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OMELIA ARABO-CRISTIANA
DELL’VIII SECOLO
Traduzione, introduzione e note
a cura di Maria Gallo
Postfazione di Samir Khalil Samir, S.l.
retorica sacra nel mondo bizantino, influenza che si ritrova nei ser
moni di un Basilio di Seleucia, Proclo di Costantinopoli e molti al
tri. Quest’influenza supera l’impiego dei "dialoghi drammatici” e si
ritrova in una certa prosa ritmica, nella quale l’opera di Sofronio
raggiunge uno dei suoi vertici».
18 Introduzione
33 Come farà alla fine del secolo, un altro melchita, Abu Qur-
rah. Vedi Samir, Les citations bibliques..., cit.
22 Introduzione
41 Gv. 10, 38. Nella stessa linea del nostro si muovono alcuni
esegeti moderni di Giovanni. Così Brown, cit., p. 537: «Le opere di
Gesù in Giovanni... sono segni che portano alla comprensione, piut
tosto che prove convincenti. La risposta ad esse è una risposta di fe
de, piuttosto che di riconoscimento intellettuale». Ben altro peso nel
Corano ha l’appello ai segni che gli intelligenti non possono non ri
conoscere. Di': Questa è la mia via, io chiamo a Dio fondandomi su
visibile prova (Corano 12, 108 e passim).
28 Introduzione
42 PG 94, 476.
43 Evidentemente, l’autore qui si confronta discretamente,
co m e nel suo stile, con la dottrina islamica del Kasb, acquisizione.
La radice KSB, dalla quale deriva il sostantivo Kasb, è m olto usata
nel Corano. Vedi per esem pio Corano 2, 81: Chi acquista del male ed
è irretito nel peccato sarà dannato al fuoco e vi rimarrà in eterno. La
dottrina dell’acquisizione o Kasb fu formulata più tardi dai dottori
islamici; ma il problema che si sforza di risolvere e che, com e ac
cennavo, è già presente nel Corano, è stato dibattuto fin dagli inizi
della riflessione all'intemo dell'Islam e presumibilmente anche nel
dialogo islamo-cristiano. Il problema consiste nella difficoltà di con
ciliare l’onnipotenza divina con la responsabilità dell'uomo e la re
tribuzione dei suoi atti da parte di Dio, sia per il premio che per la
condanna. Se Dio è il creatore assoluto dell’uomo e dei suoi atti (Co
rano 37, 96), come si può parlare di responsabilità dell’uomo e di re
tribuzione divina per ciò che egli fa? La dottrina del Kasb ritiene
che Dio è sì l’unico autore dell’uomo e dei suoi atti, ma in più crea
nell’uomo la capacità di acquisire i suoi atti, sia buoni che cattivi.
Introduzione 29
57 PG 94, 808BC.
Introduzione 35
58 Cf. Deut. 32, 21: Mi resero gebso con ciò che non è Dio... Io li
renderò gelosi con uno che non è popolo... e passim.
36 Introduzione
' (hamzah)
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Palestinese anonimo
OMELIA ARABO-CRISTIANA
DELL’VIII SECOLO
APERTURA
14 Cf. Is. 6, 3: Piena è tutta la terra della sua gloria; Ger. 23, 24:
Non riempio Io il cielo e la terra?·, Sap. 1 ,7 : Lo Spirito del Signore
riempie l'universo abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce; Sai.
96/97, 9: Tu sei l'Altissimo su tutta la terra, o Signore. Espressioni e
concetti che ritornano di frequente nelle liturgie cristiane. Analo
gamente l’appellativo di al-'all), l’Altissimo, ritorna m olto spesso
nel Corano assiem e ad espressioni analoghe derivate dalla stessa
radice.
15 È un’espressione coranica. Diciotto volte il Corano attribui
sce a Dio il titolo di al-Ganl, il Ricco, che non ha bisogno di nulla.
Nel Corano Dio si qualifica così, quasi a sfida di coloro che rifiuta
no di credere, ma che in ogni caso non possono danneggiarlo in
nulla poiché Lui non ha bisogno dell’adorazione delle creature. Cf.
per esempio Corano 57, 24: Se qualcuno volge le spalle, ebbene Iddio
è quei che di nulla ha bisogno, al-Ganl! Cf. Gimaret, op. cit., pp. 223-
224. Tutt’altro è il significato del termine "ricco” applicato a Dio nel
vocabolario cristiano. Cf. per esempio 2 Cor. 8, 9: Conoscete la gra
zia del Signore nostro Gesù Cristo: per voi si è fatto povero essendo
ricco, perché voi foste arricchiti dalla sua povertà; Ef. 2, 4.5: Dio es
sendo ricco di misericordia... ci ha fatti rivivere con Cristo; ecc.
16 Cf. Giac. 4, 8: Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi. In
alcuni versetti coranici Dio è detto il Vicino, Qarìb. È molto noto
Corano 50, 16: In verità noi creammo l’uomo e sappiamo quel che gli
sussurra l'anima dentro, e siamo a lui più vicini che la vena grande
del collo. Tuttavia nel loro contesto queste parole si riferiscono
all'impossibilità per l’uomo di sfuggire al giudizio di Dio, non si
tratta certo di una prossimità di amore. Cf. Gimaret, op. cit., pp.
273-274. Ben altro è il significato di questa prossimità di Dio all'uo
mo nella tradizione cristiana. Non si esclude certo l’onniscienza di
Dio; ma si sottolinea soprattutto il suo amore per l’uomo, amore
trasformante, per cui san Paolo può dire: Chi si unisce al Signore è
un solo spirito con Lui (1 Cor. 6, 17). Cf. anche Deut. 4, 7: Qual è
quel popolo grande al quale Dio sia loro vicino come il Signore nostro
Dio lo è per noi ogni volta che l’invochiam o?
17 Muglb, Colui che risponde ed esaudisce, anche questo è un
nome coranico di Dio, spesso associato a il Vicino, Qarìb. Cf. Cora
no 11, 61: In verità il mio Signore è vicino, pronto ad esaudire. Cf. Gi
maret, op. cit., pp. 406ss.
Preghiera 51
21 Cf. Atti 4, 24: Signore, tu che hai creato il cielo, la terra, il mare
e quanto è in essi. Si tratta di un’espressione biblica assai frequente
che ritroveremo spessissimo nel nostro testo o come invocazione o
come affermazione, con un’aggiunta diretta a ben precisare la pro
fessione di fede dell’autore: Con la tua Parola e con il tuo Spirito; Lo
de a Dio nella sua Parola e nel suo Spirito·, Noi non separiamo mai Dio
dalla sua Parola e dal suo Spirito·, ecc. Il Credo dell’autore, proposto
senza traccia di polemica, è però chiaro e non tollera alcuna riduzio
ne. Anzi, come vedremo più avanti, egli tenterà addirittura di trovare
nel Corano delle ammissioni a quanto viene esponendo. Il Damasce
no insiste con le stesse espressioni e con gli stessi argomenti. Cf. Jean
Damascène, cit., p. 218: «Voi <musulmani> dite che il Cristo è Verbo e
Spirito di Dio, perché dunque ci ingiuriate come associatori? Il Verbo e
lo Spiritò sono indivisibili da Colui nel quale naturalmente si trovano.
Se dunque il Cristo è in Dio come Verbo di Dio, evidentemente è Dio.
Se poi è fuori di Dio, Dio, secondo voi, è senza Parola e senza Spirito.
Dunque, per evitare di associare a Dio <il suo Verbo e il suo Spririto>,
voi lo mutilate». Lo stesso pensiero ritoma ìbid., p. 238.
22 Cf. 1 Tim. 6, 16: Gesù Cristo il quale abita la luce inaccessibi
le. Come vedremo più avanti, il nostro autore predilige il tema della
luce di Dio.
