morte dell'Africano e non prima, che L. Emilio Paolo riusd
a diventare console. Dobbiamo anche tenere conto che in precedenza la
carica gli era stata piu volte rifiutata, e che nel 182 egli aveva ormai
quarantasei anni, un'età decisamente matura per un primo consolato,
dal momento che in quell'epoca non esisteva ancora la lex Villia Annalis,
che regolava l'età minima per le magistrature 6 •
Sulla base di queste considerazioni sarà dunque lecito riesaminare
alcuni aspetti della fisionomia politica di L. Emilio Paolo mediante la
ricostruzione della sua carriera che presenta, già nella tradizione antica,
problemi contraddittori e complessi 7.

r. Nel 194, al tempo in cui P. Cornelio Scipione era console per


la seconda volta 8, L. Emilio Paolo, membro di una commissione trium-
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [2]
DISCOR

virale, era impegnato nella politica di colonizzazione agraria che interes- Infatti s1 e creduto di pot
sava parte dell'Italia meridionale 9 • I dati della sua carriera precedenti messi contro alcune norme
la nomina a triumviro sono privi di ogni riferimento cronologico 10 , e laborazione de modo agror
pertanto dobbiamo limitarci a indicazioni generiche: per tre volte fu Ma per accettare quest
tribunus militum ed in seguito questore, forse un'anno prima del trium- l'ostacolo costituito dalla cr
virato ( 19 5). Nel 19 3 Emilio Paolo divenne edile curule con M. Emilio quale invece ancora oggi no
Lepido, cos. 187. un sicuro riferimento cronol
Aedilitas insignis eo anno fuit scrive Livio, ma il dato di gran lunga che i reati compiuti dai p
piu significativo di questa magistratura fu l'azione intentata da L. Emilio ad esse, se non addirittura
Paolo e M. Emilio Lepido contro i pecuarii, anche se Tito Livio si limita A favore di questa con
a dire: multos pecuarios damnarunt (35.10.12). Il problema che questa che finora non si è pensato
affermazione solleva rende opportuno aprire una parentesi.
Dobbiamo innanzitutto osservare che testimonianze analoghe com- Liv. 35-41.9. Iudicia in
paiono unicamente nel compendio di Pesto, sotto la voce « Publicius sunt facta accusantibus priva
clivus » u, e in tre passi liviani, oltre quello citato: 10.23.13; 10.47-4; nio Bruto. Dc multa damnat
33·4 2 · 10 · et in cella Iovis supra fasti
In questi luoghi si parla esplicitamente di una condanna inflitta ai et iidem porticum extra p
pecuarii ad opera degli edili: i plebei del 296 a.C.; i curuli del 29 3 (di
cui ignoriamo i nomi), ed ancora i plebei in carica tre anni prima del- L'impressione è che
l'edilità di L. Emilio Paolo 12 • cedente 19 3 con questo el
Esaminando le notizie riportate da Livio e Pesto si nota che non guite con denaro multatizio
viene fatta parola circa la natura del reato commesso dai pecuarii, mentre porta Trigemina, non può e
dobbiamo constatare che l'entità delle multe ad essi comminate era con- L. Emilio Paolo e M. Emi
siderevole. dodici scudi dorati potrebb
Nel passo che si riferisce agli Emilii troviamo che con il ricavato precedente.
del denaro sborsato dai pecuarii, i due edili clipea inaurata in fastigio È possibile, quindi, ava
Iovis aedis posuerunt, porticum unam extra portam Trigeminam, em- due volte un unico episodio,
porio adiecto, alteram a porta Fontinali ad Martis aram, qua in Campum Se cosi fosse, l'element
iter esset, perduxerunt (Liv. 35.10.12) 13 • ripetizione liviana, sarebbe 1
E cosi L. Elio Peto e C. Fulvio Curvo, gli edili plebei del 296: una volta pecuarii, un'altra f
ex multaticia pecunia, quam exegerunt pecuariis damnatis, ludi facti pa- senti nell'opera dell'annalista
teraeque aurae ad Caereris positae (Liv. 10.23.13). Anche in questo caso, potrebbe allora far supporre
come nel precedente, notiamo che la conseguenza materiale della con- fossero i faeneratores, e com
danna fu piuttosto rilevante. La rilevante entità dell
Nel passo in cui è testimoniata l'azione penale del 293 appare in- che i romani punivano sever
vece poco chiaro se le spese dei giochi indetti dagli edili siano state dimenti presi piu volte, anch
sostenute dai pecuarii colpevoli, mentre non vi sono dubbi per il pro- culazioni illecite 18 .
cesso del 196, quando con la pecunia multaticia di t:e soli pecuari aedem E {orse non è un caso
in insula Fauni fecerunt (Liv. 33.42.10) 14 . buni della plebe, M. Sempro
Data la frammentarietà delle nostre fonti non è facile trovare una cum sociis ac nomine Latino
spiegazione per comprendere in base a quali reati i pecuari venissero cosi Romanis esset (Liv. 35.7.5).
drasticamente penalizzati, anche perché dei pecuari stessi sappiamo ben Dopo il 193 non trovia1
poco. danne inflitte ai pecuari. Se f
Il problema che nasce da queste singolari testimonianze, a quanto legge sostenuta da Sempronio
mi risulta, è stato solo sfiorato in notazioni marginali da chi si è occu- inteso a controllare le opera
pato dell'argomento dell' ager publicus e delle leges ad esso relative. fine di tutelarli dalle specula
rDZIONI [2] [3] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI 1 57

zzazione agraria che interes- Infatti si e creduto di poter ravvisare in queste condanne, reati com-
lella sua carriera precedenti messi contro alcune norme della lex Licinia 15, o della sua piu tarda rie-
riferimento cronologico 10 , e laborazione de modo agrorum 16 •
ieneriche: per tre volte fu Ma per accettare queste teorie sarebbe necessi!rio almeno superare
;e un'anno prima del trium- l'ostacolo costituito dalla cronologia della lex de modo agrorum, sulla
edile curule con M. Emilio quale invece ancora oggi non si è del tutto d'accordo. Mancando quindi
un sicuro riferimento cronologico a queste normative è lecito supporre
,io, ma il dato di gran lunga che i reati compiuti dai pecuari non fossero che parzialmente relativi
zione intentata da L. Emilio ad esse, se non addirittura estranei.
anche se Tito Livio si limita A favore di questa congettura citiamo un passo di Livio, un passo
r 2). Il problema che questa che finora non si è pensato di porre in relazione con questo problema.
una parentesi.
estimonianze analoghe com- Liv. 35-41.9. Iudicia in faeneratores eo anno (192 a.C.) multa severe
,, sotto la voce « Publicius sunt facta accusantibus privatos aedilibus curulibus M. Tuccio et P. Iu-
) citato: 10.23.13; 10.47-4; nio Bruto. De multa damnatorum quadrigae inaurate in Capitolio positae,
et in cella Iovis supra fastigium aediculae et duodecim clupea inaurata,
di una condanna inflitta ai et iidem porticum extra portam Trigeminam inter lignarios fecerunt.
>6 a.C.; i curuli del 293 (di
t1 carica tre anni prima del-
L'impressione è che Livio abbia accumulato le notizie del pre-
cedente 193 con questo elenco complessivo di opere, offerte ed ese-
,io e Pesto si nota che non guite con denaro multatizio. Infatti, il portico eretto nei pressi della
,mmesso dai pecuarii, mentre porta Trigemina, non può essere che quello menzionato a proposito di
ad essi comminate era con- L. Emilio Paolo e M. Emilio Lepido (dr. 35.10.12), e forse anche i
dodici scudi dorati potrebbero alludere agli scudi fatti eseguire l'anno
roviamo che con il ricavato precedente.
li clipea inaurata in fastigio È possibile, quindi, avanzare l'ipotesi che Tito Livio abbia riferito
ra portam Trigeminam, em- due volte un unico episodio, relativo alla magistratura edile del 193.
Jartis aram, qua in Campum Se cosi fosse, l'elemento importante che si ricaverebbe da questa
ripetizione liviana, sarebbe la terminologia usata per gli imputati, ossia
'O, gli edili plebei del 296:
una volta pecuarii, un'altra faeneratores, termini che dovevano essere pre-
ariis damnatis, ludi facti pa- senti nell'opera dell'annalista, o degli annalisti, a cui Livio attinse. Ci&
.3 .13). Anche in questo caso, potrebbe allora far supporre che, trattandosi dello stesso caso, i pecuarii
:guenza materiale della eon- fossero i faeneratores, e come tali perseguibili.
La rilevante entità delle multe sarebbe piu consona ad un delitto
e penale del 293 appare in- che i romani punivano severamente, come del resto dimostrano i provve-
tdetti dagli edili siano state dimenti presi piu volte, anche dallo stesso Catone 17 , per arginare le spe-
l1 vi sono dubbi per il pro-
culazioni illecite 18 •
icia di t:e soli pecuari aedem E forse non è un caso che in quello stesso anno 19 3, uno dei tri-
buni della plebe, M. Sempronio Tuditano 19, presentasse un plebiscito ut
nti non è facile trovare una cum sociis ac nomine Latino creditae pecuniae ius idem quod cum civibus
reati i pecuari venissero cosi Romanis esset (Liv. 35.7.5).
pecuari stessi sappiamo ben Dopo il 193 non troviamo piu in Livio alcuna notizia riguardo le con-
danne inflitte ai pecuari. Se fosse possibile interpretare la disposizione di
,lari testimonianze, a quanto legge sostenuta da Sempronio Tuditano nel 193 come un provvedimento
marginali da chi si è occu- inteso a controllare le operazioni di prestito dei soci e degli alleati, al
delle leges ad esso relative. fine di tutelarli dalle speculazioni compiute a loro danno dai pubblicani,
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI DISCOR

potremmo allora individuare una relazione fra i due fatti. Non a caso si agricolo delle campagne e di
è parìato di pubblicani: i pecuari infatti farebbero parte dell'orda publi- citare ad esempio la fondazi
canorum 20 , e come si può capire dalle fonti, sarebbero variamente legati I pecuari, nell'ipotesi
alla riscossione delle tasse sul pascolo, all'affitto dell'ager compascuus e, con i pubblicani, avrebbero
non ultimo, al mercato del bestiame e forse al possesso di latifondi (acqui- per esercitare nei loro conf
siti non sappiamo se abusivamente o meno) a danno degli italici 21 • In colo che in quello dell'allev
un giro d'affari cosi vasto e senza dubbio lucroso, i pecuari avranno pro- La faencratio, un'attivi
babilmente esercitato anche l'usura, soprattutto con i piccoli proprietari (è noto l'episodio di Catone
rurali residenti nelle colonie. Piuttosto in base a questo illecito, e non nore coercendo habitus, gi
per una semplice trasgressione alle antiche e ormai desuete norme della camente dalla prcvincia un
!ex Licinia, essi avrebbero ricevuto le sanzioni pecuniarie ricordate da con ogni probabilità l'estre
Tito Livio. subito dai coloni.
Rimane ora da chiarire se l'azione intrapresa dai due Emilii, al di Tutto ciò forse spieg
là dell'aspetto giuridico, sia riconducibile nell'ambito di un programma mento precoce che avveniv
politico. che Sipontum e Buxentum,
In tal senso il De Sanctis aveva scritto che M. Emilio Lepido in- Lucania, dedotte nel 194 a
sieme al collega « si era acquistato il favore dei rurali, seguendo l'esem- Sp. Postumio Albino, già
pio dato nel 196 dagli edili della plebe Cn. Domizio Enobarbo e C. Salmon, Roman Colonization
Scribonio Curione col procedere energicamente contro i pecuari, contro 99 e 185 nt. 167). In qu
coloro cioè che oltrepassavano con occupazioni arbitrarie, per farvi pa- una plausibile spiegazione al
scolare la loro gregge, i limiti posti dalla legge alle occupazioni arbitrarie agli interessi coloniari, e pr
di agro pubblico» (Storia dei Romani2 IV /I [Firenze 1969] 573-574). coloni per tentare di argina
Come si vede la spiegazione del De Sanctis contiene implicitamente il
presupposto dell'esistenza e dell'applicazione della !ex de modo agrorum, 2. Nel r9r, a due anni
già dal 196 a.C., se non prima. teneva con Lepido la pretur
Se invece ammettiamo l'ipotesi del reato per usura saremo d'accordo Secondo Plutarco si tra
con la teoria che tende ad abbassare la cronologia della !ex de modo che concessero a Emilio Pao
agrorum rispetto a questo periodo 22 , e potremo anche individuare un che normalmente spettavano
movente della condotta di L. Emilio Paolo e M. Emilio Lepido: ad disaccordo con le rimanenti
esempio la volontà di appoggiare la politica radicale di M. Porcia Ca- rnnta ammirato che L. Emi
tone, che in quegli anni perseguiva la speculazione sui prestiti 23 • tamila « Barbari » in due ba
Inoltre non è escluso che i due edili, tramite la condanna per faene- Meno enfatica e probab
ratio, che comportava a quanto pare una sanzione pecuniaria molto il pretore, dopo la consueta
forte 24 , intendessero colpire quella categoria di pubblicani che in qualche roga dell 'im perium ( 3 7. 2. ro-
modo contrastava i loro interessi legati all'economia agricola italica con- 7-9), malgrado avesse avuto
nessi con la colonizzazione 25 • seguito, all'incirca nel 189, 0

