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LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO La politica di cooperazione allo sviluppo (PCS) è l’insieme di politiche

attuate da un governo, o da un’istituzione multilaterale, che mirano a


riassunto F. Bonaglia – V. de Luca
creare le condizioni necessarie per lo sviluppo economico e sociale
1. Perché la cooperazione internazionale allo sviluppo? duraturo e sostenibile in un altro paese.
Definizione, origini, motivazioni L’attuazione di tali politiche può essere realizzata da
- Motivo della cooperazione allo sviluppo: «un mondo senza povertà». - organizzazioni governative, nazionali o internazionali
Lo sradicamento della povertà è l’obiettivo centrale oggi adottato dalla - organizzazioni non governative (ONG).
comunità dei donatori.
- Un elemento fondamentale dalla PCS è il trasferimento di risorse verso i
- Nel mondo, 1 persona su 4 vive oggi in condizioni di estrema povertà, con paesi bisognosi  l’aiuto pubblico allo sviluppo (APS).
meno di un dollaro al giorno.
L’APS è costituito da risorse finanziarie pubbliche sotto forma di doni o
Povertà significa: mancanza di reddito, nutrizione, salute, istruzione e prestiti a tasso agevolato, erogate con finalità di supportare lo sviluppo
partecipazione alla vita sociale. economico del recettore, e da assistenza tecnica; non sono considerati tali i
prestiti o l’assistenza a carattere militare.
 1 bambino su 3 nei paesi in via di sviluppo (PVS): non completa l’istruzione
- Due precisazioni:
 1 su 12: non sopravvive al suo quinto anno di vita
1. La PCS non è il solo strumento attraverso cui i paesi industrializzati
 Su 10 persone che hanno contratto il virus HIV nel 2004: almeno 9 vivono incidono sulle possibilità di sviluppo degli altri paesi (es. politiche
nei PVS. commerciali e migratorie).
- La situazione è particolarmente grave in Africa: 2. L’APS non è la sola fonte di risorse finanziarie per lo sviluppo, ad essa si
qui vive poco più del 10% della popolazione mondiale ma ci sono quasi 25 accompagnano i mezzi propri dei paesi partner (in forma di risparmio
milioni di persone affette dai HIV (oltre il 60% della popolazione mondiale). nazionale o di reddito da esportazioni), le rimesse degli emigrati e i flussi di
investimenti dall’estero.
- Ancora oggi esistono enormi disparità tra paesi industrializzati e PVS:
- La principale giustificazione per la creazione della PCS è stata (ed è
il miliardo di persone che vive nei paesi industrializzati guadagna 4/5 del ancora) la necessità di sopperire alla scarsità di risorse finanziarie nei paesi
reddito mondiale. meno sviluppati.
Questa situazione di povertà rende la promozione dello sviluppo e lo L’origine della PCS viene generalmente fatta coincidere con i piani di
sradicamento della povertà una priorità imprescindibile per la comunità ricostruzione postbellica e la creazione del sistema delle Nazioni Unite
internazionale per ragioni etiche, per garantire la stabilità politica ed (istituzione FMI, OCSE).
economica globale.
- Il testo base della Commissione europea sulla politica di cooperazione
statuisce che il suo obiettivo è di favorire lo sviluppo economico e sradicare

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la povertà nei PVS, nonché di aiutare questi stessi paesi ad integrarsi Il disaccordo sorge in merito all’efficacia relativa di questo strumento nel
nell’economia globale. perseguire obiettivi prefissati (o al suo costo-opportunità).
In aggiunta, la politica comunitaria di sviluppo opera per il rafforzamento La teoria economica prevede che, in virtù della scarsità di capitale nei PVS
della democrazia e lo stato di diritto, promuovendo al contempo il rispetto ogni euro investito in questi paesi avrebbe una produttività e un tasso di
dei diritti umani e delle libertà fondamentali. rendimento più elevati rispetto allo stesso euro investito nei paesi più
avanzati, dove il capitale abbonda. Inoltre, lo sviluppo di questi paesi
- È evidente come gli obiettivi della PCS non siano unicamente «umanitari».
contribuirebbe a far crescere la domanda mondiale, con effetti benefici
La cooperazione allo sviluppo è parte integrante della politica estera di un anche per le economie dei paesi donatori.
paese, come dimostra il fatto che spesso (è il caso dell’Italia), essa fa capo al
Infine, in virtù della crescente interdipendenza mondiale, sarebbe
ministero degli Affari esteri (MAE).
nell’interesse dei donatori aiutare i paesi meno sviluppati a prevenire, o
- Ci si chiede perché i paesi industrializzati abbiano creato tale sistema. risolvere, conflitti armati e crisi che potrebbero diffondersi e avere
ripercussioni su scala globale.
Secondo alcuni, esisterebbe un obbligo morale per i paesi ricchi di aiutare i
paesi poveri. Tale obbligazione nascerebbe da considerazioni di «solidarietà Talvolta, dai decisori politici, capita di sentire che una delle giustificazioni
umana» (shared humanity), o dalla necessità di conseguire un più equo dell’APS è il sostegno alla cooperazione allo sviluppo da parte dell’opinione
ordine mondiale, una giustizia globale. pubblica, dei contribuenti.
 Secondo il politologo David Lumsdaine: la creazione dei programmi di In Italia, il 70% degli intervistati in un recente sondaggio, si dichiarava
cooperazione allo sviluppo sarebbe la naturale proiezione verso l’esterno del favorevole ad un aumento degli aiuti  l’opinione pubblica potrebbe quindi
meccanismo di redistribuzione reddito (lo Stato sociale), esistente all’interno avere un impatto significativo sull’azione dei governi in materia di
dei paesi sviluppati. cooperazione allo sviluppo. (vedi TSUNAMI)
C’è invece chi ha sostenuto che non solo non esiste alcun obbligo morale Numerosi studi suggeriscono che questa di limita ad eventi fortemente
per l’APS (da considerarsi alla stregua della beneficenza) ma elargirlo mediatizzati.
sarebbe moralmente sbagliato in quanto ciò favorirebbe una cultura di
La PCS viene generalmente confusa con l’assistenza umanitaria (che è
dipendenza nel recettore.
soltanto una parte degli aiuti).
 Secondo altri, la giustificazione dell’APS starebbe nella volontà del paese
 L’assistenza umanitaria: si prefigge di rispondere a situazioni di
donatore di promuovere i propri interessi nazionali, siano questi ideologici
emergenza e di alleviare le sofferenze di popolazioni colpite da
(favorire o contrastare il diffondersi del comunismo durante gli anni della
catastrofi naturali o da guerre.
guerra fredda), di politica estera 8mantenere la stabilità in aree geografiche
vicine), o commerciali (promuovere le esportazioni attraverso il c.d. «aiuto  Lo scopo della PCS è di favorire lo sviluppo duraturo di un paese e la
legato»). fuoriuscita della popolazione dalle condizioni di povertà.
- Gli economisti tendono a concordare che è economicamente sensato Evoluzione storica: dibattito politico e dottrina economica
trasferire risorse ai paesi meno sviluppati e promuoverne lo sviluppo.

