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AZIENDA DI SERVIZI ALLA PERSONA


«GOLGI-REDAELLI»

MILANO
Radici e luoghi della carità

A cura di
LUCIA AIELLO, MARCO BASCAPÈ, SERGIO REBORA

UMBERTO ALLEMANDI & C.


TORINO ~ LONDRA ~ VENEZIA ~ NEW YORK
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AZIENDA DI SERVIZI ALLA PERSONA Collaborazioni istituzionali Ringraziamenti don Claudio Nora
«GOLGI-REDAELLI» Alessandro Oldani
Archivio Borromeo, Isola Bella (Stresa) Massimo Angeleri Fabrizio Pagani
Consiglio di Amministrazione Archivio di Stato, Milano Claudio Bascapè Silvia Paoli
Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, Milano Laura Basso Nadia Piccirillo
Presidente Archivio Storico Diocesano, Milano Giulia Benati Carlo Alessandro Pisoni
Rodolfo Masto Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarelli», Milano Maria Barbara Bertini Paolo Plebani
Civiche Raccolte d’Arte, Milano Maura Bertoli monsignor Gianfranco Poma
Vice Presidente Civiche Raccolte Numismatiche, Milano Giampiero Bettinetti
Elena Emanuela Panigoni Flores Reggiani
Civiche Raccolte Storiche, Milano padre Giuseppe Bortolazzo don Francesco Ronchi
Consiglieri Civico Archivio Fotografico, Milano monsignor Bruno Bosatra Claudio Salsi
Roberto Bollina Curia Arcivescovile, Ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici, Milano Ernesto Brivio Valentina Samperi
Roberto Comazzi Museo di Milano, Milano Franco Bufalini Giorgio Sassi
Carlo Mazzucchelli Parrocchia dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore, Milano Stefania Buganza Daniela Scala
Annibale Porrone Parrocchia di San Babila, Milano Carlo Capponi Lucia Sebastiani
Luciano Riva Cambrin Parrocchia di San Lorenzo Maggiore, Milano Cristina Casiraghi Mario Signori
Parrocchia di San Simpliciano, Milano don Augusto Maria Marino Casolo Francesca Tasso
Direttore Generale Parrocchia di Sant’Alessandro, Milano Daniele Cassinelli Novella Vismara
Francesco Fascia Parrocchia di Santa Maria del Carmine, Milano Federico Cavalieri Rita Vona
Parrocchia di Santa Maria presso San Satiro, Milano Nicoletta Citrini monsignor Gianni Zappa
Parrocchia di Santa Maria Segreta, Milano Salvatore Colapietra Danilo Zardin
Parrocchia di Sant’Eufemia, Milano monsignor Giampietro Crippa Paola Zatti
Milano. Radici e luoghi della carità Parrocchia di Santo Stefano Maggiore, Milano Maria Giovanna De’ Caterina
Veneranda Fabbrica del Duomo, Milano Renata Demartini Si ringraziano tutti i dirigenti, i funzionari e il personale
A cura di Ilaria De Palma dell’Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli»
Lucia Aiello, Marco Bascapè, Sergio Rebora Roberto Fighetti che hanno collaborato alla realizzazione del libro.
Isabella Fiorentini
Testi Paolo M. Galimberti
Marco Bascapè, Daniela Bellettati, Paola Bianchi, monsignor Alessandro Gandini
Maria Cristina Brunati, Francesco Fascia, Silvio Leydi padre Antonio Gentile
Tiziana Girelli
Analisi cartografiche
padre Stefano Gorla
Roberta Madoi
Roberto Guerri
Giovanni Liva
Saverio Lomartire
Mauro Maffeis
Paolo Manfredini
Rodolfo Martini
Giancarlo Mascher
Giuliana Massetti
Lucia Matino
Mira Montanari
Giovanna Mori
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A ppartiene alla cultura di tutti la leggenda che narra i natali di Roma.


I libri di scuola e gli indimenticabili film storici ci hanno raccontato nel tempo la storia di Romolo e Remo, tanto
che noi tutti conosciamo le origini mitiche della nostra capitale. Ma in questo momento, in cui la riscoperta delle identi-
E qui il pensiero corre ai giovani e alle responsabilità della nostra generazione che, nella consapevolezza d’aver ereditato
un grande patrimonio, si domanda se i valori fondamentali della nostra cultura facciano ancora parte del bagaglio di co-
noscenza trasmesso ai cittadini di domani. La risposta non è facile, ma sono certo che noi tutti in coscienza pensiamo che
tà, al di là dei costumi, influenza importanti processi politici e culturali, quanti conoscono le origini seppur leggendarie si sarebbe potuto fare di più.
della nostra amatissima Milano? Per cercare di rispondere a questa domanda si fa appello alla memoria e si torna ai testi Ottima quindi l’idea di valorizzare gli archivi, quelli di grandi personaggi come quelli delle istituzioni, e fra questi gli ar-
scolastici. Basta poco per ricordare che, mentre ai natali di Roma sono dedicate infinite pagine con l’immancabile illu- chivi dei grandi enti assistenziali, affinché diventino patrimonio di tutti, vetrine del ben fare che confermino che le paro-
strazione di Romolo che spinge l’aratro, sull’origine di Milano vengono riportati solo pochi cenni. Impegnato nella ricer- le del motto «Milan col coeur in man» non sono vuote, ma la sintesi di un modo di fare condiviso da tutta la collettività.
ca delle radici della nostra gente, mi è sembrato interessante approfondire l’argomento per offrire al lettore qualche curio- Imprimere nelle coscienze dei più giovani i caratteri distintivi dei «figli di sant’Ambrogio» è una delle cause più nobili,
sità che, premetto, deve essere letta con indulgenza, trattandosi di leggende che non trovano riscontri storici certi. e nel condividere questo obiettivo tutti dovrebbero fare la loro parte.
A mio avviso, la leggenda più suggestiva è quella che attribuisce il merito della fondazione di Milano al capitano gallico E noi, dopo aver promosso diverse pubblicazioni culturali e attivato l’iniziativa «A scuola di carità», che attraverso i per-
Belloveso: proveniente dal Nord alla ricerca di nuove terre da abitare, consultato un oracolo il responso fu di fermarsi do- corsi didattici multidisciplinari de «L’officina dello storico» coinvolge un numero sempre crescente di studenti, propo-
ve avesse trovato una scrofa con il dorso coperto di lana. Inviati in avanscoperta, alcuni soldati si trovarono in una vasta niamo questo nuovo volume: Milano. Radici e luoghi della carità, dedicato ai trentanove antichi luoghi pii elemosinieri della
pianura ricca di vegetazione attraversata da numerosi corsi d’acqua, dove, sotto un biancospino, fu trovata la scrofa semi- città, straordinaria rete di congregazioni e confraternite che, a partire dal 1300, hanno contribuito a scrivere le pagine più
lanuta. Lì il capitano Belloveso fondò quella che sarebbe diventata Milano, di cui l’animale divenne il simbolo. belle del proverbiale cuore ambrosiano.
Storicamente, però, si ritiene più attendibile attribuire la fondazione agli Insubri, intorno al II millennio a.C.: la città fu Nel libro ritroverete, accanto a luoghi che il progresso ha cancellato, l’impegno di nobili, mercanti e possidenti, unito a
chiamata Alba. Successivamente il nuovo insediamento fu occupato dagli Etruschi, fino alla calata dei Galli, avvenuta quello di tanta povera gente: per tutti loro la carità fu un obbligo morale e religioso insieme.
intorno al 623 a.C. Qui ritroviamo Belloveso non più nelle vesti di fondatore, ma di ricostruttore. Propongo al lettore una passeggiata ideale partendo da Porta Orientale (oggi Porta Venezia) a Porta Nuova, consideran-
Un altro percorso per risalire alle origini della città potrebbe essere quello archeologico, che continua ad arricchirsi di nuo- dole come quartieri nei quali troveremo i trentanove luoghi pii elemosinieri, successivamente confluiti nella nostra azien-
vi reperti. Questi testimoniano i vari insediamenti, dai più antichi risalenti all’Età del bronzo, rinvenuti nei territori fra da. Sulle antiche piante di Milano - nelle quali si possono ancora vedere i vari corsi d’acqua, i canali di Leonardo ormai
l’Adda e il Ticino, per risalire fino all’Età del ferro, che registra importanti insediamenti tra Lecco, Como e il Ticino. cancellati o inutilizzati, che un progetto lungimirante vorrebbe ripristinare almeno in parte - ritroveremo chiese più o me-
La vicinanza alle vie d’acqua permetteva collegamenti agevoli fra i territori transalpini e il Mediterraneo. no conosciute, oratori, collegi d’educazione, grandi fondazioni caritatevoli e piccole associazioni di quartiere, luoghi sim-
Alcuni insediamenti, come quello di Como, a un certo punto andarono in crisi, tanto da indurre gli abitanti a spostarsi bolo della solidarietà dei milanesi.
verso la pianura, mantenendo però la vicinanza ai corsi d’acqua. Ed eccoli dunque a Milano nei pressi dell’attuale San Se- Studiare e conoscere le radici delle varie confraternite e congregazioni ci farà comprendere il valore che i nostri progenito-
polcro, dove scavi archeologici hanno messo in luce tracce di fossati che avevano lo scopo di limitare lo spazio urbano. ri davano alla carità. Mi piace pensare che dalle direttrici urbane rappresentate dalle nostre porte monumentali passasse
Un approccio ancora diverso alla storia della città può partire dalla questione del significato etimologico del nome «Mi- non solo il frutto del commercio, ma anche e soprattutto il pensiero buono di un popolo che interpretava nei fatti il pen-
lano», in latino Mediolanum. Scopriamo che le versioni sono innumerevoli. Alcune sono legate alle leggende, come quel- siero di sant’Ambrogio e sant’Agostino, i quali, nel porre le radici culturali e morali della nostra terra, legavano il vero
la della scrofa «medio-lanuta» o quella dei due capitani etruschi Medo e Olano. Altre sono invece riferibili alla posizio- progresso alla costruzione di una società attenta ai bisogni di tutti.
ne geografica della città: Mediolanum è una parola composta da due termini, medius e lanum, dove quest’ultimo può signi- Nei prossimi anni Milano è chiamata a realizzare l’Esposizione Universale del 2015, che dovrà dare risposte ai gravi pro-
ficare sia «terra» sia «acqua», ovvero, a seconda dell’origine della radice, paese in mezzo alla pianura, paese in mezzo ai blemi dell’alimentazione su scala planetaria. Le tante opere che si stanno progettando per preparare la città ad accogliere
fiumi oppure città di mezzo. degnamente l’evento ricordano il fervore e l’entusiasmo che animarono Milano negli anni precedenti la Grande Esposi-
E così nella mia ricerca torna la scrofa, a volte semilanuta, a volte bianca, tanto da indurmi a seguirne le tracce. zione Internazionale del 1906. Ma è importante che dell’Esposizione del 1906 si recuperi anche lo spirito: l’attenzione co-
Si narra di medaglioni ormai scomparsi, di preziose pergamene che ne riportano l’immagine, ma il mio incontro con la raggiosa ai temi etici e sociali. Se l’intera città riuscirà a cogliere questa nuova opportunità, confermando la propria capa-
scrofa lo faccio in piazza dei Mercanti, raffigurata su un bassorilievo di origine preromanica, rinvenuto durante gli scavi cità di coniugare progresso economico e scelte responsabili di politica sociale, avremo la certezza che la semina dei nostri
per le fondamenta del Broletto Nuovo e collocato su un arco del Palazzo della Ragione. Scoprirò più tardi lo stesso ani- padri ha dato i frutti: segni tangibili di un’eredità alla quale tutti guardano ancora con ammirazione.
male rappresentato in uno stemma della corte interna di Palazzo Marino e in un medaglione del Famedio. Così, nel cuo-
re della città abbiamo un simbolo ormai dimenticato che, al di là delle leggende, ne rievoca la storia, la storia «vera», fat- RODOLFO MASTO
ta di tradizioni, di passioni nelle quali riconoscersi ereditando e sviluppando quel senso di appartenenza che forma il ca- Presidente del Consiglio d’Amministrazione
Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli»
rattere distintivo di un popolo.
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D opo Il tesoro dei poveri, pubblicato nel 2001, l’Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli» di Milano raggiun-
ge un nuovo traguardo nel percorso di valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico costituito nei secoli
dal corpo di assistenza pubblica di Milano. È il segno di un impegno costante nella tutela di un’immensa ricchezza cul-
L a Lombardia ha una storia e una tradizione che è giusto rileggere, come viene fatto in questo bel libro, perché non
si costruisce senza radici, e le nostre radici sono profonde e promettenti. Da questo punto di vista Milano è un labo-
ratorio importante, per la particolare vocazione della città a un’autonomia solidale e responsabile, in cui i luoghi pii ele-
turale che appartiene a tutta la città. Il futuro sorge dal nostro passato e dall’immensa ricchezza culturale e artistica che ere- mosinieri hanno svolto un ruolo di primo piano nel corso dei secoli.
ditiamo dai secoli trascorsi. Nel caso del patrimonio degli enti di assistenza pubblica, il bello si unisce al buono: diventa Così, nel tempo si è configurato un sistema a rete, in cui la risposta al bisogno si è riferita istituzionalmente a un’iniziati-
strumento per il bene della città. Questa connessione produttiva tra creatività e lotta al disagio sociale è un tratto che ha va libera e autogestita, sempre nel rispetto dei poteri di regolazione della città. Da questo sguardo alla storia può nascere
distinto Milano nel mondo. allora un pieno riconoscimento della sfera civile nella sua autonomia, all’interno di un rapporto sussidiario fra Stato e so-
Il volume ci conduce a passeggio per la città, attraverso le antiche porte, alla scoperta dei «segni di beneficenza» che le mol- cietà.
te aggregazioni impegnate nel soccorso ai bisognosi utilizzavano per farsi riconoscere nel territorio. Le trentanove realtà In questa prospettiva, le istituzioni hanno il compito essenziale di sostenere i progetti e le opere delle formazioni sociali,
presentate nello studio raccontano un sistema di assistenza straordinariamente avanzato, che ha innervato la realtà cittadi- offrendo un quadro normativo favorevole all’espressione delle migliori energie. A questo si ispira il sistema di welfare lom-
na a ogni livello coinvolgendo i settori più diversi: gli enti religiosi, le associazioni laiche, le istituzioni, la nobiltà, il po- bardo, che mette al centro la persona e la capacità di risposta dei corpi sociali. Il bene comune non può essere, infatti, elar-
polo. In una parola: Milano. Questo modello non è un ricordo, ma vive oggi nella nostra città. I diversi partner impegna- gizione esclusiva o beneficenza degli enti pubblici.
ti nell’assistenza proseguono il dialogo con le istituzioni iniziato secoli fa dai loro predecessori. Il principio di sussidiarie- Le linee guida dell’azione di governo regionale vanno proprio nella direzione di valorizzare una pluralità di presenze che
tà guida in questi anni l’Italia nell’aggiornamento del suo assetto istituzionale, ma anche l’Europa nella costruzione del- insieme orientano i propri sforzi nella produzione di beni e servizi di welfare. A questo scopo abbiamo incominciato a
la sua unità. E il Trattato di Lisbona richiama con forza tale linea di fondo. operare un vero e proprio salto culturale, abbandonando la dicotomia pubblico/privato per affermare un sistema tripola-
Questo libro ci parla di sussidiarietà: un’idea europea, un’idea che contribuirà a rendere sempre più «vicino» ai popoli il re (Stato/civile/privato) in cui all’area del civile viene riconosciuta una reale autonomia.
progetto europeo; un’idea nella quale Milano affonda le proprie radici identitarie. Un civile di cui la nostra regione è storicamente ricca, grazie alla presenza operosa di migliaia di enti e decine di miglia-
ia di volontari su tutto il territorio lombardo. Sono proprio loro a dare nuova linfa a quella tradizione di solidarietà e di
LETIZIA MORATTI aiuto che la nostra gente non ha mai dimenticato e cui appartiene la storia esemplare dei luoghi della carità ambrosiana.
Sindaco di Milano

ROBERTO FORMIGONI
Presidente della Regione Lombardia
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Sommario

