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RICERCHE
1
Com’è noto, secondo la dottrina islamica ortodossa Gesú è un Nabî (Profeta), e un
Rasûl (Inviato), facente parte dei ventiquattro profeti coranici, e in particolare alla pari con
Mosè e Maometto, poiché a tutti e tre questi profeti fu data direttamente da Allah una
scrittura sacra, a Gesú al-’Injîl, il Vangelo. Secondo l’islam, l’armonia che è intrinseca alla
creazione divina è estesa a maggior ragione anche a tutte le rivelazioni divine, e quindi in
primis alle tre fedi abramiche.
2
J.M. ABD EL-JALIL, Marie et l’Islam, Beauchesne, Paris 1950.
3
V. COURTOIS, Mary in Islam, Oriental Institute, Calcutta 1954.
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4
M. VÂLSAN (ed.), Les interprétations ésotériques du Coran. (Ta’wîlâtu-l-Qur’ân)
d’Abdur-Razzâq al-Qâchânî. Sourate XIX: Marie, in Études Traditionnelles, marzo-aprile
1964, 57-64.
5
L. BRESSAN, Devozione dei musulmani a Maria, in ID. (cur.), Maria nella devozione e
nella pittura dell’Islam, con la collaborazione di M. Borrmans, A. Hussein Hassoun, L. Pas-
salacqua, M. Rajab al BayynjmƯ, Jaca Book, Milano 2011, 21-33.
6
Senza alcuna pretesa di esaustività, vogliamo segnalare, oltre a quelle appena ricor-
date, alcune fra le pubblicazioni piú significative uscite negli ultimi trent’anni: N. GEAGEA,
Maria nel messaggio coranico, Edizioni del Teresianum, Roma 1973; ID., Mary in the Koran.
A meeting point between Christianity and Islam, Philosophical Library, New York 1984;
J. MCAULIFFE, Chosen of all women: Mary and Fatima in Qur’anic exegesis, in Islamochri-
stiana 7 (1981) 19-28; R.J. MCCARTHY, Mary in Islam, in A. STACPOLE (ed.), Mary’s Place
in Christian Dialogue, Morehouse-Barlow Co., Wilton (Connecticut) 1982; S. LEONARDA,
Maria nel Corano, La Palma, Palermo 1983; S. SABATO, Maria madre di Gesú: sua rilevanza
religiosa nel Corano, studio rimasto manoscritto presso l’Università Lateranense; M. ERBETTA,
Maria Bambina, Queriniana, Brescia 1986; E. PERETTO, Maria nell’Ebraismo e nell’Islam oggi,
in Atti del 60° Simposio internazionale mariano, Edizioni Marianum, Roma 1987, 167-75;
N. ROBINSON, Fakhr al-Din al-Razi and the Virginal Conception, in Islamochristiana 14 (1988)
1-16; G. BASETTI-SANI, Maria e Gesú figlio di Maria nel Corano, La Palma, Palermo 1989;
G. RAGOZZINO, Maryam. La Vergine-Madre nel Corano e nella tradizione musulmana, Messag-
gero, Padova 1990; C.A. GILIS, Marie en Islam, Édition Traditionnelles, Paris 1990; I. ZILIO
GRANDI, Maria nel Corano: la silenziosa, nutrita da Dio, in Annali di Ca’ Foscari XXXV
(1996) 67-76; R. TOTTOLI (cur.), Vita di Gesú secondo le tradizioni islamiche, Sellerio, Paler-
mo 2000; B. PIRONE, La tradizione dei testi evangelici nell’ambiente formativo di Muhammad,
in R. TOTTOLI (cur.), Corano e Bibbia. Atti del Convegno internazionale, Napoli, Teatrino di
Corte, Palazzo Reale, 24-26 ottobre 1997, Morcelliana, Brescia 2000; K. KIENZLER, Jesus und
Maria im Koran, in Islam und Christentum. Religion im Gespräch, a cura di K. Kienzler,
Lit, Münster 2001, 99-110; L. ZAMBONI, La Sura di Maria nella sapienza islamica: il capitolo
del Corano intitolato alla Vergine, Gei, Roma 2003; M. GÖRZ, Maria und das sprechende
Kind. Eine Beobachtung zu Sure 19, 24, in Blätter Abrahams. Beiträge zum interreligiösen
Dialog 3 (2004) 19-21; M. DOUSSE, Marie la Musulmane, Albin Michel, Paris 2005, tr.it.
