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ovvero
Guida pratica
di Analisi III
Roberto Aloi
<prof3ta@email.it>
27 giugno 2005
Indice
Indice 1
1 Singolarità 4
1.1 Studio delle singolarità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.2 Studio del punto all'innito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
1.3 Il calcolo dei residui . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
4 Trasformata di Fourier 13
4.1 Il calcolo della trasformata di Fourier . . . . . . . . . . . . . . 13
5 Trasformata di Laplace 14
5.1 Risoluzione di sistemi di equazioni . . . . . . . . . . . . . . . . 14
6 Trasformata Zeta 16
6.1 Successioni denite per ricorrenza . . . . . . . . . . . . . . . . 16
7 Distribuzioni 18
7.1 Limiti nel senso delle distribuzioni . . . . . . . . . . . . . . . . 18
7.1.1 Il calcolo del limite . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
7.1.2 Convergenza alla δ di Dirac . . . . . . . . . . . . . . . 19
INDICE 2
Singolarità
Singolarità ttizia (l ∈ R+
0)
Polo (l = +∞)1
Singolarità essenziale (l @)
1
cambio di variabile: z= w
e studiare la singolarità come visto nella sezione
1.1.
n(z)
Res(f (z), z0 ) = lim
z→z0 d0 (z)
n(z)
dove f (z) = d(z)
, g(z) 6= 0.
• Polo di ordine m.
1
Res(f (z), z0 ) = lim D(m−1) [(z − z0 )m f (z)]
(m − 1) z→z0
• Residuo all'innito.
g(w) 1
Res(f (z), ∞) = −a−1 ≡ −Res( , 0), dove z=
w2 w
Res(f (z), z0 ) = 0
• Singolarità essenziale.
3
In questo caso si sfrutta un corollario del teorema dei residui , secondo
il quale:
p
X
Res(f, ∞) + Res(f (z), zi ) = 0
i=1
Prima ancora del calcolo dell'integrale di Analisi III, bisogna cercare di clas-
sicare l'integrale stesso, capendo se si tratta di un integrale di Lebesgue, di
un integrale improprio o se è possibile calcolarlo solo in valore principale. A
tal scopo si analizza la funzione sotto il segno di integrale e se ne studia la
cosiddetta sommabilità all'innito e nelle discontinuità.
lim xα f (x) = l ∈ R
x→+∞
per α > 1.
f (x) è sommabile in x0 ∈ R se
lim |x − x0 |α f (x) = l ∈ R
x→x0
• Passare dalla funzione f (x) alla funzione f (z), tenendo conto del fatto
che:
• Calcolare i poli della f(z), che altro non sono che gli zeri del denomina-
3
tore della funzione stessa .
Z p
X
f (z)dz = 2πi Res(f, zi )
+∂CR i=1
2 Questo modo di procedere potrebbe portare a dover escludere una parte (quella reale
o quella immaginaria) del risultato ottenuto.
3 Se questi appartengono al campo nei numeri reali, essi costituiscono delle discontinuità
per la funzione.
2.2 Integrali tra 0 e +∞ 8
4 Il
primo procedimento, più intuitivo, dà luogo a calcoli ben più complessi rispetto al
secondo, con il quale, tuttavia, bisogna essere molto attenti.
2.3 Integrali tra 0 e 2π 9
Gli integrali sui segmenti laterali andranno maggiorati e fatti tendere, così,
a zero.
dz 5
• Eettuare il cambiamento di variabili z = eiθ e dθ = iz
• Calcolare i poli della funzione, ovvero gli zeri del denominatore della
funzione stessa.
n(z)
f (z) =
d(z)
Si proceda nella seguente maniera:
3
• Scomporre la funzione in fratti semplici , come spiegato nell'appendice
C.
converge al termine
1
1−q
se la ragione q è tale che −1 < q < 1.
Bisognerà cercare, allora, di ricondursi, attraverso stratagemmi algebri-
ci quali la messa in evidenza della z o di altri termini al denominatore,
il cambiamento di segno, il cambiamento di variabili, l'aggiunta e la
sottrazione di 1 al denominatore, di ottenere dei termini simili per
forma a:
1
1−q
con −1 < q < 1.
Per i termini di grado superiore al primo, invece, si dovranno
sfruttare il prodotto di Cauchy per le serie:
+∞
X +∞
X +∞ X
X n
an · bn = ak bn−k
n=0 n=0 n=0 k=0
1 1
D =−
1+z (1 + z)2
o che:
1 1
D =−
z−1 (z − 1)2
Trasformata di Fourier
Trasformata di Laplace
1
• Sostituire le (eventuali) condizioni iniziali date agli opportuni termini .