Dio Uno-Trino 53
cieli e la terra della tua gloria! 23 Ecco essi per tre volte
<ti> danno gloria e mettono il sigillo <della triplice
adorazione> sull'Unico Signore, perché gli uomini sap
piano che gli Angeli danno gloria a Dio, alla sua Parola
e al suo Spirito, Unico Dio e Unico Signore!
Noi ti adoriamo, o nostro Signore e nostro Dio,
nella tua Parola e nel tuo Spirito.
Tu, o Dio, con la tua Parola hai creato i cieli e la
terra e quanto è in essi e con lo Spirito Santo hai vivifi
cato le schiere degli Angeli24.
Noi ti lodiamo o Dio, ti diamo gloria, ti magnifi-
chiamo, nella tua Parola creatrice e nel tuo Spirito
Santo e vivificante25, Unico Dio, Unico Signore, Unico
Creatore.
Noi non separiamo Dio dalla sua Parola e dal suo
Spirito, né adoriamo insieme a Dio nella sua Parola e
nel suo Spirito un altro Dio 26.
libro! Non siate stravaganti nella vostra religione e non dite di Dio al
tro che la verità! Ché il Cristo Gesù figlio di Maria non è che il mes
saggero di Dio, il suo verbo che Egli depose in Maria, uno spirito da
Lui esalato. Credete dunque in Dio e nei suoi messaggeri e non dite
TRE! Basta! Così pure Corano 5, 73: Sono empi quelli che dicono:
Dio è il terzo dei tre. Non c ’è altro Dio che un Dio solo; e passim . «Dio
non può essere separato dalla sua Parola e dal suo Spirito». Su que
sto assioma fondamentale della sua professione di fede il nostro tor
nerà più volte. La stessa insistenza con le medesime espressioni, in
greco si intende, si trova nel Damasceno. Cf. per esempio De fide
orthodoxa, PG 94, 800-829. In questa proposizione del nostro c’è an
che una risposta all’accusa islamica di associazionismo fatta ai cri
stiani adoratori della Trinità.
27 Tutte le Scritture, Antico e Nuovo Testamento, parlano del
mistero trinitario e della divina Incarnazione del Verbo. Il nostro ri
pete fedelmente la dottrina tradizionale dei Padri. Prima di lui il Da
masceno ripropone con forza lo stesso assioma. Cf. De fide ortho
doxa, PG 94, 791.800.801.807, e passim . Anche secondo il Vangelo
arabo apocrifo (Moraldi, op. cit., p. 44), Adamo contemplava la Tri
nità
28 Anziché "rivelate”, alla lettera dovrebbe tradursi "fatte scen
dere", da Dio si intende. Ànzala, far scendere, è il termine tecnico in
Islam per designare l’azione di Dio che fa scendere la sua parola sul
profeta. Il libro disceso per eccellenza è il Corano, e infatti il verbo
ànzala è di uso frequentissimo nel Corano stesso; ma lo si trova ap
plicato anche alle Scritture giudeo-cristiane. Cf. per esempio Cora
no 3, 3: Egli t ’ha rivelato il Libro con la verità confermante ciò che fu
rivelato prima, e ha rivelato la Torah e il Vangelo; e passim . L’espres
sione verbale corrisponde alla concezione islamica di rivelazione.
Essa è un’operazione divina in cui il destinatario umano è totalmen
te passivo e recettivo non solo del messaggio, ma anche del suo in
volucro linguistico, letterario, ecc. Si tratta di un punto cardine del
la teologia islamica, che segna non soltanto l'esegesi coranica; ma è
influente su tutta la visione di Dio, del mondo, della storia, ed an-
Dio Uno-Trino 55
Analogie trinitarie
Questo a som iglianza35 di quel che si afferma del
disco del sole che è in cielo, dei raggi che si irradiano
dal sole e del calore, che pure proviene dal sole. L’uno
deriva dall’altro; ma non parliamo di tre soli, bensì di
un unico sole. Si tratta cioè di tre nomi, ma l’uno non
può essere disgiunto dagli altri.
Analogamente riguardo all’occhio, alla pupilla
dell’occhio e alla luce che è nell’occhio, non parliamo
di tre occhi; m a di un solo occhio con tre nomi.
Analogamente per quel che riguarda l’anima, il
corpo e lo spirito; noi non disgiungiamo l’uno dall’al
tro, né parliamo di tre uomini; ma di un solo uomo e
di tre nomi per un’unica persona.
Analogamente per la radice dell’albero, i suoi rami
e i suoi frutti, non diciamo che sono tre alberi ma un
albero solo, poiché una parte procede dall’altra, l ’al
bero dalla radice, i frutti dall’alberc». Non appena il
germoglio spunta alla sua stagione e l’uomo lo vede,
già sappiamo che tutte queste sue parti sono nell’albe
ro, quando appare e prim a che appaia.
Ancora, <il mistero trinitario> è simile a una sor
gente d’acqua: l’acqua sgorga dalla sorgente, da essa
scorre in un fiume e parte delle acque del fiume si rac
colgono in un lago; certo, non puoi distinguere una
parte dell’acqua dall’altra. Anche se i nomi sono diver
si, non diciamo che si tratta di tre acque, ma di un’uni
ca acqua nella sorgente, nel fiume e nel lago.
<Così pure> l’uomo, la sua mente e la parola che
nasce dalla mente, una parte dall’altra, lo spirito che è
39 Cf. Is. 40, 12: Chi ha misurato con il cavo della mano le acque
del mare?
40 Testo lacunoso, corretto da p. Samir.
41 Evidentemente, l’autore vuole confutare le accuse coraniche.
Cf. per esempio Corano 4, 171: Dio è un Dio solo troppo glorioso e al
to per avere un figlio!; Corano 6, 101: Come potrebbe Dio avere un fi
glio se non ha una compagna e se è lui solo che ha creato tutte le co
se?; ecc.
42 Cf. Gv. 1, 1: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
60 Palestinese anonimo
Il diluvio
A llora66, al tempo di Noè, Dio fece venire il dilu
vio sui figli di Adamo e su tutti gli animali 67. Tutta la
popolazione della terra annegò; ma Noè e la gente del
la sua casa si salvarono. Erano otto an im e68 sulla bar
ca che Dio aveva comandato a Noè di costruire; e inol
tre era con lui sulla barca <un esemplare> di tutti gli
animali e di tutti gli uccelli, secondo l'ordine di Dio.
Infine, dopo un anno Dio fece uscire dalla barca
Noè e la gente della sua casa. Allora la terra fu abitata
dai suoi figli e dalla gente della sua casa. Noè offrì a
Dio un sacrificio e Dio accettò il suo sacrificio.
Da Noè ad Abramo
Poi, tra Noè e Abramo il buono, eletto da Dio per
la sua obbedienza, ci furono dieci Padri, cioè trascorse
ro milleduecento a n n i69. <In questo lasso di te m p o gli
uomini adorarono il Satana al posto di Dio, commisero
cose abominevoli e ribelli a Dio, eccetto i santi di Dio,
che però in quel tempo erano pochi70. Questi santi am
Da Abramo a Mosè
Poi tra Abramo e Mosè profeta di Dio ci furono
quattrocentotrenta a n n i73 e gli uomini divennero peg
giori di quel che non fossero mai stati, sempre più mal
vagi nelle loro opere e sempre più deformi nell’aspet
to 74. Il Maligno lavorava in mezzo agli uomini, l’opera
parla il Signore: Come un pastore salva dalla gola del leone due zampe
o un pezzo d ’orecchio, così saranno salvati i figli di Israele. Il tema è
ripreso ancora da Amos, Isaia, Michea, Sofonia, Geremia, Ezechiele
ecc. Cf. Dreyfus, op. cit.
