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Secondo Parziale
X
YA YB
d
OA XA
Y
Nell'economia di puro scambio gli scambi sono volontari perché ciascuno dei
due consumatori decide di scambiare solo se gli permette di migliorare la
propria utilità.
Le CDI più lontane dall'origine di riferimento rappresentano un grado di utilità
maggiore. Si possono individuare CDI dei due consumatori tra loro tangenti in
un punto e, detto allocazione PARETO EFFICIENTE, in corrispondenza del
quale non è possibile migliorare l'utilità di uno dei due consumatori senza
peggiorare quella dell'altro consumatore. Si parla, inoltre, di miglioramenti
paretiani, per indicare situazioni che migliorano l'utilità di entrambi i
consumatori o che migliorano l'utilità di uno dei due consumatori, mantenendo
inalterata quella dell'altro.
XB
OB
e
X
YA YB
d
OA XA
Y
Se si considera l'intera mappa delle CDI, la curva che congiunge tutti i punti di
tangenza, si definisce CURVA DEI CONTRATTI (CC), ossia il luogo dei punti
(tutti e soli punti) o allocazioni che sono ammissibili e pareto efficienti, dove
con ammissibili si intende che devono essere punti contenuti nella Scatola di
Edgeworth e con pareto efficienti si intende che sono allocazioni che non
possono essere migliorate se non riducendo l'utilità di uno dei due consumatori.
La CC contiene anche le due origini OA e OB:
– in OA, il consumatore A non ha nulla, mentre il consumatore B ha tutto:
OA è un'allocazione pareto efficiente perché B non sarà disposto a
scambiare o a modificare la sua situazione
– analogamente, in OB, il consumatore B non ha nulla, mentre il
consumatore A ha tutto: OB è un'allocazione pareto efficiente perché A
non sarà disposto a scambiare o a modificare la sua situazione
In definitiva, un'ipotesi cruciale per tale modello è che gli agenti sono
autointeressati, cioè che ciascun agente è interessato alla propria utilità.
XA + XB = X
YA + YB = Y
pendenza CDIA = pendenza CDIB → SMSA = SMSB
dove
SMSA = MUXA / MUYA → MUXA = dUA/dXA e MUYA = dUA/dYA
SMSB = MUXB / MUYB → MUXB = dUB/dXB e MUYB = dUB/dYB
da cui si ha
XA + XB = X YA = f (XA) YA = (Y / X)· XA
YA + YB = Y → oppure → oppure
a / b · (YA / XA) = a / b · (YB / XB) YB = f (XB) YA = (Y / X)· XA
Graficamente:
coincide con la diagonale
X che congiunge i vertici
della scatola di Edgeworth
d
Y/X
OA
Y
Si definisce NUCLEO la parte di CC che si trova tra le curve di indifferenza di
A e di B passanti per la dotazione iniziale d.
L'allocazione a cui i consumatori arriveranno in seguito allo scambio dovrà
trovarsi all'interno del nucleo, per cui le allocazioni pareto efficienti
raggiungibili dipendono dalla dotazione iniziale d, che definisce il livello di
equità con cui le risorse sono distribuite all'interno di un'economia.
XB
OB
d''
X
YA YB
d' d
OA XA
Y
Si distingue tra efficienza ed equità. Il nucleo può, infatti, individuare
allocazioni che sono pareto efficienti, ma che sono molto inique per A (se la
dotazione iniziale d' si trova molto vicino a OA) oppure molto inique per B (se
la dotazione iniziale d'' si trova molto vicino a OB).
