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THE TWILIGHT ZONE

Tales From The Edge of Town


dal 4 maggio al 2 giugno 2018

Dal 4 maggio al 2 giugno, lo spazio espositivo torinese Burning Giraffe Art Gallery presenta la mostra collettiva The Twilight
Zone, a cura di Alessandra Ioalé, con opere di: Francesco Barbieri, Chazme, Andrea Chiesi, Etnik, Marcantonio Lunardi, Luca
Lupi, Fabio Pradarelli, Sepe.
Attraverso le opere pittoriche, fotografiche e scultoree di queste otto personalità artistiche, italiane e straniere, si propone una
lettura delle incredibili ed originali declinazioni che ha assunto oggi il movimento realista, nell’estetica della rappresentazione
e della restituzione emozionale del paesaggio urbano e della vita quotidiana che vi si svolge, rivitalizzando e continuando ciò
che è stato cominciato oltre due secoli orsono e sottolineando quanto questo movimento non solo non è morto, ma ha
riacquistato autonomia come forma espressiva nel panorama artistico contemporaneo.
Negli ultimi vent'anni una nuova ondata di artisti torna a rappresentare il paesaggio e la vita quotidiana urbani rispondendo a
quel dovere di cronaca del contemporaneo con una qualità e varietà di soluzioni originali, inedite, personali ed espressive.
Ognuno proveniente da contesti ed esperienze diversi, scegliendo discipline e mezzi espressivi diversi, dimostrano però una
spiccata e comune sensibilità verso la narrazione del paesaggio urbano. Chi proveniente dal writing e dal graffitismo urbano,
chi dalla videografia artistica e dal documentario di denuncia, chi dal disegno e dalla scena punk underground anni ’80, chi dalla
fotografia e chi proveniente da studi di architettura e pratica della stessa, per ognuno di loro la città è nuovamente il soggetto
perfetto della loro ricerca attraverso il quale riflettere, anche con toni polemici, sulla crisi che negli ultimi venti anni ha investito
e corrotto la forma della città e la vita che in essa si conduce.
Dal realismo descrittivo, che tocca per certi aspetti livelli piranesiani, dei paesaggi metropolitani del pittore emiliano Andrea
Chiesi, pervasi da un’atmosfera rarefatta, straniante ma attraente, dove il tempo sembra essere sospeso e l’attività umana
scomparsa. Alla lucida ricerca del fotografo toscano Luca Lupi, che con sguardo puro e nitido si pone frontalmente davanti a
determinati paesaggi restituendone lingue sottili. Profili spigolosi, per certi aspetti irregolari nelle loro altezze, che sembrano
la naturale continuazione o interruzione della linea d’orizzonte, funzionando visivamente come un elettroencefalogramma
della città contemporanea. Passando al netto rigore dei volumi e delle strutture compositive delle costruzioni urbane e
industriali uniche protagoniste delle opere pittoriche del muralista polacco Chazme e dell’architetto Fabio Pradarelli, che
realizzano dei ritratti architettonici in cui il dettaglio descrittivo è ridotto all’essenziale per manifestarne la loro imponenza non
sempre con valore positivo. Fino a toccare livelli più lirici, molto lontani da una volontà descrittiva, con i ritratti urbani e gli
scorci di stazioni ferroviarie e luoghi di periferia di tutto il mondo accennati dalla veloce spatola del post-graffitista italiano
Francesco Barbieri, il quale affida al gesto istintivo la restituzione emotiva delle atmosfere. Incontriamo poi la ricerca originale
tradotta in scultura del muralista italiano, Etnik, con le sue metafore architettoniche, che restituiscono una personale critica
all’asfissiante costruzione selvaggia operata oggi nelle nostre città. Se fino ad ora la presenza umana è rimasta in disparte, il
percorso si conclude con due ricerche che polarizzano l’attenzione su due dei suoi aspetti: la vita quotidiana e il segno lasciato
nel paesaggio urbano. Il muralista polacco, Sepe infatti è l’unico in questa collettiva a documentare con sguardo critico ed
ironico scene tipiche del vissuto quotidiano odierno di una società dedita al consumismo, alla santificazione delle apparenze e
al perseguimento di falsi valori sociali dettati dai nuovi media di comunicazione di massa. La nostra attenzione è catturata
infine dal realismo trasfigurato nelle opere fotografiche del videoartista toscano Marcantonio Lunardi che, attraverso il
software Google Earth, sonda in ambito virtuale le zone di frontiera urbana catturando scorci inediti di paesaggio che
racchiudono in sé testimonianze della presenza umana, enfatizzate esteticamente sfruttando gli errori del programma nella
restituzione 3D, facendole spiccare come pietre preziose incastonate in questi ambienti mostruosamente deformati.
Aree che sembrano ai confini della realtà in cui si produce un ossimoro estetico, attraente e respingente allo stesso tempo,
