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Marie-Louise von Franz

La morte e i sogni

Bollati Boringhieri
INDICE

Presentazione di Luigi Aurigemma 7

1 Introduzione 17
2 II 'segreto' del cadavere e la 'tomba di Osiride' 27
3 La vegetazione: l'albero, l'erba, il grano e il fiore 47
4 La prime nozze di morte 63
5 II 'tunnel' della nascita e lo spirito di scoramento 77
6 La morte come l'Altro inquietante o soccorrevole 88
7 II passaggio del fuoco e dell'acqua 98
8 II sacrificio o 'elaborazione' del vecchio corpo 109
9 L'identità variabile dell'Io, le anime multiple e la loro 'fixatio' nel
'frutto' 124
io La resurrezione come riunificazione nella 'pietra' di ciò
che è separato 131
11 II corpo sottile e le sue varianti /J/
12 Una nuova ipotesi di Jung 161
13 Conclusione 173

Note 175
Bibliografia 183
Indice analitico 189
PRESENTAZIONE
di Luigi Aurigemma

Lungo i decenni di questo secolo, fino a culminare nell'ultimo


trentennio, si è venuta affermando nel mondo occidentale una vera e
propria censura della morte. Per il corpo medico essa è divenuta una
sconfitta da ritardare con accanimento, per il inalato una prova
insostenibile a lui stesso pietosamente occultata e con tanto maggiore cura
quanto più appare ineluttabile e imminente, per chiunque sia coinvolto
nella sua penosa presenza un'occasione di turbamento da superare e
dimenticare al più presto.
Tra le ragioni maggiori di una simile preoccupazione di schivare il
confronto con la coscienza del morire si deve probabilmente contare un
certo affievolimento, nella cultura occidentale, della comprensione
religiosa tradizionale del fatto della morte come evento sacro, sacro
transito, passaggio dall'una all'altra condizione di esistenza, dalla vita
fuggitiva e precaria alla vita eterna. In altre parole, se nella nostra cultura
la morte è stata per secoli un evento al postutto solo relativamente
misterioso, oggi un certo affievolimento nell'accettazione della morte,
come momento d'un destino individuale che supera di per sé i confini della
vita, sembra aver travolto la capacità collettiva di affrontare la prospettiva
sempre drammatica della fine. Sicché la morte si è fatta in questo secolo
via via più crudelmente misteriosa, e quindi insopportabile; e il destino
dell'individuo è tornato a confondersi col destino, evidentemente
miserabile, del suo corpo. La censura della morte appare come la
testimonianza di una collettiva condizione di smarrimento di fronte a
questo eccesso di mistero; e a ciò si accompagnano reazioni affettive,
tanto
comprensibili quanto sostanzialmente poco creative, che vanno dal di una realtà oggettiva che si esprime senza veli, senza tener conto delle
vitalismo sfrenato e dal panico alla nostalgia della passata fede. patetiche astuzie che la paura della fine può suggerire all'Io cosciente.
Tuttavia nell'ultimo trentennio è anche evidente un movimento in senso Nella prospettiva junghiana della von Franz, insomma, il linguaggio dei
inverso; e cioè il disegnarsi, e anche già il realizzarsi, dì una nuova sogni, quando chi cerca d'interpretarlo sia fornito di una salda
coscienza del morire, quasi che dalle radici stesse dell'uomo venga competenza tecnica psicoanalitica e di una cultura il più possibile vasta
attualmente ad emergere — a un livello anzi presumibilmente dì maggiore che gli permetta, secondo il metodo ^//'amplificazione, di ritrovare nella
adeguatezza alla realtà — un nuovo tentativo dì risposta alle naturali storia della coscienza collettiva elementi atti a penetrarne il simbolismo,
incertezze sul significato della morte, sìa che ciò avvenga attraverso la può costituire una preziosa fonte d'indicazioni sul significato ultimo del
riflessione sulla sua storia passata e presente e sulla maniera in cui essa morire, cioè su cosa esso voglia realmente dire per la nostra vita psichica.
è stata ed è culturalmente integrata, ovvero attraverso studi intesi a Il libro è dunque costruito essenzialmente sulla base dell'inter-
conoscere meglio, e cioè in modo inequivocabile, la sua più adeguata pretazione di sogni che Marie-Louise von Franz sa, con certezza, essere
definizione clinica; ovvero, infine, attraverso un modo nuovo di vivere e stati fatti nell'imminenza della morte da soggetti che li hanno raccontati a
comunicare esperienze psichiche il cui peculiare interesse è dì verificarsi lei stessa, o ad altri testimoni dai quali essa è venuta a conoscerli, sia
proprio alle soglie del momento fatale. direttamente, sia indirettamente attraverso le loro proprie pubblicazioni.
Questo libro di Marie-Louise von Franz si iscrive con grande autorità In obbedienza al criterio che or ora evocavo, questi tentativi
in quest'ultima corrente degli studi tanatologia, alla quale terapeuti quali d'interpretazione sono accompagnati da un solidissimo lavoro di
Elisabeth Kùbler-Ross, Raymond Moody o Michael Sabom hanno già dato amplificazione, il cui scopo è di radicare il materiale onirico attuale nella
contributi particolarmente importanti. In rapporto a questi, l'originalità storia delle varie culture che, in maniere diverse e sostanzialmente
della presente opera può intendersi pienamente quando si consideri che la convergenti, hanno più profondamente elaborato e ritualizzato gli stati
von Franz, collaboratrice stretta di Jung ed erede e continuatrice di talune d'animo e le intuizioni collettive legati al mistero della morte.
delle sue più audaci indicazioni di ricerca, non soltanto, come gli autori Va qui subito sottolineato un fatto essenziale, e cioè che un tale lavoro
appena citati, ha scelto di ascoltare sulla morte la parola di coloro che, a d'amplificazione si è venuto ordinando per così dire spontaneamente,
causa di una malattia o d'un improvviso incidente o dell'età, sono sul punto secondo le direttrici imposte dallo stesso materiale onirico preso in
di farne l'irreversibile esperienza, ma — e questa è la prima peculiarità considerazione, attorno a un asse privilegiato: il simbolismo della
del suo lavoro — ha fatto oggetto del suo studio non già la parola dell'Io trasformazione. Sottolinearlo è essenziale, perché la singolarità dell'opera
cosciente, che illusioni ed angosce tendono ad inflettere e a falsare, quanto della von Franz è innanzitutto legata proprio a una tale costatazione, che
piuttosto quella che emerge dall'inconscio nella forma d'immagini e di cioè un gran numero di sogni vissuti in prossimità della morte sembrano
emozioni oniriche. servirsi di un linguaggio fondamentalmente identico a quello della
Nella prospettiva junghiana della von Franz, infatti, una volta pulsione archetipica d'individuazione, la pulsione che, secondo Jung,
abbandonata la concezione freudiana dell'inconscio come deposito del elabora le energie psichiche in un processo di trasformazione della
rimosso che cerca di risalire alla superficie attraverso sogni liberatori dei personalità, attraverso l'integrazione progressiva dei molteplici fattori che
desideri segreti, è del tutto legittimo considerare quel che emerge dal la costituiscono, liberando così l'uomo, per quanto possibile, dal disordine
fondo dell'essere e dunque dell'universo degli istinti, particolarmente nei e dall'alienazione, e realizzando una coscienza più essenziale, e dunque
momenti cruciali della vita e quindi anche alle soglie della morte, come la meno effimera, della sua condizione. Un linguaggio di cui certi grandi
voce stessa della natura, coinè l'immagine fenomeni culturali
Scopo del presente libro è appunto quello di tentare di estrarre la
e religiosi — dai miti e culti egizi della mummificazione alle tradizioni quintessenza di simili testimonianze, di coglierne il messaggio. A che cosa
alchimistiche — si sono serviti nel corso della loro storia millenaria per alludono questi simboli, e cosa possono voler significare tale quiete, o
dar forma all''esperienza intuitiva e collettiva di questa specifica capacità perfino a volte tale beatitudine (per limitarci ai sentimenti e alle immagini
umana di divenire coscienti, superando così i limiti della vita organica in sopra menzionati)? E quei frutti d'oro, e la pietra rimasta intatta
una trasformazione, in una metamorfosi che è, in certo modo, una nuova nell'incendio? Più in generale, quale luce gettano i sogni dei morenti —
creazione. sognati allorché all'indebolimento delle forze vitali s'accompagna
Al centro del lavoro della von Franz sembra dunque che si debba l'accresciuta presenza e pressione dell'inconscio — sulla grande ed
iscrivere, quale primo e capitale risultato delle analisi dei materiali onirici essenziale questione: la morte ci distrugge per sempre, o per una parte —
a sua disposizione, la concezione della morte come profondissima crisi; e per quale parte — essa non può raggiungerci?
momento doloroso e misterioso di trasformazione, quindi, e non catastrofe I sogni dei morenti non sembrano lasciare questi interrogativi in-
annientatrice. teramente senza risposta. Conte scrìvevo più su, essi suggeriscono
Una difficoltà maggiore parrebbe tuttavia fare ostacolo a qualsiasi piuttosto, in linguaggio simbolico, il presentimento di un processo di
trasformazione. Non sembrano temere la morte totale, ma neppure
tentativo di una comprensione veramente illuminante del linguaggio dei
sperare una totale resurrezione, cioè una semplice rianimazione del corpo
sogni dei morenti: poiché una simile crisi di trasformazione è
morto nella sua stessa carne, quale è stata definita da Tertulliano, per
comprensibile, per noi vivi, unicamente come un fenomeno che si svolge
restare poi codificata come dogma nel cristianesimo occidentale (vedi p.
nel tempo, come è possibile conservare un tale concetto e un tale
31; Vautrice sottolinea che ormai sono ben pochi i teologi che aderiscono
linguaggio per parlare di ciò che è proprio alla condizione postmortale,
all'interpretazione letterale del dogma). I sogni dei morenti sembrano
condizione nella quale sono abolite le coordinate dei-resistenza e quindi piuttosto suggerire che la scomparsa di quel che è soltanto "corpo
anche il tempo quale noi lo conosciamo e sperimentiamo? grossolano" — organizzazione complessissima di materiali e di funzioni
Affinché non sussista alcuna possibilità di equivoco, va qui sottolineato inconsci — va sentita come il crollo penoso e definitivo d'una impalcatura
un pensiero centrale del lavoro della von Franz, vale a dire che, se è immensa, ma non essenziale. Si direbbe infatti che le testimonianze
naturalmente chiaro che il linguaggio dei fenomeni onirici presi in numerose e impressionanti studiate dalla von Franz da un lato confermino
considerazione, poiché appartiene al inondo dei vivi, può esprimere l'ipotesi, spesso presente nella storia della cultura, di un "corpo sottile",
soltanto simbolicamente i presentimenti dei vivi stessi quanto alla incarnazione delle pulsioni archetipiche d'aggressività, di sessualità, di
condizione di morte, è altrettanto vero che grandissimo può essere l'effetto appropriazione e così via che definiscono il funzionamento biologico e
rasserenante e creatore esercitato sia dalla conoscenza di tali simboli, sia psicologico umano; e che d'altro lato confermino la concezione junghiana
dallo studio delle testimonianze delValchi-mia trasformatrice della morte, dell'uomo come la creatura che, su questa terra, ha il difficile privilegio
quale tentano di tradurre, sia pure in modo balbettante, il linguaggio e le di poter divenire cosciente del senso di quelle strutture archetipiche, e di
immagini emergenti dalle profondità inconsce dei morenti. Se si considera poter così sottomettere i loro antagonismi alla loro ultima Unità (che Jung
infatti che nella prospettiva junghiana (così come pure nella prospettiva chiamò il Sé, così traducendo fatmàn della tradizione indiana), ottenendo
delle vie orientali di saggezza) la realtà psichica non nasce dalla vita ciò tramite la cosciente riduzione, il cosciente sacrificio delle loro
biologica, ma costituisce piuttosto nella sua forma propria una specifica
manifestazione di quel fondamento energetico unico che può dirsi divino,
sarà più facile comprendere come nel linguaggio dei morenti si esprima
qualcosa di oggettivo e d'illuminante quanto alla ìmmi-

d'oro che sembrano sfuggire alla sorte dell'albero che li porta (vedi p.
126), o quella della pietra rotonda e rossa che V'incendio della foresta ha
lasciato perfettamente intatta (p. 98).
violenze naturali. In altre parole, i sogni dei morenti sembrano te-
stimoniare che quella parte del "corpo sottile" che il nostro lo non soltanto
sperimenta e subisce, ma rende cosciente cioè comprende nei suoi
meccanismi e governa, proprio per questo suo accedere alla coscienza
sfugge ormai al puro scorrere biologico e diviene così "corpo glorioso", e
come tale resta oltre la vita e la morte, frammento della realtà divina che
sì rivela a sé stessa, nel tempo infinito della vita dell'universo. "Solo la
realizzazione del Sé, spiritus rector dì ogni evento biologico e psicologico,
rappresenta l'unificazione di tutti gli archetipi — scrive la von Franz (p.
159) — e sembra costituire un patrimonio inalienabile nella morte".
Ovvero: "Solo ciò che un uomo ha reso cosciente di sé stesso sembra
seguirlo nell'Aldilà come suo 'frutto'."
Ecco perché si può parlare di "alchìmia della morte". I sogni dei
morenti sembrano infatti esprimere il presentimento di una profondissima
trasformazione nella morte; quasi che il corpo vìvente debba essere
compreso, per riprendere il termine impiegato nel terzo secolo da Origene,
come il seminarium, il "semenzaio", ossia il luogo ove germinano le prese
di coscienza che, nel contrasto delle pulsioni antagoniste, sorgono in noi
sotto l'impulso dello Spirito, attraverso la trasformazione di particelle
d'energia psichica strappate al funzionamento del corpo; prese di
coscienza che attualizzano e rinforzano l'individualità potenziale che si
esprime nel nostro io, e che noi proiettiamo, abitualmente e ingenuamente,
sul nostro corpo.
Una trasformazione che certamente non possiamo immaginare e che
tuttavìa le ricchissime amplificazioni, proposte dalla von Franz seguendo
da vicino le immagini oniriche, permettono in qualche modo di presentire,
quasi che le forme culturali universalmente diffuse ne fossero segni,
manifestazioni collettive spontanee sul piano della storia. Così, ad
esempio, a una tale trasformazione allude nell'antico Egitto il simbolismo
della nascita, nella liturgia dei morti: poiché il morto ha il destino stesso
del sole, e come il sole risuscita, non però nel suo vecchio corpo, ma come
verità interiore che la morte fa uscire dall'involucro corporeo, così come
la cova fa uscire l'uccellino dall'uovo. Una trasformazione che di
conseguenza implica l'annientamento di una grande parte di ciò che noi
siamo da vivi; ina che tuttavia conserva per sempre il nocciolo ultimo di
noi stessi, il quale — chiamato dagli uni "corpo glorioso", "pietra" dagli
PRESENTAZIONE PRESENTAZIONE

alchimisti, o "diamante", o in molti altri modi ancora — raggiunge delle separazioni cui ci costringe e delle miserie corporali che la
attraverso rio, che in questa vita ne è lo strumento e il testimone, la nuova accompagnano, ci permette nello stesso tempo di percepire con qualche
e indistruttibile realtà della Coscienza. evidenza ch'essa non è soltanto una fine ma egualmente una nascita, che il
Cercando di mettere in valore qualche linea direttrice essenziale di suo scopo non è dì distruggerci interamente ma di trasformarci: perché la
questo libro così originale, queste pagine di presentazione vogliono morte sembra compiere l'ultima alchimia iscritta nel nostro destino di
soltanto essere di qualche utilità al lettore che sì trova confrontato con uomini, attraverso la quale l'oro degli istanti privilegiati, in cui abbiamo
una ricerca che è nello stesso tempo innovatrice per l'argomento, densa in qualche modo toccato e compreso il senso delle nostre radici istintive
nel pensiero e rigorosa nel metodo. Beninteso, Marie-Louise von Franz archetipiche, si trova estratto dal supporto corporeo, e resta per sempre
considera il suo lavoro solo un primo tentativo di dilucidare il mistero vivo nella realtà della Coscienza che quegli istanti hanno contribuito a
della morte, fondandosi essenzialmente su quel che possono dircene i svegliare.
presentimenti e gli stati d'animo dì coloro che sono sul punto di viverla, e
cercando di servirsi, per comprenderli, anche della luce che può venire a L.A.
noi da documenti millenari, soprattutto religiosi. La von Franz appare,
pertanto, ben cosciente del fatto che il suo lavoro le permette in primo
luogo di impostare meglio il problema, superando in partenza concezioni
che sono a un tempo correnti e insostenibili, per Vinfantilismo che talvolta
alimenta speranze eccessive o pervade talvolta, al contrario, negazioni
troppo radicali; e in secondo luogo del fatto che ai problemi nuovi che il
suo lavoro le permette dì sollevare potranno forse rispondere soltanto
serie ricerche interdisciplinari: si pensi, ad esempio, al problema che è
posto dall'universale diffusione di rappresentazioni dell'Aldilà quanto mai
tragiche e infelici, che forse esprimono, nella prospettiva junghiana, la
percezione subliminare di una radicale, originaria imperfezione divina.
Tale quale esso è, il volume della von Franz che qui presentiamo
costituisce un serio contributo all'approfondimento del problema aperto
per ciascuno di noi dalla prospettiva della morte; con tutta la ricchezza e
il rigore delle conoscenze di cui è intessuto, esso s'iscrive nel grande
movimento, proprio di quest'ultimo trentennio, volto a prendere esplicita
coscienza del morire. A suo modo, esso costituisce un contributo notevole
ad evitare che il pensiero e la realtà della morte non ci aggrediscano più
così brutalmente, carichi solo d'angoscia di annientamento, dì sofferenza
e di lutto. Partendo dai dati che i sogni dei morenti offrono alla nostra
conoscenza, esso sbocca infatti in un'immagine della morte che, pur
restando oscurata da profondi misteri, e oppressa dal peso delle sofferenze
crudeli
Introduzione

Il presente volume non si occupa, come la maggior parte delle


pubblicazioni sul tema della morte, del rapporto clinico col moribondo, ma
intende piuttosto chiedersi come si esprima l'inconscio umano, il mondo
degli istinti, nell'imminenza della morte. Com'è noto, i sogni non si
lasciano manipolare: sono, per così dire, la voce della natura dentro di noi.
Viene perciò spontaneo domandarsi in che modo la natura ci prepari
all'evento del trapasso. Naturalmente la corretta interpretazione delle
immagini oniriche costituisce ogni volta un problema. Poiché tali discorsi
riguardano strutture generalmente umane, ho raccolto concordanze col
materiale etnologico e alchimistico, in modo da poter considerare questi
sogni nel contesto più ampio possibile. Riguardo al problema della morte
la tradizione alchimistica è molto più ricca delle tradizioni religiose
ufficiali.
Il libro prenderà in esame tre aspetti tematici principali coi quali ritengo
di avere una certa familiarità: i sogni e le esperienze di morte nell'uomo
moderno; le idee fondamentali della psicologia junghiana sulla seconda
metà della vita e in particolare sulla morte; il simbolismo della morte e
della resurrezione nella tradizione alchimistica occidentale. Discuterò
infine, molto in breve, alcuni aspetti della ricerca parapsicologica.
Qualcuno si potrebbe domandare se sia possibile aggiungere ancora
qualcosa alla vastissima letteratura odierna sul tema della morte.1 Il fatto è
che, purtroppo, solo una minima parte di questi lavori prende in esame,
anche solo di passaggio, le manifestazioni oniriche dell'inconscio. Così ad
esempio Elisabeth Kübler-Ross (1975 e 1981) si è occupata a fondo dello
sviluppo della personalità di
18 CAPITOLO PRIMO INTRODUZIONE 19

fronte alla morte, limitandosi però a descrivere i processi consci articolati e Le analisi condotte su pazienti anziani forniscono una grande varietà di
osservabili dall'esterno. Ciò che avviene nelle profondità dell'inconscio non simboli onirici, che li preparano spiritualmente alla morte ormai vicina. È
è stato oggetto, finora, di indagini esaurienti. Edgar Herzog (1960) e senz'altro vero, come sottolinea Jung, che l'inconscio tende a trascurare
Ingeborg Clarus (1979) affrontano il tema della morte in una prospettiva la morte come fine improvvisa della vita corporea, e si comporta come
junghiana, ma i loro libri esaminano in primo luogo il fenomeno del "muori se la vita spirituale, ossia il processo d'individuazione, proseguisse
e diventa" cosi come si manifesta durante la vita nel processo anche dopo, ma è altrettanto vero che in questa fase della vita compaiono
d'individuazione (vedi oltre pp. 32 e 49), trascurando invece i sogni sogni che alludono simbolicamente alla fine della vita stessa e a una sua
compiuti in prossimità della morte. Barbara Hannah (1964) esamina invece esplicita continuazione dopo la morte. Naturalmente uno scettico potrebbe
un'interessante serie di sogni compiuti da un uomo poco prima di morire, e interpretarli come sogni di desiderio, ma a tale obiezione si può replicare
un'altra serie, impressionante, di dodici sogni, è stata pubblicata e che i sogni non si limitano mai a rispecchiare desideri inconsci (era questa
interpretata con grande perizia da Edward Edinger (1972). Lo stesso la prima spiegazione di Freud, che non regge a una più attenta considera-
Edinger ha inoltre messo in evidenza la straordinaria parentela di queste zione). Al contrario, essi riproducono perlopiù, come ha mostrato Jung, un
immagini oniriche con quelle della tradizione alchimistica. In terzo luogo "evento naturale" della psiche, non influenzato dall'Io desiderante. In certi
va citato un pregevole lavoro di Jane Wheelwright (1981), che illustra casi, in cui il soggetto si fa illusioni sul proprio stato di salute o non è
l'intero percorso analitico di una giovane donna colpita da un male
comunque consapevole della morte vicina, compaiono spesso sogni che
incurabile. Riferimenti ai sogni sono contenuti anche negli studi di Mark
rivelano la realtà in modo affatto brutale e spietato: per esempio col motivo
Pelgrin (1961) e di Frazier Millie Kelly (1979), a cui accennerò più volte.
dell'orologio che si ferma e che non si riesce più a caricare, o del propio
Mentre attendevo alla stesura di questo volume, David Eldred (1982) ha
albero di vita abbattuto. Talvolta la morte è indicata in modo ancora più
infine raccolto e analizzato nella sua magnifica dissertazione le immagini
evidente. Così, un mio collega assisteva una giovane donna il cui corpo era
dipinte da una donna svizzera incolta, morta poi di cancro: in esse
invaso da metastasi che finirono per colpire anche il cervello. Benché la
compaiono quasi tutti i motivi che anche noi commenteremo. Sembra
donna fosse perlopiù in stato d'incoscienza, l'analista continuava ad assi-
trattarsi di strutture archetipiche fondamentali che, emergendo dalle
sterla standole accanto in silenzio. Ventiquattro ore prima di morire, aprì
profondità della psiche, accompagnano quasi regolarmente l'evento della
improvvisamente gli occhi e raccontò di avere fatto questo sogno:
morte. Su questo lavoro di Eldred avrò occasione di ritornare spesso.
I motivi onirici verranno messi a confronto, in alcuni casi, con quelle Sono in piedi di fianco al mio letto d'ospedale, e mi sento forte e in
esperienze di quasi-morte temporanea che si trovano ampiamente discusse
salute. Il sole inonda la finestra. Il medico è lì accanto e mi dice:
nell'odierna letteratura. Se è vero che nella tematica e nella formulazione i
"Signorina X, lei è inaspettatamente guarita. Può vestirsi e lasciare
sogni non si distinguono, in via di principio, da queste esperienze di morte,
l'ospedale. " A quel punto mi giro e cosa vedo nel mio letto? Il mio
essi sono però più sfumati e più ricchi di immagini. In confronto ai sogni,
cadavere!
le esperienze di morte apparente appaiono più schematiche e più legate ai
vari ambiti culturali. In queste circostanze l'individuo sembra sperimentare
La notizia consolante che la morte è insieme una "guarigione" e che la
qualcosa di indicibile che tenta poi di descrivere con immagini tratte dal
vita continua non può essere interpretata, qui, come un sogno di desiderio,
proprio bagaglio culturale, mentre i sogni sono in sé stessi molto più
giacché la morte stessa è predetta in modo brutale e inequivocabile.
elaborati e immaginosi.
20 CAPITOLO PRIMO INTRODUZIONE 21

Citerò più avanti numerosi altri sogni che alludono con chiarezza alla giamento comporta però un grave impoverimento simbolico. Se è vero che
fine della vita corporea, ma accompagnati quasi sempre, come in quello le religioni non bibliche tardoantiche contengono oscurità e apparenti
appena visto, da allusioni alla sopravvivenza personale. Jung (19Ó1, p. contraddizioni, esse offrono in compenso un ricco patrimonio di
361) sottolinea perciò che è assai importante per l'uomo anziano rappresentazioni simboliche relative alla morte, alla resurrezione e alla vita
familiarizzarsi con l'idea della morte: postmortale: immagini archetipiche che la psiche dell'uomo moderno
continua a produrre spontaneamente. È possibile osservare un'altra
"Una domanda categorica sta per essergli posta, e dovrebbe sapervi differenza rispetto al cristianesimo ufficiale — nel quale l'atteggiamento
rispondere. Dovrebbe, a tal scopo, avere un mito della morte, perché la dell'uomo verso la resurrezione è passivo, subordinato all'intervento della
'ragione' non mostra altro che l'oscura fossa nella quale sta per discendere. grazia divina — nella tradizione alchimistica, ove è lo stesso adepto a
Il mito può evocare altre immagini, immagini della vita nella terra dei morti "produrre" nell'Opus (nell'opera alchemica) — che pure riesce solo per
piene di speranza e di bellezza. Se crede in esse, o se dà loro anche soltanto grazia di Dio — fin da quando è ancora in vita il proprio corpo della
un certo credito, ha altrettanta ragione o altrettanto torto di chi ad esse non resurrezione; non diversamente da certe tecniche orientali di meditazione,
crede. Ma mentre colui che nega va incontro al nulla, colui che ha riposto il cui scopo è di produrre un "corpo adamantino" che sopravviva alla morte
la sua fede nell'archetipo segue i sentieri della vita e vive realmente fino corporea.
alla morte. Entrambi, naturalmente, restano nell'incertezza, ma l'uno vive Numerosi teologi moderni, sia cattolici che protestanti, hanno preso
in contrasto con l'istinto, l'altro in accordo con esso, e la differenza è tuttavia le distanze dalla concretezza letterale del primo cristianesimo. La
notevole ed è a favore del secondo." resurrezione acquista così il carattere di un evento prossimo: poiché nella
morte il tempo storico-lineare viene abolito, il "giudizio" o (secondo
Nei capitoli che seguono discuterò alcuni sogni di morte archetipici Boros) la decisione finale avviene subito dopo la morte,3 o anche, secondo
amplificandoli soprattutto col simbolismo del rituale funebre egizio e col Karl Rahner (1958, pp. 23 e 61), l'uomo entra dopo la morte in uno stato
simbolismo alchimistico ad esso affine. Nel cristianesimo ufficiale la "cosmico" unendosi alla "prima materia" real-ontologica del mondo come
rappresentazione della vita dopo la morte è caratterizzata da una singolare Tutto. In questa egli trova Cristo come "Signore dell'universo". La
lacuna: l'immortalità dell'anima e la resurrezione della carne sono dogmi resurrezione dunque non è più intesa come ricostituzione del vecchio
professati, ma quest'ultima si verificherebbe solo alla fine dei tempi, per un corpo, ma come il sussistere del soggetto in una sorta di "corpo spirituale"
intervento improvviso della grazia divina. Allora, in qualche modo, il o di "materia interiorizzata".4 Tale processo di interiorizzazione della
vecchio corpo ritornerà in vita. Si tratta di un mistero a cui si deve materia o della sostanza cosmica è però soltanto postulato. Al contrario, gli
"credere", ma che nulla dice sul modo in cui il miracolo potrà compiersi. antichi alchimisti si sono sempre sforzati di penetrare empiricamente il
Preoccupandosi di contrapporre la novità e il valore proprio del mistero della vita dopo la morte, creando in questo modo simboli mitici
cristianesimo alle altre religioni, la maggior parte dei teologi2 sottolinea il sorprendentemente simili ai sogni dell'uomo moderno, ossia ai prodotti
significato concretamente storico non solo della vita di Gesù ma anche spontanei dell'inconscio.
della sua resurrezione, respingendo qualunque legame coi miti pagani di Nell'introduzione a Psicologia e alchimia Jung (1944, p. 26) ha
morte e resurrezione ( Attis, Adone, Osiride) e condannando anzi l'oscurità mostrato come il simbolismo alchimistico abbia elaborato temi che
e l'imprecisione di quelle credenze. Così ad esempio Friedrich Notscher compensano l'eccessiva rigidità dell'orientamento spirituale cristiano:
(1970, p. 301) sottolinea in particolare l'oscurità delle dottrine egizie e
mediorientali sulla vita dopo la morte, e riduce perfino molte concezioni "L'alchimia forma infatti una specie di corrente sotterranea di quel
veterotestamentarie a pure figure retoriche. Quest'atteg- cristianesimo che regna alla superficie. Il rapporto fra alchimia
INTRODUZIONE 23}
è cristianesimo è alfine a quello tra sogno e coscienza, e come il sogno
compensa i conflitti della coscienza, così l'alchimia tende a colmare quelle Chiamare in causa il simbolismo mitico-alchimistico mi sembra
lacune che la tensione dei contrari presente nel cristianesimo ha lasciato dunque importante, perché i sogni dei moribondi contengono con
aperte (...) L'universale evoluzione storica della coscienza in senso grandissima frequenza immagini simili a queste rappresentazioni
'maschile' è compensata anzitutto dall'elemento ctonio-femminile simboliche, sicché esse ci forniscono immagini psìchiche del trapasso e
dell'inconscio. Già in certe religioni precristiane si verifica una della vita dopo la morte che sono le più naturali, non ancora ridotte a
differenziazione dell'elemento maschile nella forma della specificazione sistema dogmatico.
padre-figlio, trasformazione che più tardi, nel cristianesimo, assurge alla L'interesse degli alchimisti per il problema del subtle body è legato
massima importanza. Se l'inconscio non fosse che complementare, avrebbe principalmente, come vedremo, al rituale religioso dell'imbalsamazione e
accompagnato questa trasformazione della coscienza mettendo in evidenza alla liturgia funebre degli antichi Egizi. Ogni volta che l'uomo si confronta
l'elemento madre-figlia: anzi, nel mito di Demetra-Persefone avrebbe già con qualcosa di enigmatico e di sconosciuto, per esempio col problema
avuto a disposizione il materiale necessario. Ma, come mostra l'alchimia, dell'origine del mondo, della nascita o della morte, il suo inconscio elabora
ha preferito il tipo Cibele-Attis nella forma di prima materia e filius modelli "mitici", ossia archetipici, che appaiono proiettati nel vuoto, e
macrocosmi, rivelandosi così non complementare, ma compensatone " questo vale ovviamente anche per il mistero della morte. Il mio intento è
di prendere in esame questi simboli, giacché appunto di simboli si tratta, e
Ora, anche il problema della morte è un territorio in cui si svolge questo non di enunciati da intendere in senso letterale.
processo di compensazione. Con la sua insistenza sull'elemento spirituale Mostrerò in seguito che quasi tutti i simboli presenti nei sogni di morte
il cristianesimo ha dedicato poca attenzione al destino del corpo dopo la da me esaminati ricorrono anche nel processo d'individuazione, e
morte, e si è limitato a formulare il postulato dogmatico secondo cui il corpo specialmente nel modo in cui esso si manifesta nella seconda metà della
verrà ricostituito alla fine dei tempi da un intervento miracoloso della grazia vita. Come ha osservato Edward Edinger, è come se questo processo,
divina. Come vedremo dal materiale raccolto nel successivo capitolo, il rimasto magari inconscio fino ad allora, davanti alla morte serrasse per
"paganesimo" arcaico si è invece occupato a fondo del significato del corpo così dire le fila e diventasse manifesto. Il processo d'individuazione è in
e della sua dissoluzione, e ha intuito in esso la presenza di un "mistero" che effetti una preparazione alla morte: si può addirittura affermare che sogni
ha a che fare col destino postmortale dell'anima. A questo "mistero" d'individuazione e sogni di morte risultano in via di principio
alludono gli alchimisti con la teoria della prima materia o del subtle body, indistinguibili nel loro simbolismo archetìpico.
il corpo sottile, che è il vero oggetto della loro ricerca (assai più della In uno studio pregevole, Detlef I. Lauf (1980, p. 80) ha messo in luce
materia in senso letterale). In questo "corpo sottile" sarebbero infatti questa affinità tra il simbolismo dell'individuazione e i discorsi mitici sulla
nascosti l'elisir di lunga vita e il segreto dell'immortalità, che gli alchimisti vita dopo la morte. Egli ha inoltre mostrato che in questo simbolismo
intendevano distillare dal corpo materiale. Le ricerche di Henri Corbin sembrano comparire sempre gli stessi archetipi: strutture psichiche
hanno mostrato che anche nell'Islam si riscontra una situazione analoga a fondamentali che si esprimono in rappresentazioni simboliche ricorrenti.
quella del cristianesimo. La povertà dell'idea sunnita di resurrezione è Lauf cita in particolare questi temi: la separazione degli elementi in
compensata infatti dal ricco simbolismo sciita, il quale presenta stretti analogia coi miti della creazione, il motivo del grande passaggio o del
legami con l'antica alchimia greco-egizia e con la gnosi. viaggio, l'attraversamento di un corso d'acqua o di un ponte insieme a uno
o due compagni, la metamorfosi del morto in corpo spirituale o
postmortale, il giudizio finale dell'anima, il ritorno a un'altra dimensione
esistenziale e infine (ma
24 CAPITOLO PRIMO INTRODUZIONE 25

non dappertutto) la reincarnazione. Come vedremo, è possibile rintracciare si riferissero oggettivamente alla vita postmortale del defunto (e non a
quella del sognatore). Io stessa feci alcuni sogni che Jung interpretò in
anche altri motivi e disporli in un ordine differente, ma si tratta in fondo di
questo modo, meravigliandomi non poco. Egli non spiegò il motivo per cui
un problema secondario.
interpretava oggettivamente proprio questi sogni, mentre le immagini
Ai tre aspetti tematici finora ricordati — la psicologia del profondo, i
oniriche dei trapassati venivano da lui interpretate perlopiù in chiave
sogni e il simbolismo archetipico — se ne aggiunge poi un quarto che
soggettiva, ossia come simboli di contenuti psichici presenti nel sognatore.
solleva, com'è facile immaginare, non pochi problemi: quale spazio
In quel periodo una analista mi pregò di studiare insieme a lei i sogni di
attribuire allo spiritismo, alla ricerca parapsicologica e alla fisica moderna
una sua paziente. Si trattava di una giovane donna che aveva perso il
(là ove si accosta alla parapsicologia e alla psicologia del profondo)? Il
fidanzato, un pilota, in un incidente aereo. Lo sognava quasi ogni notte, e
groviglio inestricabile di verità e fantasia che caratterizza lo spiritismo mi
sia io che l'analista interpretammo questa figura di pilota come
appariva scoraggiante, benché io non dubiti dell'autenticità di certi
un'immagine dell'Animus (l'anima maschile inconscia di lei) proiettata sul
fenomeni. Ho pertanto deciso di limitarmi a qualche cenno sul simbolismo
fidanzato. L'inconscio sembrava spingerla a ritirare una tale proiezione, e
archetipico che tali fenomeni mettono in gioco, senza discutere della loro
voler guarire così gradualmente la ferita interiore che la perdita del
"realtà";5 la sola cosa certa è che la maggior parte degli eventi fidanzato le aveva inferta, liberandola, se possibile, dal legame col morto.
parapsicologici segue un modello archetipico interpretabile anche nei Per sei di questi sogni, però, la spiegazione non mi convinceva, e dissi
termini della psicologia del profondo. Se poi nelle sedute spiritiche all'analista che in questi sogni era probabilmente il pilota in persona che
compaiano effettivamente gli spiriti dei trapassati o si tratti invece di veniva a trovare la ragazza per consolarla. L'analista, aliena da ogni
complessi psichici dei partecipanti o di contenuti dell'inconscio collettivo irrazionalismo, s'indignò e chiese un consulto a Jung esponendogli l'intera
(e molto spesso è senz'altro così), è questo un problema su cui preferisco serie di sogni. Jung (che non sapeva nulla della mia scelta) isolò senza
non pronunciarmi. Nella sua opera classica sulla sopravvivenza personale esitare lo stesso gruppo di sogni e ne diede un'interpretazione oggettiva. La
Emil Matticsen ha tentato di confutare una volta per tutte l'interpretazione mia opinione è che si possa "sentire" se un sogno usi l'immagine di un
animistica dei fenomeni parapsicologici (l'interpretazione degli spiriti come morto come simbolo di un contenuto interiore o se lo rappresenti
Io scissi inconsci; in parole moderne, come complessi autonomi), ma non "realmente", ma che sia difficile stabilire criteri oggettivi in materia. Si può
poteva disporre a quell'epoca delle nostre conoscenze sull'inconscio, e in dire tutt'al più che se l'interpretazione soggettiva dà risultati poco
particolare sull'inconscio collettivo, sicché i suoi argomenti hanno perso soddisfacenti, e il sogno possiede un evidente carattere numinoso, converrà
parte del loro valore. Oggi sappiamo che l'inconscio è depositario di un allora prendere in considerazione l'interpretazione oggettiva. Si tratta di un
"sapere" — Jung (19520) lo chiama "sapere assoluto" — che può riguardare problema aperto, a cui possiamo dare oggi risposte soltanto ipotetiche.
cose ignote a chiunque: i dati e le prove che gli "spiriti" forniscono durante In questo quarto ambito problematico rientra anche la questione
le sedute spiritiche potrebbero risalire a comunicazioni effettive dei dell'esistenza di un "corpo sottile" e quella, correlativa, della continuità fra
trapassati ma anche all'inconscio collettivo dei partecipanti. Solo i psiche e corpo, ossia fra l'oggetto della psicologia del profondo e l'odierna
fenomeni di materializzazione non sembrano toccati da questo argomento. fisica atomica. Mi è sembrato opportuno accennare a questi problemi al
Personalmente "credo" che i fenomeni parapsicologici siano talvolta termine del libro, per quanto provvisorie possano essere le tesi in materia.
manifestazioni effettive dei trapassati, ma la cosa non mi sembra almeno Il lettore non interessato può lasciarli tranquillamente da parte. A me
per ora "dimostrabile". paiono importanti perché si tratta di
Un caso non diverso è quello dei defunti apparsi in sogno. Nel mio libro
citerò alcuni sogni di questo tipo e li interpreterò come se
26. CAPITOLO PRIMO
CAPITOLO 2
idee a cui tendeva in ultima analisi anche la tradizione alchimistica: una
visione del mondo in cui psiche e materia sono parti di un'unica realtà e in
II 'segreto' del cadavere e la. 'tomba di
cui la morte non è tanto una separazione della "psiche" dalla "materia",
quanto piuttosto una trasmutazione psicofisica. Osiride'
Va osservato infine che in molti individui possono presentarsi veri e
propri sogni di morte anche in età giovanile. In questo caso essi non hanno
allora un significato di morte imminente ma vanno intesi piuttosto come
un memento morì. Essi compaiono perlopiù quando l'Io ha un
atteggiamento troppo immaturo verso la vita, e lo invitano a renderlo più
meditato. Nel presente libro mi limiterò a utilizzare sogni di morte a cui
abbia fatto seguito la morte effettiva del paziente.

La grande difficoltà che incontriamo a immaginare una vita dopo la


morte, o anche a credere alla sopravvivenza di un defunto che ci ha lasciati,
dipende probabilmente dalla tendenza a identificarci col nostro corpo. Il
senso della nostra identità personale è legato al corpo per effetto di una
tradizione storica antichissima e certo non priva di lati problematici. Come
risulta dagli studi di etnologia comparata,1 in molte civiltà primitive si
conservò a lungo la credenza che il morto fosse identico, in qualche modo,
al suo corpo fisico. L'etnologia parla, a questo proposito, del cosiddetto
"cadavere vivente", per cui il corpo morto viene ancora trattato in un primo
tempo come un essere vivo. Presso molte popolazioni, come i popoli
indogermanici, il cadavere veniva tenuto in casa per un mese o addirittura
anche più a lungo.2 A tale scopo si usavano particolari tecniche di
conservazione (di breve durata),3 e in presenza del morto si poteva bere,
mangiare e giocare.4 Presso altri popoli il cadavere era tenuto in casa fino
ai primi segni di decomposizione o addirittura finché si fosse ridotto a puro
scheletro; o ancora lo si seppelliva in superficie, nelle vicinanze della casa,
e solo più tardi le ossa ricevevano una sepoltura vera e propria.5 Vige allora
la credenza che l'anima del morto continui a dimorare nelle vicinanze, o
addirittura che esso possa in qualità di incubo o di succubo avere rapporti
sessuali col partner rimasto in vita.6 Anche quando esiste l'idea chiara di
un Aldilà, tendono a sopravvivere usanze che fanno del cadavere il
rappresentante del morto.7 È il caso della cosiddetta alimentazione del
morto, usanza conosciuta presso quasi tutti i popoli e viva, in parte, ancora
oggi. In molti casi si inseriva nella tomba un tubo
28 CAPITOLO SECONDO IL SEGRETO' DEL CADAVERE 29

all'altezza della testa, affinché il morto potesse "realmente" ingerire le Non solo si continuò a identificare per molto tempo il morto col
bevande,8 o si apriva per qualche tempo un buco per permettergli di cadavere, ma anche l'idea stessa di un Aldilà risulta in un primo 1 cmpo
"respirare". Se gli veniva offerto cibo, si riteneva che il morto Io mangiasse inseparabile da quella del cadavere nella sua tomba. La diffusa immagine
realmente, e si arrivava a sostenere che le vivande poste sulla tomba o sulla del regno dei morti come luogo pieno di polvere e di vermi, umido e buio,
mensa funebre diminuivano davvero. Questa credenza sembra subire col dimostra che la fantasia dei vivi resta legata ;iIla situazione del corpo nel
tempo un processo di graduale "spiritualizzazione": s'incominciò a credere suo luogo di sepoltura. Il termine sheol, che nell'Antico Testamento
che il morto si nutrisse solo dell'"odore" o del "vapore" dei cibi, e prese designa il regno dei morti, è quasi iden-lico al nome della "fossa" in cui
piede l'usanza di disegnare su un pezzo di carta gli oggetti che servivano veniva sepolto il cadavere. Solo per lare qualche esempio, sono luoghi con
al morto nell'Aldilà e di darle fuoco, in modo che 1'"immagine" di quegli analoghe caratteristiche anche Io Hel dei Germani, il Mictlan dei
oggetti potesse raggiungere l'Aldilà insieme al fumo della carta bruciata Messicani e l'Ade dei Greci.
(Cina). Presso molte popolazioni, nelle cerimonie funebri il morto In molte civiltà evolute le rappresentazioni dell'Aldilà tendono a 1 arsi,
cominciò a essere "rappresentato" da una persona viva che ne indossava
col tempo, più complesse: solo gli uomini ordinari, i malvagi, o coloro che
gli abiti, segno che la personalità del defunto non era più identificata
hanno subito un certo tipo di morte vanno a finire in questo luogo buio,
senz'altro col suo cadavere.
mentre agli eletti è riservato un luogo di beati-i udine perlopiù ultraterreno.
Si arriva così all'usanza di costruire una bambola come sua effigie, o un
L'Ade dei Greci moderni è un luogo buio in cui non si trovano né medici
altro oggetto simbolico destinato a sostituire il cadavere: i Goldi della
né sacerdoti né santi, e gli an-lichi Greci ritenevano che gli iniziati ai
Siberia mettevano sul letto del morto un lenzuolo bianco e un cuscino con
misteri orfici ed eleusini non andassero nell'Ade ma in uno splendido
disegni di mandala su entrambi i lati, e davanti una statuetta lignea di
Ajami-Fonjalko, lo spirito tutelare dei morti, a cui veniva messa in bocca Elisio o nell'"isola dei beati". Presso i Germani, i guerrieri caduti in
una pipa accesa. Tutte le offerte rituali destinate al morto venivano portate battaglia non vanno nello Hel, ma nel Walhalla, mentre fra gli Aztechi i
davanti a questa immagine. Presso gli antichi Cinesi serviva a tale scopo guerrieri e le donne morte di parto accompagnano il sole oltre il cielo
una bambola detta moon-go, fabbricata con un pezzo di stoffa da mettere invece di scendere nel buio Mictlan. Sempre per gli Aztechi esiste poi uno
intorno alla vita. Si riteneva allora che lo spirito del morto fosse presente speciale Aldilà per gli annegati, i lebbrosi, gli uomini morti di malattie
in questa immagine e non più nel cadavere stesso.9 I Coreani hanno con- veneree o di febbre, e per quelli colpiti da un fulmine: il paradiso
servato, almeno in parte, l'abitudine di fare un ritratto del morto, e così i verdeggiante del dio della pioggia Tlaloc.11
Tibetani. I Giapponesi fabbricano invece un tamashiro, un ricettacolo in In certi casi questa doppia o tripla suddivisione dell'Aldilà non riguarda
cui si trasferirebbe, durante la sepoltura, l'anima del defunto. Allo stesso determinate categorie di individui, ma le varie parti dell'anima di uno
scopo vengono usate in Cina le tavole degli antenati,10 e analoga funzione stesso individuo. Secondo l'antica religione cinese, al 1 Momento della
aveva, presso gli Egizi, la statua del morto eretta nel serdab. morte l'anima hun, che è l'elemento spirituale e maschile ("yang"), si
Tutte queste usanze mostrano come sia perdurata a lungo l'iden- separa dall'anima p'o, passiva e femminile ("yin"). I .'anima hun sale allora
tificazione primitiva del morto col suo cadavere, e che solo col tempo si verso l'alto e si dirige a Oriente, mentre l'anima p'o scende sottoterra e si
giunse a distinguere il cadavere da un simbolo della sua identità concreta dirige a Occidente. Più tardi le due mime si ricongiungeranno in una sorta
(il ricettacolo). Il morto doveva comunque avere un "corpo", sia per non di matrimonio mistico alle "Sorgenti Gialle".
perdersi nel nulla, sia per conservare un pied-à-terre nel caso che volesse Secondo l'antica religione egizia una parte dell'anima del morto e
fare visita ai suoi congiunti. l'anima ba, a forma di stella o di uccello, che si muove liberamente nel
Tutto seguendo perlopiù la barca del dio solare attraverso il
CAPITOLO SECONDO IL 'SEGRETO' DEL CADAVERE 31