UA = XA 2 · YA UB = XB 2 · YB
PX = 3
→ VDB: 3 · XA + 5 · YA =3 · 10 + 5 · 4 → 3 · XA + 5 · YA = 50
PY = 5
3 ? 2·YA 3 ? (2/3)·XA 3 4 3 4
= → = 2· → ≠ → <
5 XA 5 XA 5 3 5 3
Si trova
MR = ΔTR / ΔQ = (TR1 – TR2) / ΔQ
ΔP
MR = P – · Q perdita sulle unità inframarginali
ΔQ
I profitti Π = TR – TC:
essendo MC costanti e pari a c si ha che i costi medi AC coincidono con i costi
marginali MC → AC= MC = c
per cui Π = TR – TC = P·Q – AC·Q = (P – AC) Q = (P – c) Q
Π = (a + c) / 2 – c · (a – c) / 2b = (a – c) / 2 · (a – c) / 2b = (a – c)2 / 4b
Π = (a – c)2 / 4b
Secondo prigioniero
T S
T
- 2; -2 - 20; -1
Primo prigioniero
1. giocatori: α e β
4. pay off:
• se α non entra → sul mercato c'è solo β:
- α fa profitti pari a 0
- β fa profitti pari a 4 se produce poco e profitti pari a 5 se produce tanto
• se α entra → β può:
- accomodare l'entrata producendo poco (α e β fanno profitti pari a 3)
- intraprendere la guerra di presso producendo tanto (α va in perdita a - 2
e β fa profitti pari a 2)
P (3,3)
β
E T (-2,2)
α
NE P (0,4)
β
T (0,5)
EQUILIBRIO DI NASH: si ha quando entrambi i giocatori compiono la loro
scelta ottima, data la scelta dell'altro giocatore.
Ciascun giocatore considera le scelte a disposizione dell'altro e definisce la
propria scelta ottimale (quella che massimizza il suo pay off).
Nessuno dei due giocatori ha incentivo a deviare, ossia a spostarsi
dall'equilibrio.
Secondo prigioniero
T S
T
- 2; -2 - 20; -1
Primo prigioniero
Nel dilemma del prigioniero a ciascun giocatore conviene sempre fare la spia,
per cui si dice che fare la spia è una strategia dominante per entrambi.
Si ha equilibrio in strategie dominanti quando entrambi i giocatori hanno unn
strategia dominante. Se, invece, solo uno dei due giocatori ha una strategia
dominante, non si ha equilibrio in strategie dominanti.
LUI
R B
C
2; 1 0; 0
LEI equilibrio di nash
0;0 1; 2
P
rigorista
D S
D
1; -1 - 1; 1
portiere
- 1; 1 1; -1
S
In ogni casella la somma dei pay off è uguale a zero: gioco a somma fissa; in
questo caso, gioco a somma zero.
Nei giochi a somma fissa non c'è l'equilibrio di Nash, infatti, non è mai
possibile la situazione in cui entrambi i giocatori compiono la propria scelta
ottima.
Gioco sequenziale: gioco di deterrenza all'entrata
forma estesa
P (3,3)
β
E T (-2,2)
α
NE P (0,4)
β
T (0,5)
forma normale
Nel gioco sequenziale , le strategie non coincidono con le azioni per il secondo
giocatore. Il secondo giocatore β ha strategie che sono azioni composte:
P, P
T, T
P, T
T, P
se α entra se α non entra
Il giocatore α ha due strategie (E o NE), per cui nella forma matriciale ci sono
due righe; il giocatore β ha quattro strategie (P, P - T, T - P, T - T, P), per cui
nella forma matriciale ci sono quattro colonne.
β
P, P T, T P, T T, P
E
3, 3 - 2, 2 3, 3 - 2, 2
α
0, 4 0, 5 0, 5 0, 4
NE
P (3,3)
β sottogioco superiore: α entra
E T (-2,2)
α
NE P (0,4)
β sottogioco inferiore: α non entra
T (0,5)
2;6 8; 8
NC
URSS
C, C NC, NC C, NC NC, C
C
4, 4 6, 2 4, 4 6, 2
US
2, 6 8, 8 8, 8 2, 6
NC
T -2, -2
2°
T S -20, -1
1°
S T -1, -20
2°
S -15, -15
4. Oligopolio
Ipotesi di modello
1. i consumatori non fanno il prezzo
2. i produttori fanno il prezzo (sono più di uno: diverso dal monopolio)
3. il bene prodotto/venduto è omogeneo: i beni prodotti dalle imprese sono
considerati perfetti sostituti per i consumatori, per cui, a parità di prezzo,
il consumatore è indifferente tra acquistare da un'impresa o dall'altra
4. l'entrata può essere libera o bloccata a seconda del modello
Struttura di mercato
1. tanti consumatori di piccole dimensioni
2. poche imprese di grandi dimensioni che adottano comportamenti
strategici: ciascuna impresa decide quanto produrre e/o a quale prezzo
vendere, tenendo conto delle scelte delle altre imprese; si parla di
interdipendenza strategica: i pay off di un giocatore (= i profitti di
ciascuna impresa) dipendono non solo dalle sue scelte, ma anche da
quelle degli altri giocatori; si suppone, epr semplicità, che le poche
imprese siano due: duopolio
3. informazione completa
4. possono esserci o non esserci barriere all'entrata, a seconda del modello
Primo modello: DUOPOLIO DI COURNOT
Due imprese decidono simultaneamente il volume di produzione (= quantità da
produrre), per cui si ha competizione sulla quantità, e non sul prezzo.
