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Arte e Cultura
di ANTONIO GNOLI
21 agosto 2016
Come le è venuto in mente di occuparsi di cibo? Non c'era ancora una tradizione,
una strada segnata.
"La tradizione bastava scoprirla. Era sotto gli occhi di tutti. Ma negli anni Cinquanta le
migrazioni verso il nord industriale, il tramonto del mondo contadino e il trionfo
dell'urbanizzazione impedirono che se ne prendesse coscienza. C'era il mito della
plastica, e restammo orfani della terra. Immodestamente fu l'Insor - il mio istituto nazionale
di sociologia rurale - a lanciare negli anni sessanta il grande tema del cibo. E legarlo non
solo alla qualità ma anche al territorio".
1 de Differenti
4 quanto? 17/05/18 11:51
Corrado Barberis: "Il cibo racconta la nostra storia ma nei libri di ... http://www.repubblica.it/cultura/2016/08/21/news/corrado_barberi...
"Venivo dalla francesistica. All'università mi specializzai nei classici francesi del Seicento,
in particolare Jacques- Benigne Bossuet, un vescovo e teologo celebre per i suoi sermoni.
Fu precettore del Delfino di Francia e difensore della monarchia come diritto divino".
Schiavetto?
"Fu ceduto dal padre, all'età di nove anni, come garzone, per sei lire. Il bambino doveva
badare alle bestie. Poi crebbe e come soldato partecipò alla terza guerra d'indipendenza.
Durante la battaglia di San Martino, nel 1859, rovesciò da solo un cannone austriaco. Lo
promossero ufficiale. Nonno Melchiorre, nato schiavetto, morì capitano. Quell'impresa fu a
lungo ricordata in famiglia. Mio padre intraprese la carriera militare, ufficiale dei granatieri,
e in seguito tentò l'avventura diplomatica".
2 de Riuscì
4 a recuperare il "tesoro"? 17/05/18 11:51
Corrado Barberis: "Il cibo racconta la nostra storia ma nei libri di ... http://www.repubblica.it/cultura/2016/08/21/news/corrado_barberi...
Non è che alla fine il Sud ne abbia guadagnato. Era al palo dello sviluppo e lì è
restato.
"Sono stati commessi molti errori e da ultimo c'era il clima in quegli anni di scontro totale
tra comunisti e democristiani. Qualunque decisione, o meglio qualunque strategia,
passava per il lucro elettorale. Non è che oggi sia diverso, ma allora un "messianismo
elettorale" pervase le due grandi forze politiche. Non erano avversarie, erano nemiche. Un
certo moderatismo prevalse, non c'è dubbio. Ma alla fine la riforma agraria fu un colpo di
ariete, una rottura con il passato. Si liberarono energie nuove e cominciarono a crescere e
ad espandersi le aziende contadine. Se si pensa che il reddito procapite contadino agli
inizi degli anni Cinquanta era la metà di quello urbano e oggi praticamente allineato, si
comprende quanta strada
sia stata fatta".
Oggi c'è con un ritorno alla terra, soprattutto dei giovani, come lo giudica?
"La crisi economica di questi anni ha convinto parecchi giovani che la terra è meno dura di
quanto lo fosse in passato. Del resto, la vecchia società rurale, imbevuta di gerarchie, fatta
di contadini con il cappello in mano e il capo leggermente piegato è definitivamente
tramontata. Ma è anche cambiata la cultura con cui si guarda e si valuta il mondo
contadino".
A cosa pensa?
"Mi viene in mente una battuta di Moravia quando nella Ciociara ironizza sui contadini:
"Erano fieri delle loro uova e del loro lardo come le signore di Roma dei vestiti da sera". Lo
scrittore non immaginava che di lì a pochi decenni il cibo sarebbe diventato un fatto
culturale dirompente. Una componente essenziale della storia materiale, come direbbero i
francesi".
La Nouvelle Cuisine?
"È tramontata senza mai nascere veramente. In fondo, Voltaire definiva nouvelle cuisine la
cucina settecentesca. Allora ebbe inizio la marcia trionfale delle salse".
E oggi?
"Oggi è tenue come il sesso. Invecchiando non si abolisce, magari lo si distorce o meglio
lo si incammina su un sentierino ripido pieno di insidie e vertigini".
È sposato?
"Lo sono stato a lungo. Alla fine vedevo riflessi in mia moglie i segni devastanti della
vecchiaia, tipici di quando la malattia ti ghermisce. Ma non ho fiatato. Da buon cattolico,
che va poco in chiesa e che non riesce a pregare molto, ma crede nella resurrezione dei
morti, ho pensato che avere fede nella coppia fosse qualcosa di fondamentale".
Si ritiene fortunato?
"Mi sento accettato che è già tanto, mi creda. Per me la vecchiaia, da un certo punto in
poi, è stata soprattutto perdita del controllo dei propri arti. Da alcuni anni viaggio
pochissimo. Mi muovo con la mente. O almeno mi illudo. Ho lasciato perdere la storia e la
sociologia. Leggo poesie e scrivo epigrammi: "Invecchiare e al tuo fianco aspettare le
rughe. Il caldo sole stanco che fa passe le uve".
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