Una volta trovate le soluzioni del problema, il valore di queste costanti
potrà essere agevolmente calcolato.
Trasformata Zeta
• Porre:
an = y(t), n ≤ t < (n + 1), n ∈ N0
• Ricondursi al problema (equivalente) che consiste nel risolvere in [0, +∞[
un'opportuna equazione alle dierenze in y(t). Ricordarsi, a questo
proposito, di convertire le condizioni iniziali, ponendo, ad esempio:
• Porre:
+∞ +∞
X y(n) X an
Z = Z1 [y(t); z] = =
n=0
zn n=0
zn
• Calcolare la trasformata zeta dell'equazione data considerando, ad esem-
pio, che:
+∞ +∞
X an+1 X an
Z1 [y(t + 1); z] = = = zZ − a0 z
n=0
zn n=1
z n−1
1 Questa tipologia di esercizi può anche essere risolta attraverso la trasformata di La-
place, ma in maniera molto più complessa. Quest'ultimo caso non verrà contemplato
all'interno di questo manuale.
6.1 Successioni denite per ricorrenza 17
+∞ +∞
X an+2 X an
Z1 [y(t + 2); z] = = = z 2 Z − a0 z 2 − a1 z 2
n=0
zn n=2
z n−2
+∞
X 1 z
Z1 [1; z] = n
= , |z| > 1
n=0
z z − 1
+∞
X (−2)n z
Z1 [(−2)n ; z] = = , |z| > 2
n=0
zn z+2
• Poichè la serie
+∞
X an
n=0
zn
è lo sviluppo in serie di Laurent di Z, è possibile ricavare il termine
generale an come:
Z p
1 Z X Z
an = dz = Res , zi
2πi γ z (−n+1) i=0
z (−n+1)
2 In pratica si pone il raggio della circonferenza maggiore del polo più distante dal centro
Capitolo 7
Distribuzioni
Z +∞
< f (t), φ(t) >= f (t)φ(t)dt
−∞
D0
fn (t) → f (t) ⇔ < fn (t), φ(t) > → < f (t), φ(t) >, ∀ φ ∈ D.
lim fn (t)1
n→+∞
Z +∞ Z +∞
lim fn (t)φ(t)dt = lim fn (t)φ(t)dt
n→+∞ −∞ −∞ n→+∞
Ovvero che sono vericate le ipotesi di Lebesgue del teorema del passaggio
al limite sotto il segno di integrale. Dunque, basterà vericare il fatto che:
E, soprattutto, che:
∃g(t) : |fn (t)φ(t)| < g(t)
1 Solitamente nullo!
7.1 Limiti nel senso delle distribuzioni 19
• Dovrà essere:
Z +∞ Z +∞
lim βn (t)φ(t)dt = δ(t)φ(t)dt = φ(0)
n→+∞ −∞ −∞
2
• Solitamente, in questi casi si scopre (miracolosamente!) che:
Z +∞
βn (t)dt = 1
−∞
ovvero che: Z +∞
lim βn (t)[φ(t) − φ(0)]dt = 0
n→+∞ −∞
1
|βn (t)| · |φ(t) − φ(0)| ≤ |βn (t)| · L · |t| ≤ |βn (t)| · L ·
n
2 Solitamente si utilizzano delle opportune sostituzioni di variabili, per passare ad un
integrale in x.
7.2 Trasformata di Fourier di una distribuzione 20
• Porre:
+∞
X n
F [f (t)] = cn δ( )
n=−∞
T
in virtù del fatto che:
+∞
nt
X
f (t) = cn e2πi T
n=−∞
Z T
1 nt
cn = f (t)e−2πi T
T 0
F [δ(t)] = 1
3 Sovente,il calcolo dei coecienti cn ci costringe ad imporre la condizione n 6= 0. In
questo caso andrà calcolato a parte il valore del coeciente c0 .