ciclo, mentre l'anima ka (una specie di doppio o di anima vitale), rimane culture che da un criterio universalmente valido. Il ritorno alla vita
imprigionata nel mondo infero insieme al cadavere. attraverso la reincarnazione è ad esempio, nella visione indiana e tibetana,
In altre civiltà queste diverse "anime" sono concepite piuttosto come precisamente la cosa da evitare, mentre in molti popoli primitivi sembra
tendenze presenti nello stesso individuo. Nell'induismo ad esempio l'uomo essere la meta naturale del defunto. L'intero rituale funebre dei Maya, ad
è formato daìYatman, l'anima divina e immortale, e dn\Y aham-kara (l'Io esempio, a carattere sciamanico, mira, per quanto riusciamo a
quotidiano), che insieme costituiscono il jiva, soggetto al mutare delle comprendere dai loro testi, a propiziare la rinascita dell'anima del defunto
reincarnazioni. Mentre Yaham-kara continua a migrare da un corpo nella propria stirpe. Le anime dei morti sono poi, presso i Maya, garanti
all'altro secondo le azioni e i pensieri delle sue vite anteriori, il jiva può della fecondità delle piante e degli animali. Il fine non è, in questo caso,
raggiungere il grado di buddhi ed entrare così nel nirvana, sottraendosi al raggiungere un Aldilà spirituale e divino, ma esercitare un'influenza
ciclo delle rinascite.12 Ma se Yaham-kara (Io) è più legato alla vita terrena benefica sull'Aldiqua, o addirittura ritornarvi mediante la reincarnazione.
e in continua metamorfosi, e Yatman è invece una realtà stabile, essi Una polarità ulteriore compare nelle discussioni del cristianesimo
restano fondamentalmente uniti nel principio personale del jiva. antico intorno al dogma della resurrezione. Si tratta della polarità I ra l'idea
Nonostante tutte queste differenze su cui non intendo affatto sorvolare, di un nuovo corpo risorto spirituale e il ritorno in vita del "vecchio" corpo
sembra delinearsi una forma di dualismo nel modo di concepire il destino materiale. Secondo la visione paolina, il morto ottiene al momento della
dell'anima dopo la morte: una polarità fra una regione sottratta alla materia, resurrezione un "corpo pneumatico": esso risorge in Cristo, e non si parla
spirituale, divina, a cui sale 1'"anima" liberata, e una regione, o parte espressamente di un recupero del "vecchio" corpo. È questa, per grandi
dell'anima, più vicina alla materia e associata al ciclo della morte e della linee, la concezione che ha prevalso nella Chiesa d'Oriente. Appoggiandosi
rinascita. Quest'ultima può essere però destinata a ricongiungersi (in una ai Vangeli sinottica l'Occidente è invece rimasto più legato all'idea del
fase successiva, dopo la morte) col libero principio spirituale (così l'anima
"vecchio corpo", del "cadavere", fondata sulla convinzione che l'uomo sia
hun con l'anima p'o in Cina, o il ba col ka in Egitto). Anche là dove regna
un tutto t ormato di spirito anima e corpo, e che debba perciò risorgere
l'idea della reincarnazione, come in Estremo Oriente, atman e aham-kara
come un tutto, proprio come era in vita.
restano uniti: ma l'obiettivo ultimo è una liberazione totale dalle tendenze
Uno dei primi fautori di questa teoria fu Tertulliano (prima metà del
karmiche inferiori dell''aham-kara, che finirebbe per eliminare ogni
terzo secolo), il quale sostiene, nel capitolo 59 del trattato De carnis
divisione.
resurre ctione, che ogni uomo risorgerà corporalmente "nella sua stessa
Se ora ci domandiamo a quali idee della psicologia moderna potrebbero
corrispondere più da vicino questi due piani spirituali, dobbiamo guardarci carne" ("resurget igitur caro et quidem omnis, et quidem ipsa, et quidem
da un parallelismo grossolano che assimili l'anima superiore alla coscienza integra"). Tale concezione dominò a lungo nelle Chiese d'Occidente, come
e l'anima inferiore "karmica", legata alla terra e al corpo, all'inconscio. dimostra il Simbolo Niceno.13 Durante il Medioevo la teoria fu presa così
Esse sembrano piuttosto corrispondere ad aspetti diversi di quel nucleo o alla lettera che si arrivò a discutere, ad esempio, se il Cristo fosse risorto
totalità spirituale superiore che Jung chiama Sé: l'anima hun, il ba egizio, circonciso o incircon-c iso, e a chiedersi quale sarebbe stata l'età del corpo
il jiva indiano e così via richiamano la tendenza al risveglio, all'abbandono risorto e se questo sarebbe risorto coi suoi difetti fisici oppure "sanato".
del mondo e alla ricerca del divino, mentre l'anima p'o, le potenze Se queste interpretazioni falsamente concrete ci appaiono oggi quasi
karmiche, il ka eccetera tendono piuttosto a una rinascita nell'Aldiqua e ad incredibili, l'attaccamento all'idea del vecchio corpo tradisce nondimeno
agire sui discendenti e sulla fertilità della terra. La valutazione di queste l'aspirazione a conservare Yintera individualità del defunto, cioè il suo
due tendenze in termini positivi o negativi dipende più dalle singole essere integrale: essere che già in vita si tende a
32 CAPITOLO SECONDO IL 'SEGRETO' DEL CADAVERE 33

identificare col corpo. Sul corpo viene dunque proiettato, in qualche salterebbe una realtà, per quanto assurdo possa apparire, da un punto ili
modo, il mistero della personalità indivisibile. vista fisico, l'affermarlo. Una credenza siffatta costituisce una realtà psichica
Ora, il nostro Io cosciente non è affatto solo individuale, benché noi lo che non può venire contestata e che non ha bisogno di alcuna conferma. A
avvertiamo così quando diciamo "io" (e con questo intendiamo spesso questo genere appartengono le affermazioni di rnfaffèfemreligtoso. Queste
anche il corpo). Esiste una quantità di impulsi, idee, rappresentazioni, scopi si riferiscono senza eccezione a oggetti la riti esistenza o presenza non può
e volizioni che hanno carattere puramente collettivo, essendo simili, se non venire costatata fisicamente [corsivo mio] (...) Messe in rapporto col
proprio identici, a quelli di altre persone. Lo stesso vale per la parte mondo fisico sono assolutamente prive di significato. Diverrebbero in
inconscia della psiche: solo una parte delle sue manifestazioni (sogni ecc.) questo caso semplicemente dei miracoli già di per sé esposti al dubbio e
si riferisce infatti al vissuto individuale (l'"inconscio personale" di Jung). che, per di più, non riuscirebbero a provare la realtà di uno spirito, vale a
Molte altre scaturiscono dall'inconscio collettivo" e non possono venire dire di un lignificato (...) Il fatto che le affermazioni religiose siano spesso
attribuite al singolo individuo. Perfino la parte più intima del nostro essere, anche in diretta antitesi con le manifestazioni fisicamente più evidenti e
che noi sperimentiamo come P"Io", come la "mia" individualità, è in realtà incontestabili prova l'indipendenza dello spirito rispetto alla percezione
qualcosa di stratificato, non suscettibile di una descrizione razionale fisica e una certa indipendenza dell'esperienza spirituale dai dati di fatto
compiuta. La realizzazione conscia di questi vari strati è un processo fisici. L'anima è un fattore autonomo e le affermazioni religiose sono dei
evolutivo graduale, articolato in molte fasi, che Jung chiama riconoscimenti spirituali che, in fondo, si basano su processi inconsci e
individuazione. Solo quando un uomo sa fino a che punto si estende la sua perciò trascendentali."
"umanità" collettiva, infinitamente ripetibile, e quanto invece sia limitata la
sua individualità di essere unico e indivisibile, solo allora si potrà definirlo In questo senso va intesa anche la dottrina della resurrezione della rame,
(o definirla) una personalità cosciente. ossia come un enunciato simbolico riferito a una realtà psichica v non
Se il cristianesimo primitivo d'Occidente si aggrappava all'idea di una materiale. All'interpretazione simbolica di Jung si avvicina notevolmente
resurrezione del "vecchio corpo", ossia del cadavere stesso del defunto, quella di Origene,14 il quale definisce semplices o rusticos (incolti) coloro
dobbiamo vedervi, da un lato, il perdurare della tendenza primitiva a che credono a una resurrezione materiale del vecchio corpo, pur prendendo
identificare il morto col cadavere, ma anche, dall'altro, un oscuro le distanze dall'interpretazione docetista, secondo la quale il Cristo risorto
presentimento del fatto che l'uomo è un individuo indivisibile, destinato a avrebbe posseduto solo un corpo apparente {phantasma). La sua idea di
sopravvivere nella sua integrità. Oggi saranno in pochi a credere nel resurrezione è che né la materia né la forma del corpo risorto siano identiche
recupero concreto del vecchio corpo; rifiuta l'idea anche la maggior parte a quelle del corpo anteriore, e che tuttavia sussista una continuità reale
dei teologi (vedi Greshake e Lohfink, 1978). Per eliminare l'assurdità di dell'indivìduo fra i due stati. Come nel seme di un albero è nascosto il suo
questa concezione basterebbe lasciar cadere, come sostiene Jung, gli epiteti logos (il "modello" dell'albero) cosi il vecchio corpo cintiene in sé il seme del
"fisico e concreto", e cioè materiale (principio valido anche per la maggior coropo risorto. Questo seme è una virtus, una dynamis, un germe o principio
parte degli enunciati religiosi). Scrive Jung (1052/7, p. 359): germinale che Origene chiama anche spintherismos (scintillamento).
Questo principio germinale invisibile nel "seme" visibile è qualcosa di
"La 'fisicità' non rappresenta il solo criterio di verità. Esistono infatti sostanziale, ed è la sorgente della resurrezione. Esso è il “semenzario”
anche verità spirituali, che non si prestano a venire spiegate o dimostrate (seminarium) dei morti, il fondamento sul quale essi risorgimento. Il corpo
o discusse sul piano del fatto fisico. Se, ad esempio, fosse credenza comune risorto che ne scaturisce, tuttavia non è più di natura materiale, ma spirituale
che in un determinato periodo la corrente del Reno sia risalita dalla foce o addirittura divina. Sara invisibile ai nostri occhi di carne, e le nostri mani
alla sorgente, già questa credenza in sé rappre- non potranno toccarlo. ”Nel
CAPÌTOLO SECONDO IL 'SEGRETO' DEL CADAVERE 35

nostro corpo spirituale tutto vedrà, tutto udrà, esso sarà tutto mano e tutto e conosciuta." In altri passi del testo si dice che il dio Aker nasconde mi
piedi." Quando i Vangeli affermano che Gesù a Emmaus si mostrò ai proprio grembo la "grande immagine", ossia il cadavere di
discepoli e si lasciò addirittura toccare da Tommaso, l'incredulo, si tratta Osiride.20
solo di un'apparenza per rafforzare la loro fede. L'interpretazione Il cadavere di Osiride, e perciò di tutti i morti (che dopo la morte
espressamente psicologica di Origene, assai vicina a quella di molti Incutano Osiride), è dunque qualcosa di nascosto, un "segreto" e nello
gnostici suoi "avversari", in Occidente non riuscì a imporsi. Agostino, stesso tempo un'"immagine" o un'"effgie". Gli Egizi vedemmo insomma
Padre della Chiesa, optò per l'interpretazione "concreta", e a partire dal nel cadavere qualcosa di enigmatico, che conserva I" immagine" del morto
sesto secolo (Gregorio il Grande) questa finì per imporsi decisamente. Solo e da cui, come vedremo più avanti, prende inizio quella metamorfosi che
in tempi recenti torna a riaffiorare un'interpretazione più vicina a quella è il processo della rinascita. Come Origine, anche gli Egizi ritenevano che
spirituale di Origene.15 la rinascita avesse inizio, in mi processo continuo, dal corpo morto
Da un punto di vista psicologico, l'ostinata fedeltà della Chiesa concreto, con la differenza che in Origene il punto di partenza non è la
d'Occidente a una resurrezione concretamente intesa stupisce più mummia o l'"immagine" contenuta nel corpo, ma il misterioso
dell'interpretazione origeniana. Essa dipende a mio parere dal fatto che nel
spintherismos (scintillamento).
corpo concreto, come vedremo in seguito, s'intuiva la presenza di un mistero
Origine parla perciò del vecchio corpo come di un seminarium, un
assolutamente irrinunciabile.- il principio d'individuazione. Origene fu il
semenzaio da cui i morti torneranno a crescere, conformemente alla
solo a comprendere, nella sua epoca, che questo qualcosa era contenuto nel
diffusissima idea archetipica che i morti ritornino alla vita come la
corpo, ma non era il corpo. Origene opero ad Alessandria, in Egitto, e TI
vegetazione. L'immagine della vegetazione ritorna perciò molto spesso m
fatto non è privo di significato. Per gli Egizi il cadavere possedeva infatti
i sogni di individui prossimi alla morte.
un certo che così fascinoso da venire designato con la parola "segreto".
Un uomo sulla quarantina mi chiese un consulto dopo aver rice-\nto dal
Nel libro Amduat, che descrive lo "spazio nascosto" del mondo dei morti,
medico una diagnosi che lo condannava a morte: melano-..II coma con
si dice, descrivendo quattro sepolcri di divinità a forma di cassa con teste
molte metastasi. L'uomo, che non riusciva a rassegnarsi, aveva fatto la
sporgenti:16 "Ecco le misteriose figure della Dat [il mondo infero], le 'casse'
notte dopo la diagnosi questo sogno:
della terra, le teste dei misteri (...) Il signore dello scettro Uas e 'colei che è
provvista del cuore' sono i custodi di queste immagini misteriose." Nel Libro
Vedevo un campo di grano verde, non molto alto e non ancora maturo.
delle caverne," è riprodotta la "cassa" di Osiride, vegliata anch'essa da alcune
Nel campo aveva fatto irruzione una mandria di buoi, calpestando e
divinità: si tratta della guardia dei "misteri" di Osiride, ossia, come ha
rovinando ogni cosa. Si era poi udita una voce dall’alto, the diceva: tutto
osservato Erik Hornung, del suo cadavere. "Voi siete quegli dei che
sembra distrutto, ma dalle radici sotto la terra il grano tornerà a crescere.
custodiscono il possesso di Dat, il grande mistero dell'abitatore di Occidente
Osiride (...) Gloria a voi, quando vi piegate sul vostro mistero, su questo corpo
In questo sogno vidi un'allusione al fatto che la vita prosegue in qualche
del signore di Dat." Attraversando il mondo infero, il dio solare Ra si rivolge
modo anche dopo la morte, ma il mio paziente non voleva accettare questa
con queste parole a un gruppo di sarcofagi:18 "O immagine divina del
interpretazione. Morì poco tempo dopo, senza essersi riconciliato col
sarcofago (...) o cadavere, mago potente (...) o tu che nascondi il cadavere
proprio destino. Il motivo del sogno richiama un passo di Giovanni
degli dei, che fai del corpo un mistero in cui X si è trasformato." E Osiride
(i2.24sg.): "In verità, in verità vi dico: se il chicco di frumento non muore,
viene evocato così:19 "O Osiride, signore di Dat (...) mi affretto (...) a vedere
esso resta solo, ma se muore, porta molto frutto." Ma che cosa significano
il tuo cadavere, la tua immagine che tu hai nascosto sotto Aker [divinità
propriamente queste parole di Gesù? Come può la vita ricrescere "da radici
terrestre], segreta
invisibili", se la morte ha distrutto il corpo? E qual è il significato di quel
"frumento", che non
,-A CAPITOLO SECONDO
IL 'SEGRETO' DEL CADAVERE 37
è certo da intendere in senso materiale, ma simbolico? Le parole di Gesù
nel Vangelo di Giovanni diventano comprensibili solo se messe in natura e la natura vince la natura." Lo stesso vale anche per l'oro, e
relazione al loro contesto storico. Esse alludono a un patrimonio di appunto questa è la rivelazione del mistero (segue nel testo l'indicazione
immagini assai diffuse nel sincretismo tardoantico, quando il simbolismo di una ricetta).
dei misteri eleusini, delle feste di Attis, di Adone e di Tammuz, del rituale Che cosa significa questo testo in apparenza assurdo? Anzitutto si parla
funebre egizio e della nascente alchimia era universalmente noto. di grano e di orzo, e già questo lascia intendere che si tratta in realtà di
I più antichi testi alchimistici d'Occidente nacquero in terra egizia e sono un'allusione a Osiride. Osiride, lo sposo defunto di Iside, veniva infatti
perciò legati fin dall'inizio all'idea di una vita dopo la morte, idea a cui era tesa, denominato "frumento", o anche "orzo", e così pure "imi morto che,
com'è noto, tutta la civiltà egizia. Le tecniche di mummificazione e la liturgia secondo la dottrina egizia, si trasforma in Osiride al linimento della morte
funebre rivestono, sotto questo aspetto, grandissima importanza. Uno dei più (ed è per questo che nel rivolgersi al cadavere o alla mummia i testi fanno
antichi testi alchimistici greci (primo secolo) è un ammaestramento della precedere al nome del morto quello di Osiride. In un libro egizio di formule
Profetessa Iside a suo figlio,21 in cui si legge che Iside, dopo "il necessario magiche il morto dice: "Io vivo e muoio (...) io cado, gli dei vivono sempre,
movimento della sfera celeste" fu avvicinata da un angelo del primo io vivo nel grano e cresco nel grano seminato dagli dei e nascosto nel Geb
firmamento, che voleva congiungersi con lei. Horus (il figlio) era assente, e [nella terra] ." 2 3 Osiride è chiamato anche il "Signore della putrefazione e
Iside dimorava in Hormanouthi, dove viene preparata misticamente la sacra del verde rigoglioso".24 E un altro morto dice di sé stesso: "Io sono i...)
arte (techne) degli Egizi: ossia nel tempio di Horus a Edfu. Iside oppone Osiride. Io sono venuto fuori da te, o grano. Sono entrato in te, .uno
resistenza all'angelo, poiché vuole apprendere da lui "la preparazione dell'oro cresciuto e ingrassato con te, sono caduto in te (...) così che gli dei vivono
e dell'argento". L'angelo non vuole rivelarle un mistero così importante, ma le di me. Vivo come grano, cresco come il grano portato dai venerabili, la
annuncia che il giorno successivo arriverà un angelo più potente, Amnaele (da terra mi ricopre. Io vivo, muoio, ma non passo." 25 È evidente che qui il
identificare probabilmente con Kamephis, che nello scritto Kore Kosmou simbolismo vegetale allude alla continuità di un processo vitale che supera
ammaestra Iside col nome di Kneph-Agathodaimon22), e che questi le porterà l'opposizione di vita e di morte. Dice il morto in un altro testo funebre: 26
la soluzione. Come segno di riconoscimento porterà sulla testa un vaso pieno "Atum mi ha fatto diventare grano, inviandomi quaggiù sulla terra, l'isola
d'acqua limpida. Ed ecco quanto accadde: Amnaele fa giurare a Iside, nel nome del fuoco, quando nacque il mio nome, Osiride, il figlio di Geb. Io sono la
del cielo e della terra, di Ermete, Anubi, Kerkoros (Cerbero), e del vita."
traghettatore Acheronte, di custodire il segreto salvo che in presenza del figlio, Come risulta da queste citazioni, il grano e l'orzo non vanno intesi In
"così che egli sia te, e tu sia lui". L'insegnamento dell'angelo dice: "Venite, senso concreto, ma come simboli di uno psichismo che esiste al di l.i della
guardate, e domandate al contadino Acheron [secondo un'altra versione: il vita e della morte: uno psichismo che accenna a una misteriosa continuità
marinaio Acheronte, o anche Achaab], e imparate da lui chi è colui che semina del processo vitale, alla sua permanenza attraverso il liorire e perire
e chi è colui che raccoglie, e imparate che colui che semina orzo raccoglierà temporaneo della vita visibile. Questa idea archetipica di continuità affiora
orzo, e colui che semina grano raccoglierà grano." Incuriosita da queste parole in un sogno raccontato da J. B. Priestley (1969, p. 306):
Iside incomincia a riflettere sull'intera creazione, e conclude che "un uomo è
solo in grado di generare un uomo, e un leone un leone, e un cane un cane, e Ero solo sulla cima di una torre altissima e guardavo in basso miriadi
se avviene qualcosa contro natura, allora è un miracolo e non può continuare di uccelli che volavano tutti nella stessa direzione; erano uccelli di ogni
a esistere, perché la natura gode della tipo, tutti gli uccelli del mondo. Questa fiumana di uccelli che riempiva lo
spazio era uno spettacolo sublime. Poi il ritmo, misteriosamente, cambiò,
e il tempo si mise a scorrere più in fretta: erano intere generazioni di
uccelli, che vedevo nascere, pulsare nel-
,v CAPITOLO SECONDO
IL SEGRETO' DEL CADAVERE 39
l'amia della vita, e poi invecchiare, deperire e morire. Le ali crescevano per
distruggerà, ma il frutto dell'albero, che è l'anima umana, sarà portato nel
cadere subito dopo, i corpi fiorivano e appassivano in un attimo, e la morte
granaio del cielo e non brucerà, una volta purificato e liberato dalla sua
batteva alla porta a ogni momento. Qual era il senso di questa cieca lotta per
forma anteriore. Questo frutto è l'immagine di Dio nell'anima. La parte
l'esistenza, dì questo continuo affannarsi, di questa spaventosa vicenda
invisibile del fuoco cosmico possiede una coscienza, mentre il fuoco
biologica priva di significato? Mentre guardavo la scena e
contemporaneamente abbracciavo con uno sguardo la piccola storia visibile è inconscio.28 La metafora dice dunque che la parte incarnata
insignificante di ogni creatura, sentivo una stretta al cuore. Sarebbe stato dell'energia del mondo si dissolve e "muore", mentre una parte di essa, che
meglio che nessuno di questi esseri, nessuno di noi, fosse mai nato, che quella è essenziale e capace di coscenza, il frutto, in qualche modo sopravvive.
lotta finisse per sempre. Me ne stavo dunque sulla torre, in preda a una Tale frutto è per Simon Mago quella parte dell'anima che è
profonda disperazione, quando il ritmo cambiò di nuovo: il tempo si mise a metaforicamente Dio; ossia esso è, in linguaggio psicologico, un simbolo
scorrere ancora più in fretta, e così vorticosamente che gli uccelli non del Sé. Come risulta da queste immagini, esso ha una vita che sopravvive
mostravano segni di movimento e formavano una gigantesca pianura alla morte: una forma di vita che percorre l'intero universo e che,
rivestita di piume. E su questa pianura passava — guizzando attraverso i paradossalmente, solleva e conserva in qualche modo lo stesso mondo
corpi — una specie di fiamma bianca, tremula e danzante, che poi fuggiva. visibile.
Appena la vidi, compresi che questa fiamma era la vita stessa, la quin- Quando, nel nostro testo alchimistico, l'angelo Amnaele dice a Isiile che
tessenza dell'essere, e mi sentii travolgere da un senso di estasi, dalla tutto il mistero sta nel comprendere che chi semina grano raccoglie grano,
certezza che nulla importava, che nulla poteva importare all'infuori di questa egli allude a questa vita eterna che penetra e domina la creazione. La frase
dolce, inestinguibile e fuggente luce dell'essere. Gli uccelli, gli uomini e le successiva afferma che il leone genera un leone, e il cane un cane: anche
creature ancora informi e incolori non avevano altro significato se non questa è un'allusione al mistero della resurrezione secondo il rituale
questa fiamma di vita che li attraversava. Non restava nulla da compiangere: funebre egizio, e precisamente al doppio leone Rwti (Ruti), da identificare
quella che mi sembrava una tragedia era ormai vuoto, o pura ombra, e il col dio terrestre Aker (citato nel nostro testo). Questo doppio leone, il cui
sentimento danzava estatico, purificato e rapito, con la bianca fiamma della nome è "Ieri e domani", è per così dire il misterioso operatore della
vita. Non avevo mai provato una felicità così profonda come alla fine del mio resurrezione. Esso incorpora quell'evento incomprensibile per cui il morto,
sogno della torre e degli uccelli. sepolto nella terra, ritorna alla vita,29 ed è anche, nello stesso tempo,
un'immagine dell'anima umana. In certi testi lo si trova sostituito da due
Secondo l'interpretazione di questo sogno data da Priestley, la fiamma cani (cioè Anubi),30 mentre in altri casi il leone è un'immagine del dio
è il Sé cosmico eterno, in cui siamo destinati a trapassare. solare Ra, invocato con queste parole:31 "Splendente durante il giorno,
Il simbolo del fuoco vitale, che penetra e domina il tutto visibile e leone nella notte. Colui che genera sé stesso nelle trasformazioni del suo
invisibile, si trova già illustrato nello gnostico Simon Mago, contem- nome: il diveniente del divenire." Ogni morto, risorgendo, diventa una
poraneo dell'apostolo Pietro.27 Simone, in cui è evidente l'influsso di cosa sola con questo dio.
Eraclito, afferma che il cosmo è fatto di fuoco, una metà del quale produce Da un punto di vista psicologico il doppio leone simboleggia il doppio
il mondo visibile, e l'altra metà il mondo invisibile. Quest'ultima è il fuoco aspetto dell'energia psichica (l'energia presuppone polarità) la cui corrente
sopracceleste, "il tesoro di tutte le cose percepibili e invisibili", ed è simile alle soglie della coscienza genera l'esperienza del tempo. Esso si manifesta
al grande albero visto in sogno da Nabucodònosor (Daniele 4.7 sgg.), ai confini dell'inconscio, dove "ieri e domani" sono una cosa sola e tendono
albero che nutre ogni vita, e di cui la vita visibile costituisce le foglie, i a scomparire.
rami e il tronco. Il fuoco alla fine li A conoscenza di questi misteri (così prosegue il testo) è il contadino
Achaab, che ricorre anche sotto il nome del traghettatore Aca-ranto (e in
altri testi col nome di Acheronte). In molti testi sepolcrali
CAPITOLO SECONDO
IL 'SEGRETO' DEL CADAVERE 41
egizi si parla di un misterioso barcaiolo che, dopo un severo interrogatorio,
nascoste le sue membra e il cui volto soltanto è visibile ai mortali.
traghetta i morti nell'Aldilà, oltre l'oceano del cielo.32 Il nome Acheranto,
Acaranto, o Acheronte, deriva a mio avviso da un connubio tra il dio egizio Nascondendo i corpi, la natura è stupefatta. Lui, Osiride, è il principio
Aker e Acheronte (che per i Greci è il nome del fiume infernale e, per originale di tutte le sostanze umide. Egli è tenuto in basso, prigioniero della
estensione, dell'intero mondo infero). II dio egizio Aker era ritenuto il sfera del fuoco." (Il fuoco, che corrisponde a Seth e al piombo, gli è "ostile"
custode del mistero della resurrezione,33 ma è anche il cadavere (il "segreto") perché Osiride è "acqua".) Il testo prosegue quindi con le parole: "Egli,
che custodisce il corpo di Osiride come "la propria immagine". Egli è "colui dunque, ha soffocato tutto il piombo." Questo piombo, si dice poco oltre,
le cui forme sono misteriose".34 A volte, poi, simboleggia l'intero regno dei "è talmente posseduto dai diavoli e talmente spudorato che coloro i quali
morti, o le acque primordiali degli inizi del mondo. Su un sepolcro lo tro- vogliono imparare a conoscerlo cadono preda della follia a causa della loro
viamo raffigurato nelle sembianze del dio cosmico Atum: un uomo anziano incoscienza."
che tiene in mano l'uovo del risorto dio del Sole. 35 Nel Libro della terra il Secondo il mito egizio, Seth, il nemico di Osiride, lo aveva attirato
dio solare Ra dice ad Aker:36 "O tu 'occidentale', che generi il cadavere dalla dentro una cassa di piombo e lo aveva chiuso dentro per ucciderlo (ecco
forma vivente (...) custode della generazione dalle forme grandiose." Aker perché "Osiride è la cassa soffocata"). La "tomba di Osiride" è, secondo la
"solleva" i morti verso l'alto.37 In lui dimorano i grandi e antichi dei, Atum e concezione degli Egizi e dei primi alchimisti, il luogo misterioso dove dal
Chepri,38 sotto di lui è nascosto il cadavere "segreto" di Osiride, che egli corpo del morto nasce una nuova vita: evento, questo, che ripete in qualche
"custodisce" durante il processo della resurrezione.39 modo il processo della creazione del mondo.
Da queste amplificazioni risulta che in Egitto il mistero della re- Ma secondo la dottrina egizia, la creazione del mondo ebbe origine dal
surrezione veniva associato perlopiù a quello della creazione del cosmo e fiume primordiale Nun: ecco dunque perché, anche in epoca tarda, la
della vita, e che proprio questo segreto era l'obiettivo dei più antichi "tomba di Osiride" è simboleggiata da un'urna piena di acqua del Nilo, dal
alchimisti. Il grano (o l'orzo), il leone, il cane e il contadino Acheranto sono cosiddetto Osiride hydreios (acqueo). La resurrezione non è pertanto un
tutti simboli che alludono al persistere e al continuo rinascere della vita. II semplice ritorno in vita del corpo morto, ma una rigenerazione totale che
breve sogno citato (p. 21) del campo di grano calpestato dai buoi allude ha nel vecchio corpo il suo punto di partenza. Osiride hydreios è descritto
probabilmente a qualcosa di simile. da Apuleio come un oggetto sacro che veniva portato in corteo durante le
Che la ricerca alchimistica della "pietra filosofale" venisse associata senz'altro processioni di Iside: si tratta di un'urna rotonda, con un beccuccio e un'ansa
al rituale funebre egizio, è provato da un passo di Olimpiodoro, un autore attorno a cui si avviluppa un aspide.41 Questo oggetto di culto,
alchimistico da identificare probabilmente con lo storico omonimo (quinto documentato solo in epoca tarda, potrebbe derivare dai canòpi, quattro urne
secolo).40 La mummificazione (tari-cheia) della sostanza iniziale viene che custodivano i visceri del defunto. Ma a differenza di queste esso
commentata così: "Questa sostanza terrestre va lavata e polverizzata, finché in contiene pura acqua del Nilo, principio di ogni vita e di ogni resurrezione.
essa si trova l'oro. Ciò che si trova [l'oro] era chiamato dagli antichi anche col J. G. Griffkhs (1975, p. 320) sottolinea che questi canòpi erano un simbolo
nome di Dio dalle quattro sillabe (o dalle nove lettere)." Evidentemente si tratta della continuità della vita: "I temi dei rilievi greco-romani mostrano come
della distillazione di qualche sostanza divina a partire dalla materia. i canòpi avessero allora un legame speciale con Osiride e la sua cerchia;
Descrivendo lo stesso procedimento Olimpiodoro cita più avanti un antico tale urna è un simbolo del?immortalità corporea." Esso è, in altre parole,
oracolo, il quale dice: "Ma cos'è la tomba di Osiride? C'è un cadavere, una il grembo in cui si svolge il processo misterioso della rinascita di Osiride.
mummia avvolta in bianche fasce di lino con solo il volto scoperto visibile (...) Con quanta forza questo simbolismo sopravviva, lo appresi da un sogno
Osiride è la cassa soffocata in cui sono impressionante narratomi da una donna che aveva perso il figlio in giovane
età. Lo aveva sognato la notte dopo la sepoltura:
,.■ CH'ITOLO SECONDO
IL 'SEGRETO' DEL CADAVERE 43
durante la cerimonia la donna aveva tenuto in mano la cassetta di m e t a l l o
con le ceneri del figlio, prima che essa venisse sotterrata, e rie iiwv;i subito da un ufficiale di cavalleria sessantunenne, quattro settimane prima della
un'impressione violenta. Ecco il sogno: sua morte improvvisa, causata da una crisi cardiaca:

Ero seduta su un sofà della nostra casa con una donna di mezza età alla Mi trovavo di nuovo nella scuola per ufficiali in cui avevo conseguito,
mia sinistra. La donna portava un abito semplice di foggia vittoriana, i suoi
trentacinque anni prima, il grado di sottotenente. A un certo punto mi si
capelli erano divisi in mezzo e raccolti dietro la nuca. Teneva un libro in
avvicina un vecchio caporale, del quale avevo allora grande stima e che
mano e leggeva ad alta voce, finché giunse a una parola che non riuscii a
capire, e che dal suono sembrava composta di pure consonanti: o-sr-s. Mi portava nella realtà il significativo nome di Adamo. Il caporale mi dice:
piegai verso il libro e lessi la parola "Osiride". "Signor sottotenente, ho qualcosa da mostrarle." Mi conduce quindi nella
cantina della caserma, apre una porta di piombo (/), e con un brivido di
orrore vedo, sdraiato sulla schiena, la carogna di un cavallo in stato di
Alla donna del sogno la mia paziente associò Madame Curie. Poco tempo
avanzata decomposizione, da cui emanava un atroce odore.
prima aveva letto che la Curie, ricevuto in dono un milligrammo di radio,
aveva esclamato: "Per me? Oh, conosco un ospedale belga che ne ha tanto
Il "semplice mortale" Adamo mostra al sognatore che cosa lo aspetta,
bisogno! " La scatoletta col radio assomigliava nel sogno alla cassetta del
la morte e la decomposizione del suo corpo animale, cioè del cavallo. Con
figlio. La mia paziente ne concluse che dunque bisognava usare le ceneri del
lo shock provocato dal sogno, l'inconscio mirava a distogliere quell'uomo
suo amato figliolo per guarire i mali degli altri. La scatola di metallo era così
dal proprio corpo, come se gli avesse detto: "Non tu, ma il tuo 'cavallo' è
diventata la "cassa di Osiride", dalla quale (secondo le parole di George Fox
destinato a morire." Per un soldato di cavalleria il cavallo è soprattutto un
che la paziente ricordava) sarebbe venuta "la sostanza possente di una vita
simbolo della sua natura fisica istintiva che lo trasporta. Adamo, cioè
radiosa". Dal nostro punto di vista è importante il fatto che siano qui i resti
corporei — in questo caso le ceneri del morto — a nascondere il mistero l'uomo "semplice" universale che è nel sognatore (un'immagine del Sé), sa
salutifero. Ritorna in mente l'idea di Origene, secondo la quale il corpo risorto che il corpo va incontro alla dissoluzione e cerca di prepararlo. Se però
nascerebbe da un "scintillamento" del vecchio corpo. Anche gli Egizi e i primi vogliamo stabilire un parallelo coerente fra questo sogno e il testo
alchimisti credevano che la resurrezione partisse da un resto di materia alchimistico sopra citato, dovremo associare il cavallo nella camera di
corporea: non dunque dalla sola anima, ma, per così dire, da una materia tra- piombo con la salma di Osiride nella cassa di piombo. Il cavallo sarebbe
sformata. allora non solo un'immagine del corpo, ma anche del "dio interiore" pre-
sente nel sognatore (poiché Osiride raffigura la parte "eterna" che è
Nel passo di Olimpiodoro sopra citato la "cassa ili Osiride" è fatta di
nell'uomo). Se nel sogno esso compare nelle sembianze di un cavallo, ciò
piombo, una sostanza di cui si dice che può pollare alla follia. Proprio ciò
avviene perché il sognatore non aveva mai preso coscienza di questo
che è oscuro, demonico, ostile a Osiride d i v e n t a un elemento "sintetico"
aspetto fondamentale del proprio essere, per tutta la vita era stato
conservatore dell'individualità, il princi-pium individuationis in cui fuoco e
trasportato dal Sé, senza mai domandarsi che cosa fosse; in questo modo il
acqua (tome accenna anche il testo nelle righe che precedono quelle citate)
suo Sé era rimasto nascosto nell'inconscio, per così dire nel suo corpo. È
sembrano conciliarsi. Il piombo di Seth, principio mortifero, disi ruggitole,
vero però che la notte prima di morire, come i parenti scoprirono subito
impedii e misteriosamente al morto di disperdersi nella nanna min civili'.
La cassa di piombo di Osiride mi ricorda un SIGIMI '•'< < "iiuionii dopo, si era messo di nascosto un crocifisso accanto al letto: un
presentimento improvviso che nel cavallo si celasse anche l'Uomo-Dio
sofferente (Osiride è la prefigurazione egizia di Cristo).
Ma torniamo alla cassa di piombo degli alchimisti. In essa si
44
compie il m i s t e r o della resurrezione, dove proprio l'elemento demonico
trasferirsi in un pensionato, sognò che una donna del pensionato (non lei),
ili Scili svolge una parte di custodia e di salvezza. Esiste una gemma egizia
autoritaria e prepotente, veniva legata: segno evidente che doveva
in cui Scth è raffigurato sopra un utero,42 nell'atto di proteggere il luogo della
rinunciare alle sue pretese di potere. Il piombo demoniaco dell'Ombra
rinascita. Da un punto di vista psicologico la cosa si potrebbe commentare
così: l’elemento demoniaco dell’uomo (Seth ) sono i suoi affetti autonomi egoistica deve trasformarsi in un'"urna" piena della forza dell'Io!
“cattivi”, quegli impulsi ad agire e quelle emozioni che Jung riassume nel Esaminata in questa luce, la morte diventa il momento in cui il bene e
concetto dell’Ombra e che si manifestano spesso anche come impulsi del il male si affrontano nell’individuo con massima violenza. Molte pitture
nostro inconscio corpo "animale". Questi impulsi imprigionano Osiride, medievali raffigurano un diavolo e un angelo impegnati a disputarsi
vale a dire impediscono in un primo tempo di prendere coscienza del l'anima del moribondo, e il viatico della Chiesa cattolica ha i caratteri di
Sé e di individuarsi . Ma proprio nel momento della loro apparente vittoria, un esorcismo. Una efficace descrizione di questa lotta fra opposti, che in
il momento della morte, si uniscono al loro opposto, il principio del bene realtà non sono tali, la troviamo nel sogno di un uomo prossimo alla
Osiride, l'acqua di vita, e si trasformano in un'"urna" avvolgente il Sé, la morte, riferito da Edinger (1972, p. 209):
quale permette che il morto non si dissolva ma conservi la propria identità
personale. Il principium individuationis è in effetti legato all'elemento Due lottatori sono impegnati in un combattimento rituale, la lotta è
diabolico per quel tanto che tale principio significa una separazione dalla molto bella a vedersi. Nel sogno essi appaiono non tanto conte avversari,
natura totale divina. quanto come partner di un duello conforme a un piano prestabilito. Sono
Si potrebbe intendere il processo descritto come un passaggio dalla tranquilli, per niente eccitati e concentrati. Alla fine di ogni ripresa si
chiusura nell'Io alla consapevolezza Tutti gli impulsi che in noi hanno a che ritirano nello spogliatoio, dove si cospargono di "belletto". Vedo che uno
fare con l’Ombra ci fanno circoscrivere all’Io i desideri, gli affetti, le volizioni: di loro immerge un dito nel sangue per poi passarlo sul volto
vogliono averla vinta a tutti costi, e spesso con infantile ostinazione. Quando dell'avversario e quindi sul proprio. Ritornano sid palco dove riprendono
rio riesce a rendere co-scienti questi impulsi e a sottoporli alla decisione del la loro accanita eppure controllatissima esibizione.
Sé (il "dio" presentito nell'interiorità), la loro focosa energia si trasforma in
identità realizzata. L'Io diventa allora consapevole della propria specificità, e La lotta è descritta insomma come una sorta di rappresentazione, in
la cassa di piombo, il sentirsi rinchiuso, si trasforma in un'urna mistica, nella ultima analisi illusoria: dietro di essa, come sottolinea Edinger, c'è il Sé,
sensazione di essere contenuti e rinfrancati (anche nel senso di non poter più l'unità degli opposti. Poco prima di morire, una donna dipinse in uno dei
perdere la calma). suoi quadri (raccolti da David Eldred) una scena ili lotta tra due figure
Uno dei drammi della vecchiaia, di cui ho avuto spesso modo di occuparmi, maschili, una chiara e una scura, cioè ancora una volta il motivo dello
nasce dalla puerile ostinazione con cui l'uomo anziano insiste a voler fare di scontro fra opposti andrebbe forse posto in relazione col fatto che sugli
testa sua, proprio quando la malattia e la debolezza fisica accrescono la sua antichi sarcofagi ricorrono con grande frequenza scene di lotta —
dipendenza dagli altri, esponendolo non di rado alla tirannia degli infermieri e soprattutto duelli — e che nell'antica Roma i combattimenti dei gladiatori
degli assistenti. Senza voler in alcun modo giustificare questi modi tirannici, mi si svolgevano in origine per venerare la memoria dei defunti.
chiedo però se l'impotenza della vecchiaia non abbia anche un significato La concezione della morte come lotta e momento di decisione sembra
nascosto: quello di favorire la trasformazione della chiusura nell'Io, proveniente essere di natura archetipica, e ricorre in molti contesti. Il teologo cattolico
dall'Ombra, in consapevolezza dell'Io. Una donna di novantatré anni, Ladislaus Boros l'ha ripresa in una forma assai interessante: secondo Boros
preoccupata di dover lasciare la sua amata casa per (1973, pp. 85-107) la morte non è la
,t. CH'ITOLO SECONDO CAPITOLO 5

Mniplic e M pai-azione dell'anima dal corpo, ma una metamorfosi gioii.ili- La vegetazione: l'albero, Verba, il grano e il fiore
(IH- riguarda la natura stessa dell'anima. Nel momento della i n m t c l'anima
si sposterebbe nel centro (nel "cuore") dell'universo, nell'unità interiore del
mondo, e qui si deciderebbe, in un incontro definitivo col Sé, per Dio o
contro di lui. "In questo luogo metafisico egli [l'uomo] pronuncerà la sua
scelta definitiva. Quanto si decide allora, rimarrà in eterno (...) giacché allora
l'atto diventa essere, la decisione diventa stato, e il tempo eternità." Si tratta
di una nuova interpretazione psicologica del Giudizio Finale in cui l'anima
del morto viene assegnata al Cielo o all'Inferno: "Nella sua essenza im-
mutabile Dio diventerà per l'uno motivo di tormento, per l'altro di
beatitudine, a seconda che l'anima, nella sua decisione finale, respinga o Considerando il motivo onirico del campo di grano calpestato che torna
accolga con umiltà l'amore divino." Secondo questa concezione, ben a ricrescere, e il simbolismo del frumento e dell'orzo legato al dio dei morti
radicata nel pensiero cristiano, gli opposti alla fine si separano, così come Osiride, abbiamo visto che la vegetazione compare spesso come simbolo
anche il Faust si conclude con la rovina e la cacciata di Mefistofele. della morte e della resurrezione insieme. Meco un sogno riferito dal
AI contrario, nel simbolismo egizio e alchimistico gli opposti finiscono paziente di Edinger (1972, p. 212) poco prima di morire:
per conciliarsi, rimanendo così uniti nella vita postmortale. Nel Libro delle
soglie, al termine della resurrezione la morte appare come un dio dai due Mi trovo in un bel parco dall'erba alta e ben curata. In fondo al
volti (le teste di Seth e di Horus) che accompagnano il dio del Sole nella giardino vedo qualcosa che si muove. Dapprima mi sembra una rana
sua vicenda infera: "Sono loro che annunciano Ra all'orizzonte orientale enorme fatta di erba. Avvicinandomi, vedo che in realtà si tratta di un
del Cielo."43 Il nome di questa figura è "I suoi due volti": essa incarna la uomo verde fatto di erba. L'uomo sta eseguendo una danza bellissima, che
natura opposta divenuta una del morto deificato. mi ricorda il romanzo di Hudson, Verdi dimore. La cosa mi diede una
Il capezzale dei moribondi è spesso testimone di fatti paradossali. sensazione di pace, benché non comprendessi realmente quello che
L'indebolirsi della coscienza porta in molti casi a un'improvvisa eruzione dei vedevo.
contenuti rimossi: così ad esempio Hans Christian Andersen (l'autore delle
fiabe), rimasto vergine, pronunciò in punto di morte una tale sequela di oscenità Al pari di Osiride, l'uomo verde è, secondo la giusta interpretazione di
sessuali che i presenti dovettero uscire dalla camera. Spesso i moribondi
Edinger, uno spirito della vegetazione (anche nel romanzo di W. H. Hudson
riferiscono una quantità di impressioni caotiche e confuse: alcuni insultano e
succede all'eroe di essere assimilato a uno spirito del genere). La rana che
maledicono i parenti, mentre altri muoiono calmi e rassegnati. Si tratta, a mio
il sognatore associa in un primo tempo alla vista dell'uomo richiama alla
avviso, dei due aspetti possibili di un unico evento: mentre gli tini si dibattono
memoria la dea-rana egizia Hekket, che veniva spesso riprodotta seduta
ancora nell'agonia, nel conflitto tra opposti, gli altri presentono già il risultato
sulla testa della mummia con un significato di "rinascita". Sulle lampade a
della lotta, la pacificazione e la concilia/ione. Naturalmente, quanto più un
olio delle tombe paleocristiane la stessa figura compare col nome di
individuo si è abituato, prima ancora dell'avvicinarsi della morte, a questa lotta
interna, t a n t o più potrà sperare in una fine serena. "Resurrezione". Nel Medioevo il verde era il colore dello Spirito Santo,
della vita, della generazione e della resurrezione:1 il colore dell'anima del
mondo, 0 dello spirito vitale che riempie ogni cosa. Per quanto ri-
LA VEGETAZIONE 49

guarda la danza dell’uomo-erba, essa richiama una tradizione diffusa in


molti paesi europei in primavera, o a Pentecoste, si usa ricoprire un ragazzo scendono dagli alberi e ridiverranno alberi. Jung ha dimostrato come il
di erba od di foglie e immergerlo nell’acqua, o sottoporlo a qualche altra mondo della coscienza cede il passo al mondo vegetativo. L'albero è la
forma di “morte” simbolica per poi assistere al suo ritorno in vita. Il suo vita inconscia che si rinnova incessantemente e durerà in eterno, allorché
nome è "Re di maggio" o "Giorgio il verde" o simili. È una cerimonia la coscienza umana si sarà spenta.
magica per sconfiggere l'inverno e propiziare la nuova stagione. In certi Ecco ora un altro sogno riportato da Luckel (1981, p. 107), questa volta
casi questo "garzone di Pentecoste" è sostituito da un albero di un uomo settantacinquenne, prossimo alla morte:
abbattuto e riccamente adorno.3 In alcune località esso viene addirittura
seppellito, secondo un rituale esoreistico.4 Qualunque sia il significato
Vedo un vecchio albero nodoso su una costa rìpida. Le sue radici
proprio di questa figura, è evidente che essa ha a che fare con la vicenda
della morte e della rinascita. Anche il danzatore agreste del paziente di affondano nella terra solo per vieta, Valtra metà si protende neWaria (...)
Edinger sembra rappresentare una variante di questo Re di maggio, Poi l'albero si stacca, perde la presa e precipita. Mi si mozza il fiato. Ed
immagine vegetale in cui è simboleggiato il principio della vita e della ecco avvenire il prodigio: l'albero rimane sospeso, non cade, ma resta
morte. Oltre all'erba e ai cereali, anche l'albero compare spesso come sospeso. Nel mare? Non saprei dirlo.
simbolo del legame misterioso che unisce la morte alla vita. Così ad
esempio il simbolo dell'albero nel suo doppio rapporto col fuoco cosmico Anche in questo sogno l'albero è evidentemente un'immagine della
(con l'energia cosmica) visibile e invisibile unifica, secondo Simon Mago, sopravvivenza. Ed ecco ancora l'ultimo sogno di un mio paziente morto
i due aspetti della vita e della morte, mentre il dualismo manicheo distingue pochi giorni più tardi:
1'"albero della morte" dall'"albero della vita". II primo, piantato dal
demone della cupidigia, è deforme e tormentato, e simboleggia la materia
e il male; il secondo rappresenta invece la gnosi e la saggezza: è l'albero Mi trovo sopra o dentro un liquido aereo del colore del cielo e dalla
della conoscenza, il cui frutto aprì gli occhi ad Adamo, quando ne mangiò. forma di un uovo, e ho la sensazione di cadere nell'azzurro, nell'infinito.
Il Salvatore verrà un giorno ad abbattere gli alberi della morte, mentre Ma non è così. Dei piccoli pezzi di stoffa, o fiocchi dì colore azzurro, mi
pianterà e si prenderà cura degli alberi della vita. L'albero luminoso viene trattengono e m'impediscono di cadere. Voglio provare a vedere se
anche raffigurato come "l'albero delle pietre preziose".5 davvero non cado: ma la presa non si allenta, e quei pezzi dì stoffa, insieme
L'impressionante serie onirica riferita da Jane Wheelwright (1981, p. ad alcune persone che parlano con me, continuano a trattenermi. I pezzetti
268) si conclude con questo sogno; i sogni sono quelli di una giovane di stoffa mi circondano e mi sostengono. Vedo gocciolare delle scale rosse,
donna morta di cancro:
che formano un albero di Natale.
Ero una palma, in mezzo ad altre palme. Stava per venire un terremoto
che minacciava di distruggere ogni forma dì vita. Ma io non volevo essere Del liquido cosmico e acreo che compare in questo sogno parleremo
distrutta dal terremoto. più avanti. L'ultima frase del sogno non è chiara, perché il moribondo non
poteva quasi più parlare, ma secondo sua moglie egli voleva dire che rosse
Come interpreta l'autrice, l'albero è qui un simbolo materno, e il sogno gocce costruivano una specie di scala, e quando l'uomo la salì, vide in alto
ha perciò il significato di un abbandono alla "madre natura". C'è una un albero di Natale. L'albero appare dunque come la meta del moribondo
leggenda germanica secondo la quale gli uomini di- nell'Aldilà. Nel suo saggio L'albero filosofico (1945) Jung ha mostrato che
nella tradizione alchimistica l'albero è anche simbolo dell'opus
alchemicum. Da un punto di vista psicologico esso simboleggia il processo
d'individuazione, ossia quel processo di crescita intcriore verso una forma
sempre più elevata di coscienza, nel corso del quale l'individuo vede
CAPITOLO TERZO LA VEGETAZIONE 51
50

"sorgere nuove luci". Anche nella "Gerusalemme celeste" esiste un albero


del genere: "In mezzo alla sua via stava l'albero della vita, che portava
dodici frutti (...) e le foglie dell'albero servono alla salvezza dei pagani"
(Apoc. 22.2). Nel paradiso islamico sorgono numerosi "alberi di pietre
preziose", ma soprattutto il cosiddetto albero Tuia: "Le sue radici sono di
madreperla, e le foglie di seta e di broccato (...) Non c'è nessun punto del
giardino, nessuna cupola e nessun albero che non siano ombreggiati da un
ramo dell'albero Tuia. Su di esso crescono frutti preziosi che il mondo
brama e che in questo mondo non hanno l'uguale. Le sue radici sono in
cielo e la sua luce raggiunge ogni angolo della terra." Si tratta dunque di
un albero rovesciato, dalla cui corona sporgono gli "abiti di gloria" dei
devoti.6 (Si ricordino i pezzi di stoffa azzurra del sogno precedente, che
proteggevano il sognatore dalla dissoluzione!) A proposito di questo albero
scrive Jung (1938/1954^, p. 108):

"L'alchimia ha visto l'unione degli opposti sotto il simbolo dell’albero Xantosi


il quale non si sente più a suo agio in questo mondo e non può fondare la Ingiallimento
sua esistenza né sul passato, che non è più, né sul futuro, che non è ancora,
"Considerate la natura delle piante e la loro provenienza. Alcune
ricorra nuovamente al simbolo dell'albero cosmico radicato in questa terra
vengono dai monti e crescono dalla terra, altre crescono nelle caverne e
e proteso verso il cielo (...) Nella storia dei simboli l'albero è generalmente
nelle pianure. Ma considerate ora in che modo bisogna avvicinarle: esse
descritto come la via e. la crescita verso l’immutabile, l’eterno che nasce
dell’unione degli opposti e rende quest’ultimo possibile proprio grazie al vanno raccolte al momento giusto e nei giorni adatti. Scegliete quelle che
suo eterno essere presente. . Si direbbe che l'uomo, il quale cerca invano vengono dalle isole del mare e dalla terra superiore, e guardate come l'aria
la sua esistenza e da ciò trac una filosofia, ritrovi solo nell'esperienza della le serve, e come circonda i semi affinché non vengano danneggiati e uccisi.
realtà simbolica la via del ritorno a quel mondo in cui egli non si sente Considerate l'acqua divina che le abbevera e l'aria che le sostiene, dopo che
straniero." esse si sono incarnate in un'unica sostanza."

