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Introduzione

Questa sezione comprende una sintetica spiegazione della logicità e della rigorosa razionalità
dell'impiego da parte del Prof. Di Bella di ogni singolo componente della Sua multiterapia, il
concetto di sinergismo di una multiterapia, come sta chiaramente emergendo da una rassegna della
letteratura medico scientifica mondiale. E' privo di senso e ingenuo ipotizzare l'individuazione di un
unico utopistico farmaco che intervenga su tutte le fasi e i componenti delle molteplici, varie,
mutevoli catene eziopatogenetiche dell' insorgenza, progressione, proliferazione, metastatizzazione
del processo neoplastico.

Sono descritti i singoli principi attivi, il loro uso terapeutico, gli aspetti farmacologici, i criteri di
monitoraggio degli ammalati, gli effetti collaterali e le domande che più frequentemente pongono
ammalati e loro congiunti. Viene anche documentata l'ampia conferma nella letteratura mondiale
dell'effetto antitumorale dei principi MDB, di cui vengono riportati centinaia di lavori, con relativi
riassunti ed estratti per le pubblicazioni più significative. Verranno progressivamente introdotte
trattazioni estese sui vari aspetti chimici, biochimici, farmacologici, biologici, terapeutici e sul
meccanismo d'azione dei componenti del MDB, tratti dal libro (Il Metodo Di Bella) che il Dott.
Giuseppe Di Bella, su richiesta e per volonta' del padre Prof. Luigi Di Bella sta completando.

Sotto la voce "Sperimentazione" sono reperibili e documentate tutte le anomalie e distorsioni che
hanno destituito di ogni significato scientifico la sperimentazione MDB, con le interrogazioni
parlamentari che hanno stigmatizzato le distorsioni e anomalie della sperimentazione. Nella
"Riscoperta" sono compresi i numerosi studi clinici, convegni e pubblicazioni che stanno
progressivamente e pienamente confermando la valenza antitumorale di ogni componente del MDB,
col ritardo di decenni rispetto ai primi studi del Prof. Di Bella.

Criteri MDB

L'attuale incapacità dei metodi convenzionali di dare una risposta realmente efficace alla patologia
neoplastica avvilisce e umilia la medicina perché, a differenza di patologie drammatiche e
improvvise come ictus e infarti, che non concedono i tempi per contromisure efficaci, il tumore
evidenzia, con il suo lento decorso, la reale impotenza delle attuali misure terapeutiche mediche.

L'aumento del numero di casi di tumore che si registra ogni anno, unitamente all'incremento dei
decessi a causa della patologia tumorale (quasi 300.000 l'anno in Italia), certifica con tragica
evidenza l'inadeguatezza degli attuali protocolli chemioterapici. L'eziopatogenesi del tumore non è
stata del tutto chiarita anche se si conoscono molteplici cause responsabili dell'insorgenza e della
proliferazione neoplastica.

Una terapia citotossica e citolitica, come quelle usuali, non elimina gli agenti causali del tumore, ma
agisce su quella cellula neoplastica che è la risultante della loro azione. Una percentuale di cellule
tumorali sopravvive sempre e in ogni modo anche ai trattamenti chemioterapici più intensivi e
prolungati, con la capacità d'adeguarsi ad essi e produrre nuove popolazioni cellulari neoplastiche
resistenti.
Gli effetti collaterali della chemio sono comunemente e tristemente noti ed agiscono alterando
quelle capacità immunitarie, quel trofismo ed integrità del terreno biologico vitali per un'efficace
difesa degli organismi aggrediti dal tumore. Vanno considerate anche, tra gli effetti negativi della
chemio, il rilevante incremento dei radicali liberi, noti fattori cancerogeni, e la capacità di molti
chemioterapici d'indurre mutazioni cellulari che possono essere neoplastiche. Il fallimento di
campagne di ricerca antitumorale, come il National Cancer Act, finanziato con imponenti fondi
superiori a tutti gli stanziamenti precedenti, firmato da Nixon il 23 dicembre 1971, divenuto
pertanto legge dello Stato, fu raffrontato dalla stampa americana all'esito disastroso della guerra del
Vietnam.
Questo fallimento succeduto a clamorosi annunci retorici con promesse costantemente rinnovate di
continui progressi nella lotta al cancro suscitò un vespaio di critiche. Si giunse a parlare nella
stampa americana "d'orgia soporifera prodotta da un sacco d'escrementi" e si definì il risultato della
lotta al cancro "il Vietnam della medicina".

Come scrive Ralph Moss "la gestione del cancro pare riposta nelle mani di quelle forze che
sono finanziariamente interessate alle conseguenze del problema". Si sono formati circoli
distinti di potere, sebbene fra di loro per molti versi differenti, ma sufficientemente connessi e
legati, sì da formare una sorta d'establishment del cancro che controlla l'orientamento della
prevenzione, della diagnosi e della terapia del cancro negli Stati Uniti. I fondi per la ricerca
sono erogati dal National Institute of Health. Tutta la legislazione tende ad accentrare il potere
in poche mani e ad accrescere il conservatorismo nei confronti di nuove terapie.

La stessa chirurgia, che ha un ruolo primario nella terapia dei tumori, tende ad essere radicale e ad
eradicare, nei limiti del possibile, tutte le localizzazioni neoplastiche. Non si considera che lo stesso
atto chirurgico è la prima e chiara espressione della coscienza dell'attuale mancanza, con i metodi
convenzionali, di un mezzo efficace di guarigione dal tumore. Interventi estesi e mutilanti non
avrebbero ragione d'essere in presenza di una chemioterapia veramente efficace. Va considerato
inoltre il tumore sempre e comunque come una malattia sistemica, causata dal sovvertimento
dell'equilibrio biologico e fisiologico che ne ha acconsentito l'insorgenza. Anche quando la lesione
tumorale accertata è unica va considerata come la massima concentrazione in un punto di cellule
neoplastiche potenzialmente ubiquitarie. Una terapia razionale e causale va pertanto orientata sia al
ripristino dell'equilibrio fisiobiologico che all'eliminazione dei fattori causali individuati. Non si
può, al di fuori della biologia molecolare, ipotizzare di venire a capo della patologia neoplastica, né
ci si può illudere di riuscirvi con un unico principio attivo per la molteplicità dei fattori
etiopatogenetici.
A questi va contrapposta una terapia multifattoriale come l'MDB che risponde ai requisiti di
salvaguardare il terreno biologico, potenziare l'immunità naturale ed esercitare un'attività
antiproliferativa che inibisca la crescita del tumore attraverso l'inibizione dei fattori di crescita.
L'azione di ripristino dell'equilibrio fisiobiologico si ottiene attraverso l'impiego dei retinoidi,
vitamina E, C, D3 e melatonina. Questi fattori svolgono un'attività di potenziamento della crescita
cellulare ordinata e fisiologica (differenziata) dei tessuti sani in contrapposizione a quelli neoplastici
ed esercitano attività antiossidante, antiradicali liberi, prodifferenziante (riconvertono alla normalità
cellule tumorali o indifferenziate) e proapoptotica (inducono con meccanismi fisiologici, non
citotossici, alla morte la cellula neoplastica). Svolgono anche un'attività immunostimolante,
antiproliferativa, antimetastatica e antiangiogenetica con modalità e meccanismi sinergici e
potenziatori degli inibitori dei fattori di crescita, quali somatostatina e bromocriptina-cabergolina.
Questi inibitori non agiscono solo sul GH, principale fattore di crescita riconosciuto dalla letteratura
internazionale come responsabile primario di cancerogenesi, ma su tanti altri e non secondari fattori
di crescita come le somatomedine, IGF I-II, EGF, FGF, NGF, prolattina, hPL, TGF alfa e beta,
PDGF e VEGF che svolgono un ruolo rilevante e sempre più evidenziato nella progressione
neoplastica.
Principi Attivi

Importante nota per il lettore:


Nella traduzione dei lavori scientifici vi sono alcune imprecisioni dovute alla necessità di inserire in
tempi brevi la mole notevole di migliaia di pubblicazioni scientifiche. Ciò comunque nulla toglie
alla piena comprensione del significato scientifico e delle indicazioni cliniche a conferma dell'
MDB. Prossime revisioni elimineranno gradualmente queste imperfezioni.