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Gli obiettivi della PCS sono chiaramente influenzati dalla situazione politica La strategia per raggiungere questo obiettivo è di promuovere
internazionale e dal pensiero economico dominante in un certo periodo. l’industrializzazione. La teoria economica assegna all’industria un ruolo
chiave nel processo di sviluppo e modernizzazione.
Talvolta si parla addirittura di paradigmi.
Perché questo processo possa decollare e autosostenersi è necessaria una
 Questo concetto indica l’adozione, da parte di un’intera comunità
massa critica di risorse (soprattutto di infrastrutture), e di una quota
scientifica/professionale, di un modello interpretativo e normativo che è
costante di investimenti che mancano nei PVS. Il trasferimento di risorse da
riconosciuto e utilizzato dai suoi membri.
parte dei donatori darebbe ai PVS quella spinta (big push) che
L’economista Eric Thorbecke utilizza il concetto di «strategie di sviluppo»: permetterebbe loro, nell’arco di 10-15 anni, di recuperare il ritardo di
intese come un insieme coerente di politiche formate sulla base degli sviluppo e di non avere più bisogno di aiuti.
obiettivi fissati dai decisori politici, dello stato dell’arte della teoria dello
Lo Stato ha quindi un ruolo centrale nel dirigere il processo di
sviluppo economico e dei dati statistici disponibili per elaborare e verificare
industrializzazione.
empiricamente la teoria.
 attraverso l’elaborazione di piani pluriennali, supplice alle presunte
Questi elementi interconnessi e storicamente determinati definirebbero la
inefficienze dei mercati e alloca le risorse (incluso l’APS) alle industrie
funzione che è propria dell’APS.
nascenti, che devono essere adeguatamente protette dalla competizione
- Abbiamo detto che il sistema dell’APS nasce alla fine degli anni ’40 con la delle importazioni.
necessità della ricostruzione postbellica dell’Europa ed il problema di
- Parziale “ri-orientamento” della strategia di sviluppo negli anni ’60: si
sostenere i nuovi Stati indipendenti nati con la decolonizzazione.
passa ad un modello in cui si riconosce l’importanza dei legami intersettoriali
- Generalmente si distinguono 4 fasi della storia della cooperazione allo e dell’accesso ai mercati internazionali. L’economista Hollis Chenery
sviluppo coincidenti più o meno con i decenni che portano al nuovo secolo. dimostra come, anche laddove la carenza di risorse umane e finanziarie (il
c.d. «vincolo interno») venisse alleviata la crescita potrebbe ancora essere
1. Gli anni 1950-60: industrializzazione e istituzionalizzazione del sistema di
ostacolata dal mancato accesso a mercati, beni e tecnologie non disponibili
cooperazione internazionale allo sviluppo.
internamente (il c.d. «vincolo esterno»).
In questa prima fase, l’obiettivo di sviluppo coincide con la mera crescita del
Il settore agricolo viene rivalutato, l’aumento della produttività e della
reddito.
produzione agricola è necessario per creare un surplus che finanzi il settore
Il modello economico prevalente (Harrod-Domar), prevede che la crescita moderno (urbano/industriale) e sostenga lo sviluppo.
del reddito sia proporzionale all’investimento (e quindi al risparmio).
Il fenomeno della decolonizzazione favorisce la nascita e il rafforzamento
Con una concezione quasi meccanicistica, ci si attende che l’aumento dei programmi di aiuto bilaterali  Le potenze coloniali sostituiscono i
dell’investimento alimenti la crescita del reddito dei paesi arretrati e che programmi di assistenza economica verso le ex colonie ai precedenti
questa abbia ricadute positive sulla popolazione. rapporti di sfruttamento (improntati su elementi solidaristici, umanitari e di
responsabilità morale).

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Nel 1961 nasce il DAC (Developpement Assistance Commitee) per  Il primo, cui si deve la formulazione dell’obiettivo (poi adottato
coordinare e monitorare i donatori bilaterali. dall’ONU) di un aumento degli aiuti a coprire almeno lo 0,7% del PIL
del paese donatore  contiene un’analisi impietosa della PCS e ne
Programmi di cooperazione sono avviati anche da istituzioni internazionali
propone una trasformazione improntata a principi ancora oggi
(donatori multilaterali). L’ONU dichiara gli anni ’70 la «Decade dello
largamente condivisibili.
sviluppo» e fa appello ai paesi industrializzati affinché aumentino
considerevolmente le risorse destinate all’APS.  Gli studi dell’ILO mettono in risalto la necessità di porre l’obiettivo
L’obiettivo  di raggiungere il più presto possibile un livello di aiuti globale dell’aumento dell’occupazione nei PVS al centro delle strategie di
pari a circa l’1% del reddito combinato dei paesi avanzati. sviluppo.

