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La Curia romana

Profili storico-teorici generali

studiare articolo nella piataforma didattica per lo


esame

Che cosa è la Curia Romana


·0 Can. 360 CIC 1983 Curia Romana, qua negotia Ecclesiae universae Summus
Pontifex expedire solet et qua nomine et auctoritate ipsius munus explet in
bonum et in servitium Ecclesiarum, constat Secretaria Status seu Papali,
Consilio pro publicis Ecclesiae negotiis, Congregationibus, Tribunalibus, aliisque
Institutis, quorum omnium constitutio et competentia lege peculiari definiuntur

·1 Art. 1 PB Curia Romana complexus est Dicasteriorum et Institutorum, quæ


Romano Pontifici adiutricem operam navant in exercitio eius supremi pastoralis
muneris ad Ecclesiæ Universæ Ecclesiarumque particularium bonum ac
servitium, quo quidem unitas fidei et communio populi Dei roboratur atque
missio Ecclesiæ propria in mundo promovetur

la curia viene fuori come un apparto, come una organizzazione,


queta idea è molto recente, frutto de la istituzionalizazione della
Curia, svolto di S. Pio X.
·2 L’idea di curia consacrata nelle norme vigenti è l’esito di un processo di
istituzionalizzazione del servizio di collaborazione al ministero petrino, in cui
ruolo di primo piano ha svolto l’opera riformatrice di S. Pio X

l'idea di fondo, il passagio a una curia di persone ad una curia di


dicasteri. il passagio dalla idea che la curia è soggetto in quanto
tale di una funzione e de una potestà, quello che non esisteva
nel passato, perche erano le persone fisiche che participavano
della potestà del romano ponteficie.
·3 La cost. ap. Regimini Ecclesiae Universae del 15 agosto 1967 di Paolo VI
rappresenta il punto di arrivo, perfezionato poi dal CIC e dalla PB

·4 1. § 1. Curia Romana, qua Summus Pontifex negotia Ecclesiae universae


expedire solet (9), constat Congregationibus, Tribunalibus, Officiis et
Secretariatibus.

la prima volta, che appare con l cost. ap. regimini ecclesiae....

·5 Alla cost. ap. Sapienti Consilio del 29 giugno 1908 di San Pio X va ascritto, tra
gli altri, il merito di segnare l’inizio della fase conclusiva di questo processo

Genesi della Curia romana


·6 Agli albori della sua esistenza non differisce sostanzialmente dalle altre curie
diocesane

·7 Il progressivo discernimento ecclesiale circa il peculiare ruolo del vescovo di


Roma fa sì che la Curia inizi a strutturarsi ed espandersi

·8 Chierici (ma anche laici) aiutano il Papa nel disbrigo degli incombenti sempre
crescenti

·9 La Riforma gregoriana (XI sec.) e l’apogeo del papato tra i pontificati di


Innocenzo III e Bonifacio VIII fanno compiere un balzo in avanti nelle
competenze e nei poteri di cui è investita la Curia romana che inizia sempre più
a strutturarsi

·10 Ancora però non vi sono Dicasteri nel senso odierno del termine

·11 Esistono funzioni e compiti affidati a singole persone o collegi di persone,


spesso però non in modo stabile e meno che meno esclusivo. Sovente si tratta
di questioni contingenti affidate ad casum

·12 Si è in presenza quindi di una Curia di persone e non una Curia di Dicasteri (A.
Stickler)

·13 Gradualmente iniziano a consolidarsi organismi permanenti con funzioni stabili.

si stabiliscono prima mente le organismi economici, anche i tribunali, sono le


questione concrete.

le congregazione si stabilizaranno dopo la riforma protestante, per le controversie de


morale e fede, la prima congragazione stabile il santo ufficio.
·14 Il tutto avviene non quale esito di una pianificazione teorica elaborata a
tavolino, ma in forza di esigenze congiunturali, specialmente economiche e
disciplinari, che determinano cambiamenti strutturali nella Curia

·15 Ciò è la ragione per cui i primi Dicasteri a delinearsi siano gli Uffici e i Tribunali e
non le Congregazioni

·16 La stabilizzazione delle funzioni segna dunque l’avvio del lento processo di
transizione da una Curia di persone ad una Curia di Dicasteri.

·17 Le Congregazioni più degli altri organismi della Curia tendono a conservare la
configurazione di organo di persone (i cardinali) rallentando la sua
trasformazione in Dicastero.

le congregazione più faticano in divenire dicasteri, per la concezione dei cardinali che
sono principi, hanno il ruolo suo. il cardinale della congregazione (riunioni dei
cardinali per risolvere un problema che il Romano Pontefice affida), se lo gestiscono i
cardinali propri, perchè è un compito affidato a loro personalmente.