Riassumendo: 1) la notizia dell'azione legale intrapresa contro i anno haud prospere rem gess
pecuari da L. Emilio Paolo e da M. Emilio Lepido, non si ricolleghe- plicationcs: non sappiamo se
rebbe alle norme della !ex de modo agrorum tradiziorn,le, se non altro per il trionfo, dato che Livio e
)a cronologia che, secondo la tendenza oggi prevalente, viene collocata la notizia 29 •
all'incirca all'epoca del discorso di Catone pro Rhodiensibus ( 167 a.C.: Liv. Plutarco richiama !'atte
45.25.3-4; Geli. Noct. att. 6-4-37 ss.; Orf. I 195 n. 166); 2) nell'àmbito del 1t6Àw; ... 7tEV't"T}XOV't"CX, xcx,Ì.
programma politico degli insediamenti coloniari attuato nel dopoguerra an- ÈxovO"lwç (Aem. 4.2-3). Ques
nibalico, non erano estranei gli interessi di alcune potenti famiglie della perché l'episodio, anche se n
nobilitas, che miravano ad insediare i loro veterani in aree di recente con- relazione con un avveniment
quista, nel duplice intento di arginare il fenomeno dello spopolamento Nel 171 giunse a Rom
fUZIONI DISCORSO SULLE COSTITUZIONI 1 59

a i due fatti. Non a caso si agricolo delle campagne e di creare avamposti di veterani-clienti (possiamo
~bbero parte dell'orda publi- citare ad esempio la fondazione di Liternum).
sarebbero variamente legati I pecuari, nell'ipotesi che siano da identificare almeno in parte
fìtto dell'ager compascuus e, con i pubblicani, avrebbero approfittato di questi coloni lontani da Roma,
I possesso di latifondi (acqui- per esercitare nei loro confronti ogni sorta di abuso, sia nel settore agri-
) a danno degli italici 21 • In colo che in quello dell'allevamento del bestiame.
:roso, i pecuari avranno pro- La faeneratio, un'attività testimoniata piu volte in questo periodo,
tto con i piccoli proprietari (è noto l'episodio di Catone, fra gli altri, il quale asperior tamen in fae-
,ase a questo illecito, e non nore coercendo habitus, giunto in Sardegna nel 197, allontanò drasti-
: ormai desuete norme della camente dalla provincia un gran numero di usurai: Liv. 32.37.3) era
ioni pecuniarie ricordate da con ogni probabilità l'estrema conseguenza dello sfruttamento economico
subito dai coloni.
ipresa dai due Emilii, al di Tutto ciò forse spiega meglio anche il fenomeno dello spopola-
:ll'ambito di un programma mento precoce che avveniva in alcune colonie: sappiamo, ad esempio,
che Sipontum e Buxentum, l'una nel golfo di Manfredonia, l'altra in
) che M. Emilio Lepido in- Lucania, dedotte nel 194 a.C., furono trovate abbandonate dal console
dei rurali, seguendo l' esem- Sp. Postumio Albino, già nel 186 (Liv. 39.23.3). (Cfr. invece E. T.
:n. Domizio Enobarbo e C. Salmon, Roman Colonization under the Republic [Thames-Hudson 1969]
nte contro i pecuari, contro 99 e 185 nt. 167). In questo quadro socio-economico si deve cercare
oni arbitrarie, per farvi pa- una plausibile spiegazione all'azione legale dei due Emilii, legati anch'essi
ge alle occupazioni arbitrarie agli interessi coloniari, e probabilmente chiamati in causa dai loro stessi
I [Firenze 1969] 573-574). coloni per tentare di arginare l'attività speculatrice dei pubblicani.
s contiene implicitamente il
della lex de modo agrorum, 2. Nel 191, a due anni di distanza dall'edilità, L. Emilio Paolo ot-
teneva con Lepido la pretura.
i per usura saremo d'accordo Secondo Plutarco si trattò di una pretura eccezionale, tanto è vero
onologia della lex de modo che concessero a Emilio Paolo l'onore di avere sei fasci in piu di quelli
tremo anche individuare un che normalmente spettavano ai pretori (Plut. Aem. 4.1-2) 26 • Inoltre, in
o e M. Emilio Lepido: ad disaccordo con le rimanenti testimonianze 27 , lo storico di Cheronea rac-
1 radicale di M. Porcio Ca- conta ammirato che L. Emilio Paolo avrebbe sconfitto e trucidato tren-
tzione sui prestiti 23 • tamila «Barbari» in due battaglie (4.2-3).
ami te la condanna per f aene- Meno enfatica e probabilmente piu corretta è la versione di Livio:
sanzione pecuniaria molto il pretore, dopo la consueta assegnazione della provincia, ricevuta la pro-
di pubblicani che in qualche roga dell'imperium (37.2.10-12) attaccò i Lusitani e fu sconfitto (37-46.
conomia agricola italica con- 7-9), malgrado avesse avuto nel frattempo rinforzi navali (37.2.10). In
seguito, all'incirca nel 189, Emilio Paolo ottenne una vittoria cum priore
: legale intrapresa contro i anno haud prospere rem gessisset 28 • A Roma il Senato gli decretò le sup-
o Lepido, non si ricolleghe- plicationes: non sappiamo se a queste cerimonie gratulatorie fece seguito
tradiziom,le, se non altro per il trionfo, dato che Livio e la biografia plutarchea passano sotto silenzio
i prevalente, viene collocata la notizia 29 •
Rhodiensibus (167 a.C.: Liv. Plutarco richiama l'attenzione del lettore sul fatto che Emilio Paolo
95 n. 166); 2) nell'àmbito del 1t6Àw; ... 1tEV't'Y)Xov-m, xa.t òLa.xocrla.ç ÉXELpwcra.'to òEça.µÉva.ç a.Ù'tÒv
tri attuato nel dopoguerra an- Éxoucrlwç (Aem. 4.2-3). Questa notizia rivela qualche aspetto interessante,
alcune potenti famiglie della perché l'episodio, anche se non confermato altrove, va tuttavia posto in
terani in aree di recente con- relazione con un avvenimento piu tardo.
:nomeno dello spopolamento Nel 171 giunse a Roma un'ambasceria spagnola che denunciava il
160 DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [6] DISCORS

comportamento avido e arrogante di alcuni governatori romani. Sap- m:pì, ... ,où ~mnÀÉwc; EùµÉ
piamo da Livio che la delegazione iberica richiese nominativamente quat- 'Av,loxov cruvlH1xrx~c; 't'llV È
tro recuperatores ex ordine senatorio ... patronique ai quali fosse affidato riconfermando cosi la poli tic
l'incarico di tutelare i loro interessi legali (43.2). Il nome dei prescelti Da questa versione dei
è indicativo perché M. Porcio Catone, P. Cornelio Scipione Nasica, L. i legati plenipotenziari e il
Emilio Paolo e C. Sulpicio Gallo 30 erano tutti, tranne quest'ultimo, ex pressione si ricava dalla lett
comandanti delle due province spagnole. Lo Scullard osserva che la scelta qualcuno ha definito come
di questi magistrati « demonstrates that the Spaniards regarded some relazione che Cn. Manlio V
of their rulers as men of principle and throws into relief the corruption to, presenti anche i dieci 1
of the younger generation » (o. c. 201). Ma qui lo Scullard, a mio avviso, Galati.
non coglie nel segno perché il significato giuridico stesso dei termini Livio riferisce che le
recuperatores e patroni 31 indicherebbe che esistevano legami di clientela della pars maior decem lega
fra i provinciali spagnoli e questi loro ex governatori. Cosi questo passo reagirono L. Furio Purpurion
di Livio (43.2) completa e sviluppa la notizia tramandata da Plutarco circa processo l'operato del gener
la deditio delle città iberiche, perché la richiesta rivolta a L. Emilio Paolo gandogli recisamente il trionf
personalmente, doveva significare che gli spagnoli lo consideravano loro pa- Le principali imputazioni
tronus, ed è probabile che questa clientela sia stata di origine dediticia 32 . pere la pace con Antioco; 2)
Nella seconda metà del 189 L. Emilio Paolo si trovava a Roma, dove essi definivano privatum latro
il Senato stava lavorando attivamente per risolvere i problemi di politica personale; 4) la responsabilit
estera determinatisi in seguito alla vittoria su Antioco. Nell'estate di nucio Termo, cos. 193 37 •
quell'anno giunsero infatti nella capitale vari rappresentanti delle città Cn. Manlio Vulsone si
dell'Asia Minore recentemente passate sotto il protettorato romano. Po- blea si sciolse manifestando
libio dedica molte pagine all'attività diplomatica degli ambasciatori stra- trionfo. Il giorno seguente t
nieri e si sofferma particolarmente sulle relazioni dei Rodii e di Eumene renti, il proconsole ottenne i
re di Pergamo, sottolineando piu volte l'atteggiamento generoso del Se- piu tardi.
nato e la benevolenza di esso, o di parte di esso, nei confronti di Eu- In nessun'altra fonte rifl
mene 33 • troviamo accenni sporadici
Dopo la lunga serie di colloqui fra le rappresentanze asiatiche e il affinità di contenuto. Dobbia
senato, vennero stabilite le clausole del nuovo assetto politico e terri- tradizione ricorrono unicamen
toriale dell'Asia Minore, e si elesse una commissione di dieci ambascia- dicata come impresa privata
tori plenipotenziari per l'attuazione concreta dei provvedimenti in loco. intulit [De vir. ill. 55.1]; ne&
L. Emilio Paolo era uno dei legati. non aprobavit [Flor. 1.27] );
La commissione parti da Roma con Eumene, che si era unito ad Plin. Nat. hist. 34; Agostin.
essa, e all'inizio dell'estate (188) 34 sbarcò ad Efeso; dopo una breve dotta a Roma da Vulsone ge
sosta si diresse alla volta di Apamea dove era fissato l'incontro con Man- sfrenato per il lusso (Liv. 3
lio Vulsone. costumi qua e .. . semina erant
Cn. Manlio Vulsone, il console del 189, si trovava in Asia Minore La versione dell'accusa
quale successore di L. Cornelio Scipione e si era impegnato arbitraria- nemente guardata ccn sospett
mente in una guerra contro i Galati. L'ambasceria senatorià aveva l'or- porrebbero serie ipoteche sul
dine di sovrintendere all'esecuzione delle norme relative al trattato di Tuttavia Polibio testimo
pace con Antioco, ma è piu probabile, anche se non risulta chiaramente segnati 2500 talenti da Antio
dalle fonti, che dovesse soprattutto controllare i movimenti di Vulsone. che a Roma, in occasione
Ad Apamea la commissione trovò Manlio ad attenderli: insieme ratifi- formale richiesta della somm
carono il trattato con Antioco 35 e diedero udienza a tutti coloro che pagata a Vulson~ e Scipione 3
si presentavano per discutere eventuali controversie territoriali o am- Quindi era abbastanza f
ministrative. Infine, secondo la testimonianza di Polibio, i decemviri o meno, come del resto Livio
fUZIONI [6] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI 161

ii governatori romani. Sap- 7tEPL ... ,:ou ~rx.cnHwç EùµÉvouç xrx.t ,:wv cioe:À<pwv EV 'tE ,:rx.~ç 1tpòç
hiese nominativamente quat- 'Av,:loxov cruvi}1ixrx.~ç TrJV Èuoe:xoµÉVijV 1tp6vouxv È1to~ T)O'rt.V'tO ( 2 r.4 5 .9 ),
mique ai quali fosse affidato riconfermando cosi la politica filo-eumenea.
4 3. 2). Il nome dei prescelti Da questa versione dei fatti non risulta l'esistenza di disaccordi fra
:ornelio Scipione Nasica, L. i legati plenipotenziari e il proconsole Vulsone, ma ben diversa im-
1tti, tranne quest'ultimo, ex pressione si ricava dalla lettura di un brano liviano, che forse a torto
3cullard osserva che la scelta qualcuno ha definito come mera invenzione annalistica 36 • Si tratta della
1e Spaniards regarded some relazione che Cn. Manlio Vulsonc di ritorno a Roma tenne in Sena-
vrs into relief the corruption to, presenti anche i dieci legati, e della sua richiesta del trionfo sui
1ui lo Scullard, a mio avviso, Galati.
giuridico stesso dei termini Livio riferisce che le parole di Vulsone suscitarono l'opposizione
:sistevano legami di clientela della pars maior decem legatorum qui cum eo fuerant, ma ante alias
,vernatori. Cosi questo passo reagirono L. Furio Purpurione e L. Emilio Paolo, i quali ponevano sotto
tramandata da Plutarco circa processo l'operato del generale in Asia Minore (Liv. 38.44A5;46), ne-
:sta rivolta a L. Emilio Paolo gandogli recisamente il trionfo.
noli lo consideravano loro pa- Le principali imputazioni a suo carico erano: 1) il tentativo di rom-
a stata di origine dedi ticia 32 • pere la pace con Antioco; 2) l'iniziativa della guerra contro i Gala ti, che
aolo si trovava a Roma, dove essi definivano privatum latrocinium; 3) la riscossione dei tributi a titolo
;olvere i problemi di politica personale; 4) la responsabilità della morte di uno dei decemviri, Q. Mi-
1 su Antioco. Nell'estate di nudo Termo, cos. 193 37 •
tri rappresentanti delle città Cn. Manlio Vulsone si difese abilmente dalle accuse ma l'assem-
il protettorato romano. Po- blea si sciolse manifestando parere negativo circa la concessione del
atica degli ambasciatori stra- trionfo. Il giorno seguente tuttavia, grazie all'intervento di amici e pa-
zioni dei Rodii e di Eumene renti, il proconsole ottenne il trionfo, che fu celebrato solo alcuni mesi
eggiamento generoso del Se- piu tardi.
li esso, nei confronti di Eu- In nessun'altra fonte rifluisce l'episodio per intero, mentre in alcune
troviamo accenni sporadici di secondaria importanza, raggruppabili per
rappresentanze asiatiche e il affinità di contenuto. Dobbiamo osservare infatti che in questa parte della
1ovo assetto politico e terri- tradizione ricorrono unicamente due motivi: 1) la guerra galatica, riven-
nmissione di dieci ambascia- dicata come impresa privata di Vulsone (cupidine triumphi bellum ...
1 dei provvedimenti in loco. intulit [De vir. ill. 5 5. 1]; negatus est victori triumphus, quia causam belli
non aprobavit [Flor. r.27]); 2) l'asiatica luxuria (Peter frg. 34 p. 136;
'.umene, che si era unito ad Plin. Nat. hist. 34; Agostin. De civ. Dei 3.21) che sarebbe stata intro-
ad Efeso; dopo una breve dotta a Roma da Vulsone generando, soprattutto nell'esercito, un amore
ra fissato l'incontro con Man- sfrenato per il lusso (Liv. 39.6-7) e quindi la corruzione degli antichi
costumi quae ... semina erant futurae luxuriae (Liv. 39.6.9) 38 •
) , si trovava in Asia Minore La versione dell'accusa di Vulsone, quale appare in Livio, è comu-
si era impegnato arbitraria- nemente guardata con sospetto a causa delle manipolazioni anziatee, che
basceria senatoria aveva l'or- porrebbero serie ipoteche sulla veridicità storica di tutto il racconto.
1orme relative al trattato di Tuttavia Polibio testimonia che a Cn. Manlio Vulsone furono con-
te se non risulta chiaramente segnati 2500 talenti da Antioco (Pol. 2r.4r.8; ed anche Liv. 38.37.9), e
are i movimenti di Vulsone. che a Roma, in occasione dei famosi processi degli Scipioni, si fece
ad attenderli: insieme ratifì- formale richiesta della somma di 300 talenti, ossia il totale della cifra
' udienza a tutti coloro che pagata a Vulsone e Scipione 39 •
mtroversie territoriali o am- Quindi era abbastanza facile coinvolgere anche Vulsone, colpevole
mza di Polibio, i decemviri o meno, come del resto Livio confermerebbe in questo passo:
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DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [8] DISCO

