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N. R.G.

244U2016

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
TRIBUNALE ORDINARIO di BOLOGNA
QUARTA SEZIONE CIVILE
Il Tribunale, nella persona del Giudice dott. Anna Maria Rossi
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nella causa civile di I Grado iscritta al n. r.g. 244112016 promossa da:
' , con il patrocinio dell'aw. GENNA GIUSEPPE e,
elettivamente domrcrlraro m vlA DELLA GRADA 15 40122 BOLOGNA presso il difensore

ATTORE/I
contro
UNICREDIT SPA 00348170101, con il
patrocinio dell'avv. elettivamente
domiciliato in I BOLOGNA presso il difensore aw. '

CNP UNICREDIT VITA SPA 13362170154, con il patrocinio dell'avv


elettivamente domiciliato in via BOLOGNA presso l'aw.

CONVENUTI

ru air".u uu.t"" tu au roorflìf,LaTlot,ìIo qrinai r"*",


"o.,"t.r.o "o-" " "o-"
Voglia l'Ill.mo Giudice adito, previa ogni occorrenda declaratoria e ogni contraia istarua, eccezione,
deduzione reietta,
In via principale:
1. accertare e dichiarare, la responsabilità di Cnp Unicredit Vita spa e/o di Unicredit spa in via
concorente e/o esclusiva, giusti i motivi esposti e documentati in atti, e conseguentemente
2. accertare e dichiarare il diritto dell'attore al pagamento a titolo di risarcimento danni da parte di Cnp
Unicredit Vita spa e/o di Unicredit spa della somma di euro 56.397,00, pari alla sorìma che avrebbe
ottenuto l'attore se avesse investito in Bot quinquerurali il valore del riscatto della polizza oggetto di
causa, pari a 49.951,76 euro alla data della prima richiesta dell'attore del 411212009 alla Banca
convenuta (cfr. doc. 2 fasc. parte attrice) nei trenta giomi successivi, come da risposta del CTU al
quesito n. 2 (cfr. pag. l9 perizia) e come da risposta del CTU al quesito n. 4 (cfr. pag. 19 par. 5 perizia),
o della sonìma diversa di giustizia, oltre interessi e/o rivalutazione dalla scadenza dei predetti Bot
quinquennali (gennaio 2015) o dalla diversa data di giustizia al saldo, e conseguentemente;

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3. condannare Cnp Unicredit Vita spa in persona del legale pro tempore e/o Unicredit spa in persona
del legale pro tempore a corrispondere all'attore Ia somma di euro 56.397,00, o la somma minore o
maggiore di giustizia, oltre interessi e/o rivalutazione dalla scadenza dei predetti Bot, o dalla data
diversa di giustizia, al saldo;
4. in ogni caso con vittorie di spese, compensi di awocato, oltre spese generali, Iva e C.p.a., e rimborso
spese perizia corrisposte dall'attore al CTU dott. pari ad euro 5.103,11 (634,40+4.468,71
euro), come da distinta di bonifico depositata telematicamente in data 19110117, come da fatture del
CTU depositate telematicamente sub all. a) e b) in data 20lllll7, e distinta bonifico depositata sub all.
c) in data 7103118.
La difesa di Unicredit ha concluso come da prima memoria autorizzata ex art.l83 cpc. e quindi come
sezue:
"Voglia l'Ill.mo Tribunale adito rigettare le domande svolte dall'attore nei confronti di UniCredit
S.p.A. in quanto totalmente infondate in fatto ed in diritto. Con vittoria di spese e compensi di causa,
oltre a spese generali, CPA ed IVA come per legge".
La difesa di CMP ha precisato le conclusioni come da memoria ex art.l83 cpc. n.3. e quindi come
segue:

Voglia l'Ill.mo Tribunale adito, ogni contraria istanza, eccezione e deduzione respinta previa ogni
opportuna declaratoria, così giudicare:
in via principale
rigettare tutte le domande attoree in quanto infondate in fatto ed in diritto, per i motivi esposti;
in via subordinata
- nella denegata ipotesi di accoglimento della domanda attorea, quantificare il daruro risarcibile
riconoscendo la inferiore somma di Euro 50.165,67 devoluta al Fondo, per i motivi esposti;
- nella denegata ipotesi di accoglimento della domanda attorea, dichiarare l'estraneità di CNP rispetto
ai rapporti intercorsi tra l'Attore e la Banca,
in via istruttoria rigettare la richiesta di CTU contabile; nella denegata ipotesi di accoglimento della
richiesta di CTU contabile, modificare il quesito come argomentato in atti specificando "il calcolo del
rendimento del capitale investito nella polizza vita oggetto di contenzioso alla data del 4 dicembre
2009" per i motivi esposti. Con vittoria di spese, competenze ed onorari, oltre IVA e C.P.A..
Concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione
Con atto di citazione notificato in data 15.02.2016, il sig. citava le società Cnp
Unicredit Vita spa e Unicredit spa dinanzi al Tribunale di Bologna chiedendo di accertare la loro
responsabilità in via concorrente e/o esclusiva, rispettivamente quale compagnia assicurativa (Cnp
Unicredit vita spa) ed intermediario assicurativo (Unicredit Banca spa), per la devoluzione al Fondo nel
2013, a seguito di prescrizione, delle sorrune dellapolizza assicurativa index linked n. 383535 ereditata
dallo zio, nonché di condannarle a titolo di risarcimento danni a corrispondergli la somma di euro
55,000,00, o la somma minore o maggiore di giustizia, oltre interessi legali elo rivalutazione dal dovuto
al saldo, con vittorie di spese.
Si costituivano entrambe le società convenute, con separate difese, contestando la domanda. La banca,
ammettendo di aver svolto il ruolo di intermediario nella stipula del contratto di assicurazione unit
linked sottoscritto dal Sig. , fondava la propria difesa sulla estraneità al contratto, che aveva
come parti del rapporto esclusivamente CNP UniCredit Vita S.p.A. e il defunto Sig.

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Ammetteva di avere ricevuto, dopo il decesso del cliente, una prima missiva in data 4.12.2009, a firma
degli Arv.ti in cui i legali dell'attore chiedevano espressamente
alla Banca di "inviare, con cortese sollecitudrne, gli estratti conto in contanti ed in titoli (specificati
nella loro natura), di quanto giacente presso di Voi, ed intestati al Dott.
medesimo, relativi al periodo dal lo febbraio al 7 ottobre 2009, nonché eventuali passività gravanti sul
conto stesso con le rispettive causali ": e la successiva lettera del 6.7.2010 il cui si chiedeva il
trasferimento di "crediti, in contanti ed in titoli e derivanti da eventuali polizze assicurative, giacenti
presso di Voi", assumendo tuttavia 1) che la richiesta non poteva indurre la Banca a ritenere che il Sig.
chiedesse di ottenere la documentazione relativa alla polizza assicurativa, poiché
quest'ultima non poteva ritenersi ricompresa nel patrimonio giacente presso la banca; 2) che in ogm
caso, alla data di invio della richiamata missiva CNP UniCredit Vita S.p.A. aveva già provveduto a
devolvere l'impofto della polizza al Fondo di garanzia e che, pertanto. se anche la Banca avesse
comunicato al Sig. gli estremi della polizza non sarebbe stato possibile otteneme il riscatto;
3) che la comunicazione relativa all'awiso di scadenza dellapolizza era stata tempestivamente inviata
da CNP in data 31.01.2010 con l'invito rivolto all'assicurato di prendere i prowedimenti necessari al
fine di garantire il rispetto del proprio diritto di riscatto.
Deduceva infine l'assenza di una responsabilità solidale delle due società convenute, poiché gli
obblighi a cui la Banca e la Compagnia erano tenute, in forza della polizza sottoscritta dal Sig.
, avevano una fonte contrattuale diversa ed autonoma.

Si costituiva anche CNP Unicredit Vita spa, che precisava di avere proweduto, in pendenza del
contratto, alle liquidazioni annuali previste dalla polizza, aggiungendo che nel gennaio 2010 aveva
anche inviato la comunicazione di awiso della scadenza della polizza, alla data del 3.3.2010; rilevava
che l'attore non aveva comunicato alla Compagnia il decesso dell'assicurato, e vi aveva proweduto
solo in data 3.11.2014, quando le somme erano state devolute già al fondo, conformemente al disposto
dl Dl 134 del2008, convertito nella legge 16612008, successivamente modificata dalla legge7312010.
Rivendicava la correttezza della propria condotta, e contestava la pretesa solidarietà, tra le obbligazioni
sorte in capo alla banca e alla Compagnia, atteso che la prima aveva solo collocato il prodotto
assicurativo emesso dalla Compagnia, cosicchè i titoli contrattuali erano diversi, e non sussisteva
ne,ppure un concorso efficiente sul piano causale, tra le due condotte. Contestava che vi fossero i
presupposti per applicare la responsabilità ex ar1.2049 cc, trattandosi di distribuzione indiretta, owero
una ipotesi di conflitto di interessi, rilevante sul piano causale, rispetto al danno lamentato. Ribadiva
che dalla documentazione depositata risulta l'al,r,renuta consegna a suo tempo al cliente della
documentazione contrattuale.
La causa è stata istruita con documenti e consulenza, disposta per la quantificazione del danno, e
trattenuta in decisione sulle conclusioni precisate come in epigrafe alla udienza dell'8 marzo 2018.

