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CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA CIVILE

SOTTOSEZIONE 2

Ordinanza 23 maggio 2013, n. 12782

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GOLDONI Umberto - Presidente -

Dott. PICCIALLI Luigi - Consigliere -

Dott. BIANCHINI Bruno - Consigliere -

Dott. MANNA Felice - rel. Consigliere -

Dott. GIUSTI Alberto - Consigliere -

ha pronunciato la seguente:

ordinanza

sul ricorso 7064-2011 proposto da:

G.C. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA DEGLI SCIPIONI 252, presso lo
studio dell'avvocato CHRISTIAN ARTALE, rappresentato e difeso dagli avvocati CANNIA
GIUSEPPE ANDREA, DE BENEDETTI ANTONINO, giusta procura speciale in calce al ricorso;-
ricorrente -

contro

G.R. (OMISSIS), elettivamente domiciliata in ROMA, VIA GIACOMO BONI 15, presso lo studio
dell'avvocato SAMBATARO ELENA, rappresentata e difesa dall'avvocato LENTINI GASPARE,
giusta mandato in calce al controricorso;- controricorrente -

avverso la sentenza n. 28/2011 della CORTE D'APPELLO di PALERMO del 17.12.2010,


depositata il 17/01/2011;

udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 10/01/2013 dal Consigliere
Relatore Dott. FELICE MANNA;

E' presente il Procuratore Generale in persona del Dott. IGNAZIO PATRONE.

Svolgimento del processo - Motivi della decisione

1 - Il consigliere relatore nominato ai sensi dell'art. 377 c.p.c. ha depositato la seguente relazione ex
artt. 380-bis e 375 c.p.c.:

"1. - Tra i germani R. e C., figli di F. G., sorgeva controversia, innanzi al Tribunale di Marsala,
circa la proprietà di un fondo, che il padre aveva donato dapprima a R. e poi a C., rispettivamente
con atto del 22.8.1970 e con atto del 21.2.1974. C., in particolare, sosteneva di aver ad ogni modo
acquistato la proprietà del bene per usucapione decennale, ai sensi dell'art. 159 c.c., essendone
rimasto in possesso dopo la morte del padre per il tempo prescritto.

1.1. - Il Tribunale riteneva prevalente, ai sensi dell'art. 2644 c.c., l'acquisto di G.C. essendone stata
effettuata la trascrizione, a differenza dell'atto di donazione in favore di G.R..

1.2. - Sull'impugnazione di quest'ultima, la Corte d'appello di Palermo ribaltava la decisione di


primo grado, osservando che il Tribunale aveva mancato di rilevare che anche la donazione in
favore di G.R. era stata trascritta, e in epoca anteriore alla trascrizione del titolo di G.C.. Riteneva,
inoltre, che l'eccepita usucapione ex art. 1159 c.c. non si fosse perfezionata perchè, appartenendo
l'immobile al donante, non poteva configurarsi la fattispecie dell'acquisto a non domino.

2. - Per la cassazione di quest'ultima sentenza G.C. propone ricorso, affidato a due motivi.

2.1. - Resiste con controricorso G.R..

3. - Col primo motivo il ricorrente deduce la contraddittorietà della motivazione della sentenza
impugnata in ordine all'appartenenza del bene conteso alla data della seconda donazione. La Corte
territoriale, infatti, da un lato ha affermato, sia pure implicitamente, che G.F. non era più
proprietario dell'immobile nel 1974, avendolo donato alla figlia R. già nel 1970; dall'altro ha
sostenuto che non ricorrevano gli estremi dell'usucapione decennale ex art. 1159 c.c. in favore di C.
G., perchè il padre di lui all'epoca della seconda donazione era proprietario del bene, e dunque
l'acquisto non poteva qualificarsi come a non domino.

3.1. - La censura è fondata, essendo evidente, per il principio di non contraddizione, che non è
possibile ritenere valida ed efficace la prima donazione, quella del 1970, e nel contempo affermare
che al momento della seconda, avvenuta nel 1974, il donante fosse ancora proprietario
dell'immobile di cui aveva già disposto.

4. - Il secondo motivo denuncia la violazione dell'art. 1159 c.c. Sostiene parte ricorrente che questa
Corte con le sentenze nn. 1596/01 e 10356/09 ha affermato che la donazione di bene altrui,
debitamente trascritta, costituisce titolo idoneo all'usucapione decennale, tenuto conto che l'idoneità
dell'atto ai fini in questione deve ricorrere in astratto e non in concreto.

4.1. - Anche tale motivo è fondato.

La donazione dispositiva di un bene altrui, benchè non espressamente disciplinata, deve ritenersi
nulla alla luce della disciplina complessiva della donazione e, in particolare, dell'art. 771 c.c.,
poichè il divieto di donazione dei beni futuri ricomprende tutti gli atti perfezionati prima che il loro
oggetto entri a comporre il patrimonio del donante; tale donazione, tuttavia, è idonea ai fini
dell'usucapione decennale prevista dall'art. 1159 c.c., poichè il requisito, richiesto da questa norma,
dell'esistenza di un titolo che legittimi l'acquisto della proprietà o di altro diritto reale di godimento,
che sia stato debitamente trascritto, deve essere inteso nel senso che il titolo, tenuto conto della
sostanza e della forma del negozio, deve essere suscettibile in astratto, e non in concreto, di
determinare il trasferimento del diritto reale, ossia tale che l'acquisto del diritto si sarebbe senz'altro
verificato se l'alienante ne fosse stato titolare (cfr. Cass. n. 10356/09, che pur confermando il
precedente di Cass. n. 1596/01 in punto di applicabilità dell'art. 1159 c.c. nel caso di donazione di
beni altrui, se ne discosta quanto alla qualificazione di tale atto, ritenendolo nullo - in adesione a
Cass. nn. 6544/85 e 11311/96 - e non soltanto inefficace).

5. - Per le considerazioni svolte, si propone la decisione del ricorso con ordinanza, nei sensi di cui
sopra, a termini dell'art. 375 c.p.c., n. 5".

2 - La Corte condivide la relazione, in ordine alla quale la memoria depositata dalla parte
controricorrente non contiene argomenti di contrasto, limitandosi a ripercorre l'iter processuale della
vicenda e a svolgere considerazioni di merito estranee ai poteri di sindacato di questa Corte.

Nulla, inoltre, hanno osservato il Procuratore generale e il ricorrente.

Pertanto, in accoglimento del ricorso la sentenza impugnata va cassata con rinvio ad altra sezione
della Corte d'appello di Palermo, che provvederà anche sulle spese del presente giudizio di
cassazione, ai sensi dell'art. 385 c.p.c., comma 3.

P.Q.M.

La Corte accoglie il ricorso e cassa la sentenza impugnata con rinvio ad altra sezione della
Corte d'appello di Palermo, che provvederà anche sulle spese del presente giudizio di
cassazione.

Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Sesta Civile - 2 della Corte Suprema
di Cassazione, il 10 gennaio 2013.

Depositato in Cancelleria il 23 maggio 2013

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