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Eminenza,
La Sua lettera del 24 luglio, riguardante la messa in discussione di alcune
verità, è stata comunicata, attraverso i buoni uffici della nostra segreteria, a
tutti i nostri Superiori maggiori.
Avrei volentieri seguito l’ordine delle verità elencate nella Sua lettera, ma mi
permetto di dire che il male presente sembra essere molto più grave della
negazione o della messa in discussione di alcune verità della nostra fede.
Oggi esso si manifesta in un’estrema confusione di idee, in una rottura
delle istituzioni della Chiesa, delle fondazioni religiose, dei seminari, delle
scuole cattoliche - in breve, di ciò che è stato il sostegno permanente della
Chiesa. E non è altro che la continuazione logica delle eresie e degli
errori che hanno minano la Chiesa negli ultimi secoli, soprattutto del
liberalismo del secolo scorso, che ha cercato a tutti i costi di riconciliare
la Chiesa con le idee che hanno portato alla Rivoluzione francese.
Nella misura in cui la Chiesa si è opposta a queste idee, che vanno contro la
sana filosofia e teologia, essa ha fatto dei progressi. Mentre invece, ogni
compromesso con queste idee sovversive ha provocato un allineamento della
Chiesa con il diritto civile, col conseguente pericolo di asservirla alla società
civile.
Inoltre, ogni volta che gruppi di cattolici si sono lasciati attrarre da questi
miti, i Papi li hanno coraggiosamente richiamati all’ordine, illuminanti e, se
necessario, condannati. Il liberalismo cattolico è stato condannato da Papa Pio
IX, il modernismo da Papa Leone XIII, il movimento del Sillon da Papa San
Pio X, il comunismo da Papa Pio XI e il neo-modernismo da Papa Pio XII.
Grazie a questa ammirevole vigilanza, la Chiesa è cresciuta e si è diffusa; le
conversioni dei pagani e dei protestanti sono state molto numerose; l’eresia è
stata completamente allontanata; gli Stati hanno accettato una legislazione più
cattolica.
I dubbi sulla necessità della grazia per essere salvati, fanno sì che il
battesimo scada alla più bassa considerazione, così che in futuro esso sarà
rimandato a più tardi, occasionando la negligenza del Sacramento della
Penitenza, tanto più che si tratta di un atteggiamento del clero e non dei
fedeli. Lo stesso dicasi per la Presenza Reale: è il clero che si comporta come
se non vi credesse più, nascondendo il Santissimo Sacramento, sopprimendo
tutti i segni di rispetto verso le Sacre Specie e tutte le cerimonie in suo onore.
I dubbi sulla necessità della Chiesa come unica fonte di salvezza, sulla
Chiesa cattolica come l’unica vera religione, che derivano dalle
dichiarazioni sull’ecumenismo e sulla libertà religiosa, stanno distruggendo
l’autorità del Magistero della Chiesa. Infatti, Roma non è più l’unica e
necessaria Magistra Veritatis.
Il Santo Padre si circondi di forti difensori della fede: li nomini nelle diocesi
importanti. Proclami la verità con dei documenti dall’importanza
straordinaria scartando l’errore senza il timore di contraddizioni, senza il
timore di scismi, senza il timore di mettere in discussione le disposizioni
pastorali del Concilio.
Che il Santo Padre si degni:
- di incoraggiare i vescovi a correggere la fede e la morale, ciascuno
nella rispettiva diocesi come si conviene ad ogni buon pastore;
- di sostenere i vescovi coraggiosi, esortandoli a riformare i loro
seminari e a ripristinare lo studio di San Tommaso;
- di incoraggiare i Superiori Generali a mantenere nei noviziati e
nelle comunità i principi fondamentali dell’ascetismo cristiano e,
soprattutto, l’obbedienza;
- di incoraggiare lo sviluppo delle scuole cattoliche, di una stampa
informata dalla sana dottrina, di associazioni di famiglie cristiane;
- e, infine di redarguire gli istigatori di errori e ridurli al silenzio.
Le allocuzioni del mercoledì non possono sostituire le encicliche, i
decreti e le lettere ai vescovi.
Marcel Lefebvre,
Arcivescovo titolare di Synnada in Frigia,
Superiore Generale della Congregazione dello Spirito Santo.
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gennaio 2013
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