17 Per un nuovo approccio alla storia 80 Santa Maria della Passione Porta Comasina DALL’UNIFICAZIONE DEI LUOGHI PII
dei luoghi pii milanesi presso San Giovanni Evangelista in Gugirolo AI NOSTRI GIORNI
MARCO BASCAPÈ PAOLA BIANCHI 135 Misericordia
MARIA CRISTINA BRUNATI 173 I luoghi pii elemosinieri unificati: dal 1785 ai nostri giorni
83 Immacolata Concezione in Pantano MARIA CRISTINA BRUNATI
29 Beneficenza per immagini tra Cinque e Seicento DANIELA BELLETTATI 139 Beata Vergine dell’Abito in Santa Maria del Carmine
SILVIO LEYDI DANIELA BELLETTATI 178 L’Azienda «Golgi-Redaelli»: origini, contesto
85 Santa Caterina in San Nazaro istituzionale e organizzativo, prospettive future
MARIA CRISTINA BRUNATI 142 Beata Vergine del Soccorso in San Simpliciano FRANCESCO FASCIA
GLI ANTICHI LUOGHI PII PAOLA BIANCHI
88 Carità dei Vivi e dei Morti in San Nazaro
Porta Orientale MARIA CRISTINA BRUNATI 144 Poveri Infermi in San Simpliciano APPARATI
PAOLA BIANCHI
41 Santa Maria della Neve e San Giovanni alle Fonti 91 San Senatore in Sant’Eufemia
MARIA CRISTINA BRUNATI 185 Fonti delle illustrazioni tratte da documenti d’archivio
DANIELA BELLETTATI Porta Nuova
44 Santi Rocco e Vittore 94 Tutti i Santi in Sant’Eufemia 187 Bibliografia
149 Carità e Monte Angelico
DANIELA BELLETTATI MARIA CRISTINA BRUNATI
PAOLA BIANCHI
47 Ave Maria 195 Indice cronologico dei luoghi pii
Porta Ticinese 154 Loreto
DANIELA BELLETTATI MARIA CRISTINA BRUNATI
99 Sant’Antonio Abate in Santa Maria Beltrade 197 Indice dei nomi di persona
49 Carità nella Metropolitana MARIA CRISTINA BRUNATI 157 Carità verso i Carcerati in San Fedele
DANIELA BELLETTATI PAOLA BIANCHI 201 Indice dei luoghi e delle istituzioni
102 San Pancrazio in Sant’Alessandro
51 Quattro Marie DANIELA BELLETTATI 159 San Giuseppe e opera pia Lampugnani
DANIELA BELLETTATI PAOLA BIANCHI
106 Carità in San Lorenzo
55 Santa Caterina in Santo Stefano PAOLA BIANCHI 162 Cinturati della Beata Vergine della Consolazione
DANIELA BELLETTATI in San Marco
58 Santa Maria la Cova in Santo Stefano Porta Vercellina MARIA CRISTINA BRUNATI
DANIELA BELLETTATI 165 Crocifisso in San Marco
113 Piscina in Santa Maria Segreta
60 Nostra Signora di San Rocco in San Romano DANIELA BELLETTATI MARIA CRISTINA BRUNATI
DANIELA BELLETTATI 168 Nobili Vedove
115 Umiltà
PAOLA BIANCHI MARIA CRISTINA BRUNATI
Porta Romana
118 Cesati in Santa Maria Podone
65 Malastalla MARIA CRISTINA BRUNATI
PAOLA BIANCHI
120 Ricchi e Vecchi in San Giovanni sul Muro
68 Santa Maria presso San Satiro PAOLA BIANCHI
PAOLA BIANCHI
124 Pagnottella
72 Santa Maria Rotonda in San Giovanni in Laterano DANIELA BELLETTATI
MARIA CRISTINA BRUNATI
127 Scurolo di Sant’Ambrogio
76 Divinità PAOLA BIANCHI
DANIELA BELLETTATI
130 Melzi
MARIA CRISTINA BRUNATI
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Stemma della Comunità di Milano, in Marco Cremosano, Galleria d’imprese, arme e insegne de’ varii regni,
ducati, provincie, città e terre dello Stato di Milano, 1673, vol. I, Milano, Archivio di Stato.
L’emblema della città si accompagna ai simboli dei sestieri
e alle raffigurazioni del patrono sant’Ambrogio e della scrofa semilanuta.
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32
37-38
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38 CARTA 1. GLI ANTICHI LUOGHI PII


Elaborazione della Pianta della gran città di Milano e suo castello, pubblicata nella Descrizione di Milano
di Serviliano Latuada del 1737, con la localizzazione degli antichi luoghi pii, suddivisi in base
alle porzioni di territorio appartenenti alle sei porte di Milano e numerati progressivamente
a partire dal centro urbano. L’ubicazione delle sedi rispecchia la situazione al momento
30 dell’aggregazione dei luoghi pii elemosinieri (di precedenti sedi si dà conto nel testo).
Come evidenziano i simboli adottati, alcuni luoghi pii avevano quale unica sede di riferimento
un luogo sacro, altri disponevano pure di una casa capitolare, altri ancora si identificavano
con la sede del capitolo, spesso destinata anche all’attività caritativa.
36
8 sede di riferimento per il culto
34
33 sede di riferimento per il culto di due luoghi pii
25 29 35 sede del capitolo o delle attività
26

PORTA ORIENTALE PORTA VERCELLINA


22 4 1 Santa Maria della Neve e San Giovanni 22 Piscina in Santa Maria Segreta
23 5 alle Fonti 23 Umiltà
9 1-2 3 2 Santi Rocco e Vittore 24 Cesati in Santa Maria Podone
24 19 3 Ave Maria 25 Ricchi e Vecchi in San Giovanni sul Muro
4 Carità nella Metropolitana 26 Pagnottella
10 5 Quattro Marie 27 Scurolo di Sant’Ambrogio
27 27 6-7
6 Santa Caterina in Santo Stefano 28 Melzi
11 12 7 Santa Maria la Cova in Santo Stefano
20 1
8 Nostra Signora di San Rocco in San Romano PORTA COMASINA
28 13 29 Misericordia
PORTA ROMANA 30 Beata Vergine dell’Abito in Santa Maria
14
9 Malastalla del Carmine
15 10 Santa Maria presso San Satiro 31 Beata Vergine del Soccorso
16 11 Santa Maria Rotonda in San Giovanni in San Simpliciano
in Laterano 32 Poveri Infermi in San Simpliciano
16 12 Divinità
17-18 13 Santa Maria della Passione presso PORTA NUOVA
21 San Giovanni Evangelista in Gugirolo 33 Carità e Monte Angelico
14 Immacolata Concezione in Pantano 34 Loreto
15 Santa Caterina in San Nazaro 35 Carità verso i Carcerati in San Fedele
16 Carità dei Vivi e dei Morti in San Nazaro 36 San Giuseppe e opera pia Lampugnani
17 San Senatore in Sant’Eufemia 37 Cinturati della Beata Vergine
18 Tutti i Santi in Sant’Eufemia della Consolazione in San Marco
38 Crocifisso in San Marco
PORTA TICINESE 39 Nobili Vedove
19 Sant’Antonio Abate in Santa Maria
Beltrade
20 San Pancrazio in Sant’Alessandro
21 Carità in San Lorenzo
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Per un nuovo approccio alla storia dei luoghi pii milanesi


MARCO BASCAPÈ

I luoghi pii elemosinieri della città di Milano sono stati studiati già molte volte in passato, ma basterà leggere poche pa-
gine tra quelle che seguono per accorgersi che questa è una pubblicazione decisamente nuova. Le autrici delle trenta-
nove schede, dedicate agli antichi istituti caritativi confluiti nel nostro ente, hanno dedicato per la prima volta attenzione
individuale alle vicende delle singole fondazioni, e non solo a quelle maggiori, sulle quali finora la storiografia si era prin-
cipalmente soffermata. E, fatto non meno importante, hanno evitato di sovrapporre alle singole storie la «lente deforman-
te» che spesso ha condizionato la nostra immagine dei luoghi pii, impropriamente considerati come parti di un unicum,
mentre appare evidente - oggi più che mai, grazie alle nuove indagini coordinate con impegno e competenza da Lucia
Aiello e Sergio Rebora - la straordinaria diversità di tante vicende, che solo in alcuni casi rivelano nei fatti concreti (non
a priori) convergenze e contatti che proprio per questo acquistano maggior rilievo e significato.
Volendo restituire al lettore di oggi la sorpresa e il piacere di imbattersi nella storia di ciascun luogo pio con occhi il più
possibile liberi da pregiudizi storiografici, la scelta è stata quella di disporre il racconto in una sequenza poco consueta,
che non si attiene all’ordine cronologico di fondazione o di prima atte-
stazione documentaria1 (cui provvede peraltro un apposito indice po-
sto in appendice), ma che tenta di ripercorrere le vie della Milano me-
dievale e moderna lungo le direttrici che conducevano dal centro alle
sei porte principali - Orientale, Romana, Ticinese, Vercellina, Coma-
sina e Nuova -, dando il nome ad altrettanti rioni o sestieri nei quali si
articolava concretamente la struttura associativa di base della cittadi-
nanza (Fig. 1).
È noto che negli atti notarili, a partire dal Medioevo e fino a tutto il Set-
tecento, ogni cittadino milanese veniva identificato con riferimento al-
la porta e alla parrocchia di residenza. Non si trattava di un’indicazio-
ne meramente anagrafica: porta e parrocchia costituivano il primo anel-
lo di solidarietà sociale e, all’occorrenza, di esercizio attivo dei diritti e
doveri di cittadinanza, almeno in occasioni straordinarie come la deli-
berazione circa i «patti di dedizione» da proporre al nuovo sovrano in
cambio del giuramento di fedeltà da parte dei milanesi (durante le guer-
re d’Italia, ad esempio, nella crisi del 1499-1502 e ancora nei difficili
anni 1511-1516 «parrocchie e porte entrano in gioco per pattuire la de-
dizione, giurare la fedeltà, discutere le forme e l’ammontare del prelie-
vo fiscale» tramite rappresentanze elette dai capifamiglia attraverso un
meccanismo progressivo di delega: dalle assemblee di vicinato parroc-
chiale alle riunioni di porta)2. Era un’articolazione basilare della vita
sociale e religiosa urbana, la cui rilevanza pratica e politica era così ov-
via che le principali magistrature civiche, i Dodici di Provvisione e i
Sessanta Decurioni, vedevano una presenza paritetica delle sei porte;
analogamente, i maggiori luoghi pii sceglievano i propri dodici depu-
Fig. 1. MAESTRO DELLE SCULTURE DI VIBOLDONE,
tati in modo che ne fossero costantemente presenti due per ogni rione, «Madonna con il Bambino», Riozzo, Cerro al Lambro,
con implicite o esplicite funzioni di verifica dello stato di bisogno del- oratorio di San Rocco. La scultura trecentesca, appartenente
al patrimonio artistico dell’Azienda di Servizi alla Persona
la popolazione dei rispettivi quartieri, anche tramite gli addentellati di «Golgi-Redaelli», è con ogni probabilità identificabile
clientele e conoscenze che sorreggevano l’impalcatura sociale (Fig. 2). nella scultura posta in origine sulla Porta Vercellina a Milano.

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Ma la forza con cui era vissuto il vincolo di appartenenza al quartiere non ziale non riguardava unicamente il settore elemosiniero, che era solo uno dei quattro rami in cui si articolava la Giunta
corrispondeva a una netta demarcazione dei confini tra i diversi rioni. Né, delle Pie Fondazioni, accanto a quello sanitario (ospedali e assistenza farmaceutica), educativo (orfanotrofi e conserva-
peraltro, l’appartenenza a una parrocchia comportava automaticamente tori), dei vecchi e degli storpi (ospizi e case degli incurabili): infatti, un elenco dei luoghi pii posti effettivamente sotto il
l’inclusione in una determinata porta: specialmente nel fitto centro cittadi- controllo governativo nel 1784 comprende, accanto ai nomi di trentacinque luoghi pii elemosinieri, ventuno ulteriori en-
no, negli isolati più prossimi a piazza dei Mercanti dove convergevano (e ti chiaramente accorpati agli altri settori8. Ma la forbice numerica resta altissima, se pensiamo ai sessantadue luoghi pii e
perciò si facevano più sottili e contigue) le aree corrispondenti alle sei por- alle centosessantasei confraternite cittadine cui nello stesso anno era stato notificato il decreto giuseppino di riforma9. La
te, vi erano parrocchie i cui abitanti erano suddivisi più o meno equamen- grandissima parte di tali istituzioni sfuggì dunque alla concentrazione del 1784, evidentemente perché considerate - spes-
te tra due porte: era il caso di Santa Maria Beltrade, i cui vicini a metà Cin- so non a torto - nel novero delle confraternite di ispirazione principalmente o esclusivamente religiosa, secondo l’inter-
quecento non per niente decisero che i dieci deputati al governo della Scuo- pretazione sostenuta con calore dalla parte ecclesiastica10; ma se l’esclusione di tantissime confraternite dall’aggregazione
la di Sant’Antonio dovessero essere per metà residenti in Porta Romana e ai luoghi pii segnò un successo iniziale della curia arcivescovile, di lì a poco sulle stesse calò la scure ancor più affilata del-
per metà in Porta Ticinese3. la loro definitiva soppressione e incameramento nel Fondo di Religione (mentre la successiva evoluzione assai comples-
L’esempio appena riportato mette in luce le difficoltà affrontate, insieme a sa del settore assistenziale avrebbe alfine visto prevalere istanze di temperamento alla gestione statalizzata del «patrimonio
Roberta Madoi, per decidere sotto quale porta collocare i diversi luoghi pii dei poveri», sicché tra Otto e Novecento sarà possibile la presenza di esponenti del clero ambrosiano nei consigli d’am-
nelle cartografie che scandiscono l’articolazione del volume: difficoltà non ministrazione democraticamente eletti per il controllo della Congregazione di Carità come dell’Ospedale Maggiore e del
facilmente sormontabili, se pensiamo che gli stessi protagonisti della rifor- Pio Albergo Trivulzio).
ma dei luoghi pii, nella seconda metà del XVIII secolo, si trovarono in di- Quella che si vuole qui sottolineare è la sostanziale arbitrarietà della selezione attuata nel 1784: a quale titolo, per fare un
saccordo sulla delimitazione dei sei rioni4. La scelta più semplice è sem- esempio, fu annoverata tra i luoghi pii elemosinieri la confraternita della Beata Vergine dell’Abito presso Santa Maria del
brata quella di adeguarsi alla divisione dell’abitato sancita da sei fogli car- Carmine, sodalizio chiaramente ispirato alla spiritualità carmelitana e che vedeva la partecipazione di uno stuolo di con-
tografici conservati alla Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarel- fratelli e consorelle impegnati a solennizzare con pompa barocca le feste mariane, soprattutto quella del Carmelo, celebra-
li», desunti dal Catasto ed eseguiti verso il 1786, ciascuno dei quali raffi- ta con messe cantate e una sontuosa processione nel quartiere? E può destare altrettanta sorpresa, per fare un esempio con-
gura la porzione di Milano compresa nel «circondario» di una delle sei por- trario, non trovare nell’elenco la scuola dell’Immacolata Concezione in San Francesco, confraternita di ispirazione fran-
te (Carte 2-7). Così, per fare ancora riferimento all’esempio appena cita- cescana celebre per la commissione a Leonardo della «Vergine delle rocce», che pure - analogamente a tante schole devo-
Fig. 2. Nota delli Signori Priore et Deputati del Venerando Luogo Pio
della Carità di Porta Nova di Milano, 1681, Milano, ALPE. to, si è deciso di illustrare il luogo pio di Sant’Antonio in Santa Maria Bel- zionali comprese in questo libro (e a differenza della scuola del Carmine) - godeva del privilegio ducale in favorem piorum
trade nella sezione di Porta Ticinese, perché quell’edificio parrocchiale nel- locorum ed esercitava un’attività caritativa simile a quella di altri luoghi pii, come attestano i segni metallici che l’Imma-
la cartografia del 1786 è ubicato sotto tale porta. Non è casuale, ovviamente, l’adozione di uno strumento topografico di colata distribuiva per l’erogazione delle elemosine: segni sui quali compare un san Francesco che riceve le stigmate (Fig.
quel torno d’anni: sono gli anni della riforma giuseppina, decretata nel 1784 e che fece sentire i suoi effetti senza indugio 3) somigliante a quello utilizzato per i propri gettoni dal luogo pio della Pagnottella (Tav. 82), ente non a caso situato
tra il 1785 e il 1788, con l’abbandono delle singole sedi utilizzate dai luoghi pii. Per dare una visione d’insieme della di- nelle vicinanze e pure legato ai Frati Minori del convento di San Francesco Grande. Quando poi veniamo a scoprire che
stribuzione dei luoghi pii sul territorio urbano, invece, si è scelta una raffigurazione settecentesca cartograficamente meno l’Immacolata era stata invece aggregata alla Casa degli Esposti di Santa Caterina alla Ruota fin dal 178111, l’impressio-
precisa e precedente di alcuni decenni, ma adatta proprio per la sua sommarietà a tracciare i simboli distintivi dei trenta- ne di arbitrarietà nella spartizione governativa degli enti benefici viene solo confermata.
nove luoghi pii pur nella ristrettezza di scala consentita dalla riproduzione di tutta la città in una doppia pagina: è la Pian- Comunque, ponendoci «a valle» del plurisecolare processo che aveva visto nascere e trasformarsi via via quei trentanove
ta della gran città di Milano e suo castello allegata al primo volume del Latuada (1737) (Carta 1). soggetti, emerge un quadro assai articolato che si estende a larga parte del centro di Milano e che permette di intuire (se
non altro per difetto) la ricchezza del tessuto confraternale e solidale gradualmente sviluppatosi lungo le contrade della cit-
DI PORTA IN PORTA tà tra Medioevo ed Età moderna. Una rete che abbraccia gran parte del reticolo urbano, ma non tutto: salta all’occhio in
La dislocazione dei trentanove numeri sulla carta di Milano del 1737, che si presentano al nostro occhio piuttosto fitti, particolare la scarsità di luoghi pii nel grande sestiere di Porta Ticinese, tanto più se si considera che era una delle aree più
rischia di offrire l’illusione di un quadro esaustivo della rete solidaristica presente nel tessuto urbano alla fine dell’antico fittamente popolate da poveri, anche fuori dalle mura medievali e persino fuori dalla cinta dei bastioni spagnoli12. E dei
regime: niente di più lontano dal vero. Si tratta infatti unicamente di un quadro della selezione operata dal governo asbur- tre sodalizi presenti, uno aveva un’azione limitata
gico al momento di attuazione della tanto a lungo progettata riforma del settore assistenziale. Sulla scorta dei risultati del- all’area parrocchiale di riferimento, la centra-
la visita regia a tutti i luoghi pii della città, eseguita fra il 1767 e il 1769, la concentrazione decretata nel 1784 avrebbe do- lissima Santa Maria Beltrade, mentre il
vuto riguardare circa sessanta «luoghi pii» (dieci dei quali erano però «conservatori», ossia collegi di istruzione femmini- luogo pio di San Pancrazio in San-
le) e più di centocinquanta «scuole, confraternite e consorzi»5. È evidente che nella fase concreta dell’esecuzione della ri- t’Alessandro in Zebedia era dedito so-
forma giuseppina, nei concitati primi mesi di febbrile attività della Giunta delle Pie Fondazioni creata nella primavera prattutto all’officiatura e alla decora-
del 1784 per volere diretto del sovrano6, fu possibile rendere effettivo il concentramento soltanto per una trentina di luo- zione del proprio luogo di culto, pur
ghi pii cittadini, accorpati ai quattro maggiori delle Quattro Marie, della Divinità, della Carità in Porta Nuova e di Lo-
reto, mentre il più importante e ricco di tutti, quello della Misericordia, non ebbe aggregazioni. Pochi altri istituti mino-
ri affluirono entro il 1788 al luogo pio della Carità, ma tra maggiori e minori non si supera la somma di trentanove (pur
contando individualmente, come facevano i funzionari asburgici, alcuni legati e opere pie con cassa separata che qui per Fig. 3. Segno di beneficenza del luogo pio dell’Immacolata
Concezione, prima metà del XVII secolo, Ø 26 mm,
semplicità espositiva vengono presentati insieme al luogo pio che ne aveva l’amministrazione: il Monte Angelico con la Milano, Civiche Raccolte Numismatiche.
Carità in Porta Nuova, il legato Lampugnani con la scuola di San Giuseppe)7. Certo, la riforma del sistema assisten- Su una delle facce è raffigurato san Francesco
d’Assisi in atto di ricevere le stigmate.