Si tratta di un gioco simultaneo: le due imprese si trovano già sul mercato e la
loro scelta è contemporanea. In questo particolare modello, l'entrata è bloccata,
per cui nessun altra impresa può entrare.
I costi delle due imprese sono: MC1 = c e MC2 = c → in questo specifico caso
in cui MC1 = MC2 = c le due imprese sono identiche o simmetriche
P = a – bq2 – bq1
intercetta variabile
verticale inclinazione di scelta
a–c 1
q1 = – q2 → funzione di reazione della prima impresa
2b 2 (funzione di risposta ottima)
Indica la quantità ottimale prodotta dalla prima impresa in risposta alla quantità
prodotta dall'impresa concorrente (seconda impresa).
Tale funzione dipende negativamente:
– dalla quantità prodotta dall'impresa concorrente (q2): all'aumentare di q2,
diminuisce q1
– dai propri costi marginali (MC1): all'aumentare dei costi MC1 , a parità di
prezzo, diminuisce q1
I passaggi sono gli stessi svolti per la prima impresa, con la differenza che:
– la variabile di scelta è q2
– viene presa per data q1
a–c 1
q1 = – q2 → funzione di reazione della seconda impresa
2b 2 (funzione di risposta ottima)
FR1
→ q1* e q2*
FR2
poiché i costi sono identici per le due impresa, si sa già che le due quantità
prodotte saranno uguali: q1* = q2*
a–c 1
q1 = – q2 → 2bq = a – c – bQ → 3bq = a – c
2b 2
a–c 2(a – c)
q = *
=q =q
1
*
2
*
→ Q = q1 + q2 =
* * *
3b 3b
2(a – c) 3a – 2a + 2c a + 2c
P = a – bQ = a – b
* *
= =
3b 3 3
a + 2c a–c (a – c)2
Π1,2 = (P – c) q1,2* = –c =
3 3b 9b
L'oligopolio si calcola, quindi, a metà tra la concorrenza perfetta e il
monopolio:
– PCP < POLIG < PMON
– QCP > QOLIG > QMON
– ΠCP > ΠOLIG > ΠMON
Fino ad ora è stato analizzato il caso in cui le due imprese siano simmetriche,
hanno cioè gli stessi costi MC1 = MC2 = c.
Le cose cambiano se le due imprese non sono simmetriche.
Se, invece, i costi della prima impresa aumentano (MC''1 > MC1), la funzione di
reazione della prima impresa FR1 si sposta parallelamente verso l'alto (FR''1*).
Poiché tra costi e quantità c'è una relazione di proporzionalità inversa q'1* < q1*.
Poiché tra q1* e q2* c'è una relazione di proporzionalità inversa q'2* > q2*.
0 1
TEMPO
P = a – bqL – bqF
intercetta variabile
inclinazione
a–c 1
ricavo qF: qF = – qL → funzione di reazione della follower
2b 2 (uguale a quella del modello di Cournot)
intercetta inclinazione
a+c
MRL = – bqL
2
COLLUSIONE O CARTELLO
Si tratta del caso in cui alcuni oligopolisti “si mettono d'accordo” per agire
come un monopolista e massimizzare i loro profitti. Per evitare che vengano
imposti prezzi eccessivamente gravosi per il consumatore esistono una serie di
norme antitrust. Per via di queste norme, le imprese non possono stabilire un
contratto, che sarebbe illegale, per cui di solito stabiliscono un accordo tacito,
da cui tutte le imprese hanno incentivo a deviare.
