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ROMA
PONTIFICIO ISTITUTO LITURGICO
Corso 95026
IL SACRAMENTO DELL’ORDINE
PREMESSE
DIBATTITO
In mezzo a questa crisi nasce il nuovo rito, per cui risentirà della suddetta
crisi. I riti risultano snelliti e semplificati dalle aggiunte avute nel corso dei secoli,
riti che avevano tolto eloquenza al rito centrale dell’imposizione delle mani,
relegato a un ruolo secondario. Rivedendo i gesti furono riviste anche le formule,
ad esempio la formula di preghiera dell’ordinazione episcopale viene sostituita con
quella della Tradizione Apostolica di Ippolito del secolo III.
2. PROSPETTIVE ECCLESIALI
2.1.1 La folla
La folla segue sempre Gesù (Mc 3,9). La folla lo segue perfino dove Gesù
si rifugia da solo. La folla è simile a un gregge senza guida (Mc 9,36); ha
però intuizione e fiuta in Gesù una guida, per cui grandi schiere si
radunano attorno a Lui (Lc 9,58). Da questa folla alcune persone vengono
a contatto con il Signore, sono persone guarite con dei miracoli di Gesù,
tranne alcune eccezioni, è la folla che porta gli ammalati a Gesù, o chiama
Gesù a venire dagli ammalati. Il Signore non rifiuta questo movimento di
Il Sacramento dell’Ordine – PREMESSE 4
avvicinamento, non rifiuta che gli uomini si facciano incontro a Lui. A tutti
si rivela come Salvatore, incoraggiatore. Si rivela come colui che è la vera
luce del mondo.
2.1.4 Conclusione.
La tipologia della folla ci mostra un movimento circolare. Il punto di
partenza è la storia, la realtà in cui si vive, si muovono per incontrare il Signore; il
Signore li rimanda di nuovo alla realtà. Vicino alla tipologia del popolo vi è un’altra
tipologia: quella del gruppo degli apostoli. Di quelli che il Signore sceglie, che
vivano con lui; non si sente di dire che si siano accalcati intorno al Signore, non
sembra che siano andati a cercarlo. I primi due lo seguono su indicazione del
Battista, gli altri se li va a cercare Lui. Molte volte essi aderiscono alla Parola non
Il Sacramento dell’Ordine – PREMESSE 5
2.2.1 EUCARISTIA
a) La celebrazione dei sacramenti e il loro riferimento all’Eucaristia.
Tutti i Sacramenti vengono amministrati secondo il vaticano II
all’interno del Sacramento dell’Eucaristia. Tuttavia tutti i
sacramenti possono essere amministrati fuori l’Eucaristia, tranne
l’Ordine. Dunque il Sacramento dell’Ordine fa parte integrante
dell’Eucaristia e non può essere staccato. Il ministero ordinato non
può prescindere dall’Eucaristia.
b) L’Ordine sacro e l’Eucaristia. Vescovo, Presbitero e, in misura diversa,
il Diacono dicono il loro ministero nell’Eucaristia. Nella
celebrazione il sacerdote agisce in persona Christi, eminentemente
nell’Eucaristia. L’Ordine abilita dunque ad un particolare servizio
dell’Eucaristia; in questo il sacerdote è indispensabile. Essendo
l’Eucaristia fonte e culmine della vita della Chiesa, senza Eucaristia
non c’è Chiesa; allora il sacerdote, poiché legato all’Eucaristia,
gioca un ruolo particolare nell’ecclesiologia.
1. FONDAMENTI BIBLICI
4. SECOLO X
5. LA RIFORMA E TRENTO
1. LA TRADITIO APOSTOLICA
PREMESSE
b) Le opere di Ippolito.
Trattato sull’anticristo (opera più antica) è dell’inizio del III secolo; si
leggono gli scritti della Bibbia inerenti l’anticristo in relazione ad una persecuzione
di Settimo Severo.
Il Libro di Daniele: vi è una visione esasperata dell’Impero romano e
l’Imperatore Augusto è visto come ispirato dal demonio.
Il trattato contro l’eresia di Noceto, è forse la parte finale di un altro lavoro
più vasto (Sintagma, opera con tutte le eresie): Ippolito difende la Trinità contro il
patri-passionismo.
