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ANALISI MODALE SPERIMENTALE

PRETEST

Ho a disposizione solo il modello FEM. Dovrebbe essere ragionevolmente ben modellato. Curare al
meglio le condizioni di vincolo, incastrando anche i punti a contatto con le parti fisse dello shaker.

Le esigenze di misura devono trovare un compromesso tra queste due esigenze:

 Caratterizzare al meglio la dinamica della struttura: ovvero posizionare gli accelerometri a


misurare le uscite derivanti da masse grandi della struttura, andando a cogliere quindi quei
gradi di libertà associati a grande massa della struttura;
 Ottenere dei segnali di misura con influenza del rumore bassa: ovvero posizionare gli
accelerometri non in prossimità di grandi masse (ovvero il contrario del punto sopra) per
ottenere accelerazioni alte (al punto sopra invece sono basse) e quindi poco inquinate dal
tappeto di rumore di fondo.

Il primo strumento a disposizione per decidere dove collocare i punti di misura è la matrice
AUTOMAC tra i modi del FEM presi sui soli punti di misura. Essa è pensata per poter evitare di
ottenere aliasing spaziale.

 È possibile calcolare tale matrice con la toolbox NVH di Hyperview.


 Devi decidere quanti accelerometri usare e in quali punti. I punti scelti devono essere
corrispondenti a dei nodi sulla mesh. Occorre quindi stabilire un sistema di riferimento
sperimentale ed uno numerico. Entrambi debbono essere successivamente collegati tramite
una matrice di coseni direttori su hyperview (sempre con NVH toolbox).
 Devi specificare, oltre ai nodi, anche i DOF (x,y,z) a cui ti riferisci. Occorre perciò che le
direzioni sperimentali e quelle numeriche siano il più coincidenti possibile, almeno nel verso.
 Bisogna individuare il numero di modi che si vuole rilevare ed identificare (cioè il range di
frequenza in cui voglio caratterizzare dinamicamente la mia struttura).
 Bisogna infine mettersi a scegliere tra i vari nodi e DOF quelli che non fanno avere l’aliasing
spaziale. Questo fenomeno rende indistinguibile un modo da un altro modo da esso
separato. Indice di questo è l’avere una matrice AUTOMAC non diagonale unitaria (ho delle
forme modali ridotte identiche ma a frequenza diversa, come per esempio la flessionale e la
torsionale di una trave incastrata).
 Il numero di accelerometri non deve essere troppo alto: i costi e la complicatezza della prova
salgono. Inoltre, è possibile, a parità di condizioni, effettuare più misure separatamente con
più prove. Quindi è possibile anche con un solo accelerometro ed abbastanza tempo,
effettuare tutte le misure nei vari nodi e DOF del caso. Spesso è necessario un trade off tra
piazzare molti o pochi accelerometri. Si tende, a meno di guadagno evidente sull’aliasing
spaziale, a usare la soluzione con meno accelerometri.
 NON ESISTE LA GRIGLIA PERFETTA CHE CATTURA BENISSIMO TUTTI I MODI. Si deve decidere
quale banda in frequenza caratterizzare e trovare la griglia migliore per quei modi di vibrare.

Il secondo strumento a disposizione per il controllo della bontà della scelta dei punti di misura è la
costruzione di un modello condensato tramite condensazione statica di Guyan. Il modello
condenserà le proprietà della struttura riducendola ad un sistema avente effettivamente solo i gdl
misurati. Si può così ottenere un modello in cui le proprietà di massa e rigidezza della struttura sono
condensati ai soli gdl misurati. In sostanza ottengo un modello “numerico” del modello
sperimentale, andando a cogliere solo le proprietà dinamiche definite dai soli punti di misura
scelti. È possibile ottenere un modello condensato in Nastran/Optistruct utilizzando un
superelemento. Trasformo la struttura in un super elemento quindi.

Ottenuto quindi un modello condensato, si verifica la bontà dei gdl scelti da misurare con due tipi di
controlli:

1. Controllo geometrico: verifico che non vi sia aliasing spaziale nel modello condensato. Esso
infatti rappresenta un modello diverso da quello FEM di partenza e potrebbe avere modi che
si confondono spazialmente. Uso la AUTOMAC di Hyperview quindi.
2. Controllo proprietà fisiche: verifico che le proprietà fisiche del modello condensato siano
abbastanza analoghe a quelle del modello esatto FEM di partenza. Questo viene effettuato
controllando:
o La differenza tra le frequenze proprie (massa e rigidezza catturate complete);
o L’auto-ortogonalità dei modi: ortogonalizzo la matrice di massa del modello ridotto
viene ortogonalizzata premoltiplicandola per la matrice dei modi esatti ridotti e
moltiplicandola per quella dei modi del modello condensato.

Fatto anche questo secondo check ho una buona certezza (salvo errori sperimentali di laboratorio),
di avere scelto dei punti di misura che rappresentano al meglio la dinamica della struttura senza
incorrere in aliasing spaziale.

NB: occorre che i punti scelti per la condensazione (e quindi le misure accelerometriche) siano il più
possibile posizionati in corrispondenza di gdl eccitati da forze (forzanti esterne e/o inerziali).

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