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LAICITÀ e FEDE
Su
un
altro
fronte,
ma
non
per
questo
meno
sconcertante,
è
il
Corso
di
esorcismo
e
preghiera
di
liberazione,
a
cui
sono
iscritte
duecentocinquanta
persone,
offerto
a
Roma
dall’università
dei
Legionari
di
Cristo,
una
delle
congregazioni
cattoliche
più
integraliste,
come
risposta
ad
una
crescente
“necessità”
per
soddisfare
le
sempre
più
numerose
richieste
in
tutto
il
mondo:
si
parla
di
mezzo
milione
di
esorcismi,
il
triplo
di
dieci
anni
fa.
L’ultimo
“strappo”
alla
laicità
dello
Stato
viene
dalla
Francia,
là
dove,
fin
dai
tempi
della
rivoluzione,
più
netta
è
sempre
stata
la
distinzione
tra
Stato
e
Chiesa.
L’appello
di
Macron
a
“riparare”
il
“rapporto
deteriorato“
tra
Chiesa
e
Stato
è
suonato,
da
destra
e
sinistra,
come
un
attentato
alla
laicità
dello
Stato:
è
stata
“oltrepassata
la
linea
rossa”
della
storia
francese.
Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo onlus
via Terzago 11
25080 Calvagese della Riviera (BS) – Italy
www.fondazionegpiccini.org
FONDAZIONE GUIDO PICCINI
per i diritti dell’uomo onlus
«La
politica
ha
bisogno
della
fede
dei
cattolici.
[…]
Il
paese
ha
bisogno
della
Chiesa.
[…]
La
Francia
oggi
ha
bisogno
della
“linfa
cattolica”.
[…]
La
Repubblica
attende
dai
cattolici
tre
doni:
saggezza,
impegno,
libertà».
«Sui
migranti
c’è
chi
ci
accusa
di
non
accogliere
con
sufficiente
generosità
e
chi
ci
accusa
di
buonismo:
cerchiamo
di
conciliare
il
diritto
con
l’umanità.
Lo
stesso
papa
Francesco
ha
invitato
alla
prudenza»1.
«La
laicità
non
ha
la
funzione
di
strappare
dalle
nostre
società
lo
spirituale
in
nome
del
temporale,
né
di
sradicare
la
parte
sacra
che
alimenta
tanti
nostri
concittadini».
E
il
ministro
dell’Interno
specifica
che
Macron
intende
dire
che
«l’uomo
non
è
solo
l’aspetto
materiale,
ma
c’è
una
ricerca
assoluta
di
spiritualità,
di
dar
senso
alla
vita».
Da
ciò
si
deduce
che
la
laicità
rappresenta
un
ostacolo
per
l’aspetto
spirituale
delle
persone,
ma
«la
spiritualità
è
un
patrimonio
della
ragione»2
non
“riserva”
di
ambiti
religiosi.
Sono
arrivato
alla
laicità,
o
meglio
a
capire
il
valore
della
laicità,
attraverso
la
fede,
attraverso
le
contraddizioni
della
fede.
Normalmente
si
concepisce
la
laicità
come
l’opposto
della
fede,
anzi,
all’opposizione
della
fede,
sia
a
livello
razionale
che
di
coscienza,
ma
in
questo
contrasto
v’è
un
enorme
equivoco,
anzi
la
somma
di
diversi
equivoci.
È
bene
chiarire
il
concetto
di
laicità
e
di
fede
per
cogliere
i
loro
specifici,
e
comuni,
valori
e
per
creare
un
dialogo
tra
coscienza
e
razionalità.
1
Vedi Renato Piccini, La prudenza di Papa Francesco, settembre 2017 www.fondazionegpiccini.org
2
Renato Piccini-Paola Ginesi, “Spiritualità, un patrimonio della ragione”, in Una lettura del nostro tempo tra
denuncia e utopia, QFGP 010 volume II, Fondazione Guido Piccini 2018
«C'è una sostanziale differenza fra religiosità e spiritualità. La religiosità è l'aderenza a norme e dogmi di una
qualsiasi religione che indica le regole della vita. La spiritualità qualifica ogni essere vivente e si manifesta, in
primo luogo, come "consapevolezza di sé", non condizionata da alcuna adesione morale ed etica. La strada
della spiritualità è la coscientizzazione personale e sociale che sviluppa il meglio dell’essere umano, supera le
paure e suscita speranza, è strumento di progresso, di trasformazione e mobilitazione sociale in vista di
cambiamenti profondi che suppongano più giustizia, equità, libertà, dignità… per tutti».
La
laicità
pone
al
centro
il
valore
supremo
della
ragione
e
della
coscienza,
la
fede
propone
alla
libera
scelta
di
coscienza
alcuni
valori
che
vanno
oltre
la
capacità
razionale
senza
tuttavia
cancellare
e
oscurare
il
giudizio
della
ragione.
Una
fede
è
frutto
di
una
libera
scelta
della
coscienza,
alla
cui
sfera
appartiene,
la
laicità
invece
si
colloca
al
livello
della
ragione.
