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“ANTITRUST.

ECONOMIA E POLITICA DELLA


CONCORRENZA”
(MOTTA - POLO)
INTRODUZIONE: PERCHE’ LA CONCORRENZA?

• Il governo ha un ruolo importante in tutte le economie dei paesi


sviluppati (oltre una certa soglia si parla di “economie miste”). Il governo
interviene nell’economia sia per ragioni di efficienza che per ragioni di equità.

• Avete studiato diverse forme di mercato: la concorrenza perfetta, la


concorrenza monopolistica, l’oligopolio ed il monopolio.

• La concorrenza perfetta è la struttura di mercato di riferimento per gli


economisti. Vedremo perché nei prossimi lucidi. Ricorda: il modello competitivo
di base considera individui razionali che perseguono il proprio interesse e
imprese che massimizzano il profitto che interagiscono in mercati competitivi
(perfettamente concorrenziali).
DOMANDA E OFFERTA DI UN BENE
NEL MERCATO PERFETTAMENTE CONCORRENZIALE

Prezzo Offerta di x
di x

Domanda di x
Quantità di x

Mercato del bene x


Come si ottengono la domanda e l’offerta di un bene?
• Consumatori e imprese sono agenti “razionali” che compiono scelte
efficienti (teoria del consumatore e teoria dell’impresa).

• DOMANDA: aggregazione delle funzioni di domanda individuali


(ogni consumatore decide quanto consumare dato il suo vincolo di
bilancio e il prezzo dei beni).

• OFFERTA: aggregazione delle funzioni di offerta delle singole


imprese (ogni impresa sceglie la quantità di produzione che
massimizza il suo profitto).
• Il mercato raggiunge l’equilibrio in modo spontaneo.

• In equilibrio il prezzo è tale che la quantità offerta è pari alla


quantità domandata: le scelte di compratori e venditori sono
compatibili
QUALE CONCETTO DI EFFICIENZA?

Efficienza Paretiana: non sono disponibili alternative


universalmente preferite.

Se esistono I individui:

Un'allocazione Pareto ottimale è un'allocazione


(x*1,..., x*I ) tale che non esiste un'altra allocazione
~ ~
I
1
(x ,..., x ) che sia economicamente sostenibile

e che dia la stessa utilità a tutti i consumatori


e maggiore utilità ad almeno uno di essi :
U i ~i ) ≥ i ( *i ) i =1,...,
(x U x I
ed esiste almeno un i' tale che
U i' ~i' ) > i' ( *i' ).
(x U x
Proprietà dell’equilibrio nel mercato concorrenziale

• L’allocazione delle risorse è efficiente in senso Paretiano


(assenza di sprechi)

1° Teorema dell’Economia del Benessere

Ciò implica che il benessere degli agenti economici


(compratori + venditori) è massimo quando ciascun agente
persegue egoisticamente il proprio obiettivo:

- il prezzo è pari al costo marginale di produzione


- il prezzo è pari alla valutazione che il consumatore attribuisce al
bene stesso
quindi Adam Smith aveva ragione:
il mercato è “la mano invisibile”

Infatti, grazie alla funzione allocativa dei prezzi, risulta che


le scelte di produzione e di acquisto sono compatibili in ogni
mercato dell’economia (equilibrio economico generale).

• Funzione allocativa dei prezzi


I prezzi permettono agli agenti economici di coordinarsi e
di raggiungere l’equilibrio:
- i beni scarsi vanno agli agenti che attribuiscono ad essi maggior valore
- le risorse produttive vengono impiegate nei settori più profittevoli
(quelli con eccesso di domanda)
• Come misurare il benessere sociale (il vantaggio che deriva dallo
scambio): rendita consumatori + rendita produttori.

Prezzo Offerta di x
di x
E Equilibrio
p

Domanda di x

qE Quantità di x
Mercato del bene x

• In equilibrio il vantaggio derivante dallo scambio è massimo.


Attenzione: l’equilibrio di mercato implica RAZIONAMENTO del
bene (non tutti i consumatori hanno accesso ad esso o alla quantità che
vorrebbero). Ma tutti hanno accesso alla quantità che desiderano
(eventualmente zero) DATO il prezzo di mercato e DATO il loro
vincolo di bilancio.

In un’economia di mercato in concorrenza perfetta il sistema dei


prezzi determina l’allocazione finale dei beni e dei servizi. Altri
metodi di razionare le risorse scarse dell’economia sono:
• le liste di attesa
• il sorteggio
• i buoni
Sono sistemi più equi, ma meno efficienti (il bene non va a chi è
disposto a pagare di più per averlo)
• I prezzi comunicano informazione sulla scarsità dei beni agli
agenti economici.