Filosofumena, è una grande opera di 10 volumi che illustrano le diverse
eresie confrontate tra loro. Nel IX libro Ippolito diventa cattivo nei confronti di
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 14
c) La Tradizione Apostolica
Fino a 50 anni fa della Tradizione Apostolica si conosceva solo il titolo che
era scritto nella sedia della statua, il testo era perduto. Il testo greco è perduto, ma
abbiamo delle traduzioni: nella costituzione della Chiesa egiziana conservata nel
Sinodo Alessandrino (traduzione parziale) e in un manoscritto latino della
Biblioteca capitolare di Verona.
Ci sono anche tre adattamenti: nell’VIII libro delle Costituzioni
Apostoliche, il Testamento di Nostro Signore, i Canoni di Ippolito.
Con questo materiale padre Botte ha tentato di ricostruire il testo
originale; adesso abbiamo un documento importante, il più antico dopo la Didaché,
scritto dopo il 215. Troviamo spunti teologici in merito alla gerarchia ecclesiale,
distingue tra ordinazione e istituzione. L’ordinazione è riservata al clero attraverso
l’imposizione delle mani (cleroitonia); l’istituzione è il riconoscimento di uno stato
di fatto o di un compito preciso (catastasis).
1. L’ORDINAZIONE EPISCOPALE
TESTO IN FOTOCOPIA
TRADUZIONE ITALIANA:
1. INVOCAZIONE
Dio e Padre nostro Signore Gesù Cristo, Padre delle misericordie, Dio di ogni
consolazione, che abiti nell'alto dei cieli e guardi ciò che è umile, che conosci tutte
le cose prima ancora che esistano,
2. ANAMNESIS
tu che hai dato le leggi alla Chiesa per mezzo della parola della tua grazia, che fin
dal principio hai predestinato la razza dei giusti discendenti da Abramo e hai
istituito capi e sacerdoti e provveduto a che il tuo culto non mancasse mai ai
ministri, che sin dall'inizio dei tempi ti sei compiaciuto di essere glorificato da
coloro che hai scelto:
3. EPICLESI
effondi ora la potenza - che solo da Te può venire - dello Spirito sovrano che tu hai
dato al tuo diletto figlio Gesù Cristo e questi ai santi apostoli, i quali fondarono in
ogni luogo la Chiesa come tuo santuario, a gloria e lode eterna del tuo nome.
4. INTERCESSIONE
Concedi, Padre che conosci i cuori, a questo servo che hai scelto per l'episcopato,
di pascolare il tuo santo gregge, di esercitare, in maniera irreprensibile e in tuo
onore, la massima dignità sacerdotale stando al tuo servizio giorno e notte, di
rendere il tuo volto incessantemente propizio, di offrirti i doni della tua santa
Chiesa, di avere, in virtù dello Spirito del sommo sacerdozio, il potere di rimettere
i peccati secondo il tuo comando, di distribuire i compiti secondo la tua volontà e
di sciogliere ogni legame in virtù del potere che hai dato agli apostoli di esserti
accetto per la mansuetudine del tuo spirito e la purezza del suo cuore, di offrirti il
profumo della soavità,
5. DOSSOLOGIA
per mezzo di Gesù Cristo tuo figlio, per il quale hai gloria, potenza e onore, Padre
e Figlio con lo Spirito Santo, ora e nei secoli dei secoli. Amen.
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 16
1.1 INVOCAZIONE
Padre delle misericordie e Dio di ogni consolazione: a) 2 Cor 1,3. Si sta per
ordinare un vescovo e la preghiera ci fa vedere un Dio di consolazione, quasi a
legare tale ministero alla consolazione; l’inno di 2 Cor è cantico di lode e di
ringraziamento e in questo senso va letto il contesto della preghiera. La formula
sia benedetto Dio di 2Cor 1,3 è di origine giudaica e ricorre anche nei salmi
(41,14). Paolo aggiunge Padre del Signore nostro Gesù Cristo; questo Padre è
Dio di ogni consolazione quindi va letto anche in chiave di misericordia.
b)
… che abiti nell’alto dei cieli e guardi ciò che è umile: Sal 113 (112,5-6.