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con alcune erogazioni di elemosine e doti. Restava la compagnia della Carità in San Lorenzo, che dal profilo animato
restituitoci oggi da Paola Bianchi emerge in effetti come un corpo sociale assai articolato e dinamico, radicato in quel va-
sto territorio parrocchiale che ospitava non soltanto i nuclei abitativi e produttivi del sottoproletariato dedito alla concia
delle pelli, ma pure famiglie di condizione sociale sufficientemente agiata da contribuire all’attività caritativa della con-
fraternita con una partecipazione talvolta combattiva, nonché mediante generose disposizioni testamentarie. Non va poi
dimenticato che i luoghi pii principali estendevano costantemente il proprio raggio d’azione a tutte le sei porte cittadine,
con attenzione specifica ai luoghi dove maggiore se ne avvertiva il bisogno.
Una delle riflessioni ispirate dall’osservazione dei trentanove numeri dislocati sulla carta del Latuada riguarda i criteri che
possono aver guidato i funzionari giuseppini nelle aggregazioni dei luoghi pii. Quello che salta all’occhio per la sua com-
pattezza è il nucleo di Porta Orientale, i cui sette enti «minori» - ben quattro dei quali aventi sede in Duomo - furono accor-
pati tutti alle Quattro Marie, scuola che a sua volta fin dall’origine trecentesca disponeva nella cattedrale di un proprio alta-
re dedicato alla Vergine, la cui pala era probabilmente raffigurata in una delle tipologie di segni coniati dall’ente: i 1.448 «se-
gni piccioli con l’imagine della Madonna col figliuolo in brazzo» distribuiti mensilmente alla fine del Cinquecento13 (Tav.
14). Fuori da Porta Orientale le venne aggregata soltanto la già ricordata scuola del Carmine, in Porta Comasina.
Alla Divinità troviamo uniti sei consorzi su nove (esclusa la Divinità stessa) di Porta Romana, tutti e tre quelli della con-
tigua Porta Ticinese, e in Porta Vercellina il luogo pio Melzi, ossia quello più prossimo al confine di Porta Ticinese. Al-
tri tre enti di Porta Vercellina - l’antichissimo sodalizio vicinale di San Giovanni sul Muro, il trecentesco luogo pio della
Pagnottella e il consorzio dell’Umiltà fondato nel 1444 dal capostipite dei Borromeo - furono gli unici assegnati al luogo
pio di Loreto, il quale invece aveva sede in Porta Nuova (l’esiguità del numero di aggregazioni a questo luogo pio sarà da
ricondurre alla maggiore ricchezza patrimoniale e complessità gestionale che esso presentava già da sé). Restavano undici
istituzioni caritative più o meno importanti, distribuite tra i quattro rioni di Porta Romana, Vercellina, Comasina e Nuo-
va, che vennero accorpate alla Carità in Porta Nuova: si ha quasi l’impressione che si sia trattato di una scelta residuale,
anche perché fu il solo luogo pio oggetto di nuove aggregazioni negli anni immediatamente successivi al 178414.
L’articolazione topografica e non cronologica scelta consente di cogliere il senso di alcune contiguità, di intuire gli intrec-
ci che hanno portato nei secoli a contatti, osmosi, a volte rivalità e concorrenze. Luoghi pii che in una successione diacro-
nica avremmo trovato distanziati, ma che è bene invece «visitare» in sequenza, sono ad esempio le due scuole di San Se-
natore e di Tutti i Santi nella parrocchia di Sant’Eufemia in Porta Romana, o ancora in Porta Nuova due sodalizi nati
a distanza di centocinquant’anni presso San Fedele: Nostra Signora di Loreto e la Carità verso i Carcerati, sorti entram-
bi, almeno in origine, quali tipiche congregazioni laicali ispirate dai Gesuiti, punta dell’iceberg di una serie di associa-
zioni devozionali e di mestiere proliferate presso la Casa professa milanese della Compagnia di Gesù15. Ancora più evi-
dente è l’utilità di un approccio territoriale nel caso delle molte scuole presenti in Duomo, alcune già ubicate in Santa Te-
cla, edificio distrutto proprio per far posto alla cattedrale: le pagine dedicate da Daniela Bellettati ai quattro luoghi pii del-
la chiesa metropolitana (Santa Maria della Neve e San Giovanni alle Fonti, Santi Rocco e Vittore, Ave Maria, Carità
nella Metropolitana) offrono un quadro vivace della confusione causata dai continui traslochi di altari, scuole e immagi-
Fig. 4. MARCO ANTONIO BARATIERI, La Gran Città di Milano, 1629 (ristampa del 1699), Milano, Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarelli».
ni devozionali tra il XV e il XVI secolo, che obbligarono due confraternite a convivenza forzata in una stessa cappella del
Duomo, e lasciano immaginare il disturbo costante cui erano sottoposti i parrocchiani e i visitatori della cattedrale, viste
le molte questue che le diverse confraternite (e non solo queste quattro) erano autorizzate a raccogliere tra i fedeli. successivo, la Divinità e la Carità in Porta Nuova, le cui vicende iniziali recano il segno delle forti trasformazioni socia-
li ed economiche attraversate dalla città nel Quattrocento.
SOMIGLIANZE E DIFFERENZE Sembra invece interessante rilevare un tratto comune ad alcuni luoghi pii «minori» sorti nei decenni a cavallo tra il XV e
Ciò che l’ordine topografico del libro non svela, invece, è il percorso storico complessivo, la linea di sviluppo che ha vi- il XVI secolo: un periodo in larga parte turbolento, funestato dalle guerre d’Italia, da carestie e pestilenze e caratterizzato
sto la nascita e la trasformazione, da un secolo all’altro, di organismi associativi e caritativi dalle caratteristiche diverse a da un’instabilità politica e sociale che diede peraltro spazio all’emergere di nuove istanze partecipative. A partire dalla
seconda delle epoche: senza ambizioni di completezza, ritengo utile evidenziare almeno alcune tipologie individuabili scuola di Santa Maria presso San Satiro, nata negli anni settanta del Quattrocento per tributare onore a un’antica imma-
a prima vista. Non mi soffermo in questa sede sul periodo delle origini, già largamente studiato, dalle schole di San Gio- gine miracolosa della Vergine, intorno alla quale Bramante creò la famosa finzione prospettica che trasforma uno spazio
vanni sul Muro (organismo di vicinato antichissimo, risalente a molto prima della sua attestazione documentaria nel forzatamente ridotto in una pianta basilicale con presbiterio e coro profondo (Fig. 5), per diversi decenni la città vide sor-
1337) ai Raccomandati della Vergine - con analoga iniziale pluralità di schole dotate di altari in Duomo e in Santo Ste- gere cantieri di nuove cappelle o interi edifici religiosi commissionati da confraternite laicali sorte con intento devoziona-
fano - da cui nacquero nel primo Trecento le Quattro Marie, fino ai consorzi elemosinieri fondati da esponenti del ceto le e fabbriceriale: San Giuseppe, lo Scurolo di Sant’Ambrogio, Santa Maria Rotonda in San Giovanni in Laterano, la
mercantile nel corso dello stesso XIV secolo: la Pagnottella, la Misericordia e così via. Per tali istituzioni medievali pos- Madonna della Piscina in Santa Maria Segreta, la Vergine dei Sette Dolori in San Romano sono solo alcuni degli esem-
siamo già contare sull’esistenza di studi analitici e pagine di sintesi, così come per le due fondazioni più note del secolo pi che ricorrono in questo libro. La dedicazione mariana corrispondeva sovente alla venerazione per particolari immagini,

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a volte semplici affreschi posti all’esterno delle case - e le vie di Il cenno al luogo pio di Loreto ci aiuta a introdurre un’altra
Milano, come di ogni città italiana, ne erano piene (Fig. 6) -, riflessione, che peraltro andrà verificata con maggior ponde-
intorno alle quali la devozione popolare aveva conosciuto im- ratezza. È noto che la finalità precipua della congregazione di
provviso fervore, spesso a seguito di episodi miracolosi, moti- Loreto, fin dalla sua fondazione nel 1601, era il soccorso se-
vando l’erezione di cappelle sul luogo o lo stacco e il traspor- greto ai cosiddetti «poveri vergognosi», ossia agli esponenti
to dei dipinti murali all’interno di chiese vicine, come avven- delle famiglie nobili e patrizie caduti in disgrazia. Leggendo
ne per la «Beata Maria Vergine de la Pessina» (Tav. 69), tra- le vicende storiche di tutti i luoghi pii compresi nel volume,
sferita nel 1549 in un’apposita cappella nella parrocchiale di emerge un nucleo di poche istituzioni che verrebbe da chia-
Santa Maria Segreta al Cordusio. La cura per il culto e l’or- mare «gentilizie», fondate da ricchi esponenti dei ceti dirigen-
namento del luogo sacro prescelto si accompagnava spesso, ti milanesi con un intento celebrativo della propria famiglia,
per i confratelli di queste schole fabbriceriali, all’adempimen- ma anche per garantire alla discendenza una base patrimonia-
to di semplici pratiche devozionali quotidiane, come recarsi le per la continuazione delle politiche clientelari su cui pog-
all’altare della confraternita per recitarvi «uno Pater et una giava il potere economico e politico: primo in ordine di tem-
Avemaria» e «dire ogni dì sette Pater e sette Avemarie acciò po, il consorzio creato nel 1429 dal mercante Donato Ferra- Fig. 6. Descrizione di una casa sita nella stretta detta «senza Capo» in contrada del Rovello
che Dio conservi essa confraternita di ogni pericolo di questo rio sotto il titolo della Divinità di Tutti i Santi (questo in ori- a Milano nel 1745, Milano, ALPE. Sulla facciata del secondo edificio da destra
mondo et gli conceda gratia di astenersi da li peccati», secon- gine il nome completo della scuola, che rinnovava le cariche si nota un affresco raffigurante la Madonna con il Bambino.
do quanto prescrivevano ad esempio gli Statuti del consorzio e «quolibet anno in festo Divinitatis, videlicet Omnium Sanctorum»18,
confraternita detta di Santa Maria Rotonda nella chiesa di San Gio- in memoria dell’esperienza mistica vissuta dal fondatore nella notte di Ognissanti del 1425), che ebbe sempre almeno tre
vanni Itolano: precetti elementari, ai quali faceva riscontro tal- rappresentanti di casa Ferrario tra gli amministratori; almeno un membro della famiglia del fondatore doveva far parte del
volta la promessa di indulgenze e privilegi spirituali, come luogo pio dell’Umiltà istituito da Vitaliano Borromeo nel 1444, di quello eretto in Sant’Eufemia da Santo Brasca nel
quelli che gli «scolari della chiesa del patriarcha e padre San- 1522 con il nome di consorzio di Tutti i Santi (o del Padreterno, con un’interessante somiglianza anche iconografica ri-
to Ioseph di Milano» si procurarono nei primi decenni del spetto ai segni di beneficenza usati dalla Divinità; Tavv. 40 e 56), e infine del luogo pio Melzi, fondato nel 1636 da Gio-
Fig. 5. L’altare maggiore della chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano,
con l’intervento di Bramante nella decorazione prospettica absidale. Cinquecento tramite i superiori dei Minori Osservanti, sotto vanni Ambrogio Melzi. Con riferimento più generale alle funzioni di assistenza intracetuale del patriziato assunte nel Sei
la cui influenza era sorta la confraternita (Tav. 111). e Settecento dal luogo pio di Loreto, del resto, sembra che prima del 1601 fosse il consorzio della Divinità a prendersi cu-
L’influsso di alcuni ordini religiosi è un altro dato che emerge con particolare evidenza, a riprova del successo e della ca- ra dei «poveri vergognosi», e che un’attenzione analoga, sia pure su scala strettamente parrocchiale, potesse essere sottinte-
pacità di presa sul laicato che, almeno in determinati momenti, le singole famiglie di regolari seppero conquistare in cit- sa al mutamento di nome della scuola di San Giovanni sul Muro, divenuta nel XV secolo «dei Ricchi e dei Vecchi». Se
tà. Restando in ambito francescano, si è già accennato al legame originario e costante del luogo pio della Pagnottella con ritorniamo a considerare le concentrazioni del 1784, forse non è casuale che alla Divinità siano stati aggregati i luoghi pii
i Minori Conventuali, mentre ancora agli Osservanti ci riconduce la ben nota vicenda iniziale del luogo pio della Ca- Tutti i Santi e Melzi, al Loreto l’Umiltà e i Ricchi e Vecchi: considerata la peculiarità di queste istituzioni, si può forse
rità in Porta Nuova, nato come consorzio del Terz’Ordine francescano, ma presto trasformatosi attraverso un processo ipotizzare che la Giunta delle Pie Fondazioni avesse voluto in qualche modo salvaguardarne la specificità accorpandole,
altamente drammatico rievocato in un memorabile libro di Antonio Noto16. Anche dopo la laicizzazione, il capitolo rispettivamente, al più antico e al più celebre tra i luoghi pii dediti ai «poveri vergognosi».
della Carità mantenne nei secoli una spiccata attenzione alle necessità dei monasteri e dei conventi di Milano, non sol-
tanto francescani: non è un caso se a esso si appoggiò nel 1585 la volontà benefica di Clemenza Grassi, che, entrata tra MODELLI ORGANIZZATIVI E PRASSI ASSISTENZIALI
le Angeliche del monastero di San Paolo, istituì - con il nome di Monte Angelico - un’opera pia destinata a fornire la Certo, occorre guardarsi dalla tentazione di costruire categorie o tipologie generali: ogni storia è davvero diversa. Tutta-
«dote spirituale» a ragazze intenzionate a prendere i voti religiosi. Non fa parte dei «nostri» luoghi pii la fondazione ca- via, pure nell’individualità dei percorsi e in assenza di un paradigma unico al quale uniformarsi, i luoghi pii che mano a
ritativa più nota legata ai Domenicani Osservanti, ossia la scuola di Santa Corona, che per le sue finalità di assistenza mano sorsero in città tra il Cinque e il Settecento avevano dei riferimenti ai quali raffrontarsi. Quando nuovi sodalizi si
medica domiciliare sarebbe confluita, dopo il 1784, nel settore sanitario; ma l’influsso dei Predicatori è evidente almeno rivolgevano all’autorità ducale (poi regia) per ottenere il riconoscimento quali pia loca al fine di godere delle ampie immu-
all’origine della confraternita di Santa Caterina da Siena nella collegiata di Santo Stefano, i cui canonici diedero per- nità fiscali e dei privilegi giurisdizionali già concessi agli enti più venerabili, era naturale che assumessero o esibissero for-
messo ai confratelli - laici - di chiamare appunto i Domenicani, preferibilmente dell’Osservanza, a predicare mensil- me organizzative esemplate almeno in parte su di essi, con al vertice un capitolo di deputati, solitamente dodici, coadiu-
mente all’interno della chiesa. Alcuni sodalizi presero sede direttamente presso le chiese dei Carmelitani (la Beata Ver- vati da un numero variabile di funzionari stipendiati. Ma se non ci si accontenta di fermarsi alla lettura degli statuti o al-
gine dell’Abito già citata) e degli Agostiniani (in San Marco troviamo sia gli scolari del Santissimo Crocifisso sia i cin- le relazioni fornite dai deputati in occasione delle visite pastorali, può accadere di imbattersi in fonti che incrinano la com-
turati della Beata Vergine della Consolazione, questi connotati da una dimensione spirituale tanto seria, come rivelano pattezza di un’immagine un po’ stereotipata, ove le caratteristiche formali si presentano in effetti abbastanza simili. In al-
le ricerche di Maria Cristina Brunati, da esigere sei mesi di noviziato prima dell’accettazione di un nuovo confratello). cuni sodalizi si viene a scoprire che, accanto al capitolo dei Dodici, continuava a esistere una base allargata di confratelli
Ancora più combattivo è l’impeto missionario all’origine delle due congregazioni sorte presso la Casa professa dei Ge- anche molto attivi, che nel caso della compagnia della Carità in San Lorenzo si posero in aperto contrasto con la tenden-
suiti a San Fedele, cui pure s’è accennato: ma almeno nel caso della prima, quella di Nostra Signora di Loreto (desti- za all’oligopolio da parte dei deputati. Un ruolo talvolta non secondario avevano pure le consorelle (Fig. 7), e almeno in
nata a surclassare per successo e ricchezza anche i più antichi e prestigiosi luoghi pii, Misericordia a parte), i Gesuiti pre- un caso, Santa Maria Rotonda, a dispetto del silenzio degli statuti sull’argomento, la componente femminile della scuo-
tesero una netta separazione formale del sodalizio, temendo che i tentativi della curia vescovile di sottoporre a controllo la provvedeva nel Seicento a eleggere proprie rappresentanze.
i luoghi pii e le confraternite dotate di rendita finissero per mettere in pericolo anche la totale autonomia della Compa- Un altro tratto comune è rintracciabile nelle modalità materiali di organizzazione delle attività caritative. Nel libro s’è
gnia di Gesù dall’autorità diocesana17. cercato di valorizzare il più possibile le informazioni, spesso lacunose, sulle forme concrete di erogazione dei sussidi. Emer-