• Il prezzo del bene x è elevato quando la quantità disponibile per lo


scambio è bassa: esempio del prezzo dell’acqua e del prezzo dei
diamanti.

• I mercati sono “amorali”

• Ma intervenire sui prezzi causa elevate inefficienze.


(caso dei prezzi massimi e dei prezzi minimi)
1° Teorema dell’Economia del Benessere

L’intervento del governo nei mercati è giustificato


solo per motivi di equità (non di efficienza)

2° Teorema dell’Economia del Benessere

“Ogni allocazione di equilibrio può essere ottenuta


redistribuendo opportunamente le risorse iniziali e
lasciando agire il mercato”

Il governo può intervenire per assicurare che si verifichi


un’allocazione finale (un equilibrio) più equo, ovvero che le
risorse presenti nella società siano distribuite (ex-ante e quindi
anche ex-post) in modo più uniforme
Trade-off tra equità ed efficienza
Ma ciò è vero solo se il Governo osserva perfettamente tutte le
caratteristiche degli agenti economici
Quando il Governo non conosce esattamente le dotazioni degli
agenti economici (la loro ricchezza iniziale e la loro “capacità
di produrre reddito”), allora la redistribuzione “riduce la torta”.
Ovvero, ridistribuire le risorse in modo più equo significa
diminuire la ricchezza complessiva presente nell’economia.
Condizioni necessarie affinché il mercato sia perfettamente
concorrenziale
1. i beni venduti dalle diverse imprese sono perfetti sostituti fra
loro
2. ogni impresa produce una quantità molto piccola rispetto al
totale della quantità scambiata nel mercato (tante imprese e price-
taker): assenza di potere di mercato da parte delle imprese ovvero
prezzo = costo marginale, il mark-up è zero
3. perfetta mobilità dei fattori produttivi (no sunk-costs)
4. imprese e consumatori hanno informazione perfetta
5. non esistono economie di rete
E’ molto difficile che le condizioni precedenti siano realizzate
(eccezione: mercati dei beni agricoli). Tuttavia la concorrenza
perfetta rappresenta un obiettivo a cui tendere. Infatti, nei mercati
perfettamente concorrenziali, la produzione dei beni avviene in
modo efficiente (incentivo a minimizzare i costi per le imprese) ed i
consumatori ottengono dallo scambio una rendita elevata (perché le
imprese non hanno potere di mercato). Inoltre le imprese hanno
incentivo a produrre beni e servizi di qualità elevata.

Nella realtà esistono i FALLIMENTI DI MERCATO. Quelli che


riguardano la politica della concorrenza (lato dell’offerta) sono: i
sunk-costs, il potere di mercato, i monopoli naturali (economie di
scala), gli effetti di network.
RIASSUMENDO: PERCHÉ LE ECONOMIE HANNO BISOGNO DELLA POLITICA
DELLA CONCORRENZA?

Perché le imprese detengono POTERE DI MERCATO anche nei mercati dove


l’entrata è libera e dove non esistono monopoli naturali a causa di:
• imprese caratterizzate da sunk costs
• effetti di lock-in e switching costs
• effetti di rete (network effects)
Inoltre le imprese possono tenere comportamenti che nuocciono al
benessere sociale:
• collusione
• fusioni che riducono la concorrenza
• comportamenti predatori (predatory behaviour)
• comportamenti di esclusione (exclusionary behaviour)
• Perché occorre limitare il potere di mercato?
• L’esistenza di potere di mercato causa inefficienze:
– ALLOCATIVA
– PRODUTTIVA
– DINAMICA

• Ruolo delle politiche pubbliche: evitare le conseguenze negative


derivanti dal potere di mercato:
– REGOLAMENTAZIONE
– ANTITRUST
REGOLAMENTAZIONE e ANTITRUST (i)

Entrambe sono giustificate dalla presenza di fallimenti del mercato, ma


differiscono in base a:
• Procedure e poteri di controllo
- Regolamentazione: maggiori poteri (prezzi, investimenti, prodotti) →
interviene sulla struttura di mercato
• Tempistica dei controlli
- antitrust: ex-post; regolamentazione: ex-ante
- interventi continui (regolamentazione) vs. occasionali (antitrust)
• Informazioni
- più specifiche per ogni settore industriale nella regolamentazione
REGOLAMENTAZIONE e ANTITRUST (ii)

Nonostante queste differenze, la linea di demarcazione tra politica della


concorrenza e regolamentazione non è così netta. Infatti le Autorità antitrust
intervengono anche nel caso di:

• Fusioni: sistema di autorizzazioni preventive


• Misure correttive nelle fusioni: rimedi strutturali vs. rimedi comportamentali
• Intervento per rischio di abuso di posizione dominante

Inoltre vi è una sovrapposizione di competenze in diverse aree.


