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DIRITTO DI
COMMERCIALE
X Edizione
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SIMONE
EDIZIONI GIURIDICHE

Gruppo Editoriale Simone


e
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Vietata la riproduzione anche parziale

Tutti i diritti di sfruttamento economico dellopera appartengono alla Simone S.p.A.


(art. 64, D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)

Della stessa collana:


Vol. 1/3 Schemi e Schede di Diritto del Lavoro pp. 288 @ 16,00
Vol. 2/3 Schemi e Schede di Diritto Costituzionale e Pubblico pp. 224 @ 12,00
Vol. 3/4 Schemi e Schede di Diritto Penale pp. 272 @ 15,00
Vol. 4/2 Schemi e Schede di Diritto Amministrativo pp. 304 @ 16,00
Vol. 5/2 Schemi e Schede di Diritto Privato pp. 320 @ 16,00
Vol. 7/2 Schemi e Schede di Diritto Processuale penale pp. 192 @ 16,00
Vol. 8/3 Schemi e Schede di Diritto Processuale Civile pp. 334 @ 17,00
Vol. 21/3 Schemi e Schede di Istituzioni di Diritto Romano pp. 160 @ 10,00
Vol. 32/2 Schemi e Schede di Diritto Ecclesiastico pp. 224 @ 14,00
Vol. 39/2 Schemi e Schede di Economia Aziendale pp. 240 @ 14,00
Vol. 44/1 Schemi e Schede di Economia Politica pp. 176 @ 16,00
Vol. 45/2 Schemi e Schede di Diritto Internazionale Privato pp. 192 @ 15,00
Vol. 46/3 Schemi e Schede di Diritto Internazionale pp. 224 @ 15,00
Vol. 47/5 Schemi e Schede di Diritto dellUnione europea pp. 224 @ 14,00

Coordinamento redazionale a cura di Dario di Majo

Questa edizione stata curata da Silvia DellAgnello

Tutti i diritti di sfruttamento economico dellopera appartengono alla Simone S.p.A.


(art. 64, D.Lgs. 10-2-2005, n. 30)

Finito di stampare nel mese di giugno 2014


da LITOCELEBRANO s.r.l. Via Campana, n. 233 - Pozzuoli - Napoli
per conto della SIMONE S.p.A. - Via F. Russo, 33/D - 80133 - Napoli

Grafica di copertina a cura di Giuseppe Ragno


premessa

Gli Schemi e Schede di Diritto Commerciale offrono, a quanti si apprestano


ad affrontare questa complessa disciplina in vista di esami e concorsi, un
utile supporto per il ripasso e il perfezionamento della propria preparazione,
fornendo una sintesi delle tematiche essenziali.
Anche questa nuova edizione corredata di tre rubriche che consentono
una pi agevole lettura degli istituti:
Osservazioni, nella quale vengono puntualizzati concetti, spesso og-
getto di dibattito in dottrina e in giurisprudenza, che costituiscono il leit
motiv per entrare nel vivo della materia;
Differenze, che analizza aspetti particolari degli argomenti, stimolando
il confronto fra i diversi istituti;
In sintesi, che offre un quadro riepilogativo, in chiave critica, degli ar-
gomenti affrontati nei precedenti paragrafi o capitoli.
Il testo, per come stato concepito, si presta al ritaglio e allinserimento delle
singole tavole nel proprio manuale o blocco di appunti presi alle lezioni, in
modo da avere sempre a disposizione, accanto alla trattazione espositiva,
quella sistematica, particolarmente utile in fase di ripasso.
Lopera, pur privilegiando gli aspetti istituzionali pi frequentemente oggetto
di domanda desame, inoltre aggiornata alle pi recenti novit normative,
tra le quali si segnalano la L. 9/2014, di conversione del decreto Desti-
nazione Italia, che interviene in materia di cartolarizzazione dei crediti e
in materia fallimentare ed il D.Lgs. 21/2014, che modifica la disciplina dei
contratti negoziati fuori dai locali commerciali e dei contratti a distanza.
Vol. 6/3 Compendio di diritto commerciale
XVIII edizione
pp. 544 24,00

Il compendio di Diritto Commerciale giunto alla XVIII edizione ed ha il merito di esporre


in modo semplice e lineare anche problemi pi complicati, di cui piena la materia, le cui
norme sono congegnate per soddisfare determinate esigenze del mondo degli affari, spesso
lontane da chi, invece, si accosta alla stessa per la preparazione di un esame universitario,
di un concorso o di unabilitazione professionale.Tuttavia, si tiene conto anche delle esi-
genze di professionisti ed esperti che necessitano di strumenti di studio pi specifici, per
cui il testo non rinuncia allapprofondimento dottrinale e giurisprudenziale e alle pi recenti
evoluzioni normative.
Parte Prima
Limprenditore e limpresa

Capitolo Primo: Limprenditore e i caratteri dellattivit imprendito-


riale.................................................................................................. Pag. 7
1 La nozione giuridica dimpresa 2 Imprenditore 3 Capacit alleser-
cizio dellimpresa

Capitolo Secondo: Le categorie imprenditoriali................................ 9


1 Classificazione dellimpresa Classificazione in relazione allattivit
esercitata 3 Classificazione in relazione alle dimensioni 4 Classifi-
cazione in relazione alla veste che limprenditore assume allesterno

Capitolo Terzo: Registro delle imprese e semplificazioni per leser-


cizio di attivit economiche.......................................................... 15
1 Generalit 2 Disciplina 3 Efficacia 4 Le modalit di funziona-
mento previste dalle leggi speciali 5 La segnalazione certificata di
inizio attivit (SCIA) 6 La nascita e la gestione di imprese innovati-
ve: start-up

Capitolo Quarto: Limprenditore e i suoi ausiliari.............................. 21


1 Generalit 2 Ausiliari subordinati

Capitolo Quinto: Lazienda................................................................... 23


1 Nozione 2 Natura giuridica 3 Elementi costitutivi 4 Trasferimen-
to dellazienda 5 Usufrutto e affitto dazienda

Capitolo Sesto: I segni distintivi dellimprenditore . ......................... 27


1 Generalit 2 Ditta 3 Insegna 4 Marchio

Capitolo Settimo: I diritti di privativa................................................... 31


1 Diritto dautore 2 Diritto di inventore e brevetto

Capitolo Ottavo: Impresa familiare e azienda coniugale................... 35


1 Impresa familiare 2 Azienda coniugale 3 I patti di famiglia

Capitolo Nono: La concorrenza fra imprese . .................................... 39


1 Principi generali 2 La concorrenza sleale 3 La disciplina antitrust
4 Le intese
Capitolo Decimo: La collaborazione fra imprese............................... Pag. 43
1 Il consorzio di imprese 2 Associazione temporanea di imprese 3
Associazione in partecipazione 4 Gruppo europeo di interesse eco-
nomico (G.E.I.E.)
Capitolo 1 Limprenditore e i caratteri
dellattivit imprenditoriale

1 La nozione giuridica d'impresa

Appare opportuno rilevare che manca nella normativa codicistica sullattivit imprenditoriale unau-
tonoma definizione di impresa: il legislatore, mentre ha prodotto la nozione di imprenditore (v. par. suc-
cessivo), nulla precisa quanto allimpresa.
Preferibile, in realt, ci pare la tesi della dottrina dominante (GRAZIANI, ASCARELLI, BUONO-
CORE) secondo la quale il concetto dimpresa si desume in via derivata dalla definizione di impren-
ditore: limpresa , dunque, lattivit economica organizzata ed esercitata professionalmente dallim-
prenditore al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi.

2 Imprenditore

Nozione: imprenditore chi esercita professionalmente unattivit economica organizzata al fine


della produzione o dello scambio di beni o servizi (art. 2082 c.c.).

CC Attivit economica: per attivit si intende una serie di atti finalizzati ad


uno scopo.
Lattivit economica attivit diretta alla creazione di nuove utilit, quin-
di di nuova ricchezza; essa deve essere lecita, cio non contraria a nor-
me imperative, allordine pubblico o al buon costume. Dal punto di vista
strettamente giuridico, il requisito dello scopo di lucro non fa parte degli
elementi costitutivi dellimpresa. Per aversi impresa essenziale che lat-
tivit produttiva sia condotta con metodo economico, cio secondo mo-
dalit che consentono quanto meno la copertura dei costi con i ricavi.
CC Organizzazione: per realizzare le finalit dellimpresa necessario che
vi siano mezzi patrimoniali da impiegare e uomini che lavorino. Lorga-
nizzazione ha ad oggetto i fattori della produzione, capitale proprio o
altrui e lavoro. Tale elemento serve ad individuare il confine fra attivi-
Elementi t produttive che, se organizzate, assumono il carattere di impresa e
caratterizzanti attivit che, pur essendo dirette alla produzione o allo scambio di beni e
servizi, non assumono il carattere di impresa (es.: lavoro autonomo).
CC Professionalit: la professionalit implica che lattivit sia abituale, sta-
bile, duratura, svolta sistematicamente. Non occorre per che lattivit
sia svolta in permanenza e senza interruzione: possono costituire ogget-
to di impresa le cd. imprese stagionali, in quanto nel ripetersi dellattivit
costante ad ogni stagione vi una stabilit sufficiente a far acquistare la
qualit di imprenditore. imprenditore anche chi realizza un unico affa-
re, purch esso si concretizzi in unattivit protratta nel tempo che richie-
da limpiego di unadeguata organizzazione di mezzi.
CC Finalizzazione alla produzione di beni o servizi: lespressione pleo-
nastica dal momento che quando si parla di attivit economica gi si fa
riferimento ad una attivit rivolta alla produzione o allo scambio di beni o
di servizi.

Capitolo 1 - Limprenditore e i caratteri dellattivit imprenditoriale 7

2.1 Acquisto della qualit di imprenditore


Condizione necessaria e sufficiente per lacquisto della qualit di imprenditore lesercizio effet-
tivo di unattivit imprenditoriale.

Osservazioni

Linizio dellimpresa fatto dipendere dallesercizio di atti che, per la loro significativit o il loro nu-
mero, fanno desumere quale sia il fine dellesercizio di unattivit imprenditoriale (CAMPOBASSO).
In particolare, in presenza di un apparato organizzativo appositamente predisposto, anche il com-
pimento di un unico atto di gestione ritenuto idoneo allesercizio dellimpresa; in mancanza del-
la predisposizione di unorganizzazione di mezzi, sar necessaria la reiterazione degli atti compiu-
ti ovvero la loro sistematicit e il preordinamento allesercizio di unimpresa.

2.2 Perdita della qualit di imprenditore


Non legata a momenti formali, ma si produce in conseguenza della cessazione di fatto dellatti-
vit dimpresa. La disgregazione del complesso aziendale necessaria per sancire la fine dellimpresa
si ha allorquando limprenditore ha esaurito la liquidazione dellattivo. La cessazione dellimpresa pu
avvenire anche per la morte dellimprenditore.

3 Capacit allesercizio dellimpresa

richiesta per lesercizio dellimpresa la capacit di agire.


Il legislatore ha dettato una particolare disciplina volta a regolare la fattispecie di un soggetto to-
talmente incapace (minore ed interdetto) o parzialmente incapace (emancipato e inabilitato) che si
trovi titolare di unimpresa commerciale.
Lincapace (minore o interdetto) e linabilitato possono essere autorizzati solo a continuare, ma
non ad iniziare, lesercizio dellattivit commerciale ad essi pervenuta a titolo derivativo. Solo il mino-
re emancipato pu iniziare ex novo lesercizio di unimpresa commerciale, su autorizzazione del Tri-
bunale.
La continuazione di unimpresa commerciale sia in caso di incapacit assoluta, sia nel caso di
inabilitati e minori emancipati deve essere autorizzata dal Tribunale su parere del giudice tutelare.
Nel caso del minore e dellinterdetto il giudice tutelare pu autorizzare lesercizio provvisorio dellim-
presa.
Tutti i provvedimenti di autorizzazione e revoca devono essere iscritti nel Registro delle imprese.

In sintesi

Nella normativa codicistica sullattivit imprenditoriale manca unautonoma definizione di impresa,


la quale si desume in via derivata dalla definizione di imprenditore contenuta nellart. 2082 c.c.
Limpresa , dunque, lattivit economica organizzata ed esercitata professionalmente dallimpren-
ditore al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi.
Limprenditore si presenta come colui che utilizza i fattori della produzione organizzandoli, a pro-
prio rischio, nel processo produttivo di beni o servizi. Due elementi fondamentali caratterizzano
limprenditore: liniziativa, cio il potere di organizzare limpresa, di indirizzarne lattivit deciden-
done la politica economia e di dirigere la produzione; il rischio economico, cio la sopportazione
di tutti gli oneri inerenti alla conduzione dellimpresa. Il compenso per tale rischio costituisce il pro-
fitto imprenditoriale ed rappresentato dal plusvalore fra ricavi e costi di produzione.

8 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Capitolo 2 Le categorie imprenditoriali

1 Classificazione dellimpresa

In relazione CC Impresa commerciale (art. 2195 c.c.).


allattivit esercitata CC Impresa agricola (art. 2135 c.c.).

In relazione CC Piccolo imprenditore (art. 2083 c.c.).


alle dimensioni CC Imprenditore medio-grande.

In relazione CC Impresa pubblica.


al soggetto esercente CC Impresa privata.

In relazione alla veste che CC Imprenditore individuale.


limprenditore assume vo-
lontariamente allesterno CC Imprenditore collettivo (societ).

2 Classificazione in relazione allattivit esercitata

2.1 Imprenditore agricolo


Nozione: imprenditore agricolo chi esercita unattivit diretta alla coltivazione del fondo, alla sel-
vicoltura, allallevamento di animali e attivit connesse (art. 2135 c.c.). Limpresa agricola pu svol-
gersi anche in forma associata e societaria.

CC Attivit agricole principali: sono quelle dirette alla coltivazione del


fondo, alla selvicoltura e allallevamento di animali. Per coltivazione
del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le
Attivit agricole attivit dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una
fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale, che
utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci, sal-
mastre o marine.
CC Attivit agricole per connessione: sono quelle connesse ad unatti-
vit agricola principale o da questa dipendenti.

Che vi sia unattivit umana definibile come


CC Coltivazione del attivit di produzione di beni, non essendo suf-
fondo: quellattivi- ficiente la mera raccolta dei frutti.
Attivit agricole t rivolta allo sfrut- Che il fondo assuma un ruolo di fattore pro-
principali tamento delle ener- duttivo e non di mero strumento per la conser-
gie naturali della vazione delle piante.
terra. necessario Sono indifferenti le modalit tecnico-organiz-
zative con le quali il fondo coltivato.

Capitolo 2 - Le categorie imprenditoriali 9

CC Selvicoltura: quellattivit rivolta alla produzione del legname. Si ri-


chiede una complessa attivit di coltivazione e non una attivit mera-
mente estrattiva.
CC Allevamento di animali: nellattuale formulazione della norma, sta-
Attivit agricole to eliminato il riferimento al bestiame, abbandonando il principio se-
principali condo cui lallevamento di animali, per essere qualificato come agri-
colo, non doveva essere disgiunto dalla terra e dal suo sfruttamento.
In tale prospettiva la qualifica di impresa agricola dovrebbe essere ri-
conosciuta a tutti gli allevamenti di animali, di qualsiasi tipo e genere
(inclusi lapicoltura, lavicoltura, gli allevamenti di animali in batteria,
da pelliccia, gli allevamenti di cani e di cavalli etc.).

CC Attivit dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, com-


mercializzazione e valorizzazione di prodotti prevalentemente ottenuti
dalla coltivazione del fondo o del bosco o dallallevamento di animali.
Attivit agricole CC Attivit dirette alla fornitura di beni o servizi mediante lutilizzazione
per connessione prevalente di attrezzature o risorse dellazienda normalmente impie-
gate nellattivit agricola esercitata, comprese le attivit di valorizza-
zione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, ovvero di rice-
zione ed ospitalit come definite dalla legge (es.: lagriturismo).

La connessione deve operare sul piano:


soggettivo: deve esserci identit tra chi eserciti lattivit agricola principale e chi eserciti quella
connessa;
oggettivo: tale connessione viene legislativamente individuata:
a) per le attivit di manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valo-
rizzazione, nella connessione con prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fon-
do o del bosco o dallallevamento di animali;
b) per le attivit dirette alla fornitura di beni o servizi, nella utilizzazione prevalente di attrezzatu-
re o risorse dellazienda normalmente impiegate nellattivit agricola esercitata.

Caratteristiche dellimprenditore agricolo


Deve iscriversi nel Registro delle imprese, allinterno di una sezione speciale. Tale regime pubbli-
citario ha effetti dichiarativi.
Non obbligato a tenere le scritture contabili.
Non soggetto alle procedure concorsuali. Tuttavia, il D.L. 98/2011, conv. in L. 111/2011 (manovra
economica) ha previsto che, in attesa della revisione complessiva della disciplina dell'imprenditore
agricolo in crisi, le imprese agricole in stato di insolvenza e di crisi potranno accedere agli accordi
di ristrutturazione dei debiti e di transazione fiscale previsti dagli articoli 182bis e 182ter L.F. Da
ultimo, il D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012, ha chiarito con espressa disposizione normativa che
l'imprenditore agricolo pu accedere alla procedura di composizione delle crisi da sovraindebita-
mento di cui alla L. 3/2012 (v. Parte Quinta, Cap. 51, par. 9).

2.2 Imprenditore commerciale


Nozione: sono imprenditori commerciali coloro che non esercitano attivit agricola, ed in partico-
lare gli imprenditori che esercitano le attivit indicate nellart. 2195 c.c.

CC Attivit industriali: sono tutte le attivit dirette alla produzione di beni


Le attivit indicate o servizi, ossia quelle che si propongono la creazione di nuovi prodotti at-
dallart. 2195 c.c. traverso la trasformazione di materie prime, nonch quelle che con lor-
ganizzazione di capitale e lavoro realizzano la predisposizione di servizi.

10 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


CC Attivit commerciali: sono le attivit intermediarie nella circolazione
di beni, ossia le imprese di somministrazione e le imprese svolgenti
attivit di intermediazione.

CC Attivit di trasporto: sono quelle che realizzano il trasferimento di


persone e/o di cose da un luogo allaltro per terra, aria, acqua.
Le attivit indicate CC Attivit bancarie: sono quelle attivit, riservate alle banche, che si
dallart. 2195 c.c. concretano nella raccolta di risparmio tra il pubblico e nelleserci-
zio del credito.
CC Attivit assicurative: sono quelle attivit che consistono nelleserci-
zio delle assicurazioni private.
CC Attivit ausiliarie alle precedenti: sono quelle attivit che agevola-
no lesercizio delle attivit specificamente indicate o comunque sono
legate a queste da un rapporto di complementariet.

Statuto dellimprenditore commerciale:


obbligato a iscriversi nel Registro delle imprese (artt. 2188-2202 c.c. e art. 8, L. 29 dicembre
1993, n.580).
Pu servirsi di ausiliari (artt. 2203-2213 c.c.).
obbligato a tenere le scritture contabili (artt. 2214-2220 c.c.).
soggetto al fallimento e alle altre procedure concorsuali (art. 2221 c.c. e R.D. 267/1942).

Osservazioni

Nella categoria della impresa civile rientrerebbero quelle non classificabili come agricole (art. 2135
c.c.) o commerciali (art. 2195 c.c.) perch la loro attivit non implica limpiego di materie prime e
la loro trasformazione in nuovi beni (es.: estrazione di minerali, agenzie matrimoniali, investigati-
ve etc.). Tali imprese non sarebbero sottoposte allo statuto commerciale dellimprenditore. La loro
ammissibilit fortemente discussa in dottrina.

3 Classificazione in relazione alle dimensioni

3.1 Piccolo imprenditore


Nozione: sono piccoli imprenditori il coltivatore diretto del fondo, lartigiano, i piccoli commer-
cianti e coloro che esercitano unattivit professionale organizzata con lavoro prevalentemente pro-
prio e dei componenti della propria famiglia (art. 2083 c.c.).

CC Colui che coltiva il fondo col lavoro prevalentemente proprio o di per-


sone della sua famiglia (art. 1647 c.c.).
CC Colui che direttamente e abitualmente si dedica alla coltivazione dei
fondi ed allallevamento ed al governo del bestiame, sempre che la com-
plessiva forza lavorativa del nucleo familiare non sia inferiore ad un ter-
Coltivatore diretto zo di quella occorrente per le normali necessit della coltivazione del fon-
del fondo do o per lallevamento ed il governo del bestiame.
CC Colui che coltiva il fondo con il lavoro proprio e della propria famiglia,
semprech tale forza lavorativa costituisca almeno un terzo di quella
occorrente per le normali necessit di coltivazione del fondo, tenuto
conto, agli effetti del computo delle giornate necessarie per la coltiva-
zione del fondo stesso, anche dellimpiego delle macchine agricole.

Capitolo 2 - Le categorie imprenditoriali 11

CC Colui che esercita personalmente, professionalmente ed in qualit di tito-


lare, limpresa artigiana, assumendone la piena responsabilit con tutti gli
oneri ed i rischi inerenti alla sua direzione e gestione e svolgendo in misu-
ra prevalente il proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo.
CC Colui che svolge attivit di produzione di beni, anche semilavorati, o di
prestazioni di servizi, escluse le attivit agricole e le attivit di prestazio-
Imprenditore artigiano
ne di servizi commerciali, di intermediazione nella circolazione di beni o
ausiliarie di queste ultime, di somministrazione al pubblico di alimenti e
bevande.
CC Colui che svolge lattivit precedente anche con la prestazione dopera di
personale dipendente (il cui numero varia fino ad un massimo di 40) di-
retto personalmente dallimprenditore artigiano o dai soci.

CC Colui che, rispondendo ai caratteri di cui allart. 2083 c.c., svolge unat-
Piccolo commerciante
tivit di intermediazione nella circolazione dei beni.

Il piccolo imprenditore iscritto nella sezione speciale del Registro delle imprese e tale iscrizione
ha funzione di certificazione anagrafica e di pubblicit notizia. esonerato dalla tenuta delle scritture
contabili. Infine, non pu essere sottoposto alla procedura fallimentare n alle altre procedure concor-
suali, qualora sia in possesso dei requisiti di non fallibilit previsti dallart. 1 L.F.
opportuno segnalare che la L. 3/2012 ha introdotto nel nostro ordinamento la procedura di com-
posizione delle crisi da sovraindebitamento, volta a porre rimedio alle sempre pi diffuse situazioni di
indebitamento in cui si trovano famiglie, piccole imprese e consumatori, cio quei soggetti non sot-
toposti a procedure concorsuali diverse da quelle regolate dalla medesima legge. Per la trattazione di
tale procedura si rinvia oltre alla Parte Quinta, Cap. 51, par. 9.

Osservazioni

Mutuando linsegnamento di autorevole dottrina, si pu aggiungere che la piccola impresa si diffe-


renzia dallimpresa medio-grande sotto il profilo delle dimensioni e dellorganizzazione interna: dal
primo punto di vista, perch la necessit della prevalenza del lavoro familiare limita il ricorso a ma-
nodopera estranea e limpiego di capitali; dal punto di vista organizzativo, perch la piccola impre-
sa si incentra nella persona del titolare a tal punto che lattivit negoziale e prenegoziale posta in
essere nellesercizio dellimpresa stessa viene vanificata dalla sua morte o dalla sua sopravvenuta
incapacit, a differenza di quanto accade, invece, per limprenditore medio-grande (BUONOCORE).

4 Classificazione in relazione alla veste che limprenditore assu-


me allesterno

Impresa individuale CC quella esercitata da una persona fisica.

CC quella esercitata in comune da pi soggetti.


Impresa collettiva CC quella esercitata nellinteresse di pi persone.
CC quella che nella titolarit di pi soggetti.

12 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


In sintesi

Il concetto di imprenditore accolto dal legislatore allart. 2082 c.c. abbraccia ogni forma di atti-
vit produttiva organizzata, quale che sia la natura, la dimensione o lo scopo dellattivit stessa.
Proprio in considerazione dellampiezza del concetto, nel codice possono identificarsi tre criteri di
classificazione dellimprenditore e della sua attivit:
un criterio qualitativo, che si rif alla pi antica classificazione tra le attivit imprenditoriali e
cio quella tra imprenditore agricolo e imprenditore commerciale;
un criterio quantitativo, che ha riguardo alle dimensioni dellattivit imprenditoriale distinguen-
do le figure del piccolo imprenditore e grande imprenditore;
un criterio personale, che tiene conto del numero dei soggetti che esercitano e dirigono lim-
presa, distinguendo tra imprenditore individuale (che pu, comunque, avvalersi dellopera di
collaboratori) e imprenditore collettivo o societ (art. 2247 c.c.).

note
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Capitolo 2 - Le categorie imprenditoriali 13

note
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14 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Capitolo 3 Registro delle imprese e semplificazioni
per lesercizio di attivit economiche

1 Generalit

Il registro delle imprese lo strumento di pubblicit legale disposto dallart. 2188 c.c., attraver-
so il quale il legislatore ha inteso fornire la possibilit di acquisire informazioni sui dati e i fatti salienti
delle imprese e quanti vengono in contatto con esse. Trattasi di un pubblico registro, sottoposto al
controllo di un giudice a ci delegato dal presidente di ciascun Tribunale.
Il Registro delle imprese stato effettivamente istituito con la L. 29-12-1993, n. 580 e successivo
regolamento di attuazione D.P.R. 581/1995, che ha preposto alla tenuta del registro un apposito Uffi-
cio istituito presso la Camera di commercio, ed ha esteso lobbligo di iscrizione agli imprenditori agri-
coli, ai piccoli imprenditori, alle societ semplici ed alle imprese artigiane. Liscrizione, per tali sogget-
ti, ha solo funzione di certificazione anagrafica e di pubblicit notizia, eccetto che per gli imprenditori
agricoli per i quali, il D.Lgs. 228/2001, ha previsto lefficacia di opponibilit ai terzi.

2 Disciplina

Il codice civile impone per liscrizione nel Registro delle imprese le seguenti formalit:

CC Lobbligo di iscrizione incombe sullimprenditore commerciale, sul-


Soggetti obbligati le societ, anche se non hanno ad oggetto unimpresa commer-
alliscrizione ciale, sugli enti pubblici aventi come oggetto esclusivo o principa-
le unattivit commerciale, sui consorzi con attivit esterna.

CC Sono soggetti alliscrizione tutti gli atti e i fatti che concernono i mo-
menti pi importanti della vita dellimpresa (dal sorgere, alle modi-
ficazioni e trasformazioni, fino allestinzione). Tutti gli atti da depo-
sitare al registro delle imprese, formati a partire dal 15 gennaio 2009
Atti soggetti alliscrizione (data di entrata in vigore del D.P.C.M. 10 dicembre 2008), dovran-
no essere predisposti in formato Pdf/A. Si tratta di un formato cre-
ato apportando delle restrizioni alle funzionalit del formato Pdf,
che consente larchiviazione elettronica dei documenti in modo da
garantirne la salvaguardia per periodi di tempo prolungati.

CC Liscrizione avviene su domanda dellinteressato ma, essendo ob-


bligatoria, pu essere eseguita anche dufficio: in ogni caso su-
Modalit delliscrizione
bordinata allaccertamento, da parte dellufficio del registro, delle
condizioni richieste dalla legge.

Il D.L. 185/2008 (cd. decreto anticrisi), conv. in L. 2/2009, al fine di ridurre i costi amministrativi so-
stenuti dalle imprese, ha previsto che le societ, al momento delliscrizione nel Registro delle impre-
se, dovranno dotarsi obbligatoriamente di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) preveden-
do, quindi, modalit di comunicazione e consultazione dei dati ad essa relativi in forma elettronica.
Lobbligo di depositare presso il Registro delle imprese il proprio indirizzo Pec stato esteso, a par-
tire dal giugno 2013, anche alle imprese individuali (D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012).

Capitolo 3 - Registro delle imprese e semplificazioni per lesercizio di attivit economiche 15

Infine, lart. 2250 c.c., come modificato dalla Legge comunitaria 2008, consente la pubblicazione de-
gli atti delle societ per azioni delle societ a responsabilit limitata e delle societ in accomandita per
azioni, per i quali obbligatoria liscrizione nel registro delle imprese, in una sezione ad hoc del registro
delle imprese, in altra lingua ufficiale delle Comunit europee, con traduzione giurata di un esperto.

3 Efficacia

CC Positiva, nel senso che i terzi non possono opporre lignoranza dei
fatti iscritti, che si presumono ad essi noti.
Liscrizione ha efficacia CC Negativa, nel senso che i fatti non iscritti non sono, invece, oppo-
nibili ai terzi (a meno che non si provi che i terzi stessi ne erano a
conoscenza).
Una volta avvenuta liscrizione, la presunzione di conoscenza assoluta (iuris et de iure); in caso
di mancata iscrizione, invece, vi solo una presunzione relativa di ignoranza del terzo ( ammessa,
cio, la prova contraria).

Differenze

Lefficacia delliscrizione, di regola, solo dichiarativa, poich si esaurisce nel campo dellopponi-
bilit ai terzi degli atti e dei fatti iscritti i quali, appunto, sono opponibili ai terzi anche nel caso in cui
essi diano prova di non conoscenza. In alcuni casi particolari, tuttavia, lefficacia costitutiva, come
per le societ di capitali e le societ cooperative, che solo con liscrizione nel registro acquistano
personalit giuridica (art. 2331 c.c.). Per le societ semplici, il piccolo imprenditore, limprenditore
agricolo e limprenditore artigiano liscrizione, invece, ha funzione di mera pubblicit-notizia, aven-
te lo scopo di rendere determinati fatti conoscibili ai terzi, senza per che la sua omissione incida
sulla loro validit ed opponibilit.

4 Le modalit di funzionamento previste dalle leggi speciali

CC Istituzione di quattro sezioni speciali del registro, nelle quali sono


iscritti i piccoli imprenditori, gli imprenditori agricoli e le societ sem-
plici ed annotate le imprese artigiane. Sono stati cos attratti nel regi-
stro anche soggetti per i quali il codice civile non prevede lobbligo di
Le novit introdotte dal- iscrizione. Con il D.P.R. 558/1999 le sezioni speciali sono state accor-
lart. 8 della L. 580/1993 pate in ununica sezione.
CC Automazione del registro secondo tecniche informatiche e tele-
matiche, in quanto la predisposizione, la tenuta, la conservazione
e la gestione di esso devono avvenire secondo tecniche informa-
tiche.

Dal 1 aprile 2010 a pieno regime la comunicazione unica per la nascita e lavvio di unimpre-
sa, procedura le cui regole tecniche di attuazione sono state definite con D.P.C.M. 6-5-2009. Tale co-
municazione, da presentare allufficio del Registro delle imprese presso le camere di commercio com-
petenti utilizzando la via telematica, vale come assolvimento della maggior parte degli adempimenti
amministrativi previsti per liscrizione al Registro delle imprese e, se sussistono i presupposti di leg-
ge, vale anche ai fini previdenziali, assistenziali, fiscali e per lottenimento del codice fiscale e della
partita Iva. Si tratta di una semplificazione affidata, dunque, ad una procedura informatica attraverso
la quale le imprese possono diventare operative in un giorno e assolvere gli adempimenti dichiarativi
verso il Registro delle imprese, lInps, lInail e lAgenzia delle entrate mediante la presentazione di un
modello informatico unificato. La suddetta comunicazione diventa unico adempimento anche per le
modifiche e le cessazioni delle imprese.

16 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


5 La segnalazione certificata di inizio attivit (SCIA)
Ulteriori misure di semplificazione in vista dellesercizio di un attivit economica sono state intro-
dotte, in un primo momento, dal D.Lgs. 59/2010 (di attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai
servizi nel mercato interno), le cui disposizioni si applicano a qualunque attivit economica, di carat-
tere imprenditoriale o professionale, svolta senza vincolo di subordinazione, diretta allo scambio di
beni o alla fornitura di altra prestazione anche a carattere intellettuale. In virt di tale decreto, per av-
viare unattivit economica sarebbe stato sufficiente presentare al nuovo sportello unico per le attivi-
t produttive o alle Camere di commercio la dichiarazione di inizio di attivit per lavvio dellesercizio,
in luogo dellautorizzazione delle autorit competenti. Tale dichiarazione doveva essere comunicata
alla Pubblica Amministrazione e, decorsi trenta giorni dalla comunicazione, il privato poteva dare ini-
zio allattivit oggetto della dichiarazione.
Successivamente per, il D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010, ha riformulato interamente lart. 19
della L. 241/1990, sostituendo la Dichiarazione di inizio attivit (DIA), con la segnalazione certifica-
ta di inizio attivit (SCIA).

CC Ogni atto di autorizzazione, licenza, concessione non costitutiva, permesso


o nulla osta comunque denominato, comprese le domande per le iscrizioni in
albi o ruoli richieste per lesercizio di attivit imprenditoriale, commerciale o
artigianale il cui rilascio dipenda esclusivamente dallaccertamento di requi-
siti e presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi a contenuto ge-
nerale, e non sia previsto alcun limite o contingente complessivo o specifici
strumenti di programmazione settoriale per il rilascio degli atti stessi, sosti-
tuito da una segnalazione dellinteressato (SCIA).
CC La SCIA deve essere corredata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni
e dellatto di notoriet.
CC Lattivit pu essere iniziata immediatamente dalla data di presentazione
Le nuove regole della segnalazione allamministrazione competente.
prevedono che CC In caso di accertata carenza dei requisiti necessari ed entro il termine di 60
giorni dal ricevimento della SCIA, lamministrazione competente adotta moti-
vati provvedimenti con cui dispone il divieto di proseguire lattivit e la rimo-
zione degli eventuali effetti dannosi. Linteressato pu evitare tali provvedi-
menti conformando alla normativa vigente lattivit ed i suoi effetti entro un
termine fissato dallamministrazione, in ogni caso non inferiore a 30 giorni.
CC Decorso il termine dei 60 giorni dalla SCIA, allamministrazione consentito
intervenire solo in presenza di pericolo attuale di un danno grave e irrepara-
bile per il patrimonio artistico e culturale, per lambiente, per la salute, per la
sicurezza pubblica o la difesa nazionale e previo motivato accertamento
dellimpossibilit di tutelare comunque tali interessi mediante conformazione
dellattivit dei privati alla normativa vigente.
Sono esclusi dalla disciplina sulla SCIA i casi in cui sussistano vincoli ambientali, paesaggisti-
ci o culturali e gli atti rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa nazionale, alla pubblica sicu-
rezza, allimmigrazione, allasilo, alla cittadinanza, allamministrazione della giustizia, allamministra-
zione delle finanze, ivi compresi gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito anche derivante
dal gioco, nonch quelli previsti dalla normativa per le costruzioni nelle zone sismiche e quelli impo-
sti dalla normativa comunitaria.
Ulteriori semplificazioni nel processo di liberalizzazione delle attivit economiche sono state intro-
dotte dal D.L. 138/2011, conv. in L. 148/2011 (manovra bis).
Il D.L. 5/2012, conv. in L. 35/2012, ha stabilito che il Governo individuer in modo tassativo le au-
torizzazioni da mantenere, le attivit sottoposte a SCIA, quelle per le quali sar sufficiente una sem-
plice comunicazione e le attivit del tutto libere: verranno, di conseguenza, abrogate tutte le disposi-
zioni incompatibili assicurando chiarezza e certezza alle imprese.

Capitolo 3 - Registro delle imprese e semplificazioni per lesercizio di attivit economiche 17

Da ultimo, con il D.Lgs. 147/2012, il legislatore ha manifestato ancora una volta la volont di in-
trodurre ulteriori semplificazioni sul fronte delle attivit economiche. Il provvedimento, partendo dalla
constatazione che occorre rimuovere ancora un numero rilevante di vincoli nel nostro ordinamento,
causa di ritardi e ostacoli al pieno sviluppo della libert di iniziativa economica, si caratterizza per il
fine esplicito di sottrarre alla Pubblica Amministrazione quanti pi possibili compiti di valutazione pre-
ventiva delle istanze provenienti dalle imprese, ridistribuendo il potere di controllo nella fase susse-
guente, cio dopo lavvio dellattivit.

6 La nascita e la gestione di imprese innovative: start-up

6.1 Generalit e definizione


Sempre nellambito del processo di semplificazione si inserisce il D.L. 179/2012, recante Ulte-
riori misure urgenti per la crescita del Paese, conv. in L. 221/2012, con cui il legislatore ha introdot-
to nel nostro ordinamento un quadro normativo finalizzato alla nascita ed alla crescita di nuove impre-
se innovative (c.d. start-up innovativa). Ci al fine di contribuire allo sviluppo di una nuova cultura
imprenditoriale, creare un contesto maggiormente favorevole allinnovazione, promuovere maggiore
mobilit sociale, attrarre in Italia talenti, imprese innovative e capitali dallestero.
Con il termine start-up innovativa si definisce la societ di capitali, costituita anche in forma co-
operativa, di diritto italiano ovvero la societ europea residente in Italia, le cui azioni o quote rappre-
sentative del capitale sociale non sono quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multila-
terale di negoziazione che ha quale oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione
e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.

6.2 Start-up innovativa e incubatore certificato

CC La societ deve essere costituita e svolgere attivit dimpresa da


non pi di 48 mesi.
CC La societ deve avere la sede principale dei propri affari ed in-
teressi in Italia.
CC Il totale del valore della produzione annua della societ, a par-
Requisiti sostanziali (art. 25 tire dal secondo anno, non deve essere superiore a 5 milioni di
della L. 221/2012, come mo- euro.
dificato dal D.L. 76/2013, CC La societ non deve distribuire o aver distribuito utili.
conv. in L. 99/2013 CC La societ deve avere quale oggetto sociale esclusivo o preva-
lente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di pro-
dotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
CC La societ non deve essere stata costituita da una fusione, scis-
sione societaria od a seguito di cessione dazienda o di ramo
dazienda.

A ci si aggiunge il fatto che la start-up innovativa deve possedere almeno uno dei seguenti ulte-
riori requisiti sostanziali: le spese in ricerca e sviluppo sostenute dalla societ debbono essere ugua-
li o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione; la societ deve im-
piegare come dipendenti o collaboratori, in percentuale uguale o superiore ad 1/3 della propria forza
lavoro, personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricer-
ca ovvero in possesso di laurea, che abbia svolto unattivit di ricerca certificata presso istituti pubbli-
ci o privati da almeno 3 anni, ovvero, in percentuale uguale o superiore a 2/3 della forza lavoro com-
plessiva, personale in possesso di laurea magistrale; la societ deve essere titolare o depositaria o li-
cenziataria di almeno una privativa industriale relativa ad una invenzione industriale, biotecnologica,
a una topografia di prodotto a semiconduttori o ad una nuova variet vegetale ovvero deve essere ti-

18 Parte Prima - Limprenditore e limpresa


tolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pub-
blico speciale per i programmi per elaboratore, purch tali privative siano direttamente afferenti allog-
getto sociale ed allattivit dellimpresa.
Il legislatore ha previsto, accanto alla start-up innovativa, anche unulteriore figura imprenditoria-
le denominata incubatore di start-up innovative certificato.

CC Una societ di capitali di diritto italiano, o Societas Europaea, re-


sidente in Italia, che offre servizi per sostenere la nascita e lo svi-
luppo di start-up innovative. In altre parole lincubatore certifi-
cato il soggetto giuridico che mette a disposizione, delle impre-
Definizione
se che vogliono intraprendere il percorso di start-up in campo
scientifico-tecnologico, attrezzature, impianti, personale e know-
how, allo scopo di agevolare sia la nascita che lo sviluppo di re-
alt imprenditoriali innovative.

I requisiti che gli incubatori devono possedere sono legati alla disponibilit di risorse materiali e
professionali per svolgere tale attivit.
Viene inoltre istituita unapposita sezione del Registro delle Imprese con liscrizione obbligatoria
per le start-up innovative e gli incubatori certificati cos da garantirne la massima pubblicit e traspa-
renza.
Al fine di creare un ambiente favorevole per lo sviluppo di start-up innovative, sono previste de-
roghe al diritto societario, in modo da rendere la gestione di tali imprese flessibile, la loro governan-
ce il pi possibile snella e di allargare le opportunit di finanziamento.
Inoltre, vengono anche ridotti gli oneri per lavvio della start-up innovativa e dellincubatore certi-
ficato, attraverso lesonero dai diritti di bollo e di segreteria per liscrizione al Registro delle Imprese.
Infine si scelto di sottrarre le start-up alle procedure concorsuali vigenti prevedendo il loro
assoggettamento, in via esclusiva, alla disciplina della gestione della crisi da sovraindebitamento
(L. 3/2012).

In sintesi
Numerose modifiche sono intervenute nel sistema di pubblicit previsto dalla L. 580/1993 e suc-
cessive modificazioni.
La principale novit consistita nellassorbimento in ununica sezione speciale delle quattro pre-
cedentemente esistenti (per gli imprenditori agricoli, i piccoli imprenditori, le societ semplici e gli
artigiani). stata inoltre successivamente istituita unapposita sezione speciale relativa alle socie-
t tra avvocati, previste dal D.Lgs. 96/2001, con funzione di pubblicit notizia.
Le domande, le denunce e gli atti che le accompagnano, che devono essere depositate allufficio
del registro delle imprese dai soggetti obbligati, ad esclusione di quelle presentate dagli imprendi-
tori individuali e dagli iscritti nel REA (repertorio economico amministrativo), devono essere pre-
sentate obbligatoriamente attraverso una modulistica elettronica e sottoscritte con firma digitale
tramite il sistema di smart-card fornita dagli Uffici del registro delle imprese, presso le rispettive Ca-
mere di Commercio.
Negli ultimi anni vi stata una grande produzione legislativa volta a liberalizzare le attivit econo-
miche e a semplificare gli adempimenti richiesti a chi vuole intraprendere unattivit economica o
si trova a gestirla.
Nellambito di tale processo di semplificazione si inseriscono la segnalazione certificata di inizio at-
tivit e le start-up innovative.

Capitolo 3 - Registro delle imprese e semplificazioni per lesercizio di attivit economiche 19

note
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20 Parte Prima - Limprenditore e limpresa


Capitolo 4 Limprenditore e i suoi ausiliari

1 Generalit

Nello svolgimento della sua attivit, limprenditore pu avvalersi della collaborazione di altri sog-
getti, che possono coadiuvarlo dallesterno ed in maniera autonoma, ovvero dallinterno dellimpresa
ed in posizione di dipendenza dallimprenditore.

Institori: sono persone preposte dal


titolare allesercizio di unimpresa
commerciale o di una sede secon-
daria o di un ramo particolare dellim-
presa (artt. 2203-2208 c.c.).
Procuratori: sono coloro i quali, in
CC Ausiliari subordinati:
base ad un rapporto continuativo,
legati allimprenditore
possono compiere per limprendito-
da un rapporto di lavoro
re gli atti pertinenti allesercizio
Ausiliari dellimprenditore subordinato
dellimpresa, pur non essendovi pre-
posti (art. 2209 c.c.).
Commessi: sono coloro che eserci-
tano attivit subordinata di concetto
o di ordine, estranea per a funzio-
ni direttive (artt. 2210-2213 c.c.).
CC Ausiliari autonomi: legati allimprenditore da un rapporto di pre-
stazione dopera (es.: mandato, commissione, contratto di spedi-
zione, mediazione, contratto di agenzia).

2 Ausiliari subordinati

CC lalter ego dellimprenditore, al quale risponde del suo operato.


CC Risponde dellosservanza delle disposizioni in materia di iscrizio-
ne nel Registro delle imprese e di tenuta dei libri contabili (art. 2205
c.c.).
CC Ha ampi poteri gestionali e rappresentativi inerenti alla sua funzio-
ne che non richiedono una procura espressa.
CC Pu svolgere tutte le attivit rientranti nel normale esercizio dellim-
Institore
presa (non pu per alienare o ipotecare gli immobili del preponen-
te in quanto tali atti importano una trasformazione dellimpresa).
CC Ha la rappresentanza sostanziale dellimprenditore.
CC Ha la rappresentanza processuale necessaria collegata con i po-
teri sostanziali che per legge o per procura gli sono attribuiti.
CC Ha lobbligo di dichiarare a terzi che agisce nel nome e per conto
del preponente.

Capitolo 4 - Limprenditore e i suoi ausiliari 21

Osservazioni

I poteri dellinstitore, cos come delineati dalle disposizioni legislative, possono essere ampliati o
limitati dallimprenditore (allatto della preposizione institoria o successivamente) tramite procura
con sottoscrizione autenticata del preponente, da depositarsi per liscrizione presso il competente
ufficio del Registro delle imprese. Secondo il dettato dellart. 2206 c.c., in mancanza delliscrizio-
ne, la rappresentanza si reputa generale e le limitazioni di essa non sono opponibili ai terzi, se non
si prova che questi le conoscevano al momento della conclusione dellaffare.

CC un rappresentante generale dellimprenditore, incaricato di spe-


cifiche mansioni che si possono concretare solo in una serie di atti
particolari relativi ad un determinato settore dellimpresa (COSTI,
CAMPOBASSO).
Procuratore
CC Non ha obblighi inerenti alle iscrizioni nel Registro delle imprese.
CC Non ha obblighi di tenuta delle scritture contabili.
CC Non ha la rappresentanza processuale dellimprenditore.

CC Possono essere preposti alla vendita nei locali dellimpresa (com-


messi di negozio).
CC Possono essere incaricati della vendita da piazza a piazza (com-
messi viaggiatori).
CC Possono compiere gli atti che ordinariamente comporta la specie
di operazioni di cui sono incaricati (art. 2210 c.c.).
CC Non possono esigere il prezzo di merci non consegnate, n con-
cedere dilazioni o sconti che non siano duso (art. 2210 c.c.).
CC Non possono derogare alle condizioni generali di contratto o alle
Commessi clausole stampate sui moduli dellimpresa senza una speciale au-
torizzazione scritta (art. 2211 c.c.).
CC Possono ricevere per conto dellimprenditore le dichiarazioni che
riguardano lesecuzione dei contratti ed i reclami inerenti le ina-
dempienze contrattuali (art. 2212 c.c.).
CC Possono chiedere provvedimenti cautelari nellinteresse dellim-
prenditore (art. 2212 c.c.).
CC Non possono esigere il prezzo delle merci vendute fuori dai loca-
li di vendita, n nei locali stessi se alla riscossione destinata
unapposita cassa (art. 2213 c.c.).

In sintesi

Limpresa in quanto rappresenta unorganizzazione economica soprattutto unorganizza-


zione di lavoro che presuppone nel suo ambito una distribuzione di funzioni e competenze regola-
te da un principio gerarchico.
Ci spiega il dettato dellart. 2086 c.c.: limprenditore il capo dellimpresa e da lui dipendono ge-
rarchicamente i suoi collaboratori.
Tra limprenditore e i suoi collaboratori si instaura un rapporto di lavoro subordinato, nellambito del
quale limprenditore assume funzioni di direzione e controllo.
Principali figure di ausiliari subordinati sono linstitore, i procuratori ed i commessi, tutti forniti di po-
teri rappresentativi che non derivano dalla presenza e dalla validit di una procura, ma costituisco-
no leffetto naturale di una determinata collocazione nella struttura imprenditoriale. Si parla, infat-
ti, in tal caso, di rappresentanza commerciale.

22 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Capitolo 5 Lazienda

1 Nozione

Limprenditore, di regola, esercita lattivit di impresa servendosi di beni materiali quali macchina-
ri, locali etc., di prestazioni di servizi ed anche di beni immateriali come brevetti, marchi di impresa,
concessioni etc. Il legislatore, a tal proposito, definisce lazienda come il complesso dei beni organiz-
zati dallimprenditore per lesercizio dellimpresa (art. 2555 c.c.).

Osservazioni

Lazienda costituita da elementi tra loro eterogenei cui conferita, per, unitariet di indirizzo: ,
quindi, la destinazione allesercizio dellimpresa che accomuna tutti gli elementi appartenenti
allazienda; tale destinazione , allo stesso tempo, condizione sufficiente a qualificare un bene
come aziendale.
Non conta, quindi, che limprenditore sia proprietario del bene: ogni bene, pervenuto allimprendi-
tore a qualsiasi titolo (ad esempio, affitto per i locali, leasing per i macchinari), purch effettivamen-
te destinato allimpresa, diviene aziendale.
Lazienda , quindi, un complesso di beni che si pone in rapporto di strumentalit allimpresa, con-
cepita, invece, dal diritto come unattivit.

Differenze

I termini impresa ed azienda vengono talvolta utilizzati nel linguaggio comune come sinonimi, ma
dal punto di vista giuridico essi indicano due realt diverse, infatti:
lazienda il complesso dei beni organizzati dallimprenditore, lo strumento di cui si serve lim-
prenditore per lesercizio dellimpresa;
limpresa lattivit economica produttiva di nuova ricchezza, svolta per mezzo del comples-
so di beni organizzati.
Tra azienda e impresa esiste, quindi, un rapporto strumentale in quanto la prima il mezzo per il
raggiungimento dello scopo costituito dallesercizio di unattivit di impresa.

2 Natura giuridica

CC Concezione organica o unitaria: si considera lazienda come un


autonomo ed unitario oggetto di diritto e la si identifica con figure
caratteristiche del diritto privato (universalit, patrimonio autono-
Natura giuridica mo, bene immateriale) (COTTINO, FERRARA).
CC Concezione atomistica: si ritiene che lazienda sia priva di unau-
tonoma identit e che oggetto di diritto siano i singoli beni che la
costituiscono (AULETTA, Campobasso, GALGANO).

3 Elementi costitutivi

Sono elementi costitutivi dellazienda i beni che la compongono.

Capitolo 5 - Lazienda 23

CC Organizzazione: il nesso di interdipendenza che collega i vari beni


che compongono lazienda, in modo da renderla idoneo strumento
per il perseguimento del fine produttivo.
CC Avviamento: il plusvalore che acquistano i beni come complesso
rispetto al valore che hanno come singole individualit. quindi la ca-
pacit dellazienda di produrre profitti. Lordinamento tutela lavvia-
Caratteri
mento in maniera diretta (es.: artt. 34 e 35, L. 392/1978) ed indiretta
(repressione della concorrenza sleale, tutela dei segni distintivi etc.).
CC Clientela: viene definita dalla dottrina come linsieme dei destinatari
dei beni o servizi prodotti che riesce ad accaparrarsi e a conservare
il singolo imprenditore. , in pratica, espressione ed indice di misura
dellavviamento.

4 Trasferimento dellazienda
Nozione: si ha trasferimento dazienda solo allorquando il complesso dei beni trasferiti , di per s,
idoneo ad un esercizio dimpresa; ci non toglie che limprenditore possa cedere i singoli beni di cui si
compone lazienda, ma in tal caso non trover applicazione la disciplina di cui agli artt. 2556 e ss. c.c.

Trasferimento della propriet: vendita (art.


2558 c.c.), donazione, permuta o conferimen-
to in societ.
CC Inter vivos
Tipi di trasferimento Costituzione di un diritto reale o personale di
godimento: usufrutto (art. 2561 c.c.) e affitto
(art. 2562 c.c.).
CC Mortis causa

CC Per le imprese soggette a registrazione, i contratti che hanno per


oggetto il trasferimento della propriet o il godimento dellazienda
necessitano della forma scritta ad probationem, salva losservan-
za delle forme stabilite dalla legge per la particolare natura del con-
tratto o dei singoli beni che compongono lazienda (art. 2556 c.c.).
Forma del trasferimento
Tali contratti, se redatti con atto pubblico o con scrittura privata au-
tenticata, dovranno essere iscritti nel Registro delle imprese.
Ci comporta limpossibilit di iscrivere quei contratti stipulati con
forme diverse da quelle suindicate e la inopponibilit ai terzi dellav-
venuto trasferimento.

CC Divieto di concorrenza: il trasferimento dellazienda comporta per


lalienante lobbligo di astenersi dalliniziare una nuova impresa che
possa, per le sue caratteristiche, sviare la clientela dellazienda ce-
duta (art. 2557, co. 1, c.c.).
Tale obbligo pu tuttavia essere escluso o ampliato dalle parti, non
oltre per il limite temporale dei 5 anni (art. 2557, co. 2, c.c.).
Effetti del trasferimento CC Successione nei contratti: in seguito al trasferimento dellazien-
da, e salvo diversa volont delle parti, lacquirente subentra nei
contratti stipulati per lesercizio dellazienda, a condizione che non
abbiano carattere personale (art. 2558, co. 1, c.c.).
Tale automatica successione si verifica indipendentemente dal con-
senso del contraente ceduto; questultimo potr, per, recedere dal
contratto in presenza di una giusta causa.

24 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Osservazioni
Particolare menzione merita la modifica dellart. 2112 c.c. ad opera del D.Lgs. 18/2001. Il testo ri-
formato prevede per i contratti di lavoro che in caso di trasferimento dellazienda, il rapporto di la-
voro continua con il cessionario ed il lavoratore conserva tutti i diritti che ne derivano. I contraen-
ti non possono pattuire lesclusione di tale successione. Da ci deriva che il trasferimento
dellazienda non produce, di per s, il licenziamento dei dipendenti, ma resta ferma la facolt
dellalienante di esercitare il recesso ai sensi della normativa vigente.

CC Crediti relativi allazienda ceduta: previsto lautomatico pas-


saggio dei crediti allacquirente dellazienda. Alla procedura pre-
vista dal diritto comune (art. 1264 c.c.), che dispone lopponibili-
t ai terzi (debitori) della cessione del credito dal giorno della no-
tifica al debitore o della sua accettazione, se ne aggiunge una no-
tevolmente pi semplice: lopponibilit, infatti (anche in mancan-
za di notifica o accettazione del debitore) consegue alliscrizione
Effetti del trasferimento del trasferimento aziendale nel registro delle imprese. Tuttavia, il
debitore che paghi in buona fede allalienante liberato;
CC Debiti relativi allazienda ceduta: lalienante liberato dai debiti
relativi allazienda ceduta solo se i creditori vi acconsentono. Per
le aziende commerciali, se i debiti risultano dai libri contabili obbli-
gatori, cedente e cessionario sono obbligati in solido per il loro pa-
gamento (art. 2560 c.c.).

Osservazioni
Assolutamente pacifica, sia in dottrina che in giurisprudenza, lopinione che possa formare og-
getto di disposizione anche solo un ramo dellazienda, che consiste in un settore particolare di essa
dotato di organicit operativa. necessario, in tal caso, che loggetto del trasferimento conservi
lunit funzionale propria dellazienda; in altre parole, che sia di per s potenzialmente idoneo ad
essere utilizzato per lesercizio di una determinata attivit dimpresa, anche diversa da quella
dellalienante.

5 Usufrutto e affitto dazienda

Particolari norme (artt. 2561 e 2562 c.c.) sono dettate per lipotesi dellusufrutto e dellaffitto
dellazienda, norme che, modificando parzialmente la disciplina generale dei rispettivi istituti (artt. 978
ss. c.c.; artt. 1615 ss. c.c.), attribuiscono allusufruttuario e allaffittuario una serie di poteri-doveri
(CAMPOBASSO).

Usufruttuario ed affittuario hanno lobbligo di:


esercitare lazienda sotto la ditta che la contraddistingue;
gestirla senza modificarne la destinazione;
ricostituire le normali dotazioni e sostituire gli impianti deteriorati dalluso.

Il legislatore, quindi, interviene a tutelare linteresse del trasferente a che sia preservata lintegri-
t funzionale della sua azienda.
Nei confronti del nudo proprietario e del concedente il divieto di concorrenza limitato alla dura-
ta dellusufrutto e dellaffitto (art. 2557, co. 4, c.c.).

Capitolo 5 - Lazienda 25

In sintesi

Lazienda il complesso dei beni organizzati dallimprenditore per lesercizio dellimpresa (art.
2555 c.c.).
Non conta che limprenditore sia proprietario del bene; ogni bene, pervenuto allimprenditore a qual-
siasi titolo, purch effettivamente destinato allimpresa, diviene aziendale.
Lazienda caratterizzata da un complesso di beni organizzati in funzione di uno scopo produttivo:
i singoli beni che compongono lazienda hanno un determinato valore;
se coordinati ed organizzati per lesercizio aziendale in modo da produrre profitti, gli stessi beni
hanno un valore generalmente superiore rispetto a quello individuale.
Il maggior valore che tali beni acquistano quando sono organizzati prende il nome di avviamen-
to dellazienda e trova espresso riconoscimento nel codice civile (art. 2424).
Limprenditore nella veste di titolare dellazienda pu trasferire a terzi sia i singoli elementi dellazien-
da, sia lazienda nel suo complesso.
Questultimo tipo di trasferimento pu aversi sia per atto tra vivi nelle forme specificamente di-
sciplinate di vendita (art. 2558 c.c.), usufrutto (art. 2561 c.c.), affitto (art. 2562 c.c.) o secondo le
regole generali per donazione, permuta, conferimento in societ sia mortis causa.
Gli effetti del trasferimento di azienda sono:
la successione nei contratti;
i crediti relativi allazienda ceduta;
i debiti relativi allazienda ceduta;
il divieto di concorrenza.
Infine, lazienda pu anche essere costituita in usufrutto (art. 2561 c.c.) o concessa in affitto (art.
2562 c.c.).

note
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26 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Capitolo 6 I segni distintivi
dellimprenditore

1 Generalit

Sono segni distintivi dellimpresa quegli elementi che hanno la funzione di identificare un determi-
nato imprenditore, un determinato luogo dove si esercita limpresa, un determinato prodotto e contri-
buire, quindi, ad orientare le scelte dei consumatori determinando la formazione e conservazione del-
la clientela (CAMPOBASSO). I segni distintivi fondamentali sono la ditta, linsegna e il marchio.

2 Ditta

Nozione: il nome sotto il quale limprenditore individuale svolge la sua attivit.

CC Principio della verit: la ditta deve contenere almeno il cognome o la


sigla dellimprenditore medesimo (art. 2563 c.c.).
Caratteri
CC Principio della novit: la ditta deve essere in grado di caratterizzare
limpresa, differenziandola da altre similari (art. 2564 c.c.).

CC Limprenditore pu pretendere da chi abbia posteriormente adottato una dit-


ta uguale o simile alla sua, che questi la differenzi, mediante modifiche o in-
Tutela tegrazioni, tali da evitare confusione (azione di usurpazione e contraffazio-
ne). Limprenditore pu pretendere il risarcimento dei danni se da parte
dellaltro imprenditore ci sia stato dolo o colpa nelluso della propria ditta.

CC Deve avvenire coevamente al trasferimento dellazienda (art. 2565 c.c.).


La ditta rimane immodificata, salvo luso, diffusosi nella prassi, di stam-
Trasferimento
pigliare sotto il nome della ditta trasferita anche quello del successivo
imprenditore, in applicazione del principio della verit.

3 Insegna

Nozione: il segno distintivo dei locali nei quali si svolge lattivit dellimprenditore.

CC Solo quando linsegna non generica, ma ha capacit distintiva, sono


Tutela
applicabili le stesse norme previste per la tutela della ditta (art. 2568 c.c.).

4 Marchio

4.1 Nozione e generalit


Nozione: il segno distintivo dei prodotti e delle merci. Il marchio, prima regolamentato dalla cd.
legge marchi (R.D. 929/1942), attualmente regolato, oltre che dal codice civile (artt. 2569-2574), dal
Codice della propriet industriale (C.P.I.) approvato con il D.Lgs. 10 febbraio 2005, n. 30 (modifi-
cato dal D.Lgs. 13-8-2010, n. 131) e dal relativo Regolamento di attuazione, approvato con D.M. 13
gennaio 2010, n. 33.

Capitolo 6 - I segni distintivi dellimprenditore 27

Nominativi.
Denominativi.
CC In relazione alla forma
Figurativi o emblematici.
Misti o composti.

Di servizio.
Classificazione CC In relazione alloggetto
del marchio In senso stretto.

Di fabbrica.
Di commercio.
CC In relazione ai soggetti che
li utilizzano Individuale.
Collettivo o di categoria (art.
2570 c.c.).

Differenze

Il marchio non deve essere confuso con lo slogan pubblicitario, che consiste in una frase incisiva
capace di colpire linteresse del pubblico. Esso serve a pubblicizzare un marchio, ma non un mar-
chio, n tutelato come tale. La sua illegittima utilizzazione, infatti, pu giustificare il ricorso alla
tutela apprestata contro la concorrenza sleale.

CC Originalit (si distinguono in proposito i marchi deboli da quelli forti).


CC Verit.
Requisiti di validit CC Novit.
CC Conformit alla legge, allordine pubblico e al buon costume.
CC Mancata violazione dei diritti esclusivi dei terzi (dautore, di pro-
priet industriale etc.).

Osservazioni

Qualora difettino gli anzidetti requisiti di validit, il marchio nullo (art. 25 C.P.I.).
Nei casi di marchio registrato che difetti del requisito della novit ovvero che violi un altrui diritto di
autore, di propriet industriale o altro diritto esclusivo di terzi, per, prevista unipotesi di conva-
lidazione, in quanto la nullit non pu pi essere dichiarata quando esso sia stato registrato in buo-
na fede ed il suo pubblico uso sia stato consapevolmente tollerato per cinque anni senza conte-
stazioni (art. 28 C.P.I.).

4.2 Uso del marchio


Ciascun imprenditore ha diritto di avvalersi in modo esclusivo del marchio (art. 2569 c.c.).

CC Con la registrazione presso lUfficio Italiano Brevetti e Marchi o


le Camere di commercio. Il diritto di uso esclusivo dura 10 anni
Il diritto alluso pu acqui- ed rinnovabile illimitate volte.
sirsi CC Con luso di fatto, che consente a colui che ha fatto uso di un marchio
non registrato di continuare ad utilizzarlo, nonostante laltrui registra-
zione, nei limiti in cui anteriormente se ne avvalso (art. 2571 c.c.).

28 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


4.3 Tutela giudiziale del marchio

CC Lazione di rivendicazione (art. 118 C.P.I.).


CC Lazione di usurpazione e di contraffazione. Con lazione di con-
traffazione il danneggiato, titolare della privativa industriale, pu
proporre diverse domande: di accertamento delluso esclusivo del
segno distintivo violato, di inibitoria, di distruzione degli oggetti
contraffatti, di risarcimento del danno, di pubblicazione della sen-
tenza. Prima della proposizione dellazione di contraffazione o,
Il titolare eventualmente, pendente la causa, il soggetto danneggiato pu
di un marchio registrato richiedere provvedimenti di natura cautelare, come la descrizio-
pu esercitare ne, il sequestro e linibitoria. Il D.Lgs. 131/2010 ha introdotto, tra
le misure di tutela giurisdizionale della propriet industriale, la
consulenza tecnica preventiva, strumento processuale utile nel
caso in cui il titolare di un brevetto sia incerto sulla violazione di
esso e voglia conseguire un rapido accertamento tecnico sulla
sussistenza e violazione del diritto.
CC Lazione di concorrenza sleale.
CC Lazione di risarcimento del danno (art. 125 C.P.I.).

Lart. 2 del D.L. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), conv. in L. 27/2012 ha apportato modifiche al
D.Lgs. 168/2003, istitutivo delle sezioni specializzate competenti per i procedimenti giudiziari in ma-
teria di propriet industriale e intellettuale, che diventano ora sezioni specializzate in materia di im-
presa assumendo una competenza molto pi vasta, che investe tutto il contenzioso relativo alle at-
tivit economiche.
Il D.M. 33/2010 (Regolamento di attuazione del Codice della propriet industriale) ha disciplinato
dettagliatamente le modalit di applicazione delle norme sul procedimento di opposizione, che
un procedimento amministrativo la cui decisione deve essere messa entro 24 mesi dal deposito del
relativo atto. Prima del decreto in esame, invece, la contestazione di un marchio in conflitto (o di un
segno registrato senza il consenso dellavente diritto) passava necessariamente attraverso un proce-
dimento giurisdizionale ordinario.

4.4 Trasferimento del marchio

Pu aversi indipendentemente
dalla cessione di altri elementi
CC Cessione a titolo definiti- aziendali.
vo Pu essere parziale.
Non deve essere ingannevole nei
Modalit
confronti dei terzi.
CC Licenza: una concessione in godimento temporaneo anche non
esclusiva.
CC Merchandising: la concessione in uso a terzi di un marchio ce-
lebre.

Capitolo 6 - I segni distintivi dellimprenditore 29

note
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30 Parte Prima - Limprenditore e limpresa


Capitolo 7 I diritti di privativa

1 Diritto dautore

Nozione: un diritto assoluto, che ha ad oggetto beni immateriali (opere dellingegno di caratte-
re creativo che appartengono alla scienza, alla letteratura, alla musica etc., art. 2575 c.c.).

imprescrittibile e inalienabile.
Lautore, senza limiti di tempo, si pu
opporre alle deformazioni della sua
opera.

CC il diritto inerente alla Senza il consenso dellautore lopera


Diritto morale dautore non pu essere pubblicata durante la
paternit dellopera
sua vita, neppure per ragioni di pub-
blica utilit (diritto di inedito).
Lautore pu sempre modificare lope-
ra e per gravi motivi pu ritirarla dal
commercio.

Il diritto alienabile.
Si trasmette agli eredi o aventi cau-
sa.
suscettibile di pegno o di sequestro.
Lautore pu concedere ad altra per-
CC il diritto di pubblicare sona (cd. editore) il diritto di pubblica-
Diritto patrimoniale dauto-
lopera e di utilizzarla re lopera, per proprio conto ed a pro-
re
economicamente prie spese, mentre leditore si obbli-
ga a riprodurre lopera ed a metterla
in vendita (contratto di edizione).
La protezione dura per tutta la vita
dellautore e per altri 70 anni dopo la
morte.

Tutela del diritto CC Azione a difesa della paternit dellopera.


morale CC Azione a difesa dellintegrit dellopera.

CC Azione di accertamento del diritto dautore per prevenirne violazio-


ni.
Tutela del diritto
patrimoniale CC Azione di interdizione delle violazioni, diretta ad impedire la conti-
nuazione o la ripetizione di una violazione del diritto dautore gi
verificatasi.

Capitolo 7 - I diritti di privativa 31

2 Diritto dinventore e brevetto


2.1 Diritto dinventore
Nozione: il diritto che tutela le invenzioni industriali, cio quei ritrovati e metodi idonei a trovare appli-
cazione industriale. Si tratta perci di idee creative che appartengono al campo della tecnica e che consisto-
no nellindividuazione di una soluzione nuova, inventiva, per un problema tecnico industriale (Di Cataldo).
La materia regolata dagli artt. 2584-2591 c.c. e dal Codice della propriet industriale.

Affinch un ritrovato possa essere considerato invenzione industriale deve avere i seguenti caratteri:
industrialit (idoneit ad avere una applicazione industriale);
novit intrinseca (capacit di incrementare il patrimonio tecnico preesistente);
novit estrinseca (mancata divulgazione dellopera);
liceit.

Diritto morale di inventore: il diritto di essere riconosciuto autore dellinvenzione, per il solo
fatto di averla scoperta.
Diritto patrimoniale dinventore: il diritto di sfruttamento economico delle invenzioni; sorge
solo in seguito alla loro brevettazione.
Al concetto di invenzione industriale la legge riconduce anche i cd. modelli di utilit ed i model-
li e disegni industriali registrati (artt. 2592-2594 c.c.; artt. 82-86 e 31-44 C.P.I.).

2.2 Brevetto
Nozione: il mezzo per rendere di pubblico dominio linvenzione e per consentire allinventore di
trarre profitto dalla stessa. Fino al 30 giugno 2008, la procedura nazionale italiana non prevedeva esa-
me di merito per le domande di brevetto nazionale, ma lesame veniva condotto esclusivamente sul-
la verifica della conformit dellinvenzione o del modello alla tipologia di legge e della sua liceit.
Il D.M. 27 giugno 2008 del Ministro dello sviluppo economico, invece, ha previsto che lUfficio Eu-
ropeo Brevetti (EPO), per conto dellUfficio Italiano Brevetti e Marchi, effettuer sulle domande di bre-
vetto per invenzione industriale lesame di novit e attivit inventiva ed emetter unopinione scritta.
LUfficio Italiano Brevetti e Marchi invier al richiedente lopinione scritta dellUfficio Europeo Brevetti
e proceder, tenendo conto della valutazione dellEPO, allesame della domanda.

CC Spetta allautore e ai suoi aventi causa.


CC trasferibile sia inter vivos che mortis causa e pu essere con-
cesso in licenza anche non esclusiva.
CC espropriabile.
Disciplina
CC Dura limitatamente (20 anni dal deposito della domanda di con-
cessione).
CC Decade se linvenzione non viene attuata entro 2 anni dalla sua
concessione.