Il sogno sembra dunque voler che dopo la morte, nell’Alldilà, il Prima di proseguire col testo, ricordiamo subito, brevemente, che le
Processo di crescita e di sviluppo verso un grado più elevato di coscienza piante di cui qui si parla erano viste allora come identiche ai minerali e ai
è destinato a continuare. metalli.8 L'unica differenza sarebbe che i metalli sono più "secchi", mentre
Il simbolisomo vegetale affiora anche in uno dei più antichi testi le piante sono più "umide".9 Sia gli uni che le altre "crescono" sulle
dell'alchimia greco-egizia, Comario a Cleopatra, scritto nel primo secolo. montagne e nelle cavità della terra: i metalli sono per così dire "fioriture"
La parte che ci interessa più da vicino è preceduta da una raffigurazione della terra. La terra, l'aria e l'acqua li "servono" e "il frumento li circonda
(vedi qui lo schema) del processo ciclico in cui si genera la "pietra per proteggerli". Gli alberi di pietre preziose del paradiso islamico
filosofale", foro": si tratta di un mandala due volte quadripartito. Dopo potrebbero derivare da queste associazioni alchemiche. Ma torniamo al
questa traccia il testo prosegue così:7 nostro testo. Dopo un'osservazione di passaggio dice Cornano a Cleopatra:
CAVI EOLO TERZO S3
LA VEGETAZIONE

la sopravvivenza ha un significato positivo, le immagini vegetali vengono


"Duri come il superiore scende verso l'inferiore, e l'inferiore sale verso
intese piuttosto come una promessa di rinascita.
il superiore, e come il termine mediano si avvicini al superiore e
all'inferiore, e questi diventano una cosa sola col mediano, e qual è il loro L’immagine della mietitura (erba, grano) o degli alberi abbattuti allude
elemento. E le acque benedette scorrono verso il basso per custodire i morti spesso anche nei songi alla vicinanza della fine. Un tumore al polmone e
circostanti, racchiusi e incatenati nelle tenebre e nel buio dell'Ade. E come doveva essere operato. Naturalmente era molto preoccupato per l'esito del-
il balsamo della vita li raggiunge e li risveglia per i loro creatori. E come le
l'operazione. Eccolo fare, a questo punto, il sogno seguente: Arriva un
nuove acque penetrano fino al capezzale del letto e vengono generate nel
‘ambulanza per trasportarmi in ospedale. L'autista scende, apre la porta
letto, e scaturiscono con la luce, e la nuvola le solleva in alto. E dal mare
posteriore, e cosa vedo? Una cassa da morto bianca. In effetti, il mio
sorge la nube che porta le acque. Quando gli adepti vedono questa
paziente lasciò l'ospedale solo per poco tempo: il sopraggiungere delle
apparizione si rallegrano. "
metastasi lo costrinse a un nuovo ricovero e poco dopo morì. Ho
menzionato questo sogno così crudo perché esso anticipa un altro sogno
Ecco quindi le parole di Cleopatra:
dello stesso paziente che mi interessa commentare nel presente contesto.
"Le acque scorrendo risvegliano i corpi e gli spiriti (pneumata) Quando l'individuo si fa illusioni sul proprio stato, l'inconscio ha di solito
indeboliti in essi racchiusi. Essi infatti hanno patito una nuova op- modi assai brutali per riportarlo alla realtà, come mostrano il sogno del
pressione e sono stati di nuovo racchiusi nell'Ade; ma dopo breve cavallo citato a pagina 43 e questo della cassa da morto bianca. Quando
tempo incominciano a crescere e a salire verso l'alto rivestendosi di l'analizzando, dopo questo primo sogno, incominciò a familiarizzarsi con
splendidi colori variopinti come i fiori a primavera, e la primavera l'idea della morte ormai vicina, fece quest'altro sogno:
si rallegra della bellezza che li riveste."
Camminavo in un bosco invernale. Il tempo era freddo e nebbioso.
È evidente che le similitudini tratte dal regno vegetale appaiono Avevo i brividi. In lontananza si udiva il rombo di una sega elettrica e, di
qui in prima linea: i minerali "fioriscono" dalla terra come piante, tanto in tanto, lo schianto di un albero abbattuto. Poi, d'improvviso,
muoiono, rimangono nascosti e sepolti nel mondo sotterraneo, si ridestano, eccomi in un'altra foresta, ma su una specie di altopiano. Era estate, la
nutriti di acqua fresca, a nuova vita, per poi crescere e fiorire, in raggiante luce del sole faceva luccicare il muschio che ricopriva il terreno in
bellezza, incontro a una nuova primavera. macchie luminose. Poi vedo avvicinarsi mio padre (morto da molto tempo)
Di queste stesse piante si dirà più tardi che, prima di risorgere, esse devono che mi dice: "Qui è di nuovo foresta, non preoccuparti di quello che
"morire" nel fuoco: probabile allusione al fatto che i vegetali, staccati succede laggiù" (gli alberi abbattuti).
dall'uomo o disseccati dal sole, tornano sempre a crescere a partire dalle radici.
Nell'Estremo Oriente (nella Vhnala Kiuta Sutra) il corpo dell'uomo era L'immagine degli alberi abbattuti potrebbe anche essere un'allusione
paragonato a una pianta di banane "che non ha in sé nulla di solido. Il tronco brutale al prossimo intervento operatorio, visto come distruzione della vita
sopraterreno muore bensì in autunno, ma la radice serpeggiante che rimane nel vegetativa (la sega elettrica attacca l'albero della vita). In questo caso la morte
terreno torna a crescere in primavera". Poiché nella prospettiva buddista e è un taglialegna, ed è noto che nelle arti figurative essa viene spesso
proprio questa sopravvivenza che occorre interrompere, troviamo spesso rappresentata come un mietitore munito di falce: immagine, questa, che risale
l'immagine della gramigna da estirpare, simbolo della liberazione definitiva alla raffigurazione pagana di Saturno, dio della mietitura. Nella morte c'è
dalla ruota delle rinascite.10 A4a nelle civiltà in cui qualcosa che viene abbattuto o spezzato. La morte e sempre un
avvenimento
w CAPITOLO TERZO
LA VEGETAZIONE SS
brutale, come dice Jung' è come se fossero forze malvage e crudeli a
troncare una vita umana, ciò che rimane e un gelido silenzio di morte.” stc "mummie cereali" sono visibili ancora oggi al Museo del Cairo, e
mostrano come la resurrezione venisse paragonata al germogliare del
Il sogno ha però un seguito: sull"'altopiano" la vita ritorna, o ritorna
chicco di grano o del fiore. Questa usanza permette di chiarire una frase
comunque la foresta. Qui i morti sopravvivono, come mostra l'apparizione
oscura del nostro testo, in cui si dice che "il frumento li circonda [le piante
del padre da lungo tempo scomparso. L'atmosfera è serena, gradevole, come
o i minerali] per proteggerli". Le piante-minerali corrispondono qui al
in una "nuova primavera" (quella descritta nel Cornarlo), e il padre morto
cadavere, avvolto dai chicchi di frumento nascosti nelle bende di lino.
raccomanda al figlio di non preoccuparsi più di quanto accade giù in basso.
Come dice il Cornano, nella resurrezione le piante "fioriscono". I fiori
Evidentemente l'inconscio vuole indurre il sognatore a guardare con distacco
sono una diffusa immagine archetipica dell'esistenza post-mortale, ossia
l'evento conclusivo della sua vita corporea. L'infelice ebbe una fine penosa e
del corpo che risorge. Nelle cosiddette Ore di guardia dei misteri di
dolorosa, sopportata peraltro con coraggio. L'"altopiano" della seconda
Osiride,11 avviene nella quarta ora del giorno la cosiddetta resurrezione
foresta potrebbe alludere a un'accresciuta intensità dell'energia psichica, di
vegetale (e subito dopo quella animale, da intendere probabilmente come
cui parleremo più avanti. Il passaggio dalla foresta abbattuta alla foresta
un rito di rinascita in cui si rinnovava il ka del defunto). Nella sesta ora si
risorta si configura in questo sogno come un tipico colpo di scena onirico e
dice quindi che la dea celeste Nut accoglie il morto e lo fa rinascere come
non viene descritto in modo più preciso, mentre il Cornano si diffonde a
proprio figlio.12 La "resurrezione vegetale" è dunque il primo stadio verso
descrivere in che modo le piante, ossia i corpi e gli spiriti, patiscano dapprima
la rinascita. A quel punto il morto dice:13 "Io sono il puro fiore di loto
nelle tenebre degli inferi, per poi ridestarsi e rinascere per effetto dell'acqua
scaturito dallo splendore di luce che è sul naso di Ra (...) Io sono il puro
di vita. A quel punto esse risorgono come fiori in primavera.
fiore scaturito dal campo"; oppure dice a Osiride:14 "Sono la radice di
L'immagine del fiore come prima materia nel Comario rappresenta, come
Naref, la pianta Neheheh dell'orizzonte occidentale (...) O Osiride
ha mostrato Henri Corbin (1977, pp. 2QSgg.) la materia grezza del processo di
risanami, come tu stesso ti risani." O ancora:15 "Ho preso il volo nei tempi
resurrezione anche nella mitologia religiosa persiana. Come risulta dalle
primordiali, sono nato come Chepri [scarabeo], sono cresciuto come
raffigurazioni dell'Aldilà, ogni angelo e ogni potenza divina possedevano n
proprio fiore particolare. Il Dio Vohuman aveva il gelsomino bianco, Shatrivar pianta."
il basilico, Daena ( vedi oltre p.72) la rosa dei cento petali. Si usava meditare Anche nell'Estremo Oriente il "fiore d'oro", simbolo del Sé, è
questi fiori in modo di costellare l’energia, dalla quale poi sfavillava l’angelo o un'immagine familiare dell'eterno nell'uomo. Si racconta che Buddha tenne
la potenza divina stessa nel campo visivo interiore. In questo modo la un giorno una predica senza parole, mostrando ai suoi discepoli un fiore
meditazione di un fiore rendeva possibile, per usare le parole di Corbin, giallo (o, secondo altre versioni, un bianco fiore di loto). Soltanto il suo
l'epifania di esseri divini dell'Aldilà, del mondo archetipico. discepolo Kasapa capì, e reagì con un sorriso d'intesa.16 Il fiore corrisponde
1 Anche presso gli Egizi l'idea della resurrezione era associata all'illuminazione. Nella Dottrina della terra pura, il fiore (il loto bianco) è
all'immagine del mondo vegetale e anche per loro i fiori erano una metafora il simbolo di colui che, per quanto irretito nella colpa e nell'inganno di
del corpo che risorge. Gli Egizi nascondevano addirittura chicchi di grano questa vita, "vive in Dio", nella luce e nella vita eterna di Amidha Buddha.
e semi di fiori nelle bende delle mummie o in un recipiente accanto al Nel testo taoista cinese // segreto del fiore d'oro,11 quest'ultimo viene
cadavere, e li innaffiavano di acqua. Quando germogliavano, era un segno descritto come un "nuovo essere" che si svolge nel silenzio, attraverso la
che la resurrezione era compiuta. Que- meditazione, dalle oscure profondità interiori. È quella che Jung chiama
esperienza del Sé. Ed è insieme un'esperienza dell'immortalità che ha
inizio già in questa vita:18 "Il corpo assomiglia alle radici di un fiore di
loto, lo spirito è la sua fioritura. Le radici restano nel
CH'ITOLO TERZO
LA VEGETAZIONE 5T

Fango ma il fiore si protende verso il cielo." II fiore d'oro significa un


Il fiore è qui, come nella mistica orientale, simbolo di una perfetta
legame con la "continuità creativa",19 e l'immortalità dipende dalla
intangibilità interiore e di una vita che sopravvive alla morte. Il bambino
cristallizzazione di un corpo eterno, il corpo-dharma.20
d'oro che esso genera è, come il fiore stesso, un'immagine del Sé, ma più
Ancora oggi in Nepal al momento della cremazione si usa spargere sul
attiva, più vicina all'uomo e quindi più esposta al demone. Soltanto il
catafalco grani di riso o fiori. Durante le feste dei morti vengono tese sul coraggio dell'eroina riesce infine a sconfiggere il principio distruttivo.
fiume sacro ghirlande di fiori (gialli!) di piante del genere Tagetes, per Il motivo della sopravvivenza come fiore sulla tomba è diffuso anche
offrire ai morti un ponte verso l'Aldilà. Un ruolo particolare spetta a un fiore in Europa. Si narra che nel 1430 volessero costruire la casa di un
detto tulasi, di cui viene offerto un infuso al moribondo, mentre i petali del cappellano a Hiltisrieden, quando dal terreno spuntò un giglio che cresceva
fiore gli vengono messi sulla lingua. Quando muore un membro della casta dal cuore di un uomo sepolto lì sotto. Più tardi si raccontò la stessa storia
dei guerrieri, si usa mettergli dinanzi un mazzo di tulasi, e posare pezzi di vicino al luogo in cui era sepolto il duca Leopoldo, e si disse che il giglio
radice sulla lingua, le orecchie, gli occhi e la testa. Lo si spruzza quindi con era cresciuto dal suo cuore. Niccolò della Fliie, il santo svizzero, ebbe una
acqua del Gange pronunciando tre volte ad alta voce il nome tulasi: a questo volta una visione: mentre pregava con fervore vide spuntare dalla sua
punto la sua anima può finalmente salire in cielo. Anche dopo la morte le bocca un bianco giglio dal meraviglioso profumo, che crebbe fino a toccare
anime possono far visita a chi è rimasto in vita scendendo sopra un fiore di il cielo; poi rivolse il pensiero alle sue bestie, e il suo cavallo preferito
tulasi sull'altare domestico.21 divorò il giglio. Qui evidentemente il giglio è una manifestazione del subtle
Ancora oggi, in Guatemala, il fiore di Tagetes giallo-arancio è usato body, un'immagine dell'anima candida di Niccolò, tesa verso il cielo.
dagli Indi come simbolo del giorno che commemora i defunti. Il suo Il fiore è dunque un'immagine dell'anima liberata dal corpo materiale,
significato è: sole, luce e vita.22 e perciò anche, nello stesso tempo, un'immagine della sopravvivenza
Noi occidentali non possediamo tradizioni così ricche sul fiore delle anime, dell'anima dopo la morte.24
ma il motivo archetipico del fiore ricorre con molta frequenza anche in Anche tra i Maya dell'America centrale la crescita della vegetazione era
Occidente. Ad esempio, la fiaba zingara del Vampiro racconta di una bella associata strettamente al culto dei morti. Poiché l'interpretazione della
fanciulla innocente che viene perseguitata da un diavolo in forma di vampiro e scrittura maya è ancora molto incerta, devo limitarmi a mettere in luce solo
quindi uccisa dopo inutili tentativi di fuga.23 Sulla sua tomba, all'altezza della alcuni aspetti più generali.25 Sembra che i Maya possedessero un rituale
testa, spunta allora un fiore, "luminoso come un cero". Il figlio del re vi passa con cui accompagnavano nell'Aldilà l'anima del defunto fino alla sua
di fianco a cavallo, coglie il fiore e lo mette nella propria camera. Durante la rinascita. "Le anime dei morti avevano uno stretto rapporto con la crescita
notte la fanciulla esce dal fiore e dorme col figlio del re senza svegliarlo, per delle piante, e in particolare del mais, e contribuivano anche alla rinascita
poi ritornare fiore con la luce del giorno. Il figlio del re rimane spossato dalla delle piante."26 Non tutti i Maya (come gli Atzechi, vedi p. 29) prendevano
sua avventura notturna e i genitori scoprono il segreto. Afferrano la fanciulla, parte a questo cammino iniziatico: alcuni sparivano in una regione oscura
il figlio si desta e può finalmente congiungersi da sveglio con l'amata. Questa detta Mictlan e non facevano più ritorno, mentre i guerrieri caduti in
dà alla luce un bambino d'oro, che tiene in mano due mele. Ma dopo qualche battaglia e le donne morte di parto salivano alle regioni celesti e
tempo arriva il vampiro e uccide il bambino. La ragazza gli scaglia una terribile accompagnavano il sole nel suo cammino fino alla sera, per poi tornare
maledizione che ha l'effetto di farlo morire all'istante, poi gli strappa il cuore sulla terra sotto forma di farfalle e di colibrì. Dopo il decesso, il morto si
dal petto e con esso risveglia il suo bambino e lo riporta alla vita. trova dapprima in uno stato di confusione, poi con l’aiuto di un sacerdote
si risveglia e ritorna attivo, abbandona il proprio
,.v CAPITOLO TERZO LA VEGETAZIONE 59

corpo mortale e diventa tutto "occhio" o "anima", e si cerca infine una conservavano abitualmente le sementi. Come i semi, sparsi in primavera,
donna incinta per ritornare alla vita nel suo bambino. 27 L'ideogramma per si risvegliano a nuova vita, così anche i morti rinasceranno a nuova vita
questo processo di rigenerazione è un vaso pieno di cenere (!) o un ossicino nell'Aldilà.34
da cui spuntano due o tre piccole foglie.28 Un uccello chiamato Moan, che Nella letteratura sull'argomento si legge di continuo che gli "dei della
porta sul becco la scritta "semenza di vita", aiuta l'anima nella sua vegetazione" sarebbero legati al simbolismo della resurrezione, nel senso
rinascita.29 Paul Arnold, che pubblicò il Libro dei morti maya, sottolinea la che i vari Osiride, Attis, Tammuz e così via hanno il significato di morte e
stretta parentela fra questa concezione e l'antico pensiero cinese. rinascita dei vegetali. Da un punto di vista psicologico questo non è esatto.
Nei tempi più antichi i Cinesi seppellivano probabilmente i loro morti Le civiltà contadine avevano una tale familiarità col mondo vegetale che
nella casa, dove erano conservate le sementi per la prossima semina. In esso non presentava ai loro occhi alcun mistero e non aveva in sé nulla di
origine — scrive Marcel Granet (1934, p. 265) — si riteneva che i morti divino; nel culto dei morti la vegetazione era piuttosto il simbolo di uno
sopravvivessero in qualche modo nella falda acquifera sotto la casa, vicino a
psichismo sconosciuto, ed era intrecciata, come tutti i simboli archetipici,
quelle Sorgenti Gialle che erano la loro meta finale, il Paese dei Morti; di qui
a molte altre immagini mitiche. La vegetazione raffigurava il mistero psi-
essi ritornavano sulla terra. Granet (1934, p. 160) ci informa che "le Sorgenti
chico della morte e della resurrezione. Bisogna tenere presente, a questo
Gialle, Paese dei Morti, costituivano un serbatoio di vita. I Cinesi
punto, che la vegetazione è caratterizzata in realtà dal fatto di trarre la
affermavano che, rifugiato alle Sorgenti Gialle, nei bassifondi (il Basso è
propria vita dalla "morta" materia inorganica: luce, aria, terra e acqua. Essa
'ym') del Settentrione ('yin'), lo yang passava l'inverno ('yin') imprigio-
è perciò particolarmente adatta a simboleggiare il prodigio di una nuova
nato ed avvolto dallo yin (Acqua). Là recuperava pienamente la sua potenza,
vita che scaturisce da una "morta" sostanza materiale. Ora, anche il
apprestandosi ad uscirne". Nella polarità yin-yang (vedi anche sopra p. 29),
cadavere è fatto di materia inorganica, e si può quindi sperare, per analogia
lo yang ritornava a crescere col solstizio d'inverno.
con la vegetazione, che anche da esso nascerà una "forma" vivente.
Più tardi i morti venivano seppelliti in cimiteri al nord delle città: il nord A differenza dell'albero, dell'erba e del prato fiorito, il fiore ha anche
era associato al silenzio invernale e al giorno dei morti, al periodo in cui attori un significato suo particolare. I fiori sono raffigurati perlopiù in forma di
girovaghi mascherati da animali mimavano gli spiriti dei defunti spostandosi mandala (come il "fiore d'oro" del Buddha) e fungono perciò da simboli
da un paese all'altro e si andava in pellegrinaggio alle tombe per riassettarle.30 del Sé: il mitologema del fiore alluderebbe dunque al fatto che il Sé
Un'altra usanza era un banchetto solenne a cui si invitavano gli spiriti degli possiede o si costruisce un corpo nuovo in forma di mandala, estraendo a
antenati.31 Venivano poi la purificazione dei campi, l'aratura e la prima tale scopo 1'"essenza vitale" del corpo morto.
semina.32 Era anche la stagione dei matrimoni, intesi anch'essi come semina di Anche la nostra usanza di offrire fiori e corone durante i funerali non
una nuova vita. I Cinesi ritenevano che gli avi ritornassero alla vita nei loro solo è simbolo della nostra partecipazione emotiva, ma è anche
discendenti, non in persona, ma nella loro essenza più intima, che era poi un'inconscia magia di resurrezione, un simbolo del ritorno del morto alla
quella della famiglia.33 Si stabilisce così un'analogia mistica tra i morti, che vita; non per nulla le corone hanno forma di mandala.
scendono nella terra per il riposo invernale, e le sementi, che riposano Quanto sia tenace questo simbolo di un "corpo" postmortale, inteso
nell'angolo settentrionale della dispensa per rinascere in primavera a nuova come dimora stabile dell'anima, lo appresi con dolore dall'"immaginazione
vita. Anche nel bacino del Mediterraneo, e specialmente nella tarda età attiva" di una mia paziente ed amica, morta all'improvviso all'età di
micenea, i morti venivano seppelliti spesso nei cosiddetti pithoi, grossi vasi cinquantaquattro anni. L'immaginazione attiva è, com'è noto, una forma di
d'argilla in cui si meditazione scoperta da Jung, nel corso della quale l'individuo intrattiene
un dialogo interiore con figure di
CAPITOLO TERZO LA VEGETAZIONE 61

(So

fantasia. L'interlocutore immaginario di questa donna era uno spirito in tro il fiore, ma gli sono accanto, protetta da luì, nel suo dolce calore.
forma di orso, che possiamo rappresentarci come una sorta di guru Esso è l'ordine, il centro: qui non c'è scissione o incompiutezza.
interiore. Ecco il testo del dialogo immaginario trascritto dalla donna un (Alcuni giorni più tardi. Qui presso il fiore mi sento al sicuro dal freddo
mese prima della sua morte: e dal caldo eccessivi, domando:) Perché il muro è così spesso?
Orso — Per proteggerci da Dio.
Io — Oh, mio grande orso, sento molto freddo. Quando arriveremo a Io — Chi lo ha costruito?
casa? Orso — Dio.
Orso — Solo quando morrai vi arriverai per sempre. Io — Chi ha fatto crescere il fiore?
Io — Non potremmo andarci subito? Orso — Dio, per proteggerti da lui.
Orso — No, prima devi ultimare i tuoi doveri. Io — Oh Dio terribile, spaventoso, benevolo, soccorrevole!
Io — Ma io non posso, ho troppo freddo. Una settimana più tardi. Il mistero del fiore è in me. lo sono il fiore e il
Orso — Ti darò un po' del mio calore animale. (L'orso mi abbraccia con fiore è me: è entrato in me ed è diventato un uomo... io sono questa
cautela e continua a scaldarmi lentamente.) corolla luminosa da cui sgorga una sorgente... sono davvero io?... se
Io — Non potremmo andare già adesso per un po' in questa patria mi avvicino al fiore, so che mi avvicino a me stessa.
meravigliosa? Due settimane più tardi. Vado verso il muro. L'orso che mi accompagna
Orso — È pericoloso. mi apre una delle quattro porte ed entriamo... Appena ci troviamo
Io — Perché? all'interno della muraglia l'orso assume forma umana: porta un
Orso — Perché non si è sicuri di poter ritornare. mantello dorato, lo guardo il fiore, e mentre lo medito divento io stessa
Io — Ma non siamo già stati più volte... davanti al fiore meraviglioso? il fiore, alto e ben radicato nel terreno, lucente e intemporale. Assumo
[Fiore = patria; la donna si riferisce qui a un sogno precedente.] la forma dell'eternità. Così sono perfettamente guarita... Come fiore,
Orso — Sì, ma non è come entrare in lui. come centro, nessuno può farmi nulla. Sono protetta. Per la maggior
Io — Eppure non posso vivere senza questo centro. Il centro dovrebbe parte del tempo dovrò assumere di nuovo la mia forma umana, ma avrò
essere sempre con me... Vorrei essere sempre non fuori, ma dentro di sempre ancora la possibilità di diventare fiore di tanto in tanto. Ne sono
esso. Fuori è tutto senza senso, si è esposti al caso. molto lieta, perché fino a poco fa non sapevo che ciò fosse possibile.
Sei giorni più tardi. Vedo il fiore risplendere meravigliosamente nel Conoscevo il fiore solo come oggetto, ora so che anch'io posso
buio della foresta. È cresciuto, ha messo radici, ma rimane in eterno. diventare fiore.
E diventato, non ha tempo... La sua corolla è formata da otto petali
luccicanti, quattro d'oro e quattro d'argento, disposti in forma A questo punto il testo s'interrompe per la morte improvvisa della
simmetrica. Esso si trova al centro di un'area circondata da un muro donna, dovuta a embolia polmonare. È come se la donna avesse voluto
alto e spesso, con quattro porte chiuse. Il mio accompagnatore, l'orso, entrare nel fiore una volta per sempre. Qui il fiore è un simbolo evidente
ha quattro chiavi d'oro. Apre una delle porte, ed entriamo, poi chiude della vita postmortale. Ma ciò non significa che il corpo risorto debba avere
la porta dietro di noi. Appena mi trovo all'interno del muro, provo una realmente questo aspetto e queste caratteristiche. 11 fiore va inteso come
sensazione di benessere: simbolo di una forma di esi-
— Perché mi sento così bene? Orso — Perché all'interno del muro non
ci sono demoni. Io — Sono molto felice di essere qui, nella nostra patria,
nel centro.
Il fiore irraggia una meravigliosa luce salutifera. Non sono den-
t>2 CAPITOLO TERZO

stenza in sé non rappresentabile e non concepibile razionalmente. Nella CAPITOLO 4


prospettiva junghiana la struttura a mandala del fiore rimanda al Sé, alla
Le prime nozze di morte
totalità interiore dell'anima. Il fiore ha insomma la natura di una totalità
interiore accresciuta, in cui l'anima per così dire si ritira al momento della
morte. In un passo dell'immaginazione attiva che non ho riportato, la donna
chiama il fiore col nome di "stella": altro simbolo ben noto del corpo
risorto. Nell'antico Egitto l'anima ba, immortale (che è una delle forme in
cui il morto sopravvive), veniva raffigurata come un uccello o come una
stella. La stella simboleggia l'unicità eterna del defunto, che conserva la
propria identità anche fra milioni di stelle. Ma con questo motivo siamo in
anticipo sul nostro testo guida, il Cornano, a cui torneremo nel prossimo
capitolo.
Il ritorno alla vita delle "piante" ( = minerali) attraverso l'acqua coincide
con le cosiddette "nozze" alchemiche. Ecco come prosegue il Comario-.1

"io (...) Io dico a voi, che siete benevolenti: quando raccogliete le piante
e gli elementi e i minerali [le pietre] al loro posto, essi sembrano molto
belli, ma in realtà non sono belli, se li sottoponete alla prova del fuoco. Ma
quando hanno assorbito la gloria del fuoco e il colore lucente, li vedrai
crescere rispetto alla gloria prima nascosta, giacché la loro bellezza e la
loro natura fluida si è trasformata in qualcosa di divino. Poiché essi [gli
adepti] le nutrono [le piante] nel fuoco, così come l'embrione viene nutrito
nell'utero e cresce rapidamente. Quando poi si avvicina il mese giusto,
nulla gli impedisce [all'embrione] di uscire. Così procede anche quest'arte
sacra [l'alchimia]. I flutti e le onde di continuo scroscianti tormentano i
corpi nell'Ade e nella tomba in cui giacciono. Ma quando la tomba viene
aperta, essi salgono dall'Ade come il bambino dal grembo materno. E
quando gli adepti vedono questa bellezza, come una madre guarda con
amore il suo bambino, essi cercano in che modo nutrire il bambino [il
cadavere] mediante quest'arte, e cioè con acqua anziché latte. Perché l'arte
imita la nascita del bambino, essendo formata essa stessa come un
bambino, e quando essa è compiuta, ecco il sigillo del mistero.
II. Ora vi farò sapere con chiarezza dove sono gli elementi e le piante.
Incomincerò con una similitudine [ainigma, significa anche "enigma"]:
sali nel luogo più alto sulla montagna coperta di foreste
64 CAPITOLO QUARTO PRIME NOZZE DI MORTE 65

e vi troverai una pietra, prendi da essa l'elemento maschile (arseni-kon) e proiettatela sul corpo dell'argento: ne ricaverete un oro come neanche i re
sbiancalo nel modo divino [presumibilmente con hydor theion, l'acqua possiedono nelle loro stanze del tesoro."
divina]. E a metà del cammino guarda sotto l'elemento maschile e vi
troverai la sua compagna, in cui esso diventa una cosa sola e in cui si Segue, nel testo, la descrizione della resurrezione vera e propria. Ci
rallegra. La natura si rallegra della natura e senza questo non diventa una. sono però alcuni motivi che meritano un esame più approfondito: così ad
Scendi poi al mare d'Egitto, e prendi dalla sabbia, dalla sorgente, il esempio l'unione del superiore e dell'inferiore viene descritta nei termini,
cosiddetto nitro. Uniscili l'uno all'altro ed esso produrrà allora la bellezza nuovi, di "sposo" e di "sposa". Nel nostro testo il motivo è appena
che colora ogni cosa, e senza questo non saranno una cosa sola. Perché la accennato, ma acquisterà un'importanza sempre maggiore nei testi
sua misura [del maschile] è la sua compagna. Vedi, la natura compensa la alchimistici successivi. Esso rappresenta l'unione degli opposti psichici
descritta da Jung in Mysterium coniunctionis (1955-56): sono le nozze
natura, e se tu metti ogni cosa in equilibrio, le nature vinceranno le nature
sacre (hierosgamos) che, anche come "nozze di morte", sono un motivo
e si rallegreranno l'una dell'altra.
archetipico universalmente diffuso.
12. Guardate, o saggi, e comprendete: ecco il compimento dell'arte
Trovandosi in pericolo di vita, lo stesso Jung (1961, p. 349) fece una
mediante la conciliazione e l'unione dello sposo e della sposa. Osserva le
volta l'esperienza dello hierosgamos. Dopo aver superato tre embolie
piante e le loro differenze. Io vi dico: guardate, e comprendete che le
cardiache e polmonari si trovava sempre sospeso tra la vita e la morte:
nuvole salgono dal mare, e portano le acque benedette con le quali irrigano
la terra, e da questa spuntano germogli e fiori. Così anche la nostra nuvola, "Di giorno ero per lo più depresso. Mi sentivo debole e avvilito (...)
che sale dal nostro elemento, porta le acque divine e nutre le piante e gli Verso sera mi addormentavo e il sonno durava fino a mezzanotte circa. Poi
elementi e non ha bisogno di ciò che viene da altre terre. tornavo in me e stavo sveglio per quasi un'ora, ma in una condizione
13. Ed ecco, o fratelli, il mistero paradossale, l'ignoto, la verità vi sono d'animo decisamente mutata. Era come se fossi in estasi, o in uno stato di
rivelati. Guardate e abbeverate le vostre terre, e guardate come nutrire i estrema beatitudine. Mi sentivo come sospeso nello spazio, come se stessi
vostri germogli in modo da poterne raccogliere il frutto più bello. Ascolta al sicuro nel grembo dell'universo, in un vuoto smisurato ma colmo di un
ora, e comprendi, e soppesa quanto ti dico. Prendi dei quattro elementi intenso sentimento di felicità (...) Ogni cosa intorno a me sembrava
quello superiore, maschile, e quello inferiore, di un bianco lucente e incantata. A quell'ora della notte l'infermiera mi portava del cibo che aveva
rossastro, maschile e femminile di uguale peso, per congiungerli. Come riscaldato, poiché solo allora potevo prendere qualcosa (...) Per un po' mi
infatti l'uccello scalda, covandole, le sue uova e le porta a compimento, parve che fosse una vecchia Ebrea, più vecchia di quel che non fosse in
così anche voi scaldatele e scioglietele (leiosi) e portatele alla luce, realtà, e che mi stesse preparando dei piatti rituali, kasher. Quando la
nutrendole al sole e in luoghi ardenti con acque divine, cuocetele a fuoco guardavo, sembrava che la sua testa fosse circonfusa da un alone azzurro.
lento con latte di vergine e osservando il fumo [il fumo è in alchimia un Io stesso, così mi pareva, ero nel Pardes rimmonim, il giardino dei
simbolo della sostanza 'sublimata']. Chiudetele nell'Ade e riportatele fuori, melograni [titolo di un trattato cabalistico cinquecentesco di Mosè
nutritele con croco cilicio al sole e in luoghi ardenti, cuocetele a fuoco lento Cordovero], e avevano luogo le nozze di Tipheret e Malchuth [principio
con latte di vergine e guardatene il fumo, chiudetele nell'Ade e muovetele femminile e maschile all'interno della divinità]. Oppure ero come il Rabbi
con cautela finché la loro prepara/ione sia più solida e non sfuggano più al Simon ben Jochai, del quale si stavano celebrando le nozze nella vita
fuoco. Poi tiratele fuori, e quando l'anima (psyche) e lo spirito (pneuma) ultraterrena. Erano le nozze mistiche, così come appaiono nelle
sono diventati una cosa sola rappresentazioni della tradizione cabalistica (...) Non so esattamente che
parte vi avessi. Alla fine era me
66 CAPITOLO QUARTO PRIME NOZZE DI MORTE 61

stesso: io ero lo sposalizio! E la mia beatitudine era una beatitudine dall'amore? [Rom. 8.35-39]. Nessuno, nessuno mai, perché il nostro
nuziale. amore è forte come la morte [Cantico 8.6]."
Un po' per volta il giardino svaniva, e la mia visione mutava. Seguivano
le 'nozze dell'Agnello', in Gerusalemme parata a festa (...) Erano ineffabili Lo sposo risponde:
momenti di gioia (...) Anche questa immagine svaniva, e se ne presentava
un'altra, l'ultima visione. Risalivo un'ampia vallata, fin dove essa finiva e "O mia amata, o mia amatissima sposa, dolce suonò la tua voce alle mie
cominciava una serie di dolci colline. L'estremità della valle era costituita
orecchie [Cantico 2.14]. Il tuo profumo supera quello degli unguenti più
da un anfiteatro classico, splendidamente disposto nel verde scenario. Là,
preziosi [4.10]. Com'è bello il tuo aspetto [4.1], i tuoi seni sono più amabili
in quel teatro, si celebrava lo hierosgamos. Venivano sulla scena danzatori
del vino [4.10], tu mia sorella, mia sposa, i tuoi occhi sono come le vasche
e danzatrici, e su un talamo coperto di fiori il Padre Zeus ed Hera
di Hesbon [7.4], i tuoi capelli sono come oro e le tue guance come avorio,
consumavano le nozze mistiche, così com'è descritto nell'Iliade.
il tuo grembo è come una brocca di latte sempre colma [7.2], i tuoi abiti
Tutte queste esperienze erano meravigliose. Vagavo una notte dopo
sono più puri della neve, più bianchi del latte e più rossi dell'avorio
l'altra in uno stato di purissima beatitudine, 'circondato da immagini di tutta
stagionato [4.7], e la tua figura è in tutto bella e desiderabile. Venite, figlie
la creazione'. Poi gradualmente i vari motivi si mescolavano e
impallidivano. Di solito le visioni duravano per circa un'ora; poi mi di Gerusalemme, guardate e annunciate ciò che avete visto; ditemi, che
addormentavo di nuovo. Avvicinandosi la mattina, pensavo: ora cosa faremo per la nostra sorella, che è così piccola e non ha ancora seni
ricomincia ancora il grigio mattino." sviluppati il giorno del fidanzamento? [8.8] Dispiegherò le mie forze su di
lei e coglierò i suoi frutti, e i suoi seni diventeranno come grappoli d'uva
Il ritorno alla vita quotidiana fu difficile e deprimente. Jung (1982, p. [7.8]. Vieni, o mia amata, usciamo per la tua campagna, sostiamo nelle
61) descrive la stessa esperienza anche in una lettera, dove però aggiunge: cascine. Leviamoci di buon mattino per andare alla vigna [7.11-12] poiché
"Durante la malattia, c'era qualcosa che mi sosteneva. I miei piedi non la notte è trascorsa e il giorno si avvicina [Rom. 13.12]; e guarderemo se
erano sospesi in aria e io avevo la prova di aver raggiunto un terreno stabile. la tua vigna è fiorita, se i tuoi fiori hanno dato frutto; e lì darai il tuo seno
Qualsiasi cosa si faccia, se avviene con onestà d’intenti, diventa alla fine alla mia bocca. Io ho serbato per te tutti i frutti, vecchi e nuovi [Cantico
un ponte verso la propria compiutezza, un ottimo traghetto che ci trasporta 7.12-13]; godiamone dunque, gustiamo queste cose buone, senza indugio,
nell’oscurità del seconda nascita, che vista dell’esterno appare come finché siamo giovani. Empiamoci di vino prezioso e di profumi, e non
morte.” manchi alcun fiore alla nostra corona, prima i gigli, e poi le rose, prima che
San Tommaso d'Aquino morì in uno stato simile all'estasi, mentre marciscano (...) lasceremo ovunque segni della nostra allegrezza, perché
cercava di spiegare ai monaci di Santa Maria di Fossanova il Cantico dei questa è la nostra sorte [Sapienza 2.7-9]: vivere nell'unità dell'amore e
Cantici: la più bella versione dello hierosgamos che si conosca nella annunciare in tripudio: vedi come è bello e amabile dimorare in due in uno
tradizione occidentale. Pare anzi che sia spirato alle prime luci dell'alba solo [Salmi 133.1]."
pronunciando le parole: "Venite, filii, egrediminì in hortum" (Venite, figli
miei, entriamo nel giardino).2 Il trattato alchimistico Aurora consurgens Gli alchimisti hanno inteso questo testo come una descrizione del loro
risale probabilmente a questa esegesi del Cantico fatta da san Tommaso. Opus, ma possiamo intenderlo in ogni caso come un'allegoria
In esso la sposa dice:1 dell'individuazione compiuta: unificazione definitiva degli opposti
psichici, liberazione da ogni aderenza all'Io e ingresso estatico in uno stato
"Io porgo la bocca al mio amato ed egli mi bacia [(.'antico 1.2]. Io e lui
di pienezza divina.
siamo una cosa sola [Giov. 10.30]. Chi potrà mai separarci
68 CAPITOLO QUARTO PRIME NOZZE DI MORTE 69

Non solo in queste esperienze estatiche in prossimità della morte, ma


anche nei sogni che alludono alla vicinanza della morte ricorre spesso il Camminavo con altre persone in un corteo funebre. Il morto era un
motivo nuziale. Un'anziana infermiera in pensione mi scrisse che aveva uomo a me sconosciuto, del tutto indifferente. Il corteo si fermò su una
sognato di ricevere un annuncio matrimoniale e che nel sogno aveva dato piazza quadrata della città, coperta di erba: sul prato era eretta una
il suo assenso, senza però sapere chi era la persona con cui si fidanzava. catasta. I portatori vi posarono sopra la cassa e vi diedero fuoco, lo
Poi si era svegliata ma non era riuscita a comprendere il significato del guardavo la scena senza alcuna partecipazione emotiva, ma quando le
sogno. Addormentatasi nuovamente, aveva quindi sognato "di indossare fiamme incominciarono a guizzare verso l'alto, a un tratto il coperchio
un bianco abito funebre e di tenere in mano una rosa rossa. Andava della cassa si aprì e ne uscì fuori una donna nuda, bellissima, che si mise
incontro a lui, allo sposo, col cuore pieno di impazienza e di gioia". a correre con le braccia aperte verso di me. Spalancai le braccia e mi
Svegliandosi aveva compreso che lo sposo doveva essere Gesù Cristo, e svegliai provando una sensazione di indescrivibile beatitudine.
che il sogno voleva prepararla alla morte ormai vicina.
Edward Edinger (1972, p. 217) riferisce questo sogno di un uomo Questo sogno iniziale mi spaventò molto. Avevo la sensazione che
condannato da un male incurabile, lo stesso che aveva sognato l'uomo-erba volesse preparare quell'uomo all'avvicinarsi della morte, benché fosse
(p. 47): ancora giovane e robusto. Ma soprattutto mi sembrava inquietante quella
sensazione di "beatitudine incomparabile". Dopo questo sogno il medico
riprese a fare sogni "normali", e l'analisi si avviò normalmente. Dopo un
È buio, ma nel buio si vede una strana luce, difficile da descrivere, come
anno il mio paziente tornò in patria per motivi finanziari, con l'intenzione
se l'oscurità fosse per così dire incandescente. In essa si trova una bella
però di riprendere presto l'analisi didattica. Improvvisamente mi giunse la
donna dai riflessi dorati, con lo sguardo di Monna Lisa. Mi accorgo poi
notizia della sua morte: aveva preso un'influenza che si era poi rapidamente
che quella luce proviene da un gioiello appeso al collo della donna: è un
aggravata, ed era morto per un collasso cardiaco sull'ambulanza che doveva
monile molto delicato, formato da piccoli turchesi incastonati in un oro
portarlo in ospedale. Ma che cosa significano i particolari del sogno?
rossastro, ha cosa per me è molto importante, come se in quella immagine
Anzitutto c'è la sepoltura di uno sconosciuto, che potrebbe raffigurare
fosse nascosto un messaggio, se solo potessi penetrarne il mistero.
l'aspetto terreno e corporeo del sognatore, aspetto che, nella morte, gli
diventa estraneo, indifferente, come il "vecchio Adamo" di cui ormai si è
Edinger paragona a ragione questa figura dell'Anima alla figura biblica
spogliato. Esso corrisponde al cavallo in decomposizione nel sogno citato
della Sophia, che porta in sé la somma delle immagini archetipiche eterne,
a pagina 43. Il prato quadrato raffigura, secondo la prospettiva junghiana,
la Sapienza attraverso la quale, secondo la concezione medioevale, Dio
un mandala, un'immagine del Sé, della personalità compiuta. Cresce
diventa cosciente di se stesso. Si tratta di una potenza cosmica spirituale che
si accosta qui al sognatore come messaggera di morte. dell'erba, allusione alla vegetazione come simbolo della rinascita. Quanto
al motivo della cassa da morto deposta sul fuoco, potremo commentarlo
Anni fa venne da me un medico generico cinquantaduenne, sposato;
solo più tardi: esso ha a che fare con lo sfondo psichico dell'usanza della
fisicamente e psichicamente sano, gli era però venuta a noia la sua
cremazione, descritta però non come avviene negli odierni crematori, ma
professione, e pensava di dedicarsi alla psicoterapia. Il suo sogno iniziale
su un prato verde a forma di mandala. Dalla cassa esce, inaspettatamente,
mostrò tuttavia un orientamento assai diverso. (Al sogno iniziale, cioè al
non il morto, ma una bella donna nuda. Ella rappresenta l'Anima del
primo sogno dell'analisi, siamo soliti attribuire un particolare significato,
sognatore (la sua anima femminile inconscia), che si libera dal cadavere
perché molto spesso prefigura il corso dell'intera analisi). Ecco il sogno:
dell'uomo cremato per effetto del fuoco. È
io CAPITOLO QUARTO PRIME NOZZE DI MORTE 7'

quella che gli alchimisti avrebbero chiamato extractìo animae, e che si sacre" col figlio-amante: un'immagine della riunificazione cosmica degli
trova descritta anche nel Cornano. Sottoposta all'azione del fuoco, l'anima opposti. Già questo primo sogno rivela dunque in forma allusiva lo scopo
abbandona il cadavere oscuro e maleodorante per salire sotto forma di ultimo dell'individuazione, ossia lo hierosgamos, benché questo sia
"nuvola" e ritornare quindi nel corpo come la pioggia sulla terra (non si deducibile dall'immagine della zìqqurat solo in forma indiretta.
tratta più del vecchio corpo, ma di un nuovo corpo-spirito). Questo ritorno In complesso, le testimonianze della letteratura in cui è una donna a
coincide con le "nozze sacre": nel Comario quelle di psyche e del corpo, celebrare le sue nozze di morte con l'Animus — anziché un uomo con
nel sogno quelle dell'anima e del sognatore ormai libero dalle proprie l'Anima — sono piuttosto rare, e ciò dipende soprattutto dal fatto che la
spoglie mortali. letteratura è in prevalenza opera maschile. Nella tradizione ricorre però
Jung osserva che l'Anima (o nelle donne l'Animus, la loro anima anche il motivo della morte come Animus, reso celebre in particolare dalla
maschile inconscia) tende dapprima a coinvolgere l'uomo (o la donna) Leonora di Gottfried August Bùrger:
nella vita, mentre verso la fine della vita stessa, ormai integrata, diventa
Come splende chiara la luna, I
una mediatrice con l'Aldilà, ossia con i contenuti dell'inconscio. A quel morti cavalcano veloci, Non hai,
punto assume un aspetto spirituale-religioso e diventa la Sophia. dolce amata, paura?
Ecco il primo sogno (e il più significativo) compiuto da una giovane
donna morta di cancro, i cui sogni furono raccolti da Jane Wheelwright La morte come sposo ha un aspetto meno tetro nel Lied schuber-tiano
(1981, p. 28): La morte e la fanciulla, dove la morte (in tedesco der Tod è maschile) dice
alla ragazza spaventata:
Giunsi davanti a una torre sumerica, alla cui cima portavano grandi Sono amico e non vengo a farti del male. Sii di
rampe a zigzag. Era in pari tempo il California State College, che si trova buon animo: non sono feroce! Dormi
sopra l'Università della California del Sud. Io dovevo salire sulla cima dolcemente fra le mie braccia.
della torre, e la salita era un terribile giudizio di Dio. Quando raggiunsi
la cima guardai in basso e vidi in tutta la città edifìci sparsi di epoca Infine, esiste anche un tipo di fiaba in cui la donna sposa direttamente
sumerica, romana, gotica e indiana antica. Davanti a me c'era un grande la Morte personificata. Una fiaba zingara racconta ad esempio di una
libro aperto, elegante e bene illustrato, che riportava particolari giovane donna che vive sola, dopo la morte dei genitori, dei fratelli e dei
architettonici di quegli edifìci, i loro fregi e sculture. A questo punto mi conoscenti.4 Un bel viandante viene da lei e le chiede ospitalità, dicendole
svegliai terrorizzata dall'altezza della torre. che "in mille anni poteva dormire solo una volta". Ella s'innamora di lui, e
il viandante resta un'intera settimana. Poi egli le appare in sogno e la
Secondo l'interpretazione data dalla Wheelwright, le zìqqurat fanciulla gli riferisce quanto ha sognato: "Eri freddo e pallido, e
sumeriche erano considerate il centro del mondo, o anche l'asse del mondo viaggiavamo su una bella carrozza. Tu soffiavi in un grande corno. Poi si
in cui si congiungono Cielo e Terra. Nel sogno questa diventa un'immagine avvicinavano a noi i defunti e proseguivano il cammino con te, perché tu
del Sé. È evidente che la sognatrice deve raggiungere, prima di morire, il eri il loro re e indossavi un bel mantello di volpe." Il viandante le risponde
grado di coscienza più elevato possibile, che le permetta di dominare con che era un brutto sogno, ma che ora egli doveva andarsene perché da
lo sguardo la storia impersonale della psiche, sia i valori dell'inconscio quando si era fermato non era morto più nessuno. La giovane donna lo
collettivo che l'evoluzione secolare dello spirito umano. Sulla cima della costringe allora a rivelargli chi egli sia, e il viandante le risponde: "Bene,
zìqqurat la dea (incarnata in una sacerdotessa) era solita celebrare le sue io sono la Morte, e tu devi venire con me." La giovane rabbrividisce dallo
"nozze spavento e muore.
7^ CAPITOLO QUARTO PRIME NOZZE DI MORTE 7;