Si introduce l'utilità: gli individui differiscono tra loro per l'atteggiamento nei
confronti del rischio. Data la generica funzione di utilità U = f (X) = Xa, si
distinguono tre diversi casi a secondo del valore di a:
1. 0 < a < 1: l'individuo è avverso al rischio, cioè preferisce una somma
certa ad una somma incerta di apri valore atteso → la funzione di utilità è
concava
2. a > 1: l'individuo è propenso al rischio, cioè preferisce una somma incerta
ad una somma certa di pari valore atteso → la funzione di utilità è
convessa
Si considera la lotteria testa o croce: se esce testa si vince 1 euro, mentre se esce
croce si vincono 9 euro. La probabilità per entrambi gli esiti è pari a ½.
poiché nel caso in cui l'esito sia testa U =1 e nel caso in cui l'esito sia
croce U =3, si ha che EU = ½·1 + ½·3 = 2
Nel segmento (=combinazione lineare tra i due punti che unisce) del grafico si
leggono tutti i possibili valori attesi.
Se si sale in corrispondenza del valore atteso fino alla funzione di utilità si
legge l'utilità del valore atteso U(EV) = U(5) ≈ 2,2.
L'utilità attesa EU indica l'utilità dell'evento incerto, mentre l'utilità del valore
atteso U(EV) indica l'utilità di avere una somma pari al valore atteso con
certezza.
Per l'individuo propenso al rischio l'utilità del valore atteso U(EV) è sempre
minore dell'utilità attesa EU, infatti l'individuo propenso al rischio preferisce,
per definizione, un valore incerto ad un valore certo, a parità di valore atteso.
Poiché X2 = 41→ si ha che X ≈ 6,4 = EC: per l'individuo propenso al rischio
EC > EV, infatti, tale individuo, per decidere di non scommettere, vuole una
somma maggiore del valore atteso.
Il premio al rischio è negativo, infatti, l'individuo propenso al rischio è disposto
a pagare pur di partecipare alla lotteria:
premio al rischio = EV – EC = – 1,4
ΠASSICURAZIONE = 0
Si definisce il premio percentuale α come il rapporto tra il premio totale e il
valore del bene:
Se decide di assicurarsi la sua utilità è data dall'utilità del valore atteso, infatti:
Riassumendo:
– se l'individuo è avverso al rischio U(EV) > EU, per cui si assicura sempre
– se l'individuo è propenso al rischio U(EV) < EU, per cui non si assicura
mai
– se l'individuo è neutrale al rischio U(EV) = EU, per cui è indifferente tra
l'assicurarsi e il non assicurarsi
Si considera ora il caso in cui in uno dei due stati del mondo l'individuo per del
denaro. Per esempio, si considera un individuo avverso al rischio ( U = X1/2 )
che partecipa ad una lotteria che:
– con probabilità P = 1/3 gli fa perdere 11 euro
– con probabilità P = 2/3 gli fa vincere 13 euro
L'individuo ha una ricchezza iniziale pari a 36 euro e deve decidere se
partecipare o meno alla lotteria.
Si confronta l'utilità attesa della lotteria con l'utilità della ricchezza iniziale:
poiché 19/3 > 6, l'individuo decide di partecipare alla lotteria.
Se EU fosse stata minore di U(ricchezza iniziale), l'individuo avrebbe scelto di
non partecipare, mentre se EU fosse stata uguale a U(ricchezza iniziale)
l'individuo sarebbe stato indifferente tra partecipare e non partecipare alla
lotteria.
6. Informazione asimmetrica
Si tratta del caso del “fallimento del mercato”: il mercato da solo non riesce ad
arrivare all'efficienza. Ciò è in contrasto con il primo teorema dell'economia
del benessere.
Nel caso dell'informazione asimmetrica significa che c'è una distribuzione non
uniforme tra gli agenti ( = parti) che interagiscono: una parte è più informata
dell'altra.