Acido trans retinoico C20H28O2

Come si utilizza
Come gli altri retinoidi del composto vitaminico MDB (axeroftolo e betacarotene) si utilizza al
mattino a digiuno nelle stesse proporzioni indicate per gli altri retinoidi. La sua quota nel composto
vitaminico rappresenta 0,5 mg su 1 litro di alfatocoferolo.

Cos'è
Deriva dalla vitamina A per sostituzione del gruppo alcolico terminale OH col gruppo carbossilico
COOH. Da decenni con gli altri retinoidi fa parte del protocollo antitumorale MDB e solo negli
ultimi anni è stato “scoperto” dalla ricerca medico – scientifica con una serie particolarmente vasta
e crescente sia di studi clinici che sperimentali, che ne hanno confermato la piena valenza sia
preventiva che terapeutica nelle neoplasie. Particolarmente numerosi sono i lavori pubblicati
sull’efficacia dell’acido retinoico, usato sia singolarmente che in associazione con altri principi
attivi, in tutte le patologie neoplastiche epiteliali. Pertanto la sua attività si estende all’apparato
respiratorio, digerente, urogenitale, ghiandolare esocrino, tegumentale e quindi della pelle e annessi.
E’ stata recentemente accertata la sua efficacia in varie forme leucemiche, in particolare nella
promielocitica acuta. La sua azione antitumorale si estende a tutte le forme neoplastiche attraverso
meccanismi comuni ai retinoidi quali: antiproliferativi, pro-differenzianti, antimetastatici,
proapoptotici (induzione della morte programmata della cellula tumorale) e antiangiogenetici.
Questi meccanismi sono sinergici e potenziano quelli della vitamina D3, della vitamina E, della
somatostatina, melatonina e bromocriptina (oppure in alternativa cabergolina). Inoltre l’acido
retinoico esercita un’attività determinante nel potenziare l’integrità e l’efficienza di tutti gli epiteli e
l’immunità naturale.

Betacarotene C40 H56

Come si utilizza
Rientra nel composto dei retinoidi dell’MDB nella proporzione di 2 g per ogni 1000 g di vitamina
E. Viene assunto al mattino a digiuno nelle stesse proporzioni suggerite per la vitamina A, cioè in
rapporto di 90-100 mg per ogni kg di peso corporeo.

Cos'è
Potenzia l’azione della vitamina A, dell’acido retinoico, stabilizza le membrane cellulari e nella
prevenzione e terapia dei tumori agisce con molteplici meccanismi comuni ai retinoidi, in
particolare sono numerosi gli studi circa l’aumento della sopravvivenza di pazienti neoplastici
trattati con betacarotene, e miglioramento della qualità di vita. Infatti la letteratura scientifica ha
accertato meccanismi d’azione del betacarotene antitumorali quali l’inibizione della perossidazione
lipidica e l’aumento del glutatione. Il dato della sopravvivenza e l’azione preventiva antitumorale è
confermato da numerosi studi epidemiologici sull’uso di vegetali ricchi di carotenoidi che abbattono
il rischio di varie forme cancerose. Il dato trova conferma negli studi sperimentali.
Bromocriptina (mesilato)

Come si utilizza
Fa parte del modulo fisso. Si utilizza in dosaggi di 2,5 mg, frazionati in 2,3 somministrazioni
giornaliere durante il pasto.

Cos'è
E’ indicata in tutte le neoplasie per la sua potente attività inibitrice dei fattori di crescita, sinergica
pertanto alla somatostatina e suoi derivati sintetici e alla melatonina. Trova particolare indicazione
ed efficacia nei tumori che risentono maggiormente della prolattina come fattore di crescita. Le
controindicazioni sono rappresentate da nausea, che insorge principalmente nelle somministrazioni
uniche giornaliere e a digiuno, cui si può ovviare frazionando le somministrazioni e rallentando
l’assorbimento attraverso l’assunzione ai pasti.

Cabergolina

Come si utilizza
Fa parte del modulo fisso. Si utilizza in sostituzione della bromocriptina quando non è tollerata in
dosi di 0,5 mg la settimana, aumentabili in particolari situazioni di progressione neoplasica,
disseminazione metastatica, soprattutto nei tumori prolattina-ormonodipendenti.

Cos'è
E’ indicata in tutte le neoplasie per la sua potente attività inibitrice dei fattori di crescita, sinergica
pertanto alla somatostatina e suoi derivati sintetici e alla melatonina. Trova particolare indicazione
ed efficacia nei tumori che risentono maggiormente della prolattina come fattore di crescita.

Melatonina coniugata chimicamente con adenosina e glicina (N-acetil-5-metossitriptamina)

Come si utilizza
In compresse da 2 mg in dosaggi di 20 mg o più al giorno. Da ingerire preferibilmente prima del
pasto, distribuita uniformemente nel corso della giornata con concentrazione nettamente superiore
la sera. Esempio: 2 compresse al mattino, 2 a mezzodì e 6 la sera prima di coricarsi.

Cos'è
E’ un neurotrasmettitore prodotto principalmente dal sistema nervoso, ma anche dall’epifisi o
ghiandola pineale e da vari distretti come le ghiandole di Harder, le piastrine, i megacariociti ecc.
Viene prevalentemente prodotta di notte. Svolge fondamentali e documentati effetti nella
prevenzione e terapia delle patologie tumorali e degenerative, oggetto di un numero crescente di
studi e di ricerche. Si può considerare e distinguere un’azione antitumorale indiretta della
melatonina attraverso l’inibizione dei radicali liberi e l’effetto antiossidante, unitamente alla
protezione dall’effetto cancerogeno e degenerativo di campi elettrici e magnetici. Va considerato tra
le azioni antitumorali indirette anche l’effetto antinvecchiamento e antidegenerativo del tessuto
nervoso e vascolare, la proprietà antiaggregante piastrinica. Rilevante anche l’azione d’attivazione e
potenziamento delle difese immunitarie, la modulazione neuroendocrina e circadiana, l’effetto sul
midollo osseo con riflessi determinanti sulla crasi ematica, la dinamica midollare, la produzione di
piastrine, globuli rossi e globuli bianchi. L’azione antitumorale diretta si attua inibendo la
proliferazione e la crescita di cellule tumorali, ostacolando la tendenza di cellule normali a divenire
neoplastiche inducendo il ricambio cellulare e la sostituzione di cellule tumorali con cellule sane
attraverso il meccanismo definito “apoptosi”. E’ documentata anche un’azione antimetastatica
attraverso l’inibizione della diffusione a distanza delle cellule tumorali unitamente alla capacità di
migliorare in maniera significativa il profondo stato di decadimento psicofisico degli stadi tumorali
avanzati comunemente definiti “cachessia neoplastica”.