Motivazione degli aiuti favorire l’accumulazione capitalistica nei PVS e Il nuovo paradigma prende forma, sotto l’etichetta di bisogni essenziali e
l’industrializzazione attraverso la protezione e il sovvenzionamento dei redistribuzione con crescita.
settori nascenti (la c.d. «industrializzazione per sostituzione delle - Purtroppo la crescita del reddito non è sufficiente a ridurre la povertà
importazioni, ISI» Gli aiuti devono allora focalizzarsi su azioni e risultati concreti (outcomes),
Che l’obiettivo politico-ideologico gli USA rappresentano, in questa fase, di cui beneficiano direttamente i poveri: vaccinazioni, accesso all’acqua,
da soli circa i 2/3 del totale degli aiuti esplicitamente considerati come uno costruzione di scuole, case e infrastrutture rurali, fornitura di assistenza
strumento per contenere il diffondersi del comunismo. L’uso strategico degli tecnica.
aiuti sarà una caratteristica ricorrente durante i 40 anni della guerra fredda. - Si riconosce che l’impatto degli aiuti dipende anche dall’efficienza con cui
Gli anni Settanta: riflessioni sull’efficacia degli aiuti, bisogni essenziali e crisi il paese recettore utilizza le sue stesse risorse oltre alla sua politica
economica economica e sociale  Si incoraggiano i donatori ad aumentare gli aiuti e a
migliorarne la qualità, riducendo il ricorso agli aiuti legati e agli aiuti
- Fine anni ’70, nuovo paradigma: riduzione della povertà e miglioramento alimentari, i cui effetti deleteri sullo sviluppo dell’agricoltura dei paesi
delle condizioni di vita nei PVS quale obiettivo centrale della recettori vengono generalmente riconosciuti.
PCS approccio ai bisogni essenziali (basic human needs).
- I paesi membri del DAC si impegnano ad indirizzare in misura maggiore i
- Dimensione umana generalmente trascurata negli anni precedenti si propri aiuti verso le istituzioni multilaterali, meno inclini a perseguire fini
riteneva che sarebbe stata automaticamente migliorata attraverso la diversi da quelli di sviluppo.
crescita del reddito nazionale, il c.d. effetto di percolazione o trascinamento
(trickle down effect). - Nuovi attori rappresentanti della società civile, quali le ONG, emergono o
si affermano sulla scena della cooperazione internazionale  Queste
- A questo punto il sistema internazionale della cooperazione allo sviluppo si organizzazioni cominciano a finanziare e ad assumere responsabilità dirette
interroga sui risultati conseguiti riflessione profonda sulle strategie di nell’attuazione di programmi di aiuto allo sviluppo, in particolare nei
sviluppo e sull’efficacia degli aiuti. La riflessione è alimentata dal rapporto Progetti integrati di sviluppo rurale.
Pearson, commissionato dalla Banca mondiale e dall’Organizzazione
internazionale del lavoro (ILO) su lavoro, reddito e uguaglianza.

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- Il decennio 1970-80 (la seconda «Decade per lo sviluppo») è però L’esperienza di aggiustamento strutturale, la trasformazione delle economie
caratterizzato da un sostanziale deterioramento delle condizioni socialiste e le crisi finanziarie hanno dolorosamente messo in evidenza un
economiche di molti PVS. fattore imprescindibile nell’elaborazione delle strategie di sviluppo la
qualità delle istituzioni e della governance.
 La crisi petrolifera, sebbene favorisca le nazioni produttrici, è un
fardello per i paesi importatori; Vi è la consapevolezza che anche riforme tecnicamente ineccepibili e in
grado di beneficiare la maggioranza dei cittadini non vengono spesso
 I prezzi delle materie prime e di molti bene esportati dai PVS (tè, realizzate.
cotone, gomma) continuano a calare, contribuendo allo squilibrio
della bilancia dei pagamenti; La parola chiave della PCS negli anni Novanta diventa ownership, a indicare
l’appropriazione del processo decisionale da parte degli attori locali, da
 Molti PVS si trovano a dover ricorrere all’indebitamento, ponendo le realizzarsi attraverso il coinvolgimento in questo processo di tutti coloro che
basi per la crisi del debito dei primi anni ’80; hanno un interesse nel processo di sviluppo ( i c.d. stakeholders).
 La siccità e le carestie colpiscono a più riprese la regione Molte agenzie di cooperazione e istituzioni internazionali abbracciano
subsahariana. “approccio partecipativo” (community-driven approach) e affidano sempre
La disperazione di queste popolazioni suscita una forte reazione più la realizzazione dei propri programmi di cooperazione direttamente a
dell’opinione pubblica internazionale per un intervento umanitario e una ONG, sia del “nord” che del “sud”. Le ONG diventano così attori
riflessione profonda all’interno della comunità dei donatori: com’è possibile fondamentali nel panorama della cooperazione allo sviluppo.
che una regione cui i paesi donatori hanno destinato aiuti considerevoli nei Panoramica dello sviluppo
decenni precedenti, e che si riteneva avviata sulla strada dello sviluppo, non
riesca a risollevarsi dalla crisi? Sono allora gli aiuti inefficaci? La situazione è migliorata in termini di mortalità, speranza di vita,
alfabetizzazione, ma nonostante questi miglioramenti i divari tra i PVS e i
Gli anni Ottanta: crisi del debito e aggiustamento strutturale paesi avanzati è ancora alto.
Crisi del debito e aggiustamento strutturale. In questa fase ha inizio una La cooperazione allo sviluppo è efficace?
nuova fase della PCS. L’avvicendamento al vertice della BM, del FMI e di una
nuova generazione di economisti liberisti, aprono la strada Maggiori risorse finanziarie non possono che favorire la crescita. Gli scettici
all’aggiustamento strutturale. La nuova strategia di sviluppo riafferma la tuttavia obiettano poiché vi possono essere degli effetti indiretti. In un
centralità del mercato per il buon funzionamento dell’economia e dello primo luogo si possono verificare effetti di sostituzione, effetti indesiderati
sviluppo. Lo scoppio della crisi del debito genera il panico e le istituzioni sul tasso di cambio della valuta del paese, non di meno l’APS creerebbe
finanziarie temono che possa avere una reazione a catena. In risposta i paesi dipendenza, riducendo l’incentivo per chi li riceve a sforzarsi per fare il
creditori propongo a quelli debitori un piano per la ristrutturazione del meglio. Infine le modalità in cui sono erogati gli aiuti creerebbero
debito, dietro l’adesione del paese debitore a un programma di opportunità di corruzione.
aggiustamento strutturale. 2. La cooperazione internazionale allo sviluppo oggi
Gli anni Novanta: riduzione della povertà e ruolo delle istituzioni. Verso un Gli attori della cooperazione
nuovo paradigma?
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Si distinguono in pubblici (governi e istituzioni internazionali) e privati Classificazione del DAC delle varie risorse trasferite verso i paesi beneficiari:
(imprese e il settore no-profit).
1) i trasferimenti dal settore pubblico a quello privato. Per essere classificato
a) Donatori bilaterali: tutti i governi dei paesi sviluppati e un numero come APS poi, un trasferimento deve soddisfare 4 requisiti:
crescente di paesi emergenti che attuano in qualche misura una politica di
a) il donatore deve essere pubblico;
cooperazione allo sviluppo. I principali paesi donatori sono membri del DAC,
che è il forum all’interno dell’OCSE dove si discute di cooperazione allo b) il destinatario deve essere un PVS;
sviluppo. Il comitato lavora per l’armonizzazione delle politiche di
c) la finalità principale del trasferimento deve essere la promozione dello
cooperazione, la raccolta di dati, la produzione di linee guida e
sviluppo;
raccomandazioni per i donatori, e queste raccomandazioni vengono
misurate dagli esaminatori per vedere in che misura sono state attuate. d) il finanziamento deve essere un dono o un prestito a condizioni agevolate
(sono escluse però le spese militari).
b) Donatori multilaterali: i principali sono
Accanto ai flussi finanziari, l’APS include anche la fornitura di cooperazione
 Istituzioni di Bretton Woods
tecnica. Nel calcolo di aiuti sono inclusi anche i costi accessori di
 Banche regionali di sviluppo trasferimento di macchinari ed equipaggiamento.
 Fondi specifici Un’ulteriore distinzione riguarda il canale attraverso cui la cooperazione è
effettuata. Individuiamo:
 Agenzia delle Nazioni Unite e UE
1) la cooperazione bilaterale (dal paese donatore direttamente al paese
c) Attori non-governativi: la società civile ONG che coprono un’ampia beneficiario);
gamma di attività che va dall’educazione alla promozione del commercio
equo e solidale. Tra queste possiamo distinguere due tipi di organizzazioni: 2) la cooperazione multilaterale (dal paese donatore a un organismo
quelle di opinione e quelle operative, il cui scopo è la progettazione ed multilaterale che decide come utilizzare le risorse in uno o più paesi
esecuzione di progetti di cooperazione. beneficiari);

