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STORIOGRAFIA Sabato 22 Settembre, 2018 Dimensioni testo:

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Antonio AIRÒ
tratto da: Avvenire, 4.2.2002.
Il biografo di Mussolini protagonista di un episodio inedito, rivelato oggi da uno studio di Simoncelli
Si tratta solo di poche righe richiamanti, sul tema del fascismo, indicazioni e intuizioni di Augusto
Del Noce. Si leggono nell'introduzione al volume «Mussolini il rivoluzionario», con il quale Renzo
De Felice modifica in radice una lettura del «ventennio» fino ad allora predominante per via di una
sinistra ideologica e dogmatica (nella quale lo stesso De Felice aveva militato fino al 1956) aprendo
seguito di polemiche e di contrapposizioni che ogni tanto rispuntano non soltanto tra gli storici ma
anche tra i politici.
Ma, come emerge dall'accurato e documentatissimo studio «Renzo De Felice. La formazione
intellettuale» (Le Lettere, pagine 468) di Paolo Simoncelli, docente all'università di Roma, questo
breve riferimento al filosofo cattolico è il risultato di un intervento («non fu un suggerimento ma un
ammonimento», scrive Simoncelli) di un altro storico di razza, Delio Cantimori, maestro ed amico di
De Felice, per il quale le interpretazioni delnociane sul fascismo erano «storicamente non
documentate».
Il biografo di Mussolini - annota Simoncelli - difende la sua scelta («a prima vista non mi sento
molto d'accordo con la tua negativa ad oltranza», scrive a Cantimori). Ma alla fine acconsente a
«tagliare» quasi completamente il riferimento a Del Noce ripromettendosi di tornare sulla questione
in uno dei volumi successivi. «Così anche tu non avrai ragione per dover polemizzare e maltrattarmi
troppo».
Questo inedito episodio è uno dei tanti che consentono a Simoncelli di ripercorrere, con una
ricchezza di notizie che fanno del suo lavoro una vera e propria «miniera», la formazione
intellettuale ma anche personale di De Felice, che non a caso Cantimori definì «furetto degli archivi»
per la sua inesausta capacità di «scovare» documenti, relazioni, fonti originali. Che De Felice sa
utilizzare in modo serio ed originale come pochi nonostante gli «scontri» accademici e politici che la
sua opera su Mussolini, dapprima «socialista» (tale era il titolo previsto) e poi «rivoluzionario»
avrebbe suscitato fin dall'apparire del volume. Quello al quale arriva il lavoro di Simoncelli.
Scorrono in queste dense pagine (non sempre di agevole lettura) ampi squarci della biografia
defeliciana in gran parte sconosciuta: la sua pessima formazione liceale con una doppia bocciatura
alla maturità, il suicidio della madre, il rapporto teso con il padre «fascista», la sua militanza su
portano alla sua bocciatura nel concorso universitario; il suo emergere graduale nel campo degli
studi con i suoi lavori sui giacobini italiani, con la sua «Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo».
Una parte centrale dello studio riguarda il rapporto strettissimo che intercorre tra De Felice e
Cantimori. È un sodalizio avviato già nei primi anni '50 e ripreso, dopo una «traumatica» rottura nel
1956, quando lo storico aveva già cominciato a lavorare al suo «Mussolini». È un susseguirsi di
lettere, di incontri, di riferimenti che coinvolgono anche emotivamente (e sul piano dei ricordi
personali) Cantimori «che entrava nel testo, suggeriva, financo ammoniva». Le sue osservazioni -
rivela Simoncelli - erano diventate «modifiche».
È alla luce di questo rapporto che si colloca la richiesta «censoria» di Cantimori, che non chiude però
la «questione Del Noce». Nonostante l'introduzione defeliciana, si riapre quasi subito e in modo
singolare. Emerge dal libro di Simoncelli che la «Premessa» di Cantimori a «Mussolini il
rivoluzionario», «convive» con un'altra «Premessa» manoscritta e non pubblicata nella quale lo
storico dell'università di Pisa rievoca ricordi «meticolosi e anzi puntigliosi», ma sottolinea
nettamente la sua distanza dall'interpretazione delnociana.
 Famagosta 1571
Lepanto 1571 Ma rifiutando il filosofo cattolico, «Cantimori non riusciva più a riconoscere il proprio percorso
Vienna 1683 politico di gioventù che con De Felice aveva iniziato a ricostruire e documentare». E nel quale Del
- Isabella di Castiglia Noce ha giocato un ruolo importante. Anche se ridotto a poche righe.
- Scoperta dell'America
- Riforma luterana Data inserimento: 27/07/2007
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