Somatostatina (Tetradecapeptide)

Come si utilizza
Per somministrazione sottocutanea utilizzando infusori temporizzati che erogano la dose terapeutica
(3 mg per il tetradecapeptide, 1 mg per l’analogo di sintesi octapeptide) nell’arco di 10 ore a partire
dalle ore 20:00 circa. Sono disponibili anche confezioni a lento rilascio per uso intramuscolare
dell’analogo sintetico octreotide che possono coprire fino ad un mese circa con un’unica iniezione
intramuscolare.

Cos'è
E’ un polipeptide (sostanza composta da amminoacidi) di 14 amminoacidi, che ha la proprietà
specifica di inibire il principale fattore di crescita, il GH, che ha un ruolo fondamentale
nell’insorgenza e proliferazione neoplastica. Svolge attività inibente anche su molti altri fattori di
crescita che in misura significativa concorrono a determinare e diffondere la patologia neoplastica,
quali prolattina, IGF, TGF alfa e beta, PDGF, EGF, VEGF. Numerosi analoghi di sintesi della
somatostatina sono stati studiati e impiegati con successo in varie neoplasie. Fino dal 1988 negli
USA la FDA ha approvato e registrato l’uso della somatostatina in diverse varietà tumorali.
Attualmente un numero crescente di pubblicazioni sta confermando le proprietà antitumorali di
questa sostanza in tutte le varietà neoplastiche con meccanismi d’azione sia diretti su recettori
cellulari per la somatostatina, individuati nella cellula tumorale, che indiretti attraverso l’inibizione
di quei fattori di crescita cui ormai è universalmente riconosciuto un ruolo primario nei tumori.
Meccanismi d’azione sono antiproliferativo (inibisce la riproduzione di popolazioni cellulari
neoplastiche), pro-apoptotico (induce una morte programmata delle cellule tumorali),
antimetastatico (non consente la diffusione a distanza delle localizzazioni neoplastiche primitive. In
queste azioni la somatostatina è sinergica e notevolmente potenziata dagli altri componenti
dell’MDB, quali retinoidi, melatonina ecc.

Vitamina A (Axeroftolo o Retinolo) C20H28

Come si utilizza
Si utilizza quale componente del composto vitaminico dei retinoidi del Metodo Di Bella (MDB). In
questo composto rientra nella proporzione di 0,5 g per 1000 g di soluzione. Va assunta al mattino a
digiuno almeno 15 minuti prima del pasto, facendo questo calcolo rispetto al peso corporeo: un
adulto di 70 Kg può assumere circa 7 cc di soluzione di retinoidi contente la vitamina A. La
determinazione può essere effettuata con una comune siringa da 10 cc, versando il contenuto in un
cucchiaio. Piccole variazioni non hanno alcun carattere di tossicità per la composizione del
preparato e la natura delle sostanze componenti.

Cos'è
Rientra nel gruppo dei retinoidi (link al documento di tipo scientifico “retinoidi”). E’ una vitamina
liposolubile con formula C20 H28 componente del composto dei retinoidi MDB nella proporzione
di 0,5 g per ogni litro di composto vitaminico i cui componenti oltre alla vitamina A sono:
betacarotene 2g x 1000, acido trans retinoico 0,5 x 1000 e vitamina E 1000 g. E’ importante per le
sue proprietà di prevenzione sia dei tumori che delle infezioni batteriche o virali e per la sua
riconosciuta capacità d’attivare le difese immunitarie dell’organismo. La letteratura medica
internazionale ha già riconosciuto questi effetti su tutti i tessuti epiteliali che costituiscono una parte
vitale ed estesa del nostro organismo. Essi comprendono: le vie respiratorie, digestive, urogenitali,
ghiandolari esocrine e i tessuti tegumentali come la pelle e gli annessi. Su tutti questi substrati la
vitamina A agisce in maniera determinante e documentata preservandone integrità efficienza e
funzionalità e promuovendo meccanismi di crescita controllati. Altro elemento fondamentale è la
capacità della vitamina A e dei retinoidi d’impedire o comunque rallentare la trasformazione di una
cellula normale in neoplastica, di ridifferenziarla, cioè riportarla alla normalità, se è iniziato il
processo neoplastico, d’inibire la crescita delle cellule tumorali, la loro diffusione e favorire la loro
morte naturale (apoptosi) con un meccanismo simile al ricambio cellulare. Pertanto l’attività
antitumorale della A si estende dalla prevenzione alla terapia con meccanismi molteplici, complessi
e documentati.

Vitamina C (Acido ascorbico) C6 H8 O6

Come si utilizza
Si può assumere o come specialità medicinale in dosaggi superiori ai 2 g giornalieri o come
prodotto galenico allo stadio chimico puro da ingerire sciolta in acqua durante il pasto.

Cos'è
E’ una vitamina idrosolubile che si presenta come polvere bianca e cristallina, fortemente sensibile
agli ossidanti, da conservare in frigorifero. Ha un notevole potere riducente e la sua attività
biologica fondamentale è quella di trasportare idrogeno in varie fasi del metabolismo intermedio.
Ha una spiccata attività antiemorragica e d’attivazione dell’immunità naturale. Non è tossica e non
si sono registrati casi di ipervitaminosi. L’elemento chiave della sua attività è la reazione reversibile
da acido ascorbico in acido deidroascorbico che ne fa un sistema ossido-riduttivo, ubiquitario e
primario per la vita, gli equilibri e i rapporti tra energia chimica e terreno biologico. La vitamina C
per gli equilibri biologici rappresenta un fondamentale veicolo d’idrogeno e di elettroni negli
organuli della citosol per i processi di respirazione cellulare. Sono soprattutto i tessuti a più alta
dignità funzionale e più intensa attività metabolica i maggiori organi di deposito e utilizzatori di
vitamina C, tra questi le capsule surrenali, l’ipofisi e il corpo luteo. E’ inserita nel protocollo MDB
per il suo ruolo determinante antiossidante e di attivatore dell’immunità naturale, del trofismo
cellulare, delle strutture di sostegno, reticolari e membrane basali su cui poggiano e sono sottese le
componenti cellulari. La letteratura medico-scientifica ha valorizzato il ruolo della vitamina C nei
tumori in numerosi studi che hanno dimostrato un notevole incremento della sopravvivenza con alte
dosi di vitamina C in ammalati terminali di cancro. Analoghi effetti positivi sono stati pubblicati
nelle forme pre-tumorali in cui la vitamina C ha favorito il blocco della progressione neoplastica.
Gli studi più significativi riguardano gli effetti della vitamina C nelle patologie colon-rettali, nelle
forme pre-leucemiche, leucemiche, mielomi e altre varietà tumorali.