Il D.M. 33/2010 (Regolamento di attuazione del Codice della propriet industriale) ha semplifica-
to le procedure relative alle domande di brevetto nazionali, europee e internazionali e ai marchi. Per
quanto riguarda le domande nazionali di brevetto, ha previsto che sono depositate presso le Camere
di commercio e devono essere trasmesse, dopo aver svolto determinate formalit, allUfficio Italiano
brevetti e marchi entro i 10 giorni successivi al deposito, con un servizio postale espresso che ne at-
testi la tempestiva ricezione. Il deposito pu essere effettuato anche per via telematica.

2.3 Invenzioni del prestatore di lavoro


Nozione: a norma dellart. 2590 c.c., il prestatore di lavoro ha diritto di essere riconosciuto au-
tore dellinvenzione fatta nello svolgimento del rapporto di lavoro.

32 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Pertanto, mentre il diritto morale alla paternit dellopera resta allinventore, il diritto patrimoniale al
rilascio del brevetto ed alla sua utilizzazione , invece, tendenzialmente attribuito al datore di lavoro.

Il C.P.I. (art. 64 come modificato dal D.Lgs. 131/2010) prevede tre distinte fattispecie per lipotesi
di invenzioni realizzate dai dipendenti:
invenzioni di servizio: fatte dal prestatore dopera subordinata nella esplicazione di unattivit in-
ventiva prevista come oggetto del rapporto ed a tale scopo retribuita: esse appartengono de iure
al datore di lavoro mentre allinventore spetta soltanto il diritto di essere riconosciuto autore e non
un ulteriore compenso;
invenzioni di azienda: realizzate dal prestatore dopera subordinata nellesecuzione di un rappor-
to di lavoro in cui non prevista una retribuzione in compenso dellattivit inventiva e di cui questul-
tima non costituisce oggetto. Anche in tal caso i diritti patrimoniali spettano al datore di lavoro, men-
tre allinventore spetta, salvo sempre il diritto ad essere riconosciuto autore, un equo premio. Il
D.Lgs. 131/2010 ha introdotto una rilevante modifica alla disciplina dellequo premio, prevedendo
che, in caso di invenzioni di azienda, questo spetti al dipendente non solo nel caso in cui il datore
di lavoro decida di brevettare linvenzione, ma anche nel caso in cui opti per lutilizzo della stessa
in regime di segretezza industriale, vale a dire quando lazienda del datore di lavoro ottenga un
vantaggio dallutilizzazione dellinvenzione, a prescindere dalla sua brevettazione;
invenzioni occasionali: fatte dal prestatore dopera subordinata, di propria iniziativa e senza ob-
bligo contrattuale o incarico speciale, ma utilizzando i mezzi dellazienda ed avvalendosi dellespe-
rienza acquisita nel normale lavoro. In questa ipotesi i diritti patrimoniali spettano al lavoratore e
questi soltanto potr chiedere il brevetto. Al datore di lavoro riconosciuto, invece, un diritto di op-
zione: egli, invero (entro tre mesi dalla comunicazione del conseguimento del brevetto), potr ot-
tenere dietro corrispettivo di usare linvenzione, acquistare il brevetto o brevettarla alleste-
ro.

In sintesi

Il nostro ordinamento appresta unarticolata tutela alle creazioni intellettuali, attraverso:


il riconoscimento del diritto dautore;
la disciplina dei brevetti di invenzioni industriali (per invenzioni, modelli di utilit, modelli e di-
segni industriali).
Attraverso il diritto dautore la legge tutela quelle opere dellingegno di carattere creativo che ap-
partengono alla scienza, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, allarchitettura, al teatro ed
alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione (art. 2575 c.c.).
Il diritto morale dautore si sostanzia soprattutto nel diritto di rivendicare la paternit dellopera, cio
di esserne riconosciuto autore.
Il diritto patrimoniale dautore il potere di pubblicare lopera e di utilizzarla economicamente, os-
sia di riprodurla in qualsiasi modo (ad esempio: smerciarla, farla trascrivere, eseguire, rappresen-
tare etc.) a scopo di lucro.
Il nostro ordinamento tra le opere dellingegno tutela le c.d. invenzioni industriali.
Le invenzioni possono riguardare la scoperta di un nuovo prodotto industriale, di consumo od an-
che strumentale, oppure la scoperta di un nuovo metodo o processo di lavorazione industriale di
prodotti gi esistenti. In relazione alle invenzioni industriali si configurano diritti morali e diritti pa-
trimoniali.
Linventore, infatti, ha la facolt esclusiva di disporre e trarre profitto dallinvenzione, con la preclu-
sione ed il divieto per ogni terzo di utilizzarla per propri interessi.
Egli acquista tale diritto patrimoniale sulla propria invenzione (propriet industriale) solo dopo aver
richiesto ed ottenuto dalla competente autorit (Ufficio Brevetti) il cd. brevetto.
Il diritto di esclusiva nellattuazione e nella disposizione dellinvenzione trasmissibile sia tra vivi che
mortis causa e pu formare oggetto di pegno, pignoramento, sequestro ed esecuzione forzata.
Infine, a norma dellart. 2590 c.c., il prestatore di lavoro ha diritto di essere riconosciuto autore
dellinvenzione fatta nello svolgimento del rapporto di lavoro.

Capitolo 7 - I diritti di privativa 33

note
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34 Parte Prima - Limprenditore e limpresa


Capitolo 8 Impresa familiare e azienda coniugale

1 Impresa familiare

1.1 Nozione, carattere e costituzione


Nozione: limpresa familiare istituto introdotto dalla L. 19 maggio 1975, n. 151, nellambito del-
la riforma del diritto di famiglia quella impresa cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo
grado e gli affini entro il secondo grado dellimprenditore (art. 230bis c.c.).

Osservazioni

Limpresa familiare rappresenta un istituto residuale che opera, cio, solo quando lattivit svolta
non pu configurarsi come altro tipo di rapporto, ad esempio una societ, un rapporto di lavoro su-
bordinato o unassociazione in partecipazione.
Lesigenza quella di tutelare la par condicio dei familiari, nonch di intervenire in situazioni di
(possibile) sfruttamento del lavoro altrui in cui chi sfruttato opera in stato di inferiorit o di acqui-
scienza (Cottino).

Differenze

Secondo una parte della dottrina limpresa familiare ha carattere collettivo (Graziani, Simonetto).
Secondo altra, invece, carattere individuale. In particolare, anche allo scopo di fornire maggior tutela
ai familiari che vi prestano il proprio lavoro, alcuni Autori sono a favore della seconda ipotesi con la con-
seguenza che il titolare sar lunico soggetto responsabile per le obbligazioni assunte con i terzi (CAM-
POBASSO, GHEZZI, OPPO). Anche la giurisprudenza prevalente accoglie la natura individuale per
due ragioni. Innanzitutto, un elemento indicativo il fatto che listituto in esame stato collocato nel li-
bro del codice civile dedicato alle persone e alla famiglia, anzicch in quello del lavoro e delle societ.
Inoltre, la configurabilit dellimpresa familiare come impresa individuale ha come conseguenza che
imprenditore il solo familiare titolare dellimpresa, escludendo ogni forma di partecipazione alla gestio-
ne ordinaria della stessa da parte dei familiari, il che avviene, invece, nellazienda coniugale.

CC Non richiesto un numero minimo di partecipanti.


CC Solo il titolare pu ammettere un familiare nellimpresa.
CC prevista anche la partecipazione di minori.
Costituzione CC Non richiesto lobbligo di convivenza in ununica famiglia (quel-
la del titolare) di quanti operano nellimpresa familiare.
CC consentita anche la partecipazione dei figli naturali riconosciuti
dal titolare.

1.2 Diritti patrimoniali dei singoli familiari


Il familiare che presta la propria attivit di collaborazione in modo continuativo ha, in proporzione
alla quantit e alla qualit del lavoro prestato:
diritto al mantenimento, secondo la condizione patrimoniale della famiglia;
diritto di partecipare agli utili dellimpresa familiare, ai beni acquistati con essi, nonch agli incre-
menti dellazienda, anche in ordine allavviamento;
diritto di prelazione in caso di divisione ereditaria o di alienazione (art. 230bis, co. 5, c.c.).

Capitolo 8 - Impresa familiare e azienda coniugale 35

1.3 La gestione dellimpresa familiare

CC La gestione ordinaria: egli provvede in piena autonomia e senza


Al titolare spettano le deci-
alcun obbligo di previa consultazione o comunicazione ai familia-
sioni concernenti
ri che con esso collaborano.

CC Limpiego degli utili e degli incrementi.


Alla maggioranza dei com- CC La gestione straordinaria.
ponenti dellimpresa spetta-
no le decisioni concernenti CC Gli indirizzi produttivi.
CC La cessazione dellimpresa.

Osservazioni

Parte della dottrina sostiene che solo le decisioni relative allimpiego degli utili e degli incrementi
hanno effetto nei confronti di tutti i partecipanti allimpresa familiare; le decisioni inerenti alla gestio-
ne straordinaria, agli indirizzi produttivi ed alla cessazione dellimpresa non obbligano il titolare, che
ha la piena responsabilit dellimpresa, nonch degli oneri e dei rischi della gestione (Ghidini).

Allunanimit dei parteci- CC Le decisioni inerenti il trasferimento del diritto di partecipazione


panti spettano allimpresa familiare.

1.4 Cessazione dellappartenenza del singolo partecipante allimpresa familiare

CC Recesso ad nutum: con obbligo di preavviso, per non recare pre-


giudizio allimpresa.
CC Recesso per giusta causa: con effetto immediato.
CC Esclusione del familiare: qualora si rilevi elemento negativo per
Ipotesi limpresa.
CC Perdita dello status di familiare (es.: nullit del matrimonio, divor-
zio, separazione dei coniugi): spetta al titolare la valutazione del-
la situazione creatasi per decidere se essa risulti o meno compa-
tibile con le finalit dellimpresa familiare.

1.5 Cessazione dellimpresa familiare

CC Decisione del titolare.


CC Alienazione dellazienda.
Ipotesi
CC Fallimento del titolare.
CC Morte del titolare.

2 Azienda coniugale

Lart. 177 c.c. comprende tra i beni della comunione legale tra i coniugi le cd. aziende coniuga-
li. Possiamo distinguere tre fattispecie:

36 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


CC Si ha, in tal caso, impresa coniugale su azienda coniugale.
CC Entrambi i coniugi debbono considerarsi imprenditori e gestisco-
no lazienda comune.
CC Si applica la disciplina della comunione legale (Campobasso).
Pertanto lamministrazione e la rappresentanza spettano ai coniu-
gi disgiuntamente per gli atti di ordinaria amministrazione, congiun-
Aziende gestite da entram- tamente per quelli di straordinaria amministrazione, con possibili-
bi i coniugi e costituite dopo t di intervento del giudice in caso di dissenso. I creditori possono
il matrimonio (art. 177, co. 1, soddisfarsi su tutti i beni della comunione, ma alla pari con gli altri
lett. d), c.c.) creditori della comunione e senza alcun diritto di preferenza sui
beni aziendali.
CC La responsabilit dei coniugi sussidiaria e parziaria: i creditori pos-
sono agire sussidiaramente anche sul patrimonio personale di cia-
scun socio, ma solo nella misura della met del credito e quando i
beni della comunione non sono sufficienti a soddisfare i debiti.

CC Si ha impresa coniugale su azienda non coniugale.


CC La titolarit dellazienda rimane al coniuge cui la stessa apparte-
neva.
Aziende che appartenevano CC Entrambi sono imprenditori e gli utili e gli incrementi sono acqui-
ad uno dei coniugi anterior- stati in comunione.
mente al matrimonio, ma CC Si applica la disciplina della societ di fatto (Costi, Maras),
che successivamente sono salva lattrazione degli utili e degli incrementi nel patrimonio coniu-
gestite da entrambi (art. 177, gale.
co. 2, c.c.) CC Lamministrazione regolata dallart. 2257 c.c.
CC Lazienda coniugale resta autonoma rispetto al restante patrimo-
nio coniugale ed i creditori dellimpresa non devono subire
sullazienda il concorso dei creditori personali dei coniugi.

Aziende appartenenti alla ti-


tolarit di uno solo dei co- CC In tal caso non si ha impresa coniugale.
niugi, costituite prima o
CC Imprenditore solo il coniuge che titolare e gestore esclusivo
dopo il matrimonio, ed
dellazienda.
egualmente gestite da uno
solo di essi

3 I patti di famiglia

La L. 14 febbraio 2006, n. 55, recante Modifiche al codice civile in materia di patto di famiglia,
ha introdotto nel corpo del codice civile, nel libro II, titolo IV, un nuovo capo Vbis (artt. 768bis-768oc-
ties) rubricato Del patto di famiglia.
stata cos prevista, in deroga al divieto dei patti successori di cui allart. 458 c.c., la possibilit
di stipulare accordi di successione diretti a regolamentare la successione dellazienda o di pacchet-
ti di partecipazione al capitale da parte, rispettivamente, dellimprenditore e di chi ne titolare.
Ai sensi dellart. 768bis c.c., patto di famiglia quel contratto con cui, compatibilmente con le
disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, limpren-
ditore trasferisce, in tutto o in parte, lazienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tut-
to o in parte, le proprie quote, ad uno o pi discendenti.

Capitolo 8 - Impresa familiare e azienda coniugale 37

In sintesi

Limpresa familiare istituto introdotto dalla L. 19-5-1975, n.151, nellambito della riforma del di-
ritto di famiglia quella impresa cui collaborano il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli af-
fini entro il secondo grado (art. 230bis c.c.).
In essa il legislatore ha voluto realizzare la eguale partecipazione dei familiari in proporzione alla
qualit e quantit del lavoro prestato, equiparando, altres, espressamente il lavoro della donna a
quello delluomo.
Allimpresa familiare possono partecipare anche i minori (privi della capacit di agire); costoro,
per, nel voto sono rappresentati da chi esercita la potest su di essi.
Spettano al titolare le decisioni concernenti la gestione ordinaria: egli vi provvede in piena autono-
mia e non previsto alcun obbligo di previa consultazione o comunicazione ai familiari che colla-
borano.
Spettano, invece, alla maggioranza dei componenti dellimpresa le decisioni concernenti:
limpiego degli utili e degli incrementi;
la gestione straordinaria;
gli indirizzi produttivi;
la cessazione dellimpresa.
Spettano, infine, a tutti i partecipanti (unanimit) le decisioni inerenti al trasferimento del diritto di
partecipazione allimpresa familiare.
Istituto diverso dallimpresa familiare quello dellazienda coniugale.
La L. 19-5-1975, n. 151, con cui stata attuata la riforma del diritto di famiglia, ha modificato radi-
calmente la regolamentazione giuridica dei rapporti patrimoniali tra i coniugi, sostituendo al regi-
me legale della separazione quello della comunione dei beni.
Ai sensi dellart. 177, lett. d), c.c., cadono in comunione immediata le aziende costituite dopo il ma-
trimonio e gestite da entrambi i coniugi; in tal caso si ha impresa coniugale su azienda coniu-
gale ed entrambi i coniugi sono considerati imprenditori.
Ove si tratti di azienda appartenente ad uno dei coniugi prima del matrimonio ma gestita da en-
trambi, cadono in comunione solo gli utili e gli incrementi (art. 177, 2 comma, c.c.); si ha, cos, im-
presa coniugale su azienda non coniugale (anche se entrambi i coniugi devono considerarsi
imprenditori).
Non si ha, invece, n impresa coniugale n azienda coniugale nel caso di aziende appartenenti ad
uno solo dei coniugi costituite prima o dopo il matrimonio, ed ugualmente gestite da uno solo di
essi: imprenditore sar soltanto il coniuge che titolare e gestore esclusivo dellazienda, mentre
gli incrementi di tale attivit imprenditoriale nonch i beni destinati allesercizio dellimpresa, se co-
stituita dopo il matrimonio, cadono in comunione de residuo (art. 178 c.c.).
Con la L. 14-2-2006, n. 55 stata introdotta nel nostro ordinamento, in deroga al divieto dei patti
successori di cui allart. 458 c.c., la possibilit di stipulare accordi di successione diretti a regola-
mentare la successione dellazienda o di pacchetti di partecipazione al capitale da parte, rispetti-
vamente, dellimprenditore e di chi ne titolare (patti di famiglia). La normativa interviene a col-
mare una lacuna esistente nella nostra legislazione, agevolando le strategie operative di quelle
aziende e di quei gruppi di societ a matrice familiare impegnati nel difficile passaggio del ricam-
bio generazionale.

38 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Capitolo 9 La concorrenza fra imprese

1 Principi generali

Lart. 41 Cost. garantisce la libert di iniziativa economica: corollario di tale principio la libert di
concorrenza fra le imprese, salva lesistenza di particolari limitazioni.

Lobbligo di svolgere la concor-


renza in modo da non ledere gli
interessi delleconomia nazio-
nale (art. 2595 c.c.).
Il divieto di concorrenza impo-
CC Legali: trovano la loro fonte sto a chi aliena lazienda (art.
nella legge per fini di utilit 2557 c.c.).
sociale. Vi rientrano Il divieto imposto al lavoratore di
trattare affari in concorrenza con
limprenditore (art. 2105 c.c.).
I divieti di concorrenza in mate-
Limiti alla libera
ria societaria (artt. 2301, 2318,
concorrenza
2390 c.c.).

CC Contrattuali: trovano la loro


fonte nellesercizio dellauto-
nomia privata; necessitano Clausole di esclusiva.
della forma scritta ad proba- Patti di preferenza.
tionem; sono validi solo se cir-
coscritti ad una determinata Patti di non concorrenza.
zona, o ad una determinata Cartelli.
attivit, e non possono dura-
re pi di 5 anni. Vi rientrano

IIn materia di concorrenza opportuno soffermarsi sul D.L. 201/2011, conv. in L. 214/2011 (cd.
decreto salva-Italia) che con lart. 34 intervenuto a realizzare compiutamente la libert dei merca-
ti, disponendo che la disciplina di tutte le attivit economiche (imprenditoriale, commerciale, artigia-
nale, autonoma o professionale) debba essere improntata al principio di libert di accesso, di or-
ganizzazione e di svolgimento e abrogando, con effetto immediato, le disposizioni vigenti che limi-
tano a livello soggettivo, oggettivo o di allocazione lesercizio dellattivit economica (si pensi, ad esem-
pio, allimposizione di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate allesercizio di unatti-
vit economica), nonch le norme che impongono prezzi minimi e commissioni per la fornitura di beni
e servizi.
Sono fatte salve unicamente le esigenze imperative di interesse generale, costituzionale e com-
patibili con lordinamento comunitario.
Infine, anche lart. 1 del D.L. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), conv. in L. 27/2012, afferma labro-
gazione di tutte le norme del nostro ordinamento che prevedono limiti numerici, autorizzazioni, li-
cenze, nulla osta, atti di assenso, divieti, restrizioni, programmi e controlli che non sono giustificati
da un interesse generale o adeguate finalit pubbliche. Scompariranno, quindi, una serie di restri-
zioni burocratiche che finora hanno caratterizzato gli adempimenti necessari alla nascita di una nuo-

Capitolo 9 - La concorrenza fra imprese 39

va impresa. Per lindividuazione puntuale delle norme da abrogare e delle procedure che continue-
ranno a richiedere lassenso delle amministrazioni, la stessa norma rinvia ad appositi regolamenti
governativi.

2 La concorrenza sleale

Nozione: lart. 2598 c.c. individua tre categorie di atti di concorrenza sleale:
atti confusori: limprenditore usa nomi o segni distintivi confondibili con quelli di un concorrente
o imita servilmente i prodotti altrui sfruttando cos laltrui avviamento;
atti denigratori o di appropriazione di pregi: consistono nella diffusione di notizie negative
sullattivit di un concorrente o nella attribuzione al proprio prodotto di false qualit per influenza-
re le scelte dellacquirente;
atti non conformi alla correttezza professionale: sono atti di concorrenza sleale per cos dire
atipici, che possono, pertanto, essere repressi solo ove venga data la prova non solo della loro
contrariet alla correttezza professionale, bens anche della loro idoneit a produrre danno allim-
presa concorrente, che, invece, negli altri tipi di atti di concorrenza sleale si presume (spionaggio
industriale, vendita sottocosto al di fuori dei periodi dei saldi stagionali e simili, concorrenza pa-
rassitaria, boicottaggio, storno dei dipendenti).

Azione di accertamento.
CC Limprenditore colpito da Azione di rimozione.
Tutela
concorrenza sleale pu
(artt. 2599-2601 c.c.) Azione di inibizione.
esperire
Azione di risarcimento dei danni.

3 La disciplina antitrust

CC Divieto di intese fra imprese appartenenti agli Stati membri che


possano limitare o restringere la libera concorrenza.
CC Divieto per le imprese di abusare della loro posizione dominante
Normativa europea (Trattato nel mercato.
sul funzionamento dellUnio- CC Divieto di concentrazioni fra imprese (mediante fusioni, acquisizio-
ne europea) ni di partecipazioni azionarie, accordi contrattuali) che diano luo-
go a gravi alterazioni del regime concorrenziale.
CC Regolamentazione degli interventi statali nelleconomia, al fine di
evitare limitazioni al libero esplicarsi della concorrenza.

CC Si ispira agli stessi principi della normativa europea.


CC applicabile solo ove non vi siano interessi di altri Stati, sussisten-
do in tal caso la competenza europea.
Normativa statale
(L. 287/1990, modif. da ulti- CC Sancisce il divieto di intese fra imprese, di abuso di posizione do-
mo dal D.L. 1/2012, conv. in minante e di concentrazioni di imprese finalizzati a falsare la libe-
L. 27/2012) ra concorrenza.
CC Ha istituito lAutorit Garante della concorrenza e del mercato,
con poteri consultivi e di vigilanza sul rispetto della normativa an-
titrust.

40 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Le funzioni dellAutorit Antitrust sono state ampliate dal D.L. 201/2011 (decreto salva-Italia), conv.
in L. 214/2011, che le ha attribuito il potere di impugnare innanzi alla giustizia amministrativa gli atti
amministrativi generali, i regolamenti ed i provvedimenti che violino le norme a tutela della concor-
renza. Il decreto, inoltre, ha previsto il parere obbligatorio dellAutorit sui disegni di legge governa-
tivi e regolamenti che introducono restrizioni allaccesso o allesercizio di attivit economiche, attivit
gi prevista dallart. 22 della L. 287/1990, ma come facoltativa.
Ancora, in materia, intervenuto il D.L. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), conv. in L. 27/2012 che,
con lintroduzione nel Codice del Consumo dellart. 37bis, ha attribuito allAutorit il potere di dichiarare
la vessatoriet delle clausole inserite nei contratti tra professionisti e consumatori che si concludono
mediante adesione a condizioni generali di contratto o con la sottoscrizione di moduli o formulari. Infine,
la L. 27/2012 ha attribuito allAutorit garante il compito di segnalare al Parlamento le modifiche norma-
tive necessarie a favorire lintroduzione di principi etici nei comportamenti aziendali, anche in rap-
porto alla tutela dei consumatori, e di procedere allelaborazione di un rating di legalit per le imprese
operanti nel territorio nazionale. Di questo rating si terr conto in sede di concessione di finanziamenti
pubblici da parte delle Pubbliche Amministrazioni e in sede di accesso al credito bancario.

4 Le intese
Larticolo 2 della L. 287/1990 fissa il divieto e la conseguente nullit a ogni effetto di inte-
se tra imprese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare, in maniera
consistente, il gioco della concorrenza allinterno del mercato nazionale o in una sua parte rilevante.

Trattasi delle intese consistenti nel:


fissare direttamente o indirettamente i prezzi di acquisto o di vendita, ovvero altre condizioni con-
trattuali;
impedire o limitare la produzione, gli sbocchi o gli accessi al mercato, gli investimenti, lo sviluppo
tecnico o il progresso tecnologico;
ripartire i mercati o le fonti di approvvigionamento (cd. cartelli di territorio);
applicare, nei rapporti commerciali con gli altri contraenti, condizioni oggettivamente diverse per
prestazioni equivalenti, cos da determinare per essi ingiustificati svantaggi nella concorrenza;
subordinare la conclusione di contratti allaccettazione da parte degli altri contraenti di prestazio-
ni supplementari che, per loro natura o secondo gli usi commerciali, non abbiano alcun rapporto
con loggetto dei contratti stessi.

In sintesi

Con la disciplina relativa alla concorrenza sleale, lesercizio dellattivit non limitato, ma vengo-
no in considerazione e sono vietati specifici atti, nel senso che, rimanendo lecito lesercizio della
concorrenza, si colpiscono le modalit usate nello svolgimento della concorrenza stessa (GUGLIEL-
METTI).
La libera concorrenza viene invece rafforzata, colpendo le modalit non corrette usate nel suo svol-
gimento (MARTORANO).
Sono soggetti (attivi e passivi) di concorrenza sleale (e solo ad essi, pertanto, applicabile la di-
sciplina di cui agli artt. 2598 e ss. c.c.) coloro che contemporaneamente:
rivestono la qualifica di imprenditore;
si trovano in un rapporto concorrenziale fra di loro.
Nonstante le ipotesi di concorrenza sleale previste dalart. 2598 c.c. ammessa, invece, entro cer-
ti limiti, la pubblicit comparativa. Sul problema della pubblicit comparativa intervenuto il D.Lgs.
145/2007, il quale ha precisato per essa ulteriori condizioni di liceit, che si vanno ad aggiungere
a quelle specificate dal Codice del consumo, nonch una pi pregnante tutela amministrativa e
giurisdizionale (di competenza dellAutorit garante della concorrenza e del mercato) nei casi in
cui la pubblicit comparativa debba considerarsi ingannevole. La pubblicit ingannevole quando
idonea ad indurre in errore i soggetti cui rivolta e che pu pregiudicare il loro comportamento

Capitolo 9 - La concorrenza fra imprese 41

economico o ledere un concorrente, considerate le caratteristiche dei beni e servizi pubblicizzati


ed il prezzo. La pubblicit comparativa, invece, considerata lecita entro determinati limiti: quan-
do non ingannevole, quando confronta beni o servizi che soddisfano gli stessi bisogni e, tra di
essi, confronta oggettivamente caratteristiche essenziali che siano pertinenti, verificabili e rappre-
sentative, non crea confusione sul mercato, non denigra concorrenti e loro prodotti, etc. Inoltre, il
D.Lgs. 146/2007, di attuazione della direttiva 2005/29/CE, ha sostituito gli artt. da 18 a 27 del Co-
dice del consumo, disciplinando le pratiche commerciali sleali e quindi anche quelle ingannevoli.
Tale normativa prevede il divieto di pratiche commerciali scorrette, con la conseguente nullit
delle clausole contrattuali per violazione di norma imperativa.
Ai sensi dellart. 20 del Codice del consumo, una pratica commerciale scorretta se contraria
alla diligenza professionale ed falsa o idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento
economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio al quale diretta.
Il Codice del consumo annovera tra le pratiche commerciali scorrette sia quelle ingannevoli sia
quelle aggressive. Per quanto riguarda le prime, si ha una larga coincidenza, in termini generali, con
la definizione di pubblicit ingannevole contenuta nel D.Lgs. 145/2007. A differenza di questultima,
per, non vi esplicito riferimento alla idoneit a ledere un concorrente, ma laccento viene posto
soprattutto sullidoneit ad indurre il consumatore medio ad assumere una decisione commercia-
le che non avrebbe altrimenti preso. considerata aggressiva una pratica che, nella fattispecie
concreta, mediante molestie e coercizione, limita in maniera considerevole la libert di scelta del
consumatore medio in relazione al prodotto.
Infine, sono previste sanzioni molto pesanti: lAntitrust pu sospendere durgenza le attivit com-
merciali scorrette, vietare la diffusione o la continuazione, qualora la pratica sia gi iniziata. Oltre
alla sanzione inibitoria pu essere irrogata anche quella pecuniaria (per un massimo di 500.000
euro), tenuto conto della gravit e della durata della violazione.
Il D.L. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), conv. in L. 27/2012 intervenuto a tutelare anche le mi-
croimprese da pratiche commerciali ingannevoli e aggressive, al pari di quanto previsto per i con-
sumatori. Viene specificato che per microimprese si intendono quelle entit, societ o associazio-
ni che, a prescindere dalla forma giuridica, esercitano unattivit economica, anche a titolo indivi-
duale o familiare, occupando meno di 10 persone e realizzando un fatturato annuo oppure un to-
tale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.

note
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42 Parte Prima - Limprenditore e limpresa


Capitolo 10 La collaborazione fra imprese

1 Il consorzio di imprese

1.1 Generalit
Nozione: un gruppo di imprese, munito di unorganizzazione comune, idoneo a soddisfare de-
terminate esigenze di coordinamento della produzione e dello scambio.

CC La volont dei singoli imprenditori mediante un contratto (consor-


Fonte dellorganizzazione zi volontari).
consortile pu essere CC Un atto di pubblica autorit (consorzi obbligatori).
CC La legge (consorzi coattivi).

1.2 Il consorzio volontario


Trova il suo fondamento nel contratto consortile, attraverso il quale pi imprenditori istituiscono
una organizzazione comune per la disciplina o lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive im-
prese (art. 2602 c.c.).

CC Contratto formale (forma scritta, a pena di nullit), di natura asso-


ciativa plurilaterale.
CC Durata: pu essere stabilita dalle parti; in mancanza non pu su-
perare i 10 anni.
CC Organizzazione comune.

Possibilit per la singola impresa di


sciogliersi dal contratto consortile o di
essere esclusa dagli altri consorziati.
Caratteri
Possibilit di ingresso di nuovi con-
sorziati nel rispetto delle condizioni
CC Autonomia delle imprese fissate dal contratto, in assenza del-
consorziate le quali richiesto il consenso una-
nime dei consorziati.
Il trasferimento dellazienda consor-
ziata comporta lautomatico subin-
gresso dellacquirente nel contratto
(art. 2610 c.c.).

Differenze

Fondamentale la distinzione tra consorzi con attivit meramente interna e consorzi con atti-
vit esterna. Il consorzio con attivit interna disciplina solo i rapporti fra i consorziati; chi opera per
il consorzio responsabile verso i membri dello stesso, secondo le norme sul mandato (art. 2608
c.c.). Nel consorzio con attivit esterna lorganizzazione consortile esplica i suoi effetti anche nei
confronti dei terzi e nasce una vera e propria persona giuridica (societ consortili, art. 2615ter c.c.);
in tal caso: il contratto deve prevedere listituzione di un ufficio destinato a svolgere attivit con i
terzi; un estratto del contratto deve essere depositato per liscrizione nel Registro delle imprese; si
costituisce, attraverso i contributi dei consorziati, un fondo consortile, che rappresenta lautonomo
patrimonio del consorzio.

Capitolo 10 - La collaborazione fra imprese 43

2 Associazione temporanea di imprese

Nozione: una forma di cooperazione temporanea ed occasionale fra pi imprese finalizzata


allesecuzione di una determinata opera di rilevanti dimensioni (dighe, porti, centrali elettriche etc.).
Le imprese (senza perdere la loro autonomia) conferiscono mandato ad una di esse (capogrup-
po) per la loro rappresentanza.

CC un contratto atipico.
CC Ha ad oggetto lesecuzione di una determinata opera o di uno spe-
Caratteri
cifico affare.
CC Produce meri effetti inter partes.

3 Associazione in partecipazione

Nozione: lassociazione in partecipazione il contratto con cui una parte (associante) attribuisce
ad unaltra (associato) una partecipazione agli utili della sua impresa, o di uno o pi affari, verso il cor-
rispettivo di un determinato apporto (art. 2549 c.c.).
La riforma del Lavoro (L. 92/2012) intervenuta sul contratto di associazione in partecipazione
modificando lart. 2549 c.c. Le novit introdotte riguardano in particolare il caso in cui lapporto dellas-
sociato sia anche lavorativo. In tal caso, in unazienda il numero degli associati in partecipazione
con apporto di lavoro non pu essere superiore a tre (indipendentemente dal numero degli asso-
cianti). Quando il contratto di associazione in partecipazione non rispetta questi limiti, tutti gli asso-
ciati diventano automaticamente dipendenti a tempo indeterminato.

Fanno eccezione i casi in CC Matrimonio.


cui lassociato sia legato CC Parentela entro il terzo grado (figli e genitori, fratelli e sorelle, ni-
allassociante da alcuni vin- poti e nonni, nipoti e zii, bisnipoti e bisnonni).
coli di parentela:
CC Affinit entro il secondo grado (suoceri, generi, cognati).

Da ultimo, il decreto lavoro (D.L. 76/2013, conv. in L. 99/2013) ha riconosciuto che tale normati-
va restrittiva introdotta dalla L. 92/2012 troppo rigida in alcuni settori per cui ha apportato alcune mo-
difiche alle limitazioni numeriche, le quali non si applicano alle imprese a scopo mutualistico per gli
associati individuati attraverso lelezione dallassemblea ed i cui contratti siano stati certificati. Non si
applicano, inoltre, ai rapporti tra produttori ed artisti, interpreti, esecutori, volti alla realizzazione di re-
gistrazioni sonore, audiovisive o di sequenze di immagini in movimento.

4 Gruppo europeo di interesse economico (G.E.I.E.)

Nozione: un organismo associativo europeo finalizzato a consentire a imprenditori europei lo


svolgimento di iniziative economiche comuni, nonch la realizzazione di rapporti di cooperazione in-
teraziendale.

Caratteri CC Scopo mutualistico.


CC Carenza di personalit giuridica.

44 Parte Prima - L'imprenditore e l'impresa


Societ ed enti giuridici di diritto
pubblico o privato.
Persone fisiche che esercitino at-
CC Soggetti partecipanti tivit industriali, artigianali, com-
merciali, agricole.
Liberi professionisti e coloro che
Caratteri prestino altri servizi nellUnione.
CC Necessaria partecipazione di almeno due membri appartenenti a
Stati diversi dellUnione europea.
CC Responsabilit personale solidale ed illimitata di ciascuno dei
membri per le obbligazioni del gruppo.
CC Possibile soggezione al fallimento (senza necessaria estensione
ai singoli membri).

In sintesi

Il consorzio costituito da un gruppo di imprese munito di una organizzazione comune idonea a


soddisfare determinate esigenze di coordinamento della produzione e dello scambio che le stes-
se hanno creato. Listituto, quindi, finalizzato a far conseguire ad ogni impresa associata una
struttura pi solida e maggiori possibilit di affermazione e di espansione, attraverso la creazione
di una organizzazione comune unitaria.
Con lassociazione in partecipazione, invece, un soggetto (associante) titolare di unimpresa o
di un affare, riceve un apporto (somma di denaro o beni) da un altro soggetto (associato) cui vie-
ne attribuito un diritto di partecipazione agli utili dellimpresa o dellaffare (art. 2549 c.c.).

note
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Capitolo 10 - La collaborazione fra imprese 45

note
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46 Parte Prima - Limprenditore e limpresa


Parte Seconda
Il diritto delle societ

Capitolo Undicesimo: Le societ in generale..................................... Pag. 49


1 Nozione e natura 2 Elementi essenziali della societ 3 Tipi di so-
ciet previsti dal codice 4 Autonomia patrimoniale e personalit giu-
ridica 5 Societ irregolari 6 Societ di fatto e societ occulte 7
Societ apparenti 8 Societ fra professionisti

Capitolo Dodicesimo: La societ semplice......................................... 55


1 Nozione e caratteri 2 Lo status di socio 3 Amministrazione della
societ 4 Rappresentanza 5 Scioglimento del rapporto sociale li-
mitatamente ad un socio 6 Scioglimento della societ 7 Liquida-
zione della societ

Capitolo Tredicesimo: La societ in nome collettivo......................... 61


1 Nozione 2 Caratteri 3 Disciplina 4 Atto costitutivo 5 Modificazio-
ni dellatto costitutivo 6 Autonomia patrimoniale 7 Capitale sociale
8 Divieto di concorrenza dei soci (art. 2301 c.c.) 9 Amministrazione e
rappresentanza 10 Scioglimento, liquidazione e cancellazione

Capitolo Quattordicesimo: La societ in accomandita semplice...... 65


1 Nozione 2 Disciplina 3 Ragione sociale 4 Amministrazione 5
Trasferimento di quota 6 Scioglimento e liquidazione

Capitolo Quindicesimo: La societ per azioni: generalit, nozione


e costituzione................................................................................. 69
1 Generalit e nozione 2 La costituzione della s.p.a. 3 La nullit
della societ 4 La s.p.a. con un unico azionista 5 I patti parasocia-
li 6 Collegamenti tra societ
Capitolo Sedicesimo: I soci e le azioni................................................ 79
1 La qualit di socio 2 Le azioni e gli altri strumenti finanziari parte-
cipativi

Capitolo Diciassettesimo: Lelemento patrimoniale e il bilancio....... 87


1 Patrimonio e capitale sociale 2 I fondi di riserva 3 Il bilancio di
esercizio 4 Bilancio in forma abbreviata 5 Il bilancio consolidato
6 La distribuzione degli utili ai soci 7 La tutela dellintegrit del capi-
tale sociale e della riserva legale 8 Acquisto e sottoscrizione delle
proprie azioni 9 Variazioni del capitale sociale 10 Le obbligazioni
Capitolo Diciottesimo: Lassemblea dei soci...................................... Pag. 103
1 Generalit 2 Convocazione 3 Costituzione dellassemblea: inter-
vento, votazione e rappresentanza 4 Invalidit delle delibere e loro
impugnativa

Capitolo Diciannovesimo: Lattivit amministrativa e di controllo.... 113


1 Generalit 2 Il sistema tradizionale di amministrazione e control-
lo 3 Gli amministratori 4 Il collegio sindacale 5 La revisione lega-
le dei conti 6 Il sistema dualistico 7 Il sistema monistico 8 Linter-
vento dellautorit giudiziaria

Capitolo Ventesimo: I patrimoni destinati ad uno specifico affare... 127


1 Generalit 2 I patrimoni destinati ad uno specifico affare 3 I fi-
nanziamenti destinati ad uno specifico affare

Capitolo Ventunesimo: La societ in accomandita per azioni.......... 131


1 Nozione e caratteri 2 La disciplina giuridica 3 La posizione di so-
cio accomandante e accomandatario 4 Gli altri organi sociali 5 Scio-
glimento della societ

Capitolo Ventiduesimo: La societ a responsabilit limitata............. 135


1 Generalit e nozione 2 Costituzione della s.r.l. 3 La s.r.l. uniper-
sonale 4 La s.r.l. semplificata 5 Le partecipazioni della s.r.l. 6 Di-
ritti dei soci 7 Gli obblighi dei soci: il conferimento 8 Cessazione
della qualit di socio 9 Lelemento patrimoniale della societ 10 Le
decisioni dei soci 11 Gli organi di amministrazione e di controllo

Capitolo Ventitreesimo: Le societ cooperative e le mutue assi-


curatrici........................................................................................... 149
1 Caratteri generali 2 Societ cooperative 3 Societ di mutua as-
sicurazione 4 Cooperative sociali 5 Limpresa sociale

Capitolo Ventiquattresimo: Lestinzione della societ ....................... 159


1 Caratteri generali 2 Cause di scioglimento 3 Accertamento e pub-
blicit delle cause di scioglimento 4 Il procedimento di liquidazione
5 I liquidatori 6 Il momento estintivo 7 La revoca della liquidazio-
ne (art. 2487ter c.c.)

Capitolo Venticinquesimo: Trasformazione, fusione e scissione della


societ ............................................................................................ 165
1 La trasformazione 2 La fusione 3 La scissione
Capitolo 11 Le societ in generale

1 Nozione e natura
La societ (sotto il profilo funzionale) una forma di esercizio collettivo dellimpresa e, dunque,
unorganizzazione di persone e beni preordinata e coordinata al raggiungimento di uno scopo produt-
tivo mediante lesercizio in comune di unattivit economica.
Alla base di tale organizzazione vi il contratto di societ, che lart. 2247 c.c. definisce come il
contratto con il quale due o pi persone conferiscono beni o servizi per lesercizio in comune di una
attivit economica allo scopo di dividerne gli utili.

CC Contratto consensuale: si perfeziona con la semplice assunzione,


da parte dei soci, dellobbligo di eseguire il conferimento promesso.
CC Contratto plurilaterale: le parti sostanziali del contratto sono o pos-
Natura del contratto di so- sono essere pi di due; di regola il contratto di societ anche un
ciet contratto aperto, al quale, cio, dopo la conclusione del contratto
stesso, possono aderire altri soggetti.
CC Contratto con comunione di scopo: lo scopo comune a tutti i con-
traenti (soci).

La nozione di societ deve essere oggi confrontata con il nuovo fenomeno delle societ uniper-
sonali.
Con il D.Lgs. 88/1993 il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilit di costituire
societ unipersonali nella forma della societ a responsabilit limitata; inoltre il D.Lgs. 6/2003, di rifor-
ma del diritto societario, ha esteso tale possibilit alla societ per azioni.

2 Elementi essenziali della societ

Il conferimento latto traslativo a titolo onero-


so con cui il socio adempie alla promessa di
CC Nozione
apporto fatta in sede di costituzione della so-
ciet.

Conferimento di danaro.
Conferimento di beni in propriet.
CC Tipi Conferimento di beni in godimento.
Conferimenti
Conferimento di crediti.
Conferimento della propria opera.

Costituzione del patrimonio sociale.


Passaggio del rischio relativo al bene conferi-
CC Effetti
to alla societ.
Acquisto dello status di socio.

Capitolo 11 - Le societ in generale 49

CC Attivit economica: lattivit produttiva di nuova ricchezza.

Esercizio in comune CC Esercizio in comune: secondo la dottrina dominante (FERRI) deve


dellattivit economica intendersi come potere di gestione comune; la gestione comu-
ne quando le decisioni si possono ricondurre alla volont di tutti
i soci.

CC Scopo dellattivit sociale quello di procurare ai soci un vantag-


gio patrimoniale: un utile qualsiasi incremento patrimoniale o ri-
Scopo di dividere gli utili sparmio di spesa che si pu produrre direttamente nel patrimo-
nio del socio, anche senza passare attraverso il patrimonio so-
ciale (come avviene nelle cooperative).

Differenze

La societ caratterizzata dallesercizio in comune di unattivit economica diretta alla realizzazio-


ne di un profitto; nella comunione di mero godimento, invece, i titolari dei beni in comunione non
si propongono alcuna attivit economica a scopo speculativo, ma si accontentano semplicemen-
te di godere dei frutti di questi beni. Tale distinzione contenuta nellart. 2248, che rinvia alle nor-
me dettate dal codice in materia di comunione per le ipotesi di comunione costituita o mantenu-
ta al solo scopo del godimento di una o pi cose. Inoltre, la societ unorganizzazione di perso-
ne e beni, che normalmente poggia su di un atto costitutivo (atto unilaterale o contratto), nella qua-
le la gestione comune dei beni finalizzata allo svolgimento dellattivit dimpresa.
Per quanto concerne i beni sociali essi soggiacciono ad un vincolo di destinazione.
La comunione, invece, una situazione giuridica di contitolarit di beni, nella quale lattivit di ge-
stione comune meramente finalizzata a conservare la cosa comune e a consentirne lutilizzazio-
ne da parte di ciascun titolare. In essa, infine, manca qualsiasi vincolo di destinazione.

3 Tipi di societ previsti dal codice

CC Societ semplice
Societ di persone CC Societ in nome collettivo
CC Societ in accomandita semplice
scopo di lucro
CC Societ per azioni
CC Societ in accomandita per azioni
CC Societ a responsabilit limitata
Societ di capitali

CC Societ cooperativa
scopo mutualistico
CC Societ di mutua assicurazione

4 Autonomia patrimoniale e personalit giuridica

CC Il legislatore ha riconosciuto alle societ di persone unautonomia


patrimoniale imperfetta, rendendo il patrimonio sociale solo par-
Societ di persone zialmente insensibile (in misura maggiore o minore a seconda dei
casi) alle vicende relative ai patrimoni individuali dei soci e vice-
versa.

50 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Sono dotate di unautonomia patrimoniale perfetta; sono altres
dotate di personalit giuridica: le vicende patrimoniali dei singoli
Societ di capitali
soci non intaccano il patrimonio sociale e, di regola, le vicende
del patrimonio sociale non interessano il patrimonio dei soci.

5 Societ irregolari

Sono irregolari le societ in nome collettivo e le societ in accomandita semplice non iscritte nel
Registro delle imprese. In questo caso la societ esiste, bench irregolarmente, ma caratterizzata
da una pi ridotta autonomia patrimoniale.

6 Societ di fatto e societ occulte

Si ha societ di fatto laddove due o pi persone senza una esplicita dichiarazione di volont si
comportano, nei fatti, da soci. Esiste una vera e propria societ voluta, anche se non formalizzata.
ammissibile solo fra le societ di persone e ad essa si applicher la disciplina della societ semplice
se lattivit esercitata non commerciale ovvero la disciplina della societ in nome collettivo irregola-
re se lattivit esercitata di natura commerciale.
Societ occulte sono quelle in cui il contratto di societ un accordo segreto, interno alla parti.
Allesterno, chi opera un solo soggetto che agisce in nome proprio, bench nellinteresse di uno o
pi soci, che restano occulti ai terzi.

7 Societ apparenti

La societ apparente si realizza quando due o pi persone, fra loro non legate da alcun vincolo
societario, si comportano in modo da ingenerare nei terzi la convinzione che esse agiscano in quali-
t di soci. Secondo la giurisprudenza esiste una responsabilit patrimoniale di coloro che hanno cau-
sato tale apparenza.

Differenze

La societ apparente si distingue dalla societ di fatto, in quanto la mera apparenza e la sola
esteriorizzazione di un rapporto e di un vincolo sociale bastano di per s a produrre gli stessi ef-
fetti della realt. Quella apparente considerata, ma non , una societ di fatto: con essa non si
manifesta un rapporto realmente sorto, ma si fa apparire un rapporto che non c, si costruisce sul
nulla limmagine di una societ (cos COTTINO).

8 Societ fra professionisti

La L. 266/1997 ha introdotto nel nostro ordinamento la possibilit di costituire societ tra profes-
sionisti per lesercizio in comune della loro attivit professionale.
Il D.Lgs. 96/2001 ha espressamente disciplinato lesercizio della professione di avvocato in
forma societaria.
Nel 2006 vi stato un ulteriore intervento legislativo ad opera del D.L. 223/2006 (cd. decreto Ber-
sani 2), conv. in L. 248/2006, che ha consentito la prestazione di servizi professionali interdisciplinari
da parte di societ di persone oppure di associazioni tra professionisti, fermo restando che loggetto
sociale relativo allattivit libero-professionale deve essere esclusivo, che il medesimo professionista
non pu partecipare a pi di una societ e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o pi
soci professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilit.

Capitolo 11 - Le societ in generale 51

La L.183/2011(Legge di stabilit per il 2012) ha introdotto la possibilit per i professionisti di co-


stituire societ sia di persone, sia di capitali, sia cooperative (in tal caso il numero dei soci non pu
essere inferiore a 3) per lesercizio di attivit professionali regolamentate.

Lesercizio in via esclusiva dellattivit


professionale da parte dei soci (sono
ammessi soci non professionisti soltan-
to per prestazioni tecniche o per finali-
CC Possono assumere la qua- t di investimento).
lifica di societ tra profes-
Art. 10 L. 183/2011 Lammissione dei soli professionisti
sionisti quelle il cui atto co-
iscritti ad ordini, albi o collegi.
stitutivo preveda
Criteri e modalit tali da garantire che
la singola prestazione professionale sia
eseguita dai soci in possesso dei requi-
siti di legge.

La Legge fa salvi i diversi modelli societari e associativi vigenti e abroga la L. 1815/1939 sulle as-
sociazioni professionali.
Successivamente il D.L. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), conv. in L. 27/2012, intervenuto nuo-
vamente sulla disciplina delle societ tra professionisti.

CC Quanto allammissione di soci non professionisti per lo svolgimento di


prestazioni tecniche o per finalit di investimento, la L. 27/2012 ha spe-
cificato che il numero dei soci professionisti deve essere tale da deter-
minare la maggioranza dei due terzi nelle deliberazioni o decisioni dei
soci. Il venir meno di tale condizione causa di scioglimento della
Art. 10 L.183/2011(come societ.
modif. da L.27/2012) CC Atto costitutivo deve prevedere la stipula di una polizza di assicura-
zione per la copertura dei rischi derivanti dalla responsabilit civile per
i danni causati ai clienti dai singoli soci professionisti nellesercizio dellat-
tivit professionale
CC Sono fatti salvi i diversi modelli societari (principalmente le societ di
avvocati) gi previsti dallordinamento e le associazioni professionali

Il legislatore ha rimesso alla regolamentazione secondaria la disciplina di dettaglio delle societ


tra professionisti, cui stata data attuazione con D.M. 34/2013.

In sintesi
La societ rappresenta la forma pi importante e diffusa di impresa collettiva, che si realizza quan-
do due o pi persone conferiscono beni o servizi per lesercizio in comune di unattivit economi-
ca allo scopo di dividerne gli utili. Con la societ viene in essere una particolare forma di collabo-
razione, caratterizzata dal fatto che tutti gli associati partecipano insieme al rischio di gestione
dellimpresa.
Dalla definizione contenuta nellart. 2247 c.c. si evincono gli elementi costitutivi della stessa:
i soggetti;
i conferimenti: la societ, per raggiungere il proprio scopo produttivo, necessita di capitale di
rischio iniziale, cio di un patrimonio sociale costituito con il contributo (conferimento) di ogni
singolo socio. Conferimento , pertanto, latto traslativo a titolo oneroso con cui il socio adem-
pie alla promessa di apporto fatta in sede di costituzione della societ;

52 Parte Seconda - Il diritto delle societ


lesercizio in comune di unattivit economica: loggetto sociale rappresenta la particolare at-
tivit economica per il cui esercizio in comune le parti (soci) si impegnano ai conferimenti; esso
deve essere possibile, lecito e determinato e deve consistere in unattivit economica;
la divisione degli utili.
I tipi di societ, inoltre, possono classificarsi in due grandi gruppi, a seconda che risultino organiz-
zati su base personale o su base capitalistica: nel primo caso si hanno societ di persone, nel se-
condo societ di capitali. La distinzione di grande importanza pratica al fine di stabilire il grado
di autonomia patrimoniale della societ e, di conseguenza, la responsabilit nella quale posso-
no incorrere i soci.
Infine, sono previste ipotesi particolari di societ: societ apparente; societ occulta; societ di
fatto; societ tra professionisti.

note
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Capitolo 11 - Le societ in generale 53

note
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54 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 12 La societ semplice

1 Nozione e caratteri
la forma pi elementare di societ.
Pu avere ad oggetto esclusivamente lesercizio di attivit economiche lucrative non commerciali.
Il contratto costitutivo non richiede forme particolari, salve quelle richieste dalla natura dei beni
conferiti (art. 2251 c.c.).
prevista liscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese, ma esclusivamente al fine
di pubblicit - notizia (L. 580/1993).
Non dotata di personalit giuridica, ma di autonomia patrimoniale imperfetta (art. 2267 c.c.).

Osservazioni

La societ semplice pu considerarsi, dal punto di vista della disciplina positiva, il prototipo della ca-
tegoria delle societ di persone: le norme che regolano la societ semplice valgono, infatti, anche
per le altre societ personali, salvo le espresse deroghe (cfr. artt. 2293 e 2315 c.c.). un tipo di so-
ciet, tuttavia, di limitata applicazione pratica perch pu avere per oggetto solo attivit non com-
merciale. Essa utilizzabile, infatti, soltanto per lo svolgimento di attivit agricole e, secondo una
parte minoritaria della dottrina, per lesercizio delle professioni intellettuali in forma societaria (sal-
vo quanto previsto dal D.L. 1/2012, conv. in L. 27/2012, che ha introdotto la possibilit di costituire
societ che abbiano per oggetto esclusivo lesercizio di attivit professionali secondo i modelli del-
le societ di persone, delle societ di capitali e delle societ cooperative).

2 Lo status di socio

Nozione: lo status di socio in una societ semplice si acquista per il solo fatto di aver concorso,
con la propria volont, alla costituzione della societ.

CC Eseguire i conferimenti previsti nel contratto sociale (se non sono


stati determinati, si presume che i soci siano obbligati a conferi-
re, in parti uguali fra loro, quanto necessario per il consegui-
Doveri mento delloggetto sociale) (art. 2253 c.c.).
CC Rispettare la destinazione impressa ai beni sociali, dei quali vie-
tato servirsi per fini estranei a quelli della societ, salvo il consen-
so di tutti i soci (art. 2256 c.c.).

CC Diritto agli utili (art. 2262 c.c.) e divieto del patto leonino (art. 2265 c.c.).
CC Diritto alla quota di liquidazione in caso di scioglimento della societ.
Partecipa alla nomina e alla revoca degli ammimi-
nistratori
Ha diritto ad avere notizia del-
Diritti Diritto di parteci- CC Socio non lo svolgimento degli affari so-
pare alla gestio- ammini- ciali.
Controlla lope-
ne sociale stratore rato degli ammi- Pu consultare i documenti
nistratori relativi allamministrazione.
Deve ottenere il rendiconto
degli affari compiuti.

Capitolo 12 - La societ semplice 55

Compie ogni at- Delibera su tutti gli argomen-


tivit diretta a ti attinenti alla gestione del-
CC Diritto di parteci- CC Socio am- realizzare linte- la societ non riservati allas-
Diritti pare alla gestio- ministrato- resse per il qua- semblea.
ne sociale re le il contratto Esegue le delibere assem-
sociale stato bleari.
concluso Presenta il rendiconto.

CC I soci rispondono solidalmente e illimitatamente delle obbligazio-


ni sociali.
Responsabilit nei confronti CC una responsabilit sussidiaria, in quanto rileva solo nei casi in
dei creditori sociali cui non risulti comodo per i creditori agire sul patrimonio sociale.
CC Il socio pu richiedere la preventiva escussione del patrimonio
sociale (beneficium excussionis).

Differenze

Nella societ semplice, i soci fruiscono di un ridotto beneficio di escussione preventiva del patri-
monio sociale (beneficium excussionis) perch i creditori sociali sono liberi di aggredire tanto il pa-
trimonio sociale, quanto i beni personali dei soci. Per, il socio cui stato richiesto il pagamento
delle obbligazioni sociali pu paralizzare tale azione, dimostrando che esistono beni sociali sui qua-
li il creditore pu agevolmente soddisfarsi. Ci a differenza di quanto accade nella societ in nome
collettivo, in cui il creditore sociale deve preventivamente escutere il patrimonio sociale e, solo in
caso di insufficienza, pu agire sui beni personali del socio.

Rivalersi sugli utili spettanti al suo


debitore.
Compiere atti conservativi sulla
CC Il creditore particolare del so-
Responsabilit nei confron- quota spettante al socio in fase di
cio, il cui patrimonio sia in-
ti dei creditori particolari del liquidazione.
sufficiente a garantire il de-
socio Chiedere la liquidazione della
bito pu
quota, purch provi che il debito-
re non possiede altri beni sui qua-
li possa soddisfarsi.

Differenze

La possibilit da parte del creditore particolare del socio di chiedere la liquidazione della quota del
socio debitore espressamente esclusa per le societ in nome collettivo e in accomandita sem-
plice per le quali vige la regola opposta, in quanto il creditore particolare, non pu, finch dura la
societ, chiedere la liquidazione della quota del socio.

56 Parte Seconda - Il diritto delle societ


3 Amministrazione della societ

3.1 Modalit

CC Il potere di amministrare la Ogni socio amministratore pu


societ spetta a ciascun so- opporsi alloperazione che un al-
Amministrazione disgiunti- cio illimitatamente responsa- tro voglia compiere, prima che sia
va (art. 2257 c.c.) (principio bile, disgiuntamente dagli al- compiuta. La maggioranza dei
generale) tri soci; tale potere limitato soci, determinata secondo la par-
dal diritto di veto, secondo te attribuita a ciascun socio negli
il quale utili, decide sullopposizione.

CC Per il compimento delle operazioni sociali necessario il consen-


Amministrazione congiunti- so di tutti i soci amministratori, salvo diversa previsione dellatto
va (art. 2258 c.c.) (pu esse- costitutivo.
re prevista nel contratto so-
ciale) CC I singoli amministratori possono compiere solo gli atti urgenti fina-
lizzati ad evitare un danno alla societ.

CC Disgiuntamente.
Amministrazione affidata ad CC Congiuntamente.
uno o pi soci (pu essere
CC Alla maggioranza dei soci.
disposta nel contratto so-
ciale o con atto separato) CC A pi soci secondo il principio della maggioranza.
CC Ad un unico socio.

Osservazioni

discusso in dottrina se il potere di amministrazione possa essere conferito a persone estranee


alla societ:
GRAZIANI ammette la presenza di amministratori estranei, purch non siano anche rappre-
sentanti della societ;
FERRI e SIMONETTO propendono per la soluzione affermativa, ma escludono che in tal caso
possa pure pattuirsi lesenzione, per tutti i soci, dalla responsabilit illimitata e solidale: se ci
avvenisse, invero, la societ semplice diverrebbe una societ a responsabilit limitata.

3.2 Diritti e obblighi degli amministratori


I diritti e gli obblighi degli amministratori sono regolati dalle norme sul mandato. Gli amministrato-
ri sono solidamente responsabili verso la societ per ladempimento degli obblighi ad essi imposti dal-
la legge e dal contratto sociale, tuttavia la responsabilit non si estende a quelli che dimostrino di es-
sere esenti da colpa.
La responsabilit degli amministratori ha carattere solidale, anche nellipotesi di gestione di-
sgiunta della societ: infatti, configurabile, in capo a ciascuno di essi, un vero e proprio obbligo di
controllo delloperato degli altri, esercitabile anche mediante il potere di veto: per liberarsi dalla re-
sponsabilit, gli interessati possono solo fornire la prova di aver vigilato e gestito limpresa in modo
corretto e diligente.

Capitolo 12 - La societ semplice 57

4 Rappresentanza

Rappresentante della societ colui che ha il potere di esprimere allesterno la volont sociale,
di agire quindi in nome della societ. La rappresentanza spetta a ciascun amministratore, salvo che
sia diversamente previsto.
Per quanto riguarda le modalit di esercizio del potere di rappresentanza, secondo la dottri-
na, nel silenzio del contratto sociale, vale la stessa regola che vige per lamministrazione: se essa
disgiuntiva, cos sar anche la rappresentanza (ciascun socio amministratore potr impegnare da solo
la societ nei confronti dei terzi); se lamministrazione congiuntiva, allo stesso modo sar la rappre-
sentanza (DI SABATO). Tuttavia il contratto sociale pu prevedere combinazioni diverse tra i due po-
teri, per esempio richiedendo la firma congiunta di due amministratori pur in presenza di amministra-
zione disgiuntiva, o allunanimit, o a maggioranza.

Differenze

Il potere di rappresentanza si distingue nettamente dal potere di gestione:


il potere di gestione consiste nel diritto ad amministrare limpresa e compiere tutti gli atti vol-
ti al perseguimento dello scopo sociale;
il potere di rappresentanza, invece, la facolt di agire, nei confronti dei terzi, in nome della
societ, con ogni conseguenza utile ed onerosa. Esso costituisce un attributo naturale an-
che se non essenziale della qualit di amministratore (Ferri); pertanto, qualora il contrat-
to societario non contenga particolari disposizioni in tema di amministrazione, la gestione im-
prenditoriale e la rappresentanza sociale spettano a tutti i soci disgiuntamente. Allo stesso
modo, quando la direzione dellimpresa viene affidata, in via congiuntiva, a pi soci, anche il
potere di rappresentanza va esercitato congiuntamente.
La rappresentanza processuale, poi, risulta strettamente connessa con quella negoziale; di con-
seguenza, ogni amministratore dotato di rappresentanza pu agire ed essere convenuto in giudi-
zio per la societ.

5 Scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio

CC Il rapporto non si trasmette agli eredi (contratto intuitu personae),


Morte pertanto la societ dovr provvedere alla liquidazione della quota
(art. 2284 c.c.) del socio defunto, salvo che la societ non deliberi il suo sciogli-
mento o la sua continuazione con gli eredi del socio defunto.

CC Liberamente, ma con preavviso di almeno 3 mesi e con efficacia


subordinata al decorso di tale termine, se la societ a tempo in-
determinato o contratta per tutta la vita di uno dei soci.
Recesso
CC Solo per giusta causa, ma con effetto immediato, se la societ a
(art. 2285 c.c.)
tempo determinato.
CC Quando ricorrono altre cause di recesso, eventualmente previste
dal contratto.

58 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Inadempienza agli obblighi di legge.
Inadempienza agli obblighi contrat-
tuali.
CC Per volont degli altri soci Interdizione, inabilitazione o condan-
(art. 2286 c.c.) na ad una pena che comporti linter-
dizione dai pubblici uffici.
Esclusione Impossibilit sopravvenuta di esecu-
zione del conferimento.

Liquidazione della quota del socio ad


istanza di un suo creditore particola-
CC Di diritto (art. 2288 c.c.) re.
Dichiarazione di fallimento del socio.

6 Scioglimento della societ

CC Decorso del termine (se a tempo determinato).


CC Conseguimento delloggetto sociale o impossibilit sopravvenu-
Cause di scioglimento ta a conseguirlo.
(operano di diritto) CC Volont unanime dei soci.
CC Mancanza di pluralit dei soci (per pi di 6 mesi).
CC Altre cause previste dal contratto sociale.

7 Liquidazione della societ

Verificatasi una causa di scioglimento, la societ non cessa subito di esistere, ma si apre la fase
di liquidazione.
La societ continua ad esistere al solo fine di convertire il patrimonio sociale in denaro, per estin-
guere i debiti sociali e ripartire fra i soci leventuale residuo attivo.

7.1 Procedimento di liquidazione

CC Nomina dei liquidatori da parte dei soci o, in caso di disaccordo,


da parte del presidente del Tribunale.
CC Accettazione della nomina e iscrizione nel Registro delle imprese.
CC Consegna dei beni sociali e dei documenti da parte degli ammini-
Procedimento stratori e redazione dellinventario.
CC Compimento, da parte dei liquidatori, di tutti gli atti necessari alla
liquidazione (art. 2278 c.c.): conversione in danaro dei beni, pa-
gamento dei creditori e ripartizione delleventuale residuo attivo ai
soci.

Se il patrimonio sociale insufficiente a fronteggiare i debiti della societ, i liquidatori possono co-
stringere i soci che non abbiano del tutto eseguito il conferimento, a versare quanto da essi promes-
so; qualora, nonostante tale operazione, i beni sociali risultino ancora insufficienti, i soci sono obbli-
gati in proporzione alla parte di ciascuno nelle perdite a versare ai liquidatori le ulteriori somme
che si rendessero necessarie, nei limiti della rispettiva responsabilit.

Capitolo 12 - La societ semplice 59

CC Divieto di intraprendere nuove operazioni (art. 2279 c.c.).

Divieti per i liquidatori CC Divieto di ripartire fra i soci, anche parzialmente, i beni sociali, fin-
ch tutti i creditori sociali non siano stati pagati o non siano state
accantonate le somme necessarie per pagarli (art. 2280 c.c.).

In sintesi

La societ semplice costituisce la forma pi elementare di societ, la cui caratteristica quella di


avere per oggetto unattivit economica lucrativa non commerciale (art. 2249 c.c.).
La sua autonomia patrimoniale imperfetta e tale imperfezione determina i seguenti effetti:
i creditori particolari del socio, finch dura la societ, non possono aggredire il patrimonio so-
ciale per soddisfarsi (art. 2270 c.c.);
il creditore sociale pu far valere i suoi diritti direttamente nei confronti del socio illimitatamen-
te responsabile; questultimo, per evitare lescussione del proprio patrimonio, pu invocare
lescussione preventiva del patrimonio sociale indicando specificamente i beni sui quali il cre-
ditore possa agevolmente soddisfarsi (art. 2268 c.c.).
La societ semplice si costituisce, come tutte le altre societ, in virt della stipulazione del c.d. con-
tratto sociale; a differenza di quanto stabilito per le altre societ, il contratto non soggetto a for-
malit particolari, salvo quelle richieste dalla natura dei beni conferiti e salvo le limitazioni proba-
torie degli artt. 2721 e 2729 c.c.
Lart. 2253 c.c. dispone che il socio obbligato ad eseguire i conferimenti determinati nel contrat-
to sociale. Se, per, tali conferimenti non sono determinati nel contratto sociale, si presume che
i soci siano obbligati a conferire, in parti eguali tra loro, quanto necessario per il conseguimento
delloggetto sociale.
Il capitale sociale costituito dalla somma dei conferimenti e costituisce il fondo sociale.
Lo status di socio di una societ semplice si acquista per il solo fatto di aver concorso, con la
propria volont, alla costituzione della societ. Per effetto di tale acquisto il socio diviene titola-
re di diritti ed obblighi espressamente previsti dalla legge.
Se non viene stabilito a chi compete amministrare la societ, trova applicazione la disposizione di
cui allart. 2257, 1 comma, c.c., secondo cui: lamministrazione della societ spetta a ciascuno
dei soci disgiuntamente dagli altri. In pratica, ciascun socio pu effettuare tutte le operazioni che
rientrano nelloggetto sociale, fatta salva la possibilit per gli altri soci di opporsi alloperazione (cd.
diritto di veto), con conseguente decisione finale della maggioranza. Ma i soci possono adottare il
regime di amministrazione congiuntiva.
Ai soci compete, oltre al potere di amministrazione, quello di rappresentanza, cio il potere di vin-
colare la societ verso i terzi, compiendo atti giuridici in suo nome (art. 2266, 2 comma, c.c.).
Il rapporto sociale pu sciogliersi con riferimento ad un solo socio o nei confronti di tutti i soci.
Nella prima ipotesi, per il principio generale valido in materia di contratti plurilaterali, luscita di una
sola parte dal contratto stesso non determina di regola lo scioglimento della societ.
Luscita del singolo socio dalla societ pu avvenire per morte, recesso volontario, esclusione.
Lart. 2272 c.c. detta le cause di scioglimento della societ semplice. Tali cause operano di diritto.
Una volta verificatasi una causa di scioglimento, la societ non cessa di esistere, ma si apre una
fase particolare: la liquidazione. Questa ha lo scopo di convertire in danaro il patrimonio sociale,
di procedere, quindi, al pagamento dei debiti sociali ed, infine, di ripartire tra i soci leventuale re-
siduo attivo.

60 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 13 La societ in nome collettivo

1 Nozione

La societ in nome collettivo costituisce il modello di organizzazione societaria che si presume


normalmente adottato per lesercizio di unattivit commerciale, salvo che non risulti diversamente.
Pertanto, ogni qualvolta sia costituita una societ avente un oggetto di natura commerciale e non
risulti instaurato un diverso tipo sociale, essa deve essere qualificata come una s.n.c.

2 Caratteri

Responsabilit solidale e illimitata di tutti i soci verso i terzi per le obbligazioni sociali; eventuali
patti in senso contrario rilevano esclusivamente inter partes, non essendo opponibili ai terzi.
Particolare rilevanza del rapporto fiduciario intercorrente fra i soci (lattivit personale del socio
prevale sul capitale da lui conferito).

3 Disciplina

Si applica la disciplina della societ semplice, cui fa esplicito rinvio lart. 2293 c.c., salvo che sia
diversamente previsto (artt. 2291-2312 c.c.).

4 Atto costitutivo

CC Atto pubblico o scrittura privata autenticata. Leventuale inosser-


Forma vanza comporta limpossibilit delliscrizione nel Registro delle im-
prese.

CC Generalit dei soci.


il nome delle societ, corrispondente
CC Ragione sociale
alla ditta degli imprenditori individuali.

CC Nome dei soci amministratori e di coloro che hanno la rappresen-


tanza.
Contenuto CC Sede.
CC Oggetto sociale.
CC Conferimenti dei soci.
CC Prestazioni che i soci dopera si sono impegnati ad effettuare.
CC Norme sulla ripartizione degli utili e delle perdite.
CC Durata della societ.

CC Latto costitutivo della societ deve essere depositato per liscri-


Pubblicazione zione presso lUfficio del Registro delle imprese: la mancata iscri-
zione dar luogo ad una societ irregolare (art. 2297 c.c.).

Capitolo 13 - La societ in nome collettivo 61

CC Vanno adottate dalla societ allunanimit, se non convenuto di-


versamente.
Modificazioni
CC Devono iscriversi nel Registro delle imprese (finch non sono iscrit-
te non sono opponibili ai terzi).

Osservazioni

La societ in nome collettivo non registrata irregolare per tutto il tempo in cui non iscritta nel
registro delle imprese.
Le principali conseguenze della mancata registrazione dellatto costitutivo sono le seguenti:
a) i rapporti tra la societ ed i terzi sono regolati dalle norme relative alla societ semplice. Sono
tuttavia contemplate due eccezioni allapplicazione del regime proprio della societ semplice:
resta ferma la responsabilit solidale e illimitata dei soci;
il potere di amministrazione ed il coincidente potere di rappresentanza spettano, in man-
canza di specifica regolamentazione del contratto sociale, disgiuntamente a tutti i soci;
b) il termine di prescrizione dei diritti sociali di dieci anni (non di cinque come nelle societ registrate);
c) ciascun socio pu provvedere alla regolarizzazione (o iscrizione successiva) o far condanna-
re gli amministratori a provvedervi.