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ge chiaramente che quasi tutti i luoghi pii partecipavano alla za senza abortire o senza poi abbandonare la prole alla «ruo-
costituzione delle doti per il collocamento di ragazze povere, ta» dell’Ospedale Maggiore, contando su un pur tenue sussi-
con importi variabili che talvolta non dovevano bastare a co- dio almeno per i primi tempi dopo la nascita del figlio. Si trat-
prire l’intera somma occorrente, ma solo a fornire un contri- tava di un settore d’intervento destinato ad acquisire centrali-
buto; del resto, almeno in qualche caso, è documentato il ri- tà drammatica nella seconda metà dell’Ottocento, quando la
corso contemporaneo ai legati dotali di diversi luoghi pii da decisione di chiudere per sempre la «ruota» avrebbe tolto alle
parte di una sola nubenda19. Emerge pure la capillarità di dif- ragazze madri e alle donne delle classi disagiate l’alternativa
fusione dei segni metallici (e dei biglietti cartacei, testimonia- dell’anonimato, inducendo gli amministratori della Congre-
ti dalle fonti ma destinati per natura a non durare, tanto che gazione di Carità a integrare con un’apposita opera pia del
ne conosciamo un solo esempio sopravvissuto; Fig. 13) come Baliatico la rete di fondazioni analoghe già esistenti in molte
sistema semplice ma efficace per regolare l’accesso dei nuclei parrocchie21.
familiari poveri alle razioni alimentari e agli altri beni prima- Tra il Sei e il Settecento, l’individuazione di categorie sem-
ri, come legna e vestiti, assegnati in beneficenza. Grazie alla pre più precise di assistiti si accompagna, da parte di alcuni
collaborazione delle Civiche Raccolte Numismatiche e di al- benefattori, all’esplicita preoccupazione di non disperdere la
cuni collezionisti, le pagine del libro offrono una serie ricca propria generosità, di far sì che l’aiuto arrivasse davvero a chi
ed eloquente di segni di beneficenza, dei quali spesso è evi- ne aveva bisogno e non andasse a incoraggiare il parassitismo
dente l’usura derivante dal lungo passare di mano in mano e degli «scrocchi e vagabondi» di mestiere22. La preoccupazio-
Fig. 7. PITTORE LOMBARDO, «Santa Caterina da Siena e Santa Caterina
alcuni dei quali mostrano un forellino la cui posizione, in al- d’Alessandria», Milano, chiesa di Santo Stefano in Brolo. Il particolare mostra ne di distinguere i «veri» poveri, di prestare aiuto soltanto ai
to sopra la faccia recante l’immagine sacra (o sopra l’imma- un gruppo di consorelle della scuola di Santa Caterina in Santo Stefano. «meritevoli», è stata individuata dagli storici come un tratto
gine prescelta, quando erano due come per la Pagnottella; caratterizzante dell’Età moderna; benché in sé non nuova, ta-
Tav. 82), ne denuncia l’uso come medagliette devozionali, secondo quanto mi suggerisce Rodolfo Martini. Il più anti- le preoccupazione avrebbe condotto tra il Sei e il Settecento
co tra quelli adottati dalle Quattro Marie, qui individuato per la prima volta (Tav. 13), è invece un modello aniconico, in alcuni Paesi europei all’elaborazione di un sistema buro-
in cui anzi è la stessa scritta «QUATUOR MARIARUM» in lettere gotiche ad assumere valore iconico, emblematico: è pro- cratizzato di controllo dei ceti marginali e alla reclusione dei
babile che già alla fine del Quattrocento il ricorso ai caratteri gotici trasmettesse un’idea di solennità quasi sacrale. Un mendicanti nei grandi «alberghi dei poveri». A Milano non
uso simile del nome caratterizzò sempre gli emblemi della Divinità e dell’Umiltà, ma non nei gettoni (Fig. 8, Tavv. 39, si giunse mai a dare attuazione a simili progetti totalizzanti23,
40 e 73): forse non è un caso che nei segni, destinati a immediata riconoscibilità da parte dei poveri, sia prevalso per tut- ma non mancò uno sforzo di razionalizzazione della rete as-
ti e tre i luoghi pii il ricorso a immagini sacre. sistenziale cittadina. Nel corso del Cinquecento, i tre mag- Fig. 9. GIUSEPPE CERUTI, «San Carlo Borromeo in adorazione del Crocefisso»,
Abbiategrasso, Istituto geriatrico «C. Golgi».
L’attività caritativa dei pia loca non si esauriva nell’azione propriamente e genericamente «elemosiniera» (doti e sussidi): giori luoghi pii delle Quattro Marie, della Misericordia e del-
la sensibilità degli amministratori e dei benefattori al manifestarsi di nuovi bisogni sociali portò a poco a poco alla crea- la Carità in Porta Nuova «fra loro di concerto» si spartirono tutte le parrocchie della città, in proporzione alle casse di
zione di nuove iniziative assistenziali, spesso sotto forma di legati o di apposite cause pie. Fin dai decenni a cavallo tra il ciascun ente, in modo da raggiungere tutti i bisognosi evitando nel contempo sprechi e sovrapposizioni24. Non è chiaro
Quattro e il Cinquecento, ad esempio, la generosità dei benefattori Tommaso Grassi e Stefano Taverna permise l’isti- quanto tale accordo sia stato frutto di un’autonoma volontà dei componenti dei vari capitoli, provenienti a quell’epoca
tuzione di due scuole gratuite gestite dai principali luoghi pii milanesi, che nello stesso torno d’anni aprirono anche due dallo stesso ceto decurionale e spesso dalle medesime famiglie, e quanto sia stato invece incoraggiato - o almeno accele-
collegi universitari a Pavia20, dimostrando consapevolezza del ruolo nodale dell’istruzione per conseguire autonomia so- rato - dalla pressione della gerarchia diocesana che nell’età postridentina, soprattutto negli anni dell’episcopato di Car-
ciale ed economica (anche se ovviamente non si trattava di aprire le porte del sapere indiscriminatamente ai ceti popola- lo Borromeo (Fig. 9), cercò in ogni modo di estendere il proprio controllo sull’operato dei deputati dei luoghi pii, ap-
ri, bensì di garantire l’accesso agli studi ai figli di famiglie pellandosi proprio a ragioni di tutela dei veri bisognosi e ai doveri episcopali di vigilanza sul «patrimonio del povero».
di riguardo ma prive di mezzi). Certo è che l’esigenza di far fronte comune per opporsi alle ingerenze ecclesiastiche rafforzò in quei decenni l’azione si-
Un’altra forma di assistenza specifica che tro- nergica dei luoghi pii principali, che, al di là degli steccati eretti alla fine del Settecento tra i vari settori, a quell’epoca in-
viamo documentata in più di un luogo pio cludevano anche l’Ospedale Maggiore e il Monte di Pietà, nonché la Veneranda Fabbrica del Duomo25.
milanese era l’erogazione di sussidi alle Che l’intervento della curia andasse nella direzione di una burocratizzazione degli interventi assistenziali, analogamente
puerpere. La finalità, pur non esplici- a quanto stava avvenendo nella vita delle parrocchie con i registri anagrafici e gli status animarum, appare chiaro non sol-
tata, era chiara: incoraggiare le donne tanto dalle sistematiche redazioni di elenchi promosse dagli ufficiali diocesani (liste dei poveri delle parrocchie, liste dei
povere a portare a termine la gravidan- confratelli e dei deputati delle schole, liste dei potenziali benefattori casa per casa)26, ma è documentato anche da un episo-
dio significativo ricordato in questo libro: nel 1576 il visitatore apostolico impose al luogo pio della Pagnottella una radi-
cale trasformazione delle finalità statutarie, che con spirito francescano prevedevano la distribuzione gratuita di pane a
Fig. 8. Segno di beneficenza del luogo pio dell’Umiltà, chiunque lo avesse richiesto, mentre monsignor Gerolamo Ragazzoni dettò norme miranti a garantire la selezione degli
prima metà del XVII secolo, Ø 26 mm, assistiti e il controllo periodico del loro effettivo stato di bisogno.
Milano, Civiche Raccolte Numismatiche.
Il pavone raffigurato a destra della Madonna Un’altra traccia diretta della tenace volontà di controllo delle autorità diocesane al tempo di san Carlo resta proprio nel-
con il Bambino che compare su una delle facce l’istituzione di tre dei «nostri» luoghi pii: le compagnie della Carità della chiesa metropolitana, di San Lorenzo e di San
allude alla famiglia Borromeo.

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Nazaro. Com’è noto, il Borromeo istituì personalmente o incorag-


giò la fondazione di confraternite della Carità in molte parrocchie
della città e della diocesi, ma solo queste tre, avendo proprie rendi-
te, finirono nelle maglie della riforma giuseppina. Le regole fatte
stampare dall’arcivescovo nel 1566 per tutte le compagnie della Ca-
rità fanno trasparire con evidenza come lo scopo non fosse solo quel-
lo di incoraggiare e strutturare l’opera caritativa dei cittadini più vo-
lonterosi in stretto rapporto con il clero parrocchiale, sul modello
delle analoghe confraternite istituite una trentina d’anni prima a Ve-
rona dal vescovo Gian Matteo Giberti, ma di proporre norme e mo- Fig. 12. MARIO BERVA, «Veduta della Pia Casa degli Incurabili di Abbiategrasso», Milano, ALPE.

delli di comportamento che, affiancandosi a quelli dettati per le al-


tre confraternite ispirate o riformate da san Carlo, miravano a influi- sistenziale attraverso la creazione, «sul piede di Vienna», di due nuovi istituti destinati rispettivamente a offrire ai «veri»
re sulla vita quotidiana dei più diversi ambienti e stati sociali27. poveri l’opportunità di provvedere a se stessi mediante il lavoro (le Pie Case di Lavoro Volontario; Fig. 11) e a ricove-
rare quanti fossero ridotti all’impossibilità di lavorare a causa di malformazioni congenite non sanabili (la Pia Casa de-
L’INIZIO DI UNA NUOVA STORIA gli Incurabili; Fig. 12): poste fin dal 1785 a carico dell’asse elemosiniere, le due creazioni di Giuseppe II erano destina-
Sono ben note le ragioni e le vicende che portarono alla riforma dei te a lunga vita, tanto che da esse hanno preso origine, attraverso profonde trasformazioni, gli attuali istituti geriatrici am-
luoghi pii decretata da Giuseppe II (Fig. 10) nel 1784. Come già ministrati dall’Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli».
era accaduto all’epoca dei tentativi di intromissione da parte di san
Carlo, l’appiglio migliore per giustificare una volontà di controllo
esterno su un settore tenuto saldamente in pugno dal patriziato mi- diFig.Giuseppe 10. PITTORE LOMBARDO DEL XIX SECOLO, «Ritratto
II», Abbiategrasso, Istituto geriatrico «C. Golgi». 1
Ordine invece seguito a suo tempo, con qualche datazione discutibile, in VIVIANO 14
Il conteggio di undici non enumera i due soggetti di fatto già accorpati alla Carità
lanese era l’accusa morale di decadenza e mancato rispetto delle ta- 1980, ossia nel solo precedente tentativo pionieristico di ricostruire le vicende e le sedi stessa (Monte Angelico) e al San Giuseppe (legato Lampugnani).
vole di fondazione. Così la volontà sovrana di intervento trasse spunto dalle malversazioni e dai clientelismi di cui erano di tutti gli antichi luoghi pii elemosinieri, compiuto individualmente da Bruno Vi- 15
ZARDIN 1988.
viano in contemporanea con l’allestimento della mostra a Palazzo Reale (Sette secoli, 16
NOTO 1962.
accusati i capitoli direttivi di tanti enti caritativi milanesi: le accuse non erano nuove (nel 1677 e nel 1683 il governo spa- 1979), ove pure fu esposta una grande planimetria di Milano, similmente tratta dal 17
Cfr. in particolare RURALE 1995, pp. 267-270.
gnolo aveva istituito apposite «Giunte delle immunità» per contrastare gli abusi di deputati e funzionari che si appropria- Latuada, con le ubicazioni dei vari enti (non sempre corrette). 18
NOTO 1948, p. 34.
2
Cfr. il contributo denso e innovativo di ARCANGELI 2004, in particolare pp. 256- 19
Cfr. l’esempio del 1657 citato in BASCAPÈ 1995b, p. 143, nota 17.
vano di parte delle derrate agricole esenti dalle tasse)28 e furono confermate dai risultati della visita regia del 1767, in mo- 262. 20
Il Collegio Griffi, voluto dal benefattore della Misericordia Ambrogio Griffi, e il
do particolare nelle relazioni rigorose e documentate stese dal marchese Carpani dopo la visita al rione di Porta Comasi- 3
Qui come nel resto dell’introduzione è scontato il rimando ai capitoli dedicati ai sin- Collegio Cazzaniga, eretto e gestito dalle Quattro Marie per volontà di Martino Caz-
goli luoghi pii nel presente volume. zaniga.
na, spunto per una disamina impietosa e per una polemica veemente sulla generale inoperosità e faziosità della popolazio- 4
Nel 1769 il più attivo tra i due visitatori regi di Porta Comasina, il marchese Fran- 21
Per la «ruota» degli esposti tra il Sei e il Settecento, cfr. REGGIANI, PARADISI 1991;
ne milanese e, parlando degli enti caritativi in particolare, sullo strapotere «degli officiali subalterni, arbitri di tutte le am- cesco Carpani, dovette richiamare i suoi colleghi delegati alla visita dei luoghi pii di sul Baliatico, oltre a NOTO 1966, cfr. i cenni in BASCAPÈ, GALIMBERTI, REBORA
Porta Nuova, che lo accusavano di sconfinare, a fare riferimento alle liste delle parroc- 2001, pp. 199-200 e 293.
ministrazioni de’ luoghi pii», mentre ai deputati sarebbe interessato unicamente «avere tanti segni e tante doti per soddi- chie su cui vigilava, «per instituzione di san Carlo», ciascuno dei sei canonici del Duo- 22
Il 20 luglio 1695 Giacomo Antonio Rosa, sessantaquattrenne mercante di «cortel-
sfare alle loro raccomandazioni»29. mo, «prefetti visitatori delle Porte» (BONOMI 1991, pp. 49 e 54, con una chiara spie- leria», nominava erede universale la «veneranda congregazione, o sii luogo pio, della
gazione, di mano di Carpani, sull’articolazione delle sei porte). Sulla figura di Car- Madonna di Loreto per contro la chiesa di San Fedele», alla quale lui stesso apparte-
Al di là della situazione reale in cui versavano i luoghi pii milanesi, tuttavia, la radice profonda della riforma giuseppi- pani, cfr. SEBASTIANI 1970 e CAPRA 1977. neva come deputato, raccomandando che il ricavato andasse «a povere famiglie deca-
na era da cercare altrove: nella volontà di in- 5
Cfr. i dati di sintesi offerti da ANNONI 1982, in particolare p. 905 e nota 3. dute, e rispettose, e non a gente bassa di condizione, perché per ordinario tal sorte di
6
Cfr. BASCAPÈ 1995c per un’idea della frenesia che caratterizzò la vita della Giun- gente vivono con poco rispetto, e gli è lecito andar questuando per le strade, e case de’
tervento del sovrano illuminato, che per la ta, sostituita già nel 1786 dalla Commissione delle Pie Fondazioni, sotto la pressione suoi conoscenti ed amici; ma bensì dico a povere [famiglie] vergognose decadute, o
prima volta avocava allo Stato la funzione as- personale di Giuseppe II che seguiva direttamente l’attuazione di quanto aveva ordi- nobili, o mercanti, purché siano di buoni ed onesti costumi; che però supplico li si-
nato durante la burrascosa visita a Milano nella primavera del 1784. gnori visitatori della loro provincia a fare esatta diligenza, ed invigilare nelle dovute in-
sistenziale verso tutti i sudditi. Perciò il nodo 7
Nel presente volume, e dunque sulle cartografie settecentesche che lo illustrano, ab- formazioni, oltre anche la fede del suo paroco, ma anche con la debita secretezza stra-
centrale - il vero cambiamento - non fu solo e biamo invece scelto di includere due istituzioni che solo più tardi, nel corso dell’Ot- giudizialmente dalli circonvicini, perché ho ritrovato in questi quarantatre anni che
tocento, sarebbero confluite nella gestione dei luoghi pii elemosinieri: il luogo pio dei sono ascritto in detto venerando luogo, tal volta essersi di gran longa ingannati tali pro-
non tanto il perseguimento di obiettivi di ra- Poveri Infermi in San Simpliciano (in Porta Comasina) e il Collegio delle Nobili vinciali, che troppo bonamente si sono fidati» (ALPE, Testatori, b. 472, fasc. 7).
zionalizzazione gestionale e di contenimento Vedove (in Porta Nuova). 23
Cfr., anche con riferimento alla bibliografia sull’argomento, BASCAPÈ 2001, in par-
8
ASMi, Luoghi pii p.a., b. 277, Catalogo de’ luoghi pii della città di Milano, le di cui carte sono ticolare pp. 111-117.
degli sprechi attraverso la concentrazione dei state consegnate dall’officio del Regio Economato generale alla Regia Giunta delle Pie Fondazio- 24
ASCMi, Codici Archivio, ms. B. 3, Memorie delle chiese di Milano, c. 165v: intorno al
tanti luoghi pii (pur frutto di lunga fatica per ni, 1784 circa (devo la segnalazione di questa e di altre fonti particolarmente illumi- 1590 si dice che la spartizione è stata attuata «già molti anni sono» (il codice reca la co-
nanti alla cortesia di Lucia Aiello). Pare che tra gli aggregati alla Divinità il governo pia settecentesca da un manoscritto del 1592-1594 già conservato nella biblioteca dei
il governo austriaco, che inutilmente l’aveva contasse tre luoghi pii in Sant’Eufemia: non solo quello di Tutti i Santi e quello di Gesuiti a San Fedele; cfr. SANTORO 1957).
decretata già dai primi anni settanta), ma so- San Senatore, ma pure la Scuola del Santissimo Sacramento (di fatto già governata 25
NOTO 1938a e GHEZZI 1982.
dagli stessi deputati di quest’ultimo, come emerge dalle notizie riferite qui oltre da Ma- 26
Un esempio interessante è in ZARDIN 1993.
prattutto l’estromissione dei consigli d’ammi- ria Cristina Brunati). 27
Cfr. ZARDIN 1997; DE BOER 2004. Sull’influsso dell’esempio veronese, cfr. CAT-
nistrazione dal potere che più contava, quel- 9
ANNONI 1982, p. 905. TANEO 1960.
10
Cfr. BRESSAN 1993. 28
DELL’ORO 2001a.
lo di erogazione delle elemosine, che dal 1785 11
Ringrazio della comunicazione Paolo Galimberti e Flores Reggiani (cfr. REGGIA- 29
L’accusa circostanziata è in una relazione di Carpani del 19 dicembre 1768 (cit. in
al 1862 rimase affidato a un organismo indi- NI i.c.s.). BONOMI 1991, pp. 58-59). Ben nota è la relazione generale su Porta Comasina dello
12
Cfr. D’AMICO 1994, in particolare pp. 25, 37-38 e 178. stesso Carpani (cit. in ibid., pp. 56-57, e in SEBASTIANI 1970, pp. 871-872).
pendente di nomina governativa, e contem- 13
MORIGIA 1599, p. 69; cfr. qui oltre il saggio di Daniela Bellettati.
Fig. 11. ANGELO VOLONTERI, «Progetto per il rifacimento della facciata della Pia Casa d’Industria
in San Vincenzo», Milano, ALPE.
poraneamente il superamento della logica as-