71 Anche il Corano qualifica alcuni profeti come ammonitori. Cf.
Corano 2, 113: Dio mandò i profeti araldi e ammonitori. Così Loth, Co
rano 54, 33; Noè, Corano 7, 63 e passim. Spesso questi profeti furono
scherniti e rifiutati, cf. Corano 3, 183.184; 6, 10; 10, 13; ecc.
72 Molti testi biblici si dilungano a parlare delle tribolazioni dei
santi. Cf. per esem pio Ebr. 11. Il tema è ben conosciuto anche dalla
letteratura giudaica; cf. per esempio Ginzberg, op. cit., IV, 279 e
passim . Cf. anche voce Isaiah, in EJ, cit.: qui sono riferite le medesi
me leggende relative al martirio di Isaia correnti nel mondo ebraico
e in quello islamico.
73 Cf. Es. 12, 40: La dimora dei figli di Israele in Egitto fu di
quattrocentotrenta anni.
74 L’aggravarsi del male all’approssimarsi dei tempi messianici
è un tema classico della letteratura rabbinica e di quella patristica.
Il Talmud insegna che l’avvento del Messia sarà preceduto da gravi
sofferenze, oscurità e dalla più bassa degenerazione morale. Un te
sto della Pesikta Rabbati recita: Rabbi Hiya, figlio di Abba dice: Il re
Messia verrà solo in quella generazione che avrà la faccia di un cane.
Rabbi Eleazar dice: Nella generazione degna di essere annientata verrà
il re Messia. Cf. Sete del Dio vivente, cit., p. 59. Analogamente la let
teratura patristica. Cf. per esempio Gregorio Nisseno, PG 46, 1132C:
Dal peccato di Adamo alla venuta di Cristo la tenebra del male crebbe
fino alla sua misura estrema. PG 46, 609A: un'enorme massa di male
andò accumulandosi dalla creazione del mondo fino all'economia del
la passione del Signore; ecc.
Il Messia .nella storia della salvezza 71
L’Egitto e l’Esodo
Poi Israele entrò in Egitto 76 con i suoi figli, erano
settantacinque anime tra uomini, donne e bambini. Dio
li fece crescere e moltiplicare, finché non raggiunsero il
num ero di seicentomila e p iù 77.
Intanto era sorto a capo dell’E gitto un altro Faraone
che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli discriminò i fi
gli di Israele, impose loro un duro lavoro e volle distrug
gerli. Di se stesso fece un dio e ai figli di Israele impose
duri lavori di costruzione, li tormentò con aspri tormen
ti, e uccise i loro figli.
Ma Dio salvò Mosè, e la figlia del Faraone lo fece
crescere.
I figli di Israele implorarono da Dio di essere libe
rati dall’oppressione nella quale vivevano e dalla mano
del Faraone. E Dio li esaudì e si fece conoscere a loro
nella sua misericordia. Così Mosè uscì dall’Egitto fug
gendo e Dio lo guidò finché non giunse al monte Sinai.
<Qui>, sul lato destro del monte, Dio gli parlò a viva
voce78 e gli disse: Ecco, è salito fino a me il lamento dei
È promesso il Messia
Poi Dio disse a Mosè e ai figli di Israele: Ecco, Io
farò sorgere per voi un profeta come Me. Obbeditegli
86 Deut. 18, 15: Il Signore tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te,
tra i tuoi fratelli, un profeta uguale a me; a lui darete ascolto, e ss. La
letteratura rabbinica fa menzione di questo testo raramente e non lo
applica al Messia. Invece il Nuovo Testamento lo utilizza sottoli
neando il compimento della profezia in Gesù. Così il discorso di
Pietro in Atti 3, 22; quello di Stefano in Atti 7, 37; Giovanni 1, 21;
ma soprattutto i Vangeli del Battesimo e della Trasfigurazione nei
sinottici, Mt. 3, 17ss. e 17, 5ss.: Questi è il Figlio mio diletto nel quale
m i sono compiaciuto, ascoltatelo! L’esegesi patristica ha visto in
questi due momenti della vita del Signore la realizzazione della pro
messa contenuta nel Deuteronomio. L’intreccio di questi testi è alla
base delle celebrazioni liturgiche del Battesimo e della Trasfigura
zione nella Chiesa bizantina. Invece Corano 3, 164 sembra applicare
a Muhammad questa profezia.
87 Sic Deut. 34, 7.
88 II tema ricorre con grande frequenza nell’Antico Testamen
to, Pentateuco, Profeti, Salmi, Libri storici. Cf. per esempio Deut.
32, 17: Hanno sacrificato a demoni che non sono Dio; Sai. 105/106,
37.38: Immolarono i loro figli e le loro figlie agli dèi falsi. Versarono
sangue innocente, il sangue dei figli e delle figlie sacrificati agli idoli di
Canaan; la terra fu profanata dal sangue-, ecc.
89 Cf. Ebr. 1,1: Molte volte, in molti modi, Dio aveva parlato ai
Padri per mezzo dei profeti.
74 Palestinese anonimo
103 Qadlr, Potente, è un altro nome di Dio ben attestato nel Co
rano, cf. per esempio Corano 6, 37; 6, 65; ecc. Per l’analisi di questo
titolo di Dio nella tradizione islamica, cf. Gimaret, op. cit., pp. 235ss.
104 La traduzione è fedele; ma il testo è alquanto oscuro. Credo
che l’autore abbia presente un racconto midrashico (cf. Beresit Rab-
ba, V ili, 3ss.), di cui si trova traccia anche nella Lettera agli Ebrei
(1 ,6 : quando introdusse il Primogenito nell'Universo Dio disse: «Lo
adorino tutti gli Angeli di Dio»). Il Corano utilizza ampiamente il
racconto midrashico, ripetendolo più volte quasi con le medesime
parole (Corano 2, 30ss.; 7, llss.; 15, 31ss.; ecc.). Dunque, il Midrash
dice che, dopo aver creato gli Angeli, Dio creò l'uomo e allora or
dinò agli Angeli di prostrarsi davanti ad Adamo. Tutti obbedirono
meno Iblis e i suoi seguaci, i quali, vedendo Adamo fatto di fango, si
ribellarono a Dio, gli disobbedirono e furono scacciati. Ora però,
78 Palestinese anonimo
Dio mandò dal suo trono la sua P aro la10S, che pro
cede da Lui, e così salvò la stirpe di Adamo rivesten
dosi 106 di quest’uomo debole e vinto nel seno di Maria
la Buona, che Dio si è scelta a preferenza di <tutte> le
donne dell’universo 107. Dio si nascose in Lei e per mez
zo di quest’Uomo distrusse il Maligno, lo represse e lo
umiliò lasciandolo debole e miserabile. <11 M alig n o
non potè più m enar vanto sulla stirpe di Adamo per il
violento dolore provato quando Dio lo vinse per mezzo
di quest’Uomo del quale si era rivestito.
Se Dio avesse distrutto Iblis senza rivestirsi di
quest'Uomo per mezzo del quale l’ha ab b attu to 108, Iblis
non avrebbe provato dolore e rimpianto. Infatti il Mali
gno avrebbe proprio detto: Ecco io ho umiliato l’uomo,
l’ho tentato, l'ho fatto uscire dal Giardino, quell’uomo
che Dio aveva creato con la sua mano, a sua immagine
e somiglianza, l’ho strappato a Dio e gli ho fatto eredi
tare 109 la disobbedienza e la morte. Se mi avesse vinto
110 Cf. Le. 10, 18: Vedevo il Satana come folgore cadere dal cielo-,
Gv. 12, 31; Ap. 12, 9. Il tema della cacciata del Satana dal Paradiso è
ben conosciuto dal Midrash, cf. Ginzberg, op. cit., I, pp. 62ss., e pas
sim . Analogamente nel Corano 15, 34.35.
