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WILLIGIS JÄGER

L’Onda è il Mare
Spiritualità e Mistica
per il Terzo Millennio
La parola [Edizioni], pagg. 244, € 17

Questa che pubblichiamo è la seconda edizione del libro “L’ONDA

È IL MARE”, di Willigis Jäger. La pubblichiamo con il marchio “La
parola” perché con questo marchio trovate anche l’altro grande
libro di P. Willigis intitolato “L’ESSENZA DELLA VITA [Il risveglio della
consapevolezza nel cammino spirituale]”. Per fare cosa gradita ai
lettori e per ripresentare il libro, dopo dei brevi “Cenni biografici”
sull’Autore, proponiamo nuovamente la “Nota dell’Editore alla
prima edizione”, la “Presentazione” dell’edizione italiana di P.
Georg Reider, allievo e grande amico di Jäger, e la “Prefazione” al
libro dell’Autore stesso. Buona lettura.

CENNI BIOGRAFICI insegnato religione presso il

Willigis Jäger è nato a Hösbach
nel 1925. Dopo il servizio mili-
tare e la maturità, nel 1946, è
divenuto monaco nell’Abbazia
benedettina di
Münsterschwarzach, ed ha
subito iniziato a studiare teolo-
gia e filosofia presso
l’Università di Würzburg. Nel
1952 è stato ordinato sacerdote
a Münsterschwarzach dal
vescovo missionario Alfons
Streit. Fino al 1960 Jäger ha
liceo di Münsterschwarzach. In
seguito ha svolto la propria
attività presso la Centrale della
Federazione della Gioventù
Cattolica Tedesca (BDKJ) a
Düsseldorf e quindi presso
Missio e Misereor. Alla fine degli
anni Sessanta ha avuto i primi
contattti con la meditazione
zen e nel 1975 è divenuto allie-
vo del maestro zen Yamada
Ko-un Roshi a Kamakura
(Giappone). Nel 1981 il suo
maestro lo ha incaricato di tra-

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smettere gli insegnamenti zen e
Jäger è tornato in Germania.
Nella Casa Sankt Benedikt a
Würzburg padre Willigis ha
fondato, nel 1983, il Centro per
Percorsi Spirituali. Dopo aver
tenuto qui corsi di zen e di con-
templazione per anni, nel 1996
è stato nominato maestro zen.
Nel passato le tesi teologiche di
padre Willigis Jäger sono state
spesso contestate. Alcuni tra
coloro che hanno avuto l’op-
portunità di ascoltare le sue
parole e leggere i suoi libri
hanno in particolare contestato
a Jäger di falsare il concetto cri-
stiano di un Dio personale e di
dare maggior peso alle espe-
rienze personali rispetto alle
verità di fede. Da qui è nata
una polemica, in parte dibattu-
ta anche pubblicamente sulla
rivista “Christ in der
Gegenwart” (Cristiani oggi). Di
questa polemica è stata infor-
mata la Congregazione per la
Dottrina della Fede di Roma. Il
vescovo e il vicario generale di
Würzburg, nonché l’abate
dell’Abbazia di
Münsterschwarzach, Fidelis
Ruppert, per questo motivo
sono rimasti a lungo in contat-
to sia con padre Willigis che
con la Congregazione Vaticana.
Nel dicembre 2001, infine, la
Congregazione per la Dottrina
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della Fede ha deciso di vietare
al benedettino di svolgere ogni
attività pubblica, quale discorsi,
corsi o pubblicazioni.
In una lettera all’allora
Cardinale Ratzinger padre
Willigis ha inizialmente accet-
tato tali vincoli e ha deciso di
ritirarsi nell’Abbazia di
Münsterschwarzach per medi-
tare. Dopo alcuni mesi, tutta-
via, è giunto alla conclusione di
voler proseguire la propria atti-
vità pastorale e continuare ad
insegnare i percorsi della misti-
ca cristiana. Nel luglio 2002
padre Willigis ha lasciato la sua
comunità. Al tempo stesso ha
rinunciato all’esercizio della
sua attività sacerdotale e delle
facoltà ad essa connesse.
NOTA DELL’EDITORE ALLA
PRIMA EDIZIONE
Caro amico lettore,
il libro che ti accingi a leggere è
una perla preziosa, il frutto
maturo di una persona, P.