Maria la musulmana. Importanza e significato della madre del Messia nel Corano, Arkeios,
Roma 2006; S. CHIALÀ (cur.), I detti islamici di Gesú, tr.it di I. De Francesco, Mondadori,
Milano 2009; Y.S.Y. PALLAVICINI, La sura di Maria – Traduzione e commento del capitolo
XIX del Corano, Morcelliana, Brescia 2010; M.A. SHOMALI, Maria, Gesú e il Cristianesimo
nella visione islamica, Il Cerchio, Rimini 2013.
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 109
7
PIRONE, cit., 151.
8
Scrive Pirone, riguardo alle figure coraniche di Gesú e Maria, « [...] due creature,
perciò, celebrate e ammirate perché “rimesse” in Dio, due muslim modello », con riferimen-
to particolare, per quanto riguarda Maria, al testo arabo della sura XXVII, versetti 91-92:
« Wa-umirtu an akûna min al-muslimîna wa-an atluwa al-qur-’âna » (Ibid., 172 e 173, n. 52).
9
Âl-‘ImrƗn è il nome con il quale è conosciuto nell’islam il padre di Maryam.
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devota al tuo Signore, prostrati e adora con chi adora! » – 44 Questa è una
delle notizie del mondo invisibile che Noi ti riveliamo, perché tu non stavi
con loro quando tiravano a sorte con le canne per sapere chi si sarebbe preso
cura di Maria, non eri con loro quando discutevano di questo. – 45 E quan-
do gli angeli dissero a Maria: « O Maria! Iddio t’annunzia la buona novella
d’una Parola che viene da Lui, e il cui nome sarà il Cristo, Gesú figlio di
Maria, eminente in questo mondo e nell’altro e uno dei piú vicini a Dio. – 46
Ed egli parlerà agli uomini dalla culla come un adulto, e sarà dei Buoni ».
– 47 « O mio Signore!, rispose Maria, Come avrò mai un figlio se non m’ha
toccata alcun uomo? » Rispose l’angelo: « Eppure Dio crea ciò ch’Ei vuole:
allorché ha deciso una cosa non ha che da dire: “Sii!” ed essa è ». – 48 Ed
Egli gli insegnerà il Libro e la Saggezza e la TǀrƗh e il Vangelo 10.
16 E nel Libro ricorda Maria, quando s’appartò dalla sua gente lungi in un
luogo d’oriente 17 ed essa prese, a proteggersi da loro, una cortina. E Noi le
inviammo il Nostro Spirito che apparve a lei sotto forma d’uomo perfetto. 18
Ella gli disse: « Io mi rifugio nel Misericordioso, avanti a te, se tu sei timorato
di Dio! » 19 Le disse: « Io sono il Messaggero del tuo Signore, per donarti
un fanciullo purissimo ». 20 « Come potrò avere un figlio, rispose Maria, se
nessun uomo m’ha toccata mai e non sono una donna cattiva? » 21 Disse:
« Cosí sarà. Perché il tuo Signore ha detto: “Cosa facile è questa per me” e
Noi, per certo faremo di Lui un Segno per gli uomini, un atto di clemenza
Nostra: questa è cosa decretata ». – 22 Ed essa lo concepí e s’appartò col
frutto del suo seno in luogo lontano. – 23 Ora le doglie del parto la spinsero
presso il tronco d’una palma e disse: « Oh fossi morta prima, oh fossi ora
una cosa dimenticata e obliata! » – 24 E la chiamò con una Voce di sotto la
palma: « Non rattristarti, ché il Signore ha fatto sgorgare un ruscello ai tuoi
piedi: – 25 scuoti verso di te il tronco della palma e questa farà cadere su te
datteri freschi e maturi. – 26 Mangiane dunque e bevi e asciuga gli occhi tuoi!
