You are on page 1of 13

Cooperatores Veritatis

“Chiunque mente antepone alla verità i vantaggi temporali, o propri o di


qualche altro: ma ci può essere qualcosa più perversa di questa? Può anche
darsi che uno ricorrendo alla menzogna intenda condurre un altro
all’acquisto della verità; costui però nello stesso tempo gl’impedisce il
raggiungimento della verità.” (Sant’Agostino – La menzogna)

Qui potrete seguire l’articolo anche con l’audio.

Cari Amici, ci scrivono chiedendoci chiarimenti su alcuni aspetti vitali per


poterci dire veramente “cattolici”. Ci chiedono che cosa è questo
“antipapismo” che oggi viene così facilmente attribuito a chi non fosse
d’accordo con il “magistero di papa Francesco”; ci chiedono quando un
cattolico è davvero scismatico. Come possiamo vedere la confusione regna,
è pressoché totale, dilagante, e funge per altro da dissuasore contro coloro
che, ben comprendendo la grave crisi della Fede e della apostasia interna
alla Chiesa, temono di diventare “scismatici” se osassero affermare – per
esempio – che la pastorale di oggi è eretica su molti punti della Dottrina.

Occorre rilevare subito che, come insegnano i Padri e lo stesso san


Tommaso d’Aquino, non ci sono sconti per nessuno, e quando non si fosse
d’accordo su uno solo degli articoli della nostra Fede, portando avanti l’errore
con la superbia di avere ragione, si è già iniziato uno scisma. Perché noi
vogliamo attingere dai Padri della Chiesa, dai Santi, dai Dottori? Perché non
solo i loro testi ed insegnamenti furono davvero ispirati e hanno un valore
PERMANENTE nel Deposito della Fede, ma anche per il fatto che – queste
risposte perenni – sono oggi per noi i punti cardini per non scadere davvero
nell’eresia, nell’apostasia e così nello scisma.
Chiariamo subito il problema, dilagato, di Francesco “papa o non papa”,
insomma Bergoglio è il Papa? Sì! Chiariamolo una volta per tutte: la sua
elezione a sommo Pontefice è – attualmente – legittima ed è stata
confermata anche dagli atteggiamenti assunti da Benedetto XVI nei
confronti del suo successore, riconoscendolo, appunto, come tale. Ora, al di
la del fatto che poi sarà la storia ed altri pontefici a chiarire tutta questa
situazione ANOMALA, dal momento che non esiste nella Sacra Scrittura la
figura o il ruolo del “papa emerito”, o della presenza di due Papi – uno orante
e l’altro regnante – ciò che vale al momento è questo riconoscimento
avvenuto più volte e in forma pubblica ed ufficiale. NOI viviamo nel
PRESENTE non nel passato o nel futuro, e in questo “presente” dobbiamo
ragionare, vivere ed operare.

Quindi Bergoglio è “il Papa”. Bene! Ma poi ci chiedono: e riguardo alla sua
dottrina non è forse vero che è eretico?

Qui la risposta si complica perché, sia ben chiaro a tutti, NESSUNO può
giudicare un Pontefice! E questo non lo dice “solo” il Diritto Canonico, ma ce
lo dice anche la ragione stessa in virtù della dottrina stessa sul ruolo e sulla
istituzione DIVINA del papato. Deve essere infatti chiarito che, l’istituzione
dell’ufficio del Papa non è umano, ma divino, perché il Papa NON è il CAPO
ma il Vicario di Cristo che è Capo della Sua Chiesa. E’ per questo motivo che
un Papa NON può essere giudicato da nessuno.

Tuttavia attenzione al fatto che – un Papa – può RICEVERE moniti, avvisi,


preoccupazioni suscitate dal suo modo di regnare sia a riguardo della
politica, quanto nella pastorale per il Gregge. Deve essere chiaro per tutti che
– la questione della INFALLIBILITA’ – riguarda SOLO quando il Pontefice si
esprime da Maestro, ufficialmente “ex-cathedra”, che non significa “fuori” ma
esattamente il contrario: un Papa è infallibile quando esprime ragioni della
Fede DALLA CATTEDRA. I Documenti ufficiali papali come la tanto discussa
Amoris Laetitia sono l’esempio più eclatante nel momento in cui, i suoi
contenuti ambigui per alcune questioni dottrinali di enorme importanza,
suscitarono a suo tempo l’intervento di alcuni cardinali con la famosa
richiesta dei “DUBIA”. Ossia, chiesero al Papa di chiarire i dubbi che alcuni
contenuti del testo papale, avevano suscitato.