L'asimmetria può riguardare due aspetti:
A. caratteristiche nascoste
B. comportamenti nascosti
A. CARATTERISTICHE NASCOSTE
Si suppone che:
– la disponibilità a pagare le mozzarelle “vere” sia PDvere = 16
– la disponibilità a pagare le mozzarelle “contraffatte” sia PDcontraffate = 10
– il costo di produzione delle mozzarelle “vere” sia Cvere = 12
– il costo di produzione delle mozzarelle “contraffatte” sia Ccontraffatte = 6
– la probabilità di acquistare mozzarelle “vere” sia λvere = ½
– la probabilità di acquistare mozzarelle “contraffatte” sia λcontraffatte = ½
Si suppone che:
– il finanziamento richiesto sia F = 65
– l'imprenditore T abbia una probabilità di successo Psucc = 0,8 e una
probabilità di insuccesso Pinsucc = 0,2
– l'imprenditore NT abbia una probabilità di successo Psucc = 0,4 e una
probabilità di insuccesso Pinsucc = 0,6
– il profitto in caso di successo sia Πsucc = 100
– il profitto in caso di insuccesso sia Πinsucc = 0
Se viene finanziato l'imprenditore contrae con al banca un debito D >
finanziamento F = 65, infatti, dovrà remunerare la banca che corre il rischio di
finanziarlo.
Nel caso di simmetria informativa, la banca distingue tra gli imprenditori T e gli
imprenditori NT.
Si considera l'imprenditore T:
?
profitto atteso per l'imprenditore T > = < finanziamento
?
0,8·100 + 0,2·0 > = < 65
80 > 65
?
0,4·100 + 0,6·0 > = < 65
49 < 65
B. COMPORTAMENTI NASCOSTI
In questo caso di informazione asimmetrica due parti interagiscono e una parte
non può controllare perfettamente il comportamento dell'altro. In altri termini
non è possibile il monitoring di una delle due parti.
Si parla di comportamento sleale (moral azard) quando la parte meno informata
subisce il comportamento scorretto dell'altra parte.
Bisogna tenere conto del fatto che l'agente ha sempre una outside option, cioè la
possibilità di lavorare per un'altra impresa, che gli dà una certa utilità detta
utilità di riserva. Il principale deve perciò offrire all'agente un salario tale per
cui l'agente decida di partecipare, ossia lavorare per quell'impresa e non per
un'altra.
Il reddito del principale coincide con il profitto dell'impresa Π: è una retta
crescente (il profitto cresce al crescere dell'impegno E) che non passa per
l'origine (anche se E = 0, l'impresa fa comunque profitti positivi).
Visto che i possibili livelli di E sono due, ci sono due livelli di disutilità:
– se E=1 allora d(E) = 2
– se E = 0 allora d(E) = 0
L'outside option conferisce all'agente un'utilità di riserva V=2.
L'impresa deve decidere quale tipo di contratto offrire all'agente. I suoi profitti
dipendono probabilisticamente dall'impegno dell'agente:
– se E=1: l'impresa ha
- una probabilità di avere profitti alti pari a PΠalti = 0,8
- una probabilità di avere profitti bassi pari a PΠbassi = 0,2
– se E=0: l'impresa ha
- una probabilità di avere profitti alti pari a PΠalti = 0,4
- una probabilità di avere profitti bassi pari a PΠbassi = 0,6
I profitti alti sono pari a Πalti=100, mentre i profitti bassi sono pari a Πbassi=20.
L'impresa deve scegliere il contratto che le permetta di indurre nell'agente un
livello di impegno alto (E=1) e allo stesso tempo di trattenerlo, cioè evitare che
decida di lavorare altrove.
Nel caso di informazione simmetrica, ossia nel caso in cui sia possibile un
monitoring perfetto, l'impresa sa se l'agente ha scelto un livello di impegno alto
o basso, per cui paga un salario diverso a seconda di tale scelta.