In un racconto bretone, La sposa della morte,5 una donna sola, ha guidato e consolato, lei ora lo dirige". Essa è anche 1'"immagine" che
Margherita, già oltre la quarantina, sposa uno straniero sconosciuto egli voleva diventare: gloria, vittoria e destino. Considerata nella sua
comparso all'improvviso. Egli la porta via con sé, lasciandole appena il globalità, è 1'"aspetto eterno" dell'uomo mortale.8
tempo di salutare il suo figlioccio e di raccomandargli di andare una volta Questo aspetto archetipico della morte-Anima ricorre anche oggi nei
a trovarla. I due camminano per un tempo lunghissimo verso oriente, finche sogni e nelle visioni, dove appare, secondo i casi, come demone che
raggiungono una grande muraglia, dove dovranno abitare: è il "castello del strappa il moribondo alla vita o come l'amata che lo conduce in un mondo
sole nascente". Margherita riceve tutto quello che può desiderare, ma migliore. Come esempio del primo tipo vorrei riportare il sogno di un
durante il giorno deve aspettare da sola il ritorno del marito. Il seguito della uomo che sarebbe morto improvvisamente di lì a tre settimane per un
storia racconta le avventure del figlio adottivo, che va a trovarla e collasso cardiaco. Nonostante un matrimonio assai infelice, quest'uomo
accompagna la Morte nel suo misterioso cammino giornaliero attraverso aveva cercato per tutta la vita di tenerlo in piedi, in ossequio ai suoi princìpi
l'Aldilà. Ma il viaggio dura in realtà cinquecento anni e il figlioccio non cristiani. Ecco il sogno:
può più fare ritorno. Egli osserva che alla partenza e al ritorno la Morte dà
a Margherita tre schiaffi. Alla sua richiesta di una spiegazione ella risponde Mi trovavo con mia moglie in una chiesa per ripetere la cerimonia
che sono baci (!). Sembra infatti che nell'Aldilà si verifichi un curioso nuziale, davanti a me c'era però una parete bianca e impenetrabile. Il
capovolgimento dei valori affettivi, in accordo con la diffusa immagine del parroco (un uomo di mia conoscenza, simpatico ma noioso e
regno dei morti come "mondo alla rovescia", in cui gli uomini camminano convenzionale) stava per iniziare la cerimonia, quando una giovane
sulla testa. zingara, bellissima, fa irruzione nella chiesa, incatena il celebrante e lo
Il motivo della morte come Animus, benché qui non si celebrino nozze, trascina via. La donna mi getta allora uno sguardo fiammeggiante
appare anche nella Passio Perpetuae et Felicitatisi ove il "pastore dicendomi: "Con te finirò per perdere la pazienza!"
cosmico" o "maestro di scherma" offre a Perpetua, vicina a morire, una
comunione di latte e formaggio e, in un sogno successivo, delle mele d'oro. Come si è detto, l'uomo morì di lì a poco. La sua Anima era in collera
Come si è detto, è però più frequente, nella tradizione, il caso in cui è perché il sognatore non l'aveva amata e aveva convenzionalmente represso
l'Anima a celebrare le nozze di morte con l'uomo prescelto. il proprio Eros. Eccola allora diventare un demone di morte, proprio come
Il simbolismo delle nozze di morte trova forse la sua elaborazione più i Greci raffigurano spesso la morte nelle sembianze di esseri femminili col
completa nell'antica Persia e nella mistica persiana medioevale.7 Ogni corpo di uccello: sono le temibili Kere, che trasportano nell'Ade l'anima
uomo che si è incarnato sulla terra possiede in cielo (spesso senza saperlo) del morto.
un angelo, la sua Daena, figlia della Sophia cosmica {Spenta-Ar malti). La In molti casi lo stesso motivo è accompagnato da un'atmosfera più
Daena è il suo "Io celeste", la sua imago anì-mae, lo specchio della sua serena. Un uomo, morto anch'egli all'improvviso piuttosto giovane, per un
immagine terrena. Essa è formata dalle sue buone azioni, che scaturiscono collasso cardiaco mentre sciava, comunicò a Barbara Hannah (1964, p.
dalla sua immaginazione attiva, cioè dai suoi buoni pensieri. Quando 191) poche settimane prima di morire questo sogno, che fu il suo
l'uomo muore, essa lo raggiunge sotto l'aspetto di una bella fanciulla sul penultimo:
ponte Cinvat e lo accompagna nell'Aldilà. Essa è propriamente l'organo
visionano dell'anima, "la luce che dona la visione ed è a sua volta vista", A un ricevimento in casa di parenti incontro una donna, e riconosco
ed è in questo senso la religio del defunto. Essa si rivela a lui come la sua subito in lei la donna della mia vita, quella che non avevo mai incontrato
"fede", nel senso che "è stata lei a ispirarlo e a lei rispondeva, lei lo nella vita reale. La donna era fisicamente molto attraente, ma era anche
molto di più. Sentivo in lei la presenza dì un'affinità segreta, perfettamente
autonoma e indipendente da me eppure assolutamente familiare.
Dovunque ella andasse, mi offriva la mano e
14 CAPITOLO QUARTO PRIME NOZZE DI MORTE 1>

si rallegrava evidentemente della mia compagnia, senza che ci fosse in che egli ha sposato una regina, e niente di più. Vuole tenerla all'oscuro
questo alcuna costrizione (...) Sempre insieme eravamo poi scesi in città della sua dipartita da questo mondo, e tornare in incognito alla Grande
ed entrati in un negozio, e ogni momento era pura gioia. Madre, la natura. La maggior parte degli interpreti intende questa ballata
in senso letterale come ritorno nel grembo della natura, ma è forse più
Come Barbara Hannah sottolinea a ragione, in questo sogno l'incontro corretto vedervi le nozze con l'Anima, figura della grande psiche cosmica
con l'Anima non è necessariamente presagio di morte, ma poi che questa è inconscia.
avvenuta, il motivo delle nozze di morte risuona anche qui. Allo stesso Lo stesso motivo ricorre, in forma più semplice, anche in una canzone
modo Socrate in carcere sognò una donna bianca e splendente e interpretò popolare ucraina, dove il soldato morente dice al suo
questo sogno come un annuncio della sua prossima fine. Nell'antica Grecia cavallo:
questo legame tra amore e morte era ben noto. Dice Artemidoro (II49) che Nitrisci forte!
Viene la vecchia madre.
sognare le nozze significa sognare la morte, perché "rappresentano
Non dirle, mio destriero,
entrambe un momento conclusivo per gli uomini, e si simboleggiano Che sono stato ucciso,
sempre a vicenda". Hypnos (il Sonno) e Thanatos (la Morte) sono fratelli, Ma dille, o destriero,
e spesso l'iconografia li accoppia.9 Che mi sono preso,
Libero, una sposa,
Un'eco di queste antiche concezioni sembra essersi conservata nella
La tomba nel campo luminoso.
bella ballata rumena di Mioritza. Due invidiosi progettano di uccidere un
bel pastorello, perché è più bravo di loro e più ricco di greggi. Il suo fido In una canzone popolare turca dice il morto ai suoi genitori: 11
agnello chiaroveggente lo mette in guardia, ma il pastorello gli risponde:
Ieri sera mi sono fidanzato, Ieri sera
Seppellitemi nella terra con i miei beni e mettete sulla mia tomba dei flauti
tardi.
in modo che il vento li faccia risonare. E non dire alle greggi che sono stato La Madre Terra è la mia sposa, E la
ucciso. Dirai invece:10 tomba la mia matrigna!
Che mi sono sposato
La prima delle regine,
Com'è noto, l'Anima è legata strettamente all'imago della madre, ed è
La padrona del mondo; per questo che la sposa è detta qui anche Madre Terra: una anima mundi
Che alle mie nozze che per il morto è insieme madre e sposa.
È caduta una stella; Già nell'antica Grecia la camera sepolcrale più interna era detta
Che la luna e il sole thalamos, come la camera nuziale, e le pareti delle tombe etrusche erano
Hanno tenuto la mia corona.
Di' loro, mia cara pecorella,
decorate con gaie scene dionisiache di musica, danza e banchetti, come per
Che i grandi monti una festa di nozze.
Erano i miei officianti, Lo stesso motivo è presente anche nella cultura figurativa egizia: i
I faggi i miei testimoni, coperchi e le pareti dei sarcofagi riportano spesso l'immagine dipinta della
Gli uccelli del bosco
dea celeste Nut (sicché il morto "riposa" letteralmente tra le sue braccia),
I miei suonatori,
E le stelle le mie fiaccole.
o le immagini di Iside (in alto) e di Nefti (in basso). Le sorelle Iside e Nefti
simboleggiano qui la polarità di ombra e luce, le due facce dell'Anima.
Sono le nozze di morte, fusione con l'anima del Tutto, con Yanima Nelle Ore di guardia di Osiride la prefica dice nella quinta ora al morto:12
mundi nel grembo della natura. Perciò il pastore prega l'agnello di dire alla "Alzati, mio signore, è la tua madre Nut che ti parla. Ecco, io vengo a
sua vecchia madre, quando andrà a trovarlo, proteggerti, la tua madre si stende su di te (...) adorno la tua figura più
16 CAPITOLO QUARTO
CAPITOLO 5 Il 'tunnel' della
bella di quella degli altri dei, e innalzo il tuo trono sopra quello del
nascita e lo spirito dì scoramento
trasfigurato." Nella settima e ottava ora la liturgia recita: "O Osiride, primo
dell'Occidente. Ecco, la tua sorella Iside viene a te esultante d'amore, e ti
avvolge col suo incantesimo. Ecco, la tua sorella Nefti viene a te (...) Iside
viene a te. Ed entrambe ti proteggono." E nella dodicesima ora: "Alzati o
signore! Come sono belle le tue membra, come sono buone queste donne
col tuo ka\ Com'è bello il tuo riposo. O vivente, le tue compagne ti
abbracciano (...)" E infine la decima ora di notte: "O Osiride, primo
dell'Occidente, Iside ti guarisce, Nefti ti avvolge; tu sei il dio sovrano in
mezzo a loro e possiedi ciò che esse ti fanno. " Più oltre il morto è
interpellato come se fosse Osiride: "Tua sorella Iside viene a te esultante
d'amore per te. Ponila sul tuo membro e il tuo seme scorrerà dentro di Tra i motivi archetipici che anticipano l'evento della morte rientra anche
lei."13 La mistica naturalistica della ballata di Mioritza risale insomma a l'immagine della nascita come oscuro, stretto sentiero. Nella parte del
una tradizione antichissima, che si diffuse nel bacino del Mediterraneo Cornano che abbiamo riportato all'inizio del capitolo precedente, la
orientale (Creta, Cipro, Cicladi, Micene) arrivando dall'Asia. In molti produzione dell'oro o della "pietra filosofale" era raffigurata con le
monumenti sepolcrali si trova così l'idolo della Grande Dea, accompagnata immagini della gravidanza e della nascita di un bambino. Si tratta di un
da colombe, tori, serpenti; sotto la sua protezione il morto ritorna alla vita. motivo ricorrente nei molti secoli della tradizione alchimistica. Nel testo
Su certe urne provenienti da Cipro si trova raffigurata una coppia che citato vi è poi un altro motivo che rimanda al tema della nascita: gli adepti
potrebbe rappresentare il morto e la sua compagna ma anche lo devono trattare la loro materia "come un uccello che cova le sue uova col
hierosgamos di una coppia divina; le colombe che accompagnano le due mite calore del proprio corpo". Anche questa è, nella tradizione
figure simboleggiano la potenza della Grande Dea dell'amore. 14 Il motivo alchimistica, un'immagine ricorrente. L'uomo antico era affascinato dal
dello hierosgamos trova un'adeguata cornice psicologica in un mondo fenomeno dell'uovo che, pur contenendo solo sostanze "morte" e
dominato dalla Dea Madre e dal principio femminile dell'Eros, mentre lo semifluide, genera un essere vivente senza alcun intervento dall'1 e sterno,
stesso motivo sembra passare in secondo piano nelle civiltà patriarcali e
per effetto del solo calore animale: appunto a questo prodigio gli alchimisti
guerriere.
assimilavano la produzione della "pietra". Il libro cinese degli oracoli, 17
Ching, suggerisce a questo proposito un'analogia che mi sembra degna di
menzione. Si tratta della descrizione di uno stato che viene indicato come
"La veracità intrinseca" (segno 61). Ecco il commento di Richard Wilhelm:
"Il segno Fu (verità) è veramente l'immagine d'una zampa d'uccello al dì
sopra d'un suo piccino. Contiene l'idea della covata. L'uovo è cavo. La forza
del luminoso deve agire vivificando dal di fuori. Ma vi deve già essere pure
un germe di vita nell'interno acciocché la vita possa essere destata."
Analogamente, e su basi del tutto autonome, anche l'alchimista
cinquecentesco Gerhard Dorn designava la parte più intima del-
78 CAPITOLO QUINTO IL •TUNNEL' DELLA NASCITA 79

l'anima (il Sé) come "verità interiore", mentre l'Opus alchemico degli spiriti": in prospettiva psicologica, l'inconscio collettivo, che è da
consisterebbe nel "covare" questa verità a partire dalla materia corporea. sempre, anche a nostra insaputa, "al di sotto" del nostro mondo cosciente.
Il simbolismo della nascita è elaborato con particolare ricchezza nella I medici Raymond Moody (1975) e Michael Sabom (1982), e il teologo
liturgia funebre egizia. Dice ad esempio la sentenza 170 del Libro dei Johann Christian Hampe (1975) accennano nelle loro ricerche a un motivo
morti: "Scuoti la terra che è nella tua carne, e sarai oro nel suo uovo." analogo: si tratta di casi in cui pazienti colpiti da sincope cardiaca vengono
Oppure (sentenza 85): "Io sono l'esaltato, il signore di Ta-Tebu; 'Il giovane riportati alla vita con mezzi artificiali. La maggior parte di questi pazienti
del luogo', 'Il ragazzo del campo' è il mio nome." O ancora (sentenza 42): raccontano di essersi trovati in uno stato di felicità, raggiunto però, in
"Io sono lo Ieri; il mio nome è 'Colui che ha visto milioni di anni' (...) Sono alcuni casi, dopo una specie di black out, o dopo l'attraversamento di una
il signore dell'eternità (...) Io sono colui che è nell'occhio Udjat; io sono "valle buia", o di un "tunnel". Una donna clinicamente morta, ritornata in
colui che è nell'uovo, con esso mi è data la vita." E infine: "Io entro nel vita dopo un'iniezione di adrenalina, descrisse a Hampe (1975, p. 83) così
mondo da cui sono venuto, dopo avere 'contato' [rinnovato] la mia prima la sua esperienza: "Ero sospesa in un pozzo profondo, che in un primo
nascita." Quest'ultima sentenza riguarda il dio del Sole, ma ogni morto tempo sembrava molto stretto, ma poi si allargava sempre di più. Dietro di
ripete il suo destino e come il dio rinasce e viene covato come un uccello me un rosso cupo, e davanti un azzurro intenso che diventava sempre più
nell'uovo. chiaro di mano in mano che sollevavo lo sguardo. Provavo una
In casi di morte prossima, questo motivo della nascita mi si è presentato meravigliosa sensazione di leggerezza."
finora una sola volta. Si trattava di una donna di settantaquattro anni, morta Ed ecco un altro caso di Hampe (1975, p. 89): "Mi ritrovai come al buio,
per un carcinoma. Il sogno risale a due settimane prima della morte. Il all'interno di un tunnel a forma di spirale. In fondo al tunnel, che era molto
giorno prima si era sentita molto male, ma si era sforzata lo stesso, lungo e stretto, vedevo una luce chiara." (A questo punto il paziente ode
inutilmente, di sbrigare le solite faccende, riportandone dolorosi crampi una voce che gli trasmette istruzioni.)
allo stomaco. Dopo aveva sognato quanto segue: Alcuni dei richiamati in vita si esprimono come se dovessero tornare in
quel tunnel; Hampe (1975, p. 108) ne dà esempi. Lo stesso motivo può
Ero distesa lungo l'apertura di un tubo di cemento largo circa un metro, apparire anche in persone normali che sognano il decesso di un congiunto.
il cui bordo superiore mi schiacciava dolorosamente lo stomaco. Il tubo Ho raccolto questo sogno fatto da una donna la notte prima della morte di
era piantato nella terra, e io sapevo che attraverso quel tubo dovevo suo padre:
raggiungere a testa in giù uri"altra terra".
Mi trovo in una stazione della metropolitana e scopro all'improvviso,
A quest'"altra terra" la donna associò, al risveglio, una "terra di nani e tra le persone in attesa, mio padre. Sembra che non mi abbia notato e
di spiriti", da lei sognata in precedenza. Il sogno mi sembra interpretabile continua a camminare: porta un vestito azzurro scuro e ha un bell'aspetto,
così: il tubo appare come il canale che porta alla nascita in una nuova solo un po' più magro di prima. Lo seguo, ma la distanza fra noi due rimane
esistenza. La sognatrice deve attraversarlo a testa in giù, proprio come il sempre la stessa, sia che mi affretti o che rallenti il passo non riesco a
bambino al momento della nascita. Ora però ella è messa "di traverso" sul raggiungerlo. Di colpo lo vedo sparire davanti a una parete luminosa in
tubo, perché è ancora presa dalle sue occupazioni mondane e recalcitra fondo al tunnel: è passato attraverso la parete, e al suo posto sono
all'idea di quel passaggio buio. La terra in cui dovrà nascere è il "regno dei comparse piccole creature che, a causa della distanza, non riesco a
nani e distinguere bene. Poi incontro mia madre. Mi dice di aver visto scomparire
papà attra-
80 CAPITOLO QUINTO IL 'TUNNEL' DELLA NASCITA 81

verso la parete, e che in quel punto è saltato fuori un branco di lepri che Ecco ora l'ultimo sogno della donna di cui ho riportato alla fine del
fanno le capriole, lo le dico che la lepre è un simbolo di fecondità, e la capitolo 3 l'immaginazione attiva del fiore:
cosa significa che anche la morte darà frutto.
Avevo nell'occhio una macchia nera: se la macchia si fosse spostata al
Il sogno parla da sé: la morte del padre porterà un incremento di vita centro dell'occhio, avrei provato un dolore breve e acuto, ma la signora X
(le lepri). mi avrebbe aiutata a sopportarlo.
Oltre che come passaggio a forma di tunnel, la morte compare a volte
come una zona di oscurità che avvolge l'uomo come una nebbia, o come La macchia nera significava — come poi si vide — la morte, che
una macchia nera o una nuvola che impediscono la vista del mondo "ottenebra" lo sguardo impedendo per sempre la vista del mondo esterno.
esterno. La signora X era una donna molto apprezzata dalla mia paziente e dotata
La donna di cui si occupa David Eldred (1982) si sforza nel suo ultimo di un sapere psicologico maggiore del suo: qui essa sta per il Sé, che aiuta
sogno di non cadere in un lago di montagna, profondo e silenzioso. Forse a dominare il momento doloroso del trapasso.
siamo di fronte anche qui alla paura del black out del momento della morte, Il buio indefinito è un'immagine della morte che ricorre spesso nella
o forse a una paura ancora più profonda: quella della caduta nell'inconscio, letteratura antica. La parola greca thanatos (morte) veniva sovente
e quindi della perdita dell'identità dell'Io.1 rappresentata non come figura antropomorfa, ma come una nuvola di
Una donna giovane, sofferente di un male incurabile ma morta prima colore scuro, nera o purpurea, 0 come un banco di nebbia che "ottenebra"
del previsto in seguito a un intervento operatorio, fece prima dell'intervento la vista.2 (Thanatos è più impersonale delle cosiddette Kere, dèmoni fatali
fatale questo sogno da me raccolto: della morte che accompagnavano il moribondo, vedi p. 73). Thanatos
appare personificato solo di rado, e in questo caso lo troviamo nelle
Mi trovavo sulla riva di un lago col marito e alcuni amici. Il lago era sembianze di un uomo alato e barbuto, dall'aria severa, che accoglie
molto profondo, l'acqua chiara e trasparente, azzurra e pura. A un tratto dolcemente fra le sue braccia il moribondo.
vedo sul fondo del lago un uccello nero, morto. Piejia di compassione La macchia scura come motivo di morte compare anche in un sogno,
vorrei tuffarmi per raggiungerlo e salvarlo, l'idea che sia morto mi riesce riferito da Mark Pelgrin (1961, p. 78), di una donna ormai in fin di vita:
insopportabile, ma mio marito interviene, con dolcezza ma con decisione,
dicendomi di non farlo perché la cosa va bene così. Guardo ancora una Ho l'impressione di svegliarmi (in sogno) e di scorgere un cerchio
volta in fondo al lago e vedo che rocchio dell'uccello è un diamante molto colorato che sembra proiettato come su uno schermo sulla tenda che copre
luminoso. A quel punto mi sveglio. la finestra nella nostra camera da letto. Mi avvicino con cautela al
cerchio, che mi sembra nero: è come se quella cautela dovesse servire a
L'uccello morto è probabilmente lo spirito vitale del corpo, ormai non cadervi dentro. Si tratta evidentemente di una fossa, di un buco nero.
estinto, che la sognatrice deve lasciare stare per non contaminarsi con le
potenze distruttrici della morte. Deve tenersi lontana dal corpo morente, Il cerchio è un'immagine del Sé, ed è colorato, ossia pieno di vita, ma
dal quale però la fìssa l'occhio adamantino dell'uccello. Il diamante (da quando la sognatrice gli si accosta le appare come un buco nero di cui ha
adamas = indomabile) è una variante alchimistica della pietra filosofale, paura e che vorrebbe evitare. Il Sé è fonte, parados-
dunque un'immagine del Sé come nocciolo indistruttibile della personalità.
82 CAPITOLO QUINTO IL 'TUNNEL' DELLA NASCITA 8}

salmente, di attrazione e insieme di paura: in ultima analisi, la paura della Anche nell'antico Egitto la tomba era assimilata alla caverna delle
morte non è altro che la paura del Sé e del suo incontro definitivo. acque primordiali in cui si svolge l'evento della rinascita. I pozzi delle
tombe reali erano le "caverne di Solcar", il luogo mitico del
Ecco ora il sogno di un'altra donna, morta pochi giorni dopo avermelo ringiovanimento e della rinascita,5 e in vaste zone dell'Africa i morti
raccontato: vengono seppelliti tuttora in posizione rannicchiata o fetale. Tra gli Zulù
ad esempio, la vedova accoglie alla tomba il morto sul proprio grembo e
In mezzo a un quadro vedo un quadrangolo nero, una specie di lo depone quindi in una nicchia, detta nabel, mettendogli in mano (!)
cassapanca medievale da cui emanano lampi rossastri. Questi lampi chicchi di grano che hanno la funzione di prepararlo alla rinascita. Dopo
indicano un cielo dipinto a colori pastello, soprattutto giallo e azzurro, qualche tempo il morto viene nuovamente accolto nel villaggio tra gli
con un sole splendente (in alto a destra). spiriti degli antenati, come garanzia di fecondità e di protezione per i vivi.6
Tra gli Hopi dell'America settentrionale sopravvive la credenza che
La cassapanca ricorda una cassa da morto, il luogo dell'ultimo sonno. l'anima del defunto esca attraverso la piccola apertura quadrata dei Kiva,
Da essa emanano però dei lampi, simboli di un'illuminazione improvvisa, la sipapu, e raggiunga di qui l'oltretomba. Questa cavità ha il valore di un
che indicano un cielo azzurro (immagine frequente dell'"Aldilà") e il sole, luogo sacro e riproduce l'apertura originaria attraverso la quale la stirpe
simbolo cosmico della sorgente da cui proviene la luce della coscienza. I degli Hopi sarebbe salita per la prima volta dalle profondità della terra alla
lampi richiamano anche l'idea di Origene (p. 33) secondo la quale la superfìcie.7
resurrezione va intesa come uno scintillamento del cadavere, uno sprizzare L'"oscuro evento della nascita" inteso come esperienza psichica si trova
dell'anima dal corpo morto. Nella tradizione islamica i morti devono descritto nella quarta sezione del Cornano:
oltrepassare il cosiddetto ponte Sirat, "più sottile di un capello, più
tagliente di una spada e più scuro della notte", ma i devoti "lo scavalcano "Ecco il mistero dei filosofi; riguardo ad esso i nostri antenati hanno
veloci come il fulmine".3 La nera cassapanca del sogno mi sembra una giurato di non rivelarlo e di non diffonderlo, perché ha una forma e
variante del "tunnel". un'efficacia divine. Esso è divino perché — divenuto una sola cosa con la
Questo passaggio si trova spesso direttamente raffigurato nella divinità — porta a compimento le sostanze; per mezzo di esso gli spiriti
architettura sepolcrale. Emily Vermeule (1979, p. 51) ha mostrato che la s'incarnano e il morto viene rianimato, riacquistando lo pneuma che aveva
struttura delle tombe micenee riproduce la geografia complessiva della perso. In questo modo il morto viene vinto, ed essi [spirito e corpo] si
terra dei morti (Ade): prima un corridoio in discesa (dromos), poi uno vincono a vicenda. Ma l'oscuro pneuma è pieno di futilità e di scoramento,
stretto passaggio (stomion = bocca) e infine la camera sepolcrale cosicché i corpi non possono diventare bianchi, e non possono riacquistare
(thalamos), alta e spaziosa. La camera sepolcrale è poi, a sua volta, come la bellezza e il colore che avevano ottenuto dal creatore [giacché corpo,
un grembo nascosto nella terra in cui il morto penetra per poter rinascere. anima e spirito si sono indeboliti per il diffondersi dell'oscurità]."
Le "tombe a pozzo" ritrovate in molte necropoli potrebbero avere uno
stretto legame col simbolo del "tunnel della nascita". Il simbolo del L'oscurità iniziale dell'Aldilà (dell'Ade) viene qui descritta come senso
passaggio buio, che rimanda essenzialmente all'esperienza psichica di una di futilità (mataiotes) e scoramento (athymia), ossia come uno stato di
strettoia, un'angoscia, un black out transitorio, si confonde dunque nei profonda depressione.8 Nell'antica Grecia Thanatos, la Morte, è detto
tempi arcaici con l'idea della tomba e del sepolcro materiali. Si tratta in spesso thymoraistes: colui che stronca il thymos, il coraggio o impulso
ultima analisi della variante dell'immagine archetipica del viaggio vitale. Questa depressione, che tende a manifestarsi un po' prima della crisi
notturno per marc'4 finale, è stata rilevata da Elisabeth
84 CAPITOLO QUINTO IL 'TUNNEL' DELLA NASCITA Ss

Kùbler-Ross in molti moribondi. A mio parere, la sua funzione è di Raymond Moody (1977, p. 21): alcuni dei suoi testimoni avrebbero
staccare la coscienza dal mondo esterno, che nella depressione viene conosciuto una sorta di "regno intermedio", popolato da spiriti di trapassati
percepito in maniera più o meno intensa come vano, futile, irreale. Gli vaganti senza meta in forma di ombre. " Si potrebbe dire che avevano la
occhi confusi dalla nebbia vanno intesi allo stesso modo: simboleggiano lo testa curva, e uno sguardo triste, depresso; sembrava si trascinassero (...)
sguardo verso il mondo esterno che ora deve cedere il posto a un'attenzione sembravano consunti, spenti, grigi. E pareva si trascinassero e si
esclusiva per le immagini interiori. Lo scoramento sorge perché l'Io guarda spostassero ininterrottamente, senza sapere dove andassero, senza sapere
ancora troppo il mondo visibile fuori di sé, e non vede ancora abbastanza chi dovessero seguire o che cosa cercare (...) Molto confusi, inconsapevoli
la "realtà dell'anima". Christa Meves (1974, p. 74) riferisce un sogno di di chi o che cosa siano. Come avessero perduto ogni consapevolezza della
una donna del tutto irreligiosa e legata a una visione del mondo loro indentità della loro natura privi di ogni indentià ogni identità.
illuministico-materialistica. Il sogno lascia trasparire con grande chiarezza Questa fosca immagine della vita dopo la morte richiama, assai più delle
questo senso di vanità: altre esperienze descritte da Moody, il clima proprio delle storie di spiriti
e di fantasmi, anime in pena, irrequiete e vaganti senza posa. Anche le
Mi trovo, completamente disorientata, in un cortile. Non si vede nostre esperienze oniriche parlano spesso dell'Aldilà in termini poco
nessuna uscita. Da un parte del cortile ci sono alcuni uomini della raccolta piacevoli, e non di rado il sogno ne propone scene opprimenti. Molto
dei rifiuti. Mi dicono che non posso uscire da quella parte perché la loro dipende, probabilmente, dalla maturità raggiunta dall’uomo o della donna
macchina stritola le automobili. Un altro uomo mi fa capire che ci sarebbe prima della morte e dal legame col proprio Sé che sono riusciti a stabilire.
una porta girevole attraverso la quale potrebbe portarmi fuori, ma io ho La "svolta" ha invece un carattere consolante nel sogno di una donna
paura di una trappola, resto nel cortile e continuo a camminare in cerchio anziana riferito da Frazier M. Kelly (1979):
lungo i muri. Mi comporto come gli altri, come se andassi a passeggio, ma
mi tormenta internamente l'angoscia di non poter trovare la via di casa. Vedo un cero acceso sul davanzale della mìa camera d'ospedale, e a
un tratto mi accorgo che sta per spegnersi. Mi sento allora invadere dalla
Questa donna, non riconoscendo alcun valore alle realtà di ordine paura e dall'angoscia di fronte alla grande oscurità che si avvicina. Ma
spirituale, s'identifica inconsciamente col proprio corpo. Ma questo — improvvisamente lo stesso cero torna a brillare dal-Valtra parte della
come dice il sogno nel suo linguaggio rozzo — va a finire tra i rifiuti. Nei finestra, e a quel punto mi sveglio.
sogni dell’uomo contemporaneo l’automobile simboleggia spesso il corpo,
ossia il nostro modo abituale di muoverci nel mondo esterno. La donna morì il giorno stesso, perfettamente serena. Qui il momento
del trapasso è accompagnato da paura e inquietudine; ma il cero riesce, in
porta girevole, che sostituisce qui probabilmente l'immagine consueta del qualche modo, a passare dall'altra parte della finestra, come se si fosse
tunnel. Si tratta, significativamente, di una porta girevole: se la donna smaterializzato per tornare quindi a materializzarsi in un luogo diverso. Il
tentasse di attraversarla, la ruota girerebbe su sé stessa di circa 180 gradi. momento della depressione e dell'angoscia è, in questo caso, molto breve,
Se dunque ella si affidasse all'uomo che le offre aiuto, avverrebbe una a volte invece è assai più lungo.
svolta. Ma la donna teme una trappola, ossia pensa, come molti, che le In altri sogni il "passaggio buio" si presenta come un viaggio verso
tradizioni religiose siano solo "oppio del popolo" o "sogni di desiderio". Occidente, verso la regione del tramonto. Non solo l'usanza diffusissima
Ella resta così prigioniera del senso di futilità e continua a muoversi in uno della sepoltura in mare (la salma viene spedita in mare su una barca)
sciagurato circolo vizioso. Questa fosca immagine fa venire in mente le testimonia un'idea della morte come viaggio in una terra sconosciuta,
esperienze riferite da situata perlopiù a Occidente (tramonto),9 ma io
86 CAPITOLO QUINTO IL 'TUNNEL' DELLA NASCITA Si

ho appreso dall'esperienza che l'immagine del viaggio è anche il simbolo morte sono pericolose all'uomo perché hanno a che fare col mondo prima
onirico più frequente dell'approssimarsi della morte. Ecco il sogno fatto da e fuori della creazione, ossia con un mondo caotico. In questo disordine,
una donna anziana poco prima di morire, di cui dà notizia Christa Meves che gli Egizi chiamano kra, non essere, la vita umana non è possibile, come
(1974, p. 75): non lo è senza sole".10 Dunque in ultima analisi "gli Egizi servirono il Sole,
inteso come simbolo della nuova vita dopo la morte, e lo fecero con somma
Ho fatto due valigie, una col mio vestito da lavoro e l'altra per un lungo serietà e con grandioso dispendio materiale e di pensiero".11 Se a questo
viaggio, coi miei gioielli, i miei diari, le mie fotografìe. La prima per punto traduciamo in linguaggio psicologico, il Sole simboleggia la
l'Europa, la seconda per l'America. sorgente della coscienza.
Il significato cosmico dell'anelito alla coscienza apparve chiaro a Jung
Laggiù (in "Occidente") la donna non potrà portare le sue cose di tutti (1961, p. 321) durante il suo soggiorno in Africa:
i giorni (il vestito da lavoro), ma, al contrario, i suoi oggetti più intimi e
più preziosi. "Allora capii che nell'anima, fin dalle sue prime origini, c'è stato un
Lo stesso motivo ricorre nel caso riferito da Mark Pelgrin che abbiamo anelito alla luce e un impulso inestinguibile a uscire dalla primitiva
visto sopra (p. 81). Ecco il sogno: oscurità. Quando giunge la notte profonda, ogni cosa assume un tono di
cupa malinconia, e un'indicibile nostalgia della luce. È questo il sentimento
Incontrai mio marito (ancora vivo!), il quale mi disse che tutto sarebbe che si manifesta negli occhi dei primitivi, e che può essere notato anche
andato per il meglio e che non dovevo preoccuparmi. Poi mi congedai da negli animali. Negli occhi di questi c'è una tristezza; noi non scopriremo
lui e mi trovai improvvisamente sulla riva del mare. La spiaggia era mai se essa dipende dalla loro anima o se è un doloroso messaggio che si
magnifica e incominciava a farsi buio. La spiaggia era vuota, fatta sprigiona da quell'esistenza primordiale. Questa è l'atmosfera dell'Africa,
eccezione per alcune barche. l'esperienza delle sue solitudini. È un mistero materno, l'oscurità
primordiale. Ecco perché l'esperienza più sconvolgente per il negro è la
Il motivo del viaggio è documentato nel modo forse più eloquente nel nascita del sole al mattino. Il momento in cui la luce appare, è Dio.
culto egizio dei morti, dove le anime ba dei beati compiono il viaggio nella Quell'attimo apporta la salvezza. Pensare che il sole sia Dio, significa
barca del dio del Sole. Il viaggio nell'Aldilà segue dunque il corso del sole: perdere e dimenticare l'esperienza originaria vissuta in quel momento.
esso inizia con la discesa agli inferi, nelle "caverne di Solcar", e conduce, Dire: 'Siamo contenti che la notte, durante la quale vagano gli spiriti, sia
attraverso varie regioni, in parte popolate da potenze ostili, verso Oriente, passata', è già razionalizzare. In realtà grava sopra la terra un'oscurità
dove il morto ringiovanisce insieme al dio e ritorna alla vita. Esso lascia diversa da quella naturale della notte: è la primeva notte psichica, che per
allora la sua mummia nel mondo infero e accompagna, in forma di ba, il innumerevoli milioni di anni è sempre stata ciò che è ancora oggi. L'anelito
dio del Sole rinato a Oriente. Il sole come meta del viaggio postmortale alla luce è l'anelito alla coscienza."
compariva anche nel sogno (p. 82) della cassapanca: esso simboleggia la
coscienza suprema come scopo del processo d'individuazione. In numerose Partecipare alla vita del sole significa dunque anche per l'uomo egizio
civiltà antiche e in altre tuttora esistenti, l'orientamento delle sepolture prendere parte al processo sempre avanzante della coscienza che diviene e
rimanda a questa idea, per cui la resurrezione viene associata al sorgere del dell'incivilimento.
sole. Il motivo della luce ritorna infine anche nell'usanza diffusa di
In Egitto il rapporto tra il corso del sole e il mistero della vita e della accendere ceri (nell'antichità erano fiaccole) nella camera funebre e
morte fu oggetto di un'elaborazione particolarmente ricca. Il sole è per gli sopra la tomba: una forma di magia analogica,12 che dovrebbe
Egizi il garante di ogni ordine: "Notte, oscurità e garantire al defunto nuova vita e il risveglio a una nuova coscienza.
LA MORTE COME L'ALTRO S9

ho la sensazione che dentro ci sia qualcuno (...) Guardo nella mia stanza
CAPITOLO 6
e vedo un uomo anziano (oltre la sessantina, che avevo già visto qualche
La morte come l'Altro inquietante o soccorrevole volta sul tram), il quale ha l'aspetto della Morte. È entrato scassinando la
porta. Pieno di spavento mi precipito fuori dalla porta ma non riesco a
chiuderla dall'esterno e suono il campanello a un vicino per chiedergli
aiuto. Ma non si fa vivo nessuno e nessuno viene ad aprirmi. Sono
completamente solo e ritorno nella mia abitazione dove si trova lo
sconosciuto, nella mia camera.

Anche il paziente di Edinger (1972, p. 200) ebbe la prima premonizione


di morte in una forma analoga. Sei mesi prima di morire aveva fatto il
sogno seguente:
L'avvicinarsi della morte è spesso raffigurato sotto forma di un'ir-
ruzione, di una presenza ostile che irrompe all'improvviso nella vita Mi trovo a casa, ma è un posto dove in realtà non sono mai stato prima.
abituale. Un uomo d'affari sulla cinquantina mi pregò di prenderlo in Vado nella dispensa per cercare qualcosa da mangiare. Gli scaffali sono
analisi. Si sentiva frustrato nel suo lavoro e cercava una nuova, più pieni di salse e contorni, tutti della stessa marca, ma da mangiare non c'è
profonda ragione di vita. Fxco il suo primo sogno: niente. Ho la sensazione di non essere solo in casa. Sta scendendo la sera
o è una chiara luce lunare? Giro l'interruttore, ma la luce arriva da
Mi sveglio in sogno in piena notte nel mio letto, in una camera buia un'altra stanza. Sento qualcosa scricchiolare, non sono solo. Mi chiedo
parzialmente sotterranea. Alla finestra arriva un chiaro riflesso luminoso. dove sia il mio cane. Vorrei più luce, più luce e più coraggio. Ho paura.
A un tratto mi accorgo che nella camera c'è uno sconosciuto, e ne provo
uno spavento terribile, disumano, al punto di svegliarmi madido di sudore. Anche questa presenza invisibile di un "Altro" inquietante allude con
ogni evidenza alla morte. Un altro sogno analogo è riferito da Kurt Lùckel
Il primo sogno di una analisi è spesso profetico, e prefigura sim- (1981, p. 95) e riguarda una donna di settantotto anni:
bolicamente lo sviluppo che si prepara nell'inconscio. 11 sogno non mi era
Sento bussare, prima alla porta d'ingresso, poi alla porta della mia
chiaro, e mi limitai a dire che annunciava qualcosa di molto ostile e
camera. Poi qualcuno entra nella stanza, si ferma alla porta e aspetta. Non
angoscioso, a cui era però connesso anche un aspetto di luce,
riesco a distinguere se è un uomo 0 una donna. Lui (!) resta alla porta,
d'illuminazione, di visione. Dopo due settimane di analisi il mio paziente
non si avvicina, ma resta in attesa. Mi spavento, accendo la luce e grido:
non si fece più vedere; mi assicurava ogni tanto per telefono che aveva
fuori! Per qualche momento resta ancora lì, poi sparisce. Sono piena di
ancora intenzione di proseguire, ma era troppo preso dal suo lavoro. Un
spavento, quella figura m'inquieta. Lo chiamo ancora: che cosa vuoi da
anno più tardi mi giunse la notizia che stava per morire di un tumore al
me? Non farti più vedere (...) Ma non riesco più ad addormentarmi.
midollo spinale. L'inquietante "intruso" del primo sogno non era dunque
altri che la morte! Parlando col medico la donna arriva a dire che potrebbe essere un
Un sogno simile, fatto da un uomo colpito da un male incurabile, è 'messaggero di Dio", ossia la morte.
riferito da R. Lindner (1978, p. 73):