Domandare è lecito, persino ad un Papa, che se poi il papa non vuole


rispondere, questo apre un altro grave problema che accenneremo più
avanti. Ma non per questo si può avanzare una accusa esplicita e diretta che
il “papa è eretico”. E allora, quando un Papa è eretico? Il Signore Gesù aveva
talmente chiara tutta la storia della Sua Chiesa MILITANTE, dal suo sorgere,
al suo essere glorificata poi in quella che chiamiamo “la Chiesa
TRIONFANTE”, già VIVA ed operante in Cristo nei SANTI, che il dichiarare
“eretico” un Pontefice NON RIENTRA affatto nel suo progetto su La Chiesa.
La promessa di Gesù di pregare per Pietro (il famoso non praevalebunt), non
valeva solo per Simon Pietro il pescatore, ma anche per TUTTI i suoi
successori tanto è vero che, nella storia della Chiesa, assistiamo ad alcuni
periodi critici in cui si riconosceva l’usurpatore, comunemente definito:
ANTIPAPA!

Ma l’antipapa non è automaticamente un “eretico”! Spesso infatti, queste


figure, si scatenavano da interessi politici e di potere, per questioni mondane
e non dottrinali. Per farla breve, allora, visto che non è neppure “antipapa”,
perché papa Francesco viene definito da molti “eretico”?

Il 19 dicembre del 2016 a Catholic World Report, il Card. Raimond Burke, nel
chiarire  che con i famosi “Dubia” non si dava affatto dell’eretico al Papa, al
tempo stesso chiariva però che esiste l’ipotesi teologica, alla quale lui
aderisce, per cui il Papa, qualora dovesse professare un’eresia, cesserebbe
automaticamente di essere Papa. Ma ATTENZIONE, è una IPOTESI
TEOLOGICA…. Così la conseguente “depositus seu deponendus” (deposto –
deponendo), riguardo ad un Pontefice, è stata studiata da sempre da parte
dei Dottori della Chiesa solo come soluzione pratica di ciò che occorrerebbe
fare davanti  all’ipotesi (antecedente: “ammesso e non concesso che il Papa
possa cadere in eresia”), ritenuta possibile da loro più che probabile e mai
certa, che da altri. Insomma, la discussione resta aperta, il tutto discusso qui
in un libro prezioso  con la Prefazione del prof. Roberto de Mattei.

Questo per la parte più attinente agli esperti, diremo, e per quanto riguarda
noi, piccolo gregge? Le cose non cambiano. Se non sono riusciti a trovare
una soluzione al problema i più grandi Dottori della Chiesa, cosa pensiamo di
poter fare noi? Quindi non avrete da noi una risposta perché al momento
non c’è. TUTTAVIA attenzione, noi possiamo e dobbiamo fare
DISCERNIMENTO SUI FATTI che stanno accadendo. Questi fatti NON
devono farci trarre delle conclusioni definitive, ma comprendere piuttosto
che siamo all’interno di UNA BUONA BATTAGLIA – senza precedenti nella
storia della Chiesa a parte la questione ariana come vedremo – la cui vittoria
finale sarà ed è del trionfo del Cuore Immacolato di Maria, vedi qui.

In una interessante intervista al professore Roberto de Mattei, l’11 dicembre


2017, sull’attuale crisi dottrinale nella Chiesa – vedi qui – disse queste
parole che facciamo nostre:
“L’attuale crisi nella Chiesa non nasce con papa Francesco e non si
concentra in una sola persona, ma risale al Concilio Vaticano II e, più indietro
ancora, agli anni del modernismo. Oggi larga parte del collegio cardinalizio,
del corpo episcopale e, in generale, del clero, è infetto di modernismo. I pochi
cardinali, vescovi e sacerdoti che resistono devono tener conto di questa
situazione e il nostro compito è di aiutarli.”

Ma attenti alle parole del Cristo: “può un cieco guidare un’altro cieco?” ecco
perché dobbiamo documentarci, dobbiamo approfondire.  Bene!
Concentriamoci ora su alcuni punti fondamentali per non disperderci troppo.