Riforme della Curia romana


·18 Numerosi gli interventi dei Romani Pontefici sulla struttura della Curia romana,
ma tutti molto parziali e limitati

·19 Solitamente si individua nella cost. ap. Immensa aeterni Dei di Sisto V del 22
gennaio 1588, un intervento di ampio respiro sulla Curia romana, sino alla cost.
ap. Sapienti Consilio

Sisto V, la reorganiza, aggiungie. chi invece fa una riforma è San Pio X, che crea una
nuova curia, la rifonda.

in sisto V è una curia Romana pensata nel governo della chiesa e nel governo degli
stati pontifici.

·20 ´Si tratta però di riforma comunque parziale: recepisce Congregazioni già
esistenti e ne aggiunge di nuove (in tutto 15) lasciando in vita le altre istituzioni
ed organismi curiali. Elementi quali

·21 la titolarità della potestà (vicaria o delegata) in capo ai cardinali.

·22 gli addetti e funzionari della Congregazione sono nominati non dal
Papa ma dai cardinali che decidono anche l’organizzazione interna e le ferie

·23 al pagamento dei dipendenti si provvede in genere con le tasse


percepite dal Dicastero non con l’erario della Sede Apostolica

dicastero una struttura al servizio dei cardinali della congregazione.


·24 indicano la natura di organo di persone

·25 A fine Ottocento “Curia” è semplicemente un termine per indicare una


collettività di persone che singolarmente o collegialmente prestano la loro
opera al servizio del Sommo Pontefice

·26 Christiane reipublicae tam late tamque operosa administratio omnino


postulabat, ut Pontifici Romano viri sapientes et graves perpetuo assiderent,
quibuscum et consilia communicare et quotidiano negotiorum molem partiri
opportune posset. Hinc ea sunt S.R.E. Cardinalium Consilia sapientissime
constituta, quae Romanae Congregationes nuncupantur (Leone XIII mp
Christianae reipublicae 31.X.1897)

·27 L’esame della pubblicazione semi/ufficiale “La Gerarchia Cattolica” è segno


evidente di quanto detto, ossia dell’idea di fondo che la Curia sia
essenzialmente una struttura di servizio aggregata a coloro che, in prima
persona, sono chiamati a collaborare con il Pontefice

·28 Al servizio del Pontefice dunque sono i Cardinali e gli altri Prelati; i Dicasteri non
sono altro che luoghi e strumenti attraverso cui queste persone fisiche (in
forma collegiale, più raramente individuale) svolgono concretamente il loro
ministero esercitando la potestà ricevuta PERSONALMENTE

·29 La Sapienti Consilio si astiene dal dare una formale definizione di Curia
Romana anche se dal preambolo è possibile ricavarne indirettamente una

·30 Quamobrem, adhibitis in consilium pluribus S.R.E. Cardinalibus, statuimus ac


decernimus, ut Congregationes, Tribunalia et Officia, quae Romanam Curiam
componunt et quibus Ecclesiae universae negotia reservantur […] non alia sint,
praeter consueta sacra Consistoria, quam quae praesenti Consitutione
decernuntur, eaque numero, ordine, competentia, divisa et constituta maneant
his legibus, quae sequuntur.

Elemento di ruttura e superamento, "non siamo altro che quelle costituzione


costituite cui" continua a vivero solo quello que è costituito cui.

·31 Sulla stessa linea il CIC del 1917, dove nel Libro II de personis, pars I de clericis,
sectio II de clericis in specie, titulus VII de suprema potestate deque iis qui
eiusdem sunt ecclesiastico iure participes, Caput IV de Curia Romana, non si dà
alcuna definizione generale di Curia ma si inizia subito a trattare dei singoli
Dicasteri

·32 Una definizione di Curia Romana si rinviene però nel can. 7 del CIC del 1917
sulle norme in generale dove si legge

·33 Nomine Sedis Apostolicae vel Sanctae Sedis in hoc Codice veniunt non solum
Romanus Pontifex, sed etiam, nisi ex rei natura vel sermonis contextu aliud
appareat, Congregationes, Tribunalia, Officia, per quae idem Romanus Pontifex
negotia Ecclesiae universae expedire solet

·34 Questa è la fonte a cui rinvia la nota 9 della REU di cui si è detto in apertura
·35 1. § 1. Curia Romana, qua Summus Pontifex negotia Ecclesiae universae
expedire solet (9),1 constat Congregationibus, Tribunalibus, Officiis et
Secretariatibus.