Willigis Jäger, che ha speso la
propria vita nel ricercare le vie
più adatte ad entrare in comu-
nione con la parte divina che
abita ciascuno di noi e per aiu-
tare gli altri a fare altrettanto. È
sacerdote e monaco benedetti-
no, ha percorso la via dello zen
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fino a diventarne maestro, è
guida spirituale riconosciuta ed
apprezzata da tante persone
che a lui si rivolgono per esse-
re aiutate ad inoltrarsi nella via
contemplativa e così sperimen-
tare Dio.
Credo che questo sia il compi-
to più nobile per un uomo: aiu-
tare i suoi fratelli a sperimenta-
re la presenza di Dio, il Regno
dei cieli, che è in ognuno di noi,
dopo averla sperimentata lui
stesso. Il Regno dei cieli è il
bene più dolce e prezioso a cui
un uomo possa aspirare, per il
quale è lecito vendere ogni
avere come nelle parabole del
“tesoro nascosto nel campo”
[Mt 13,44] e della “perla di
grande valore” [Mt 13,45]. La
Chiesa ci insegna che Dio risie-
de nell’anima, e Giuliana di
Norwich così la descrive:
“E allora Dio nostro Signore
aprì gli occhi del mio spirito e
mi mostrò la mia anima nel
mezzo del mio cuore. Vidi che
l’anima era così grande da esse-
re come una cittadella senza
confini e un regno beato. Dalle
caratteristiche che aveva com-
presi che era una gloriosa città,
e in mezzo alla città sedeva
nostro Signore Gesù, vero Dio
e vero uomo, una persona bella
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e di alta statura, vescovo nobi-
lissimo, re grande e maestoso,
signore gloriosissimo. E lo vidi
adorno di vesti splendide e
magnifiche. Egli siede nell’ani-
ma, sempre uguale nella pace e
nella quiete, e regge e governa
il cielo e la terra e tutto ciò che
esiste. L’umanità e la divinità
siedono in pace, la divinità
regge e governa senza strumen-
to o sforzo alcuno. E l’anima è
tutta immersa nella beata divi-
nità, che è potenza sovrana,
sapienza sovrana e sovrana
bontà” [Libro delle Rivelazioni, G.
di Norwich, Ed. Ancora].
Certo, alcune delle affermazio-
ni di P. Jäger hanno provocato
critiche all’interno della Chiesa
cattolica e per tanti fedeli non
sono condivisibili; credo, però,
che queste affermazioni siano
il frutto di una esperienza con-
templativa della Verità che va
ben al di là dell’esperienza della
maggior parte dei credenti,
compresa tanta parte dei reli-
giosi. È un fatto che nella
Chiesa cattolica le esperienze,
e le parole che le descrivono,
dei mistici hanno sempre dovu-
to superare grandi difficoltà
prima di essere accettate; per
tutti cito soltanto la vita e l’ope-
ra di San Giovanni della Croce
e quella di Meister Eckhart:
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credo che a P. Jäger stia acca-
dendo qualcosa di simile. Il
motivo per cui questo accade è
spesso dovuto al fatto che il
mistico parla a partire da una
una profonda intuizione con-
templativa di Dio, magari una
rivelazione, parte comunque da
una “esperienza” diretta, men-
tre in genere i critici si riferisco-
no a Dio a partire da dottrine
basate su teoremi teologici,
concetti, nel presupposto che si
possa circoscrivere Dio con i
ragionamenti, lo si possa spie-
gare con la nostra mente.
Siamo certi che Dio non è un
concetto immutabile che si
possa contenere in una formu-
la, ma è una Realtà misteriosa
che si può esprimere con
modalità infinite, la Realtà “in
cui viviamo, ci muoviamo ed
esistiamo” [At 17,28].
Gesù ha promesso di guidarci
alla Verità intera per mezzo
dello Spirito. Credo sia possibi-
le allora che lo Spirito si manife-
sti in modo privilegiato alle per-
sone che scelgono il cammino
contemplativo, perché è un
cammino di povertà radicale, di
silenzio, di abbandono e di
amore infinito. Potrebbe essere
questo il cammino spirituale
richiesto in modo speciale alla
Chiesa del terzo millennio. Per
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questi motivi credo che ci vor-
rebbe maggiore attenzione nei
confronti di chi parla della pro-
pria esperienza contemplativa e
maggiore cautela prima di con-
dannare. Sarebbe meraviglioso
se, prima di giudicare, si pro-
vasse a fare lo stesso percorso.