Ritorno a casa e apro la porta d'ingresso. Mentre sto entrando,


90 CAPITOLO SESTO LA MORTE COME L'ALTRO vi

Nella mitologia di molti popoli la morte è descritta come una figura In un suo acuto saggio Liliane Frey (1980, p. 39) riferisce un caso
maschile oppure femminile. Edgar Herzog (i960, capp. 364) ha fatto un interessante, in cui l'Altro compare nelle sembianze del diavolo. È il sogno
impressionante quadro delle varie personificazioni (maschili o femminili) di un uomo giovane, sano e di successo, fatto durante un viaggio in Medio
della morte nei miti, e ha mostrato che i nomi della dea germanica Hel e Oriente:
della ninfa Calipso derivano da una stessa radice kel, che significa
"nascondere" (nella terra); ancora più frequente dello "sconosciuto" in Fuggivo con un ragazzo salendo un ripido pendio erboso. Prima che io
forma umana è la raffigurazione della morte in forma di lupo o di cane: la arrivassi alV altopiano (...) da sinistra, sul pianoro, comparve il diavolo.
dea Hel è sorella del lupo Fenris, equivalente del greco Cerbero, figlio del Mi vide, si avvicinò e mi disse che presto avrebbe avuto a che fare con me.
serpente Echidna. Mi fermai, e, a metà fra il riverente e il provocatorio, osservai: lo so, ma
se capita una volta sola e se ne esco vivo... Il diavolo si mise a ridere e
Nel folklore tedesco e svizzero si è tramandata la credenza secondo la
disse che ci sarebbe stata ancora qualche gioia sparsa qua e là. Indossava
quale l'apparizione di un cane nero sarebbe annuncio di morte. La notte in
una veste araba lunga e scura, il volto era di un marrone scurissimo; ma
cui morì sua madre, Jung (1961, p. 369) fece (senza essere al corrente del
quando si lisciò la veste, fra le pieghe comparvero tutti i colori. Su una
fatto) questo sogno:
guancia aveva una macchia rosso cinabro: io la percepii come un marchio
a fuoco, come il ragno nero.
Mi trovavo in una foresta fitta, buia (...) Era un paesaggio eroico,
primordiale. Improvvisamente sentivo un fischio lacerante (...) Le Alcuni giorni dopo questo sogno il giovane trovò la morte nel deserto
ginocchia mi tremavano. Poi sentivo un frastuono, in mezzo alla boscaglia, arabico, vittima di un incidente aereo. Il "ragno nero" alludeva, come egli
e ne sbucava un gigantesco cane lupo, con le fauci spaventose spalancate stesso ebbe a scrivere, alla Grande Madre. Così secondo l'interpretazione
(...) Mi passava accanto, e subito capivo: il Cacciatore Feroce gli aveva di Liliane Frey, il giovane fu vittima propriamente dello strapotere
comandato di portar via urianima umana (...) la mattina seguente ebbi la dell'inconscio, ossia del suo legame con la Grande Madre.
notizia della morte di mia madre. Se cerchiamo di approfondire il significato di questo sogno, il diavolo
vestito da arabo ricorda certe tradizioni alchimistiche arabe, in cui la
Il Cacciatore, spiega Jung, è Wotan, il Mercurio degli alchimisti. Il "pietra filosofale", il Sé, compare dapprima come nemico mortale
sogno significa dunque che l'anima della madre "era stata accolta nel dell'adepto. Nel Libro dì Ostane,1 ad esempio, si dice:
contesto più ampio del Sé (...) nella totalità di spirito e natura che abbraccia
e supera il conflitto tra gli opposti". "La pietra filosofale è un albero che cresce sulle vette delle montagne;
Nella mitologia il cane compare spesso anche come colui che guida le è un giovane uomo nato in Egitto; è un principe che proviene
anime nell'Aldilà. Herzog (i960, pp. 5isgg.) fa vari esempi: così nell'antico dall'Andalusia, che vuole il tormento dei cercatori. Egli ha ucciso i loro
Egitto il dio Anubi, dalla testa di sciacallo, è il vero portatore della capi... I sapienti sono impotenti a combatterlo. Contro di lui io non vedo
resurrezione, e secondo la religione azteca è il cane Xolotl (giallo o rosso) altra arma che la rassegnazione, altro destriero che la scienza, altro scudo
a riportare i morti alla vita. Anche in India, Siva, il Distruttore e Dio della che la ragione. Se il cercatore si trova faccia a faccia con lui con queste tre
morte, è detto "signore dei cani". La dea celtica della morte e della fertilità armi e lo uccide, dopo la sua morte egli tornerà a vivere, perderà tutto il
Nehalennia veniva raffigurata con una cesta di mele e insieme a un cane suo potere su di lui e doterà il cercatore della potenza più grande così che
lupo. A volte la morte è anche raffigurata in forma di serpente o di uccello. questi giungerà al fine dei suoi desideri."
92 CAPITOLO SESTO LA MORTE COME L'ALTRO 93

altro che il lato oscuro della divinità. Propriamente è portatore di morte il


Jung (1945/1954, p. 131) commenta questo testo richiamandosi alla dio (o la dea), e quanto meno l'uomo ha confidenza con questo lato oscuro
figura di Enkidu, l'avversario ctonio dell'eroe Gilgamesh, il quale si della divinità, tanto più egli la sentirà come negativa. Ma le grandi religioni
presenta dapprima come suo nemico, per poi mutarsi in amico dopo averlo hanno sempre saputo che vita e morte appartengono allo stesso mistero
sconfitto. "In termini psicologici ciò significa che il primo incontro con il divino, celato dietro la nostra esistenza.
Sé può far emergere tutte quelle proprietà negative che quasi La Morte personificata o l'Altro che viene a portar via il moribondo
invariabilmente caratterizzano un impatto non preparato con l'inconscio." sono descritti a volte nei sogni come figure senz'altro positive.4 Ecco ad
Della pietra filosofale dice un altro testo alchimistico citato da Jung esempio il sogno iniziale di un mio analizzando, che aveva passato di poco
(ivi, p. 133): "Questa pietra proviene da un luogo gloriosissimo e sublime la cinquantina:
di grande terrore, che diede la morte a molti sapienti." L'"Altro
inquietante", che nei sogni citati ho interpretato come la morte, non è Mi trovavo in un pianoro grigio, il tempo era scuro e nebbioso, il cielo
dunque propriamente altro che il Sé. La morte e il Sé, immagine di Dio, attraversato da nuvole grìgie. All'improvviso tra le nuvole si aprì uno
sono indistinguibili. squarcio da cui pioveva una grande luce: un giovinetto nudo con calzari
I colori che nel sogno che stiamo commentando brillano tra le pieghe alati guardava verso il basso. Provai per lui un amore infinito e una
del vestito del diavolo, mostrano che questa figura detta "diavolo" è sensazione di profonda beatitudine.
propriamente un'immagine di Mercurio, del quale si dice negli scritti
alchimistici che ha in sé omnes colores. La varietà dei colori (cauda Questo sogno mi spaventò, perché pensai subito a Ermete, la guida delle
pavonis) compare nel processo alchemico dopo la nigì'edo-, affermando anime, colui che accompagna nell'Aldilà le anime dei trapassati. In effetti
che "ci sarebbe stata ancora qualche gioia sparsa qua e là", il diavolo allude si vide presto che la salute del mio paziente era minata, e l'analisi finì per
qui al fatto che dopo il passaggio attraverso la nigredo ci sarà ancora vita. accompagnarlo verso una morte prematura. Ermete è l'interprete e la guida
Ai pazienti indiani in punto di morte compare spesso il dio dei morti dei sogni, il mediatore dei contatti con l'inconscio.5 Ma sulle iscrizioni
Yama, "completamente nero, di alta statura, robusto", o uno dei suoi etrusche è detto anche turmaitas, cioè, l'Ermete dell'Ade!
messaggeri, i cosiddetti Yamdu, per portarli via.2 Se il paziente è cristiano, in Poco prima di morire in ospedale, l'uomo continuava a ripetere fra sé
questo ruolo potrà comparire un angelo.3 queste ultime parole (riferite da un amico): "Che cosa vuole da me questa
Dal punto di vista della psicologia, l'intruso dei primi sogni sopra bella Indiana?" La figura destinata a portarlo via è diventata qui, come nel
menzionati è più che altro un'immagine universale dell'"altra metà" dell'anima sogno di pagina 69, una figura dell'Anima. Così al Gattopardo morente,
personale del morente, mentre le figure di Mercurio, del diavolo, di Yama e alla fine del capitolo settimo del romanzo di Giuseppe Tornasi di
dell'angelo sono piuttosto un simbolo ! del Sé nel suo aspetto impersonale. Lampedusa, appare "una giovane signora (...) Era lei, la creatura bramata
Aspetti, questi, che per la psicologia del profondo sfumano spesso gli uni da sempre che veniva a prenderlo (...) più bella di come mai l'avesse
negli altri, mentre nelle [_ varie civiltà tendono a distinguersi con chiarezza. intravista negli spazi stellari."
L'aspetto inquietante, terrorizzante, dell'Altro compare soprattutto, a Per un europeo, Indiano significa esotico, misterioso, enigmatico. È un
giudicare almeno dalla mia esperienza, nei casi in cui il sognatore non ha aspetto ancora sconosciuto della sua anima che si manifesta al moribondo
ancora avuto nessun contatto con la morte oppure non se l'aspetta. In per condurlo "di là". Che sia maschile o femminile, Anima (in una donna
sostanza, la figura della morte personificata (come Morte, diavolo, Yama, Animus) o Sé, non sembra così importante. In ogni caso, si tratta di una
Zeus, Ade, Hel ecc.) sembra non essere personificazione della parte ancora
94 CAPITOLO SESTO LA MORTE COME L'ALTRO 95

ignota dell'inconscio. Per questo nelle mitologie di tutto il mondo la morte l'essere autentico. Il giovinetto parla solo per mezzo di simboli. Dice al
può apparire personificata in forma sia maschile che femminile. Come si è visionario:10
accennato (p. 72), gli antichi Persiani credevano che per raggiungere
l'Aldilà il defunto dovesse dapprima attraversare un ponte, detto Cinvat. "Se osservi l'articolazione della mia natura e l'ordine del mio essere,
Per i malvagi il ponte era così sottile che essi precipitavano nel mondo dei scoprirai quello che mi hai chiesto: io non sono uno che parla in parole o a
dèmoni, se invece il defunto era un uomo devoto, gli veniva incontro un cui si possano rivolgere parole. Il mio sapere si estende solo a me stesso, e
bel giovinetto, o ancora più spesso una fanciulla quindicenne che lo aiutava la mia essenza non è altro che il mio nome. Io sono il sapere, l'oggetto del
ad attraversarlo. Secondo le analisi di Henri Corbin (1977, p. 42), questa sapere e colui che sa. Io sono la saggezza, l'opera della saggezza e il
figura coincide con la persiana Xvarnah, che si può intendere come lo saggio." E poco oltre: "Io sono il giardino del frutto maturo, sono il frutto
"splendore" o il "destino" del singolo fedele. La Xvarnah è anche T'ergano della totalità. Solleva dunque il mio velo e leggi tutto quanto si mostra nelle
visionario dell'anima", la luce che rende possibile il "vedere" ed è veduta, linee incise nel mio essere."
la visione del mondo celeste che è stato vissuto come religione e fede, e
quindi l'individualità essenziale, l'"Io" trascendente oltremondano. È anche In forma molto più ingenua la stessa immagine archetipica del Sé
1'"immagine" che è stata eretta dinanzi al defunto prima della sua nascita ricorre anche nel materiale raccolto da Moody, Hampe e Sabom, che
e che poi egli ha inseguito per tutta la sua vita. È il suo periodo di vita descrive esperienze di individui clinicamente "morti" e riportati in vita con
(aiórì) e l'eternità di ogni uomo. Se il defunto ha tradito questa "immagine", un trattamento cardiaco. Molti di questi pazienti riferiscono in particolare
non riesce a superare il ponte Cinvat e cade in preda ai dèmoni. di aver incontrato una luce, o un "essere luminoso".
Anche nel manicheismo troviamo concezioni analoghe. Lo stesso Mani Una donna esaminata da Moody (1975, p. 50) racconta così la sua
ricevette la sua rivelazione da un angelo di nome al-Taum, che significa esperienza: "Vidi avvicinarsi una luce incredibilmente luminosa (...) Non
"gemello": dunque il suo "doppio", in funzione di intercessore, di una luce che si possa descrivere in termini umani. Non posso dire di aver
Paracleto.6 Secondo la sua dottrina, l'anima del defunto vede l'immagine veduto una persona in quella luce, eppure ha una sua identità, senza dubbio.
del suo "maestro": "Appena l'anima ha lasciato il corpo, essa vede il suo È una luce di assoluta comprensione e di assoluto amore." (La luce si
liberatore e salvatore. Essa sale insieme a questa immagine e ai tre angeli rivolge poi alla donna con una "voce".)
che la assistono, e si presenta davanti al Giudice della Verità che le Un altro paziente di Moody (1975, p. 75) riferisce:
conferisce la vittoria."7 L'intercessore è una figura di luce, una
manifestazione dello spirito cosmico. Infine, l'anima entra nel "talamo "Mi voltai e cercai una posizione più comoda, ma proprio in quel
della luce".8 momento vidi una luce in un angolo della stanza subito sotto il soffitto. Era
Questo "doppio" accompagnatore, un'immagine del Sé, può ma- come un globo di luce, non molto grande, direi tra i trentacinque e i
nifestarsi anche in vita durante l'estasi mistica. Il mistico musulmano di quarantacinque centimetri di diametro; e all'apparire di quella luce mi
Spagna Ibn Arabi (1165-1240) lo vide nelle sembianze di un bel invase una sensazione. Non posso dire che si trattasse di una sensazione
giovinetto, come colui che "parla restando muto, che non vive e non muore misteriosa o impressionante; non era così. Era un senso di pace completa,
e non è composto, l'abbracciante abbracciato". 9 Gli apparve mentre egli di profonda calma. Vidi una mano tendersi verso di me dalla luce e la luce
girava attorno alla Ka'ba ed egli l'intese in certo qual modo come l'anima disse: 'Vieni con me. Voglio mostrarti qualcosa.' Immediatamente, senza
della sacra pietra. Mentre il credente ligio alle istituzioni vede nella Ka'ba alcuna esitazione, tesi la mano e afferrai quella che mi veniva porta. Ebbi
solo un "minerale immobile e senza vita", Ibn Arabi ne coglie "con l'occhio allora l'impressione di venire sollevato e di lasciare il mio corpo, e mi volsi
del cuore" e vidi il mio corpo che giaceva sul letto mentre io salivo verso il soffitto.
96 CAPITOLO SESTO LA MORTE COME L'ALTRO 91

Nel momento in cui uscivo dal corpo presi la stessa forma che aveva la
luce (...) Non era un corpo, ma una nuvola di fumo, o un vapore (...) La Quarantott'ore dopo il sogno l'uomo morì, serenamente. Il sogno
forma che io assunsi era colorata, però. C'era dell'arancione, del giallo e sembra voler dire che è importante andare incontro alla morte co-
un colore che non distinguevo bene: indaco forse, una tinta sul blu. La mia scientemente, che insomma ci si deve decidere a favore della morte o
nuova forma spirituale non aveva una sagoma precisa come il corpo. Era contro di essa. L'identificazione tra il letto d'ospedale e il cavalletto sembra
più o meno circolare, ma aveva qualcosa che io chiamo una mano." significare che l'uomo deve ora concentrare il suo sforzo creativo
sull'approssimarsi della morte, così come prima Io aveva concentrato sulla
Il particolare più interessante di questo racconto è che il soggetto della pittura. Il maestro-compagno di viaggio è qui rappresentato da Jung, per il
narrazione si assimila egli stesso all'oggetto luminoso. È un punto sul quale quale l'uomo nutriva una profonda venerazione e sul quale proiettava
intendo ritornare. Per ora vorrei soffermarmi sulla natura di quel corpo l'immagine del Sé.
luminoso, che alcuni soggetti esaminati da Moody identificano col Cristo Nella maggior parte dei casi l'Altro (o l'Altra) che viene a prendere il
o con un angelo. Nella terminologia junghiana parleremmo di una forma morente è rappresentato da un parente già morto (spesso si tratta della
fenomenica del Sé, che appare qui come una fonte di "disincarnazione", madre) o dal coniuge, o da un conoscente morto da poco. Gli esempi al
riguardo sono così numerosi che sembrano confermare una delle tesi
qualcosa che con la sua intensità estingue, per così dire, la coscienza
fondamentali dello spiritismo: sarebbero cioè gli spiriti dei trapassati a
corporea abituale.
condurre i vivi nell'Aldilà, aiutandoli ad affrontare la nuova situazione. Mi
Le esperienze di luce sopra citate sono accompagnate spesso da una
limito a citare solo due esperienze che mi sembrano particolarmente
sorta d'illuminazione interiore, come un messaggio rivolto all'individuo
autentiche. Quella di una donna che vide in sogno la propria sorella, morta
prossimo a morire. Ecco un esempio comunicato a Hampe (1975, p. 89)
in giovane età, "con un sorriso radioso (...) e nelle mani una corona funebre
dal dottor Werner Duvernoy, di Uppsala: "Mi trovavo di nuovo come al bianca come la neve"; il giorno dopo giunse la notizia che il figlioccio della
buio, all'interno di un tunnel a forma di spirale. Lontano, in fondo al tunnel, ragazza, di appena dieci anni, era morto in una disgrazia. 11 O quello di
che era molto stretto, scorgevo una luce chiara, poi qualcuno incominciò a un'altra donna che riferisce di aver visto in sogno la propria sorella, morta
parlarmi: nel buio c'era qualcuno. Incominciò a spiegarmi il senso della da molti anni: era vestita di bianco e le diceva che veniva a prendere sua
mia vita. Tutte le domande che un uomo può formulare trovavano la loro madre; due mesi dopo la madre morì.12
risposta." Poi la voce ordina al soggetto di ritornare in vita, dicendogli che Non diversamente dai sogni, anche nelle visioni ricorre spesso la figura
il suo momento non era ancora arrivato. del parente, del coniuge 0 dell'amico che viene a prendere il moribondo.
Un mio analizzando, morto all'età di sessant'anni per una malattia Emil Mattiescn ha raccolto un grandissimo numero di testimonianze di
polmonare, riferì a suo figlio questo sogno, l'ultimo: persone anziane in cui compare il motivo del familiare o del parente che
viene a prendere il vivo.
Lasciavo a piedi l'ospedale e raggiungevo un'antica porta cittadina,
che nel Medioevo segnava il limite della città. Lì incontro C. G. Jung
[morto diversi anni prima] che era diventato un personaggio potente nel
regno dei morti. Jung mi dice che devo decidere se continuare a vivere e a
lavorare [l'uomo era un pittore], o se voglio lasciare il mio corpo. A quel
punto mi accorgo che il mio letto d'ospedale è, in qualche modo, anche il
mio cavalletto.
PASSAGGIO DEL FUOCO E DELL'ACQUA 99

CAPITOLO 7 // passaggio del al cancro che distrugge il corpo del paziente, ma potrebbe forse alludere
anche al fatto che l'intensità psichica (è questo, nei sogni, il significato
fuoco e dell'acqua
ordinario del fuoco) è cresciuta al punto da distruggere la vita corporea. Si
ricordi a questo punto il motivo del fuoco cosmico in Simon Mago, che
distruggeva le parti visibili dell'albero cosmico ma non il suo "frutto", cioè
l'anima.
Ecco ora il sogno di una donna ammalata di cancro, riferito da Russell
Lockhart (1977, p. 0 nel suo importante saggio:

Mi trovo in un campo (...) e vedo alcuni uomini (...) con maschere


grottesche, che li fanno sembrare molto alti (...) Gli uomini sparano contro
gli alberi, le foglie bruciano subito e il fuoco si spegne, ma gli alberi
Possiamo ora fare ritorno al testo alchimistico di Cornano fermando la sembrano completamente bruciati (...) Quindi si tolgono le maschere e
nostra attenzione su un motivo già presente nelle parti citate, ma ancora da restano in abito da lavoro, soddisfatti della propria opera (...) Vedo poi in
interpretare: il motivo cioè delle sostanze "saggiate" dal fuoco e del lontananza un elicottero sparare alcuni colpi, e so che distruggerà i frutti
"fanciullo", ovvero l'immortale, generato "dal grembo del fuoco". Il degli alberi.
motivo ricorre anche nei sogni di morte dell'uomo contemporaneo, come
nel sogno di quel medico che vide una bara gettata nel fuoco, e poi dalla Anche qui il fuoco ha a che fare con la distruzione della vita vegetativa,
bara uscire una bella donna. ma vi è anche un significato ulteriore: nell'alchimia greca, l'anima (psyche)
Lo stesso paziente di cui abbiamo riferito a pagina 53 il sogno della è detta spesso kaustike, ossia "ardente". Dice ad esempio l'alchimista
doppia foresta fece un altro sogno in cui compare il motivo del fuoco. Zosimo:1 "Si chiama psyche la natura da sempre divina e bruciante."
Dopo aver appreso da quel sogno consolante che la sua vita sarebbe Oppure: "Si dice psyche la natura divina, che arde fin dall'origine. Lo
continuata nella foresta superiore, l'uomo era più sereno di fronte alla spirito (pneuma) si unisce ad essa, la salva e la purifica col fuoco, se viene
morte, ma non sapeva rassegnarsi del tutto all'idea di dover morire ancora sorvegliata con arte. Essa infatti non può andare distrutta." A questa
piuttosto giovane (aveva cinquantadue anni): "In questa vita — diceva — sostanza viene spesso riferita anche la citazione di Maria Prophetissa: 2
volevo ancora fare molte cose." Ecco il secondo sogno: "Non toccatela [la sostanza segreta] con la mano, perché è un elisir
(pharmakon) di fuoco (...) È infatti portatrice di morte, quando si
Vedevo una foresta verdeggiante in pieno rigoglio, per niente decompone come argento vivo; l'oro che in essa si decompone è la rovina
autunnale. Un furioso incendio la distruggeva completamente. Raggiunsi di tutti i metalli." O ancora:3 "Imbiancare significa bruciare, ma il bruciare
allora il terreno bruciato: tutto era annerito, carbonizzato, ridotto in è un riportare alla vita mediante il fuoco. Le sostanze stesse infatti si
cenere, ma nel mezzo c'era un grosso blocco di arenaria, rotondo e di bruciano a vicenda e si riportano attraverso il fuoco alla vita, e si fecondano
colore rosso, senza alcuna traccia dell'incendio. Pensai allora che a vicenda, s'ingravidano e partoriscono l'essere vivente ricercato dai
l'incendio non lo aveva nemmeno sfiorato e annerito, e ne -provai una filosofi."
gioia inspiegabile. Queste amplificazioni fatte dagli alchimisti descrivono un processo di
combustione che coincide con un ritorno del morto alla vita attraverso il
Il sogno descrive un incendio devastante che annienta la vita fuoco (la cosiddetta anazopyresìs). In questo senso si può intendere il
"vegetativa". Si potrebbe intenderlo come un'allusione simbolica fuoco del primo sogno: l'incendio distrugge l'in-
CAPITOLO SETTIMO PASSAGGIO DEL FUOCO E DELL'ACQUA

tera vegetazione, ma alla fine rimane qualcosa di indistruttibile: la pietra rimanda a influssi egizi, mentre l'Apocalisse di Esdra contrappone al
rossa, che il fuoco nemmeno annerisce. La pietra rossa è in alchimia un paradiso il fuoco della Geenna.6 In ambito cristiano, il fondamento
simbolo così noto della meta finale che mi permetto di rimandare alle fonti scritturale della credenza nel purgatorio sarebbe invece la prima lettera ai
senza citarle per disteso. Della pietra filosofale, il Lapis, che è il risultato Corinti (3.11 -16), in cui Paolo parla di Cristo come del fondamento su cui
del processo, i testi greci dicono espressamente che essa è pyrimachos, ciascuno costruisce la propria opera: "Ora, se alcuno costruisce sopra
"resistente al fuoco". Così ad esempio Zosimo:4 "Così dunque gli spiriti questo fondamento oro, argento, pietre preziose, ovvero legno, fieno,
s'incarnano e i cadaveri si rianimano, avendo ritrovato la propria anima, e stoppa, l'opera di ciascuno sarà manifestata, perché il giorno la paleserà,
compiono l'opera divina: si vincono l'un l'altro e vengono l'uno dall'altro essendo che abbia ad essere manifestata per fuoco; e il fuoco farà la prova
sconfìtti. Lo pneuma fuggevole si incontra col corpo, che ha imparato a qual sia l'opera di ciascuno (...) Non sapete voi che siete il tempio di Dio,
resistere al fuoco." e che lo Spirito di Dio abita in voi?" Il fuoco dunque "saggia" qui l'opera
Nella prospettiva della tradizione alchimistica la rossa arenaria nel dell'uomo, separando ciò che in essa è eterno da ciò che è caduco. Per lungo
sogno dell'ammalato di cancro sarebbe niente meno che una visione del tempo il fuoco che "castiga" (inferno) e quello che purifica o "saggia"
corpo di resurrezione (il lapis qui resistit igni). Si spiega allora perché il (purgatorio) non furono distinti in modo preciso, e d'altra parte lo stesso
sognatore abbia provato una gioia così intensa nel costatare che la pietra luogo di passaggio viene descritto a volte non come luogo di fuoco ma
era rimasta completamente intatta. come refrigeriwn, come luogo di ristoro dove scorrono le acque. 7 Tra i
Poiché abbiamo menzionato Zosimo, un personaggio che incontreremo primi sostenitori dell'idea del purgatorio sono Clemente Alessandrino e
ancora molte volte e di cui citeremo le visioni, è opportuno ricordare che Origene; Origene ritiene tuttavia che anche l'inferno sia un luogo di pena
egli visse nel terzo secolo d.C. a Panopoli, in Egitto, e appartenne temporaneo e respinge l'idea di una dannazione eterna, il purgatorio serve
probabilmente alla setta gnostica Poimandres. alla "catarsi", cioè alla purificazione delle anime, e le spinge a ravvedersi;
In un'esperienza dell'Aldilà riferita da Hampe (1975, p. 71) il mori- solo per quelle incorreggibili esso rappresenta un "castigo".8 Agostino è il
bondo cammina col padre in un paesaggio magnifico: "Trovai una grossa primo a enunciare la credenza secondo cui i vivi possono intercedere per i
pietra e la rovesciai: la pietra era senza peso. Sulla parte posteriore c'era morti durante questo periodo intermedio, mentre a Clemente Alessandrino
una grande quantità di splendidi cristalli di rocca disposti a formare una si deve un'altra idea degna di nota: il fuoco scaturirebbe propriamente da
specie di volta. Ne provai una sensazione di gioia." Dio o da Cristo, e il passaggio attraverso il purgatorio sarebbe una sorta di
Questa "pietra" sembra importante, ma come essa si colleglli battesimo di fuoco.9 Mentre per gli uni questo fuoco è un castigo, per gli
all'esperienza della morte nel suo complesso non è ancora chiaro. È un altri è una via di santificazione: esso non brucia, ma è un fuoco spirituale
punto su cui tornerò più avanti. che attraversa l'anima.10 Non è insomma il fuoco fisico che conosciamo,
Nella tradizione cristiana, com'è noto, il regno dei morti è associato al ma un fuoco "sottile spirituale". La concezione di Clemente è già molto
fuoco (inferno e purgatorio). L'idea del purgatorio s'impose vicina a una moderna comprensione psicologica del fuoco dell'Aldilà.
definitivamente nella dottrina cattolica solo a partire dal dodicesimo Queste idee cristiane risalgono con ogni evidenza all'antico simbolismo
secolo,5 ma già nei primi Padri della Chiesa si trova l'idea, sia pure appena egizio, dove esse compaiono in una forma più originaria e primitiva. Nel
accennata, di un soggiorno temporaneo delle anime prima del giudizio regno egizio dei morti si trova un lago o una fossa di fuoco (detta anche
finale. Su questa idea ebbero un influsso non trascurabile le concezioni isola di fuoco) la cui acqua è, nello stesso tempo, fuoco. Osiride "respira
orfico-pitagoriche, platoniche e soprattutto egizie, mentre lo sheol attraverso l'acqua inavvicinabile di
veterotestamentario, luogo oscuro e fangoso, non sembra svolgere un ruolo
importante. Un Aldilà di fuoco si trova citato nel libro di Enoch (secondo-
primo secolo a.C.) che
CAPITOLO SETTIMO PASSAGGIO DEL FUOCO E DELL'ACQUA 103

questo stagno di fuoco".11 A proposito di questo lago il dio del Sole Ra di qualitativo: una intensità percepibile anzitutto attraverso il sentimento.
dice ai defunti: "La sua acqua vi appartiene, ma il suo fuoco non è contro Tuttavia lo stesso Jung (1947/1954, p. 250) rileva:
di voi, e il suo ardore non è contro il vostro cadavere "; per i malvagi invece
questo fuoco è un tormento ed esso li brucia,12 e "saggia" così tutto ciò che "Le intensità psichiche e le loro differenze graduali indicano processi
si trova nelle sue acque. caratterizzati quantitativamente, che però sono inaccessibili
In una considerazione psicologica, il fuoco non va inteso ovviamente all'osservazione diretta e quindi alla misurazione. La costatazione
in senso letterale. Anche gli antichi alchimisti lo utilizzavano come psicologica, pur essendo sostanzialmente qualitativa, possiede anche però
simbolo, equiparandolo al suo opposto, cioè all'acqua, e intendendolo così, una sorta di 'energetica fisica latente', perché i fenomeni psichici
ovviamente, come un fuoco "mistico". Il fuoco è di per sé un simbolo permettono di riconoscere un certo aspetto quantitativo. Se queste quantità
dell'energia psichica-, esso simboleggia quella realtà psichica ignota che fossero in qualche modo misurabili, la psiche dovrebbe apparirci un che di
si manifesta, con vari gradi di intensità, nelle pulsioni, nei desideri, nelle mobile nello spazio al quale applicare la formula dell'energia: poiché
volizioni, negli affetti, nell'attenzione e nella capacità di lavoro ecc.13 massa ed energia hanno la stessa natura, massa e velocità dovrebbero
Storicamente, il concetto di energia fìsica e psichica nasce dalle nozioni essere concetti adeguati per la psiche, nella misura in cui questa esercita
primitive di "mana", "mulungu", "orenda", "wakanda", "manitu" e simili, effetti costatabili nello spazio; in altre parole, la psiche dovrebbe possedere
con cui l'uomo arcaico indicava quel potere misterioso, sovrumano e un aspetto nel quale apparire come massa in movimento. Se non vogliamo
sacrale, che si manifesta ad esempio nel fulmine, in una particolare pianta postulare direttamente un'armonia prestabilita tra eventi fisici e psichici,
o animale, nel prestigio personale del capo ecc. In questo concetto non può trattarsi che di una interactio. Questa ipotesi presuppone però una
primitivo quelle che noi oggi chiameremmo energia fìsica e psichica psiche che in qualche modo tocca la materia, e viceversa una materia con
appaiono ancora fuse: fu necessario un lungo processo storico perché da una psiche latente."
questa nozione primitiva di energia si sviluppasse il concetto di energia
fìsica in senso moderno.14 Il fuoco cosmico di Eraclito, dotato di sensibilità, Queste ipotesi di Jung suggeriscono insomma che, per arrivare a
corrisponde ancora a un'idea di energia relativamente arcaica: comprendere il rapporto tra ciò che oggi chiamiamo energia fisica da un
"Quest'ordine del mondo, che è lo stesso per tutti, non lo fece né uno degli lato ed energia psichica dall'altro, bisognerebbe chiamare in causa la
dei né uno degli uomini, ma è sempre stato ed è e sarà fuoco vivo in eterno, parapsicologia.
che al tempo dovuto si accende e al tempo dovuto si spegne." 15 Nella A mio avviso il simbolismo alchimistico del fuoco allude a una energia
filosofia stoica questo concetto si evolve nell'idea di uno spirito {pneuma) intensiva che contraddistingue la psiche nel suo aspetto incorporeo. Si
igneo, che riempie l'intero universo e coincide con la divinità. Nell'alchimia potrebbe immaginare che nel processo della morte questa parte non
antica e medioevale questa antica concezione sopravvive nell'immagine di incarnata della psiche sottragga la sua energia alla parte corporea,
Mercurio, visto come il misterioso "fuoco elementare" in tutte le cose, caricandosi in questo modo di un massimo di intensità. Ecco perché nel
come spirito vitale onnipresente o spirito creativo della natura. 16 Questo Cornarlo l'elisir di vita è detto "letale": esso contribuisce parimenti a
spirito igneo sta alla base della cosiddetta teoria del flogisto alle origini "uccidere" il corpo, ossia a privarlo dell'anima, e a rianimare nello stesso
della moderna chimica, e si sviluppò più tardi, come ha mostrato Sam- tempo la psiche (il suo aspetto eterno), ossia ad accrescerne l'energia
burski (1965, p. 219), nella moderna idea di "campo di forza". intensiva. Il forte stato di eccitazione in cui vengono a trovarsi alcuni
In contrasto con l'energia quantitativamente misurabile della fisica moribondi rispecchierebbe in questa prospettiva la lotta tra l'energia
odierna, l'energia psichica è, come sottolinea Jung, qualcosa psichica ancora legata al corpo (fuoco = affetti) e quella che si sottrae al
corpo (vita psichica pura accresciuta). In caso di morte violenta
(assassinio,
104 CAPITOLO SETTIMO PASSAGGIO DEL FUOCO E DELL'ACQUA ios

suicidio) il conflitto può assumere un carattere "esplosivo", come una volta questo mare di sogno le anime si aggirano, secondo le parole di Timarco
ho avuto io stessa occasione di sperimentare. All'età di ventiquattro anni (in Plutarco, De genio Socratis 2isgg.), come fluttuanti punti luminosi o
vivevo in una camera che avevo preso in affitto nella casa di una ragazza come stelle, si immergono in profondità e salgono verso la luna, dimora
sedicenne, ammalata, e della sua infermiera. Una notte feci questo sogno: delle anime purificate. Come Oceano, quest'acqua avvolge anche il cosmo
ed è l'origine di ogni vita e anzi del mondo intero. Nell'alchimista Zosimo,17
Si verificò una spaventosa esplosione. Io e l'infermiera ci nascon- l'acqua è detta 1'"elemento rotondo" H, secondo una tradizione risalente
demmo dietro un muro per non essere colpite dalle pietre e dalle schegge all'antico Egitto, dove Osiride rappresentava un elemento acqueo sferico.18
volanti. Una sentenza della guardia di Osiride suona così: "Tu sei verde e grande
nel tuo nome 'grande verde Oceano'. Davvero tu sei grande e rotondo come
Quando mi svegliai venni a sapere che durante la notte l'ammalata si il cerchio che avvolge Hanebu [l'arcipelago]. Davvero tu sei rotondo e
era tolta la vita con delle pastiglie di sonnifero. In caso di suicidio, potente come il 'rotondo mare potente'." Viene qui alla mente quel sogno
l'"energia vitale" non viene consumata naturalmente fino all'ultimo, sicché (p. 49), in cui il moribondo esitava a entrare in un liquido aereo di colore
la morte si presenta come un'improvvisa esplosione dagli effetti pericolosi azzurro a forma di uovo.
per l'ambiente. Un'esplosione, com'è noto, non è altro infatti che Anche il Cornarlo parla, in seguito, delle acque che sommergono il
l'improvviso liberarsi di una forte quantità di energia. cadavere nel mondo infero prima della sua rinascita in forma glorificata.
Se è vero che nella mitologia l'Aldilà viene spesso descritto come un Nel Libro dei morti si legge che il morto sale "sul colle dell'acqua":19 "O
luogo di "fuoco", in senso positivo o negativo, in altrettanti casi se non di colle dell'acqua su cui i defunti non hanno poterer perché la sua acqua è
più la resurrezione dei morti viene descritta come una rinascita a partire fuoco, le sue onde sono fiamma (...) Possa io disporre dell'acqua e bere dei
dall'acqua: già nell'alchimia e nella raffigurazione egizia del regno dei suoi flutti (...) Salute a te, o dio, che sei nel colle dell'acqua! Io sono venuto
morti il fuoco e l'acqua vengono a volte espressamente associati. Anche a te affinché tu metta l'acqua a mia disposizione e io beva dal flutto, come
nell'antica Cina si pensava, come abbiamo già ricordato (p. 58), che i morti hai fatto per quel grande dio grazie al quale avviene l'inondazione, grazie
sopravvivessero nelle acque sotterranee, e anche nelle antiche culture al quale le piante si rinnovano, i prodotti crescono e la vegetazione
occidentali troviamo una concezione affine. Come osserva nel suo bel verdeggia! (...) Fa' in modo che l'inondazione arrivi fino a me."
lavoro Martin Ninck (i960, pp. 3,39, 125), gli antichi Greci credevano che Questa "inondazione" era associata dagli Egizi al bagno di soda in cui
tutte le acque scaturissero dalle profondità della terra, dove si trovavano i s'immergeva il cadavere all'inizio del processo di mummificazione. Dice
grandi fiumi sotterranei Acheronte e Cocito e il lago dello Stige. Il signore una sentenza sepolcrale:20 "O Osiride NN, tu scendi e ti purifichi insieme
di queste acque è Ade, il dio degli inferi. Tutte le sorgenti provengono da a Ra nel mare di soda e indossi le vesti della vita." La parola egizia per
questo sacro mondo sotterraneo; le nozze, le guarigioni e la nuova vita "soda" è "n—t—r", che significa "dio"r "divino".21 L'immersione del corpo
appartengono al suo dominio. Il nero Stige è però la terra dei morti, le sue in una soluzione di soda ha dunque il significato letterale di una
acque danno la morte, ma bevute in determinati giorni procurano invece deificazione, di una -metamorfosi del morto nel dio Osiride.
l'immortalità. I Campi Elisi e le Isole dei Beati si trovano invece oltre il Nella liturgia di imbalsamazione, sulle bende della mano sinistra del
fiume infero. morto viene riprodotto il segno del dio Nilo, e l'officiante pronuncia le
L'acqua ha a che fare con quelli che Martin Ninck chiama "gli stati parole:22 "O Osiride NN, il Nilo, il grande degli dei viene a te per compiere
notturni dell'anima", ossia con il sogno, l'estasi, il rapimento: essa è, in il tuo sacrificio con acqua fresca. Egli ti dà (...)
parole nostre, un'immagine dell'inconscio collettivo. Su
io6 CAPITOLO SETTIMO PASSAGGIO DEL FUOCO E DELL'ACQUA laq

il Nun [l'acqua primordiale] che viene dalla caverna; il vortice che viene tro come in un gioco variopinto di mille sfumature, per poi tornare a
dalle due montagne. Tu ne bevi e te ne sazi. Il tuo corpo si colma di acqua separarsi come in un mazzo. Ogni colore aveva un suono. E tutti questi
fresca, la tua bara è riempita dai flutti, la tua gola è inondata (...) tu sei colori e suoni insieme producevano una musica meravigliosa che mi
Nun, il più antico, il padre degli dei." riempiva di gioia e mi spingeva avanti." E poi (p. 85): "Mi sentivo sempre
Nelle cosiddette Ore di guardia di Osiride l'officiante porta, alla sesta più avvolta da un maestoso cielo azzurro con nuvole rosa e delicate
ora, un vaso pieno di acqua del Nilo: si dice che sia la stessa acqua sfumature violette. In questa atmosfera ideale mi muovevo dolcemente e
dell'Oceano primordiale Nun, dal quale proviene l'intera creazione. senza dolore." E infine (p. 91): " In stato d'incoscienza vidi delle immagini
L'officiante esclama:23 "Ecco la vostra sostanza, o dei del Nun, che vi fa di me stessa, in cui tutti i colori dell'iride sfumavano l'uno nell'altro."
vivere nel suo nome, il Vivente. Quest'acqua ti partorisce, come Ra, ogni
giorno: essa ti fa diventare come Chepera fio scarabeo]." Questo elemento fluido è molto frequente nelle esperienze di premorte
Nella processione di Iside descritta al termine delle Metamorfosi di e corrisponde all'aspetto "acqueo" dell'inconscio. La pratica indù di
Apuleio, l'oggetto sacro che viene portato in processione è un'urna piena spargere le ceneri del morto sulle acque del Gange, o l'usanza di Bali di
di acqua del Nilo. È il già citato (p. 41) Osiride hydreios, simbolo che trasportarle in mare su una barca per poi spargerle sull'acqua, esprimono
compare nell'Egitto greco-romano (primo secolo d.G): una specie di simbolicamente questa idea di un dissolvimento liberatore inteso come
grembo simbolico in cui il morto ritorna alla vita, e insieme probabile ritorno all'oceano primordiale. Questo simbolismo illustra in qualche
immagine della dea Iside che fa rinascere il morto. L'urna contiene acqua modo l'aspetto acqueo dell'inconscio: una sorta di sostanza liquida in cui
del Nilo proveniente dall'acqua primordiale di Nun, da cui sono scaturiti, sono sospese le "immagini di ogni creatura", più belle e più intense che in
secondo la concezione egizia, l'universo e tutti gli dei. sogno, ma ancora più sfuggenti.
Intesa come il Nun (l'acqua primordiale da cui proviene la creazione), Dobbiamo ora tornare al sogno finale di quel paziente (vedi sopra p.
l'acqua che è anche fuoco è un simbolo dell'inconscio collettivo, dove 49) che si trovava "sopra o dentro un liquido aereo del colore del cielo e
l'acqua raffigura di più l'aspetto di questo come matrice di immagini e di dalla forma di un uovo". L'uomo aveva "la sensazione di cadere
visioni simboliche, e il fuoco di più quello della sua qualità suscitatrice nell'azzurro, nell'infinito", e temeva di dissolversi, ma dei pezzetti di stoffa
d'affetti.24 Questi due aspetti dell'inconscio compaiono anche nelle azzurra ondeggianti all'intorno lo avvolgevano e lo sostenevano (veniva
esperienze di premorte riferite da Moody e da Hampe. Le descrizioni dei poi la visione dell'albero di Natale).
pazienti sono spesso percorse da forte commozione, di beatitudine o di Un uomo di età piuttosto avanzata descrisse per lettera a Jung un sogno
tormento, e insistono sul fatto che il linguaggio non è in grado di descrivere analogo, di cui riportiamo l'ultima scena:
quell'esperienza, che si tratta di un'emozione inesprimibile ( = fuoco). In
tali esperienze, del resto, si parla spesso di correnti (!) di luce, di colori, di Egli raggiunge un edificio dove incontra i suoi genitori e il suo
immagini, di suoni in sé non afferrabili, che sembrano corrispondere patrigno, che lo abbracciano in segno di benvenuto. Ma deve proseguire,
all'aspetto acqueo dell'inconscio. Una paziente di Hampe (1975, p. 83) finché la strada finisce davanti a un abisso e una voce gli ordina di saltare
parla ad esempio del passaggio attraverso un tunnel: giù. Si oppone disperatamente, poi obbedisce. Con suo grande stupore non
precipita verso il fondo, ma fluttua deliziato nell'azzurro dell'eternità.
"Dovevo cercare l'accompagnatore là dove s'intravedeva l'azzurro
intenso dell'uscita. Il ronzio diventava più bello e più chiaro. Anche i colori Jung (lettera a E. L. Grant Watson del 25 gennaio 1954) interpreta
si facevano più luminosi e sembravano passare l'uno nell'al- questo sogno come una preparazione alla morte, e si richiama
io8 CAPITOLO SETTIMO

alla dottrina indù secondo la quale morire significa entrare nel-ì'atman: CAPITOLO 8
"Lì non vi è solitudine, ma totalità, o una pienezza che si estende
Il sacrificio 0 'elaborazione' del vecchio corpo
all'infinito."
Il "liquido aereo del colore del cielo" è una strana immagine che si
ritrova anche in Gerhard Dorn, alchimista e allievo di Paracelso. Per Dorn
l'intera opera alchemica culmina nella produzione del cosiddetto caelum,
o cielo interiore, che è la quintessenza della vita corporea, la "verità"
interiore nascosta nel più intimo dell'uomo come "immagine di Dio". Se si
distilla questo liquido e lo si fa rotare, "lo si vedrà fluttuare verso l'alto,
traslucido e del più puro colore dell'aria".25 In questo modo il misterioso
cielo interiore diventa visibile. La produzione di questo liquido azzurro e
aereo rappresenta per Dorn il grado supremo della coniunctio degli op-
posti, la fusione con lo spirito divino dell'universo. Jung la interpreta così: Prima che lo spirito e l'anima possano ritornare nel corpo, quest'ultimo
"L'intero uomo cosciente viene preso in consegna dal Sé, dal nuovo centro deve aver subito, secondo quanto afferma il Cornano, una metamorfosi. In
della sua personalità che sostituisce il vecchio Io."26 un primo tempo sembrerebbe trattarsi di una dissoluzione o di un
Secondo i testi alchimistici, tuttavia, questo sarebbe solo uno stadio "sacrificio" del vecchio corpo, "tormentato", esposto alla "prova del fuoco"
introduttivo, a cui farebbero seguito altre e importanti trasformazioni. È e simili. L'uomo di cui abbiamo citato a pagina 73 il sogno di Anima fece
una prima liberazione dai vincoli del corpo, dai desideri e dalle esigenze prima di morire quest'ultimo sogno, riferito da Barbara Hannah (1964, p.
dell'Io, da quel mondo ristretto in cui ci confina la vita la nostra limitata 198):
coscienza cerebrale. Ma si tratterebbe solo di uno stadio iniziale. Un uomo
che i medici avevano riportato in vita descrisse così la sua esperienza a Un uomo, forse lo stesso sognatore o il suo migliore amico, doveva
Hampe (1975, p. 93): "Lo stato in cui mi trovavo era caratterizzato da una venire giustiziato e il sognatore si offrì come carnefice, nella speranza di
inaudita sensazione di pace, ma anche da qualcos'altro, da un poter salvare la vita al condannato che riteneva innocente. Nella mano
presentimento di grandi cose, di una trasformazione ulteriore. Tuttavia, teneva un affilato coltello da caccia e doveva far credere di volerlo
oltre al mio improvviso ritorno sul tavolo operatorio non ricordo altro." davvero uccidere perché, se si fosse venuto a sapere che voleva salvarlo,
Molti altri resoconti dì morenti contengono un accenno all'esistenza di avrebbe dovuto pagare con la vita. Gli praticò quindi un taglio lungo la
una "soglia" ulteriore, dalla quale però, ovviamente, non c'è ritorno. 27 colonna vertebrale e poi girò la vittima. Nel corso dell'operazione sentì le
La liturgia egizia dei morti e la tradizione simbolica dell'alchimia ossa scricchiolare ed ebbe paura di avere inciso troppo a fondo. A questo
descrivono a loro volta altri stadi, ossia il ritorno dell'anima nel corpo: non punto l'uomo si svegliò con l'acuta sensazione di non poter soddisfare
però nel "vecchio" corpo, ma in una forma nel frattempo mutatasi e sessualmente la ragazza che amava.
sublimata del medesimo. Dobbiamo dunque domandarci che cosa succeda
esattamente al "vecchio" corpo, mentre l'anima si allontana in uno stato Nell'interpretazione di Barbara Hannah, basata sulle associazioni del
estatico provvisorio. sognatore, l'amico che è da sacrificare simboleggia un aspetto della sua
personalità rimasto troppo giovanile, e teso a "ripetere" sempre nuove
avventure sessuali. Con il coltello usato nel sogno l'uomo era solito,
durante le sue battute di caccia, dare il colpo di grazia alla preda:
l'intenzione era dunque, evidentemente, di dare
CAPITOLO OTTAVO zi. SACRIFICIO ur

il colpo di grazia a questo lato immaturo di sé, cercando nello stesso tempo cuna]. La tua anima sale sul tuo corpo nella terra di Dio. A te Horus, che
di risparmiarlo. Secondo Barbara Hannah la vittima significa inoltre viene dall'olio di mirra, da Osiride. "
Vostinazione egocentrica del sognatore, la sua volontà di seguire il proprio
Segue l'unzione del corpo, da cui dipende l'unione col dio Osiride. Le
desiderio e di non sottostare al "volere del dio", al comandamento del Sé
viscere vengono quindi poste in quattro canòpi (vasi) in modo che "gli
interiore.
unguenti della mummia penetrino nelle membra del Dio". Poi la spina
Questo lato immaturo e sessualmente avido può essere visto anche
dorsale viene impregnata di olio. Il testo da recitare dopo queste unzioni
come la tendenza, tipica degli anni giovanili, a identificarsi col proprio
suona così:
corpo e i suoi impulsi. In un certo senso il sacrificio sarebbe dunque una
rinuncia al corpo. Ma sacrificare significa rinunciare a qualcosa in nome
"O Osiride NN, prendi questo olio (...) prendi questo liquido di vita (...)
di un'istanza superiore, generalmente un dio o delle divinità. In sostanza si
Prendi questo grasso degli dei, l'emanazione che viene da Ra, la secrezione
tratta di una rinuncia all'egocentrismo.1 Ecco la dichiarazione di un uomo
che viene da Schow [dio dell'aria]; il sudore venuto da Geb [dio della
gravemente ferito in guerra che, dopo essere rimasto a lungo in coma, era
terra]; le membra divine venute da Osiride" ecc. E ancora: "A te, NN,
riuscito a salvarsi, riferita da Hampe (1975, p. 96):
vengono l'oro e l'argento, i lapislazzuli e la malachite. A te viene l'argilla
(thn) per trasfigurare il tuo volto, e il corniolo (hnm) per rafforzare il tuo
"Nel momento in cui sentii dire da un'infermiera che mi restavano
passo (...) A te, NN, viene l'abito che nasce dall'occhio di Oro, la bella
appena due ore di vita provai improvvisamente una sensazione di angoscia:
emanazione di Sobk [il dio-coccodrillo, il 'Signore della casa della vita'].
conobbi la violenza e il tormento della lotta interiore, la lotta finale
(...) A te viene la veste del tempio di Sobk. Essa guida il tuo cammino nel
dell'anima davanti al sacrificio. La lotta si svolgeva nella piena luce della
coscienza. Conserverò per sempre il ricordo di quel momento, e prego Dio Nun [le acque primordiali] e adorna con la sua bellezza le tue membra, in
che non svanisca mai dalla mia memoria (...) Se la vita va lasciata con modo che tu sia come Ra quando sale e discende, e continui in eterno."
coraggio, va anche vissuta con coraggio."
Poi la mummia viene deposta sul dorso, si indorano le sue unghie e si
avvolgono le sue dita con bende di lino, associandole a particolari divinità.
Un "sacrificio" del corpo nel senso della sua deificazione si trova anche
nel rituale egizio di mummificazione. Al Museo del Cairo e al Louvre si La stessa operazione viene ripetuta per tutto il corpo, e infine viene di
trovano due versioni di un antico documento, purtroppo danneggiato e in nuovo unta la testa: "La tua testa viene a te, affinché non sia lontana da te:
parte non del tutto leggibile, contenente le istruzioni per sezionare e viene a te e non si separerà in eterno." Le mani vengono disposte in modo
imbalsamare il cadavere.2 Ogni singola parte del corpo viene trattata con che gli dei possano "prenderle" o "afferrarle", le gambe in modo che
particolari oli ed estratti vegetali; questi oli ed estratti sono però concrete possano di nuovo "camminare". "Gli abiti degli dei avvolgono le tue
"emanazioni" degli dei. Leggiamo: braccia", e le grandi vesti delle "dee le tue membra, affinché le tue braccia
siano forti e le tue gambe robuste". II testo finisce così:
" Ungi quindi la sua testa due volte con buoni oli di mirra, e di': o
Osiride NN, a te l'olio di mirra, che viene dalla terra [somala] di Punto, per "A te, Osiride NN, l'incenso, che viene da Horus, a te la mirra, che
abbellire il tuo profumo con un profumo divino. A te l'emanazione che viene da Ra, a te la soda, che viene da Nechbet; a te le piante anchjemi
viene da Ra, per abbellire il tuo [lacuna] col [la- venute da Osiride, la resina, che viene dal dio potente, la
ii2 CAPITOLO OTTAVO IL SACRIFICIO ni

