Professional Documents
Culture Documents
Il mio sistema
di Pier Francesco Grizi
modello:
Focke-wulf 190a3
Tamiya 1/72
Colori Gunze acrilici
Decals aeromaster
My way
Passo 1
Nella prima foto ho dato una mano
leggera di RLM 76, Gunze H417 diluito
bene con alcool, sulle parti latero-inferiori
del modello.
Note:
Per gli aerei tedeschi con macchie sui fianchi e con kit di marca come questo (Tamiya) solitamente uso lasciare
a parte i piani di coda. Danno meno fastidio quando si dipingono i fianchi poiché vado vicinissimo all’aereo,
praticamente lo tocco. Naturalmente prima verifico attentamente la posizione e il modo in cui si incastrano i
pezzi. Poi c’é mamma Tamiya che ci pensa. Nel caso ad esempio di Special Hobby invece faccio tutto prima,
incollaggio, stuccature ecc.
I
n questa fase faccio tutto a mano libera, però anche qui vado vicinissimo al modello, seguendo le linee di
pannellatura, pressione bassissima e duse chiusa.
Per profilare le pannellature sto praticamente attaccato al modello, al massimo 1-2 mm (!!!) Bisogna fare
attenzione a due cose: non rigare la vernice con la punta dell’aerografo; avere il colore estremametne diluito
(10%colore, 90% alcool) e una pressione molto bassa. Sul mio compressore Olympos mini la metto a 0.5 circa,
ma mi regolo di volta in volta, comunque al ribasso.
In effetti il contrasto è volutamente molto accentuato (dal vivo lo è ancora di più!) proprio per questo motivo.
Nei vari passaggi opaco-lucido ci sarà un po’ di perdita. Nel caso delle sporcature potresti aver ragione. La mia
è solo una realizzazione “pittorica” per dare un effetto un po’ più movimentato alla superficie del modello.
Guardando le foto degli aerei veri si vede che la mimetica non è quasi mai perfetta, ma ha un aspetto usato,
variegato, macchiato e con tonalità diverse. Questo è il mio fine.
Passo 2
adesso l’RLM 74
In primis ho realizzato delle mascherine di
cartoncino che ho fissato con striscioline
di Uhu tack per staccarle leggermente
dal modello e ottenere un bordo appena
sfumato tra i colori:
Note:
La prima mano la dò sempre da barattolo, come base, solo diluita con alcool. Dopo intervengo con schiarimenti,
scurimenti e altro...
L’H53 è passato leggermente sul 75 per variare la cromia. È infatti un grigio tendente al rosso-viola anche lui,
ma con tonaità diversa. Ho fatto delle striscie e delle parti su alcuni pannell, in maniera abbastanza casuale.
Il 72 è dato principalmente sulle zone di calpestio, intorno alla radice alare e in qualche striatura per simulare
colature o sporchi.
Le macchie in 74 sono più decise anche perché il colore è semplicemente più scuro e spara di più in foto. Il
discorso delle macchie è ancora aperto: devo riprenderle e definirle con il 76 ed eventualmente ancora con gli
altri due colori. Più avanti lo farò, prima di dare il lucido, e spero di essere esaustivo (e soprattutto di non fare
casini...)
Passo 3
Risultato finale:
Passo 4
Ecco il risultato.
Prima:
e dopo:
Note:
Prendo uno stecco degli spiedini, che ha una punta conica. Lo infilo nel buco dell’elica e premo leggermente,
fino ad avere una buona tenuta, poi lo faccio reggere dalla “terza mano”. Finora ho avuto pochi problemi.
Lo strato di lucido deve essere bello lucido e asciutto e non deve essere sccarso ma dato uniformemente in
buona dose. Io uso del White Spirit che ho trovato in Francia, ma penso che della buona trementina possa essere
simile. diluisco molto la mistura: un po’ di colore a olio nero e un bel po’ di diluente, deve essere un nero si, ma
trasparente. Non lasciarlo asciugare del tutto, 10-15 minuti e poi togliere piano piano con un fazzoletto di carta.