La Riforma Piana
La cost. ap. Sapienti Consilio del 29 giugno 1908

Le aspettative del mondo cattolico


·36 L’ascesa al soglio pontificio di Giuseppe Sarto desta grandi aspettative di un
profondo rinnovamento in ogni ambito della vita della Chiesa

·37 Nel 1905 viene edito un opuscoletto anonimo che subito registra un successo
notevole con migliaia di copie stampate. Corre voce che sia stato sollecitato
dall’entourage del Papa, anzi che lo stesso Pontefice ne abbia rivisto le bozze

Auspici rispetto alla Curia Romana


·38 Accorpamento, soppressione ridenominazione dei Dicasteri

·39 Evitare che il medesimo Dicastero giudichi in I° e II° istanza

perche al epoca non c'èra una distinzione delle funzione di Potestà.

·40 Necessità di un Regolamento per ogni Congregazione che determinasse con


tutta chiarezza e precisione le proprie attribuzioni, ossia le materie da
trattarvisi, la maniera di trattarle e le tasse delle Bolle e dei Rescritti

il regolamento e ciò che fa viviere il ente, più che lo statuto.

·41 Provvedere a retribuzione del personale con stipendio a carico della S. Sede

·42 Divieto di cumulo di più impieghi o incarichi; vietare ai dipendenti la possibilità


di esercitare libera attività professionale forense innanzi alla S. Sede.

situazione che difatto oggi c'è

·43 Eliminare il laicato dai ruoli della S. Sede


al epoca essistevano molti uffici riservati a

·44 Meritocrazia: Ciò stimerei tanto più necessario in quanto si ritiene


generalmente tra noi, che taluni saliti in alto e giunti ad occupare certi posti,
anche ne facciano delle madornali, divengono invulnerabili. Laonde
bisognerebbe toglier via questa tanto deplorata ineguaglianza: una volta
ristabilito l’impero della legge il – chi rompe paga – dovrebbe essere uguale per
tutti

·45 Reclutamento per concorso e mobilità del personale

Reazioni
·46 Numerose le reazioni, con la pubblicazione di opuscoli (anonimi e non) pro o
contro le posizioni espresse in Pio X. Suoi atti e suoi intendimenti…

·47 Il settimanale La vera Roma, baluardo del cattolicesimo intransigente, reagisce


con veemenza all’anonimo opuscolo. Sotto lo pseudonimo di Bercas, mons.
Bernardino Castaldi tenta una replica pubblicando un opuscolo dal titolo Il papa
è il papa

La bozza di riforma di S. Pio X


·48 Nel 1951 Giuseppe Ferretto ha editato l’autografo di S. Pio X recante il titolo
Progetto di riordinamento delle Sacre Congregazioni Romane

·49 Considerato che Giuseppe Sarto non vantava una carriera curiale, desta
meraviglia la conoscenza dei problemi dei singoli Dicasteri e la competenza con
cui li ridisegna

lui sa i probblemi interni della curia Romano, molto prattico, molto inteliggente, mi
serve una missione che mi serva per la missione, questo progetto si mette in
prattica.

·50 Tale progetto sarà la base di partenza per il lavoro della Commissione
cardinalizia che approderà poi alla nota costituzione apostolica
Il pensiero di S. Pio X circa la riforma
Anzi tutto la rapidità, perche porta avanti allo stesso tempo la codificazione.

·51 Rapidità: la riforma deve essere fatta il più celermente possibile in modo che vi
sia un tempo sufficiente di sperimentazioni, così che il venturo Codice canonico
possa apportare quelle integrazioni o correzioni suggerite dalla prassi

·52 Il Pontefice tratteggia brevemente quelli che a suo avviso devono essere i
pilastri dell’improrogabile riforma, evidenziando con sapienza le difficoltà attuali
sul piano organizzativo e sul piano giuridico

Difficoltà sul piano organizzativo


·53 Alcune Congregazioni non hanno più ragion di esistere, mentre altre sono
sovraccariche di lavoro

congregazione sulla flotta, congregazione lauretana.

·54 Alcuni uffici hanno personale in esubero, altri invece hanno carenza di
personale

·55 Le tasse sono varie, spesso arbitrarie e non sempre in tutto ragionevoli

·56 Le retribuzioni sono per alcuni uffici troppo pingui, per altri nulle o irrisorie

·57 Quindi occorre una revisione del sistema di retribuzione del personale

·58 Aboliti affatto tutti gli incerti, gli Ufficiali di ciascun Dicastero avranno
uno stipendio fisso dalla sola Cassa della S. Sede alla quale saranno
consegnate tutte le tasse dei Rescritti, delle Dispense […] che saranno
razionalmente stabilite¨.