narrato da un folto gruppo di artisti, che contribuiscono alla rinascita del realismo nell’arte, ma soprattutto del genere
paesaggistico urbano contemporaneo.
From May 4 to June 2, 2018, Turin based Burning Giraffe Art Gallery presents the group exhibition The Twilight Zone, curated by Alessandra Ioalé,
with works by eight international artists: Francesco Barbieri, Chazme, Andrea Chiesi, Etnik, Marcantonio Lunardi, Luca Lupi, Fabio Pradarelli, Sepe.
The pictorial, photographic and sculptural works of these eight artistic personalities propose a reading of the incredible and original declinations
that the realist movement has taken today, in the aesthetics of representation and emotional restitution of the urban landscape and of the urban
daily life that takes place in it, revitalizing and continuing what has begun over two centuries ago and underlining how this movement has not only
not died, but has regained autonomy as an expressive form in the contemporary artistic scene. In the last twenty years a new group of artists has
returned to represent urban daily life by answering to the duty of chronicling contemporary society with a quality and variety of original, personal
and expressive solutions. For many contemporary artists the city returns to be a perfect subject for their research through which they reflect (even
with polemic voices) on the crisis that has invested it and contaminated its forms in the last twenty years. New artists who paint the decadent charm
of the contemporary outskirts and document the urban communities that live there describing typical everyday situations.
From the descriptive realism, of Piranesian levels, of the metropolitan landscapes by artist Andrea Chiesi, pervaded by a rarefied, alienating but
attractive atmosphere, where time seems to be suspended and human activity disappears. The lucid research of the Tuscan photographer Luca
Lupi, who, with a pure and clear look, places himself before certain landscapes, returning subtle languages. Sharp edges, in some respects irregular
in their heights, that seem the natural continuation or interruption of the horizon line, functioning visually as an electroencephalogram of the
contemporary city. Moving on to the strict rigor of the volumes and compositional structures of the urban and industrial constructions, which are
the protagonists of the pictorial works of the Polish muralist Chazme and the Italian architect Fabio Pradarelli, who make architectural portraits in
which the descriptive detail is reduced to the essentials to demonstrate that size is not always a positive. Up to more lyrical levels, far from a
descriptive will, with urban portraits and views of railway stations and suburban places around the world hinted by the palette knife of the Italian
painter Francesco Barbieri, who entrusts the return of the instinctive gesture emotional atmosphere. Then we meet the original research translated
into sculpture by the Italian muralist Etnik, with his architectural metaphors, which generate a personal critique to the asphyxiating savage
construction operated today in our cities. If until now the human presence has remained on the side-line, the exhibition itinerary ends with two
researches that polarize the attention on two of its aspects: daily life and the sign left in the urban landscape. The Polish muralist, Sepe, in fact, is
the only one in this group to document with a critical and ironic point of view typical scenes of today's daily life in a society dedicated to
consumerism, to the sanctification of appearances and to the pursuit of false social values dictated by the mass media. Finally, our attention is
captured by the realism transfigured in the photographic works of the Tuscan video artist Marcantonio Lunardi who, through the Google Earth
software, explores the urban outskirts in a virtual environment capturing unprecedented views of the landscape that contain evidence of human
presence, emphasized aesthetically exploiting the errors of the program in the 3D rendering, making them stand out as precious stones embedded
in these monstrously deformed environments.
In The Twilight Zones of the metropolitan centres an aesthetical oxymoron is produced: areas are attractive and repelling at the same time, they
are narrated by a group of artists that contribute to the rebirth of the contemporary urban realism in the new genre-painting. A group show that
has thus the ability to bring out the different forms of expression adopted by a range of artists representing the new trends of realism in the Italian
and European art scene, in a continuous relationship between the return and restitution of the perceptual moment seen in the image reproduced.
FRANCESCO BARBIERI