Segnalo che è importante lavorare sul lucido per differenza: se usate un lucido acrilico dovete fare il lavaggio
con un acquaragia o white spirit e olio o anche humbrol. Se invece usate un lucido a smalto dovete usare un
lavaggio con base ad acqua. Questo è importante per avere una buona riuscita del lavaggio, oltre a rispettare i
tempi di asciugatura del trasparente.
Attenzione. Il fondo deve essere bello lucido ma non deve essere spesso, altrimenti ti riempie le pannellature
e non rimane una volta che lo togli. Io uso solo del nero a olio ben diluito, non marrone o altro. Se si diluisce
bene nelle pannellature rimane un bel grigio, ne troppo scuro ne troppo chiaro. Quando lo hai passato, aspetta
10 minuti max, ma usa dei fazzoletti di carta tipo Tempo o Kleenex, NON della carta da mani industriale che è
troppo porosa e entra nelle pannellature, rimuovendo il colore! Io non bagno il fazzoletto neanche col diluente,
lo passo piano piano, con un movimento circolare (tipo: “metti la cera, togli la cera”) senza premere, passando
finche la carta non mi assorbe tutto l’eccesso e fermandomi quando serve. Se levo troppo rifaccio solo quella
zona... Pian piano, passando e ripassando col fazzolettino, come se pulissi delicatamente qualcosa, dovresti
riuscire ad ottenere un buon risultato. Conditio sine qua non avere però uno strato non troppo spesso di vernici
(considera che hai lle mani di colore normale e poi quelle di trasparente, quindi alla fine devi dare tutto con
mano leggerissima!) altrimenti le pannellature vengono riempite e non funziona più il giochino!
Passo 6
Come promesso stasera ho dato una
passata di trasparente opaco.
Prima era così:
e il sotto.
Il tutto in una unica semplice passata.
Notate come questo trasparente opaco
mantenga inalterate tutte le sfumature di
colore e come dia una patina realistica al
tutto.
Naturalmente ho spruzzato anche tutte
le parti non ancora montate: elica, ogiva,
carrelli, portelli e tettucci mascherati.
Ma non è ancora finita. Ora comincerò
un’ulteriore invecchiamento da fare sopra
l’opaco con un po’ di pennello asciutto e
soprattutto con i Carbhotello.
Note:
il trasparente della Aircraft Color è, a mio parere, uno dei migliori, se non il migliore, che abbia mai provato.
All’inizio usavo il Flat Microscale, ma dopo un po’ mi restava semilucido, il flat della Gunze rimane gessoso
(sempre secondo me), quello Tamiya mi pare granuloso e quello Testors acrliyc, come gli altri citati sopra, non ha
la stessa finitura dell’Aicraft Color. Ques’ultimo si comporta benissimo: bisogna solo diluirlo con qualche goccia
d’acqua, mescolare e spruzzare con pressione media e aerografo ad apertura media. Ha una finitura liscia e
opaca. Se confrontate la prima foto e la seconda vi rendete conto di cosa voglio dire. Per me, numero 1.
Per i colori il discorso è un po’ diverso. La gamma è ampia, con colori per la Luftwaffe, la RAf e per USAAF.
I pigmenti però devono essere trattati in un certo modo. Innanzitutto sono meno coprenti dei Gunze (i miei
preferiti) e richiedono l’uso imperativo di una mano di primer opaco altrimenti rischiate di vederveli aggrumare
sulla plastica. Col primer invece si comportano bene, sono satinati e lisci e vanno diluiti solo con l’acqua, poco
perchè sono abbastanza liquidi.
Passo 6 bis
Ecco un po’ di invecchiamento, usando i
pastelli Carbhotello. Con pastelli di diverso
colore faccio delle piccole righine, senza
premere troppo, segnando leggermente
dove voglio lo sporco o la colatura. Prima
così:
Settate la macchina digitale in modalità macro e impostate la priorità di diaframmi: ricordate che più il
diaframma sarà chiuso più avrete profondità di campo, cioè più metterete a fuoco. Con un numero basso di
diaframma la messa a fuoco sarà sul punto focale e qualche millimetro prima e dopo di essa, aumentando il
diaframma anche la distanza di messa a fuoco aumenterà.