·59 Svecchiare nei limiti del possibile l’immagine della Curia

·60 sarebbe finalmente opportuno cambiare la denominazione di alcune S.


Cong.ni in altra più conforme all’attuale loro natura e più rispondente ai
nostri costumi

purché non si causino difficoltà, infatti


·61 considerando che alcune Cong.ni posseggono stabili o rendita pubblica
ad esse civilmente intestata, ed hanno diritti derivanti da Testamenti e da
altre pie disposizioni, prima di fare mutazioni anche di solo nome, è cosa
prudente essere certi dell’assenza di ogni pericolo di confisca da parte
dell’Autorità laica o di rivendicazione da parte di privati degeneri della
pietà dei loro antenati

Difficoltà sul piano giuridico


·62 Le Congregazioni operano promiscuamente come organi amministrativi e
giurisdizionali, operando a volte come organi di prima istanza che di appello

·63 Mancando un’efficiente ripartizione delle competenze tra i Dicasteri, può


accadere che il ricorrente scelga, tra i possibili, il Dicastero a suo giudizio
più conveniente

·64 Più Dicasteri a volte intervengono a vario titolo nella medesima questione,
allungando i tempi e creando confusione

·65 Le Congregazioni devono tornare alla loro primitiva natura di collegi


amministrativi, togliendo loro la giurisdizione contenziosa

devono amministrare e non giudicare.

·66 A tal fine converrà richiamare in vita il Tribunale della S. Rota Romana
e a questo rimettere per commissione tutte le cause. Così oltreché
all’esonero delle S. Cong.ni si provvederà anche ad amministrare la
giustizia in modo più spedito e consentaneo ai tempi, dovendo un Tribunale
di dignità inferiore emettere le proprie sentenze motivate a differenza delle
Sacre Congregazioni che giudicano more principis

la rota romana era tribunale civile per le cause degli stati pontifici.

·67 Nondimeno per il compito inerente alla Sacre Cong.ni di tutelare la


disciplina nella Chiesa, e per altri motivi di indole delicata restano alle
Sacre Cong.ni le funzioni di Tribunali criminali specialmente nelle cause da
concludersi sommariamente

inteviene il giudizio con il reale

·68 Il Regolamento di Curia, strumento indispensabile per implementare la


riforma, tanto da rivestire per il Pontefice un’importanza pari alla stessa
Sapienti Consilio
·69 Scusi se le raccomando il Regolamento per le Congregazioni, perché se
come spero il Motu-Proprio, potrà essere tra non molto licenziato,
converrebbe che non ritardasse la pubblicazione del Regolamento. Mi
scusi di nuovo se abuso della sua bontà…(lettera di S. Pio X al card. De Lai
del 4 aprile1908)

consapevoleza della importanza del regolamento.

Curia di Dicasteri
Premesse poste dalla riforma piana

Gli intervento di pio X, ponne le premesse perche la curia romana divente


una curia de dicasteri.

Curia di Dicasteri
·70 La fondamentale differenza rispetto alla Immensa aeterni Dei e che testimonia
la grandezza del progetto di Pio X è che si da vita ad una riforma integrale della
Curia romana

·71 La modernità, poiché fa della Curia romana un’organizzazione amministrativa


posta sul solco delle Pubbliche Amministrazioni Civili.

Leone XIII non aveva riformato la curia, perche cancelare i dicasteri che si occupano
del governo temporale dei stati potifici, perche era ammetere implicitamente
rinunciare agli stati pontifici davati alla opinione internazionale.

·72 Il coraggio, poiché con la cancellazione delle strutture connesse al Governo


temporale il Pontefice, seppur implicitamente, rinuncia ad ogni aspirazione a
che sia ripristinata la legalità internazionale con la fine dell’occupazione di
Roma e degli Stati Pontifici

Strumenti normativi
atraverso cui questa opera e portata avati.

