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2 01 5
L O E S C H E R E D I TO R E
TO R I N O
Note di gromatica militare*
Antonino Grillone (Collection Latomus, 339). Bruxelles, Latomus 2012, pp. 268.
1 Liv. XXXI 34.8.
2 Plb. VI 42.1-5.
3 Plb. VI 27-42.
4 Jos. BJ III 5.77-88. Meno dettagliato rispetto a quello di Polibio, l’excursus di
Giuseppe Flavio non offre notizie approfondite di natura gromatica. Tende, piutto-
sto, ad evidenziare, attraverso alcune notazioni sulla ripartizione degli spazi interni,
aspetti come l’accuratezza nell’ordine e l’efficienza nell’organizzazione.
5 Plut. Pyr. 16.7.
6 Onas. 8-9.
7 Veg. I 21-25; III 8.
primus adferam: cap. 47) e la validità dei suoi puntuali precetti, a fronte
delle informazioni e dei suggerimenti generici degli autori antecedenti (in
quantum potui… pro tirocinio meo in brevi omnes auctores sum persecu-
tus, sed quidquid circa compositionem castrorum aestivalium instituerunt,
in hoc libello, priusquam numeros instituerem, sub ratione omnia decla-
ravi. principia in omni inceptatione metationis scribenda nullus auctor in
hunc diem ostendit, propter quod spero sollicitudinem nostram digne tibi
placituram: cap. 45).
La natura ibrida dell’opuscolo, che interseca due ambiti affini ma non
congruenti come gromatica e scienza militare, ne ha condizionato le sorti:
incluso in una raccolta di scritti di natura gromatica nella tradizione ma-
noscritta, che fa capo all’Arcerianus Guelferbitanus 36.23 (VI secolo: A),
non è stato contemplato nella raccolta dei Gromatici veteres di Lachmann
(1848) o nel Corpus Agrimensorum Romanorum di Thulin (1913). Se si
eccettua, poi, l’editio princeps di Schrijver, dove è parte di una raccolta
che comprende Vegezio, Frontino e il De rebus bellicis11, lo scritto è stato
spesso sottovalutato o decisamente ignorato dagli studi militari. Eppure,
nonostante l’esclusione dai corpora tematici, il De metatione ha riscontra-
to una cospicua attenzione, a giudicare dal numero non trascurabile di edi-
zioni singole, ad onta del suo carattere spiccatamente tecnico: dalla editio
princeps Scriverius del 1607 fino alla edizione Teubner a cura dello stesso
Antonino Grillone (1977) e alla Belles Lettres di Maurice Lenoir (1979),
senza dimenticare, per citare le più importanti, quella di Schele (1660),
Lange (1848), Gemoll (1879), von Domaszewski (1887). Di questi lavori,
il saggio di G. può considerarsi il prodotto finora più complesso ed esau-
stivo, nella misura in cui riprende e discute tutta una messe di contributi e
interventi che l’Autore ha nel corso degli anni dedicato all’opera.
La ricca prefazione dà conto dei problemi legati all’autore, al titolo e
alla datazione, per poi soffermarsi diffusamente sugli usi linguistici dell’o-
puscolo e su questioni testuali, che sono, poi, variamente riprese e in appa-
rato e nel commento. Segue una sezione dedicata alla struttura dell’opera –
58 capitoli, dei quali i primi 44 sono dedicati alla metatio, i capp. 45-47 al
riepilogo dei precetti forniti e a questioni metodologiche, gli ultimi 11 alla
munitio – e al suo contenuto: scelta del luogo per l’accampamento, forma
e misure, strumentazione, personale specializzato, acquartieramento delle
coorti legionarie (praetentura, retentura, latera praetorii con tutte le sot-
topartizioni), criterio di metatio adottato, fortificazioni e tipologie difen-
sive consigliate. Alla storia del testo sono dedicate le pagine successive:
anche da Hyg. lim. grom. 180 Lachmann, che però non ne chiarisce l’u-
bicazione.
note di gromatica militare 197
Immacolata Eramo
Bibliografia