26 27
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ABBREVIAZIONI ARCHIVISTICHE
ABIB Archivio Borromeo, Isola Bella (Stresa) APSN Archivio della Parrocchia dei Santi Apostoli
ALPE Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri, Milano e Nazaro Maggiore, Milano
(Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli») APSS Archivio della Parrocchia di San Simpliciano, Milano
Aggregazioni = Archivio Generale, Origine e dotazione, Aggregazioni di cause pie (presso l’ASDMi)
Comuni = Sezione storico-diplomatica, Comuni Archivio Cariplo Archivio della Cassa di Risparmio delle Provincie
Diplomatico = Sezione storico-diplomatica, Fondo Diplomatico Lombarde, Milano (presso l’Archivio storico unificato
Donazioni = Archivio Generale, Origine e dotazione, Donazioni di Banca Intesa)
Fondazione e statistica = Archivio Generale, Origine e dotazione, Fondazione
ASBMi Archivio Storico dei Barnabiti, Milano
e statistica
Giuspatronati = Archivio Generale, Prerogative, Giuspatronati chiese e altari
(presso l’Istituto Zaccaria)
Messe e legati = Archivio Generale, Passività, Messe e legati ASCMi Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana,
Statuti = Sezione storico-diplomatica, Statuti Milano
Testatori = Archivio Generale, Origine e dotazione, Eredità e legati, Testatori ASDMi Archivio Storico della Diocesi di Milano
VPM = Visite Pastorali di Milano
ASMi Archivio di Stato, Milano
Culto p.a. = Atti di governo, Culto p.a.
Luoghi pii p.a. = Atti di governo, Luoghi pii p.a.
Notarile = Atti dei notai di Milano, Atti
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Fonti delle illustrazioni tratte da documenti d’archivio

Fig. 2. ALPE, Carità e aggregati, Carità e Monte Angelico, carte (già Fondazione Tav. 51. ASDMi, VPM, San Nazaro, vol. XI, 14.
e statistica, b. 780A, fasc. 23). Tav. 52. ASDMi, Sezione XIII, vol. 35, 7.
Fig. 6. ALPE, Comuni, b. 60. Tav. 57. ALPE, Aggregazioni, b. 85, fasc. 5.
Fig. 11. ALPE, Istituti Amministrati, Pia Casa d’Industria, b. 8, fasc. 3. Tav. 61. ASDMi, Archivio della parrocchia di S. Maria Beltrade, Miscellanea.
Fig. 13. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468. Tav. 67. ASDMi, VPM, San Lorenzo Maggiore, vol. IV.
Fig. 18. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468. Tav. 68. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468.
Fig. 19. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468. Tav. 74. ABIB, Luogo pio dell’Umiltà, Livelli e legati Borromeo I.
Fig. 20. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468. Tav. 76. ALPE, Statuti, 1.
Fig. 21. ASDMi, VPM, San Lorenzo Maggiore, vol. IV. Tav. 77. ALPE, Aggregazioni, b. 80, fasc. 4.
Fig. 22. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468. Tav. 80. ALPE, Diplomatico, cart. 12, n. 2.
Fig. 23. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1468. Tav. 81. ASMi, Mappe piane, prima serie, Catasto teresiano, «Milano città,
Fig. 24. ALPE, Carità e aggregati, Carità e Monte Angelico, carte Giurisdizione di Porta Vercellina», 3563.
(già Fondazione e statistica, b. 780A, fasc. 23). Tav. 84. ALPE, Statuti, 9.
Tav. 5. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 364. Tav. 86. ASCMi, Località milanesi, b. 149, 7.
Tav. 9. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 289. Tav. 89. ALPE, Statuti, 3.
Tav. 10. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 289. Tav. 92. ALPE, Cabrei, 6.
Tav. 12. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 290. Tav. 95. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 307.
Tav. 16. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 239. Tav. 100. ALPE, Poveri Infermi in San Simpliciano, carte (già Comuni, b. 86).
Tav. 17. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 261. Tav. 101. ALPE, Diplomatico, cart. 13, n. 18.
Tav. 21. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 314. Tav. 102. ALPE, Carità e aggregati, Carità e Monte Angelico, carte
Tav. 25. ALPE, Quattro Marie e aggregati, b. 353. (già Fondazione e statistica, b. 780A, fasc. 23).
Tav. 28. ALPE, Diplomatico, cart. 13, n. 26. Tav. 103. ASMi, Mappe piane, prima serie, Catasto teresiano, «Milano città,
Tav. 29. ASMi, Luoghi pii p.a., b. 310. Giurisdizione di Porta Nuova», 3559.
Tav. 32. ALPE, Testatori, b. 434, fasc. 26. Tav. 106. ASDMi, Sezione XIII, vol. 35, 7.
Tav. 35. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1516. Tav. 108. ALPE, Loreto e aggregati, Loreto, carte, Casa di residenza
Tav. 37. ALPE, Statuti, 4. (già Fondazione e statistica, b. 782, fasc. 3).
Tav. 38. ALPE, Statuti, 4. Tav. 110. ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 2011.
Tav. 42. ASMi, Luoghi pii p.a., b. 415. Tav. 111. ALPE, Giuspatronati, b. 848, fasc. 5.
Tav. 43. ASMi, Mappe piane, prima serie, Catasto teresiano, «Milano città, Tav. 112. ALPE, Carità e aggregati, San Giuseppe, carte.
Giurisdizione di Porta Romana», 3561. Tav. 117 ASMi, Amministrazione del Fondo di Religione, b. 1507.
Tav. 45. ASMi, Culto p.a., b. 1914. Tav. 118. ASMi, Luoghi pii p.a., b. 414.
Tav. 49. APSN, Santa Caterina, b. 19. Tav. 121. ASDMi, Sezione XIII, vol. 29.

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Indice cronologico dei luoghi pii

Occorre avvertire che la scelta di un estremo cronologico iniziale è problematica per un buon numero di luoghi pii. In diversi casi, le fonti finora individua-
te consentono di indicare unicamente un terminus ante quem, ossia l’anno della prima attestazione documentaria, anno che può essere successivo, anche di de-
cenni se non addirittura di secoli, rispetto alla nascita presumibile dell’istituzione. Valga un esempio per tutti: la schola di San Giovanni sul Muro (scheda n.
25) occupa il secondo posto dell’elenco, in quanto è documentata soltanto a partire dal 1337. Si tratta tuttavia dell’anno in cui i confratelli si riunirono per
apportare alcune aggiunte ai propri statuti, il cui testo originario mostra caratteri formali e intrinseci tali da supporre l’esistenza dell’associazione, quale orga-
nismo vicinale, anche da più di un secolo. Al primo posto resta indicata dunque la scuola delle Quattro Marie, ricordata nei documenti a partire dal 1305, e
che probabilmente esisteva già dagli ultimi anni del XIII secolo, ma non da tempi remoti come la scuola di San Giovanni or ora citata.
Si è invece posta una data approssimativa («circa») per alcuni sodalizi di cui fonti più tarde riportano con buona approssimazione l’anno costitutivo.
Sono infine indicate senza specificazioni le date certe di fondazione. Per i soggetti nati in attuazione di ultime volontà, si è adottato l’uso tradizionale di farne
coincidere l’origine con l’anno del testamento, ma è bene sapere che questo poteva essere anche molto antecedente all’effettiva esecuzione post mortem.
Un caso a parte, e non solo per gli aspetti cronologici, è quello del luogo pio della Malastalla. La confusione documentaria - e a quanto pare prima di tutto
gestionale - tra i protettori dei carcerati istituiti nel 1466, la schola carceratorum attestata dal 1471, e il carcere vero e proprio della Malastalla, esistente in via Ore-
fici almeno dalla seconda metà del Duecento, rende ardua la scelta di un termine cronologico certo; si è optato in questa sede per il 1466.

SCHEDA LUOGO PIO PAGINA SCHEDA LUOGO PIO PAGINA

5 Quattro Marie (ante 1305) 51 18 Tutti i Santi in Sant’Eufemia (1522) 94


25 Ricchi e Vecchi in San Giovanni sul Muro (ante 1337) 120 22 Piscina in Santa Maria Segreta (1527) 113
17 San Senatore in Sant’Eufemia (ante 1344) 91 7 Santa Maria la Cova in Santo Stefano (ante 1528) 58
26 Pagnottella (1357) 124 8 Nostra Signora di San Rocco in San Romano (ante 1535) 60
29 Misericordia (1368 circa) 135 32 Poveri Infermi in San Simpliciano (ante 1562) 144
15 Santa Caterina in San Nazaro (ante 1382) 85 4 Carità nella Metropolitana (1566) 49
20 San Pancrazio in Sant’Alessandro (1425 circa) 102 21 Carità in San Lorenzo (1568 circa) 106
12 Divinità (1429) 76 16 Carità dei Vivi e dei Morti in San Nazaro (1569) 88
19 Sant’Antonio Abate in Santa Maria Beltrade (ante 1440) 99 13 Santa Maria della Passione presso San Giovanni Evangelista
33 Carità (1442) 149 in Gugirolo (ante 1576) 80
23 Umiltà (1444) 115 37 Cinturati della Beata Vergine della Consolazione
1 Santa Maria della Neve e San Giovanni alle Fonti (ante 1454) 41 in San Marco (1581) 162
6 Santa Caterina in Santo Stefano (1462) 55 33 Monte Angelico (1585) - amministrato dal luogo pio della Carità 149
9 Malastalla (1466) 65 30 Beata Vergine dell’Abito in Santa Maria del Carmine (1587) 139
10 Santa Maria presso San Satiro (1479 circa) 68 34 Loreto (1601) 154
2 Santi Rocco e Vittore (ante 1485) 44 39 Nobili Vedove (1628) 168
11 Santa Maria Rotonda in San Giovanni in Laterano (ante 1494) 72 36 Opera pia Lampugnani (1630) - amministrato dal luogo pio
3 Ave Maria (1495 circa) 47 di San Giuseppe 159
36 San Giuseppe (1503 circa) 159 28 Melzi (1636) 130
31 Beata Vergine del Soccorso in San Simpliciano (1504) 142 14 Immacolata Concezione in Pantano (1640) 83
27 Scurolo di Sant’Ambrogio (1509) 127 24 Cesati in Santa Maria Podone (1736) 118
38 Crocifisso in San Marco (1521) 165 35 Carità verso i Carcerati in San Fedele (1750) 157

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Indice dei nomi di persona

AVVERTENZA Abbiati, Giovanni Battista, 145. Beaquis, vedi Bevilacqua, Marco. Borromeo, Costantino, 108.
Abbiati Forerio, Alessandro, 160. Bellano, Giovanni Antonio, 74. Borromeo, Federico, 70, 71n, 84, 103, 109n, 115,
Nella stesura degli indici analitici sono stati esclusi i riferimenti bibliografici
Acerbi, Giovanni, 130. Bellettati, Daniela, 20, 27n, 36n. 123n, 154, 156n, 160, 160, 168, 170n.
e archivistici espressi in forma abbreviata nelle note o nel testo.
Açevedo, Pedro Enriquez de, 154. Bellingeri, Rufino, 75n. Borromeo, Giberto V, 116, 116, 117, 118n.
Per facilitare le ricerche iconografiche e agiografiche, nell’indice dei nomi
Affori, Caterina, 44. Beltramino, Giovanni Battista, 36n. Borromeo, Giovanni Battista, 29, 117n.
sono inclusi anche i santi (compresi Gesù e Maria di Nazareth).
Agnese, santa, 45. Beltramo da Brosano, 101n. Borromeo, Ippolita, 117n.
I numeri in corsivo rimandano ai riferimenti alle didascalie,
Agostino d’Ippona, santo, 162, 162. Benedetto XIV, papa (Prospero Lorenzo Borromeo, Vitaliano I, 23, 115, 116, 116, 117n.
mentre in tondo sono indicati i semplici rinvii al testo.
Aiello, Lucia, 17, 27n. Lambertini), 157. Borsa, Bartolomeo, 131n.
L’ordine alfabetico delle voci non tiene conto delle varie preposizioni,
Airoldi, Giuseppe, 122. Bentivoglio, Alessandro, 36n. Borsieri, Ippolito, 160.
semplici o articolate che siano.
Airoldi di Robbiate, Gregorio, 102. Bergognone, vedi Fossano, Ambrogio da. Boschi, Giovanni Battista, 36n.
Airoldi di Robbiate, Zaneta, 102. Bernardino da Siena, santo, 36n, 149, 153n. Bossi, Bartolomeo, 75n.
Albertonio, Domenico, 118. Bernardo, santo, 75n. Bossi, Gerolamo, 161n.
Albizzati, Arnoldo, 137. Bertini, Guido, 46. Bossi, Ippolita (coniugata Rozzoni), 138n.
Alessandro VII, papa (Fabio Chigi), 60. Bertini, Pompeo, 45, 46. Bovara, fratelli, 84n.
Alessio, santo, 114. Berva, Mario, 27. Bramante, vedi Donato di Angelo di Pascuccio.
Alessio della Tarchetta, 47. Besozzi, Francesco, 160. Brasca, famiglia, 94, 94, 95, 96.
Aliprandi, Giovanni Battista, 163. Besozzi, Giovanni Maria, 117n. Brasca, Ambrogio, 96n.
Alzate, Bertola (Bartolomeo), 102. Bevilacqua, Ambrogio, 152. Brasca, Erasmo, 96n.
Alzate, Francesco (detto de Matti), 101n. Bevilacqua, Donato, 117n. Brasca, Margherita, vedi Rozio, Margherita.
Amadeo, Giovanni Antonio, 70. Bevilacqua (de Beaquis), Marco, 115. Brasca, Matroniano, 96n.
Ambrogio, santo, 12, 29, 31, 36n, 81, 86, 125, Bianca di Savoia, 138n. Brasca, Nicola, 96n.
127, 127, 129, 130, 130, 131, 135. Bianchi, Giulio Cesare, 144. Brasca, Paolo, 36n.
Andreazzi, Giuseppe, 157. Bianchi, Paola, 20. Brasca, Santo, 23, 94, 95, 96n.
Anguissola, Giovan Battista, 170n. Bianconi, Giovanni Battista, 138n. Brasca, Tommaso, 96.
Annoni, Pietro Francesco, 170n Biandrate, Cesare de, 107. Brenna, Giacomo, 150.
Annoni, Vittoria, vedi Rho, Vittoria. Biffi, Serafino, 65-67, 158. Brenna, Pietro, 153n.
Ansperto, 68. Bigari, Vittorio Maria, 176, 177. Brivio, Agadina, 71n.
Antonio Abate, santo, 100, 101, 106. Bigli, Antonio, 71n, 96n. Brivio, Lanzelotto, 117n.
Antonio da Saluzzo, 41. Binago, Cristoforo, 71n. Brugna, Pietro, 121.
Appiani, Luchino, 71n. Biraghi, Filippo, 142. Brunati, Maria Cristina, 22, 27n.
Aquilino, santo, 106. Birago, Giovanni Battista, 175. Bugatti, Carlo, 82n.
Archinto, famiglia, 176. Bisi, Luigi, 47, 129, 166. Bulgaroni, Gabriele, 101n.
Archinto, Carlo, 71. Biumi, Giacomo Filippo, 62n. Busca, famiglia, 36n.
Arcimboldi, Giovanni IV, 71. Bizzozzero, Cesare, 87n. Busca, Antonio, 36n, 166, 167.
Arcimboldi, Guidantonio, 41. Bizzozzero, Francesco, 96n. Busca, Luigi, 36n.
Arrigoni, Attilio, 137. Bocalini, Annibale, 108. Bussero, Bernardo, 73, 74.
Asareto, Pietro Maria de, 96n. Bolla, Giovanni Paolo, 117n. Busti, famiglia, 87.
Attendolo Bolognini, Giovanni, 170n. Bollate, Malgarina de, 121. Busti, Bernardino, 96n, 138n.
Bolognini, Vittoria, vedi Rho, Vittoria. Busti, Protaso, 87.
Bagatti Valsecchi, Giuseppe, 174, 177n. Bona di Savoia, 65, 68, 71n. Buzzi, Maffiolo, 79n.
Bancori, Giuseppe, 73. Bonacina, Maddalena, 108. Buzzi di Viggiù, Vincenzo, 163.
Banfi, Elisabetta, 167n. Bonvesin della Riva, 48n.
Baratieri, Marco Antonio, 21. Borgia, Ludovico, 142. Cabrino, famiglia, 44.
Barbara, santa, 174. Bornaga, Caterina, 75n. Caccia, Falcone, 99.
Barbarossa, vedi Federico I Hohenstaufen. Boroni, famiglia, 44. Cagnola, Ambrogio, 153n.
Barbavara, Melchiorre, 90n. Borri, Pietro, 163. Calcaterra, Veronica, 168.
Bartezzati, Luigi, 103. Borromeo, famiglia, 20, 24, 31, 115, 115, 116, Calderari, Carlo Gerolamo, 74, 75n.
Bascapè, Carlo, 105n. 117, 117. Calvi, Antonio, 117n, 118n.
Baselino, Giberto, 118. Borromeo, Carlo, santo, 25, 25, 26, 33, 41, 45, Campi, Antonio, 164n.
Basso, Andrea, 109n. 46n, 47, 49, 61, 80, 83, 86, 87, 88, 106, 115, Candiani, Giuseppe, 107, 108, 109n.
Bazzetta, Giuseppe, 118n. 126, 128, 136, 149, 154, 156n, 160, 177n. Canella, Carlo, 139.