Vitamina D (diidrotachisterolo) C27 H44 O

Come si utilizza
In gocce da aggiungere al cucchiaio del composto dei retinoidi nella misura di 8-10 gocce da
ingerire al mattino a digiuno. Compatibilmente con la calcemia, lo stadio e l’evoluzione della
patologia neoplastica, il dosaggio può essere anche triplicato.

Cos'è
E’ una vitamina liposolubile di cui sono state identificate 7 varietà principali tra cui le più
comunemente usate in terapia sono la D2 o ergocalciferolo e la D3 o colecalciferolo. Nei tumori la
massima attività è svolta dal diidrotachisterolo denominato anche A.T.10 (preparato antitetano n.
10), definizione dovuta alla tetania stato di contrattura muscolare da carenza di calcio che il
diidrotachisterolo antagonizza incrementando la calcemia. E’ sinergica con retinoidi e melatonina
nell’esercitare un effetto antiproliferativo, antimetastatico e proapoptotico nei tumori. Una vasta
letteratura scientifica ha accertato, valorizzato e confermato la spiccata attività sia preventiva che
terapeutica della vitamina D nelle patologie neoplastiche. Sono stati individuati recentemente i
recettori cellulari (VDR) su cui agisce la vitamina D per esercitare i suoi effetti antineoplastici. E’
oggetto di numerosi studi una nuova generazione di vitamine D sintetiche in cui si è cercato di
attenuare l’attività calcemica (che rappresenta un ostacolo in quanto l’eccesso di calcio può
produrre danni gravi e non reversibili) e incrementare quella antineoplastica che è sinergica ai
retinoidi anche nell’attivazione della differenziazione cellulare. E’ stato spiegato l’effetto
antiproliferativo della vitamina D attraverso il blocco della mitosi cellulare in G1. E’ rilevante
anche l’attivazione dell’immunità naturale e il blocco dell’angiogenesi in sinergia con le altre
vitamine del protocollo MDB. Oltre che studi su linee cellulari neoplastiche in vitro e su animali,
anche studi clinici ed epidemiologici hanno confermato le proprietà antitumorali della D e derivati
nella prevenzione e terapia tumorale. Recentemente studi su animali prevalentemente topi e cani
hanno evidenziato una potente attività anche antimetastatica della vitamina D.

Vitamina E (Alfatocoferile acetato) C31H52O3

Come si utilizza
E’ il componente base del composto vitaminico dell’MDB con funzioni sia di solvente dei retinoidi
che antiossidante sugli stessi. Si trova in proporzione di 1000 g (o millilitri, essendo in questo caso
le misure di massa per i volumi non molto dissimili rispetto ai 2 g di betacarotene e allo 0,5 g di
acido retinoico e axeroftolo).

Cos'è
E’ una vitamina liposolubile che si utilizza sotto forma di estere acetato perché più stabile e
possiede una formidabile attività antiossidante e antiradicali liberi. E’ stata dimostrata anche una
primaria funzione antidegenerativa della vitamina E sul tessuto nervoso e vascolare. Il ruolo
fondamentale è antiossidante e come componente di sistemi enzimatici essenziali come la Cromo-C
Reduttasi, e del metabolismo di quegli acidi nucleici che essendo componenti del nucleo cellulare
interagiscono con tutte le funzioni vitali. Come costituente di sistemi enzimatici la vitamina E
agisce direttamente sugli scambi energetici e sulla vita stessa attraverso il trasposto degli elettroni
nella catena respiratoria. In presenza di vitamina E acidi grassi insaturi vitali come la vitamina A,
l’acido retinoico e carotenoidi, possono avere un’esaltazione fino al raddoppiamento dell’attività e
dell’efficacia biologica. Essendo nota l’incidenza dei radicali liberi nella catena etiopatogenetica
(fattori causali) dei tumori ed essendo comunemente ritenuti i radicali liberi tra i maggiori
responsabili della carcinogenesi, si deduce il peso determinante della vitamina E (dotata di altissima
attività antiradicali liberi) nella prevenzione e terapia antitumorale. Nelle proporzioni di 100 mg per
kg di peso corporeo in pratica la vitamina E azzera i radicali liberi. Si possono così sintetizzare i
meccanismi d’azione con cui la vitamina E interviene nella prevenzione e terapia dei tumori:
Azione anti radicali liberi e antiossidante in ciò sinergica e potenziata da vitamina C, retinoidi e
melatonina.

ACTH di sintesi (tetracosactide)

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in dosaggi dell’ordine di 0,2-0,3 mg ripetuti più volte nel
corso della settimana compatibilmente con i valori pressori e glicemici.

Cos'è
E’ un derivato sintetico dell’ACTH, ormone del lobo anteriore dell’ipofisi, generalmente impiegato
nelle mesenchimopatie, artrite reumatoide, artropatie psoriasiche, dermatomiosite, lupus
eritematoso e affezioni del tubo digerente come la colite ulcerosa. Trova applicazioni anche nella
sindrome nefrosica, nelle fasi evolutive della sclerosi a placche, nell’edema cerebrale e nella
stimolazione del surrene. Viene impiegato nell’MDB come potenziatore degli effetti inibitori sul
GH della somatostatina, per i suoi effetti antiflogistici, come coadiuvante (nei modesti dosaggi
consigliati) degli effetti di altri componenti del Metodo. Ha un ruolo positivo sul tono psichico e le
controindicazioni e limiti all’impiego sono rappresentati dall’effetto ipertensivo e glicemizzante.

Aminoglutetimide

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in dosi di compresse da 250 mg da 2 a 4 al giorno.

Cos'è
E’ un inibitore potente delle aromatasi e svolge pertanto una forte attività inibente sull’increzione e
l’attività estrogenica. Trova pertanto indicazione in tutte le neoplasie in cui sia utile abbattere i
dosaggi ematici degli estrogeni e bloccare la loro attività sia diretta, recettoriale, che indiretta come
fattori di crescita.

Anidrometilencitrato-esametilentetramina C7H8O7.(CH2)6 N4

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in soluzione acquosa al 5% somministrando 1-2 cucchiai
al giorno ai pasti.

Cos'è
E’ indicato soprattutto nelle patologie neoplastiche epatiche precedute e accompagnate da malattie
virali (epatiti B, C). Per le sue proprietà di disinfettante delle vie biliari e urinarie attraverso la
liberazione di formaldeide. Essa oltre ad esercitare un effetto antivirale svolge attività citostatiche
negli epatocarcinoma.

Calcio

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. S’utilizza in dosi di 1 g ai pasti due volte al giorno.

Cos'è
E’ un minerale utilizzato per la sua funzione metabolica e l’attività sul trofismo osseo, dei tessuti
mesenchimali e la regolazione di aspetti vitali dell’attività cellulare. E’ particolarmente indicato
nelle patologie gastro-intestinali, mesenchimali ed ossee.
Ciclofosfamide

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile dell’MDB e si utilizza in dosi di 50 mg una volta al giorno durante il
pasto, fino ad un massimo di 2 somministrazioni giornaliere.