Francesco Barbieri, Iniziazione, 2018, tecnica mista su tela, cm 70 x 100


Francesco Barbieri, Società segreta, 2018, tecnica mista su tela, cm 70 x 100
Daniel Kalinski aka CHAZME

CHAZME
The Man in High Tower
2018
acrilico su tela
cm 145 x 95
ANDREA CHIESI

Andrea Chiersi, Eskhatos #4, olio su tela, cm 100 x 140


ETNIK

Etnik, Urban Solid, 2015, legno e smalto, cm 77 x 70 x 70


Etnick
Through the Skies
2017
Acrilico e pennarelli su tavola
cm 120 x 40
MARCANTONIO LUNARDI

Marcantonio Lunardi, Landscape #1 (Urban GoogleArt Project), 2017


stampa digitale Fine Art su carta Verona Smooth Matt Nat. White 240 Gr, cm 55 x 30, ed 2/3
Marcantonio Lunardi, Torino (Urban GoogleArt Project), 2017
stampa digitale Fine Art su carta Verona Smooth Matt Nat. White 240 Gr, cm 55 x 30, ed 2/3
LUCA LUPI

Luca Lupi, Landscape #7, 2012, ultrachrome print on Hahnemühle Fine Art paper, cm 50x60 (framed), edition 5/6
Luca Lupi, Landscape #1, 2012, ultrachrome print on Hahnemühle Fine Art paper, cm 50x60 (framed), edition 2/6
FABIO PRADARELLI

Fabio Pradarelli, Contaminazioni #1 – Berlin Mitte, 2015, tecnica mista e collage su carta, cm 59 x 28
Fabio Pradarelli, Basel Complex, 2012, tenica mista e collage su carta, cm 78 x 28
Michal Wrega aka SEPE

SEPE, The Meaning of Life, 2017, acrilico su tela, cm 120 x 130


CENNI CRITICI-BIOGRAFICI
Francesco Barbieri (classe 1976) è un artista internazionale che lavora nel post-graffitismo contemporaneo. Prima di dedicarsi alla pittura è stato per anni una figura importante
nella scena europea del graffiti-writing. Con il suo lavoro degli ultimi anni ha esplorato molteplici soggetti mutuati dal folklore tipico dei graffiti. Al momento la sua produzione si
concentra sulla costruzione di scenari urbani dove spesso il treno e la ferrovia sono elementi centrali. Nelle sue opere esplora la marginalità della vita metropolitana,
rappresentando le "terre di nessuno", che si trovano ai confini geo-sociali delle città moderne. Con il suo peculiare linguaggio visivo Barbieri restituisce nella pittura le emozioni
sperimentate nelle strade che ha esplorato per anni: di fatto il viaggio e lo stile di vita ad esso legato sono elementi base della sua arte. Nel 2015 viene selezionato dal dipartimento
di arte dell'Università di Nanchino (Cina) per un'importante residenza di artista, che lo porta a esporre nel prestigioso Nanjing Sifang Art Museum, e a confrontarsi con l'arte
tradizionale cinese, da cui nasce un nuovo ciclo di opere. Vive e lavora a Pisa.

Daniel Kalinski aka CHAZME (nato nel 1980 a Laufen, in Svizzera). È un pittore, illustratore e street artist polacco. Laureato in Architettura e Urbanistica presso l'Università di
Tecnologia di Varsavia. Chazme costruisce spesso strutture urbanizzate fuori da aree geometriche definite. Queste composizioni distopiche sono critiche sull'urbanistica e
l'architettura, che i passanti sono invitati a decifrare, riflettere e forse anche opporre. A livello visivo, sono sempre perfettamente bilanciati dal punto di vista compositivo e
riflettono lo schema della nostra moderna architettura di grattacieli. Il lavoro in studio spazia dalla tela al collage. Anche se il suo lavoro in studio è più figurativo, emette ancora
la forte estetica del montaggio che è unica per il suo lavoro. Le opere di street art di Chazme possono essere viste sui muri di molte metropoli come Praga, Berlino, Glasgow, e
molte altre. Vive e lavora a Varsavia.

Andrea Chiesi si forma frequentando la scena della controcultura punk e della musica indipendente della prima metà degli anni Ottanta. In questo ambiente culturale esordisce
lavorando come disegnatore per diverse fanzine, pubblicazioni underground ed esponendo in centri sociali. In questo primo periodo realizza delle opere su carta con inchiostri
nero violacei in cui appaiono personaggi, figure e ambienti legati sotto vari aspetti a quel mondo che frequentava direttamente. Successivamente ha sviluppato una ricerca sul
paesaggio contemporaneo, sul tempo e la memoria attraverso una pittura a olio su tela rigorosa e attenta, che tende a volte a esaltare i soggetti industriali o del paesaggio
urbano, oppure a creare forti contrasti in bianco e nero con rapidi passaggio dall’ombra alla penombra. L’attività del disegno con la tecnica dell’inchiostro viene portata avanti
parallelamente alla pittura ad olio, creando un contrasto tra un universo liquido e in movimento e un altro più strutturato, metafisico, atemporale.