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Canella, Giuseppe, 88. Cozzolano, Giovanni Antonio, 45. Ferrario, Giovanni Tommaso, 158n. Giulio III, papa (Giovanni Maria Ciocchi Maderna, Giovanni Battista, 71n. Moriggia, Alessandro, 138n.
Cantone, Giacomo, 81. Cremosano, Marco, 12. Ferrario, Paolo, 71. del Monte), 156n. Madoi, Roberta, 18. Morigia, Paolo, 35, 36n, 56, 91, 93n, 165.
Cantù, Ambrogio, 142. Crespi, Andreolo, 117n. Feruffini, Luchino, 69. Giuseppe II d’Asburgo, imperatore, 26, 26, Maestro delle sculture di Viboldone, 17. Muratori, Ludovico Antonio, 115.
Cantù, Giovanni Pietro, 117n. Crivelli, famiglia, 136. Figino, Gerolamo, 36n. 27, 54, 71, 79, 109, 116, 122, 137, 143, 153, Manzi, Giorgio, 175.
Capitani d’Arconate, Baldassarre de, 108. Crivelli, Filippo, 66. Filippo II d’Asburgo, re di Spagna, 62n, 165. 173, 174. Marcellina, santa, 127. Naymiller, Filippo, 172.
Cappelli, Martino, 139, 141n. Crivelli, Giovanni Antonio, 101n. Filippo III d’Asburgo, re di Spagna, 99, 159. Giuseppe, santo, 159, 161. Maria Cleofe, santa, 51, 52. Negroni, Giovanni, 108.
Capra, Baldassare, 117n. Croce, famiglia, 153. Filippo IV d’Asburgo, re di Spagna, 131. Givone, Gerolamo, 163. Maria di Nazareth, santa, 17, 23, 36n, 41, 42, 46, Neri, Filippo, santo, 168, 170n.
Caravaggio, vedi Merisi, Michelangelo. Crovi, Antonio, 71n. Fiorenza, Massimiliano, 108. Golgi, Camillo, 177. 47, 51, 51, 52, 58, 60, 61, 62n, 66, 68, 68, 69, Nicolò IV, papa (Girolamo Masci), 153n.
Caravate, Giacomo, 71n. Cusani, Biassolo, 117n. Folla, Bernardo, 36n. Gonzaga, Ferrante, 113. 71n, 73, 73, 74, 75, 75n, 94, 100, 102, 113, 113, Nobili, Ambrogio, 81.
Carcano, Bartolomeo, 109n. Cusani, Francesco, 123n. Fossano, Ambrogio da (detto il Bergognone), 29, Grandi, Girolamo, 74, 75n. 116, 136, 139, 141, 142, 142, 143, 143, 154, 155, Norrazzo, Fedele, 146n.
Carcano, Michele, 150, 151, 153n. 70, 127. Grassi, Pietro Antonio, 152. 162, 163, 164, 165, 168, 168, 169. Noto, Antonio, 22, 62n, 144, 146n, 150, 161n.
Carcano, Pietro, 167n. D’Adda, famiglia, 136. Francesco d’Assisi, santo, 19, 19, 29, 32, 75n, 126. Grassi, suor Angelica Perpetua Maria Maddalena, santa, 51, 52, 165. Nuvolone, fratelli, 164n.
Cardano, Giovanni Antonio, 138n. D’Adda, Paolo Camillo, 138n. Francesco da Colombano, 159. (al secolo Clemenza), 22, 152. Maria Salomè, santa, 51, 52.
Carlo II d’Asburgo, re di Spagna, 154. D’Agrate, Marco, 36n. Francesco I, re di Francia, 72. Grassi, Tommaso, 24, 53, 66, 67. Maria Teresa d’Austria, imperatrice, 159, 173. Oldrado, Giacomo, 164n.
Carlo VI d’Asburgo, imperatore, 67. D’Este, Ippolito I, 72. Frigerio, Gerolamo, 156n. Gregorio XIII, papa (Ugo Buoncompagni), 162. Marini, Tomaso, 155. Omate, Eustachio, 46n.
Carpani, Francesco Maria, 26, 27n, 142, 144. D’Este, Ippolito II, 165. Frisiani, Alessandro, 145, 146. Griffi, Ambrogio, 27n, 31, 138n. Marinoni, Carlo Filippo, 118. Omate (de Homate), Pietro, 80.
Casati, Ferdinando, 90n, 93n, 96n. Da Verano, Giovanni Giacomo Frotta, Prospero, 96. Marinoni, Stefano, 67n, 118, 174. Omati, Gerolamo, 160.
Casati, Gasparino, 101n. (detto Moretto), 71. Fuchs, Hans, 87. Homate, vedi Omate, Pietro. Marliani, famiglia, 136. Orsini, Cesareo, 164n.
Casati, Ramengo, 137. Dagna, Benedetto, 108. Fumagalli, Ambrogio, 116. Marliani, Giovanni Francesco, 96n. Ossona, Giovanni Antonio, 101n.
Cassina, Antonio, 73, 73, 74. Dagna, Maddalena, vedi Venini, Maddalena. Funes, Martino, 154. Ianuario, Baldassarre, 109n. Marliani, Raimondo, 80. Ossona, Giovanni Battista, 104, 105.
Cassina, Sebastiano, 74. Dal Re, Marc’Antonio, 56, 119. Fusi, Francesco, 163. Ignazio di Loyola, santo, 156n. Marrio, Gerolamo, 131n.
Cassinelli, Daniele, 43n. Dannaja, Francesco, 154. Inganni, Angelo, 45, 115. Marta, santa, 81. Padullo, Giulio, 161n.
Castano, Ambrogio de, 73. De Fondulis (o de Fondutis), Agostino, 70. Gaffuri, Antonio, 81. Innocenzo X, papa (Giovanni Battista Pamphilj), Martignoni, Giovanni Antonio, 161n. Pagnani, Susanna (coniugata Lampugnani), 170n.
Castano, Diomede, 32, 86, 87. De Maestri, Francesco, 87n. Gaffuri, Gerolamo, 143n. 74, 74, 75n. Martini, Rodolfo, 24. Pallavicini, Cornelia, 130, 131.
Castiglioni, Bernardino, 138n. de’ Maestri, Giovan Battista, detto Volpino, Galardi, Giovanni Battista, 90n. Isola (de Insula), Bartolomeo, 108. Martini, Scipione, 89, 90n. Pallavicino, Bernardo (detto il Cavallino), 31, 32,
Castiglioni, Gerolamo, 152. 140, 140. Galdino, santo, 66. Martino, Rolando, 96. 58, 58, 59.
Castiglioni, Marco Antonio, 81. Del Conte, famiglia, 136. Galimberti, Paolo, 27n. Lampugnani, Cornelia (coniugata Rho), Martino, santo, 91, 128. Pancrazio, santo, 102, 103, 104, 105.
Caterina d’Alessandria, santa, 24, 55, 56, 57n, Del Conte, Giovanni, 31, 36n, 138n. Gallarano, Girolamo, 146n. 168, 170n. Massazio da Vigonzone, 68. Paniça, Luis de, 152, 153n.
86, 94. Del Conte, Lucia, 96. Gallarati, Ambrogio, 96n. Lampugnani, Giulio Cesare, 160. Mattei, Antonio, 107. Panigarola, Giacomo, 117n.
Caterina da Siena, santa, 24, 55, 55, 56. Del Frate, Boniforte, 131n. Gamora, Giovanni Pietro, 57n. Lampugnani, Luigi, 177n. Matti, Francesco, vedi Alzate, Francesco. Paola, santa, 168, 170n.
Cavalieri, Federico, 87n. Del Majno, Carlo Vincenzo, 158. Garbagnati, Gerolamo, 128. Lampugnani, Prospero, 170n. Mauro, Marco, 73, 74. Paolo di Tarso, santo, 74.
Cavalieri, Gerolamo, 62n. Del Majno, Giuseppe Maria, 158. Gariboldi, Caterina, 144. Lampugnani, Susanna, vedi Pagnani, Susanna. Meda, Giuseppe, 101. Paolo V, papa (Camillo Borghese), 106, 108,
Cavenaghi, Luigi, 61. Della Cerva, Gian Battista, 30, 87. Gariboldi, Paolo, 158. Landriani, famiglia, 105n. Medici, Giovanni de’, 41, 45. 109n.
Cazzaniga, Ernesto, 173. Della Gazzada, Martino, 149, 150. Gavazza, Giovanni Battista, 158. Landriani, Antonio, 177n. Melzi, famiglia, 136. Parisio, famiglia, 141.
Cazzaniga, Martino, 27n, 53. Diomede, santo, 32, 85, 86, 87. Gazzini, Marina, 121. Landriani, Camillo (detto il Duchino), 77. Melzi, Alessandro, 131n. Parisio, Pietro Francesco, 141.
Ceriani, Giovanni, 108. Dodi, Luigi, 177. Gelasio I, papa, 75n. Landriani, Michele, 88, 91, 93n, 96n. Melzi, Aurelio, 31. Parravicini, Antonio, 146n.
Cernuschi, Bernardino, 96n. Donati, Giovanni Francesco, 164n. Genevresi, Tommaso, 172. Lanino, Bernardino, 30, 31, 36n, 87. Melzi, Cristoforo, 131n. Passerella, Pietro, 158.
Ceruti, Giuseppe, 25. Donato di Angelo di Pascuccio Gerenzani, Giovanni Pietro, 165. Lantieri, Leonardo, 150. Melzi, Giovanni Ambrogio, 23, 130, 131, 131n. Pecchio, Francesco, 156n.
Cervone, Matteo, 91. (detto il Bramante), 21, 22, 30, 70, 70, 71n. Gerenzani, Luigi, 165. Lanzani, Andrea, 176. Melzi, Luigi, 131n. Pellizzoni, Filippo, 149.
Cesati, Antonio, 118, 142. Doneda, Stefano (detto il Montalto), 166, 167. Gerenzano, Giampietro, 70. Lattuada, Giovanni Battista, 81. Melzi, Vincenzo, 131n. Perego, Giuseppe, 145, 146n.
Cesati, Bernardino, 118. Dossena, Ferrante, 131n. Gerolamo, santo, 31, 170n. Latuada, Serviliano, 15, 18, 20, 27n, 74, 75n, 77, Melzi-Malingegni, famiglia, 130. Petazzi, Luigi, 71, 90n, 93n, 96n.
Ciocca, Giovanni Pietro, 57n. Duchino, vedi Landriani, Camillo. Gervaso, santo, 127. 79n, 80, 101, 114n, 131n, 152. Meravigli, Francesco, 96n. Piermarini, Giuseppe, 82n, 174.
Ciprandi, Giovanni Battista, 142. Dugnani, Giuseppe, 166, 167n. Gesù di Nazareth, 41, 48, 51, 52, 53, 55, 56, 57n, Lavelli, Arcangelo, 40, 64, 98, 112, 134, 148. Meravigli, Galeazzo, 161n. Pietrasanta, Francesco, 127.
Cisterna, Eugenio, 92. 58, 60, 66, 68, 68, 69, 74, 75, 75n, 87, 93n, 94, Lecco, Francesco, 108. Merisi, Michelangelo (detto il Caravaggio), 167n. Pietrasanta, Pietro Antonio, 108.
Cittadini, Giovanni, 93. Ello, Marc’Antonio, 131n. 102, 105, 113, 140, 141, 142, 145, 154, 155, 158, Leonardo, santo, 65, 66. Meroni, Bartolomeo, 142. Pietro, santo, 32, 74.
Civelli, Emilio, 173. Erba Odescalchi, Benedetto, 128, 129n. 162, 163, 164, 165, 166. Leonardo da Vinci, 19, 30. Meroni, Maria, 71n. Pietro Celestino, santo, 160, 161n.
Clemente VIII, papa (Ippolito Aldobrandini), Eugenio IV, papa (Gabriele Condulmer), 164n. Ghezzi, Giambattista, 160, 161n. Leone Magno, papa, 93n. Michele, santo, 36n, 80, 81, 160. Pio IV, papa (Giovanni Angelo Medici
154. Eutiche, 93n. Ghixulfis, Antonio de, 121. Leone X, papa (Giovanni de’ Medici), 72, Migliara, Giovanni, 106. di Marignano), 99.
Clemente XII, papa (Lorenzo Corsini), 158n. Giacomo Minore, santo, 51. 75n, 159. Migliavacca, Carlo, 89, 90n. Piola, Ottavio, 160.
Clerici, Giorgio, 156. Fagnani, Simone, 71n. Giani, Pietro, 163. Leopoldo II d’Asburgo, imperatore, 174. Migliori, Cesare, 81. Pirzio, Luigi, 131n.
Clodoveo, re dei Franchi, 65. Farnese, Ranuccio, 44. Gianola, Cesarantonio, 90n. Liberio, papa, 41. Moja, Federico, 157. Pizzoni, Francesco, 96n.
Cogliati, Alessandro, 141n. Fedeli, Ambrogio, 117n. Giberti, Gian Matteo, 26. Litta, Alfonso, 60, 107. Molina, Baldassarre, 50. Poliago, Gerolamo, 131n.
Corbetta, Giovanni Battista, 160. Federico I Hohenstaufen (detto il Barbarossa), Giobbe, santo, 29, 126. Lomazzo, Giovanni Paolo, 33, 36n, 137. Moltini, Giuseppe, 163. Pomi, Angelo Giuseppe, 145.
Corbetta, Lorenzo, 115. imperatore, 66. Giorgio, santo, 121, 122. Luca di Leyda, 87. Monica, santa, 162, 162, 164n. Ponte, Giovanni Battista da, 33.
Corio, Virginia, vedi Spinola, Virginia. Ferrari, Arturo, 59, 72, 131. Giovanni Battista, santo, 59, 74, 75, 120, 120, Luigi XII, re di Francia, 41, 70, 96n, 123n, 127, Montalto, vedi Doneda, Stefano. Ponte, Pacifico da, 33.
Cornara, Carlo, 105. Ferrari, Carlo Vincenzo, 90n. 121, 149. 152, 159. Montani, Giuseppe, 90n. Ponti, Baldassare, 117.
Corno, Giovanni Battista, 109n. Ferrari, Francesco, 108. Giovanni Evangelista, santo, 165. Luini, Aurelio, 137. Montecchio, Andrea, 164n. Porro, Francesco, 157, 158n.
Corti, Giovanni Pietro, 70. Ferrari, Gaudenzio, 30, 36n. Giovanni da Capestrano, santo, 149. Luini, Bernardino, 152. Monti, Cesare, 74, 83, 84n, 90, 90n, 168, 170n. Porro, Giacomo, 71n.
Cossa, Angelo Maria, 142. Ferrario, famiglia, 23, 76, 79. Gira, Boniforte, 71n, 101n. Monti, Pietro, 109. Porro, Giovanni Pietro, 68.
Cotta, Angela, vedi Zanatta, Angela. Ferrario, Donato, 23, 76, 76, 77, 78, 79n. Gira, Nicolao, 71n. Moretto da Verano, Gian Giacomo, 71. Pozzobonelli, suor Angelica Gerolama Maria
(al secolo Preziosa), 152.

198 199
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Prata, famiglia, 79n.