BREVE STORIA DELLE LEGGI ANTIRUST:
GLI STATI UNITI (i)

Alla fine del XIX secolo negli US:


• Rivoluzione nei trasporti e nelle comunicazioni: si forma un unico grande
mercato negli stati uniti
• Innovazioni tecnologiche, si evolve il mercato dei capitali (stock
market), nuovi metodi manageriali
• Ondata di fusioni

→ vengono sfruttate le economie di scala e di varietà: le dimensioni delle


imprese aumentano, i costi di produzione si riducono, la competizione fa
ridurre i prezzi
GLI STATI UNITI (ii)
Instabilità del mercato dovuta a crisi macroeconomiche e a guerre di prezzo,
quindi:
• Incentivi a formare cartelli e trusts (compagnie ferroviarie e petrolifere),
così da ottenere prezzi alti e stabili
• Effetti negativi sulle piccole imprese (che usavano trasporti ed energia come
inputs) e sugli agricoltori
1890: Sherman Act (legge federale che prevede sanzioni monetarie e penali)
• Section 1: punisce le restrizioni al commercio (Conspiracies, come gli accordi
sul prezzo, verticali o orizzontali)
• Section 2: punisce la monopolizzazione = sfruttamento della posizione di
monopolio (Monopolisation USA, o abuso di posizione dominante EU)

2 famosi cartelli condannati e smantellati: Standard Oil Company e


American Tabacco. Abuso di posizione dominante e guerra di prezzo.
Obiettivi dello Sherman Act:
- (economici) minimizzare la perdita di benessere sociale dovuta al potere di
mercato, ⇒ minimizzare le inefficienze allocative.
- (non economici) protezione delle piccole imprese, mantenimento di uguali
opportunità per tutti i concorrenti

Ma nessuna sanzione sulle fusioni: in reazione allo Sherman Act si osservano


molte fusione negli USA.
1914: Clayton Act
vieta pratiche imprenditoriali quali:
- art. 2, discriminazione di prezzo;
- art. 3, contratti di vendita esclusiva (no acquisti da rivali), contratti
per l’intero fabbisogno (tutto il necessario acquistato dalla stessa fonte),
contratti con clausole vincolanti (tying);
- art. 7, fusioni anticoncorrenziali

1914: Federal Trade Commission Act


istituisce la Federal Trade Commission => autorità di controllo su metodi di
concorrenza sleali, protezione consumatore e pubblicità ingannevole
GLI STATI UNITI (iii): l’applicazione delle leggi antitrust

1987: prima decisione della Corte Suprema contro i


trusts 1911: Standard Oil come per American Tabacco
criterio di proibizione “per se” degli accordi di prezzo
NB: per se / rule of reason (proibizione stretta o assoluta versus decisione
caso per caso)

Applicazione recente (dal dopoguerra) della legge, 3


periodi: 1950-60: attiva e rigida applicazione
1970s: iniziano ad essere seguiti criteri di efficienza per valutare fusioni e
accordi verticali
1980s (Reagan): scarsa applicazione (laissez-faire, Chicago school)
BREVE STORIA DELLE LEGGI ANTITRUST: L’EUROPA (i)
Prima della II GM: regimi totalitari con politiche protezionistiche
ed interventiste
Dopo la II GM: gli USA spingono l’Europa ad accogliere la normativa antitrust

• 1951 Trattato di Parigi (CECA = ECSC: European Coal and Steel


Community) tra Francia, Germania, Italia e Benelux: contro le barriere al
commercio, contro la discriminazione di prezzo e le pratiche restrittive che
potevano distorcere il commercio in Europa
• Motivazione: equo accesso agli input fondamentali del carbone e acciaio
(ridurre il potere della Germania), sostegno del libero mercato
(prendendo esempio dagli USA)
• Precede (per carbone e acciaio) l’attuale EU Competition Law:
- Art. 65: proibisce ogni accordo che crei distorsioni nel commercio
- Art. 66: proibisce l’abuso di posizione dominante
- Art. 66: fusioni e concentrazioni
L’EUROPA (ii)