111 II Messia Spirito di Dio. È un’espressione singolare nel lin
guaggio cristiano, anche se si incontra in alcuni autori dei primissi
mi secoli, per esem pio in Teofilo di Antiochia, cit., 2, 10, 12 (il passo
mi è stato segnalato dal p. V. Poggi SJ). Invece il Corano l’applica a
Gesù proprio in un contesto che nega la sua divinità, com e ho già
segnalato sopra, Corano 4, 171.
* Tre puntini in parentesi quadre indicano una lacuna nell’ori-
ginale arabo.
80 Palestinese anonimo
112 II testo che segue è tolto quasi alla lettera da Le. 1, 25-45.
Anche il Corano 3, 42-48 e 19, 16-22, racconta l’annuncio fatto a Ma
ria; però più che al Vangelo si ispira a leggende e racconti apocrifi.
113 Cf. Le. 1, 19: Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio; e
Le. 1, 26. Nell’Antico Testamento il nome dell’arcangelo Gabriele si
incontra solo in Dan. 8, 16 e 9, 21. Il Corano parla esplicitamente di
Gabriele in due passi, 2, 97.98 e 66, 4; ma vi allude, pare, altre volte
indicandolo com e lo spirito di santità. Corano 2, 97 dice che fu Ga
briele a deporre il Corano nel cuore di Muhammad.
114 L’autore compone le parole del Vangelo con il Credo.
115 Uomo perfetto, il Cristo provato in ogni cosa come noi eccetto il
peccato (Ebr. 4, 15). L’autore ritorna più volte sulla sua professione di
fede cristologica: il Cristo è Dio perfetto-Uomo perfetto in tutto eguale
a noi eccetto il peccato. È l’ortodossia di Calcedonia (451): Il Signore
nostro Gesù Cristo perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità,
vero Dio e vero uomo (in Decisioni dei Concili, cit., p. 164). Ma già nel
433 la cosiddetta formula di unione professava il Cristo Dio perfetto-
Uomo perfetto (ibid., p. 22). In ogni caso i monaci palestinesi dopo le
controversie cristologiche si erano attestati su una professione di fede
sobria e misurata che fu detta "Calcedonesimo minimale”. E su questa
formula “il Cristo Dio perfetto-Uomo perfetto” non ci sono obiezioni.
Cf. Peirone, cit., passim. Forse è opportuno ricordare a questo punto
che in una certa tradizione islamica l’uomo perfetto è Muhammad.
Pietà per l'uomo e divina incarnazione 81
Maria, dopo averlo dato alla luce, è rim asta vergine 116.
Se il Messia non fosse Dio da Dio e Luce <da Luce>, Ma
ria non sarebbe rimasta vergine dopo averlo generato;
ma ella aveva dato alla luce la Luce di Dio, la sua Parola,
misericordia, guida e salvezza117 per le sue creature.
Infatti il Messia ha salvato Adamo e la sua stirpe
dall'inganno di Iblis, ha risollevato Adamo dalla sua ca
duta 118, ha curato la sua ferita, ha rinnovato la sua
consunzione, ha guarito la sua frattura, ha liberato lui
e la sua stirpe dalle mani di Iblis, ha fatto sparire la
sua tenebra e la sua tirannia, ha liberato i nostri cuori
dalla schiavitù del Satana.
Sulla croce <il C ris to ha crocifisso il peccato, con
la sua morte ha messo a morte la morte 119, che Adamo
Scopo dell’Incarnazione
Sappi che il Messia non è disceso dal cielo per la
sua propria salvezza; infatti Parola e Spirito sono pres
so Dio prim a che il tempo fosse 121, e gli Angeli davano
gloria a Dio, alla sua Parola e al suo Spirito, Unico Si
gnore tutto s a n to 122.
In verità il Messia è disceso, misericordia e salvez
za, per salvare Adamo e la sua stirpe da Iblis e dal suo
inganno.
Non si è separato dal trono Lui che è presso Dio,
Dio da Dio. Nel cielo ha stabilito il suo divino dise
gno 123 e ha fatto misericordia alle sue creature, così
come ha voluto.
Dio, che <prima> era disceso dal cielo sul monte Sinai
e aveva parlato a Mosè e gli aveva dato la Torah.
È in ogni luogo, Lui, l’Uomo perfetto, al quale nul
la è nascosto 132!
Poi il Messia verrà nel giorno della risurrezione e
giudicherà gli uomini per le loro opere: i buoni eredite
ranno il regno del cielo e la vita eterna che non ha fi
ne 133.
Il Mediatore
Il Messia è il Mediatore tra noi e Dio perché è Dio
da Dio e Uomo <vero> 134.
Gli uomini non potevano guardare Dio e restare in
vita 135. Ma Dio ha voluto per le sue creature misericor
dia e gloria. Così il Messia sta in mezzo tra noi e Dio,
Dio da Dio e Uomo <vero>, Giudice degli uomini se
condo le loro opere. Perciò Dio si è nascosto in un uo
mo senza peccato! Nel Messia Dio ha usato con noi la
sua misericordia e ci ha avvicinati a Lui.
134 Cf. 1 Tim. 2, 5: Uno solo è Dio e uno solo è il mediatore tra
Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù; ecc.
135 Cf. Es. 33, 20: Nessun uomo può vedermi e restare vivo, dice
il Signore; ma nella nuova economia Gesù assicura i discepoli: Chi
vede me vede il Padre (Gv. 14, 19).
136 Cf. Le. 24, 44-48.
86 Palestinese anonimo
Il Messia è Dio
Chi è costui che può decretare in cielo e convali
dare <in terra> il suo decreto se non Dio solo? E que
sto per mezzo della sua Parola e del suo Spirito. Sì, il
Il Padre Nostro
Il Messia ci ha insegnato a dire così: Padre nostro,
che sei nel cielo, sia santificato il tuo nome, venga il tuo
regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra,
donaci ogni giorno il pane necessario, perdonaci le no
stre colpe come noi perdoniamo chiunque abbia peccato
contro di noi. Non farci entrare in tentazione, o Signore,
ma salvaci dal Satana; poiché tuo è il regno, la potenza e
la gloria nei secoli dei secoli. Amen 143. Così il Messia ha
fatto vedere in mezzo agli uomini la luce di Dio, e sulla
Isaia
Anche il profeta Isaia figlio di Amos profetò a pro
posito del Messia.
Isaia è quel profeta che ha visto i cieli aperti, e il
Signore sul trono elevato, e i Cherubini intomo al trono
Il culto perfetto
La perfezione dell’opera sta nella purezza dello
spirito, nella rinuncia al mondo e nel desiderio ardente
del secolo futuro 176. È questa la perfezione della scien
za e del culto che Dio chiede agli uomini per non esse
re disgustato di loro. Infatti, così ha detto il Messia:
Non sono venuto a distruggere l’ideale di Mosè, ma a
compierlo·, Io pongo la mia vita come riscatto per mol
ti 177.
Sì, davvero è Lui il nostro riscatto dalla morte, dal
peccato e dall’inganno di Iblis! Sia a Lui la lode e
l’azione di grazie per questo!