gomma, che viene dal beato Wennofre [Osiride]. Essi raggiungono le tue quindi mummificato, e sarebbe diventato asciutto e nero. Occorreva molto
gambe e ti rendono testimonianza. Tu cammini su una terra d'argento e su tempo, il lavoro era delicato e difficilissimo. L'uomo sopportò
un terreno d'oro, vieni sepolto in un pendio di malachite (...) Vedi il tuo stoicamente: il suo e il mio destino erano in gioco, e il risultato finale fu a
nome in tutte le province, la tua anima in cielo, il tuo corpo nella Dat [il nostro parere quello desiderato. Quando gettammo uno sguardo sul
mondo infero], le tue statue nei templi. Vivi in eterno e sei eternamente simbolo, esso emanava un'aura impenetrabile di mistero. Eravamo
giovane. O Osiride NN, possano i tuoi nomi durare splendidi nel tempio di entrambi esausti.
Ammon-Ra, il re degli dei, la sacra immagine, il capo di tutti gli dei in
eterno." Come spiega Edinger, richiamandosi al motivo alchimistico dello
smembramento, le mani raffigurano lo strumento del nostro volere e del
Il testo descrive come la mummia si trasformi, secondo la concezione nostro agire coscienti. Staccare le mani significa dunque uno
egizia, in un corpo "trasfigurato": è il processo alchimistico di deificazione. spodestamento dell'Io, o, per dirla con Jung, una "sconfitta dell'Io". La
Il corpo del morto diventa una molteplicità di dei, che però nell'immagine figura che ne deriva, un esagono, è un'immagine del Sé, ma forse anche di
del dio Sole è anche una unità di tutti gli dei. Nel linguaggio della una maschera primitiva raffigurante il volto di Dio. Il sei significa, nel
psicologia diremmo che il corpo del morto si trasforma in un'immagine simbolismo dei numeri, l'unione degli opposti. È anche importante notare
dell'inconscio collettivo e nel suo aspetto unitario, il Sé. Con questo corpo il sacrificio dell'uomo fisico come portatore della volontà dell'Io, sacrificio
trasfigurato si uniscono poi il ka (l'ombra, il doppio) e il ba (l'individualità che trasforma l'uomo (o le sue mani, cioè la sua attività) in portatore del
spirituale) del morto in una unità indivisibile. La resurrezione è dunque la Sé. L'analogia col processo egizio di mummificazione è evidente.
fusione del Sé individuale col Sé collettivo, ma anche, nello stesso tempo, Un altro esempio è riferito da Mark Pelgrin ( 1961, p. 109) ed è il sogno
una ripresa del corpo in forma trasfigurata. di una donna in punto di morte:
Un altro esempio di questo motivo archetipico si trova nella serie di
sogni pubblicata da Edinger. L'uomo esaminato da Edinger (1972, p. 214) Vedevo con molta chiarezza un gruppo di uomini dall'aspetto molto
racconta, fra gli altri, questo sogno: serio, che mi aspettavano come in un rituale solenne. C'era anche una
barella su una veranda aperta, un luogo importante e austero che dava sul
Come nelle Leggende ebraiche di Gìnsberg [un libro che il sognatore cortile. Gli uomini indossavano vestiti dai colori sgargianti, un po' come
aveva sfogliato il giorno prima], dove Dio comunica personalmente con gli abiti di seta dei fantini, e aspettavano tutti di compiere un certo lavoro
gli uomini, sembrava che Dio vii avesse sottoposto a un esame a cui non su di me. Avevo la vaga sensazione che dovessero portarmi su un altare
ero preparato, né tecnicamente né emotivamente. Anzitutto dovevo cercare per sacrificarmi agli dei, per essere riplasmata da potenze interiori in un
e trovare un uomo che mi aspettava [l'Altro sconosciuto!] e con lui dovevo certo qual modo salutifero.
seguire attentamente le istruzioni ricevute. Il risultato del nostro lavoro
doveva essere un simbolo astratto per noi incomprensibile, con un Questo sogno mi sembra alludere di nuovo a una deificazione del corpo
significato religioso, o sacro, 0 di tabù. Il compito consisteva nel tagliare simile a quella codificata nel rituale egizio, a una trasformazione del corpo,
le mani di quell'uomo lungo le articolazioni per poi unirle in modo da for- una sua guarigione che sublima il corpo dall'interno congiungendone allo
mare una figura esagonale. Bisognava poi staccarne due rettangoli, uno stesso tempo le parti a singoli archetipi. A volte il corpo morto è
per mano, in modo da ricavarne delle specie di finestre. Questi rettangoli simboleggiato anche da un animale, come abbiamo visto nel sogno del
erano simboli di grande importanza. Il risultato andava cavallo in decomposizione (p. 43). Un altro
"4 CAPITOLO OTTAVO IL SACRIFICIO l'S

esempio lo troviamo in un sogno di morte di cui scrisse a Jung il sognatore: questa gerarchia spirituale il cuore è il monarca, nato dallo spirito e dalla
chiarezza, i polmoni presiedono all'ordine e alle divisioni, il fegato alla
Un cavallo magico era stato ucciso in battaglia, e il sognatore doveva strategia e alla direzione, la bile alle decisioni e ai giudizi, l'intestino crasso
portare con sé le sue viscere per diversi anni, finché il cavallo ritornasse alla scelta della giusta via, alle trasformazioni e alle metamorfosi,
in vita, divorasse le proprie vìscere, e lui potesse montarlo. l'intestino tenue alla fioritura, le reni alla risolutezza nell'agire ecc. Queste
"sedi funzionali" sono l'equivalente delle costellazioni nel macrocosmo.
Ecco la risposta di Jung (lettera a E. L. Grant Watson del 25 gennaio In ogni organo vivono inoltre determinati animali simbolici: una tigre
1954): "Il sogno del cavallo raffigura l'unione con l'anima animale, a lungo bianca nel polmone, una testuggine e un serpente nella cistifellea, un drago
trascurata. Ne deriva uno strano stato interiore, un pensiero inconscio, che nel fegato, una fenice nella milza, un uccello rosso nel cuore e un bianco
La mette in condizione di percepire lo spiegarsi naturale dello spirito nel cerbiatto a due teste ancora nel fegato.7
proprio dominio. Lei può intendere il sogno come una conseguenza Tutti questi enti sono direttamente percepibili alla visione interiore.8
naturale di pensieri nell'inconscio, o come anticipazione di una vita Mentre le divinità macrocosmiche sono spesso errabonde e difficili da
postmortale." In altre parole, ciò significa che nel cavallo (l'anima animale raggiungere, è più facile prendere contatto, attraverso la meditazione, con
nel corpo) si cela in verità la vita di immagini e idee spirituali archetipiche, le divinità corporee presenti dentro di noi e che coincidono
e che attraverso il sacrificio e il fatto di trasportare la vittima (si confronti misteriosamente con le prime, e permettono così di raggiungere il
con Mitra che trasporta il toro) questo aspetto spirituale nascosto dell'a- significato cosmico del Tao.
nima corporea, ossia dell'inconscio collettivo, diventa esperibile; è una vita Anche la medicina tibetana e il tantrismo indiano presentano
spirituale che sembra continuare dopo la morte. concezioni del tutto analoghe. L'intero sistema del Tantra Yoga indiano
Il pensiero che le singole parti del corpo possano venire associate a poggia sull'idea che il corpo sia un'immagine del cosmo, e che formi con
determinate divinità (archetipi) compare in una forma assai elaborata esso un'unità materiale e spirituale insieme. Il seguace del tantrismo
nell'Estremo Oriente. Per il taoismo cinese, ad esempio, l'uomo è, come riconosce la propria sostanziale identità col Tutto.9 All'interno del proprio
nell'astrologia occidentale, un microcosmo, le cui suddivisioni corpo materiale egli possiede un "corpo sottile", fabbricato
corrispondono ai vari piani del ciclo e alle sue costellazioni.3 L'energia dall'onnipresente energia psicofisica che si condensa in punti nodali detti
vitale ch'i, concepita come una sostanza sottile di natura psicofisica, chakras. Nel puja (atto di adorazione presente in ogni cerimonia), così
circola attraverso il Tutto.4 Ogni organo, anzi ogni minima parte del corpo come nel rituale tantrico, il celebrante "onora" sé stesso coprendo certe
ha la sua divinità, descritta anche come il "sovraintendente", o la parti del corpo con ghirlande di fiori, unguenti, profumi ecc. La sua natura
"funzione" di quella parte. Quando la divinità abbandona il suo organo, si trasforma così interamente nel divino, ogni parte del corpo acquista
questo smette di funzionare e deperisce. È dunque necessario prendersi natura divina come nella pratica egizia della mummificazione, con la sola
cura delle divinità del corpo, attraverso la meditazione, la dieta e così via: differenza che qui la metamorfosi avviene già in vita. Il veicolo invisibile
bisogna "congiungerle col corpo " per ottenere lunga vita o addirittura della metamorfosi è il "corpo sottile". Gli Yogi si trattengono spesso a
l'immortalità.5 lungo sul luogo della cremazione per compiere in sé una "cremazione"
Gli organi sono poi la sede delle cosiddette passioni celesti, sentimenti simbolica, che consiste nella rinuncia a ogni impulso egocentrico.10 Le
determinati dal cielo: benevolenza e antipatia, gioia e tristezza,6 cosi come singole parti del corpo diventano nella loro forma cosmica altrettante
anche in Occidente certi stati d'animo fondamentali vengono riferiti divinità e formano insieme la divinità universale.11
all'influsso delle costellazioni planetarie. In Non solo i seguaci del Tantra Yoga, ma ogni indù che rinuncia al
mondo (sannyasin) compie questa metamorfosi, ogni parte del
n6 CAPITOLO OTTAVO 1L SACRIFICIO "1

suo corpo acquista un rilievo particolare e il suo soffio vitale sale col fuoco celso si richiama anche al rituale egizio di mummificazione, in cui veniva
del sacrificio, suggellando la "morte al mondo" dell'iniziato.12 Il rituale usato a suo dire un agens (balsamo) capace di rendere il corpo
sacrificale prefigura dunque, in qualche modo, la sua morte fisica, ma il incorruttibile, e un elisir di lunga vita detto cheyri.17 Questa sostanza
fatto per noi più interessante è la presenza, nelle varie parti del corpo, di permetterebbe di ricostituire e rinnovare l'"uomo interiore spirituale",
una particolare "anima", o divinità, o animale simbolico. Da un punto di l'imago Dei nell'uomo, che sarebbe imperitura e sopravviverebbe alla
vista psicologico diremmo che vi è una proiezione sulle diverse parti del morte.
corpo da parte di ciò che chiamiamo archetipi delVinconscio collettivo, ma Come rileva Jung, l'alchimia ritrova qui un aspetto della natura umana
si tratta, forse, di qualcosa di più. Oggi sappiamo ad esempio che sogni di che il cristianesimo aveva rifiutato e allontanato.
serpenti o di insetti sono legati a particolari disturbi del sistema simpatico; Per tornare alle testimonianze di premorte, conosco due casi che
ora, è senz'altro possibile che certi archetipi abbiano un qualche legame sembrano richiamare queste concezioni alchimistico-astrologiche. Il
specifico con certe funzioni o regioni corporee; è questo un campo della primo riguarda il noto medico e parapsicologo Sir Auckland Geddee,
psicologia del profondo ancora in larga parte inesplorato.13 La credenza in citato da Hampe (1975, p. 101):
questi legami resta ad ogni modo un fatto storico di portata universale.
Sia pure in forma meno sistematica che in Oriente, queste idee si "Il sabato nove novembre, un minuto prima della mezzanotte in-
trovano rappresentate, nella tradizione occidentale, dalla medicina cominciai a sentirmi male, e il malessere sfociò, due ore più tardi, in una
astrologica. Secondo l'astrologia degli antichi le varie parti del corpo sono gastroenterite acuta. Fino alle otto ebbi tutti i sintomi di un grave
"dominate" da particolari divinità planetarie e segni zodiacali: gli organi avvelenamento; il polso e il respiro erano impercettibili. Volevo suonare
sessuali dallo Scorpione, le ginocchia dal Capricorno, i piedi dai Pesci e per chiedere aiuto, ma vidi che non ero più in grado di farlo e lasciai
così via. perdere. Mi rendevo conto di stare molto male e con grande rapidità passai
Tali concezioni, rimaste praticamente intatte attraverso il Medioevo, in rassegna la mia situazione finanziaria. Per tutto questo tempo la
furono soffocate ma non estirpate dalla vittoria del monoteismo cristiano coscienza non sembrava affatto alterata, finché all'improvviso notai che in
e dall'Islam, e conobbero un nuovo rigoglio in età rinascimentale. Il più realtà essa era come divisa in due parti. Per maggiore chiarezza le chiamerò
noto fra i restauratori è Paracelso, che sulla scia della tradizione intende coscienza A e coscienza B. Nei fatti che seguirono il mio Io resta legato
l'uomo come un microcosmo, con un suo cielo "endosomatico" che egli alla coscienza A. Mi accorsi che la coscienza B apparteneva al mio corpo,
chiama "firmamento", "astro" o sidus.14 Esso è una parte o un contenuto e mentre il mio stato fisico continuava a peggiorare, tanto che il cuore
del corpo visibile e la fonte di ogni illuminazione, o lumen naturale^ aveva quasi cessato di battere, vidi che la coscienza B appartenente al
Saturno esercita il suo influsso e la sua terapia sulla milza, Giove sul corpo cominciava a mostrare una struttura complessa, in cui rientravano
fegato, il Sole sul cuore e sull'immaginazione, Venere sulle reni, Marte varie sensazioni corporee provenienti dalla testa, dal cuore e dalle viscere.
sulla bile e sulla forza creativa individuale, la Luna sul cervello ecc. Anche Queste componenti diventavano via via più autonome, e la coscienza B
le malattie sono legate alle varie costellazioni. Nel ventre opera poi un incominciò a dissolversi, mentre la coscienza A, che ora era me stesso,
principio detto Archeus (o Archasius), che è uno spirito creativo e sembrava sospesa fuori del corpo che potevo vedere. A poco a poco mi resi
nutritivo. conto che non solo potevo vedere il mio corpo e il letto in cui giacevo, ma
Il "corpo astrale" forma nel suo insieme Yade eh, il cosiddetto tutta la casa e il giardino, e anzi non solo la casa, ma oggetti che si
"macantropo" cosmico presente in ogni uomo.16 Non a caso Para- trovavano a Londra e in Scozia e a cui continuavo a rivolgere l'attenzione.
Da una fonte a me ignota, che chiamai il mio mentore, appresi di trovarmi
del tutto libero in una
uS CAPITOLO OTTAVO IL SACRIFICIO "9

dimensione temporale dello spazio in cui l"ora' corrispondeva in qualche premorte che solleva non pochi enigmi; è la relazione di un paziente
modo al 'qui' dello spazio tridimensionale ordinario. Vidi poi che veniva ricoverato nella clinica per malattie infettive di Óstersund in Svezia:
chiamato il medico e che questi faceva un'iniezione di canfora al mio corpo
esanime (...) mi riportarono indietro (...) Ritornai, mio malgrado, al mio "Mi trovavo in un mondo completamente diverso (...) Si trattava di un
corpo." luogo elevato [un livello superiore!], intorno a me era buio, ma provavo
una sensazione di benessere e mi sentivo perfettamente .1 mio agio.
Una donna, che i medici avevano salvato da un coma glicemico, Guardandomi attorno mi accorsi che nel buio davanti a me si ergeva un
raccontò a Hampe (1975, p. 109): "Vidi che mi stavano portando via a muro piuttosto alto. Al di qua c'era una scalinata che saliva lungo il muro
pezzettini. Ogni pezzo aveva un colore diverso ed erano tutti staccati dal portando in luoghi sempre più luminosi: si allontanava da me verso destra,
tronco del mio corpo: là c'era il fegato (...) là il cuore (...) là i polmoni. poi spariva in una zona di luce forte e chiara. Dal posto dove mi trovavo
Formavano un gioco di colori profondo e bello. Vidi che mi portavano nel potevo scorgere, non molto lontano da me, un omino di colorito scuro,
regno della luce. " Riportata indietro, gli organi tornarono a ricomporsi. rugoso, dall'aria fragile. Voleva salire la scala in direzione della luce ma
Mentre Geddee non segue da vicino la dissoluzione della coscienza sembrava che non potesse muoversi. Come potei costatare osservando più
corporea B, questa donna sembra interessata proprio al disgregarsi dei vari attentamente, portava un peso sulle spalle. Sembrava un sacco ed era
organi: ne sottolinea i colori, il "bel gioco di colori", che non sembra però evidentemente così pesante che l'uomo vacillava sulle ginocchia. Mi dissi
legato al corpo, quanto piuttosto all'esperienza dell'Aldilà. subito che dovevo aiutare il poveraccio, poiché mi sentivo legato a lui e
Se confrontiamo queste esperienze contemporanee col rituale egizio dei responsabile di quanto gli accadeva. Ma nello stesso tempo vedevo che
morti, mi sembra che si possa formulare un'ipotesi: nella mummificazione dalla mia posizione potevo fare ben poco.
gli organi del corpo vengono associati a particolari divinità che sono, dal L'omino continuava a salire molto lentamente verso la luce, intorno a
punto di vista della psicologia, diversi archetipi dell'inconscio collettivo. lui era buio, la strada sembrava fatta di soffice polvere di carbone. Solo più
Quest'ultimo sembra per così dire proiettato sul corpo, o incarnato in esso. avanti diventava più chiaro, avevo compassione «li lui (...) Benché fossi
La coscienza corporea (quella che Geddee chiama coscienza B) sembra solo con quel poveretto, sentivo la presenza di una terza persona: c'era una
dissolversi in prossimità della morte, così come nel rituale di voce in me che rispondeva con chiarezza a tutti i miei pensieri. Come
mummificazione il morto si dissolve dapprima nelle acque primordiali del possiamo venirne fuori? La voce ini rispondeva immediatamente: hai
Nun. Il rituale funebre compie però un passo ulteriore: il corpo divinizzato sempre voluto fare una grande esperienza e qualcosa di grande, ora ne hai
(trasfigurato) torna a formare un'unità ricongiungendosi col dio del Sole l'occasione! Ma io non ce la faccio, le rispondevo. E la voce: puoi
Ra e con le altre parti dell'anima. La coscienza A di Geddee corri- abbandonare il tuo corpo, che è là in basso, nessuno ti impedisce di salire.
sponderebbe in Egitto al mentore, alla voce interiore, all'anima ba, quella Ma non è ingiusto - replicavo — abbandonare quel povero corpo affaticato
che nel celebre Dialogo di un uomo stanco della vita col suo ba appare proprio a metà strada verso la luce? Risposta: puoi aiutarlo con la tua
come spirito guida. volontà. I .'invito a lasciare il corpo, mi dicevo, è seducente, ma decisi
Credo perciò che Hampe non abbia del tutto ragione quando ritiene che comunque di combattere (...)
la coscienza B si dissolva definitivamente, potrebbe trattarsi invece di una Combattei a lungo con me stesso, poi tornai a guardare l'omino, clic nel
dissoluzione temporanea in vista di un'ulteriore metamorfosi, frutto, in frattempo era avanzato un po'. Ma mentre Io osservavo era di nuovo
qualche modo, di uno sforzo umano, di un Opus. Hampe (1975, p. 72) immobile. Scoprii allora che era cresciuto, anche il sacco sembrava
riferisce infatti un'altra esperienza di diventato più piccolo e più leggero. Adesso l'omino aveva le gambe diritte,
le ginocchia non erano più piegate. Ero contento
120 CAPITOLO OTTAVO IL SACRIFICIO i2t

di non averlo abbandonato, e mi rivolsi di nuovo al mio 'amico'. Credo che gli spiega che quella è la trasformazione del "luogo dell'esercizio"
ce la faremo — gli dissi — la tua vicinanza mi ha dato forza. La voce mi (askeseos), della cosiddetta imbalsamazione (taricheia): "Gli uomini che
rispose: vedi che una battaglia giusta e onorevole raggiunge sempre il suo vogliono essere partecipi dell'arte vanno là e diventano spiriti (pneumata)
scopo. La risposta era vaga, ma provai subito dentro di me una sensazione sfuggendo al proprio corpo! " ^homunculus viene chiamato più tardi col
di calore e di riconoscenza. Avevo incontrato il mio 'amico', e lui mi aveva nome di "piombo", e il sacerdote, la vittima sacrificale, si trasforma a poco
dato la speranza. Non lo dimenticherò mai più. Da allora non mi sono più a poco, nel corso di ulteriori visioni, da uomo di bronzo a uomo d'argento
separato da lui: stava al mio fianco, parlava con la mia stessa voce. Vidi e infine d'oro, seduto in un tempio circolare ricavato da una pietra bianca.
che l'individuo ai miei piedi non portava ora nessun peso. Poi mi ritrovai Dall'interno del tempio sgorga una fonte d'acqua purissima e si vede
di nuovo nel mio corpo, qui nella clinica. Tutto mi sembrava ridicolo e lampeggiare la luce del sole.
miserabile." Qui Yhomunculus compare come spirito guida (spiritus rector) di un
processo di trasformazione dell'uomo detto anche mummificazione
Hampe collega questa vicenda allo sforzo del malato di collaborare con (taricheia). Il processo consiste in una spiritualizzazione, o meglio —
i medici che tentavano di salvare il suo corpo con una trasfusione di come sappiamo dalle fonti egizie — in una deificazione del corpo. Ma il
sangue. L'omino scuro sarebbe dunque il corpo ammalato, e il peso il testo di Zosimo accenna più volte al fatto che lo spirito guida
residuo opprimente della sua vita passata. Credo che l'interpretazione sia dell'imbalsamazione è nello stesso tempo ciò che è da trasformare; è
giusta nel suo insieme, ma ci sono anche, nella visione, elementi più materia corporea ed è nello stesso tempo ciò che la sublima in spirito, una
precisi. Il peso e la "polvere di carbone" rappresentano il corpo assai più sorta di quintessenza del corpo materiale. La produzione o liberazione di
dell'omino: non dimentichiamo che il corpo è costituito in buona parte di tale quintessenza della vita corporea è rimasta per molti secoli lo scopo
carbonio. Mi sembra invece che l'omino rappresenti, più che il corpo, uno principale degli alchimisti. Ancora dirà molto più tardi Paracelso: 19 "È lo
"spirito vitale" che lo accompagna. Se consideriamo l'esperienza in spirito di verità che il mondo non può comprendere senza l'intercessione
prospettiva mitologica, l'omino rimanda alla tradizione alchimistica, e in dello Spirito Santo o gli insegnamenti di coloro che lo conoscono." È
primo luogo alle Visioni di Zosimo (terzo secolo d.C), il cui protagonista l'anima del mondo, che tutto muove e tutto conserva. Nella sua forma
è appunto un homunculus (anthropariorì) . X i Zosimo vede in sogno un terrena, cioè nella sua originaria oscurità saturnina, esso è impuro: la
sacerdote su un altare a palchi a cui conduce una scalinata di quindici polvere di carbone in cui l'omino si affatica! Ma durante la sua ascesa (la
gradini; l'uomo dice di essere Ione, il sacerdote dei nascosti santuari più scalinata!) attraverso la forma acquea, aerea e ignea, esso si purifica
interni, e di essere sottoposto a un tormento insopportabile: un uomo, gradualmente. Nel quinto stadio dell'ascesa appare infine come "corpo
sopraggiunto di primo mattino, lo aveva fatto a pezzi, scalpato e poi chiarificato". Questo spirito, dice Paracelso, è il mistero "rimasto nascosto
bruciato nel fuoco "secondo l'arte". Finché si era accorto "che il suo corpo fin dalle origini".
si trasformava e diventava spirito (pneuma)". A questo punto il sacerdote Nel testo di Zosimo questo spirito è detto Ione, il sacerdote dei santuari
sputa la propria carne: "E vidi — prosegue — che si trasformava in un più interni. Jung riconduce il nome Ione al sabeo Junan, figlio di Mercurio
homunculus mutilato, nel mio rovescio. Esso si dilaniava coi propri denti e padre fondatore dell'arte alchimistica,20 ma il nome potrebbe anche
fino a distruggersi." Zosimo si domanda che rapporto abbia tutto ciò con alludere a Joun-mutef, il nome del sacerdote che durante la festa di Sed
lo scopo dell'alchimia — la "composizione delle acque" — poi si trasformava il re in Osiride, cioè provocava la sua morte simbolica e la sua
addormenta e sogna di nuovo l'altare a palchi, su cui viene ora bruciata fra rinascita. La parola joun significa "pelle" o "pelo" (!), mentre mutef
i tormenti una moltitudine di persone. Un homunculus, che è anche significa "sua madre", e alluderebbe secondo Moret (1922, P- 75) a un
barbiere, simbolismo della rinascita.
CAPITOLO OTTAVO IL SACRIFICIO '23

Nella tomba il figlio del re (che rappresenta il dio Horus) è raffigurato più separato da lui: stava al mio fianco, parlava con la mia stessa
come il sacerdote Joun-mutef. La festa di Sed serve a rinnovare il re, voce.
secondo un simbolismo che in tutta la tradizione alchimistica si riferisce Da un punto di vista psicologico ciò significa che per il Sé, per la totalità
alla produzione del Lapis, la pietra filosofale. sovrastante all'Io, per l'uomo interiore divino, la questione della vita e della
Alla luce di queste amplificazioni storiche l'omino, il "poveraccio" morte diventa stranamente indifferente: la sola cosa che conta è per lui la
della visione citata da Hampe, sarebbe lo spiritus rector di un processo di Grande Opera, il compimento della totalità interiore che si realizza
spiritualizzazione, o di sublimazione della sostanza corporea: il suo scopo congiungendosi al Sé. La dissoluzione costatata da Geddee della coscienza
è di produrre il lapis philosophorum, ben più, dunque, di una semplice B nelle varie componenti organiche non sarebbe altro, in questa luce, che
guarigione fisica. D'altra parte la voce udita nella visione dice che il la prima frammentazione o separano elementorum dell'opera alchemica:
paziente può ora "fare la sua grande esperienza e qualcosa di grande", può una frammentazione che sembra riguardare il corpo ma che in realtà
assistere cioè al magnum opus della trasformazione alchimistica. Poiché il avviene nell'"uomo interiore" proiettato sul corpo, e a cui fa seguito la
magnum opus non è cristiano, è comprensibile che l'uomo esiti a ricomposizione degli elementi in un corpo immortale. Questo processo
intraprenderlo. simbolico è concretamente applicato dagli Egizi al corpo nel corso del
La voce dell'"amico" nella visione lo lascia libero di scegliere se rituale dell'imbalsamazione, a cui rimanda esplicitamente anche il testo di
proseguire verso la morte e la luce o prendere parte agli sforzi Zosimo salYhomuculus. In questo Opus o processo verrebbe dunque
dell'homunculus, ma poi lo loda quando si decide per la seconda estratta dal crasso corpo materiale una parte di energia psichica da cui
alternativa. Questa situazione ricorda il comportamento enigmatico del ba procede un nuovo corpo etereo (pneumatico). Fu questa, in ogni caso, l'idea
(la parte immortale dell'anima) nel dialogo egizio con l'uomo stanco di fondamentale della tradizione alchimistica. Nelle esperienze di morte citate
vivere. L'uomo vorrebbe sapere se deve continuare a vivere o se deve da Hampe e da Moody non si trovano però, oltre alla visione dell'omino,
togliersi la vita, ma dopo aver biasimato con varie metafore la sua altri accenni a questo grado del processo, probabilmente perché, quando
impazienza e la sua disperazione, il ba non lo consiglia di non uccidersi e questo grado viene raggiunto, non si dà più alcun ritorno nel vecchio corpo.
si limita a dirgli:21 "Lascia stare i lamenti, o fratello che mi appartieni! Tu Come vedremo più avanti, il motivo della pietra "senza peso" o "inattacca-
puoi assiderti sul braciere di fuoco [ = morire di tormento] o puoi stringerti bile" dal fuoco, a cui ho già accennato, può essere un'allusione nascosta a
di nuovo alla vita, secondo quel che dirai. Desidero restare qua fino a questo evento.
quando avrai disdegnato l'occaso, oppure desidero anche che tu lo
raggiunga e che il tuo corpo riposi nella terra, e soffermarmi dopo che tu
te ne sarai andato; in ogni caso la nostra patria sarà comune." Secondo
l'interpretazione di Helmut Jacobsohn (1952, p. 41), questa "patria" cercata
dall'uomo stanco di vivere è l'unione col ba, V" integrazione nella totalità
dell'umano (...) in questo modo il problema del suicidio si dissolve e gli
subentra ciò che è davvero essenziale e a cui il ba l'ha condotto lentamente,
prudentemente e fermamente: l'esser uno col ba riottenuto attraverso la
conoscenza di sé, la ricostituzione della totalità umana perduta che si pone
ora, coscientemente, come il frutto di una metamorfosi". Ricordiamo le
ultime parole del paziente, citate da Hampe: "Avevo incontrato il mio
'amico', e lui mi aveva dato la speranza. Non lo dimenticherò mai più. Da
allora non mi sono
1DENTITÀ VARIABILE DELL'IO 125

CAPITOLO 9 polto sotto una massa di angosce e speranze, di desideri e ambizioni.


Questo Io non aveva più niente a che fare col nostro Io ordinario. Era uno
L'identità variabile dell'Io, le anime multiple e la
spirito, definitivo, immutabile, indivisibile, indistruttibile. Benché
loro 'fixatio' nel 'frutto'
assolutamente individuale, come un'impronta digitale, era parte nello
stesso tempo di una totalità infinitamente armoniosa.
I caratteri dell'Io e del Sé sono qui quasi perfettamente fusi, ma il
sentimento di un Io rimane parte di una totalità più ampia, e non coincide
con essa. Nell'esperienza di premorte descritta nei Ricordi di Jung (1961,
p. 345) troviamo qualcosa di molto simile:

"Ebbi la sensazione che tutto il passato mi fosse all'improvviso tolto


Se confrontiamo le esperienze di morte apparente e di coma raccolte da violentemente. Tutto ciò che mi proponevo, o che avevo desiderato,
Moody, Osis, Hampe e Sabom, ci colpisce quanto sia variabile il pensato, tutta la fantasmagoria della vita terrena svanì, o mi fu sottratto: un
significato dei termini Io e coscienza dell'Io. In molti resoconti il processo dolorosissimo. Nondimeno qualcosa rimase: era come se adesso
sopravvissuto racconta la propria esperienza in prima persona, e questo Io avessi con me tutto ciò che avevo vissuto e fatto, tutto ciò che mi era
sembra coincidere con l'Io ordinario della sua vita quotidiana. A questo Io accaduto intorno. Potrei anche dire: era tutto con me, io ero tutto ciò. La
ordinario si contrappone poi una "voce" o un "amico interiore", che si può mia storia personale era diventata per così dire la sostanza del mio essere
interpretare come la personificazione del Sé nel senso della psicologia e avvertivo con sicurezza: questo è ciò che sono. 'Sono questo fascio di
junghiana. cose che sono state e che si sono compiute.' Questa esperienza mi dava la
In molti casi tuttavia l'Io quotidiano sembra fondersi in qualche modo sensazione di un'estrema miseria e, al tempo stesso, di un grande appa-
e almeno parzialmente con questa cosa, il Sé. Moody (1975, p. 75) riferisce gamento. Non vi era più nulla che volessi o desiderassi. Esistevo, per così
l'esperienza di un uomo che in coma profondo (causato da asma bronchiale dire, oggettivamente; ero ciò che ero stato e che avevo vissuto. Dapprima
ed enfisema polmonare) incontra un "essere di luce": "Era come un globo certamente prevalse il senso dell'annientamento, di essere stato spogliato,
di luce, non molto grande, direi tra i trentacinque e i quarantacinque saccheggiato; ma poi tutto ciò perse importanza. Ogni cosa parve passato,
centimetri di diametro." Dalla sfera vede quindi sporgere una mano che gli rimase un fait accompli, senza più alcun legame con ciò che era stato. Non
fa segno di salire; l'uomo incomincia a fluttuare verso l'alto e a muoversi sussisteva più il rimpianto che qualcosa fosse scomparso o fosse stato
insieme all'oggetto luminoso nella camera d'ospedale: "quando lo avevo sottratto. Al contrario, possedevo tutto ciò che ero, e solo questo."
raggiunto e ero diventato anch'io uno spirito, era stato come se ci fossimo
fusi. Ma lui aveva potere su tutto quello che accadeva e che riguardava Questo Io modificato e "oggettivo", che "possiede tutto ciò che io ero",
me". L'Io e il Sé si trovano qui strettamente uniti, ma non completamente ricorda l'idea di Simon Mago, secondo cui un "frutto" dell'albero della vita
fusi. sopravvive alla sua distruzione. Questo nuovo Io sembra una specie di
In un caso citato da Rampe (1975, p. 92) l'Io quotidiano si modifica al "quintessenza vissuta" dal carattere in qualche modo definitivo. Anche il
punto da assumere quasi i caratteri del Sé: "Il mio nuovo Io non era più buddismo insegna che le nostre esperienze e azioni si trasformano in un
quello solito, ma per così dire un suo sublimato, anche se in qualche modo "frumento" che raffigura il
mi sembrava di conoscerlo; era qualcosa che conoscevo da sempre, ma che
era rimasto se-
CAPITOLO NONO IDENTITA VARIABILE DELL'IO 127
126

"frutto del nostro agire". Questo frumento si conserva nella dimensione l'inconscio collettivo) una misteriosa azione liberatrice sull'umanità
dell'Aldilà.1 Nella concezione gnostica di Simon Mago il frutto dell'albero passata e futura. Esserne consapevoli è già la più alta ricompensa che un
del mondo che sopravvive alla morte è l'immagine di Dio nell'uomo: uomo possa aspettarsi dalla vita. Ecco ora il sogno di un uomo prossimo a
quello che nel linguaggio di Jung chiamiamo il Sé. Anche nella religione morire, riferito da Edward Edinger (1972, p. 278):
iranica il "doppio" immortale presente nell'uomo è indicato come un
Mi hanno affidato un compito forse troppo difficile. Nella foresta si
"frutto" della sua fede vissuta. Il motivo del frutto ritorna anche in sogni
trova il ceppo di un albero, duro e pesante, ricoperto dal fogliame: io devo
moderni. La psicoterapeuta Lilianc Frey (1980, p. 40) riferisce in proposito
riportarlo alla luce e ricavarne un pezzo rotondo con la sega o con
il sogno di un morente ottantenne, che sul piano cosciente dubitava di una
l'accetta, per poi decorarlo secondo un certo disegno. Il risultato va
vita dopo la morte: conservato a qualunque prezzo poiché rappresenta qualcosa di irripetibile
e che corre il pericolo dì andare perduto. Nello stesso tempo devo
Un prugno vecchio e malato ha inaspettatamente su un ramo
registrare su nastro magnetico una descrizione minuziosa di che cos'è
molti frutti. In cima a un ramo ci sono perfino due frutti
l'oggetto, che cosa raffigura e significa. L'oggetto e il nastro registrato
d'oro. Pieno di gioia, mostro questo miracolo a mia figlia e a
verranno quindi donati a una biblioteca pubblica. Qualcuno sa, solo
mio figlio. qualcuno nella biblioteca saprà, come evitare che il nastro si cancelli nei
prossimi cinque anni.
Nella tradizione alchimistica il Lapis viene spesso descritto come frutto
dell'albero del Sole e della Luna, trasfigurazione finale della vita vissuta, Secondo l'interpretazione di Edinger, questa figura circolare è una sorta
rappresentata dall'albero. Questo "frutto" o "risultato finale" sembra di quintessenza, lo scopo e il compimento della vita fisica. Tale
inoltre prolungare la sua azione anche nell'inconscio collettivo. Un uomo quintessenza va conservata come patrimonio di una biblioteca collettiva,
che aveva molto sofferto in campo professionale raccontò poco prima di come un "tesoro dello spirito". È sorprendente l'analogia con l'idea di
morire a Liliane Frey (1980, p. 41) questo sogno: Simon Mago, che parlava di un "granaio celeste" in cui il "frutto" verrà
trasportato.
Una voce mi dice in una lingua orientale: il tuo lavoro e la sofferenza Il "frutto" dell'Aldilà è descritto spesso come pietra, frutto d'oro, corpo
che hai patito consapevolmente hanno riscattato cento generazioni prima di diamante, ossia come qualcosa di statico e di separato, mentre l'Io
di te e illumineranno, dopo di te, cento generazioni. immerso nella temporalità sperimenta sé stesso come un "flusso" di
rappresentazioni. Secondo la menzionata descrizione di Jung, ciò che
Questo sogno sembra rispondere a un quesito che un uomo riflessivo sembra cessare con la morte dell'Io quotidiano sono le speranze e i desideri,
non può fare a meno di porsi: perché succede che uomini di grande valore i timori e le ambizioni, ossia tutti gli affetti che si riferiscono al futuro:
conducano una vita nascosta e spesso mesta, ignorati dal mondo, mentre rimangono solo il passato e il presente. I desideri, i timori, le ambizioni
altri mediocri e senza scrupoli sono sulla bocca di tutti. Il nostro sogno scaturiscono invece dalla "coscienza B" di cui parlava Geddee, coscienza
allude a una compensazione invisibile: le sofferenze e la fatica vissuta che sembra strettamente legata alla sfera somatica.
consciamente sembrano spesso dare frutto soltanto nell'Aldilà, come La relazione tra l'"Io purificato" e il Sé (l'essere di luce) si trova così
afferma del resto anche la dottrina cristiana. Qui però non si parla di descritta in un altro caso riportato da Moody (1975, p. 41): "Quando il
"ricompensa" o di "castigo", ma più semplicemente: il dolore vissuto cuore cessò di battere... mi sentii come se fossi una palla e forse come fossi
esercita dall'Aldilà (cioè dal- una piccola sfera iscritta in quella palla. Il fatto è che non riesco a
descriverglielo."
CAPITOLO NONO 1DENTITÀ VARIABILE DELL'IO 129
128

L'immagine è notevole, perché sembra descrivere la "giusta" relazione sita?" "Naturalmente — gli risposi — entra." Allora gli domandai se era
tra l'Io e il Sé come parte coincidente col tutto. È quella relazione tra Io e Sé felice. Rispose: "Prima devo cercare di ricordarmi che cosa intendete voi
che la psicologia junghiana del profondo cerca di attuare nel corso di ogni vivi per felice; ma sì, nella vostra lingua sono 'felice'." E io: "Dove ti trovi
analisi. Se infatti l'Io s'identifica senz’altro col Sé va incontro a inflazione, adesso?" Lui: "A Vienna, studio all’Accademia di Musica. " Poi salì ì
se invece se ne allontana troppo soggiace ai "desideri, i timori e le gradini per entrare in casa, passandomi accanto. Volevo accompagnarlo
ambizioni" e si perde nel mondo. Gli esempi riportati mostrano che la alla sua vecchia camera da letto, ma lui scosse la testa e salì la scala che
relazione tra l’lo puro ficato" e il Sé è fluida e paradossale: ora identici, ora portava alla camera degli ospiti, dicendomi: "Adesso sono solo un ospite."
separati, ora riuniti ma come una sfera più piccola va dentro una più grande. Arrivato alla camera posò la valigia e disse: "Non è bene che i vivi stiano
Finché l'Io quotidiano non è "purificato" la sua relazione col Sé è vissuta troppo insieme con i morti. Vattene!" Volevo abbracciarlo, ma lui si difese
come netta separazione, ma nel procedere verso il proprio compimento con un movimento della mano. Andai nella mia camera, con l’improvvisa
paura di aver lasciato accesa troppo a lungo la stufa elettrica. A quel punto
diviene sempre più identico al Sé, senza peraltro che il sentimento dell'Io
mi svegliai febbricitante e madida dì sudore.
necessario alla percezione del Sé mostri di svanire. L'Io, dice Jung (1955-
56, cap. 3, fine §2), "è una parte essenziale del Sé, che può figurare come
Di questo sogno Jung diede un'interpretazione "oggettiva", come fosse
pars prò loto quando si ha in mente il significato della coscienza. Se invece
una manifestazione reale di mio padre (vedi sopra p. 25). Mi aveva detto
si vuole mettere in rilievo la totalità psichica, è meglio usare l'espressione
di trovarsi a Vienna, l'amata città natale, e non di rado noi diciamo
'Sé' ". Questa relazione è molto ben raffigurata dall'esempio della piccola
simbolicamente che i morti sono "tornati a casa". Mio padre aveva molta
sfera entro una più grossa.
inclinazione per la musica, ma non aveva coltivato questo dono, e nel
C'è però una cosa che sembra andare perduta con la morte: col venir
sogno non faceva altro che recuperare un'occasione perduta. C'è poi quella
meno degli affetti e dei desideri sparisce anche buona parte di quello che
curiosa osservazione sulla felicità, da cui risulta che la sua idea attuale di
si chiama "calore umano". Lo si può osservare talvolta nei moribondi, nelle
"felicità" è infinitamente diversa da quella dei vivi. Viene in mente quella
loro reazioni stranamente "fredde" e "distaccate", come se i rapporti umani
favola bretone in cui lo spettatore vivo pensa che la Morte stia dando a sua
non avessero più per loro alcun valore.2 Sono dunque aboliti, nella
moglie dei forti schiaffi, mentre lei li prende come se fossero baci pieni di
"purificazione", "i desideri, i timori e le ambizioni dell'Io". Un chiaro
amore. Evidentemente i nostri sentimenti dopo la morte sono così mutati
sogno fatto circa tre settimane dopo la morte di mio padre mi permise di
che non riusciamo quasi più a esprimerli nella lingua dei vivi.
farne personalmente l'esperienza. Era morto all'improvviso mentre io ero
Altro particolare degno di nota è il motivo finale della stufa surri-
lontana da casa, e il problema di quel distacco definitivo mi tormentava.
scaldata e del mio risveglio febbrile. Il contatto col "freddo" dell'Aldilà
Ecco allora il sogno:
avrebbe suscitato, secondo Jung, una reazione fisica di segno opposto
come salutare difesa contro un possibile contagio del gelo mortale. Jung
Erano le dieci di sera, fuori era completamente buio. Suonò il
ritorna sull'argomento in una lettera a Fritz Pfàfnin del io gennaio 1939.
campanello di casa e capii subito che era mio padre. Andai ad aprire e me
Costui aveva sentito la "presenza" di suo fratello, morto in Africa orientale
lo trovai di fronte con una piccola valigia da viaggio. Mi ricordai che a
in seguito a un infortunio, e aveva parlato in sogno con lui. All'improvviso
volte le persone morte airimprovviso non sanno di essere morte e bisogna
il fratello saltava dentro le acque di un lago, entro il quale scorgeva un
dirglielo. Ma prima che potessi farlo mio padre disse: "So bene di essere
formicaio, quindi il
morto, ma posso venire a farvi vi-
t}2 CAPITOLO NONO IDENTITÀ VARIABILE DELL'IO 'SS

come "anima-ego" o "anima libera": essa sarebbe il centro del pensiero, dioevale (130 secolo) Petrus Bonus (1546, p. 121) descrive così questa
avrebbe sede nella testa o nel cuore, e sopravviverebbe dopo la morte in un seconda coniunctio-. "Nella coniunctio della resurrezione il corpo diventa
luogo dell'Aldilà5 (a questa anima sembra corrispondere, nel materiale che compiutamente spirituale come l'anima stessa; essi diventano una cosa
abbiamo raccolto, il legame tra l'Io e l'essere di luce — il Sé — o "Io sola, come quando si mescola acqua con acqua, poiché allora non c'è più
purificato"). Una seconda anima, la cosiddetta "anima-immagine", è una nessuna differenza tra essi, ma vi è unità e identità di tutti e tre, spirito
sorta di immagine speculare che si manifesta anche neh""ombra" anima e corpo, senza separazione in eterno."
dell'uomo: è quella che s'attiva nei sogni, nelle visioni e negli stati Qualcosa di simile a questo dualismo da superare si trova anche
d'incoscienza (alcuni popoli ritengono che essa viva fuori dell'uomo come nell'alchimia taoista. I Cinesi ritenevano che al momento della morte si
anima del cespuglio o anima esterna, o dimorando in un oggetto o in un verificasse una prima separazione:8 F" anima corporea" (p'o) s'inabissa,
recipiente); anche questa anima sopravvive, come principio spirituale,
mentre l'anima prossima allo spirito (hun) s'innalza. L'anima p'o (la
dopo la morte. Nel nostro contesto essa corrisponderebbe all'anima ba
coscienza B di Geddce) si dissolve, ma non svanisce; le sue "unità" si
egizia, che si manifesta normalmente dopo la morte.
separano, ma persistono come "forze" o "tendenze", pronte a un nuovo
Numerosi popoli primitivi ammettono poi una terza anima, 1'"anima
divenire, scaturite dall'"anima del paese" o dalla terra, ossia, in linguaggio
vitale" o "del soffio", da cui dipende la vita degli organismi: essa sarebbe
psicologico, dall'anima dell'inconscio collettivo. Nell'anima hun si
"più corporea dell'anima-immagine". Secondo alcuni popoli anche questa
conserva invece una sorta di coscienza spirituale. Questa però, se è priva
anima sopravvive, ma in un luogo diverso, spesso più sotterraneo, oppure
svanisce.6 Naturalmente la parola "anima" va presa qui con molta cautela, di corpo, ha la tendenza a oscurarsi gradatamente in una seconda morte, a
giacché non si tratta affatto dell'anima in senso corrente. Sono del resto meno che l'uomo durante la sua vita non si sia concentrato al punto da
concezioni molto fluide che sfumano spesso l'una nell'altra: così ad costruire in qualche modo attorno a sé un corpo sottile, un corpo di natura
esempio l'anima libera sembra corrispondere in Egitto al ba, pur avendo a spirituale formato dai suoi pensieri e dalle sue opere (il "frutto"), che ora
volte, come ombra o immagine speculare, i caratteri del ka (vedi oltre pp. sostiene l'anima hun e le impedisce di "disperdersi nel nulla". Chi invece
i^gsgg.). All'anima vitale o del soffio potrebbero corrispondere nel nostro non si è costruito questo corpo spirituale dipenderà dal culto che i
contesto la coscienza B di Geddec o Yhovrun-culus. Sebbene molti popoli sopravviventi presteranno agli antenati, per perdurare, per incarnarsi di
credano a quattro, cinque o più anime nell'uomo (fino a tredici),7 vale quasi nuovo nella stessa stirpe.
dovunque una distinzione di fondo tra un'anima più spirituale, più libera Una simile divisione dell'anima è stata osservata da Jung in alcuni
(non del tutto incarnata), e un'anima più legata al corpo. Dal punto di vista pazienti in fin di vita. Lo strano caso di una donna moribonda, che sembrò
della psicologia del profondo sono però entrambe aspetti di un'unica sospesa per qualche tempo in una specie di estasi, è così commentato in
totalità psichica, il Sé. Sembra dunque che il Sé, l'elemento divino nel- una lettera di Jung (1982, p. 70):
l'uomo, possieda due aspetti, uno non incarnato, puramente spirituale e
intemporale, l'altro "demiurgico", che agisce nella materia corporea. Nella "Questo è possibile solo se l'anima si e distaccata dal corpo. Se il
concezione alchimistica dipende dagli sforzi dell'uomo "riscattare" questo paziente sopravvive ancora, dopo questa separazione c'è da aspettarsi una
secondo aspetto e ricondurlo a quello eterno: tale è la meta del processo certa degenerazione del carattere, poiché le parti superiori ed essenziali
d'integrazione interiore. Solo questa unione dei due aspetti del Sé — le dell'anima hanno già abbandonato il corpo [corsivo mio]. Una tale
seconde nozze di morte — costituisce, in questa luce, la vera osservazione denota una morte parziale. Agli altri ciò fa molta
"resurrezione". L'alchimista me- impressione, poiché l'uomo sembra perdere completamente la personalità
a noi nota e rimangono solo la demoralizzazione
CAPITOLO NONO IDENTITA VARIABILE DELL'IO 'in-
'34

e gli spiacevoli sintomi del malato. Ma si tratta dell'uomo inferiore che giungersi per entrare in un nuovo divenire". Essi raggiungono Y"anima del
sopravvive con il corpo e altro non è che la vita organica. " paese", una sorta di riserva vitale da cui vennero gli antenati e da cui i
nipoti risorgono, ossia nel nostro linguaggio l'inconscio collettivo. "Gli
Questa osservazione di Jung fa pensare a quella che i Cinesi descrivono uomini eletti, tuttavia, non vanno incontro alla dissoluzione, ma diventano
come separazione dell'anima hun dall'anima p'o al momento della morte. entità divina attiva (schen)",ìl e non fanno più ritorno, ma perdurano. Sono
Jung prosegue così: coloro che attraverso la meditazione hanno portato la propria entelechia
nel "cerchio della luce" senza fine. Il famoso testo di alchimia taoista //
"Alle persone anziane o ai malati gravi spesso capita di cadere in segreto del fiore d'oro si riferisce appunto a questa Grande Opera. Le
particolari stati di abbattimento e di assenza mentale a loro inspiegabili, analogie con l'alchimia occidentale e il culto egizio dei morti sono chiare:
ma che rispecchiano le condizioni in cui si compie questo distacco. A volte il corpo di resurrezione (in Oriente si direbbe "corpo adamantino") richiede
è un processo molto lungo. È raro che si offra l'occasione di studiare ciò un Opus spirituale da parte dell'uomo.
che succede in queste circostanze; a me sembra però che emerga una Torniamo ancora alla dualità dell'anima hun e dell'anima p'o. Lo scopo
coscienza interiore [la coscienza del Sé], così lontana, comunque, da dell'alchimia taoista, ossia del suo Opus meditativo, non è di reprimere i
quella che abbiamo delle nostre vicende, che sarebbe quasi impossibile pensieri dell'anima p'o, appartenente al principio yin femminile, ma di
riportarne i contenuti nei concetti della nostra coscienza attuale [corsivo trasformarli in pensieri dell'anima hun (che è invece yang, maschile).12 I
mio]. Posso dire di aver avuto alcune esperienze di questo tipo, che mi pensieri yin hanno un carattere peculiare, essi scaturiscono da una
hanno presentato la morte sotto tutt'altra luce. " coscienza rivolta al mondo esterno, e solo dopo la loro metamorfosi si
radicano anch'essi nel Tao, il principio creativo armonico dell'universo. La
È accaduto anche a me di osservare stati simili in alcuni pazienti. È coscienza così trasformata è designata anche come "sacro embrione", essa
come se ci fosse, in questi casi, una doppia coscienza: una superficiale, è il corpo dharma, una forma di coscienza superiore.13
rivolta alla vita quotidiana, che non sembra avere alcun sospetto della L'anima p'o (yin) è quell'Io che nutre ancora speranze, desideri,
morte vicina e riesce ancora a fare piani per il futuro mondano, e un'altra ambizioni e paure, lasciando scorrere verso l'esterno la sua energia vitale
più profonda, più severa, da cui trapela di tanto in tanto da certe {ch'i); essa corrisponde alla coscienza B di Geddee o a un Io quotidiano
osservazioni la consapevolezza della fine imminente alla quale egli si sta non ancora "purificato". L'Opus consiste nel trasformare questo Io in una
preparando.9 coscienza spirituale interiorizzata; essa è il "frutto" che si conserva nella
Questa "coscienza profonda" è probabilmente il Sé: esso è, almeno in morte dopo l'annientamento del corpo; è il "grano di frumento". 14
parte, esterno al tempo e allo spazio, ed è perciò quella parte dell'uomo che Questo "corpo" che perdura oltre la morte sarebbe dunque formato, in
dura oltre la morte. L'anima p'o dei Cinesi, la vita cioè legata al corpo, linguaggio psicologico, da quella parte dell'inconscio collettivo che l'uomo
porta invece con sé una specie di eredità impersonale — si potrebbe parlare ha reso cosciente in sé stesso. Ciò che l'Io quotidiano pensa, fa o sente,
di "complessi" — che non appartiene solo al singolo individuo. scorre nel mondo esterno e va perduto, ma se nella nostra vita fa irruzione
qualcosa di significativo (riconoscibile da una forte commozione), c'è la
Scrive Jung sempre nella stessa lettera: "La nostra vita non è plasmata
possibilità di portarne alla coscienza il senso archetipico (ossia spirituale).
solo da noi, ma è anzi per la maggior parte prodotto di cause a noi
Nella nostra esistenza si realizza così, cioè letteralmente "prende realtà",
sconosciute. Persino i complessi possono aver avuto inizio un secolo o più
un frammento di eterno o sconfinato.
prima della nascita. Esiste una specie di Karma." Gli antichi Cinesi
illustrano così questa concezione:10 gli elementi psicofisici dell'anima p'o,
vegetativa, "si disperdono, pronti a ricon-
i}6 CAPÌTOLO NONO