Cos'è
E’ una sostanza alchilante, fa parte degli analoghi della mostarda azotata e viene utilizzata in dosi
minime nell’MDB rispetto ai dosaggi usuali praticati in chemioterapia, che possono giungere fino a
10 g somministrati direttamente in vena in alcune patologie neoplastiche. Rispetto a questi dosaggi
la somministrazione prevista dall’MDB di 50-100 mg giornalieri rappresenta rispettivamente la
centesima o duecentesima parte delle dosi impiegate in chemioterapia. Anche le vie di
somministrazione, esclusivamente orale nell’MDB e preferibilmente endovenosa in chemio,
cambiano radicalmente la risposta terapeutica. Il dosaggio di 50-100 mg ha esclusivamente un
effetto proapoptotico sulla cellula neoplastica, cioè l’induzione della morte programmata cellulare
secondo un processo naturale.

Dibromomannitolo (mitobronitol) (1,6-dibromo-1,6 dideossi-D-mannitolo)C6H12B2O4

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in microdosi di circa 30-40 mg a giorni alterni, adattando
o aumentando leggermente il dosaggio fino a somministrazioni giornaliere.

Cos'è
E’ un agente alchilante derivato dal bromo e dal mannitolo con proprietà antimetaboliche e
antineoplastiche impiegato in oncologia ed ematologia per i suoi effetti antineoplastici. Nell’MDB è
indicato soprattutto nelle trombocitemie per il suo effetto di depressione midollare particolarmente
attivo sulla piastrinogenesi e nettamente meno attivo di altri chemioterapici sulla eritropoiesi e
leucopoiesi. I dosaggi consigliati consentono nel contesto dell’MDB, mediante l’attività
mieloprotettiva di melatonina e vitamine, di limitare gli effetti ad un controllo della piastrinogenesi
mediante un continuo monitoraggio dei dosaggi.

Galattosaminglucuronglicano solfato

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in fiale orali da 1200 mg in due somministrazioni
giornaliere.

Cos'è
E’ indicato in funzione antiblastica e antimetastatica per la sua attività trofica su tutti i tessuti
mesenchimali, sulle membrane basali extracellulari e su tutte quelle strutture esercitanti funzione di
contenimento e barriera alla disseminazione neoplastica. Secondo alcuni dati recenti della
letteratura i galatturoglicani esercitano anche attività citostatiche.

Glucosammina solfato

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in dosaggi di 1-2 g al di.
Cos'è
Ha indicazioni non dissimili rispetto ai galatturoglicani anche se con un meccanismo d’azione
diverso. E’ soprattutto indicata sia nelle patologie neoplastiche osteoarticolari che dei tessuti
mesenchimali e nelle disseminazioni neoplastiche osteolitiche. E’ un prodotto biologico ben
tollerato, vitale per il trofismo dei tessuti osteocartilagienei.

Idrossiurea (idrossicarbamide)

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. S’utilizza in dosaggi di 500 mg al di (fino a 1000 in situazioni
particolari).

Cos'è
E’ un citostatico prevalentemente impiegato in ematologia nella leucemia mieloide cronica in
dosaggi nettamente superiori a quelli impiegati nell’MDB dell’ordine di 30 mg pro Kg pro die. E’
indicato anche in altre sindromi mieloproliferative croniche quali trombocitemia essenziale,
policitemia e anemia falciforme omozigote. E’ inserito nell’MDB a dosaggi nettamente più
contenuti che in oncologia utilizzandone le sue proprietà proapoptotiche e citostatiche, conseguibili
con dosaggi modesti e più tollerati. L’effetto citotossico e citolitico caratteristico dei dosaggi
impiegati in chemioterapia è totalmente estraneo all’MDB che impiega l’idrossiurea soprattutto per
le sue proprietà di attraversare la barriera ematoencefalica (tumori cerebrali ed altre neoplasie
solide). Gli effetti tossici della sostanza, tra cui depressioni midollari con anemia, leucopenia,
piastrinopenia, sono in gran parte attenuati e contenuti dagli altri componenti dell’MDB quali
vitamine e melatonina. Le gravi depressioni midollari rappresentano comunque una
controindicazione all’impiego della sostanza anche nell’MDB.

Isoniazide

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza in dosaggi di 100-200 mg al di.

Cos'è
Si utilizza soprattutto nelle patologie neoplastiche polmonari o dell’apparato genito-urinario
precedute da TBC. Potenzia l’attività citostatica degli altri componenti dell’MDB in assenza di
effetti collaterali.

Seleniometionina [acido-2-ammino-4(metilselenio)butanolico]

Come si utilizza
Fa parte del modulo variabile. Si utilizza nelle patologie neoplastiche con un dosaggio di una
capsula al giorno da 10 microgrammi.

Cos'è
Deriva dalla sintesi dell’elemento chimico selenio con un amminoacido, la metionina, che svolge
come metilante attività epatoprotettiva. Nei dosaggi giornalieri di 10 microgrammi utilizzati
nell’MDB soprattutto in neoplasie polmonari o in tumori complicati da patologie degenerative, la
sostanza, idrosolubile è utile per potenziare gli effetti antiossidanti e antiradicali liberi di vitamine e
melatonina. La sintesi con la metionina consente di utilizzare questi effetti positivi del selenio senza
danni epatici.

La terapia

Questo metodo è nato dalla necessità di cambiare strada nella prevenzione e terapia dei tumori, in
considerazione dell'incremento continuo dell'incidenza delle neoplasie, che testimonia e certifica la
totale inadeguatezza ed insufficienza delle attuale misure preventive. Le reali possibilità
terapeutiche si fermano ad un 29% di sopravvivenza a 5 anni secondo i dati del Medical British
Journal (BMJ.COM), associando le migliori terapie disponibili. Dopo i 5 anni vi è una progressiva
diminuzione della percentuale di sopravvivenza. Questi risultati certificano la necessità di cambiare
radicalmente strada nella terapia dei tumori.

L'MDB propone una terapia causale, volta a eliminare i fattori etiopatogenetici (causali) che
portano all'insorgenza del tumore, modificando quel terreno biologico il cui sovvertimento consente
l' insorgenza della patologia neoplastica. La chemioterapia non agisce sulla causa che ha prodotto il
tumore ma sulla cellula tumorale che ne rappresenta la conseguenza. La distruzione chemioterapica
delle popolazioni cellulari neoplastiche non è mai totale e la cellule tumorali residue, in un'alta
percentuale, riprendono la proliferazione e l'invasività trovando un terreno biologico meno
resistente perché devastato dalla pregressa chemioterapia. Le stesse cellule tumorali tendono a
divenire progressivamente meno sensibili e più resistenti ai ripetuti cicli chemioterapici.

L'MDB, attraverso la somatostatina, inibisce alcuni dei più potenti fattori tumorali, quali il GH
(principale fattore di crescita), IGF e tanti altri. Azione potenziata dagli inibitori della prolattina,
potente fattore di crescita. Attraverso i retinoidi riporta alla normalità, "ridifferenzia" le cellule
tumorali, effetto potenziato dall'azione sinergica della vitamina D, della melatonina e della
vitamina E. I singoli componenti agiscono sinergicamente potenziando il loro effetto antitumorale
e sviluppando un'azione antiossidante, anti radicali liberi, potenziatrice dell'immunità, pro-
apoptotica (morte programmata, simile al ricambio, della cellula tumorale), antiproliferativa, pro-
differenziante, antimetastatica in assenza dei noti effetti tossici chemioterapici.

I farmaci

I principi terapeutici costituenti l' MDB, sono Somatostatina-octreotide, Retinoidi, Vitamine E, D,


C, Melatonina, Bromocriptina, microdosi di antiblastici (con dosi 100 - 200 volte inferiori alla
chemio, ed inversione del meccanismo d' azione farmacologico da citotossico - citolitico della
chemioterapia, a proapoptotico del MDB).