Da una parte Dio è grande, dall’altra l’uomo è piccolo, sembra che ci sia una
distanza tra Dio e l’uomo e necessita un pontefice che lega tale distanza e Dio per
primo colma la distanza; è lui infatti che guarda verso l’uomo, lui prende
l’iniziativa. Il salmo è molto bello e ci dice qual è l’attività di Dio nei confronti
dell’uomo. Il vescovo è un uomo che è innalzato da Dio. Il salmo fa parte
dell’Hallel (dimensione pasquale) e contiene anch’esso la formula sia benedetto il
nome del Signore che lo lega a 2 Cor; la citazione del salmo all’inizio dell’orazione
ci fa leggere tutto il salmo all’interno dell’orazione.
c)
… che conosci tutte le cose prima ancora che esistano: Dan 13,42. È il
capitolo che riguarda Susanna condannata dal popolo; il v. 42 è il cuore del
capitolo: Susanna sta per essere uccisa ingiustamente e si rivolge a Dio, è in una
situazione di profondo disagio, è abbattuta fino a terra. Nel v. 44 il Signore ascolta
la sua voce. Ci si avvia all’epiclesi dell’orazione e tale citazione ci prepara
all’azione dello Spirito.
1.1 ANAMNESI
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 17
d)
Per verbum gratiae tuae: At 14,3; At 20,32. Il Signore rende
testimonianza alla predicazione concedendo dei prodigi. Atti descrive una
situazione pericolosa per gli Apostoli. Colui che viene ordinato vescovo è destinato
ad una missione non semplice e a volte pericolosa, la preghiera sembra ricordare
che non bisogna preoccuparsene eccessivamente, il Signore stesso proteggerà il
suo ministro nell’annuncio del Vangelo. Atti 20,17-38 ci dive vegliate su voi stessi
e su tutto il gregge in mezzo al quale lo Spirito santo vi ha posto come vescovi a
pascere il gregge di Dio (20,27). Il vescovo è scelto dallo Spirito santo, è
destinato a pascere la Chiesa (la protegge e la governa come un pastore). Io vi
affido al Signore e alla parola della sua grazia che ha il potere di edificare… (At
20,32): troviamo una grande fiducia nella parola del Signore.
Per verbum gratiae tuae: (1). Dio ha dato al suo popolo norme di vita,
attraverso le parole di grazia. Attraverso il potere della Parola si produce un effetto
di grazia. Il Signore sostiene la predicazione con prodigi e assiste i suoi ministri.
Genus iustorum Abraham: (2). Si intende dire che la Chiesa continua la sua
missione attraverso persone scelte. La vocazione episcopale non è una scelta
personale, il candidato viene scelto anche contro la sua volontà. Riguarda la Chiesa
come popolo costituito dalla predicazione apostolica (i discendenti di Abramo), i
capi di tale discendenza sono i vescovi.
1.2 EPICLESI
e)
Centro dell’Epiclesi è nunc effunde eam virtutem: Sal 50,14; At 10,38;
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 18
Lc 1,35; Lc 24,49. Il vescovo insegna agli erranti le vie del Signore ed è ministro di
misericordia (Sal 50,14). Abbiamo un accenno anche in At 10,38: Pietro è
dibattuto se predicare ai Giudei o a tutti (At 10,34-43); Pietro incontra Cornelio e
si decide di andare verso i pagani; per il vescovo non ci deve essere distinzione di
persone, egli deve andare incontro a tutti. Dio consacrò in Spirito santo e potenza
Gesù… (At 10,38). Gesù può beneficare e sanare tutti quelli che sono sotto il
potere di Satana.
Un altro riferimento è Lc 1,35: lo spirito che consacra gli Apostoli e i
vescovi ha consacrato Maria che ha concepito Gesù. Il vescovo sotto l’influsso
dello Spirito per mezzo dei sacramenti comunica Gesù agli uomini.
E ancora Lc 24,49: la missione apostolica non è possibile se non c’è una
potenza che discende dall’alto, l’episcopato non è questione umana ma dono di
Dio.
Singula loca…: (3). Lo Spirito che Dio diede a suo figlio e questi ai suoi
apostoli investe la Chiesa; questo Spirito costituisce la Chiesa nei diversi luoghi.