·73 La cost. ap. Sapienti Consilio del 29 giugno 1908 a cui accedono

·74 Lex propria sacrae romanae rotae et signaturae apostolicae (e l’appendice de


taxatione expensarum iudicialium) del 29 giugno 1908
·75 Ordo servandus in sacris congregationibus, tribunalibus, officiis romanae curiae
promulgato in due fasi

·76 Pars prima – Normae generali del 29 giugno 1908

·77 Pars altera – Normae peculiari con in appendice l’istruzione sul modo
di registrare e di spedizione del 29 settembre 1908

·78 Cost. ap. Promulgandi pontificias Constitutiones del 29 settembre 1908,


Documento fondazional, cre gli atta apostolica sedis, come strumeto ufficiale
delle promulgazione della legge. "comentarium officiali"

Sintesi riassuntiva delle innovazioni operate da S. Pio


X
·79 Si fissa modo esplicito l’indole propria dei vari tipi di Dicasteri, secondo la
tripartizione Congregazioni, Tribunali ed Uffici attestatasi nel corso dei secoli

·80 L’organigramma e la struttura interna dei Dicasteri è sottratta all’autonomia dei


cardinali

·81 Le nomine dei dirigenti (Officiali Maggiori) è riservata al Pontefice; gli impiegati
(Officiali Minori) sono nominati per concorso

·82 Si danno norme generali e particolari che disciplinano il funzionamento dei vari
Dicasteri, le attribuzioni e le potestà

·83 Netta demarcazione delle competenze tra i vari Dicasteri così da evitare
sovrapposizioni

·84 Eliminazione delle strutture connesse con il governo temporale degli Stati
Pontifici o loro radicale mutamento di attribuzioni

·85 Uniformazione delle tariffe per i servizi resi dai Dicasteri

·86 Retribuzione del personale di Curia a carico dell’erario Santa Sede

·87 Standardizzazione del protocollo

·88 Allineamento ai criteri moderni di datazione dei documenti. L’anno non si


computa più dall’Incarnazione (25 marzo) ma dalle calende di gennaio (1
gennaio)

·89 Possibilità tanto per soggetti privati che pubblici di ricorrere alla Santa Sede
senza l’obbligo di avvalersi di agenti o procuratori
·90 Aumento delle lingue utilizzabili nei ricorsi. Oltre al latino, italiano e francese,
vengono ora ammessi l’inglese, spagnolo, portoghese e tedesco.

Funzione amministrativa e giudiziaria


·91 Altro importante merito della Sapienti Consilio è l’aver voluto separare l’attività
amministrativa da quella giudiziale

·92 Funzione Amministrativa alle Congregazioni

·93 Funzione Giurisdizionale ai Tribunali

Ministerializzazione dei Dicasteri


·94 La trasformazione da Curia di Persone a Curia di Dicasteri operata dalla spinta
modernizzatrice della Sapienti Consilio avvia un processo di
“ministerializzazione” dei Dicasteri

·95 Tale fenomeno si realizza in via di prassi e non tramite norme positive

·96 L’importanza della Congregazione (intesa quale riunione dei Cardinali) scema
tutto a vantaggio del Prefetto (o Cardinal Segretario) che diviene vero
“ministro” titolare del Dicastero

·97 Il che è “rivoluzionario” se si considera che tradizionalmente si parlava “De


collegiis iurisdictionis quibus Curia Romana potissimum constituitur. Cum
magistratus ecclesiastici in Curia Romana ex communiter contingentibus
habeant formam collegi disputatio de magistratibus practice coincidit cum
disputatione de collegiis iurisdictionis (F.X.Wernz)

·98 Le Congregazioni (sia plenarie che ordinarie) si riuniscono ad intervalli di tempo


sempre maggiori

·99 Di conseguenza il ruolo di quotidiano governo del Prefetto, Segretario e


Sottosegretario si dilata

·100 Quale limite alla “ministerializzazione” completa del Dicastero e quindi contro
il rischio di “autocefalia”, rimane il principio che

·101 i Superiori non possono compiere nil grave et extraordinarium senza


aver consultato il Papa

·102 le decisioni sive gratiae via sive iustitiae devono essere approvate dal
pontefice, salvo facoltà speciali, o si tratti delle sentenze della Rota o della
Segnatura´.
·103 La riforma di Curia, come del resto la codificazione canonica, mostra in maniera
incontrovertibile la modernità di S. Pio X. Proprio in quanto profondamente radicamento
nella Tradizione, il Pontefice non alcune ha timore pregiudiziale dei cambiamenti e delle
novità che anzi stima quali possibili fattori di progresso nel cammino storico della Chiesa

·104 Intelligenza non comune, conoscenza dei problemi reali e coraggio suppliscono
pienamente alla mancanza di preparazione tecnico-teorica ed esperienza curiale

·105 Il Pontefice avvia efficacemente e con risoluta determinazione il processo di


trasformazione della Curia romana da corte rinascimentale a moderna Pubblica
Amministrazione

·106 Operando il passaggio da una concezione di Curia come insieme di persone


che individualmente o collegialmente esercitano la potestà

·107 Ad una concezione di Curia come apparato di organi e funzioni

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