d) settore privato 3) la cooperazione multibilaterale (l’intervento è deciso e finanziato a livello


bilaterale, ma l’esecuzione è affidata ad un’agenzia specializzata).
I flussi e le modalità
Secondo i criteri DAC, un contributo erogato da un governo a un’istituzione
I trasferimenti di risorse vengono classificati a seconda della loro fonte internazionale si qualifica come aiuto multilaterale quando l’istituzione
(pubblica o privata), della finalità che intendono perseguire, del livello di beneficiaria agisce a sostegno dei PVS.
sviluppo del destinatario e delle condizioni eventuali di rimborso. La
cooperazione può essere finanziaria, materiale, tecnica. Necessaria la distinzione tra “aiuto progetto” (realizzazione di un particolare
intervento, ad esempio: il sostegno alla bilancia dei pagamenti, interventi
I donatori riportano due tipi di grandezze: gli impegni e gli esborsi che settoriali e di riduzione del debito) e “aiuto programma” (trasferimento di
possono essere lordi oppure netti. risorse finanziarie al paese beneficiario).

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Varie sono le aree specifiche di intervento, come ad esempio a sostegno In linea di principio i donatori multilaterali hanno numerosi vantaggi rispetto
delle attività produttive e del settore privato, gli aiuti alimentari, per a quelli bilaterali perché la distribuzione dei loro aiuti dovrebbe essere meno
emergenze e catastrofi, per la promozione della democrazia, dei diritti prona a considerazioni di politica estera e inoltre esse possono conseguire
umani e parità tra i sessi. Accanto agli aiuti pubblici ci sono anche quelli del notevoli economie di scala. Hanno anche uno staff numeroso e competente.
settore privato ad esempio le ONG, le donazioni. Le analisi empiriche suggeriscono che i donatori multilaterali prestano
maggiore attenzione ai reali bisogni dei recettori, piuttosto che a
Il volume e la composizione dei flussi di aiuti
considerazioni politico-strategiche. Una critica rivolta loro è il fatto che
Il rapporto annuale DAC produce per ciascun donatore e per ciascun paese spesso non sono troppo dissimili da quelle bilaterali.
beneficiario un’utile scheda riassuntiva sulla grandezza e la composizione
La cooperazione italiana
degli aiuti erogati o ricevuti.
Evoluzione storica. L’APS è un fenomeno recente, che si colloca nell’Italia
Sappiamo che c’è stato un grande aumento di APS nel 2002-03, grazie alla
degli anni ‘80. L’Italia è passata dal 1980-90 a detenere dal 2% a quasi l’8%
massiccia cancellazione del debito dovuto dai PVS, che si rivela comunque
del totale degli aiuti dei paesi DAC.
minore a 10 anni prima.
Pierangela Isernia individua 4 fasi nell’evoluzione:
Negli ultimi anni è aumentato invece il peso della cooperazione
multilaterale, che riflette soprattutto l’espansione delle competenze e dei 1) prima fase anni 50-60 che è caratterizzata come la fase della non-politica
programmi gestiti dalle istituzioni multilaterali. per l’assenza di un disegno politico e normativo di fondo.
La regione che ha ricevuto più aiuti nel 2004 è stata l’Africa, dovuto anche al 2) Gli anni 70 segnano il primo passo verso la creazione di questo disegno,
fatto che in quel periodo in Asia è stato avviato un forte sviluppo. Se con l’attribuzione al MAE della responsabilità della cooperazione allo
consideriamo i singoli donatori in Africa inoltre, le loro opere si possono sviluppo.
notare nelle aree geografiche vicine, oppure in paesi a queste legate
3) Con la legge 38/1979 si apre una nuova fase, caratterizzata da una
storicamente. Si è notato anche che i paesi donatori non sono
maggiore presa di coscienza da parte della classe politica e dell’opinione
necessariamente più poveri con i paesi più poveri, analizzando i dati recenti
pubblica circa i problemi del sottosviluppo. Per la prima volta si parla di
si nota come alcuni donatori abbiano cominciato ad interrogarsi seriamente
cooperazione allo sviluppo definita come l’insieme delle iniziative pubbliche
sull’importanza delle caratteristiche dei paesi beneficiari.
e private tese a favorire il progresso economico, sociale, tecnico e culturale
Il DAC ha stabilito un sistema di classificazione degli aiuti per settore di dei PVS.
attività detto CRS. Il settore dei servizi sociali e quello dei servizi economici
4) L’ultima fase è nel 1987 quando il Parlamento approva quasi all’unanimità
sono diventate le maggiori aree di intervento. Altre aree la cui importanza è
la Nuova disciplina della cooperazione dell’Italia con i paesi in via di sviluppo,
aumentata, sono quelle degli aiuti umanitari e degli interventi di condono
che tutt’oggi costituisce l’impianto normativo della cooperazione italiana.
del debito.
Linee direttrici e principali aree di intervento della politica italiana. La
Chi sono i donatori più generosi? Dobbiamo tenere presente il volume degli
cooperazione allo sviluppo si colloca come una componente importante
aiuti in proporzione al reddito del donatore, e la qualità di questi aiuti. In
della politica estera italiana, che si realizza sia su piano bilaterale che
termini di volume i paesi del G7 sono i principali donatori.

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multilaterale. Le finalità che il Governo persegue sono di natura politica,  l’erogazione di aiuti e la concessione di un accesso privilegiato al
economica. mercato comune per le esportazioni dei PVS.
L’obiettivo della cooperazione italiana sono la lotta alla povertà e le missioni  Il finanziamento dei programmi di cooperazione proviene dal bilancio
umanitarie. L’Italia non dispone di un’agenzia di cooperazione allo sviluppo, proprio della commissione e dal Fondo europeo di sviluppo (FES) e
complessivamente le risorse sono gestite da MAE e MEF. dalla Banca europea degli investimenti (BEI).
L’Italia eroga prevalentemente aiuti attraverso il canale multilaterale. Il 3. Il nuovo paradigma dello sviluppo
canale bilaterale è gestito dalla UTC in seno alla DGCS (direzione generale
La cooperazione nel dopo-guerra fredda: verso un nuovo paradigma
cooperazione allo sviluppo). I principali beneficiari sono i paesi dell’Africa
subsahariana e del Nord Africa. L’Italia è tra l’altro uno dei donatori che ha Alla metà degli anni ‘90 inizia ad affermarsi un nuovo paradigma nel
imboccato con maggiore decisione la strada della cancellazione del debito. dibattito internazionale tra i paesi donatori, le istituzioni multilaterali e i PVS.
Gli altri attori della cooperazione italiana: un numero elevato di regioni ha In questo periodo si avvia anche una riflessione sui rischi e le opportunità
adottato regolamentazioni proprie relative alla cooperazione allo sviluppo che la globalizzazione dell’economia, e l’emergere della società
che però non sono particolarmente elevati, rappresentano fra l’1 e il 2% dell’informazione creano per i paesi più poveri. La comunità internazionale si
dell’APS italiano, in genere concentrandosi su problemi legati interroga su come fare per far diventare la globalizzazione inclusiva.  Si
all’immigrazione. avvia un dibattito sulle prospettive economiche e sociali del pianeta. La
globalizzazione pone i donatori dinanzi alla necessità di ripensare la PCS nel
Attività delle ONG italiane: a legge 49/1987 stabilisce che le ONG italiane, quadro di un sistema interconnesso, i benefici della globalizzazione non si
attive nella cooperazione internazionale e allo sviluppo, possano ottenere estendono ancora a tutti i paesi e a tutti gli stati sociali.
un riconoscimento di idoneità, che consente loro di ottenere contributi per
lo svolgimento di attività Secondo Stiglitz: privatizzazione e liberalizzazione non dovrebbero essere
considerati come obiettivi ultimi, ma piuttosto come strumenti per
di cooperazione da loro promosse, in misura non superiore al 70% perseguire una crescita economica sostenibile, equilibrata e capace di
dell’importo delle iniziative programmate. rafforzare i processi democratici. L’obiettivo principale delle politiche
dovrebbe essere la crescita accompagnata da una coesione sociale.
La cooperazione della Commissione europea (CE)
Gli stati hanno un nuovo ruolo nella definizione di strategie per la riduzione
Ha una propria PCS, che coesiste coi programmi di cooperazione bilaterali
della povertà, nell’individuazione di obiettivi e priorità e nella promozione di
dei paesi membri UE ed è quindi un donatore multilaterale. La CE è il primo
un processo partecipativo ampio per la realizzazione di tali strategie.
donatore in aiuti umanitari e nel 2004 ha erogato l’11% degli aiuti DAC. La
PCS comunitaria deve rispettare i principi di coordinazione, Attorno a queste strategie, deve costruirsi un vero e proprio partenariato tra
complementarietà, coerenza e consistenza rispetto ad altre politiche dei governi, istituzioni locali, società civile dei paesi meno avanzati e la comunità
paesi membri. dei donatori.
La PCS comunitaria si fonda su 2 strumenti principali: Nella nuova visione di sviluppo prevale l’accento sul miglioramento delle
condizioni di vita delle popolazioni più povere.