L'assoluta maggioranza delle trentaquattromilacinquecentootto pubblicazioni su questi principi,


reperibili al 22/12/02 su MedLine - National Library of Medicine, selezionati su questo sito nella
sezione "MDB - Principi attivi", ne documenta la capacità di contrastare efficacemente gli aspetti
fondamentali da cui origina e procede la biologia neoplastica: l' alto indice proliferativo, l' assenza
di differenziazione cellulare, e la conseguente inattivazione dell' apoptosi, principale meccanismo
fisiologico antiblastico, caratteristiche comuni a tutti i tumori.

Anche nella prevenzione l'MDB agisce efficacemente, su elementi primari dell' eziopatogenesi
tumorale, come agenti ossidanti e radicali liberi. Particolarmente indicato l' impiego nei tumori
epiteliali, di retinoidi e delle altre vitamine epitelioprotettive, componenti del metodo, come E e D.
Queste vitamine, oltre ad attivare potentemente il trofismo, l'integrità e il recupero funzionale degli
epiteli, insieme alla Melatonina, limitano decisamente anche il danno citotossico che le radiazioni
ionizzanti radioterapiche esercitano sugli epiteli limitrofi al trattamento, e quello ossidativo e dei
radicali liberi sul DNA nucleare, sugli organuli del citosol e sulle membrane cellulari.

L'MDB pertanto, rappresenta una soluzione efficace, causale, alle neoplasie, mentre la chemio non
interviene sulla causa, ma sul prodotto del processo neoplastico: le cellule tumorali. Essa persegue
l'illusorio, utopistico fine dell'eliminazione di tutte le popolazioni neoplastiche, parte delle quali
comunque, con un adattamento mutageno, produce cellule sempre più refrattarie ai chemioterapici,
dotate di alto indice proliferativo, che colonizzano rapidamente un organismo debilitato, i cui
meccanismi antiblastici, omeostatici, immunitari, sono stati gravemente e spesso irreversibilmente
compromessi dalla chemioterapia.

Contrastando le molteplici, mutevoli, catene eziopatogenetiche della cancerogenesi, l' MDB tende a
recuperare quell'equilibrio biologico, fisiologico, il cui sovvertimento ha consentito l'insorgenza
della neoplasia, che anche nei tumori solidi, va sempre considerata una malattia sistemica, di cui la
massa neoplastica rappresenta solo la massima concentrazione evidenziabile. Il metodo converte la
biologia neoplastica in fisiologica, essenzialmente attraverso l'interazione e il reciproco
potenziamento dei suoi componenti. Pertanto, non è solo la proprietà antiblastica di ogni singola
molecola ad agire, ma è la sinergia che potenzia l'efficacia antitumorale dell' MDB. Somatostatina,
Bromocriptina, Melatonina, inibiscono sia increti ipofisari (come GH, Prolattina, potenti e
ubiquitari fattori di crescita, il cui ruolo nella cancerogenesi è documentato) che IGF1, TGF, EGF,
VEGF, PDGF, NGF, GASTRINA, FGF, COLECISTOCHIININA, noti elementi primari della
eziopatogenesi neoplastica.

Questo metodo nasce dall'esigenza di superare la sostanziale incapacità della chemioterapia di


guarire il cancro, come chiaramente evidenziato dalla esistenza della chirurgia oncologica, che non
avrebbe senso in presenza di una chemioterapia realmente efficace.

Un elenco introduttivo dei principali farmaci dell' MDB.


Per approfondimenti si vada alla sezione MDB - Principi Attivi.

Soluzione ai retinoidi: retinoidi più vitamina E


Vitamina D3
Vitamina C
Somatostatina ed Octreotide
Melatonina
Bromocriptina e/o cabergolina
Ciclofosfamide o Idrossiurea

Soluzione dei retinoidi


Il prodotto non si trova in commercio come specialità medicinale ma va preparato dal farmacista. Si
tratta pertanto di un prodotto galenico che comporta adeguate attrezzature e conoscenze
scientifiche. Essendo il betacarotene, il retinolo, l'acido retinoico e la vitamina E molecole apolari e
pertanto difficilmente solubili, necessitano di un solvente organico che va eliminato alla fine della
preparazione. La lavorazione deve essere effettuata in presenza di azoto per evitare l'ossidazione dei
principi attivi. Vedi il capitolo sulla Sperimentazione nella sezione Metodo Di Bella.

Va evidenziata la necessità di un'eliminazione del solvente organico, che può essere l'acetone o
l'alcool, per evitare effetti tossici e la denaturazione dei principi attivi. Soprattutto l'acetone deve
essere totalmente eliminato, per i noti effetti cancerogeni dovuti a molteplici meccanismi tra cui
l'induzione del tipo 2E, 1 del citocromo P450 (CYP2E1), molto attivo nell'indurre biologicamente
sostanze procarcinogene ed iniziare pertanto il processo canceroso. L'incremento dei radicali liberi,
l'abbassamento dell'ATP cellulare, essenziale per l'apoptosi cellulare, sono altri effetti indotti dall'
acetone. Una corretta preparazione è conseguibile applicando le indicazioni fornite dal Prof. Di
Bella (Vedi il capitolo sulla Sperimentazione nella sezione Metodo Di Bella). Fu documentato che
nella preparazione dei retinoidi da parte dell'Istituto Superiore di Sanità nel corso della
sperimentazione del Metodo Di Bella, non solo in tutti i flaconi furono rilevate tracce di acetone,
ma concentrazioni fino a 850 mg per litro. Queste concentrazioni come da pubblicazioni allegate
oltre che un effetto cancerogeno esercitano tossicità. Vedi il capitolo sulla Sperimentazione nella
sezione Metodo Di Bella.

Vitamina D3
Comunemente reperibile in commercio. Il dosaggio va adeguato, oltre che al peso del paziente, alla
risposta del tasso calcemico e allo stadio della malattia.

Vitamina C
Può essere somministrata sia come prodotto galenico (nettamente più economico) che come
specialità medicinale nel dosaggio di almeno 2 g al giorno o più.

Somatostatina - Octreotide
Può essere usato il prodotto biologico a 14 amminoacidi (tetradecapeptide) da iniettare sottocute
con una siringa temporizzata nell'arco di circa 10 ore durante la notte. E' possibile, e in certi casi
nettamente più efficace, anche se più indaginosa, la somministrazione in vena sempre con siringa
temporizzata. In media negli adulti il dosaggio si aggira sui 3 mg giornalieri.

E' reperibile come specialità medicinale e le iniziative promosse da ammalati in trattamento con
l'MDB, hanno fatto decadere il prezzo medio dalle originali 516.000 Lire a fiala del 1998 ai 18.00
Euro attuali (con somministrazione giornaliera). Anche l'analogo di sintesi della somatostatina,
composto di 8 amminoacidi e definito octreotide, è comunemente reperibile come specialità
medicinale. E' impiegato con le stesse modalità della somatostatina a 14 amminoacidi, ma in dosi di
1 mg giornaliero. Essendo l'emivita (in pratica il periodo in cui il farmaco svolge un'efficace azione)
della somatostatina a 14 amminoacidi di pochi minuti, necessita della somministrazione
temporizzata per mantenere per un lungo periodo di almeno 8-10 ore una concentrazione efficace.