1) Il Modernismo. Detto in due parole è il termine attraverso il quale il grande


San Pio X nel 1907 seppe individuare il cuore perverso di un pensiero
anticristico, anticattolico che definì “la sintesi di tutte le eresie” e che
troviamo ben descritto nella famosa Pascendi Dominici gregis, vedi qui. Il
perché è presto detto. Non è facile, in effetti, cogliere esattamente l’eresia
modernista, dal momento che essa non si oppone affatto a questa o a quella
verità rivelata, e dunque non si oppone ad una qualche dottrina
esplicitamente. Ma il grande San Pio X intuì e comprese il punto centrale che
è: nel mutamento della nozione stessa di «verità», che per il modernismo è in
evoluzione mentre, per la Dottrina cattolica – LA VERITA’ –  non si evolve,
ricordiamo infatti quando diciamo “Cristo ieri, oggi, sempre“; così quindi
anche i dogmi mutano, per il Modernismo. In tal modo la coscienza diventa il
centro di tutto, la regola universale, l’autorità suprema…. indipendentemente,
è ovvio, da come è formata questa coscienza mentre, la dottrina cattolica
che parla sì di libertà della coscienza, ma di una coscienza “retta e
FORMATA” NELLA VERITA’. Da qui si comprende quanto sia subdola e
ingannevole questa “nuova teologia”.

2) Karl Rahner. E’ un gesuita, che definiamo – appunto secondo retta


coscienza – eretico. E’ lui il precursore dell’applicazione del nuovo
Modernismo. Tutto ciò che vediamo di strano oggi dentro le nostre
parrocchie, nelle comunità ed anche nei Movimenti; tutto ciò che udiamo di
strano proferire da preti, vescovi ed oggi anche dal Papa, purtroppo, a
riguardo dell’essere, del “non è più peccato”, stravaganze dottrinali e pure
etiche e morali, provengono da Karl Rahner. Per aiutarvi a capire di cosa
parliamo, consigliamo di leggere il comodo e fruibile tascabile del professor
Stefano Fontana, vedi qui, La Chiesa di Karl Rahner. Qui ora non abbiamo
spazio e tempo per dilungarci, ma voi potete approfondire l’argomento, se
avrete a cuore di capire contro cosa dobbiamo davvero combattere. Stefano
Fontana denuncia come “ il rahnerismo vive parassitariamente nella Chiesa
la cui identità pretende però sostituire liquefacendola dall’interno…“. Volete
qualche esempio pratico? Quando oggi vediamo tutti quei video in cui i preti
celebrano delle messe assurde con balli, con innovazioni, canti variopinti,
preti mascherati da pagliacci, fedeli che ballano nei presbiteri, e quant’altro, è
tutto frutto della teologia di Rahner; quando assistiamo a Chiese adibite,
trasformate in osterie, pizzerie, piste ciclabili o di danza, tutto proviene dalla
teologia di Rahner… Sul gesuitismo Modernista si legga qui nei Dossier.

