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61– 13/11/2016
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Gann Forecasting nr. 61– 13/11/2016
Il 2016 è stato un anno caratterizzato dall’attesa di eventi importanti, e non è ancora finita.
L’aspettativa dell’evento genera un timore tale da portare alla chiusura delle posizioni,
mentre l’evento stesso, appena realizzatosi porta all’affanosa apertura di posizioni nuove,
come se il mondo dovesse cambiare dal giorno dopo.
Tutto questo ha portato ad una totale assenza di trend a causa di una grande incertezza sul
futuro costringendo a posizionamenti di brevissima durata.
Un andamento simile si è verificato 20 anni fa, quando l’incertezza halasciato poi spazio
ad un grande ottimismo che ha portato ai massimi del 2000.
Pur con un contesto economico diverso, la replica di tale scenario è ancora possibile ma
soggetta al verificarsi delle condizioni già indicate nel report precedente.
Dopo aver accusato il colpo e metabolizzato le inevitabili perdite, conseguenza del fatto
che l’investimento obbligazionario supportato dalle banche centrali, era stato considerato
la via più semplice per garantire un ritorno economico a basso rischio, si dovrebbe
poitornare al sano e vecchio paradigma in base al quale in una fase di rialzo dei tassi si
sottopesa l’investimento obbligazionario e si sovrappesa quello azionario.
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Gann Forecasting nr. 61– 13/11/2016
Per grandi linee il MTF sta dimostrando negli ultimi 7 anni di essere un valido strumento
previsionale di medio/lungo termine.
Le indicazioni possono essere attendibili soltanto per la direzione ma non anche per i
prezzi che possono risultare amplificati o depressi.
Nel 2015 ad esempio, il mercato ha goduto dell’euforia pre-QE, ma se si traslasse il
movimento verso il basso risulterebbe in linea con la proiezione.
Se continuerà a risultare valido, tale strumento ci indica che dovremmo essere alle porte di
una ripresa solida, ma ciò sarà possibile soltanto qualora si verificassero le condizioni
necessarie già indicate.
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Anche nel grafico di breve riferito a quest’anno, si può notare che in assenza del Brexit, il
mercato risulterebbe traslato verso l’alto come da proiezione in rosso.
In base a quanto risulta da tale proiezione, l’euforia post Trump dovrebbe esaurirsi a breve
per dar luogo alla formazione dell’ultimo ribasso, a conclusione della fase correttiva.
Si tratta però soltanto dell’ipotesi ideale, al verificarsi della quale si potrà poi concentrare
l’attenzione alla ricerca di un punto di ingresso per investimenti di più ampio respiro.
Se tale ipotesi troverà riscontro nella realtà, il grande laterale degli ultimi cinque mesi
dovrebbe essere intaccato al ribasso alimentando nella collettività finanziaria aspettative
pessimistiche da disattendere subito dopo.
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Vediamo ora come armonizzare l’ipotesi del MTF con i livelli e i tempi che risultano dagli
angoli planetari.
Il mercato ha segnato il massimo nella settimana di setup del 24-28/10 al di sotto
dell’incrocio angolare a 17370 ma si è mantenuto al di sopra degli angoli ascendenti a
16240.
Per questa settimana il medesimo range angolare si restringe leggermente tra 17250 e
16300:
l’uscita al rialzo, se pur poco probabile spingerebbe verso 18030 mentre l’uscita al ribasso
porterebbe verso i target attesi in area 15800 o in estrema ipotesi 14600 tra fine novembre
e la settimana post referendum.
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Questo grafico è stato proposto già a fine 2015 quando si indicava che il Treasury
americano si sarebbe mosso all’interno dell’area in rosso ad esaurimento di un trend di
rialzo.
Il massimo è stato toccato in perfetta coincidenza con un livello statico di Quadrato del
Nove a 133 e la rottura al ribasso dell’angolo ascendente dal 2009 sembra ora proiettare
verso il primo step di 90° in area 121 nei prossimi mesi.
L’aumento dei rendimenti a lunga è l’effetto di uno shift al rialzo della curva a causa del
graduale cambiamento della politica monetaria della banca centrale.
E’ chiaro che il rialzo dei rendimenti americani non può non avere effetti sulla curva di
rendimento europea che infatti si sta muovendo in sintonia grazie anche all’avvicinarsi
della data di esaurimento del sostegno da parte della BCE.
Un ulteriore effetto dei tassi americani si potrà vedere però anche a danno dei paesi
emergenti a causa della loro forte esposizione debitoria in dollari.
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Btp future 16 gg
La rottura al ribasso del trend di medio del governativo italiano è avvenuta già a quota 141
ed è atteso ora un trend correttivo che, pur con alti e bassi dovrebbe portare il derivato a
quota 121 nei prossimi mesi.
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S&P500 index
Il minimo del 9/11 è stato segnato sul livello di supporto Sq9 a 2082 appena in anticipo sui
tempi in cui la proiezione elaborata in base all’andamento del Gold preannunciava un
rimbalzo.
Purtroppo l’elezione del Presidente americano ha accelerato il tutto ed il soli quattro giorni
è tornato sui massimi storici.
A conferma di tale aspettativa, si aggiunge la proiezione che viene dal ciclo di 60 anni che
preannuncia anch’esso la formazione di una nuova leg down, come visibile nel grafico che
segue.
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S&P500 index 2 gg
Il livello di resistenza importante è quello del quadrato del nove a 2191 mentre un livello
di target compatibile con la proiezione potrebbe essere 2036 che coincide con il minimo
intraday di 2028 già toccato dal future appena dopo l’elezione di Trump.
Sono attesi dei setup Sq9 importanti in ottica daily tra venerdì 25 e lunedì 28/11 e il 6
dicembre, che idealmente potrebbero essere candidati alla formazione del minimo.
La rottura confermata di 2191 per contro invaliderebbe l’ipotesi attesa e aprirebbe la strada
verso il successivo target a 2273.
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