5 Modificazioni dellatto costitutivo

Le modificazioni pi interessanti dellatto costitutivo riguardano senza dubbio la durata dellen-


te e leventuale riduzione del capitale sociale. In particolare, per quanto riguarda la durata della so-
ciet, essa pu prorogarsi nei seguenti modi:
proroga espressa: la delibera di proroga deve essere iscritta nel registro delle imprese; pertanto,
assolutamente necessario che la nuova scadenza sia determinata in modo preciso;
proroga tacita: in tal caso la proroga opera di fatto, sulla base della semplice prosecuzione dellattivi-
t imprenditoriale da parte dei soci successivamente alla scadenza. In questo caso, per, poich la
nuova scadenza non pu essere determinata, non possibile nemmeno liscrizione della modifica.
Per quanto riguarda, invece, la riduzione del capitale, si distinguono due ipotesi (art. 2306 c.c.):
riduzione del capitale sociale per perdite: in questo caso, la modifica costituisce una mera rettifica
contabile, in quanto la diminuzione patrimoniale della societ si gi prodotta, di fatto, nella realt;
riduzione per esuberanza: si realizza mediante rimborso ai soci delle quote pagate o mediante li-
berazione di essi dallobbligo di ulteriore versamento.

6 Autonomia patrimoniale

CC La responsabilit Solidale.
dei soci per le obbli- Illimitata (il fallimento della societ comporta
gazioni sociali nei il fallimento del socio, art. 147 L.F.).
confronti dei terzi
Sussidiaria (il creditore sociale deve preven-
necessariamente
Lautonomia patrimonia- tivamente escutere il patrimonio sociale).
le , nelle societ in nome
collettivo, rafforzata e ac- CC Il creditore particola- Compiere atti conservativi sulla quota del suo
centrata rispetto alle so- re di un socio, finch debitore.
ciet semplici, infatti dura la societ, non Far valere i suoi diritti sugli utili spettanti al suo
pu chiedere la li- debitore.
quidazione della
Provocare la dichiarazione di fallimento del
quota del suo debi-
debitore, e quindi la sua esclusione di diritto
tore; pu invece
dalla societ.

62 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Se vero che la responsabilit illimitata e solidale dei soci, nella societ in nome collettivo, an-
cora pi incisivamente affermata, anche vero che lart. 2304 c.c. difende meglio il patrimonio perso-
nale dei soci, stabilendo che: i creditori sociali, anche se la societ in liquidazione, non possono
pretendere il pagamento dai singoli soci, se non dopo lescussione del patrimonio sociale.

7 Capitale sociale

7.1 Nozione
il complesso dei conferimenti dei soci (Ferri), o il valore in denaro dei conferimenti stessi ri-
sultante dalle valutazioni compiute nel contratto (Graziani).

7.2 Tutela
Nelle societ in nome collettivo la tutela dellintegrit del capitale sociale attuata attraverso:
il divieto di distribuzione degli utili fittizi;
il divieto di ripartizione degli utili in caso di perdita del capitale sociale, finch il capitale non ven-
ga reintegrato o ridotto;
il divieto di restituire i conferimenti ai soci o di liberarli dallobbligo di esecuzione, se non dopo la
riduzione del capitale sociale;
lobbligo per gli amministratori della tenuta delle scritture contabili.

8 Divieto di concorrenza dei soci (art. 2301 c.c.)

In mancanza del consenso, anche presunto, degli altri soci, ciascuno di essi non pu esercitare,
per conto proprio o altrui, unattivit concorrente con quella della societ, n partecipare con respon-
sabilit illimitata ad altra impresa concorrente.
Tale divieto nasce dalla considerazione che il socio di una societ in nome collettivo sempre ben
informato dellandamento della gestione sociale e potrebbe, pertanto, mediante lesercizio di attivit
concorrente, sfruttare tali sue cognizioni per danneggiare la societ.
In caso di inosservanza, la societ:
ha diritto al risarcimento del danno;
pu escludere il socio.

9 Amministrazione e rappresentanza

CC Richiedere, nel termine di 30 giorni, allufficio del registro delle im-


Valgono le stesse regole prese, liscrizione delle modificazioni dellatto costitutivo e degli al-
della societ semplice; inol- tri fatti relativi alla societ, dei quali obbligatoria liscrizione.
tre gli amministratori sono CC Tenere i libri e le altre scritture contabili prescritte.
tenuti a CC Indicare negli atti e nella corrispondenza sociale la sede della so-
ciet e lUfficio del Registro presso cui iscritta.

CC Le persone autorizzate a rappresentare la societ devono essere


indicate nominativamente nellatto costitutivo.
Quanto alla rappresentanza,
si ricordi che CC Lamministratore-rappresentante pu compiere tutti gli atti che ri-
entrano nelloggetto sociale, salvo restrizioni risultanti dallatto co-
stitutivo o dalla procura (art. 2298 c.c.).

Capitolo 13 - La societ in nome collettivo 63

10 Scioglimento, liquidazione e cancellazione

CC Valgono le norme di cui alla societ semplice; alle cause di sciogli-


Scioglimento mento vanno aggiunti il fallimento e la liquidazione coatta ammi-
nistrativa della societ che ha ad oggetto unattivit commerciale.

CC Valgono le norme previste per la societ semplice, alle quali devono


aggiungersi quelle specificamente dettate in tema di pubblicit e for-
Liquidazione
malit. Compiuta la liquidazione, i liquidatori devono redigere e sot-
toscrivere il bilancio finale e proporre ai soci il piano di riparto.

CC A seguito dellapprovazione del bilancio i liquidatori devono chiedere


la cancellazione della societ dal Registro delle imprese. Liscrizione
Cancellazione
della cancellazione costituisce la condizione necessaria per la defini-
tiva estinzione della societ.

In sintesi

La disciplina della societ in nome collettivo (s.n.c.) regolata nel codice civile dagli artt. 2291-
2312, anche se previsto il rinvio alle norme dettate per la societ semplice in mancanza di dispo-
sizioni specifiche (art. 2293 c.c.), in quanto la struttura della s.n.c., soprattutto per quanto riguarda
i rapporti interni, non dissimile da quella della societ semplice. Essa costituisce il modello di or-
ganizzazione societaria normalmente adottato per lesercizio di unattivit commerciale.
Carattere fondamentale di tale societ la responsabilit solidale ed illimitata di tutti i soci per le
obbligazioni sociali. A differenza della societ semplice, il patto di limitazione della responsabilit
o di esclusione della solidariet non ha effetto nei confronti dei terzi; esso quindi valido solo
nei rapporti interni tra i soci.
La stipulazione del contratto (atto costitutivo) di s.n.c. deve essere fatta per iscritto e, cio, median-
te scrittura privata autenticata dal notaio, oppure con atto pubblico.
Le modifiche dellatto costitutivo vanno adottate dallassemblea sociale allunanimit, se non
convenuto diversamente.
Tra i diritti riconosciuti a ciascun socio della s.n.c. rileva, soprattutto, il diritto di percepire la propria
parte di utili, in misura proporzionale al conferimento prestato.
Tra i doveri, oltre allobbligo di eseguire i conferimenti, sancito a carico di ciascun socio un vero
e proprio divieto legale di concorrenza, per cui non possibile esercitare, per conto proprio o al-
trui, unattivit concorrente con quella della societ, n partecipare come socio a responsabilit il-
limitata ad altra societ concorrente (art. 2301 c.c.), salvo il consenso degli altri soci.
Le regole che disciplinano lamministrazione nella societ in nome collettivo sono le medesime det-
tate per la societ semplice.
In particolare, poi, a carico degli amministratori della societ in nome collettivo, previsto specifi-
camente che essi debbano effettuare le pubblicazioni prescritte dalla legge, tenere i libri e le scrit-
ture contabili, indicare negli atti e nella corrispondenza la sede della societ e lufficio del registro
delle imprese presso cui iscritta.
Lautonomia patrimoniale della s.n.c. pi rigida di quella della societ semplice, in quanto la re-
sponsabilit dei soci per le obbligazioni sociali (art. 2291 c.c.) ha il carattere di:
responsabilit solidale ed illimitata;
responsabilit sussidiaria.
Gli artt. 2308 e 2272 c.c. disciplinano le cause di scioglimento della societ in nome collettivo.
Infine, per la liquidazione della societ in nome collettivo valgono le regole stabilite per la societ
semplice, salvo che per le formalit e la pubblicit.

64 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 14 La societ in accomandita semplice

1 Nozione

La societ in accomandita semplice una societ di persone, caratterizzata dal fatto che di essa
fanno parte due diverse categorie di soci.

CC Sono obbligati solo ai conferimenti.


Accomandanti CC Rischiano solo di perdere il capitale conferito.
CC Sono esclusi dai poteri amministrativi.

CC Sono obbligati verso la societ allesecuzione dei conferimenti.


CC Sono personalmente e solidalmente responsabili verso i terzi per le
obbligazioni sociali.
Accomandatari
CC Partecipano allamministrazione della societ.
CC Devono sottostare al divieto di concorrenza stabilito per i soci della
societ in nome collettivo.

2 Disciplina

Si applicano, per quanto compatibili, le norme sulla societ in nome collettivo, cui fa rinvio lart.
2315 c.c., con le integrazioni e le modifiche dettate dalla contemporanea presenza delle due diverse
categorie di soci (artt. 2313-2324 c.c.).

3 Ragione sociale

Deve contenere il nome di almeno uno dei soci accomandatari, con lindicazione del tipo sociale
(s.a.s.). vietato includere il nome dei soci accomandanti; in caso contrario questi ultimi risponderan-
no di fronte ai terzi illimitatamente e solidalmente con i soci accomandatari.

4 Amministrazione

Possono essere nominati amministratori solo i soci accomandatari. Esiste un divieto di ingerenza
degli accomandanti nellamministrazione.

Questi ultimi possono tuttavia:


prestare la loro opera sotto la direzione degli amministratori;
agire per singoli affari, in forza di una procura speciale;
dare autorizzazioni o pareri per determinate operazioni nei casi stabiliti dallatto costitutivo;
esercitare un controllo di legittimit sullapprovazione del bilancio.

Capitolo 14 - La societ in accomandita semplice 65

Osservazioni

La violazione da parte dellaccomandante del divieto di immistione nella gestione sociale viene san-
zionata in modo pesante: lo stesso art. 2320 c.c. dispone, quale conseguenza della predetta con-
travvenzione, lassunzione della responsabilit illimitata e solidale verso i terzi per tutte le obbliga-
zioni sociali (anche per quelle non derivanti dagli atti conclusi personalmente dallaccomandante).
Secondo alcuni Autori (FERRARA - CORSI), di fronte al compimento da parte di un accomandan-
te di un atto di gestione, il legislatore presume iuris et de iure, a favore dei terzi, che anche questi
amministri (con responsabilit illimitata) la societ unitamente agli accomandatari.
Infine, sempre a titolo sanzionatorio, la societ pu anche disporre lesclusione del socio che ab-
bia contravvenuto al divieto ex art. 2320 c.c.
In considerazione della loro esclusione dalla gestione sociale, infine, gli accomandanti non sono
tenuti alla restituzione degli utili riscossi in buona fede secondo il bilancio regolarmente approva-
to (art. 2321 c.c.).

5 Trasferimento di quota

CC sempre possibile per causa di morte.

Di accomandante CC invece necessario il consenso della maggioranza del capitale per


gli atti inter vivos, maggioranza calcolata in base al capitale sotto-
scritto, senza distinguere tra accomandanti e accomandatari.

CC necessario il consenso degli eredi in caso di morte.


Di accomandatario
CC necessario il consenso unanime dei soci per gli atti inter vivos.

6 Scioglimento e liquidazione

Lo scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio, nonch lo scioglimento e la liqui-


dazione della societ sono disciplinati dalle norme sulla societ in nome collettivo e quindi, per ulte-
riore rinvio, da quelle sulla societ semplice.
Unautonoma causa di scioglimento della societ in accomandita semplice rappresentata dal
venire meno di una delle due categorie di soci, sempre che nel termine di 6 mesi non sia rico-
stituita la categoria venuta meno (art. 2323 c.c.).

CC Accomandanti: lattivit della societ continua normalmente, sal-


vo la necessit, entro 6 mesi, di ripristinare la categoria assente.

Mancanza di tutti i soci


CC Accomandatari: gli accomandanti nominano un amministrato-
re provvisorio (scelto fra essi o esterno), i cui poteri sono limita-
ti agli atti di ordinaria amministrazione e agli adempimenti neces-
sari per la ricostruzione della categoria assente.

Dopo la liquidazione e la cancellazione della societ dal Registro delle imprese, i creditori sociali
che non siano stati soddisfatti potranno fare valere i loro crediti nei confronti:
dei soci accomandatari;
dei liquidatori, se il mancato pagamento dipeso da colpa di costoro (art. 2312 c.c.);

66 Parte Seconda - Il diritto delle societ


dei soci accomandanti, unicamente nei limiti della quota da essi eventualmente percepita nella li-
quidazione (art. 2324 c.c.), oltre che nei limiti del conferimento che non abbiano eseguito (art.
2280, co. 2, c.c.).

In sintesi

La societ in accomandita semplice una societ di persone, caratterizzata dallesistenza di


due diverse categorie di soci:
i soci accomandanti, conferendo soltanto dei beni e non partecipando alla gestione sociale,
non assumono responsabilit verso i terzi-creditori sociali ed hanno solo lobbligo di versare
alla societ il proprio apporto (responsabilit limitata);
i soci accomandatari, che partecipano alla gestione ed alla direzione della societ ed assu-
mono una responsabilit illimitata, rispondendo anche con il proprio patrimonio personale, sia
pure in via sussidiaria, delle obbligazioni sociali.
Dalla nozione suddetta deriva che:
i soci accomandanti sono obbligati solo ai conferimenti e sono esclusi dai poteri amministrativi;
i soci accomandatari, invece, in virt della loro posizione, sono personalmente e solidalmente
responsabili verso i terzi per le obbligazioni sociali, partecipano allamministrazione della so-
ciet ed infine devono sottostare al divieto di concorrenza stabilito per i soci della societ in
nome collettivo.
La presenza di entrambe le categorie richiesta ab initio e deve sussistere per tutta la durata
della societ: se viene meno una delle due categorie di soci, la societ, decorsi sei mesi, deve scio-
gliersi (art. 2323 c.c.).
La disciplina della societ in accomandita semplice modellata su quella dettata per la societ in
nome collettivo (che a sua volta richiama le disposizioni stabilite per la societ semplice), con al-
cune norme specifiche agli artt. 2313-2324 c.c.
Nella societ in accomandita vige la regola che soltanto gli accomandatari possono essere nomi-
nati amministratori.
Se nulla previsto nellatto costitutivo, lamministrazione spetta a ciascun socio accomandatario
disgiuntamente.
Lesclusione dei soci accomandanti dalla gestione della societ non comporta tuttavia che essi sia-
no completamente privi di poteri inerenti allamministrazione.
La quota di accomandante, posta la sua scarsa influenza nella vita della societ, (art. 2322 c.c.):
trasmissibile mortis causa, senza consenso dei soci superstiti;
trasferibile inter vivos, salvo patto contrario, purch vi sia lapprovazione di tanti soci che
rappresentino la maggioranza del capitale sociale.
Per quanto riguarda i soci accomandatari invece:
il trasferimento inter vivos della quota di tali soci considerato modificazione dellatto costitu-
tivo e pertanto richiede, di regola, il consenso di tutti i soci (art. 2252 c.c.);
in caso di morte si applicano i principi di cui allart. 2284 c.c.
Oltre che per le cause di scioglimento previste per le societ in nome collettivo, la societ in acco-
mandita semplice si scioglie qualora venga a mancare la contemporanea esistenza delle due ca-
tegorie di soci. In pratica, se rimangono solo soci accomandanti o accomandatari ed entro sei mesi
non si provvede alla reintegrazione della categoria venuta meno, la societ si scioglie.
Per il procedimento di liquidazione e per la conseguente estinzione della societ valgono le stes-
se regole dettate per la s.n.c.; tuttavia i creditori sociali che non siano stati soddisfatti nella liquida-
zione della societ possono far valere i loro crediti anche nei confronti degli accomandanti, limita-
tamente alla quota di liquidazione.

Capitolo 14 - La societ in accomandita semplice 67

note
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68 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 15 La societ per azioni:
generalit, nozione e costituzione

1 Generalit e nozione

Generalit: la societ per azioni (s.p.a.) rappresenta la forma pi importante di societ predispo-
sta per le imprese di grandi dimensioni. Il successo di tale tipo di societ trova spiegazione prevalen-
te nel beneficio della limitazione della responsabilit che consente di fissare, in anticipo, la misura
del rischio dimpresa, cio lammontare del conferimentoTale convenienza si combina con quella
della rapidit del trasferimento delle azioni (Buonocore).
Nozione: la s.p.a. pu essere definita come la persona giuridica che esercita attivit economica
con il patrimonio conferito dai soci e con gli utili eventualmente accumulati e nella quale le quote di
partecipazione sono rappresentate da azioni.

In termini giuridici il socio obbligato pa-


trimonialmente solo ad eseguire il con-
CC La limitazione della re- ferimento determinato nel contratto so-
sponsabilit dei soci ciale; pertanto, i creditori sociali dovran-
alla somma o al bene no rivolgersi alla societ senza poter
conferito salvi i casi di re- esperire azioni individuali nei confronti
sponsabilit illimitata dei singoli soci.
dellunico azionista (per i
quali v. infra) In termini economici, il socio non corre
altro rischio se non quello di perdere la
somma o il bene conferito in societ.

Il capitale diviso in frazioni, ossia in por-


zioni di eguale ammontare, che rappre-
Caratteri sentano la misura della partecipazione
di ciascun socio alla societ (azioni).
Lazione viene tradizionalmente definita
come un titolo di credito causale, che
CC Le quote di partecipa-
rappresenta ed incorpora la quota di par-
zione dei soci sono rap-
tecipazione del socio e i diritti alla stes-
presentate da azioni
sa inerenti. Tuttavia possibile che lo
statuto escluda lemissione dei titoli azio-
nari o preveda lutilizzo di altre tecniche
rappresentative (art. 2346 c.c.).
La sua funzione economica consiste nel-
la mobilitazione del capitale.
CC Il capitale sociale non pu essere inferiore a 120.000 euro (art. 2327
c.c.).

Capitolo 15 - La societ per azioni: generalit, nozione e costituzione 69

2 La costituzione della s.p.a.

2.1 Modalit e condizioni

Atto costitutivo: nel quale si manifesta la


CC Contratto o atto volont di dare vita al rapporto sociale.
Modalit di costituzione
unilaterale Statuto: nel quale sono consacrate le nor-
me per il funzionamento della societ.

In caso di contrasto fra le previsioni contenute nei due documenti prevale lo statuto (art. 2328,
u.c., c.c.).
La costituzione della s.p.a. avviene mediante una fattispecie a formazione successiva compo-
sta di due fasi, ognuna produttiva di effetti giuridici preliminari:
stipulazione dellatto costitutivo;
iscrizione della societ nel Registro delle imprese.

Il D.L. 185/2008, conv. in L. 2/2009, ha introdotto lobbligo per le societ di nuova costituzione di
indicare nella domanda di iscrizione al registro delle imprese il proprio indirizzo di posta elettronica
certificata (PEC), prevedendo quindi modalit di consultazione dei dati ad esse relativi in forma elet-
tronica.

CC Intera sottoscrizione del capitale sociale.


CC Versamento del 25% dei conferimenti in danaro (o dellintero am-
montare in caso di costituzione con atto unilaterale) e rispetto del-
Condizioni per la costituzio-
le previsioni di cui agli artt. 2342, 2343 e 2343ter c.c. per i confe-
ne (art. 2329 c.c., modif. dal
rimenti di beni in natura e crediti.
D.Lgs. 142/2008)
CC Esistenza delle autorizzazioni governative e delle altre condizioni
richieste dalle leggi speciali per la costituzione della societ, in re-
lazione al suo particolare oggetto.

Il D.Lgs. 142/2008 ha modificato parzialmente lart. 2329 c.c. nella parte relativa alla disciplina del
conferimento (vedi anche cap. 16, par. 1.1.1).
Ai sensi della L. 383/2001, la sottoscrizione del capitale della s.p.a. pu essere effettuata anche
a mezzo di fideiussione bancaria o di polizza assicurativa.

2.2 La stipulazione dellatto costitutivo


La stipulazione dellatto costitutivo deve avvenire per atto pubblico, a pena di nullit (art. 2332,
n. 1, c.c.).

Differenze

Lordinamento prevede due tipi di costituzione: la costituzione simultanea con la quale gli aspiranti
soci sottoscrivono simultaneamente e contestualmente latto davanti al notaio (rappresenta la forma
normale e generalmente adottata) e la costituzione successiva o per pubblica sottoscrizione che
avviene al termine e come conclusione di una complessa fase di raccolta delle sottoscrizioni.

CC Compilazione del programma e suo deposito: i promotori (cio


coloro che assumono liniziativa) compilano un programma, indi-
Fasi della costituzione
cando le principali disposizioni dellatto costitutivo ed il termine en-
successiva
tro cui deve stipularsi e lo depositano presso un notaio, prima di
renderlo pubblico.

70 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Adesione dei sottoscrittori e versamento dei conferimenti: i
sottoscrittori aderiscono mediante atto pubblico o scrittura privata
autenticata, contenente generalit e numero delle azioni sottoscrit-
te; successivamente versano il 25% dei conferimenti in danaro.
CC Convocazione dellassemblea e deliberazioni: i promotori convo-
Fasi della costituzione cano lassemblea dei sottoscrittori (assemblea costituente); questa
successiva accerta lesistenza delle condizioni per la costituzione della s.p.a. e
delibera sul contenuto dellatto costitutivo: per variare il contenuto
del programma necessario il voto allunanimit dei sottoscrittori.
CC Stipulazione dellatto costitutivo in senso stretto: gli interve-
nuti allassemblea, raggiunto laccordo, stipulano latto costitutivo
per atto pubblico.

Se la societ si costituisce, i promotori devono essere rilevati dalle obbligazioni assunte e rimbor-
sati delle spese sostenute, se necessarie per la costituzione o approvate dallassemblea.
Se la societ non si costituisce, obbligazioni e spese sono a carico dei promotori.

2.3 Contenuto dellatto costitutivo

CC Il cognome ed il nome o la denominazione, il luogo e la data di


nascita o lo Stato di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadi-
nanza dei soci e degli eventuali promotori, nonch il numero del-
le azioni assegnate a ciascuno di essi.
CC La denominazione e il comune ove sono poste la sede della so-
ciet e le eventuali sedi secondarie.
CC Loggetto sociale.
CC Lammontare del capitale sottoscritto e versato.
CC Il numero e leventuale valore nominale delle azioni, le loro carat-
teristiche e le modalit di emissione e circolazione.
CC Il valore dei crediti e dei beni conferiti in natura. Qualora ricorra-
no le condizioni previste allart. 2343ter, introdotto dal D.Lgs.
142/2008 e da ultimo modificato dal D.Lgs. 224/2010, il valore at-
tribuito ai conferimenti di beni in natura e crediti e la sussistenza
Contenuto obbligatorio (art. delle condizioni che non rendono necessaria la relazione giurata
2328 c.c., modif. dal D.Lgs. devono risultare da una documentazione sostitutiva.
39/2010)
CC Le norme secondo le quali gli utili devono essere ripartiti.
CC I benefici eventualmente accordati ai promotori o ai soci fondatori.
CC Il sistema di amministrazione adottato, il numero degli ammini-
stratori e i loro poteri, lindicazione di coloro ai quali spetta la rap-
presentanza della societ.
CC Il numero dei componenti il collegio sindacale.
CC La nomina dei primi amministratori e sindaci ovvero dei compo-
nenti del consiglio di sorveglianza e del soggetto incaricato di ef-
fettuare la revisione legale dei conti, se previsto.
CC La durata della societ o, in caso di societ costituita a tempo in-
determinato, il periodo di tempo decorso il quale il socio potr re-
cedere (non superiore ad un anno).
CC Limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la co-
stituzione poste a carico della societ.

Capitolo 15 - La societ per azioni: generalit, nozione e costituzione 71

2.4 Deposito dellatto costitutivo e iscrizione nel Registro delle imprese


La stipula dellatto costitutivo fa sorgere lobbligo, a carico del notaio ricevente e, in via sussidia-
ria, degli amministratori, di depositare entro 20 giorni presso lUfficio del Registro delle imprese nel-
la cui circoscrizione si trova la sede sociale latto costituivo con i documenti comprovanti il rispet-
to delle condizioni per la costituzione (art. 2330 c.c.).
Contestualmente si richiede liscrizione della societ nel Registro delle imprese, che ha caratte-
re costitutivo nel senso che con essa la societ acquista la personalit giuridica.
Per le operazioni compiute dalla societ prima delliscrizione rispondono illimitatamente e solidal-
mente coloro che hanno agito, coloro che hanno deciso, autorizzato o consentito loperazione e luni-
co socio.

3 La nullit della societ

CC Mancata stipulazione dellatto costitutivo nella forma di atto pubblico.


CC Illiceit delloggetto sociale.
Cause di nullit
(art. 2332 c.c.) CC Mancanza nellatto costitutivo o nello statuto di ogni indicazione riguar-
dante la denominazione della societ, o i conferimenti, o lammontare del
capitale sottoscritto o loggetto sociale.

CC La dichiarazione di nullit ha efficacia ex nunc, per cui non pregiudica lef-


ficacia degli atti gi compiuti in nome della societ dopo liscrizione nel
Registro delle imprese.
CC La nullit non pu essere dichiarata quando la causa di essa stata eli-
minata e tale eliminazione stata iscritta nel Registro delle imprese.
Effetti della dichiara-
CC I soci non sono liberati dallobbligo dei conferimenti fino a quando non
zione di nullit
sono soddisfatti i creditori sociali.
CC La sentenza che dichiara la nullit apre la liquidazione e nomina i liquida-
tori.
CC Il dispositivo della sentenza che dichiara la nullit deve essere iscritto, a
cura degli amministratori o dei liquidatori, nel Registro delle imprese.

4 La s.p.a. con un unico azionista

La societ per azioni pu essere costituita, oltre che per contratto, anche per atto unilaterale. Inol-
tre, pu verificarsi lipotesi che lintero pacchetto azionario si concentri in mano ad un solo soggetto.
Si parla in tal caso di s.p.a. unipersonale.

Differenze

Prima della riforma del diritto societario, la s.p.a. con unico azionista era guardata con sfavore dal
legislatore, che tendeva ad evitare che lunico socio limitasse la propria responsabilit patrimonia-
le in danno dei propri creditori. Era configurabile solo durante la vita della societ, nellipotesi in
cui, in un dato momento storico, tutte le azioni venissero a trovarsi nelle mani di un unico socio.
Infine, per le sole obbligazioni sorte nel periodo in cui la s.p.a. era unipersonale era prevista la re-
sponsabilit illimitata sussidiaria (cio subordinata allinsolvenza della societ) dellunico socio.
Invece, dopo la riforma del diritto societario, la societ per azioni pu essere costituita con atto uni-
laterale (art. 2328 c.c.). In tal caso il capitale sociale deve essere interamente versato alla sotto-
scrizione dellatto costituivo (art. 2342 c.c.).

72 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Inoltre, lappartenenza di tutte le azioni ad un unico socio e il mutamento della persona dellunico
socio devono essere pubblicizzati mediante deposito presso il Registro delle imprese di una di-
chiarazione degli amministratori contenente le generalit dellunico socio (art. 2362 c.c.). Infine, in
caso di insolvenza della societ, delle obbligazioni sorte nel periodo in cui la s.p.a. stata uniper-
sonale risponde illimitatamente lunico socio solo se non sono state rispettate le regole dettate in
tema di conferimenti e di pubblicit (art. 2325 c.c.).

5 I patti parasociali

Nozione: i patti o contratti parasociali sono accordi che i soci o alcuni fra essi stipulano in qua-
lunque momento della vita della societ al fine di stabilire preventivamente come eserciteranno i dirit-
ti derivanti dal contratto sociale. Essi hanno, pertanto, efficacia meramente obbligatoria, vincolano,
cio, soltanto i soci che li hanno sottoscritti.

CC Cd. sindacati di voto: sono i patti con cui i soci si accordano su


come esercitare il diritto di voto nelle s.p.a. o nelle societ che le
controllano.
CC Cd. sindacati di blocco: sono gli accordi con cui i soci pongono
Tipi di patti parasociali
dei limiti al trasferimento delle azioni delle s.p.a. o delle societ
(art. 2341bis c.c.)
che le controllano.
CC Cd. sindacati di influenza e controllo: sono quelli che hanno
ad oggetto o come effetto lesercizio anche congiunto di una in-
fluenza dominante sulle s.p.a. o sulle societ che le controllano.

Nella precedente disciplina normativa i patti parasociali non erano previsti, ma esistevano sola-
mente nella prassi societaria. Essi hanno trovato una prima regolamentazione solo con il D.Lgs.
58/1998, limitatamente alle societ quotate nei mercati regolamentati; in seguito, il D.Lgs. 6/2003 ha
introdotto allinterno del capo V del libro V del titolo V del codice civile una nuova sezione IIIbis, rubri-
cata appunto Dei patti parasociali.

Per quanto concerne la disciplina:


i patti parasociali non possono avere una validit temporale superiore a cinque anni e sono rinno-
vabili alla scadenza. Se stipulata una durata maggiore, si intendono stipulati per cinque anni;
se non previsto un limite temporale, laderente al patto pu liberamente recedere in qualunque
momento dando un preavviso di 180 giorni;
nelle societ che fanno ricorso al capitale di rischio, i patti devono essere comunicati alla societ
e dichiarati allapertura dellassemblea, altrimenti le deliberazioni assunte sono annullabili.

6 Collegamenti tra societ

Nellodierna realt economica si vengono spesso a creare (specie tra societ di capitali) mec-
canismi di collegamento finalizzati ad accentuare la posizione contrattuale di questi stessi enti
sul mercato.
Il collegamento pu riguardare societ che continuano ad operare in posizione di autonomia, ma
pu anche essere pi intenso, fino a realizzare un vero e proprio rapporto di dipendenza tra una so-
ciet ed unaltra o pi altre.

Il fenomeno si articola nelle seguenti essenziali figure:


partecipazioni reciproche;
societ collegate;
societ controllate;
gruppi di societ.

Capitolo 15 - La societ per azioni: generalit, nozione e costituzione 73

In relazione ad esse il legislatore interviene allo scopo di perseguire due essenziali obiettivi:
evitare il cd. annacquamento patrimoniale delle societ coinvolte;
garantire il regolare funzionamento delle rispettive assemblee, impedendo uno svuotamento di
contenuto dei titoli azionari.

6.1 I rapporti di partecipazione

CC Lart. 2360 c.c. vieta alla s.p.a. di costituire unaltra societ ovvero
di aumentarne il capitale mediante sottoscrizione reciproca di azio-
ni, anche per tramite di societ fiduciaria o per interposta persona.
CC A norma dellart. 2361 c.c., lassunzione di partecipazioni in altre
imprese da parte della s.p.a. non consentita se, per la misura e
Limiti generali
per loggetto della partecipazione, ne risulta sostanzialmente mo-
dificato loggetto sociale determinato dallatto costitutivo.
CC A norma dellart. 5, R.D.L. 25-10-1941, n. 1148, conv. in L. 9-2-
1942, n. 96, la s.p.a. non pu possedere azioni di altre societ per
un valore superiore a quello del proprio capitale.

6.2 Partecipazioni rilevanti e reciproche in societ quotate


Il D.Lgs. 58/1998 (Testo unico in materia di intermediazione finanziaria) ha dettato una nuova di-
sciplina in tema di partecipazioni rilevanti e di partecipazioni reciproche relativamente alle socie-
t con azioni quotate nei mercati regolamentati (artt. 119-121).

Le partecipazioni nel capitale di


unemittente azioni quotate avente lIta-
lia come Stato membro dorigine supe-
riore al 2% da chiunque effettuate.
Il D.L. 5/2009, conv. in L. 33/2009, ha
aggiunto allart. 120 TUF il co. 2bis che
Disciplina delle partecipa- prevede che la Consob, con provvedi-
zioni rilevanti (art. 120 TUF, CC Sono oggetto di comu- mento motivato da esigenze di tutela
modif. da ultimo dal D.Lgs. nicazione alla Consob degli investitori nonch di efficienza e
11-10-2012, n. 184) trasparenza del mercato del controllo
societario e del mercato dei capitali,
pu prevedere, per un periodo di tem-
po limitato, soglie inferiori a quella su-
indicata per le societ ad elevato valo-
re corrente di mercato e ad azionaria-
to particolarmente diffuso.

Osservazioni
In seguito alle modifiche introdotte dal D.Lgs. 11-10-2012, n. 184, che recepisce la direttiva Tran-
sparency, non sono pi oggetto di comunicazione alla Consob le partecipazioni superiori al 10%
nel capitale di una societ non quotata o in una s.r.l., anche estera, effettuate dagli emittenti azio-
ni quotate aventi lItalia come Stato membro dorigine.

74 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Disciplina delle partecipa- CC La sanzione, in caso di omessa comunicazione, la sospensione
zioni rilevanti (art. 120 TUF, del diritto di voto, ma le azioni per le quali non pu essere eserci-
modif. da ultimo dal D.Lgs. tato il diritto di voto sono comunque computate ai fini della regola-
11-10-2012, n. 184) re assemblea.

Non pu esercitare il diritto di voto


inerente alle azioni eccedenti.
CC La societ che ha supera- Deve alienare le azioni entro 12
to il limite del 2% successi- mesi.
vamente In caso di mancata alienazione, la
sospensione del diritto di voto si
estende allintera partecipazione.
CC Il limite del 2% elevato al 5%, a condizione che il superamento
Disciplina delle partecipazio- del 2% da parte di entrambe le societ abbia luogo a seguito di un
ni reciproche (art. 121 TUF, accordo preventivamente autorizzato dallassemblea delle socie-
modif. da ultimo dal D.Lgs. t interessate.
11-10-2012, n. 184) CC Se un soggetto detiene una partecipazione superiore al 2% del ca-
pitale di una societ con azioni quotate, questa o il soggetto che
la controlla non possono acquisire una partecipazione superiore
al 2% in una societ quotata controllata dal primo: la sanzione
la sospensione dal diritto di voto.
CC La disciplina delle partecipazioni reciproche non si applica quando
i limiti di partecipazione indicati siano superati a seguito non solo
di unOPA, ma, a seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs.
146/2009, anche a seguito di unofferta pubblica di scambio (OPS),
che siano dirette a conseguire almeno il 60% delle azioni ordinarie.

opportuno menzionare il D.Lgs. 21/2010, di attuazione della direttiva 2007/44/CE che ha intro-
dotto una nuova disciplina in materia di acquisto di partecipazioni sociali delle banche, della capogrup-
po, delle societ di intermediazione mobiliare e delle imprese di assicurazione e riassicurazione.
La disciplina dellacquisto delle partecipazioni stata gi trattata dalla L. 2/2009 che, abrogando
i commi 6 e 7 dellart. 19 TUB, ha permesso ad imprenditori non bancari o finanziari di controllare ban-
che e capogruppo. Chiunque intende acquistare, anche di concerto con altri, partecipazioni, deve es-
sere preventivamente autorizzato dalla Banca dItalia se, a seguito di tale acquisto: potr esercitare
almeno il 10% dei diritti di voto nella banca; avr raggiunto le soglie del 20%, 30% o 50% dei diritti di
voto nella banca; avr la possibilit di esercitare uninfluenza notevole sulla gestione della banca.
Lart. 123bis TUF (introdotto dal D.Lgs. 229/2007 e successivamente sostituito dal D.Lgs. 173/2008)
prevede infine che le partecipazioni rilevanti nel capitale, dirette o indirette, ad esempio tramite strutture
piramidali o di partecipazione incrociata, debbano essere specificatamente indicate nella relazione sulla
gestione delle societ emittenti valori mobiliari ammessi alle negoziazioni in mercati regolamentati.

6.3 Societ controllate e collegate


Il controllo costituisce una particolare situazione per effetto della quale una societ potenzial-
mente in grado di improntare con la propria volont lattivit economica di unaltra societ.

Differenze

Dalle societ controllate bisogna tener distinte le societ collegate, cio quelle sulle quali unal-
tra societ esercita uninfluenza notevole (ma non dominante).

Capitolo 15 - La societ per azioni: generalit, nozione e costituzione 75

CC Interno (che si attua attraverso la partecipazione sociale).

Tipi di controllo CC Esterno (derivante da particolari vincoli contrattuali di finanzia-


mento, di locazione dazienda, di Know-how, di fornitura di merci
le cui prestazioni siano essenziali per lo svolgimento dellattivit).

CC Possiede un numero di azioni o quote tali da assicurare la mag-


gioranza dei voti richiesti per le assemblee ordinarie tenute dalla
societ controllata.
Una societ esercita il con-
CC Per lentit della partecipazione posseduta, dispone di voti suffi-
trollo su unaltra quando
cienti per esercitare uninfluenza dominante nelle assemblee or-
(art. 2359 c.c.)
dinarie tenute dalla societ controllata.
CC In virt di particolari vincoli contrattuali, pu esercitare uninfluen-
za dominante nella vita sociale della societ controllata.

CC La societ controllata non pu acquistare azioni o quote della so-


ciet controllante se non nei limiti degli utili distribuibili e delle riser-
ve disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato.
CC Possono essere acquistate soltanto azioni interamente liberate.
CC Il valore nominale delle azioni o quote acquistate non pu mai ec-
cedere la quinta parte del capitale della societ controllante solo
qualora questa sia una societ che faccia ricorso al mercato del
capitale di rischio (art. 2359bis, co. 3, come modif. dal D.Lgs.
224/2010).
CC Lacquisto deve essere autorizzato dallassemblea a norma dellart.
Disciplina delle partecipazio- 2357, co. 2, c.c.
ni reciproche (artt. 2359bis- CC imposto lobbligo di costituire una riserva indisponibile pari allim-
2359ter c.c.) porto delle azioni acquistate iscritto allattivo del bilancio; tale riser-
va dovr essere mantenuta finch le azioni non saranno trasferite.
CC La disciplina si applica anche agli acquisti fatti per tramite di socie-
t fiduciaria o interposta persona.
CC Le azioni o quote acquistate in violazione dellart. 2359bis c.c. de-
vono essere alienate entro un anno dal loro acquisto secondo mo-
dalit determinante dallassemblea e, in mancanza, la societ con-
trollante deve procedere senza indugio al loro annullamento ed
alla corrispondente riduzione del capitale.
CC Qualora ci non avvenga, gli amministratori ed i sindaci devono chie-
dere che la riduzione sia disposta dal Tribunale (art. 2359ter c.c.).

Le limitazioni di cui allart. 2359bis c.c. non si applicano, ex art. 2359quater c.c., quando le azioni
della controllante sono acquistate: a titolo gratuito; in conseguenza di fusione, scissione o successio-
ne universale; in occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della societ.

6.4 I gruppi di societ per azioni: la holding


La scienza economica configura il gruppo come unaggregazione di unit produttive, giuridica-
mente autonome ma collegate sul piano organizzativo, al fine di una migliore attuazione degli obietti-
vi perseguiti dal complesso.

76 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Da una direzione economica unitaria, con la quale si imprime uni-
t di indirizzo e di azione alle diverse imprese aggregate.
Il fenomeno qualificato CC Dallautonomia formale delle imprese partecipanti, con la quale
si conferisce allorganismo economico, unitariamente considera-
to, flessibilit strutturale e delimitazione dei rischi.

CC Il gruppo non diventa un unico soggetto di diritto.

Caratteristiche del gruppo CC Ogni societ partecipe continua ad esistere come autonoma ri-
spetto alle altre partecipanti ed alla stessa societ capogruppo,
cd. holding.

Osservazioni

La dottrina distingue fra:


holding cd. impura, definendo cos la societ che esercita direttamente unattivit di pro-
duzione o di scambio e che, al tempo stesso, detiene il controllo di una serie di altre societ;
holding cd. pura, che non ha per oggetto lesercizio di attivit produttive o di scambio, ma
si limita esclusivamente a gestire le proprie partecipazioni in altre societ.

In sintesi

La societ per azioni (s.p.a.) rappresenta il principale tipo di societ di capitali e, allo stesso tem-
po, la forma pi importante di societ predisposta per le imprese di grandi dimensioni, che ri-
chiedono lapporto di ingenti capitali e comportano lassunzione di notevoli rischi.
Tre sono i caratteri che contraddistinguono la s.p.a.:
la limitazione della responsabilit dei soci alla somma o al bene conferito, poich per le obbli-
gazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo patrimonio (art. 2325, 1 comma, c.c., cd.
autonomia patrimoniale perfetta);
le quote di partecipazione dei soci sono rappresentate da azioni (art. 2346, 1 comma, c.c.);
il capitale sociale non pu essere inferiore a 120.000 euro (art. 2327 c.c.).
La s.p.a. necessita di un procedimento di costituzione assai pi complesso di quello richiesto per
le societ di persone.
La fase costitutiva della s.p.a. si articola in due momenti diversi:
1) stipulazione dellatto costitutivo, con la sottoscrizione dellintero capitale sociale ed il rispetto
delle disposizioni in materia di conferimenti (artt. 2342, 2343 e 2343ter c.c.); inoltre neces-
sario che sussistano le autorizzazioni governative e le altre condizioni richieste dalle leggi spe-
ciali in relazione al suo particolare oggetto;
2) iscrizione dellatto costitutivo nel registro delle imprese.
La s.p.a. si costituisce per contratto o per atto unilaterale. Latto che d vita alla societ risulta da
due separati documenti:
latto costitutivo: nel quale si manifesta la volont delle parti di dare vita al rapporto sociale e
di eseguire i conferimenti;
lo statuto: nel quale sono consacrate le norme per lorganizzazione ed il funzionamento della
societ.
Possono aversi due tipi di stipulazione dellatto costitutivo:
stipulazione simultanea o istantanea: mediante comparizione delle parti innanzi al notaio per
la redazione dellatto pubblico;

Capitolo 15 - La societ per azioni: generalit, nozione e costituzione 77

stipulazione successiva o per pubblica sottoscrizione: al termine e come conclusione di una


complessa fase di raccolta delle sottoscrizioni.
La s.p.a. deve costituirsi per atto pubblico a pena di nullit (artt. 2328 e 2332 c.c.).
Il contenuto obbligatorio dellatto costitutivo descritto nellart. 2328 c.c.
Liscrizione lelemento con cui si completa la fattispecie costitutiva della s.p.a. La pubblicit
delliscrizione ha efficacia costitutiva, perch con essa la societ acquista la personalit giuridi-
ca (art. 2331 c.c.).
Successivamente alliscrizione nel registro delle imprese, la nullit della societ pu essere pro-
nunciata solo nei casi tassativamente indicati dallart. 2332 c.c., e cio:
per mancata stipulazione dellatto costitutivo nella forma di atto pubblico;
per illiceit delloggetto sociale;
per mancanza, nellatto costitutivo o nello statuto, di ogni indicazione riguardante la denomi-
nazione sociale, o i conferimenti, o lammontare del capitale sottoscritto, o loggetto sociale.
In tali casi chiunque ne abbia interesse pu fare richiesta al tribunale affinch venga dichiarata la
nullit della societ.
I contratti (o patti) parasociali sono quegli accordi che, in genere, si accompagnano alla stipula-
zione dellatto costitutivo (pur rimanendo autonomi e separati rispetto ad esso), i quali hanno lo
scopo di regolare il comportamento dei soci in seno alla societ. Tali contratti hanno efficacia solo
tra le parti; essi non possono avere durata superiore a 5 anni e si intendono stipulati per questa
durata anche se le parti hanno previsto un termine maggiore.
Le societ non possono costituire o aumentare il capitale mediante sottoscrizione reciproca di azio-
ni, anche per interposta persona o per il tramite di societ fiduciaria (art. 2360 c.c.); ad esse, per,
consentito, nei limiti di legge (art. 2359bis c.c.), acquistare o sottoscrivere azioni o quote di altre
societ.
Possono crearsi, in tal modo, particolari rapporti e situazioni che vanno fino alla formazione di grup-
pi di societ.

note
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78 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 16 I soci e le azioni

1 La qualit di socio

Si diventa socio per effetto dellacquisto della propriet di azioni della societ stessa. Il titolo azio-
nario documenta la qualit di socio e, normalmente, la quota di partecipazione. Se lo statuto ha esclu-
so lemissione dei titoli azionari, si applica la norma (prevista in tema di S.r.l.) secondo la quale il tra-
sferimento dellazione opponibile alla societ dal momento delliscrizione del trasferimento nel libro
dei soci; per cui deve ritenersi che la qualit di socio provata da tale iscrizione.

1.1 Diritti ed obblighi dei soci

Ai titolari di azioni prive del diritto di voto


o a voto limitato.
Al socio in mora nel versamento dei con-
ferimenti.
Al socio amministratore nelle delibera
CC Amministrativi: dirit-
zioni concernenti la sua responsabilit.
to di partecipare allas-
semblea (art. 2370, Al socio componente del consiglio di ge-
co. 1, c.c.) e diritto di stione nelle deliberazioni riguardanti la
voto (art. 2351, co. 1, nomina, la revoca e la responsabilit dei
c.c.). Tali diritti sono consiglieri di sorveglianza.
inibiti Al socio le cui azioni siano soggette a
Diritti
pegno, usufrutto, sequestro (in tali casi
e salva diversa convenzione, il diritto di
voto spetter rispettivamente allusufrut-
tuario, al creditore pignoratizio e al cu-
stode).

Diritto al dividendo (art. 2433 c.c.).


Diritto alla ripartizione del residuo atti-
CC Patrimoniali vo, in seguito allo scioglimento della so-
ciet (art. 2350 c.c.).
Diritto di opzione (art. 2441 c.c.).

CC Esecuzione dei conferimenti.


Obblighi
CC Esecuzione di prestazioni accessorie.

1.1.1 Lesecuzione dei conferimenti


Lesecuzione dei conferimenti lobbligazione essenziale cui tenuto lazionista, obbligato al ver-
samento degli stessi allorquando gli venga richiesto dagli amministratori.
I conferimenti (art. 2342 c.c.) devono farsi normalmente in danaro, salva diversa disposizione
dellatto costitutivo. prevista anche la possibilit di conferimenti di beni in natura e di crediti. Nella
s.p.a. non possono formare oggetto dei conferimenti le prestazioni di opera o di servizi.

Capitolo 16 - I soci e le azioni 79

Chi conferisce beni in natura e crediti (art. 2343 c.c.):


deve presentare una relazione giurata di un esperto designato dal Tribunale, contenente la de-
scrizione dei beni, lattestazione che il loro valore almeno pari a quello attribuitogli ai fini della
determinazione del capitale sociale e delleventuale soprapprezzo e i criteri di valutazione;
gli amministratori devono, entro 180 giorni dalla iscrizione della societ, controllare le valutazioni
contenute nella relazione indicata e, se sussistono fondati motivi, procedono alla revisione della
stima;
se risulta che il valore dei beni o dei crediti era inferiore di oltre 1/5 a quello per cui avvenne il
conferimento, la societ deve ridurre proporzionalmente il capitale sociale, annullando le azio-
ni che risultano scoperte, salvo che il socio conferente versi la differenza in danaro o receda
dalla societ.

Osservazioni

Il D.Lgs. 142/2008 ha introdotto nel codice civile larticolo 2343ter, successivamente modificato dal
D.Lgs. 224/2010, con cui venuto meno, a determinate condizioni, lobbligo generalizzato della
relazione di stima per i conferimenti di beni in natura e crediti.
Lo scopo della norma quello di ridurre i costi connessi alla perizia di stima ogniqualvolta esi-
ste un parametro di riferimento chiaro ed affidabile per la valutazione del conferimento diverso dal
denaro.
In luogo della relazione di stima, il soggetto che effettua il conferimento presenta la documentazio-
ne da cui risulta il valore del conferimento stesso e la sussistenza dei requisiti richiesti dalla nuo-
va normativa. Tale documentazione deve essere allegata allatto costitutivo.

In caso di mancato versamento dei conferimenti (art. 2344 c.c.):


gli amministratori, dopo 15 giorni dalla pubblicazione di una diffida nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica, possono promuovere lazione per lesecuzione del conferimento;
se non la ritengono utile, offrono le azioni agli altri soci, in proporzione della loro partecipazione,
per un corrispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti;
in mancanza di offerte fanno vendere le azioni per conto e a rischio del socio moroso, a mezzo di
una banca o di un intermediario autorizzato;
qualora non vi siano compratori, dichiarano decaduto il socio, trattenendo le somme riscosse, sal-
vo il risarcimento dei maggiori danni;
le azioni invendute e non rimesse in circolazione nello stesso esercizio sociale devono essere
estinte e il capitale sociale ridotto in corrispondenza.

1.1.2 Prestazioni accessorie


Latto costitutivo pu prevedere lobbligo dei soci di effettuare prestazioni accessorie non consi-
stenti in danaro e determinarne il contenuto, la durata, le modalit e il compenso e stabilendo partico-
lari sanzioni per il caso di inadempimento (art. 2345 c.c.).

CC Le azioni con obbligo di prestazioni accessorie sono nominative


e non sono trasferibili senza il consenso degli amministratori.
Regole principali
CC Se non diversamente disposto dallatto costitutivo, le prestazio-
ni non possono essere modificate senza il consenso di tutti i soci.

80 Parte Seconda - Il diritto delle societ


1.2 Cessazione della qualit di socio

In caso di trasferimento coattivo del-


CC Volont della societ le azioni del socio moroso con dichia-
razione di decadenza dello stesso.

Attraverso il trasferimento volontario


CC Volont del socio
delle azioni da lui possedute.
Ipotesi
Attraverso il diritto di recesso.

In caso di espropriazione mobiliare


delle azioni, su istanza dei creditori
CC Volont di terzi
particolari del socio muniti di titolo
esecutivo.

1.2.1 Il diritto di recesso


Nozione: il potere riconosciuto al socio di sciogliersi unilateralmente dal contratto sociale con
effetti ex nunc (cd. ius poenitendi).
Attraverso tale istituto il legislatore tutela le minoranze controbilanciando sostanzialmente gli svan-
taggi che a queste potrebbero derivare dallapplicazione del principio della maggioranza.

CC In qualunque momento, sia pure con un obbligo di preavviso in caso di


s.p.a. a tempo indeterminato o le cui azioni siano quotate in un mercato
regolamentato.

La modifica delloggetto sociale che comporta un


cambiamento significativo dellattivit della so-
ciet.
La trasformazione della societ.
CC Quando non abbia Il trasferimento della sede sociale allestero.
concorso allassun-
La revoca dello stato di liquidazione.
zione di una delibe-
razione riguardante Leliminazione di una o pi cause di recesso.
La modifica dei criteri di determinazione del va-
Il socio ha diritto lore dellazione in caso di recesso.
di recedere Le modifiche statutarie riguardanti i diritti di voto
(art. 2437 c.c.) o di partecipazione.

CC Salvo che lo statu-


to disponga diver-
samente, quando La proroga del termine.
non abbia concorso
allassunzione di I vincoli alla circolazione delle azioni.
una deliberazione
riguardante

CC Nei casi stabiliti dallo statuto, nelle societ che non fanno ricorso al mer-
cato del capitale di rischio.
CC Nei casi previsti in sede di disciplina dellattivit di direzione e coordina-
mento.

Capitolo 16 - I soci e le azioni 81

In sintesi

Il diritto di recesso esercitato mediante lettera raccomandata da spedirsi entro 15 giorni dalliscri-
zione nel Registro delle imprese della delibera.
Le relative azioni devono essere depositate presso la sede sociale.
Il recesso non pu essere esercitato o, se esercitato, inefficace quando la societ, entro 90 gior-
ni, revoca la delibera di cui si tratta o dispone lo scioglimento della societ.
Il valore di liquidazione delle azioni del socio recedente determinato dagli amministratori, senti-
to il parere del collegio sindacale e del soggetto incaricato di effettuare la revisione legale dei con-
ti, tenuto conto del patrimonio della societ, delle sue prospettive di reddito e delleventuale valo-
re di mercato delle azioni.
Le azioni vengono prima offerte in opzione agli altri azionisti ed ai possessori di obbligazioni con-
vertibili. In caso di mancato acquisto, in tutto o in parte, vengono offerte ai terzi.
In caso di mancato collocamento vengono rimborsate mediante acquisto da parte della societ con
lutilizzo di riserve disponibili (anche in deroga al limite di cui al terzo comma dellart. 2357 c.c.).

2 Le azioni e gli altri strumenti finanziari partecipativi

2.1 Le azioni

Lazione rappresenta la partecipazione del socio, la posizione contrattuale che egli ha nella socie-
t e quindi il complesso dei diritti e degli obblighi in cui essa si scompone (Ferrara jr.). Normalmen-
te, la posizione del socio nella societ incorporata nel titolo azionario, il cui possesso conferisce la
legittimazione ad esercitare i relativi diritti a prescindere dalla prova, da parte del socio cos legittima-
to, di esserne o meno il proprietario (Buonocore). Tuttavia, possibile che lo statuto escluda lemis-
sione dei titoli azionari (cd. dematerializzazione dei titoli azionari) o preveda lutilizzo di altre tecniche
di legittimazione e circolazione (art. 2346 c.c.).

CC Nominale: se determinato nello statuto, corrisponde ad una fra-


zione del capitale sociale. In mancanza di indicazione, le norme
Valore che vi fanno riferimento si applicano avendo riguardo al numero
delle azioni in rapporto al totale delle azioni emesse.
CC Effettivo: il valore di mercato dellazione.

CC Devono essere di eguale valore (art. 2348 c.c.).


CC Sono indivisibili (art. 2347 c.c.). Se pi soggetti sono titolari di
ununica azione si realizza una situazione di compropriet indivi-
sa e i diritti sociali sono esercitati da un rappresentante comune
nominato a maggioranza (calcolata per quote) dei comproprietari.
CC Sono liberamente trasferibili come titoli di credito.
CC Non sono titoli di credito in senso stretto: non attribuiscono al pos-
Caratteri sessore un diritto letterale, autonomo ed astratto.

Una funzione di legittimazione: chi


la possiede pu esercitare i diritti di
socio.
CC Hanno duplice funzione
Una funzione di trasferimento: chi
trasmette il documento trasferisce
la qualit di socio.

82 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC La denominazione e la sede della societ.
CC La data dellatto costitutivo e della sua iscrizione nel Registro del-
le imprese.
CC Il loro valore nominale o, se questo non determinato, il numero com-
plessivo delle azioni emesse e lammontare del capitale sociale.
Contenuto
CC Lammontare dei versamenti parziali, per le azioni non ancora in-
teramente liberate.
CC I diritti e gli obblighi particolari ad esse inerenti.
CC La sottoscrizione di uno degli amministratori, anche mediante ri-
produzione meccanica della firma.

Differenze

Accanto alle azioni ordinarie, che attribuiscono ai soci i normali diritti di partecipazione, consen-
tito alla societ creare categorie diverse di azioni la cui rilevanza emerge soprattutto in sede di for-
mazione della volont sociale. Se esistono diverse categorie di azioni, infatti, le deliberazioni dellas-
semblea che pregiudicano i diritti di una di esse devono essere approvate anche dallassemblea
speciale dei soci della categoria interessata.
Pertanto, dallanalisi della normativa in vigore, emerge un quadro di sintesi che contempla i se-
guenti tipi di azioni:
a) azioni ordinarie: che attribuiscono ai soci i normali diritti di partecipazione;
b) azioni privilegiate: che attribuiscono un diritto di priorit nella distribuzione degli utili o nella
restituzione del capitale al momento dello scioglimento della societ.
Agli azionisti privilegiati spetta, normalmente, il diritto di voto nelle assemblee: latto costituti-
vo pu tuttavia limitarlo, tenuto conto che essendo garantiti da privilegio essi possono
anche non interessarsi direttamente alla gestione sociale. In questo caso le azioni privilegiate
sono anche azioni a voto limitato;
c) azioni di godimento: che possono essere attribuite al possessore di azioni ordinarie, in sosti-
tuzione di esse, quando in seguito alla riduzione del capitale sociale ne sia stato rimbor-
sato il valore nominale, sul presupposto che il valore dellazione ordinaria sia superiore, al mo-
mento del rimborso, al valore nominale, a causa delle riserve esistenti (art. 2353).
Le azioni di godimento non conferiscono salvo diversa disposizione dellatto costitutivo
il diritto di voto;
d) azioni assegnate ai prestatori di lavoro: la cui emissione avviene con norme particolari riguar-
danti la forma, le modalit di trasferimento ed i diritti spettanti agli azionisti (art. 2349);
e) azioni di risparmio: tale categoria di azioni tutela la posizione dei piccoli risparmiatori che, con
lacquisto dei titoli, perseguono lintento di investire i propri risparmi pi che di partecipare ad
unattivit economica. Sono prive del diritto di voto, ma sono privilegiate sul piano patrimonia-
le: condizioni, modalit, contenuti e limiti di tali privilegi sono determinati nellatto costitutivo.

2.1.1 Le azioni a voto limitato


La riforma del diritto societario ha previsto la creazione di categorie di azioni a voto limitato (art.
2351, co. 2, c.c.).

CC Prive del tutto del diritto di voto.


CC Con diritto di voto limitato a particolari argomenti.
Azioni a voto limitato,
in quanto CC Con diritto di voto subordinato al verificarsi di particolari condizio-
ni, non meramente potestative, cio non dipendenti dalla mera
volont della societ.

Capitolo 16 - I soci e le azioni 83

Le azioni senza voto, con diritto di voto limitato o con voto condizionato non possono complessi-
vamente superare la met del capitale sociale.

2.2 La circolazione delle azioni


La circolazione delle azioni si attua sostanzialmente secondo le norme prescritte per i diritti di cre-
dito.

Osservazioni

Le azioni possono essere rappresentate o meno da titoli azionari e, in alternativa alla loro emissio-
ne, lo statuto pu prevedere lemissione delle partecipazioni nel sistema di gestione accentrata,
in forma di strumenti finanziari dematerializzati (cd. azioni dematerializzate). Occorre precisare
che, a seguito dellintervento del D.Lgs. 27/2012, la dematerializzazione rimane facoltativa soltan-
to ove non riguardi azioni emesse da societ quotate in mercati regolamentati. Di converso, per le
societ con azioni quotate in mercati regolamentati, opera la dematerializzazione obbligatoria.

Le azioni non dematerializzate (ovvero rappresentate da titoli azionari) possono essere, a scel-
ta dellazionista, nominative o al portatore, con diversi regimi di circolazione.

CC Le azioni al portatore (quando ammesse) si trasferiscono me-


diante la consegna materiale del titolo (art. 2355, co. 2, c.c.).
CC Le azioni nominative si trasferiscono mediante la doppia intesta-
zione sul titolo e sul libro dei soci; ci pu avvenire:
Se sono emessi mediante girata (doppia intestazione differita, art. 2355, co. 3,
i titoli azionari c.c.);
mediante transfert (doppia intestazione contestuale, art. 2355,
co. 4, c.c.).
Il trasferimento opponibile alla societ dal momento dellannota-
zione nel libro dei soci.

Se non sono emessi CC Il trasferimento opponibile alla societ dal momento delliscrizio-
i titoli azionari ne nel libro dei soci (art. 2355, co. 1, c.c.).

La disciplina dei titoli nominativi trova applicazione anche in ipotesi di azioni dematerializzate,
con la precisazione, tuttavia, che in tale evenienza la girata sostituita dalla scritturazione sul conto
cui attribuita la stessa efficacia connessa alla prima (art. 2355, u.c., c.c.). Anche in tal caso, pertan-
to, il legittimo titolare della partecipazione azionaria potr esercitare tutti i diritti sociali ad essa ineren-
ti indipendentemente dalliscrizione del trasferimento nel libro dei soci.

2.2.1 Limitazioni legali e convenzionali alla circolazione delle azioni

CC Le azioni, corrispondenti ai conferimenti in natura, fino al control-


lo della stima (art. 2343 c.c.).
CC Senza il consenso degli amministratori, le azioni connesse a pre-
Non sono alienabili
stazioni accessorie (art. 2345, co. 2, c.c.).
CC Senza il consenso degli amministratori, le azioni delle societ fi-
duciarie e di revisione (art. 3, L. 1966/1939).

84 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Devono risultare dal titolo.
CC In caso di azioni nominative e in caso di mancata emissione dei titoli azio-
nari il trasferimento delle azioni pu essere sottoposto a particolari con-
dizioni o essere vietato per un periodo massimo di 5 anni dalla costitu-
zione della societ o dal momento in cui il divieto viene introdotto.
Limitazioni risultanti
dallo statuto CC Le clausole che subordinano il trasferimento delle azioni al mero gradi-
mento di organi sociali o di altri soci sono inefficaci se non prevedono, a
carico della societ o degli altri soci, lobbligo di acquisto oppure il dirit-
to dellalienante di recedere dalla societ.
CC Le clausole di prelazione prevedono che il socio, prima di alienare in tut-
to o in parte le sue azioni, debba offrirle agli altri soci.

Limitazioni al libero trasferimento delle azioni possono risultare, poi, da patti parasociali (cd. sin-
dacati di blocco), ossia quei patti convenuti tra i soci successivamente alla costituzione dellente, in
base ai quali la circolazione delle azioni limitata o addirittura totalmente impedita.

2.3 Pegno, usufrutto e sequestro di azioni (art. 2352 c.c.)


Le azioni possono essere oggetto di diritti reali limitati (pegno e usufrutto), nonch di sequestro
(giudiziario o conservativo) e di esecuzione forzata (pignoramento), indipendentemente dalla circo-
stanza che siano stati emessi, o meno, i relativi certificati.

CC Il diritto di voto, salva diversa convenzione, spetta allusufruttua-


rio ed al creditore pignoratizio.
CC Salvo che dal titolo o dal provvedimento del giudice risulti diver-
samente, gli altri diritti amministrativi spettano sia al socio sia al
creditore pignoratizio o allusufruttuario.
CC Spettano al creditore pignoratizio ed allusufruttuario gli utili (sal-
vo patto contrario).
CC Spetta al socio il diritto di opzione.
In caso di pegno: il socio deve
versare le somme necessarie
Pegno e usufrutto
al creditore pignoratizio 3 gior-
ni prima della scadenza, altri-
menti il creditore pu far ven-
dere le azioni, trasferendo il pe-
CC Se sono richiesti versamenti gno sul ricavato.
sulle azioni
In caso di usufrutto: lusufrut-
tuario deve anticipare i confe-
rimenti richiesti, ma ha diritto
alla restituzione dellequivalen-
te (senza interessi) al termine
dellusufrutto.

Sequestro CC Spettano al custode il diritto di voto e gli altri diritti amministrativi.

2.4 Gli altri strumenti finanziari partecipativi


La societ pu emettere strumenti finanziari forniti di diritti patrimoniali o partecipativi, che non
possono essere imputati a capitale. Si lascia allautonomia statutaria la individuazione dei diritti spet-
tanti ai possessori, con lunica esclusione del diritto di voto nellassemblea generale degli azionisti
(es.: strumenti finanziari da attribuirsi ai prestatori di lavoro, art. 2349, co. 2, c.c.).

Capitolo 16 - I soci e le azioni 85

Lobiettivo quello di consentire lacquisizione di ogni elemento utile per lo svolgimento dellatti-
vit sociale, nel rispetto comunque del divieto comunitario di conferimento di opere e servizi.

2.5 Nuovi strumenti di finanziamento per le societ non quotate


Tra gli strumenti finanziari a disposizione delle piccole e medie imprese che hanno bisogno di li-
quidit, il D.L. 83/2012 conv. in L. 134/2012 (Misure urgenti per la crescita del Paese) ha esteso
laccessibilit delle cambiali finanziarie anche alle imprese non quotate, al ricorrere, per, di alcu-
ni requisiti: lemissione deve essere assistita da uno sponsor (banca, societ di investimento, soci-
et di gestione del risparmio); lultimo bilancio della societ deve essere certificato da un revisore
contabile o societ iscritta nel registro; le cambiali finanziarie devono essere emesse in favore di in-
vestitori professionali che non sono direttamente o indirettamente soci della societ che le ha
emesse. Le piccole e medie imprese che si dotano dei suddetti requisiti possono emettere cambiali
finanziarie cos come definite dalla L. 43/1994, ma con una differenza: la scadenza deve essere non
inferiore ad un mese e non superiore a 36 mesi dalla data di emissione (mentre in precedenza L.
43/1994 prevedeva una scadenza tra i 3 e i 12 mesi). Successivamente, per, intervenuto il D.L.
179/2012 (cd. crescita bis), conv. in L. 221/2012, che ha ulteriormente semplificato tale istituto ren-
dendo pi facilmente applicabile il nuovo regime a supporto dellaccesso al mercato dei capitali da
parte di societ non quotate: in particolare il decreto crescita bis ha abrogato la previsione che obbli-
gava lo sponsor che assisteva la societ finanziaria nellemissione delle cambiali finanziare a detene-
re nel proprio portafoglio, fino alla naturale scadenza, una quota minima di titoli emessi.

In sintesi

I diritti dei soci si possono suddividere in diritti patrimoniali (diritto agli utili, diritto alla quota di liqui-
dazione e diritto di opzione) e diritti amministrativi (diritto di intervento in assemblea, diritto di voto,
diritto di impugnazione delle delibere assembleari).
Gli obblighi dei soci, invece, consistono nellesecuzione dei conferimenti e nellesecuzione delle
prestazioni accessorie.
Quanto allo status di socio, esso pu cessare in tre ipotesi:
per volont della societ;
per volont del socio stesso;
per volont di terzi.
Le quote di partecipazione in una s.p.a. sono rappresentate dalle azioni, i cui caratteri essenziali
consistono nellessere di uguale valore e indivisibili.
Le azioni conferiscono ai loro possessori uguali diritti: tale uguaglianza, tuttavia, deve sussistere
solo allinterno di ciascuna categoria di azioni, in quanto consentito alla societ di creare catego-
rie diverse. Pertanto, accanto alle azioni ordinarie, che attribuiscono ai soci i normali diritti di par-
tecipazione, si possono avere categorie di azioni fornite di diritti diversi, tra le quali rientrano, ad
esempio, le azioni emesse a favore dei prestatori di lavoro e quelle di godimento.
La circolazione delle azioni si attua secondo le norme previste per i titoli di credito. Limiti alla cir-
colazione delle azioni sono posti dalla legge e dallatto costitutivo; le clausole limitative statutarie
pi spesso usate sono le clausole di gradimento e le clausole di prelazione.
Sulla circolazione delle azioni, infine, hanno rilievo anche le offerte pubbliche, particolari procedu-
re correlate ad operazioni di trasferimento di titoli.

86 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 17 Lelemento patrimoniale e il bilancio

1 Patrimonio e capitale sociale

CC il complesso di attivit e passivit della societ in un dato mo-


Patrimonio sociale mento.
CC Varia secondo le vicende della societ.

CC il valore in danaro dei conferimenti degli azionisti, quale risulta


dalla valutazione fatta nellatto costitutivo.
Capitale sociale
CC Per legge, non pu essere inferiore a 120.000 euro.
CC Pu essere variato solo mediante apposite delibere.

Il capitale sociale tutelato nella sua integrit, attraverso:


la determinazione di criteri peculiari per la redazione e la valutazione delle poste di bilancio e la
specificazione delle norme sugli ammortamenti e sugli accantonamenti (artt. 2423 e ss. c.c.);
la previsione dellobbligo di formazione (e reintegrazione) della riserva legale (art. 2430 c.c.);
le disposizioni limitative degli acquisti, da parte della societ, di beni o di crediti dei promotori, fon-
datori, soci e amministratori (art. 2343bis c.c.);
il criterio per cui, in sede di costituzione, il valore dei conferimenti non pu essere inferiore allam-
montare globale del capitale sociale (art. 2346 c.c.);
il divieto di investimento, da parte di una societ controllata, del proprio capitale in azioni della so-
ciet controllante o di altre societ da questa controllate (2359bis c.c.);
il divieto di pagare utili non realmente conseguiti (art. 2433 c.c.).

2 I fondi di riserva

Le riserve consistono in quelle immobilizzazioni di utili che sono imposte dalla legge o dallo sta-
tuto della societ o eventualmente sono volontariamente create dallassemblea per assicurare la sta-
bilit del capitale sociale di fronte alla oscillazione dei valori e di fronte a perdite che possono verifi-
carsi in singoli esercizi e per dotare la societ di nuovi mezzi finanziari in capitale sociale in funzione
dei suoi prevedibili sviluppi (Ferri).