E se tu vedessi qualcuno digli: ‘Ho fatto voto al Misericordioso di digiunare e
non parlerò oggi a alcun uomo’ ». – 27 Poi venne col bambino alla sua gente
portandolo in braccio 11.
10
Il Corano, introduzione, traduzione e commento di A. Bausani, Sansoni, Firenze
1961, 39-40.
11
Ibid., 220.
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 111
12
Si veda in particolare la recente traduzione italiana di una ricca scelta tra essi:
CHIALÀ, cit.
13
Citato in ABD EL-JALIL, Marie et l’Islam, cit., 29, n. 1 (tr.it. di Passalacqua, cit., in
BRESSAN, cit., 195).
14
Tratto da Ibn Hazm, al-Fasl fî-l-Milal, IV, 132 (tr.it. di Passalacqua, cit., in BRESSAN,
cit., 194).
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15
Evangelo arabo dell’Infanzia, premessa, traduzione e appendice a cura A.M. DI NOLA,
Guanda, Parma 1963.
16
Com’è noto, l’olandese Jacobus Gool (Golius) vissuto fra il 1596 e il 1667, presen-
tò nel 1622 al re del Marocco la traduzione araba del Nuovo Testamento curata dal suo
grande maestro Erpenius. Quindi, fra il 1625 e il 1629 attraversò tutto il Medio Oriente
alla ricerca di manoscritti rari (cf. Evangelo, cit., 13). Fra il materiale cosí raccolto anche
un manoscritto arabo sulla base del quale Henricus Sike pubblicò nel 1697 a Utrecht il
testo di questo Vangelo (Ibid., 13-14). Bisognerà quindi aspettare il 1914 quando Peeters
ricostruí, sulla base di fonti sia siriache che arabe, la storia di questo apocrifo (Ibid., 14).
Ma già nel 1890 E.A. Wallis Budge aveva pubblicato sulla base sia di questo che di un
altro manoscritto parallelo una Storia della Beata Vergine Maria (Ibid., 15). Senza poter
qui render conto di tutta la complessa ricerca filologica, compiuta da Wallis Badge, egli
giunse a ipotizzare un’origine di questo testo risalente a un’originale raccolta, probabilmen-
te anteriore al V secolo, dalla quale sarebbero derivati poi i vari apocrifi nelle traduzioni
siriaca, greca, latina, georgiana e slava. Come scrive nella sua introduzione Alfonso Maria
di Nola: « Posteriormente un compilatore siriaco fuse il nucleo primitivo di leggende con
il Protovangelo di Giacomo, ricavandone la rielaborazione novellistica dei due cicli, quello
dell’Infanzia e quello Mariano. Tale rielaborazione già introdotta in Armenia, nel VI sec.,
forma l’Evangelo armeno dell’Infanzia nella redazione a noi attualmente nota. Ma sempre
la raccolta originaria, rielaborata in siriaco, sarebbe stata tradotta in arabo, con aggiunte
dell’Evangelo dello Pseudo-Tommaso. L’apocrifo che pubblichiamo sarebbe il risultato di
questa complessa alchimia di testi » (Ibid., 15). Di Nola conclude che « [...] dalla minuta
analisi di Peeters vengono fuori alcuni elementi certi: la esistenza di una comune fonte si-
riaca del IV o V sec. che, mescolandosi con temi proto evangelici e orientali, diede origine
alle varie redazioni, fra le quali l’araba; e la piú ampia denominazione di siro-arabo da
attribuirsi al testo pubblicato da Sike » (Ibid., 16).