7.3 Derivata nel senso delle distribuzioni 21
• Porre:
< f 0 (t), φ(t) >= − < f (t), φ0 (t) >
Z +∞
0
< f (t), φ (t) >= f (t)φ0 (t)dt
−∞
Z b
c tφ(t)dt
a
con
c < tχ[a;b] (t), φ(t) >
•
Dn L (f (t)) = (−1)n L [tn f (t), s]
•
L [f (n) (t), s] = sn L [f (t), s]
•
L [f (t − a), s] = e−as L [f (t), s]
•
L [eat f (t), s] = L [f (t), s − a]
•
1
L [u(t), s] =
s
•
L [δ n , s] = sn
• Distribuzioni e serie:
+∞
X +∞
X
fn (t) = f (t) ⇔ < fn (t), φ(t) >=< f (t), φ(t) >
n=0 n=0
Appendice A
Fourier
Linearità
F [αf (t) + βg(t), y] = αF [f (t), y] + βF [g(t), y]
Cambiamento di scala
1 h yi
F f (t), = F [f (tc), y]
|c| c
Parità
f (x) reale e pari → F [f (x)] reale e pari
f (x) reale e dispari → F [f (x)] reale e dispari
24
Trasformata aggiunta
F ∗ [f (t), y] = F [f (t), −y]
Inversione
f (t) = F ∗ [F [f (t), y], t]
Appendice B
Formule utili
Esponenziale complesso
f (z) = ez = ex cos(y + isin(y))
Logaritmo complesso
f (z) = log(z) = ln|z| + iArg(z), α ≤ Arg(z) ≤ α + 2π
Potenza complessa
f (z) = z α = eαlog(z) = eα[ln|z|+iArg(z)]
Formula di De Moivre
z n = |z|n eiθz = |z|n [cos(nθ) + isin(nθ)]
dove:
λ = lim (z − z0 )f (z) ∈ R
z→z0
26
dove:
λR = lim zf (z) ∈ R
z→+∞
Lemma di Jordan
Se:
lim f (z) = 0
z→+∞
x1 + y1 = f1
x2 + y2 = f2
Sarà:
x1 y1
∆ =
x2 y2
f1 y1
f2 y2
X=
∆
x1 f1
x2 f2
Y=
∆
1 Ildiscorso può essere facilmente generalizzato al caso di sistemi con più di due
equazioni.
27
Limiti
lim |eiλz | = lim |eiλRe(z) | · |e−λIm(z) | = 1 · 0 = 0
z→+∞ z→+∞
R +∞ xα
Formula per la risoluzione degli integrali del tipo: 0 1+xβ
dx
Z +∞ Z +∞
xα 1 (α + 1)xα
dx = β(α+1)
dx =
0 1 + xβ α+1 0 1 + x α+1
Z +∞ Z +∞
1 D[xα+1 ] 1 1
= β dx = β dt
α+1 0 1 + x α+1 α+1 0 1 + t α+1
P (s) a0 sm + a1 sm−1 + · · · + am
F (s) = = m<n
Q(s) b0 sn + b1 sn−1 + · · · + bn
Allora, sarà possibile scomporre in fratti semplici la funzione F(s) nella
seguente maniera:
• Trovare i poli della funzione F(s), ovvero gli zeri del denominatore Q(s).
α1 con molteplicità n1
α2 con molteplicità n2
···
αr con molteplicità nr
con
r
X
ni = n
i=1
scrivere laF (s)come:
A11 A12 A1n1
F (s) = + + ··· + +
s − α1 (s − α1 )2 (s − α1 )n1
A21 A22 A2n2
+ + + ··· + + ··· +
s − α2 (s − α2 )2 (s − α2 )n2
Ar1 Ar2 Arnr
+ + + ··· +
s − αr (s − αr )2 (s − αr )nr
29
1
Aij = lim D(ni −j) [(s − αi )ni F (s)]
(ni − j)! s→αi
con:
i = 1, 2, 3 . . . , r j = 1, 2, . . . , ni
• Nel caso in cui si ha a che fare esclusivamente con poli del primo ordine,
il tutto si riduce a:
A1 A2 An
F (s) = + + ··· +
s − α1 s − α2 s − αn
dove:
P (s) P (αi )
Ai = lim (s − αi ) = 0
s→αi Q(s) Q (αi )
Appendice D
Sviluppi notevoli
Si noti come nelle funzioni pari siano nulli tutti i coecienti del tipo a2k+1 ,
mentre in quelli dispari lo siano quelli del tipo a2k , con k ∈ Z.
+∞ n
z
X z
e =
n=0
n!
+∞
1
X 1 1
ez =
n=0
n! z n
+∞
1
X 1 1
e− z = (−1)n
n=0
n! z n
+∞
X (−1)n 2n+1
sin(z) = z
n=0
(2n + 1)!
+∞
(−1)n
1 X 1
sin = 2n+1
z n=0
(2n + 1)! z
+∞
X (−1)n
cos(z) = z 2n
n=0
(2n)!
+∞
X z 2n+1
arctan(z) = (−1)n
n=0
(2n + 1)
Appendice E
Trigonometria
eiθ − e−iθ
sinθ =
2i
eiθ + e−iθ
cosθ =
2
e − e−θ
θ
1
sinhθ = = sin(iθ)
2 i
eθ + e−θ
coshθ =
2