Differenze

Lart. 2430 c.c. stabilisce che dagli utili netti annuali della s.p.a. deve essere dedotta ed accanto-
nata una quota, in misura corrispondente almeno alla ventesima parte di essi, fino a raggiungere
1/5 del capitale sociale.
Tale riserva legale ordinaria infruttifera per i soci e non pu mai essere distribuita come utile.
Se diminuita per qualsiasi ragione (ad esempio, per perdite) deve essere reintegrata mediante
accantonamenti di utili annuali
Le riserve facoltative o straordinarie possono essere costituite in aggiunta a quella legale; sono
liberamente deliberate dallassemblea e sempre disponibili.
A tali riserve pu attingersi specialmente per aumenti gratuiti di capitale. Esse saranno distribuite
ai soci allatto della liquidazione della societ.

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 87

La riserva statutaria pu essere eventualmente imposta dallatto costitutivo, in aggiunta a quella


legale, al solo fine di rafforzare la posizione economica della societ. Non rivolta, dunque, anche
a garantire i creditori e lassemblea, pertanto, legittimamente pu deliberarne la distribuzione tota-
le o parziale, previa modifica dello statuto.
Infine, riserva occulta quella risultante dallespediente contabile di stimare talune attivit sociali ad
un valore inferiore a quello effettivo (sottovalutazione dellattivo) ovvero di iscrivere al passivo poste
correttive sproporzionate alleffettivo deperimento o agli effettivi rischi (sopravalutazione del passivo).

3 Il bilancio di esercizio

3.1 Nozione
Il bilancio di esercizio il documento contabile, da redigersi al termine di ogni esercizio annua-
le, che deve rappresentare con chiarezza ed in modo veritiero e corretto la situazione patrimo-
niale e finanziaria della societ ed il risultato economico dellesercizio (art. 2423 c.c.).

CC Stato patrimoniale: contiene la descrizione e la valutazione del


patrimonio della societ.
CC Conto economico: descrive tutte le variazioni intervenute nel pa-
Elementi trimonio durante lesercizio.
CC Nota integrativa: il cui contenuto rivolto sostanzialmente a dare
ragione dei dati esposti nello stato patrimoniale e nel conto eco-
nomico.

CC Relazione degli amministratori sulla gestione sociale.


CC Relazione dei sindaci (per le societ dotate di collegio sindacale).
Allegati
CC Relazione del soggetto incaricato della revisione legale dei
conti.

CC Illustrare, al termine di ogni esercizio, il valore del patrimonio so-


ciale.
CC Rappresentare la situazione finanziaria della societ, cio la quan-
tit e qualit dellindebitamento e delle disponibilit dellimpresa
Funzioni sociale.
CC Indicare il risultato economico dellesercizio, specificando gli utili
conseguiti o le perdite sofferte.
CC Informare i soci, i creditori sociali ed i terzi circa le vicende econo-
miche della societ.

3.2 La formazione del bilancio desercizio


Le fasi essenziali del procedimento di formazione del documento contabile sono le seguenti:
gli amministratori redigono il progetto di bilancio;
lo comunicano al collegio sindacale e al soggetto incaricato della revisione legale dei con-
ti almeno 30 giorni prima del giorno in cui si terr lassemblea cui va sottoposto;
il collegio sindacale formula proposte ed osservazioni sul progetto di bilancio e riferisce allas-
semblea sullesercizio sociale;
copia del progetto di bilancio, insieme con le relazioni degli amministratori, dei sindaci e del
soggetto incaricato della revisione legale dei conti, deve rimanere depositata nella sede socia-

88 Parte Seconda - Il diritto delle societ


le durante i 15 giorni che precedono lassemblea, e fino allapprovazione, affinch i soci possano
prenderne visione;
sul progetto di bilancio delibera lassemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza, nelle so-
ciet con sistema di amministrazione e controllo di tipo dualistico (artt. 2364 e 2364bis c.c.);
in ogni caso spetta allassemblea ordinaria la delibera sulla distribuzione degli eventuali utili ai soci
(art. 2433 c.c.);
entro 30 giorni una copia del bilancio approvato deve essere depositata presso lUfficio del Re-
gistro delle imprese, ovvero inoltrata a mezzo di lettera raccomandata (ora possibile anche lin-
vio telematico con firma digitale);
nello stesso termine le societ non quotate in un mercato regolamentato devono altres deposita-
re, per liscrizione nel Registro delle imprese, lelenco dei soci riferito alla data di approvazione del
bilancio, con lindicazione del numero delle azioni possedute da ciascuno, nonch dei soggetti di-
versi dai soci che sono titolari di diritti o beneficiari di vincoli sulle azioni medesime (art. 2435 c.c.);
il soggetto incaricato della revisione legale dei conti societari deve redigere una relazione che si
accompagna al bilancio di esercizio. Tale relazione consiste in un documento contenente il giu-
dizio sul bilancio, il quale indica se questo conforme alle norme che ne disciplinano la reda-
zione e se rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria e il ri-
sultato economico dellesercizio. Il D.Lgs. 39/2010, di riforma della revisione legale dei conti, ha
rivisto e ampliato la disciplina relativa alla relazione di revisione e al giudizio sul bilancio. Le prin-
cipali novit riguardano: lequiparazione della relazione del revisore tra societ quotate e non; lob-
bligo per il soggetto incaricato della revisione legale di conservare per 10 anni i documenti e le
carte di lavoro relativi agli incarichi svolti.

CC Chiarezza della redazione: consiste in una modalit dellesposi-


zione che consenta la comprensione del documento da parte dei
destinatari (forniti di media cultura contabile).

La verit delle rappresentazioni si rea-


lizza essenzialmente con il comportamen-
Principi fondamentali to di buona fede del redattore del bilancio
CC Verit e correttez- rivolto a fornire ai destinatari una informa-
za delle rappre- zione adeguata alla comprensione del va-
sentazioni lore rappresentato.
La correttezza delle rappresentazioni
consiste nel rispetto dei principi di reda-
zione e dei criteri di valutazione.

CC Redazione in unit di euro, senza cifre decimali, ad eccezione del-


la nota integrativa che pu essere redatta in migliaia di euro (art.
2423 c.c.).
CC Principio della prudenza (art. 2423bis, nn. 1, 2 e 4, c.c.).
Criteri di redazione CC Principio di continuit della gestione (art. 2423 bis, n. 1, c.c.).
CC Principio di competenza (art. 2423bis, n. 3, c.c.).
CC Principio di valutazione separata degli elementi patrimoniali (art.
2423bis, n.5, c.c.).
CC Principio di continuit sostanziale dei bilanci (art. 2324bis, n. 6, c.c.).

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 89

3.3 Stato patrimoniale

CC Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti.


CC Immobilizzazioni: materiali (terreni, fabbricati, im-
pianti, macchinari ecc.), immateriali (diritti di brevet-
to, concessioni, marchi, licenze ecc.) e finanziarie.
Rimanenze (materie prime,
prodotti finiti e merci, pro-
dotti in corso di lavorazione,
semilavorati ecc.).
CC Attivo Crediti.
CC Attivo circolante Attivit finanziarie che non
costituiscono immobilizza-
zioni.
Disponibilit liquide (cassa,
assegni, depositi bancari e
postali).
CC Ratei e risconti, con separata indicazione del di-
saggio su prestiti.

Contenuto (art. 2424 c.c.) Capitale sociale.


Riserva da sovraprezzo del-
le azioni.
Riserve di rivalutazione.
Riserva legale.
Riserva per azioni proprie in
CC Patrimonio netto portafoglio.
Riserve statutarie ed altre ri-
serve, distintamente indica-
CC Passivo te.
Utili (perdite) portati a nuo-
vo.
Utile (perdita) dellesercizio.
CC Fondi per rischi ed oneri.
CC Trattamento di fine rapporto di lavoro subordi-
nato.
CC Debiti.
CC Ratei e risconti, con separata indicazione dellag-
gio su prestiti.

3.4 Conto economico

CC Valore della produzione.


CC Costi di produzione.
Voci essenziali
CC Proventi ed oneri finanziari.
(art. 2425 c.c.)
CC Rettifiche di valore di attivit finanziarie.
CC Proventi ed oneri straordinari.

90 Parte Seconda - Il diritto delle societ


3.5 Nota integrativa

CC Criteri applicati nella valutazione delle voci del bilancio.


CC Movimenti delle immobilizzazioni.
CC Variazioni intervenute nelle varie poste dellattivo e del passivo.
CC Elenco descrittivo delle partecipazioni possedute in imprese con-
trollate e collegate, sia direttamente che per tramite di societ fi-
duciaria o per interposta persona.
CC Debiti assistiti da garanzie reali su beni sociali, con specifica in-
dicazione della natura delle garanzie.
CC Impegni non risultanti dallo stato patrimoniale.
Contenuto CC Ripartizione dei ricavi delle vendite e delle prestazioni secondo
(art. 2427 c.c.) categorie di attivit e secondo aree geografiche, se significativa.
CC Numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria.
CC Ammontare dei compensi spettanti agli amministratori ed ai sin-
daci.
CC Numero e valore nominale di ciascuna categoria di azioni della
societ.
CC Dati dei patrimoni destinati ad uno specifico affare.
CC Dati delle operazioni di locazione finanziaria con trasferimento al
locatario della parte prevalente di rischi e benefici inerenti al bene
oggetto della locazione stessa.

Il D.Lgs. 173/2008 ha ampliato il contenuto della nota integrativa, aggiungendo in essa nuove in-
formazioni che riguardano, in particolare, le operazioni con parti correlate e gli accordi non risultanti
dallo stato patrimoniale. Il legislatore ha voluto che le operazioni con parti correlate avvengano con
adeguata informazione e trasparenza degli effetti che esse producono sulla situazione patrimoniale e
finanziaria della societ.
Inoltre, in seguito allintervento del D.Lgs. 39/2010 previsto che nella nota integrativa (salvo che
la societ sia inclusa in un ambito di consolidamento e le informazioni siano contenute nella nota in-
tegrativa del relativo bilancio consolidato) deve essere indicato anche limporto totale dei corrispettivi
spettanti al revisore legale o alla societ di revisione legale dei conti annuali, limporto totale del cor-
rispettivo di competenza per i servizi di consulenza fiscale e per gli altri servizi diversi dalla revisione
legale dei conti.

3.6 La relazione degli amministratori


La relazione degli amministratori deve illustrare la situazione della societ e landamento della
gestione, nel suo complesso e nei vari settori in cui essa ha operato, anche attraverso imprese con-
trollate, con particolare riguardo ai costi, ai ricavi, agli investimenti (art. 2428 c.c.).
Per i bilanci relativi agli esercizi che hanno avuto inizio dal 12 aprile 2007, intervenuto il D.Lgs.
32/2007 di modifica dellart. 2428 c.c. Esso prevede che la relazione degli amministratori debba
contenere unanalisi fedele, equilibrata ed esauriente della situazione della societ e del risultato del-
la gestione, da redigersi coerentemente con lentit e la complessit degli affari societari. Lana-
lisi dovr inoltre contenere una descrizione dei principali rischi ed incertezze cui la societ espo-
sta e gli indicatori di risultato finanziari (e, se ritenuto opportuno, anche di quelli non finanziari)
pertinenti allattivit specifica svolta dalla societ, comprese le informazioni attinenti allambiente e al
personale. Infine, si segnala che, ai sensi del D.Lgs. 195/2007, il 4 comma dellart. 2428 c.c., che ri-
guarda le societ con azioni quotate in mercati regolamentati, abrogato.

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 91

4 Bilancio in forma abbreviata

Lart. 2435bis c.c., modificato da ultimo dal D.Lgs. 173/2008, stabilisce che le societ possono re-
digere il bilancio in forma abbreviata quando non abbiano emesso titoli negoziati sui mercati regola-
mentati e, nel primo esercizio e successivamente per due esercizi consecutivi, non abbiano supera-
to due dei seguenti limiti:
totale dellattivo dello stato patrimoniale ammontante a 4.400.000 euro;
ricavi delle vendite e delle prestazioni ammontanti a 8.800.000 euro;
n. 50 dipendenti occupati in media durante lesercizio.

Nel bilancio in forma abbreviata sono semplificati e ridotti gli schemi dello stato patrimonia-
le, del conto economico e della nota integrativa.

5 Il bilancio consolidato

Nozione: la legge prevede, nei casi in cui esistono situazioni di controllo tra due o pi imprese, la
redazione del cd. bilancio consolidato (introdotto dal D.Lgs.127/1991, modificato dal D.Lgs. 173/2008
e dal D.Lgs. 56/2011) che finalizzato a descrivere landamento composito della gestione. Si tratta,
infatti, di un documento contabile redatto (in aggiunta al proprio bilancio di esercizio) dalla societ ca-
pogruppo, in cui viene descritta la situazione economico-patrimoniale del gruppo stesso, sulla base
dei dati ricavati dai bilanci delle singole societ del gruppo.

CC Le societ per azioni, in accomandita per azioni ed a responsabi-


lit limitata che controllano unimpresa.
CC Le societ cooperative e le mutue assicuratrici che controllano una so-
Soggetti obbligati
ciet per azioni, in accomandita per azioni o a responsabilit limitata.
CC Gli enti pubblici che hanno per oggetto esclusivo o principale una
attivit commerciale (art. 2201 c.c.).

CC Le societ in cui unaltra societ dispone della maggioranza dei


voti esercitabili nellassemblea ordinaria.
CC Le societ in cui unaltra societ dispone di voti sufficienti per eser-
citare uninfluenza dominante nellassemblea ordinaria.
Sono considerate
societ controllate CC Le societ su cui unaltra ha il diritto, in virt di un contratto o di
una clausola statutaria, di esercitare uninfluenza dominante, quan-
do la legge applicabile consenta tali contratti o clausole.
CC Le societ in cui unaltra, in base ad accordi con altri soci, control-
la da sola la maggioranza dei diritti di voto.

Il D.Lgs. 173/2008 ha modificato anche il D.Lgs. 127/1991 che disciplina il bilancio consolidato.
In particolare, sono stati innalzati i limiti per lesonero dal bilancio consolidato, portati ad euro 17.500.000
per il totale degli attivi e ad euro 35.000.000 per il totale dei ricavi ed stato ampliato il contenuto del-
la nota integrativa.
Tale bilancio si compone dello stato patrimoniale, del conto economico e della nota integrativa;
redatto secondo modalit analoghe a quelle disposte per il bilancio desercizio (anche sotto il profilo
strutturale), integrate dallapplicazione dei principi di consolidamento, i quali consistono in una ripre-
sa integrale degli elementi dellattivo e del passivo, nonch dei proventi e degli oneri, relativi alle sin-
gole societ del gruppo. Al bilancio consolidato va allegata la relazione degli amministratori sulla si-
tuazione complessiva delle imprese in esso incluse e sullandamento della gestione nel suo insieme.
Una copia del bilancio consolidato, con la relazione degli amministratori, deve essere depositata
unitamente al bilancio desercizio presso lufficio del registro delle imprese.

92 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Successivamente, il D.Lgs. 39/2010 ha previsto che anche nella nota integrativa del bilancio con-
solidato venga separatamente indicato limporto del corrispettivo spettante al revisore legale o alla so-
ciet di revisione dei conti consolidati per gli altri servizi di verifica, per i servizi di consulenza fiscale
e per gli altri servizi diversi dalla revisione legale forniti al gruppo. Inoltre, viene espressamente stabi-
lito che anche il bilancio consolidato deve essere assoggettato a revisione legale, demandata al sog-
getto incaricato della revisione legale del bilancio di esercizio della societ che redige il bilancio con-
solidato. Da ultimo, il D.Lgs. 127/1991 stato modificato dal D.Lgs. 56/2011 che ha fatto venir meno
lobbligo di redigere il bilancio consolidato qualora le societ controllate oggetto del possibile conso-
lidamento non presentino, sia singolarmente sia nel loro insieme, un interesse rilevante ai fini di quel-
lo che lo scopo del bilancio consolidato, ovvero quello di fornire un quadro fedele della situazione
patrimoniale, finanziaria, nonch del risultato economico dellinsieme delle imprese incluse nel con-
solidamento. Analoga esenzione dalla redazione del bilancio consolidato stata introdotta nei con-
fronti degli enti creditizi e finanziari capogruppo.

6 La distribuzione degli utili ai soci

Lassemblea ordinaria delibera su proposta degli amministratori circa la distribuzione de-


gli utili ai soci (art. 2433 c.c.).

CC I dividendi sulle azioni possono essere corrisposti soltanto per utili real-
mente conseguiti e risultanti dal bilancio regolarmente approvato.
CC consentita la distribuzione di acconti su dividendi futuri, nel rispetto
delle condizioni poste dallart. 2433bis c.c.
CC Se si verificano perdite del capitale sociale, non pu farsi luogo a ripar-
tizione di utili fino a che il capitale non sia reintegrato o ridotto in misura
corrispondente.
Disciplina CC Gli utili netti una volta che ne Allaccantonamento della quota di
sia accertata lesistenza non riserva legale (2430 c.c.).
possono essere integralmente Allerogazione delle partecipazioni
distribuiti ai soci. Si deve proce- concesse ai promotori, ai soci fon-
dere preventivamente datori ed agli amministratori (2432
c.c.).
Alleventuale accantonamento per
fare fronte a riserve statutarie.

7 La tutela dellintegrit del capitale sociale e della riserva legale

CC Divieto di emettere nuove azioni (e quindi di aumentare il capita-


le), fino a che quelle gi emesse non siano interamente liberate
(art. 2438 c.c.).
CC Divieto alle societ di acquistare azioni proprie utilizzando il patri-
Divieti posti a tutela dellin- monio sociale per un ammontare corrispondente al capitale socia-
tegrit del capitale sociale e le (art. 2357, co. 1, c.c.).
della riserva legale CC Limiti alle societ nellacquisto di azioni proprie (art. 2357 c.c.).
CC Divieto alle societ di sottoscrivere azioni proprie (art. 2357quater c.c.).
CC Divieto alle societ di costituire o aumentare il capitale sociale me-
diante sottoscrizione reciproca, contemporanea e connessa di azio-
ni (cd. societ a catena): art. 2360 c.c.

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 93

CC Lart. 2358 c.c. stato completamente riscritto dal D.Lgs. 142/2008,


per cui ora previsto che la societ possa accordare prestiti e for-
nire garanzie per lacquisto o la sottoscrizione di azioni proprie, ma
Divieti posti a tutela dellin- solo ad una serie di condizioni precisamente definite dallarticolo
tegrit del capitale sociale e stesso (v. infra, par. 8.2).
della riserva legale CC Divieto alla societ di distribuire ai soci le somme percepite per
lemissione di azioni ad un prezzo superiore al loro valore nomina-
le, fino a che la riserva legale non abbia raggiunto 1/5 del capitale
sociale (art. 2431 c.c.).

CC In caso di diminuzione della riserva legale per perdite: obbligo di


reintegrare la stessa, almeno nella misura di 1/5 del capitale so-
ciale, prelevando almeno la ventesima parte degli utili netti annua-
li successivi (art. 2430, co. 2, c.c.).
CC In caso di diminuzione del capitale di oltre 1/3 per perdite (art. 2446
c.c.): obbligo per gli amministratori di convocare lassemblea a cui
sottoporre un bilancio straordinario, ossia una relazione sulla si-
Obblighi posti a tutela tuazione patrimoniale della societ, allo scopo di consentire allas-
dellintegrit del capitale so- semblea di prendere i provvedimenti opportuni (es.: riduzione del
ciale e della riserva legale capitale).
CC In caso di diminuzione del ca- La trasformazione del tipo di so-
pitale al di sotto del minimo ciet.
legale: obbligo per lassem- La riduzione del capitale in ragio-
blea di deliberare (art. 2447 ne delle perdite ed il contestuale
c.c.) aumento dello stesso ad una ci-
fra non inferiore al minimo legale.

8 Acquisto e sottoscrizione delle proprie azioni

Le operazioni sociali aventi ad oggetto le proprie azioni possono mettere a repentaglio lintegrit
del capitale sociale; infatti, sotto tali operazioni potrebbe celarsi unelusione dellobbligo del conferi-
mento o del divieto di restituzione anticipata dello stesso, con il conseguente pregiudizio alleffettivit
del capitale sociale e alle aspettative dei creditori sociali.

8.1 Acquisto di azioni proprie


Lart. 2357 c.c. fa espresso divieto alle societ di acquistare azioni proprie, se non nei limiti degli
utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato. Nei li-
miti anzidetti, inoltre, possono essere acquistate soltanto azioni interamente liberate.

La normativa di dettaglio dispone che:


lacquisto deve essere autorizzato dallassemblea (art. 2357, co. 2, c.c.);
per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il valore nominale delle azioni
proprie acquistate non pu eccedere la quinta parte del capitale sociale, tenuto conto anche del-
le azioni possedute dalle societ controllate (art. 2357, co. 3, c.c., come modif. dal D.Lgs. 142/2008
e dal D.L. 5/2009, conv. in L. 33/2009);
le azioni acquistate in violazione delle prescrizioni anzidette debbono essere alienate secondo
modalit da determinarsi dallassemblea, entro un anno dal loro acquisto. In mancanza, deve pro-
cedersi senza indugio al loro annullamento ed alla corrispondente riduzione del capitale (art. 2357,
co. 4, c.c.).

94 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC In esecuzione di una deliberazione dellassemblea di riduzione del
I limiti di cui sopra non si ap- capitale, da attuarsi mediante riscatto e annullamento di azioni.
plicano quando lacquisto di C C A titolo gratuito, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.
azioni proprie avvenga (art. CC Per effetto di successione universale, fusione o scissione.
2357bis c.c.) CC In occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un cre-
dito della societ, sempre che si tratti di azioni interamente liberate.

Qualora la societ abbia proceduto allacquisto di azioni proprie, gli amministratori possono di-
sporre di queste soltanto previa autorizzazione dellassemblea, che deve stabilire le relative modalit
(art. 2357ter c.c. modif. dal D.Lgs. 224/2010). Ci al fine di impedire lo svolgimento di azioni specu-
lative da parte degli amministratori. Proprio a tale scopo, lart. 2357ter c.c. consente che possano es-
sere previste, nei limiti stabiliti dal primo e dal secondo comma dellart. 2357 c.c., operazioni succes-
sive di acquisto e di alienazione (cd. trading di azioni proprie).
Inoltre, fino a quando tali azioni restano in propriet della societ (non sono, cio, trasferite o annullate):
il diritto agli utili ed il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni;
il diritto di voto sospeso, ma le azioni medesime sono egualmente computate ai fini del calco-
lo delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dellassemblea;
deve essere costituita e mantenuta una riserva indisponibile, pari allimporto complessivo delle
azioni proprie iscritto allattivo del bilancio.

Il D.Lgs. 224/2010, in vigore dall8 gennaio 2011, intervenuto anche sulla disciplina delle azio-
ni proprie, innanzitutto eliminando il precedente potere dellassemblea di autorizzare, alle condizioni
previste dal primo e secondo comma dellart. 2357 c.c., lesercizio totale o parziale del diritto di opzio-
ne di azioni proprie. Ci per risolvere il contrasto esistente con il divieto assoluto per la societ di sot-
toscrivere azioni proprie.
Inoltre, con la riformulazione dellart. 2357ter c.c. ad opera del suddetto decreto stata dettata la
disciplina del computo delle azioni proprie ai fini della determinazione del quorum costitutivo e
deliberativo dellassemblea, distinguendo a seconda che si tratti di societ che fanno ricorso al mer-
cato del capitale di rischio ovvero di societ chiuse.
Per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, fatto rinvio allart. 2368, 3
comma, che, in relazione alle azioni per le quali il diritto di voto non pu essere esercitato, prevede
che queste siano computate ai fini della regolare costituzione dellassemblea, ma non anche ai fini
del calcolo della maggioranza e della quota capitale richiesta per lapprovazione delle delibere.
Per le societ che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, invece, si prevede che le
azioni proprie siano sempre computate ai fini del calcolo delle quote richieste per la costituzione e
le deliberazioni dellassemblea.

8.2 Azioni proprie in garanzia


Prima dellintervento del D.Lgs. 142/2008, lart. 2358 c.c. prevedeva che la societ non potesse
accordare prestiti o fornire garanzie per lacquisto o la sottoscrizione delle azioni proprie.

Ora, invece, il nuovo art. 2358 c.c. dispone che possibile per la societ accordare prestiti e for-
nire garanzie per lacquisto o la sottoscrizione di azioni proprie, ad una serie di condizioni. Esse sono:
loperazione deve essere preventivamente autorizzata dallassemblea;
gli amministratori della societ devono redigere una relazione che illustri le condizioni, le ragioni
e gli obiettivi delloperazione e che attesti che essa ha luogo a condizioni di mercato eque;
limporto complessivo dellassistenza finanziaria prestata a terzi non pu eccedere il limite degli
utili distribuibili e delle riserve disponibili risultanti dallultimo bilancio regolarmente approvato. Ci
comporta lobbligo di iscrivere in bilancio una riserva indisponibile pari allimporto complessivo
dellassistenza finanziaria.

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 95

8.3 Sottoscrizione di azioni proprie (art. 2357quater c.c.)


La societ non pu sottoscrivere azioni proprie, salvo quanto previsto dallart. 2357ter, co. 2, c.c.
La violazione del divieto determina un fenomeno di conversione ex lege: loperazione resta per-
fettamente valida, ma il legislatore imputa la titolarit delle azioni sottoscritte, a titolo personale, ai pro-
motori e ai soci fondatori (oppure, nel caso in cui la sottoscrizione sia avvenuta in sede di aumento
del capitale, agli amministratori): tali soggetti, quindi, si assumeranno lobbligo di eseguire i conferi-
menti previsti, salvo che riescono a dimostrare di essere esenti da colpa.

9 Variazioni del capitale sociale

Le variazioni del capitale possono essere in aumento o in diminuzione e si attuano mediante


modificazioni dello statuto, deliberate dallassemblea straordinaria ed iscritte nel Registro delle impre-
se.

CC Conferimento di nuove attivit da par-


Aumento reale
te di soci o terzi

CC Trasferimento in conto capitale di ri-


Modalit di esecuzione serve facoltative o statuarie
dellaumento di capitale
CC Imputazione a capitale di fondi dispo-
nibili iscritti a bilancio e risultanti da Aumento nominale
plusvalenze dellattivo patrimoniale
dei cd. saldi attivi risultanti da rivalu-
tazione per conguaglio monetario

CC Competente a deliberare laumento di capitale lassemblea stra-


ordinaria, trattandosi, in realt, di una modifica dello statuto.
CC Lo statuto pu attribuire anche agli amministratori la facolt di au-
mentare (in una o pi volte) il capitale, fino ad un ammontare de-
Aumento reale terminato e per il periodo massimo di 5 anni dalla data di iscrizio-
di capitale ne della societ nel Registro delle imprese (art. 2443 c.c., da ul-
timo modif. dal D.Lgs. 184/2012).
CC Laumento di capitale pu essere deliberato solo se le azioni pre-
cedentemente sottoscritte siano state interamente liberate (con
integrale versamento dei relativi conferimenti).

Osservazioni

Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si applica lart. 2440 c.c., come sostituito dal D.Lgs.
224/2010.
Inoltre, giova ricordare che il citato D.Lgs. 224/2010 ha aggiunto un comma allart. 2443 c.c. in cui
sono state trasfuse alcune previsioni dettate dallabrogato art. 2440bis c.c. in tema di aumento di
capitale delegato agli amministratori con conferimenti di beni in natura e crediti senza relazione di
stima. A tal proposito opportuno ricordare che la direttiva comunitaria recepita dal D.Lgs. 224/2010
impone di separare temporalmente la delibera di aumento dallesecuzione dei conferimenti, con
ci derogando ai principi che regolano gli aumenti di capitale. Il legislatore, in coerenza con la pre-
visione comunitaria, piuttosto che prevedere il divieto di esecuzione del conferimento, condiziona
lefficacia del conferimento stesso allinutile decorso del termine di 30 giorni dalliscrizione del-
la delibera di aumento nel registro delle imprese entro il quale possibile richiedere una nuova va-
lutazione da parte della minoranza qualificata dei soci.

96 Parte Seconda - Il diritto delle societ


A ciascun socio spetta sulle azioni di nuova emissione il cd. diritto di opzione, cio il diritto di
sottoscrivere tali azioni di nuova emissione a preferenza di soggetti estranei alla societ, in propor-
zione alla quota gi posseduta.

CC un diritto potestativo di contenuto patrimoniale.


CC Assicura al socio la possibilit di conservare la sua posizione nel-
la societ.
CC Garantisce al socio la conservazione delle plusvalenze patrimo-
niali attive accumulate nel corso della gestione.
CC Spetta agli azionisti, anche privilegiati e senza voto, e agli even-
tuali possessori di obbligazioni convertibili.
CC Ha ad oggetto sia azioni che obbligazioni convertibili di nuova emis-
sione.
CC Deve essere esercitato nel termine di 30 giorni dalla pubblicazio-
ne dellofferta nel Registro delle imprese; in caso di societ quota-
Diritto di opzione te il termine di 15 giorni (art. 134 D.Lgs. 58/1998).
CC Pu essere escluso per le azioni di emissione che, secondo la de-
liberazione di aumento di capitale, devono essere liberate median-
te conferimenti in natura.
CC Con deliberazione dellassemblea, presa con la maggioranza ri-
chiesta per le assemblee straordinarie, pu essere escluso per le
azioni di nuova emissione, se offerte in sottoscrizione ai dipenden-
ti della societ o ai dipendenti di societ controllanti o controllate
(art. 2441, co. 8, c.c., da ultimo modif. dal D.Lgs. 184/2012)
CC Pu essere escluso o limitato, quando linteresse della societ lo
esige, con la deliberazione di aumento di capitale (art. 2441, co. 5,
c.c., da ultimo modif. dal D.Lgs. 184/2012).

Osservazioni

Il D.Lgs. 184/2012 ha apportato sostanziali modifiche in tema di aumento di capitale nelle s.p.a.
stato, infatti, modificato lart. 2441 c.c. allo scopo di semplificare il processo di aumento di ca-
pitale per stimolare gli investimenti esteri in Italia.
stato, innanzitutto, abrogato linciso che prevedeva che la deliberazione di aumento del capita-
le con esclusione o limitazione del diritto di opzione dovesse essere approvata, in qualsiasi con-
vocazione, da tanti soci che rappresentassero oltre la met del capitale sociale. Ora, invece, ba-
sta raggiungere il quorum deliberativo normalmente previsto dalla legge o dallo statuto per lado-
zione delle deliberazioni dellassemblea straordinaria. Coerentemente con tale modifica, si inter-
viene anche sulla disciplina in materia di delega agli amministratori della facolt di aumentare il ca-
pitale sociale (art. 2433, comma 2, c.c.).
Anche il comma 8 dellart. 2441 c.c. stato modificato, eliminando il limite quantitativo dellesclu-
sione del diritto di opzione, pari a un quarto delle azioni di nuova emissione, nei casi di aumento
di capitale riservato ai dipendenti ed eliminando lultimo periodo nel quale si richiedeva per lap-
provazione la stessa maggioranza prevista dal quinto comma. Potr, quindi, essere deliberato un
aumento di capitale riservato ai dipendenti con esclusione del diritto di opzione per lintero nume-
ro di azioni di nuova emissione e con le stesse maggioranze, oggi semplificate, sopra descritte.
Per quanto riguarda le societ con azioni quotate nei mercati regolamentati, lo statuto pu
escludere il diritto di opzione nel limite del dieci per cento del capitale sociale preesistente, a con-
dizione che il prezzo di emissione corrisponda al valore di mercato delle azioni e ci sia conferma-
to in apposta relazione del revisore legale o della societ di revisione legale. Il D.Lgs. 184/2012 ha
introdotto la possibilit che il parere di congruit sia rilasciato, oltre che dal revisore incaricato del-
la revisione periodica, anche da altri revisori. Trattasi di condizioni volte a tutelare la compagine

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 97

sociale preesistente sotto il profilo gestionale e patrimoniale. Il D.Lgs. 184/2012, infine, limitata-
mente alle societ con azioni quotate ha introdotto la possibilit di ridurre i cinque giorni di offerta
sul mercato dei diritti di opzione non esercitati nel caso in cui le azioni inoptate siano state intera-
mente vendute prima di tale scadenza (nuovo art. 2441, comma 3, c.c.).

Riduzione del capitale: consiste nel portare lo stesso ad una cifra inferiore, osservando il limite
legale. La deliberazione di riduzione del capitale pu eseguirsi solo dopo 90 giorni dalla data della sua
iscrizione, purch nessun creditore abbia fatto opposizione.

CC Perdite, in tal caso la riduzione obbligatoria in alcune ipotesi (per-


dite oltre 1/3 del capitale sociale); mentre facoltativa in caso di
perdite inferiori.
CC Morosit di azionisti, se le loro azioni rimangono invendute o si
Cause annullano (art. 2344 c.c.).
CC Recesso di azionisti.
CC Inferiorit del valore dei beni conferiti in natura di oltre 1/5 rispet-
to al valore per cui avvenne il conferimento (art. 2343, co. 4, c.c.).

CC Rimborso di parte dei conferimenti ai soci, o liberazione dallob-


bligo di eseguirli.
CC Acquisto di azioni proprie e successivo annullamento.
Modalit di esecuzione
CC Sorteggio di azioni (per lammontare della riduzione) e rimborso
alla pari ai portatori (in genere ai soci sorteggiati e rimborsati si di-
stribuiscono azioni di godimento).

10 Le obbligazioni
Nozione: possono definirsi titoli di credito a reddito fisso emessi in massa, nominativi o al porta-
tore, i quali incorporano un diritto di credito, nei confronti della societ emittente, al pagamento di una
determinata somma ad una determinata scadenza, ed al pagamento di interessi ad un saggio percen-
tuale su detta somma (Graziani). Le obbligazioni sono debiti pecuniari che la societ assume ver-
so terzi dai quali ha ricevuto un prestito; il prestante, pertanto, ha un diritto di credito alla restituzione
della somma mutuata ed alla percezione degli interessi pattuiti e non assume la qualit di socio.

Natura giuridica: le obbligazioni sono titoli di credito, nominativi o al portatore, emessi in massa
(cio in serie), i quali incorporano un diritto di credito.

CC Autonomia: ogni possessore di obbligazioni ha verso la societ


un di-ritto autonomo rispetto a quello del primo acquirente e dei
precedenti possessori.
CC Letteralit: la lettera del titolo decisiva per tutto quanto riguarda
Caratteri il contenuto, i limiti, le modalit del diritto.
CC Astrattezza: lassunzione, da parte della societ, del debito obbli-
gazionario pu avvenire per qualsiasi causa, onde lobbligazione
un atto astratto, giuridicamente distinto dal rapporto fondamen-
tale per il quale ha luogo.

CC Obbligazioni di partecipazione: la misura dellinteresse degli ob-


Tipi bli-gazionisti integrata da una certa partecipazione agli utili di-
stribuiti agli azionisti.

98 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Obbligazioni parametrate: assicurano agli obbligazionisti un in-
teresse ed un rimborso commisurato al prezzo di eventuali merci
prodotte dallattivit economica esercitata dalla societ.
CC Obbligazioni con diritto di opzione su azioni (warrant): lobbli-
Tipi
gazionista, pur rimanendo tale, ha diritto di opzione su azioni del-
la stessa o di altra societ.
CC Obbligazioni convertibili in azioni: lobbligazionista pu conver-
tire, entro un certo limite di tempo, le sue obbligazioni in azioni.

Differenze

Le azioni costituiscono parte del capitale sociale, che sar distribuito ai soci allo scioglimento del-
la societ. Attribuiscono ai loro possessori la qualit di socio. Le obbligazioni, invece, rappresen-
tano debiti pecuniari che la societ assume verso terzi, dai quali ha ricevuto somme di danaro. At-
tribuiscono ai loro possessori la qualit di creditori della societ. Inoltre, danno diritto ad un inte-
resse periodico fisso, che indipendente dai risultati dellesercizio sociale.
Infine, non attribuiscono il diritto di partecipare alla gestione sociale e devono essere integralmen-
te soddisfatte prima che si proceda a qualsiasi ripartizione del capitale fra i soci.

10.1 Le obbligazioni convertibili in azioni


Nozione: possono considerarsi figure intermedie fra le obbligazioni e le azioni. Esse svolgono la
funzione di raccogliere danaro presso quanti non si sentirebbero allettati da un puro e semplice inve-
stimento obbligazionario, ma, tuttavia, temono i rischi di un investimento azionario.

Differenze

Differiscono dalle comuni obbligazioni in quanto conferiscono, in via alternativa, il diritto al rim-
borso, con i relativi interessi, del capitale prestato alla societ oppure il diritto di sottoscrivere
azioni e di diventare perci solo socio.

Il rapporto sottostante allobbligazione convertibile dunque duplice:


un mutuo dellobbligazionista alla societ;
un patto di opzione, avente per oggetto la novazione del rapporto di mutuo in rapporto di societ.

La deliberazione di emissione, che


deve determinare il rapporto di cam-
bio con le azioni e le modalit della
CC Lemissione di obbliga- conversione.
Principi regolatori
zioni convertibili richie- La deliberazione contestuale di au-
(art. 2420bis c.c.)
de due deliberazioni mento del capitale sociale, per un
ammontare corrispondente al valore
nominale delle obbligazioni converti-
bili.

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 99

CC Non si possono emettere obbligazioni convertibili se il capitale so-


ciale non sia stato interamente versato.
CC Le obbligazioni convertibili di nuova emissione devono essere of-
ferte in opzione agli azionisti gi esistenti e ai possessori di obbli-
gazioni convertibili precedentemente emesse.
CC Se, durante il periodo della conversione, la societ aumenta il ca-
Principi regolatori pitale sociale con emissione di nuove azioni, agli obbligazionisti spet-
(art. 2420bis c.c.) ta, in concorso con i soci, il diritto di opzione sulla base del rappor-
to di cambio.
CC Fino a quando non siano scaduti i termini fissati per la conversio-
ne, la societ non pu deliberare n la riduzione del capitale esu-
berante, n la modificazione delle disposizioni dellatto costitutivo
concernenti la ripartizione degli utili, salvo che ai possessori delle
obbligazioni convertibili sia concessa la facolt di esercitare il dirit-
to di conversione nel termine di 30 giorni dalla pubblicazione.

10.2 La disciplina del prestito obbligazionario

CC Le obbligazioni non possono essere emesse per somma ecceden-


Condizioni te il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve
per lemissione disponibili secondo lultimo bilancio approvato (art. 2412, co. 1,
c.c.).

Osservazioni

Possibilit di superamento del limite indicato dal primo comma dellart. 2412 c.c. sono consentite se:
le obbligazioni siano garantite da ipoteca su immobili di propriet della societ, sino a due terzi
del valore di questi;
la societ sia stata autorizzata, con provvedimento dellautorit governativa, in vista di parti-
colari ragioni che interessano leconomia nazionale;
le obbligazioni emesse in eccedenza siano destinate alla sottoscrizione da parte di investitori
professionali soggetti a vigilanza prudenziale a norma delle leggi speciali;
leggi speciali lo consentano espressamente.
Lart. 2412, quindi, stabilisce una soglia massima entro la quale una societ pu emettere obbliga-
zioni e, cio: il doppio del capitale sociale, della riserva legale e delle riserve disponibili (limite di-
mensionale).
Il comma 5 del medesimo articolo, prima di essere modificato dal D.L. 83/2012 (cd. crescita), conv.
in L. 134/2012, consentiva di superare o, per meglio dire, di non applicare il limite dimensionale nel
caso di prestiti obbligazionari emessi da societ con azioni quotate in mercati regolamentati e desti-
nati alla quotazione in un mercato regolamentato (il medesimo di quotazione della societ ovvero an-
che uno diverso). Era previsto, quindi, un regime in deroga e di favore per le sole societ quotate.
Il decreto crescita, invece, ha permesso anche alle imprese non quotate di servirsi di tale regime
in deroga, prevedendo che i limiti allemissione non si applicano n alle societ con azioni quota-
te n alle societ con azioni non quotate a condizione che le obbligazioni emesse siano destinate
ad essere quotate in mercati regolamentati o in sistemi multilaterali di negoziazione.

CC Lemissione di obbligazioni deve essere deliberata dagli ammini-


stratori (art. 2410 c.c.); quella di obbligazioni convertibili dallas-
Condizioni semblea straordinaria (art. 2420bis c.c.), ma consentito che lo
per lemissione statuto deleghi tale facolt agli amministratori fino ad un ammon-
tare predefinito e per un periodo massimo di 5 anni dalliscrizione
della societ nel Registro delle imprese (art. 2420ter c.c.).

100 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC La denominazione, loggetto e la sede della societ, con lindica-
zione dellUfficio del Registro delle imprese presso il quale la so-
ciet iscritta.
CC Il capitale sociale e le riserve esistenti al momento dellemissione.
CC La data della deliberazione di emissione e della sua iscrizione nel
Contenuto Registro.
(art. 2414 c.c.) CC Lammontare complessivo delle obbligazioni emesse, il valore no-
minale di ciascuna, i diritti attribuiti, il rendimento o i criteri per la
sua determinazione e le modalit di pagamento e di rimborso.
CC Le garanzie da cui assistita.
CC La data del rimborso del prestito e gli estremi delleventuale pro-
spetto informativo.

CC La societ che ha emesso obbligazioni non pu ridurre volontaria-


mente il capitale sociale se, rispetto allammontare delle obbliga-
zioni ancora in circolazione, il limite previsto per lemissione delle
obbligazioni stesse non risulta rispettato (art. 2413 c.c.).
Conseguenze della CC In caso di riduzione obbligatoria del capitale sociale o di diminu-
emissione zione delle riserve per effetto di perdite, la societ che ha emesso
obbligazioni non pu procedere alla distribuzione di utili fino a quan-
do lammontare del capitale sociale, della riserva legale e delle ri-
serve disponibili non eguagli la met dellammontare delle obbli-
gazioni ancora in circolazione (art. 2413, co. 2, c.c.).

10.3 Lorganizzazione degli obbligazionisti

Sulla nomina e sulla revoca del rappre-


sentante comune.
Sulle modificazioni delle condizioni del
CC A s s e m b l e a d e g l i prestito.
obbligazionisti; tale
Sulla proposta di amministrazione con-
organo delibera in par-
trollata e di concordato.
ticolare (art. 2415 c.c.,
modif. dal D.Lgs. Sulla costituzione di un fondo per le spe-
91/2012) se necessarie alla tutela degli interessi
comuni e sul relativo rendiconto.
Sugli altri oggetti di interesse comune
degli obbligazionisti.
Organi
Dare esecuzione alle deliberazioni
dellassemblea.
Rappresentare gli obbligazionisti in giu-
CC Rappresentante co- dizio.
mune degli obbliga- Rappresentare gli obbligazionisti nelle
zionisti, al quale spet- procedure concorsuali della societ.
ta (art. 2418 c.c.) Assistere alle operazioni di sorteggio
delle obbligazioni ed allassemblea dei
soci.
Tutelare gli interessi comuni degli obbli-
gazionisti nei rapporti con la societ.

Capitolo 17 - Lelemento patrimoniale e il bilancio 101

In sintesi

Le obbligazioni sono debiti pecuniari che la societ assume verso terzi dai quali ha ricevuto un
prestito; colui che presta, pertanto, ha un diritto di credito alla restituzione della somma mutuata
ed alla percezione degli interessi pattuiti e non assume la qualit di socio. Le obbligazioni posso-
no essere nominative o al portatore.
Per quanto riguarda lorganizzazione degli obbligazionisti ad essa provvedono due organi: las-
semblea degli obbligazionisti ed il rappresentante comune degli obbligazionisti.
Le obbligazioni convertibili in azioni, infine, possono considerarsi figure intermedie fra le obbli-
gazioni e le azioni. Esse svolgono la funzione di raccogliere danaro presso quanti non si sentireb-
bero allettati da un puro e semplice investimento obbligazionario, ma, tuttavia, temono i rischi di
un investimento azionario.

note
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102 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 18 Lassemblea dei soci

1 Generalit

1.1 Nozione
Lassemblea organo collegiale della s.p.a. e rappresenta la riunione dei soci, che avviene nei
modi previsti dalla legge.
A tale organo sono attribuiti cospicui e determinanti poteri deliberativi, che comunque variano in
relazione al modello di amministrazione e controllo adottato.

1.2 Tipi di assemblea

CC In base alla CC Assemblea generale: alla quale intervengono tutti i soci.


composizio- CC Assemblee speciali: a cui intervengono particolari catego-
ne rie di azionisti (es.: possessori di azioni privilegiate) per ap-
provare quelle deliberazioni dellassemblea generale che
potrebbero essere pregiudizievoli per i loro diritti. A queste
si applicano le norme dettate per lassemblea straordinaria.

Approva il bilancio annuale e delibe-


ra sulla eventuale distribuzione degli
utili.
Provvede alla nomina degli altri orga-
ni sociali, alla sostituzione dei loro
Distinzioni membri, alla loro eventuale revoca.
Determina il compenso di amministra-
CC I n b a s e CC Assemblea ordi- tori e sindaci, se non stabilito dallo
alloggetto naria nelle socie-
t prive del con- statuto.
della delibe-
siglio di sorve- Delibera sulleventuale esercizio
razione
glianza (art. 2364 dellazione di responsabilit nei con-
c.c.) fronti di amministratori e sindaci.
Delibera sugli altri oggetti attribuiti dal-
la legge alla sua competenza e sulle
autorizzazioni eventualmente richie-
ste dallo statuto per il compimento di
atti degli amministratori (ferma la re-
sponsabilit di questi).

Capitolo 18 - Lassemblea dei soci 103

Provvede alla nomina e alleventua-


CC Assemblea ordi- le revoca dei consiglieri di sorve-
naria nelle socie- glianza, ne determina il compenso e
t dotate di con- delibera sulla loro responsabilit.
siglio di sorve- Provvede alla nomina del soggetto
glianza (art. incaricato di effettuare la revisione
2364bis c.c.) legale dei conti.
Delibera sulla distribuzione degli utili.
CC In base allog-
Distinzioni getto della Delibera sulle modificazioni dello
deliberazione statuto.
Delibera sulla nomina, sui poteri e
sulla revoca dei liquidatori.
CC Assemblea straor-
dinaria (art. 2365 Delibera su ogni altra materia espres-
c.c.) samente attribuitagli dalla legge (es.:
sullemissione di obbligazioni con-
vertibili in azioni, sulla proposta di
concordato fallimentare e di concor-
dato preventivo).

2 Convocazione
A norma dellart. 2366 c.c., come modificato dal D.Lgs. 18-6-2012, n. 91 (Correttivo D.Lgs. 27/2010)
con applicazione alle assemblee il cui avviso di convocazione sia pubblicato dopo il 1 gennaio 2013
(art. 5 D.Lgs. cit.), la convocazione demandata allamministratore unico, al consiglio di ammini-
strazione o al consiglio di gestione (nel sistema dualistico) nei casi previsti dalla legge. Tuttavia, in
determinate ipotesi esiste un preciso obbligo di convocazione.

Per lapprovazione del bilancio di esercizio.


Per sostituire gli amministratori mancanti, se viene meno la
maggioranza o se lo statuto prevede che la cessazione di al-
cuni amministratori faccia cadere lintero consiglio (art. 2386,
co. 2 e 4, c.c.).
Per lintegrazione del collegio sindacale (art. 2401 c.c.).
Se il capitale sociale diminuito di oltre 1/3 per gli opportuni
CC Per gli am- provvedimenti (art. 2446, co. 1, c.c.).
ministratori Se lattivo patrimoniale sceso al di sotto del limite legale mi-
Convocazione o il consiglio
obbligatoria nimo consentito, per deliberare la reintegrazione del capitale
di gestione o la trasformazione della societ (art. 2447 c.c.).
Quando la societ ha conseguito loggetto sociale o lo stesso
divenuto impossibile: in tal caso, se lassemblea non delibe-
ra le opportune modifiche statutarie, si proceder allo sciogli-
mento della societ (art. 2484, n. 2, c.c.).
Nei casi in cui sia stata accertata una causa di scioglimento
della societ, per la nomina dei liquidatori e le ulteriori deci-
sioni in tema di liquidazione, salvo che lo statuto non dispon-
ga diversamente (art. 2487 c.c.).

104 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Nei casi in cui, nel procedimento di liquidazione delle azioni
del socio recedente, la societ non possa procedere allacqui-
sto per mancanza di utili e riserve disponibili: lassemblea do-
CC Per gli am- vr deliberare la riduzione del capitale sociale ovvero lo scio-
ministratori glimento della societ (art. 2437quater c.c.).
o il consiglio Se lo chiedono tanti soci che rappresentino almeno il ventesi-
di gestione mo del capitale sociale nelle societ che fanno ricorso al mer-
cato del capitale di rischio e il decimo del capitale sociale nel-
le altre, o la minore percentuale prevista dallo statuto (art. 2367
Convocazione c.c., modif. dal D.Lgs. 27/2010).
obbligatoria

In caso di omissione o ingiustificato ritardo delle convocazio-


ni obbligatorie da parte degli amministratori o del consiglio di
gestione (art. 2406 c.c.).
CC Per il collegio In caso di gravi irregolarit degli amministratori (eventualmen-
sindacale te rilevate su denunzia dei soci ai sensi dellart. 2408 c.c.) che
comportano urgente necessit di provvedere (art. 2406 c.c.).
Se vengano a mancare tutti gli amministratori, per la sostitu-
zione di essi (art. 2386 c.c.).

Se tanti soci che rappresentino almeno un ventesimo del ca-


pitale sociale nelle societ che fanno ricorso al mercato del
capitale di rischio e il decimo del capitale sociale nelle altre
(o la minore percentuale prevista dallo statuto) abbiano chie-
Convocazione CC Per il Tribu- sto la convocazione e nessuno vi abbia provveduto (art. 2367
obbligatoria nale c.c.).
Nei casi di omessa convocazione da parte degli amministra-
tori per la nomina dei liquidatori e le altre delibere concernen-
ti la liquidazione, su istanza di singoli soci o amministratori ov-
vero dei sindaci (art. 2487, co. 2, c.c.).

Il Tribunale, inoltre, nellambito dellattivit di ispezione su denunzia di gravi irregolarit da parte


dei soci, se accerta che le violazioni denunziate sussistono, pu convocare lassemblea per le neces-
sarie deliberazioni (es.: nomina di amministratori e sindaci di adeguata professionalit).

CC Lavviso di con- Lindicazione del giorno, del luogo e dellora


vocazione deve delladunanza.
contenere Lordine del giorno, ossia lelenco sintetico, ma
chiaro e preciso, delle materie da trattare.
Formalit della convoca-
zione (art. 2366 c.c., mo-
CC Lavviso deve essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubbli-
dif. dal D.Lgs. 91/2012)
ca o in un quotidiano indicato nello statuto almeno 15 giorni prima di quel-
lo fissato per lassemblea.
CC Per le societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, le mo-
dalit di pubblicazione dellavviso sono definite dalle leggi speciali.

Capitolo 18 - Lassemblea dei soci 105

CC lassemblea riunitasi anche senza preventivo avviso e regolare convo-


cazione.
CC valida purch sia rappresentato lintero capitale sociale e partecipi la
maggioranza dei componenti gli organi di amministrazione e controllo (le
Assemblea totalitaria deliberazioni assunte dovranno essere tempestivamente comunicate ai
componenti degli organi amministrativi e di controllo non presenti).
CC Ciascuno degli intervenuti pu opporsi alla discussione degli argomenti
sui quali dichiari di non ritenersi sufficientemente informato (art. 2366, co.
3, c.c.

3 Costituzione dellassemblea: intervento, votazione e rappresen-


tanza

3.1 Quorum costitutivi e deliberativi


Ai fini della regolare costituzione dellassemblea e della validit delle relative deliberazioni, sono
necessari determinati quorum.

Differenze

Quorum costitutivo: laliquota di capitale sociale che deve essere rappresentato in assemblea
perch questa possa ritenersi validamente costituita.
Se i soci partecipanti allassemblea non rappresentano complessivamente la parte di capitale ri-
chiesta per la regolare costituzione dellassemblea, questa, salvo che nellavviso fosse fissato an-
che il giorno per la seconda convocazione (che non pu essere lo stesso fissato per la prima), deve
essere convocata nuovamente entro 30 giorni dalla data della prima, con avviso da pubblicarsi al-
meno otto giorni prima di quello fissato per lassemblea (art. 2369 c.c.).
Quorum deliberativo: la percentuale di voti favorevoli che la delibera assembleare deve otte-
nere per ritenersi approvata; il calcolo della percentuale pu essere riferito al capitale sociale rap-
presentato in assemblea (es.: lassemblea ordinaria delibera a maggioranza assoluta del capitale
presente in aula) o allintero capitale della societ (es.: lassemblea straordinaria in prima convo-
cazione delibera con il voto favorevole di tanti soci che rappresentino pi della met del capitale
sociale).

quorum costitutivo: quando rap-


presentata almeno 1/2 del capitale
sociale.

CC Prima convocazione quorum deliberativo: maggioranza


assoluta delle azioni con diritto di voto
intervenute in assemblea (numero di
voti superiore alla met), salvo diver-
Per lassemblea ordinaria i
sa volont dellatto costitutivo.
quorum variano nel seguen-
te modo
non richiesto un quorum costitu-
tivo, per cui pu deliberare qualun-
que sia la quota di capitale interve-
CC Seconda convocazione nuto.
quorum deliberativo: maggioran-
za assoluta delle azioni intervenute.

106 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Non richiesto un quorum costitu-
tivo, ma si ricava indirettamente dal
quorum deliberativo, essendo que-
sto rappresentato da quote dellinte-
ro capitale con diritto di voto (e non
CC Prima convocazione dal solo capitale intervenuto).
Quorum deliberativo: voto favore-
vole di pi della met del capitale
Quanto allassemblea stra- sociale, salva diversa disposizione
ordinaria dellatto costitutivo.

CC Seconda convocazione Quorum costitutivo: quando rap-


presentato oltre 1/3 del capitale so-
ciale.
Quorum deliberativo: voto favore-
vole di almeno 2/3 del capitale rap-
presentato in assemblea.

Resta ferma, peraltro, la possibilit di prevedere, per disposto statutario, maggioranze pi elevate,
ad esclusione delle delibere di approvazione del bilancio e di nomina e revoca delle cariche sociali.
In deroga alla regola generale, anche in seconda convocazione richiesto il voto favorevole di
pi di 1/3 del capitale sociale per le deliberazioni concernenti: 1) il cambiamento delloggetto sociale;
2) la trasformazione della societ; 3) lo scioglimento anticipato dellente; 4) la proroga della societ;
5) la revoca dello stato di liquidazione; 6) il trasferimento della sede sociale allestero; 7) la emissio-
ne delle azioni di cui al secondo comma dellart. 2351 c.c.

3.2 Intervento e rappresentanza


Lart. 2370 c.c., come modificato dal D.Lgs. 27/2010, prevede espressamente che possono in-
tervenire in assemblea coloro ai quali spetta il diritto di voto. Lo statuto pu consentire lintervento in
assemblea mediante mezzi di telecomunicazione ovvero lespressione del voto per corrisponden-
za o in via elettronica.
Legittimati, inoltre, ad intervenire in assemblea sono gli amministratori ed i sindaci.
A norma dellart. 2372 c.c., come modif. dal D.Lgs. 27/2010, coloro ai quali spetta il diritto di voto
possono farsi rappresentare nellassemblea salvo che, nelle societ che non fanno ricorso al mercato
del capitale di rischio e nelle societ cooperative, lo statuto disponga diversamente. La rappresentan-
za deve essere conferita per iscritto ed i relativi documenti devono essere conservati dalla societ.

Nelle societ con azioni quotate, il D.Lgs. 27/2010 e successivo D.Lgs. 91/2012 (Correttivo
D.Lgs. 27/2010), per facilitare la partecipazione alle assemblee, hanno modificato la disciplina della
rappresentanza ed hanno semplificato quella della sollecitazione delle deleghe. Le principali novit
sono le seguenti:
stato abrogato il divieto che finora ha impedito agli amministratori e agli organi di controllo del-
la societ di rappresentare i soci in assemblea. Questi, infatti, lo potranno fare, ma rendendo espli-
citi i loro conflitti di interesse e purch vi siano specifiche istruzioni di voto per ciascuna delibera
in relazione alla quale il rappresentante dovr votare per conto del socio. In seguito alle modifi-
che introdotte dal D.Lgs. 91/2012, non si applica lart. 1711, co. 2, c.c.;
stato abolito il divieto per il delegato di farsi portatore di un numero di deleghe superiore a de-
terminate soglie minime fissate in relazione al capitale sociale;
colui al quale spetta il diritto di voto pu indicare un unico rappresentante per ciascuna assemblea,
ma pu anche delegare un rappresentante diverso per ciascuno dei conti allo stesso intestati;
le societ con azioni quotate, salvo che lo statuto disponga diversamente, designano per ciascu-
na assemblea un soggetto al quale i soci possono conferire, entro la fine del secondo giorno di

Capitolo 18 - Lassemblea dei soci 107

mercato aperto precedentre la data fissata per lassemblea in prima o unica convocazione, una
delega con istruzione di voto su tutte o alcune delle proposte allordine del giorno. La delega ha
effetto per le sole proposte in relazione alle quali siano conferite istruzioni di voto (art. 135unde-
cies D.Lgs. 58/1998, modif. dal D.Lgs. 91/2012).

3.3 Discussione e votazione


Se lassemblea regolarmente costituita, si procede a discutere lordine del giorno. I soci inter-
venuti che riuniscono 1/3 del capitale rappresentato nellassemblea, se dichiarano di non essere suf-
ficientemente informati sugli oggetti posti in deliberazione, possono chiedere il rinvio delladunanza
a non oltre 5 giorni (art. 2374 c.c.).
Dopo la discussione si passa alla votazione, che pu avvenire con qualunque sistema (alzata di
mano, appello nominale etc.) anche per corrispondenza, se lo statuto lo prevede.
La deliberazione approvata con il voto determinante di coloro che abbiano, per conto proprio o di
terzi, un interesse in conflitto con quello della societ impugnabile qualora possa recarle un danno.
I risultati della votazione sono proclamati dal presidente.
Le deliberazioni assembleari sono immediatamente efficaci ed eseguibili; sono previsti, per,
casi di deliberazioni la cui efficacia subordinata al verificarsi di determinate condizioni:
le deliberazioni che pregiudicano i diritti di una categoria di azioni o di strumenti finanziari che con-
feriscono diritti amministrativi: debbono essere approvate anche dallassemblea speciale dei soci
della categoria interessata (art. 2376 c.c.);
le deliberazioni di riduzione del capitale sociale: possono essere eseguite soltanto dopo 90 gior-
ni dalliscrizione nel Registro delle imprese, purch entro questo termine nessun creditore socia-
le anteriore alliscrizione abbia fatto opposizione;
le deliberazioni di revoca dei sindaci e dei membri del consiglio di sorveglianza: devono essere
approvate con decreto del Tribunale, sentito linteressato (art. 2400 c.c.);
le deliberazioni di revoca dello stato di liquidazione: hanno effetto solo dopo 60 giorni dalliscrizio-
ne nel Registro delle imprese (purch entro tale temine i creditori anteriori alliscrizione non ab-
biano fatto opposizione), salvo che consti il consenso dei creditori della societ o il pagamento dei
creditori che non hanno dato il consenso;
le deliberazioni di trasformazione: hanno effetto dallultimo degli adempimenti pubblicitari per la
stessa previsti (art. 2500 c.c.), salvo il caso di trasformazione eterogenea, la cui deliberazione ha
effetto dopo 60 giorni (durante il quale temine i creditori possono fare opposizione) salvo che con-
sti il consenso dei creditori o il pagamento dei creditori che non hanno dato il consenso (art. 2500no-
vies c.c.);
le deliberazioni di fusione e di scissione: possono essere attuate solo dopo 60 giorni dalla iscri-
zione nellufficio del Registro delle imprese (art. 2503 c.c.).

4 Invalidit delle delibere e loro impugnativa


4.1 Annullamento delle delibere assembleari

CC Non conformit alla legge (art. 2377 c.c.).


CC Non conformit allo statuto (art. 2377 c.c.).
Per la partecipazione di non legittimati, se
questa non stata determinante per il rag-
CC Per espressa previsione giungimento del quorum costitutivo.
Cause
di legge le deliberazioni Per linvalidit o lerrato conteggio di singoli
non possono essere an- voti non determinanti il quorum deliberativo.
nullate (art. 2377 c.c.) Per lincompletezza o linesattezza del verbale,
purch siano certi il contenuto, gli effetti e la va-
lidit della deliberazione.

108 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Voto determinante di coloro che abbiano, per conto proprio o di terzi, un
interesse in conflitto con quello della societ, qualora la deliberazione pos-
sa recarle danno (art. 2373 c.c.).
Cause
CC Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio: voto de-
terminante dei possessori delle azioni cui si riferisce un patto parasocia-
le non dichiarato allapertura dellassemblea (art. 2341ter c.c.).

CC Gli amministratori, il consiglio di sorveglianza e il collegio sindacale.


CC I soci assenti, dissenzienti od astenuti, che posseggano, anche congiunta-
Soggetti legittimati mente, tante azioni con diritto di voto nella deliberazione di cui si tratta da
allimpugnazione rappresentare il 5 per cento del capitale sociale o l1 per mille nelle socie-
t che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio (tale percentuale deve
esistere al momento dellimpugnazione e durante tutto il procedimento).

I soci che non rappresentano una parte di capitale sociale sufficiente e quelli che, in quanto privi
di voto, non sono legittimati a proporre limpugnativa hanno diritto al risarcimento del danno loro
cagionato dalla non conformit della deliberazione alla legge o allo statuto.

CC Limpugnazione o la domanda di risarcimento del danno devono


essere proposte nel termine di 90 giorni dalla data della delibera-
zione o dalliscrizione o deposito presso lufficio del registro delle
imprese, se soggetta a tali adempimenti.
CC Limpugnazione proposta con atto di citazione davanti al Tribu-
nale del luogo dove la societ ha sede.
CC Il Tribunale, sentiti gli amministratori ed i sindaci, valuta lopportu-
nit di sospendere la delibera comparando il pregiudizio che subi-
rebbe il ricorrente dalla esecuzione e quello che subirebbe la so-
ciet dalla sospensione.
Procedimento di impugna-
zione e conseguenze (art. CC Tutte le impugnazioni relative alla medesima deliberazione, anche
2378 c.c.) se proposte separatamente, devono essere trattate insieme e de-
cise con unica sentenza.
CC Lannullamento della deliberazione non pu aver luogo, se la de-
liberazione impugnata sostituita con altra presa in conformit del-
la legge e dello statuto. Restano salvi i diritti acquisiti dai terzi sul-
la base della deliberazione sostituita.
CC Lannullamento della deliberazione ha effetto rispetto a tutti i soci
ed obbliga gli amministratori, il consiglio di sorveglianza e il consi-
glio di gestione a prendere i conseguenti provvedimenti. Sono sal-
vi i diritti acquistati dai terzi in buona fede in base ad atti di esecu-
zione della deliberazione.

4.2 Nullit delle delibere assembleari


CC La nullit della deliberazione non pu essere dichiarata, se la stes-
sa viene sostituita con altra presa in conformit della legge e del-
lo statuto. Restano salvi i diritti acquisiti dai terzi sulla base della
deliberazione sostituita.
Principi regolatori CC La declaratoria della nullit della deliberazione ha effetto nei con-
fronti di tutti i soci ed obbliga gli amministratori, il consiglio di sor-
veglianza e il consiglio di gestione a prendere i conseguenti prov-
vedimenti. Sono salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede in
base ad atti di esecuzione della deliberazione.

Capitolo 18 - Lassemblea dei soci 109

CC Mancata convocazio- Non ricorre nel caso dirregolarit del-


ne dellassemblea lavviso proveniente dallorgano di am-
ministrazione o di controllo della socie-
t ed idoneo ad avvertire tempestiva-
mente della convocazione e della data
dellassemblea chi ha il diritto di interve-
nire.
Il successivo assenso allo svolgimento
dellassemblea da parte di chi legitti-
mato allimpugnazione sana la nullit
(art. 2379bis c.c.).

CC Mancanza del verbale Non ricorre se il verbale contiene la data


Cause (art. 2379 c.c.) della deliberazione e il suo oggetto ed
sottoscritto dal presidente dellassem-
blea o del consiglio damministrazione o
del consiglio di sorveglianza e dal segre-
tario o dal notaio.
Linvalidit viene sanata dalla verbaliz-
zazione eseguita prima dellassemblea
successiva. Sono salvi i diritti dei terzi
che in buona fede ignoravano la delibe-
razione (art. 2379bis c.c.).

CC Impossibilit o illiceit delloggetto.


CC Modifiche delloggetto sociale con previsione di attivit illecite o im-
possibili. Tali deliberazioni sono impugnabili senza limiti di tempo.

CC Chiunque vi abbia interesse.


CC Linvalidit pu essere rilevata dufficio.
Legittimazione
(art. 2379 c.c.) CC Per impugnare la deliberazione di approvazione del bilancio su cui
il revisore non ha formulato rilievi: almeno il 5% del capitale socia-
le (art. 2434bis c.c.).

CC Limpugnazione deve essere proposta entro 3 anni dalla iscrizio-


ne o deposito nel Registro delle imprese, se la deliberazione vi
soggetta, o, se non vi soggetta, dalla trascrizione nel libro delle
adunanze dellassemblea (art. 2379 c.c.).
CC Le deliberazioni che comportano modifiche delloggetto sociale
prevedendo attivit illecite o impossibili sono impugnabili senza li-
miti di tempo (art. 2379 c.c.).
Limiti temporali
CC Le deliberazioni concernenti laumento di capitale, la riduzione vo-
lontaria del capitale o lemissione di obbligazioni devono essere
impugnate entro 180 giorni dalliscrizione della deliberazione nel
Registro delle imprese o, nel caso di mancata convocazione, en-
tro 90 giorni dallapprovazione del bilancio dellesercizio nel corso
del quale la deliberazione stata anche parzialmente eseguita (art.
2379ter c.c.).

110 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
non pu essere pronunciata linvalidit della deliberazione di au-
mento del capitale dopo che sia stata iscritta nel Registro delle im-
prese lattestazione che laumento stato anche parzialmente ese-
guito, e linvalidit della deliberazione di riduzione volontaria del
Limiti temporali capitale o della deliberazione di emissione delle obbligazioni dopo
che la deliberazione sia stata anche parzialmente eseguita (art.
2379ter c.c.).
CC Le deliberazioni di approvazione del bilancio non possono essere
impugnate dopo che avvenuta lapprovazione del bilancio
dellesercizio successivo (art. 2434bis c.c.).

In sintesi

Lassemblea lorgano deliberativo interno della societ e, pertanto, rappresenta la riunione dei
soci, dei quali manifesta la volont allesterno.
Si distinguono vari tipi di assemblee: in base alla composizione si distingue tra assemblea gene-
rale, alla quale intervengono tutti i soci, e assemblea speciale, ove intervengono solo alcune cate-
gorie di azionisti (es.: possessori di azioni privilegiate); in base alloggetto della deliberazione si
distingue fra assemblea ordinaria, convocata almeno una volta allanno e che delibera sulla gestio-
ne normale della societ, e assemblea straordinaria, che delibera su argomenti particolari: modi-
ficazioni dellatto costitutivo, nomina, sostituzione e poteri dei liquidatori (artt. 2364-2365 c.c.).
Ai fini della regolare costituzione dellassemblea ordinaria la legge richiede un determinato quo-
rum, ossia lintervento di soci che rappresentino determinate quote del capitale sociale. Alle as-
semblee possono intervenire solo coloro cui spetta il diritto di voto (art. 2370, modif. dal D.Lgs.
27/2010).
A norma dellarticolo 2372, come modif. dal D.Lgs. 27/2010, coloro ai quali spetta il diritto di voto
possono farsi rappresentare in assemblea salvo che, nelle societ che non fanno ricorso al mer-
cato del capitale di rischio e nelle societ cooperative, lo statuto non disponga diversamente.
Lart. 135undecies del D.Lgs. 58/1998, introdotto dal D.Lgs. 27/2010 e modificato dal D.Lgs.
91/2012, prevede che le societ con azioni quotate, salvo diversa disposizione statutaria, designa-
no per ciascuna assemblea un soggetto al quale i soci possono conferire una delega con istruzio-
ne di voto su tutte o alcune delle proposte allordine del giorno. La delega ha effetto per le sole pro-
poste in relazione alle quali siano conferite istruzioni di voto.
Se lassemblea regolarmente costituita, si procede alla discussione dellordine del giorno.
Dopo la discussione si passa alla votazione, che pu avvenire con qualunque sistema (alzata di
mano, appello nominale etc.).
annullabile, a norma dellart. 2377 c.c., la delibera apportata con il voto determinante di colui
che, per loggetto in discussione, in conflitto di interessi con la societ, qualora ne derivi un
danno (anche solo potenziale alla societ - art. 2373, come modif. dal D.Lgs. 27/2010).
Le maggioranze per lapprovazione delle deliberazioni sono determinate dalla legge (artt. 2368-
2369 c.c.).
I risultati della votazione sono proclamati dal presidente, ai sensi dellart. 2371 c.c.