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 Si privilegia un approccio inclusivo, viene attribuita una posizione di quelli del settore pubblico e tali flussi sono concentrati però in un numero
primo piano ai settori sociali. Il ruolo delle istituzioni e dei governi assume limitato di paesi e di settori.
sempre più rilevanza nella riflessione dei donatori. La globalizzazione sembra
Nuovi orientamenti nella Banca Mondiale: “il rapporto assessing aid” una
accentuare l’esigenza di un rafforzamento delle istituzioni pubbliche nei PVS
serie di articoli critici verso la reale efficacia degli aiuti, spingono la Banca
e anche l’esigenza di un approccio globale nelle strategie per lo sviluppo. Si
mondiale, sotto la guida di Stiglitz, ad avviare un esercizio di riflessione
accresce l’interdipendenza tra politiche nazionali e internazionali.
sull’efficacia degli aiuti. Tale rapporto identifica le condizioni per il successo
I paesi industrializzati sono chiamati ad assumersi responsabilità per un dei programmi di aiuto allo sviluppo: l’aiuto è efficace in un clima di politiche
aumento delle risorse disponibili per lo sviluppo, ma anche per le politiche in virtuose da parte del governo locale, un aiuto efficace rappresenta un
campo commerciale e migratorio. La crescita della popolazione e il degrado complemento dell’investimento privato, il valore aggiunto risiede nel
ambientale impongono il tema dello sviluppo sostenibile. Si inizia a rafforzamento delle istituzioni locali, per migliorare i programmi bisogna
considerare il tema dello sviluppo dei paesi poveri come una questione coinvolgere la società civile, l’assistenza deve essere destinata a paesi a più
globale. Se non si assumono congiuntamente responsabilità per uno basso reddito, i progetti dovrebbero essere finalizzati a creare e trasmettere
sviluppo globale sostenibile, il rischio è quello di un peggioramento generale conoscenza e capacità, le agenzie di cooperazione dovrebbero individuare
delle condizioni di vita nel mondo. La promozione dello sviluppo sostenibile approcci alternativi nei paesi “difficili”.
è un bene pubblico globale.
Cancellazione del debito e strategie nazionali di riduzione della povertà. La
Il documento DAC del 1996: intitolato ruolo della cooperazione allo sviluppo situazione di indebitamento è divenuta cronica e non più sostenibile per un
all’alba del XXI secolo. certo numero di paesi poveri. Per rispondere a questa situazione
drammatica e ridurre il peso dell’indebitamento a un livello sostenibile in un
C’è un accrescimento delle popolazioni che vivono in povertà e della
periodo di tempo determinato, il G8 e le istituzioni finanziarie internazionali
concentrazione dei 4/5 della popolazione nei PVS. Nella riflessione DAC
promuovono nel 1996, l’iniziativa per la cancellazione del debito ai paesi
ripercorre le principali esperienze di cooperazione allo sviluppo negli ultimi
poveri fortemente indebitati. I requisiti per accedere alla procedura sono 4:
50 anni a partire dal Piano Marshall e tali esperienze mostrano che l’aiuto
funziona quand’è utilizzato per sostenere uno sviluppo a lungo termine. Il 1) il governo del paese debitore deve adottare un programma di
DAC raccomanda che gli obiettivi come la malnutrizione, l’istruzione, lotta aggiustamento strutturale, dopo un periodo massimo di 3 anni;
alla malattia, parità tra i sessi vengano perseguiti attraverso un approccio
2) la BM e il FMI avviano un programma di assistenza finanziaria;
specifico per ogni paese nel rispetto delle condizioni locali. Una delle
principali novità introdotte è un modello di collaborazione tra paesi donatori 3) il paese adotta allora una strategia nazionale di riduzione della povertà
e paesi beneficiari, basata sul partenariato e sul pieno coinvolgimento di con il supporto FMI e BM oltre che del Club di Parigi;
tutte le forze sociali locali. I PVS sono i principali responsabili delle proprie
4) dopo altri 3 anni se il paese debitore ha attuato con successo la strategia
strategie di sviluppo e i programmi dei donatori devono inserirsi in tali
nazionale di riduzione della povertà, FMI e BM dichiarano il raggiungimento
strategie. Il nuovo partenariato implica anche un riesame degli strumenti e
del completion point.
delle modalità della cooperazione allo sviluppo. Il documento richiama
un’altra importante novità: i flussi del settore privato superano ampiamente 5) A questo punto, il governo debitore potrà beneficiare della cancellazione
del 100% del debito eleggibile.