Rapporto intrinseco tra gli Apostoli e i vescovi; sembra dunque già conosciuta la
dottrina della successione apostolica. L’idea non è quella di una trasmissione
generazionale, ma lo stesso Spirito discende sul successore.
1.3 INTERCESSIONE (conseguenza dell’Epiclesi)
testimone della Risurrezione.. per la scelta pregano mostraci quello che hai
designato, tirano le sorti e la scelta cade su Mattia.
g)
Quem elegisti: At 1,24 (Mattia) e 1 Tm 3,1. In 1 Tm troviamo la carta
d’identità del Vescovo.
Pascere gregem sanctam tuam: h) Sal 23,2. È il Signore che pasce la Chiesa
servendosi dei vescovi.
k)
Omnem collegationem: correzione fraterna Mt 18,18. La potestà non è
affidata al vescovo personalmente, ma al vescovo in quanto responsabile della
Chiesa.
Placere autem tibi: (7). Il vescovo deve cercare di piacere a Dio, deve
essere mansueto, avere un cuore puro e offrire doni finali.
1.4 DOSSOLOGIA
1.7 CONCLUSIONE
sorella viene consacrata con la velatio virginum da papa Liberio. Nel 370 fa
carriera, viene promosso Console della Liguria e dell’Emilia e deve abitare a
Milano. Alla morte del vescovo Assenzio, Ambrogio viene eletto per acclamazione
vescovo di Milano.
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 23
2. L’ORDINAZIONE PRESBITERALE
3. L’ORDINAZIONE DIACONALE
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 24
B. IL SACRAMENTARIO VERONENSE
1. PREMESSE
accorto che la civiltà era quasi tutta cristiana, per cui preferisce farsi amico
il cristianesimo per la sua politica. Oggi dal punto di vista umano non
possiamo più capire il termine dignitas in una preghiera di ordinazione;
riusciamo solo a capirla se si vede la dignità di cui si è rivestiti come
particolare grazia dello Spirito Santo.
Gradus: anche rango. Il titolo in se stesso sta a indicare i vari gradini che
una persona deve salire nella carriera pubblica o militare. Il termine viene a
contraddistinguere i 3 ordini sacri, che ce li fanno vedere come 3 gradini: in
questa concezione subentra l’idea di una carriera ecclesiastica. Nel
Veronense appare chiara questa carriera: esso concepisce “i 3 Ordini” come
gradini, come una ascesa. Nel 1968 il rituale aveva questo ordine:
Diaconato, Presbiterato, Episcopato. Il nuovo rituale è al contrario proprio
per sottolinearne la teologia. Imitando il sistema romano il clero fu
organizzato in gradi e ordini. Il ministero pastorale viene parzialmente
dimenticato.
2.
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 26
L’ORDINAZIONE DIACONALE
Il Figlio:
C’è un movimento cristologico, un movimento circolare. (Nella
Invocazione sono le frasi sottolineate). Abbiamo termini trascendenti e
termini storici.
1. Verbum: La parola per noi è la Persona del Figlio che appare
nella storia, il verbo di Dio Padre, Gesù Cristo nostro
Signore.
2. Virtutem sapientiamque tuam: formula cristologica: a)
eternità del Figlio (virtutem sapientiamque…); b) storicità
del Figlio (Iesum Christum); c) ritorno alla gloria mediante
la risurrezione (dominum nostrum). Il movimento è
circolare: dall’eternità, passando attraverso la storia, alla
gloria. Brani biblici: Gv 1; Eb 1,1-3; 1Cor 1,24; At 2,30.
La cristologia è chiara e dà alla preghiera un carattere fortemente
dottrinale.
Spirito Santo:
Il riferimento è nell’epiclesi: Emitte in eos, domine… Queste parole,
unitamente all’imposizione delle mani, sono essenziali per la validità.
Lo Spirito Santo viene donato. Lo Spirito Santo è in relazione al Padre. Il
termine Domine si riferisce al Padre, non è cristologico. Il Padre è colui che
invia lo Spirito Santo. È lo stesso Spirito Santo che aleggiava sulle acque.
Che lo Spirito Santo è inviato dal padre è un dato della rivelazione
neotestamentaria, che la preghiera fa proprio.