Il profeta Michea
Dio ha parlato anche per bocca del profeta
Michea 18*. Questo Michea è quel profeta che riprese
aspramente Acab, re dei figli di Israele, per la sua tra
cotanza e il suo inganno, al tempo del profeta Elia. Mi-
chea poi fu fatto uccidere dal re Joram figlio del re
Acab, il tiranno figlio di un tiranno, mentre lo accom
pagnava <per tentare di tir a r l o fuori dal suo inganno.
ti, dice san Paolo, Dio ama il donatore lieto (2 Cor. 9, 7). Questo
pensiero è m olto frequente nella letteratura patristica, specialmen
te quella siriaca che ha avuto un forte influsso sui monasteri pale
stinesi. Il tema della libertà è ricorrente nella letteratura siraca sin
dai tempi di sant’Efrem (IV secolo), che ha dovuto combattere il
manicheismo, e si ritrova negli apologisti arabi palestinesi di estra
zione monastica. Cf. Griffith, op. cit., VI, pp. 87-92. Altrettanto si
cura questa dottrina nei Cappadoci. Per Gregorio di Nissa il libero
arbitrio è simile a Dio, PG 46, 524AB. Il Damasceno, così vicino al
nostro, finisce addirittura con l’identificare cristianesimo e libertà,
Islam e determinismo. Cf. PG 94, 1590; 96, 1335.1530.1587. Il no
stro è molto vicino all’ispirazione biblica e non spinge oltre il con
fronto con l’Islam. Questo, a m io parere, è il suo pregio: l’afferma
zione fervida del bene della libertà dell’uomo agli occhi di Dio, pro
prio perché Dio è Dio. Cf. sopra. Il Corano contiene una serie di
versetti relativi alla tolleranza: Non vi sia costrizione nella fede (Co
rano 2, 256), accanto ad altri assai più intolleranti nei confronti di
chi non accetta l’Islam: Combattete coloro che non credono in Dio e
nel giorno estremo... che non s'attengono alla religione della verità
(cioè all’Islam). Combatteteli finché non paghino il tributo uno per
uno, umiliati (Corano 9, 29). Si noti che la sura 9 è più tarda della
sura 2, e secondo alcuni studiosi sarebbe la penultima in ordine di
composizione; perciò essa ha valore abrogante rispetto alle disposi
zioni precedenti. In ogni caso il nostro autore mi pare che si riferi
sca prima di tutto al libero arbitrio e solo di riflesso al problema
della costrizione in materia di fede. Quest’ultima certamente è ne
gata in una visione che afferma il libero arbitrio dell’uomo voluto e
amato da Dio. L’autore tocca anche un altro punto sul quale tor
nerà più avanti: se l’uomo non fosse libero, Dio non potrebbe ri
compensare in verità la sua obbedienza.
181 Cf. 1 Re 22, 8ss.; 2 Cron. 18, 7ss., e passim; 2 Re 3, 11. L’au
tore evidentemente cita a memoria e mescola i due racconti relativi
ad Acab e al figlio Joram.
102 Palestinese anonimo
185 II tema della gioia seguente alla purificazione del cuore per
il dono dello Spirito Santo è anch’esso tipico della letteratura asceti
ca, specialmente siriaca.
186 Ora l’autore segue Mt. 2, lss.
104 Palestinese anonimo
Ancora Isaia
Ancora profetando in Spirito Santo, Isaia disse:
Ecco, il Signore assiso su una nube leggera viene in Egit
to e crollano gli idoli d ’Egitto 196. Ora, il Messia è entrato
194 Cf. Ef. 1, 3: Benedetto il Dio e Padre del Signore nostro Gesù
Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in
Cristo.
195 In verità il Corano afferma proprio che Muhammad fu
preannunciato dalla Torah e dal Vangelo come messaggero di Dio e
profeta dei gentili. Cf. Corano 61,6: Disse Gesù figlio di Maria: «O fi
gli di Israele! Io sono il messaggero di Dio a voi inviato a conferma di
quella Torah che fu data prim a di me e ad annuncio lieto di un mes
saggero che verrà dopo di me e il cui nome è Ahmad!». Ahmad è un
altro nome di Muhammad, della stessa radice e di eguale significa
to: Lodato. Cf. pure Corano 7, 157.158; 13, 43; 26, 196.197.
196 Is. 19, 1. Versetto prediletto dall’esegesi patristica e dalla li
turgia che spesso lo applica al Cristo infante e alla Vergine Madre
Il Messia speranza delle nazioni 107
che sulle sue braccia lo porta in Egitto (Mt. 2, 14.15). Cf. per esem
pio il famoso Inno acatisto, cit.: Dio, assiso in gloria sul trono della
divinità, venne su una nube leggera... facendo risplendere in Egitto la
luce della verità, mettesti in fuga le tenebre dell’errore. Caddero gli idoli
d'Egitto, o Salvatore, non sopportando la tua potenza...
LE OPERE DEL MESSIA CORRISPONDONO
ALLE PROFEZIE
Giobbe
Anche il giusto Giobbe ha profetato nello Spirito
Santo. Si tratta di quel Giobbe di cui Dio fece menzio
ne e disse: Ecco, abbiamo trovato un uomo giusto e ret
to che teme Dio ed è alieno da ogni azione cattiva 197.
Profetò dunque Giobbe e disse: E Dio che da solo di
stende il cielo e cammina sul mare come su terra asciut
ta 198.
Non sappiamo forse che nessun uomo ha camm i
nato sul m are tranne il Messia? Sì, Egli ha camminato
sul mare 199 e si è rivelato agli uomini come Parola di
Dio e Luce di Dio. Per mezzo di Lui Dio ha creato i cie
li e la terra e quanto è in essi, come aveva profetato di
Lui il giusto Giobbe, parlando sotto la mozione dello
Spirito Santo.
Allo stesso modo anche il profeta David, profetan
do sotto la mozione del medesimo Spirito Santo, ha
detto: Dalla Parola di Dio sono stati fatti i cieli e con lo
Daniele
Fu pure data da Dio l’ispirazione al suo profeta
Daniele 204. Questo Daniele, Dio l’aveva reso sapiente e
intelligente e gli aveva rivelato la scienza del tempo.
Egli ricevette l’ispirazione per mezzo dell’arcangelo
Gabriele, il quale gli parlò del Messia, Parola di Dio e
Luce di Dio, dopo che Daniele per ventidue giorni ave
va digiunato e invocato Dio. Gli disse dunque l’arcan
gelo: Settanta settimane sono state fissate per il tuo po-
Il paralitico risanato
Un giorno il Messia passò accanto a un paralitico.
Costui era steso sul suo letto da trentotto anni, senza
potersi muovere, a meno che altri non lo rivoltasse sul
suo letto. Il Messia ebbe pietà di lui e gli disse: «Vuoi
guarire?». Gli rispose il paralitico: «Sì, o Signore; ma io
muoio, perché non ho nessuno <che m i aiuti>». E il
Messia gli replicò: «Alzati, prendi il tuo letto e toma a ca
sa tua!». E così il paralitico all’ordine del Messia si alzò,
prese il suo letto e tornò a casa s u a 217.
I peccati rimessi
Poi il Messia entrò in una casa e si radunarono in
torno a Lui i capi dei Giudei e i figli di Israele, sicché la
casa ne fu piena e nessuno vi poteva entrare per la trop
pa folla. Allora gli fu portato un altro paralitico sul suo
letto. I suoi portatori volevano entrare e arrivare davanti
al Messia, ma non potevano per la troppa gente; allora lo
presero e lo fecero salire sul tetto della casa, poi scoper
chiarono il tetto e lo calarono giù sul suo letto, fino a de
porlo davanti al Messia, il quale era circondato dai capi
dei Giudei e dalla gente. Gli disse il Messia: «I tuoi pecca
ti ti sono perdonati». Ma i capi e la gente che gli stava in
torno mormorarono: «Chi può rimettere i peccati, se non
Dio solo?». E il Messia replicò loro: «O compagnia di ca
pi, delle due, che mi è più facile dire: “Ti sono perdonati i
tuoi peccati", oppure: “Suvvia, paralitico, alzati, prendi il
tuo letto e va' a casa tua"?». E il paralitico si alzò davanti
ai loro occhi, prese il suo letto e se ne andò dai suoi come
gli aveva ordinato il Messia. Così nessuno dei presenti
potè rispondergli una sola parola218.
217 Cf. Gv. 5, 5ss. Questa volta il nostro sottolinea che la guari
gione avviene per ordine di Gesù, Gesù agisce con la sua propria au
torità, non col permesso di Dio.