3) Il neoarianesimo. Tutto ciò ci conduce ad un solo paragone possibile,


quando la Chiesa dovette combattere contro l’eresia del presbitero Ario, da
cui deriva l’eresia ariana, l’arianesmo. Oggi parliamo di NEO arianesimo,
perché seppur l’eresia è apparentemente nuova, di fatto il cuore è sempre lo
stesso: attaccare, annientare L’IDENTITA’ DIVINA DI GESU’ CRISTO. IL GURU
IN QUESTIONE E’ IL LAICO ENZO BIANCHI. Naturalmente anche lui si è
abbeverato e nutrito dell’eresia rahneriana, trascinandola alle estreme
conseguenze che sono, in questo caso, IL SINCRETISMO RELIGIOSO. Gesù è
sì “figlio di Dio”…. se poi è “anche Dio”, questo non ha importanza, anzi, si può
ri-discutere.  Facciamo un esempio pratico. State attenti quando sentite preti
o vescovi che affermano una enfasi accentuata sulla Risurrezione di Gesù e
poca dimestichezza nel parlarvi DELLA MORTE… Essi vi dicono che: certo
che Gesù, figlio di Dio, è morto in Croce, ma ciò che conta è che “DIO LO HA
RESUSCITATO”… capite l’inganno? E’ vero che noi leggiamo nella Scrittura
che il Padre AVREBBE GLORIFICATO IL FIGLIO, ma qui loro intendono far
passare che sulla Croce è morto UN UOMO QUALUNQUE, SEPARANDO LA 
NATURA DIVINA DALLA NATURA UMANA DEL CRISTO…. e dunque dicendo
che “Dio lo ha resuscitato”, ecco che il concetto di DIO non è più quello
rivelato IN CRISTO, ma in una idea di Dio più generica, AL DI FUORI DEL
CRISTO, astratta, SINCRETISTA. Ma questo è neoarianesimo!! Se come
diciamo nel Credo: “Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima
di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non
creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono
state create…. il terzo giorno è resuscitato…“, loro non lo negano con
formulazioni eretiche, state bene attenti, ma inficiano la sana dottrina
INTERPRETANDO i fatti in modo diverso e “secondo coscienza” – DIO HA
RISUSCITATO CRISTO – capite? Si arriva così ad affermare che la Dottrina è
interpretabile a seconda della comprensione del momento storico che si
vive!

E cosa c’è di più alto e dignitoso che lo zelo, la Verità per la salvezza delle
Anime, nostre ed altrui, all’interno del sacrosanto diritto di avere LA VERITA’
per la quale Gesù stesso ha fondato la Sua Chiesa, donandole grazie su
grazie, dal quel costato squarciato?
Laudetur Jesus Christus

Eminenza, lei sarà uno dei principali relatori al convegno del 7 aprile, che
nel nome del cardinal Caffarra si interrogherà sulla direzione della Chiesa.
Già dal titolo del convegno si percepisce la preoccupazione per la direzione
presa. Quali sono i motivi di tale preoccupazione?
La confusione e la divisione nella Chiesa, sulle questioni fondamentali e più
importanti – il matrimonio e la famiglia, i Sacramenti e la giusta disposizione
per accedervi, gli atti intrinsecamente cattivi, la vita eterna ed i Novissimi –
diventano sempre più diffuse. E il Papa non soltanto rifiuta di chiarire le cose
con l’annuncio della costante dottrina e sana disciplina della Chiesa, una
responsabilità che è inerente al suo ministero quale Successore di san
Pietro, ma aumenta anche la confusione.

Si riferisce anche al moltiplicarsi di dichiarazioni private che vengono


riportate da coloro che lo incontrano?
Quello che è successo con l’ultima intervista concessa ad Eugenio Scalfari
durante la Settimana Santa e resa pubblica il Giovedì Santo è andato oltre il
tollerabile. Che un noto ateo pretenda di annunciare una rivoluzione
nell’insegnamento della Chiesa Cattolica, ritenendo di parlare nel nome del
Papa, negando l’immortalità dell’anima umana e l’esistenza dell’Inferno, è
stata fonte di profondo scandalo non solo per tanti cattolici ma anche per
tanti laici che hanno rispetto per la Chiesa Cattolica ed i suoi insegnamenti,
anche se non li condividono. Oltretutto il Giovedì Santo è uno dei giorni più
santi dell’anno, il giorno in cui il Signore ha istituito il Santissimo Sacramento
dell’Eucaristia e il Sacerdozio, affinché Egli possa offrirci sempre il frutto
della Sua redentiva Passione e Morte per la nostra salvezza eterna. Inoltre la
risposta della Santa Sede alle reazioni scandalizzate arrivate da tutto il
mondo, è stata fortemente inadeguata. Invece di riannunciare chiaramente la
verità sulla immortalità della anima umana e sull’Inferno, nella smentita c’è
scritto solo che alcune parole citate non sono del Papa. Non dice che le idee
erronee, perfino eretiche, espresse da queste parole non sono condivise dal
Papa e che il Papa ripudia tali idee quali contrarie alla fede cattolica. Questo
giocare con la fede e la dottrina, al livello più alto della Chiesa, giustamente
lascia pastori e fedeli scandalizzati.