Traggo da wikipedia testualmente: in fotografia, la profondità di campo nitido o semplicemente profondità di
campo (abbreviato in PdC o DoF dall’inglese Depth of Field) è la distanza davanti e dietro il soggetto principale
che appare nitida (a fuoco). Per ogni impostazione dell’obiettivo, c’è un’unica distanza a cui gli oggetti appaiono
perfettamente a fuoco; la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e indietro (in
direzione opposta). Il campo nitido è quell’intervallo di distanze davanti e dietro il soggetto in cui la sfocatura è
impercettibile o comunque tollerabile; la PdC si dice essere maggiore se questo intervallo è ampio e minore se è
ridotto.
Quindi chiudete il diaframma! Questo però inciderà sul tempo di scatto che inevitabilmente si allungherà. Ecco
quindi il bisogne del cavalletto per ottenere foto perfettamente ferme. Se non vi sentite sicuri scattando foto
a 1/8 o 1/4 di secondo ache col cavalletto (magari vi trema la mano...) impostate anche l’autoscatto e lasciate
scattare.
Posizionate le luci. Per ottenere una luce morbida consiglio di iazzare le luci a 45° dal soggetto, con un angolo
globale tra loro di 90°
soggetto
Luce 1 Luce 2
digitale
Le luci devono essere abbastanza vicine al soggetto, circa 56-70 cm e posizionate in alto, con un’angolazione
simile
Luce 1 Luce 2
soggetto
tavolo di appoggio
My way
A questo punto consiglio di mascherare le luci con un po’ di carta da lucido per architetti in modo da diffondere
la luce delle stesse e renderla più morbida.
Un altro modo è quello di girare la lampada dalla parte opposta e proiettare la luce su dei pannelli di cartoncino
bianco, orientandoli in mdo che la luce sia diretta sul soggetto e che così fungono da diffusore.
Luce 1 Luce 2
soggetto
tavolo di appoggio
Il massimo sarebbe avere due ombrellini da fotografo... ma non posso cheidervi così tanto.
Potreste anche volere invece una luce più forte, tipo quella del sole senza nuvole.
Non usate allora diffusori e usate una sola sorgente di luce, senza schermature e posizionata in alto, di lato e
leggermente dietro il soggetto.
Luce 1
Luce 1
soggetto
Dalla parte opposta della sorgente luminosa, piazzate un pannello bianco (cartoncino rigido) che vi permette
di illuminare le ombre, altrimenti troppo contrastate, ricreando l’effetto di illuminazione dell’ambiente naturale,
che riflette sempre un po’ di luce, e di diminuire il contrasto tra luce e ombra.
Otterrete un leggero controluce schiarito dal cartoncino.
In entrambe i casi, provate a muovere le luci, i diffusori e i pannelli fino a che non ottenete un’illuminazione che
vi piaccia.
A questo punto, con le luci accese, fate il bilanciamento del bianco, che serve a tarare la digitale sul tipo esatto
di temperatura di colore che state usando, rispettando così la cromia dei vostri modelli.
Solitamente bisogna settare su white balance-measure (a seconda della vostra macchina), mettere un foglio di
carta bianca sul piano dove fotograferete il modello e misurare.
Fate riferimento al libretto di istruzioni della digitale se avete dei dubbi.
a questo punto siete pronit per scattare, non prima di avere scelto le inquadrature.
Fate tante prove, provate e riprovate tanto, con la digitale, non dovete poi sviluppare le foto!
Le guardate subito, le tenete o buttate e ricominciate da capo!
Se avete dubbi o domande contattatemi sul Forum di Lilliput, area tecnica
http://www.amv-lilliput.org/forum