Liv. 38.54.6-8 L. Furius Purpureo consularis, qui in decem legatis ~enato decise che Manlium
m Asia fuerat, latius rogandum censebat, non guae ab Antiocho modo citus inde deducere ac redi
pecuniae captae forent, sed guae ab aliis regibusque, Cn. Manlium inimi- Ma la vendetta politic
cum incessens. M. Fulvio Nobiliore fu ac
mente subornati da Lepido
Tuttavia l'aspetto piu interessante di questa complessa vicenda è, a mio sone venne coinvolto, com
avviso, la relazione esistente tra l'episodio che riguarda Vulsone ed una cessuale, proprio nell'anno
serie di coincidenze analoghe: nel 189 Acilio Glabrione, cos. 191, fu Paolo 47 •
accusato di non aver versato all'erario, né esibito durante il trionfo, tutto Tuttavia le pesanti all
il bottino predato nel campo di Antioco. L'accusa gli fu rivolta proprio a quanto sembra, senza co
nel momento in cui poneva la candidatura per la censura del 189 e che in questo momento N
l'effetto negativo di questa azione impopolare fu il suo ritiro alle ele- il gruppo piu influente 48 ,
zioni 40 • Due anni dopo (187), il console M. Emilio Lepido fece in modo lontana dalla realtà se cons
che il tribuno della plebe M. Aburio si opponesse al trionfo di Nobiliore, che Vulsone riusci non solo
cos. 189 41 , sotto accusa per i furti e il brutale saccheggio ai danni di sotto silenzio ogni addebit
Ambracia 42 • All'incirca in questo periodo cadde il tentativo di processo a stessa del comando in Asia
Vulsone, seguito da quello ben piu noto e famoso contro gli Sci- stigio e l'influenza di Vuls
pioni. urgenza di sostituire gli S
Mi sembra che questi episodi abbiano elementi in comune: in pri- le trattative di pace con
mo luogo il movente politico prevalente rispetto a quello giuridico 43 ; console nella parte asiatica
e poi la coincidenza di questi tentativi procedurali che erano diretti criticata del resto già nelle
contro i generali reduci dalle province orientali, e l'Oriente allora, è rava piuttosto autonomo ri
noto, costituiva un serbatoio inesauribile di ricchezze e clientele, ele- escluso che l'accusa rivolta
menti essenziali del potere politico. L'arma piu efficace per contrastare la ;l tentativo di contrastare ·
carriera di quanti avevano fruito di quei comandi poteva essere proprio di Vulsone e dei suoi ami
l'accusa, piu o meno fondata, di peculato. uno strumento di lotta qua
Nel caso di Vulsone il contrasto fra concorrenti politici è abbastanza
evidente se teniamo conto del fatto che gli accusatori erano L. Furio 3. All'incirca verso il
Purpurione e L. Emilio Paolo: l'uno inimicus come dice Livio; l'altro, didatura per il consolato,
un possibile antagonista, condizionato probabilmente anche dalla sua ami- candidatos (Liv. 39.32.6).
cizia con Lepido. piuto da Emilio Paolo 51 ,
Un breve esame della carriera di Cn. Manlio Vulsone conferma del Massimo, pur senza precisi
resto che Lepido gli era nemico. Di quale gruppo politico, o di quali
gruppi, Vulsone avesse fatto parte è difficile dire, almeno fino al 189 44 , Val. Max. 7.5.3 ... s
ossia quando alla magistratura consolare giunse M. Fulvio Nobiliore che Idemque, cum iam Camp
postero die Cn. Manlium Lepido deiecto ... collegam dixit (Liv. 37.47.7).
Da questo momento si profila abbastanza nettamente nel gioco delle al- Nel 184 L. Emilio Pa
leanze politiche il legame di Vulsone con Nobiliore e l'antagonismo con di Appio, cos. 185, il solo
Lepido, evidente conseguenza dei suoi rapporti con M. Fulvio 45 • (Liv. 39.32.9 ex omnibus
Sintomatica è la questione che M. Emilio Lepido sollevò in senato tivi particolari che determi
al momento dell'assegnazione della provincia ligure ai consoli del 187 (lo ma forse non furono del tu
stesso Lepido e C. Flaminio): Lepido denunciò come ingiusta la procedura in seguito al processo di
di inviare tempestivamente i consoli neo-eletti nella loro provincia, mentre Alla fine del 182, do
si permetteva che M. Fulvium et Cn. Manlium bienn:um iam, alterum in pretura, L. Emilio Paolo
Europa, alterum in Asia, velut pro Philippo atque Antiocho sustitutos aveva quarantasei anni, e
regnare (Liv. 38.42.ro) 46 • In seguito a questa denuncia di Lepido il legge era ancora apparsa
ITUZIONI [8] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI

nsularis, qm 1n decem legatis ~enato decise che Manlium Fulviumque decedere de provinciis et exer-
non quae ab Antiocho modo citus inde deducere ac redire Romam (Liv. 38.42.13).
gibusque, Cn. Manlium inimi- Ma la vendetta politica di Lepido non si fermò a questo risultato:
M. Fulvio Nobiliare fu accusato in senato dai legati di Ambracia, abil-
mente subornati da Lepido, per il suo comportamento criminoso; Vul-
~sta complessa vicenda è, a mio sone venne coinvolto, come abbiamo visto, in un analogo tentativo pro-
che riguarda Vulsone ed una cessuale, proprio nell'anno del consolato di Lepido, amico di L. Emilio
cilio Glabriorie, cos. 191, fu Paolo 47 •
sibito durante il trionfo, tutto Tuttavia le pesanti allusioni rivolte a Vulsone e Nobiliare rimasero,
}accusa gli fu rivolta proprio a quanto sembra, senza conseguenze concrete. Il McDonald è dell'avviso
·a per la censura del 189 e che in questo momento Nobiliare e Vulsone rappresentassero in senato
lare fu il suo ritiro alle ele- il gruppo piu influente 48 • Questa ipotesi non è probabilmente molto
. Emilio Lepido fece in modo lontana dalla realtà se consideriamo, malgrado i violenti attacchi politici,
anesse al trionfo di Nobiliare, che Vulsone riusd non solo a celebrare il trionfo, ma anche a far passare
rutale saccheggio ai danni di sotto silenzio ogni addebito alla sua persona. Del resto, l'assegnazione
1dde il tentativo di processo a stessa del comando in Asia, era una vittoria politica che rivelava il pre-
o e famoso contro gli Sci- stigio e l'influenza di Vulsone, perché, a ben guardare, non c'era alçuna
urgenza di sostituire gli Scipioni che stavano legittimamente ultimando
elementi in comune: in pri- le trattative di pace con Antioco. In quel momento l'intervento di un
rispetto a quello giuridico 43 ; console nella parte asiatica era superfluo 49 , e la guerra contro i Galati,
procedurali che erano diretti criticata del resto già nelle fonti antiche, rivela che Vulsone si conside-
:ientali, e l'Oriente allora, è rava piuttosto autonomo rispetto alle decisioni del senato. Non è quindi
di ricchezze e clientele, ele- escluso che l'accusa rivoltagli da L. Emilio Paolo celasse sostanzialmente
piu efficace per contrastare la ;1 tentativo di contrastare il pericoloso accrescersi del potere nelle mani
omandi poteva essere proprio di Vulsone e dei suoi amici, e il sistema del processo politico era ormai
uno strumento di lotta quasi infallibile.
ncorrenti politici è abbastanza
~li accusatori erano L. Furio 3. All'incirca verso il 18 5 a. C., L. Emilio Paolo pose la sua can-
icus come dice Livio; l'altro, didatura per il consolato, ma venne respinto insieme ad altri veteres
bilmente anche dalla sua ami- candidatos (Liv. 39.32.6). Non si trattava certo del primo tentativo com-
piuto da Emilio Paolo 51 , fatto del resto confermato anche da Valerio
Manlio Vulsone conferma del Massimo, pur senza precisi riferimenti cronologici:
: gruppo politico, o di quali
le dire, almeno fino al 189 44 , Val. Max. 7.5.3 ... sed tamen aliquoties frustra consulatum petiit.
unse M. Fulvio Nobiliare che Idemque, cum iam Campum repulsis suis fatigasset, bis consul ...
collegam dixit (Liv. 37.47.7).
nettamente nel gioco delle al- Nel 184 L. Emilio Paolo fu sconfitto da P. Claudio Fulcro, fratello
Nobiliore e l'antagonismo con di Appio, cos. 18 5, il solo candidato che si presentava per la prima volta
orti con M. Fulvio 45 • (Liv. 39.32.9 ex omnibus unus novus candidatus erat). Ignoriamo i mo-
1ilio Lepido sollevò in senato tivi particolari che determinarono gli insuccessi elettorali di Emilio Paolo,
a ligure ai consoli del 187 (lo ma forse non furono del tutto estranee le inimicizie che egli si era attirato
ciò come ingiusta la procedura in seguito al processo di Vulsone.
:ti nella loro provincia, mentre Alla fine del 182, dopo che era trascorso quasi un decennio dalla
;um bienn:um iam, alterum in pretura, L. Emilio Paolo riusci ad ottenere il consolato. Il neo-eletto
po atque Antiocho sustitutos aveva quarantasei anni, e come abbiamo già osservato, poiché nessuna
[uesta denuncia di Lepido il legge era ancora apparsa per fissare eventuali limiti all'età minima dei
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [ IO] [11] DISCO

magistrati, o l'intervallo di tempo da lasciar passare tra carica e carica, Emilio Paolo sostenne con
la carriera di Emilio Paolo, pur non costituendo una eccezione, non era aiuto esterno 58 •
stata né rapida, né brillante. Tanto è vero che il suo caso non passò del L'impresa di L. Emili
tutto inosservato se Livio commenta: cum Aemilio Lepido hic (Paolo) momento Livio non parla d
aedilis curulis fuerat; a quo consule quintus annus erat (39.56-4-5). del 171 (cfr. supra), fino
Sorte analoga toccò al collega di Emilio Paolo, Cn. Bebio Tamfilo, un decennio piu tardi. An
anch'egli tradizionalmente considerato nell'entourage di Scipione 52 • La tuttavia prima di passare a
scuola prosopografica ha trovato alcune coincidenze tra le carriere dei riferisce che dopo il trion
Bebii e i Cornelii Scipioni 53 , ma il Bebio cos. 182, dopo una pretura desiderio di essere rieletto
ormai remota nel 199, della quale forse poteva essere debitore anche essendo stato respinto si ri
ali' Africano, non aveva ricevuto a quanto pare altri vantaggi di carriera Qualcuno 60 ha sosten
da quella presunta amicizia, mentre all'epoca del consolato doveva es- nologico delle notizie, abbi
sersi legato piuttosto alla cricca di L. Emilio Paolo: prova ne sia che ficata prima del consolato
entrambi avevano concordato l'elezione del fratello di Gneo al conso- era stato ripetutamente se
lato del successivo 181 (inter se consules compararunt ut Cn. Baebius ad attendibile l'ipotesi che L.
comitia iret, quia M. Baebius frater eius consulatum petebat, Liv. 40. sui Liguri Ingauni, forte d
17 .8.). effettivamente mirato a n
Ai due consoli era stata assegnata la Liguria e mentre a Cn. Bebio teoria avrebbe potuto anch
Tamfilo toccava un'area relativamente tranquilla 54 , L. Emilio Paolo ebbe l'approvazione è dell'entrat
in sorte il territorio occupato dagli Ingauni, una popolazione ostile e avrebbe potuto attendere lo
bellicosa, che da anni contrastava ai romani le comunicazioni terrestri e chiedere nuovamente una
marittime con Marsiglia e l'Iberia 55 • Ma accanto a queste
All'inizio della primavera del 181, ricevuta la proroga dell'im perium ogni possibile insuccesso el
(Liv. 40.25.1), Emilio Paolo guidò il suo esercito contro i Liguri Ingauni la continuità della vita pu
e li sconfisse. Livio e Plutarco, uniche fonti letterarie superstiti di questa dimenticare che in quel p
campagna militare, riferiscono l'episodio con tale divario formale da ufficio e delle note preroga
lasciar intendere la completa indipendenza dell'uno rispetto all'altro. Se- partecipava autorevolmente
condo il Klotz quella di Livio sarebbe una relazione interpolata di Po- risultato stesso delle elezio
libio 56 • nica, costituiscono una pr
Plutarco, che esagera l'entità della vittoria romana e riduce lo scon- Paolo, che evidentemente
tro, a differenza di Livio (cfr. 40.25 e 28.1-7), quasi ad una scaramuccia stratura e l'altra a crearsi
(Plut. Aem. 6.2-3), mette però bene in evidenza la sottile strategia di giochi clientelistici ed opp
Emilio Paolo il quale sarebbe riuscito, con fallaci promesse di pacifici Piu o meno in questo
accordi, a farsi consegnare tutta la flotta nemica, dopo aver fatto demo- figlia all'erede di M. Porcia
lire le mura delle città ingaune.
La notizia della consegna delle navi trova in Livio una parziale 4. Nel 172 a.C. la line
conferma (40.28.7-8) mentre è del tutto capovolto il rapporto tra Emilio giunse ad una svolta decisi
Paolo e i Liguri Ingauni. Secondo lo storico romano sarebbero stati i Eumene a Roma.
Liguri a fare alcune richieste. Avendo poi ricevuto in risposta una In realtà l'episodio f
tregua condizionata, i Liguri la ruppero a tradimento, e con un attacco esisteva da tempo chi atten
di sorpresa posero l'assedio alle postazioni romane (Liv. 40.25.2-8). Segue razione di un controllo dire
in Livio una circostanziata relazione dei successivi sviluppi di questa cam- malgrado l'evidente pretest
pagna, durante la quale Emilio Paolo si trovò costretto a chiedere rinforzi per dimostrare ai romani
al collega Bebio di stanza a Pisa. Questi, impossibilitato a sua volta a Perseo, l'intervento fu deci
intervenire, inoltrava la richiesta a M. Claudio Marcello nella Gallia trovava l'adesione incondizi
Cisalpina 57 . Il racconto termina con la vittoriosa battaglia conclusiva che Dopo circa tre anni