L'emivita dell'octreotide è nettamente superiore a 1 ora e non può prescindere dalla


somministrazione temporizzata anche per evitare quella sintomatologia prevalentemente gastro-
intestinale con nausea, dolore, ecc. esaltata dalla rapida somministrazione, che pertanto, oltre che
abbattere l'efficacia del prodotto, ne esalta gli inconvenienti, estremamente limitati dalla lenta
infusione e dall'assuefazione al farmaco.

Nella sperimentazione MDB, come dichiarato dai responsabili dell'Istituto Superiore della Sanità
(Vedi il capitolo sulla Sperimentazione nella sezione Metodo Di Bella), solo una minoranza dei
pazienti ha utilizzato siringhe temporizzate, con l'aggravante che i sintomi gastro-intestinali sono
stati dagli sperimentatori addebitati non alla loro errata somministrazione ma alla sostanza stessa,
senza considerare la netta riduzione dell'efficacia (Vedi il capitolo sulla Sperimentazione nella
sezione Metodo Di Bella).

In tempi relativamente recenti sono stati prodotti analoghi sintetici a lento rilascio della
somatostatina, in confezioni da 10, 20 o 30 mg, penalizzate da un costo elevato di circa 1700 euro
mensili. Essi consentono con un'unica iniezione intramuscolare di coprire rispettivamente un arco di
10, 20 o 30 giorni. Essendovi una certa latenza prima della presenza in circolo di concentrazioni
efficaci è opportuno intervallare le iniezioni con periodi leggermente più brevi (es. 27 di 30 giorni
per le confezioni da 30ml).

La crescente e spettacolare mole di pubblicazioni sulla somatostatina, sui suoi recettori e sulle
metodiche radiodiagnostiche, immunoistochimiche e con tecniche RT-PCR per individuarli, sta
chiarendo meglio i meccanismi d'azione diretti della somatostatina e degli analoghi. Numerosi sono
i contributi scientifici sulle proprietà e caratteristiche recettoriali delle varie neoplasie. In
considerazione dell'efficacia nettamente prevalente sui recettori 2 e 5 dell'octreotide, notevolmente
maggiore rispetto alla somatostatina a 14 amminoacidi, e dell' affinità recettoriale di quest'ultima,
sarebbe auspicabile una sempre maggiore definizione del patrimonio recettoriale di ogni varietà
neoplastica per una terapia più mirata ed efficace.

Melatonina
Per ottenere la massima biodisponibilità, la MLT viene preparata galenicamente in compresse con
adenosina e glicina. In natura la MLT è collegata da un ponte di idrogeno alla adenosina. Le dosi
giornaliere medie sono di circa 10 compresse da 2mg da ingerire nell'arco della giornata con una
meggiore concentrazione serale. L'ampio riscontro nella letteratura mondiale circa gli effetti
antiossidanti, anti radicali liberi, antiproliferativi, antimetastatici, proapoptotici, di questa molecola
ne conferma la piena razionalità in un contesto multiterapico antineoplastico.

Bromocriptina
Fa parte del modulo fisso. Si utilizza in dosaggi di 2,5 mg, frazionati in 2,3 somministrazioni
giornaliere durante il pasto.
E' indicata in tutte le neoplasie per la sua potente attività inibitrice dei fattori di crescita, sinergica
pertanto alla somatostatina e suoi derivati sintetici e alla melatonina. Trova particolare indicazione
ed efficacia nei tumori che risentono maggiormente della prolattina come fattore di crescita. Le
controindicazioni sono rappresentate da nausea, che insorge principalmente nelle somministrazioni
uniche giornaliere e a digiuno, cui si può ovviare frazionando le somministrazioni e rallentando
l'assorbimento attraverso l'assunzione ai pasti.

Cabergolina
Fa parte del modulo fisso. Si utilizza in sostituzione della bromocriptina quando non è tollerata in
dosi di 0,5 mg la settimana, aumentabili in particolari situazioni di progressione neoplasica,
disseminazione metastatica, soprattutto nei tumori prolattina-ormonodipendenti. E' indicata in tutte
le neoplasie per la sua potente attività inibitrice dei fattori di crescita, sinergica pertanto alla
somatostatina e suoi derivati sintetici e alla melatonina. Trova particolare indicazione ed efficacia
nei tumori che risentono maggiormente della prolattina come fattore di crescita.

Ciclosfamide
Fa parte del modulo variabile dell'MDB e si utilizza in dosi di 50 mg una volta al giorno durante il
pasto, fino ad un massimo di 2 somministrazioni giornaliere. E' una sostanza alchilante, fa parte
degli analoghi della mostarda azotata e viene utilizzata in dosi minime nell'MDB rispetto ai dosaggi
usuali praticati in chemioterapia, che possono giungere fino a 10 g somministrati direttamente in
vena in alcune patologie neoplastiche. Rispetto a questi dosaggi la somministrazione prevista
dall'MDB di 50-100 mg giornalieri rappresenta rispettivamente la centesima o duecentesima parte
delle dosi impiegate in chemioterapia. Anche le vie di somministrazione, esclusivamente orale
nell'MDB e preferibilmente endovenosa in chemio, cambiano radicalmente la risposta terapeutica. Il
dosaggio di 50-100 mg ha esclusivamente un effetto proapoptotico sulla cellula neoplastica, cioè
l'induzione della morte programmata cellulare secondo un processo naturale.

Idrossiurea
Fa parte del modulo variabile. S'utilizza in dosaggi di 500 mg al di (fino a 1000 in situazioni
particolari). E' un citostatico prevalentemente impiegato in ematologia nella leucemia mieloide
cronica in dosaggi nettamente superiori a quelli impiegati nell'MDB dell'ordine di 30 mg pro Kg pro
die. E' indicato anche in altre sindromi mieloproliferative croniche quali trombocitemia essenziale,
policitemia e anemia falciforme omozigote. E' inserito nell'MDB a dosaggi nettamente più contenuti
che in oncologia utilizzandone le sue proprietà proapoptotiche e citostatiche, conseguibili con
dosaggi modesti e più tollerati. L'effetto citotossico e citolitico caratteristico dei dosaggi impiegati
in chemioterapia è totalmente estraneo all'MDB che impiega l'idrossiurea soprattutto per le sue
proprietà di attraversare la barriera ematoencefalica (tumori cerebrali ed altre neoplasie solide). Gli
effetti tossici della sostanza, tra cui depressioni midollari con anemia, leucopenia, piastrinopenia,
sono in gran parte attenuati e contenuti dagli altri componenti dell'MDB quali vitamine e
melatonina. Le gravi depressioni midollari rappresentano comunque una controindicazione
all'impiego della sostanza anche nell'MDB.