218 Tutto il brano segue fedelmente, quasi alla lettera, Le. 5,
17-26.
114 Palestinese anonimo
Il cieco nato
E ancora, un’altra volta il Messia era in cammino e
con Lui c’erano gli Apostoli e una folla di figli di Israele,
quand’ecco sulla via incontrarono un uomo nato cieco
che chiedeva l'elemosina. Gli Apostoli chiesero al Mes
sia: «Signore, chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché
costui nascesse cieco?». E il Messia rispose loro: «Né lui
né i suoi genitori hanno peccato; ma <questo accade>
perché si manifestino in lui le opere di Dio». E il Messia
lo chiamò, sputò in terra, fece del fango, lo spalmò sugli
occhi del cieco e gli disse: «Va' alla sorgente di Siloe, lì la
vati ed ecco ricupererai la vista». Il cieco andò, si lavò al
la sorgente di Siloe e ritornò vedente. Allora dissero i Giu
dei: «Noi non abbiamo mai sentito dire, da che mondo è
mondo," che un cieco recuperi la vista, prima di que
sto» 22°. E molti dei figli di Israele credettero in Lui.
Il sordomuto
Poi il Messia incontrò un uomo sordo e muto, gli
mise il dito nell’orecchio, gli sputò sulla lingua e scacciò
questo demonio <sordo e muto>, che uscì da quell’uo
mo, il quale guarì per ordine del Messia, udì con le sue
orecchie e parlò con la sua lingua221.
219 Cf. Mt. 7, 29: Gesù infatti insegnava loro come uno che ha
autorità e non come i loro scribi.
220 Cf. Gv. 9, lss.
221 Cf. Me. 7, 32ss. Anche questa volta il miracolo avviene per
ordine del Messia.
Le opere del Messia corrispondono alle profezie 115
Il lebbroso
Poi il Messia incontrò anche un lebbroso, il quale
gli disse: «Signore, se vuoi, Tu puoi mondarmi dalla mia
lebbra». «Lo voglio», gli rispose il Messia, e subito, sul
posto fu mondato come aveva detto il Messia 222.
Il Messia e il sabato
Poi un'altra volta il Messia entrò in una sinagoga
dei Giudei in giorno di sabato. I figli di Israele si riuniro
no intorno a Lui ed Egli cominciò a giudicarli e istruirli,
quand'ecco vide nella sinagoga un uomo dalla mano ari
da 223. Disse loro il Messia: «Che cosa conviene fare in
giorno di sabato, fare il bene o fare il male? Far vivere
una creatura o farla perire?». Gli risposero: «Certamente
di sabato faremo il bene, <vogliamo> che una creatura
224 L’autore ribadisce che Dio non vuole costringere l’uomo al
la fede; ma cerca un’obbedienza libera e amante. Più sopra ha detto:
Dio ha voluto che toccasse a Lui di ricompensare l’obbedienza
dell’uomo. Ora si precisa che questa divina ricompensa deve essere
vera, cioè meritata dall’uomo, libero di scegliere tra obbedire o non
obbedire. È un'allusione discreta, mi pare, al dibattito in corso tra i
teologi musulmani. Come si concilia la libertà dell’uomo e la retri
buzione dei suoi atti da parte di Dio con l’affermazione dell’onnipo
tenza assoluta di Dio che fa errare chi vuole e guida chi vuole (Cora
no 74, 31)? Fu questo uno dei primissimi problemi che dovettero af
frontare i pensatori musulmani divisi assai presto in due correnti:
gli uni (Qadariti) partigiani del libero arbitrio, gli altri (Gabariti)
convinti che l’onnipotenza di Dio esclude la libertà dell’uomo. I cri
stiani parteciparono in vario modo al dibattito, come risulta dalle
opere apologetiche destinate all’Islam. Così il Damasceno apre la
sua controversia con un musulmano proprio affrontando il tema "li
bero arbitrio o predestinazione". Cf. Jean Damascène, cit., pp. 229ss.
Per tutto il problema, cf. Gardet, l'Islam, cit., cap. III. Cf. anche nota
43 all'introduzione.
Le opere del Messia corrispondono alle profezie 117
Profezia di Giacobbe
Profetò dunque Giacobbe, o Israele, quando si av
vicinò l’ora della sua morte. Chiamò a sé i suoi figli e
pronunciò su di loro le sue profezie. Di Ruben suo pri
mogenito disse quel che Dio gli ispirava, così di Simeo
ne e di Levi. Poi chiamò a sé Giuda, il quarto dei suoi
figli, profetò e disse: Un leoncello, figlio di leone è Giu
da! Non sarà tolto alla tua gloria né profeta, né patrono,
né capo, fino a quando non venga Colui che è atteso: è
Lui la speranza delle nazioni225.
225 Cf. Gen. 49, 9.10; anche Le. 2, 32. L’autore sottolinea spesso
l’universalità della missione salvifica del Messia. In quanto figlio di
David il Messia è re di Israele; ma in quanto Dio Egli regna sulle na
zioni, sono esse il suo tesoro.
226 Sai. 46/47, 9.
227 Sai. 2, 2ss.
118 Palestinese anonimo
Profezia di Geremia
Ha profetato anche il profeta Geremia, al quale
Dio ha reso testimonianza, dicendogli: Prima di averti
visto ti ho conosciuto, prima che tu uscissi dal seno di
tua madre ti ho santificato228. Mosso dallo Spirito San
to Geremia profetò e disse: Questi è il nostro Dio, non
adoreremo altro Dio che Lui. Egli ha conosciuto tutte le
vie della scienza e ne ha fatto dono a Giacobbe suo ser
vo, a Israele suo eletto. Dopo di che è apparso sulla terra
e si è mischiato agli u o m in i229.
Non abbiamo mai saputo che Dio sia apparso sul
la terra e si sia mischiato con gli uomini, se non quan
do si è rivelato a noi nel Messia, sua Parola e suo Spiri
to. Si è celato nella carne 230 Lui che non è dei nostri.
Così gli uomini lo videro e si mischiò con loro e fu Dio
e Uomo, ma uomo senza peccato. È Lui che conosce le
vie del bene, della scienza e della sapienza, e le insegna
e le fa sorgere in chi segue i suoi comandi e la sua pa
rola.
Infatti la Parola del Messia è Parola di Luce e di
Vita, come gli dissero gli Apostoli: la tua Parola è paro
la di Luce per chi si rivolge a te e ti prega231.
Chiediamo dunque a Dio per la sua misericordia
che ci m etta tra coloro che seguono i comandi del Mes
Profezia di Abacuc
Dio ha parlato anche per bocca del profeta Aba
cuc. Si tratta di quell’Abacuc 233 che l'angelo incontrò
mentre portava il cibo ai suoi mietitori. L’angelo gli dis
se: «Porta questo tuo cibo al profeta Daniele in terra di
Babilonia». Gli rispose Abacuc: «<Non conosco> la via,
e Babilonia è lontana da me». Allora l'angelo lo afferrò
per il ciuffo dei capelli in un attimo e subito lo depose
presso la fossa dove i Persiani avevano gettato Daniele in
mezzo ai leoni. Il profeta Abacuc disse a Daniele: «Alzati
e mangia del cibo che Dio ti ha mandato». Così presero
cibo insieme, poi l’angelo riportò Abacuc alla sua terra,
cioè in Palestina.