Capitolo 18 - Lassemblea dei soci 111

note
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112 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 19 Lattivit amministrativa e di controllo

1 Generalit

Con la riforma del diritto societario, il legislatore ha apportato una profonda innovazione in tema
di amministrazione e controllo di societ, prevedendo tre diversi sistemi fra i quali i soci possono
scegliere: la previsione di regola contenuta nello statuto; la scelta tuttavia pu essere modificata
successivamente e tale variazione avr effetto dalla data dellassemblea convocata per lapprovazio-
ne del bilancio dellesercizio successivo.

CC Sistema cd. tradizionale: basato su un organo amministrativo


(consiglio di amministrazione o amministratore unico) controllato
da un collegio sindacale e da un revisore esterno (persona fisica
o societ di revisione). Si applica se lo statuto non stabilisce diver-
Modelli di amministrazione samente.
e controllo
CC Sistema dualistico: basato su un consiglio di gestione control-
lato da un consiglio di sorveglianza.
CC Sistema monistico: basato su un consiglio di amministrazione
che al suo interno provvede a nominare un comitato di controllo.

2 Il sistema tradizionale di amministrazione e controllo

il sistema di base, che si applica ogni qualvolta lo statuto non stabilisce diversamente, ed fon-
dato sulla tradizionale distinzione tra organo di gestione (gli amministratori) e organo di controllo.
Lart. 2380bis c.c. sancisce che la gestione di impresa spetta esclusivamente agli amministratori,
i quali compiono le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto sociale. Il numero degli ammi-
nistratori della societ deve essere indicato nellatto costitutivo e lorgano amministrativo pu essere
costituito da un amministratore unico o da pi amministratori, che costituiscono il consiglio di am-
ministrazione (C.d.A.). Possono essere nominati amministratori tanto i soci che persone estranee
alla societ: in ogni caso deve trattarsi necessariamente di persone fisiche.

CC Amministratori.
Organi CC Collegio sindacale.
CC Soggetto incaricato della revisione legale dei conti.

3 Gli amministratori

3.1 Generalit e nozione


Gli amministratori costituiscono lorgano cui affidata in via esclusiva la gestione dellimpresa so-
ciale nonch la rappresentanza generale per tutti gli atti compiuti in nome della societ.

Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 113

CC Gli amministratori possono anche essere non soci (art. 2380bis, co. 2, c.c.).
CC Non possono essere nominati e se nominati decadono: il fallito, linter-
detto, linabilitato, il condannato a pena che comporta linterdizione,
anche temporanea, dai pubblici uffici (art. 2382 c.c.).
CC Lo statuto pu richiedere particolari requisiti di onorabilit, professio-
nalit, indipendenza (art. 2387 c.c.).
CC Il numero normalmente indicato nello statuto, in mancanza la deter-
Requisiti e nomina minazione spetta allassemblea (art. 2380bis, co. 4, c.c.).
CC Gli amministratori vengono nominati dallassemblea (eccezion fatta per
i primi, nominati nellatto costitutivo) per un periodo massimo di 3 anni
e sono rieleggibili, salvo che lo statuto disponga diversamente (art.
2383 c.c.).
CC Entro 30 giorni dalla nomina, devono chiederne liscrizione nel Regi-
stro delle imprese, indicando i dati personali ed i poteri di rappresen-
tanza congiunta o disgiunta.

CC Gli amministratori possono essere revocati in qualsiasi momento, sal-


vo il risarcimento dei danni in mancanza di giusta causa (art. 2383, co.
3, c.c.).
CC La rinunzia ha effetto dalla comunicazione (scritta) al Presidente del
consiglio di amministrazione e del collegio sindacale, se rimane in ca-
rica la maggioranza degli amministratori, o dalla ricostituzione della
maggioranza (art. 2385 c.c.).
Revoca, cessazione CC La cessazione per scadenza del termine ha effetto dalla nomina dei
e sostituzione nuovi amministratori (art. 2385 c.c.).
CC La cessazione deve essere iscritta entro 30 giorni nel Registro delle
imprese a cura del collegio sindacale (art. 2385 c.c.).
CC Salvo diversa previsione dello statuto, se vengono a mancare alcuni
amministratori, gli altri provvedono alla sostituzione (sistema della co-
optazione) se rimane in carica la maggioranza nominata dallassem-
blea, altrimenti deve essere convocata lassemblea per la sostituzio-
ne (art. 2386 c.c.).

3.2 Funzioni

CC Hanno la gestione esclusiva dellimpresa sociale.


CC Compiono tutte le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto
sociale.
CC Deliberano sulla gestione sociale.
CC Convocano lassemblea e ne fissano lordine del giorno.
CC Redigono il bilancio annuale da presentare per lapprovazione allas-
Funzioni semblea (art. 2423 c.c.).
CC Danno esecuzione alla volont sociale espressa dallassemblea.
CC Curano la tenuta dei libri contabili (art. 2421 c.c.).
CC Vigilano sullandamento generale della gestione sociale.
CC Rappresentano la societ nei rapporti con i terzi e in giudizio.
CC Redigono una relazione sulla situazione della societ e sullandamento
della gestione, i cui criteri sono dettagliamente esposti nellart. 2428 c.c.

114 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Gli amministratori hanno diritto alla remunerazione (art. 2389 c.c.).
In considerazione della delicatezza dellincarico loro affidato, la legge impone agli amministratori il
divieto di concorrenza. Questi non possono, infatti, diventare soci con responsabilit illimitata in socie-
t concorrenti, n esercitare attivit concorrente per conto proprio o di terzi, n essere amministratori o
direttori generali in societ concorrenti, salvo autorizzazione dellassemblea. Allinosservanza di tale di-
vieto segue la responsabilit per i danni arrecati e pu seguire la revoca dallufficio (art. 2390 c.c.).
Lattivit concorrenziale, comunque, pu essere autorizzata dallassemblea.
Lamministratore, inoltre, deve dare notizia agli altri amministratori e al collegio sindacale di ogni
interesse che abbia, per conto proprio o di terzi, in una determinata operazione della societ, e deve
astenersi dal compiere loperazione, incaricando della stessa lorgano collegiale, il quale dovr ade-
guatamente motivare le ragioni e la convenienza per la societ delloperazione; qualora si tratti, inve-
ce, di amministratore unico, egli deve dare notizia del potenziale conflitto di interesse anche alla pri-
ma assemblea utile.
Le deliberazioni adottate con il voto determinante dellamministratore interessato, qualora possa-
no recare danno alla societ, possono essere impugnate dagli amministratori e dal collegio sindaca-
le, salvi i diritti acquistati dai terzi in buona fede.

3.3 Possibile articolazione dellorgano amministrativo


In caso di pluralit di amministratori, questi costituiscono il cd. consiglio di amministrazione
(C.d.A.).

CC Il presidente del consiglio nominato dallassemblea o, in man-


canza, dal consiglio medesimo (art. 2380bis, co. 5, c.c.).
CC Il consiglio agisce collegialmente e delibera a maggioranza asso-
luta dei presenti (art. 2388 c.c.).
CC Ogni funzione che la legge rimette agli amministratori deve es-
sere intesa come funzione del consiglio di amministrazione quale
organo collegiale.

Il comitato esecutivo (orga-


no collegiale, che prende le
proprie decisioni in riunioni ap-
CC Se lo statuto o lassemblea lo positamente convocate).
consentono, il C.d.A. pu de-
legare alcune delle proprie Gli amministratori delegati
funzioni creando degli ulterio- (organi individuali, svincolati
Principi regolatori dal metodo collegiale, ai quali
ri organi amministrativi
latto di nomina pu consenti-
re di agire congiuntamente o
disgiuntamente).

La redazione del bilancio.


Laumento del capitale sociale.
Il potere di convocare lassem-
blea in caso di perdite oltre il
CC Non possono essere delegate
terzo del capitale sociale.
le funzioni relative a
Lemissione di obbligazioni
convertibili.
La redazione del progetto di fu-
sione e scissione.

Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 115

3.4 Responsabilit degli amministratori

CC Gli amministratori sono responsabili solidalmente verso la societ se


non adempiono ai doveri loro imposti dalla legge o dallatto costituti-
vo con la diligenza richiesta dalla natura dellincarico e dalle loro spe-
cifiche competenze (art. 2392 c.c.).
CC La responsabilit solidale degli amministratori non sorge nel caso di
attribuzioni proprie del comitato esecutivo o di funzioni in concreto
attribuite ad uno o pi amministratori.
CC esonerato da responsabilit lamministratore qualora (esente da
colpa) faccia annotare nel libro delle deliberazioni il suo dissenso,
dandone comunicazione scritta al collegio sindacale.
Deliberazione: lazione deliberata
dallassemblea ordinaria ed inclusa ex
lege nellordine del giorno quando in
discussione il bilancio. La legge per la
tutela del risparmio (L. 262/2005) ha pre-
visto che lazione sociale di responsabi-
lit possa essere deliberata anche dal
collegio sindacale, a maggioranza dei
2/3 dei suoi membri (art. 2393, 3 co.
c.c.).
Revoca degli amministratori: conse-
CC Il procedimento per
gue di diritto alla deliberazione di respon-
lazione contrattuale di
sabilit soltanto se questa approvata
Responsabilit contrat- responsabilit (art. 2393
col voto favorevole di 1/5 del capitale so-
tuale verso la societ c.c.) prevede la
ciale e in tal caso la stessa assemblea
a provvedere alla loro sostituzione.
Rinunzia allazione di responsabilit:
subordinata ad una espressa delibe-
razione in tal senso dellassemblea ed
alla condizione che i voti contrari non rag-
giungano 1/5 (o la diversa percentuale
indicata dallo statuto, comunque non su-
periore ad 1/3) del capitale sociale o 1/20
nelle societ che fanno ricorso al merca-
to del capitale di rischio.

CC Lazione sociale pu essere esercitata anche da tanti soci che rap-


presentino almeno 1/5 (o la diversa percentuale indicata dallo statu-
to, comunque non superiore ad 1/3) del capitale sociale, oppure 1/40
nelle societ che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio
(questultima soglia di rilevanza cos stata ridotta dalla L. 262/2005)
o la minore percentuale indicata dallo statuto, i quali nominano, per
lazione stessa e il compimento degli atti conseguenti, un rappresen-
tante comune (art. 2393bis c.c.).
CC Lazione sociale, in caso di procedure concorsuali, viene esercitata
dal curatore fallimentare, dal commissario liquidatore o dal commis-
sario straordinario (art. 2394bis c.c.).

116 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Sussiste per la inosservanza degli obblighi inerenti alla conservazio-
ne dellintegrit del patrimonio sociale.
CC Presupposto necessario per lesercizio dellazione linsufficienza
del patrimonio sociale (allatto dellescussione) al soddisfacimento
Responsabilit contrat-
dei creditori sociali.
tuale verso i creditori so-
ciali
I creditori sociali.
CC Legittimati allazione di
responsabilit sono Il curatore fallimentare, il commissario li-
quidatore o il commissario straordinario.

CC Questa responsabilit sussiste, con le conseguenti azioni, quando


Responsabilit extracon-
singoli soci o terzi, indipendentemente dalla qualit di creditori socia-
trattuale verso singoli
li, siano stati direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi com-
soci e terzi
messi dagli amministratori (art. 2395 c.c.).

Osservazioni

Viene identificato quale amministratore di fatto colui che, pur privo di una formale investitura
dellatto costitutivo o dellassemblea, si inserisce nella gestione sociale come se fosse un ammini-
stratore.
Il problema pi rilevante connesso a tale figura quello di accertare quali siano le responsabilit
di un amministratore di fatto e se, in pratica, possano applicarsi ad esso le norme dettate in mate-
ria per gli amministratori.
In dottrina le opinioni sono discordi: alcuni sostengono la possibilit di estensione della disciplina
della responsabilit degli amministratori, sul rilievo che la maggior parte di tale disciplina attiene al
corretto esercizio dellattivit di gestione in quanto tale, quale che sia la veste formale del sogget-
to che la compie; altri, invece, riconducono lamministratore di fatto al direttore generale.

4 Il collegio sindacale

Nellambito del sistema tradizionale, la funzione di controllo interno nella s.p.a. affidata al colle-
gio sindacale, che svolge prevalentemente funzioni di vigilanza della gestione sociale al fine di assi-
curare il rispetto della legge e dellatto costitutivo.

Requisiti e nomina:
Il collegio sindacale composto da 3 o 5 membri, soci o non soci, oltre a 2 supplenti (art. 2397,
co. 1, c.c.).
Almeno un sindaco effettivo ed un supplente devono essere scelti tra i revisori legali iscritti nellap-
posito registro (art. 2397, modif. dal D.Lgs. 39/2010).
Non possono essere nominati e se nominati decadono: il fallito, linterdetto, linabilitato, il condan-
nato a pena che comporta linterdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici.
I sindaci devono, inoltre, possedere una posizione di indipendenza rispetto agli amministratori e
rispetto alla societ.
Lo statuto pu prevedere ulteriori cause di ineleggibilit, incompatibilit e decadenza (art. 2399
c.c.).
Anche i sindaci, come gli amministratori, vengono nominati dallassemblea (eccezion fatta per i
primi, nominati nellatto costitutivo) e restano in carica per tre esercizi.
Prima dellaccettazione dellincarico, i sindaci devono informare lassemblea di eventuali incarichi
di amministrazione e di controllo ricoperti in altre societ (art. 2400, 4 comma c.c., aggiunto ex
L. 262/2005).

Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 117

Entro 30 giorni gli amministratori devono chiedere liscrizione nel Registro delle imprese della no-
mina dei sindaci, di cui devono essere indicati i dati personali, nonch della cessazione degli stes-
si dalla carica (art. 2400 c.c.).

La disciplina dellorgano di controllo nelle s.p.a. stata protagonista di una tormentata riforma ne-
gli ultimi mesi. Il D.L. 5/2012 (Decreto semplificazioni) conv. in L. 35/2012 ha abrogato il 3 comma
dellart. 2397 c.c. che era stato introdotto dalla L. 183/2011 (Legge di stabilit per il 2012) il quale con-
sentiva la previsione del sindaco unico negli statuti di s.p.a. aventi ricavi o patrimonio netto inferiori ad
un milione di euro. Con il decreto semplificazioni, invece, stato reintrodotto lobbligo del collegio sin-
dacale pluripersonale in tutte le s.p.a., a prescindere da qualsiasi soglia dimensionale, ed al quale,
in assenza dellobbligo di redazione del bilancio consolidato, lo statuto pu affidare anche la revisio-
ne legale. In tal caso il collegio sindacale costituito da revisori legali iscritti nellapposito registro.

CC Vigila sullosservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei


principi di corretta amministrazione e sulladeguatezza dellasset-
Il collegio sindacale ha fun- to organizzativo, amministrativo e contabile della societ.
zioni eminentemente di con-
trollo, in particolare CC Controlla lattivit dellassemblea, assistendo alle adunanze (art.
2405 c.c.) ed avendo la facolt di impugnare le deliberazioni pre-
se in difformit della legge o dellatto costitutivo (art. 2377 c.c.).

Tornando alla revisione legale dei conti, il collegio sindacale, a differenza degli altri organi di
controllo previsti nei sistemi alternativi, pu essere chiamato a svolgere tale funzione. Ci pu avve-
nire, come gi detto, per disposizione statutaria, nelle societ che non sono tenute alla redazione
del bilancio consolidato (art. 2409bis, comma, 2 c.c.) e che non sono enti di interesse pubblico,
n controllate da enti di interesse pubblico, controllanti enti di interesse pubblico o soggette a comu-
ne controllo con enti di interesse pubblico, come definiti dal decreto di riforma della revisione legale
dei conti (art. 16 del D.Lgs. 39/2010).

CC Convocare lassemblea, se tale convocazione obbligatoria, quan-


do non vi abbiano provveduto gli amministratori (art. 2406 c.c.).
I sindaci hanno anche fun-
CC Convocare lassemblea, in caso di inerzia degli amministratori,
zioni di amministrazione at-
nellipotesi di riduzione del capitale sociale per perdite (art. 2446 c.c.).
tiva con carattere suppleti-
vo, dovendo CC Compiere gli atti di ordinaria amministrazione, in caso di cessazio-
ne dalla carica di tutti gli amministratori e fino alla nomina dei nuo-
vi (art. 2386 c.c.).

CC Morte.
CC Scadenza del termine.
CC Dimissioni.

Al sopraggiungere di cause di ineleggi-


bilit e decadenza previste dalla legge
o dallo statuto.

Cessazione Assenza ingiustificata a 2 riunioni del


collegio sindacale nello stesso eserci-
zio sociale (art. 2404, co. 2, c.c.).
CC Decadenza
Immotivata assenza ad unassemblea
sociale o a due riunioni consecutive del
consiglio di amministrazione o del co-
mitato esecutivo (art. 2405, co. 2, c.c.).
Cancellazione o sospensione dal regi-
stro dei revisori legali (2399, co. 2, c.c.).

118 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Revoca: ammessa solo per giusta causa, deve essere approvata
Cessazione
con decreto dal Tribunale, sentito linteressato (art. 2400 c.c.).

Quando nellespletamento del proprio incarico, o nel corso delle indagini promosse a seguito del-
la denunzia sporta dai soci ai sensi dellart. 2408 c.c., rileva fatti censurabili di rilevante gravit su cui
vi sia urgenza di provvedere, il collegio sindacale pu convocare lassemblea, previa comunicazione
al presidente del consiglio di amministrazione.
Il collegio sindacale e i soggetti incaricati della revisione legale dei conti si scambiano tempesti-
vamente le informazioni rilevanti per lespletamento dei rispettivi compiti (art. 2409septies c.c.).

CC Nelladempimento dei loro doveri i sindaci devono usare la profes-


sionalit e la diligenza richiesta dalla natura dellincarico.
CC Sono responsabili, anche penalmente, della verit delle loro atte-
stazioni (artt. 2407 co. 1, 2621 e 2622 c.c.); della omessa convo-
cazione dellassemblea dei soci nei casi previsti dalla legge; della
commissione o della omissione di atti, in violazione degli obblighi
del proprio ufficio in cambio di utilit (art. 2635 c.c.); delle attivit
volte ad ostacolare lesercizio delle funzioni delle autorit pubbli-
che di vigilanza (art. 2638 c.c.).
CC I sindaci, inoltre, sono solidalmente responsabili con gli ammi-
Responsabilit dei sindaci
nistratori per i fatti e le omissioni da questi ultimi compiuti, quando
il danno non si sarebbe prodotto se essi avessero vigilato in con-
formit degli obblighi della loro carica (art. 2407, co. 2, c.c.).
CC Nei casi in cui risulti menomata lintegrit del patrimonio sociale,
la responsabilit sussiste anche nei confronti dei creditori sociali:
essa, per, non si estende al sindaco dissenziente ed immune da
colpa, qualora il dissenso risulti ritualmente verbalizzato.
CC Le azioni di responsabilit previste per i sindaci sono le stesse di
quelle previste per gli amministratori (per il richiamo formulato
dallart. 2407, u.c., c.c.).

5 La revisione legale dei conti


Lattivit di revisione legale dei conti concerne essenzialmente la verifica, nel corso dellesercizio,
della regolare tenuta della contabilit sociale e della corretta rilevazione dei fatti di gestione nelle scrit-
ture contabili, attivit che si traduce in una relazione con la quale viene espresso un giudizio sul bi-
lancio e sulla sua idoneit a rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e il
risultato economico dellesercizio.
Le norme sulla revisione contabile contenute nel codice civile e nel D.Lgs. 58/1998 (TUF) sono sta-
te traslate nel D.Lgs. 27-1-2010, n. 39 (di recepimento della direttiva 2006/43/CE) che ha introdotto rile-
vanti modifiche di carattere formale e sostanziale. Le nuove disposizioni incidono su tutte le tipologie so-
cietarie e viene meno la classica distinzione tra societ quotate, la cui disciplina della revisione era con-
tenuta nel TUF e societ non quotate, la cui disciplina della revisione era contenuta nel codice civile.
Innanzitutto, il termine controllo contabile stato sostituito da quello di revisione legale dei
conti e sono stati sostituiti gli articoli 2409bis e 2477 c.c. relativi alla revisione legale dei conti nelle
s.p.a. e s.r.l.
Al D.Lgs. 39/2010 hanno fatto seguito, di recente, i tre Regolamenti di attuazione (D.M. 144/2012;
D.M. 145/2012; D.M. 146/2012) che disciplinano, rispettivamente, le modalit di iscrizione e cancel-
lazione dal Registro dei revisori, i requisiti per liscrizione e il tirocinio.
Nelle societ per azioni e in accomandita per azioni viene affermato il principio generale se-
condo cui la revisione legale affidata ordinariamente ad un soggetto esterno (persona fisica o so-
ciet) purch iscritto allapposito registro.

Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 119

Tuttavia, se espressamente previsto dallatto costitutivo, la revisione legale pu essere affidata al


collegio sindacale (in alternativa a revisori esterni), ma in tal caso tutti i sindaci devono essere iscritti
al registro e, comunque, questa soluzione non praticabile se la societ tenuta a redigere il bi-
lancio consolidato. scomparsa ogni distinzione tra revisore persona fisica e societ di revisione e,
salvo un periodo transitorio, scomparir lalbo speciale delle societ di revisione tenuto dalla Consob.
Nel caso di societ che adottano il sistema monistico o dualistico, la revisione deve essere
sempre effettuata da un soggetto esterno (revisore legale dei conti o societ di revisione legale iscrit-
ti nellapposito registro).
Nelle societ quotate nei mercati regolamentati, la revisione legale affidata obbligatoriamen-
te a un revisore legale o ad una societ di revisione.
La tipologia societaria maggiormente interessata dalla riforma della revisione legale la societ
a responsabilit limitata (v. Cap. 22, par. 11.2).

CC Il D.Lgs. 39/2010 ha previsto che lassemblea, su proposta motiva-


ta dellorgano di controllo, conferisce lincarico di revisione legale
dei conti e determina il corrispettivo spettante al revisore legale o alla
societ di revisione legale per tutta la durata dellincarico.
CC Lincarico ha la durata di tre esercizi, con scadenza alla data dellas-
semblea convocata per lapprovazione del bilancio relativo al terzo
esercizio.
CC Lassemblea pu revocare dallincarico il revisore, previo parere (non
vincolante) dellorgano di controllo.
Requisiti, nomina e ces- CC I revisori legali e le societ di revisione legale sono responsabili in
sazione del soggetto in- solido tra loro e con gli amministratori nei confronti della societ che
caricato della revisione ha conferito lincarico di revisione legale, dei suoi soci e dei terzi per
legale dei conti i danni derivanti dallinadempimento ai loro doveri. Nei rapporti inter-
ni tra i debitori solidali, per, la responsabilit in capo al revisore le-
gale o alla societ di revisione legale viene limitata al proprio contri-
buto effettivo al danno cagionato.
CC Il Ministro delleconomia e delle finanze e la Consob si dividono i com-
piti di vigilanza sullattivit di revisione legale dei conti. Al primo
spetta il controllo di qualit sui revisori che non svolgano incarichi su
enti di interesse pubblico; alla seconda spetta il monitoraggio sullin-
dipendenza ed idoneit dei revisori e societ con incarichi in enti di
interesse pubblico.

CC Verifica la regolarit della contabilit sociale e la corretta rilevazione


dei fatti di gestione nelle scritture contabili.
Funzioni CC Verifica la conformit del bilancio di esercizio e, ove redatto, del bi-
lancio consolidato alle risultanze delle scritture contabili e degli ac-
certamenti eseguiti e alle norme che li disciplinano.

120 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Un giudizio senza rilievi, se il bilan-
CC Esprime con apposita relazio- cio di esercizio e il bilancio consoli-
ne (che illustra i motivi della dato sono conformi alle norme che
decisione) un giudizio profes- ne dispongono i criteri di redazione.
sionale sul bilancio di eserci- Un giudizio con rilievi, se il bilan-
zio e sul bilancio consolidato, cio di esercizio e il bilancio conso-
ove redatto. Tra le novit in- lidato non sono stati redatti con
trodotte in materia dal D.Lgs. chiarezza e non rappresentano in
39/2010 vi lequiparazione modo veritiero e corretto la situa-
Funzioni
della relazione del revisore tra zione patrimoniale, finanziaria e il
societ quotate e non quota- risultato economico della societ.
te e lobbligo, per il soggetto
incaricato della revisione lega- Un giudizio negativo sul bilancio di
le, di conservare per 10 anni i esercizio o sul bilancio consolidato,
documenti di lavoro relativi nel caso di gravi violazioni di norme
agli incarichi svolti. Il giudizio relative alla redazione dei bilanci.
pu essere Una dichiarazione di impossibi-
lit ad esprimere un giudizio.

CC Pu chiedere agli amministratori documenti e notizie utili al controllo


e pu procedere ad ispezioni.

6 Il sistema dualistico

Nel cd. sistema dualistico di amministrazione e controllo, vi sono 2 organi sociali nuovi e peculiari:
il consiglio di gestione, a cui spetta in via esclusiva la gestione dellimpresa;
il consiglio di sorveglianza, al quale spettano sia le funzioni di vigilanza e le responsabilit tipi-
che del collegio sindacale sia larga parte delle funzioni dellassemblea ordinaria.

La funzione di revisione legale affidata esclusivamente ad un revisore persona fisica o so-


ciet di revisione iscritti nellapposito registro.

CC un organo collegiale formato da almeno 2 soggetti, anche non soci.


CC I suoi componenti vengono eletti dal consiglio di sorveglianza, per un
periodo non superiore a 3 esercizi, sono rieleggibili e revocabili in ogni
momento, salvo il risarcimento del danno se non vi giusta causa.
CC Ad esso spetta la gestione esclusiva dellimpresa ed il compimento
di tutte le operazioni necessarie per lattuazione delloggetto sociale.
CC Pu delegare le proprie attribuzioni ad uno o pi dei suoi componen-
ti: con le regole ed i limiti previsti per gli organi delegati del C.d.A. (art.
2409novies c.c.).
Consiglio di gestione
CC Ad esso si applicano le norme dettate per gli amministratori in tema
di requisiti di onorabilit, professionalit ed indipendenza, cause di
ineleggibilit e decadenza, pubblicit della nomina, cessazione, po-
teri di rappresentanza, deliberazioni del consiglio, conflitto di interes-
si, divieto di concorrenza, responsabilit verso la societ, verso i cre-
ditori sociali, i soci e i terzi.
CC Lazione sociale di responsabilit pu essere esercitata anche dal
consiglio di sorveglianza, il quale pu anche rinunziare alla stessa e
transigere con le maggioranze di cui allart. 2409decies c.c.

Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 121

CC costituito da almeno 3 componenti, anche non soci, di cui almeno


uno deve essere scelto tra i revisori legali iscritti nellapposito regi-
stro.
CC nominato dallassemblea ordinaria, che dovr rispettare i criteri di
ineleggibilit e decadenza nonch i requisiti di indipendenza previsti
per i sindaci, oltre i requisiti di onorabilit, professionalit e indipen-
denza eventualmente richiesti dallo statuto.
CC I componenti devono adempiere i loro doveri con la diligenza richie-
Consiglio di sorveglianza sta dalla natura dellincarico. Sono responsabili solidalmente con i
componenti del consiglio di gestione per i fatti o le omissioni di que-
sti quando il danno non si sarebbe prodotto se avessero vigilato in
conformit degli obblighi della loro carica.
CC Si applicano le norme dettate per il collegio sindacale in tema di pub-
blicit della nomina e della cessazione, retribuzione e poteri, riunioni
e deliberazioni del consiglio, obbligo di intervento alle assemblee e
alle adunanze del consiglio di gestione, attivit di amministrazione
suppletiva, scambio di informazioni.

CC Vigilanza sullosservanza della legge e dello statuto, sul rispetto dei


principi di corretta amministrazione della societ, sulladeguatezza
dellassetto organizzativo, amministrativo e contabile della societ.
CC Relazione (almeno) annuale sullattivit di vigilanza svolta.
CC Nomina, revoca e retribuzione dei componenti del consiglio di gestio-
ne.
Funzioni CC Approvazione del bilancio.
CC Promozione dellazione sociale di responsabilit.
CC Azione di responsabilit nei confronti dei componenti il consiglio di
gestione.
CC Deliberazione, se previsto dallo statuto, in ordine ai piani strategici,
industriali e finanziari della societ predisposti dal consiglio di ge-
stione.

7 Il sistema monistico

Trattasi di un modello di amministrazione e controllo semplificato e pi flessibile rispetto a quelli


alternativi, nel quale si privilegia la circolazione delle informazioni tra lorgano amministrativo e lorga-
no deputato al controllo, con risparmi di tempo e costi ed elevati livelli di trasparenza.

Differenze

Il modello molto simile a quello tradizionale, dal quale si differenzia in quanto:


lamministrazione deve essere necessariamente affidata al consiglio di amministrazione (si
esclude la possibilit dellamministratore unico), a cui si applica la disciplina dettata in tema di
modello tradizionale di amministrazione e controllo nei limiti della compatibilit;
almeno 1/3 dei componenti del consiglio di amministrazione deve essere in possesso dei re-
quisiti di indipendenza stabiliti per i sindaci e, se lo statuto lo prevede, di quelli al riguardo pre-
visti da codici di comportamento redatti da associazioni di categoria o da societ di gestione
di mercati regolamentati;

122 Parte Seconda - Il diritto delle societ


il collegio sindacale viene sostituito dal comitato per il controllo sulla gestione, che viene
nominato dal consiglio di amministrazione al suo interno;
la revisione legale dei conti, anche nel sistema monistico, affidata necessariamente ad un
revisore o ad una societ di revisione esterni, non essendo mai possibile lattribuzione di tale
funzione al comitato per il controllo sulla gestione.

CC composto da amministratori che non svolgono funzioni gestio-


nali e che sono in possesso dei requisiti di onorabilit e professio-
nalit stabiliti dallo statuto e dei requisiti di indipendenza stabiliti
Comitato per il controllo per i sindaci. Almeno un componente deve essere scelto tra i revi-
sulla gestione sori legali iscritti nellapposito registro.
CC I membri del comitato vengono nominati dallo stesso consiglio di
amministrazione, salvo diversa disposizione dello statuto.

CC Vigilanza sulladeguatezza della struttura organizzativa della so-


ciet, del sistema di controllo interno e del sistema amministrativo
e contabile, nonch sulla sua idoneit a rappresentare corretta-
Funzioni mente i fatti di gestione.
CC Svolgimento degli ulteriori compiti affidati dal consiglio di ammini-
strazione (con particolare riguardo ai rapporti con i soggetti incari-
cati della revisione legale dei conti).

8 Lintervento dellautorit giudiziaria

La legge prevede alcuni casi di intervento dellAutorit Giudiziaria nellattivit sociale in funzione
di controllo o suppletiva rispetto allinerzia degli organi sociali deputati (ulteriori forme di intervento
sono previste con riguardo alle fasi di scioglimento e liquidazione della societ). Tali interventi sono
attribuiti alla competenza del Tribunale.
Al di l di questi interventi, il Tribunale viene poi investito, con funzione tipicamente giurisdiziona-
le, delle eventuali opposizioni alle deliberazioni sociali.

CC Lapprovazione della deliberazione di revoca dei sindaci e dei mem-


bri del consiglio di sorveglianza per giusta causa (art. 2400 c.c.).
CC La convocazione dellassemblea e la designazione della persona
che deve presiederla, allorquando amministratori e sindaci non vi
abbiano provveduto bench ne abbiano fatto domanda tanti soci
che rappresentino almeno 1/20 del capitale sociale nelle societ
che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio e 1/10 del ca-
pitale sociale nelle altre (o la minore percentuale prevista dallo sta-
tuto) del capitale sociale (art. 2367 c.c., modif. dal D.Lgs. 27/2010).
Al Tribunale spetta
CC Disporre la riduzione del capitale sociale per perdite, nellipotesi di
cui allart. 2446 c.c., nonch nellipotesi di annullamento di azioni
acquistate da parte della stessa societ o della controllante al di
fuori dei limiti previsti dalla legge (artt. 2357, 2359ter e 2359qua-
ter c.c.): in questi casi al Tribunale fanno ricorso amministratori e
sindaci, di fronte allinerzia dellassemblea.
CC Il controllo giudiziario di cui allart. 2409 c.c.
CC La nomina del rappresentante comune degli obbligazionisti, se non vi
provvede la loro assemblea a norma dellart. 2415 c.c. (art. 2417 c.c.).

Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 123

CC Ordinare, verificata la sussistenza delle condizioni richieste dalla


legge e sentito il PM, liscrizione nel Registro delle imprese della
deliberazione di modifica dello statuto sociale: in tal caso al Tribu-
nale fanno ricorso gli amministratori, avvisati dal notaio, che, rite-
nendo insussistenti le predette condizioni, non voglia provvedervi
Al Tribunale spetta personalmente.
CC La designazione degli esperti che, tramite relazione giurata, devo-
no provvedere alla stima dei conferimenti di beni in natura e di cre-
diti (art. 2343 c.c.) e alla determinazione del valore delle azioni,
ove relativamente ad esso sorgano contestazioni, nellipotesi di re-
cesso del socio (art. 2437ter c.c.).

8.1 Il controllo giudiziario di cui allart. 2409 c.c.


I soci che rappresentano almeno 1/10 del capitale sociale, o 1/20 nelle societ che fanno ricorso
al mercato del capitale di rischio (o le minori percentuali previste dallo statuto), se vi fondato so-
spetto che gli amministratori abbiano violato i loro doveri e compiuto gravi irregolarit nella gestio-
ne possono denunziare i fatti al Tribunale. La denunzia va fatta con ricorso notificato anche alla
societ.
Il Tribunale, sentiti in camera di consiglio gli amministratori e i sindaci (con provvedimento recla-
mabile), pu ordinare lispezione dellamministrazione della societ.
Se lassemblea sostituisce gli amministratori e i sindaci con soggetti di adeguata professionalit,
che si attivano per accertare se le violazioni sussistono ed eventualmente per eliminarle, riferen-
do al Tribunale sugli accertamenti e le attivit compiute, il Tribunale non ordina lispezione, so-
spendendo il procedimento.
Se le violazioni denunziate sussistono ovvero se gli accertamenti e le attivit di cui sopra non por-
tano alla loro eliminazione, il Tribunale pu disporre gli opportuni provvedimenti provvisori e con-
vocare lassemblea per le conseguenti deliberazioni.
Nei casi pi gravi pu revocare gli amministratori ed eventualmente anche i sindaci e nominare
un amministratore giudiziario, determinandone i poteri e la durata.
Lispezione e i provvedimenti di cui allart. 2409 c.c. possono essere richiesti anche dal collegio
sindacale, dal consiglio di sorveglianza, dal comitato per il controllo della gestione e, nelle socie-
t che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, dal pubblico ministero.

In sintesi

Lamministrazione delle s.p.a. pu essere organizzata secondo tre diversi modelli, in cui sono in-
dividuabili un organo amministrativo vero e proprio ed un organo di controllo.
Il sistema tradizionale i cui organi sono lamministratore unico o il consiglio di amministrazione, il
collegio sindacale ed un revisore legale o societ di revisione legale esterni.
Il sistema dualistico caratterizzato dal consiglio di gestione e dal consiglio di sorveglianza.
Infine, il sistema monistico di cui fanno parte il consiglio di amministrazione ed il comitato di con-
trollo.
Gli amministratori costituiscono lorgano cui affidata la gestione della societ.
Tra le funzioni degli amministratori rientra:
deliberare sulla gestione sociale;
convocare lassemblea e fissarne lordine del giorno;
redigere il bilancio annuale da presentare per lapprovazione allassemblea;
curare la tenuta dei libri contabili;
vigilare sullandamento generale della gestione sociale;
rappresentare la societ nei rapporti con i terzi e in giudizio;
svolgere una relazione sullattivit della societ.

124 Parte Seconda - Il diritto delle societ


La funzione di controllo nella s.p.a. del sistema tradizionale affidata al collegio sindacale: or-
gano necessariamente collegiale, composto da tre o cinque membri effettivi e due supplenti, no-
minati tra i soci o tra persone estranee. A norma dellarticolo 2397, co. 2, c.c., come modif. dal
D.Lgs. 39/2010, almeno un membro effettivo ed uno supplente devono essere scelti tra i revisori
legali iscritti nellapposito registro.
Nel sistema dualistico lorgano deputato al controllo sulla gestione il consiglio di sorveglian-
za (artt. 2409duodecies-2409quinquiesdecies c.c. come modif. dal D.Lgs. 39/2010).
Nel sistema monistico, infine, le funzioni di controllo sono svolte da un comitato per il control-
lo sulla gestione, nominato allinterno dello stesso consiglio di amministrazione (art. 2409octie-
sdecies c.c., come modif. dal D.Lgs. 39/2010).

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Capitolo 19 - Lattivit amministrativa e di controllo 125

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126 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 20 I patrimoni destinati
ad uno specifico affare

1 Generalit

La riforma del diritto societario ha previsto un istituto del tutto nuovo nellambito della disciplina
delle societ per azioni: la destinazione di patrimoni ad uno specifico affare.

CC Costituire uno o pi patrimoni ciascuno dei quali destinato in via


esclusiva ad uno specifico affare.
La societ pu CC Convenire che, nel contratto relativo al finanziamento di uno spe-
cifico affare, al rimborso totale o parziale del finanziamento mede-
simo siano destinati i proventi dellaffare stesso, o parte di essi.

2 I patrimoni destinati ad uno specifico affare

La s.p.a. pu costituire uno o pi patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad uno
specifico affare, attraverso lindividuazione di beni, o comunque di una parte del patrimonio societa-
rio che, per effetto della destinazione, cessa di costituire oggetto della garanzia generica dei credito-
ri sociali, per divenire oggetto della garanzia dei soli creditori delle obbligazioni poste in essere per in-
traprendere e realizzare laffare.

CC Non possono essere costituiti per un valore complessivamente supe-


riore al 10% del patrimonio netto, salvo disposizioni speciali.

Laffare al quale destinato il patrimonio


nonch i beni e i rapporti giuridici compre-
si in tale patrimonio.
Il piano economico-finanziario da cui ri-
sulti la congruit del patrimonio, le moda-
lit e le regole relative al suo impiego, il
risultato che si intende perseguire e le
eventuali garanzie offerte ai terzi.
Disciplina Gli eventuali apporti di terzi, le modalit
CC La deliberazione che di controllo sulla gestione e di partecipa-
destina un patrimonio zione ai risultati dellaffare.
ad uno specifico affare
deve indicare La possibilit di emettere strumenti finan-
ziari di partecipazione allaffare.
La nomina di un revisore legale o di una
societ di revisione legale per la revisio-
ne dei conti dellaffare, quando la societ
non gi assoggettata alla revisione le-
gale (art. 2447ter c.c., modif. dal D.Lgs.
39/2010).
Le regole di rendicontazione dello speci-
fico affare.

Capitolo 20 - I patrimoni destinati ad uno specifico affare 127

CC Tale deliberazione adottata dallorgano amministrativo a maggio-


ranza assoluta dei suoi componenti, salvo diversa indicazione dello
statuto sociale; essa, inoltre, deve essere depositata e iscritta pres-
so il Registro delle imprese a norma dellart. 2436 c.c.
CC Nel termine di 60 giorni dalliscrizione della deliberazione nel Regi-
stro delle imprese i creditori sociali anteriori alliscrizione possono fare
opposizione. Il Tribunale, nonostante lopposizione, pu disporre che
la deliberazione sia eseguita previa prestazione da parte della socie-
t di idonea garanzia.
CC Una volta decorso il termine, o dopo liscrizione nel Registro delle im-
prese del provvedimento del Tribunale ivi previsto, i creditori della so-
ciet che si dotata dal patrimonio separato non possono pi far va-
lere alcun diritto sul patrimonio destinato allo specifico affare n, sal-
Disciplina
vo che per la parte spettante alla societ, sui frutti o proventi da esso
derivanti.
CC Resta salva la responsabilit illimitata della societ per le obbligazio-
ni derivanti da fatto illecito. fatto obbligo che ogni atto compiuto in
relazione allo specifico affare debba avere indicato espressamente
la menzione del vincolo di destinazione. Se ci non avviene, diviene
direttamente responsabile la societ, che ne risponde con il suo pa-
trimonio residuo.
CC Quando si realizza o quando divenuto impossibile laffare cui sta-
to destinato il patrimonio, ai sensi dellart. 2447novies c.c., gli ammi-
nistratori redigono un rendiconto finale che, accompagnato da una
relazione dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione legale
dei conti, deve essere depositato nel Registro delle imprese.

Osservazioni

Per quanto riguarda la disciplina del bilancio, lart. 2447septies c.c. prevede che i beni ed i rappor-
ti compresi nei patrimoni destinati siano distintamente indicati nello stato patrimoniale della socie-
t. Inoltre, gli amministratori hanno lobbligo di redigere per ciascun patrimonio destinato un sepa-
rato rendiconto. Tale documento va allegato al bilancio.
fatto obbligo agli amministratori di illustrare nella nota integrativa del bilancio della societ il va-
lore e la tipologia dei beni e dei rapporti giuridici compresi in ciascun patrimonio destinato, ivi in-
clusi quelli apportati da terzi, i criteri adottati per la imputazione degli elementi comuni di costo e
di ricavo, nonch il corrispondente regime di responsabilit.
Se la deliberazione costitutiva del patrimonio destinato ha previsto una responsabilit illimitata della so-
ciet per le obbligazioni contratte in relazione allo specifico affare, limpegno da ci derivante deve ri-
sultare in calce allo stato patrimoniale e formare oggetto di valutazione secondo criteri da illustrare nel-
la nota integrativa, al fine di informare pienamente i soci sulloperazione e sui rischi ad essa connessi.

3 I finanziamenti destinati ad uno specifico affare

Lart. 2447decies c.c. descrive laltra nuova forma di finanziamento: il finanziamento destinato
ad uno specifico affare, il cui contratto costitutivo preveda che al rimborso totale o parziale del finan-
ziamento vadano destinati, in via esclusiva, tutti o parte dei proventi derivanti dallaffare stesso.

CC Una descrizione delloperazione che consenta di individuarne lo


Contenuto del contratto specifico oggetto; le modalit ed i tempi di realizzazione; i costi
previsti ed i ricavi attesi.

128 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Il piano finanziario delloperazione, indicando la parte coperta dal
finanziamento e quella a carico della societ.
CC I beni strumentali necessari alla realizzazione delloperazione.
CC Le specifiche garanzie che la societ offre in ordine allobbligo di
esecuzione del contratto e di corretta e tempestiva realizzazione
delloperazione.
CC I controlli che il finanziatore, o soggetto da lui delegato, pu effet-
Contenuto del contratto
tuare sullesecuzione delloperazione.
CC La parte dei proventi destinati al rimborso del finanziamento e le
modalit per determinarli.
CC Le eventuali garanzie che la societ presta per il rimborso di par-
te del finanziamento.
CC Il tempo massimo di rimborso, decorso il quale nulla pi dovuto
al finanziatore.

I proventi delloperazione costituiscono patrimonio separato da quello della societ e da quello re-
lativo ad ogni altra operazione di finanziamento effettuata dallimpresa (che, quindi, pu averne in es-
sere pi di uno) a condizione che:
copia del contratto sia depositata per liscrizione presso lUfficio del Registro delle imprese;
la societ adotti sistemi di incasso e di contabilizzazione idonei ad individuare in ogni momento i
proventi dellaffare ed a tenerli separati dal restante patrimonio della societ.

In sintesi

Le s.p.a. possono costituire uno o pi patrimoni ciascuno dei quali destinato in via esclusiva ad
uno specifico affare, attraverso lindividuazione di beni, o comunque di una parte del patrimonio
societario che, per effetto della destinazione, cessa di costituire oggetto della garanzia generica
dei creditori sociali, per divenire oggetto della garanzia dei soli creditori delle obbligazioni poste in
essere per intraprendere e realizzare laffare.
Attraverso la creazione del patrimonio destinato, la societ resta unica, ma si ha una limitazione
delle responsabilit per le obbligazioni derivanti dallo svolgimento dello specifico affare cui dedi-
cata la parte separata di patrimonio.
Quanto alla disciplina dei patrimoni destinati:
delle obbligazioni contratte per realizzare lo specifico affare risponde solo il patrimonio ad esso
destinato;
il patrimonio destinato ed i proventi di esso non rispondono delle obbligazioni della societ;
i patrimoni dedicati non possono essere costituiti per un valore complessivamente superiore
al 10% del patrimonio netto della societ;
ai fini della limitazione della responsabilit, gli atti compiuti in relazione allo specifico affare de-
vono fare espresso riferimento al vincolo di destinazione, a pena della responsabilit illimitata
della societ per le obbligazioni che ne conseguono;
quando si realizza o divenuto impossibile laffare cui stato destinato il patrimonio, nonch
in caso di fallimento della societ, gli amministratori devono redigere un rendiconto finale, de-
positato nel Registro delle imprese.
Lart. 2447decies c.c. disciplina laltra forma particolare che pu assumere la separazione patrimo-
niale, e si riferisce allipotesi in cui i proventi derivanti dallo svolgimento di un affare per la cui rea-
lizzazione sia stato impiegato un finanziamento esterno siano in tutto od in parte destinati al rim-
borso del finanziamento stesso. Il finanziamento avviene sulla base di un contratto tra la societ
e i soggetti finanziatori esterni, nel quale deve essere stabilito quanta parte dei proventi dellaffa-
re intrapreso debba essere destinata al rimborso del finanziamento e quanta parte, invece, possa
essere destinata ad altre finalit.

Capitolo 20 - I patrimoni destinati ad uno specifico affare 129

note
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130 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 21 La societ in accomandita per azioni

1 Nozione e caratteri

La societ in accomandita per azioni una societ di capitali in cui i soci che hanno il potere (gli
accomandatari-amministratori) hanno anche la responsabilit personale ed illimitata delle obbligazio-
ni sociali (Cottino).

CC Unaffinit di ca- Soci accomandatari, illimitatamente e so-


rattere economi- lidalmente responsabili verso i terzi per le
co con la societ obbligazioni sociali, nonch obbligati allese-
in accomandita cuzione dei conferimenti nei confronti della
semplice; questo societ.
tipo di societ con- Soci accomandanti, obbligati solo allese-
templa, infatti, due cuzione dei conferimenti.
categorie di soci
Caratteri

CC Unaffinit di ca- Le quote di partecipazione dei soci sono


rattere giuridico rappresentate da azioni.
con la s.p.a. La societ deve iscriversi nel Registro del-
le imprese per acquistare la personalit giu-
ridica: non esiste unaccomandita per azio-
ni irregolare.

2 La disciplina giuridica

Le norme disciplinanti la societ in accomandita per azioni si dividono in due categorie:


norme proprie della societ (artt. 2452-2461 c.c.);
norme dettate per la s.p.a. (richiamate dallart. 2454 c.c., se compatibili con quelle proprie).

CC Capitale sociale: deve corrispondere allammontare minimo di


120.000 euro.

Disciplina giuridica CC Denominazione sociale: si forma con lindicazione del tipo socia-
le e il nome di almeno un socio accomandatario, anche se defun-
to o receduto: non possibile, come nelle s.p.a., adottare un nome
di fantasia (art. 2453 c.c.).

Capitolo 21 - La societ in accomandita per azioni 131

Lassemblea formata da tutti i soci


e la maggioranza si forma con riferi-
mento alle porzioni di capitale pos-
sedute da ciascuno, indipendente-
mente dalla qualit dei singoli.
La revoca degli amministratori e la
sostituzione degli amministratori ces-
sati devono essere deliberate con le
maggioranze prescritte per le delibe-
razioni dellassemblea straordinaria
della s.p.a. (artt. 2456 e 2457 c.c.).
CC Deliberazioni dellas-
Disciplina giuridica Le modificazioni dellatto costitutivo
semblea
devono essere approvate con le mag-
gioranze prescritte per lassemblea
straordinaria delle s.p.a. e devono al-
tres riportare il consenso unanime
degli accomandatari (art. 2460 c.c.).
Gli accomandatari non votano nelle
delibere di nomina e di revoca dei
sindaci o dei componenti il consiglio
di sorveglianza ed in quelle concer-
nenti lesercizio dellazione di respon-
sabilit (art. 2459 c.c.).

3 La posizione di socio accomandante e accomandatario

CC Latto costitutivo deve indicare le persone dei soci accomandatari


(art. 2455, co. 1, c.c.).
CC Questi assumono di diritto, ossia indipendentemente da una no-
mina assembleare, la carica di amministratori e la conservano sen-
za limiti di tempo (art. 2455, co. 2, c.c.).
CC Decadono per revoca ad opera dellassemblea e per rinuncia (art.
2456 c.c.).
CC I nuovi amministratori sono nominati dallassemblea, con lappro-
vazione individuale degli amministratori rimasti in carica, ed assu-
mono la qualit di soci accomandatari dal momento dellaccetta-
zione (art. 2457 c.c.).
La posizione di socio CC Sono soggetti a tutti gli obblighi degli amministratori della s.p.a.
accomandatario CC Sono responsabili nei confronti dei creditori sociali solidalmente e
illimitatamente (come i soci di societ collettiva) (art. 2452 c.c.).
Tale responsabilit ha carattere sussidiario: i creditori sociali po-
tranno agire nei confronti degli accomandatari solo dopo lescus-
sione infruttuosa del capitale sociale.
CC Laccomandatario che cessa dallufficio di amministratore non ri-
sponde, per, per le obbligazioni della societ sorte dopo liscrizio-
ne nel Registro delle imprese della cessazione dallufficio (art. 2461,
co. 2, c.c.).
CC Sono obbligati nei limiti delle azioni sottoscritte (art. 2452 c.c.).
CC Agli stessi si applicano le norme sul socio della s.p.a. in quanto
compatibili.

132 Parte Seconda - Il diritto delle societ


4 Gli altri organi sociali

Lassemblea svolge la sua attivit secondo le modalit di funzionamento stabilite per la s.p.a.;
essa formata da tutti i soci e la maggioranza si forma con riferimento alle porzioni di capitale posse-
dute da ciascuno, indipendentemente dalla qualit dei singoli.

CC La revoca degli amministratori e la sostituzione degli amministratori


cessati devono essere deliberate con le maggioranze prescritte per
le deliberazioni dellassemblea straordinaria (artt. 2456 e 2457 c.c.).
CC Le modificazioni dellatto costitutivo devono essere approvate
dallassemblea straordinaria e devono altres riportare il consenso
In materia, differentemente
unanime degli accomandatari (art. 2460 c.c.).
da quanto previsto per le
s.p.a. C C Gli accomandatari non hanno diritto di voto nelle delibere di no-
mina e di revoca dei sindaci ovvero dei componenti del consiglio
di sorveglianza ed in quelle concernenti lesercizio dellazione di
responsabilit (art. 2459 c.c.). Tali delibere, se prese con il voto
determinante degli accomandatari, sono annullabili ex art. 2377
c.c.

Quanto al collegio sindacale, risulta integralmente applicabile la normativa predisposta in mate-


ria di s.p.a., salva lesclusione degli accomandatari dallassemblea che delibera in ordine alla nomina
e alla revoca dei singoli sindaci ovvero dei componenti del consiglio di sorveglianza e allesercizio
dellazione di responsabilit (art. 2459 c.c.).

5 Scioglimento della societ

CC Cause previste per tutte le societ di capitali.


CC Cessazione dallufficio di tutti gli amministratori, se nel termine
di 180 giorni non si provveduto alla loro sostituzione: per que-
Cause di scioglimento sto periodo la societ amministrata da un amministratore prov-
visorio, chiamato dal collegio sindacale per svolgere atti di ordi-
naria amministrazione, che non assume la qualit di accoman-
datario e pu essere anche terzo estraneo alla societ (art. 2458
c.c.).

In sintesi

La societ in accomandita per azioni una societ di capitali in cui i soci che hanno il potere (gli
accomandatari-amministratori) hanno anche la responsabilit personale ed illimitata delle obbliga-
zioni sociali.
Latto costitutivo deve indicare le persone dei soci accomandatari. Questi assumono di diritto, os-
sia indipendentemente da una nomina assembleare, la carica di amministratori e la conservano
senza limiti di tempo.
I soci accomandatari decadono per revoca ad opera dellassemblea e per rinuncia e sono sogget-
ti a tutti gli obblighi degli amministratori della s.p.a.
Inoltre, sono responsabili nei confronti dei creditori sociali solidalmente e illimitatamente. Lacco-
mandatario, infine, che cessa dallufficio di amministratore non risponde per le obbligazioni della
societ sorte dopo liscrizione nel Registro delle imprese della cessazione dallufficio.
I soci accomandanti, invece, sono obbligati nei limiti delle azioni sottoscritte, ma sono dei veri e pro-
pri azionisti. La loro prestazione si esaurisce con il pagamento della somma conferita in societ.

Capitolo 21 - La societ in accomandita per azioni 133

Per gli accomandanti delle s.a.p.a. vige in maniera rigorosa il divieto di immistione: essi non hanno
poteri amministrativi n possono comunque esercitarli efficacemente; per loro nemmeno si prospetta
la possibilit di compiere atti di amministrazione in forza di una procura speciale per singoli affari.
La societ in accomandita per azioni si scioglie: per le cause previste per la s.p.a.; per cessazio-
ne dallufficio di tutti gli amministratori, se nel termine di sei mesi non si provveduto alla loro so-
stituzione.

note
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134 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 22 La societ a responsabilit limitata

1 Generalit e nozione

La societ a responsabilit limitata una societ di capitali preordinata al fine di fornire, alle im-
prese sociali di ridotte dimensioni, uno schema societario che permetta di fruire del beneficio della re-
sponsabilit limitata coniugato con una connotazione personalistica e sottratto alla rigidit di discipli-
na richiesta per la s.p.a.
La Riforma del diritto societario ha completamente riscritto le norme in materia di s.r.l., delinean-
done un tipo del tutto nuovo ed autonomo rispetto a quello previgente, con una disciplina propria, an-
che se permangono alcuni richiami puntuali alla normativa dettata per la s.p.a.

CC Norme proprie dello specifico tipo di societ.


Disciplina giuridica
CC Norme dettate per la s.p.a.

CC Delle obbligazioni sociali risponde esclusivamente il patrimonio so-


ciale, salvi i (pochi) casi di responsabilit illimitata dellunico socio.
CC Il capitale sociale non pu essere inferiore a 10.000 euro. La L.
99/2013, di conversione del D.L. 76/2013 (decreto Lavoro) ha in-
trodotto la possibilit, per tutte le s.r.l., di determinare lammonta-
re di capitale in misura inferiore ad euro 10.000, pari almeno ad 1
euro, con conferimenti esclusivamente in denaro. In tale ipote-
si sorge lobbligo per la societ di accantonare una somma da de-
durre dagli utili netti risultanti dal bilancio pari almeno ad un quin-
to degli stessi, obbligo che permane sino a che riserva e capitale
Caratteri particolari non abbiano raggiunto lammontare di 10.000 euro.
CC Le partecipazioni dei soci o quote non possono essere rappresen-
tate da azioni n possono costituire oggetto di offerta al pubblico
di prodotti finanziari.
CC Oggetto di conferimento pu essere qualunque elemento dellat-
tivo suscettibile di valutazione economica.
CC Controllo diretto dei soci sullattivit degli amministratori.
CC Obbligatoriet dellorgano di controllo secondo le disposizioni di
cui allart. 2477 c.c., come modif. da ultimo dal D.L. 5/2012, conv.
in L. 35/2012.

2 Costituzione della s.r.l.

La s.r.l. pu essere costituita per contratto o con atto unilaterale; in ogni caso la forma deve es-
sere quella dellatto pubblico.

CC Le generalit complete ed il domicilio di ciascun socio.


Latto costitutivo deve
indicare (art. 2463 c.c.) CC La denominazione sociale, che deve sempre contenere a tu-
tela dei terzi lindicazione di societ a responsabilit limitata.

Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 135

CC Il comune dove sono poste la sede della societ e le eventuali sedi


secondarie.
CC Lattivit che costituisce loggetto sociale.
CC Lammontare del capitale sottoscritto e versato.
CC La quota di partecipazione, i conferimenti di ciascun socio ed il va-
Latto costitutivo deve lore dei beni e dei crediti conferiti in natura.
indicare (art. 2463 c.c.)
CC Le norme relative al funzionamento della societ ed in particolare
quelle concernenti lamministrazione e la rappresentanza.
CC Le persone a cui affidata lamministrazione e gli eventuali sog-
getti incaricati della revisione legale dei conti.
CC Limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la co-
stituzione poste a carico della societ.

Fra le indicazioni che latto costitutivo deve contenere non risulta la durata della societ; con la
Riforma del diritto societario, infatti, il legislatore ha previsto che anche la s.r.l. (come la s.p.a.) possa
essere costituita a tempo indeterminato. In tal caso al socio spetta il diritto di recedere in ogni momen-
to con un preavviso di 180 gg., salvo che latto costitutivo non statuisca un termine maggiore (ma co-
munque non superiore ad un anno art. 2473 c.c.).

Si applicano le stesse regole della s.p.a., per quanto riguarda:


le condizioni per la costituzione;
il deposito dellatto costitutivo;
liscrizione della societ nel Registro delle imprese e i relativi effetti;
la nullit della societ;
i limiti ai benefici riservati ai soci fondatori.

3 La s.r.l. unipersonale

Listituto della s.r.l. unipersonale non costituisce una novit introdotta dalla Riforma societaria, in
quanto gi previsto dal nostro ordinamento e disciplinato dal D.Lgs. 88/1993.

CC Per le operazioni e gli atti compiuti in nome della societ prima del-
la sua iscrizione nel Registro delle imprese sono responsabili solo
coloro che hanno agito, in solido con il socio unico fondatore.
CC Allatto della costituzione della societ ed in sede di aumento del
capitale deve essere versato lintero ammontare dei conferimenti
e non solo il 25% (artt. 2464 e 2481bis c.c.).
CC Se viene meno la pluralit dei soci, i conferimenti ancora dovuti
Disciplina
devono essere effettuati entro 90 giorni (art. 2464, u.c., c.c.).
CC Ove la societ appartenga ad un unico socio o muti la persona
dellunico socio, gli amministratori devono depositare presso il Re-
gistro delle imprese una dichiarazione contenente le generalit
dellunico socio (art. 2470 c.c.).
CC Analoga pubblicit deve essere data alla (ri)costituzione della plu-
ralit dei soci.

136 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC I contratti della societ con lunico socio o le operazioni a favore
dellunico socio sono opponibili ai creditori della societ solo se ri-
sultano dal libro delle decisioni degli amministratori o da atto scrit-
to avente data certa anteriore al pignoramento (art. 2478 c.c.).

Disciplina CC Delle obbligazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo


patrimonio. Delle obbligazioni sorte nel periodo in cui lintera par-
tecipazione sia appartenuta ad un solo socio, questo risponde il-
limitatamente solo in caso di mancato rispetto dellobbligo di ver-
samento integrale dei conferimenti o della pubblicit di cui allart.
2470 c.c.

4 La s.r.l. semplificata

Il D.L. 1/2012 (decreto liberalizzazioni), conv. in L. 27/2012, ha introdotto nel codice civile lart.
2463bis Societ a responsabilit limitata semplificata, che si aggiunge alle norme del codice che
disciplinano la costituzione delle s.r.l.
La societ semplificata a responsabilit limitata una societ di capitali con personalit giuridica
autonoma: come nella s.r.l., per le obbligazioni sociali risponde solo il patrimonio della societ. A se-
guito dellintervento del D.L. 76/2013 (decreto Lavoro), conv. in L. 99/2013 stato eliminato il prece-
dente limite dei 35 anni di et per la creazione di s.r.l. semplificate le quali, dunque, potranno essere
costituite con contratto o atto unilaterale (s.r.l semplificata unipersonale) da persone fisiche sen-
za pi limiti di et.
Latto costitutivo deve essere redatto per atto pubblico in conformit al modello standard tipiz-
zato con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro delleconomia e delle finanze
e con il Ministro dello sviluppo economico (D.M. 138/2012). Le clausole del modello standard sono in-
derogabili.

CC Il cognome, il nome, la data, il luogo di nascita, il domicilio, la cit-


tadinanza di ciascun socio.
CC La denominazione sociale contenente lindicazione di societ a
responsabilit limitata semplificata e il comune ove sono poste la
sede della societ e le eventuali sedi secondarie.
CC Lammontare del capitale sociale pari almeno ad 1 euro e in-
feriore allimporto di 10.000 euro. previsto che il conferimento
deve farsi in denaro, per cui, almeno al momento della costituzio-
ne sono escluse altre forme di conferimento e deve essere ver-
sato allorgano amministrativo. Il capitale sociale, inoltre, deve es-
Latto costitutivo deve indi- sere interamente versato al momento della costituzione.
care CC Loggetto sociale ex art. 2463, n. 3, c.c.; le quote di partecipazio-
ne di ciascun socio; le norme relative al funzionamento della so-
ciet, indicando quelle concernenti lamministrazione, la rappre-
sentanza ex art. 2463, n. 7, c.c.; le persone cui affidata lammi-
nistrazione e leventuale soggetto incaricato di effettuare la revi-
sione legale dei conti.
CC Luogo e data di sottoscrizione.
CC Gli amministratori. Mentre in precedenza era previsto che gli am-
ministratori dovessero essere scelti tra i soci, il D.L. 76/2013, conv.
in L. 99/2013 ha introdotto la possibilit di nominare amministra-
tori che non siano necessariamente soci.

Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 137

La denominazione di s.r.l. semplificata, lammontare del capitale sottoscritto e versato, la sede


della societ e lufficio del registro delle imprese presso cui questa iscritta devono essere indicati
negli atti, nella corrispondenza della societ e nello spazio elettronico destinato alla comunicazione
collegato con la rete telematica ad accesso pubblico.

Osservazioni

Tra le novit introdotte dal D.L. 76/2013, conv. in L. 99/2013, vi la soppressione delle s.r.l. a ca-
pitale ridotto, introdotte nel nostro ordinamento dal D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012 in affianco
alle s.r.l. semplificate ma che, a differenza di queste ultime, nel precedente regime potevano es-
sere costituite anche da persone fisiche che avevano compiuto i 35 anni alla data della costituzio-
ne. Con le modifiche introdotte, invece, che non prevedono pi il limite dei 35 anni per la costitu-
zione n per la cessione di quote di una s.r.l. semplificata, n lobbligo di scegliere gli amministra-
tori tra i soci, non vi sono pi differenze sostanziali tra s.r.l. semplificata e s.r.l. a capitale ridotto:
da qui labrogazione di questultima fattispecie. Le s.r.l. a capitale ridotto iscritte nel registro delle
imprese ai sensi del D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012, a decorrere dal 23 giugno 2013, sono qua-
lificate come s.r.l. semplificate.

5 Le partecipazioni della s.r.l.

Nozione: le quote di partecipazione della s.r.l. costituiscono la misura della partecipazione, ap-
punto, di un soggetto alla societ. Non possono essere rappresentate da azioni n costituire oggetto
di offerta al pubblico di prodotti finanziari.

Carattere tipico la trasferibilit. La partecipazione sociale pu circolare con le seguenti regole:


le quote sono liberamente trasferibili, salva diversa disposizione dellatto costituivo;
le limitazioni e lesclusione della trasferibilit delle quote di partecipazione inter vivos e mortis cau-
sa attribuiscono al socio il diritto di recedere dalla societ;
se la partecipazione stata alienata pi volte, prevale il trasferimento iscritto per primo in buona
fede, anche se di data posteriore;
se la quota non integralmente liberata, lalienante responsabile solidamente con lacquirente
per il periodo di 3 anni dal trasferimento, per i versamenti ancora dovuti (art. 2472 c.c.).

Osservazioni

Prima dellintervento del D.L. 185/2008 (cd. decreto anticrisi), conv. in L. 2/009, il trasferimento del-
le partecipazioni sociali aveva effetto nei confronti della societ dal momento delliscrizione nel li-
bro dei soci, mentre liscrizione dellatto traslativo nel registro delle imprese costituiva adempimen-
to necessario ai fini dellopponibilit dello stesso. Il D.L. 185/2008, conv. in L. 2/2009, ha modifica-
to lart. 2470 c.c., attribuendo efficacia nei confronti della societ al deposito dellatto di trasferi-
mento di propriet delle quote di s.r.l. nel registro delle imprese. Il decreto anticrisi, infatti, ha
abrogato nelle sole s.r.l. il libro dei soci.
Il D.L. 112/2008, conv. in L. 133/2008 ha previsto che ai fini del trasferimento di quote di s.r.l., in
alternativa al notaio, ci si potr rivolgere ai dottori commercialisti. Latto di trasferimento pu esse-
re sottoscritto con firma digitale e depositato entro 30 giorni presso lUfficio del registro delle im-
prese nella cui circoscrizione ha sede la societ alle cui quote ci si riferisce.
Lintroduzione di questa novit da parte del D.L. 112/2008 aveva suscitato un acceso dibattito
con particolare riferimento alla portata derogatoria o meno della stessa rispetto al 2 comma
dellart. 2470 c.c. che prevede il deposito dellatto di trasferimento della propriet delle quote pres-
so il registro delle imprese a cura del notaio. Secondo alcuni, infatti, sussisterebbe la competenza
concorrente del notaio e dei detti intermediari al deposito presso il registro delle imprese; secon-
do la dottrina maggioritaria e parte della giurisprudenza sarebbe, invece, comunque necessario
che latto di trasferimento rivesta la forma notarile ai fini delliscrizione nel registro delle imprese e
della relativa opponibilit alla societ della cessione di quota sociale.

138 Parte Seconda - Il diritto delle societ


La L. 183/2011 (Legge di stabilit per il 2012) ha dato uninterpretazione autentica, chiarendo
una volta e per tutte che nel caso di trasferimento di quote di s.r.l. con atto sottoscritto digital-
mente non necessario lintervento del notaio.

Differenze

La partecipazione azionaria non si distingue dagli altri tipi di partecipazioni sociali per il solo fatto
di poter essere incorporata in titoli documentali, ma vi sono anche differenze di carattere sostan-
ziale.
La prima differenza consiste nellautonomia delle singole partecipazioni e nella spersonalizzazione
della partecipazione rispetto al suo titolare.
Il capitale sociale, infatti, viene suddiviso in un determinato numero di azioni, ciascuna delle quali
ne rappresenta una frazione identica rispetto a tutte le altre.
Questo non significa che tutti i soci si trovino nella stessa situazione, infatti, un fenomeno natu-
rale della s.p.a. che uno stesso socio divenga titolare di pi azioni.
In tutti gli altri tipi di societ, la quota misurata per la sua dimensione globale di investimento nel
capitale, mentre, nella societ per azioni, si procede allinverso, suddividendo il capitale sociale,
nominalmente indicato nello statuto, in frazioni uguali, ciascuna delle quali rappresenta unazione.
La differenza concettuale rispetto alle quote di s.r.l., quindi, sta nel fatto che il socio di una s.p.a. non
detiene ununica partecipazione sociale ma un determinato numero di azioni, ciascuna delle quali
autonoma nei confronti delle altre. Il socio di una s.r.l., invece, titolare di ununica quota che rap-
presenta una frazione del capitale sociale in misura che pu essere diversa da socio a socio.

6 Diritti dei soci

Diritti di partecipazione CC Diritto di intervento allassemblea.


allamministrazione della CC Diritto di voto: il voto di ciascun socio vale in misura proporziona-
societ le alla sua partecipazione.

CC Diritto di essere informati dagli amministratori sullo svolgimento


dellattivit sociale e di consultare libri e documenti sociali (art. 2476
Diritti di informazione e con- c.c.).
trollo
CC Azione di responsabilit nei confronti degli amministratori (spetta
a ciascun socio ai sensi dellart. 2476, co. 2, c.c.).

CC Diritto agli utili: la ripartizione degli utili ai soci fatta in proporzio-


ne al conferimento, salvo diversa disposizione statutaria (art. 2468
c.c.).
Diritti di partecipazione pa-
CC Diritto alla quota di liquidazione: in proporzione al conferimento,
trimoniale
salvo diversa disposizione.
CC Diritto di opzione sulle nuove quote di partecipazione per le ipote-
si di aumento del capitale sociale (art. 2481bis c.c.).

7 Gli obblighi dei soci: il conferimento


Lobbligo del socio della s.r.l. essenzialmente quello di eseguire il conferimento. A questo pro-
posito, la riforma societaria ha previsto che possono essere conferiti tutti gli elementi dellattivo su-
scettibili di valutazione economica, superando pertanto il previgente divieto di conferimento di presta-
zioni di opera e servizi.

Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 139

I conferimenti, se non disposto diversamente dallatto costitutivo, devono farsi in danaro.