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La dichiarazione del millennio e la Conferenza di Monterrey commercio internazionale può svolgere nella promozione dello sviluppo e
della riduzione della povertà e sancisce l’impegno di mettere al centro dei
In questa risoluzione vengono recepiti i risultati delle varie conferenze degli
futuri negoziati le esigenze e gli interessi dei PVS con l’intento di integrarli
anni ‘90 e indicati come obiettivi prioritari della comunità internazionale,
nel sistema di commercio multilaterale.
oltre alla pace la sicurezza e per la prima volta, la finalità dello sviluppo viene
tradotta in obiettivi quantitativi, da raggiungere entro il 2015. I massimi Il vertice di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile
responsabili delle Nazioni Unite, della BM, FMI e dell’OCSE hanno
La conferenza ha definito come obiettivi prioritari dello sviluppo sostenibile
sottoscritto un documento che contiene gli obiettivi di sviluppo del
lo sradicamento della povertà e il cambiamento dei modelli di consumo e dei
millennio, contiene anche 18 traguardi e 48 indicatori. La Conferenza delle
sistemi di produzione. La dichiarazione finale riconosce che la
Nazioni Unite sul finanziamento dello sviluppo svoltasi a Monterrey, si è
globalizzazione e l’integrazione dei mercati presentano nuove sfide e
conclusa con l’adozione di una risoluzione che contiene l’insieme degli
opportunità per lo sviluppo sostenibile.
impegni per i diversi soggetti coinvolti nelle politiche per lo sviluppo. Si
afferma anzitutto l’esigenza di un nuovo partenariato tra paesi Un nuovo paradigma?
industrializzati e PVS, basato sulla reciproca responsabilità.
La Conferenza di Monterrey costituisce il momento culminante
Obiettivi di sviluppo del millennio e principali traguardi: dell’affermazione del nuovo paradigma della Pcs con il Consenso di
Monterrey si avvia un partenariato globale tra paesi industrializzati, PVS, con
a) eliminare la povertà estrema e la fame,
un’accresciuta fornitura di aiuti da parte dei donatori e un impegno
b) assicurare l’istruzione elementare universale, congiunto a promuovere politiche coerenti con l’obiettivo della crescita e
dello sviluppo dei paesi poveri.
c) promuovere l’uguaglianza delle donne e la loro posizione sociale,
Tuttavia la Conferenza non ha prodotto un piano di attuazione vincolante
d) ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna,
per i paesi partecipanti: i tradizionali strumenti di verifica dei programmi di
e) combattere HIV/HIDS, aiuto, basati sul rapporto costo-benefici, non appaiono sufficienti o adeguati
per programmi di aiuto finalizzati alla costruzione di capacità istituzionali al
f) assicurare la sostenibilità ambientale,
sostegno di politiche mirate alla promozione degli investimenti, al
g) sviluppare un’alleanza globale per lo sviluppo. miglioramento della governance e al sostegno al bilancio finanziati
congiuntamente da più donatori.
La dichiarazione di Doha su commercio e sviluppo
Soprattutto da ONG inoltre, si esprimono riserve sul permanere di
L’ottavo obiettivo del millennio riguarda l’instaurazione di un partenariato
condizionalità nell’erogazione degli aiuti e sulla loro prevedibilità.
mondiale per lo sviluppo. Sul piano dello sviluppo, gli scambi commerciali
possono contribuire alla lotta contro la povertà grazie ai loro effetti positivi Permangono ancora accenti diversi nella definizione delle priorità delle
sulla crescita economica. La liberalizzazione degli scambi deve essere strategie di cooperazione:
accompagnata da programmi di cooperazione che favoriscano il
- Alcuni ritengono decisivo, per la riduzione della povertà  il sostegno alla
rafforzamento delle capacità commerciali. La dichiarazione della quarta
crescita economica e agli investimenti;
conferenza OMC svoltasi a Doha nel 2001 sottolinea il ruolo che il