17
Come segnala di Nola vi è qui la confusione fra Giuseppe Flavio autore delle An-
tichità Giudaiche e Caifa, detto Giuseppe.
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 113
Gabriele. E il Padre mio mi ha mandato per la salvezza del mondo » 18. Allora
la signora Maria prese una delle fasce del bambino e la offrí loro, perché se
ne servissero come protezione, e quelli l’accolsero dalle sue mani con perfetta
buonagrazia. E in quel momento apparve loro l’Angelo, nell’aspetto di quella
stessa stella che li aveva guidati nel cammino; e, seguendone la traccia, se ne
partirono fino a raggiungere la loro patria. Convennero allora presso di loro
i re e i principi della loro terra, chiedendo che cosa avessero visto e fatto,
in che modo erano andati e tornati, che cosa avevano portato seco. E quelli
mostrarono la fascia che avevano ricevuta dalla signora Maria: onde cele-
brarono una festa e, acceso, secondo le loro costumanze, un gran fuoco, lo
adorarono e vi gettarono la fascia, e il fuoco le si appigliò e la penetrò. Ma,
quando fu spento, ne estrassero la fascia indenne, come era prima e come se
il fuoco non l’avesse toccata. E allora, si diedero a baciarla e ad accostarsela
alla testa e agli occhi, dicendo: « Ecco, in verità, un grande prodigio: è cosa
singolare quella che il fuoco non bruciò e non riuscí a distruggere! ». E cosí
la raccolsero e la riposero con profonda venerazione nel loro tesoro 19.
18
Ibid., 29-30.
19
Ibid., 34-35.
20
Ibid., 37-38.
21
Ibid., 49-51.
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che, avendo il suo figliuolo ammalato e già prossimo a morire, lo portò alla
signora padrona Maria. E, avendola trovata mentre faceva il bagno a Gesú
Cristo, le disse: « O mia signora Maria, volgi gli occhi a questo mio figliuolo
che sí crudelmente soffre ». E la signora Maria, esaudendola: « Prendi, le ri-
spose, un po’ di questa acqua con la quale ho lavato il figlio mio, e aspergine
il tuo bambino ». E quella, prendendo un po’ di acqua, come le aveva detto la
signora Maria, la versò sul figlio e all’istante egli cessò d’agitarsi e, dopo breve
sonno, si risvegliò in perfetta salute. La madre, felice, lo riportò alla signora
Maria che le disse: « Rendi grazie a Dio, perché ha guarito il tuo figliuolo » 22.
Questo miracolo ha quindi una replica con il figlio di un’altra donna, che
era la loro vicina di casa. Interessanti le parole del testo: « E anche a lei la
signora Maria, quando quella le portò il figlio ammalato e le aprí il suo cuore,
comandò di rendere grazie a Dio per la restituita salute e di non riferire ad
altri queste cose » 23.
22
Ibid., 52.
23
Ibid., 53.
24
Ibid.
25
Che peraltro sarebbe assai piú appropriato, oramai, definire un « esoterismo islamico »
(cf. A. SCARABEL, Il Sufismo. Storia e dottrina, Carocci, Roma 2007, 13-15).
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 115
Spirito a porgerle grazia da sopra i sette cieli e dalla Tavola ben custodita.
Cosí, altamente, le fece un dono onorato che brillò e splendette in noi da
uno splendore ispirato 26.
