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Nuova sede Consiglio.

M5S: “Luce su uno scandalo da manuale


nella realizzazione di un’opera pubblica. La Puglia chiede
giustizia.”
“Quello che sta accadendo dal 2003 ad oggi per la costruzione della nuova sede del Consiglio
regionale è un gigantesco scandalo da manuale nella realizzazione di un’opera pubblica che,
ironia della sorte, dovrebbe essere l’icona più prestigiosa della politica pugliese. Una storia infinita
che dura da oltre 15 anni e che, ad oggi, costa ai pugliesi oltre 90 milioni di euro.” Lo hanno
dichiarato i consiglieri del M5S Antonella Laricchia, Grazia Di Bari e Gianluca Bozzetti nel corso di
una conferenza stampa in cui hanno illustrato le criticità del progetto e i costi sostenuti dai pugliesi. “In
quasi un anno di approfondimenti e di richieste di documenti abbiamo cercato di fare chiarezza su
quanto accaduto. E’ emerso un preoccupante quadro sul quale chiameremo, attraverso un esposto,
a pronunciarsi la Procura di Bari, la Corte dei Conti e l’ANAC al fine di accertare ogni eventuale
responsabilità; depositeremo, inoltre, una mozione urgente finalizzata ad evitare il pagamento delle
parcelle dei progettisti che ad oggi ammontano a circa 12 milioni di euro”.

I consiglieri cinquestelle hanno ripercorso tutte le tappe della vicenda, analizzando sia l’aumento di
tempi che quello dei costi, a partire dal 2003 data di aggiudicazione della gara di progettazione per un
importo complessivo di 39.500.000 euro. Una cifra a cui si sono aggiunti dal 2003 al 2010 i costi di
alcune prime varianti al progetto stesso per un importo di 27.830.690€ che hanno fatto lievitare il
costo dell’opera, alla data di aggiudicazione dell’appalto (26 aprile 2010), fino a 67.330.690 €.

“Iniziamo con il sottolineare - hanno detto i cinquestelle - la singolarità di un progetto che avrebbe
dovuto garantire la realizzazione dell’opera con 39,5 milioni ma che già nei successivi sette anni ha
richiesto varianti per addirittura oltre 27 milioni, arrivando quasi a raddoppiare l’importo iniziale.”

Varianti progettuali che non sempre hanno convinto i consiglieri pentastellati: “In alcuni casi si
stanziavano milioni di euro per adeguare alle sopravvenute normative antisismiche un
progetto che già dal 2003 doveva essere rispondente alle normative antisismiche. Il sospetto
espresso non da noi, ma dalla stessa Regione Puglia nel momento in cui si era costituita parte civile
nella memoria difensiva depositata presso il GUP del Tribunale di Bari in data 04/07/08 è che il costo
dell’opera fosse stato <<artatamente “compresso” nell’importo di 39,5 milioni di euro
(immediatamente al di sotto del limite massimo) al solo fine di rientrare nei parametri imposti dal
bando, per poi assumere portata reale in relazione alle effettive esigenze ed ai contenuti del
progetto>>.”

in data 21 marzo del 2012 è avvenuto l’inizio dei lavori . Da contratto i lavori sarebbero dovuti durare
quasi 2 anni (729 giorni) eppure oggi, dopo oltre 6 anni (2.310 giorni), non sono ancora terminati. “Un
primo dato che salta all’occhio è l’assurda dilatazione delle tempistiche: se da questi 2310 giorni
dall’inizio dei lavori sottraiamo i 729 giorni che erano stabiliti in contratto e anche gli ulteriori 315 giorni
delle prime 4 varianti e anche ipotizzando, per mera ipotesi una proroga per la 5a variante di altri 300
giorni, rimarrebbero, comunque, quasi 1000 giorni di sospensione lavori, assolutamente
inspiegabili.”