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- Altri privilegiano interventi nei settori sociali di base  per contribuire a rafforzano il ruolo di programmazione e gestione da parte del governo
migliorare le condizioni di vita delle popolazioni più povere. locale, devono inoltre impegnarsi per superare le duplicazioni, ridurre il
numero dei progetti e delle missioni delegando l’esecuzione di certi
I temi che emergono da queste conferenze sono quelli:
interventi a quel donatore che ha maggiore competenza nel paese in
- Dell’aumento e della complementarietà delle risorse per finanziare lo questione. Un aspetto essenziale per garantire l’efficacia degli aiuti, è
sviluppo; l’allineamento dell’azione dei donatori alle priorità nazionali identificate dal
governo partner e il superamento di una dispersione degli interventi attorno
- Dell’efficacia degli aiuti;
ad obiettivi diversi. Un fattore che concorre a rallentare l’adozione delle
- Della coerenza delle politiche. misure necessarie è la volontà di utilizzare la PCS per mantenere un profilo
internazionale da parte dei donatori, ma anche la corruzione e il mal
4. Le nuove sfide governo nei PVS contribuiscono a peggiorare la situazione.
Le sfide per il raggiungimento degli MDG  Cinque sfide fronteggiano i L’agenda di Roma per l’armonizzazione e l’efficacia degli aiuti.
donatori e i PVS:
Nel 2000 il DAC ha istituito un task force allo scopo di definire un insieme di
1) Finanziare lo sviluppo pratiche efficaci di aiuto, a conclusione del lavoro nel 2003 si è svolto a
2) Migliorare l’efficacia degli aiuti Roma un Forum, che si è concluso con la Dichiarazione di Roma, nella quale
vengono definiti gli impegni dei donatori per l’armonizzazione e l’efficacia
3) Aumentare la coerenza delle politiche degli aiuti.
4) Ridurre la vulnerabilità dei PVS Tre sono i componenti necessari per migliorare l’efficacia degli aiuti:
5) Sensibilizzare l’opinione pubblica a investire nell’educazione. 1) l’appropriazione di politiche di sviluppo da parte del paese partner,
Finanziare lo sviluppo Capacità di assicurare le risorse finanziarie 2) l’allineamento delle azioni dei donatori a queste priorità,
necessarie per il raggiungimento degli obiettivi del millennio. I governi UE si
sono impegnati affinché tutti i paesi membri destinino almeno lo 0.33% del 3) l’armonizzazione e semplificazione delle procedure dei donatori.
PNL agli aiuti entro il 2006. Nella comunità internazionale è aperto un ampio La collaborazione e la condivisione assumono particolare importanza ai fini
dibattito sulla ricerca di modalità innovative di finanziamento dello sviluppo. del rafforzamento delle capacità locali e dell’armonizzazione, per evitare
È necessario che il finanziamento sia stabile e che sia usato nei migliori modi duplicazioni. Il sostegno finanziario diretto al bilancio sembra rispondere
possibili per il raggiungimento degli obiettivi del millennio. meglio alla necessità di allineamento degli interventi.
Migliorare l’efficacia degli aiuti L’aumento del volume degli aiuti rende APPROPRIAZIONE DELLE POLITICHE il governo partner identifica le priorità
sempre più necessario uno sforzo per dimostrare la loro utilità. Già nel 1992 di sviluppo
il DAC, nel documento “Principi per la valutazione degli aiuti allo sviluppo”
aveva definito le linee guida per assicurare una maggiore efficacia degli aiuti. ALLINEMENTO (donatori-partner)  allineamento dei donatori alle priorità
Per renderli efficaci vi deve essere un interesse comune sia del donatore che del paese partner, utilizzazione dei sistemi del paese partner.
del paese beneficiario. I donatori dovrebbero privilegiare le modalità che
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ARMONIZZAZIONE creazione di programmi di aiuto congiunti, Il nuovo partenariato per lo sviluppo africano, NEPAD, è un’iniziativa
semplificazione delle procedure, condivisione delle informazioni. promossa da alcuni leader africani, per affermare una nuova visione delle
strategie dello sviluppo del continente. La chiave dello sviluppo dell’Africa
Assistenza tecnica e rafforzamento delle capacità dei PVS: la Dichiarazione di
sta nelle mani dei governi e delle società dei paesi africani. La proposta viene
Parigi del 2005 ribadisce l’importanza di un impegno dei donatori per il
presentata al vertice G8 di Genova, dove viene affidato il compito di
rafforzamento delle capacità tecniche e gestionali nei PVS i quali hanno
perseguire gli obiettivi di sviluppo dell’Unione.
grosse carenze di risorse umane e istituzionali le quali sono la causa
principale del ritardo di sviluppo di molti PVS. La cooperazione tecnica è da Gli obiettivi dichiarati della NEPAD sono lo sradicamento della povertà e la