---------·--------
I
I
rTUZIONI [ ro] [II] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI
,.I
r passare tra canea e carica, '
Emilio Paolo sostenne con le sue forze, senza che gli giungesse alcun
:endo una eccezione, non era
:he il suo caso non passò del
Aemilio Lepido hic (Paolo)
s annus erat (39.56.4-5).
I
~
aiuto esterno 58 •
L'impresa di L. Emilio Paolo fu coronata dal trionfo 59 • Da questo
momento Livio non parla di L. Emilio Paolo, eccezion fatta per l'episodio
del 171 (cfr. supra), fino <11 momento dell'elezione al secondo consolato
o Paolo, Cn. Bebio Tamfilo,
entourage di Scipione 52 • La
] un decennio piu tardi. Anche Plutarco diventa estremamente sintetico,
tuttavia prima di passare alle maggiori glorie della guerra contro Perseo,
incidenze tra le carriere dei riferisce che dopo il trionfo L. Emilio Paolo manifestò apertamente il
cos. 182, dopo una pretura desiderio di essere rieletto al consolato, ma posta la sua candidatura ed
>oteva essere debitore anche essendo stato respinto si ritirò a vita privata (Aem. 6.4).
are altri vantaggi di carriera Qualcuno 60 ha sostenuto che Plutarco, confondendo l'ordine cro-
,ca del consolato doveva es- nologico delle notizie, abbia riferito la situazione che si era invece veri•
lio Paolo: prova ne sia che ficata prima del consolato di Emilio Paolo, quando per l'appunto egli
fratello di Gneo al conso- era stato ripetutamente sconfitto. Potrebbe anche essere cosi, ma è piu
wpararunt ut Cn. Baebius ad attendibile l'ipotesi che L. Emilio Paolo, dopo aver celebrato il trionfo
·onsulatum petebat, Liv. 40. sui Liguri Ingauni, forte della popolarità e del prestigio ottenuto, avesse
effettivamente mirato a nuovi incarichi (forse anche alla censura): in
iguria e mentre a Cn. Bebio teoria avrebbe potuto anche giungere a candidarsi in tempo prima del-
1illa 54 , L. Emilio Paolo ebbe l'approvazione e dell'entrata in vigore della lex Villia Annalis; oppure,
1i, una popolazione ostile e avrebbe potuto attendere lo scadere dei termini prefissi da tale legge per
le comunicazioni terrestri e chiedere nuovamente una magistratura.
Ma accanto a queste congetture e al silenzio delle fonti, malgrado
uta la proroga dell'imperium ogni possibile insuccesso elettorale, vi è almeno un elemento che attesta
·rcito contro i Liguri lngauni la continuità della vita pubblica di Emilio Paolo. Non dobbiamo infatti
letterarie superstiti di questa dimenticare che in quel periodo egli era augure 61 , ed in virtu di tale
on tale divario formale da ufficio e delle note prerogative che esso comportava 62 , L. Emilio Paolo
lell'uno rispetto all'altro. Se- partecipava autorevolmente all'attività interna del senato. Del resto il
relazione interpolata di Po- risultato stesso delle elezioni del 168 e il comando della guerra macedo-
nica, costituiscono una prova concreta dell'operosità politica di Emilio
ria romana e riduce lo scon- Paolo, che evidentemente spese quegli anni di intervallo fra una magi-
7 ), quasi ad una scaramuccia stratura e l'altra a crearsi una «corrente» (o a consolidarla), con abili
[denza la sottile strategia di giochi clientelistici ed opportune parentele.
fallaci promesse di pacifici Piu o meno in questo periodo egli fece adottare i figli e sposò la
mica, dopo aver fatto demo- figlia all'erede di M. Porcia Catone, M. Porcia Catone Liciniano 63 •

trova in Livio una parziale 4. Nel 172 a.C. la linea politica che Roma sosteneva verso l'Oriente
wolto il rapporto tra Emilio giunse ad una svolta decisiva, in coincidenza con la visita compiuta da
co romano sarebbero stati i Eumene a Roma.
>i ricevuto in risposta una In realtà l'episodio fu solo apparentemente determinante, perché
radimento, e con un attacco esisteva da tempo chi attendeva il momento propizio per attuare l'instau-
mane (Liv. 40.25.2-8). Segue razione di un controllo diretto e definitivo sui Balcani. Prova ne sia che
:ssivi sviluppi di questa cam- malgrado l'evidente pretestuosità delle cause addotte dal re pergamena
costretto a chiedere rinforzi per dimostrare ai romani la necessità di una dichiarazione di guerra a
mpossibilitato a sua volta a Perseo, l'intervento fu deciso, anche se questo programma politico non
mdio Marcello nella Gallia trovava l'adesione incondizionata del senato 64 •
iosa battaglia conclusiva che Dopo circa tre anni dal momento in cui Roma aveva dichiarato
166 DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [12] [13] DISCO

aperto il conflitto con Perseo, L. Emilio Paolo divenne console per la Postumio cos. 173, era ag
seconda volta ( 168 ), ed ebbe il comando della guerra in Macedonia. guiva e forse approvava la
Secondo Scullard questa elezione e la precedente, quando il con- quelle circostanze, se fu se
solato patrizio fu assegnato a Cn. Servilio Cepione ( 169 ), segnavano il di Enia 81 , ed ebbe l'incari
successo della reazione della vecchia nobilitas contro gli esponenti « estre- prigionieri dopo la disfatta
misti » della nobilitas piu recente e plebea 65 , che da alcuni anni minac- Se questi erano dunqu
ciava ormai seriamente il monopolio delle piu alte magistrature dello fluenzare o addirittura det
Stato 66 • Inoltre lo Scullard sostiene che l'elettorato di Emilio Paolo era è piu lecito parlare Ji un
composto dalle famiglie legate al vecchio gruppo scipionico 67 . gruppo di Scipione Africa
Ma la composizione di questo eterodosso background politico non delineare, entro certi limiti
mi sembra molto conforme alla prospettiva delineata dallo Scullard. Ve- stava ormai L. Emilio Pao
diamo almeno alcuni dei personaggi che in quel momento ricoprivano Macedonia che egli ottenne,
una carica pubblica. interno 82 , malgrado la tra
Collega di Emilio Paolo al consolato fu eletto C. Licinio Crasw. riconoscere, quale criterio
Crasso era stato pretore urbano nel 172, e come tale riusci ad evitare l'uomo di vecchio stampo
che M. Popillio Lenate, cos. 173, venisse condannato a Roma per il suo Jisciplina nell'esercito ( mo
comportamento inumano contro gli inermi Liguri Statielli 68 • Console di ai tempi di Vulsone). L'i
quello stesso anno, con P. Elio Ligure 69 , era C. Popillio Lenate (fratello quel comando poteva <leriv
del magistrato imputato nel 173) ambo primi de plebe. L'anno succes- ambito, e L. Emilio Paolo
sivo (171), venne eletto console P. Licinio Crasso, precedenJo quindi contestazioni, qualora fosse
nella carica di tre anni C. Licinio 70 , pr. 172 (collega di Emilio Paolo).
In questa alternanza di magistratura fra i Popillii e i Licinii Crassi, 5. Sul finire Jell'estat
sembra abbastanza fuori discussione l'esistenza di una loro intesa politica 71 • fitto Perseo nella piana r
Miinzer e Scullard hanno posto in relazione i due Popillii, Marco attraverso la Grecia centr·
cos. 173, e Gaio cos. 172, con il ricostituendo gruppo emiliano-fulviano, Scipione Emiliano e di Ate
in opposizione al rinnovato insorgere della corrente dei Cornelii 72 , mentre Naturalmente non si
l'Earl arguisce che i Popillii erano collegati ai Cornelii Sci pioni 73 • Ma può dedurre abbastanza a,.,
proprio dalle argomentazioni che l'Earl porta per trarre le sue conclusioni, Polibio e Livio 84 • Accamo
ossia l'esame delle carriere posteriori dei Popillii, sembra emergere una emerge dalle fonti, come u
evidenza ancora diversa da queste congetture. Infatti M. Popillio Lenate gio, e al desiderio legittimo
auribus accepta sunt quam
fu censore nel 159 con P. Cornelio Scipione Nasica Corculo 74 , figlio
di quel Nasica cos. 191 che, come è stato recentemente proposto, pro- Paolo si preoccupava di ins
babilmente non apparteneva affatto alla cricca del cugino Scipione Afri- mana, una serie di rapporti
cano 75 • Inoltre il giovane Corculo andò al seguito di L. Emilio Paolo probabilmente il suo princ·
in Macedonia, quasi coetaneo e compagno di Q. Fabio Massimo Emiliano eredità per il figlio natural
e dell'altro figlio del comandante romano, il futuro Africano Minore "6 • anche le clientele dell' Afric·
Durante la censura, Nasica Corculo e il collega M. Popillio Lenate, rin- Questa congettura na
novarono a M. Emilio Lepido la qualifica di princeps senatus, e quando vità svolta da Emilio Paolo
nel 158 il fratello di Popillio, Gaio, fu eletto console per la seconda del senato per risolvere i p
Per il primo punto, o
volta, ebbe la carica con M. Emilio Lepido pr. 161 77 •
Ora, con tutti i limiti che queste coincidenze possono rivelare, gio diplomatico del proco
un accostamento della gens Popillia con la famiglia di M. Emilio Lepido, propagandistico dei giochi
l'amico di L. Emilio Paolo, appare sino a prova contraria, abbastanza ficativo il comportamento
contro quelle popolazioni.
convincente. Possiamo ancora aggiungere che collega del Popillio cos. 173,
fu L. Postumio Albino, pr. 180 78 , il quale presiedette alle elezioni del state politicamente insicure,
172 e probabilmente sostenne l'altro Popillio, cos. 172 79 • Lo stesso
e quindi potevano costituir
ITUZIONI [12] [13) DISCORSO SULLE COSTITUZIONI

Jaolo divenne console per la Postumio cos. 173, era agli ordini di L. Emilio Paolo a Pidna 60 , e se-
della guerra in Macedonia. guiva e forse approvava la linea politica del suo generale, o almeno in
t precedente, quando il con- quelle circostanze, se fu scelto per mettere in opera il brutale saccheggio
Cepione ( I 69 ), segnavano il di Enia 81 , ed ebbe l'incarico di prendere in custodia Perseo e il figlio,
s contro gli esponenti « estre- prigionieri dopo la disfatta (Liv. 45.28.u).
'.j Se questi erano dunque gli elementi della nobilitas che potevano in-
65, che da alcuni anni minac-
:.1
piu alte magistrature dello fluenzare o addirittura determinare le scelte elettorali per il 168, non
lettorato di Emilio Paolo era l è piu lecito parlare di un elettorato composto da esponenti del vecchio
gruppo di Scipione Africano. Anzi, proprio in questo momento si può
gruppo scipionico 67 .
>sso background politico non delineare, entro certi limiti, la fisionomia di una corrente al cui vertice
stava ormai L. Emilio Paolo. Prova ne sia il comando della guerra in
delineata dallo Scullard. Ye-
n quel momento ricoprivano
I Macedonia che egli ottenne, a mio avviso, in base ad un accordo politico
interno 82 , malgrado la tradizione antica e moderna insista invece nel
fu eletto C. Licinio Crasso. riconoscere, quale criterio di scelta il valore morale di L. Emilio Paolo,
~ come tale riusci ad evitare l'uomo di vecchio stampo memor antiqui moris, capace di ripristinare la
mdannato a Roma per il suo disciplina nell'esercito (motivo propagandistico sfruttato già da Catone
Liguri Statielli 68 • Console di ai tempi di Vulsone). L'importanza politica e militare, infatti, che da
a C. Popillio Lenate (fratello quel comando poteva derivare, costituiva senza dubbio un obiettivo molto
imi de plebe. L'anno succes- ambito, e L. Emilio Paolo non lo avrebbe raggiunto senza polemiche e
J Crasso, precedendo quindi contestazioni, qualora fosse esistita una reale concorrenza 83 •
7 2 ( collega di Emilio Paolo).
i Popillii e i Licinii Crassi, 5. Sul finire dell'estate del 168, L. Emilio Paolo, dopo aver scon-
:a di una loro in tesa politica 71 • fitto Perseo nella piana retrostante Pidna, iniziava un lungo viaggio
azione i due Popillii, Marco attraverso la Grecia centrale e il Peloponneso in compagnia del figlio
1do gruppo emiliano-fulviano, Scipione Emiliano e di Ateneo, fratello del re Eumene.
Jrrente dei Cornelii 72 , mentre Naturalmente non si trattava di un viaggio di piacere, come si
ti ai Cornelii Scipioni 73 . Ma può dedurre abbastanza agevolmente da una serie di testimonianze di
1 per trarre le sue conclusioni, Polibio e Livio 84 • Accamo alla componente di carattere religioso, che pur
'opillii, sembra emergere una emerge dalle fonti, come uno dei plausibili moventi di questo pellegrinag-
e. Infatti M. Popillio Lenate gio, e al desiderio legittimo di vedere località quae nobilitata fama maiora
ione Nasica Corculo 74 , figlio auribus accepta sunt quam oculis noscuntur (Liv. 45.27.5-6), L. Emilio
recentemente proposto, pro- Paolo si preoccupava di instaurare, accanto ad una generica auctoritas ro-
:ca del cugino Scipione Afri- mana, una serie di rapporti personali con i notabili delle città greche. Molto
seguito di L. Emilio Paolo probabilmente il suo principale obiettivo era la foreign clientela, futura
. Q. Fabio Massimo Emiliano eredità per il figlio naturale Scipione, che con l'adozione aveva ereditato
il futuro Africano Minore 76 • anche le clientele dell'Africano.
lega M. Popillio Lenate, rin- Questa congettura nasce da due osservazioni: 1) l'esame dell'atti-
i princeps senatus, e quando vità svolta da Emilio Paolo in Grecia; 2) la politica scelta da una parte
letto console per la seconda del senato per risolvere i problemi del « dopo Pidna ».
pr. 161 77 • Per il primo punto, oltre all'impressione generale ricavata dal viag-
:oincidenze possono rivelare, gio diplomatico del proconsole, ed in particolare l'episodio plateale e
amiglia di M. Emilio Lepido, propagandistico dei giochi indetti ad Anfìpoli 8', potrebbe essere signi-
prova contraria, abbastanza ficativo il comportamento ( altrimenti quasi inspiegabile) che egli tenne
collega del Popillio cos. 173, contro quelle popolazioni. Probabilmente a suo avviso erano, o erano
presiedette alle elezioni del state politicamente insicure, oppure non erano disposte a diventare clienti,
,illio, cos. 172 79 • Lo stesso e quindi potevano costituire un'incognita nel sistema fondato su strutture
168 DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [14] DISCO