La domanda è fondata, e meritevole di accogl;;". II fatto è semplice, e ben descritto in atti: la


Banca (all'epoca Banca di Roma, ora Unicredit) nel 2000 ha collocato presso la clientela, e per quel
che qui conta, il dottor , una polizza assicurativa di durata decennale, emessa dalla
Compagnia di Assicurazioni (all'epoca Roma Vita, ora CNP Vita che anche nella corrispondenza in atti
si definisce partner di UniCredit Group: vedi doc.2 difesa CI'IP).
Prima della scadenzadellapolizza il contraente è deceduto; la banca convenuta peraltro dopo il decesso
ha riceruto tempestiva notizia da parte dell'attore della morte del , suo cliente, correntista e
contraente della polizza vita, ed esplicita e dettagliata richiesta scritta di informativa sulle posizioni
aperte presso la filiale, anche in relazione a fondi assicurativi, (vedi missive del411212009 e 610712010
docc.2 e 3 della difesa attrice); la banca prende quindi cognizione della dichiarazione di successione
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del sig. in cui è dichiarata espressamente l'esistenza di un "fondo assicurativo"
presso la filiale del Banca di Roma (cfr. doc.1 della difesa attrice). Ciononostante, non svolge
evidentemente neppure la più semplice ricerca nominativa della polizza a nome del cliente
quanto meno presso i partner abituali, e quindi non informa tempestivamente né il ramo assicurativo,
attualmente denominato Cnp Unicredit Vita, di cui è appunto intermediario e partner storico e abituale,
né, tanto meno, l'attore, dell'esistenza o meglio degli estremi della polizza assicurativa. In definitiva,
non mette in condizione l'erede di entrare in contatto con la Compagnia, per chiedere di incassare la
polizza. Solo nel 2014 tn funzionario della banca rinviene presso la ager.zia la copia della polizza di
"Roma vita", che dopo la sottoscrizione rimane appunto "alla banca di Roma per proprio uso interno e
contabile", e che consente all'interessato di entrare, finalmente, ilr contatto con la Compagrria
assicurativa.
La difesa della banca sostiene che la seconda comunicazione, in cui si faceva menzione del fondo
assicurativo, era successiva al decorso del termine prescrizionale: si tratta di affermazione del tutto
errata, atteso che il termine, a seguito della modifica introdotta ne1 2008, era biennale, ed è evidente
che la comunicazione del 2010 era stata inviata in tempo utile per evitare la devoluzione al fondo, e
incassare lapolizza.

La Compagnia Assicurativa dal canto suo nega di essere responsabile per l'awenuta devoluzione al
Fondo di gararnia di circa 50 mila euro di polizza vita index linked n. 383535, e quindi del conseguente
danno patito dall'attore, poiché avrebbe diligentemente inviato sia l'awiso di scadenza cedola, nel
2009, sia missiva datata lll0ll20l0 in cui comunicava al contraente (olvero allo zio dell'attore già
deceduto in data 07 .10 .2009) l'imm inente scadenza della polizza vita.
La difesa attrice contesta la circostanza, e contesta di avere ricel,uto owero ritrovato tra le carte del de
cuius le due predette missive owero altre comunicazioni di controparte, e nella causa non è stato in
effetti dimostrato l'avvenuto invio, né, ancor più, l'awenuta ricezione.
E' vero, come afferma la difesa di CNP, che la normativa non richiede, per le comunicazioni da inviare
al contraente, la raccomandata con awiso di ricevimento, o altra forma specifica; resta il fatto che se,
come nel caso di specie, il destinatario delle missive contesta di avere ricer,uto le comunicazioni il
soggetto tenuto a dimostrare il proprio diligante adempimento manca di fomire la prova, e sul punto
soccombe.