Aristotele
assimila,
“confonde”,
ragione
e
coscienza,
ma
è
pur
certo
che
i
valori
della
ragione
e
della
coscienza
sono
in
dialogo,
seppur
spesso
in
profonda
contraddizione.
È
evidente
che
sia
da
parte
della
ragione
che
della
fede
non
vi
possono
essere
dettami
assoluti,
ma
un
libero
cammino
di
ricerca
della
verità.
Ecco
perché
il
credente
deve
integrare
alla
fede
una
“coscienza”
frutto
di
un
profondo
cammino
dei
suoi
“valori
laici”
che
costituiscono
il
patrimonio
di
ogni
singola
persona
come
dell’intera
storia
umana.
La
fede,
religiosa
o
politica,
deve
essere
sottoposta
alla
critica
della
pura
ragione,
e
ciò
a
livello
sia
di
una
coscienza
personale
che
comunitaria.
Uso
il
termine
“comunitario”
in
senso
di
“continuità
storica”,
perché
ciò
coinvolge
tutto
il
percorso
della
storia
umana.
S’impone,
allora,
un
interrogativo
fondamentale:
la
fede
“religiosa”
è
solo
un’espressione
della
singola
persona
o
può
essere
manifestazione
di
una
coscienza
comunitaria?
La
risposta
non
è
univoca,
dipende
sia
dall’espressione
reale
della
singola
fede
che
dai
suoi
stessi
contenuti;
in
ogni
modo
a
fondamento
devono
esservi
i
valori
essenziali
della
persona
umana,
gli
stessi
condivisi
da
una
coscienza
laica.
Diventa,
quindi,
necessario
distinguere
la
fede
come
“valore”
dalla
“fede
dottrinale”,
che
pone
le
sue
radici
in
principi
espressione
di
una
particolare
dottrina.
Qui
si
pone
la
radice
del
contenzioso
tra
fede
e
ragione.
La
dottrina
ha
una
sua
dimensione
che
si
può
definire
“filosofica”,
ma
proprio
per
questo
è
sottoposta
alla
critica
razionale
e
in
tal
senso
può
non
essere
accettata
come
“dono
di
fede”,
ma
nei
giusti
limiti
razionali
che
ne
definiscono
la
stessa
credibilità.
Ne
abbiamo
una
chiara
dimostrazione,
tra
tante
altre,
nel
vasto
pensiero
della
Summa
teologica
di
Tommaso
d’Aquino,
uno
sforzo
per
dare
alla
fede
una
logica
che
dia
alla
ragione
la
“legittimità
filosofica”
del
credere,
togliendo
ogni
dubbio
razionale.
La
fede
non
deve
mai
negare
né
oltrepassare
i
diritti
della
ragione,
non
può
dimenticare
gli
infiniti
“perché”
della
ragione,
ma
giustificare,
nell’infinito
mondo
del
possibile,
valori
preziosi
che
possono
creare
uno
strumento
essenziale
per
illuminare
le
scelte
libere
della
stessa
coscienza.
Una
fede,
pur
preziosa
e
profonda
che
sia,
non
può
dimenticare
i
fondamentali
“perché”
della
coscienza
storica.
Anzi,
non
solo
non
cancella
ogni
dubbio
ma
pone
alla
coscienza,
intesa
come
centro
critico
del
pensiero,
interrogativi
più
profondi,
a
volte
drammatici.
Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo onlus
via Terzago 11
25080 Calvagese della Riviera (BS) – Italy
www.fondazionegpiccini.org
FONDAZIONE GUIDO PICCINI
per i diritti dell’uomo onlus
L’uomo,
la
mente
umana,
hanno
un
bisogno
vitale
della
verità…
ma
la
verità
resta
il
valore
più
indefinibile
dalla
coscienza,
e
proprio
nel
momento
in
cui
“sembra
possederla”,
sorgono
nuovi
dubbi,
interrogativi
e
nasce
una
nuova
zona
di
oscurità.
Si
afferma
pure
che
la
fede
appartiene
alla
sfera
della
contemplazione…
c’è
in
questo
una
verità
parziale
perché
riduce
la
fede
ad
un
valore
puramente
intimo,
con
poco
valore
e
senza
esito,
anzi,
diventa
un
tormento
solo
interiore
e
inutile,
che
porta,
“all’inutilità
di
Dio”.
Dio
diventa
la
risposta
obbligata
al
limite
della
nostra
conoscenza:
dove
si
ferma
la
conoscenza
dell’uomo,
lì
nasce
e
trova
spazio
l’idea
di
Dio.
Dio
diventa,
finisce
per
diventare,
il
frutto
della
nostra
ignoranza.
Solo
una
fede
che
si
“sporca”
con
il
cammino
della
storia
propria
e
collettiva
è
un
valore
prezioso
razionale-‐culturale
e
concreto
delle
personali
e
comuni
scelte.