Ancor piú esplicito era stato il sufi Baqlî (morto nel 1209) che com-
mentando Corano XIX, 16-17 scrive:
L’indicazione reale in questo caso è che la sostanza di Maryam è quella
stessa della santità originaria. Educata dal reale (o dal Vero, al-Haqq, nome
divino) nella luce dell’intimità, ella è, in ciascuno dei suoi respiri, ‘magnetiz-
zata’ dai segni della prossimità e dell’intimità verso il centro delle luci divine;
ella spiava con impazienza a ogni istante il levarsi del sole della potenza a
oriente del Regno. Si ritirò da tutti gli esseri creati per mezzo della sua ele-
vata aspirazione pervasa dalla luce dell’arcano misterioso [...]. Quando ebbe
contemplato la manifestazione del radioso oriente dell’Eterno, le Sue luci la
pervasero e i Suoi segreti giunsero fin nell’intimo della sua anima. La sua
anima concepí mediante il soffio dell’arcano mistero. Ella divenne (allora)
portatrice della Parola piú alta e della luce piú elevata dello Spirito. Quando
la sua condizione divenne grandiosa per il riflesso in lei della bellezza mani-
festata dall’Eterno, si nascose lontano dalle creature riponendo la sua gioia
negli sponsali con la Realtà (al-Haqq) 27.
26
IBN ‘ARABƮ, al-Futnjhat al-Makkyya, Beirut, s.d., vol. 3, cap. 381, 505-506 (tr.it. di
Zamboni, cit., 70).
27
BAQLÎ, Tafsîr, II, 7, citato da ABD EL-JALÎL, Marie et l’Islam, cit., 80 (tr.it. di M. Faccia
in DOUSSE, cit., 155-156).
28
TIRMIDHÎ, Nawâdir, 415, citato da M. HAYEK, Le Christ de l’Islam, Seuil, Paris 1959,
75-76 (tr.it. di M. Faccia in DOUSSE, cit., 159-160).
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Sultân Valad (1226-1312), figlio del grande Jalâl al-dîn al-Rûmî (1207-
1273), preferisce sottolineare il senso addirittura fisico, corporeo che,
come si diceva, può avere l’analogia fra il « travaglio » di Maria e quello
del sufi:
Al momento di partorire Gesú è il dolore che ha condotto Maria ai
piedi della palma e le ha fatto partorire lo Spirito di Dio. Il tuo corpo e
il tuo involucro sono come Maria. Poiché l’anima carnale – nafs – è simile
a una donna, e l’intelletto – ‘aql – simile a un uomo. La tua fede e la tua
conoscenza – ma‘rifa – che provengono dall’intelligenza veritiera, è là il tuo
Gesú. Se il dolore divino ti domina e ti invade senza tregua, questo dolore
non ti lascia il tempo d’occuparti d’altra cosa. Senza alcun dubbio, dalla tua
anima simile a Maria, Gesú, che è lo Spirito di Dio, nascerà 31.
29
Ci sembra interessante ricordare che la mistica cristiana medievale, e in modo
particolare quella domenicana di area germanica, ha fatto talvolta uso di concezioni ed
espressioni assai simili, come ad esempio quella assai nota della « nascita eterna » di Dio nel
profondo dell’anima, formulata dal teologo e mistico Meister Eckhart (1260-1328).
30
Citato da E. DE VITRAY MEYEROVITCH, Anthologie du soufisme, Albin Michel, Paris
1995, 314 (tr.it. di Passalacqua, in Maria nella spiritualità musulmana, in BRESSAN, cit., 206).
31
Citato in Ibid., 61-63 (tr.it. di Passalacqua, cit., in BRESSAN, cit., 208-209).
32
Citato in epigrafe a CHIALÀ, I detti islamici di Gesú, cit., senza ulteriori chiare
indicazioni.
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 117
Si noti che « la parola di Dio » che « penetra nel cuore » è, ancora una
volta, un chiaro riferimento alla tecnica del dhikr, ovvero alla ripetizione
mentale, ma « nel cuore », del Nome di Dio.