Nato a Stoccolma (Svezia) Etnik è attivo nella scena graffiti writing sin dai primi anni '90, ha ricercato sempre una nuova strada per superare i limiti classici della disciplina portando
la pittura murale ad alti livelli. Dal 2001 il suo modo di dipingere comincia ad evolversi verso forme geometriche e architettoniche, partendo dal lettering che diviene la base su
cui Etnik imposta l’intero impianto concettuale e compositivo della sua ricerca artistica. La trasformazione delle lettere che compongono il suo nome in masse geometriche, sono
lo spunto su cui costruire moduli architettonici che s’intersecano violentemente su piani opposti e punti di vista spiazzanti per rappresentare un cemento sempre più costrittivo
e un EQUILIBRIO sempre più precario nella vita quotidiana di ognuno di noi. Questo modo di rappresentare la CITTA’, criticandone le dinamiche urbanistiche, è in stretto rapporto
con le diverse modalità di approccio dell’artista alla pittura come anche alla scultura e l’installazione, riconoscendo in lui un’autorevole testimone del suo tempo, sperimentatore
ed innovatore del lettering. Vive e lavora a Torino, viaggiando molto per realizzare grandi murales e partecipare ad esposizioni in tutto il mondo.

Marcantonio Lunardi Diplomato in regia documentaristica, dal 2001 Lunardi si è occupato di documentazione sociale e politica lavorando a installazioni, documentari e opere di
videoarte. Dopo i master al Festival dei Popoli di Firenze con Michael Glawogger, Sergei Dvortsevoy, Thomas Heise e Andrés Di Tella, ha iniziato un percorso nel settore delle
immagini in movimento sperimentando linguaggi al confine tra il cinema del reale e la videoarte. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni internazionali come il
National Art Center di Tokyo, la Galeri Nasional Indonesia di Jakarta, la Fondazione Centro Studi Ragghianti di Lucca, il Video Tage Center di Hong Kong, il Museum on the Seam
di Gerusalemme, lo Videoart Yearbook del Dipartimento di arti visive dell’Università degli studi di Bologna. Lunardi è stato ugualmente ospite di vari festival di cinema
sperimentale e videoarte come il Festival Internacional de Cine y Video Experimental di Bilbao, l’N Minutes Video Art Festival di Shanghai, il Cairo Video Festival del Cairo, il
Festival Invideo di Milano, il Video Art & Experimental Film Festival – Tribeca Cinemas di New York. A questi si aggiungono numerose biennali d’arte contemporanea tra cui la
Bienal del Fin del Mundo in Cile e Argentina, la Chongqing International Biennale of Contemporary Art in Cina e la Bienal Internacional de Videoarte y Animación in Messico. Vive
e lavora a Bagni di Lucca (Lucca, Italia).

Luca Lupi vive e lavora a Fucecchio, Firenze. Con il progetto fotografico “Landscape”, i cui luoghi e soggetti sono tutti differenti: muri, alberi, città, boschi, spiagge, zone industriali,
ma collegati dalla stessa altezza dell’orizzonte e dallo stesso punto di vista frontale, l’artista riflette sulle complesse e continue trasformazioni dei luoghi e sul rapporto tra il
costruito e il naturale che dà forma al nostro mondo contemporaneo. Con questo progetto vince nel 2016 il primo premio del concorso Italy in a frame – Comunità Italia alla
Triennale di Milano.

Fabio Pradarelli studia architettura all’Università di Firenze, contemporaneamente frequentando la Facoltà di Storia Contemporanea dell’University of Oregon, Eugene Oregon
U.S. Laureato con una tesi in Composizione nel 1983 a Firenze, lavora per circa un biennio presso uno studio professionale di Pesaro, per poi passare alla libera professione con
una struttura propria. Attualmente esercita come architetto con studio in Pesaro. Contestualmente all’attività professionale ha svolto anche una intensa attività nel settore delle
arti visive, con numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero.

Michał Sepe Wręga (nato nel 1982 a Varsavia, in Polonia). Dal 1996 è legato al graffitismo e alla scena della street art in Polonia. Laureato in graphic design all'Academy of Fine
Arts di Łódź nel 2009. Vive e lavora a Varsavia come graphic designer freelance, pittore e illustratore. Cresciuto nel movimento delgraffiti writing, si è radicato nell'illustrazione
di libri e poi negli studi interessati alla grafica e alla progettazione di poster, Sepe sta cercando il suo linguaggio artistico individuale mescolando questi tre percorsi su carta, tela
e pareti.

BURNING GIRAFFE ART GALLERY


Via Eusebio Bava, 8/a, Turin, Italy
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t. +39 011 5832745 | m. +39 347 7975704

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