Questo non significa (come raccomandano non poche dottrine cristiane)


CAPITOLO 10
che gli affetti dell'anima corporea vadano repressi e "superati ", si tratta
invece di confrontarsi con essi e di cercarne il senso nascosto dietro La resurrezione come riunificazione nella 'pietra' di ciò che
l'apparenza del "desiderio" o della "volontà pratica". Non è un compito è separato
facile, poiché è nella natura degli affetti di spingerci ad azioni impulsive,
o a un attaccamento appassionato alle immaginate condizioni del mondo
esterno. Per concentrarsi invece sul senso nascosto occorre una decisione
consapevole, una svolta che porri a confrontarsi con le proprie emozioni.
È questo il significato ultimo della croce o della crocifissione: patire fino
in fondo il conflitto tra le passioni e il loro senso spirituale. Ma questo
senso spirituale si manifesta solo quando ci si espone al conflitto senza
riserve. Accade allora (non è cosa che uno "faccia") una metamorfosi che
porta all'unificazione degli opposti, e alla conseguente comparsa del Riportiamo ora la parte principale del Cornano, che così continua:
"corpo" glorificato perdurante oltre la morte, quello che gli alchimisti
chiamavano la "pietra", il Lapis. " 15. Quando lo spirito (pneuma) oscuro e maleodorante si è allon-
tanato, cosicché non è più percepibile né l'odore né il colore del buio, allora
il corpo si illumina, e l'anima, il corpo e lo spirito si rallegrano che
l'oscurità abbia abbandonato il corpo. E l'anima si rivolge così al corpo
illuminato: 'Risvegliati dall'Ade, alzati dalla tomba e risvegliati
dall'oscurità. Poiché ti sei rivestito di abiti spirituali e divini, il richiamo
della resurrezione è risuonato e il balsamo della vita è penetrato in te.' Lo
spirito e l'anima si rallegrano di nuovo nel corpo in cui si trovano, ed essa
si affretta piena di gioia all'abbraccio e lo circonda. E l'oscurità più non lo
domina, poiché si è sottoposto alla luce e non si separerà più da essa in
eterno, e l'anima si rallegra nella sua casa, poiché dopo che l'aveva avvolta
nell'oscurità la trova piena di luce. Si congiunge con esso, che è diventato
divino e dimora in lei. Esso si è rivestito della luce della divinità e si è
sottratto all'oscurità; si sono uniti tutti nell'amore, il corpo, l'anima e lo
spirito, e sono diventati l'uno in cui è nascosto il mistero.
16. Col ricongiungersi di tutti [nell'unità] il mistero si compì e la casa
fu sigillata, e fu eretta la statua (andrias) piena di luce e di divinità. Il fuoco
infatti li ha trasformati nell'uno, e [l'uno] è scaturito dal suo grembo.
17. Allo stesso modo [l'uno] è scaturito dal grembo dell'acqua e
dell'aria che serve i corpi; essa1 [l'aria] li ha condotti dall'oscurità
CAPITOLO DECIMO LA RESURREZIONE 139
ns

alla luce, dalla sofferenza allo splendore, dalla debolezza alla salute e dalla entra nel corpo che gli è proprio, così esso penetra anche gli altri corpi:
morte alla vita. Ed essi si sono rivestiti della gloria (doxa) divina spirituale nella putrefazione e nel calore nasce un balsamo che penetra senza ostacoli
che prima non avevano, perché ivi è nascosto l'intero mistero e perché il ogni corpo."
divino è immutabile. Ma in virtù della loro natura attiva i corpi si
compenetrano e si rivestono, scaturendo dalla terra, di luce e gloria divine, Qui è importante notare che la riunificazione di anima e corpo non è
dopo essere cresciuti conformemente alla loro natura ed essere mutati nella più una conciliazione tra opposti, giacché il corpo non è più "corpo", ma è
diventato anche psiche, anche la natura unica. È dunque il corpo-anima
forma, ed essersi risvegliati dal sonno ed essere usciti dall'Ade. E questa
che viene assimilato e integrato, non il rozzo corpo materiale. Così afferma
gloria li portò all'unità, e la statua [o l'"immagine": eikon] divenne com-
anche un autore alchimistico più tardo, Petrus Bonus (1546, p. 39):
piuta di corpo, anima e spirito, e divennero uno. Giacché il fuoco venne
subordinato all'acqua, e l'elemento terreno2 all'aria. Allo stesso modo anche
" Con questa pietra rossa i filosofi si sono innalzati sopra ogni cosa e
l'aria col fuoco, e la terra con l'acqua, e l'acqua con la terra e con l'aria, e hanno profetizzato il futuro (...) sapendo che il giorno del giudizio e della
divennero uno. Le piante e i vapori fuligginosi (aithalon) sono divenuti fine del mondo doveva venire e con esso la resurrezione dei morti, in cui
uno, e la natura e il divino sono divenuti il divino. Le nature dominarono ogni anima sarà congiunta col suo primo corpo per non separarsene mai
le nature e le vinsero, e così facendo mutano le nature e i corpi, e tutto ciò più. Ogni corpo sarà allora glorificato e diventerà incorruttibile e
a partire dalle loro nature, poiché il fuggitivo è penetrato nel non fuggitivo acquisterà tale luminosità e incredibile sottigliezza da poter penetrare tutti
e il forte nel debole, ed essi tutti divennero uno." i corpi solidi, poiché la sua natura sarà allora quella di uno spirito e di un
corpo insieme."
Seguono altre osservazioni generali sulla disposizione del cosmo e
sulla struttura del cielo astrologico. Quindi il testo prosegue così: Non mi è possibile commentare qui minutamente l'intero e oscuro testo
del Cornano, che ci è giunto del resto parzialmente corrotto. Mi limito ai
"23. Vedete, vi dico, che il cielo è messo in movimento dai quattro e motivi formulati con maggiore chiarezza. È chiaro però che fin dall'inizio
non si ferma mai. Questi [quattro elementi] furono posti nella nostra terra l'alchimia associa la produzione dell'elisir alchemico (sinonimo della
etiopica, dalla quale vengono tratte piante, pietre e sostanze (somata) pietra filosofale) con il motivo della resurrezione dei morti.
divine, che Dio e non l'uomo vi ha posto. In ognuno di essi il creatore ha Il risultato dell'operazione viene indicato, fra l'altro, come ananas,
posto un principio attivo (dynamis): nell'uno il potere di verdeggiare, come una statua dalle sembianze umane, dunque come qualcosa di solido,
nell'altro di non verdeggiare, nell'uno il secco e nell'altro l'umido, nell'uno e nello stesso tempo come un elisir "mortale", ossia propriamente come un
il potere di trattenere, nell'altro quello di dividere, nell'uno il principio del "farmaco": un veleno, o balsamo, in grado di penetrare ogni cosa solida.
possesso, nell'altro quello della rinuncia. E nel loro incontro si vincono l'un Nel nostro testo l'evento della resurrezione viene descritto come il
l'altro anche nell'altro corpo, e si dà allegria nell'altro e in esso risplende. ricongiungersi di pneuma ( = spirito), psyche (= anima) e corpo purificato,
Così nasce un'unica natura, che insegue e domina tutte le nature, e questo ossia deificato e trasfigurato. Nella religione egizia rappresentazioni
stesso uno vince ogni natura, e cioè quella del fuoco € della terra, e relativamente analoghe erano il ricongiungimento tra l'anima ba, l'anima
trasforma tutti i loro princìpi attivi. Ed ecco io vi dico lo scopo finale ka e la mummia, il cui risultato è detto "il trasfigurato" (ach). Il corpo
deificato tuttavia è ancora relativamente morto, o comunque immobile,
(peras) dell'uno: quando è compiuto, diventa un balsamo mortale che
finché il ba e il ka
circola nel corpo rapidamente. Come esso
141
140 CAPITOLO DECIMO LA RESURREZIONE

non si sono congiunti con esso.3 Solo allora il morto diventa un ach, un nuova vita. Il ka — l'anima-ombra che raffigura anche la vitalità dell'uomo
"trasfigurato", in possesso di una vita piena. (attribuita in ambito romano al genius) — dimora nei pressi della mummia
Nell'antico Egitto il ba è una parte dell'anima non legata allo spazio e o di una statua del morto, e rimane prigioniero del mondo infero, mentre il
libera di muoversi. Ha forma di uccello — particolare che sottolinea la sua ba può accompagnare il dio del Sole nel suo viaggio diurno attraverso la
natura "pneumatica" — ma viene anche raffigurato come stella o in forma volta celeste, e viene associato alle stelle circumpolari "che non
umana.4 Nel geroglifico della stella è sottolineata la sua appartenenza alla tramontano".
sfera celeste. Nel Coniano, che risale senza dubbio a rappresentazioni egizie,
Helmuth Jacobsohn (1970, p. 2 31) afferma che il ba raffigura pneuma, psyche e soma tornano a congiungersi. Molto probabilmente lo
l'individualità ancora inconscia dell'uomo, il suo intimo nucleo essenziale pneuma corrisponde al ba (spirito) e la psyche all'incirca al ka. È vero però
(il "fondo dell'anima" dei mistici cristiani). Esso si manifesta come una che queste "corrispondenze" vanno intese con una certa elasticità giacché,
"voce interiore" ed è, nello stesso tempo, la quintessenza dell'uomo sia in Grecia che in Egitto, si tratta di rappresentazioni alquanto imprecise,
naturale interiore e una coincìdentia oppositorum divina. In contrasto col "sfumate". Il terzo elemento che compare nel Cornarlo è il corpo
ba, il ka (tradotto perlopiù come "ombra") sembra avere piuttosto a che purificato, rivestito di gloria (doxa), ossia la mummia che pneuma e psyche
fare con la forza vitale, la potenza e la storicità dell'uomo. È una specie di hanno riportato alla vita. Il morto "risorto" è definito spesso nei testi egizi
doppio che dimora tuttavia abitualmente nel corpo, e che dopo la morte
col termine ach, "il trasfigurato".
viene per così dire "catturato" nella statua del defunto. Nell'Alto Niger e
Al momento della trasfigurazione il morto riceve un abito di luce. Nel
nella regione del Volta esistono ancora oggi credenze di questo tipo. 5
libro Amduat dice Ra alle mummie divinizzate (ottava ora): "Ornatevi dei
Nel Cornano questa figura è detta eikon, ossia "immagine". Anche la
vostri vestiti, siate protette dai vostri abiti", e nel Libro delle soglie si legge
rappresentazione greca dell'anima (psyche) era complessa e sfumata.6 In
delle mummie ritornate alla vita: "Salute a voi achu [morti beati
Omero psyche ed eidolon tendono a coincidere, e raggiungono entrambi
l'Ade dopo la morte. Accanto ad essi c'è poi il thymos, che è mortale, e si trasfigurati]. Salute a voi del mondo sotterraneo (...) possiate risplendere
può intendere come "impulso vitale".7 L'immagine (eidolon) viene anche nei vostri abiti [bianchi!], possiate essere luminosi per lo splendore di Ra";
intesa come una sorta di maschera visibile dietro la quale si nasconde nel Libro delle caverne si dice perciò che le mummie "sono rivestite della
qualcosa di invisibile. Secondo Erodoto (Storie I L 1 2 3 ) l'idea forma di Osiride",8 così come nel Cornano il cadavere è adorno della
dell'immortalità dell'anima (per esempio in Pindaro e in Platone) sarebbe "gloria (doxa) divina".
dovuta a un influsso egizio, mentre in Aristotele essa diventa Questo motivo della doxa mi sembra rimandare però, oltre che
un'"entelechia" che si costruisce il proprio corpo. Essa però contiene anche all'Egitto, a un influsso persiano, mediato probabilmente da fonti
il nous, o anima razionale, che è immortale, e appartiene piuttosto alla gnostiche. La Doxa, o Gloria, ricorda infatti la persiana Xvarnah, che va
regione divina dell'essere. Un cambiamento analogo si riscontra anche nel- incontro al trapassato e viene definita "luce di gloria", "vittoria" 0 "fuoco
l'idea romana del genius, inteso dapprima come il nucleo perituro vittorioso". Nel culto di Mitra questa luce di gloria significava anche la
dell'identità individuale (Orazio, Epistole II, 2,188) e poi, sotto l'influsso pienezza del destino individuale. Essa appare al moribondo nel suo
greco ed egizio, come sostanza destinata a sopravvivere. splendore insieme alla daena, la sua Anima celeste.9 Questa imago gloriae
Come si è accennato (p. 35), in Egitto la mummia era detta "effigie". Il "riveste" tutta l'anima del moribondo come lo "splendore raggiante di un
dio della terra Aker custodisce la "grande immagine", ma nello stesso fuoco spirituale, che infiamma l'anima fino all'incandescenza", e insieme
tempo questa mummia è anche un "segreto", poiché da essa o in essa come la luce di una conoscenza salvifica. La stessa immagine si ritrova nel
prende avvio il processo di metamorfosi verso una testo gnostico degli Atti di Tommaso.
CAPITOLO DECIMO LA RESURREZIONE 143

142

Dopo il ricongiungimento di corpo anima e spirito — prosegue il sé lo scopo ultimo dell'Opera. La sua frantumazione significa allora un
Cornarlo — la "casa" fu sigillata, e "fu eretta la statua piena di luce e di riordinamento cosciente della sua natura caotica.12
divinità". Questo particolare si riferisce verosimilmente alla fase finale del Di particolare interesse per noi è il tempio monolitico, costruito con una
rituale funebre egizio, che comportava la chiusura ermetica della camera sola pietra,13 nel quale scaturisce la sorgente di vita. "Si tratta di
sepolcrale, l'erezione del cosiddetto pilastro djed e di una statua del morto un'allusione al fatto che la produzione della totalità circolare, ossia della
nel cosiddetto serdab. Nel Cornano la statua (andrias) è detta anche eikon, pietra, rappresenta una garanzia di vitalità. La luce che scintilla all'interno
ossia immagine. Essa è formata dai quattro elementi ora unificati ed è un della pietra significa la illumìnatio connessa alla totalità. L'illuminazione è
balsamo (elisir) capace di penetrare ogni cosa pur senza perdere la sua un potenziamento della coscienza." L'uomo d'oro che siede sulla pietra
solidità. raffigura l'"uomo interiore" che raggiunge, a poco a poco, il valore
Nelle già citate visioni di Zosimo, il sacerdote-homunculus che in un supremo.14
primo tempo divora le sue stesse carni si trasforma alla fine in un "uomo Già nella religione dell'antico Egitto la pietra è un simbolo divino denso
di significato. Nel Santissimo del tempio di Eliopoli era custodita una
d'oro". Il testo quindi prosegue:10
misteriosa pietra divina detta benben: nome connesso alla radice ivbn ( =
salire, risplendere), e riferito in particolare al sole o alle stelle. Sulla stessa
"Ma non voglio, caro amico, andare troppo per le lunghe, va' dunque
radice verbale è modellato anche il nome dell'uccelllo bniv, ossia della
all'opera, ed erigi un tempio. Questo tempio può essere costruito con una
fenice. Sia la pietra benben che l'uccello bniv erano considerate
sola pietra, lucente come biacca, e simile all'alabastro, una pietra di
manifestazioni del dio supremo Atum,15 e la pietra rappresentava anche la
Proconneso [le più famose cave di marmo della Grecia]. La costruzione di
collina primordiale, emersa per prima dalle acque primordiali e col
questo tempio non può avere né principio né fine; al suo interno deve
significato perciò di inizio del mondo. La fenice divenne più tardi anche
trovarsi una sorgente di acqua purissima, e deve scaturirne una luce
simbolo del ba. La cima della piramide fu chiamata più tardi ben-benet e
luminosa come i raggi del sole (...) Attraverso la sua porta è adagiato un
più tardi tutti i morti portavano con sé nella tomba una piccola pietra
drago, che è il custode del tempio. Prima abbattilo e uccidilo; poi togligli benbenet. Dalla cima della piramide il re defunto osservava il sorgere del
la pelle, prendi la sua carne insieme alle ossa; fa' a pezzi le sue membra; sole,, sicché la pietra benbenet sembra avere a che fare con la resurrezione,
uniscile con le ossa all'ingresso del tempio; fatti così un gradino; sali ed col risvegliarsi del morto a una nuova coscienza. È dunque giusta
entra e vi troverai la cosa che cercavi: il sacerdote, l'uomo di ferro, che l'osservazione di Jacobsohn, che collega la pietra benben alla pietra
vedrai comporre la cosa nella sorgente. Ma egli non ti apparirà di ferro, filosofale, simboli entrambi della totalità spirituale e di una complexio
perché ha mutato il colore della sua natura ed è diventato d'argento, e se oppositorum.
vuoi avrai presto l'uomo d'oro." Quale possa essere il significato della "pietra" nella condizione
postmortale risulta anche da una visione di Jung (1961, p. 344). Trovandosi
Nello stesso testo si dice poi del sacerdote-homunculus che "egli vuol una volta in pericolo di morte gli sembrò di essere sospeso a un'altezza di
fare in modo che gli occhi vedano e che i morti resuscitino". La circa 1500 chilometri al di sopra della terra. Guardandosi attorno vide "un
frantumazione (o in varianti: la cottura) della materia di base viene enorme blocco di pietra, come un meteorite sospeso nello spazio cosmico".
designata espressamente anche come taricheia, ossia mummificazione.11 Accanto all'ingresso era seduto un Indù nero che sembrava aspettarlo. La
Il sacrificio del drago appare, in talune varianti, come sacrificio del porta era circondata da nicchie che contenevano lampade a olio accese. A
sacerdote, il quale raffigura nella visione alchimistica il microcosmo e la quel punto Jung ha la certezza che sarebbe entrato in una stanza illuminata
monade, la materia di base che contiene già in e che qui avrebbe incontrato "tutte quelle persone alle quali in realtà
apparten-
144 CAPITOLO DECIMO LA RESURREZIONE >4S

go". Là dentro avrebbe inoltre compreso "da quale nesso storico rappresentano le "membra del dio". Il loro "grasso", o "unguento" ( —
dipendesse la mia vita, e avrei conosciuto ciò che era stato prima di me, il essenza psichica) penetra nelle viscere del morto e le "preserva", ossia le
perché della mia venuta al mondo, e verso che cosa dovesse continuare a rende imperiture.18
fluire la mia vita". Proprio in quel momento sorse l'immagine del medico Il motivo della "pietra" compare anche nell'esperienza, riferita da
che lo riportava sulla terra. Hampc (1975, p. 70), di un giovane caduto in guerra: in uno stato
La stessa pietra, sia pure in forma un po' diversa, apparve a Jung una d'incoscienza dal quale doveva riscuotersi solo per breve tempo aveva
seconda volta, pochi giorni prima della sua morte. Si tratta dell'ultimo visto sua madre e poi suo padre, e in compagnia di quest'ultimo andava a
sogno che potè raccontare:16 passeggio sulle montagne, in un paesaggio fiorente: "Trovai una grossa
pietra e la rivoltai: era senza peso. Sulla sua parte posteriore c'era una
Vedevo una grande pietra rotonda in un luogo elevato, una piazza quantità di splendidi cristalli di rocca disposti a forma di volta. Ne provai
spoglia; sopra la pietra era scritto: "Questo sia per te segno di unità e di una sensazione di grande gioia. "
totalità." Vide poi vari vasi a destra di un piazza quadrangolare e un Alla luce di questi sviluppi, anche la pietra rossa non annerita dal fuoco
quadrato di alberi le cui radici sporgevano dal suolo e lo proteggevano, e del sogno citato a pagina 98 acquista il suo vero significato: essa
fra le radici rilucevano fili d'oro. simboleggia la forma di esistenza del sognatore che durerà oltre la morte
imminente. Nel sogno di Jung la "pietra" appare nella forma molto più
L'immagine del tempio costruito "con una sola pietra" è una promessa differenziata di un tempio, certo per la maggiore dimestichezza di Jung col
di illuminazione come nelle visioni di Zosimo. E nell'ultimo sogno di Jung Sé, con la relazione alla totalità interiore.
l'immagine della pietra sottolinea come nel Comario il divenire uno. L'idea di una dimora eterna nell'Aldilà ricorre in molti riti sepolcrali.
Jung soleva ripetere che la sua vita cosciente gli sembrava provenire Anche i Romani parlavano della tomba come di una domus aeterna
come da una specie di radice sotterranea^ che la sua propria vita terrestre richiamandosi a precedenti egizi e dell'antico Oriente. Spesso le tombe
gli appariva caduca, ma che una qualche vita profonda perdurava. Jung venivano arredate al completo, con tanto di suppellettili domestiche, e si
(1961, p. 28): "La vita mi ha sempre fatto pensare a una pianta che vive del riteneva che l'intera famiglia defunta avrebbe continuato a dimorarvi per
suo rizoma: la sua vera vita è invisibile, nascosta nel rizoma. Ciò che sempre. Fra gli Etruschi, le tombe delle donne venivano contrassegnate
appare alla superficie della terra dura solo un'estate, e poi appassisce, con una casetta di pietra, quella degli uomini con un fallo.
apparizione effimera. Quando riflettiamo sull'incessante sorgere e Anche gli stupa buddistici sembrano avere un significato originario
decadere della vita e delle civiltà, non possiamo sottrarci a un'impressione analogo. Come ha mostrato Mus,19 essi risalgono ad antichissime usanze
di assoluta nullità: ma io non ho mai perduto il senso che qualcosa vive e funerarie prebuddistiche, in cui il sepolcro doveva raffigurare "in piccolo
dura oltre questo eterno fluire." Ora, nel suo ultimo sogno Jung è ritornato il mondo del morto" e nello stesso tempo l'universo nella forma di Purusa
al rizoma, nascosto nel grembo della terra senza che la sua forma (l'uomo cosmico originario). Mus osserva che il sepolcro non è tanto la
individuale vada perduta. Le radici hanno a che vedere con un processo di dimora del defunto, quanto una versione sostitutiva del suo involucro
sviluppo spirituale che supera di molto i confini della vita individuale, "in effimero; abbiamo dunque a che fare con un corpo artificiale che raffigura
cui il singolo è innestato come fiori e frutti caduchi sul loro rizoma". 17 I la dimora del morto così come lo era il corpo fisico in vita. Benché la
recipienti del sogno ricordano i canòpi delle tombe egizie, in cui venivano dottrina affermi che il Buddha non è più ma è trapassato nel nirvana, la
conservate le viscere del morto, separate dalla mummia, e che portavano fede popolare ha sempre avvertito negli stupa il corpo eterno del Buddha.
come coperchi le teste dei quattro figli di Osiride: secondo la liturgia di Un testo giapponese dice senz'altro: "Il corpo del Buddha visto dall'esterno
imbalsamazione citata in precedenza, i quattro canòpi
CAPITOLO DECIMO LA RESURREZIONE '41

146

è uno stupa", o almeno lo stupa è il Buddha stesso nella sua parte che Già nella sua forma terrena la torre era per Jung destinata a ricevere la
rimane in questo mondo dopo il paranirvana. L'arte gandhara, esposta a parte migliore dell'uomo interiore, il Sé. Scrive Jung (1961, p. 272): "Fin
influssi occidentali, ha poi creato immagini illusionistiche della morte del dal principio sentii la Torre come un luogo, in un certo senso, di
Buddha, cercando però di mostrare allusivamente l'irrealtà di questa morte. maturazione, un grembo materno o una figura materna nella quale potessi
Alcune dottrine più tarde affermano che il Buddha possiede dopo la morte diventare ciò che fui, sono e sarò (...) A Bollingen mi trovo nella mia più
ancora tre corpi: il dharma kaya, cioè il suo vero essere assoluto; il vera natura, in ciò che esprime profondamente me stesso (...) A volte mi
sambhoga kaya, il corpo della beatitudine, mediante il quale anche nel sento come se mi espandessi nel paesaggio e all'interno delle cose, e vivessi
nirvana il Buddha continua in qualche modo a esistere; e infine un corpo- in ogni albero, nello sciacquio delle onde, nelle nuvole e negli animali che
ombra, il nirmana kaya, mediante il quale Buddha aiuta gli altri esseri a vanno e vengono, nelle cose." Quando Jung sognava la Torre d'oro nell'Al-
raggiungere il nirvana. Chi vede questo corpo-ombra ha però in realtà una dilà, l'inconscio gli mostrava l'immagine primigenia eterna di ciò di cui
pura esperienza soggettiva.20 egli si era costruito un'effigie su questa terra.
La "pietra bianca" del testo di Zosimo, che alberga in sé l'"uomo d'oro"
Il fatto per noi importante è che il santuario, Io stupa, è inteso anche
e la sorgente di vita, è un parallelo di questo sogno, e un significato analogo
come corpo sostitutivo di pietra del Buddha; lo stupa è infatti, come noto,
sembrano avere anche gli stupa orientali, come dimore della figura del
un mandala tridimensionale.
Buddha rimasta sulla terra. Anche il Cornano sottolinea la natura raggiante
La pietra può essere dunque anche una casa o un tempio sepolcrale.
dell'"immagine" unificata, ossia la sua qualità luminosa. 22 Questa realtà
Circa due mesi prima di morire, Jung fece questo sogno significativo e
unificata, il morto risorto, è detta nel Cornano anche andrias, cioè una
premonitore: statua in forma umana. Alla statua corrisponde nella visione di Zosimo
l'"uomo di ferro" che diventa prima d'argento e poi d'oro: un'altra statua
In un luogo sconosciuto saliva sulla "sua" torre di Bollingen, che era vivente di metallo.
tutta d'oro. Teneva in mano la chiave, e una voce diceva che la "torre" era Troviamo il sogno seguente nella serie pubblicata da Edinger (1972, p.
ormai finita e che egli poteva entrare. Di quel luogo lo colpivano la totale
220):
solitudine (non c'era intorno anima viva) e il perfetto silenzio. Poi vedeva
la riva del mare. Un ghiottone femmina stava insegnando a nuotare al suo Sto osservando uno strano giardino, unico e splendido, di forma
piccolo, che non ne era ancora capace. quadrata con un pavimento di pietra. Alla distanza di circa mezzo metro
l'uno dall'altro si rizzavano oggetti di bronzo, del tutto simili «//'Uccello
Dopo aver fatto costruire la torre di Bollingen, Jung sognò più volte che di Brancusi. Mi trattenni a lungo, vi era in ciò un significato positivo che
nell'Aldilà o sull'"altra riva del lago" si trovava una torre identica alla sua. però non riuscivo ad afferrare.
Il sogno significava, secondo Jung, che la torre era soltanto l'effige terrena
della sua forma vera nell'Aldilà, ossia del Sé. Il sogno insomma voleva dire Edinger amplifica il simbolo — un pilastro di metallo, largo nel mezzo
che la dimora "ultraterrena" del Sé era ormai pronta a che egli poteva e appuntito agli estremi — come uno slancio fallico teso verso l'alto, verso
entrarvi. Il motivo dell'animale nella conclusione è strano: potrebbe la sfera spirituale, e lo paragona al djed egizio, la cui erezione al termine
significare che, come Madre Natura adatta e abitua i suoi figli alla vita per della cerimonia funebre significava la resurrezione. Questa "colonna"
mezzo degli istinti, così un "istinto" aiuterà anche noi a orientarci nelle corrisponde anche al fallo sepolcrale delle tombe etrusche maschili, e si
nuove condizioni dell'Aldilà.21 potrebbe paragonare, in un certo senso, anche alla fiamma vitale guizzante
nel sogno di Priestley (p. 37),
CAPITOLO DECIMO LA RESURREZIONE '49

148

come immagine dell'impulso vitale creativo teso a perdurare. Nel sogno "corpo risorto". Poiché tale soluzione non pareva soddisfacente, si è
citato la figura è di bronzo. Come Jung (1942/1954, p. 225) fa notare, arrivati a proclamare il dogma dell'Assunzione di Maria, in cui si afferma
riportando parole di Ostanes citate da Zosimo, il metallo ha qualcosa a che che Maria è salita in cielo col proprio corpo. Ma anche questo è solo un
fare con le fredde lontananze che il simbolismo dell'uccello evoca, con la tentativo di accostarsi a un problema che nel cristianesimo rimane irrisolto.
sua lontana origine nel regno della materia inorganica, che si ritrova anche È però un problema che assilla l'uomo contemporaneo, ed è per questo che
nella "pietra" degli alchimisti. mi sembra venuto il momento di riscoprire il simbolismo dell'alchimia,
La pietra è subito stata associata da moltissimi alchimisti con Cristo, ma dove una risposta viene, se non data in modo esplicito, allusa
in alcuni si trova, come Jung (1938/1954Z», tutto il paragrafo "Il simbolicamente.
simbolismo della pietra") ha mostrato, un riferimento più preciso alla Ho perduto mio padre in età ancora piuttosto giovane. Circa sei
materia corporea, anzi la supposizione di un fondo divino nascosto nella settimane dopo la sua morte improvvisa feci questo sogno:
materia cosmica. L'analogia col Lapis è giustificata dal fatto che Cristo "
diventa carne ", ma il Lapis s'incarna in ogni uomo e può essere prodotto, Mio padre mi apparve, in piena salute, ma nel sogno sapevo che era
cioè reso interiormente cosciente, da ognuno. Così, la "pietra" degli morto. In tono gioioso ed eccitato mi disse: "La resurrezione della carne
alchimisti non significa realmente il Cristo, ma è un simbolo compensatore c'è davvero. Vieni con ine, posso dimostrartelo." E si diresse verso il
della figura di Cristo. Scrive Jung nel luogo citato: cimitero in cui era sepolto. Benché la cosa ini facesse spavento, lo seguii.
Nel cimitero egli si aggirava tra le tombe, osservandole a una ad una.
"Quale sia il significato di quella natura inconscia che produsse All'improvviso indicò una tomba ed esclamò: "Per esempio, vieni a
l'immagine del Lapis, lo si vede con la massima chiarezza nei pensieri guardare/" Vidi che la terra incominciava a muoversi dal basso e rimasi a
sull'origine materiale, sulla provenienza dell'uomo, sulla sua diffusione guardare, aspettandomi, piena di ribrezzo, un cadavere mezzo
universale e la possibilità di generarlo (...) Queste caratteristiche mostrano decomposto. Ne venne fuori invece, attraverso la terra, un crocifìsso
che cosa si sentisse mancare nella figura di Cristo: un'aria troppo sottile per luminoso verde-dorato, lungo circa un metro. Mio padre esclamò:
i bisogni umani, una distanza troppo grande che lasciava il vuoto nel cuore "Guarda: ecco la resurrezione della carne. "
dell'uomo. Si sentiva la mancanza del Cristo 'interiore' e appartenente a
ogni uomo. La sua spiritualità era troppo elevata, e la naturalezza dell'uomo Naturalmente mi ricordai della frase "risorto in Cristo": ma qual è il
troppo bassa. Nell'immagine di Mercurio e del Lapis la 'carne' a suo modo vero significato dell'immagine? Si tratta di un mistero insondabile. Mi
si glorificava, perché si lasciava trasformare, ma si fissava in opposizione sembra comunque essenziale il fatto che il crocifisso fosse di metallo vivo,
allo spirito come pietra (...) Il Lapis può dunque venire inteso in un certo come la "statua" dell'alchimia. E anche l'oro verde richiama un motivo
senso come un simbolo del Cristo 'interiore', del 'Deus in hornine'." alchimistico. Jung (ig6i,p, 256) riferisce di aver avuto una volta la visione
di un Crocifisso di oro verde-.
La "pietra" è il coronamento dell'opera salvifica di Cristo; ma a
differenza della figura ufficiale di Cristo essa non proviene dalle regioni "L'oro verde è la qualità vivente che gli alchimisti vedevano non solo
superiori della metafisica, bensì "da quei territori di confine che sfociano nell'uomo ma anche nella natura inorganica. È un'espressione dello spirito
nel mistero della materia del mondo". Avendo intuito l'unilateralità vitale, Yanima mundi o il filius macrocosmi, l'Anthro-pos che anima tutto
spirituale dell'immagine di Cristo, la speculazione teologica si è rivolta ben il cosmo. Tale spirito si manifesta in ogni cosa, anche nella materia
presto al problema del suo corpo, ossia della sua materialità, risolvendolo inorganica; è presente nel metallo e nella pietra. La mia visione era così
provvisoriamente con l'ipotesi del una fusione dell'immagine di Cristo col suo analogo nella materia, il filius
macrocosmi (...) Il rilievo in cui era
ifO CAPITOLO DECIMO

messo il metallo mi rendeva manifesta la concezione alchimistica di Cristo


CAPITOLO 11
come unione di materia viva e spirituale e di morta materia fìsica. "
Il corpo sottile e le sue varianti
Il mio sogno sottolinea questa doppia natura del corpo risorto come
unione di opposti. La croce significa invece la sofferenza degli opposti. Il
sogno dice inoltre che il "corpo di resurrezione" è parimenti l"'uomo
interiore eterno", non l'Io effimero, benché questo "Io" di mio padre sembri
nel sogno conservarsi come testimone dell'evento. Solo nell'unione dell'Io
col corpo di resurrezione si raggiunge in modo palese la compiuta totalità
umana.
Una donna ottantenne fece poco prima di morire questo sogno riferito
da Eldred (1982, p. 171):
Moltissimi popoli, per esempio nell'Oriente induista e in Cina ma anche
Vedeva una croce, in mezzo alla quale splendeva uno zaffiro. Il sogno molti popoli primitivi, condividono la credenza che l'anima, comunque
aveva su di lei un effetto rasserenante, sentiva che aveva a che fare con la venga concepita, possieda dopo la morte una specie di subtle body o corpo
vita celeste. sottile. Lo spiritismo occidentale muove dalla stessa ipotesi e riferisce
innumerevoli casi di materializzazione, in cui compaiono fantasmi dal corpo
Anche qui la croce significa l'unione degli opposti. Quanto allo zaffiro, fatto di "vapore" o "fumo". Si tratta evidentemente di una rappresentazione
la tradizione medioevale lo indica come la "pietra angolare" della archetipica, della cui reale esistenza non abbiamo quasi prove al di fuori
Gerusalemme Celeste e come la Pietra di Cristo. delle testimonianze parapsicologiche. In una lettera allo psichiatra
Raymond Smythies (29 febbraio 1952) Jung per primo ha richiamato l'atten-
zione su un fattore che potrebbe fornire una base empirica a un'indagine di
questo genere, dice cioè che molto stranamente noi abbiamo poche
informazioni coscienti 0 dirette su ciò che accade nel nostro corpo. Non
sappiamo nulla, ad esempio, sullo stato della milza se non è il medico a
informarcene, e anche il medico trac le sue conclusioni da sintomi indiretti.
Questa lacuna, dice Jung, sembra alludere a qualcosa di intermedio, forse
proprio all'esistenza di un subtle body che si insinuerebbe tra la nostra
autopercezione e il corpo fisico. A questa osservazione di Jung si potrebbe
forse aggiungere che il corpo sottile coincide probabilmente con la stessa
psiche vissuta dall'interno, cioè percepita introspettivamente. Tutti sanno
per esperienza come certe emozioni — invidia, amore e odio — o certi
pensieri particolarmente intensi, immagini fantastiche ecc., si
contrappongano all'Io affatto oggettivamente, vale a dire indipendenti
dall'Io soggettivo, sicché ci pare di sentirli salire dall'interno del corpo. In
questo caso, il corpo sottile coinciderebbe in parte con
'52 CAPITOLO UNDICESIMO IL CORPO SOTTILE 15Ì

quella che Jung definisce altrimenti la "psiche oggettiva", ossia esso, acquea, mentre nella sua forma più nobile si presenta asciutta o ignea
"psiche oggettiva", sarebbe talora dotato di una forma di manifestazione di (Eraclito!). Abbiamo di nuovo a che fare con quegli stati mutevoli dell'Io
quel genere acreo. È noto del resto che in stati d'intensa eccitazione, per che risultano con evidenza anche dal nostro materiale onirico.
esempio in guerra, è possibile subire gravi ferite senza avvertirle. Plutarco (secondo secolo d.C.) descrive in questo modo le anime dei
L'intensificarsi del fattore psichico, ossia l'eccitazione, rende per così dire defunti (De sera numinis vindicta XXII, 564): sono avvolte da una vescica
"irreale" il corpo, e ciò benché l'emissione di adrenalina accresca le attività o da un involucro di fuoco, "alcune con una purissima luce di plenilunio,
sensorie del corpo. che emette un mite colore continuo e uniforme. Altre hanno invece colori
Alla luce di queste osservazioni di Jung è opportuno ripercorrere da vicino sfumati, sono coperte di macchie pallide come le bisce, altre hanno leggeri
le varie teorie storiche sull'esistenza di un corpo sottile. Nel mondo antico, graffi". Questa pallidezza dipenderebbe da colpe morali commesse nella
pitagorici, orfici e platonici insegnavano che l'anima possiede una sorta di vita anteriore.
corpo sottile raggiante, veicolo (ochema) della manifestazione dell'anima. Giovanni Filopono (settimo secolo d.C), autore neoplatonico, elabora
Secondo la testimonianza di Ieroclc di Alessandria (quinto secolo d.C.) 1 le una teoria dell'anima ancora più articolata, secondo la quale l'anima
cosiddette "regole di vita pitagoriche miravano a liberare l'anima dalla comprenderebbe "una parte pura, che sale verso gli dei, e un eidolon, un
crassa materia e a renderla luminosa" (augoeides), affinché potesse entrare soffio privo di sostanza o un'ombra impura, che scende verso l'Ade". 5
in contatto con le essenze eteree (gli dei). Nel Fedro (250C) Platone L'anima pura "razionale" è luce e si muove di moto circolare, ma se cede
descrive l'anima, prima della sua discesa nella "tomba del corpo", come alla parte irrazionale e alle passioni si oscura e si muove in linea retta,
uno "splendore luminoso". s'annuvola. Così si era già espresso anche Porfirio nei suoi commentari a
L'espressione "splendore" (auge) usata da Platone porterà i commentatori Platone.6 Nel regno "annuvolato" vivono anche i demoni, che possono là
neoplatonici a parlare di un'anima di luce (augoeides). E furono soprattutto i contagiare l'anima, mentre non possono raggiungerla nel suo stato puro e
neoplatonici a elaborare l'idea di un "corpo luminoso" o comunque di un luminoso. Oltre che ai demoni, l'anima è esposta anche all'influsso delle
"corpo sottile" superiore e immortale. In un frammento superstite di immagini illusorie (phantasmata) che le trasmettono forma e colore. Alla
Damaselo (quinto-sesto secolo d.C.) si legge:2 "L'anima possiede un certo tradizionale bipartizione dell'anima (oscura e luminosa) Filopono
veicolo splendente (ochema augoeides), detto anche astrale (astroeides), che contrappone una teoria dell'anima quadripartita, secondo la quale l'uomo
è eterno. Esso si trova nel corpo, o nella testa o nella spalla destra." Nel suo possederebbe: un'anima razionale, separabile dal corpo e immortale;
commentario al Parmenide di Platone, lo stesso Damaselo3 afferma che un'anima irrazionale e passionale, separabile dal corpo ma non dall'anima
quest'anima raggiante scendendo in un corpo si oscura e diventa sempre più razionale; uno "spirito corporeo", che sopravvive al corpo materiale ma
materiale, conservando tuttavia la sua identità numerica (la sua unità?). Il svanisce dopo qualche tempo; un'anima puramente "vegetativa" che muore
corpo raggiante e luminoso dell'anima non passa di colpo, secondo questi insieme al corpo. Lo "spirito corporeo" scende nell'Ade e qui, come
autori, nel crasso corpo materiale, ma nel mezzo vi è una sorta di "spirito apprendiamo dall'Odissea, può diventare visibile a condizione che i vivi
corporeo"4 mediante il quale l'anima muove il corpo, fa circolare il sangue e compiano sacrifici di sangue. Durante la vita può essere purificato e reso
fa funzionare gli organi sensori; è una sorta di quintessenza dei quattro volatile con diete e suffumigi, e può anche giungere a manifestarsi
elementi. Se esso è orientato verso l'alto, produce contenuti psichici razionali attraverso l'immaginazione dell'anima superiore che presiede ad esso.7
e oggettivi, idee; se è orientato verso'il basso, produce immagini illusorie Gli antichi alchimisti e gli autori ermetici sono vicini a queste rap-
(phantasia). L'anima poi diventa per così dire "umida" o presentazioni filosofiche,8 e l'obiettivo di alcuni alchimisti non fu altro
CAPITOLO UNDICESIMO IL CORPO SOTTILE 'SS