clientelari. I fatti sono noti: L. Emilio Paolo mandò il figlio Q. Mas- Livio (45.28.ro-II) 93 . Po
simo Emiliano, senza attendere l'arrivo della commissione plenipoten- Paolo e Gallo, il propinq
ziaria senatoria, a distruggere Egino ed Agasse (Liv. 45.27.1). In Comunque, al di là
seguito ordinò a L. Postumio il saccheggio della città di Enia (Liv. M. Porcia Catone, quando
45.27-4), ed inviò P. Nasica Corculo e Q. Fabio Massimo contro gli del quale era grav:s atque
Illiri che avevano aiutato Perseo durante la guerra (Liv. 45.33.8) 86 • In- Sulpicio, che era stato ac
fine, con un gesto crudelmente esemplare, dopo aver costretto alla resa Lusitani, decimate e vendu
settanta città dell'Epiro, le spogliò di ogni ricchezza mentre i cittadini Nobiliare·, figlio del console
inermi venivano in parte trucidati, in parte ridotti schiavi. Le testimo-
È per lo meno dubb
nianze su questo episodio sono contraddittorie nello stabilire il peso delle
Ad onta tuttavia di questi
responsahlità: una parte tendenzi~lmente mira a scagionare l'operato di
un memorabile trionfo 90
Emilio Paolo, in quanto esecutore di ordini superiori 87 ; altri invece ne
riconoscono l'iniziativa personale 88 • ricchezze versate nel pubb
sato dal versamento di c
Quanto al secondo punto, ossia l'atteggiamento politico del « dopo
(Aem. 38.1).
Pidna », pur tenendo conto delle piu recenti teorie che discutono e va-
riamente spiegano perché Roma non vclle provincializzare la Macedo-
I
89
nia , si potrebbe tuttavia azzardare, a livello di ipotesi, una spiegazione 6. L. Emilio Paolo ave
!, tità di oro e di argento d
diversa: la Macedonia, nominalmente indipendente, avrebbe offerto mag-
giori possibilità di contrarre legami clientelari ed ereditari con determi- casione, sottolinea il fatto
r per sé una sola dracma (A
nate famiglie della nobilitas, le quali, forse, avevano anche in animo di
occuparsi direttamente della riscossione dei tributi provenienti dalle quat- La tradizione apologe
tro repubbliche macedoni. Comunque la decisione presa dal senato ri- non solo sulla sua notoria
guardo la Macedonia e l'Illiria, doveva riflettere la linea politica imposta le accuse rivoltegli dai sold
da L. Emilio Paolo e dalla sua corrente, fra cui M. Porcia Catone, come tire il bottino di guerra, ma
si può dedurre dalla frammentaria orazione de Macedonia liberanda 90 • Macedonia, resa ancor piu
Anche in questo frangente però la nobilitas era divisa e l'opposi- Polibio dichiara senza
zione a L. Emilio Paolo non tardò a farsi sentire. Al suo ritorno a Roma padre dell'Emiliano era ben
infatti vi furono delle polemiche: sappiamo di vivaci contestazioni per la passo (31.22), malgrado le
celebrazione del trionfo e del diffuso malcontento dei soldati, che si rite- piu occasioni razziato al 1
nevano inappagati dalla distribuzione del bottino macedone. integrità del suo patronus,
Logicamente l'opposizione nascondeva anche il disappunto ed il ti- Paolo nel 160, dovendo i
more provocati dal prestigio politico ottenuto da Emilio Paolo, motivo, moglie del padre 90 , essi n
questo, come abbiamo visto, caratteristico della nobilitas, sempre pronta ricorrendo alla vendita di ·
ad intervenire contro eventuali minacce all'equilibrio del potere. Por- Ma tutti questi argom
tavoce della polemica contro il vincitore di Perseo, era Ser. Sulpicio lia, la sorella di L. Emilio
Galba 91 , in seguito console nel 144. dote delle figlie, complessiv
Galba, figlio del Sulpicio che nel 187 aveva votato in favore della timo capo-famiglia dopo la
celebrazione del trionfo di Fulvio Nobiliare (Liv. 39 .5 .6 ), era stato agli meno una parte della dote
ordini di L. Emilio Paolo in Macedonia, quale tribunus militum della rnonio della famiglia degli
seconda legione, ed è definito privatim imperatori inimicus (Liv. 45.35. Emilia.
8-ro). Da una frase di Cicerone 92 si deduce che Galba doveva essere un Dobbiamo concludere
parente stretto di C. Sulpicio Gallo (pr. 169, cos. 166), uno dei patroni sponeva di un cospicuo patr'
invocati dagli Spagnoli nel 171, e probabilmente amico di Emilio Paolo. non ne fa mistero e descriv
Ma durante la campagna macedone, dove Gallo era uno dei tribuni mili- e Diod. 31.27-4), e testim
tari, dovette scoppiare qualche contrasto tra C. Sulpicio ed Emilio Paolo, possesso di una sostanziosa
torse anche piu serio di quanto appaia dalla testimonianza riferita da Mi pare non vi siano
ITUZIONI DISCORSO SULLE COSTITUZIONI

1010 mandò il figlio Q. Mas- Livio (45.28.rn-II) 93 • Potrebbe darsi che in seguito alla rottura tra
tella commissione plenipoten- Paolo e Gallo, il propinquus Galba fosse divenuto anch'egli inimicus.
Agasse (Liv. 45.27.1). In
~io della città di Enia (Liv. , Comunque, al di là di queste congetture, rimane però il fatto che
M. Porcio Catone, quando ne ebbe l'occasione, attaccò Ser. Sulpicio Galba
r Fabio Massimo contro gli del quale era grav:s atque acer inimicus (Cic. De Or. 1.53.227-228), e
86
1 guerra (Liv. 45.33.8) • In- Sulpicio, che era stato accusato per il suo operato contro le tribu dei
dopo aver costretto alla resa Lusitani, decimate e vendute schiave dopo la resa fu difeso da Q. Fulvio
i ricchezza mentre i cittadini Nobiliore·, figlio del console del 189.
e ridotti schiavi. Le testimo- È per lo meno dubbio che questi episodi siano dovuti al caso 94 •
:ie nello stabilire il peso delle Ad onta tuttavia di questi spiacevoli incidenti, L. Emilio Paolo celebrò
1ira a scagionare l'operato di un memorabile trionfo 95 e, come dice Plutarco, cosi grandi furono le
ii superiori 87 ; altri invece ne ricchezze versate nel pubblico erario che il popolo romano fu dispen-
sato dal versamento di contributi, fino al consolato di Irzio e Pansa
:giamento politico del « dopo (Aem. 38.1 ).
ti teorie che discutono e va-
: provincializzare la Macedo-
6. L. Emilio Paolo aveva già portato una volta a Roma ingenti quan-
lo di ipotesi, una spiegazione
tità di oro e di argento dalla Spagna 96 , e Plutarco, ricordando quell'oc-
:ndente, avrebbe offerto mag-
casione, sottolinea il fatto esemplare che Emilio Paolo non aveva tenuto
ari ed ereditari con determi-
per sé una sola dracma (Aem. 4.5).
' avevano anche in animo di
tributi provenienti dalle quat- La tradizione apologetica su L. Emilio Paolo insiste a piu riprese
ecisione presa dal senato ri- non solo sulla sua notoria parsimonia 97 , e questo forse per giustificare
ttere la linea politica imposta le accuse rivoltegli dai soldati per la mancanza di prodigalità nello spar-
, cui M. Porcia Catone, come tire il bottino di guerra, ma soprattutto sull'onestà del conquistatore della
de Macedonia liberanda 90 • Macedonia, resa ancor piu ammirevole dal contrasto con la sua povertà.
1bilitas era divisa e l'opposi- Polibio dichiara senza mezzi termini che il patrimonio privato del
:ntire. Al suo ritorno a Roma padre dell'Emiliano era ben poca cosa (18.35.5), e lo ripete in un celebre
di vivaci contestazioni per la passo (31.22), malgrado le enormi ricchezze che Emilio Paolo aveva in
1tento dei soldati, che si rite- piu occasioni razziato al nemico 98 • Quale ult:::riore prova dell'assoluta
)ttino macedone. integrità del suo patronus, Polibio racconta che dopo la morte di Emilio
anche il disappunto ed il ti- Paolo nel 160, dovendo i due figli rimasti rendere la dote alla seconda
1to da Emilio Paolo, motivo, moglie del padre 9<\ essi non riuscirono ad assolvere il debito se non
lella nobilitas, sempre pronta ricorrendo alla vendita di alcuni schiavi e di qualche proprietà 100 •
ll'equilibrio del potere. Por- Ma tutti questi argomenti sono in parte smentiti dal fatto che Emi-
di Perseo, era Ser. Sulpicio lia, la sorella di L. Emilio Paolo, pagò personalmente la prima rata della
dote delle figlie, complessivamente 50 talenti, in luogo di Publio, legit-
aveva votato in favore della timo capo-famiglia dopo la morte dell'Africano 101 : segno questo che al-
, (Liv. 39.5.6), era stato agli meno una parte della dote delle due Cornelie non proveniva dal patri-
quale tribunus militum della monio della famiglia degli Scipioni, bensi dai beni privati della madre,
1eratori inimicus (Liv. 45.35. Emilia.
che Galba doveva essere un Dobbiamo concludere quindi che la sorella di L. Emilio Paolo di-
9, cos. 166), uno dei patroni sponeva di un cospicuo patrimonio di famiglia. Del resto lo stesso Polibio
1ente amico di Emilio Paolo. non ne fa mistero e descrive Emilia come una dama ricchissima (31.26.3
allo era uno dei tribuni mili- e Diod. 31.27.4), e testimonia che alla sua morte l'Emiliano entrò in
C. Sulpicio ed Emilio Paolo, possesso di una sostanziosa eredità (31.26.2) 102 •
1lla testimonianza riferita da Mi pare non vi siano dubbi circa la situazione economica della fa-
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [16]
DISCO

miglia di provenienza di Emilia. Non dimentichiamo poi che suo marito, 194 = I.I. 13.2.81. l
solo dopo la disgrazia politica andò incontro al tracollo finanziario 103 • blicius clivus apellatur,
[dr. F. Mi.inzer e H. C
7. Il cursus honorum di L. Emilio Paolo si conclude con la cen_sur~ XXIII/2 1901] aediles
-del 164 104_ Non è mia intenzione esaminare a fondo l'argomento: la stona d1 quam ceperant, munierunt,
questa censura infatti esula parzialmente dallo scopo iniziale di c~i~riré: sit ». Probabilmente Festa
la reale situazione dei rapporti politici tra L. Emilio Paolo e Sc1p10ne Fast. 5.287 ss. 12. No
Africano. E a questo proposito, per concludere, mi limito ancora una meno del fatto che gli edil'
volta a sottolineare l'inesistenza di questi « tradizionali » rapporti. Fino intentata contro i pecuari. S
a prova contraria essi sono stati resi legittimi dalla storiografia moderna A. Bauman, Criminal prose
esclusivamente sul presupposto di due parentele acquisite: il matrimonio 260 ss. 13. Cfr. S. Bal
della sorella di Emilio Paolo con P. Cornelio Scipione Africano, e l'ado- Rame (London 1929) 420
zione del figlio naturale di L. Emilio Paolo da parte dell'erede legittimo rium »); 408 (sv. « Porta
dell'Africano. 14. Ball Platner, o. c., 205
publican Rame (London 1
Trieste. PAULA BoTTERI
possesso dell'ager publicus
in Athenaeum ns./ 26 ( 19
blicus (Torino 1952) 55.
contravventori della legisla-
nali, Studi Graccani (Roma
1. Klebs, sv. L. Aemilius Paullus n4, in PW. I/I (1893); F. Mi.in-
na, Vim fieri veto. Alle radi
zer, Romische Adelsparteien und Adelsfamilien (Stuttgart r. a. 1963 del-
480,271; E. Badian, Puhlic
l'ed. 1920) 153 ss.; W. Schur, Scipio Africanus und die Begrundu~g ~er Tibiletti, a.e. [ II parte de
romischen W eltherrschaft (Leipzig 1927) 136; R. M. Haywood, Studzes
nt. 1 e 34. 17. Liv. 3
on Scipio Africanus (Baltimora 1933) 66 s.; A. H. McDonald, Scipio Afri-
liana nel II sec. a.C. (Na
canus and Roman Politics in the second Century B.C., in ]RS. 38 (1938) Publicae Populi Romani (
162 s. e nt. 88; H. H. Scullard, Roman Politics 220-150 B.C. 2 (Oxford w. « Lex Iunia de fcneratic
1973) 170 e 208; P. Meloni, Perseo e la fine della monarchia Macedo~e per una legge contrc, l'usur
(Roma 1953) 320; J. Suolahti, The Roman Censors. A study on soczal
dr. Scullard RP. 257; F. C
structure (Helsinki 1936) 378; A. E. Astin, Scipio Aemilianus (Oxford
(Trieste 1962) 352-353. C
1967) 199; J. Briscoe, Fulvii and Postumii, in Latomus 27/ 1 ( 1968) 149 s.;
ronlichkeit zmd Seine Zeit
H. H. Scullard, Scipio Africanus: Soldier and politician (Thames - Hudson
MRR. I 348 ove le fonti;
1970) 196. 2. P. Batteri, Africani Filius, in Index ~ (1971)_ 200 s. pecunia eredita ». 20.
3. Val. Max. 6.7.1. A questa testimonianza possiamo aggmngere 1 fram- nelle fonti antiche e non è
menti biografici di Scipione conservati in Gell. Noct. att. 7.8.5-~. 4· La esempio, nella pro Deiotaro
adozione viene posta all'incirca tra gli anni 179-168. Cfr. Astm, o.e., 13
tetrarches nobilis, scd etiam
e nt. 7. 5. Scullard, RP. 170. Quasi tutta la tradizione contemporanea
cola et pecuarius h11hcrct11r
usa comunemente la definizione di « gruppo scipionico » in modo er- trarca della Galazia sarebb
roneo, in quanto il termine è relativo soltanto alla consorteria di Scipione significato qualifìcantc dal 1
Africano, e con la sua scomparsa questa muta sostanzial1:1ente. 6. T. ricchezza che poteva deriv
R. S. Broughton, The Magistrates o/ the Roman Republzc I (New York conda orazione contro Vcrr
1951) 388; A. E. Astin, The !ex Annalis Be/ore Sulla, in _L_atomus 33 tempo esisteva un vero e
(1958). 7. R. Vianoli, Carattere e tendenza della trad'.zzone su _L. mcrcatorum e ad uno ar
Emilio Paolo, in Contr. dell'Istit. di Storia Antica [Umv. Cattolica
elenca publicani, agricolac,
del Sacro Cuore] (Milano 1972) 78-90. 8. Broughton, MRR. I pecuarii, compresi nella cat
342. 9. Liv. 34.45.1-6; Broughton, MRR. 345. 10. CIL. !2/1
levatori e possessori di bes
TUZIONI [16] [17] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI

tichiamo poi che suo marito, 194 = Li. 13.2.81. rr. Fest. 307 sv. « Publicius Clivus »: « Pu-
al tracollo finanziario 103 • blicius clivus apellatur, quem duo fratres L. M. Publici Malleoli
[cfr. F. Miinzer e H. Gundel, sv. « Publicius » 20 e 22, in PW.
lo si conclude con la censura XXIII/ 2 1901] aediles curules pecuaris condemnatis ex pecunia,
ondo l'argomento: la storia di quam ceperant, munierunt, ut in Aventinum vehiculis hel venire pos-
llo scopo iniziale di chiarire sit ». Probabilmente Pesto ebbe presente Varrone (L.L. 5.158) e Ovid.
L. Emilio Paolo e Scipione Fast. 5 .287 ss. r 2. Non siamo in grado di valutare la casualità o
1dere, mi limito ancora una meno del fatto che gli edili fossero plebei e curuli, in rapporto all'azione
: tradizionali » rapporti. Fino intentata contro i pecuari. Sulla « competenza criminale » degli edili dr. R.
ni dalla storiografia moderna A. Bauman, Criminal prosecution by the Aediles, in Latomus 33/2 (1974)
,tele acquisite: il matrimonio 260 ss. 13. Cfr. S. Ball Platner, Topographical dictionary of ancient
o Scipione Africano, e l'ado- Rame (London 1929) 420 (sv. « Portirns Aemilia »); 200 (sv. « Empo-
da parte dell'erede legittimo rium »); 408 (sv. « Porta Fontinalis »); 418 (sv. « Porta Trigemina»).
14. Ball Platner, o. c., 205 sv. « Faunus, aedes »; A. H. McDonald, Re-
publican Rame (London 1966) 106 e tav. 35. 15. G. Tibiletti, Il
PAULA BoTTERI
possesso detl'ager publirns e le norme de modo agrorttm sino ai Gracchi_,
in Athenaeum ns./26 (1948) 173-236; A. Burdese, Studi sull'ager pu-
blicus (Torino 1952) 55. L'a. pensa che il riferimento ai pecuari com~
contravventori della legislazione de modo agrorum sia ipotetico; G. Cardi-
nali, Studi Graccani (Roma r.a. 1965 dell'ed. del 1912) 152 nt. 2; L. Labru-
in PW. I/r (1893); F. Miin- na, Vim fieri veto. Alle radici di una ideologia (Napoli 1971) 269-270 e nt.
ien (Stuttgart r. a. 1963 del- 480,271; E. Badian, Publicans and Sinners (New York 1972) 43. 16. G.
nus und die Begrundung der Tibiletti, a.e. [II parte dell'art.], in Athenaeum ns./27 (1949) 6 ss. 33
6; R. M. Haywood, Studies nt. 1 e 34. 17. Liv. 32.37.3-4; dr. V. A. Sirago, L'agricoltura ita-
<\. H. McDonald, Scipio Afri- liana nel II sec. a.C. (Napoli 1971) 24. 18. Cfr. G. Rotondi, Leges
tury B.C., in JRS. 38 (1938) Publicae Populi Romani (Hildesheim. r.a. 1962 dell'ed. Milano 1922) 273
litics 220-150 B.C. 2 (Oxford sv. « Lex Iunia de feneratione ». È molto probabile che Catone si battesse
ze della monarchia Macedone per una legge contro l'usura ben piu drastica della Iunia. Per il problema
Censors. A study on social cfr. Scullard RP. 257; F. Càssola, I gruppi politici romani nel III sec. a.C.
1, Sci pio Aemilianus ( Oxford
(Trieste 1962) 352-353. Contra D. Kienast, Cato der Zensor . .Seine Per-
Latomus 27/r (1968) 149 s.; ronlichkeit und Seine Zeit (Heidelberg 1954) 35-36. 19. Broughton,
' politician (Thames - Hudson MRR. I 348 ove le fonti; G. Rotondi, o. c. 271 sv. ·« Lex Sempronia de
us, in Index 2 (1971) 200 s. pecunia eredita ». 20. Il termine pecuarius non è usato mol:o spesso
possiamo aggiungere i fram- nelle fonti antiche e non è facile comprenderne l'accezione. Cicerone, ad
l. Noct. att. 7.8.5-6. 4· La esempio, nella pro Deiotaro, riferendosi a Deiotaro, dice che « non solum
179-168. Cfr. Astin, o.e., 13 tetrarches nobilis, scd etiam optimus pater /amilias et dili,",entissimus agri-
1 la tradizione contemporanea cola et pecuarius haberctur » ( 27 ). La definizione data da Cicero:1e al te-
Jo scipionico » in modo er- trarca della Galazia sarebbe abbas~anza i;1eonsueta se non contenesse un
o alla consorteria di Scipione significato qnalificante dal lato economico, ossia un chiaro riferimento alia
tta sostanzialmente. 6. T. ricchezza che poteva derivare dal fatto di essere un pewarius. Nella se-
Jman Republic I (New York conda orazione contro Verrc appare ben documentato il fatto che a qud
Be/ore Sulla, in Latomus 33 tempo esisteva un vero e proprio orda pecuariorum, acrnnto ad un ardo
lenza della tradizione su L. mercatorum e ad uno aratorum (2.2.17). Nella pro fonteio Cicerone
ria Antica [Univ. Cattolica elenca publicani, agricolae, pecuarii, ceteri negotiatorcs (20-46), dove i
8. Broughton, MRR. I pecuarii, compresi nella categoria dei negotiatores potrebbero essere « al-
RR. 345. ro. CIL. I2/r levatori e possessori di bestiame», come alcuni suggeriscono (cfr. Mid:-
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [18]
DISCORSO

witz, sv. « Pecuarii », in PW. XIX/1 (1937) 12; e la congettura nel-


zione di colonie in questo peri
l'ediz. Weissenborn-Miiller, Titi Livi ab U.C. Libri IX-X ([Berlin 1890;
r.a. Ziirich-Berlin 1965] 163 nt. 13), ma anche « commercianti di be-
of ancient Rame (New Jersey/
Paolo fece parte di una commi
stiame » ( cfr. Tibiletti a.e., in Athenaeum 26 [ 1948] 229 nt. 2 ). Accanto r
all'attività di allevatori è molto probabile che i pecuari esercitassero quel-
la redditizia del commercio dei loro stessi capi; e non si esclude che fos-
sero proprietari di terreni paschivi e forse appaltatori di ager compascuus,
;
I
Crotone (cfr. supra), e sappiam
interessato il collega di Emilio
politica coloniaria in Gallia Ci
congetture queste che potrebbero giustificare la loro florida condizione Cfr. A. J. Toynbee, Hannibal's
anche G. Tibiletti, Ricerche di s
economica e i cespiti delle loro cospicue entrate. A questo proposito
(1950) 187 nt. 1 e 200; Sirago
torna utile un'altra testimonianza di Cicerone. Si tratta dell'orazione in
della Cisalpina, in Antichità Alto
difesa di P. Quinzio, del quale Cicerone dice « Quinctius fecit ... societa-
Feernster Jashemski, T he origin
tem earum rerum quae in Gallfa comparabantur. Erat ei pecuaria res
propraetorian imperium to 27 B.
ampla et rustica sane bene culta et fructuosa » (Cic. Pro Quinct. 3.12-13).
Su questo argomento il Brunt è dell'opinione che « In Cicero's day many 37.2.II e 37-46.7-8. Errata la v
Livio questa vittoria fu ottenu
Italians were still augmenting their wealth in the island as aratores and
tumultuarius raccolto su iniziati
pecuarii » (Italian Manpower 225 B:C.-A.D. r4 [Oxford 1971] 213).
numero dei trionfi di L. Emilio
Ritornando all'antichità, mi sembra abbastanza esplicita anche una te-
delle testimonianze discordanti:
stimonianza di Varrone (De re rust. 3.1.8), il quale spiega che pecuaria
cfr. E. Hiibner, Ein decretum
appellatur, et multum homines locupletes ob eam aut conductos aut emptos
243-260; Th. Mommsen, Bemer
haberent saltus, ove è qui chiaro il significato di conductos e emptos, e
(1869) 261-267; CIL. II.5041;
non a caso è impiegato il termine locupletes. Inoltre sulla competenza di
(Tiibingen 1958 r.a. dell'ed. 19
Varrone in questo campo non vi sono dubbi, anche perché dice ipse pe-
I Fasti trionfali del popolo ro
cuarzas habui grandes (2 introd. 6). Possiamo ancora aggiungere che Isi-
Introduzione al de viris illustrib
doro insegna che « ... pecuarius vocabatur qui erat dives, modo vero pe-
II 5041 è il testo del decreto i
cuniosus » (cfr. Isid. Etym. sive Orig. 16.18-4), ponendo in ovvia relazione
di Hasta, città della Betica. L'e
pecuniam e peculium a pecudibus. Ciò confermerebbe che al tempo di
il fatto che contiene la dicitura
Isidoro di Siviglia era diffuso l'impiego del vocabolo pecuarius, sinonimo
numero dei trionfi di L. Emilio
di ricco, mentre era andato probabilmente perduto, in un ambiente sto-
invece che si potrebbe forse rie
rico diverso, il significato reale di pecuarius. Un'ultima cauta testimonianza
nianza delle clientele spagnole
proviene da un commento dello Pseudo-Asconio al De Divinatione cice-
proposito che è difficile trarre
roniano: Mancipes sunt publicanorum principes ... si decumas redimunt,
di altri dati (Foreign Clicntelae
( decumani dicuntur), si portum aut pecora publica, partorii aut pecuarii.
Catone cos. 195 (MRR. I 339
(T. Stangl, Ciceronis orationum Scholiastae [Hildesheim 1964] 196 par.
e Marco Porcio Catone [in cors
33); cfr. anche il commento di A. Schwegleq Romische Geschichte (Tii-
Nasica, pr. 194; L. Emilio Pao
bingen 1856) 434 nt. r. Cfr. ora sull'argomento P. Botteri, Pecuarius et
pr. 169; Gallo era probabilmen
Scripturarius, in REL. 55 (1977) 313-324. 21. Cfr. Tibiletti a. c., in
battuto al suo fianco in Ligurh
Athenacum 27 (1949) 34. 22. Ancora Tibiletti, a.u.c. 34 ove esprime
(v. supra). 31. E. S. Gruen,
chiaramente l'opinione che la data della legge de modo agrorum si potreb-
r 49 .7 s B.C. (Cambridge Mass.
be collocare tra il 198 e il 167 a,C.; cfr. Sirago, o. c. 72, il quale accoglie le
lity trans!. by R. S~ager (Oxfo
conclusioni di Tibiletti. 23. Già il Lange aveva attirato l'attenzione sulla
patrona! sur les collectivités pu
severità con la quale i pecuari erano stati puniti da M. Emilio Lepido e
1957) 13 e 14 nt. 5 e nt. rr:
L. Emilio Paolo, affermando che essi non agivano contro Catone, ma
« patron » dei Lusitani, dei Lig
piuttosto d'accordo. Cfr. L. Lange, Romische Alterthiimer II3 (Berlin
Le vocabulaire latin des relatio
1864-1873) 206-207; F. Càssola, Gli Scipioni e Marco Porcia Catone (in
blique (Paris 1963) 16 nt. 4
corso di pubbl.) 20. 24. G. Rotondi, o. c. 222 e 223; Klingmiiller, sv.
34. Polyb. 21.41.6. 35. Po
« Fenus », in PW. VI/ 2 ( 1909 ). 25. È nota l'incidenza della dedu-
Walbank, The treaty of Apame
rITUZIONI [r8] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI 1 73

3 7) r 2; e la congettura nel- zione di colonie in questo periodo: cfr. T. Frank, An Economie survey
C. Libri IX-X ([Berlin 1890; of ancient Rame (New Jersey/Paterson 1959) II6 ss. Lo stess? L. _Emili~
anche « commercianti di be- Paolo fece parte di una commissione triumvirale per la colomzzaz10ne di
6 [ 1948] 229 nt. 2 ). Accanto Crotone (cfr. supra), e sappiamo che a questa attività era particolarmente
1e i pecuari esercitassero quel- interessato il collega di Emilio Paolo, Lepido. Egli era infatti legato alla
:api; e non si esclude che fos- politica coloniaria in Gallia Cisalpina e in Liguria, fra il 18 7 e il 17 3:
ppaltatori di ager compascuus, Cfr. A. J. Toynbee, Hannibal's Legacy II (London 1965) 199-200; vedi
tre la loro florida condizione anche G. Tibiletti, Ricerche di storia agraria romana, in Athenaeum ns. 28
entrate. A questo proposito ( 1950 ) 187 nt. 1 e 200; Sirago, o.e. 25; R. F. Rossi, La romanizza.zinne
Jne. Si tratta dell'orazione in della Cisalpina, in Antichità Alto-Adriatiche IV (Udine 1973) 41. 26. W.
:e « Quinctius fecit ... societa- Feemster Tashemski, The origins and history of the proconsular and the
1bantur. Erat ei pecuaria res propraeto;ian imperium to 27 B.C. (Chicago 1950) 42 e 46-47. 27. Liv.
i» (Cic. Pro Quinct. 3.12-13).
e che « In Cicero's day many 37 .2.11 e 37-46-7-8. Errata la versione di Oros. 4.20.23. . 28. Seco~do
Livio questa vittoria fu ottenuta grazie all'arruolamento di un exercztus
in the island as aratores and tumultuarius raccolto su iniziativa del propretore (Liv. 37. 57). 29. Il
D. r4 [Oxford 1971] 213). numero dei trionfi di L. Emilio Paolo è stato oggetto di discussione a causa
tanza esplicita anche una te- delle testimonianze discordanti: cfr. Broughton, MRR. I 362, le fonti;
' il quale spiega che pecuaria cfr. E. Hiibner, Ein decretum des L. Aemilius Paulus, in Hermes (1869)
eam aut conductos aut emptos 243-260; Th. Mommsen, Bemerkungen zum decret des Paulus, in .Her1:7es.

[
ito di conductos e emptos, e (1869) 261-267; CIL. II.5041; C. G. Bruns, Fontes iuris romani anttqut
,. Inoltre sulla competenza di (Tiibingen 1958 r.a. dell'ed. 1909) 240 nt. 70; E. Pais, I Fasti di Rom~.
)i, anche perché dice ipse pe- I Fasti trionfali del popolo romano (Torino 1930) 314-316; L. Braccesi,
no ancora aggiungere che Isi- ' Introduzione al de viris illustribus (Bologna 1973) 6, 12, 119-121. In CIL.
·ui erat dives, modo vero pe- II 50 41 è il testo del decreto indirizzato da L. Emilio Paolo agli abitanti
4 ), ponendo in ovvia relazione di Hasta, città della Betica. L'epigrafe è stata oggetto di studio anche per
tfermerebbe che al tempo di il fatto che contiene la dicitura di inpeirator. Tralasciando il problema del
vocabolo pecuarius, sinonimo numero dei trionfi di L. Emilio Paolo, abbastanza secondario, mi sembra
perduto, in un ambiente sto- invece che si potrebbe forse ricavare dal documento bronz20 una testimo-
Un'ultima cauta testimonianza nianza delle clientele spagnole di Emilio Paolo. Badian pensa a questo
:onio al De Divinatione cice- proposito che è difficile trarre delle conclusioni data la ,nostra ignoran~a
·ipes ... si decumas redimunt, di altri dati (Foreign Clientelae [Oxford 1958] 122). 30. M. Pomo
publica, partorii aut pecuarii. Catone cos. 195 (MRR. I 339 e 419; cfr. anche F. Càssola, Gli Scipioni
[Hildesheim 1964] 196 par. e Marco Porcia Catone [in corso di pubbl.J 14-15); P. Cornelio Scipione
:q Romische Geschichte (Tii- Nasica, pr. 194; L. Emilio Paolo, pr. 191; C. Sulpicio Gallo, cos. 166,
tento P. Botteri, Pecuarius et pr. 169; Gallo era probabilmente un amico d~ Emili? Paolo: . a~eva ~om-
2 r. Cfr. Tibiletti a. c., in ba ttu to al suo fianco in Liguria ( 182 / 1 ) e piu tardi lo seguira a Pidna
ibiletti, a.u.c. 34 ove esprime (v. supra). 31. E. S. Gruen, Roman Politics and the Criminal Courts,
~ de modo agrorum si potreb-
149-78 B.C. (Cambridge Mass. 1968) ro; M. Gelzer, The Roman Nobt-
:o, o. c. 72, il quale accoglie le lity transl. by R. Sçager (Oxford 1969) 86-87. 32. L. Harmand, ~e
veva attirato l'attenzione sulla patronat sur !es collectivités publiques des origines au bas-e_":ptre (Pans
uniti da M. Emilio Lepido e 1957) 13 e 14 nt. 5 e nt. II: secondo l'Harmand L. Emilio Paolo fu
agivano contro Catone, ma « patron» dei Lusitani, dei Liguri e dei Macedoni; cfr. J. Hellegouarc'h,
che Alterthumer IP (Berlin Le vocabulaire latin des relations et des partis politiques sous la Répu-
ii e Marco Porcia Catone (in blique (Paris 1963) 16 nt. 4. 33. Polyb. 21.18. ss.; MRR. 366.
. 222 e 223; Klingmiiller, sv. 34. Polyb. 21.41.6. 35. Polyb. 21.40-45; A. H. McDonald e W .
nota l'incidenza della dedu- Walbank, The treaty of Apamea (r88 B.C.): The naval clauses, in JRS.
1 74 DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [20] [21] DISCORSO

(1969) 30 ss. 36. P. Fraccaro, Opuscula I (Pavia 1956) 300 ss.; G. was perhaps the most lucrative
Bandelli, I processi degli Scipioni: le fonti, in Index 3 (1972) 311-312; commanders in the post-Hannib
G. De Sanctis, Storia dei Romani IV h (Firenze r.a. 1969 dell'ed. 1923) Minor (Princeton 1950) 20-21.