Monitoraggio

Si intende per monitoraggio un controllo sistematico dei maggiori parametri di valutazione


ematochimici e strumentali, con valore diagnostico, prognostico e terapeutico. I pazienti in terapia
possono avere migliori risultati se il trattamento non è inquinato da cure pregresse e se lo stato non
è particolarmente compromesso. E' essenziale per i medici che praticano l' MDB, al fine di poter
conseguire dati scientifici omogenei e attendibili uniformare le modalità e la tipologia di esami
ematochimici, strumentali e dati anamnestici.
Gli esami ematochimici sono: emocromo, azotemia, glicemia, urine, proteine totali e frazionate,
assetto epatico, lipidico elettroliti sierici, calcemia, sideremia, VES, GH, IGF, prolattina e i markers
tumorali specifici per ogni varietà neoplastica oltre al CEA. Le prove strumentali comprendono
ecografie, TAC, risonanza magnetica, PET, scintigrafia total body ed esami con radioisotopi di
analoghi della somatostatina, che favoriscono l' individuazione della mappa recettoriale.

La frequenza degli accertamenti diagnostici non è ovviamente standardizzabile ma va


intuitivamente adattata allo stadio e alla evoluzione delle singole patologie. Particolare attenzione
merita la PET e le tecniche più aggiornate d'indagine con radioisotopi per le nuove possibilità di
maggiore definizione e localizzazione di masse neoplastiche non evidenziabili con le tecniche
strumentali tradizionali. Anche il dosaggio del GH, dell'IGF e nei tumori ormono-dipendenti degli
estrogeni, progestinici, androsterone, testosterone, LH, FSH hanno un valore diagnostico e
prognostico, consentendo una migliore messa a punto della terapia. E' solo da una visione globale e
panoramica degli esami ematochimici strumentali, dei dati anamnestici e semiologici che si può
ottenere una valutazione delle condizioni del paziente e relativa terapia il più possibile aderente alla
realtà e suscettibile di miglioramenti, affinamenti e incremento delle percentuali di successo
terapeutico.
Effetti collaterali:

Somatostatina
L'emivita della somatostatina (naturale) a 14 amminoacidi oscilla sui 3 minuti circa. Ciò significa
che la sua efficacia terapeutica decade con grande rapidità e di conseguenza comporta l'uso di una
siringa temporizzata per mantenere costanti nel tempo concentrazioni efficaci di somatostatina.
All'effetto terapeutico della somministrazione temporizzata si associa la tollerabilità, potendo una
somministrazione rapida provocare disturbi gastro-enterici. Studi tossicologici condotti su
mammiferi hanno escluso effetti collaterali rilevanti e test in vivo e in vitro non hanno evidenziato
alcuna attività mitogena. Somministrazioni di dosaggi elevati e prolungati della somatostatina e
analoghi possono causare nausea, meteorismo, disturbi addominali o diarrea senza mai assumere
carattere di gravità. Questi disturbi si presentano soprattutto alle prime somministrazioni con
attenuazione progressiva nel corso del trattamento e remissione spontanea dopo una o al massimo
due settimane. La comparsa d'intolleranza agli zuccheri o iperglicemia si può verificare in alcuni
casi per l'effetto inibente della somatostatina e analoghi sul rilascio d'insulina, generalmente in
limiti tollerabili e controllabili. Sono state osservate anche stasi intestinali o gastriche da ridotta
attività peristaltica. Nettamente più rara è l'eventualità di una lieve riduzione della pressione
arteriosa e del ritmo cardiaco. In alcuni casi la somatostatina ha favorito la formazione di calcoli di
colesterolo a livello della colecisti per insufficiente attività colagoga da riduzione di
colecistochinina e del circolo entero-epatico di sali biliari. Quest'eventualità può essere prevenuta e
controllata con le specialità in commercio ad attività coleretiche e colagoghe.

Retinoidi
Nelle concentrazioni presenti nel composto vitaminico MDB le usuali somministrazioni di 90-100
mg, pro chilo e pro die, non producono generalmente effetti collaterali. In soggetti predisposti ad
ipertrigliceridemia si può avere un incremento del tasso ematico dei trigliceridi e qualche effetto
collaterale a carico dell'apparato gastro-enterico, si può verificare in pazienti con insufficienza
epatobiliare per la difficoltà di assimilare e utilizzare i retinoidi.

Acido ascorbico
L'unico inconveniente si registra in pazienti affetti da gastrite o ulcera in cui la somministrazione di
vitamina C è preferibile in compresse effervescenti piuttosto che nel prodotto chimico puro in
polvere, e comunque sempre durante il pasto.

Bromocriptina
Alle dosi usuali di 2,5 mg giornalieri il prodotto non da frequenti sintomi collaterali soprattutto se
la somministrazione è frazionata durante i tre pasti. L'inconveniente più frequente è la nausea che
può essere controllata con prodotti antiemetici e antinausea come l'ondansetrone cloridrato, attivo e
consigliabile anche in situazioni analoghe prodotte dalla somatostatina.

Cabergolina
Durante i primi giorni di trattamento particolare attenzione va posta alla guida di veicoli o alla
manovra di macchinari. Può dare nausea e disturbi come dispepsia e gastrite. Non sono evidenti e
non sono state ancora confermate sofferenze renali o epatiche. L'uso cronico può avere un leggero
effetto ipotensivo.

Vitamina D
Un'eventuale controindicazione o limitazione all'impiego può essere causata dall'effetto calcemico.
Durante la somministrazione della vitamina D è pertanto opportuno un controllo settimanale
all'inizio della cura e successivamente più diradato del tasso di calcio nel sangue. Generalmente la
somministrazione negli adulti di 8-10 gocce non provoca incrementi della calcemia superiori ai
livelli fisiologici.

Ciclofosfamide
Nei dosaggi di 50 mg (massimo 100 mg) utilizzati nell'MDB può provocare in alcuni pazienti un
abbassamento del numero dei globuli rossi e bianchi e delle piastrine. La presenza nell'MDB di
melatonina, vitamina E e retinoidi attenua notevolmente questi effetti della ciclofosfamide.
Nell'eventualità di uno stato anemico si può somministrare eritropoietina in dosaggi tra 2000 e
10.000 unità in base allo stato e all'entità dell'anemia. L'eritropoietina può essere infusa in vena o
somministrata per via sottocutanea. Nell'eventualità di una carenza di globuli bianchi (leucopenia)
sono utili prodotti come le citochine (granulokine) che incrementano il tasso ematico di granulociti.
Un aumento del dosaggio della melatonina, anche considerevole in considerazione della sua
atossicità, ha riflessi positivi sia nell'eventualità di uno stato anemico che leucopenico o
piastrinopenico.

Idrossiurea
Gli effetti negativi sono rapportabili a quelli indotti dalla ciclofosfamide e sono controllabili con gli
stessi farmaci: eritropoietina, granulochina, melatonina. Nell'MDB il dosaggio del farmaco è
drasticamente ridotto rispetto ai protocolli chemioterapici pertanto anche gli effetti collaterali lo
sono. E' indicata soprattutto nelle localizzazioni neoplastiche cerebrali per la sua possibilità di
attraversare la barriera ematoencefalica.

Melatonina
Studi su volontari sani, su animali da esperimento e in vitro hanno escluso danni prodotti da questa
sostanza. Anche dosaggi centinaia di volte superiori a quelli usualmente impiegati in terapia non
hanno prodotto alcun effetto collaterale né contestuale alla somministrazione né postumo, come si è
potuto rilevare controllando i pazienti anche per anni. L'unico inconveniente, presente soprattutto
alle prime somministrazioni, è rappresentato dall'induzione di sonnolenza, in misura molto variabile
fra i pazienti.

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