' 11

i he ili ottenere una metamorfosi e una rigenerazione dello "spirito


miri a unificare questi aspetti, includendo il più possibile gli "strati" più
interio re" del corpo sottile. Il documento più esauriente in proposito
vicini alla corporeità.
sono le già citate visioni di Zosimo.
Tra le quattro componenti psicosomatiche previste dalla teoria dello
Idee neoplatoniche simili sopravvissero anche in area islamica fino al
sceicco Ahmad merita particolare attenzione jism A, chiamato anche
diciannovesimo secolo, in quel movimento sciita detto comunemente
volume corporeo (che è accidentale) e che viene riassorbito in jism B
shaikhismo. Uno dei suoi rappresentanti più noti è Shaikh ( = sceicco)
(l'uomo eterno) al momento della resurrezione. Jism A è una specie di
Ahmad al-Ahsa'i (morto nel 1836), la cui dottrina è esposta ampiamente da
corpo astrale, perché soggetto agli influssi delle sfere celesti. Anche questa
Henri Corbin (1977, cap. 2). Anche Shaikh Ahmad, la cui opera si occupa
idea di un corpo sottile costituito essenzialmente dall'azione delle sfere
essenzialmente del corpo risorto, ammette una quadripartizione dell'anima
celesti risale a concezioni neoplatoniche e gnostiche.
che differisce tuttavia in alcuni punti da quella di Giovanni Filopono. Per
Così Plotino (terzo secolo d.C.)9 ritiene che l'anima possiede, nel suo
Ahmad, l'uomo possiede un doppio corpo accidentale (jasad) e un doppio
corpo essenziale (jism). stato puro, un corpo etereo: passando dal logos alla phantasia
(immaginazione) essa assume un corpo più solare, poi un corpo più lunare,
Jasad A è il crasso corpo perituro. Jasad B è formato da elementi della
femminile e legato alle forme, finché, precipitando nel mondo corporeo,
Terra mistica di Hurqalya, che Corbin assimila al mundus archetypus-,
diventa una sostanza amorfa, formata da esalazioni umide, ignara della
questi elementi sottili compongono la caro spiritualis, ossia il corpo di
vera realtà, immersa in una torbida e puerile incoscienza. Appena però
resurrezione.
riesce a staccarsi da questo mondo inferiore, ridiventa un raggio di luce
Jism A appartiene al mondo intermedio: esso proviene dal dominio delle
(auge), senza ombre e nuvole.
sfere celesti ed è perciò un "corpo astrale". Esso è perituro, poiché al
La stessa teoria è formulata da Proclo (quinto secolo d.C.) in termini un
momento della resurrezione viene assorbito da jasad B, la caro spiritualis,
ed è pertanto una specie di corpo sottile provvisorio. Jism B è il corpo po' diversi nel suo commentario al Timeo di Platone. L'uomo, secondo
sottile essenziale, archetipico, eterno, imperituro: è l'individualità eterna, il Proclo, è un microcosmo, e possiede, come il tutto (to pan), intelletto e
corpus supracoekste nell'uomo, il suo alter ego trascendente e corpo di luce ragione (nous e logos), un corpo divino e un corpo mortale. La sua natura
(1'"essere di luce" di Moody). intellettuale corrisponde alle stelle fisse, la ragione (logos) a Saturno, il suo
Per i nessi sottili e profondi che legano in questa concezione anima e aspetto sociale a Giove. Viene poi la parte irrazionale, a cui appartengono
corpo, rimando senz'altro all'opera fondamentale di Henri Corbin. Dal le passioni (Marte), l'eloquenza (Mercurio), il desiderio (Venere), la
nostro punto di vista è importante il fatto che in queste teorie neoplatoniche, facoltà percettiva (Sole) e la vita vegetativa (Luna).
alchimistiche ed ermetiche, come in quelle di certi mistici islamici, anima Il veicolo raggiante dell'anima (ochema augoeides) corrisponde al
e corpo non sono separati da un taglio netto, ma vengono descritti come cielo, il suo involucro mortale al mondo sublunare. Mentre Porfirio
una molteplicità di livelli fra loro collegati in modo parzialmente continuo seguiva piuttosto, come osserva Mead (1967^. 63), lo schema babilonese
e solo in parte separabili. Riaffiora qui la credenza in una molteplicità di antico, qui Proclo si attiene a quello neobabilonese. Questo veicolo
anime propria di numerosi popoli primitivi. Entro questo orizzonte di raggiante è inoltre costituito (secondo Filopono) dalla quintessenza dei
pensiero la tradizione alchimistica si distingue dàlie correnti filosofiche e quattro elementi materiali e la sua forma è sferica; e (secondo Aristotele)
religiose per il fatto di sottolineare con più decisione la continuità fra i vari questo corpo quintessenziale è trasparente e cristallino, è un'emanazione
aspetti dell'anima, e per l'idea che l'Opera degli alchimisti delle sfere celesti. Il corpo quintessenziale di Filopono corrisponde
piuttosto al jism B dello sceicco Ahmad, cioè al corpo di resurrezione che
si sviluppa dal mundus
i;6 CAPITOLO UNDICESIMO IL CORPO SOTTILE T7

archetypus, mentre il "corpo astrale" sembra piuttosto corrispondere al maginazione che percepisce oggettivamente il reale e gli dà forma, al
jism A, quello perituro. contrario dei sogni allucinatoti e delle illusioni, che non hanno altro
Nel Rinascimento, la tradizione alchimistica del corpo astrale si trova fondamento che il desiderio. Essa corrisponde, come fa notare Corbin, alla
particolarmente sviluppata in Paracelso. Nel Liber de lunaticis Paracelso imaginatio vera degli alchimisti, contrapposta alla ima-ginatio
afferma che nell'uomo ci sono "due corpi, uno formato dagli elementi, phantastica. Questa immaginazione vera è l'organo di tutte le esperienze
l'altro di natura stellare (...) al momento della morte il corpo elementare religiose, delle visioni, dei carismi, delle rivelazioni, delle intuizioni vere
scende nella tomba insieme al suo spirito, mentre gli elementi eterei si ecc. Si tratta di un dominio — quello della Terra Hurqalya, centro
consumano nel firmamento",10 col che Paracelso intende il corpo sidereo o dell'universo — intermedio fra il regno del puro spirito e quello della
astrale, che dopo la morte continua per qualche tempo ad aggirarsi sotto crassa materia: è una coincidentia oppositorum, il luogo mediano dove
forma di immagine speculare o di spettro, e che viene poi gradualmente anima e corpo s'incontrano indistinguibilmente.
riassorbito dalle stelle. Soltanto "lo spirito dell'immagine di Dio raggiunge Nella lingua della psicologia del profondo, questa "Terra" è un mundus
ciò di cui è immagine", ossia il nucleo immortale dell'anima, quello che in archetypus, come ha osservato Corbin, o più precisamente è il mundus
termini psicologici chiameremmo il Sé. d'unificazione nell'archetipo del Sé, quello che Jung, seguendo la
Il corpo astrale è presentato dagli autori che abbiamo esaminato a volte tradizione occidentale, chiama unus mundus e descrive come lo sfondo
come perituro, a volte come immortale. È evidente la sua affinità con degli eventi sincronici osservabili nel mondo materiale.11 Nella lettera del
quello che oggi chiameremmo l'inconscio collettivo. Nel mondo antico i 1939 citata a pagina 129 Jung fa riferimento a questo mondo dei "corpi
corpi celesti erano divinità, mentre nell'Islam erano angeli: da un punto di sottili" o Terra ultraterrena. Come già detto, il destinatario aveva
vista moderno essi sono simboli archetipici che raffigurano nel loro raccontato a Jung di aver avvertito la presenza di suo fratello morto in
insieme l'inconscio collettivo. A questo punto sorge però una grande Africa e di avere avuto un colloquio con lui; ecco la risposta di Jung:
incertezza: che ne è del cosiddetto inconscio collettivo nell'uomo al
momento della morte? Questo strato psichico sopravvive con lui, oppure "Per quanto riguarda l'interessante conversazione che Lei ha avuto con
egli se ne separa, per il semplice fatto che esso non è mai veramente suo fratello post mortem, essa presenta tutte le caratteristiche proprie di
diventato parte della sua persona o della sua coscienza? O ancora, una parte questo tipo di esperienze. Anzitutto metterei in evidenza il singolare
di esso (Proclo direbbe: quella che si trova oltre la luna) si conserva in- interesse dei morti per lo stato delle anime di altri morti. E così l'esistenza
sieme al "corpo di luce" e un'altra (quella sublunare) se ne scosta? Oppure di luoghi di cura dell'anima. Mi ha sempre colpito il fatto che le istituzioni
l'aspetto cosmico dell'inconscio collettivo continua a esistere religiose, le chiese, i conventi, i templi, inoltre i riti e le pratiche
separatamente dal singolo, e rimane in quest'ultimo solo l'aspetto che si è psicoterapeutiche fossero imitazioni di stati postmortali (trascendenti)
incarnato in lui? Lo sceicco Ahmad sembra propendere per l'ultima ipotesi; dell'anima che formano una vera Ecclesia spiritualis come modello dell'
sviluppando in chiave psicologica le riflessioni di Corbin vorrei pertanto Una sancta sulla terra. In Oriente questa idea non è affatto sconosciuta, dal
ritornare alla sua concezione. momento che ad esempio la filosofia buddista ha coniato per questa
Ahmad crede (sulle tracce di Avicenna) nell'esistenza di una "Terra" esistenza delle anime fuori dello spazio e del tempo il concetto di
situata tra la sfera superiore dell'intelligibile (l'intelletto puro, le idee sambhoga-kaya, cioè il 'mondo delle forme sottili', che si rapporta al
platoniche) e la Terra di crassa materia. In essa vivono certi angeli e le
nirmana-kaya come il corpo sottile si rapporta a quello materiale. Il mondo
anime. La sua dimensione non è il mondo dei sensi, ma quello
sottile è pensato come uno stato intermedio fra il nirmana-
dell'"immaginazione attiva", col che intendiamo un'im-
M*
CH'ITOLO UNDICESIMO IL CORPO SOTTILE •59

kjy.i e il dharma-kaya. Nel dharma-kaya, che simboleggia lo stato esercitare un'azione positiva e duratura nel "tesoro", o nella "biblioteca", o
supremo, la separazione delle forme è soppressa nell'unità assoluta priva nel "granaio" dell'Aldilà. ~
di forma." (Vedi anche p. 146.) Considerazioni analoghe si potrebbero applicare anche ad alcune
rappresentazioni astrologiche. Le costellazioni astrologiche raffigurano
Nella stessa lettera Jung formula poi la congettura che nel più profondo quelli che noi chiamiamo gli archetipi dell'inconscio collettivo. Sono
dell'inconscio, dove spazio e tempo sembrano annullati, domini immagini degli archetipi proiettate nel cielo. L'oroscopo della nascita
"un'eternità relativa e una relativa indistinzione dalle altre anime, quasi un raffigura una particolare combinazione individuale di elementi archetipici,
esser uno con esse". È evidentemente quella regione che la mistica ossia collettivi, così come sono collettivi i nostri fattori biologici ereditari
islamica chiama col nome di Hurqalya. Il legame con questo unus mundus che però determinano nel singolo una combinazione specifica. La
è decisivo per l'uomo, ed è l'obiettivo a cui mira in ultima analisi l'intero combinazione degli astri nell'oroscopo simboleggia l'essere individuale, e
processo che noi oggi chiamiamo di individuazione. dunque il destino spirituale del singolo. A ciò corrisponde l'esperienza per
Siamo ora in grado di comprendere meglio perché Jung (1961, p. 382) cui non possiamo rendere cosciente o integrare un archetipo in sé, preso
affermi: come totalità, ma solo quella parte degli archetipi che nel corso della vita
ci si offre dall'esterno o dall'interno come fattore vissuto del destino, e
"La domanda decisiva per l'uomo è questa: è egli rivolto all'infinito soltanto questo sembra conservarsi con noi nella morte. Una simile presa
oppure no? Questo è il problema essenziale della sua vita. Solo se di coscienza dipende però in ultima analisi dal legame dell'Io con il Sé,
sappiamo che l'essenziale è l'illimitato, possiamo evitare di porre il nostro ossia dall'orientamento dell'Io verso l'infinito o qualcosa di divino. Sog-
interesse in cose futili, e in ogni genere di scopi che non sono realmente giacere a un archetipo o esserne posseduti è un'esperienza che chiunque
importanti. Altrimenti insistiamo per affermarci nel mondo per questa o può fare, ma essa non significa ancora alcun traguardo spirituale: il demone
quella qualità che consideriamo nostro possesso personale (...) Quanto più sopraggiunge e poi se ne va. Solo la realizzazione cosciente del Sé, spiritus
un uomo corre dietro a falsi beni, e quanto meno è sensibile a ciò che è rector di ogni evento biologico e psicologico, rappresenta l'unificazione di
l'essenziale, tanto meno soddisfacente é la sua vita (...) Se riusciamo a tutti gli archetipi e sembra costituire un patrimonio inalienabile nella
capire e a sentire che già in questa vita abbiamo un legame con l'illimitato, morte.
i nostri desideri e i nostri atteggiamenti mutano. In ultima analisi, contiamo In una lettera scritta l'i 1 luglio 1944. a una donna che piangeva il suo
qualcosa solo grazie a ciò che possediamo di essenziale, e se non lo posse- bambino morto Jung scrive:
diamo la vita è sprecata (...) Il sentimento dell'illimitato tuttavia si può
raggiungere solo se siamo definiti al massimo. Il più grande confine "Ciò che accade oltre la morte è così grandiosamente inesprimibile che
dell'uomo è il Sé; ciò è palese nell'esperienza: 'Io sono solo questo!' Solo la nostra immaginazione e il nostro sentimento sono del tutto inadeguati a
la coscienza dei nostri angusti confini nel Sé costituisce il legame con coglierlo anche solo in modo parziale. Alcuni giorni prima che mia sorella
l'infinità dell'inconscio." morisse, il suo volto aveva un'espressione così sublime e distaccata che ne
provai un forte spavento.
L'illimitato, l'inconscio, ha dunque un senso solo in quanto legato a una Anche un bambino può accedere a questo stato, e anzi si libera da
coscienza, altrimenti è per così dire "perduto in sé stesso". Solo ciò che un questo mondo e dalla molteplicità delle individuazioni più in fretta di un
uomo ha reso cosciente di sé stesso sembra seguirlo adulto: per lui è più facile diventare ciò che anche Lei è, così che
nell'Aldilà come suo "frutto"; e non è tutto qui: questo frutto sembra apparentemente scompare. Prima o poi tutti i morti diventano ciò che
anche noi siamo. Di tale essenza noi però sappiamo in
j6o CAPITOLO UNDICESIMO

questa realtà poco o nulla, e d'altronde che cosa sapremo ancora della terra CAPITOLO 12
dopo la morte? Il dissolversi della nostra forma temporale nell'eternità non
Una nuova, ipotesi di Jung
è una perdita di senso. Anzi, il dito mignolo impara a riconoscere la sua
appartenenza alla mano."

Dicendo che i morti "diventano ciò che anche noi siamo", Jung allude
al mistero del Sé, in cui tutte le anime, dei vivi come dei morti, sono fuse
in una unità molteplice. È quanto gli Indiani insegnano da sempre,
affermando l'unità delYatman (Sé) personale e di quello cosmico.

Se prendiamo sul serio l'ipotesi dell'esistenza di un corpo sottile,


dobbiamo supporre che il passaggio dal nostro corpo materiale (e dalle sue
manifestazioni energetiche) alla sfera psichica avvenga in modo graduale,
ossia che ciò che oggi definiamo energia fisica ed energia psichica possano
essere in ultima analisi aspetti di un'unica energia. È quanto suggerisce
Jung nella sua lettera a Raymond Smythies a proposito del subtle body.
Dopo aver formulato espressamente tale ipotesi (vedi sopra p. 151), Jung
infatti prosegue così:

"Potrebbe essere che la psiche vada concepita come una intensità


inestesa e non come un corpo che si muova nel tempo. Si potrebbe
supporre che la psiche salga da un'estensione minima a un'intensità infinita
e 'derealizzi' il corpo, per esempio quando supera la velocità della luce (...)
Da questo punto di vista il cervello potrebbe essere un commutatore, in cui
la tensione o intensità relativamente infinita della psiche viene trasformata
in frequenze o 'estensioni' percepibili.1 Viceversa, l'assenza di percezioni
corporee introspettive si spiegherebbe con una graduale 'psichizzazione', o
intensificazione, alle spese dell'estensione. Psiche = massima intensità su
uno spazio minimo. "

Si tratterebbe dunque di una forma di energia che passa per gradi dal
piano fisico misurabile a quello psichico non misurabile. In questa
prospettiva il corpo sottile sarebbe una forma di psiche ancora vicina al
corpo, dotata di una massa minima e di estensione spaziotemporale, un
fenomeno non più da intendersi materiale nel senso grossolano della
parola.
i/..- CAl'ITOLO DODICESIMO NUOVA IPOTESI DI JUNG 163

Occorre qui tenere presente che la fìsica moderna ha dissolto in larga tato a pagina 37, in cui la fiamma della vita attraversava una moltitudine di
misura la nostra idea di realtà materiale. Fritjof Capra descrive tale uccelli vivi e morti. Qui è importante lo scorrere sempre più rapido del
situazione in questi termini (1975, p. 295): tempo, che sembra corrispondere a quella crescita di intensità di cui parla
"Nella fìsica moderna la massa non ha più sostanza materiale, e non si Jung: la fiamma bianca sarebbe allora un'immagine della vita psichica vera
pensa più che le particelle siano formate di una qualche materia prima, e propria che, ad altissima tensione, attraversa per così dire i fenomeni
poiché esse sono fasci di energia (...) esse non vanno concepite come materiali. L'intero processo vitale culmina in questa fiamma bianca che
oggetti statici tridimensionali, come palle da biliardo o granelli di sabbia, qui, secondo l'espressione di Jung, "derealizza" letteralmente la vita
ma come strutture spaziotemporali a quattro dimensioni. Le loro forme corporea. Poiché il tempo scorre sempre più in fretta, ossia il flusso
vanno intese dinamicamente come forme nello spaziotempo. Le particelle energetico diventa sempre più intenso, il tempo appare all'osservatore
subatomiche sono strutture dinamiche che possiedono un aspetto spaziale come sospeso: i singoli uccelli del sogno non mostrano segni di
e un aspetto temporale: l'aspetto spaziale le fa apparire come oggetti dotati movimento. Tutto sembra disteso simultaneamente in uno spazio infinito.
di una certa massa, l'aspetto temporale come processi dotati di un'energia Lo "spazio minimo" dell'intensità psichica sarebbe dunque un punto
corrispondente. " coestensivo al tutto: una sorta di punto onnipresente, secondo un'immagine
che nella filosofia medioevale è un noto simbolo di Dio.
Se la "materia" viene intesa in questo modo, l'idea di un passaggio dallo Nel materiale che abbiamo riportato ricorre molto spesso l'immagine
stato corporeo a una condensazione di energia priva di estensione della luce. Jung formula la congettura che la realtà psichica si situi a una
spaziotemporale non è più impensabile. soglia di frequenza superiore a quella della luce, superandone la velocità.
In una lettera scritta il io luglio 1946 allo psicoterapeuta Fritz Kùnkel, In questo caso la "luce" sarebbe, significativamente, l'ultima
in cui commenta il libro di Edward Whites The Unob-structed Universe, manifestazione osservabile prima che la psiche derealizzi il corpo e,
Jung scrive: viceversa, la sua prima manifestazione quando la psiche si "incarna" nel
continuum spaziotemporale mediante degradazione della sua energia. Oltre
"L'idea migliore dell’Unobstructed Universe è quella di frequenza: alle testimonianze raccolte da Moody (vedi p. 95) si trovano nella
un'idea che si era affacciata anche a me nei miei tentativi di spiegare la letteratura parapsicologica innumerevoli esempi di manifestazioni
relativa realtà dei fenomeni metapsichici. Il parallelismo che Whites luminose in concomitanza con la morte o con fenomeni spiritici.
stabilisce con la natura del pensiero mi sembra cogliere senz'altro nel Un sogno riferito da John Sanford (1956, p. 45) illustra in modo
segno. Il pensiero non ha qualità in comune col mondo fisico all'infuori particolarmente chiaro l'ipotesi di Jung; è il sogno fatto da un pastore
dell'intensità, che può essere espressa matematicamente come frequenza. protestante pochi giorni prima di morire:
Si osserva un chiaro aumento di questa intensità o frequenza là dove o si
manifesta un archetipo, o per un drastico abaissement du niveau mental he lancette dell'orologio, che un attimo fa si muovevano, sono immobili.
qualcosa si "mette in atto" inconsciamente, per esempio in visioni Dietro l'orologio si apre una finestra e una luce chiara filtra nella stanza.
profetiche, estasi, visioni di moribondi ecc." La finestra diventa una porta e la luce si trasforma in una strada luminosa.
Su questa strada di pura luce esco dalla stanza e mi allontano fino a
L'ipotesi junghiana dell'unità di energia fisica e psichica mi sembra così scomparire.
rilevante che non sarà inutile riprendere in esame il simbolismo dei sogni
precedenti per vedere se contengono elementi a favore di questa idea. Ci Una "finestra" simile a questa è descritta dall'alchimista Gerhard Dorn:
sarebbe anzitutto il sogno di Priestley ripor- è la fenestra aeternitatis, o spìraculum aeternitatis, che l'Opus
164 CAPITOLO DODICESIMO NUOVA IPOTESI DI JUNG i6s

apre all'adepto, liberandolo — sono parole di Jung (1955-56, cap. 6, §§ 7 Da quel momento tutto cambiò: in che modo, non è cosa che si possa
e 9) — dalla "morsa soffocante di una visione limitata dell'universo". Nel esprimere a parole. Era come un trasformatore, un commutatore di energia,
linguaggio della Chiesa cattolica Maria veniva lodata come fenestra che mi trasportava in un luogo senza forma al di là del tempo e dello
evasionis, la "finestra" che permette di evadere dal mondo. spazio. Ma in realtà non era un altro luogo, perché le dimensioni spaziali
Mi limito qui a riferire alcuni dei molti esempi interessanti riportati nel erano soppresse, era un altro stato."
libro di Hampe (1975, p. 126). Dice l'architetto Stefan von Jankovich:
Anche una donna citata da Lindley (1981, p. 111) riferisce di aver visto
"Una delle cose più importanti che ho appreso dall'esperienza della una grata simile: "Quanto più mi concentravo sulla sorgente luminosa,
morte è il principio di oscillazione (...) Da allora 'Dio' è per me una fonte tanto più mi accorgevo che la luce aveva una natura molto strana (...) non
originaria di energia, inesauribile e intemporale, che emana e assorbe era più luce, era una grata, uno schermo di energia (...) potrei
continuamente energia, pulsando senza sosta (...) Le diverse oscillazioni immaginarmela come una ragnatela formata da filamenti molto sottili, che
generano altrettanti mondi, che differiscono per la frequenza (...) Diversi penetrava ogni cosa." Questa grata ricorda anche la "tenda di fili" dietro la
mondi possono coesistere nello stesso punto dello spazio, poiché le quale un'altra donna vide sparire in sogno il proprio zio. Al momento del
oscillazioni non interferiscono a vicenda (...) così nascita e morte possono sogno lo zio era appena morto, senza che la donna potesse esserne
essere intese come eventi in cui noi passiamo da una certa frequenza di informata.2
oscillazione e da un certo mondo a un altro." Io stessa, circa cinque anni dopo la morte di mio padre, feci questo
sogno:
Questa descrizione di Jankovich è molto vicina all'ipotesi di Jung.
Mi trovavo con mia sorella a una fermata del tram di Zurigo e volevo
In quasi tutte le esperienze di premorte, il ritorno alla realtà ordinaria è
raggiungere il centro della città con il tram N. 8. Saltammo sulla vettura
accompagnato da sensazioni sgradevoli. Dovremmo dire che questo è il
per poi scoprire, troppo tardi, che il tram viaggiava nella direzione
momento in cui il cervello ricomincia ad abbassare l'intensità psichica,
contraria. Dissi: "Se lo avesse fatto una sola di noi, sarebbe semplicemente
riportandoci entro le consuete categorie di spazio, tempo e massa. Il corpo
un errore, ma poiché lo abbiamo fatto insieme, deve avere un significato.
derealizzato ritorna percepibile.
Vediamo dove ci porta." Poi venne un controllore a verificare i biglietti.
Meno influenzata da schemi interpretativi e quindi ancora più genuina
Sul suo berretto c'era la scritta E.W.Z. (è la sigla dell'Azienda elettrica di
di quella di Jankovich è la testimonianza di Victor Solov, considerato
Zurigo). Mi chiesi stupita come mai un uomo con quella sigla potesse fare
clinicamente morto per ventitré minuti:
il controllore. Alla fermata successiva scendemmo; a quel punto un taxi si
diresse verso di noi e ne scese mio padre! Sapevo che era uno spirito.
"Mi muovevo a grande velocità verso una rete che emanava una luce
Poiché volevo salutarlo, mi fece segno di non avvicinarmi troppo e si avviò
chiarissima: nei punti dove i suoi fili luminosi s'incrociavano la rete
in direzione della casa dove avevamo abitato insieme. Gli gridai che non
vibrava con fredda energia in modo straordinario. Era una specie di
abitavamo più lì. Ma egli scosse la testa e mormorò che la cosa non lo
sbarramento e io non volevo attraversarla. Per un momento la mia
interessava più.
progressione sembrò rallentare, ma ecco c'ero dentro. Quando la toccai il
tremolio luminoso raggiunse una tale intensità da consumarmi e da
I motivi importanti di questo sogno sono il tram N. 8 e lo strano
trasformarmi. Non sentii alcun dolore. Era una sensazione né piacevole né
controllore. Nel simbolismo dei numeri il numero otto significa infatti
spiacevole, che tuttavia mi riempiva tutto.
assenza di tempo ed eternità. Secondo Agostino (Sermones IX, 6), dopo i
sette giorni della creazione viene l'ottavo, "che non
CAPITOLO DODICESIMO NUOVA IPOTESI DI JUNG ii'-.
166

ha sera". Nell'alchimia l'otto è il numero della perfezione. Quanto al Risulta infatti che, almeno in parte, la psiche non è soggetta a queste
controllore mi venne in mente la parola "control": nelle sedute spiritiche categorie, poiché è capace di percezioni telepatiche e precognitive. In
questo termine indica, com'è noto, un personaggio-fantasma che mette in questo caso, essa viene a trovarsi in un continuum extratemporale ed
comunicazione la medium e gli "spiriti". Molte medium non possono extraspaziale. Bisogna perciò aspettarsi che certi fenomeni post-mortali
lavorare senza questo "control" che è, per così dire, il loro Animus siano da considerare autentici. Sulla durata di questi stati extratemporali
personificato (o la loro Anima, se il medium è un uomo). Ma perché nel non è possibile stabilire nulla di preciso. La relativa rarità di questi
mio sogno diventa un funzionario dell'Azienda elettrica? Pensai che la cosa fenomeni indica in ogni caso che le forme di esistenza intratemporale ed
avesse a che fare con la trasformazione di una tensione o frequenza di extratemporale sono separate in modo così netto che il varco del confine
corrente, probabilmente con un aumento di questa frequenza. Tutte queste solleva grandissime difficoltà. Ciò però non impedisce che, accanto
esperienze mi sembrano ad ogni modo corroborare l'ipotesi junghiana. A all'esistenza intratemporale ne scorra, parallela, una extratemporale. Anzi
una certa soglia dell'innalzamento della frequenza le funzioni psichiche da non impedisce che noi esistiamo in entrambe contemporaneamente, come
cui dipende la nostra percezione spaziotemporale sembrano cessare. Jung ci sembra a volte di presentire. Ma ciò che si trova fuori del tempo è, nella
non si stancava di ripetere che una parte della nostra psiche non è legata nostra intuizione, immodificabile: esso possiede un'eternità relativa."
alla categoria dello spaziotempo. Ecco un esempio tratto da una lettera di
Un colloquio con una donna in punto di morte descritto da Lùc-kel
Jung (1982, p. 26):
(1981, p. 182) può illustrare bene questa concezione junghiana della
"Ciò che in genere si definisce 'psiche' è certo un fenomeno transitorio, temporalità:
se con tale termine si devono intendere i fatti ordinari della coscienza. Per
contro, in un ambito psichico più vasto, cioè in quello che si definisce " Dico alla donna di avere l'impressione che ella viva in due tempi
inconscio, esistono cose che mettono in dubbio le categorie cui il mondo diversi (...),— Proprio così, risponde la donna: è una sensazione molto bella
della nostra coscienza non può rinunciare, le categorie di spazio e di tempo da un Iato, ma anche molto curiosa, un tempo scorre, mentre l'altro è fermo.
[ad esempio la telepatia] (...) È chiaro che percezioni svincolate dalle E sono perfino in grado di modificarlo, almeno un po'. — Allora, dice
categorie spaziotemporali possono prodursi solo in virtù di un'analoga Lùckel, ci sono in Lei contemporaneamente due sensazioni distinte, due
conformazione della psiche percipiente (...) per cui è già lecito quanto diverse percezioni temporali. — Sì, una sensazione (molto estesa e
meno dubitare dell'esclusiva temporalità della psiche o dubitare dello profonda) è di poter essere dappertutto contemporaneamente [corsivo
spazio e del tempo (...) È senz'altro evidente che l'atemporalità e mio]. Sento il mio corpo come se fossi aria, o luce, come se non ci fossero
l'aspazialità non possono essere concepite con i mezzi della nostra limiti (...) l'altra sensazione è come se qualcuno contasse i miei momenti.
intelligenza; dobbiamo dunque contentarci di tale rappresentazione al La cosa va avanti, sempre avanti, e io non posso fermarla. È come se
limite. Sappiamo tuttavia che esiste una porta a un ordine di cose ben diminuissi di continuo."
diverso da quello che ci si presenta nel mondo di cui prendiamo coscienza
empiricamente." Sulla soglia della morte cessa non solo la nostra esperienza spazio-
temporale, ma anche, evidentemente, il legame della psiche con l'attività
E in una lettera del 30 maggio i960: cerebrale, sicché la psiche, perdendo ogni estensione, si riduce a pura
intensità. Forse le molte esperienze di luce alludono a questo, dal momento
"È un fatto che, come tutte le forme dell'intuizione, anche il tempo e lo che la luce è, in un certo senso, il limite supcriore dell'estensione.
spazio non sono assiomi, ma, in fondo, verità statistiche.
i6S CAPITOLO DODICESIMO NUOVA IPOTESI DI JUNG 169

Nei casi riferiti da Aniela Jaffé (1958, pp. 67-92) il motivo della luce "la luce impallidì a poco a poco, tornando ogni tanto vivida come una
ricorre con straordinaria frequenza. Mi limito qui a pochi esempi. Una lampada che stia per spegnersi".
donna vede, la notte di Natale, il padre defunto: "Bello e luminoso come Gli stessi medium affermano che le materializzazioni sono formate da
oro, evanescente come nebbia." Altri vedono un morto "trasparente e sostanze "che vibrano meno".5 Mattiesen aggiunge altre teorie di medium
solare", oppure "avvolto da un riflesso sacrale," o ancora la luce precede di che mi sembrano troppo speculative.6 Mi sembra invece interessante
poco l'apparizione del morto ed è allora definita "un chiarore inconsueto, un'altra supposizione: la sensazione di freddo — vento o alito freddo —
un curioso bagliore", oppure "accecante come il sole". Si tratta di visioni che accompagna com'è noto le apparizioni di spiriti, si potrebbe spiegare
in sogno o a occhi aperti. Anche maligne figure spettrali sono spesso col fatto che tali apparizioni sottraggono energia ai vivi per potersi
accompagnate da una luce simile. Così un uomo attraversa un bosco sulla manifestare.7 In ogni caso, il simbolismo di questi resoconti
sua carrozza, in un punto dove si dice che si aggiri lo spirito di una donna parapsicologici si rifa a processi energetici.
infanticida, e vede "un cono o una trottola di luce intensa, che gli occhi non Impressionante è il sogno seguente che una donna mi disse aver fatto
sopportano", davanti alla quale i cavalli fuggono terrorizzati. Un altro vede tre giorni prima della morte di un certo signor C. al quale era legata:
sulla strada, nel punto in cui era avvenuto un suicidio, un cono di luce viva
con due figure all'interno. Questi fenomeni luminosi possono bensì Mi trovo in un punto elevato, dove avverto un certo che intensissimo.
prodursi anche laddove un complesso autonomo di un vivente venga Non sapevo se fosse caldo o freddo. Sapevo che il signor C. era morto, poi
intensamente costellato. lo vidi su una piccola nuvola luminosa con due altre figure vestite di
Particolarmente significativi mi sembrano anche i lampi rossastri che bianco, come angeli custodi 0 amorini.
nel sogno citato a pagina 82 uscivano da una cassapanca nera. Il
A un'energia radiante allude anche la scatola di metallo che compariva
quadrangolo nero della cassapanca — dalla forma di sarcofago — va
nelle associazioni al sogno citato a pagina 42: l'urna cineraria del figlio
associato evidentemente con l'idea della morte, e i lampi provengono dal
morto veniva associata dalla sognatrice a un contenitore di sostanza
suo interno. Torna qui alla mente la strana idea di Origene, secondo cui il
radioattiva capace di penetrare il mondo intero. Anche questa
corpo di resurrezione si libererebbe dal cadavere per effetto di uno
interpretazione potrebbe ricondurre all'ipotesi junghiana di un'energia o
scintillamento (spintherimtos), come se da esso scaturisse l'energia
forma di esistenza superluminale della psiche non incarnata.
necessaria a formare il corpo risorto. Inoltre, potrebbe essere anche questa A queste considerazioni di tipo energetico vengono incontro alcune
un'allusione al passaggio graduale dal corpo fisico "materiale" alla forma ipotesi di fisici moderni. Molti di essi sono inclini a considerare l'intero
postmortale di esistenza. universo materiale come una "danza di configurazioni energetiche".8
Il simbolismo del corpo sottile, della luce e dell'intensità di energia si Particolarmente vicino all'idea di Jung è il modello del fisico David Bohm
ritrova anche nel materiale raccolto da Mattiesen sull'apparizione di (1980), che sembra interessato anche agli aspetti non osservabili del reale.
fantasmi accanto al letto di morte. I testimoni presenti al capezzale di un Bohm accetta anzitutto l'ipotesi della indivisibilità dei fenomeni fisici,
certo Horace Frankel videro formarsi il fantasma del suo amico Walt suggerita dal cosiddetto paradosso di Einstein, Podolski e Rosen, paradosso
Whitman come una "piccola nuvola", che prese poi le fattezze di Whitman. che è assai ben spiegato, anche nelle sue conseguenze, da Bernard
Toccandolo, un testimone ne riportò "come una leggera scossa elettrica". 3 d'Espagnat (1980). Esso stabilisce che, ove due particelle {A e B), già
Quasi identica l'esperienza di Gùldenstubbc, il quale vide una sera una appartenenti allo stesso atomo e di cui si conosca lo spin, vengano
"colonna scura di fumo grigio", che divenne a poco a poco azzurra e prese osservate a grande distanza l'una dall'altra, una variazione nello spin di A
la forma di un uomo.4 Quando il fantasma sparì si formò dapprima la comporta una variazione cor-
colonna, poi
J-JO CAPITOLO DODICESIMO NUOVA IPOTESI DI JUNG n>

rispondente in B, senza che si possa chiamare in causa alcuna interazione doppio passivo e parziale"; l'universo psichico sarebbe intemporale ed
diretta tra le particelle stesse, sia pure alla velocità della luce. È come se B esteso dappertutto, e conterrebbe un sapere transpersonale, come quello
"sapesse" quello che accade ad A. Sembra piuttosto verosimile concludere attribuito da Jung all'inconscio collettivo. Naturalmente si tratta solo di
che l'universo materiale è, al suo livello ultimo, un tutto indivisìbile. speculazioni e non di conoscenze sicure, e tuttavia sembra farsi strada
Bohm continua postulando che l'universo fisico osservabile sia solo l'idea di uno sfondo cosmico psichico e materiale insieme, in cui materia
l'ordine "sviluppato o dispiegato" dell'essere, il quale dipende-derebbe da cosmica e inconscio collettivo sarebbero aspetti di un'unica realtà.16
un ordine "virtuale" {implicate).9 I due movimenti coesistono in un A un legame graduale tra le due forme di energia (materia corporea e
"olomovimento" indefinibile, ossia in un dinamismo globale unitario.10 psiche, alludono forse anche le immagini di scale, gradinate ecc., così
Entrambi gli insiemi, dispiegato e virtuale, appartengono dunque a un frequenti nel nostro materiale onirico. Al momento del trapasso potrebbe
insieme più comprensivo e non concettua-lizzabile.11 verificarsi una liberazione graduale dai legami dello spaziotempo, sicché
Il mondo fenomenico, quello accessibile ai nostri sensi, è il mondo da questo punto di vista non dovrebbero più stupire i frequenti fenomeni
dispiegato: è quello che la nostra coscienza percepisce, o meglio, che sincronici in prossimità della morte.
attraverso la nostra coscienza si attualizza. Materia e coscienza hanno in L'ipotesi di un legame graduale tra il crasso corpo materiale e la psiche
comune il mondo dispiegato, ma poggiano entrambe su un ordine virtuale non incarnata non è smentita dall'aspetto relativamente improvviso che
di dimensione superiore.12 Quello che osserviamo come movimento assume il sopraggiungere della morte. (Sappiamo del resto che anche da
temporale è propriamente la co-presenza di più fasi dell'ordine virtuale.13 un punto di vista medico non è così facile stabilire con esattezza il
Per lo psicologo è chiaro che David Bohm, con la sua idea di un implicate momento della morte.) Numerosi processi energetici presentano situazioni
order, delinea un modello proiettato dell'inconscio collettivo;14 la sua di "soglia" dove si verificano mutamenti relativamente "improvvisi": si
teoria si presenta insomma come un tentativo di prospettare l'unità pensi al punto di solidificazione o di evaporazione di un liquido. Nel
psicofisica dell'essere. Lo sfondo di questo essere è, come dice Bohm, una materiale citato si trovano numerosi accenni all'esistenza di una "soglia",17
riserva infinita — un mare — di energia,15 nascosta in profondità dietro (o così ad esempio (vedi p. 85) nel sogno del cero che sta per spegnersi, e che
sotto) la nostra coscienza dispiegata nello spaziotempo. poi riprende a bruciare al di fuori della finestra. Qui la soglia è
La nuova visione cosmologica di Bohm può essere ottimamente simboleggiata da un vetro, dunque da una robusta sostanza isolante. È
accostata all'ipotesi junghiana di un'energia unica, che sul piano fisico come se il cero si smaterializzasse per poi rimaterializzarsi dall'altra parte
appare dispiegata nello spaziotempo, mentre sul piano psichico coesiste della finestra: al di qua della finestra era ormai spento, al di là ritrova la
con la prima come pura intensità (virtuale) atemporale e aspaziale. sua grandezza e la sua fiamma normali. Un altro esempio (vedi p. 164) è
Anche altri fisici avanzano speculazioni simili circa l'esistenza di un quello della rete nell'esperienza di premorte di Solov, dove sembra
ordine psicofisico unitario. Fritjof Capra (1975) paragona la concezione configurarsi un'altra situazione di "soglia".
odierna della materia come "danza energetica" alle idee orientali del Tao e L'esistenza di queste soglie in natura è illustrata dal fenomeno dei
della danza di Siva, e Olivier Costa de Beaure-gard (1963, p. 14), "buchi neri". Una stella di un certo ordine di grandezza diventa
basandosi sui problemi sollevati dalla teoria dell'informazione, conclude presumibilmente sempre più densa per effetto dall'attrazione gravi-
che "l'universo indagato dai fisici potrebbe non essere il Tutto, ma far tazionale tra le sue parti: com'è noto, l'attrazione tra due particelle materiali
presagire l'esistenza di un altro universo, psichico, di cui l'universo cresce con legge quadratica al diminuire della distanza. Il risultato è un
materiale rappresenterebbe solamente un collasso gravitazionale. Lo spaziotempo intorno alla stella diventa sempre
più curvo, fino al punto di trattenere la luce, che viene per così dire
"ingoiata" in prossimità della stella stessa. Viene
a2 CAPITOLO DODICESIMO

così a formarsi intorno alla stella il cosiddetto "orizzonte degli eventi", che CAPITOLO 13
fa da schermo alla nostra osservazione. La stella "esce" dal nostro tempo e Conclusione
scompare per i nostri strumenti di osservazione, pur essendo "ancora lì". 18
Il sogno che sto per riferire allude simbolicamente a qualcosa di simile.
È il sogno di una mia analizzanda che avevo visto solo per poche ore. La
donna non conosceva personalmente Jung, ma aveva per lui una
venerazione a distanza. La notte dopo la morte di Jung, della quale non
aveva ancora avuto notizie, fece questo sogno:

Si trovava a un garden-party, intorno sul prato c'erano molte persone,


e fra queste Jung. Portava un curioso vestito: la giacca e i pantaloni erano,
davanti, di un verde luminoso, e neri di dietro. Vedeva poi una parete nera
I sogni compiuti in prossimità della morte mostrano tutti che l'inconscio,
in cui si apriva un buco che aveva esattamente il profilo di Jung. Jung
ossia il mondo degli istinti, non prepara la coscienza a una fine definitiva,
entrava improvvisamente in questo buco; dopo restava una superficie nera
ma piuttosto a una trasformazione profonda e a una continuazione del
senza aperture, ma tutti sapevano che egli era ancora lì. Poi la donna si
processo vitale la cui natura sfugge ai mezzi della nostra coscienza
guardava e scopriva di avere anche lei un vestito simile, verde davanti e
ordinaria. I simboli onirici ricorrenti mostrano una concordanza tematica o
nero dietro.
strutturale con le dottrine proposte dalle varie religioni sulla vita dopo la
morte, sicché abbiamo a che fare con un materiale mitico vastissimo. Mi
La donna si svegliò piena di stupore, e subito dopo apprese dalla radio
sono limitata a citare un numero relativamente modesto di casi, nella
che Jung era morto. Il sogno mi sembra significare che la morte è un
speranza che un futuro lavoro d'equipe possa sviluppare la mia ricerca in
problema di soglia percettiva tra i vivi e i morti. Questi ultimi spariscono,
forma sistematica e su larga scala. Un'impresa del genere richiederebbe
un po' come le stelle nei buchi neri, dietro un "orizzonte degli eventi", ma
naturalmente studiosi preparati, la cui competenza abbracciasse, oltre alla
continuano nondimeno a esistere.
psicologia, anche l'etnologia e la storia delle religioni. Credo che da questa
Molti popoli dell'Africa nera sottolineano con particolare vigore l'unità
direzione di ricerca possano ancora venirci molte sorprese. Il mio lavoro
tra il "qui" e il "là", tra i vivi e il mondo dei morti. 19 Una vecchia donna
zulù lo spiegava in questo modo:20 mostrava il palmo della mano aperto solleva infatti più questioni di quante ne risolva: l'eventuale sopravvivenza
verso l'alto e diceva: "Così viviamo noi"; poi girava la mano col palmo del morto ha una durata limitata? quali sono i rapporti fra i trapassati? che
rivolto verso il basso, e aggiungeva: "Così vivono gli antenati." Non si cos'è un'esistenza fuori del tempo? perché esistono immagini tragiche e
potrebbe dire più chiaramente che il mondo dei vivi e quello dei morti sono altre beatificanti dell'Aldilà, se si prescinde dai sistemi di valori propri delle
l'uno il riflesso speculare dell'altro, e formano un tutt'uno. Non varie religioni? la personalità del morto si disgrega? e questo accade sempre
diversamente scrisse Jung (1982, p. 100): "La visione della vecchiaia o solo in determinati casi? che cosa significa la morte parziale di cui parla
sarebbe insopportabile, se non sapessimo che la nostra anima giunge in un Jung? esistono elementi a favore della reincarnazione? E così via.
luogo immune dall'alterazione del tempo e dalla limitazione dello spazio. La grande incertezza che tanti uomini contemporanei, coscientemente
In quel modo d'essere la nostra nascita è una morte e la nostra morte una o inconsciamente, provano di fronte alla morte rimane. Chi affronta la
nascita. I piatti della bilancia della totalità sono in equilibrio." morte con una fede incrollabile può essere solo oggetto della nostra
invidia.
'14 CAPITOLO TREDICESIMO

I sogni raccolti da Edward Edinger (1972) sono definiti da lui stesso NOTE
"sogni metafisici". In effetti questi sogni sono diversi dai sogni ordinari che
incontriamo nella prassi psicoterapeutica, sono sogni che non si lasciano
ricondurre facilmente a una dimensione soggettiva (come raffigurazioni
simboliche di processi interiori), non si lasciano, come dice Jung,
facilmente "psicologizzare". Siamo costretti a lasciarli sospesi, come
allusioni simboliche a un'altra realtà, da cui ci divide una barriera
inquietante e pericolosa. Che queste scoperte nell'ambito della psiche
avvengano proprio oggi, quando la fisica incomincia a parlare di "universi
con cui non possiamo comunicare", non mi sembra un caso. La scienza
moderna si trova a una svolta: la coscienza di essere circondati da misteri
impenetrabili alla ragione dovrebbe condurre, così ci auguriamo, a una
maggiore modestia intellettuale. Ma questo non significa rinunciare alle Capitolo 1
1. Devo qui un cordialissimo ringraziamento al mio giovane amico Manolis Xipolitas-
domande e alla ricerca. Se è vero che i nuovi quesiti sono ardui, lo studio
Kennedy per avermi procurato un'aggiornata bibliografia e anche per aver messo a mia
scientifico dei sogni condotto coi metodi di Cari Gustav Jung può ancora disposizione il testo della sua tesi su "Esperienza archetipica all'avvicinarsi della morte",
portare a scoperte illuminanti, e nuovi interrogativi sorgeranno. Innsbruck 1980.
2. Vedi Nòtscher (1970) pp. 330 sgg., con bibliografia aggiornata dopo il 1970 da Josef
Scharbert.
3. Già Arthur Schopenhauer (Parerga I) scrive: "Su questo poggia il carattere grave,
importante, solenne e tremendo dell'ora della morte: è una crisi nel senso più forte della
parola, un giudizio universale."
4. Vedi Greshake e Lohfink (1978), in particolare pp. 170 sgg. e 196 sgg. (Teil-hard de
Chardin).
5. Così anche Anicla Jaffé (1958).

Capitolo 2
1. Vedi, ad esempio, Ranke (1951) pp. 164 sgg. e bibliografia annessa.
2. lbid., p. 171.
3. lbid., p. 153.
4. lbid., p. io, note 2, 3, e p. 11.
5. Vedi Cumont (1949) pp. 16 sg.
6. lbid., p. 29.
7. Ranke (1951) p. 153.
8. lbid., p. 176.
9. Vedi Lopatin (i960), in particolare pp. 128 sg. io. lbid.,
pp. 126 sgg.
11. Vedi Kucher (1980) p. 130.
12. Vedi Lechner-Knecht (1980) pp. 165 sg.
13. Vedi Mead (1967) pp. 82 sgg.
!
ni NOTE CAPITOLO TERZO '77

14. L'interpretazione di Origene ci è purtroppo nota soltanto dalle citazioni in san Gerolamo,
Capitolo 3
Contra Johannem Hierosolymitanum ad Pammachium, in Migne (1845) col. 355 sgg.
1. Jung (1955-56) cap. 5, § 7.
15. Mead (1967) p. 87. A proposito del termine spintherismos è opportuno precisare che si
tratta della lettura di Erasmo di una parola poco chiara nei manoscritti; Migne (1845) col. 2. Frazcr (1906); Mannhardt (1875-77).
432n. preferisce leggere spermatikos logos = ratio se-minalis. 3. Vedi Mannhardt (1875-77) voi. 1, pp. 313 sgg.
16. Hornung (1972) p. 136. 4. Ibid., pp. 410 sg.
17. Ibid., pp. 332 sg. 5. Vedi Arnold-Doben (1980) pp. io sgg.
18. Ibid., p. 336; X sta di volta in volta per il nome del morto.
6. Rahim (1981) pp. 179 sg.
19. Ibid., p. 339.
7. Berthelot (1887-88) voi. 2, p. 292. "Comario" viene probabilmente dall'ara-maico Komar
20. Ibid., p. 348. = prete.
21. Berthelot (1887-88) voi. 2, pp. 29-31. Vedi anche voi. 1, p. 96 le parole di Hermes: "Va' 8. Vedi Zosimo, in Berthelot (1887-88) voi. 2, p. 107: "La natura monomorfa unica è tratta
da Achaab il contadino e impara come semina e come miete il grano." Inoltre von Franz della natura dura dei metalli e da quella duttilmente lignea delle foreste" (piante).
(1980^) cap. 2, da cui sono tratte le traduzioni che seguono.
9. Olimpiodoro, in Berthelot (1887-88) voi. 1, p. 94: "Vi sono due colorazioni bianche e
22. Vedi Lindsay (1970) p. 71. gialle e due sostanze composite, umide e secche, vale a dire comprese nel catalogo del giallo:
23. Cit. da Thausing (1943) pp. 165 sgg. (iscrizione funebre N. 58). Vedi anche ibid., p. Piante e metalli... Piante gialle sono il croco e l'ely-drion...", oppure, a p. 6: "Tutti i minerali
166, n. 1 (iscrizione funebre 80). auriferi, giallastri, sono piante."
24. Vedi Hornung (1979) p. 215. io. Ebert (1980) p. 299.
25. Thausing (1943) p. 166. 11. Vedi Junker (1910) pp. 2, 4, e Moret ( 1 9 2 2 ) pp. 22 sgg.
26. Iscrizione funebre di Menfi, cit. da Kees (1977) pp. 148 sg. 12. Moret (1922) p. 33.
27. Secondo Leisegang (1924) pp. 68 sg. 13. Hornung (1979) p. 167.
28. Ibid., pp. 69 sg.
14. Ibid., p. 149.
29. Vedi de Wit (1951) pp. 161 e 31; circa l'identificazione con Aker, vedi p. 129. 15. Ibid., p. 170.
30. Ibid., p. 169.
16. Vedi Miyuki (1972) p. 176, n. 79.
31. Ibid., p. 141.
17. Vedi Jung e Wilhelm ( 1929).
32. Vedi Kees (1977) PP- 73 sgg.
18. Vedi Miyuki (1972) p. 69.
33. Vedi Hornung (1979) p. 139.
19. Ibid., p. 180.
34. Vedi de Wit (1951) pp. 95, 97.
20. Ibid., p. in.
35. Hornung (1972) p. 433; vedi anche p. 456.
21. Vedi Lechner-Knechr (1980) pp. 169 sg.
36. Ibid., p. 456.
22. Ibid., p. 163.
37. Ibid., p. 431.
23. In Aichelc (1926). La fiaba presenta molte varianti, specialmente nell'Europa
38. Ibid., p. 436; vedi anche p. 347.
orientale.
39. Vedi de Wit (1951) p. 103.
24. Si vedano anche le rose e i fiori dipinti dalla paziente di David Eldred (1982) p. 23.
40. Per Olimpiodoro e le traduzioni che seguono vedi von Franz (19800) cap. 5.
25. Vedi Arnold (1980) e inoltre Anderson e Dibblc (1978) passim.
41. Vedi von Franz (1980Z?) pp. 172 sg.
26. Arnold (1980) p. 18.
42. Griffiths (1975) p. 231, che si basa su Barb (1963) pp. 200 sg.
27. Ibid.. pp. 38 sg.
43. Hornung (1972) p. 290.
2K. Ibid., pp. 43, 185.
29. Ibid., pp. 57, 95 sgg.
30. Granct (1926) pp. 332, 335, e vedi anche p. 333.

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