sempre una priorità e al tempo stesso criticata dalla PCS per le ingenti promozione di una crescita e sviluppo sostenibile.
somme spese. La cooperazione tecnica ha dei limiti, cioè un costo eccessivo
La novità della NEPAD consiste nell’affermazione di un nuovo tipo di
degli espatriati, difficoltà del loro inserimento nelle amministrazioni dei
partenariato con i paesi industrializzati, basato sulla reciproca assunzione di
paesi partener, i paesi beneficiari svolgono spesso un ruolo da spettatori.
responsabilità quale condizione fondamentale per raggiungere gli obiettivi di
Negli anni ‘90 nuovi studi identificano nuovi orientamenti per accrescere
sviluppo.
l’efficacia. L’obiettivo prioritario deve essere quello della costruzione di
capacità sostenibili, i paesi beneficiari devono avere un ruolo centrale nella Ridurre la vulnerabilità dei PVS
programmazione dell’assistenza tecnica e occorre privilegiare un approccio
I governi locali, con l’aiuto dei donatori, possono alleviare la vulnerabilità
programma. Si deve fare ricorso il più possibile a esperti locali, i programmi
agli shock economici, naturali e all’esplosione di conflitti armati. Ci sono
di cooperazione dovrebbero essere inclusi nei bilanci locali.
però degli ingredienti comuni che possono garantire il successo a queste
Aumentare la coerenza delle politiche Il raggiungimento degli obiettivi del vulnerabilità tra queste la capacità del governo di vincere la resistenza al
millennio richiedono anche l’attuazione di un insieme di politiche adeguate, cambiamento degli interessi costituiti e coordinare i diversi attori a una
coerenti con strategia comune per lo sviluppo di nuovi settori di attività. Un’altra
vulnerabilità riguarda la diversificazione dell’economia che è anche una
l’obiettivo dello sviluppo, da parte dei PVS che dei donatori. Le politiche
priorità, ma anche i disastri associati a calamità naturali e i PVS sono molto
adottate dai paesi industrializzati nel campo del commercio internazionale,
vulnerabili a ciò.
dell’agricoltura, della sicurezza, dell’ambiente, della migrazione hanno un
impatto decisivo sui PVS. Quella della coerenza è una delle sfide più Il contributo della cooperazione nella prevenzione dei conflitti.
importanti, per questo motivo, alcuni paesi si sono dotati di linee di indirizzo
La comunità internazionale ha un ruolo da giocare per ridurre la vulnerabilità
per garantire la coerenza tra politiche di cooperazione, commerciali,
di questi paesi e mitigare le conseguenze. Gli aiuti possono contribuire alla
industriali e migratorie. La promozione degli scambi e l’apertura dei mercati
prevenzione dei disastri, ad esempio creando sistemi di monitoraggio
sono i campi dove è più difficile assicurare la coerenza delle politiche. Un
oppure finanziando fondi per fronteggiare le situazioni di emergenza. D’altra
altro esempio di incoerenza si osserva anche nel campo delle politiche
parte i paesi vulnerabili hanno il compito di adottare politiche che
migratorie. Le politiche di ingresso selettive favoriscono l’immigrazione di
minimizzano le conseguenze dei disastri. Nel 2001 il DAC ha definito nuove
lavoratori qualificati, impoverendo i paesi emissari.
linee guida in cui le agenzie dei donatori sono chiamate a rafforzare il
Assumersi le responsabilità del proprio sviluppo: l’esempio della NEPAD. proprio impegno per la prevenzione dei conflitti, per la pacificazione e il
mantenimento della pace.
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L’assistenza alla riforma dei sistemi di sicurezza dei PVS è una delle priorità
della comunità internazionale.
Sensibilizzare l’opinione pubblica: il ruolo dell’educazione allo sviluppo
Nel corso degli anni si è assistito a una crescente mobilitazione della
comunità internazionale e dei leader dei principali paesi industrializzati per
la lotta alla povertà. Purtroppo i cittadini hanno spesso una conoscenza
limitata delle problematiche dello sviluppo, tendono a identificare la
cooperazione con l’assistenza umanitaria in casi di crisi e hanno solo una
vaga idea della politica di cooperazione attuata da proprio governo. Salvo
poche eccezioni le agenzie di cooperazione hanno delle oggettive difficoltà a
comunicare ed educare l’opinione pubblica circa queste tematiche, mentre
l’educazione allo sviluppo in ambito scolastico stenta ad affermarsi ed è
spesso lasciata ad interventi estemporanei volontari. Per migliorare la
consapevolezza sulle problematiche bisognerebbe aumentare i fondi
destinati alle campagne di sensibilizzazione e di educazione allo sviluppo e
soprattutto migliorare la qualità degli interventi.

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