I
219 nt. 182. 37. Q. Minucio Thermo, pr. 196, cos. 193. L'argo- intrapresa dietro suggerimento
mento della morte di Thermo fu sfruttato drammaticamente per creare motivo di costante preoccupazi
attorno a Vulsone un'atmosfera ancor piu colpevole, perché in realtà teoria, non credo si debba sot
era difficile imputargli questa vicenda. 38. Nel 186 a.C. Roma era presa. Diversa l'opinione di Li
tanto ricca che « populus romanus stipem spargere coepit ... tanta abun- sv. « L. Aemilius Paullus 1 r4 »
dantia pecuniae erat .... » come testimonia Plinio (Nat. hist. 3 3 .48. 1 ). 148-149. 52. Scullard RP.
A. W. Lintott, Imperia! Expansion and mora! decline in the Roman Re- PW. II/2 (1896) 2728.; J. Su
public, in Historia 21/4 (1972) 628. 39. Non è mia intenzione en- Army in thc rcpuhlican pcriod
trare nel merito della questione che porterebbe inevitabilmente a par- nari dell'Etruria del Sud, eran
lare dei processi degli Scipioni. L'argomento è stato piu volte oggetto Bebio Tanfilo, uno dei primi pe
di studio ed ora, G. Bandelli, sviluppando i fondamentali contributi negli elenchi delle carriere, fu l
di Th. Mommsen e di P. Fraccaro, ha dato un'interpretazione giuridica nel 218. Un L. Bebio fu legatu
e filologica di alcuni dei piu discussi problemi dei processi. Rimando che questa gens etrusca, indubb
quindi, anche per i riferimenti bibliografici, completi ed aggiornati, all'ar- l'indicativo cognomen Dives ),
ticolo del Bandelli, I processi degli Sci pioni: le fonti, in I ndex 3 ( 1972) trare a far parte della classe p
304-342. 40. Cfr. Broughton, MRR. I 362; Fraccaro, o.e. I 370-371; degli Scipioni; ma questa cong
McDonald, a.e., in JRS. (1938) 162. 41. Liv. 39,4,3-6. 42. Toyn- anni del consolato di Cn. Bebi
bee, o.e. II 625 nt. 5 e 626. 43. I. Shatzman, The Roman General's
Authority aver Booty, in Historia 21/2 (1972) 191 e 204. 44. Miin-
zer, sv. « Manlis Vulso 91 », in PW. XIV/I (1928). Vulsone fu edile cu-
I sua compagine politica si era
Briscoe, Fulvii and Postumii, in
40.25.7-9. Bebio si trovava a
rule nel 197 insieme a P. Cornelio Scipione Nasica. Ottenne la pretura al pretore M. Pinario, diretto i
nel 195 e la Sicilia. Nel 192 fu respinto alla battaglia elettorale per il cfr. E. Sereni, Comunità rural
consolato (cfr. G. Bandelli, Sui rapporti politici tra Scipione Nasica e Sci- messa in evidenza la struttura
pione Africano, in Quaderni di Storia Antica e di Epigrafia [Università abbastanza evoluta al tempo cl
degli studi di Trieste, Istituto di storia antica] I (Roma 1974) 19 e 20. Livius und seine V organger2 (
45. Liv. 38.35: « ... M. Fulv:us, quia iam in exitu annus erat, comitiorum versa è l'opinione di U. Kahrst
causa profectus Romam creavit consules M. Valerium Messalam et C. Li- Die annalistik van Livius B. X
vium Salinatorem, cum M. Aemilium Lepidum inimicum eo quoque anno 74. 57. M. Claudio Marcell
potentem deiecisset ». 46. È molto probabile che la questione avesse comizi per le elezioni del 182:
una base giuridica, malgrado il pretestuoso movente personale di Lepido, cito dimisso Roman comitioru
perché il console dice: « si exercitus in his terris (Europa, Asia) esse pla- bium Tam philum et L. Aemiliu
ceat, consulcs iis potius quam privatos praeesse oportere » (Liv. 48.42.rn). di questo tempestivo rientro di
Un analogo cavillo giuridico fu tirato in causa nel tentativo di opposi- la provincia del console del 1 8 3
zione al trionfo di Emilio Paolo nel 167: cfr. Liv. 45.37.3-5. 47. Gel- Gallis ex provincia exactis Hist
zer, o.e. 126-127; T. Liebmann-Frankfort, La frontière orientale dans la natum missis, ut sibi in Histri
politique extérieure de la République romaine depuis le traité d'Apamée non placuit ». (Liv. 39.55.4-
jusqu'à la fin des conquétes asiatiques de Pompée (189/2-63) (Bruxelles dalla lectio « non » (la negazi01
1969) 52. 48. McDonald, a.e. 161. 49. J. P. V. D. Baldson, L. dici), tuttavia Marcello era and
Cornelius Scipio: a salvage operation, in Historia 21/ 2 ( 1972) 231. dei consoli per il 182, era stato
50. Cn. Manlio Vulsone fu probabilmente spinto a questa impresa atti- improvviso ritorno di Marcello
rato dalle prospettive economiche: i Galati avevano razziato ingenti bot- delle elezioni, alle quali comun
tini alle popolazioni limitrofe per quasi mezzo secolo (Polyb. 21. 3 3-40; Bebio; oppure se il senato si f
Liv. 38.12-27), accumulando notevoli ricchezze. Toynbee, o.e. 626: « This glierlo dall'impresa istrica. È p

--------------------------- ---
ITUZIONI [20] [21] DISCORSO SULLE COSTITUZIONI 175

a I (Pavia 1956) 306 ss.; G. was perhaps the most lucrative of al! the campaigns conducted by Roman
in Index 3 (1972) 3rr-312; commanders in the post-Hannibalic Age ». D. Magie, Roman Rute in Asia
renze r.a. 1969 dell'ed. 1923) Minor (Princeton 19 50) 20-2 r. Badian suggerisce che questa guerra fu
, pr. 196, cos. 193. L'argo- intrapresa dietro suggerimento di Eumene, per il quale i Gallogreci erano
drammaticamente per creare motivo di costante preoccupazione (FC. 294). Tuttavia accanto a quest1
i colpevole, perché in realtà teoria, non credo si debba sottovalutare il movente econouico dell'im-
38. Nel 186 a.C. Roma era presa. Diversa l'opinione di Liebmann-Frankfort, o.e. 59. 5 r. Klebs,
spargere coepit ... tanta abun- sv. « L. Aemilius Paullus 114 », in PW. I/1 (1893) 576.; Scullard, RP.
Plinio (Nat. hist. 33.48.1). 148-149. 52. Scullard RP. 170. 53. Klebs, sv. « Baebius », in
ral decline in the Roman Re- PW. II/ 2 ( 1896) 2728.; J. Suolahti, The Junior Ofjicers of the Roman
,9. Non è mia intenzione en- Army in the republican period (Helsinki 1955) 280-281. I Bebii, origi-
~rebbe inevitabilmente a par- nari dell'Etruria del Sud, erano giunti relativamente tardi a Roma. Q.
tto è stato piu volte oggetto Bebio Tanfilo, uno dei primi personaggi di questa gens di cui :;i ha notizié!
do i fondamentali contributi negli elenchi delle carriere, fu legatus a Sagunto e a Cartagine nel 220 e
to un 'interpretazione giuridica nel 218. Un L. Bebio fu legatus di Scipione nel 203. È molto probabil,2
,blemi dei processi. Rimando che questa gens etrusca, indubbiamente ricca (L. Bebio, pr. 189, portava
completi ed aggiornati, all'ar- l'indicativo cognomen Dives ), migrata a Roma con la prospettiva di en-
': le fonti, in Index 3 (1972) trare a far parte della classe politica, si fosse messa sotto il patronato
362; Fraccaro, o.e. I 370-371; degli Scipioni; ma questa congettura non sarebbe piu adeguata per gli
. Liv. 39-4-3-6.

,72) 191 e 204.


42. Toyn-.
atzman, T he Roman Genera!' s
44. Miin-
r (1928). Vulsone fu edile cu-
1e Nasica. Ottenne la pretura
I
I
anni del consolato di Cn. Bebio, quando scomparso l'Africano anche b
sua compagine politica si era sostanzialmente trasformata. Contra J.
Briscoe, Fulvii and Postumii, in Latomus 25 (1968) 150 nt. r.
40.25.7-9. Bebio si trovava a Pisa ed aveva consegnato il suo esercito
al pretore M. Pinario, diretto in Sardegna.
54. Liv.

5 5. Su questa popolazione
alla battaglia elettorale per il dr. E. Sereni, Comunità rurali nell'Italia antica (Roma 1955) dove è
itici tra Scipione Nasica e Sci- messa in evidenza la struttura economica e sociale degli lngauni, giii
ica e di Epigrafia [Università abbastanza evoluta al tempo della conquista romana. 56. A. Klotz,
ica] I (Roma 1974) 19 e 20. Livius und seine Vorganger (Amsterdam 1964 [ 1° ed. 1940 J) 82. Di-
1 exitu annus erat, comitiorum versa è l'opinione di U. Kahrstedt: la fonte di Livio sarebbe l'Anziate:
Valerium Messalam et C. Li- Die annalistik van Livius B. XXXI-XLV (Berlin 1913; r.a. Roma 1971)
um inimicum eo quoque anno 74. 57. M. Claudio Marcello cos. 183, era stato il «presidente» dei
babile che la questione avesse comizi per le elezioni del 182: « Ex Histria revocatus M. Marcellus exer-
movente personale di Lepido, cito dimisso Roman comitiorum causa rediit. Creavit r:onsules Cn. Bae-
terris (Europa, Asia) esse pla- bium Tamphilum et L. Aemilium Paulum » (Liv. 39.56-4). A proposito
sse oportere » (Liv. 48-42.10). di questo tempestivo rientro di Marcello dall'Istria, bisogna ricordare che
:ausa nel tentativo di opposi- la provincia del console del 18 3 era la Liguria. Ma « M. Claudius consul
:r. Liv. 45.37.3-5. 47· Gel- Gallis ex provincia exactis Histricum bellum moliri coepit litteris ad se-
La frontière orientale dans la natum missis, ut sibi in Histriam traducere legiones liceret. Id senatui
rine depuis le traité d'Apamée non placuit ». (Liv. 39.55.4-9). A parte il problema testuale offerto
Pompée (189/2-63) (Bruxelles dalla lectio « non » (la negazione non compare ad esempio in alcuni co-
49. J. P. V. D. Baldson, L. dici), tuttavia Marcello era andato in Istria e in occasione delle elezioni
1 Historia 21/2 (1972) 231. dei consoli per il 182, era stato richiamato. Non sappiamo sè dietro questo
spinto a questa impresa atti- improvviso ritorno di Marcello si celasse realmente il movente politico
avevano razziato ingenti bot- delle elezioni, alle quali comunque egli fu presente sostenendo Paolo, e
ezzo secolo (Polyb. 21.33-40; Bebio; oppure se il senato si fosse servito di questo pretesto per disto-
zze. Toynbee, o.e. 626: « This glierlo dall'impresa istrica. È possibile che giocassero entrambe le cause:
DISCORSO
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI [22]