Prata, Giuseppe, 79.
Prata, Pietro Francesco, 79.
Scaccabarozzi, Barone (Baroni de Scacabarotiis),
115.
Scaramuccia, Luigi Pellegrino, 167n.
Trivulzio, famiglia, 87, 136.
Trivulzio, Benedetto, 96n.
Trivulzio, Gian Giacomo, 87n.
Indice dei luoghi e delle istituzioni
Procaccini, Camillo, 36n, 105, 140, 140, 141n. Schiavi, Bartolomea, vedi Visconti, Bartolomea. Trivulzio, Teodoro Giorgio, 87n.
Procaccini, Ercole il Giovane, 32, 52, 53, 85, 87, Schiavi, Lorenzo, 142. Turati, Ercole, 160.
166, 167. Schieppati, Alessandro, 75n. Turati, Vittorio, 173.
Protaso, santo, 127. Schuster, Ildefonso, 43n. Turri, Carlo, 142.
Puricelli, Agostino Vincenzo, 107. Scotti, Giovanni Pietro, 153n.
Puricelli, Giuseppe, 163. Scotti, Gottardo, 115. Udrugio, Benedetto, 72, 75n.
Pusterla, Angilberto, 51. Scotto, Pier Francesco, 62n. Urbano V, papa (Guillaume de Grimoard), 85.
Le fonti utilizzano spesso diversi termini (schola, confraternita, consorzio, compagnia, società) per indicare uno stesso luogo pio:
Pusterla, Balzarino, 138n. Segni, Antonio, 169. Urbano VIII, papa (Maffeo Barberini), 33, 89.
per tale motivo si è preferito porre a lemma direttamente l’intitolazione di ciascun soggetto, a eccezione dei due «Oratori»
Pusterla, Gerolamo, 106. Senatore, santo, 91, 91, 92, 93, 94. Uslengo, Antonio, 80.
della Pace e della Penitenza e dell’Unione della Candela.
Serbelloni, Camillo, 41, 42, 43n, 45.
Quadrio, Antonio, 164n. Seregni, Vincenzo, 36n. Valmagini, Domenico, 164n.
Quadrio, Giuseppe, 164n. Seroni, Bernardino (detto Savioli), 36n. Vasari, Giorgio, 30. Abbiategrasso, 108, 161. Corsico, 128. Archivio Storico Diocesano, 34, 89-90, 101,
Quadrio, Polidoro, 103. Sforza, famiglia, 65. Vecellio, Tiziano, 30. Fondazione Golgi-Cenci, 182. Costantinopoli (odierna Istanbul), 91, 93n. 107, 155, 168.
Sforza, Francesco I, 47, 79. Venini, Maddalena (coniugata Dagna), 108, 109n. Istituto geriatrico «Camillo Golgi», 25-26, 177- Civico Archivio Fotografico, 83, 99-100, 102,
Ragazzoni, Gerolamo, 25, 44, 46n, 80, 142. Sforza, Francesco II, 44, 127, 152, 165. Verdesio, Giorgio, 138n. 178, 180-182. Desio, 66, 161. 114, 123.
Ramberti, Giovanni, 71n. Sforza, Galeazzo Maria, 65, 66, 149, 151. Verdesio, Marco Aurelio, 138n. Pie Case degli Incurabili, 27, 176, 177n. Associazione dei pubblici teatrali spettacoli,
Rebora, Sergio, 17. Sforza, Gian Galeazzo Maria, 44, 65, 68, 71n. Verga, Cesare, 109n. Agliate (Carate Brianza), 108. Erba, 161; vedi anche Pomerio. 153.
Redaelli, Piero, 177. Sforza, Ludovico (detto il Moro), 94, 96n, 123n. Verga, Giacomo, 31. Albairate, 161. Banche, monti
Reggiani, Flores, 27n. Sforza, Massimiliano, 96n. Vezolo, Gerolamo, 160. Arconate, 108. Gaggiano, vedi Bonirola, Villandolo. Banco di Sant’Ambrogio, 43, 48, 50, 66, 84,
Regibus, Cesare de, 156n. Sisto IV, papa (Francesco della Rovere), 151, 152. Vicoli, Giovanni Battista, 82n. Arcore, 161. Gallarate, 57. 91, 94, 105, 126, 145.
Régis, Giovanni Francesco, santo, 157, 158, 158n. Solario, Antonio de, 99, 100, 101n. Vigorelli, Ezio, 177. Arluno, 130. Garegnano (Milano), 124. Cassa di Risparmio delle Provincie Lombar-
Regretto, Francesco, 170n. Sormani, Gaspare, 160. Villa, Lanfranco, 121. Arona, 116, 117n. Genova, 96n. de, 161.
Resta, famiglia, 121, 122n, 153n. Sormani, Giovanni Ambrogio, 94. Villani, Bonifacio, 91. Avignone (Francia), 51, 124. Gerusalemme, 56. Monte Civico, 84.
Resta, Ambrogio, 150. Sormani, Lorenzo, 131. Villani, Luchino, 91. Calvario, 54-55, 57, 166. Monte di Pietà, 25, 137, 153, 173, 177.
Rho, Anna, 170n. Sovico, Luigi, 60. Visconti, famiglia, 136. Badile (Zibido San Giacomo), 138n. Giussano, 129. Monte di Santa Teresa, 50.
Rho, Cornelia, vedi Lampugnani, Cornelia. Spagnoli, Giovanni Pietro, 156n. Visconti, Bartolomea (coniugata Schiavi), 142. Bascapè, 66, 79, 130; vedi anche Trognano. Gorgonzola, 59. Carceri, prigioni
Rho, Francesco, 168, 170n. Spagnoli, Marino, 156n. Visconti, Bernabò, 85. Bellagio, 161. Gorla, 57. carcere del Capitano di giustizia, 65, 157.
Rho (de Raude), Giovannino, 121, 123n. Spinola, Virginia (coniugata Corio), 138n. Visconti, Bianca Maria, 65, 67n, 121, 124, Bereguardo, 108. carcere del Podestà, 65, 157.
Rho, Ippolita, 170n. Stampa, Carlo Gaetano, 90. 125, 157. Bergamo, 71n, 124. Isola Bella (Stresa), Archivio Borromeo, 117n. carcere della Curia ducale, 65.
Rho, Vittoria (coniugata Annoni e poi Bolognini), Stampa, Giovanni Battista, 156. Visconti, Federico, 136, 177n. Besnate, 128. Istanbul (Turchia), vedi Calcedonia, Costantino- carcere della Malastalla, 65, 136, 152.
170n. Stock, Simone, santo, 139. Visconti, Filippo Maria, 116, 149. Biandrate, 77. poli. Case, palazzi, edifici
Riccardi, Giovan Battista, 62. Storer, Johann Christoph, 167n. Visconti, Gaspare, 101. Bologna, 162. bottega al segno del Cavallino, 58.
Richini, Francesco Maria, 30, 53, 156n, 159, Strambini, Giovanni Battista, 145. Visconti, Giovanni, 124. chiesa di San Giacomo Maggiore, 162. Lacchiarella, vedi Mettone. casa Bassano, 43n.
160, 161. Strigella, Carlo Giuseppe, 164n. Visconti, Giovanni Galeazzo, 96n, 137n. Bonirola (Gaggiano), 138n. Lainate, 116. casa degli Orefici, 146n.
Ripa, Cesare, 29, 36n. Suganappi, Maffeo, 75n. Visconti, Girolamo, 165. Bozzolo, 129. Legnano, 121, 153, 161; vedi anche Passarana, ca- Castello Sforzesco, 58, 79, 93n, 100, 101n,
Rocco, santo, 41, 42, 44, 45, 46, 60, 60, 62n. Visconti, Ignazio, 157. Brignano, 158. scina. 123n, 174, 177n.
Rolla, Giorgio, 36n. Tanzi, Taddea de’, 58, 59n. Visconti, Nicolò, 71. Buccinago, 128. Lissone, 161. coperto dei Figini, 45, 46.
Romano, santo, 60, 60. Tavecchia, Ferrante, 81. Vismara, Gerolamo, 146n. Buscate, 130. Locate di Triulzi, 93n, 129, 138n; vedi anche Ne- Palazzo Archinto, 109n, 172, 174, 175, 176,
Rosa, Giacomo Antonio, 27n. Taverna, Carlo, 87. Vismara, Giovanni Rodolfo, 80, 82n, 150-153. Busto Arsizio, vedi Sacconago. sporedo. 177-178.
Rossi Reina, Casimiro, 74. Taverna, Giovanni Stefano, 24, 46n, 138n. Vitali, Edoardo, 174 Busto Garolfo, 108. Lodi, 95, 96, 130, 138n. Palazzo delle Poste, 113, 114n.
Roverta, Ottavio, 160. Tecla, santa, 45. Vitaliani, Filippo, 115. Lucca, 96. Palazzo Marino, 151, 155.
Rozio, Margherita (coniugata Brasca), 96n. Teofilo, santo, 74. Vitaliani, Vitaliano, vedi Borromeo, Vitaliano I. Calcedonia (Istanbul), basilica di Sant’Eufemia, Lucernate (Rho), oratorio di San Francesco, 160. Palazzo Reale, 27n.
Rozzoni, famiglia, 31. Terzaghi, Enrico, 93n. Vittore, santo, 42, 44, 45, 46. 93n. prestino della Rosa, 105.
Rozzoni, Ippolita, vedi Bossi, Ippolita. Terzago, Giovanni Ambrogio, 60. Vittorino, santo, 74. Calvignasco, 138n. Macconago (Milano), 138n. taverna della Lupa, 70.
Rusca, Giacomo, 131n. Tiepolo, Giovanni Battista, 176, 177n. Viviano, Bruno, 27n, 80. Canegrate, 121. Magnano, 108. Torre Velasca, 82.
Rusca, Gian Antonio, 93. Tirelli, sorelle, 175, 176. Volonteri, Angelo, 26. Carate Brianza, vedi Agliate. Melegnano, 129. Chiese, parrocchie, cappelle, battisteri, oratori
Tommaso, santo, 45, 46n, 73, 86. Volpino, vedi de’ Maestri, Giovan Battista. Carpiano, vedi Zunico. Melzo, 66, 138n, 161. battistero di San Giovanni alle Fonti, 43n.
Saita, Eleonora, 153n. Torelli, Ludovica, 153n. Casolate (Zelo Buon Persico), 130. Mettone (Lacchiarella), 138n. chiesa dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore,
Saliverti de Nigris, Antonetto, 124. Torre, Carlo, 42, 53, 80, 93n, 113, 125, 152, 166. Zaccaria, Antonio Maria, santo, 105n. Cernusco sul Naviglio, 77. Milano 15, 30, 32-33, 36n, 64, 75n, 79, 85, 85, 86, 87,
Saliverti, Guglielmo (detto il Nero), 124, 126n. Torriani, Giovanni Ambrogio, 107. Zanatta, Angela (coniugata Cotta), 138n. Cerro al Lambro, vedi Riozzo. Archivi 87, 87n, 88, 88, 89, 89, 90n, 109n, 143n.
Saliverti, Lanfranco, 124. Torrini da Linara, Simpliciano, 164n. Zebedeo, 51. Chiavenna, 130. Archivio della Veneranda Fabbrica del Duo- chiesa dei Santi Cosma e Damiano sul Car-
Sannazzaro, Stefano, 71n. Tosi, Ernesto, 169. Zobis, Ambrogio de’, 138n. Cinisello Balsamo, 161. mo, 43n. robiolo, 77, 151n, 152.
Santagostino, Agostino, 138n. Tosi, Giovanni Maria, 36n. Zucchi, Carlo Antonio, 138n. Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana, 167n. Archivio di Stato, 12, 28, 33-34, 66, 74, 81-82, chiesa della Beata Vergine Annunciata, 139.
Trezzo, Giacomo, 56. Zunico, Antonio, 152. Como, 93n, 161. 84, 107, 108, 125, 151, 158, 164-165. chiesa della Santissima Trinità fuori di Porta
Coquio Trevisago, 129. Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivul- Ticinese, 45.
Cornate d’Adda, 71. ziana, 130. chiesa di San Babila, 60, 61, 62, 62.
Corneliano Bertario, 66. chiesa di San Barnaba, 105n, 168.