I cinquestelle sono poi passati ad analizzare anche alcuni degli interventi inseriti nelle successive
5 varianti in corso d’opera intervenute dal 2012 ad oggi che hanno fatto lievitare l’importo
complessivo dei lavori di ulteriori 27. 668.000 € (diventati 16.118.745 per effetto del ribasso d’asta del
41,75%) arrivando all’entità dei lavori attuali di quasi 95.000.000€, quasi il triplo rispetto ai 39,5 milioni
del 2003.
“Abbiamo scovato anche in questo caso - hanno detto Laricchia, Bozzetti e Di Bari - alcune spese
quantomeno sospette soprattutto tenendo conto che la legge ed in particolare l’art.1 della L. 241/90
impone sia alle P.A. che ai privati preposti all’esercizio di attività amministrative di agire sempre
secondo criteri <<di economicità>> e <<di efficacia>>”. I cinquestelle hanno puntato il dito, ad
esempio, sulla scelta “inspiegabile” di acquistare delle plafoniere “esclusive e ricercate” al
costo di 637€ cad. sapendo che plafoniere con prestazioni illuminotecniche identiche sul
mercato avrebbero un costo che oscilla tra i 130-150€; una scelta della Direzione Lavori che non
ha incontrato nessun impedimento da parte dell’amministrazione regionale, che ha generato un
maggior costo per le casse pubbliche di circa 830.000 €, per n° 1637 plafoniere. “Un po’ come se la
Regione - hanno ironizzato i consiglieri M5S - volesse fornire a tutti i propri dipendenti delle penne
«Montblanc» in oro invece delle correnti penne «biro».”
Si sono fatti poi altri due esempi: un potenziamento fonoassorbente dei controsoffitti che secondo
ricerche di mercato avrebbe generato un sovrapprezzo al massimo di 3,50 €/mq in più e che,
invece, è costato ben 56€/mq in più. E in ultimo, la sostituzione di pareti divisorie mobili
attrezzate con pareti divisorie mobili non attrezzate, che anziché far scendere il costo lo ha
fatto raddoppiare.

“Noi abbiamo analizzato solo alcuni articoli di contratto che già sembrano quantomeno sospetti.
Siamo certi che gli inquirenti potranno analizzarli tutti. Di sicuro oggi sappiamo chi sta pagando: i
costi effettivi per i Pugliesi fanno scendere, solo per effetto del ribasso d’asta, l’importo dei 95 milioni
a €56.282.550 che sommati ai costi per spese varie di circa 30.833.000 euro, diventano € 87.166.000
di costo totale attuale dell’opera. Soldi pubblici a cui vanno aggiunti anche i costi, per ogni anno di
ritardo, dell’affitto dell’attuale sede del Consiglio (1.582.726,12 € all’anno) per un totale di
6.350.904,00€ per gli oltre 4 anni di ritardo.” Ma se da un lato sono i cittadini a pagare c’è anche
chi, di fatto, trae un vantaggio volutamente o meno dall’aumento di tempi e costi. “Sia i progettisti
che le imprese che partecipano alle gare d’appalto - hanno spiegato i pentastellati -
percepiscono importi percentuali che crescono al crescere dell’entità dei lavori. In questo caso
i progettisti percepiscono il 12% dell’entità dei lavori, quindi la parcella che nel 2003 era
presumibilmente di 3 milioni di euro ora è aumentata con l’aumentare dell’entità dei lavori, arrivando a
circa 11.200.310€ alla data del maggio 2016, dunque il 400% in più. Allo stesso modo anche le
imprese, in questo caso, percepivano il 49% sull’entità delle opere aggiuntive inserite nelle varianti.”

Laricchia, Bozzetti e Di Bari hanno concluso individuando le precise responsabilità politiche di chi
doveva controllare e non l’ha fatto: “Si tratta di esponenti dei vecchi partiti sia di destra che di sinistra.
A cominciare da Raffaele Fitto, Presidente della Regione Puglia nel 2003, ovvero nel periodo di
conclusione della gara di progettazione poi dichiarata «illecita» dalla Cassazione, continuando con il
presidente Nichi Vendola, sotto la cui Giunta tutte le varianti progettuali sono andate avanti senza
incontrare ostacoli, e il suo assessore alle Opere Pubbliche Fabiano Amati; si arriva poi all’attuale
Presidente Michele Emiliano, già governatore quando è stata approvata la 5° variante, la più
ingente, per un importo addirittura di oltre 19 milioni. Eppure il 4 maggio 2015 il Consiglio di Stato
aveva prescritto l’obbligo per la Regione di valutare il prioritario interesse della Collettività, a
ripristinare la legalità, demolendo l’opera e rifacendo la gara di progettazione, con criteri di correttezza
e legalità. E ciò quando i lavori erano ancora al 10% di avanzamento. All’epoca il governo Emiliano
invece, decise di andare avanti, stabilendo che la legalità era da considerarsi secondaria rispetto
all’interesse finanziario delle Casse Regionali; una evidente contraddizione dal momento che, proprio
sotto Emiliano, sulle stesse casse regionali venivano scaricati gli enormi costi della 5° variante, della
cui estesa infondatezza si è innanzi ampiamente detto. L’auspicio - hanno concluso - è che la
nostra azione ora serva ad individuare tutti i responsabili di questa scabrosa vicenda e
soprattutto a restituire giustizia alla Puglia e ai pugliesi.”

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