Il versamento del 25% dei conferimenti in danaro o il loro intero ammontare (in caso di costituzio-
ne unilaterale della societ) pu essere sostituito dalla stipula, per un importo almeno corrisponden-
te, di una polizza assicurativa o di una fideiussione bancaria.
La L. 99/2012, di conversione del D.L. 76/2013, nella prospettiva della semplificazione degli adem-
pimenti a carico delle societ, ha previsto che il versamento del 25% dei conferimenti in danaro av-
venga direttamente allorgano amministrativo nominato nellatto costitutivo, in luogo della banca,
con lindicazione nellatto costitutivo dei mezzi di pagamento.

In caso di mancata esecuzione dei conferimenti o di scadenza od inefficacia della polizza as-
sicurativa o della garanzia bancaria salvo che il socio le sostituisca con il corrispondente in dana-
ro (art. 2466 c.c.):
gli amministratori, dopo trenta giorni dalla diffida al socio moroso, possono promuovere lazione
per lesecuzione del conferimento;
in alternativa, offrono le azioni agli altri soci (in proporzione della loro partecipazione) per un cor-
rispettivo non inferiore ai conferimenti ancora dovuti;
in mancanza di offerte, procedono alla vendita allincanto;
qualora non vi siano compratori, il socio moroso viene escluso e il capitale sociale ridotto in cor-
rispondenza.

8 Cessazione della qualit di socio

La qualit di socio cessa in caso di:


trasferimento della partecipazione (art. 2469 c.c.);
vendita coattiva della partecipazione (ipotesi di morosit del socio) (art. 2466 c.c.);
espropriazione della partecipazione (art. 2471 c.c.);
fallimento del socio;
recesso del socio;
esclusione del socio (art. 2473bis c.c.).

8.1 Il recesso del socio della s.r.l.


Nozione: il potere di sciogliersi unilateralmente dal contratto sociale con effetti ex nunc, che il
legislatore riconosce al socio per controbilanciare gli svantaggi che gli potrebbero derivare dallappli-
cazione del principio della maggioranza.

CC In qualunque momento se la s.r.l. a tempo indeterminato, con un


obbligo di preavviso di almeno 180 giorni o di quello maggiore sta-
bilito dallatto costitutivo (cd. recesso ad nutum).

Il cambiamento delloggetto o del tipo


sociale.
La fusione o la scissione della societ.
La revoca dello stato di liquidazione.
Ipotesi legali
CC Quando non abbia concor- Il trasferimento della sede sociale
so allassunzione di una de- allestero.
liberazione riguardante La eliminazione di una delle cause
di recesso previste dallatto costitu-
tivo.
Il compimento di operazioni che com-
portano una sostanziale modifica
delloggetto sociale o dei diritti dei soci.

140 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Nei casi previsti in sede di disciplina delle attivit di direzione e co-
Ipotesi legali
ordinamento.

Ipotesi convenzionali CC In tal caso nel contratto sociale saranno indicate ipotesi e modalit.

CC Il valore della partecipazione va calcolato in proporzione al capitale


sociale determinato tenendo conto del valore di mercato al momen-
to dellesercizio del recesso.
CC Deve essere eseguito entro 180 giorni dalla comunicazione del re-
cesso alla societ.
Il socio ha diritto al rim-
CC Pu avvenire mediante acquisto da parte degli altri soci in proporzio-
borso della partecipazio-
ne alle loro partecipazioni o da parte di 1/3 individuato dagli stessi
ne
soci.
CC In caso di mancato collocamento, il rimborso avviene utilizzando le
riserve disponibili o, in mancanza, riducendo il capitale sociale.
CC Se la riduzione del capitale sociale non consente il rispetto dellart.
2482 c.c., la societ viene posta in liquidazione.

Il recesso non pu essere esercitato e, se gi esercitato, privo di efficacia, se la societ revoca


la delibera che lo legittima ovvero se deliberato lo scioglimento della societ.

9 Lelemento patrimoniale della societ

In tema di bilancio il legislatore espressamente richiama la normativa dettata in sede di discipli-


na delle s.p.a.
In materia di aumento e riduzione del capitale sociale, di contro, prevista una disciplina spe-
cifica per la s.r.l., che tuttavia, a differenza di quanto accadeva prima della riforma del diritto societa-
rio, attualmente non si discosta molto da quella della s.p.a. Occorre ricordare che in nessun caso la
s.r.l. pu compiere operazioni sulle proprie partecipazioni (art. 2474 c.c.).
, invece, ammessa la possibilit che la s.r.l. emetta titoli di debito, che possono essere sotto-
scritti solo da investitori qualificati. Latto costitutivo attribuisce la competenza a deliberarne lemissio-
ne ai soci o agli amministratori, indicando altres gli eventuali limiti (art. 2483 c.c.).

Osservazioni

Significativa novit della riforma del diritto societario lintroduzione di unapposita disciplina dei
finanziamenti dei soci, finalizzata a regolamentare i diffusi fenomeni di sottocapitalizzazione del-
le societ che operano con rilevanti finanziamenti a titolo di capitale di prestito da parte dei soci.
Tali finanziamenti sono spesso dei veri e propri conferimenti che i soci classificano come finanzia-
menti per esercitare, in sede di rimborso, gli stessi diritti degli altri creditori sociali, laddove, inve-
ce, il rischio della mancata restituzione del conferimento deve gravare sul socio, dopo il soddisfa-
cimento dei terzi creditori.

Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 141

10 Le decisioni dei soci

Lapprovazione del bilancio e la di-


stribuzione degli utili.
La nomina, se prevista nellatto co-
stitutivo, degli amministratori.
Leventuale nomina dei sindaci e
CC Le materie espressamente del presidente del collegio sinda-
previste dallart. 2479 c.c., che cale o del revisore.
sono Le modificazioni dellatto costituti-
Competenza vo.
(art. 2479 c.c.) La decisione circa le operazioni che
implicano una sostanziale modifi-
cazione delloggetto sociale o una
rilevante modifica dei diritti dei soci.

CC Le altre materie indicate dallatto costitutivo.


CC Gli argomenti sottoposti allapprovazione dellassemblea da uno o pi
amministratori o da tanti soci che rappresentano almeno 1/3 del ca-
pitale sociale.

Dai documenti sottoscritti dai soci


devono risultare con chiarezza log-
CC Mediante consultazione scrit- getto della decisione ed il consen-
ta o sulla base del consenso so alla stessa.
Le decisioni dei soci pos- espresso per iscritto (art. 2479
sono essere prese c.c.), quando espressamente Salvo diversa disposizione dellat-
previsti dallatto costitutivo. In to costitutivo, occorre il voto favo-
tal caso revole di una maggioranza che rap-
presenti almeno 1/2 del capitale so-
ciale.

In caso di mancata previsione del-


la consultazione o del consenso
scritto.
In ogni caso per le modificazioni
dellatto costitutivo, per le decisio-
Le decisioni dei soci pos- CC Con il procedimento di cui ni di operazioni implicanti una so-
sono essere prese allart. 2479bis c.c., che si ap- stanziale modificazione dellogget-
plica to sociale o una rilevante modifica
dei diritti sociali e nellipotesi previ-
sta dallart. 2482bis, co. 4, c.c.
Su richiesta di uno o pi ammini-
stratori o di almeno 1/3 del capita-
le sociale.

142 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Convocazione: le modalit, tali da assicurare la tempestiva informa-
zione sugli argomenti da trattare, sono stabilite nellatto costitutivo; in
mancanza la convocazione effettuata mediante lettera raccoman-
data spedita ai soci almeno 8 giorni prima delladunanza nel domici-
lio risultante dal registro delle imprese.
CC Svolgimento: salva diversa previsione dellatto costitutivo, lassem-
blea si riunisce presso la sede sociale; presieduta dalla persona in-
dicata nellatto costitutivo o, in mancanza, designata dagli intervenu-
ti; il presidente verifica la regolarit della costituzione, accerta liden-
tit e la legittimazione dei presenti, regola il suo svolgimento ed ac-
certa i risultati delle votazioni, dandone conto nel verbale.
CC Quorum costitutivo e deliberativo: salvo che latto costitutivo dispon-
ga diversamente, lassemblea regolarmente costituita con la presen-
Procedimento di cui
za di almeno la met del capitale sociale e delibera a maggioranza as-
allart. 2479bis c.c.
soluta mentre, per le deliberazioni concernenti modificazioni dellatto co-
stitutivo e operazioni che implicano sostanziali modifiche delloggetto
sociale o rilevanti modifiche dei diritti dei soci, necessario il voto favo-
revole della met del capitale sociale. In ogni caso le deliberazioni si re-
putano validamente adottate quando allassemblea partecipa lintero ca-
pitale sociale e tutti gli amministratori e sindaci sono presenti o informa-
ti della riunione e nessuno si oppone alla trattazione dellargomento.
CC Rappresentanza: salvo contraria disposizione dellatto costitutivo,
consentito che il socio si faccia rappresentare in assemblea.
CC Modifiche dellatto costitutivo: nellipotesi di modificazioni dellatto
costituivo, il verbale redatto da notaio e, quanto alle formalit di de-
posito, iscrizione e pubblicazione della relativa delibera, si applica
lart. 2436 c.c. dettato in tema di s.p.a.

10.1 Invalidit delle deliberazioni assembleari e loro impugnativa (art. 2479ter c.c.)

CC Non conformit alla legge o allatto costitutivo.


CC Decisioni aventi oggetto illecito o impossibile e quelle prese in assen-
Cause za assoluta di informazione.
CC Partecipazione determinante di soci in conflitto di interessi con la so-
ciet, qualora la deliberazione possa recarle danno.

Per espressa previsione di legge le deliberazioni non possono essere annullate:


per la partecipazione di soggetti non legittimati, se tale partecipazione non stata determinante
per il raggiungimento del quorum costitutivo;
per linvalidit o lerrato conteggio di singoli voti non determinanti il quorum deliberativo;
per lincompletezza o linesattezza del verbale, purch siano certi il contenuto, gli effetti e la vali-
dit della deliberazione.

CC Gli amministratori anche singolarmente e il collegio sindacale.


CC I soci che non vi abbiano consentito.
Legittimati
allimpugnazione CC Chiunque vi abbia interesse nellipotesi di deliberazioni aventi ogget-
to impossibile o illecito e di quelle assunte in assoluta mancanza di
informazione.

Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 143

CC Limpugnazione deve essere proposta entro 90 giorni dalla trascrizio-


ne della delibera nel libro delle decisioni dei soci.
CC Le decisioni aventi oggetto illecito o impossibile e quelle prese in as-
senza assoluta di informazione possono essere impugnate entro tre
anni dalla suddetta trascrizione.
CC Le deliberazioni che comportano modifiche delloggetto sociale preve-
dendo attivit illecite o impossibili sono impugnabili senza limiti di tem-
po.
Limiti temporali CC Le deliberazioni concernenti laumento di capitale o la riduzione volon-
taria del capitale devono essere impugnate entro 180 giorni dalliscri-
zione della deliberazione nel registro delle imprese o, nel caso di man-
cata convocazione, 90 giorni dallapprovazione del bilancio delleserci-
zio nel corso del quale la deliberazione stata anche parzialmente ese-
guita.
CC Le deliberazioni di approvazione del bilancio non possono essere im-
pugnate dopo che avvenuta lapprovazione del bilancio delleserci-
zio successivo.

Il procedimento di impugnazione quello previsto dallart. 2378 c.c. in tema di s.p.a.


Lannullamento della deliberazione non pu aver luogo se la deliberazione impugnata comun-
que sostituita con altra presa in conformit della legge e dellatto costitutivo, salvi i diritti acquisiti dai
terzi sulla base della deliberazione sostituita. Lannullamento della deliberazione ha effetto rispetto a
tutti i soci ed obbliga gli amministratori a prendere i conseguenti provvedimenti sotto la propria respon-
sabilit.
In ogni caso sono salvi i diritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecu-
zione della deliberazione annullata.

11 Gli organi di amministrazione e di controllo

11.1 Gli amministratori


Per quanto riguarda lorgano amministrativo, la riforma del diritto societario ha attribuito massima
autonomia allo statuto, prevedendo unampia libert di scelta in ordine alla configurazione del rappor-
to di amministrazione, allindividuazione delle persone cui affidare lamministrazione ed alla determi-
nazione del metodo secondo il quale esse sono chiamate ad operare.

CC Lamministrazione e la rappresentanza della societ sono affidate a uno o


pi soci nominati dallassemblea dei soci (artt. 2475 e 2475bis c.c.).
CC Entro 30 giorni dalla nomina, gli amministratori devono chiederne liscrizio-
ne nel Registro delle imprese, indicando i dati personali ed i poteri di rap-
presentanza congiunta o disgiunta.
CC Quando lamministrazione affidata a pi persone, queste costituiscono il
Principi regolatori
consiglio di amministrazione: latto costitutivo pu prevedere che lammini-
strazione sia ad esse affidata disgiuntamente oppure congiuntamente (sono
in ogni caso di competenza del consiglio la redazione del progetto di bilan-
cio e dei progetti di fusione o scissione, nonch le decisioni di aumento del
capitale) e pu altres prevedere che le decisioni siano adottate mediante
consultazione scritta o sulla base del consenso espresso per iscritto (art.
2475 c.c.).

144 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC I contratti conclusi dagli amministratori che hanno la rappresentanza della
societ in conflitto di interessi, per conto proprio o di terzi, con la medesi-
ma possono essere annullati su domanda della societ, se il conflitto era
conosciuto o riconoscibile dal terzo (art. 2475ter, co. 1, c.c.).
CC Le decisioni prese dal consiglio di amministrazione con il voto determinan-
te di un amministratore in conflitto di interessi con la societ, qualora le ca-
Principi regolatori gionino un danno patrimoniale, sono impugnabili entro 90 giorni dagli am-
ministratori e, ove esistenti, dai soggetti previsti dallart. 2477 c.c., salvi i di-
ritti acquistati in buona fede dai terzi in base ad atti compiuti in esecuzione
della decisione (art. 2475ter, co. 2, c.c.).
CC I soci che non partecipano allamministrazione hanno diritto di avere dagli
amministratori notizie sullo svolgimento degli affari sociali e di consultare i
libri sociali ed i documenti relativi allamministrazione (art. 2476 c.c.).

CC Gli amministratori sono solidalmente responsabili verso la societ dei


danni derivanti dallinosservanza dei doveri imposti ad essi dalla legge e
dallatto costitutivo per lamministrazione della societ.
CC La responsabilit non si estende ai singoli amministratori che dimostrino di
essere esenti da colpa o abbiano fatto constare del proprio dissenso.
CC Lapprovazione del bilancio non libera gli amministratori e i sindaci dalla re-
sponsabilit nella gestione sociale.
Responsabilit CC Sono responsabili solidalmente con gli amministratori i soci che hanno
(art. 2476 c.c.) deciso o autorizzato il compimento di atti dannosi per la societ, i soci o
i terzi.
CC Lazione di responsabilit contro gli amministratori promossa da ciascun
socio, il quale, in caso di gravi irregolarit nella gestione della societ, pu
chiedere un provvedimento cautelare di revoca degli amministratori mede-
simi.
CC l singolo socio e il terzo direttamente danneggiati da atti dolosi o colposi de-
gli amministratori hanno autonomo diritto al risarcimento dei danni.

11.2 I controlli
Lart. 2477 c.c., norma che stabilisce i casi in cui obbligatoria la nomina dellorgano di controllo
nelle s.r.l., stato riscritto, in un primo momento, dal D.Lgs. 39/2010, di riforma della revisione lega-
le dei conti, che conteneva ancora il riferimento al collegio sindacale.
Ferme restando le ipotesi gi previste nella precedente formulazione della norma, il D.Lgs. 39/2010
ha introdotto due nuove circostanze che obbligano i soci della s.r.l. a nominare lorgano di controllo.

CC Se il capitale sociale non inferiore a 120.000 euro.


4.400.000 euro quale attivo
CC Se, per due esercizi consecutivi, siano sta- dello stato patrimoniale.
ti superati due dei seguenti limiti indicati
8.800.000 euro per ricavi del-
dallart. 2435bis c.c. (come modif. da ultimo
La nomina dellor- le vendite e delle prestazioni;
dal D.Lgs. 173/2008) ai fini della redazione
gano di controllo del bilancio in forma abbreviata. 50 dipendenti occupati in me-
obbligatoria dia durante lesercizio.
CC Se la societ sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato (ipotesi intro-
dotta dal D.Lgs. 39/2010).
CC Se la societ controlla altre societ sottoposte obbligatoriamente alla revi-
sione legale dei conti (ipotesi introdotta dal D.Lgs. 39/2010).

Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 145

Lorgano di controllo delle s.r.l. stato oggetto di modifica dapprima con la L. 183/2011 (Legge
di stabilit per il 2012) e poi con il D.L. 5/2012 (decreto semplificazioni), conv. in L. 35/2012.
Fino allentrata in vigore della L. 183/2011, lart. 2477 c.c. prevedeva la disciplina del collegio sin-
dacale e della revisione legale dei conti in linea con la tradizione giuridica del nostro ordinamento, che
riconosceva nella pluripersonalit e nella collegialit i caratteri essenziali dellorgano di controllo del-
le societ di capitali. Con lentrata in vigore della L. 183/2011 il collegio sindacale stato sostituito dal
sindaco unico, sebbene la disciplina sia rimasta immutata in quanto la modifica si limitata a sosti-
tuire la parola collegio sindacale con la parola sindaco.
Da ultimo, il D.L. 5/2012, conv. in L. 35/2012, nuovamente intervenuto sullart. 2477 c.c., modi-
ficando sia la disciplina dei controlli facoltativi sia quella dei controlli obbligatori.

Quanto ai controlli facoltativi, il co. 1 dellart. 2477 c.c. stabilisce che:


latto costitutivo pu prevedere, determinandone le competenze e i poteri, ivi compresa la revisio-
ne legale dei conti, la nomina di un organo di controllo o di un revisore;
in assenza di specificazione, lorgano di controllo costituito da un solo membro effettivo.

Con riguardo alle ipotesi in cui i controlli nelle s.r.l. sono obbligatori (ipotesi che sono rimaste
invariate in questi interventi di riforma) precisato che:
occorre procedere alla nomina non pi di un sindaco unico (come previsto con la L. 183/2011) ma
dellorgano di controllo o del revisore;
nel caso di nomina dellorgano di controllo (anche monocratico) si applicano le disposizioni sul
collegio sindacale previste per la s.p.a. (nuovo 5 comma. art. 2477 c.c.). Ne deriva che sar la
societ stessa (quando abbia un capitale sociale pari o superiore a 120.000 euro; quando supe-
ri i limiti per la redazione del bilancio in forma abbreviata; quando sia tenuta alla redazione del
bilancio consolidato o quando controlli una societ a sua volta obbligata alla revisione legale dei
conti) a stabilire nellatto costitutivo a quali controlli sottoporsi. Essa potr scegliere se no-
minare un organo di controllo (unipersonale) che svolga le funzioni di sindaco con annesse fun-
zioni di revisione legale dei conti oppure se nominare esclusivamente un revisore, delegato ai
controlli contabili.

In sintesi

La societ a responsabilit limitata una societ di capitali preordinata al fine di fornire, alle im-
prese sociali di ridotte dimensioni, uno schema societario che permetta di fruire del beneficio del-
la responsabilit limitata.
La disciplina giuridica la seguente:
norme proprie dello specifico tipo di societ;
norme dettate per la s.p.a. e riprodotte estesamente per la s.r.l.;
richiami a singole norme dettate per la s.p.a.
Nella s.r.l. la quota la misura della partecipazione di un soggetto alla societ.
Caratteri sono la trasferibilit e la divisibilit.

I soci della s.r.l. hanno i seguenti diritti di partecipazione allamministrazione della societ:
diritto di intervento allassemblea;
diritto di voto.
Invece, appartengono alla categoria dei diritti di partecipazione patrimoniale:
il diritto agli utili e il diritto alla quota di liquidazione, entrambi in proporzione al conferimento,
salvo diversa disposizione;
il diritto di opzione sulle nuove quote per le ipotesi di aumento del capitale sociale.
Quanto agli obblighi dei soci, esistono differenze con la s.p.a. solo per quanto riguarda il man-
cato versamento dei conferimenti da parte del socio. Infatti: gli amministratori possono diffida-

146 Parte Seconda - Il diritto delle societ


re il socio moroso ad eseguire il pagamento in 30 giorni; se non paga, gli amministratori posso-
no vendere, per suo conto ed a suo rischio, la quota con trattativa privata e diritto di prelazione
dei consoci; se il tentativo fallisce, la quota venduta allincanto; se le vendite sono infruttuo-
se, gli amministratori possono escludere il socio, trattenere le somme riscosse e ridurre il capi-
tale sociale.
Sono organi sociali di una s.r.l. lassemblea, gli amministratori e lorgano di controllo.

note
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Capitolo 22 - La societ a responsabilit limitata 147

note
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148 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 23 Le societ cooperative
e le mutue assicuratrici

1 Caratteri generali

Nozione: sono quelle societ (societ cooperative e societ di mutua assicurazione) che agiscono
per il perseguimento di uno scopo mutualistico, caratterizzate da un particolare tipo di organizzazione e
che, per la loro funzione sociale, godono di agevolazioni di varia natura e sono assoggettate a specifici
controlli. Lo scopo mutualistico lintento di fornire beni, servizi od occasioni di lavoro direttamente ai
membri dellorganizzazione a condizioni pi vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato.

Osservazioni

Quanto alla natura giuridica delle societ cooperative e delle mutue assicuratrici, secondo parte
della dottrina (Ascarelli) trattasi di associazioni in senso stretto.
Secondo altri autori (Messineo, Ferri) trattasi di vere e proprie societ.

2 Societ cooperative

2.1 Caratteri generali


Nozione: le cooperative sono societ a capitale variabile con scopo mutualistico iscritte pres-
so lalbo delle societ cooperative (art. 2511 c.c., modif. dalla L. 99/2009).
Per capitale variabile si intende che il capitale sociale non determinato in un ammontare stabi-
lito e lingresso di nuovi soci non comporta modificazioni dellatto costitutivo (cd. principio della porta
aperta art. 2524 c.c.).

CC Alle societ cooperative si applicano, oltre alla disciplina specifica e alle


leggi speciali, le norme dettate in tema di s.p.a. in quanto compatibili.
CC Nelle cooperative con un numero di soci cooperatori inferiore a 20 ovvero
con un attivo dello stato patrimoniale non superiore ad 1 milione di euro
Disciplina
latto costitutivo pu prevedere che trovino applicazione, in quanto compa-
tibili, le norme sulla s.r.l.
CC Anche alle cooperative regolate dalle leggi speciali si applica, in quanto
compatibile, la disciplina dettata dal codice.

CC Le societ cooperative possono normalmente offrire le proprie prestazioni


anche ai terzi non soci (cd. mutualit spuria).
CC Il capitale pu continuamente modificarsi in relazione al variare del nume-
ro dei soci; laumento o la diminuzione non comportano modifiche dellat-
to costitutivo. tuttavia possibile anche un aumento del capitale a paga-
Caratteri mento analogo a quello delle societ di capitali, per specifiche necessit di
impresa da coordinarsi con i principi generali della mutualit (art. 2524, co.
3, c.c.).
CC Ogni socio ha un voto, quale che sia lentit del capitale investito.
CC Per le obbligazioni sociali risponde soltanto la societ con il suo patrimonio.

Capitolo 23 - Le societ cooperative e le mutue assicuratrici 149

2.2 Costituzione della cooperativa


La Riforma del diritto societario ha individuato, nellambito della categoria delle societ coopera-
tive, che rimane pur sempre un genus unitario per il quale prevista una disciplina generale, la spe-
cies delle cooperative a mutualit prevalente.

Sono cooperative a mutualit prevalente quelle che:


svolgono la loro attivit prevalentemente in favore dei soci, consumatori o utenti di beni o servizi;
si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attivit, delle prestazioni lavorative dei
soci;
si avvalgono prevalentemente, nello svolgimento della loro attivit, degli apporti di beni o servizi
da parte dei soci (art. 2512 c.c.).

Lart. 2513 c.c. definisce il criterio della prevalenza, prevedendo un raffronto numerico tra vari in-
dici di riferimento: sostanzialmente tale requisito rispettato quando lattivit mutualistica con i soci
sia superiore alla met dellintera attivit svolta dalla societ.
La L. 99/2009 ha introdotto lobbligo per la societ cooperative, ai fini della dimostrazione dei re-
quisiti di cui allart. 2513, di comunicare ogni anno le notizie di bilancio allamministrazione presso
la quale tenuto lalbo delle societ cooperative. Lomessa comunicazione comporta lapplicazione
della sanzione amministrativa della sospensione semestrale di ogni attivit dellente, intesa come di-
vieto di assumere nuove eventuali obbligazioni.

CC Il cognome e il nome o la denominazione, il luogo e la data di na-


scita o di costituzione, il domicilio o la sede, la cittadinanza dei soci.
CC La denominazione sociale.
CC Il comune ove posta la sede della societ e le eventuali sedi se-
condarie.
CC La indicazione specifica delloggetto sociale con riferimento ai re-
quisiti e agli interessi dei soci.
CC La quota di capitale sottoscritta da ciascun socio, i versamenti ese-
guiti e, se il capitale ripartito in azioni, il loro valore nominale.
CC Il valore attribuito ai crediti e ai beni conferiti in natura.
CC I requisiti e le condizioni per lammissione dei soci e il modo e il
Latto costitutivo deve tempo in cui devono essere eseguiti i conferimenti.
indicare (art. 2521 c.c.) CC Le condizioni per leventuale recesso o per la esclusione dei soci.
CC Le regole per la ripartizione degli utili e i criteri per la ripartizione
dei ristorni.
CC Le forme di convocazione dellassemblea, in quanto si deroga alle
disposizioni di legge.
CC Il sistema di amministrazione adottato, il numero degli amministra-
tori e i loro poteri, indicando quali tra essi hanno la rappresentan-
za della societ.
CC Il numero dei componenti del collegio sindacale.
CC La nomina dei primi amministratori e sindaci.
CC Limporto globale, almeno approssimativo, delle spese per la co-
stituzione poste a carico delle societ.

150 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC Deve essere stipulato nella forma dellatto pubblico (art. 2521 c.c.).
CC Deve prevedere un numero minimo di 9 soci (per alcune catego-
rie particolari di cooperative sono previsti numeri diversi - art. 2522
c.c.).
Latto costitutivo CC Deve essere depositato entro 20 giorni presso lufficio del Registro
delle imprese nella cui circoscrizione stabilita la sede sociale, a
norma dellart. 2330 c.c.
CC Si applicano gli artt. 2331 e 2332 c.c. dettati per le s.p.a. in tema
di effetti delliscrizione.

Osservazioni

La L. 99/2009 (cd. Legge sviluppo) ha aggiunto un terzo requisito oltre al capitale variabile e allo
scopo mutualistico: quello delliscrizione allalbo delle societ cooperative, che assume valore
costitutivo della qualifica di cooperativa, in aggiunta alliscrizione nel registro delle imprese. Vie-
ne specificato, inoltre, che sar sufficiente presentare la comunicazione unica allufficio del regi-
stro delle imprese presso la camera di commercio (introdotta dalla L. 40/2007) per determinare
lautomatica iscrizione allalbo delle societ cooperative.

2.3 La partecipazione sociale

2.3.1 Caratteri
La misura della partecipazione dei soci rappresentata da quote o da azioni nominative. Il valo-
re nominale di ciascuna azione o quota non pu essere inferiore a venticinque euro n, per le sole
azioni, superiore a cinquecento euro.
Ove la legge non preveda diversamente, nelle societ cooperative nessun socio pu avere una
quota superiore a centomila euro, n tante azioni il cui valore nominale superi tale somma.
Latto costitutivo pu prevedere lemissione di strumenti finanziari, secondo la disciplina previ-
sta per le societ per azioni.

2.3.2 Acquisto, trasferimento e perdita della qualit di socio

CC Lammissione di un nuovo socio fatta con deliberazione de-


gli amministratori, su domanda dellinteressato secondo la pro-
cedura disciplinata dallart. 2528 c.c.
CC Le quote e le azioni non possono essere cedute con effetto verso
Acquisto e trasferimento
la societ, se la cessione non autorizzata dagli amministrato-
della qualit di socio
ri (art. 2530, co. 1, c.c.).
CC Latto costitutivo pu vietare la cessione delle quote e delle azio-
ni, con effetto verso la societ, salvo in questo caso il diritto del
socio di recedere dalla societ (art. 2530, u.c., c.c.).

CC Trasferimento della quota o delle azioni.


CC Esclusione: per mancato pagamento delle quote o azioni (art.
2531) o nelle ipotesi di cui allart. 2533 c.c.
Perdita della qualit
di socio CC Recesso: nei casi previsti dalla legge o dallo statuto.
CC Morte del socio: gli eredi hanno diritto alla liquidazione della quo-
ta ma lo statuto pu prevedere la continuazione con quelli aventi i
requisiti previsti per i soci (art. 2534 c.c.).

Capitolo 23 - Le societ cooperative e le mutue assicuratrici 151

Il socio uscente risponde verso la societ per il pagamento dei conferimenti non versati, per un
anno dal giorno in cui il recesso, lesclusione o la cessione della quota si verificata.
Se entro un anno dallo scioglimento del rapporto associativo si manifesta linsolvenza della socie-
t, il socio uscente o gli eredi del socio defunto sono obbligati verso questa nei limiti di quanto ricevu-
to per la liquidazione della quota o per il rimborso delle azioni.

2.4 Gli organi sociali


Salvo poche norme peculiari, applicabile la disciplina delle societ per azioni.

Hanno diritto di voto coloro che risultano


iscritti da almeno 90 giorni nel libro dei soci;
ogni socio ha un voto, qualunque sia il valo-
re della quota o il numero di azioni posse-
CC Diritto di intervento e dirit- dute; il voto pu essere dato per corrispon-
to di voto denza o con altre forme di comunicazione a
distanza.
Latto costitutivo determina i limiti al diritto di
voto di coloro che hanno sottoscritto gli stru-
menti finanziari.

Latto costitutivo determina le maggioranze


richieste per la valida costituzione delle as-
CC Maggioranze
semblee e per la validit delle deliberazioni
(art. 2538 c.c.).
Assemblea
Nelle cooperative disciplinate dalle norme
sulla societ per azioni ciascun socio pu
rappresentare sino ad un massimo di 10 soci
(art. 2539, co. 1, c.c.).
CC Rappresentanza Il socio imprenditore individuale pu farsi
rappresentare nellassemblea anche dal co-
niuge, dai parenti entro il terzo grado e da-
gli affini entro il secondo che collaborano
allimpresa (art. 2539, co. 2, c.c.).

In casi particolari possono convocarsi as-


semblee parziali aventi un potere delibera-
CC Assemblee separate tivo generalizzato e lobbligo di provvedere
alla nomina dei delegati che partecipano
allassemblea generale (art. 2540 c.c.).

CC Si applicano in via generale le norme dettate per la s.p.a. o la s.r.l., a se-


conda del modello societario adottato. Se si sceglie la forma della s.p.a.
sono applicabili tutti e tre i sistemi: tradizionale, monistico e dualistico.
Organo amministra-
CC La nomina spetta allassemblea fatta eccezione per i primi amministratori,
tivo
che sono nominati nellatto costitutivo.
CC La maggioranza degli amministratori scelta tra i soci cooperatori ovvero
tra le persone indicate dai soci cooperatori persone giuridiche.

152 Parte Seconda - Il diritto delle societ


CC La nomina del collegio sindacale obbligatoria negli stessi casi in cui
sussiste tale obbligo per le s.r.l. (art. 2543 c.c.), le quali, per, possono
scegliere tra un organo di controllo o un revisore. Sono i casi previsti
dallart. 2477, co. 2 e 3, c.c., come modif. dal D.L. 5/2012, conv. in L.
35/2012 (v. Cap. 22, par. 11.2). Nonch quando la societ emetta stru-
Organo di controllo menti finanziari non partecipativi.
CC Il diritto di voto nellelezione dellorgano di controllo pu essere attribu-
ito dallatto costitutivo in proporzione alle quote o alle azioni possedute
o in ragione della partecipazione allo scambio mutualistico.
CC La nomina di 1/3 dei membri dellorgano di controllo riservata ai pos-
sessori di strumenti finanziari.

Differenze

I soci sovventori sono una categoria speciale di soci (istituita per le cooperative, con la L.
59/1992), ai quali gli statuti possono riconoscere condizioni di favore nella ripartizione degli utili.
La loro partecipazione nasce dallesigenza di aumentare il capitale di rischio. Svolgono una attivi-
t di controllo sulloperato degli altri soci. Infine, possono essere nominati amministratori, ma la
maggioranza degli amministratori deve essere costituita da soci cooperatori.
La L. 142/2001 ha attuato una revisione della legislazione in materia cooperativistica, con partico-
lare riferimento alle cd. cooperative di lavoro, nelle quali il rapporto mutualistico abbia ad ogget-
to la prestazione di attivit lavorative da parte del socio.
I soci lavoratori concorrono alla gestione dellimpresa partecipando alla formazione degli organi so-
ciali e alla definizione della struttura di direzione e conduzione dellimpresa; partecipano alla elabora-
zione di programmi di sviluppo e alle decisioni concernenti le scelte strategiche, nonch alla realizza-
zione dei processi produttivi dellazienda. Inoltre, contribuiscono alla formazione del capitale sociale
e partecipano al rischio dimpresa, ai risultati economici ed alle decisioni sulla loro destinazione. Infi-
ne, mettono a disposizione le proprie capacit professionali anche in relazione al tipo e allo stato dellat-
tivit svolta, nonch alla quantit delle prestazioni di lavoro disponibili per la cooperativa stessa.
Il socio lavoratore di cooperativa stabilisce con la propria adesione o successivamente allinstau-
razione del rapporto associativo un ulteriore e distinto rapporto di lavoro, in forma subordinata
o autonoma o in qualsiasi altra forma, ivi compresi i rapporti di collaborazione coordinata non oc-
casionale, con cui contribuisce comunque al raggiungimento degli scopi sociali.
Il D.L. 145/2013 (decreto Destinazione Italia), conv. in L. 9/2014 ha previsto, tra le varie misure,
che le cooperative dei lavoratori hanno la prelazione sullaffitto o lacquisto dellazienda sottopo-
sta a procedure concorsuali.

2.5 Vigilanza e controlli


Le societ cooperative, per linteresse pubblico ad esse collegato, sono soggette a rigorosi controlli
dellautorit governativa.

CC Se viene accertato lirregolare funzionamento della societ coo-


perativa, lorgano di vigilanza pu revocare amministratori e sin-
daci ed affidare la gestione ad un Commissario Governativo.
Sanzioni CC Lautorit di vigilanza pu decretare lo scioglimento dellente se
questo non sia in grado di conseguire lo scopo sociale ovvero,
per 2 anni consecutivi, non abbia depositato il bilancio n com-
piuto atti di gestione.

Capitolo 23 - Le societ cooperative e le mutue assicuratrici 153

CC Il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012, ha previsto che agli enti co-


operativi che si sottraggono alle attivit di vigilanza o risultano ir-
reperibili al momento delle verifiche disposte nei loro confronti si
Sanzioni applica la sanzione amministrativa da euro 50.000 ad euro
500.000 per il periodo in corso alla data di riscontro del compor-
tamento elusivo da parte dellautorit di vigilanza e per ciascuno
dei successivi periodi fino alla cessazione dellirreperibilit.

Controllo giudiziario CC Occorre che la denuncia pervenga da tanti soci che rappresentino il de-
(art. 2545quinquie- cimo del capitale sociale, oppure da un decimo del numero complessivo
sdecies c.c.) dei soci.

Nellipotesi dinsolvenza, infine, pu essere disposta la liquidazione coatta amministrativa della


societ; le cooperative che svolgono attivit commerciale sono soggette anche al fallimento, ex art.
2545terdecies c.c.

3 Societ di mutua assicurazione

3.1 Generalit
Nozione: una societ esercente attivit assicurativa nella quale il socio ha diritto alla prestazio-
ne dellassicurazione per il solo fatto di aver aderito alla societ. Vi un nesso inscindibile fra la qua-
lit di socio e di assicurato.

CC Scopo mutualistico.
CC La qualit di socio si acquista assicurandosi presso la societ, e si per-
Caratteri
de con lestinguersi dellassicurazione (art. 2546 c.c.).
CC Responsabilit limitata.

CC Mutue assicuratrici a quo- Il patrimonio costituito da quote in-


ta fissa dividuali dei soci.

Tipi
I soci si obbligano a pagare pro quota
CC Mutue assicuratrici a ripar-
le indennit dovute, di volta in volta, sen-
tizione
za costituire un patrimonio sociale.

3.2 Soci sovventori


Pu essere prevista nellatto costitutivo la presenza di soci non legati alla societ da rapporti di
assicurazione, ed i cui conferimenti servano al solo fine di costituire fondi di garanzia per il pagamen-
to delle indennit.

3.3 Disciplina
Sono soggette alle autorizzazioni, alla vigilanza e agli altri controlli stabiliti dalle leggi speciali
sullesercizio dellassicurazione e sono regolate dalle norme stabilite per le societ cooperative, in
quanto compatibili.

154 Parte Seconda - Il diritto delle societ


4 Cooperative sociali

Le cooperative sociali secondo la nozione fornita dalla L. 381/1991 hanno lo scopo di


perseguire linteresse generale della comunit alla promozione umana e allintegrazione sociale dei
cittadini. Tale scopo pu realizzarsi sia attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi,
sia attraverso lo svolgimento di attivit diverse finalizzate allinserimento lavorativo di persone svan-
taggiate.

Differenze

Le cooperative di servizi sociali, ossia cooperative di produzione e lavoro, sono costituite da soci
lavoratori qualificati professionalmente, che offrono i loro servizi al pubblico o allente pubblico.
Le cooperative integrate sono cooperative di produzione e lavoro che hanno unelevata percen-
tuale di soci portatori di handicap.
Infine, le cooperative di solidariet sociale, che non perseguono uno scopo occupazionale, sono
finalizzate invece ad offrire un servizio di tipo socio-sanitario non soltanto ai soci.

5 Limpresa sociale

Il D.Lgs. 24-3-2006, n. 155 disciplina le cd. imprese sociali che sono organizzazioni private
senza scopo di lucro che esercitano in via stabile e principale unattivit economica di produzione o
di scambio di beni o di servizi di utilit sociale, diretta a realizzare finalit di interesse generale.
La previsione di una disciplina ad hoc per limpresa sociale risponde alle esigenze di regolamen-
tare il fenomeno del cd. terzo settore: tale locuzione indica linsieme di soggetti che operano secon-
do logiche e meccanismi che non appartengono n alla sfera pubblica (lo Stato), n a quella privata
(il mercato o limpresa).

CC Lassenza dello scopo di lucro ed il perseguimento di finalit di


interesse generale sono i tratti caratterizzanti dellimpresa socia-
le, essendo ad essa preclusa la distribuzione di utili o di avanzi
di gestione, i quali devono essere destinati allo svolgimento dellat-
tivit statutaria o ad incremento del patrimonio.
CC Devono essere costituite mediante atto pubblico in cui andr
esplicitato il carattere sociale dellimpresa, attraverso la espres-
sa indicazione delloggetto sociale e dellassenza dello scopo di
lucro. Latto costitutivo deve poi essere depositato, entro 30 gior-
ni, a cura del notaio o degli amministratori, presso lUfficio del Re-
Caratteri gistro delle imprese nella cui circoscrizione stabilita la sede le-
gale dellimpresa, per liscrizione in apposita sezione.
CC La maggioranza dei componenti delle cariche sociali non pu
essere riservata a soggetti esterni alla organizzazione dellim-
presa sociale; per quelle organizzazioni di dimensioni maggior-
mente rilevanti, che superino cio due dei limiti indicati dallart.
2435bis c.c. ridotti della met, poi prevista la nomina di uno o
pi sindaci, che vigilano sullosservanza della legge e dello sta-
tuto e sul rispetto dei principi di corretta amministrazione,
sulladeguatezza dellassetto organizzativo, amministrativo e
contabile.

Capitolo 23 - Le societ cooperative e le mutue assicuratrici 155

CC Delle obbligazioni contratte rispondono esclusivamente con il


proprio patrimonio quelle organizzazioni in cui questo superi i 20
mila euro; qualora poi detto patrimonio diminuisca di oltre un ter-
zo, delle obbligazioni risponderanno personalmente e solidal-
Caratteri mente anche coloro che hanno agito in nome e per conto dellim-
presa.
CC Per il caso di insolvenza, le organizzazioni che esercitano unim-
presa sociale sono assoggettate alla procedura di liquidazione
coatta amministrativa.

Il 24 gennaio 2008 sono stati firmati dal Ministro dello sviluppo economico e della solidariet so-
ciale quattro decreti che concludono liter normativo per lattuazione del D.Lgs. 155/2006 disciplinan-
do, tra laltro, gli adempimenti pubblicitari del Registro delle imprese cui sono tenute le imprese so-
ciali.
I quattro decreti riguardano, rispettivamente: la qualificazione dei ricavi per rientrare nellambito
dellimpresa sociale; le linee-guida per le modalit relative a operazioni di trasformazione, fusione,
scissione e cessione dellimpresa; le linee-guida per redigere il bilancio sociale (che, in base alla leg-
ge delega, per questa nuova forma giuridica diventa obbligatorio) e lelenco degli atti e documenti da
depositare al Registro delle imprese.

In sintesi

Le societ cooperative si possono dividere in due tipologie:


in relazione alloggetto: cooperative di produzione e lavoro, cooperative di consumo, coopera-
tive agricole, cooperative edilizie, cooperative di credito;
in relazione alla mutualit: a mutualit prevalente (usufruiscono delle agevolazioni fiscali pre-
viste dalla legge), non a mutualit prevalente (non usufruiscono delle agevolazioni fiscali).
Le societ cooperative si costituiscono per atto pubblico. A seguito dellintervento della L. 99/2009,
tutte le cooperative devono iscriversi presso lalbo delle societ cooperative, iscrizione che ha as-
sunto valore costitutivo della qualifica di societ cooperativa. Quanto al regime di responsabilit,
risponde soltanto la societ con il suo patrimonio.
Per ci che riguarda le partecipazioni sociali la disciplina prevede che il valore nominale di ciascu-
na quota o azione non deve essere inferiore a 25 euro e, per le sole azioni, non superiore a 500
euro.
Gli organi sociali sono:
lassemblea;
lorgano amministrativo;
lorgano di controllo.
La mutua assicurazione una societ che ha per oggetto lesercizio di una attivit assicurativa
a beneficio dei soci. Vi un nesso inscindibile fra la qualit di socio e di assicurato.
I suoi caratteri sono:
lo scopo mutualistico;
la qualit di socio si acquista assicurandosi presso la societ e si perde con lestinguersi dellas-
sicurazione;
la responsabilit limitata.
Possono essere previsti dallatto costitutivo i soci sovventori, i quali non sono legati alla societ da
rapporti di assicurazione ed i cui conferimenti servono per costituire fondi di garanzia per il paga-
mento delle indennit.

156 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Esistono due tipologie di mutue assicuratrici:
quelle a quota fissa, il cui patrimonio costituito da quote individuali dei soci;
quelle a ripartizione, i cui soci si obbligano a pagare pro quota le indennit dovute, di volta in
volta, senza costituire un patrimonio sociale.

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Capitolo 23 - Le societ cooperative e le mutue assicuratrici 157

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158 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 24 Lestinzione della societ

1 Caratteri generali

Lestinzione dellimpresa societaria si ha con il perfezionarsi di una fattispecie a formazione suc-


cessiva:
verificarsi di una causa di scioglimento;
procedimento di liquidazione;
cancellazione dal Registro delle imprese (solo per le societ soggette a registrazione).

2 Cause di scioglimento

CC Il decorso del termine.


CC Il conseguimento delloggetto sociale o la sopravvenuta impossibilit di
Cause di scioglimento conseguirlo.
comuni a tutte le societ
CC La volont dei soci.
CC Le altre cause di scioglimento previste dal contratto sociale.

Sopravvenuta mancanza di pluralit


di soci, se nel termine di 6 mesi que-
sta non reintegrata.

CC Per le societ di persone Sopravvenuta mancanza di tutti i


soci accomandanti o di tutti i soci ac-
comandatari, se nel termine di 6
mesi non ricostituita la categoria
dei soci venuti a mancare.

Provvedimento dellautorit gover-


nativa, nei casi stabiliti dalla legge
Cause di scioglimento CC Per le societ commerciali (provvedimento di liquidazione coat-
specifiche ta amministrativa).
Dichiarazione di fallimento.

Impossibilit di funzionamento o
continuata inattivit dellassemblea.
Dichiarazione di nullit della societ.
Riduzione del capitale al di sotto del
CC Per tutte le societ di capitali minimo legale (salvo il disposto de-
gli artt. 2447 e 2482ter c.c.).
Impossibilit di liquidare la quota del
socio receduto.
Le altre cause previste dalla legge.

Capitolo 24 - Lestinzione della societ 159

CC Per la societ in accomandita Cessazione dallufficio di tutti i soci


per azioni amministratori.

Perdita dellintero capitale sociale.


Atto dellautorit governativa conse-
guente ad un giudizio sfavorevole sul
raggiungimento degli scopi della so-
Cause di scioglimento ciet.
specifiche Riduzione del numero dei soci al di
CC Per le societ cooperative sotto di quello stabilito dalla legge se
non viene integrato nel termine mas-
simo di un anno.
Mancato deposito del bilancio an-
nuale ovvero mancato compimento
di atti di gestione per due anni con-
secutivi.

3 Accertamento e pubblicit delle cause di scioglimento

CC Gli amministratori devono provvedere ad iscrivere presso lUffi-


cio del Registro delle imprese la dichiarazione di accertamento
della causa stessa o della deliberazione assembleare di sciogli-
mento.
CC Gli effetti dello scioglimento decorrono dalla data delliscrizione.
CC In caso di ritardo od omissione, gli amministratori sono personal-
mente e solidalmente responsabili per i danni subiti dalla societ,
Verificatasi una causa dai soci, dai creditori sociali e dai terzi.
di scioglimento CC In caso di ritardo od omissione degli amministratori, il Tribunale,
su istanza di singoli soci o amministratori ovvero dei sindaci, ac-
certa il verificarsi della causa di scioglimento, con decreto che deve
essere iscritto presso lUfficio del Registro delle imprese.
CC Alla denominazione sociale deve essere aggiunta lindicazione che
si tratta di societ in liquidazione.
CC Allo stesso regime pubblicitario sono soggetti il provvedimento di
scioglimento dellautorit governativa e la sentenza di fallimento.

4 Il procedimento di liquidazione

Con il verificarsi di una causa di scioglimento la societ entra nella fase di liquidazione; la socie-
t continua ad esistere, ma con la nuova finalit di rendere disponibile il patrimonio sociale e consen-
tire il pagamento dei debiti e la divisione fra i soci del residuo attivo.

4.1 Nelle societ di persone


Avvenuto lo scioglimento della societ, i soci amministratori conservano il potere di amministrare
limitatamente agli affari urgenti (art. 2274 c.c.); convocano lassemblea per la nomina dei liquidatori,
quando questi non sono gi nominati nel contratto sociale.

160 Parte Seconda - Il diritto delle societ


4.2 Nelle societ di capitali
Fino al momento della consegna dei libri sociali e del rendiconto della gestione ai liquidatori, gli
amministratori conservano il potere di gestire la societ, ai soli fini della conservazione dellintegrit e
del valore del patrimonio sociale e sono personalmente e solidalmente responsabili dei danni arreca-
ti alla societ, ai soci, ai creditori sociali ed ai terzi, per atti od omissioni compiuti in violazione di tale
destinazione.
Essi, eccezion fatta per il caso di scioglimento deliberato dallassemblea e salvo che latto costi-
tutivo o lo statuto non dispongano diversamente, contestualmente allaccertamento della causa di scio-
glimento, debbono convocare lassemblea dei soci per le deliberazioni in tema di liquidazione.

5 I liquidatori

5.1 Nomina e revoca

CC Nomina: avviene con il consenso di tutti i soci e, in caso di disac-


cordo, con decreto del Presidente del Tribunale.
Nelle societ di persone CC Revoca: avviene per volont unanime dei soci, e in ogni caso,
quando sussiste una giusta causa, con provvedimento del Tribu-
nale.

CC Nomina: spetta allassemblea (con le maggioranze previste per


lassemblea straordinaria o comunque per le modificazioni del con-
tratto sociale) o, in mancanza, al Tribunale.
Nelle societ di capitali
CC Revoca: i liquidatori possono essere revocati dallassemblea o,
quando sussiste una giusta causa, dal Tribunale, su istanza dei
soci, dei sindaci o del Pubblico Ministero.

5.2 Poteri e obblighi


I liquidatori devono provvedere ad iscrivere la loro nomina e la determinazione dei loro poteri, non-
ch le eventuali modificazioni, nel Registro delle imprese.
Devono prendere in consegna dagli amministratori i libri sociali, una situazione dei conti alla data
di effetto dello scioglimento ed un rendiconto sulla loro gestione relativo al periodo successivo
allultimo bilancio approvato, redigendo apposito verbale.
Devono redigere il bilancio annuale e presentarlo per lapprovazione dellassemblea, illustrando
nella relazione landamento e le prospettive, anche temporali, della liquidazione, i principi e i cri-
teri adottati per realizzarla; in caso di continuazione, anche parziale, dellattivit di impresa, le re-
lative poste di bilancio devono avere una indicazione separata.
Possono chiedere ai soci lintegrazione dei conferimenti ancora ineseguiti.
Devono adempiere i loro doveri con la professionalit e diligenza richieste dalla natura dellinca-
rico e la loro responsabilit per i danni derivanti dallinosservanza di tali doveri disciplinata dal-
le norme in tema di responsabilit degli amministratori.

Pagati tutti creditori, posso- CC Nella societ semplice lattivo residuo distribuito ai soci come
no procedere alla ripartizio- rimborso dei conferimenti e leventuale eccedenza ripartita fra di
ne dellattivo residuo loro in misura della loro partecipazione ai guadagni.

Capitolo 24 - Lestinzione della societ 161

CC Nelle societ commerciali i liquidatori devono procedere alla reda-


zione di un bilancio finale di liquidazione, indicando la parte spettan-
te a ciascun socio o azione nella divisione dellattivo. Il bilancio, sot-
toscritto dai liquidatori e accompagnato dalla relazione dei sindaci
Pagati tutti creditori, posso-
e del soggetto incaricato della revisione legale dei conti, viene de-
no procedere alla ripartizio-
positato presso lUfficio del Registro delle imprese.Decorso il termi-
ne dellattivo residuo
ne di 90 gg. senza che siano stati proposti reclami, il bilancio sin-
tende approvato e i liquidatori, salvi i loro obblighi relativi alla distri-
buzione dellattivo risultante dal bilancio stesso, sono liberati di fron-
te ai soci.

6 Il momento estintivo

Completato il procedimento liquidativo sussiste un ulteriore obbligo a carico dei liquidatori, cio
quello di chiedere la cancellazione della societ dal Registro delle imprese. Con la cancellazione, la
societ si estingue.
Dopo la cancellazione, i creditori sociali rimasti eventualmente insoddisfatti potranno sempre agi-
re (art. 2495 c.c.):
contro i soci: fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di li-
quidazione;
contro i liquidatori: qualora il mancato pagamento sia dipeso da loro colpa.

Osservazioni

Con le sentenze 22-2-2010, nn. 4060, 4061 e 4062 la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, in-
tervenuta a ricomporre un contrasto giurisprudenziale, riconoscendo alla cancellazione efficacia
costitutiva per le sole societ di capitali, mentre alla cancellazione delle societ di persone va ri-
conosciuta mera efficacia dichiarativa, come tale opponibile ai creditori che agiscono contro i soci.
Con riferimento alle societ di persone, ha sostenuto che, al fine di garantire parit di trattamento
ai creditori di ogni tipo di societ, debba logicamente presumersi che, con la cancellazione dal re-
gistro delle imprese, cos come viene meno la personalit giuridica delle societ (di capitali) che di
essa sono dotate, allo stesso modo venga meno la ridotta capacit e soggettivit delle societ di
persone. Deve ritenersi, quindi, che gli effetti estintivi derivanti dalla cancellazione dal registro del-
le imprese per le societ di capitali si estendano anche alle societ di persone, sebbene perduri-
no rapporti o azioni in cui le stesse societ siano parti.
Appare opportuno ricordare, in materia, che nelle ipotesi di chiusura del fallimento di una socie-
t di capitali non si verifica lestinzione della stessa qualora il fallimento si chiuda:
per lintegrale pagamento dei creditori e delle spese della procedura fallimentare;
per concordato fallimentare;
per cessazione della massa passiva.

7 La revoca della liquidazione (art. 2487ter c.c.)

La societ pu in ogni momento revocare lo stato di liquidazione con deliberazione dellassem-


blea presa con le maggioranze richieste per le modificazioni dellatto costitutivo o dello statuto e
previa eliminazione della causa di scioglimento.
La deliberazione soggetta al regime pubblicitario previsto per le deliberazioni contenenti modi-
fiche dellatto costitutivo o dello statuto.
La revoca ha effetto solo dopo 60 giorni dalliscrizione nel Registro delle imprese della relativa de-
liberazione, se non vi sono opposizioni, salvo che consti il consenso dei creditori della societ o
il pagamento dei creditori che non hanno dato il consenso.

162 Parte Seconda - Il diritto delle societ


In sintesi

Il prodursi di una causa di scioglimento non determina automaticamente lestinzione della societ.
Ci che si verifica un sostanziale cambiamento dello scopo sociale, in quanto, alla finalit di svol-
gere unattivit economica, si sostituisce quella di ripartire tra i soci i guadagni realizzati, insieme
al rimborso dei conferimenti effettuati.
Ai sensi dellart. 2484 c.c., le societ di capitali si sciolgono per:
decorso del termine;
conseguimento delloggetto sociale o per sopravvenuta impossibilit di conseguirlo;
impossibilit di funzionamento o per la continuata inattivit dellassemblea;
riduzione del capitale al disotto del minimo legale, salvo quanto disposto dallart. 2447 c.c.;
deliberazione dellassemblea;
altre cause previste dallatto costitutivo.
Le societ si sciolgono, inoltre, per le altre cause previste dalla legge.
Al verificarsi di una causa di scioglimento la societ entra nel cd. stato di liquidazione: gli ammi-
nistratori hanno anzitutto lobbligo di prendere i provvedimenti necessari per la liquidazione: nelle
societ di persone essi convocano lassemblea per la nomina dei liquidatori se non sono gi stati
nominati nel contratto sociale; nelle altre societ essi devono convocare lassemblea per la nomi-
na dei liquidatori e per le altre deliberazioni necessarie alla liquidazione.
Il procedimento di liquidazione si articola in due fasi: estinzione dei debiti e ripartizione dellattivo.

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Capitolo 24 - Lestinzione della societ 163

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164 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Capitolo 25 Trasformazione, fusione
e scissione della societ

1 La trasformazione

Nozione: si ha trasformazione di un ente o di una societ qualora lo stesso assuma un tipo di or-
ganizzazione sociale diverso da quello originario di cui allatto di costituzione.
La trasformazione pu avere luogo anche in pendenza di procedura concorsuale, purch non vi
siano incompatibilit con le finalit o lo stato della stessa (art. 2499 c.c.).

CC Latto di trasformazione in s.p.a., s.a.p.a. o s.r.l. deve essere re-


datto per atto pubblico e contenere le indicazioni previste dalla
legge per latto di costituzione del tipo societario adottato.
CC Latto di trasformazione soggetto alla disciplina e alla pubblici-
t del modello sociale adottato nonch alla pubblicit prevista per
lipotesi di cessazione dellente che adotta la trasformazione.

Effetti e pubblicit CC La trasformazione ha effetto dallultimo degli adempimenti pubbli-


citari richiesti (art. 2500, u.c., c.c.). Da quel momento non pu es-
sere dichiarata linvalidit della trasformazione, salvo il diritto al ri-
sarcimento del danno eventualmente spettante ai partecipanti
allente trasformato o ai terzi (art. 2500bis c.c.).
CC La societ risultante dalla trasformazione conserva i diritti e gli
obblighi anteriori alla trasformazione stessa e prosegue in tutti i
rapporti, anche processuali (art. 2498 c.c.).

1.1 Ipotesi e procedimento


La riforma del diritto societario ha introdotto una minuziosa disciplina delle varie ipotesi di trasfor-
mazione del tipo sociale, risolvendo molte delle controversie sorte in dottrina e in giurisprudenza.
Si parla di trasformazione omogenea in relazione a quelle vicende modificative che vedono la
trasformazione di societ commerciali di persone (s.n.c.; s.a.s.) in societ di capitali (s.p.a.; s.a.p.a.;
s.r.l.) o, viceversa, la trasformazione di una societ di capitali in una societ di persone.
Ancora, si qualifica come trasformazione omogenea quella da un tipo di societ di persone ad un
altro appartenente alla stessa categoria, o da un tipo di societ di capitali allaltro.

Trasformazione di societ di persone in societ di capitali (artt. 2500ter - 2500quinquies c.c.):


decisa con il consenso della maggioranza dei soci determinata secondo la parte attribuita a cia-
scuno negli utili, salvo diversa disposizione del contratto sociale.
Al socio che non ha concorso alla decisione spetta il diritto di recesso.
Il capitale della societ risultante dalla trasformazione deve essere determinato sulla base dei va-
lori attuali dellattivo e del passivo e deve risultare da relazione di stima redatta secondo la disci-
plina dettata per quel modello societario in materia di conferimento di beni in natura e crediti.
Ciascun socio ha diritto allassegnazione di un numero di azioni o di una quota proporzionale alla
sua partecipazione.
Ove vi sia un socio dopera, questi ha diritto ad un numero di azioni o ad una quota corrisponden-
te alla partecipazione riconosciutagli prima della trasformazione o stabilita daccordo tra i soci o
dal giudice secondo equit; le partecipazioni degli altri soci si riducono proporzionalmente.

Capitolo 25 - Trasformazione, fusione e scissione della societ 165

La trasformazione non libera i soci a responsabilit illimitata dalla responsabilit per le obbligazio-
ni sociali sorte prima degli adempimenti pubblicitari della trasformazione, se non risulta che i cre-
ditori sociali hanno dato il loro consenso alla trasformazione.
Il consenso si presume se i creditori, ai quali la deliberazione di trasformazione sia stata comuni-
cata, non lo hanno espressamente negato entro 60 giorni dalla comunicazione.

Trasformazione di societ di capitali in societ di persone (art. 2500sexies c.c.):


La deliberazione adottata con le maggioranze previste per le modifiche dello statuto, salvo di-
versa disposizione dello statuto stesso. comunque richiesto il consenso dei soci che con la tra-
sformazione assumono responsabilit illimitata.
Il socio che non ha concorso alla deliberazione di trasformazione ha diritto di recedere dalla so-
ciet (artt. 2437 e 2473 c.c.).
Gli amministratori devono predisporre una relazione che illustri le motivazioni e gli effetti della tra-
sformazione e i soci hanno diritto di prenderne visione.
Ciascun socio ha diritto allassegnazione di una partecipazione proporzionale al valore della sua
quota o delle sue azioni.
I soci che con la trasformazione assumono responsabilit illimitata rispondono illimitatamente an-
che per le obbligazioni sociali sorte anteriormente alla trasformazione.

Trasformazione eterogenea:
Si parla di trasformazione eterogenea quando la trasformazione comporta il mutamento dello
scopo dellente (es.: da lucrativo in mutualistico).
Gli artt. 2500septies e 2500octies c.c. disciplinano per la prima volta nel nostro ordinamento, ri-
spettivamente, la trasformazione eterogenea da societ di capitali in consorzi, societ consortili,
cooperative, comunioni di azienda, associazioni non riconosciute e fondazioni e la trasformazione
eterogenea di tali enti, ad eccezione delle sole associazioni non riconosciute, in societ di capitali.
La trasformazione eterogenea ha effetto dopo 60 giorni dallultimo degli adempimenti pubblicitari
contemplati dal secondo comma dellart. 2500 c.c., se i creditori entro detto termine non abbiano pro-
posto opposizione, salvo che consti il consenso dei creditori stessi o il pagamento di quelli che non
hanno dato il consenso.

Ipotesi di trasformazione eterogenea disciplinate dal codice civile:

CC Le s.p.a., le s.a.p.a. e le s.r.l. possono trasformarsi in consorzi, societ


consortili, societ cooperative, comunioni di azienda, associazioni non
riconosciute e fondazioni.
CC La deliberazione viene adottata con il voto favorevole dei 2/3 degli aven-
La trasformazione ti diritto; occorre altres il consenso dei soci che assumono responsa-
da societ di capitali bilit illimitata.
CC Si applica, in quanto compatibile, la disciplina dettata per la trasforma-
zione di societ di capitali in societ di persone e, per la deliberazione
di trasformazione in fondazione, la disciplina dettata in tema di effetti
dellatto di fondazione o di volont del fondatore.

CC I consorzi, le societ consortili, le comunioni dazienda, le associazioni


riconosciute e le fondazioni possono trasformarsi in s.p.a., s.a.p.a. o s.r.l.

La trasformazione
in societ di capitali Nei consorzi, con il voto favorevole del-
CC La deliberazione di tra- la maggioranza assoluta dei consorziati.
sformazione deve essere
assunta Nelle comunioni di aziende, allunanimi-
t.

166 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Nelle societ consortili e nelle associa-
zioni, con la maggioranza richiesta dalla
CC La deliberazione di tra- legge o dallatto costitutivo per lo sciogli-
La trasformazione mento anticipato.
sformazione deve essere
in societ di capitali
assunta Per le fondazioni la trasformazione di-
sposta dallautorit governativa, su pro-
posta dellorgano competente.

2 La fusione

2.1 Nozione e limiti


Nozione: dal punto di vista economico la fusione attua la concentrazione delle imprese, mentre
dal punto di vista giuridico costituisce il fenomeno per cui ad una pluralit di societ si sostituisce un
organismo sociale nuovo.
Essa, di solito, interviene tra societ di grandi dimensioni, allo scopo di escludere la concorrenza
e dare vita ad una sola impresa a carattere monopolistico; tra societ di piccole e medie dimensioni,
per far fronte alla concorrenza delle grandi imprese.

CC Per incorporazione: una societ (incorporante) assorbe intera-


mente laltra (incorporata), assumendone tutte le obbligazioni ed
acquistandone tutti i diritti.
La fusione pu attuarsi
CC Mediante unione (fusione in senso stretto): in tal caso una o
pi societ si estinguono e dalla loro sostanza patrimoniale sor-
ge un terzo ente nuovo.

2.2 Il progetto di fusione

CC redatto dagli amministratori delle societ partecipanti alla fusione.


CC Deve essere depositato per liscrizione nel Registro delle imprese
dei luoghi ove hanno sede le societ partecipanti.
Disciplina
CC Fra la data delliscrizione e la data fissata per la decisione devono
intercorrere almeno 30 giorni, salvo che i soci non vi rinuncino
allunanimit.

CC Il tipo, la denominazione o ragione sociale, la sede delle societ


partecipanti alla fusione.
CC Latto costitutivo della nuova societ risultante dalla fusione o di quel-
la incorporante, con le eventuali modificazioni derivanti dalla fusione.
CC Il cd. rapporto di cambio delle azioni o quote (ossia il rapporto
Contenuto in base al quale si attribuiscono le partecipazioni societarie, della
(art. 2501ter c.c.) nuova societ risultante dalla fusione o di quella incorporante, ai
soci delle societ assorbite) nonch leventuale conguaglio in da-
naro. Il D.Lgs. 147/2009 ha previsto la possibilit di esonero dallob-
bligo di uno o pi esperti di redigere la relazione sulla congruit del
rapporto di cambio in presenza del consenso unanime dei soci di
tutte le societ che partecipano alle operazioni di fusione.
CC La data di decorrenza degli effetti della fusione.

Capitolo 25 - Trasformazione, fusione e scissione della societ 167

CC Il trattamento eventualmente riservato a particolari categorie di soci


Contenuto e ai possessori di titoli diversi dalle azioni.
(art. 2501ter c.c.) CC I vantaggi particolari eventualmente proposti a favore degli ammi-
nistratori delle societ partecipanti.

Osservazioni

Quello esaminato costituisce il contenuto necessario o minimo: quindi consentito agli amministra-
tori di inserire nel progetto dati ed informazioni ulteriori rispetto a quelli specificamente previsti.

CC Si consente di dare pubblicit al progetto di fusione o scissione, in


alternativa al deposito presso il competente Registro delle impre-
se, attraverso la pubblicazione del documento sul sito internet
della societ, con modalit atte a garantire la sicurezza dello stes-
so, lautenticit dei documenti e la certezza della data di pubblica-
zione.
CC Nelle fusioni, con il consenso unanime dei soci delle societ par-
tecipanti, consentito omettere la redazione della situazione
patrimoniale delle societ, come nelle scissioni.
CC Nelle societ quotate non necessario redigere la situazione pa-
trimoniale se non siano trascorsi pi di 120 giorni tra il deposito o
Novit introdotte dal D.Lgs.
la pubblicazione del progetto di fusione e la chiusura del bilancio
123/2012 di attuazione della
desercizio, n siano trascorsi pi di sei mesi dal giorno della rela-
direttiva 2009/109/CE
zione finanziaria semestrale.
CC Lorgano amministrativo deve segnalare ai soci in assemblea e
allorgano amministrativo delle altre societ partecipanti alla fusio-
ne, le modifiche rilevanti degli elementi dellattivo e del passi-
vo apportate tra la data di elaborazione del progetto di fusione e
la data dellassemblea che deve deliberare sul progetto stesso.
CC Nella scissione con costituzione di una o pi nuove societ,
per la quale lart. 2506ter, co. 3, c.c. gi prevede che la relazione
degli esperti non debba essere redatta, il nuovo decreto legislati-
vo prevede che non sono da predisporre n la relazione dellorga-
no amministrativo n la situazione patrimoniale.

2.3 La deliberazione di fusione


Durante i 30 giorni che precedono lassemblea e finch la fusione non venga deliberata, nelle sedi
delle societ partecipanti devono restare depositati in copia:
il progetto di fusione, con la relazione degli amministratori che illustra i profili giuridici ed eco-
nomici della fusione (redatta a norma dellart. 2501quinquies c.c.) e quella degli esperti (a nor-
ma dellart. 2501sexies c.c.);
i bilanci degli ultimi tre esercizi delle societ partecipanti, con le relazioni dei soggetti cui compe-
te lamministrazione e la revisione legale dei conti;
le situazioni patrimoniali delle societ partecipanti, redatte a norma dellart. 2501quater c.c. Tra le
novit in materia di fusioni introdotte dal D.lgs. 123/2012 previsto che lorgano amministrativo
delle societ partecipanti alla fusione possa omettere la redazione della situazione patrimo-
niale delle societ l dove vi rinuncino allunanimit i soci delle societ partecipanti.

La fusione deve essere deliberata da ciascuna delle societ che vi partecipano mediante appro-
vazione del relativo progetto.

168 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Lapprovazione avviene:
nelle societ di persone: con il consenso della maggioranza dei soci secondo la parte attribuita a
ciascuno negli utili, salva diversa disposizione dellatto costitutivo o dello statuto;
nelle societ di capitali: secondo le norme previste per le modificazioni dellatto costitutivo o del-
lo statuto.

Al socio che non abbia consentito alla fusione e non abbia partecipato alla relativa deliberazione
riconosciuto il diritto di recedere dalla societ. Le deliberazioni di fusione, unitamente ai documenti
anzidetti, devono essere depositate per liscrizione nel Registro delle imprese.

2.4 Il regime delle opposizioni

CC I creditori sociali (art. 2503 c.c.).


Soggetti legittimati CC I possessori di obbligazioni, salvo che vi sia stata approvazione da
parte dellassemblea degli obbligazionisti (art. 2503bis c.c.).

CC Lopposizione va proposta, con atto di citazione, entro 60 giorni


dalliscrizione della deliberazione di fusione nel Registro delle im-
prese, salvo che risulti il consenso dei creditori o il pagamento.
CC La presentazione dellopposizione sospende lattuazione della fu-
sione ed instaura un giudizio ordinario contenzioso.
Disciplina CC Il Tribunale pu egualmente consentire la stipulazione dellatto di
fusione, previa prestazione di idonea garanzia da parte della so-
ciet (art. 2503 c.c.).
CC Lopposizione deve ritenersi sostanzialmente diretta ad accertare
lincapienza patrimoniale della societ risultante dalla fusione e la
conseguente lesione della garanzia patrimoniale dellopponente.

2.5 Latto di fusione e i suoi effetti

CC Deve sempre risultare da atto pubblico (art. 2504 c.c.).