1957 Trattato di Roma accoglie negli articoli 85, 86 quanto previsto dallo
Sherman Act (art. 1 e 2)
poi divenuti con il Trattato di Amsterdam (1/05/1999): art. 81 e 82
• art. 81: vietate le intese, salvo che non siano a vantaggio dei consumatori
(vedi l’elenco che segue dopo)
• art. 82: divieto abuso posizione dominante, con elenco di alcune pratiche
• art. 86: norme per imprese con monopolio legale

Obiettivi delle leggi antitrust dell’EU:


• La concorrenza è un obiettivo intermedio, l’obiettivo principale è quello
di promuovere il progresso economico ed il benessere tra i cittadini
europei.
• Promuovere l’integrazione europea (eliminazione di discriminazioni su
base nazionale nel sistema economico)
• art. 81, par.1: vieta accordi (esercizio congiunto del potere di mercato) che:
- fissano i prezzi di acquisto o di vendita
- limitano produzione, sviluppo tecnico, investimenti
- ripartiscono mercati o fonti di approvvigionamento
- applicano condizioni dissimili per prestazioni equivalenti
- subordinano conclusione contratti all’accettazione di prestazioni
supplementari che non hanno nesso con l’oggetto dei contratti stessi
• art. 81, par.2: dichiara nullità tali accordi
• art. 81, par.3: esenzioni in caso di accordi che:
- migliorino la produzione/distribuzione beni
- promuovano progresso tecnico/economico
evitando di
- imporre restrizioni non indispensabili per raggiungimento obiettivi
- dare possibilità di eliminare concorrenza per una parte
sostanziale dei prodotti in oggetto
L’EUROPA (iii)
1989, regolamento 4064
- accoglie quanto previsto dal Clayton Act relativamente alle fusioni,
- inoltre istituisce la Direzione Generale delle Concorrenza (DG IV)
organismo predisposto alla tutela della concorrenza (simile alla FTC) presso la
Commissione Europea.
Funzioni:
• Avvia indagini autonomamente o sollecitate da terzi
• Dichiara illegali le pratiche e pone divieti
• Impone multe
• Fornisce comunicazioni e linee guida: “l’analisi economica è importante”
Per se / rule of reason
• Per se: “conduct is prohibited if it fulfills the legal test regardless of
other issues”
• Rule of reason: “conduct is prohibited if its negative consequences outweigh
the positive”

• Articoli 81 e 82 del Trattato sembrano indicare un approccio per se (vedi


intese ed abuso)
• Ma, per dimostrare che un’impresa ha abusato della sua
posizione dominante, le autorità devono:
– Mostrare che l’impresa ha una posizione dominante nel mercato
– La sua condotta era abusiva
– In pratica, l’Articolo 82 si avvicina alla rule of reason
• Negli anni le Autorità si stanno muovendo verso un approccio di tipo rule
of reason.
L’ITALIA
• ritardo (quasi 100 anni dopo USA) anche rispetto agli altri paesi europei
perché:
– presenza pubblica diretta nell’economia (energia, telecomunicazioni, …)
– esistevano già le norme del Trattato di Roma
– propensione ad uno sviluppo economico programmato con una presenza
forte dello stato
– scarsa presenza di cultura liberale
• fine anni ‘80 crolla il sistema a forte partecipazione statale, prevale la
concorrenza e l’approccio privatistico, nasce la legge antitrust italiana

Legge 287/10 Ottobre 1990 Norme per la tutela della concorrenza e


del mercato. Riprende totalmente la normativa europea.
• Obiettivi:

1.Promuovere efficienza produttiva e allocazione efficiente delle risorse


economiche
2.Garantire uguale possibilità di azione economica delle imprese
3.Contenere la diffusione del potere di mercato

• Posizione dominante, intese e fusioni


• Sussidiarietà rispetto alla legislazione europea
• Istituzione dell’AGCM = autorità garante della concorrenza e del mercato
Con l’art. 10 viene istituita l’Autorità garante della concorrenza e del
mercato (AGCM), autorità amministrativa indipendente preposta
all’applicazione della legge antitrust. Competente su tutti i settori economici
(compreso quello del credito per la parte relativa alla tutela della concorrenza. la
Banca d’Italia ora si occupa solo della stabilità degli istituti bancari).