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chiesa di San Bartolomeo, 84. chiesa di Sant’Ambrogio, 15, 21, 29, 75n, Conservatorio musicale Giuseppe Verdi, 82n. Carità in San Lorenzo, 15, 20, 23, 28, 32, 33, Poveri Infermi in San Simpliciano, 15, 27, Santa Maria Rotonda in San Giovanni in La-
chiesa di San Benedetto, 150. 82n, 108, 112, 127, 127-129, 130, 153. Enti e istituti assistenziali 79, 98, 106-107, 107, 108-109, 109n. 134, 142, 144-146, 146n. terano, 15, 21-23, 64, 72-75, 75, 75n, 79.
chiesa di San Bernardino alle Monache, 130, chiesa di Sant’Angelo, 31, 137. Amministrazione dei Luoghi pii elemosinie- Carità nella Metropolitana, 15, 20, 32-33, 40, Protettori dei carcerati, 67n. Sant’Antonio Abate in Santa Maria Beltrade,
131. chiesa di Sant’Anna, 142, 146. ri, 71n, 146, 175. 49, 49, 50, 50n, 54, 109n. Purificazione e Consolazione della Beata Ver- 15, 79, 98, 99-100, 100, 101.
chiesa di San Calimero, 59, 87. chiesa di Sant’Antonio da Padova, 80. Amministrazione delle Ipab, 177. Carità verso i Carcerati in San Fedele, 15, 20, gine, vedi Cinturati della Beata Vergine del- Santi Rocco e Romano, vedi Nostra Signora
chiesa di San Carpoforo, 139, 142, 146n, 165. chiesa di Sant’Eufemia, 15, 20, 23, 27n, 64, 91, Asili notturni «Lorenzo e Teresa Sonzogno», 67n, 148, 153, 157-158. la Consolazione in San Marco. di San Rocco in San Romano.
chiesa di San Dionigi, 143n. 91-92, 93n, 94, 94-95, 96n. 177. Carmine, vedi Beata Vergine dell’Abito in Quattro Marie, 15, 18, 20, 24-25, 27n, 29, 29n, Santi Rocco e Vittore, 15, 20, 40, 41, 44, 44,
chiesa di San Fedele, 15, 20, 22, 27n, 32, 148, chiesa di Sant’Eusebio, 139. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Reda- Santa Maria del Carmine. 30, 35, 36n, 41, 43, 43n, 46, 46n, 48, 48n, 50, 45-46.
151, 154, 155, 156, 156, 157, 157, 158. chiesa di Sant’Eustorgio, 108. elli», 17, 27, 52, 53, 78, 138n, 156n, 177, 178- Cesati in Santa Maria Podone, 15, 112, 118, 50n, 51, 51, 52, 52, 53, 53, 54, 54, 54n, 57, 59, Santi Rocco, Sebastiano e Cristoforo, 62n.
chiesa di San Fermo, 105n. chiesa di Santa Caterina, 85. 182. 118n, 153. 59n, 60, 62, 62n, 79, 117n, 135, 138n, 139, Santissimo Sacramento in San Giovanni in
chiesa di San Filippo Neri, 168. chiesa di Santa Maria Beltrade, 15, 18-19, 98, Baliatico, 25, 27n. Cinturati della Beata Vergine della Consola- 141, 141n, 156, 173, 173, 174, 177, 177n. Laterano, 75n.
chiesa di San Francesco, 19, 30, 80-81. 99-100, 101, 101n. Capitolo centrale dei Luoghi pii elemosinieri, zione in San Marco, 15, 22, 148, 162-164, Raccomandati della Beata Vergine Maria, ve- Santissimo Sacramento in Sant’Eufemia, 27n,
chiesa di San Galdino, 45. chiesa di Santa Maria del Carmine, 15, 19, 75, 174, 177n. 164n. di Quattro Marie. 49-50, 75n, 91, 93n, 94, 114.
chiesa di San Giovanni alle Quattro Facce, 134, 139, 139-140, 161. Casa degli Esposti di Santa Caterina alla Consorzio del Terz’Ordine di San Francesco, Ricchi e Vecchi in San Giovanni sul Muro, Scurolo di Sant’Ambrogio, 15, 21, 29, 112,
77. chiesa di Santa Maria della Passione, 82n. Ruota, 19. vedi Carità e Monte Angelico. 15, 23, 112, 120, 120, 121-122, 122, 123, 127, 127, 128, 128, 129, 129n, 130, 153.
chiesa di San Giovanni Decollato alle Case chiesa di Santa Maria della Scala, 77, 79n, 80, Casa dell’ospitalità fascista, 177. Corpus Domini in Sant’Eufemia, vedi Santis- 153n, 156. Tutti i Santi in Sant’Eufemia, 15, 20, 23, 27n,
Rotte, 156. 82n, 150. Congregazione di Carità, 19, 25, 75, 75n, 146, simo Sacramento in Sant’Eufemia. Rosario in Pantano, vedi Immacolata Conce- 64, 79, 91, 94, 94, 95, 95, 96, 96.
chiesa di San Giovanni Evangelista in Gugi- chiesa di Santa Maria Incoronata, 164n. 153n, 161, 169, 173-174, 176, 176. Crocifisso in San Marco, 15, 134, 148, 165- zione. Umiltà, 15, 20, 23-24, 24, 31, 46n, 54, 79, 112,
rolo, 15, 64, 80, 82. chiesa di Santa Maria Maggiore, vedi Duomo. Congregazione di Carità napoleonica, 146, 167, 167n. San Giacomo in Porta Vercellina, 46n, 138n. 115-117, 117n, 118, 118n, 153n, 156.
chiesa di San Giovanni in Conca, 42. chiesa di Santa Maria Podone, 15, 112, 115- 169, 175. Crocifisso sotto il titolo dell’Ave Maria, vedi San Giovanni alle Fonti, vedi Santa Maria del- Unione della Candela in Santa Maria del
chiesa di San Giovanni in Laterano, 15, 21, 116, 118, 118n, 119. Ente comunale di assistenza, 169, 177. Ave Maria nella Metropolitana. la Neve e San Giovanni alle Fonti. Carmine, 141.
64, 72, 72-74, 75, 75n, 87. chiesa di Santa Maria presso San Satiro, 22, Istituto dei Ciechi, 169. Divinità, 15, 18, 20-21, 23-24, 27n, 30-32, 32, San Giovanni Battista in San Giovanni sul Musei
chiesa di San Giovanni sul Muro, 15, 20, 112, 30, 68, 68-70, 71, 71n, 75n. Istituto di patronato dei Liberati dal carcere, 35, 36n, 54, 64, 71, 71n, 75, 75n, 76, 76, 77, Muro, vedi Ricchi e Vecchi in San Giovan- Biblioteca Ambrosiana, 115, 117n.
120-122, 122-123, 123n, 153n, 156. chiesa di Santa Maria Segreta, 15, 21, 22, 31, 67, 158. 77, 78, 78, 79, 79, 79n, 87, 87n, 90, 96, 101, ni sul Muro. Civica Raccolta delle Stampe «Achille Berta-
chiesa di San Giovannino, 87. 112, 113, 113, 114, 114, 114n. Istituto geriatrico «Piero Redaelli», 177-178, 105, 109, 109n, 117n, 131, 156, 173, 174, San Giuseppe e opera pia Lampugnani, 15, relli», 18, 21, 40, 56, 60, 62, 64, 69, 98, 113, 116,
chiesa di San Giuseppe, 30, 160, 160, 161, chiesa di Santa Paola, 168, 170n. 179, 180. 177, 177n. 18, 21, 27n, 148n, 153, 159, 159, 160, 160, 119, 134, 144, 148, 167.
161n. chiesa di Santa Prassede, 95. Istituto Marchiondi, 158n. Dottrina Cristiana in San Fedele, 158. 161, 161, 161n. Civiche Raccolte d’Arte, 100-101.
chiesa di San Lorenzo, 15, 20, 23, 25, 28, 29, chiesa di Santa Sofia, 80, 84n. Orfanotrofio della Stella, 84. Ecclesiastici, 157. San Pancrazio in Sant’Alessandro, 15, 19, 99, Civiche Raccolte Numismatiche, 19, 24, 31-
31-32, 33-34, 60, 75n, 79, 98, 106, 106, 107, chiesa di Santa Tecla, 20, 41-42, 44-45, 45, 49, Ospedale Maggiore, 19, 25, 30, 43n, 79, 84, Immacolata Concezione in Pantano, 15, 64, 102-105. 32, 41, 44, 49, 51, 55, 58, 75, 79-80, 86, 91, 95,
107, 108, 109n, 137. 67. 116, 117n, 137, 145-146, 154, 172, 175. 83-84, 153. San Rocco in San Romano, vedi Nostra Si- 100, 105, 126, 130, 136, 142, 161, 173.
chiesa di San Lorenzo in Torrigia, 77. chiesa di Santo Stefano in Nosiggia, 156. Pie Case d’Industria e di Ricovero, 26, 62, 67, Immacolata Concezione in San Francesco gnora di San Rocco in San Romano. Museo di Arte Antica, 177n.
chiesa di San Marco, 15, 22, 118n, 134, 148, chiesa di Santo Stefano Maggiore, 55, 55. 158, 176. Grande, 19, 19, 30. San Romano, vedi Nostra Signora di San Roc- Museo di Milano, 43, 45, 47, 59, 72, 88, 103,
162-164, 164n, 165, 166-167, 167n. Duomo, 20, 25, 27n, 35, 41-42, 42, 43, 43n, Pie Case di Lavoro Volontario, 27. Lampugnani, vedi San Giuseppe e opera pia co in San Romano. 106, 115, 129, 131, 139, 157, 166.
chiesa di San Martino in Nosiggia, 83, 83, 84. 44-45, 45, 46, 46, 46n, 47, 47, 48, 48n, 49, 50- Pio Albergo Trivulzio, 19, 175. Lampugnani. San Senatore in Sant’Eufemia, 15, 64, 91, 91, Pinacoteca di Brera, 70, 167n.
chiesa di San Nabore, 124. 51, 53, 58, 74, 75n, 91, 105n, 127, 155, 163. Ricoveri notturni «Giuseppe Levi», 177. Loreto, 15, 18, 20, 22-23, 54, 116, 117n, 118n, 93. Naviglio, 94.
chiesa di San Nazaro Maggiore, vedi chiesa dei oratorio di San Pancrazio, 102, 102, 103. Vedove Nobili e Civili, vedi Conventi, monaste- 122, 123n, 126, 136, 148, 151, 154, 154, 155, Santa Caterina in San Nazaro, 15, 64, 79, 85- Porte e pusterle
Santi Apostoli e Nazaro Maggiore. oratorio di San Rocco, 125. ri, conservatori, collegio delle Nobili Vedove. 155, 156, 156, 156n, 173, 173, 174, 177n. 86, 86, 87. Porta Comasina, 15, 20, 26, 27n, 133-146,
chiesa di San Pietro in Caminadella, 108, 130, oratorio di San Vittore, 43n. Giunta delle Pie Fondazioni, 18-19, 23, 27n, Madonna della Neve, vedi Santa Maria della Santa Caterina in Santo Stefano, 15, 24, 40, 165.
131. oratorio di San Vittorello, 44-46, 46n. 48, 79, 116, 126n, 153, 173-174. Neve e San Giovanni alle Fonti. 55-57. Porta Ludovica, vedi Pusterla di Sant’Eufe-
chiesa di San Pietro in Gessate, 31, 137, 143n. oratorio di Santa Maria della Passione, 80, 82, Luoghi pii, opere pie, scholae, confraternite, consorzi, Malastalla, 15, 65, 65, 66-67, 67n, 153, 158n. Santa Corona, 22, 30, 36n, 46n, 49, 146. mia.
chiesa di San Pietro in Sala, 142. 82n. compagnie Melzi, 15, 20, 23, 79, 113, 130, 130, 131, 177. Santa Maria alle Case Rotte, 150. Porta Nuova, 15, 18, 20-22, 25, 27n, 31-33,
chiesa di San Rocco, 62n. Conventi, monasteri, conservatori Annunciazione e Santissimo Sacramento in Misericordia, 15, 18, 20, 22, 25, 27n, 30, 30, Santa Maria dell’Incarnazione, vedi Santa Ma- 34, 77, 80, 82, 84, 129, 137, 143, 147-170,
chiesa di San Romano, 15, 21, 30, 40, 54, 60, casa professa di San Fedele, 158n. Santa Maria Segreta, 27n, 49, 50, 75n, 93n, 31, 36n, 46n, 53, 54, 79, 96, 117n, 134, 135, ria la Cova in Santo Stefano. 174.
60-62, 62n. collegio del Rosario, 84. 94, 114n. 135, 136, 136, 137, 137, 137n, 138, 138n, 149, Santa Maria dell’Umiltà, vedi Umiltà. Porta Orientale, 15, 20, 39-62, 84, 109n, 138n,
chiesa di San Salvatore in Xenodochio, 43n. Collegio delle Nobili Vedove, 15, 27n, 148, Ave Maria nella Metropolitana, 15, 20, 40, 47- 156, 173, 174, 177, 177n. Santa Maria della Coda, vedi Santa Maria la 168, 170n.
chiesa di San Satiro, 15, 21, 22, 30, 64, 68, 68- 168, 168, 169, 169, 170. 48, 54. Missione urbana, 158. Cova in Santo Stefano. Porta Romana, 15, 18, 20, 42, 43n, 63-96, 99,
69, 70, 70, 71, 71n, 75, 75n, 79, 80-81. conservatorio di Santa Febronia, 84, 84n. Beata Vergine dei Sette Dolori in Santa Ma- Monte Angelico, vedi Carità e Monte Angeli- Santa Maria della Neve e San Giovanni alle 101n, 109n, 137, 153, 177n
chiesa di San Sepolcro, 170n. conservatorio di Santa Maria del Rosario, 84, ria Beltrade, 21, 101. co. Fonti, 15, 20, 40, 41, 41, 42, 42, 43, 45, 54, Porta Ticinese, 15, 18-20, 33-34, 45, 57, 75, 97-
chiesa di San Silvestro, 77. 84, 84n. Beata Vergine del Soccorso in San Simplicia- Nobili Vedove, vedi Conventi, monasteri, conser- 64, 82. 109, 114, 130.
chiesa di San Simpliciano, 15, 27n, 75n, 134, conservatorio di Santa Pelagia, 84, 84n. no, 15, 134, 142, 142, 143, 143, 145, 153. vatori, Collegio delle Nobili Vedove. Santa Maria della Passione in Porta Romana, Porta Tosa, 168.
142, 142, 143, 144, 144, 145-146, 146n, 153. convento dei Santi Cosma e Damiano sul Beata Vergine dell’Abito in Santa Maria del Nostra Signora di Loreto, vedi Loreto. 153. Porta Vercellina, 15, 17, 20, 31, 46, 111-131,
chiesa di San Sisto, 108. Carrobiolo, 46. Carmine, 15, 19-20, 23, 134, 139-141, 141n. Nostra Signora di San Rocco in San Roma- Santa Maria della Passione presso San Gio- 138n, 142.
chiesa di San Tommaso in Cruce Sichariorum, convento di San Francesco Grande, 19, 124. Beata Vergine Maria e San Rocco, vedi Nostra no, 15, 30, 62n, 40, 54, 60-62. vanni Evangelista in Gugirolo, 15, 64, 80, 80, Pusterla di Sant’Eufemia, 94.
137. convento di San Marco, 165. Signora di San Rocco in San Romano. Oratorio della Pace in Sant’Alessandro, 104. 81-82, 82, 82n. Scuole
chiesa di San Vittore e Quaranta Martiri, 75n, convento di Santa Maria degli Angeli, 153n. Carità dei Vivi e dei Morti in San Nazaro, 15, Oratorio della Penitenza in San Fedele, 157- Santa Maria della Passione presso Santa Ma- scuole Arcimboldi, 103, 105n.
84. monastero di San Bernardo, 170n. 33, 64, 88, 89, 90, 90, 90n, 109n. 158, 158n. ria della Scala, 80. scuole Fedeltà, vedi scuole Taverna.
chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia, 15, 19, monastero di San Paolo converso, 152. Carità e Monte Angelico, 15, 18, 20-22, 25, Padreterno, vedi Tutti i Santi in Sant’Eufemia. Santa Maria la Cova in Santo Stefano, 15, 31, scuole Grassi, 53.
98, 102-103, 103, 104, 104, 105, 105. monastero di Santa Barbara, 153-175. 27n, 31, 34, 82, 82n, 129, 143, 148, 149-153, Piscina (Pessina) in Santa Maria Segreta, 15, 31, 32, 40, 54, 58, 58, 59. scuole Taverna, 46n, 137, 138n.
chiesa di Sant’Ambrogino in Solarolo, 105n. monastero di Sant’Agnese, 125. 153n, 156, 158, 160-161, 166. 21-22, 31, 36n, 112, 113-114, 114n, 153. Santa Maria presso San Satiro, 15, 21, 64, 68, Teatro alla Scala, 151, 153.
Commissione delle pie fondazioni, 27n, 173. Carità in Porta Nuova, vedi Carità e Monte Portantini in Santa Maria del Carmine, 141. 68, 69-71. Teatro dei Filodrammatici, 151.
Angelico.

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Veneranda Fabbrica del Duomo, 25, 42. Sant’Antonio, 77, 79. Quarto Cagnino (Milano), 129.
Vie, contrade, piazze, corsi, larghi, strette, borghi, ponti Santa Caterina, 86. Quinto di Trenno (Milano), 129.
Andegari (Oldegardi, Undegardis), 80, 159. Santa Maria Beltrade, 99. Quinto Romano (Milano), 129.
Angeli, 146n. Santa Maria Fulcorina, 115, 117.
Angelo, 168. Santa Maria Podone, 115. Riozzo (Cerro al Lambro), oratorio di San Roc-
Arengo, 71. Santa Maria Segreta, 114. co, 17.
Armorari, 66. Santo Stefano, 81. Rivolta d’Adda, 46.
Borromeo, 119. Solata, 137. Roma, 36n, 70, 105n, 161n, 170.
Borsinari, 71. Spadari, 67. chiesa di Santa Maria Maggiore, 41.
Bottonuto, 83. Tommaseo, 114. chiesa di Santa Maria Rotonda (Pantheon), 74.
Broletto, 137. Tortora, 125. Rozzano, 130; vedi anche Ponte Sesto.
Caminadella, 130-131. Tre Alberghi, 72, 75n.
Case Rotte, 150, 151, 152, 156. Tre Monasteri, 79, 137, 153, 156, 173, 174. Sacconago, 108. REFERENZE FOTOGRAFICHE
Castello, 146n. Velasca, 83. San Donato Milanese, vedi Poasco. Archivio Borromeo, Isola Bella: p. 117 (a destra).
Caterina da Forlì, 180. Venezia, 84. San Giuliano Milanese, vedi Sesto Ulteriano. Archivio di Stato di Milano: pp. 28, 33, 34 (in alto a sinistra; in alto a destra; in basso a sinistra), 82, 108, 125, 151.
Cavalletto, 81. Verdi, 159. Sant’Angelo Lodigiano, 93n. Archivio di Stato di Milano / foto Paolo Vanoli: pp. 66, 74, 81, 84, 158, 164, 165.
Cavenaghi, 81. Vetero, 141. Saronno, 96. Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, Milano / foto Saporetti: p. 130 (in alto).
Archivio Storico Diocesano di Milano / foto Paolo Vanoli: pp. 34 (in alto al centro), 89, 90, 101, 107, 155 (in alto), 168.
Cornacchia, 108. Zebedia (Zebedei), 102, 103-104. Segrate, 77, 121. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano: pp. 23, 53, 76, 78, 143 (a sinistra), 152, 154, 175.
Falcone, 70. Zupponari, 44. Sesto San Giovanni, 161. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Paolo Colombo: pp. 179, 180, 181.
Fontana, 50. Missaglia, 66. Sesto Ulteriano (San Giuliano Milanese), 138n. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Giancarlo Costa: p. 178.
Foppa, 146n. Moncucco (Vernate), 138n, 161. Sinai, monte, 57. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Giuseppe Giudici: p. 135.
Garibaldi, 146. Mondrugno (Zibido San Giacomo), 138n. Siziano, 129. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Diego Motto:
pp. 26 (in basso), 27, 29, 30, 70, 124, 137, 149, 156, 169 (in alto), 174 (in alto), 176.
Gesù, 56. Monferrato, 96n. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Saporetti: pp. 17, 25, 26 (in alto).
Giupponari, vedi Zupponari. Monza, 46, 138n. Tradate, 108. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Studio fotografico Perotti: p. 52.
Grazie, 81. Duomo, 74. Trognano (Bascapè), 79. Azienda di Servizi alla Persona «Golgi-Redaelli», Milano / foto Paolo Vanoli:
Larga, 77, 89. Muggiò, 161. oratorio di San Giuseppe, 79. pp. 18, 34 (in basso a destra), 44 (in basso), 48, 50, 54, 58 (in alto), 60 (in alto), 65, 77, 95 (a sinistra), 120, 121, 128, 141, 145, 150, 159, 162.
Lupa, 71n. Musocco (Milano), 124. podere, 79. Banca Intesa - San Paolo, Milano / foto Archivio Pizzi: p. 160.
Banca Popolare di Sondrio, Milano / foto Saporetti: p. 117 (a sinistra).
Mercanti, 18. Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarelli», Milano: p. 62.
Mercanti d’oro, 44. Napoli, 151. Vanzaghello, 108. Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarelli», Milano / foto Saporetti: p. 21.
Mezzetta, 168. chiesa di San Francesco di Paola, 164n. Varedo, 161. Civica Raccolta delle Stampe «Achille Bertarelli», Milano / foto Paolo Vanoli: pp. 56, 60 (in basso), 69, 116, 119, 144, 167.
Missori, 102. Nerviano, 129. Varese, 138n. Civiche Raccolte Numismatiche, Milano: pp. 19, 32, 86 (in alto), 173 (in alto).
Monforte, 61. Nesporedo (Locate di Triulzi), 138n. Vermezzo, 129. Civiche Raccolte Numismatiche, Milano / foto Giuseppe Giudici: pp. 24 (in basso), 31, 41, 44 (in alto), 49, 51, 55 (in alto),
58 (in basso), 75, 79, 80, 86 (in basso), 91, 95 (a destra), 100 (in basso), 103, 105, 126, 130 (in basso), 136, 142, 161.
Olmetto, 87n, 172, 175, 177-178. Novate Milanese, 138n. Vernate, vedi Moncucco. Civico Archivio Fotografico, Milano / foto Saporetti: pp. 83, 99, 100 (in alto), 102, 114, 123.
Omenoni, 151, 156. Noviglio, 138n. Verona, 26. Collezione privata: p. 174 (in basso).
Orefici, 66-67. Vienna (Austria), 27. Collezione privata / foto Giuseppe Giudici: p. 127.
Osti, 89. Ostia (Roma), 164n. Vigevano, 66. Istituto dei Ciechi, Milano / foto Saporetti: p. 169 (in basso).
Pantano, 81, 84. Villandolo (Gaggiano), 138n. Museo di Milano / foto Saporetti: pp. 43, 45, 47, 59, 72, 88, 103, 106, 115, 129, 131, 139, 157, 166.
Parrocchia dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore, Milano / foto Saporetti: pp. 85, 87.
Passetto, 145. Paderno Dugnano, vedi Palazzolo Milanese. Villapizzone (Milano), 142. Parrocchia di San Babila, Milano / foto Molteni: p. 61.
Pattari, 52, 53-54. Palazzolo Milanese (Paderno Dugnano), 161. Vimodrone, 177-178, 180. Parrocchia di San Marco, Milano / foto Archivio Pizzi: p. 163.
Pesce, 72. Pandino, 46. Istituto geriatrico «Piero Redaelli», 177-178, Parrocchia di San Simpliciano, Milano / foto Saporetti: p. 143 (a destra).
Piatti, 176. Pantigliate, 76-77. 180. Parrocchia di Sant’Alessandro, Milano / foto Saporetti: p. 104.
Porta Orientale, 62n, 84. Parabiago, 161. Parrocchia di Sant’Eufemia, Milano / foto Saporetti: pp. 92, 94.
Parrocchia di Santa Maria del Carmine, Milano / foto Saporetti: p. 140.
Porta Romana, 42, 43n, 81, 82. Riformatorio Spagliardi, 158n. Zelo Buon Persico, 130; vedi anche Casolate. Parrocchia di Santa Maria presso San Satiro Milano / foto Saporetti: pp. 22, 68.
Porta Ticinese, 108. Passarana (Legnano), cascina, 121. Zibido San Giacomo, vedi Badile, Mondrugno. Parrocchia di Santa Maria Segreta, Milano / foto Saporetti: p. 113.
Poslaghetto, 80, 82n. Paullo, 130. Zunico (Carpiano), 138n. Parrocchia di Santo Stefano Maggiore, Milano / foto Saporetti: pp. 24 (in alto), 55 (in basso).
Ratti, 53, 67. Pavia, 24, 79, 94. Veneranda Fabbrica del Duomo, Milano: pp. 42, 46.
Rebecchino, 44. collegio Cazzaniga, 27n.
L’editore è a disposizione degli aventi diritto per le fonti iconografiche non identificate
Rovello, 23. collegio Griffi, 27n, 137, 138n. e si scusa per eventuali inesattezze e omissioni.
Rugabella, 172, 175. Università, 53.
San Giovanni in Gugirolo, 81. Poasco (San Donato Milanese), 138n.
San Giovanni sul Muro, 122. Pomerio (Erba), 108.
San Pietro in Caminadella, 130. Ponte Sesto (Rozzano), 129.
San Vittore al Teatro, 81. Pontirolo Nuovo (Bergamo), 71.
Sant’Alessandro, 102. Pozzuolo, 138n, 161.

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