CC Entro 30 giorni deve essere presentato per liscrizione nel Regi-
stro delle imprese dei luoghi ove posta la sede della societ ri-
sultante e delle societ partecipanti alla fusione.
CC Dopo tutte le iscrizioni dellatto di fusione prescritte dallart. 2504
c.c., non pu pi essere pronunciata linvalidit di esso salvo il di-
ritto al risarcimento del danno eventualmente spettante ai soci o
ai terzi (art. 2504quater c.c.).
CC La societ che risulta dalla fusione o quella incorporante assume i
diritti e gli obblighi delle societ partecipanti alla fusione, proseguen-
Disciplina
do in tutti i loro rapporti, anche processuali, anteriori alla fusione.
CC Gli effetti della fusione decorrono, di norma, dallultima delle iscri-
zioni dellatto pubblico nel Registro delle imprese.
CC La societ che risulta dalla fusione non pu assegnare azioni o
quote in sostituzione di quelle delle societ partecipanti che le so-
ciet medesime possedessero sia direttamente, che per il tramite
di societ fiduciarie o interposta persona (art. 2504ter, co. 1, c.c.).
CC Lo stesso divieto opera per la societ incorporante in relazione a
quote ed azioni delle partecipanti possedute da queste o dalla stes-
sa incorporante (art. 2504ter, co. 2, c.c.).

Capitolo 25 - Trasformazione, fusione e scissione della societ 169

CC La fusione attuata mediante costituzione di una nuova societ di


capitali ovvero mediante incorporazione in una societ di capitali
non libera i soci a responsabilit illimitata dalla responsabilit per
Disciplina
le obbligazioni delle rispettive societ partecipanti alla fusione an-
teriori allultima delle iscrizioni dellatto di fusione, se non risulta il
consenso dei creditori.

2.6 Ipotesi i cui si applicano procedimenti semplificati


La riforma del diritto societario ha introdotto una disciplina semplificata per tre particolari ipotesi
di fusione:
quella che avviene mediante incorporazione di societ interamente possedute (art. 2505 c.c.);
quella che avviene mediante incorporazione di societ possedute al 90% (art. 2505bis c.c.);
quella alla quale non partecipano societ il cui capitale rappresentato da azioni (art. 2505qua-
ter c.c.).

Osservazioni

Con il D.Lgs. 108/2008 stata attuata, nel nostro ordinamento, la direttiva 2005/56/CE relativa alle fu-
sioni transfrontaliere delle societ di capitali, con lobiettivo di facilitare la realizzazione di fusioni
transfrontaliere tra diversi tipi di societ di capitali soggette alle legislazioni di Stati membri diversi.
Per fusione transfrontaliera, quindi, si intende la fusione tra societ italiane e societ di altro stato
comunitario, in cui la societ che risulta dalla fusione sia una societ italiana o di altro stato comu-
nitario.
Il decreto trova applicazione nei confronti di:
fusioni di societ di capitali costituite in conformit alla legislazione di uno Stato membro e aven-
ti la sede sociale, lamministrazione centrale o il centro di attivit principale nella Comunit, a
condizione che almeno due di esse siano soggette alla legislazione di Stati membri diversi;
fusioni transfrontaliere qualora la legislazione di almeno uno degli Stati membri interessati con-
senta che il conguaglio in contanti (eventualmente assegnato ai soci delle societ incorporate
o estinte) superi il 10 per cento del valore nominale o, in mancanza, della parit contabile dei
titoli o delle quote che rappresentano il capitale della societ risultante dalla fusione.
Una SICAV pu partecipare ad una fusione solo se la societ risultante dalla fusione una SICAV
o una societ di gestione. In generale si applica la disciplina ordinaria in quanto compatibile, con
la precisazione che il progetto di fusione deve essere preventivamente autorizzato dalla Banca
dItalia, sentita la Consob.
Il D.Lgs. 108/2008 ha previsto, in via generale, lapplicabilit della disciplina delle fusioni contenu-
ta nel codice civile.

3 La scissione

La scissione unoperazione economica opposta alla fusione, caratterizzata dalla scomposizio-


ne del patrimonio di una societ, che viene attribuito, in tutto o in parte, ad altre societ (preesistenti
o nuove), e dallattribuzione ai soci della societ originaria di azioni o quote delle societ beneficiarie
del trasferimento patrimoniale.

170 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Differenze

La scissione pu essere totale: in tale ipotesi la societ originaria (che si estingue) assegna tut-
to il suo patrimonio ad almeno due altre societ, sicch i soci della societ originaria cessano di
essere tali per divenire soci delle societ assegnatarie. Nella scissione parziale, invece, la so-
ciet originaria (che perdura) assegna parte del suo patrimonio ad una o pi altre societ, sicch
i soci della societ originaria rimangono tali pur divenendo anche soci di una o pi delle societ
beneficiarie. Sia nella scissione totale che in quella parziale le societ beneficiarie possono esse-
re preesistenti alla scissione, ed in tal caso si parler di scissione per incorporazione, oppure
possono esser di nuova costituzione, ed in tal caso si parler di scissione in senso stretto.

3.1 Il progetto di scissione


Gli amministratori delle societ partecipanti alla scissione devono redigere un progetto di scissio-
ne, da sottoporre allapprovazione delle assemblee delle societ medesime.

CC Deve essere iscritto nel Registro delle imprese dei luoghi dove hanno
sede le societ partecipanti.
CC Gli amministratori di ciascuna societ partecipante devono predisporre
unapposita situazione patrimoniale nonch una relazione che illustri i
profili giuridici ed economici della scissione (redatta a norma dellart.
2501quinquies c.c.), salvo che i soci allunanimit esonerino lorgano
amministrativo dalla preparazione di tali documenti.
CC Deve essere altres redatta una relazione degli esperti a norma dellart.
2501sexies c.c., salvo il caso della scissione vera e propria in cui lat-
Disciplina tribuzione avvenga in base ad un criterio strettamente proporzionale.
Anche per la scissione, a seguito dellintervento del D.Lgs. 147/2009,
gli esperti non hanno lobbligo di redigere tale relazione qualora vi sia
il consenso unanime dei soci di tutte le societ partecipanti alle opera-
zioni di scissione.
CC Nella scissione con costituzione di una o pi societ, per la quale il co. 3
dellart. 2506ter c.c. gi prevede che la relazione degli esperti non deb-
ba essere redatta, il D.Lgs. 123/2012 dispone che non sono da predi-
sporre n la relazione dellorgano amministrativo n la situazione patri-
moniale.

Il tipo, la denominazione o ragione so-


ciale, la sede delle societ partecipan-
ti alla scissione.
Latto costitutivo della nuova societ
risultante dalla scissione o della socie-
t beneficiaria gi esistente con le mo-
Contenuto CC Dati indicati nel primo com-
dificazioni derivanti dalla scissione.
(art. 2506bis c.c.) ma dellart. 2501ter c.c.
Il rapporto di cambio in base al quale
si attribuiscono le partecipazioni socie-
tarie (azioni o quote) della societ be-
neficiaria della scissione ai soci della
societ scissa nonch leventuale con-
guaglio in danaro.

Capitolo 25 - Trasformazione, fusione e scissione della societ 171

Le modalit di assegnazione delle


azioni o quote della societ beneficia-
ria.
La data a decorrere dalla quale le azio-
ni o quote della societ beneficiaria
partecipano agli utili.
La data a decorrere dalla quale le ope-
razioni delle societ partecipanti alla
CC Dati indicati nel primo com-
scissione sono imputate al bilancio del-
ma dellart. 2501ter c.c.
la societ beneficiaria.
Contenuto Il trattamento eventualmente riserva-
(art. 2506bis c.c.) to a particolari categorie di soci e ai
possessori di titoli diversi dalle azioni.
I vantaggi particolari eventualmente
proposti a favore degli amministratori
delle societ partecipanti alla scissio-
ne.

CC Criteri di distribuzione delle azioni o quote delle societ beneficia-


rie.
CC Esatta descrizione degli elementi patrimoniali da trasferire a cia-
scuna societ beneficiaria.

3.2 Lapprovazione del progetto e latto di scissione


Al procedimento di scissione si applicano le norme previste per la fusione in materia di:
deposito del progetto e degli altri documenti prima della deliberazione;
approvazione del progetto;
deposito ed iscrizione della decisione di scissione;
regime delle opposizioni ed invalidit;
redazione e deposito dellatto di scissione;
procedimento semplificato nella (sola) ipotesi di societ possedute al 90%.

Quanto agli effetti, lart. 2506quater c.c. prevede che essi si producano dallultima delle iscrizioni
dellatto di scissione nellUfficio del Registro delle imprese in cui sono iscritte le societ beneficiarie,
adempimenti che possono essere effettuati da qualunque societ beneficiaria.
Pu essere tuttavia stabilita una data successiva, tranne che nel caso di scissione mediante co-
stituzione di societ nuove.
Ciascuna societ solidalmente responsabile, nei limiti del valore effettivo del patrimonio netto ad
essa assegnato o rimasto, dei debiti della societ scissa non soddisfatti dalla societ cui fanno carico.

172 Parte Seconda - Il diritto delle societ


Parte Terza
I contratti commerciali

Capitolo Ventiseiesimo: La compravendita......................................... Pag. 175


1 Nozione, natura giuridica e requisiti 2 Obblighi del venditore 3
Obblighi del compratore 4 Vendita di beni immobili 5 Vendita di
beni mobili 6 Vendita con efficacia obbligatoria 7 La tutela del con-
sumatore: vendite concluse fuori dalle sedi commerciali, clausole ves-
satorie e vendite a distanza 8 Tipi di vendita rispetto alla qualit
delloggetto 9 Vendita con patto di riscatto

Capitolo Ventisettesimo: La permuta, il contratto estimatorio e il ri-


porto................................................................................................ 187
1 La permuta 2 Il contratto estimatorio 3 Il riporto

Capitolo Ventottesimo: La somministrazione...................................... 191


1 Nozione e natura giuridica 2 Disciplina 3 La clausola di esclusiva
e il patto di preferenza

Capitolo Ventinovesimo: Il franchising................................................. 193


1 Nozione e natura giuridica 2 Disciplina

Capitolo Trentesimo: Lappalto e la subfornitura................................ 195


1 Nozione e natura giuridica 2 Attivit dellappaltatore 3 Attivit del
committente 4 Estinzione dellappalto

Capitolo Trentunesimo: Il trasporto e i contratti di viaggio................ 201


1 Nozione e natura giuridica 2 Trasporto di persone 3 Trasporto di
cose 4 Pubblici servizi di linea 5 I contratti di viaggio

Capitolo Trentaduesimo: Il deposito e il contratto dalbergo............. 207


1 Il deposito 2 Il deposito irregolare 3 Il deposito nei magazzini ge-
nerali 4 Il contratto di posteggio 5 Il contratto dalbergo

Capitolo Trentatreesimo: Il mandato, la spedizione e la commissione.. 211


1 Il mandato 2 La spedizione 3 La commissione

Capitolo Trentaquattresimo: Lagenzia e la mediazione...................... 215


1 Lagenzia 2 La mediazione
Capitolo Trentacinquesimo: Il mutuo e il credito al consumo............ Pag. 221
1 Nozione e natura giuridica 2 Disciplina 3 Mutuo di scopo e mu-
tuo garantito 4 Il credito al consumo

Capitolo Trentaseiesimo: Il comodato.................................................. 225


1 Nozione e natura giuridica 2 Disciplina

Capitolo Trentasettesimo: Il conto corrente......................................... 227


1 Nozione 2 Disciplina 3 Scioglimento del contratto

Capitolo Trentottesimo: I contratti bancari.......................................... 229


1 Le attivit bancarie 2 I contratti bancari 3 Il deposito bancario
4 Apertura di credito bancario 5 Le operazioni bancarie in conto cor-
rente e il conto corrente bancario 6 Anticipazione bancaria 7 Lo
sconto 8 Le operazioni accessorie

Capitolo Trentanovesimo: Il contratto di assicurazione..................... 239


1 Nozione 2 Limpresa di assicurazione 3 Il contratto di assicura-
zione 4 Forme peculiari di assicurazione 5 Lassicurazione contro
i danni 6 Lassicurazione della responsabilit civile 7 Lassicurazio-
ne sulla vita 8 Misure a favore della concorrenza e della tutela del
consumatore nel mercato assicurativo 9 Lassicurazione infortuni
10 La riassicurazione

Capitolo Quarantesimo: I contratti atipici e la cartolarizzazione dei


crediti............................................................................................... 245
1 Il leasing 2 Il factoring 3 La cartolarizzazione dei crediti 4 Il for-
fating 5 Il contratto di engineering 6 Il catering
Capitolo 26 La compravendita

1 Nozione, natura giuridica e requisiti

Nozione: il contratto che ha per oggetto il trasferimento della propriet di una cosa o il trasferi-
mento di altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo (art. 1470 c.c.).

CC Consensuale: per il suo perfezionamento sufficiente il semplice


consenso delle parti.
CC Traslativo (ad effetti reali): attua il passaggio della propriet della
cosa o della titolarit del diritto da un soggetto ad un altro. Quando
ci non avvenga e leffetto traslativo subordinato ad un evento di-
Natura giuridica del verso dal prestato consenso si parla di vendita con effetti obbligato-
contratto ri.
CC A titolo oneroso.
CC A prestazioni corrispettive o sinallagmatico.
CC Commutativo: le parti possono conoscere fin dallinizio i vantaggi e
gli svantaggi che deriveranno dal contratto.

CC La funzione economico-sociale lo scambio di un diritto verso il cor-


Causa
rispettivo di un prezzo.

CC La compravendita non un negozio formale, per cui il consenso del-


le parti pu essere manifestato in qualsiasi modo.

Forma Vendita di eredit (art. 1543 c.c.).


Vendita di navi ed aeromobili.
CC richiesta la forma scritta per
Vendita di immobili (art. 1350, nn.
1 e 2, c.c.).

2 Obblighi del venditore

CC Consegnare la cosa al compratore nel luogo e alla scadenza conve-


nuti, con i relativi titoli e documenti necessari al normale esercizio dei
Obbligazioni del vendito- diritti acquisiti.
re (artt. 1475 e 1476 c.c.)
CC Far acquistare la propriet (nel caso di vendite cd. obbligatorie).
CC Garantire il compratore dallevizione e da eventuali vizi.

2.1 Garanzia per evizione


Nozione: levizione si ha quando il compratore privato del diritto sul bene acquistato in conse-
guenza di una pronuncia giudiziaria che accerta un difetto nel diritto del venditore, a vantaggio di un
terzo.

Capitolo 26 - La compravendita 175

Osservazioni

La garanzia per evizione, assieme alla garanzia per vizi occulti, costituisce, per la dottrina domi-
nante, un elemento naturale del negozio, cio una clausola tacita e imprescindibile a cui le parti
sono sempre sottoposte.

Il venditore deve restituire al com-


CC Totale: se si riferisce a tutta la pratore il prezzo pagato e rimbor-
cosa venduta (art. 1483 c.c.) sare le spese di contratto e quel-
le successive e utili fatte per la
cosa.

Tipi Il compratore pu ottenere solo


una riduzione del prezzo oltre al
risarcimento del danno. Si appli-
CC Parziale: se riguarda solo una cano per le norme sullevizione
parte di essa (art. 1484 c.c.) totale, qualora risulti, secondo le
circostanze, che egli non avrebbe
acquistato la cosa senza la parte
di cui non divenuto proprietario.

Osservazioni

Sulla natura giuridica vi sono numerose teorie: impossibilit originaria delloggetto (Martora-
no); inadempimento contrattuale (Rubino, Bianca); speciale responsabilit contrattuale per og-
gettiva inattuazione o imperfetta attuazione delleffetto traslativo, derivante da anomalie preesisten-
ti alla vendita (Luminoso).

2.2 Garanzia per vizi occulti della cosa


Nozione: il venditore deve garantire che la cosa venduta sia immune da difetti che la rendano inido-
nea alluso o ne diminuiscano in modo apprezzabile il valore. La garanzia dovuta solo quando il vizio
era ignoto al compratore e non era facilmente riconoscibile al momento dellacquisto (cd. vizi occulti).

Entro 8 giorni dalla scoperta del vi-


CC Il compratore deve denun-
zio, a pena di decadenza.
ciare al venditore i vizi oc-
culti Entro un anno dalla consegna della
cosa viziata (termine di prescrizione)
deve far valere in giudizio la garanzia.

Lactio redibitoria: rivolta ad ottene-


Disciplina
re la risoluzione del contratto ed il rim-
borso del prezzo e delle spese (artt.
1492 e 1493 c.c.).
CC La garanzia viene fatta va-
lere con Lactio aestimatoria (o quanti mi-
noris): rivolta ad ottenere il manteni-
mento in vita del contratto e la ridu-
zione del prezzo o il parziale rimbor-
so del prezzo (art. 1492 c.c.).

176 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Proposta una delle due azioni, con domanda giudiziale, il comprato-
re non pu esercitare laltra; n pu proporle entrambe, una come do-
manda principale e laltra come subordinata.
Disciplina
CC Inoltre sempre possibile lazione per il risarcimento del danno: se il
venditore non prova di avere ignorato senza colpa i vizi della cosa
(art. 1491 c.c.).

2.3 Mancanza di qualit promesse o essenziali


Nozione: si ha quando la cosa venduta non ha le qualit promesse o essenziali alluso cui de-
stinata; in tal caso si riscontra unipotesi di inesatto adempimento.

CC Azione di risoluzione per mancanza di qualit a prescrizione an-


Tutela del compratore nuale (art. 1497 c.c.).
CC Azione per il risarcimento dei danni.

2.4 Aliud pro alio


Nozione: si ha quando la cosa consegnata dal venditore funzionalmente incapace di assolve-
re la destinazione economico-sociale cui la cosa pattuita era destinata e quindi di soddisfare i concre-
ti bisogni che hanno indotto lacquirente a contrarre. Si tratta di un vero e proprio inadempimento del
contratto.

CC Azione ordinaria di risoluzione (art. 1453 c.c.), non soggetta ai


brevi termini di prescrizione e decadenza su indicati.
Tutela del compratore
CC Eccezione di inadempimento (art. 1460 c.c.).
CC Risarcimento del danno.

3 Obblighi del compratore

Lobbligazione principale del compratore consiste nel pagamento del prezzo.


Il prezzo deve essere pagato al momento della consegna della cosa venduta e nel luogo ove tale
consegna si esegue ovvero presso il domicilio del venditore.

CC Pagamento al ricevimento della merce (o in contrassegno): si muta il


luogo delladempimento che diventa quello in cui la merce viene riti-
rata.
CC Pagamento a mezzo tratta o ricevuta bancaria: in tali operazioni
Clausole derogatorie coinvolta una banca nella cui sede il debitore tenuto ad effettuare
il pagamento.
CC Pagamento merci su documenti: tali operazioni riguardano merci de-
positate presso un terzo o in viaggio, che sono rappresentate da un
titolo.

CC Libero: se le parti possono liberamente contrattarlo.


Il prezzo pu essere CC Dimperio: se imposto dallautorit governativa.
CC Imposto: dal produttore, o grossista, o dettagliante.

Capitolo 26 - La compravendita 177

Il prezzo normalmente praticato dal vendi-


tore, se si tratta di cose che il venditore ven-
CC Non determinato: le de abitualmente.
parti non lo hanno de-
Il prezzo dei listini o delle mercuriali, se si
terminato convenzio-
Il prezzo pu essere tratta di cose che hanno un prezzo di bor-
nalmente, in tal caso
sa o di mercato.
si applica (art. 1474
c.c) Il prezzo fissato da un terzo nominato dal
Presidente del Tribunale, se le parti si sono
riferite al giusto prezzo.

4 Vendita di beni immobili

CC Il contratto deve essere sempre redatto in forma scritta (art. 1350 c.c.).
Caratteristiche CC prescritta una peculiare pubblicit del contratto, che si attua con la tra-
scrizione nei registri immobiliari (art. 2643 c.c.).

Se la misura inferiore rispetto a quel-


Vendita a misura: nel contrat- la indicata, il compratore ha diritto ad
to sono indicate espressamen- una riduzione del prezzo.
te le unit di misura dellimmo- Se superiore, il venditore ha diritto
bile ed il prezzo stabilito in ra- ad un supplemento, ma il compratore
gione di un tanto per ogni unit pu recedere dal contratto se lecce-
di misura denza supera la ventesima parte del-
Tipi la misura dichiarata (art. 1537 c.c.).

Vendita a corpo: il prezzo de- In tal caso prevista diminuzione o


terminato con riguardo allimmo- supplemento del prezzo solo qualora
bile considerato nel suo com- la misura reale sia inferiore o superio-
plesso, indipendentemente da re di 1/20 rispetto a quella indicata nel
qualsiasi unit di misura contratto (art. 1538 c.c.).

5 Vendita di beni mobili

La vendita di cose mobili non richiede una forma ad substantiam, ma circondata da una serie di
garanzie. Infatti:
il rapporto deve avere una pronta esecuzione;
le irregolarit devono essere rapidamente accertate;
le conseguenze di una eventuale inadempienza devono essere immediatamente liquidate.

CC Perizia preventiva (artt. 696 c.p.c. e 1513 c.c.)


Istituti volti a tutelare tali CC Esecuzione coattiva (artt. 1515 e 1516 c.c.)
esigenze CC Risoluzione di diritto (art. 1517 c.c.)
CC Rivendicazione del venditore (art. 1519 c.c.)

178 Parte Terza - I contratti commerciali


6 Vendita con efficacia obbligatoria

Vi sono casi in cui la vendita ha efficacia meramente obbligatoria: non trasferisce immediatamen-
te la propriet della cosa, ma obbliga il venditore a trasferire successivamente la cosa medesima.

Nellirrevocabilit del consenso (art.


CC Al momento della con- 1372, co. 1, c.c.).
clusione del contratto si Nellimpegno del venditore di fare acqui-
determina leffetto ob- stare la propriet della cosa o il diritto al
bligatorio, consistente compratore (art. 1476, n. 2, c.c.).
Disciplina Nellobbligo del compratore di pagare il
prezzo (art. 1498 c.c.).

CC Leffetto reale viene differito ad un momento successivo e ricollega-


to al verificarsi di un ulteriore atto o fatto che viene ad incidere sul rap-
porto di vendita gi costituito.

Osservazioni

Varie teorie sono state sostenute, in dottrina, in ordine alla natura giuridica della vendita obbliga-
toria. La dottrina prevalente (COTTINO, GRECO, MIRABELI, RUBINO) inquadra il negozio nello
schema contrattuale della compravendita, rilevando la perfetta compatibilit con tale schema del
differimento degli effetti traslativi.

CC Vendita alternativa.
CC Vendita di cosa generica.
CC Vendita a termine di cose non determinate (titoli di credito).
Ipotesi
CC Vendita di cosa futura.
CC Vendita di cose altrui.
CC Vendita a rate con riserva di propriet.

6.1 Vendita alternativa


CC Due o pi cose sono dedotte nel contratto, ma una sola di esse
dovr essere trasferita al compratore (si applicano gli artt. 1285 e
ss. c.c.).
CC Loggetto non determinato, ma solo determinabile.
Caratteristiche
CC Leffetto traslativo si realizza con la concentrazione, cio con leser-
cizio di una facolt di scelta che consente lindividuazione del bene.
CC La facolt di scelta spetta al venditore ma pu essere attribuita al
compratore o ad un terzo.

6.2 Vendita di cosa generica

CC la vendita avente ad oggetto cose individuate solo nel genere.


CC Leffetto traslativo si verifica con lindividuazione, cio la determi-
Caratteristiche nazione in concreto delloggetto della vendita.
CC Lindividuazione loperazione giuridica per mezzo della quale la
cosa generica si concretizza in cosa specifica.

Capitolo 26 - La compravendita 179

Una forma particolare di vendita di cose generiche la vendita a termine di titoli di credito non de-
terminati, ma indicati solo con riferimento ad una specie o quantit.

6.3 Vendita di cosa futura

CC la vendita di una cosa che non ancora venuta ad esistenza


(res sperata), per cui tale vendita definita emptio rei speratae.
CC Leffetto traslativo si verifica automaticamente quando la cosa vie-
Caratteristiche
ne ad esistenza.
CC La vendita nulla se la cosa non viene ad esistenza (art. 1472
c.c.).

Osservazioni

Quanto alla natura giuridica, secondo parte della dottrina si tratterebbe di un contratto perfetto
ab initio, avente per oggetto una res in fieri.
Secondo altra dottrina sarebbe, invece, un contratto non ancora perfetto, ossia un contratto in via
di formazione che si perfeziona con il venire ad esistenza della cosa.

6.4 Vendita di cosa altrui

CC una vendita avente ad oggetto una cosa che, al momento della stipu-
lazione del contratto non appartiene al venditore, ma fa parte del patri-
monio di un terzo.
CC Fa sorgere lobbligo, in capo al venditore, di procurarsi la cosa e conse-
gnarla al compratore.
CC Il compratore diventa proprietario nel momento in cui il venditore acqui-
sta la propriet del bene.

Caratteristiche
Se il compratore era consapevole dellaltruit
della cosa, non avr diritto alla risoluzione del
contratto, ma solo al risarcimento dei danni
CC In caso di mancato ac- conseguenti allinadempimento.
quisto del bene da
parte del venditore
Se il compratore era in buona fede avr dirit-
to alla risoluzione del contratto per inadempi-
mento.

6.5 Vendita a rate con riserva di propriet

CC una forma particolare di vendita nella quale leffetto traslativo ri-


mane subordinato alleffettivo adempimento del compratore.

Caratteristiche CC Le parti stabiliscono che il prezzo venga pagato frazionatamen-


te entro un certo tempo: la cosa viene consegnata subito, ma la
propriet passa con il pagamento dellultima rata del prezzo (art.
1523 c.c.).

180 Parte Terza - I contratti commerciali


Osservazioni

Sulla natura giuridica di tale tipo di vendita sono sorte numerose teorie. Teoria della propriet ri-
solubile: lacquirente sarebbe titolare di un diritto di propriet risolubile, mentre il venditore avreb-
be unaspettativa al riacquisto della cosa. Teoria della doppia propriet (Comporti): il comprato-
re sarebbe proprietario con riserva di pagamento; il venditore sarebbe titolare di un diritto di pro-
priet a garanzia del prezzo. Teoria della propriet del compratore (Bianca): questi acquistereb-
be la propriet del bene fin dalla conclusione del contratto, mentre il venditore sarebbe soltanto ti-
tolare di un diritto reale di garanzia. Teoria della vendita sottoposta a condizione sospensiva (Re-
scigno): il negozio traslativo sarebbe sottoposto alla condizione sospensiva dellintegrale paga-
mento del prezzo. Teoria della vendita obbligatoria (Cottino, Rubino): il negozio ha effetti ob-
bligatori immediati ed effetti reali differiti. Teoria della vendita con effetto traslativo della propriet
rinviato: dalla quale il compratore consegue medio tempore una posizione reale complessa (dirit-
to reale limitato di godimento e aspettativa reale di acquisto della propriet) (Luminoso).

CC I rischi della cosa venduta passano dal venditore al compratore al mo-


mento della consegna (in deroga al principio di cui allart. 1465 c.c.).
CC inefficace la clausola secondo cui il mancato pagamento di una
sola rata d luogo alla risoluzione del contratto, a meno che non
superi lottava parte del prezzo (art. 1525 c.c.).
CC In caso di risoluzione del contratto per inadempimento del com-
pratore, questi ha diritto alla restituzione delle rate pagate, salvo
Disciplina
un equo compenso al venditore per luso della cosa oltre al risar-
cimento del danno (art. 1526 c.c.).
CC Lacquirente non pu alienare il bene fino a quando non ne ha ac-
quistato la propriet.
CC In caso di vendite immobiliari o di beni mobili registrati il patto di ri-
servato dominio opponibile ai terzi compratori solo se risultante
da atto scritto regolarmente trascritto.

7 La tutela del consumatore: vendite concluse fuori dalle sedi


commerciali, clausole vessatorie e vendite a distanza

Generalit: nella pratica commerciale, il consumatore rappresenta il contraente debole del rap-
porto contrattuale che abbia come controparte un professionista o un imprenditore, per cui necessita
di una tutela peculiare.
La tutela del consumatore contenuta nel D.Lgs. 6-9-2005, n. 206, un testo unico con cui sta-
to varato il Codice del consumo, il quale ha riunito la frammentata legislazione precedente sulla ma-
teria. In esso, il consumatore definito come la persona fisica che agisce per scopi estranei allatti-
vit imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta.

7.1 Clausole vessatorie abusive dei contratti conclusi dal consumatore con il
professionista
Clausole vessatorie sono quelle che determinano a carico del consumatore un significativo squi-
librio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto; necessario, inoltre, che tale squilibrio sia con-
trario al principio della buona fede oggettiva, in base al quale le parti hanno il dovere di comportarsi
correttamente nella fase di formazione del contratto. Il legislatore ha provveduto poi a fornire, altres,
una elencazione esemplificativa delle clausole che si presumono vessatorie fino a prova contraria (art.
33 del Codice del consumo).

Capitolo 26 - La compravendita 181

La sanzione comminata dal Codice del consumo quella della nullit della clausola vessatoria
(che ha sostituito la precedente inefficacia).

CC relativa, opera infatti solo a vantaggio del consumatore.


Forma di invalidit partico-
CC rilevabile dufficio dal giudice.
lare in quanto
CC parziale, in quanto il contratto rimane per il resto valido.

Il legislatore, riferendosi esclusivamente ai contratti conclusi tra professionisti e consumatori, ha


lasciato ferma, peraltro, la disciplina di carattere generale di cui agli artt. 1341-1342 c.c., di modo che
questultima continua a trovare applicazione relativamente ai contratti conclusi, sulla base di condizio-
ni generali, tra professionisti o tra non professionisti.
Con il D.L. 24-1-2012, n. 1 sulle liberalizzazioni, convertito con modificazioni nella L. 24-3-2012,
n. 27, nel Codice del Consumo stato inserito il nuovo articolo 37bis che offre, in aggiunta allazione
inibitoria, anche unulteriore importante tutela amministrativa contro la vessatoriet delle clausole.
Competente ad accertare la vessatoriet delle clausole lAutorit garante della concorrenza e del
mercato.

CC LAutorit garante della concorrenza e del mercato potr procede-


re dufficio o su denuncia, sentite le associazioni di categoria rap-
presentative a livello nazionale e le camere di commercio interes-
sate o le loro unioni.
CC Il provvedimento che accerta e dichiara la vessatoriet della clau-
sola diffuso mediante pubblicazione su apposita sezione del sito
internet istituzionale dellAutorit, sul sito delloperatore autore del-
Procedimento
la clausola ritenuta vessatoria e mediante ogni altro mezzo ritenu-
to opportuno in relazione allesigenza di informare compiutamen-
te i consumatori a cura e spese delloperatore.
CC prevista la facolt per le imprese di interpellare preventivamen-
te lAutorit Garante della Concorrenza e del Mercato in merito alle
vessatoriet delle clausole che intendono utilizzare nei propri rap-
porti commerciali con i consumatori.

Le clausole non ritenute vessatorie a seguito di interpello non possono essere successivamente
valutate dallAutorit e dichiarate vessatorie con un provvedimento formale. In ogni caso resta ferma
la responsabilit dei professionisti nei confronti dei consumatori.

7.2 Garanzie concernenti i beni di consumo

Gli articoli 128-135 del D.Lgs. 206/2005 (Codice del consumo)disciplinano taluni aspetti dei con-
tratti di vendita e delle garanzie concernenti i beni di consumo.

Vendita.
Permuta.
Somministrazione.
Ambito di applicazione CC Contratti Appalto.
Dopera.
Altri contratti di fornitura di beni di con-
sumo da fabbricare o produrre.

182 Parte Terza - I contratti commerciali


Consumatore.
CC Soggetti Venditore.
Produttore.

Ambito di applicazione Qualsiasi bene mobile (anche beni usa-


ti o da assemblare), tranne i beni ogget-
to di vendita forzata, lacqua e il gas non
CC Beni di consumo
confezionati per la vendita in un volume
o una quantit determinati e lenergia
elettrica.

Si tratta, in particolare, della disciplina concernente:


lobbligo del venditore di consegnare al consumatore beni conformi al contratto di vendita (art.
129 del Codice del consumo).

CC Sono idonei alluso cui servono abitualmente beni dello stesso tipo.
CC Sono conformi alla descrizione del venditore e hanno le qualit del
bene che il venditore ha presentato al consumatore come campio-
ne o modello.
I beni di consumo si presu-
mono conformi al contratto CC Presentano la qualit e le prestazioni abituali di un bene dello stes-
di vendita quando so tipo, considerate la natura del bene e le dichiarazioni pubbliche
sulle caratteristiche specifiche dei beni fatte dal venditore o dal pro-
duttore, etc.
CC Sono idonei alluso particolare voluto dal consumatore, comunica-
to al venditore alla conclusione del contratto.

La denuncia del difetto deve avvenire entro due mesi dalla data della scoperta, mentre le azio-
ni si prescrivono entro 26 mesi dalla consegna (art. 132 del Codice del consumo);
la individuazioni dei rimedi spettanti al consumatore in ipotesi di difetto di conformit: il vendi-
tore infatti responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto esistente alla con-
segna del bene, per il periodo di due anni dalla consegna stessa (art. 132 del Codice del consu-
mo). Il consumatore ha a sua disposizione quattro rimedi: il ripristino, senza spese, della confor-
mit del bene mediante riparazione o sostituzione (a scelta del consumatore), ovvero la riduzio-
ne adeguata del prezzo, o la risoluzione del contratto (art. 130 del Codice al consumo);
il diritto di regresso riconosciuto al venditore finale: egli, quando responsabile nei confronti del
consumatore a causa di un difetto di conformit imputabile ad unazione o ad unomissione del
produttore (o di un precedente venditore della medesima catena contrattuale), ha diritto di regres-
so nei confronti del soggetto responsabile facente parte della suddetta catena distributiva (art. 131
del Codice del consumo).

CC Deve lasciare impregiudicati i diritti legali del consumatore.


CC Deve indicare loggetto, il soggetto debitore, la durata, i termini e
Garanzia convenzionale
lestensione territoriale.
CC Deve essere resa disponibile per iscritto e in lingua italiana.

Capitolo 26 - La compravendita 183

7.3 Contratti negoziati fuori dei locali commerciali e contratti di vendita a distanza

CC Conclusi alla presenza fisica e simultanea del professionista e del


consumatore, in un luogo diverso dai locali del professionista.
CC Per cui stata fatta unofferta da parte del consumatore, nelle stes-
A seguito delle modifiche in- se circostanze di cui al punto precednte.
trodotte dal D.Lgs. 21-2-2014, CC Conclusi nei locali del professionista o mediante qualsiasi mezzo
n. 21 si considerano negozia- di comunicazione a distanza immediatamente dopo che il consu-
ti fuori dei locali commercia- matore stato avvicinato personalmente e singolarmente in un
li i contratti tra il professioni- luogo diverso dai locali del professionista, alla presenza fisica e si-
sta e il consumatore multanea del professionista e del consumatore.
CC Conclusi durante un viaggio promozionale organizzato dal profes-
sionista e aventi lo scopo o leffetto di promuovere e vendere beni
o servizi al consumatore.

CC Quelli conclusi tra il professionista e il consumatore attraverso tec-


niche di comunicazione che non presuppongono la presenza fisi-
Contratti di vendita a distan-
ca e simultanea delle parti, mediante luso esclusivo di uno o pi
za
mezzi di comunicazione a distanza fino alla conclusione del con-
tratto.

Il citato D.Lgs. 21/2014, attuativo della direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori, ha appor-
tato rilevanti modifiche alla parte del Codice del consumo relativa ai contratti a distanza e ai contratti
conclusi fuori dai locali
A partire dal 14 giugno 2014 (data di entrata in vigore della maggior parte delle disposizioni con-
tenute nel decreto) sono previste maggiori informazioni precontrattuali per i consumatori: in partico-
lare, il provvedimento intende consentire a ciascun consumatore di operare una scelta consapevole
quando procede ad un acquisto ed ai professionisti di poter operare in maniera pi trasparente.

CC La previsione di maggiori obblighi, in capo al professionista, di in-


formazione precontrattuale da fornire ai consumatori che riguar-
dano lidentit del professionista, le caratteristiche del prodotto o
del servizio, le modalit di pagamento e le garanzie a favore del
consumatore.
CC Il diritto di recesso (diritto di ripensamento) riconosciuto al consu-
matore reso possibile entro un termine pi ampio (14 giorni ri-
spetto ai precedenti 10 giorni) e senza necessit di motivazione.
Il termine di 14 giorni pu, per, essere prolungato di un anno nel
caso in cui la controparte abbia omesso di comunicare al consu-
Tra le novit pi rilevanti, ri-
matore le informazioni per esercitare il diritto di recesso nei tempi
spetto al sistema normativo
previsti.
previgente, si segnala
CC Lesercizio del diritto di recesso da parte del consumatore median-
te lutilizzo di un modello tipo di recesso, valido per tutti i Paesi UE.
CC In caso di ripensamento, il consumatore, qualora eserciti il diritto
di recesso, potr restituire il bene anche se in parte deteriorato,
perch sar responsabile solo della diminuzione del valore del
bene custodito.
CC esclusa la possibilit di imporre al consumatore, qualora non uti-
lizzi contante (ad esempio in caso di pagamento con carte di cre-
dito o bancomat), tariffe superiori.

184 Parte Terza - I contratti commerciali


8 Tipi di vendita rispetto alla qualit delloggetto

Vendita con riserva di gradi- CC Tale vendita non si perfeziona fino a quando il gradimento del com-
mento (art. 1520 c.c.) pratore non viene comunicato al venditore.

Osservazioni

Discussa la natura giuridica. Lopinione prevalente la considera unopzione. Altri parlano di ne-
gozio sottoposto a condizione sospensiva meramente potestativa. Altri di semplice proposta con-
trattuale.

CC Presuppone lesame della merce da parte dellacquirente.


Vendita a prova CC sottoposta alla condizione sospensiva che la cosa sia oggettiva-
(art. 1521 c.c.) mente conforme alle qualit pattuite o sia idonea alluso cui de-
stinata.

CC una vendita perfetta, non sottoposta a condizione, in cui il com-


Vendita su campione
pratore pu chiedere la risoluzione del contratto per qualsiasi dif-
(art. 1522 c.c.)
formit che la merce presenti rispetto al campione.

CC Il campione serve come esclusivo paragone per la qualit della


merce: una parte della cosa oggetto del contratto.
Vendita su tipo di
CC Per ottenere la risoluzione deve ricorrere una difformit notevole
campione
dal campione.
(art. 1522 c.c.)
CC Il campione serve solo ad individuare in modo approssimativo la
qualit della merce.

9 Vendita con patto di riscatto

Nozione: il venditore si riserva il diritto di riacquistare la propriet della cosa venduta entro un ter-
mine stabilito, mediante la restituzione del prezzo e delle spese sostenute dal compratore (art. 1500
c.c.).

CC La facolt di riscatto un diritto potestativo del venditore.

Con unapposita dichiarazione, da comu-


nicarsi al compratore entro il termine sta-
bilito (entro 5 anni per i beni immobili e 2
per i mobili), decorrente dalla conclusio-
Disciplina ne del contratto.
Con lofferta, formale o non, entro lo stes-
CC Si esercita
so termine, delle somme liquide dovute
per il rimborso del prezzo e le spese fat-
te per la vendita.
Se lofferta rifiutata dal compratore, il
venditore deve fare unofferta reale ex art.
1209 c.c., altrimenti decade dal riscatto.

Capitolo 26 - La compravendita 185

Ritorno del diritto venduto nel patrimo-


nio del venditore riscattante (ex nunc).
Onere di restituzione del prezzo e di rim-
borso delle spese di contratto (pena la de-
Effetti dellesercizio del ri- cadenza dal diritto di riscatto).
CC Tra le parti
scatto
Obbligo di rimborso delle spese necessa-
rie e utili fatte per la cosa.
Obbligo del riscattato di restituire la cosa,
non anche i frutti.

Per i beni immobili e mobili registrati sar


CC Rispetto a terzi loppo- necessaria la trascrizione del patto di ri-
nibilit del patto re- scatto.
golata dai principi ge-
nerali Per gli altri si render indispensabile un
atto di data certa anteriore.

In sintesi

La compravendita un contratto avente per oggetto il trasferimento della propriet di una cosa o
di un altro diritto verso il corrispettivo di un prezzo. Si tratta di un contratto consensuale, traslativo,
a titolo oneroso, sinallagmatico, commutativo.
Laccordo tra le parti si perfeziona con lo scambio di proposta ed accettazione (art. 1326 c.c.), an-
che se nella pratica commerciale sono diffuse modalit di conclusione del contratto diverse dallo
schema classico della proposta seguita dallaccettazione (es.: vendita a prelievo diretto, acquisto
di beni a mezzo di distributori automatici ecc.).
I principali obblighi del venditore sono:
consegnare la cosa al compratore;
fargli acquistare la propriet della cosa o il diritto, se ci non la conseguenza immediata del
contratto (es.: vendita di cosa altrui);
garantire il compratore dallevizione e dai vizi della cosa.
I corrispettivi doveri del compratore sono:
pagare il prezzo nel luogo e per il tempo convenuto;
saldare le spese del contratto, salvo patto contrario.
Principali figure di tale contratto sono:
vendita alternativa;
vendita di cosa futura;
vendita di cosa generica;
vendita di cosa altrui;
vendita a rate con riserva di propriet.
Infine, una particolare disciplina stata introdotta dal D.Lgs. 6-9-2005, n. 206 (Codice del consumo)
per la tutela dei beni di consumo giustificata dallesigenza di una maggior tutela del consumatore.

186 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 27 La permuta, il contratto
estimatorio e il riporto

1 La permuta

Nozione: il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della propriet di cose, o di
altri diritti, da un contraente allaltro (art. 1552 c.c.).

CC Contratto consensuale.
Natura giuridica
CC Contratto ad effetti reali.

CC Realizza lo scambio di cosa contro cosa.


CC Se il valore dei beni permutati differente, ammissibile un con-
guaglio in danaro.
CC richiesta la forma scritta se la permuta concerne diritti immobi-
liari.

Disciplina CC Le spese della permuta sono a carico di entrambi i permutanti in


parti uguali salvo patto contrario (art. 1554 c.c.).
CC Si applicano in quanto compatibili le norme sulla vendita (art. 1555
c.c.).
CC Se il permutante evitto non vuole riavere la cosa data, ha diritto al
valore della cosa evitta salvo in ogni caso il diritto al risarcimento
del danno (art. 1553 c.c.).

2 Il contratto estimatorio

Nozione: con tale contratto una parte (tradens) consegna una o pi cose mobili allaltra (acci-
piens) e questa si obbliga a pagare il prezzo, salvo che restituisca le cose (o parte di esse) nel termi-
ne stabilito (art. 1556 c.c.). Esso trova largo uso nella pratica commerciale laddove lacquirente di
solito un imprenditore commerciale il quale non voglia accollarsi i rischi per un eventuale invenduto
dei beni acquistati e quindi, con tale contratto, si riserva la facolt di restituire al fornitore quei beni
che non riuscito a smerciare (si pensi alla vendita dei giornali).

Osservazioni

Quanto alla natura giuridica, secondo la dottrina prevalente e lorientamento della Suprema Cor-
te, al momento della stipula del contratto estimatorio viene attribuito allaccipiens soltanto un po-
tere di disposizione sulle cose consegnate, mentre la propriet resta al tradens fino a quando lac-
cipiens non le abbia vendute o trattenute presso di s, rimanendo cos obbligato a pagarne il prez-
zo (teoria del trasferimento differito).

Capitolo 27 - La permuta, il contratto estimatorio e il riporto 187

CC La disponibilit materiale del bene passa allacquirente, ma la propriet resta


al tradens, che viene sottratto al rischio di insolvenza dellaccipiens: pu riven-
dicare le cose, senza subire il concorso dei creditori dellaccipiens (art. 1558,
co. 1, c.c.).
CC Una volta consegnata la cosa allaccipiens, il tradens perde il potere di dispor-
ne, avendo solo il diritto di recepirne il prezzo.
CC Il tradens riacquista il potere di disporre della cosa solo allorch gli venga re-
stituita.

CC Laccipiens soggetto ad In obligatione il pagamento del prezzo.


Disciplina
unobbligazione facoltativa In facultate solutionis la restituzione della cosa.

CC A carico dellaccipiens il rischio per la perdita o il deterioramento della cosa


(art. 1557 c.c.).

In favore di terzi (alienandoli): in tal caso la pro-


priet si trasmette al terzo nel momento in cui
CC Laccipiens pu disporre laccipiens gli vende la cosa.
dei beni
In suo favore: acquistandone la propriet attra-
verso il pagamento del prezzo.

CC Non si richiede una forma determinata n ad substantiam, n ad probationem.

Differenze

Numerose sono le differenze del contratto estimatorio rispetto a figure affini. La compravendita, ad
esempio, un contratto consensuale ad effetti reali; il contratto estimatorio contratto reale.
Nella compravendita i rischi cadono generalmente sul proprietario; nel contratto estimatorio cado-
no sullaccipiens (anche se questi non immediatamente proprietario della cosa).
Diversa, infine, la funzione dei due istituti, in quanto il contratto estimatorio finalizzato al suc-
cessivo trasferimento a terzi delle cose che vengono consegnate allaccipiens.
La commissione, a differenza dellestimatorio, non un contratto reale. Il commissionario vende le
cose in suo nome, ma per conto del committente, il quale non ne perde la disponibilit e pu revo-
care lincarico conferito al commissionario. Nel contratto estimatorio, invece, laccipiens acquista
irrevocabilmente la disponibilit delle cose, che poi trasferir anche nel suo interesse. Il commis-
sionario, inoltre, deve consegnare al committente lo stesso prezzo ottenuto dal terzo acquirente,
con diritto ad ottenere la provvigione. Nel contratto estimatorio, invece, laccipiens trattiene per s
la differenza tra il prezzo effettivo di vendita e quello da corrispondere al tradens.

3 Il riporto

Nozione: il contratto con il quale un soggetto (riportato) trasferisce in propriet ad altro sogget-
to (riportatore) titoli di credito di una data specie per un determinato prezzo e il riportatore assume
lobbligo di trasferire al riportato, alla scadenza del termine stabilito, la propriet di altrettanti titoli del-
la stessa specie, verso rimborso del prezzo, che pu essere aumentato o diminuito (art. 1548 c.c.).

188 Parte Terza - I contratti commerciali


Osservazioni

La dottrina maggioritaria configura il rapporto come contratto autonomo, unitario, consistente in un


doppio trasferimento di propriet:
trasferimento immediato (a pronti) della propriet dal riportato al riportatore (effetto reale);
obbligo per il riportatore di ritrasferire altrettanti titoli al riportato (trasferimento a termine).

CC Contratto reale: si perfeziona con la consegna dei titoli (art. 1549


c.c.).
CC Oggetto del contratto possono essere unicamente titoli di credito
in senso tecnico, fungibili.
CC Tutti i diritti accessori inerenti ai titoli spettano al riportato; il diritto
di voto spetta al riportatore (art. 1550 c.c.).
Disciplina
CC In caso di inadempimento dellobbligo nel termine stabilito da par-
te di uno dei due contraenti, si applicano gli artt. 1515 e 1516 c.c.
(esecuzione coattiva).
CC Se entrambe le parti non adempiono nel termine stabilito, il ripor-
to cessa di avere effetto e ciascuna parte ritiene ci che ha rice-
vuto al tempo della stipulazione del contratto.

In sintesi

Il contratto di permuta ha per oggetto il reciproco trasferimento della propriet di cose o di altri di-
ritti da un contraente allaltro (art. 1552). Trattasi di un contratto consensuale con effetti reali che
si distingue dalla vendita, poich, invece di realizzare lo scambio di cosa contro prezzo, realizza
lo scambio di cosa contro cosa, mobile o immobile.
Si ha, invece, contratto estimatorio quando una parte (tradens, affidante) consegna determina-
te cose mobili stimate per un certo prezzo allaltra (accipiens, affidatario) e questa si obbli-
ga a pagarne il prezzo di stima, ma ha la facolt di liberarsi da tale obbligo restituendo integra
la cosa entro un termine stabilito (art. 1556).
Laffidatario, pertanto, assume unobbligazione con facolt alternativa: si obbliga al pagamento, ma
con facolt alternativa di restituzione.
Il riporto, infine, il contratto col quale una parte (riportato) trasferisce in propriet ad unaltra (ri-
portatore) titoli di credito di una data specie contro il pagamento di un prezzo; al tempo stesso il
riportatore si obbliga a trasferire al riportato altrettanti titoli della stessa specie (obbligazione di ge-
nere) verso rimborso del prezzo (che pu essere anche aumentato o diminuito nella misura con-
venuta), alla scadenza di un termine stabilito (art. 1548 c.c.).

Capitolo 27 - La permuta, il contratto estimatorio e il riporto 189

note
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190 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 28 La somministrazione

1 Nozione e natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte si obbliga, verso il corrispettivo di un prezzo, ad ese-
guire, a favore dellaltra, prestazioni periodiche o continuative di cose (art. 1559 c.c.).
La causa del contratto individuata nello scambio tra prestazioni (periodiche o continuative) de-
stinate al soddisfacimento di un bisogno reiterato o durevole ed un certo prezzo che ne costituisce il
corrispettivo.

CC Contratto tipico, unitario, caratterizzato da un pluralit di prestazioni.


CC Contratto consensuale.
CC Contratto di durata.
Natura giuridica
CC Contratto ad effetti reali nellipotesi di somministrazione di consumo (forni-
ture di gas, energia elettrica etc.).
CC Contratto ad effetti obbligatori nellipotesi di somministrazione duso.

2 Disciplina

CC In caso di mancata determinazione dellentit della fornitu-


ra da somministrare, questa si intende pattuita in relazione
al normale fabbisogno del somministrato al tempo della con-
clusione del contratto (art. 1560 c.c.).

Nel caso di prestazioni periodiche,


allatto delle singole prestazioni.
CC Il prezzo corri-
sposto Nel caso di prestazioni continuative,
alla scadenza duso in proporzione a
ciascuna di esse (art. 1562 c.c.).
CC Regole proprie
(artt.1559-1570 CC Linadempimento di una delle parti non comporta di per s
c.c.) la risoluzione del contratto: questa pu essere chiesta se
Disciplina
linadempimento ha notevole importanza ed tale da mi-
nare la fiducia nellesattezza dei successivi adempimenti
(art. 1564 c.c.).
CC In caso di inadempimento di lieve entit, la sospensione
della somministrazione pu essere attuata solo dopo
unespressa richiesta di adempimento e dopo un congruo
preavviso (art. 1565 c.c.).
CC Il contratto pu essere a termine o a tempo indeterminato
(in questultimo caso attribuita a ciascuna delle parti la fa-
colt di recesso previo congruo preavviso).

CC Regole che disciplinano il contratto a cui corrispondono le singole prestazioni, in


quanto compatibili con la specifica normativa.

Capitolo 28 - La somministrazione 191

3 La clausola di esclusiva e il patto di preferenza

La clausola di esclusiva ed il patto di preferenza hanno lo scopo di restringere la concorrenza tra


imprenditori (in senso ampio).

CC A favore del somministrante: il somministrato non pu ricevere da altri pre-


stazioni della stessa natura, n procurarsele con mezzi propri.
CC A favore del somministrato: il somministrante non pu eseguire ad altri,
Clausola
nella zona contemplata e per la durata del contratto, forniture della stessa
di esclusiva
natura.
CC A favore di entrambi i contraenti: gli obblighi predetti sono a carico di en-
trambi i contraenti.

CC Consiste nel patto con cui il somministrato si obbliga a dare la preferenza al


somministrante qualora gli occorra stipulare un nuovo contratto di sommini-
strazione per lo stesso oggetto.
Patto CC Ha una durata massima di 5 anni.
di preferenza CC Il patto obbliga il somministrato a comunicare al somministrante le condizio-
ni fatte da terzi.
CC Il somministrante dovr comunicare nel termine stabilito, o duso, se intende
o meno valersi del diritto di preferenza.

Differenze

Anche nel contratto di somministrazione, come nella vendita, la prestazione consiste in un dare.
Esso trova, inoltre, un elemento di similitudine con la vendita obbligatoria poich non produce lef-
fetto di trasferire immediatamente la propriet, ma obbliga a trasferirla in via periodica o continua-
tiva. Si distingue per dalla vendita obbligatoria in quanto in questa la prestazione unica, men-
tre nella somministrazione vi una pluralit di prestazioni.
La somministrazione duso, come la locazione, attribuisce il godimento di determinate cose. Solo
la somministrazione, per, caratterizzata dalla reiterazione delle prestazioni.
Il contratto di somministrazione si distingue, infine, dallappalto perch ha per oggetto prestazioni
periodiche o continuative di cose (cio un dare), mentre oggetto dellappalto il compimento di
unopera o di un servizio (cio un facere).

In sintesi

Con il contratto di somministrazione una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, ad ese-
guire, a favore dellaltra, prestazioni periodiche (es.: somministrazione settimanale di foraggio per
una scuderia) o continuative (es.: erogazione di gas o di energia elettrica) di cose.
Di frequente ricorrenza nel contratto di somministrazione la cd. clausola di esclusiva.
Rileva infine il cd. patto di preferenza, di efficacia al massimo quinquennale.

192 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 29 Il franchising

1 Nozione e natura giuridica

Nozione: il contratto tra due soggetti giuridici, economicamente e giuridicamente indipendenti,


con il quale unimpresa (laffiliante o franchisor) concede ad unaltra (laffiliato o franchisee), dietro cor-
rispettivo finanziario diretto o indiretto, il diritto di sfruttare un franchising, ossia un insieme di diritti re-
lativi a marchi, denominazioni commerciali, insegne, know-how, diritti dautore e brevetti, allo scopo di
commercializzare determinati tipi di beni e/o servizi. questa la definizione del contratto di affiliazio-
ne commerciale o franchising che, consolidatasi nella prassi, stata normativizzata dalla L. 6-5-2004,
n. 129, che ha espressamente disciplinato listituto, tipizzandolo nellambito del nostro ordinamento.

CC Franchising di distribuzione: il concessionario affiliato si limita a ven-


dere determinate merci in un negozio recante linsegna del conce-
dente affiliante.
CC Franchising di servizi: il franchisee offre un servizio sotto linsegna,
Tipi di franchising
la ditta oppure il marchio del franchisor.
CC Franchising di produzione: il franchisee fabbrica direttamente, in base
alle indicazioni del concedente, prodotti che vende con il marchio di
questultimo.

CC Contratto dimpresa.
CC Contratto a prestazioni corrispettive.
Natura giuridica
CC Contratto di durata.
CC Contratto caratterizzato generalmente dallintuitus personae.

2 Disciplina

CC Il contratto deve essere redatto per iscritto a pena nullit.


CC Il contratto pu essere utilizzato in ogni settore di attivit.
CC Il contratto pu essere a tempo indeterminato, ovvero a tempo deter-
Regole essenziali minato, ma non inferiore a 3 anni.
CC Laffiliato (o franchisee) non pu, a sua volta, cedere il contratto, se
non a determinate condizioni o con il consenso scritto dellaffiliante
(o franchisor).

CC Lammontare degli investimenti e delle eventuali spese dingresso che


laffiliato deve sostenere.
CC Le modalit di calcolo e di pagamento delle royalties.
Il contratto CC Le caratteristiche dei servizi offerti dallaffiliante (assistenza tecnica
deve indicare e commerciale, progettazione, allestimento e formazione).
CC Il know-how fornito.
CC Lambito di eventuale esclusiva territoriale.
CC Le condizioni di rinnovo, risoluzione o eventuale cessione dl contratto.

Capitolo 29 - Il franchising 193

Aver sperimentato la propria formu-


la commerciale sul mercato prima
di costituire la rete di franchising.
Consegnare allaffiliato, almeno 30
gg. prima della sottoscrizione, co-
pia del contratto di affiliazione cor-
redata di ulteriore documentazione
sullattivit di affiliazione.
Rifornire laffiliato dei beni previsti
CC Laffiliante ha lobbligo di nel contratto.
Concedere allaffiliato la licenza
duso dei propri segni distintivi.
Fornire assistenza tecnica e com-
merciale per avviare limpresa.
Fornire consulenza commerciale,
promozionale e di marketing.
Non effettuare discriminazioni tra
ununit di vendita e unaltra.

Non trasferire la propria sede di at-


tivit, se indicata nel contratto, a
prescindere dal preventivo consen-
Obblighi delle parti so dellaffiliante, salvo che ricorra
una causa di forza maggiore.
Osservare e far osservare ai propri
collaboratori e dipendenti, anche
dopo lo scioglimento del contratto,
la massima riservatezza sullattivi-
t oggetto dellaffiliazione.
Allestire ununit di vendita o co-
munque attrezzarsi per promuove-
re la vendita dei beni e lerogazio-
CC Laffiliato ha lobbligo di ne dei servizi.
Acquistare una quantit minima di
prodotti del franchisor.
Rispettare le direttive dellaffiliante.
Utilizzare i segni distintivi dellaffi-
liante nei limiti della licenza.
Proteggere i segreti industriali e
commerciali acquisiti.
Prestare un corrispettivo in danaro
normalmente composto sia di una
quota fissa (diritto di entrata: front
money, entry free) che di una quota
variabile proporzionale al giro daf-
fari realizzato (canoni o royalties).

Alle parti, infine, la legge impone un comportamento ispirato ai principi di correttezza, lealt e buo-
na fede, con lobbligo di non tacere alcuna informazione rilevante in ordine al rapporto che andranno
a costituire.

194 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 30 Lappalto e la subfornitura

1 Nozione e natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (lappaltatore) assume, con organizzazione di mez-
zi propri e gestione a proprio rischio, il compimento di unopera o di un servizio, verso il corrispettivo
di un prezzo (art. 1655 c.c.).

CC Contratto bilaterale.
CC Contratto commutativo.
CC Contratto ad esecuzione prolungata.
Natura giuridica CC Contratto concluso intuitu personae.
CC Contratto a forma libera (la forma scritta richiesta ad substantiam
solo per i contratti di costruzione di navi o aeromobili).
CC Contratto ad effetti obbligatori.

2 Attivit dellappaltatore

CC Deve compiere con la propria organizzazione lopera o il servizio che


ha assunto.
CC Pu dare in subappalto lesecuzione dellopera solo con lautorizza-
zione del committente (art. 1656 c.c.). Obbligato, per, resta sempre
lappaltatore-subcommittente che risponder di eventuali inadempi-
menti del subappaltatore, fermo restando il diritto di regresso nei con-
fronti di questo.
CC Sullappaltatore ricadono i rischi che incidono sullopera.
CC Lopera va compiuta secondo le modalit convenute (capitolato), a
regola darte e nel termine stabilito.
CC Lappaltatore non pu apportare modifiche alle modalit convenute
Lappaltatore dellopera senza autorizzazione del committente.
CC Ha una certa autonomia nellesecuzione dellopera, contemperata con
i poteri di controllo e verifica che la legge riconosce al committente
(art. 1662 c.c.).
CC Deve dare immediato avviso al committente dei difetti della materia
da questi eventualmente fornita, se tali difetti si scoprono nel corso
dellopera e possono pregiudicare la regolare esecuzione (art. 1665
c.c.).
CC Deve mettere il committente in condizione di eseguire la verifica fina-
le dellopera (collaudo) (art. 1665 c.c.).
CC Ha diritto al corrispettivo, subordinato tuttavia allaccettazione dellope-
ra da parte del committente.

Capitolo 30 - Lappalto e la subfornitura 195

I vizi devono essere denunciati dal com-


mittente entro 60 giorni dalla scoperta, a
CC Lappaltatore deve ga- pena di decadenza.
rantire per le difformit
Lappaltatore Lazione si prescrive in 2 anni.
e i vizi dellopera (art.
1667 c.c.) Per gli immobili destinati per la loro natu-
ra a lunga durata (art. 1669 c.c.), il termi-
ne di prescrizione di 10 anni.

3 Attivit del committente

Il prezzo pu essere stabilito a forfait (cio globalmente)


oppure a misura.
ammessa la revisione del prezzo, quando per circostan-
ze imprevedibili si siano verificate variazioni superiori al
CC tento al paga- decimo nel prezzo dei materiali o della manodopera (art.
mento del corri- 1664 c.c.).
spettivo Quando a causa di difficolt sopraggiunte per motivi di or-
dine geologico, idrico e simili la prestazione dellappalta-
tore diventa notevolmente pi onerosa, a questi ricono-
sciuto il diritto ad un equo compenso svincolato dal limite
del 10%.

CC Pu apportare variazioni al progetto, purch il loro ammontare non superi il se-


sto del prezzo complessivo convenuto: in tal caso deve compensare lappalta-
Il committente
tore per i maggiori lavori eseguiti anche se il prezzo era stato stabilito a forfait.
CC Ha un potere di controllo e di verifica nel corso di esecuzione dellopera.
CC Deve procedere al collaudo dellopera, appena ricevuto linvito alla verifica da
parte dellappaltatore; in caso di ingiustificato ritardo nel collaudo lopera si in-
tende accettata.

Che i vizi e le difformit siano eli- Salvo il risarci-


minati a spese dellappaltatore mento del danno
CC In caso di vizi o Una diminuzione del prezzo in in caso di colpa
difformit proporzione ai vizi accertati dellappaltatore.
dellopera pu
chiedere
La risoluzione del contratto (se i vizi rendono lopera ina-
datta alla sua destinazione).

4 Estinzione dellappalto

CC Adempimento.
Cause
CC Risoluzione per inadempimento o impossibilit sopravvenuta.

196 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Recesso del committente o dellappaltatore, in presenza di rilevanti varia-
zioni necessarie nellesecuzione dellopera (art. 1660, co. 2 e 3, c.c.).

Tale facolt non subordinata allesistenza o


alla ragionevolezza di un motivo ( ad nutum).
Pu essere esercitata quando lappalto in
CC Recesso del committen-
corso di esecuzione.
te, riconosciuto dallart.
Cause Lappaltatore ha diritto ad un indennizzo, com-
1671 c.c.
prendente non solo il rimborso dei lavori gi
eseguiti, ma anche le spese sostenute ed il
mancato guadagno.

CC Recesso del committente in seguito alla morte dellappaltatore, qualora la


considerazione di questultimo sia stata motivo determinante a contrarre e
gli eredi non diano affidamento per la buona esecuzione dellopera.

5 La subfornitura nelle attivit produttive

Nozione: con il contratto di subfornitura un imprenditore si impegna a effettuare per conto di unim-
presa committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti dalla committente me-
desima, o si impegna a fornire allimpresa prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o comun-
que utilizzati nellambito dellattivit economica del committente o nella produzione di un bene com-
plesso, in conformit a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche, modelli o prototipi for-
niti dallimpresa committente.
La subfornitura nelle attivit produttive stata regolarmentata per la prima volta con la L. 18 giu-
gno 1998, n. 192.

Il contratto richiede la forma scritta a pena di nulli-


t.
forma scritta anche la comunicazione effettuata
via telefax o per via telematica.
CC Forma Se la proposta non venga seguita da accettazione
scritta del subfornitore, che tuttavia provveda ad ini-
ziare le lavorazioni o le forniture, il contratto si con-
sidera concluso per iscritto (salvo il disposto dellart.
1341 c.c.).

Disciplina I requisiti del bene o del servizio richiesti dal com-


mittente.
CC Nel contratto devo- Il prezzo pattuito: il prezzo dei beni o dei servizi deve
no essere specifi- essere determinato o determinabile in modo chiaro
cati e preciso.
I termini e le modalit della consegna di collaudo e
di pagamento.

La fornitura di beni e servizi non pu essere ulterior-


CC Divieto di subforni- mente affidata in subfornitura senza lautorizzazio-
tura ne del committente per una quota superiore al 50%
del valore della fornitura.

Capitolo 30 - Lappalto e la subfornitura 197

Le clausole che riservino ad uno dei contraenti la fa-


colt di modificare unilateralmente una o pi clau-
sole contrattuali.
CC Sono nulle Le clausole che attribuiscono ad una delle parti di
un contratto di subfornitura ad esecuzione periodi-
ca o continuata la facolt di recesso senza congruo
preavviso.

dipendenza economica la situazione in cui unim-


CC vietato (nullo) presa sia in grado di determinare un eccessivo squi-
labuso di dipen- librio di diritti ed obblighi, nei rapporti commerciali
denza economica con unaltra impresa.
nel quale si trova Labuso pu consistere anche nel rifiuto di vendere
unimpresa cliente o o nel rifiuto di comprare, nelle imposizioni di condi-
fornitrice, da parte di zioni contrattuali gravose o discriminatorie, nella in-
una o pi imprese terruzione arbitraria delle relazioni commerciali in
atto.

Il termine pattuito non pu superare i 60 giorni dal-


la consegna del bene; tale termine derogabile dal-
Disciplina le parti (nei limiti, comunque, dei 90 giorni), a segui-
to di accordi nazionali relativi a settori di produzio-
ne specifici o ad accordi locali riferiti al territorio di
competenza delle singole Camere di Commercio.
Nel caso in cui il ritardo nel pagamento superi i 30
CC Termini di paga- giorni il committente dovr anche pagare una pena-
mento le pari al 5% dellimporto pattuito.
La mancata corresponsione del prezzo costituisce
titolo per ottenere ingiunzione di pagamento ex artt.
633 e ss. c.p.c.
Significative modifiche e varianti al progetto in cor-
so dopera comportano ladeguamento del prezzo,
anche se non previsto nel contratto.

Il subfornitore responsabile del funzionamento e


della qualit della parte o dellassemblaggio da lui
prodotti o del servizio fornito.
CC Responsabilit del
subfornitore Il subfornitore non responsabile per difetti di ma-
teriali o attrezzi forniti dal committente per lesecu-
zione del contratto, se tempestivamente segnalati
al committente.

Differenze

Lappalto si distingue dai seguenti contratti:


lavoro subordinato: lappaltatore si impegna a fornire unopera o un servizio (un risultato), or-
ganizzando lattivit con propri mezzi ed a proprio rischio; il lavoratore presta semplice ener-
gia lavorativa e non si accolla alcun rischio economico;
trasporto: sono entrambi contratti di risultato ma, mentre lappalto pu avere ad oggetto qual-
siasi tipo di opera o servizio, il trasporto ha per oggetto la prestazione di un servizio tipicamen-
te individuato (lo spostamento di cose o di persone da un luogo allaltro). Il servizio di traspor-

198 Parte Terza - I contratti commerciali


to ben pu essere assunto in appalto, ma pu essere riferito anche ad un solo viaggio e non
presuppone necessariamente unorganizzazione imprenditoriale di mezzi;
compravendita: nellappalto la prestazione il risultato di un lavoro (facere); nella vendita la
prestazione dare una cosa. La distinzione non sempre agevole nellipotesi di vendita di
cosa che dovr essere fabbricata dallo stesso venditore. In tal caso bisogna accertare quale
sia la volont delle parti: se queste hanno dato prevalenza allelemento del lavoro o della ela-
borazione della materia prima, si avr appalto; altrimenti, vendita di cosa futura;
somministrazione: nellappalto si ha unobbligazione di facere; nella somministrazione,
unobbligazione di dare. La distinzione fra i due contratti, tuttavia, non sempre agevole,
poich il somministrante pu produrre egli stesso le cose oggetto del contratto e, daltro lato,
le prestazioni che costituiscono oggetto del contratto di appalto possono pure avere carattere
periodico o continuato. La dottrina fa ricorso al criterio della prevalenza, riconducendo allap-
palto quei contratti in cui risultino prevalenti le prestazioni di fare su quelle di dare, e alla som-
ministrazione le fattispecie in cui lobbligazione di consegnare lopera gi compiuta costituisca
loggetto precipuo del negozio;
mandato: la prestazione del mandatario consiste essenzialmente in unattivit deliberativa o
negoziale, cio di formazione e conseguente manifestazione di volont; la prestazione dellap-
paltatore, invece, consiste nel compimento di unopera o di un servizio: attivit che, sia essa
intellettuale o manuale, prevalentemente esecutiva.
Nel mandato, infine, manca del tutto la caratteristica del rischio economico, che esplica un ruo-
lo centrale nellappalto;
societ: lappalto, in quanto contratto di scambio, resta distinto dalla societ, anche nelle ipo-
tesi in cui lappaltatore venga retribuito con partecipazione agli utili che limpresa dellappaltan-
te ricava dalla sua opera o dal suo servizio. In tali ipotesi, per, il contratto diviene aleatorio,
perch incerto il compenso dellappaltatore: conseguentemente si dubita addirittura che sia
configurabile un vero e proprio appalto, potendosi trattare, invece, di un contratto innominato
soltanto affine allappalto.