Dunque Abacuc profetò mosso dallo Spirito Santo
e disse: Dio viene da Teman, il Santo è coperto dall’om
bra del monte frondoso 234. Questa profezia è chiara ed
esauriente dal momento che Dio ha rivelato per bocca
dei suoi profeti da quale luogo sarebbe venuto il Mes
sia e da chi sarebbe nato, quando fosse apparsa agli
uomini la sua Parola e la sua Luce. Ecco, Teman è Be
tlemme, a destra della città santa, e il monte ombroso
e frondoso è Maria, la Santa, che lo Spirito Santo Dio
Accordo profezia-evento
Dio ha predisposto l'accordo delle parole del suo
profeta con quelle del suo angelo Gabriele, quando essi
parlavano del Messia; e le loro parole sono veraci. En
tram bi rivelarono agli uomini il luogo da cui sarebbe
venuto il Messia e da chi sarebbe nato. Ecco, Dio viene
per la salvezza e la guida delle sue creature!
Lode a Dio che ci ha creati! Accogliamo con fede
la parola dei suoi angeli e dei suoi profeti a proposito
del M essia!235
Profezia di Daniele
Così infatti Dio aveva rivelato al profeta Daniele
per mezzo dell’arcangelo Gabriele, quando <il re di Ba-
bilonia> vide una pietra staccarsi dal monte, ma non per
mano d'uomo, e colpire i piedi della statua, mandando
in frantumi l'argilla, il ferro, il rame, l'argento, e l'oro. E
tutto divenne come polvere dispersa tra le messi, quan
do su di esse si abbatte un vento violento, e non restò
più traccia di loro. La pietra che aveva colpito la statua
divenne un'alta montagna e riempi tutta la terra. L'ange
lo Gabriele spiegò a Daniele la visione: La statua dalla te
sta d'oro con il petto, le braccia, il ventre e le cosce di ra
me, le gambe e i piedi in ferro e argilla, rappresenta i re
rispose: «Gloria a te! Come mai potrei dire ciò che non ho il diritto di
dire?» (Corano 5, 116). Secondo gli specialisti la sura V è l’ultima in
ordine cronologico. Qui dunque è definitivamente fissata la nega
zione islamica della natura divina di Gesù. Inutile dire che la pre
sunta trinità cristiana che il testo coranico intende combattere - e
cioè: Dio Padre-Maria-Gesù - non ha niente a che fare con la fede
trinitaria professata dai cristiani.
239 In realtà si tratta della profezia di Zaccaria già citata e
composta con il racconto evangelico e con il Salmo 8.
240 Secondo la lettura messianica di Sai. 109/110, 1 che ne fa
Mt. 22, 44: Ha detto il Signore al mio Signore... Nella sua omelia per
la domenica delle Palme, Epifanio di Cipro (IV secolo) sviluppa gli
stessi temi. Cf. PG 43, 428ss.
Le opere del Messia corrispondono alle profezie 123
241 Uomo senza peccato. Cf. Gv. 8, 46; Ebr. 4, 15; e passim.
L’insistenza dell’autore sull’innocenza del Messia e sulla potenza
della sua operazione salvifica è certamente un dato tradizionale del
la professione di fede cristiana. Tu solo sei il Santo! proclama la li
turgia nel Gloria, applicando al Cristo Dio quell’acclamazione che
l’Apocalisse (15, 4) indirizza a Dio. Tuttavia è possibile che l’autore
intenda anche confrontare queste prerogative del Cristo con la figu
ra di Muhammad quale è descritta nel Corano. Il Corano chiama
Muhammad sigillo dei profeti (Corano 33, 40); ma semplice profeta,
assolutamente uomo, fallibile e peccabile com e tutti gli altri uomini.
Cf. per esem pio Corano 38, 65: Io non sono che un ammonitore. An
zi il Corano precisa: Nessun messaggero o profeta inviammo prima di
te, cui Satana non gettasse qualcosa nel desiderio, allorché concepì de
siderio (Corano 22, 52). Quest’ultimo testo allude non solo alla pec
cabilità di Muhammad, affermata in molti passi coranici (per esem
pio 7, 200; 10, 94; 17, 73-75; 34, 50; ecc.), ma anche alla possibilità
che l’errore suggerito dal Satana si insinui nel contenuto stesso del
la rivelazione. E questo appunto il caso dei famosi "versetti satanici”
(Corano 53, 19ss.).
124 Palestinese anonimo
242 Col suo comando, non col permesso di Dio. L’autore insiste
nel sottolineare che il Gesù del Vangelo ordina con autorità propria,
certamente in confronto col Gesù coranico (3, 49) che promette ai
figli di Israele di compiere vari prodigi col permesso di Dio.
243 Effettivamente, quando i discepoli di Giovanni interrogano
Gesù sulla sua identità (Mt. 11, 2-6 e parali.), Gesù risponde invitan
doli a vedere in Lui il compimento della profezia di Isaia: I ciechi re
cuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i
morti risorgono... (cf. Is. 29, 18; 35, 5ss.; 42, 18.7; 26, 19; 61, 1).
Le opere del Messia corrispondono alle profezie 125
244 Cf. Gv. 15, 14.15: Non vi chiamo più servi ma amici.
245 Cf. Col. 1, 12: Ringraziando con gioia il Padre che ci ha mes
si in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. È Lui infatti
che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del
suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remis
sione dei peccati.
246 Cf. Corano 2, 173: Chi sarà per necessità costretto contro sua
voglia e senza intenzione a trasgredire la legge, non farà peccato.
247 Questa volta l’espressione col permesso di Dio si applica a
buon diritto all’autore del testo, forse con una lieve ironia!
248 Questa dizione profeti primi, o anteriori e profeti ultimi, o
posteriori, corrisponde alla classificazione del canone ebraico della
Bibbia fissato in Palestina agli inizi dell’èra cristiana. I profeti primi
126 Palestinese anonimo
sono: Giosuè, Giudici, Samuele e Re. I profeti ultimi sono: Isaia, Ge
remia, Ezechiele, Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum,
Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.
249 Ripresa del tema del Battesimo. Si tratta di un errore di tra
scrizione del testo originale o di una ripetizione? Cf. sopra. È da no
tare che il Vangelo arabo apocrifo (Moraldi, op. cit., pp. lló s s.) in
terpreta allo stesso modo l’evento del battesimo di Gesù, spesso alle
gando le medesime citazioni bibliche. Secondo l’editore questo Van
gelo arabo apocrifo è stato tradotto dal siriaco a metà dell'VIII seco
lo. Dunque sarebbe testimone di una medesima lettura teologica del
battesimo di Gesù in ambiente siriaco e in ambiente greco nell’epo
ca stessa del nostro autore.
250 Gv. 3, 5.
Le opere del Messia corrispondono alle profezie 127
L’Agnello di Dio
È questo l'Agnello di Dio che toglie i peccati del
mondo! Questi è Colui del quale vi dissi che sarebbe ve
nuto sulle mie orme. Eccolo davanti a me, perché Egli è
prima di me ed io non lo conoscevo; ma Colui che mi ha
mandato a battezzare mi ha detto: «Colui sul quale ve
drai scendere lo Spirito e posarsi su di Lui, è Lui il Mes
sia, Figlio di Dio, è Lui che battezzerà nello Spirito Santo
e toglierà i peccati degli uomini e li purificherà dalle loro
colpe».
Dunque Giovanni figlio di Zaccaria ha reso testi
monianza al Messia, dicendo di Lui che era da prim a
di lui, Dio da Dio, e che avrebbe cancellato i peccati
degli uomini, e purificato i loro cuori, e battezzato chi
crede in Lui in Spirito Santo e fuoco.
Infatti il Messia purifica, santifica e illumina le
anime per mezzo dello Spirito Santo. Egli brucia i pec
cati e li mette a morte per mezzo del perdono, come il
fuoco brucia i rovi e li distrugge e non se ne vede più
traccia. Ecco, i peccati e le colpe assomigliano ai rovi.
Dice il Messia nel Vangelo: Amen, Amen, Io vi dico: Chi
non nasce dall'acqua e dallo Spirito non entrerà nel re
gno del cielo 261!