A riprova di una devozione da tempo consolidata e diffusa, che non
è mai venuta meno neanche a livello popolare, il sufi africano di etnia
fulbe Amadou Hampâté Bâ (1901-1991), volle dedicare un intero capitolo
di un suo libro proprio a « Maria, madre di Gesú » 34. Dove ricorda, fra
l’altro, come il suo famoso maestro, lo shaykh hausa Tierno Bokar (1875-
1939), amasse riferirsi a Maria in lingua peul, chiamandola Rannga nyaayre
Allaah, ovvero « Matrice del divino gioiello » 35. E riporta la seguente,
colorita, tradizione locale:
Secondo la tradizione musulmana, un giorno i genitori di Maria, già
avanti negli anni senza che Dio avesse voluto benedire la loro unione con il
dono di un figlio, assistettero a una scena che li toccò nel profondo. Tra i
rami di un albero, videro un uccello che nutriva i suoi pulcini imbeccandoli
teneramente. Subito una fiamma d’amor materno e di pietà salí dal cuore alla
mente della futura madre di Maria. Nonostante l’età, fu presa dal desiderio
di avere un bambino: un bambino amato con tutta l’anima, e tuttavia offerto
in voto a Dio. Miracolosamente esaudita, ella generò Maria, e Maria a sua
volta generò Gesú.
33
Citato in E. DE VITRAY MEYEROVITCH, I mistici dell’Islam. Antologia del sufismo,
Guanda, Parma 1991, 46.
34
A. HAMPÂTÉ BÂ, Gesú visto da un musulmano, Bollati Boringhieri, Torino 2000,
21-25.
35
Ibid., 21.
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36
BRESSAN, cit., 25.
37
Cf. S. CRISTOFORETTI, Considerazioni sui trecentosessanta idoli della Ka’ba preislami-
ca, in Loquentes linguis. Studi linguistici e orientali in onore di A. Pennacchietti, a cura di
P.G. Borbone, A. Mengozzi e M. Tosco, Harrassowitz Verlag, Wiesbaden 2006, 213-232.
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 119
entrò nel santuario della Mecca subito dopo aver conquistato la città,
ordinò di distruggere tutte le immagini ivi custodite tranne una, quella di
Maria con in braccio il bambino Gesú, immagine che egli stesso avrebbe
coperto con le sue mani al fine di preservarla 38.
Maria sarà comunque presente nell’arte islamica fin dalle sue origini,
ma secondo la particolare modalità aniconica dell’arte calligrafica. È ben
noto l’uso dei versetti coranici nella decorazione di certe parti della strut-
tura architettonica delle moschee, in particolare della nicchia (mihrƗb),
sempre orientata in direzione della Mecca. Per alludere alla Vergine Maria
si riproduceva nella parte superiore della cornice del mihrƗb il versetto
III, 37 del Corano: « Ogni volta che Zaccaria entrava da lei nel santuario
vi trovava del cibo ». Si trattava dunque di una sorta di vera e propria
consacrazione calligrafica del mihrƗb alla Vergine Maria.
Come da tempo ben sanno gli storici dell’arte orientale, anche l’icona
della Vergine Maria sarà a un certo punto presente nell’arte figurativa
islamica, sicuramente almeno dagli inizi del XIV secolo 39. La riproduzione
artistica della realtà naturale, che in linea di principio è proibita nell’islam
ortodosso, di fatto iniziò a svilupparsi già verso la fine del medioevo, e fu
gradualmente accettata in aree assai vaste del mondo islamico, prevalen-
temente sciita, ma in taluni casi anche sunnita. Le autorità di certe parti
del mondo islamico finirono dunque col consentire di rappresentare non
Scrive Cristoforetti che « secondo alcune tradizioni (come quelle tràdite da Abnj Dawnjd
e da WƗqidƯ) » nella Ka‘ba erano presenti anche « le effigi di Abramo in compagnia di
Ismaele intenti all’uso delle frecce, e di Maria e Gesú (o della sola Maria), l’unica per cui
il Profeta pare abbia mostrato un qualche riguardo. Il fatto è narrato negli AhbƗr Makka
di al-AzraqƯ: rimando qui alla compendiosa traduzione italiana di Tottoli, oltre che per una
piú agevole fruizione del testo, anche per il nutrito apparato bibliografico (v. AL-AZRAQƮ,
La Ka‘ba. Tempio al centro del mondo [Akhbar Makkah], cura e tr.it. di R. Tottoli, Trieste
1992, 69-70 e 82-83, nn. 33-36). La diversa reazione di Muhammad di fronte alle immagi-
ni interne alla Ka‘ba permette, a mio avviso, di leggere tra le righe della non chiarissima
tradizione: il Profeta, alla vista di una raffigurazione di Abramo e Ismaele “con le frecce”,
si irrita e ne ordina la distruzione, mentre non ritiene opportuno intervenire altrettanto
drasticamente nei confronti dell’immagine di Maria, palesando un atteggiamento verso ciò
che è propriamente cristiano [...] che è solo uno dei tanti suoi segnali di affetto verso quella
tradizione » (Ibid., 213-214).