La
fede
può
andare
oltre
la
ragione,
ma
non
contro
la
ragione.
Una
fede
che
ha
le
radici
nell’oscurità
della
ragione
“genera
mostri”,
come
avviene
se
e
quando
i
“credenti”
delle
più
diverse
religioni
possono
essere
convinti,
in
nome
del
dio
che
viene
loro
annunciato
(o
forse
imposto!),
a
escludere,
giudicare
e
condannare
chiunque
non
“creda”
come
loro,
chiunque
non
si
lascia
“convertire”
all’unico
dio,
chiusi
in
“torri
d’avorio”,
in
una
specie
di
“apartheid
della
fede”3,
per
non
parlare
del
sospetto,
e
spesso
condanna,
verso
le
moderne
conquiste
della
scienza4;
un’ulteriore
conferma
sono
le
“lotte
di
religione”
di
ieri
e
di
oggi…
Si
assiste
ad
una
spirale
di
sospetto,
rifiuto
e
violenza
che
giunge
sino
all’omicidio,
ai
massacri,
al
disprezzo
assoluto
per
la
vita
dei
cosiddetti
“infedeli”
5.
3
È recente la notizia della nascita a Cracovia del primo quartiere residenziale, «affidato nelle mani di Dio»,
solo per cattolici, destinato a chi «sogna una casa al cui centro vi sono uomini felici che contano su Dio e in
lui trovano ispirazione, sostegno, sicurezza».
4
Possono bastare come esempio la condanna dell’evoluzionismo e il tentativo di imporre (come di fatto avviene
in alcuni luoghi, soprattutto negli USA) l’insegnamento basato sul “creazionismo” o la condanna della
contraccezione, che potrebbe contrastare l’epidemia di AIDS in Africa (e non solo), gli ostacoli posti alla
bioetica…
5
Sintomatici gli episodi in cui aderenti al Movimento per la vita (sic!), soprattutto negli USA, uccidevano i
medici che, legalmente, praticavano l’aborto.
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per i diritti dell’uomo onlus
La
laicità
pensata
come
veicolo
di
libero
pensiero
è
essenziale
per
creare
una
coscienza
libera.
La
libertà
di
coscienza,
o
meglio
frutto
di
una
libera
coscienza,
è
essenziale
alla
ricerca
della
verità
che,
per
essere
il
valore
supremo
della
ragione,
è
fondamentale
alla
stessa
dignità
della
persona.
Più
si
aprono
le
porte
al
dialogo
non
solo
di
compromessi
politici,
ma
a
livello
di
coscienza,
culturale…
meglio
è
per
tutta
la
società,
laici,
credenti
e
non
credenti.
Ecco
una
distinzione
non
facile
da
capire:
la
distinzione
tra
laici
e
credenti.
Ed
allora
proviamo
a
fare
uno
sforzo
culturale,
di
coscienza
culturale.
La laicità pone al centro l’uomo - le sue esigenze, le sue realtà -, la persona umana come
valore supremo e riferimento unico per l’edificazione della società civile.
Per laicità s’intende, quindi, la completa “autonomia dell’uomo” che gli permette di
vivere un rapporto critico e creativo con il proprio patrimonio ideologico.
Laicità non equivale a rinuncia della propria matrice culturale, ma è il metodo critico e
storico con cui principi e idee sono assunti e vissuti nell’esperienza storica, collettiva e
individuale, e tradotti in valori.
Laicità intesa non come apoliticità, ma come pieno coinvolgimento di tutta la
problematica umana, ponendosi al servizio totale e disinteressato delle diverse necessità
emergenti.
Laicità
è
ricercare
le
origini
stesse
dell’umanità,
la
sua
coscienza
di
“essere
presente”
lungo
il
cammino
storico
dell’esistenza,
sia
personale
che
comunitaria,
è
ridare
alla
ragione
il
suo
posto
essenziale
nel
percorso
storico,
la
coscienza
del
proprio
essere
e
del
proprio
sapere,
una
presa
di
coscienza
della
sua
umanità,
della
sua
ricchezza
razionale.
La
ragione
non
può
avere
alcun
limite
nella
sua
essenza
ed
esistenza,
nell’esperienza
e
nell’espressione
storica.
La
ragione
non
è
contraria,
non
si
oppone
ad
un’esperienza
che
può
essere
fuori
dalla
sua
“competenza
razionale”,
purché
non
neghi
i
presupposti
e
i
contenuti
di
una
razionalità
totalmente
libera.
Questa
libertà,
che
ha
le
sue
radici
nell’esistenza
ed
essenza
della
stessa
ragione,
non
è
illimitata
perché
è
condizionata
alla
verità,
anzi
dalla
ricerca
della
verità.
La
ricerca
della
verità
è
spesso
un
cammino
lungo,
oscuro,
difficile,
ma
è
la
ragione
dell’esistere
e
dell’essere
della
stessa
ragione.
Qui
allora
si
pone
un
interrogativo
secolare:
quid
est
veritas?
Renato
Piccini
7
maggio
2018