e le convenute avevano stretto rapporti contrattuali, e la responsabilità qui faua


valere è appunto una responsabilità derivante dal contratto; la banca è tenuta ad impiegare la diligenza
dell'operatore professionale, ex art.l176 comma 2,nonché dell'intermediario, assicurativolmandataio,
che"Nell'offerta e nell'esecuzione dei contratti .... deyono; a) comportarsi con diligenza, correttezza e
trasparenza nei confronti dei contraenti e degli assicurati; b) ...operare in modo che siano sempre
adeguatamente informati, d) . adottare misure idonee a salvaguardare i diritti dei contraenti e degli
assicurati".
La assicurazione dal canto suo era tenuta, in forza del contratto, ad effettuare le comunicazioni al
cliente, e non vi è prova che vi abbia provveduto.
A fronte della prova documentale dei rapporti contrattuali, e del danno conseguente alla perdita del
capitale, l'onere di dimostrare di avere diligentemente adempiuto faceva carico alle convenute, secondo
il noto orientamento della Cass. S. U. 2001 n. 13533, che ha statuito che il creditore, sia che agisca per
I'adempimento, per la risoluzione o per il risarcimento del danno, deve dare la prova della fonte
negoziale o legale del suo diritto e, se previsto, del termine di scadenza, mentre puo limitarsi ad
allegare I'inadempimento della controparte: sarà il debitore convenuto a dover fomire la prova del fatto
estintivo del diritto, costituito dall'awenuto adempimento.
Deve concludersi, applicando gli ordinari principi in materia di onere della prova, e di definizione della
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diligenza dovuta dall'operatore professionale. alla stregua della normativa vigente, che entrambe le
convenute sono responsabili del danno derivante dalla perdita del capitale spettante agli eredi,
beneficiari della polizza stipulata dal contraente la responsabilità indubbiamente
è solidale nel caso di specie, perché ciascuna ed entrambe le condotte negligenti ed omissive hanno
contribuito, rendendo impossibile ai beneficiari di incassare la polizza.
Non vi è d'altro canto dubbio. come osserva la difesa attrice, della stretta collaborazione tra le parti
convenute, e del fatto che la banca agevolava la gestione amministrativa della polizza, come emerge
dal tenore della comunicazione predisposta da CNP che prevedeva, in caso di mancato recapito al
destinatario, la restituzi one a I l' agen zia b ancaia.
L'istruttoria documentale e tecnica svolta consente di affernrare che I'attore avrebbe verosimilmente
investito il capitale della polizza in BTP quinquennali: cosi ragionando, e tenendo conto del valore
della polizza al momento della richiesta, e del valore al momento della scadenza dei BTP quinquennali,
ildannosicristallizzanellasommadi€.56.397,00alladatadel 15.4.2015;poichési trattadiundebito
di valore, per il periodo successivo è dovuta la rivalutazione, liquidata secondo gli indici dei prezzi al
consumo per le famiglie, con gli interessi applicati sulle somme di anno in anno rivalutate, fino alla
sentenza, e quindi è dovuta la somma di €.58.518,73; dalla data della pronuncia il debito diviene
liquido e di valuta, e sono dovuti, quali interessi legali, i soli interessi nella misura attualmente prevista
dalla legislazione speciale relativa ai ritardi di pagamanto nelle transazioni commerciali, visto il
disposto del 4" comma dell'art.l284 cc, applicabile alla fattispecie.
Consegue alla completa soccombenzala condanna alla rifusione delle spese, legali e di Ctu.

P.Q.M.
Il Tribunale, definitivamente pronunciando, ogni diversa istanza ed eccezione disattesa o assorbita, così
dispone:
-accerta che il mancato incasso del capitale spettante alla scadenza della polizza agli eredi di
à xcrivibile alla condotta negligente delle convenute;
-condanna Cnp Urucredit Vita spa in persona del legale pro tempore e/o Unicredit spa in persona del
legale pro tempore a rifondere il danno all'attore, mediante pagamento della somma di€ 58.518,73,
così determinata alla data di pronuncia, per capitale rivalutato e interessi, oltre interessi legali
successivi sino al saldo, determinati come da dispositivo.
Condanna altresì le convenute in solido a rimborsare all'attore le spese di lite, che si liquidano in
€. 10.000,00 per compensi, oltre i.v.a., c.p.a. e spese generali, e a rifondere all'attore le somme versate
al Ctu, pari ad euro 5. I 03,1 I .
Bologna, I ottobre20l8
Il Giudice
dott. Anna Maria Rossi

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