Concludo sottolineando il fatto
che la nostra Casa Editrice
prende il nome dalla rivista
“Appunti di Viaggio [Note di
ricerca spirituale]” e fare “ricer-
ca spirituale” è il compito che ci
siamo posti iniziando le nostre
pubblicazioni. Il prezioso libro
che vi accingete a leggere,
anche se sotto forma di intervi-
sta, è un insieme di “annotazio-
ni”, “appunti” che raccontano
di un “viaggio” “spirituale” alla
“ricerca” di Dio.
Buona lettura,
Pasquale Chiaro
Roma, gennaio 2004
PRESENTAZIONE
Ogni volta che un libro viene
tradotto, un pensiero supera un
confine linguistico e culturale.
L’opera di P. Willigis Jäger L’onda
è il mare – uscita sei anni fa in
Germania – è giunta ormai alla
16^ edizione nella versione ori-
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ginale ed è già stata tradotta in
diverse altre lingue (spagnolo,
ungherese, polacco ed olande-
se). Ora il pensiero di P. Willigis,
benedettino dell’Abbazia di
Münsterschwarzach in Baviera
e Maestro Zen della scuola
Sanbokyodan, è accessibile
anche ai lettori italiani.
Il lavoro e le pubblicazioni di P.
Willigis mettono in evidenza
l’importanza dell’interiorità,
della meditazione e della con-
templazione come eredità
genuina delle religioni. Questo
patrimonio è stato dimenticato
o trascurato per tanti secoli
come disciplina religiosa dalle
chiese cristiane. Tra le tante,
questa potrebbe essere una
delle ragioni per cui molti fede-
li abbandonano le chiese e cer-
cano altrove il “pane per l’ani-
ma”. Rivalutando la tradizione
mistica delle religioni, P.
Willigis aiuta tantissime perso-
ne ad interpretare in modo
nuovo l’anelito spirituale all’in-
terno delle proprie tradizioni,
ma anche al di là di queste.
Sembra essere una risposta
autentica alla ricerca di interio-
rità del nostro tempo.
L’onda è il mare interpreta l’e-
sperienza cristiana e religiosa in
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modo nuovo: è un tentativo
ermeneutico che parte dall’e-
sperienza interiore. Chi vuole
vedervi apprezzamento e
amore, ma anche preoccupa-
zione, per la Chiesa, li vedrà,
nonostante la novità dell’inter-
pretazione della tradizione e
della prassi cristiana.
La cultura religiosa italiana è
legata alla storia del cristianesi-
mo e della spiritualità, forse più
che negli altri paesi europei.
Auspico allora che questo libro
sia di stimolo alla riflessione, al
confronto ed alla crescita, più
che alla critica. Chi legge atten-
tamente queste pagine si ren-
derà conto che quest’opera
provoca delle domande che,
prima o poi, devono comunque
venire poste – come ammetto-
no del resto anche i critici di
queste riflessioni.
Le risposte che il libro offre a
queste domande non vogliono
essere le sole e tanto meno le
uniche giuste. Il fatto stesso che
P. Willigis Jäger abbia articolato
queste risposte in modo così
coraggioso lo rendono un pro-
feta del nostro tempo.
P. Georg Reider ofm
Caldaro/Bolzano
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PREFAZIONE
Questo libro è stato scritto per
persone che vivono in un con-
testo culturale cristiano, ma che
non sono battezzate o non si
considerano (più) appartenenti
alla Chiesa. È impostato su
Dio, non come il creatore di un
mondo diverso dal punto di
vista ontologico, ma quale
unità di essere e non-essere,
presso la quale non esiste sepa-
razione tra Dio e il mondo, tra
spirito e materia, tra essere e
non-essere. Quello che noi
occidentali chiamiamo Dio
viene visto come la Realtà
unica che si manifesta in miria-
di di forme, pur rimanendo
sempre se stessa. È come il
mare, che si esprime in milioni
di onde, ma che è pur sempre la
stessa acqua.
