Professional Documents
Culture Documents
SOTTOSEZIONE 2
ha pronunciato la seguente:
ordinanza
G.C. (OMISSIS), elettivamente domiciliato in ROMA, VIA DEGLI SCIPIONI 252, presso lo
studio dell'avvocato CHRISTIAN ARTALE, rappresentato e difeso dagli avvocati CANNIA
GIUSEPPE ANDREA, DE BENEDETTI ANTONINO, giusta procura speciale in calce al ricorso;-
ricorrente -
contro
G.R. (OMISSIS), elettivamente domiciliata in ROMA, VIA GIACOMO BONI 15, presso lo studio
dell'avvocato SAMBATARO ELENA, rappresentata e difesa dall'avvocato LENTINI GASPARE,
giusta mandato in calce al controricorso;- controricorrente -
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 10/01/2013 dal Consigliere
Relatore Dott. FELICE MANNA;
1 - Il consigliere relatore nominato ai sensi dell'art. 377 c.p.c. ha depositato la seguente relazione ex
artt. 380-bis e 375 c.p.c.:
"1. - Tra i germani R. e C., figli di F. G., sorgeva controversia, innanzi al Tribunale di Marsala,
circa la proprietà di un fondo, che il padre aveva donato dapprima a R. e poi a C., rispettivamente
con atto del 22.8.1970 e con atto del 21.2.1974. C., in particolare, sosteneva di aver ad ogni modo
acquistato la proprietà del bene per usucapione decennale, ai sensi dell'art. 159 c.c., essendone
rimasto in possesso dopo la morte del padre per il tempo prescritto.
1.1. - Il Tribunale riteneva prevalente, ai sensi dell'art. 2644 c.c., l'acquisto di G.C. essendone stata
effettuata la trascrizione, a differenza dell'atto di donazione in favore di G.R..
2. - Per la cassazione di quest'ultima sentenza G.C. propone ricorso, affidato a due motivi.
3. - Col primo motivo il ricorrente deduce la contraddittorietà della motivazione della sentenza
impugnata in ordine all'appartenenza del bene conteso alla data della seconda donazione. La Corte
territoriale, infatti, da un lato ha affermato, sia pure implicitamente, che G.F. non era più
proprietario dell'immobile nel 1974, avendolo donato alla figlia R. già nel 1970; dall'altro ha
sostenuto che non ricorrevano gli estremi dell'usucapione decennale ex art. 1159 c.c. in favore di C.
G., perchè il padre di lui all'epoca della seconda donazione era proprietario del bene, e dunque
l'acquisto non poteva qualificarsi come a non domino.
3.1. - La censura è fondata, essendo evidente, per il principio di non contraddizione, che non è
possibile ritenere valida ed efficace la prima donazione, quella del 1970, e nel contempo affermare
che al momento della seconda, avvenuta nel 1974, il donante fosse ancora proprietario
dell'immobile di cui aveva già disposto.
4. - Il secondo motivo denuncia la violazione dell'art. 1159 c.c. Sostiene parte ricorrente che questa
Corte con le sentenze nn. 1596/01 e 10356/09 ha affermato che la donazione di bene altrui,
debitamente trascritta, costituisce titolo idoneo all'usucapione decennale, tenuto conto che l'idoneità
dell'atto ai fini in questione deve ricorrere in astratto e non in concreto.
La donazione dispositiva di un bene altrui, benchè non espressamente disciplinata, deve ritenersi
nulla alla luce della disciplina complessiva della donazione e, in particolare, dell'art. 771 c.c.,
poichè il divieto di donazione dei beni futuri ricomprende tutti gli atti perfezionati prima che il loro
oggetto entri a comporre il patrimonio del donante; tale donazione, tuttavia, è idonea ai fini
dell'usucapione decennale prevista dall'art. 1159 c.c., poichè il requisito, richiesto da questa norma,
dell'esistenza di un titolo che legittimi l'acquisto della proprietà o di altro diritto reale di godimento,
che sia stato debitamente trascritto, deve essere inteso nel senso che il titolo, tenuto conto della
sostanza e della forma del negozio, deve essere suscettibile in astratto, e non in concreto, di
determinare il trasferimento del diritto reale, ossia tale che l'acquisto del diritto si sarebbe senz'altro
verificato se l'alienante ne fosse stato titolare (cfr. Cass. n. 10356/09, che pur confermando il
precedente di Cass. n. 1596/01 in punto di applicabilità dell'art. 1159 c.c. nel caso di donazione di
beni altrui, se ne discosta quanto alla qualificazione di tale atto, ritenendolo nullo - in adesione a
Cass. nn. 6544/85 e 11311/96 - e non soltanto inefficace).
5. - Per le considerazioni svolte, si propone la decisione del ricorso con ordinanza, nei sensi di cui
sopra, a termini dell'art. 375 c.p.c., n. 5".
2 - La Corte condivide la relazione, in ordine alla quale la memoria depositata dalla parte
controricorrente non contiene argomenti di contrasto, limitandosi a ripercorre l'iter processuale della
vicenda e a svolgere considerazioni di merito estranee ai poteri di sindacato di questa Corte.
Pertanto, in accoglimento del ricorso la sentenza impugnata va cassata con rinvio ad altra sezione
della Corte d'appello di Palermo, che provvederà anche sulle spese del presente giudizio di
cassazione, ai sensi dell'art. 385 c.p.c., comma 3.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso e cassa la sentenza impugnata con rinvio ad altra sezione della
Corte d'appello di Palermo, che provvederà anche sulle spese del presente giudizio di
cassazione.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio della Sezione Sesta Civile - 2 della Corte Suprema
di Cassazione, il 10 gennaio 2013.