Nel caso in cui l'agente abbia scelto E=1 fissa un salario tale da trattenere
l'agente. Si deve, quindi, imporre che l'utilità complessiva dell'agente sia
maggiore dell'utilità di riserva:
U = u(W) – d(E) ≥ V → W ½ – d(E) ≥ V → W ½ = 4 → W = 16
vincolo di partecipazione dell'agente diventa un “=” perché
l'impresa vuole pagare un
salario più basso possibile
Nel caso in cui l'agente abbia scelto E=0 si calcola allo stesso modo con
d(E)=0: W ½ = 2 → W = 4
Nel caso di informazione asimmetrica, l'impresa cerca di indurre un alto livello
di impegno, trattenendo l'agente, per cui offre un salario all'incentivo:
– paga un salario alto W se fa profitti alti Πalti
– paga un salario basso W se fa profitti bassi Πbassi
Vincolo di compatibilità agli incentivi: i due livelli di salario devono essere
scelti in modo che all'agente convenga impegnarsi
utilità complessiva utilità complessiva
se l'agente ≥ se l'agente
si impegna non si impegna
PΠalti∙W +PΠbassi∙ W – d(E) ≥ PΠalti∙W ½ +PΠbassi∙ W ½ – d(E)
½ ½
Esternalità negativa:
Si considerano, per esempio, le due seguenti imprese:
– l'impresa A: acciaieria; emette anidride solforosa
– l'impresa V: vivaio; i cui costi aumentano all'aumentare della produzione
di acciaio
TCA = 4qA2 → l'impresa A non subisce esternalità perché i costi che deve
sostenere dipendono solo dalla quantità che essa stessa decide di produrre
TCB = 2qV2 + qA2 →l'impresa V subisce un'esternalità perché i costi che deve
sostenere dipendono anche dalla quantità prodotta dall'impresa; si tratta di
esternalità negativa perché i costi aumentano all'aumentare della quantità
prodotta dall'impresa A (+ qA2 )
Se non tiene conto del danno che subisce l'impresa V, l'impresa A sceglie la
quantità da produrre qA in modo da massimizzare i suoi profitti ΠA.
Supponiamo che A operi in un mercato in concorrenza perfetta con un prezzo
PA = 80, costi fissi TCA = 4qA2 e costi marginali MCA = dTCA/dqA = 8qA
maxΠA: PA = MCA → 80 = 8qA → q*A = 10: rappresenta la quantità ottimale per
l'impresa A, che non coincide con la quantità socialmente ottimale.
Si possono dunque calcolare i costi marginali sociali SMCA derivanti dalla
produzione dell'impresa A: SMCA = PMCA + MD = 8qA + 2qA = 10qA
sociali privati
Se tiene conto del danno che subisce l'impresa V, sceglie la quantità da produrre
qA, uguagliando i costi marginali sociali al prezzo:
PA = SMCA →10qA = 80 → q**A = 8 < q*A = 10
Soluzioni private:
1. regole di convivenza civile
2. assegnazione dei diritti di proprietà: privatizzazione = assegnazione della
proprietà di un bene pubblico ad uno privato
TEOREMA DI COASE:
È sufficiente assegnare il diritto di proprietà della risorsa in questione ad
una qualsiasi delle parti affinché si arrivi ad un'allocazione efficiente.
3.fusione tra l'impresa che genera l'esternalità e quella che la subisce: si crea
un'unica impresa che internalizza l'esternalità.
I profitti di questa nuova impresa si ricavano dalla somma dei profitti delle due
imprese originarie:
ΠA+V = PA·qA – TCA + PV·qV – TCV = 80qA – 4qA2 + 36qV – 2qV2 – qA2
La nuova impresa sceglie contemporaneamente le quantità qA e qV ottimali:
si derivano i profitti ΠA+V rispetto a qA e qV e si pongono le derivate uguali a
zero.
Soluzioni pubbliche:
1. regolamentazione tramite leggi
2. creazione di un mercato per la risorsa danneggiata, cosicché per danneggiare
tale risorsa si deve pagare
3. tassa pigouviana nel caso di esternalità negativa o sussidio pigouviano nel
caso di esternalità positiva: lo stato impone all'impresa che genera l'esternalità
negativa una tassa ( = accisa) sulla quantità, pari al danno marginale causato,
mentre impone all'impresa che genera esternalità positiva un sussidio pari al
beneficio marginale
Visto che in caso di esternalità negativa si produce troppo rispetto alla quantità
ottimale, tra la concorrenza perfetta e il monopolio è preferibile il monopolio,
infatti, in monopolio la quantità ottimale da produrre è minore per cui il danno
generato risulta minore. Nel caso di esternalità positiva, invece, si produce
meno rispetto alla quantità ottimale per cui è preferibile la concorrenza perfetta.