Durante la mia lunga perma-
nenza in Giappone, mi sono
fatto un’idea della concezione
orientale del mondo ed ho
avuto modo di osservare dall’e-
sterno la nostra struttura religio-
sa cristiana. Ho constatato che
le religioni sono dei modelli, in
base ai quali l’uomo tenta di
interpretare se stesso ed il
mondo. I modelli non sono la
realtà. Spesso si basano su
postulati che vengono soltanto
ripetuti, ma non più messi in
discussione. Quando la scienza
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costruisce un modello per spie-
gare dei fenomeni complessi, sa
di aver creato un modello che
non è la cosa stessa, ma ne costi-
tuisce soltanto un’esemplifica-
zione. Tale modello viene modi-
ficato non appena emergono
nuove conoscenze. Le religioni
sono dei modelli. Ogni volta che
cambia la concezione del
mondo, anche le religioni
dovrebbero avere il coraggio di
creare nuovi modelli o di rein-
terpretare i vecchi, perché que-
sti, altrimenti, rischiano di bloc-
care gli uomini, piuttosto che
aprire loro una via. Ci sono per-
sone profondamente religiose
che non si sentono legate ad una
confessione. Questi colloqui
sono dedicati soprattutto a loro.
Sono consapevole del fatto che
i pensieri espressi in questo
libro possono fare paura a qual-
cuno, forse anche provocare
una presa di posizione. È pro-
prio per questo che possono
condurre ad un confronto sulla
religione e sulla mistica. Niente
viene qui posto in termini asso-
luti. Non si deve convincere
nessuno. Le idee religiose esi-
stenti non vengono svalutate.
Semplicemente cerco di vedere
le vecchie verità in un’altra
luce. Ciò non significa sminuire
altre opinioni: più che altro
emergono intuizioni profonde
sul senso della nostra esistenza
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e. presentazione av96:d. presentazione 1
umana. La mia lunga esperien-
za pastorale mi dice che sto
esprimendo quanto sta a cuore
a molti e che molti, grazie a
questi pensieri, possono sentir-
si incoraggiati ad andare avanti
sul proprio cammino, anche
quando si tratta di un cammino
cristiano. Questo libro è stato
scritto per loro.
Fin dall’infanzia sono alla ricer-
ca di risposte alle vere doman-
de della vita: Perché vivo? Qual
è il senso di questi sessanta,
settanta, forse ottant’anni di
vita trascorsi su questo granello
di polvere assolutamente insi-
gnificante ai margini di un uni-
verso immenso? Nei percorsi
spirituali orientali ho trovato
una spiritualità profonda, asso-
lutamente degna di quella della
mistica cristiana. Nella mistica
dell’Oriente e dell’Occidente
ritengo di aver trovato le vere
risposte alla domanda sul senso
della vita. A volte mi sembra
che la mistica costituisca l’an-
cora di salvezza della teologia.
Nel buddismo e nell’induismo
non si conosce una congrega-
zione di fede che prescrive agli
uomini che cosa devono crede-
re. La religione continua a rin-
novarsi seguendo le esperienze
dei saggi e dei mistici.
Naturalmente anche nelle reli-
gioni orientali sono presenti
tutte le sfumature dell’immagi-
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nario e della prassi religiosa.
Tuttavia, qui si sa bene che solo
l’esperienza della realtà può
costituire la meta finale e che è
dall’esperienza mistica dei
saggi che è nata la religione;
questo, almeno, è il mio modo
di comprendere la rivelazione.
Coincidenza o segno del desti-
no: sto scrivendo queste righe a
Bursfelde, in un’ex-abbazia
benedettina, dove sto tenendo
un corso. Da questo convento
prese avvio nel Medioevo un
movimento riformatore.
Accogliendo degli impulsi
mistici, si sviluppò tra i laici
una nuova forma di devozione,
la “devotio moderna”.
Inizialmente venne praticata
solo nel mondo laico, ma poi
fece il suo ingresso anche nei
conventi. Nell’ambito del
movimento riformatore di
Bursfelde, queste forme di pre-
ghiera contemplativa furono
accolte anche nell’ordine bene-
dettino. Alla cerimonia liturgica
e al coro si aggiunsero una
meditazione privata mattutina
ed una serale. Ed oggi sono
ancora una volta soprattutto i
laici a raccogliersi in gruppi e a
praticare la preghiera contem-
plativa. Sono soprattutto loro le
persone che questi colloqui
intendono incoraggiare.
Willigis Jäger
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