Compiti:
1.Indagini per iniziativa propria
2.Sollecitata da terzi
3.Studi di settori dubbi
4.Decisioni
• Legge 287/90 Titolo II: istituzione e compiti dell’AGCM
– Capo I : caratteristiche dell’autorità
– Capo II : poteri in caso di intese restrittive della libertà di concorrenza e
di abuso di posizione dominante
– Capo III : poteri in materia di concentrazioni
• Legge 287/90 Titolo III : poteri conoscitivi e consultivi
1. Divieto di accordi restrittivi verticali o orizzontali (INTESE)
• Vietate ma…
• Deroghe: L’AGCM può autorizzare per un periodo limitato le intese che
garantiscano miglioramenti nelle condizioni di offerta sul mercato e
che vadano a beneficio dei consumatori.
– Non è comunque ammesso che ne risulti l’eliminazione della
concorrenza
– L’AGCM può revocare l’autorizzazione qualora l’interessato abusi o
vengano meno i presupposti per l’autorizzazione
2. Controllo dell’abuso di posizione dominante
– prezzi predatori, rifiuto di fornitura di beni intermedi essenziali, barriere
all’ingresso
• Art. 3 c. 1
– L’impresa che goda di una posizione dominante del mercato non può
esercitare le stesse attività lesive della concorrenza previste dalle
deroghe precedenti
3. Divieto di costituzione di posizione dominante (CONCENTRAZIONI)
• Art. 5: casi rilevanti
– Due o più imprese procedono a fusione
– Soggetto che controlla almeno un’impresa acquista o controlla parti di
una o più imprese (acquisizione)
– Costituzione di un’impresa in comune o di parti dell’attività di impresa
(joint venture)
• In questi casi è necessaria la comunicazione ad AGCM
• Settori esclusi: attività di servizio pubblico svolte in condizioni di
monopolio legale
• L’AGCM può:
– ordinare di sospendere temporaneamente l’attività d’impresa fino alla
conclusione dell’istruttoria
– autorizzare la concentrazione eventualmente prescrivendo delle misure
che eliminino gli effetti distorsivi della concorrenza
– può vietare l'esecuzione della concentrazione
POLITICA DELLA CONCORRENZA
ancora la definizione:

• “Insieme di politiche e leggi finalizzate ad assicurare che la concorrenza sul


mercato non subisca limitazioni tali da ridurre il benessere sociale
economico”.
• Dal punto di vista economico, l’obiettivo principale da perseguire è
la massimizzazione del benessere sociale economico.
OBIETTIVI DELLA POLITICA DELLA CONCORRENZA:
quale benessere?

• Benessere sociale
Surplus totale = surplus consumatori + surplus produttori. In presenza di
potere di mercato, se il prezzo cala, il surplus totale aumenta.
Ö Trascura i problemi distributivi

• Benessere dei consumatori o delle imprese?


- Argomenti di political economy (lobbying)
- Chi possiede le imprese? (azionisti, detentori di fondi di investimento)
- Importanza degli aspetti dinamici (innovazione)
ALTRI POSSIBILI OBIETTIVI

• Difesa delle imprese più piccole


• Promozione dell’integrazione del mercato (EU, no dumping)
• Libertà economica (contro gli autoritarismi politici)
• Combattere l’inflazione (tollerati i cartelli)
• Equità tra le imprese (ex-ante si, ex-post no → competition on the merits)
giusto perseguire equità di opportunità. Se esistono imprese particolari da
proteggere a causa di esternalità positive (ex. piccola distribuzione), meglio
interventi diretti che pratiche per limitare la concorrenza come i controlli sui
prezzi (ex. limiti agli sconti attuabili)

• Altri fattori di politica pubblica che influenzano l’attività antitrust:


- ragioni sociali (occupazione), politiche, ambientali
- ragioni strategiche: politiche industriali e commerciali → protezionismo
(tollerati i cartelli per l’esportazione, combattuto il dumping)

Ö Dal punto di vista economico, il criterio guida deve essere quello


del benessere sociale economico.
Per riassumere:
Pratiche controllate dalle Autorità Antitrust

• Accordi sui prezzi e/o spartizione dei mercati


• Predazione con metodi vari: exclusive dealing , sconti fedeltà, rifiuto a
vendere (per esempio input esssenziali)
• Vertical Restraints (per esempio Resale Price Maintenance,
Exclusive Territories, Exclusive Dealing)
• Discriminazione di prezzo se mette a rischio la competizione tra le imprese
(per esempio vendite collegate per estendere una posizione dominante su
altri mercati)
• Fusioni tra imprese

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