Se queste cose sono molto gravi, e fonte di imbarazzo, stupisce però anche
il silenzio di tantissimi Pastori.
Certo, la situazione è ulteriormente aggravata dal silenzio di tanti vescovi e
cardinali che condividono con il Romano Pontefice la sollecitudine per la
Chiesa universale. Alcuni stanno semplicemente zitti. Altri fanno finta che
non ci sia nulla di grave. Altri ancora diffondono fantasie di una nuova
Chiesa, di una Chiesa che prende una direzione totalmente diversa dal
passato, fantasticando ad esempio di un “nuovo paradigma” per la Chiesa o
di una conversione radicale della prassi pastorale della Chiesa, rendendola
completamente nuova. Poi ci sono quelli che sono entusiasti promotori della
cosiddetta rivoluzione nella Chiesa Cattolica. Per i fedeli che capiscono la
gravità della situazione, la mancanza di direzione dottrinale e disciplinare da
parte dei loro pastori li lascia smarriti. Per i fedeli che non capiscono la
gravità della situazione, questa mancanza li lascia in confusione ed
eventualmente vittime di errori dannosi alle loro anime. Molti che sono
entrati nella piena comunione della Chiesa Cattolica, essendosi battezzati in
una comunione ecclesiale protestante, perché le loro comunità ecclesiali
hanno abbandonato la fede apostolica, soffrono intensamente la situazione:
percependo che la Chiesa Cattolica sta andando nella stessa via
dell’abbandono della fede.

Quella che lei dipinge è una situazione apocalittica…


Tutta questa situazione mi porta a riflettere sempre più sul messaggio della
Madonna di Fátima che ci ammonisce del male – ancora più grave dei
gravissimi mali sofferti a causa della diffusione del comunismo ateistico –
che è l’apostasia dalla fede dentro la Chiesa. Il n. 675 del Catechismo della
Chiesa Cattolica ci insegna che “[p]rima della venuta di Cristo, la Chiesa deve
passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti“, e
che “[l]a persecuzione che accompagna il suo [della Chiesa] pellegrinaggio
sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura
religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al
prezzo dell’apostasia dalla verità”.

In una tale situazione i vescovi e i cardinali hanno il dovere di annunciare la


vera dottrina. Allo stesso tempo devono condurre i fedeli a fare riparazione
per le offese a Cristo e le ferite inflitte al Suo Corpo Mistico, la Chiesa,
quando la fede e la disciplina non sono giustamente salvaguardate e
promosse dai pastori. Il grande canonista del XIII secolo, Enrico da Susa o
l’Ostiense, affrontando la difficile questione di come correggere un Romano
Pontefice che agirebbe in un modo contrario al suo ufficio, afferma che il
Collegio dei Cardinali costituisce un controllo de facto contro l’errore papale.

Senza dubbio, oggi è molto discussa la figura di papa Francesco. Si passa


facilmente dall’esaltazione acritica di qualsiasi cosa egli faccia alla critica
spietata per ogni suo gesto ambiguo. Ma in qualche modo il problema di
come rapportarsi al Papa vale per ogni pontefice. Per cui alcune cose
necessitano di essere chiarite. Intanto, cosa rappresenta il Papa per la
Chiesa?
Secondo il costante insegnamento della Chiesa, il Papa, per la volontà
espressa di Cristo, è “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità
sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Costituzione Dommatica
sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, n. 23). È l’essenziale servizio del Papa di
salvaguardare e promuovere il deposito della fede, la vera dottrina e la sana
disciplina coerente con le verità credute. Nell’intervista già citata con
Eugenio Scalfari, ci si riferisce compiacenti al Papa come “rivoluzionario”. Ma
l’Ufficio Petrino non ha niente, assolutamente niente, da fare con la
rivoluzione. Al contrario, esiste esclusivamente per la conservazione e
propagazione della fede cattolica immutabile che conduce anime alla
conversione di cuore e conduce tutta l’umanità alla unità fondata sull’ordine
iscritto da Dio nella Sua creazione e soprattutto nel cuore dell’uomo, l’unica
creatura terrena fatta ad immagine di Dio. È l’ordine che Cristo ha restaurato
per il Mistero Pasquale che stiamo celebrando in questi giorni. La grazia
della Redenzione che promana dal Suo Cuore trafitto glorioso nella Chiesa,
nei cuori di suoi membri, dà la forza per vivere secondo questo ordine, cioè in
comunione con Dio e con il prossimo.