260 Cf. Mt. 3, 11; Gv. 1, 29ss. In queste righe e in quelle che se
guono l'autore ricompone personalmente più testi evangelici, citan
doli però quasi alla lettera.
261 Gv. 3, 5.
130 Palestinese anonimo
La rinascita battesimale
Quanto a colui che è nato dall’acqua e dallo Spiri
to, questi è colui che è stato battezzato nel Nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, un solo Dio, un
solo Signore.
Non esitare quando ascolti il Padre, il Figlio e lo
Spinto Santo. Sì, il Padre è Dio, il Figlio è la Parola che
è da Dio e lo Spirito Santo è lo Spirito di Dio, che per
mezzo di Lui santifica ogni cosa.
Come l'acqua m onda l'im purità della carne, così lo
Spirito Santo monda l’im purità delle anime e degli spi
riti e li purifica dai peccati e dalle colpe. In tal modo
colui che riceve il Battesimo con fede diviene più puro
di quando nacque dal seno di sua madre: in lui non c’è
più peccato, né colpa. Per questo Giovanni figlio di
Zaccaria disse: Ecco, il Messia vi battezzerà in fuoco e
Spinto. E per questo il Messia ha detto: Chi non
<rì>nasce dall'acqua e dallo Spinto non entrerà nel re
gno del cielo. Del perdono dei peccati, <che si ottiene
mediante il B attesim o , Dio ha fatto una seconda na
scita 262.
Profezia di Ezechiele
Dio ha parlato anche per bocca del profeta Eze
chiele, uno dei maggiori profeti, il quale esercitò il suo
ministero profetico per i figli di Israele in terra di Babi
lonia 267. Dunque <per bocca di Ezechiele Dio> ha det
Profezia di Isaia
Per bocca del profeta Isaia Dio aveva detto: Lava
tevi, purificatevi, togliete i vostri peccati dalla presenza
del Signore! 270 Ora, quale bagno o lavacro può togliere
i peccati dell’uomo dalla presenza del Signore, se non
la confessione dei peccati, la conversione a Dio e l’im
mersione battesimale nel nome del Messia? 271 [...].
II
In questo ambiente ortodosso poliglotta nascerà la
teologia arabo-cristiana, di cui la nostra omelia è il testi
mone completo più antico.
A nostra conoscenza solo alcuni frammenti di papi
ro conservati a Heidelberg 1 o a Vienna 2 o i frammenti
su pergamena conservati a Monaco 3, potrebbero essere
paragonati al nostro testo datato intorno all’anno 750.
Di qui l'importanza capitale di questa omelia, primo do
cumento teologico completo in lingua araba.
Inoltre il testo è importante non solo per la sua anti
chità, ma anche per il suo contenuto, come ben fa notare
la curatrice. Si tratta di una presentazione della fede cri
stiana, di tutto il Credo, fatta ai musulmani. A questo
scopo l’autore utilizza ampiamente le Scritture, Antico e
Nuovo Testamento. Quel che a lui preme è di stabilire
che da sempre Dio si è rivelato all’uomo come Padre, Fi
glio e Spirito Santo e fin dal principio gli ha fatto cono
scere il suo disegno relativo aU’Incamazione del Verbo.
Fin dal principio le Scritture parlano della Trinità e
dell’Incarnazione. Trinità e Incarnazione non sono «in
novazioni cristiane», come sostengono i musulmani.
Anzi, poiché lo scopo dell’autore è l’annuncio del mes
saggio cristiano ai musulmani, egli non esita ad utilizza
re anche il Corano, con discrezione certo, per sostenere le
sue affermazioni.
Colpisce in questa omelia il suo carattere ecumeni
co in tutti i sensi. L’autore non presenta mai la sua fede
in modo tale che un altro cristiano non possa ricono-
scervisi. La sua esposizione si concentra sull'essenziale,
su ciò che ottiene il consenso di tutti i cristiani.
Ili
È a questo livello che la traduzione qui proposta
sarà di grande utilità.
Infatti suor Maria Gallo, per la sua preparazione
precedente, era particolarmente ben attrezzata per mette
re in rilievo la dimensione biblico-patristica della nostra
omelia. La cosa non è ovvia. Anzi, proprio perché l'auto
re ha perfettamente assimilato le sue fonti, non è facile
ritrovarle, non è facile distinguerle dal suo discorso pro
prio. Era necessaria tutta la familiarità della traduttrice
con i Padri della Chiesa, come con la Bibbia, per ricono
scere tutte le citazioni o reminiscenze di altri testi. Ciò
spiega l'abbondanza delle note e dei riferimenti biblici,
giudaici, patristici e coranici.
È questa senza dubbio la caratteristica principale
della teologia arabo-cristiana: radicata nella Scrittura e
nella tradizione ebraica, fondata sul pensiero dei Padri,
rivolta al cristiano arabizzato e, attraverso di lui, al m u
sulmano. L'inculturazione della teologia nel mondo ara
136 Postfazione
IV
Lo scopo di questo piccolo libro è di far conoscere
un esemplare tra le centinaia di opuscoli che appartengo
no al patrimonio arabo-cristiano, si tratta di sollevare un
angolo del velo e rendere partecipe l'Occidente di una ric
chezza troppo trascurata e sconosciuta, quella dei cristia
ni arabi, eredi delle diverse tradizioni dell'Oriente cristia
no, melchita, siriaco, siro-orientale, copto, maronita, ecc.
Questo lavoro si inscrive nel quadro di un progetto
più vasto, quello di una «Biblioteca arabo-cristiana» in
corso di pubblicazione presso la Jaca Book di Milano. Il
progetto è stato messo a punto dal «Gruppo di ricerca sul
la letteratura arabo-cristiana» di cui fa parte la traduttrice.
In questo secolo di ecumenismo e di apertura, men
tre si riscoprono le fonti cristiane in tutta la loro varietà
e ricchezza, il patrimonio arabo-cristiano merita u n ’at
tenzione particolare, essendo senza dubbio il meno cono
sciuto tra le fonti cristiane. Dunque siamo grati a suor
Maria Gallo di averci così riccamente e profondamente
introdotti alla scoperta di questo mondo arabo-cristiano.
P. Samir Khalil Samir, S.I.
Pontificio Istituto Orientale. Roma
INDICE SCRITTURISTICO
Le citazioni seguite dal segno * si riferiscono al testo, le
altre all'introduzione e alle note.
I n tr o d u z io n e ........................................................pag. 7
Incontro col t e s t o .......................................... » 7
Storia del t e s t o .............................................. » 10
Criteri della t r a d u z i o n e ............................. » 13
Analisi del te s t o .............................................. » 15
Indice delle opere c i t a t e ............................. » 37
Traslitterazione dell’alfabeto arabo . . . » 42
OMELIA ARABO-CRISTIANA DELLVIII SECOLO
A p e r tu r a ............................................................... » 45
P re g h ie ra ............................................................... » 49
Dio Uno-Trino adorato dagli Angeli e dagli uo
mini ........................................................................ » 52
Rivelato dalle S c rittu re ................................. » 54
Analogie trin ita rie .......................................... » 56
Fede e conoscenza di D io ............................. » 58
Il plurale nelle S c r i t t u r e ............................. » 60
Il Messia nella storia della salvezza . . . . » 64
La creazione: i progenitori, il peccato . . » 65
Il diluvio ....................................................... » 69
Da Noè ad A b r a m o ...................................... » 69
Da Abramo a M o s è ...................................... » 70
L’Egitto e l’E s o d o .......................................... » 71
È promesso il M e s s i a ................................. » 72
Dio manda i suoi profeti ed essi sono rifiutati » 73
I profeti invocano l’avvento del Messia . » 74
II Messia Dio e Salvatore conform e alle
p ro f e z ie ........................................................... » 75
146 Indice generale