80. MRR. I, 429 ove le fonti.


tuttavia Marcello, dopo le elezioni, ebbe la proroga dell'imperium e fu
<lenze di Emilio Paolo a Pidna
mandato in Gallia, dove L. Emilio Paolo gli inviò un forte contingente
Cfr. MRR. I 430: Liv. 45-4.
di uomini, subito dopo aver fatto le leve (Liv. 40.r.6-7). 58. Liv.
82. Circa l'assegnazione del co
40.25-28. 59. Liv. 40.34.7-ro; cfr. Broughton, MRR I 384. 60.
Paolo, esiste nelle fonti qualche
R. Vianoli, a.e. 84 nt. 40. 6r. MRR. I 445; cfr. G. I.
Szemler, The Priests o/ the Roman Republic. A study of Interac- 7-ro) e Valerio Massimo (Val.
simo, A. Ramelli, Le fonti di
tions between Priesthoods and Magistracies. Coll. Latomus, voi. 127
[ 1936] 146 ss.), essa avvenne
(Bruxelles 1972) 141. 62. P. Catalano, Contributi allo studio del
stino (33.1.6) parlano invece d
diritto augurale (Torino 1960). 63. Klebs, sv. « Aemilia Tertia 180 »,
indeterminato (De Div. r.46.ro
in PW. I/ 1 ( 1893) 592-593; W. H. Gross, sv. « M. Porcius Cato Lici-
è lacunoso. 8 3. Senza un
nianus 14 », in PW. XII/1 (1953) 1678: in realtà di questo matrimonio
zata di Emilio Paolo avrebbe
non possediamo una cronologia sicura. L'unico dato è fornito da Plutarco
mo che aveva già 60 anni.
che nella biografia di Catone ( 20.8) lascerebbe intendere che le nozze
e rifluiti parzialmente in Livio,
avvennero dopo la battaglia di Pidna. È comunque probabile che il ma-
finalità politica e militare del
trimonio, se non ancora concluso in quegli anni, era stato già progettato
Paolo: Polyb. 30.ro.2; 30.3; 3
da Emilio Paolo e Porcia Catone (cfr. Plut. Cat. Mai. 20.8) ben prima
Livio probabilmente accolse u
della campagna militare del 168. 64. App. Mac. 9.11.3 « ,wv ... (3ov-
peragrata Graecia, ut nihil eor
ÀEv,wv 'ltOÀÀoÌ, ,Òv EvµÉV'!'] 8~' a.t,la.c:, dxcv U'ltÒ cpMvov xa.Ì, òÉovc:, a.tnov
publice sensisset, inquireret, ne
,oo-ouòE 1toÀɵov yEvéµEvov. »; Diod. 30.7; Liv. 42-47.4; G. De Sanctis,
Cfr. Will, o.e. 238. 85. D
o.e. IV/ 1 265-266; P. Meloni, o.e. 161; P. V. M. Benecke, The Fall of
gi » alla Macedonia, « cum ta
Macedonian Monarchy, in The Cambridge Anci.ent History VIII (Cam-
bene meritis dare videretur ... >
bridge 1954) 256 ss.; G. Colin, Rame et la Gréce de 200 a 146 a. ]. Chr. giochi grandiosi, avendo invita
(Paris 1905) 378 ss.; J. Briscoe, Q. Marcius Philippus and Nova Sapien- città asiatiche e greche, parte
tia, in JRS. (1965) 73 ss.; E. Will, Histoire Politique du Monde Hellé- personalmente durante il rece
nistique ( 323-30 av. J.-Chr.) II (Nancy 1967) 224; H. Bengtson, Gmnd- festeggiamenti, alla presenza di
riss der Romischen Gesrhichte mit Quellenkunde I (Mi.inchen 1967) 128; teatrale, L. Emilio Paolo e i
J. Briscoe, Eastern Policy and Senatoria! Politics 168-146, in Historia 28 bottino razziato al nemico e lo i
(969) 60; R. M. Errington, The Dawn of Empire: Rome's Rise to World 86. MRR. I 436; Meloni, o.e.
Power (Ithaca N. Y. 1973) 213. 65. H. H. Scullard, Charops and Their Institutions and I-Iistor
Roman Policy in Epirus, in JRS. 35 (1945) 62-63. 66. Cfr. Meloni,
29 . 1 « ì:xwv 8éyµa o-vyxÀY},
o.e. 150 e nt. 2 ove la bibl. per le magistrature curuli ottenute dalla plebe 59 ss.; De Sanctis, o.e. 340-3
nel 172. 67. Scullard, RP. 211; cosi anche Meloni, o.e. 322. 68_- E. tori moderni si sono spesso o
S. Gruen, Roman Politics and the Criminal Courts, 149-78 B.C. (Cambndge zione alla crudeltà di Emilio
Massachusetts 1968) 9 ss. 69. Broughton, MRR. I 410. 70. MRR. nèlla nota 87, tenta cli scagio
I 416. 7r. Cfr. D. C. Earl, M. Octavius, trib. pleb. 133 B.C. and his l'azione punitiva agli intrighi
successor, in Latomus 19 (1960) 659. 72. Cfr. Scullard, o.e. 227. Policy in Epirs and Acarnani
Mi.inzer, o.e. 237 ss. 73. D. C. Earl, a.e. 660. 74. MRR. I 445: Greece (Dallas 1954) 83 ss.;
75. Questa è la teoria sostenuta da G. Bandelli nell'artico!~ Sui rapp~~tt moncl, Epirus (Oxford 1967)
politici cit., 7-36. 76. A Scipione Nasica e a q. Fa~10, . ~- ~milio 8 9 . J. A. O. Larsen, Consiliu
Paolo aveva anche affidato il comando di alcuni contmgentI m1htar1. Cfr. Synedria, in Classica! Philolog
Liv. 45.34.7. Il Nasica farà poi una brillante carriera negli anni imme- sation de la Macédoine en 16
diatamente successivi alla campagna macedone: cos. 162, cens. 159, cos. Grec, in C!Ph. 45 (1950) 96-ro
II 155, pont. max. dal 150 e princeps senatus nel 147 e nel 14~. Oost, o.e. 86; J. A. O. Larsen
77. MRR. I 443 e 444 nt. 2.; Klebs, sv. « Aemilius Lepidus n. 70 », m Roman History (Los Angeles
PW. I/1 (1893). 78. J. Briscoe, Fulvii and Postumii, in Latomus 27 236 ss.; Bengtson, Grundriss ci
p968) 149-156; MRR. I 407. 79. Briscoe, a.e., in JRS. (1964) 73-74.
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI
rITUZIONI [22]
80. MRR. I, 429 ove le fonti. Vi fu anche un altro Postumio alle dipen-
a proroga dell'imperium e fu denze di Emilio Paolo a Pidna: A. Postumio Albino cos. 151, pr. 155.
gli inviò un forte contingente Cfr. MRR. I 430: Liv. 45.4-7- 8r. Liv. 45.27-4- Cfr. ib. p. 27.
: (Liv. 40.r.6-7). 58. Liv. 82. Circa l'assegnazione del comando della guerra macedonica a L. Emilio
mghton, MRR I 384. 60. Paolo, esiste nelle fonti qualche contraddizione: secondo Livio (Liv. 44.17.
MRR. I 445; dr. G. I. 7-10) e Valerio Massimo (Val. Max. r.5.3: per le fonti di Valerio Mas-
·public. A study of Interac- simo, A. Ramelli, Le fonti di Valerio Massimo, in Athenaeum ns. 54
ies. Coll. Latomus, vol. 127 [1936] 146 ss.), essa avvenne con il sorteggio. Plutarco (Aem. 10) e Giu-
o, Contributi allo studio del stino (33.r.6) parlano invece di « volontà popolare», mentre Cicerone è
bs, sv. « Aemilia Tertia 180 » indeterminato (De Div. r.46.103). L'elogium di Emilio Paolo (CIL. I2 194)
s, sv. « M. Porcius Cato Lici~ è lacunoso. 83. Senza un accordo politico interno anche l'età avan-
n realtà di questo matrimonio zata di Emilio Paolo avrebbe potuto giocare a sfavore. Non dimentichia-
ico dato è fornito da Plutarco mo che aveva già 60 anni. 84. Alcuni episodi tramandatici da Polibio
rebbe intendere che le nozze e rifluiti parzialmente in Livio, danno abbastanza chiaramente l'idea della
)munque probabile che il ma- finalità politica e militare del viaggio post-bellico intrapreso da Emilio
anni, era stato già progettato Paolo: Polyb. 30.10.2; 30.3; 30-4; Liv. 45.27; 45.28.3. In 45.28.6 invece
1t. Cat. Mai. 20.8) ben prima Livio probabilmente accolse un'eco di propaganda politica diversa « ita
.pp. Mac. 9.11.3 « 'tWV ... ~OV· peragrata Graecia, ut nihil eorum, quae quisque Persei bello privatim aut
1 Ù7t0 cp1'6vov xaL oÉovc; ClL'tLOV publice sensisset, inquireret, ne cuius metu sollicitaret animos sociorum ... ».
; Liv. 42.47.4; G. De Sanctis, Cfr. Will, o.e. 238. 85. Dopo che L. Emilio Paolo ebbe dato le « leg-
. V. M. Benecke, The Fall of gi » alla Macedonia, « eum tanta cura, ut noli hostibus victis, sed sociis
Anci.ent Historv VIII (Cam- bene meritis dare videretur ... » (Liv. 45.32.7), egli organizzò ad Anfipoli
Gréce de 200 a.146 a.]. Chr. giochi grandiosi, avendo invitato tutte le personalità importanti di molte
1s Philippus and Nova Sapien- città asiatiche e greche, parte delle quali erano state avvertite da lui
re Politique du Monde Hellé- personalmente durante il recente viaggio fatto in Grecia. Terminati i
57) 224; H. Bengtson, Grund- festeggiamenti, alla presenza di tutti i convenuti, con una messa in scena
'eundè I (Miinchen 1967) 128; teatrale, L. Emilio Paolo e i suoi ufficiali fecero caricare le navi con il
?litics 168-r46, in Historia 28 bottino razziato al nemico e lo inviarono a Roma (Liv. 45.32.8; 45.33.1 ss).
:mpire: Rome's Rise to World 86. MRR. I 436; Meloni, o.e. 409; J. A. O. Larsen, Greek Federa! States.
H. H. Scullard, Charops and Their Institutions and History (Oxford 1968) 477. 87. Plut. A;m.
;) 62-63. 66. Cfr. Meloni, 29.1 « ì:'.xwv o6yµa o-vy:x:ÀT)'tOV »; Liv. 45.34.1; Scullard, Charops cit.
ure curuli ottenute dalla plebe 59 ss.; De Sanctis, o.e. 340-341. 88. Strab. 7-7-3 (Polibio). Gli au-
he Meloni, o.e. 322. 68. E. tori moderni si sono spesso occupati del problema cercando una motiva-
:ourts, r49-78 B.C. (Cambridge zione alla crudeltà di Emilio Paolo. Scullard nell'articolo menzionato
n, MRR. I 410. 70. MRR. nèlla nota 87, tenta di scagionare Emilio Paol; attribuendo la causa del-
s, trib. pleb. I 3 3 B.C. and his l'azione punitiva agli intrighi di Carope. Cfr. anche: S. I. Oost, Roman
72. Cfr. Scullard, o.e. 227. Policy in Epirs and Aearnania in the Age of the Roman conquest of
.c. 660. 74. MRR. I 445 . Greece (Dallas 1954) 83 ss.; Badian, Foreign cit. 98; N. G. L. Ham-
1delli nell'articolo Sui rapporti mond, Epirus (Oxford 1967) 635 e nt. 1; Vianoli, a.e. 88-89 e note.
ica e a Q. Fabio, L. Emilio 89. J. A. O. Larsen, Consilium in Livy 45.I8.6-7 and the Macedonian
lcuni contingenti militari. Cfr. Synedria, in Classica! Philology 44 (1949) 73 ss.; A. Aymard, L'organi-
.nte carriera negli anni imme- sation de la Macédoine en r67 et le Régime Représentatif dans le Mond
me: cos. 162, cens. 159, cos. Grec, in ClPh. 45 (1950) 96-107; Meloni, o.e. 409 ss.; Benecke, a.e. 275 ss.;
senatus nel 147 e nel 142. Oost, o.e. 86; J. A. O. Larsen, Representative Government in Greek and
< Aemilius Lepidus n. 70 », in Roman History (Los Angeles 1955) 103; Badian, FC. 96 ss.; Will, o.e.
and Postumii, in Latomus 27 236 ss.; Bengtson, Grundriss cit. I/ 129; Larsen, Greek Fed.•States 295 ss.;
:oe, a.e., in JRS. (1964) 73-74.
DISCORSO SULLE COSTITUZIONI
Lucio Toneatto

E. Badian, Publicans and Sinners. Private Enterprise in the Service of the Lo


Roman Republic (Ithaca 1972) 40; Scullard, RP. cit. 212; 90. Mal-
covati, ORF. 3 61 [XLI De Macedonia Liberanda]; cfr. Meloni, o.e. 412;
Scullard, RP. 212, 219 e 269. Per la riscossione dei tributi dalla Mace-
donia cfr.: E. Badian, Roman Imperialism in the late Republic (Pretoria
1967) 19-20; Larsen, Greek Fed. States 299 e nt. 2. 91. Liv. Per. 45
« contradicente Galba ». 92. Cic. De Or. 53.228. 93 ... «.ceterum
postquam in castra ad Amphipolim veni!, gravitcr increpuisse traditur C. Nel 222 a.C. presso Sellas
Sulpicium, primum quod Persea tam procul a se vagari per provinciam cato l'ultimo tentativo dell'a
passus esse!, deinde quod adeo indulsisset mil:'tibus, ut nudare tegulis nazionale 2 . La logica di potenza
muros urbis ad legenda hibernacula sua pateretur ... ». 94. Briscoe, 30.000 uomini contro i 20.0
a.e. 67; cfr. F. Càssola, a.e. 23. 95. Broughton, MRR. I 433. l'abilità tattica del re spartano
96. Polyb. 31.22. 97. Liv. Per. 46, ove si parla di abstinentia; Polyb. Com'è noto, questi non f
18.35-4-5. 98. Anche la scelta della famosa biblioteca di Perseo matore radicale della costituzi
quale unica ricompensa di guerra per sé e per i suoi figli (Plut. Aem. riforma trasse origine la rinnov
28.n; Isid. Etym. 6.5.1) costituiva pur sempre un notevole patrimonio, volgere di anni (227-223) all'e
e non solo culturale. 99. Paolo aveva sposato in prime nozze Papiria, sizione disperata d'un forte or
figlia del consolare C. Papirio Masone e in seguito, dopo un divorzio, si Achea capeggiata da Arato da
era rimaritato con una donna di cui si ignora il nome. 100. Polyb. Individuati i mali che af1

l
18.35.6-7; cfr. Gelzer, o.e., 22. La testimonianza di Polibio dimostra solo b formazione d'un saldo csèrc
che i due figli di Emilio Paolo non disponevano momentaneamente di conseguente esclusione dalla di
liquidità patrimoniale. Liv. Per. 46. 101. G. Bandelli, I figli dell'Afri- già ristretta cittadinanza: 600
cano, in questo Index 5 (1974/5). Le due Cornelie avevano ricevuto in dote effettuò con l'aiuto d'::imici e d"
50 talenti ciascuna. Al momento del matrimonio Emilia aveva pagato un come un ritorno all'antico sp·
anticipo, come era l'uso, di 50 talenti, ossia 25 talenti di ogni dote. Cfr. eliminato l'Eforato, organo csc
Astin, o.e. 32; J. P. V. D. Baldson, Roman Women. Their Historv and tico, voce e strumento della
Habits (London 1962) 187. 102. Polyb. 31.26.2; Bandelli, Ì figli legislativo e giudiziario del Co
cit.; M. Gelzer, Kleine Schriften I (Wiesbaden 1962) 35. 103. G. furono affiancati sei Custodi cl
Randelli, Sui rapporti politici cit., in Quaderni di Storia Antica e di Epi- • gliassero l'esecuzione e Li per

l
grafia I 36 nt. 8 5. 104. Collega di L. Emilio Paolo era stato eletto sunse per sé nuovi e praticam
Q. Marcio Filippo, un personaggio dall'ambigua collocazione politica. Ri- per mantenere la tradizionale
cordiamo che Filippo, cos. 186, 169, pr. 188, aveva avuto un ruolo Le riforme sociali allora at
diplomatico importante nelle trattative con Perseo, ed era riuscito a anadasm6s ' ( distribuzione del
far differire la guerra del re macedone contro Roma (Liv. 42-47.1), a
tutto vantaggio di quest'ultima. La politica di Q. Marcio, però, non era
condivisa da una parte del senato, ed anzi egli aveva ricevuto critiche
piuttosto scottanti per la sua condotta, da parte di coloro che Livio gene-
l•
1
dei debiti), sempre ricorrenti
in città spesso sconvolte da
nomica e sociale. A questi atti
sione della cittadinanza: piet
ricamente chiama veteres et moris antiqui memores (42-47-4-5), e dai staurò l' ' agogé ', la tipica or
seniores, ben distinti da ea pars senatus cui potior utilis quam honesti pasti in comune (' syssitia ')
cura erat (Liv. ib. 9-10). Tuttavia l'opposizione politica non contrastò a famosa la ' way of life ' sparta
Filippo il successo della sua carriera: anzi, ai due consolati poté aggiungere Il territorio della città ('
anche il sommo onore della censura. [P. B.] (' klèroi ') di uguale estension
4.000 Spartiati, il nuovo cor
politici ai piu facoltosi e vale
ed a stranieri che avessero strc
ottenne cosi il duplice effetto

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