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 28
Conclusione:
Con il termine Padre intendiamo la fonte del dinamismo trinitario. Dal
Padre procedono il Figlio e lo Spirito Santo ed hanno origine nella loro
missione temporale e storica dal Padre. Il Padre opera attraverso l Figlio. Il
Figlio è sapienza e potenza di Dio e suo verbo eterno, parola fatta carne
nella persona storica di Gesù Cristo, vissuto sulla terra durante un tempo,
risorto, asceso al cielo è divenuto nostro Signore. Lo Spirito Santo procede
dal padre e dal figlio, è dono personale permanente del Padre ed è frutto
della risurrezione di Gesù Cristo. Lo Spirito Santo porta con sé 7 doni, i
doni che ricevono coloro che vengono ordinati diaconi.
Conclusioni:
L’ecclesiologia del Veronense ci dice che la Chiesa è corpo di Cristo, allora:
1. La Chiesa è dipendente da Cristo.
2. La Chiesa è organica e varia, ma costituisce un unico corpo.
3. Ognuno di queste membra ha una sua particolare funzione.
4. Le funzioni di ciascun membro sono ordinate alla crescita
della Chiesa stessa.
La Chiesa è tempio, e il tempio ha questi tratti:
1. Il tempio è relativo a Dio.
2. Questo tempio è un tempio vivente, formato da pietre vive e
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 30
sommo sacerdote (il cui antenato era Aronne), sotto di lui vi erano i
sacerdoti divisi in diversi classi, e facevano il loro servizio al tempio in un
determinato tempo (una settimana); poi vi erano degli aiutanti e cioè i leviti.
L’istituzione dei leviti sembra essere l’immagine dell’istituzione dei diaconi
che troviamo nella II anamnesi, capita alla luce della I anamnesi.
servizio principale del diacono nell’eucaristia derivano tutti gli altri servizi:
battezzare, predicare, benedire le nozze, culto eucaristico fuori della Messa.
In questo ultimo decennio c’è la riscoperta del diaconato permanente.
Eucaristia e amore fraterno, culto e carità diventano inscindibili.
Nella preghiera non è esplicitamente menzionato il servizio della
proclamazione del Vangelo, servizio della Parola. La si può far derivare dal
servizio all’Eucaristia: nell’Eucaristia la Parola ha il suo punto culminante.
Nella liturgia della Parola il diacono ha un posto rilevante.
disciplina dalla liturgia è molto usato nel contesto della penitenza. Il temine
ha numerosi significati, non ha un significato religioso ma pedagogico: la
disciplina esige docilità e si attua nella sofferenza. Una disciplina senza
sforzo non è disciplina (Eb 12,5-7.11). La pedagogia colloca la sofferenza
del cristiano accanto alla sofferenza di Cristo, come il Figlio di Dio così il
cristiano viene educato per l’eternità. Non è annientamento dell’uomo ma
espressione delle migliori possibilità umane (le beatitudini). I diaconi
devono vivere l’osservanza di una disciplina spirituale: si applica in
particolare al digiuno. La disciplina in questo senso fa entrare l’uomo nel
mistero di Cristo. La disciplina in generale è il complesso delle leggi che la
chiesa fa per il governo pastorale e la santificazione dei fedeli.
2.5 CONCLUSIONE:
A fondamento di tutto comunque deve stare la testimonianza e l’esempio
dei diaconi. L’opera dei diaconi mediante un comportamento luminoso deve
condurre gli uomini a glorificare Dio. 1 Ts 1,6; 2 Ts 3,7-9: Paolo si pone
come esempio; 1 Cor 11,1: c’è una gerarchia: Cristo imita il padre, Paolo
imita Cristo, i Corinti devono imitare Paolo; c’è una idea gerarchica da cui
traspare l’idea di mediatore del ministero. Rm 9,1; 2 Cor 1,12: la
testimonianza della coscienza è per Paolo conquista ma anche dono che
proviene dallo Spirito Santo (1 Cor 15,58).