38
A quest’ultimo riguardo, scrive ancora Cristoforetti: « Le parole usate dal Profeta
in quell’occasione ci sono state tramandate da Ibn ŠihƗb: “Il Profeta entrò nella Ka‘bah il
giorno della conquista trovandovi all’interno delle raffigurazioni di angeli e altri soggetti.
Vedendovi l’immagine di Abramo esclamò: ‘Dio li maledica! Lo hanno reso un vecchio
dedito all’uso delle frecce’. Poi vide la raffigurazione di Maria, vi pose sopra la mano e
ordinò: ‘Fate scomparire le raffigurazioni che ci sono, eccetto questa di Maria’” ( AL-AZRAQƮ,
La Ka‘ba...: 70) » (Ibid., 214).
39
Cf. BRESSAN, Maria nella pittura islamica, in ID. (cur.), cit., 77-96.
120 StPat 61 (2014) 1
40
Cf. ID., Maria nelle miniature mogol, in ID. (cur.), cit., 161-182; vedi anche M. BUS-
SAGLI, Miniatura indiana, Rizzoli, Milano 1966, 72.
41
Lo si può ammirare riprodotto sulla copertina del fascicolo: M. BUSSAGLI, La via
dell’arte tra Oriente e Occidente. Due millenni di storia, in Art Dossier n. 8, Giunti, Firenze,
1986.
42
Anche se probabilmente involontario. Non è questo il luogo per segnalare in detta-
glio in quali casi si è trattato o meno di pura e semplice imitazione, a fini esornativi, della
scrittura araba. Cf. M. CARBONI (cur.) L’ornamentale: tra arte e decorazione, Jaca Book,
Milano 2000, 44.
43
In qualche raro caso, anche successivamente. Ricordiamo brevemente le piú impor-
tanti, che sono la Croce dipinta di Cimabue a San Domenico ad Arezzo, l’Adorazione dei
Magi di Gentile da Fabriano nella Galleria degli Uffizi a Firenze, la Giuditta di Donatello a
Alessandro Grossato, Alcuni aspetti della presenza di Maria nell’islam 121
ALESSANDRO GROSSATO
docente di Religioni non cristiane - Islam
Facoltà teologica del Triveneto
Padova
Abstract
Palazzo Vecchio ancora a Firenze, e diverse altre opere presenti in Toscana, tutte attribuite
a grandi artisti come Masaccio, Verrocchio, Piero della Francesca, Duccio di Boninsegna,
Stefano di Verona, Pisanello, gli Zavattari, Sassetta, Mantegna e il Ghiberti. Per non parlare
di altre parti d’Italia.
44
Cf. E. MICHELETTI, L’opera completa di Gentile da Fabriano, Rizzoli, Milano 1976.
Come giustamente osserva la Micheletti, « La scritta in caratteri arabi sul manto della Ver-
gine: “LA ILLAHI ILA ALLAH” (Non c’è altra divinità all’infuori di Dio), è un versetto
del Corano e può fornire l’indicazione di una certa cultura acquisita da Gentile, volto a
interessi intellettuali […] » (Ibid., 87).
45
Cf. V. GRASSI, Le iscrizioni arabe nell’opera di Gentile da Fabriano, De Frede, Napoli
2006.