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Girano per il teatro con gaiezza, i due,

non è ancora pronta l'ouverture. Li avvolge una beatitudine

lieta: sarà un trionfo, si chiedono quale sarà l'aria più amata.

Che gioia avrei provato – fossi stato uno dei violini- ad osservare Giacomo e Lorenzo

studiarmi l'impugnatura dell'archetto,volgersi alle corde, aspettare il primo colpo.

Seduto alla tastiera, tace il Salisburghese. Chissà se li invidia,

quei due Italiani. Sorride: è giunta l'ora.

Praga tace e trema nel suo gelo, la partitura è predisposta.

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