Sicuramente il Papa non è un sovrano assoluto, eppure oggi è molto


percepito in questo modo. “Se lo dice il Papa…” è il modo comune di
troncare qualsiasi domanda o dubbio su alcune affermazioni. C’è una sorta
di papolatria. Come vi si risponde?
La nozione della pienezza del potere del Romano Pontefice è stata
chiaramente enunciata già da Papa San Leone Magno. I canonisti del
Medioevo hanno contributo grandemente all’approfondimento del potere
inerente l’Ufficio Petrino. Il loro contributo rimane sempre valido e
importante. La nozione è assai semplice. Il Papa, per la volontà divina, gode
di tutto il potere necessario per poter salvaguardare e promuovere la vera
fede, il vero culto divino, e la richiesta sana disciplina. Questo potere
appartiene non alla sua persona ma al suo ufficio di Successore di san
Pietro. Nel passato, per lo più, i papi non hanno resi pubblici i loro atti
personali o le loro opinioni, proprio per non rischiare che i fedeli siano
confusi su quello che fa e pensa il successore di san Pietro. Attualmente, c’è
una rischiosa e perfino dannosa confusione della persona del Papa con il
suo ufficio che risulta nell’oscuramento dell’Ufficio Petrino e in un concetto
mondano e politico del servizio del Romano Pontefice nella Chiesa. La
Chiesa esiste per la salvezza delle anime. Qualsiasi atto di un Papa che
mina la missione salvifica di Cristo nella Chiesa, sia un atto eretico o sia un
atto peccaminoso in se stesso, è semplicemente vuoto dal punto di vista
dell’Ufficio petrino. Quindi anche se chiaramente reca gravissimo danno alle
anime, non comanda l’obbedienza di pastori e fedeli. Dobbiamo sempre
distinguere il corpo dell’uomo che è il Romano Pontefice dal corpo del
Romano Pontefice, cioè dell’uomo che esercita l’ufficio di san Pietro nella
Chiesa. Non fare la distinzione significa papolatria e finisce con la perdita di
fede nell’Ufficio Petrino divinamente fondato e sostenuto.

Nel rapporto con il Papa a cosa un cattolico deve tenere maggiormente?


Il cattolico deve sempre rispettare, in modo assoluto, l’Ufficio Petrino quale
parte essenziale dell’istituzione della Chiesa da parte di Cristo. Il momento
nel quale il cattolico non rispetta più l’ufficio del Papa si è disposto o allo
scisma o alla apostasia dalla fede. Allo stesso tempo, il cattolico deve
rispettare l’uomo incaricato con l’ufficio che significa attenzione al suo
insegnamento e direzione pastorale. Questo rispetto include anche il dovere
di esprimere al Papa il giudizio di una coscienza rettamente formata,
quando egli devia o sembra deviare dalla vera dottrina e sana disciplina o
abbandona le responsabilità inerenti il suo ufficio. Per il diritto naturale, per i
Vangeli, e per la costante tradizione disciplinare della Chiesa, i fedeli sono
tenuti ad esprimere ai loro pastori la loro premura per lo stato della Chiesa.
Hanno questo dovere al quale corrisponde il diritto di ricevere una risposta
dai loro pastori.

Quindi è possibile criticare il Papa? E a quali condizioni?


Se il Papa non adempie il suo ufficio per il bene di tutte le anime, non è
soltanto possibile ma anche necessario criticare il Papa. Questa critica deve
seguire l’insegnamento di Cristo sulla correzione fraterna nel Vangelo (Mt 18,
15-18). Prima, il fedele o pastore deve esprimere la sua critica in un modo
privato, che permetterà al Papa di correggersi. Ma se il Papa rifiuta di
correggere il suo modo di insegnare o agire gravemente mancante, la critica
deve essere resa pubblica, perché ha da fare con il bene comune nella
Chiesa e nel mondo. Alcuni hanno criticato quelli che hanno espresso
pubblicamente la critica al Papa quale una manifestazione di ribellione o di
disobbedienza, ma domandare – con il rispetto dovuto per il suo ufficio – la
correzione di confusione o errore non è un atto di disobbedienza, ma un atto
di obbedienza a Cristo e perciò al Suo Vicario sulla terra.

Caricamento...

You might also like