3. L’ORDINAZIONE EPISCOPALE
4. L’ORDINAZIONE PRESBITERALE
PARTE TERZA: TEOLOGIA LITURGICA
NELL’EDITIO TYPICA ALTERA
1. L’ORDINAZIONE PRESBITERALE
suddivide in 5 parti:
1. Invocazione
2. Anamnesis
3. Premessa: i gradi sacerdotali
4. Prima anamnesi: A.T.: Mosè e gli Anziani
5. Seconda anamnesi: A.T.: Aronne e i suoi figli
6. Terza anamnesi: N.T.: Apostoli e Discepoli
e) Attualizzazione
3. Epiclesi, centro della preghiera
a) Primo dono: la dignità del presbiterato
b) Secondo dono: la rinnovazione dello Spirito Santo
c) Terzo dono: il sacerdozio di secondo grado
d) Quarto dono: conseguenza: l’esempio di vita dei presbiteri
4. Intercessione
5. Dossologia trinitaria
1.2. INTRODUZIONE
Questa preghiera, insieme all’imposizione delle mani da parte del vescovo
in un preciso momento storico, ha cambiato la nostra esistenza. É una preghiera
che in un certo modo spiega la formula di un’esistenza.
La preghiera in alcuni strati risale al sec. IV e forse alcuni strati possono
essere attribuiti a Leone Magno; è intessuto di Bibbia, la Liturgia fa una esegesi
della Bibbia e dà un “tono” alla Patola.
Il segreto dell’esistenza di un presbitero rimane tale per sempre; è dunque
una formula di preghiera della ministerialità della Chiesa ma è anche un cammino di
santità. Il presbitero, infatti, ogni giorno deve verificare la sua vita con questa
preghiera che può essere definta una formula misteriosa e tremenda.
Può essere fatto un parallelismo con la transustanziazione, con la preghiera
di ordinazione non cambiano le apparenze del candidato ma la sostanza, egli agirà
in persona Christi.
1.3. ANAMNESIS
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 36
1.3.5. Conclusione
1. Nelle tre anamnesi l’attore principale è Dio Padre,
2. Ogni anamnesi indica una funzione specifica del presbitero,
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 39
1.4. EPICLESI
É il centro di tutta la preghiera. Essa ci presenta quattro richieste a Dio:
1) Primo dono: la dignità del presbiterato o di far parte del presbiterio;
2) Secondo dono: la rinnovazione dello Spirito Santo (già ricevuto nel Battesimo);
3) Terzo dono: il sacerdozio di secondo grado;
4) Quarto dono: è una conseguenza dei primi tre: l’esempio di vita dei presbiteri ai
fedeli.
Il più importante dei doni è sicuramente il secondo.
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 40
I N DI C E
PREMESSE 01
1. Fondamenti biblici 08
2. Dal tempo apostolico al tempo dei martiri 08.1
3. Testi liturgici dal III al VI secolo 08.1
4. Secolo X08.2
5. La riforma e Trento 08.2
6. La preparazione e il Concilio Vaticano II 08.2
PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA DELL’ORDINE 09
Il Sacramento dell’Ordine – PARTE SECONDA: TEOLOGIA LITURGICA 41
A) LA TRADIZIONE APOSTOLICA 09
PREMESSE 09
a) Notizie biografiche di Ippolito 09
b) Le opere di Ippolito 09
c) La Tradizione Apostolica 10
1. L’ORDINAZIONE EPISCOPALE 10
1.1 Invocazione 13
1.2 Anamnesi 14
1.3 Epiclesi 15
1.4 Intercessione 16
1.5 Dossologia 17
1.6 Contesto nel quale si situa la preghiera 18
1.7 Conclusione 18
2. L’ORDINAZIONE PRESBITERALE 20
3. L’ORDINAZIONE DIACONALE 20
B) IL SACRAMENTARIO VERONENSE 21
1. PREMESSE 21
1.1 Cosa è il Veronense 21
1.2 Dignitas, honor, gradus 21
2. L’ORDINAZIONE DIACONALE 23
2.1 Note introduttive 24
2.2 La dottrina trinitaria e cristologica 24
2.3 La dottrina ecclesiologica 27
2.4 La dottrina sull’Ordine del diaconato 28
2.4.1 Prima anamnesi 28
2.4.2 Seconda anamnesi 29
2.4.3 Epiclesi 30
2.4.4 Intercessioni cristologiche 31
2.5 Conclusione 32
3. L’ORDINAZIONE EPISCOPALE 33
4. L’Ordinazione presbiterale 33