In sintesi

Con il contratto di appalto una parte (appaltatore) assume nei confronti della controparte (appal-
tante), con organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio rischio, lincarico di rea-
lizzare unopera o fornire un servizio, verso corrispettivo in denaro. un contratto consensuale,
con effetti obbligatori. Lobbligazione assunta dallappaltatore unobbligazione di risultato: lap-
paltatore, pertanto, inadempiente se non realizza lopera o non esegue il servizio, ossia se non
procura allappaltante il risultato pattuito. Il committente (o appaltante) pu recedere dal contratto
in qualsiasi momento, anche senza un ragionevole motivo: egli, per, deve tenere indenne lappal-
tatore delle spese sostenute, dei lavori eseguiti e del mancato guadagno.
Con il contratto di subfornitura, un imprenditore si impegna a compiere per conto di unimpresa
committente lavorazioni su prodotti semilavorati o su materie prime forniti dallo stesso committen-
te, ovvero si impegna a fornire allimpresa prodotti o servizi destinati ad essere incorporati o co-
munque ad essere utilizzati nellambito dellattivit economica del committente o nella produzione
di un bene complesso, in conformit a progetti esecutivi, conoscenze tecniche e tecnologiche, mo-
delli o prototipi forniti dallimpresa committente.
Quanto agli obblighi del subfornitore:
fatto divieto di successivo subaffidamento senza autorizzazione del committente per un va-
lore superiore al 50% dellopera oggetto della fornitura;
responsabile del funzionamento e della qualit del prodotto o servizio fornito;
deve tempestivamente segnalare difetti di materiali o di attrezzi fornitigli dal committente.

Capitolo 30 - Lappalto e la subfornitura 199

note
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200 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 31 Il trasporto e i contratti di viaggio

1 Nozione e natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (vettore) si obbliga, verso un corrispettivo, a trasfe-
rire persone o cose da un luogo ad un altro (art. 1678 c.c.).

CC Contratto consensuale (ad eccezione del trasporto ferroviario di cose).


CC Contratto a prestazioni corrispettive.
Natura giuridica CC Particolare figura della locatio operis: lopus il trasporto da un luogo ad
un altro di persone o cose.
CC Contratto essenzialmente oneroso.

Trasporto di persone.
CC In relazione alloggetto
Trasporto di cose.

Tipi di trasporto Trasporti aerei.


CC In relazione alla via at- Trasporti marittimi.
traverso la quale si at- Stradali.
tuano Trasporti terrestri Ferroviari.
Postali.

2 Trasporto di persone

2.1 Generalit

Nozione: con la conclusione del contratto il vettore si impegna a trasportare da un luogo allaltro,
in cambio di un corrispettivo, il viaggiatore indenne e senza danni alle cose che questo reca con s.

CC Caratteristica del contratto lonerosit.


CC La posizione debitoria del vettore si caratterizza nellobbligo di tra-
sportare, consistente nel trasferire incolume a destinazione il passeg-
Disciplina
gero.
CC Il passeggero ha lobbligo di pagare il corrispettivo al vettore, deter-
minato, in mancanza di patto, dalle tariffe e dagli usi.

2.2 Responsabilit del vettore

CC Per linadempimento e il ritardo, secondo le regole generali in mate-


ria di obbligazioni: tenuto al risarcimento del danno se non prova
Il vettore responsabile
che linadempimento o il ritardo furono determinati da causa a lui non
imputabile (art. 1218 c.c.).

Capitolo 31 - Il trasporto e i contratti di viaggio 201

CC Per i sinistri del viaggia- Il viaggiatore deve solo provare lesisten-


tore e per perdita o ava- za del contratto di trasporto e il danno
ria delle cose che il viag- subito durante il viaggio.
giatore porta con s, se Il vettore ha lonere di provare di aver
non prova di aver adotta- adottato tutte le misure idonee ad evita-
Il vettore responsabile to tutte le misure idonee re il danno o che il sinistro dovuto a
ad evitare il danno (art. caso fortuito o a fatto del danneggiato o
1681 c.c.) di terzi.

CC Sono nulle le clausole contrattuali che limitano la responsabilit del


vettore per i sinistri alla persona del viaggiatore.

CC Responsabilit contrattuale: il vettore ha lobbligo di trasportare inco-


lume il viaggiatore a destinazione.

Natura della responsabi- CC Parte della dottrina am- Lascia a carico del viaggiatore lonere
lit mette il concorso dellazio- di provare la colpa del vettore.
ne extracontrattuale (ex Concede al viaggiatore unazione sog-
art. 2043 c.c.), basata sul getta al termine di prescrizione pi am-
principio generale del ne- pio (2 anni, art. 2947, co. 2, c.c.).
minem laedere, ci

Le norme sulla responsabilit del vettore:


Si applicano anche in caso di trasporto gratuito (assunzione contrattuale di trasporto senza corri-
spettivo) (art. 1681, co. 3, c.c.).
Non si applicano al trasporto amichevole o di cortesia (in cui manca una stipulazione contrattua-
le); in tal caso si applica unicamente lart. 2043 c.c. (responsabilit extracontrattuale).

3 Trasporto di cose

3.1 Generalit
Nozione: nel trasporto di cose il vettore si impegna a trasportare cose da un luogo ad un altro su
ordine del mittente e in favore di un destinatario che pu essere anche lo stesso mittente.

CC un contratto consensuale.
CC La consegna o laffidamento rientra nellesecuzione del contratto e
da questa deriva lobbligo di custodia da parte del vettore.
Disciplina CC Il diritto di disporre delle cose compete al mittente, che pu modifica-
re il contratto di trasporto anche in corso di esecuzione, salvo lobbli-
go di rimborsare le spese e risarcire i danni derivanti dal contrordine
(art. 1685 c.c.).

Lesecuzione del contratto , di regola, accompagnata dallemissione di diversi documenti:


la lettera di vettura, rilasciata dal mittente al vettore con tutte le indicazioni necessarie per lese-
cuzione del contratto;
il duplicato della lettera di vettura o la ricevuta di carico rilasciata dal vettore al mittente, proban-
te lavvenuta consegna dei beni per il trasporto.

Se rilasciati con la clausola allordine, detti documenti diventano titoli di credito ed incorporano
tutti i diritti nascenti dal contratto di trasporto, potendo, altres, essere trasferiti mediante girata del ti-
tolo.

202 Parte Terza - I contratti commerciali


3.2 Obbligazioni del vettore e del mittente

CC Deve compiere tutti gli atti necessari per rendere possibile lesecu-
zione della prestazione di trasporto.

Dal mittente al momento della conclu-


sione del contratto.
CC Deve pagare il prezzo
Il mittente che pu essere corrispo-
sto
Dal destinatario allatto della consegna
del carico.

CC Pu, fino al momento in cui le cose sono arrivate a destinazione, di-


sporre delle merci (cd. diritto al contrordine) (art. 1685, co. 1 e 2, c.c.).

CC Deve ricevere in consegna le cose da trasportare.


CC Deve eseguire il trasporto secondo le modalit e nei termini previsti
dal contratto, dalla legge o dagli usi.
Il vettore
CC Deve riconsegnare le cose nel luogo di destinazione, dandone avvi-
so al destinatario.
CC Deve custodire le cose da trasportare.

3.3 Responsabilit del vettore

CC Per linadempimento o il ritardo, secondo le norme generali in mate-


ria di obbligazioni (art. 1218 c.c.).
CC Per la perdita o lavaria delle cose consegnategli per il trasporto se
Il vettore risponde non prova che la perdita o lavaria derivata da caso fortuito, oppu-
re da vizi della cosa trasportata o da fatto del mittente o del destina-
tario (art. 1693 c.c.). Restano a suo carico i rischi per perdite o ava-
rie per cause equivoche o ignote.

CC Lazione si prescrive in 1 anno decorrente dal giorno in cui avvenu-


ta o sarebbe dovuta avvenire la consegna delle cose trasportate.
CC Tale responsabilit considerata un mero aggravamento sul piano
probatorio della responsabilit debitoria ordinaria (art. 1218 c.c.).

Dalla possibilit di avvalersi di clausole


Disciplina
contrattuali che stabiliscano presunzio-
ni di caso fortuito (art. 1694 c.c.).
CC La responsabilit tem- Dalla presunzione di irresponsabilit per
perata calo naturale (art. 1695 c.c.): il vettore
risponde solo per le diminuzioni di peso
e di misura che oltrepassino il calo na-
turale.

Capitolo 31 - Il trasporto e i contratti di viaggio 203

4 Pubblici servizi di linea


Sono quei servizi di trasporto che si svolgono su determinati itinerari prestabiliti e per concessio-
ne amministrativa: essi sono esercitati in regime di monopolio.

Il legislatore, per, per evitare il danno che una situazione monopolistica comporta nei confronti
degli utenti, ha sancito due obblighi fondamentali a carico di chi esercita tale attivit (art. 1679 c.c.):
lobbligo legale a contrarre: il concessionario, cio, tenuto ad accettare tutte le richieste di tra-
sporto, purch compatibili con i mezzi ordinari dellimpresa;
la parit di trattamento: il concessionario deve stipulare il contratto con tutti i richiedenti secondo
le condizioni generali stabilite e rese note al pubblico, senza arbitrarie preferenze o precedenze.

5 I contratti di viaggio

Sono contratti sviluppatisi con il cd. turismo di massa e presentano diversa tipologia.

il contratto nellambito del quale lorganizzatore assume


CC Contratto di viaggio in lincarico di vettore nei confronti del cliente (es.: crociera in
senso stretto cui vettore la compagnia di navigazione).
Va considerato un vero e proprio contratto di trasporto.

Lagenzia turistica si obbliga ad offrire trasporto, vitto, al-


loggio e tutto ci che necessario.
CC Contratto di organiz-
zazione di viaggio Si parla di vero e proprio appalto di servizi, con responsa-
bilit dellagenzia per la mancata realizzazione del risulta-
to promesso.

Lagenzia si impegna a procurare al cliente un contratto di


organizzazione di viaggio oppure offre servizi che consen-
CC Contratto di interme- tono di effettuare un viaggio o un soggiorno.
diazione di viaggio Lintermediario pu essere parificato ad un mandatario sen-
za rappresentanza: non risponde, pertanto, della mancata
Tipi prestazione dei servizi convenuti con i terzi.

Ai sensi dellart. 34 del Co- Trasporto.


dice del turismo i pacchet- Alloggio.
ti turistici hanno ad ogget-
Servizi turistici non acces-
to i viaggi, le vacanze, i cir-
CC Contratto che preve- sori al trasporto o allallog-
cuiti tutto compreso, le cro-
de la vendita dei cd. gio di cui allarticolo 36 del
ciere turistiche, risultanti
pacchetti turistici, D.Lgs. 79/2011, che costi-
dalla combinazione, da
previsto da ultimo dal tuiscano, per la soddisfa-
chiunque ed in qualunque
Codice del turismo zione delle esigenze ricre-
modo realizzata, di alme-
(D.Lgs. 23-5-2011, n. ative del turista, parte si-
no due degli elementi di
79), che ha abrogato gnificativa del pacchetto tu-
seguito indicati, venduti od
gli articoli da 82 a 100 ristico.
offerti in vendita ad un
del Codice del consu- prezzo fortetario
mo
Il contratto di vendita di pacchetti turistici redatto in for-
ma scritta in termini chiari e precisi. Al turista deve essere
rilasciata una copia del contratto stipulato e sottoscritto
dallorganizzatore o venditore.

204 Parte Terza - I contratti commerciali


In sintesi

Il contratto di trasporto il contratto con il quale un vettore si obbliga, verso un corrispettivo, a tra-
sferire da un luogo allaltro cose o persone (art. 1678 c.c.). un contratto che ha per oggetto lo
spostamento, a rischio del vettore, di cose o persone, per via terra, mare, aria.
Per quanto riguarda il trasporto di persone, trattasi di un contratto consensuale ed oneroso che d
vita ad una obbligazione di fare.
Nellipotesi di trasporto di cose si tratta di un contratto consensuale: la consegna della cosa rien-
tra, infatti, nel momento dellesecuzione del contratto gi perfetto. Le parti del contratto sono il vet-
tore ed il mittente (che colui che richiede il trasporto) ma nella fase esecutiva assume rilievo an-
che la persona del destinatario (colui al quale le merci devono essere consegnate). Di conseguen-
za, il trasporto configura generalmente un contratto a favore del terzo (destinatario).
Infine, lo sviluppo del turismo di massa ha determinato laffermarsi di nuove fattispecie contrattuali:
il contratto nellambito del quale lorganizzatore del viaggio assume lincarico di vettore nei
confronti del cliente (esempio tipico la crociera nel quale vettore la compagnia di naviga-
zione);
il contratto di organizzazione di viaggio, nel quale lagenzia turistica si obbliga ad offrire al
cliente trasporto, alloggio, vitto e tutto quanto necessario al viaggio ( un vero e proprio appal-
to di servizi);
il contratto di intermediazione di viaggio, in cui lagenzia di viaggio si impegna a procurare
al cliente un contratto di organizzazione di viaggio (in questo caso lagenzia agisce come man-
datario senza rappresentanza);
il contratto che prevede la vendita dei cd. pacchetti turistici, previsto da ultimo dal Codice
del turismo (D.Lgs. 79/2011).

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Capitolo 31 - Il trasporto e i contratti di viaggio 205

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206 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 32 Il deposito e il contratto dalbergo

1 Il deposito

1.1 Nozione e natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale una parte (depositario) riceve dallaltra (depositante) una cosa
mobile con lobbligo di custodirla e di restituirla (art. 1766 c.c.).
La causa consiste nellassicurare la custodia della cosa e provvedere alla conservazione mate-
riale di essa, preservandola dai pericoli di sottrazione, distruzione e danneggiamento.

CC Contratto reale.
CC Contratto di durata.

Natura giuridica CC Contratto non formale.


CC Contratto presumibilmente gratuito: tale presunzione non sussiste
quando il depositario eserciti professionalmente lattivit dedotta in
contratto.

1.2 Disciplina

CC Usare, nel custodire la cosa, la diligenza del buon padre di famiglia:


in caso di deposito gratuito leventuale responsabilit per colpa va-
lutata con minor rigore (art. 1768 c.c.).
Obbligazioni del deposi- CC Non utilizzare la cosa senza il consenso del depositante (art. 1770
tario c.c.).
CC Restituire la cosa in ogni momento in cui il depositante la richieda (art.
1771 c.c.).
CC Restituire al depositante i frutti della cosa (art. 1775 c.c.).

CC Pagare leventuale compenso (art. 1781 c.c.).


CC Rimborsare le spese fatte per conservare la cosa (art. 1781 c.c.).
Obbligazioni del deposi-
tante CC Pagare le spese necessarie per la restituzione della cosa (art. 1774
c.c.).
CC Ritirare la cosa depositata a richiesta del depositario (art. 1771 c.c.).

2 Il deposito irregolare

Nozione: il deposito avente ad oggetto una quantit di danaro o di altre cose fungibili delle qua-
li viene concessa al depositario la facolt di servirsi (art. 1782 c.c.).

CC Il depositario acquista la propriet delle cose e pu disporne.


Disciplina CC Deve restituirne altrettante della stessa specie e qualit.
CC Si applicano, per quanto compatibili, le norme relative al mutuo.

Capitolo 32 - Il deposito e il contratto dalbergo 207

Differenze

Il deposito si distingue:
dal mutuo, che comporta il passaggio della propriet delle cose dal mutuante al mutuatario,
sul quale non grava alcuna obbligazione di custodia, ma solo quella di restituire altrettante cose
dello stesso genere e qualit;
dal comodato, in quanto questo diretto al solo scopo di consentire luso ed il godimento del-
la cosa da parte del comodatario. La custodia da parte del comodatario ha solo un carattere
strumentale ed accessorio, mentre nel deposito essa lo scopo stesso del contratto;
dal mandato, in quanto il depositario non tenuto che ad unattivit prevalentemente materiale;
dal riporto e dal contratto estimatorio, in quanto in tali contratti la funzione traslativa fina-
lizzata alla vendita.

3 Il deposito nei magazzini generali

Nozione: con tale contratto unimpresa assume lobbligo di custodire presso i propri magazzini
beni mobili (di solito merci tipo grano, verdure, carbone, olio, che possono essere custoditi anche alla
rinfusa cio immagazzinando merce della stessa qualit, ma proveniente da depositanti diversi pres-
so gli stessi locali o negli stessi recipienti) secondo lo schema del deposito regolare.

CC Il contratto che intercorre tra cliente e imprenditore un deposito.


CC Lobbligo non solo quello della custodia, ma anche della conserva-
zione in impianti e luoghi idonei: comporta pertanto una serie di ob-
blighi strumentali di protezione e vigilanza.

Presunzione di responsabilit del ge-


store dei magazzini generali vinta solo
con la prova che la perdita, il calo,
CC La responsabilit del depo- lavaria derivato dal caso fortuito,
Disciplina sitario regolata dallart. dalla natura delle merci, dai vizi delle
1787 c.c. stesse o dellimballaggio.
responsabilit oggettiva (per rischio
dimpresa).

CC A richiesta del depositante possono essere rilasciati particolari titoli


(fede di deposito e nota di pegno) che consentono la negoziazio-
ne o la costituzione in pegno delle merci senza la necessit di un loro
materiale spostamento.

4 Il contratto di posteggio

CC Posteggio nelle vie pubbliche: si esaurisce in una pura attivit di cu-


stodia.
Il contratto assume
due connotazioni CC Posteggio in garage: un contratto di deposito qualora le altre obbli-
gazioni (pulitura, manutenzione del veicolo) si pongano in rapporto di
subordinazione.

208 Parte Terza - I contratti commerciali


5 Il contratto dalbergo

5.1 Nozione e natura giuridica


Nozione: lalbergatore si obbliga, dietro corrispettivo in denaro, ad alloggiare il cliente in uno o pi
locali dellalbergo, convenientemente mobiliati e provvisti di adeguati servizi e, di solito, a fornirgli le
bevande e i cibi richiesti.

CC Contratto atipico.

Natura giuridica CC Contratto misto di locazione di cose e di locazione dopera, nel qua-
le le singole prestazioni rimangono collegate in funzione di uno sco-
po unitario e sono regolate dalle norme dettate per i singoli contratti.

5.2 Disciplina
Non essendo un contratto tipico (cio disciplinato dalla legge), la dottrina rinviene nel contratto di
albergo elementi riconducibili alla locazione, alla somministrazione, al contratto di opera.
Unico aspetto minuziosamente disciplinato quello relativo alla responsabilit dellalbergatore
per le cose portate dal cliente in albergo.

Le cose portate in albergo sono:


le cose che, durante il periodo di soggiorno in albergo, si trovano in esso o nei locali di pertinenza;
le cose che, durante il tempo nel quale il cliente dispone dellalloggio, sono assunte in custodia
dallalbergatore, da un membro della sua famiglia o da un suo ausiliario fuori dellalbergo;
le cose che, durante il periodo di tempo ragionevole, precedente o successivo a quello in cui il
cliente dispone dellalloggio, sono assunte in custodia dallalbergatore, da un membro della sua
famiglia o da un suo ausiliario, sia nellalbergo che fuori dellalbergo.

Le norme sono inapplicabili per i danni che i clienti hanno subito ai veicoli ed alle cose in essi la-
sciati o agli animali vivi.

Per le cose che gli sono state conse-


gnate in custodia o per quelle che lal-
bergatore si illegittimamente rifiu-
CC La responsabilit per dete- tato di ricevere (art. 1784 c.c.).
rioramento, distruzione o Quando il cliente dimostri che la per-
sottrazione illimitata dita delle cose da lui portate in alber-
go sia imputabile a colpa, anche lie-
ve, dellalbergatore, dei suoi familiari
o dei suoi ausiliari (art. 1785bis c.c.).
Responsabilit
dellalbergatore
Per le cose che il cliente porta in al-
bergo senza consegnarle allalberga-
CC La responsabilit limitata tore.
al valore di quanto perdu-
to (sottratto, distrutto o de- Per quelle di cui lalbergatore si sia
teriorato) fino allequivalen- assunto la custodia fuori dellalbergo
te di cento volte il prezzo o durante un periodo di tempo ragio-
giornaliero dellalloggio nevole, precedente o successivo a
quello in cui il cliente dispone dellal-
bergo.

Capitolo 32 - Il deposito e il contratto dalbergo 209

CC una responsabilit og-


gettiva (per rischio dimpre-
sa). Lalbergatore pu sot- A fatto del cliente.
trarsi alla stessa dimostran- A forza maggiore.
do che la perdita o il deterio- Alla natura della cosa.
Responsabilit ramento sono dovuti
dellalbergatore

CC Il cliente perde la pretesa risarcitoria ove denunci il danno con ritardo.


CC Sono nulli tutti i patti o le dichiarazioni tendenti ad escludere o a limi-
tare preventivamente la responsabilit dellalbergatore (art. 1785qua-
ter c.c.).

In sintesi

Con il contratto di deposito una parte (depositario) riceve dallaltra parte contrattuale (depositan-
te) una cosa mobile con lobbligo di custodirla e di restituirla in natura.
Il contratto di deposito si presume gratuito, salvo che dalla qualit professionale del depositario o
da altre circostanze si debba desumere una diversa volont delle parti (art. 1767 c.c.).
Molto diffuso il cd. contratto di deposito nei magazzini generali, edifici attrezzati per la conserva-
zione di merci anche deperibili in attesa che siano messe in circolazione.
La dottrina designa, infine, come contratto dalbergo il negozio atipico mediante il quale lalber-
gatore si obbliga, dietro corrispettivo in danaro, ad alloggiare il cliente in uno o pi locali dellalber-
go, convenientemente mobiliati e provvisti di adeguati servizi e, di solito, a fornirgli le bevande ed
i cibi richiesti.
Listituto ha avuto unampia elaborazione dottrinale, limitandosi il codice civile a regolare soltanto
laspetto attinente alla responsabilit dellalbergatore per le cose portate in albergo, ponendo le re-
lative norme nel contesto della disciplina dettata per il deposito (artt. 1783-1786 c.c.).

note
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210 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 33 Il mandato, la spedizione
e la commissione

1 Il mandato

1.1 Nozione e natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale una parte (mandatario) si obbliga a compiere uno o pi atti giu-
ridici per conto dellaltra parte (mandante) (art. 1703 c.c.).
Rientra nella categoria della locatio operis, ma se ne distingue per la particolare attivit che for-
ma oggetto dellobbligazione del mandatario, ossia il compimento di atti giuridici.

CC Contratto consensuale.
CC Contratto bilaterale.
Natura giuridica CC Contratto ad effetti obbligatori.
CC Contratto di natura personale, perch si stipula intuitu personae.
CC Contratto sia oneroso che gratuito.

CC Oggetto del mandato sempre il compimento di atti giuridici, siano


essi negoziali o non negoziali.
CC Non sono richieste forme particolari per la conclusione: la giurispru-
denza ritiene che la forma scritta richiesta per il mandato che abbia
Caratteri per oggetto il compimento di atti per i quali occorra la forma scritta.
CC Il mandato pu essere anche tacito, purch si evidenzi un comporta-
mento univoco che valga come accettazione da parte del mandata-
rio.
CC Il mandato si presume oneroso, ma pu essere anche gratuito.

1.2 Mandato e rappresentanza

Il mandatario agisce in nome e per conto del man-


dante.
CC Con rappresentanza Al mandato collegata una procura.
Gli effetti si producono direttamente in capo al
Il mandato pu mandante.
essere
Il mandatario agisce in nome proprio.

CC Senza rappresentanza Il mandatario acquista diritti e assume obblighi


derivanti dal negozio, mentre i terzi non entrano
in alcun rapporto con il mandante.

Capitolo 33 - Il mandato, la spedizione e la commissione 211

In caso di beni immobili o


mobili iscritti in un apposi-
to registro, il mandatario
che li ha acquistati in
nome proprio deve ritra-
In caso di manda- sferirli al mandante con un
to ad acquistare successivo negozio.
(art. 1706 c.c.) In caso di mobili non re-
Il mandato pu gistrati il mandante ha di-
CC Senza rappresentanza
essere ritto di rivendicare le cose
mobili acquistate per suo
conto dal mandatario che
ha agito in nome proprio.

Al mandante concesso di agire per lesercizio


dei diritti derivanti dallesecuzione del mandato
(art. 1705 c.c.): lazione, secondo la giurispruden-
za, diretta e non surrogatoria.

un contratto.
Conferisce un incarico.
CC Mandato
conferito solo per il compimento di atti giuridici.
Riguarda il rapporto interno.
Mandato e pro-
cura sono distin- negozio unilaterale recettizio.
ti Conferisce un potere.
Pu essere conferita anche per il compimento
CC Procura
di attivit materiali.
Si discute se sia causale o astratta.
Riguarda il rapporto esterno.

1.3 Disciplina

CC Il mandatario tenuto ad eseguire quanto il mandato gli prescrive con la di-


ligenza del buon padre di famiglia.
CC Deve dare notizia al mandante dellesecuzione dello stesso e deve presen-
tare un rendiconto.
CC La sua responsabilit valutata con minor rigore qualora il mandato sia gra-
tuito.
Obbligazioni del CC Il mandatario non risponde verso il mandante delle obbligazioni assunte dai
mandatario (artt. terzi con i quali ha contrattato.
1710-1718 c.c.) CC Non pu eccedere i limiti fissati dal contratto.
CC Deve comunicare circostanze sopravvenute che possano determinare la re-
voca o la modificazione del mandato.
CC Non pu farsi sostituire da altri nellesecuzione del mandato, salvo che non
sia stato autorizzato dal mandante o che la sostituzione sia necessaria per
la natura dellincarico: in caso contrario risponde delloperato del sostituto
(art. 1717 c.c.).

212 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Il mandante deve somministrare i mezzi necessari per lesecuzione del man-
Obbligazioni del dato.
mandante (artt. C C Rimborsare le spese e le anticipazioni fatte dal mandatario.
1719-1721 c.c.) CC Pagargli il compenso, se pattuito.
CC Risarcirgli i danni eventualmente subiti a causa dellincarico.

CC Per scadenza del temine.


CC Per il compimento dellaffare da parte del mandatario.
Estinzione CC Per morte, interdizione o inabilitazione del mandante o del mandatario.
CC Per rinunzia del mandatario.
CC Per revoca del mandante.

Generale: se riveste globalmente la cura di tut-


ti gli interessi del mandante.
Generico: se riguarda alcuni poteri specifici (es.:
CC In relazione ai poteri che
potere di vendere).
attribuisce alle parti
Specifico: se riguarda specifici poteri relativa-
mente a determinati beni (es.: potere di vende-
re il fondo tuscolano).

Mandato conferito nellinteresse esclusivo del


mandante.
CC In relazione agli interes- Mandato conferito nellinteresse del mandante
Tipi di mandato
si che persegue e del mandatario.
Mandato conferito nellinteresse del mandante
e di terzi.

Collettivo: conferito da pi persone ad un solo


mandatario, con un unico atto e nellinteresse
comune.
CC In relazione ai soggetti Congiuntivo: conferito a pi persone destinate
ad agire congiuntamente.
Disgiuntivo: conferito a pi mandatari che pos-
sono operare separatamente.

2 La spedizione

2.1 Nozione e disciplina


Nozione: la spedizione un mandato senza rappresentanza, con cui una persona (spedizionie-
re) assume lobbligo di concludere, in nome proprio e per conto del mandante, un contratto di traspor-
to di cose e di compiere le operazioni accessorie (art. 1737 c.c.).

CC Il mandato conferito allo spedizioniere revocabile finch il contrat-


Disciplina
to di trasporto non sia stato concluso (art. 1738 c.c.).

Capitolo 33 - Il mandato, la spedizione e la commissione 213

CC Lo spedizioniere deve osservare le istruzioni del committente, per la


scelta del mezzo, della via e delle modalit del trasporto: in mancan-
za, deve operare secondo il migliore interesse del medesimo (art.
1739 c.c.).
CC Tra le obbligazioni accessorie dello spedizioniere pu rientrare an-
che la custodia temporanea delle merci: si applica, in tal caso, la di-
Disciplina sciplina del deposito.
CC Lo spedizioniere non tenuto ad assicurare le cose spedite (art. 1739,
co. 1, c.c.); ha diritto alla retribuzione, oltre che ai compensi per le
prestazioni accessorie eseguite, ed al rimborso delle spese anticipa-
te (art. 1740 c.c.).
CC Per la soppressione dellelenco degli spedizionieri vedi cap. 34, par. 2.4.

3 La commissione

3.1 Nozione e disciplina


Nozione: un mandato senza rappresentanza avente ad oggetto lacquisto o la vendita di beni
per conto del committente da parte del commissionario che agisce in nome proprio (art. 1731 c.c.).

CC Si applicano le disposizioni relative al mandato.


CC La commissione sempre onerosa (il compenso prende il nome di
provvigione).

CC espressamente prevista
la possibilit dellentrata del Il commissionario pu fornire al prez-
commissionario come par- zo corrente le cose che deve compra-
te del contratto. Infatti, re.
quando la commissione ha
per oggetto lacquisto o la Pu acquistare per s le cose che
vendita di titoli o merci deve vendere, salvo il diritto alla prov-
aventi un prezzo ufficiale di vigione.
mercato
Disciplina

Il commissionario garantisce al com-


mittente il regolare adempimento
dellobbligazione del terzo ed il buon
esito dellaffare, ossia risponde con il
proprio patrimonio qualora le perso-
CC Il commissionario pu esse- ne con cui ha concluso il contratto sia-
re assoggettato alla clauso- no inadempienti.
la dello star del credere
Secondo parte della dottrina, in tal
caso il commissionario assume la fi-
gura e gli obblighi di un fideiussore
(MINERVINI) e ha diritto ad una
maggiore provvigione.

214 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 34 Lagenzia e la mediazione

1 Lagenzia

1.1 Nozione e natura giuridica


Nozione: una parte (agente) assume stabilmente lincarico di promuovere per conto dellaltra (pre-
ponente), verso retribuzione, la conclusione di affari in una zona determinata (art. 1742 c.c.).
Lagente un imprenditore commerciale, ausiliario autonomo dellimprenditore preponente con
organizzazione a proprio rischio.

CC La promozione, verso corrispettivo, della conclusione di affari tra pre-


ponente e terzi nellambito di una zona determinata.
CC La stabilit dellincarico, intesa come preordinazione del rapporto, non
gi ad un singolo o pi affari predeterminati, ma a tutti gli affari di una
Caratteri essenziali certa specie, svolti per un certo tempo, nellinteresse del preponente
e in coordinazione con lattivit del medesimo.
CC Lautonomia dellagente, con gestione dellattivit a proprio rischio.
CC Lassenza del vincolo di subordinazione dallazienda preponente.

1.2 Attivit dellagente e del preponente

CC Promozione della Ricercando e visitando clienti.


conclusione di Pubblicizzando loro i prodotti.
contratti Sollecitando gli stessi alla stipulazione.

CC Facolt di riscuotere i crediti del preponente (art. 1744 c.c.).


CC Facolt di concedere sconti o dilazioni.
CC Tutela degli interessi del preponente e comportamento improntato ai
Attivit dellagente
principi di lealt e buona fede.
CC Adempimento dellincarico in conformit alle istruzioni ricevute.
CC Informazione del preponente circa le condizioni di mercato ed ogni al-
tra notizia che si riveli utile per valutare la convenienza dei singoli af-
fari (art. 1746 c.c.).
CC Comunicazione al preponente della sopravvenienza di eventuali im-
pedimenti che rendono impossibile o comunque difficoltosa la prose-
cuzione del rapporto di agenzia (art. 1747 c.c.).

Capitolo 34 - Lagenzia e la mediazione 215

Viene determinata in ragione di una percen-


tuale sul valore dellaffare o stabilita sotto for-
ma di sovrapprezzo sul prezzo minimo.
Pu consistere in una somma fissata per ogni
contratto concluso o per ogni unit di misura
della merce che oggetto della prestazione.
Per il diritto alla provvigione non richiesta la
regolare esecuzione dellaffare stesso (art.
1748 c.c.), ma semplicemente che laffare si
sia concluso per effetto del suo intervento.
Ha diritto alla provvigione anche per gli affari
conclusi dopo lo scioglimento del contratto,
qualora la loro conclusione sia dipesa dallat-
CC Alla provvigione
tivit dellagente.
Ha diritto ad una provvigione indiretta per gli
affari conclusi direttamente dal preponente,
che devono avere esecuzione nella zona ri-
Diritti dellagente servata allagente, salvo che sia diversamen-
te pattuito (art. 1748, co. 2, c.c.).
La provvigione va corrisposta anche per gli af-
fari non andati a buon fine per causa imputa-
bile al preponente.
Il diritto al compenso sorge anche nel caso in
cui la mancata esecuzione dellaffare derivi da
un accordo intervenuto tra il preponente ed il
terzo.

Se ha procurato nuovi clienti al preponente o


abbia sensibilmente sviluppato gli affari con
conseguenti vantaggi del preponente.
CC Ad unindennit in
Il pagamento dellindennit deve essere equo,
caso di cessazione
tenuto conto delle circostanze e delle provvi-
del rapporto
gioni che lagente perde.
Lindennit dovuta anche se il rapporto ces-
sa per morte dellagente.

CC Corresponsione allagente di un compenso (provvigione) sugli affari


conclusi per effetto del suo intervento.
CC Consegna allagente di un estratto dei libri contabili e di tutte le infor-
mazioni necessarie per verificare limporto delle provvigioni.
CC Messa a disposizione dellagente della documentazione relativa ai
Attivit del preponente beni ed ai servizi trattati.
CC Informazione dellagente circa laccettazione o il rifiuto o la mancata
esecuzione di un affare procuratogli, entro un termine ragionevole.
CC Avviso allagente, entro un termine ragionevole, allorquando preveda
che il volume delle operazioni commerciali sar inferiore a quello che
lagente avrebbe potuto normalmente attendersi.

216 Parte Terza - I contratti commerciali


1.3 Diritto di esclusiva e patto di non concorrenza

CC Il preponente non pu valersi contemporaneamente di pi agenti nel-


la stessa zona e per lo stesso ramo di attivit, salvo patto contrario.
CC Lagente non pu assumere lincarico di trattare, nella stessa zona e
per lo stesso ramo, gli affari di pi imprese in concorrenza tra loro
Diritto di esclusiva (art. 1743 c.c.).
CC Il diritto di esclusiva non rappresenta un requisito essenziale dellagen-
zia.
CC Tale clausola di esclusiva, pur integrando una limitazione della con-
correnza, non soggetta alla disciplina dellart. 2596 c.c.

CC il patto attraverso cui lagente si impegna a non svolgere determi-


nate attivit dopo lo scioglimento del contratto di agenzia.
CC Richiede la forma scritta a pena di nullit.
Patto di non concorrenza CC Va limitato alla zona, clientela e genere di beni o servizi attribuiti
allagente e la sua durata non pu eccedere i due anni successivi alla
cessazione del contratto.
CC Deve prevedere una indennit di natura non provvigionale.

1.4 Lagente con rappresentanza


Larticolo 1752 c.c. riconosce al preponente la possibilit di conferire allagente speciali poteri rap-
presentativi, in modo da consentirgli anche di concludere e perfezionare quei contratti di cui stato
promotore: si delinea cos la figura dellagente con rappresentanza o rappresentante di commer-
cio, al quale dato il potere (non lobbligo) di concludere contratti in nome e per conto del preponen-
te. Per la soppressione del ruolo degli agenti e rappresentanti di commercio vedi par. 2.4.

1.5 Lo scioglimento del contratto

Per recesso, con lobbligo di un congruo pre-


avviso.
CC Il contratto di agen-
zia a tempo indeter- A seguito di risoluzione per inadempimento,
minato si scioglie nei casi in cui linadempimento dellagente o
del preponente si riveli tale da incidere nega-
tivamente sulla stessa funzione del contratto.

Scioglimento
Alla scadenza del termine (se continua ad
essere eseguito dalle parti successivamen-
CC Il contratto di agen- te, si trasforma in contratto a tempo indeter-
zia a tempo deter- minato).
minato si scioglie A seguito di risoluzione per inadempimento.
Non ammesso il recesso unilaterale ex art.
1750 c.c.

2 La mediazione

2.1 Nozione e caratteri


Nozione: il mediatore colui che mette in relazione due o pi parti per la conclusione di un affa-
re, senza essere legato ad alcuna di esse da rapporti di collaborazione, di dipendenza o di rappresen-
tanza (art. 1754 c.c.).

Capitolo 34 - Lagenzia e la mediazione 217

CC Messa in relazione delle parti, costituente il risultato di unapposita at-


tivit finalizzata alla conclusione di un determinato affare.
Caratteri
CC Esistenza di una precisa volont delle parti intermediate.
CC Indipendenza ed imparzialit del mediatore.

2.2 Attivit del mediatore


Lattivit di mediazione libera, ma per lesercizio professionale della stessa, prima dell8 maggio
2010, era necessaria liscrizione, da parte del mediatore, in appositi ruoli tenuti dalle Camere di Com-
mercio, a norma della L. 3-2-1989, n. 39. Tale disciplina stata modificata (vedi par. 2.4).

CC Ha lonere di porre in contatto le parti interessate alla conclusione


dellaffare.
CC Deve comportarsi secondo le regole della correttezza (art. 1175 c.c.)
e prestare la diligenza del buon padre di famiglia (art. 1176 c.c.).
CC Ha lobbligo di non divulgare notizie dategli dalle parti.
CC Ha lobbligo di comunicare alle parti tutte le circostanze da lui cono-
sciute che possano influire sulla conclusione dellaffare, consenten-
Il mediatore do una pi esatta valutazione in ordine alla convenienza e alla sicu-
rezza delloperazione economica (art. 1759, co. 1, c.c.).
CC Deve garantire lautenticit delle sottoscrizioni degli atti e dellultima
girata dei titoli che vengono trasmessi per suo tramite (art. 1759, co.
2, c.c.).
CC Pu anche non rivelare il nome di un contraente allaltro: in tal caso
risponde in proprio, nei confronti della parte alla quale non ha mani-
festato il nome, per lesecuzione del contratto (art. 1762 c.c.).

CC Lattivit del mediatore si esaurisce con la conclusione dellaffare: egli


resta estraneo alla susseguente esecuzione del contratto mediato.

Esecuzione del contratto Prestare fideiussione per le obbligazioni di


una delle parti (art. 1763 c.c.).
CC Il mediatore pu Assumere la rappresentanza di una delle
parti nella fase di esecuzione del contratto
stesso (art. 1761 c.c.).

2.3 La provvigione
Nozione: il corrispettivo che spetta al mediatore per lattivit svolta, posto a carico di ciascuna
delle parti intermediate.

Alla conclusione dellaffare tra le parti che


CC Il pagamento della il mediatore ha messo in relazione (art.
Caratteristiche provvigione subordi- 1755 c.c.).
nato Alla presenza del nesso causale fra latti-
vit intermediatrice e laffare concluso.

218 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Nellipotesi di conclu- Se la condizione sospensiva, sorge nel
sione del contratto con- momento in cui si verifica la condizione.
dizionale, il diritto alla Se la condizione risolutiva, non viene
provvigione meno con il verificarsi della condizione.
CC La provvigione spetta anche in caso di contratto rescindibile o annul-
Caratteristiche
labile.
CC Il diritto viene meno nellipotesi di contratto nullo: la nullit impedisce
che il contratto produca effetti.
CC Se laffare si concluso con lintervento di pi mediatori ciascuno di
essi ha diritto ad una quota di provvigione (art. 1758 c.c.).

2.4 La SCIA nelle attivit di intermediazione commerciale e di affari, agente


e rappresentante di commercio, mediatore marittimo e spedizioniere
In passato, le diverse leggi di settore prevedevano che per esercitare le attivit di agente o rap-
presentante di commercio, agente di affari in mediazione, mediatore marittimo, occorresse la preven-
tiva iscrizione negli appositi ruoli tenuti dalle camere di commercio.
In materia intervenuto, dapprima, il D.Lgs. 59/2010, che ha disposto la soppressione dei ruoli
degli agenti di affari in mediazione, degli agenti e rappresentanti di commercio, dei mediatori maritti-
mi e dellelenco degli spedizionieri, prevedendo che lesercizio di tali attivit fosse soggetto ad una di-
chiarazione di inizio di attivit (DIA) da presentare alla camera di commercio competente per territo-
rio, tramite lo sportello unico per le attivit produttive.
La DIA doveva essere corredata delle autocertificazioni attestanti il possesso dei requisiti morali
e professionali prescritti e la relativa attivit poteva essere iniziata decorsi 30 giorni dalla presentazio-
ne della dichiarazione. La camera di commercio, infatti, doveva verificare il possesso dei requisiti da
parte degli esercenti le suddette attivit ed iscrivere i dati relativi nel registro delle imprese, se lattivi-
t fosse stata svolta in forma di impresa, oppure nel repertorio delle notizie economiche e amministra-
tive (REA) assegnando la relativa qualifica.
Da ultimo, invece, con la conversione, ad opera della L. 122/2010, del D.L. 78/2010, la dichiara-
zione di inizio attivit (DIA) stata sostituita dalla segnalazione certificata di inizio attivit (SCIA).

CC Essere presentata al registro delle imprese della camera di com-


mercio di competenza nel giorno dellinizio dellattivit econo-
mica; per le sole persone fisiche, la SCIA andr presentata alla
camera di commercio della provincia presso la quale si intende ini-
ziare lo svolgimento dellattivit e determiner la loro iscrizione al
La SCIA deve ruolo/elenco corrispondente.
CC Essere allegata ad un modello di comunicazione unica e di iscri-
zione/variazione al registro delle imprese.
CC Contenere le autocertificazioni necessarie per documentare il pos-
sesso dei requisiti personali, morali e professionali previsti dalle
normative.

Dopo aver presentato la SCIA, il nuovo imprenditore pu iniziare a svolgere lattivit senza aspet-
tare i 30 giorni previsti dalla normativa precedente. Le amministrazioni hanno 60 giorni a disposi-
zione per esercitare i controlli e prendere i provvedimenti necessari.
Infine, dal 12 maggio 2012 sono in vigore i quattro decreti (26-10-2011) del ministero dello svi-
luppo economico, emanati in attuazione della delega contenuta nellart. 80 del D.Lgs. 59/2010, che
disciplinano le modalit di iscrizione nel registro delle imprese e nel REA delle attivit di media-
zione, mediazione marittima, spedizione ed agenzia e rappresentanza di commercio e che regolano,
altres, le modalit di passaggio allo stesso registro ed al REA dei dati dei soggetti imprenditoriali e
persone fisiche iscritti ai rispettivi ruoli ed elenco.

Capitolo 34 - Lagenzia e la mediazione 219

Differenze

La mediazione si distingue dalle seguenti figure contrattuali:


mandato, per la diversa natura dellattivit svolta: il mandatario compie unattivit negoziale
per conto del mandante e deve, come tale, considerarsi un cooperatore giuridico delle parti; il
mediatore, invece, solo un cooperatore materiale, in quanto si limita a mettere in relazione
le parti stesse;
agenzia, in quanto lincarico di mediazione, se c, riguarda un singolo affare, mentre lincari-
co di agenzia coinvolge un numero indefinito di prestazioni della stessa specie da svolgere in
una determinata zona;
procacciamento di affari, perch, diversamente dal mediatore, il procacciatore di affari non
svolge attivit imparziale, in quanto opera sostanzialmente come un agente, ancorch il suo
rapporto non sia connotato dalla stabilit.

In sintesi

Lagenzia il contratto con cui una parte (agente) assume stabilmente lincarico di promuovere
per conto dellaltra (preponente), verso retribuzione, la conclusione di contratti in una zona deter-
minata.
Lagente opera a proprio rischio e con organizzazione autonoma, senza vincolo alcuno di su-
bordinazione: si tratta quindi di un imprenditore commerciale o meglio di un ausiliario autonomo
dellimprenditore preponente; pu, tuttavia, assumere talvolta la figura di lavoratore parasubordi-
nato.
Elemento naturale, ma non essenziale, del contratto il reciproco diritto di esclusiva, per il qua-
le il preponente non pu, salvo patto contrario, avvalersi di pi agenti nella stessa zona e lagente
non pu svolgere le stesse mansioni per ditte concorrenti nella stessa zona.
Lagente ha diritto alla provvigione per tutti gli affari conclusi durante la vigenza del contratto an-
corch non ancora eseguiti, quando loperazione si realizzata per effetto del suo intervento. Ha
inoltre diritto alla provvigione per gli affari conclusi dopo lo scioglimento del contratto, qualora la
conclusione degli stessi sia prevalentemente dovuta allattivit da lui svolta.
Allatto di cessazione del rapporto il preponente tenuto a corrispondere allagente una indenni-
t di fine rapporto in presenza di particolari condizioni descritte dalla legge (art. 1751 c.c.).
La mediazione il contratto con il quale una parte (mediatore) mette in relazione due o pi parti
per la conclusione di un affare, senza essere stato incaricato da nessuna di esse in virt di rappor-
ti di collaborazione, di dipendenza o di rappresentanza.
un contratto a prestazioni corrispettive che vincola il cliente del mediatore a corrispondergli la
provvigione nel caso in cui questi lo metta in contatto con altri per la conclusione di affari. Se il con-
tratto non concluso, il mediatore non ha diritto ad alcun compenso, ma solo al rimborso delle spe-
se da parte di chi lo abbia incaricato. Il mediatore comunque ha solo lonere, e non lobbligo, di
svolgere lattivit interpositiva. Il mediatore pu anche non rivelare ad un contraente il nome dellal-
tro: in questo caso per risponder in proprio, nei confronti della parte cui ha taciuto lidentit dellal-
tro contraente, dellesecuzione del contratto.

220 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 35 Il mutuo e il credito al consumo

1 Nozione e natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale una parte (mutuante) consegna allaltra (mutuatario) una de-
terminata quantit di cose fungibili, e laltra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie
e qualit (art. 1813 c.c.).

CC Contratto traslativo.
CC Contratto reale.
CC Contratto normalmente oneroso.
Natura giuridica CC Contratto a prestazioni eventualmente continuate (lobbligo del pagamento
degli interessi avviene a scadenze periodiche).
CC Contratto a prestazioni corrispettive: si ritiene, infatti, che gli interessi costi-
tuiscano controprestazione del diritto reale sul capitale acquistato dal mu-
tuatario.

2 Disciplina

CC Ha lobbligo di restituire la cosa o il tantundem eiusdem generis (fra le cose


date e quelle restituite deve quindi esserci corrispondenza quantitativa e qua-
litativa) alla scadenza stabilita (art. 1813 c.c.). Nel mutuo oneroso il termine
per la restituzione opera a favore di entrambe le parti (art. 1816 c.c.).

valida la pattuizione con la


Il mutuatario quale vengono determinati in-
teressi superiori alla misura Il mancato pagamento
CC Ha lobbligo di legale, purch non in misura degli interessi dovuti
corrispondere usuraria. comporta la risoluzione
gli interessi La clausola contenente inte- del contratto (art. 1820
ressi usurari nulla e non sono c.c.).
dovuti interessi (art. 1815, co.
2, c.c.).

3 Mutuo di scopo e mutuo garantito

CC Pu essere imposta al Pu essere dedotto dalle parti come finali-


mutuatario unutilizza- t convenzionale necessaria (mutuo di sco-
zione di quanto ottenu- po volontario).
to a mutuo predisposta Pu essere correlato ad una speciale discipli-
alla realizzazione di
Mutuo di scopo na legale in vista di particolari esigenze di ordi-
uno scopo determina-
ne economico-sociale (mutuo di scopo legale).
to
CC La natura giuridica quella di un contratto di finanziamento: mutuo vin-
colato nel fine in forza di obbligazioni che, per attuare questo fine, gra-
vano sul mutuatario.

Capitolo 35 - Il mutuo e il credito al consumo 221

CC Sono previste particolari modalit di erogazione del mutuo, nonch par-


ticolari controlli ed ispezioni da parte del mutuante.
Mutuo di scopo
CC La violazione dellobbligo di destinazione pu costituire giusta causa
di recesso del mutuante dal rapporto.

CC un mutuo accompagnato dalla prestazione di garanzia da parte del


debitore.
Mutuo pignoratizio: lobbligazione di restitu-
ire del mutuatario garantita da pegno.
Mutuo garantito Mutuo ipotecario: la garanzia costituita da
CC Le figure pi comuni
ipoteca.
sono
Mutuo cambiario: il mutuatario rilascia del-
le cambiali a garanzia del suo debito di re-
stituzione.

4 Il credito al consumo
Il credito al consumo consiste nellattivit di concessione di credito, nellesercizio di unattivit pro-
fessionale o commerciale, sotto forma di dilazione di pagamento, finanziamento o di altra analoga facili-
tazione finanziaria, a favore di una persona fisica che agisce per scopi estranei allattivit professionale
o imprenditoriale eventualmente svolta. Si tratta di uno strumento che, da un lato, consente ai consuma-
tori di soddisfare il proprio fabbisogno di determinati beni e servizi, ponendo rimedio ad eventuali caren-
ze di liquidit; dallaltro aiuta anche le imprese che tali beni e servizi offrono a continuare ad operare.
La disciplina del credito al consumo contenuta principalmente nel Testo Unico bancario (D.Lgs.
385/1993); inoltre, a seguito dellintroduzione del Codice del Consumo (D.Lgs. 206/2005), parte della di-
sciplina fu trasposta nellabrogato art. 42 dello stesso; da ultimo questa disciplina ha subito notevoli mo-
difiche con il D.Lgs. 13-8-2010, n. 141 e successivi decreti correttivi (D.Lgs. 218/2010 e D.Lgs. 19-9-
2012, n. 169).

Osservazioni

A seguito delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 169/2012 in materia di obblighi precontrattuali del
finanziatore, si dispone che questi dovr assicurare, oltre che il consumatore riceva le informazio-
ni precontrattuali, anche che i fornitori di merci o prestatori di servizi rispettino la disciplina ad essi
applicabile in materia di credito al consumo. Inoltre, viene precisato che i contratti di credito al con-
sumo devono indicare il tasso effettivo globale TAEG (valore che esprime il costo del finanziamen-
to) praticato dal soggetto erogatore.
In materia di informazioni del consumatore nei contratti di credito al consumo si pronunciata, di
recente, anche la Corte di Cassazione, che ha stabilito che il consumatore ha diritto di accedere
tempestivamente e senza ostacoli alla propria posizione negli archivi informatici delle societ che
stipulano finanziamenti. In particolare, se c una segnalazione negativa, e cio la previsione di un
rischio di inadempimento, inoltrata dalla societ finanziaria, il consumatore ha diritto di accesso
agli atti e ai dati che lo riguardano (Cass. 9-1-2013, n. 349).

Differenze

Il mutuo si distingue dalle seguenti figure contrattuali:


comodato: a differenza del mutuo, esso riguarda cose inconsumabili ed infungibili. Il mutua-
tario diviene proprietario delle cose e pu disporne, mentre al comodatario si trasferisce la sola
detenzione temporanea della cosa. Nel comodato deve essere restituita la medesima cosa ri-
cevuta; nel mutuo il tantundem eiusdem generis;

222 Parte Terza - I contratti commerciali


locazione: a differenza del mutuo, deve avere per oggetto una cosa determinata. Il locatore,
inoltre, deve garantire al conduttore la possibilit di trarre dalla cosa lutilit di cui questa su-
scettibile: tale prestazione ha carattere continuativo e perdura dopo la consegna della cosa.
La prestazione del mutuante, invece, si estingue con la consegna delle cose mutuate;
deposito irregolare: la funzione economica di tale contratto non di credito (come nel mu-
tuo) bens di conservazione della cosa depositata. Il depositante preferisce depositare le sue
cose presso un terzo per non custodirle personalmente o con mezzi propri. Luso delle cose
depositate non illimitato, come lo il godimento delle cose mutuate;
sconto: in tale contratto, lo scontante anticipa in denaro allo scontatario limporto di un credi-
to non ancora scaduto che costui ha verso un terzo (art. 1858 c.c.). A differenza del mutuo, se
il credito scontato risulta inesistente, lo scontante ha diritto di chiedere allo scontatario limme-
diata restituzione della somma pagata: lobbligo di restituzione dello scontatario, pertanto,
condizionato alla circostanza che il terzo non abbia pagato allo scontante limporto del credito
ceduto. Lobbligo di restituzione del mutuatario, invece, non assoggettato a condizione e non
si pone come obbligazione sussidiaria.

note
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Capitolo 35 - Il mutuo e il credito al consumo 223

note
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224 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 36 Il comodato

1 Nozione e natura giuridica

Nozione: il contratto con il quale una parte (comodante) consegna allaltra (comodatario) una
cosa mobile o immobile, affinch se ne serva per un tempo o per un uso determinato, con lobbligo di
restituire la stessa cosa ricevuta (art. 1803 c.c.).

CC Contratto traslativo di uso o di godimento.


CC Contratto reale.
CC Contratto ad efficacia meramente obbligatoria.
CC Contratto essenzialmente gratuito.
Natura giuridica CC Contratto con prestazioni a carico di una sola parte.
CC Contratto caratterizzato dallintuitus personae con riguardo al como-
datario.
CC Contratto non formale (nessuna forma richiesta, n sostanziale, n
probatoria).

2 Disciplina

CC elemento costitutivo della fattispecie negoziale.

Si tratta di detenzione autonoma, interessata, qua-


lificata dalla destinazione che la cosa deve avere dal
CC Determina il tra- contratto.
La consegna della
sferimento della
cosa Il comodatario non pu usucapire la propriet della
cosa nella de-
cosa consegnatagli se non dopo aver mutato la de-
tenzione e non
tenzione in possesso.
nel possesso del
comodatario Il comodatario ha azione di reintegrazione, ma non
quella di manutenzione. Gli spetta lazione per la
consegna o il rilascio contro il detentore abusivo.

CC Con le pertinenze e i documenti necessari a permetterne luso.


CC In buono stato di manutenzione (non avrebbe alcuno scopo pratico, in-
La cosa deve essere
vero, la consegna di una cosa non idonea alluso cui va destinata).
consegnata
CC Esente da vizi (ed il comodante deve avvertire il comodatario dei difetti
che possono arrecare danno a chi se ne serve: art. 1812 c.c.).

Capitolo 36 - Il comodato 225

CC Servirsi della cosa per luso convenuto (art. 1804, co. 1, c.c.).

CC Ottenere il rim- Gravano sul comodatario le spese ordinarie neces-


borso delle spe- sarie alluso della cosa, le spese di custodia, manu-
se straordinarie, tenzione ordinaria e di conservazione.
necessarie ed ur- Gravano sul comodante le spese straordinarie.
Diritti del comodata-
genti, sostenute
rio
per la conserva-
zione della cosa
(art. 1808 c.c.)
CC Ottenere il risarcimento dei danni eventualmente derivatigli da vizi della
cosa comodata di cui il comodante era a conoscenza e che non gli ave-
va comunicato (art. 1812 c.c.).

CC La custodia e la conservazione della cosa con la diligenza del buon pa-


dre di famiglia (art. 1804, co. 1, c.c.).
CC Luso normale secondo la natura della cosa stessa (art. 1804, co. 1, c.c.).
CC Il divieto di sub-comodato (art. 1804, co. 2, c.c.).

Alla scadenza del termine stabilito (art. 1809 c.c.).

Il comodatario tenu-
to a restituirlo quando
il comodante lo richie-
Obbligo del comoda- da (ad nutum) (como-
tario dato precario, art.
1810 c.c.).
CC La restituzione Se il termine non stato
stabilito Il comodante pu
del bene ricevu-
chiedere la restituzio-
to
ne anticipata della
cosa comodata se gli
sopravvenga un biso-
gno urgente (art.
1809, co. 2, c.c.).
Alla morte del comodatario, salvo che il comodante
preferisca continuare il rapporto con gli eredi (art.
1811 c.c.).

In sintesi

Con il contratto di comodato una parte (comodante) consegna allaltra (comodatario) una cosa
mobile o immobile normalmente inconsumabile ed infungibile, affinch se ne serva per un uso e
per un tempo determinato, con lobbligo di restituire la stessa cosa ricevuta.
Il contratto di comodato reale (si perfeziona cio con la materiale consegna del bene), ad effetti
obbligatori, gratuito, unilaterale (in quanto lunica prestazione che nasce dal contratto quella di
restituire la cosa).
Il comodatario deve servirsi della cosa secondo luso pattuito; custodirla con diligenza; non conce-
derla a sua volta in comodato ad altri; restituire il bene alla scadenza del termine, o appena il co-
modante gliela chieda, se il comodato precario (o ad nutum), cio senza previsione di termine.

226 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 37 Il conto corrente

1 Nozione

Nozione: il contratto (non solo bancario) con il quale le parti si obbligano ad annotare in un con-
to i crediti derivanti da reciproche rimesse, considerandoli inesigibili ed indisponibili fino alla chiusura
del conto (art. 1823 c.c.).
La causa va ravvisata nella specifica ed unitaria regolamentazione dei reciproci rapporti di credi-
to e di debito che le parti hanno deliberatamente posto in essere.

CC Levitare di volta in volta il pagamento dei rispettivi crediti.


Funzione del contratto
CC Lannotare i rapporti di debito e di credito tra loro intercorsi in un con-
la semplificazione del
to, rendendoli indisponibili ed inesigibili.
rapporto intercorrente tra
due soggetti, attraverso C C Il rinvio della chiusura del conto ad un termine stabilito, che avviene
con la compensazione tra i reciproci rapporti di debito e di credito.

CC Contratto oneroso.
Natura giuridica
CC Contratto a prestazioni corrispettive.

2 Disciplina

CC Crediti iscrivibili sono tutti quelli suscettibili di compensazione, non


espressamente esclusi dai contraenti.

I crediti per la restituzione di cose di cui


il proprietario sia stato ingiustamente
spogliato.
I crediti per la restituzione di cose de-
CC Sono esclusi, perch non positate o date in comodato.
Crediti iscrivibili compensabili (art. 1246 I crediti dichiarati impignorabili.
c.c.) I crediti per i quali il debitore abbia ri-
nunziato preventivamente alla com-
pensazione.
I crediti per i quali la compensazione
vietata dalla legge.

CC Se i contraenti sono imprenditori, vanno esclusi (salvo patto contra-


rio) i crediti estranei alle rispettive imprese.

Capitolo 37 - Il conto corrente 227

CC Sono le singole operazioni riferite ad un credito pecuniario da anno-


tare in conto corrente.

Trasferimenti di valori tra i due corren-


tisti.
Trasferimenti a terzi di somme di da-
Rimesse naro operati da un correntista per con-
CC Possono riguardare
to dellaltro.
Trasferimento ad uno dei correntisti di
un credito vantato dallaltro nei confron-
ti di un terzo.

CC Non richiesto un numero minimo di rimesse.

CC La chiusura del conto con la liquidazione del saldo fatta alle sca-
denze stabilite dal contratto o dagli usi (in mancanza, al termine di
ogni semestre) (art. 1831c.c.).
Chiusura ed approvazio-
ne del conto CC Linvio, periodicamente, di un estratto strumentale allapprovazio-
ne del conto: lestratto si intende approvato se non contestato nel
termine pattuito o in quello usuale, o entro quello congruo secondo
le circostanze (art. 1832 c.c.).

CC Linclusione di un credito nel conto non esclude lesercizio delle azio-


ni e delle eccezioni relative allatto da cui il credito deriva (art. 1827
c.c.).
CC Linclusione di un credito verso terzi fatto con la clausola salvo in-
casso (art. 1829 c.c.).
CC Le garanzie reali e personali che assistono il singolo credito non si
Disciplina residuale estinguono e permangono a favore del correntista sul saldo esisten-
te a suo favore e fino alla concorrenza del credito garantito (art. 1828
c.c.).
CC Il pignoramento o il sequestro del saldo del conto da parte del credi-
tore del correntista determina come effetto limpossibilit di effettua-
re nuove rimesse sul conto da parte dellaltro correntista (art. 1830,
co. 1, c.c.).

3 Scioglimento del contratto

CC Alla scadenza del termine, se a tempo determinato.


CC Con il recesso di una parte, salvo il preavviso da dare almeno 10 gior-
ni prima, se a tempo indeterminato.

Ipotesi CC Per recesso unilaterale, in caso di pignoramento o sequestro del sal-


do o nelle ipotesi di interdizione, inabilitazione, insolvenza o morte di
una delle parti.
CC Automaticamente in caso di fallimento o provvedimento di liquidazio-
ne coatta amministrativa.

228 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 38 I contratti bancari

1 Le attivit bancarie

La banca il soggetto imprenditore a cui riservata lattivit bancaria, consistente nellesercizio


di operazioni di credito e nella raccolta del risparmio fra il pubblico. In pratica, le banche sono enti in-
termediari del credito che, da un lato, raccolgono denaro dai risparmiatori attraverso operazioni che
definiamo passive e, dallaltro, concedono credito ad altri clienti, attraverso le cd. operazioni attive, lu-
crando sugli interessi.

CC Collegamento funzionale tra Prendono in prestito danaro da soggetti che


la raccolta del risparmio e sono disposti a privarsi della disponibilit di
lesercizio del credito moneta attuale in funzione della percezione
di un futuro interesse (operazioni passive).
Concedono in prestito il denaro cos ottenu-
to ai soggetti che lo richiedono, dietro il cor-
rispettivo di un certo interesse (operazioni at-
tive).
Funzioni
CC Servizi accessori: occasionali, che servono ad attrarre clientela (es.: casset-
te di sicurezza).

Mediazione negli affari.


CC Svolgimento di altre ope
Acquisizione di partecipazioni societarie.
razioni (definite parabanca-
rie) Emissione e gestione di mezzi di pagamen-
to.

La materia bancaria regolata del D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385 (cd. TUB: Testo Unico del-
le leggi in materia bancaria e creditizia), il quale stato modificato da numerosi interventi.

2 I contratti bancari

Nozione: sono quei contratti con i quali le banche provvedono a procurarsi danaro, o a impiegar-
lo, ovvero a fornire servizi accessori. Si tratta di contratti standardizzati conclusi mediante la sottoscri-
zione, da parte del cliente, di condizioni generali predisposte dalla banca. Sulla materia dei contratti
bancari intervenuto, tra laltro, il D.Lgs. 141/2010 (e successivo decreto correttivo 218/2010) che ha
modificato tutto il titolo VI del D.Lgs. 385/1993, dettando le linee guida relative alla trasparenza delle
condizioni contrattuali e dei rapporti con i clienti.

CC Tali contratti devono essere sempre redatti per iscritto a pena di nullit.

Caratteri generali CC Sono contratti conclusi mediante sottoscrizione da parte del cliente di for-
mulari (condizioni generali di contratto) predisposti dalla banca, conforme-
mente alle Norme bancarie uniformi.

Capitolo 38 - I contratti bancari 229

I tassi di interesse effettivamente praticati


per le operazioni di credito e di raccolta.
CC Le banche e gli intermedia- Le valute applicate per limputazione degli
ri finanziari devono rende- interessi.
re noti in modo chiaro ai
clienti La misura degli interessi di mora.
Ogni altra condizione economica relativa
alle operazioni e ai servizi offerti.

CC previsto un contenuto contrattuale minimo di tali contratti, in cui deve


essere indicato il tasso di interesse e ogni altro prezzo e condizioni prati-
cati, inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di
mora. Sono nulle e si considerano non apposte le clausole contrattuali di
rinvio agli usi per la determinazione dei tassi di interesse e di ogni altro
prezzo e condizione praticati nonch quelle che prevedono tassi, prezzi e
condizioni pi sfavorevoli per i clienti di quelli pubblicizzati.
CC Sempre nellottica di maggior tutela del consumatore, stato abrogato (ex
D.Lgs. 218/2010) il co. 5 dellart. 117 TUB che prevedeva la possibilit di
variare in senso sfavorevole al cliente il tasso di interesse e ogni altro prez-
zo e condizione se ci fosse espressamente indicato nel contratto con
clausola approvata specificamente dal cliente. La nuova formulazione del-
la norma esclude che possano essere introdotte ex novo clausole contrattua-
li che non erano originariamente previste, potendosi solo modificare quelle
gi esistenti.
CC Allart. 117 TUB stato modificato anche il co. 6 per assicurare che la sostitu-
Caratteri generali zione automatica di clausole operi sempre nel senso pi favorevole al clien-
te, consentendo lapplicazione della condizione pi vantaggiosa, da scegliere
tra quella pubblicizzata al momento della stipula del contratto e quella in vigo-
re al momento della prestazione del servizio.
CC In materia di clausole dei contratti bancari intervenuto anche il D.L.
1/2012, conv. in L. 27/2012, che sancisce la nullit di tutte le clausole co-
munque denominate che prevedano commissioni a favore delle banche a
fronte della concessione di linee di credito.
CC Relativamente al tema della modifica unilaterale delle condizioni con-
trattuali, il nuovo art. 118 TUB fa ora una distinzione tra contratti a tem-
po indeterminato (es.: conto corrente o apertura di credito senza scaden-
za) e contratti a tempo determinato o di durata (es.: mutuo). Per i primi
viene confermata la possibilit di modifica unilaterale delle condizioni con-
trattuali (tassi, prezzi e altre condizioni previste dal contratto) con clausola
approvata specificamente dal cliente, solo qualora sussista un giustificato
motivo. Per i secondi previsto che la facolt di modifica unilaterale pu
essere convenuta esclusivamente per le clausole che non abbiano ad og-
getto i tassi di interesse, sempre che sussista un giustificato motivo. Sulla
norma intervenuto il D.L. 70/2011, conv. in L. 106/2011, che ha allinea-
to la disciplina in tema di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali
con quella dettata per i sistemi di pagamento, disponendo che, se il clien-
te non un consumatorte n una micro-impresa, nei contratti di durata di-
versi da quelli a tempo indeterminato possono essere inserite clausole,
espressamente approvate dal cliente, che prevedano la possibilit di mo-
dificare i tassi di interesse al verificarsi di specifici eventi e condizioni pre-
determinati nel contratto.

230 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Qualunque modifica unilaterale delle condizioni contrattuali deve essere
comunicata espressamente al cliente secondo modalit contenenti in modo
evidenziato Proposta di modifica unilaterale del contratto. Ci con pre-
avviso minimo di due mesi, in forma scritta o mediante altro supporto du-
revole preventivamente accettato dal cliente. La modifica si intende appro-
vata ove il cliente non receda, senza spese, dal contratto entro la data pre-
vista per la sua applicazione. stato prolungato, quindi, il termine di pre-
avviso da 30 a 60 giorni.

Caratteri generali CC Per quanto riguarda la disciplina del recesso, il D.Lgs. 141/2010 ha introdot-
to nel TUB lart. 120bis, che prevede il diritto del cliente di recedere dai con-
tratti a tempo indeterminato, in qualsiasi momento, senza penalit e senza
spese. La norma riproduce la previsione gi dettata dallart. 10, comma 2 del
Decreto Bersani 1 (il quale si riferiva espressamente ai contratti di durata),
con la precisazione che il diritto di recesso si applica ai contratti a tempo in-
determinato. Il legislatore ha dunque inteso limitare il libero recesso senza
spese e penali ai soli contratti stipulati a tempo indeterminato, mentre in
relazione ai contratti con durata prefissata troveranno applicazione le regole
generali del codice civile e, in particolare, lart. 1373.

3 Il deposito bancario

Nozione: il contratto con il quale un soggetto deposita una somma di denaro presso una ban-
ca, che ne acquista la propriet restando obbligata a restituirla, nella stessa specie monetaria, alla
scadenza del termine o a richiesta del depositante e salva losservanza del periodo di preavviso, se
pattuito (art. 1834 c.c.).

Osservazioni

Esso costituisce, pertanto, una forma di deposito irregolare (parte della dottrina parla per di un
contratto sui generis a se stante, non riassumibile in alcuna figura contrattuale) ovvero un sottoti-
po di mutuo in considerazione del fatto che la banca deve corrispondere gli interessi sulle somme
depositate.

CC Di custodia, nellinteresse del cliente.


Funzione
CC Di credito, nellinteresse della banca.

Non consentono al depositante una pluralit


CC Depositi
di operazioni, ma si esauriscono con il prelie-
ordinari
vo in unica soluzione di tutta la somma depo-
o semplici
sitata (ad esempio, i certificati di deposito).

CC In relazione Consentono al depositante di effettuare suc-


al modo di cessivi versamenti e prelievi parziali (in con-
Classificazioni tanti e presso la sede della banca ove sta-
svolgimento
del rapporto to costituito il rapporto).
CC Depositi
Il deposito documentato dal libretto di de-
a risparmio
posito a risparmio, in cui sono annotate tut-
te le operazioni compiute dal depositante.
Tali annotazioni fanno piena prova nei rap-
porti tra banca e cliente.

Capitolo 38 - I contratti bancari 231

Nominativi: i prelievi possono


essere eseguiti solo dal sog-
getto determinato (o dai sog-
getti) cui intestato.
Nominativi pagabili al porta-
CC In relazione CC Depositi a I libretti
tore: i prelievi possono esse-
al modo di risparmio possono
Classificazioni re effettuati anche da sogget-
svolgimento essere
ti diversi dallintestatario, che
del rapporto
esibiscano il libretto.
Al portatore: i prelievi posso-
no essere effettuati da chiun-
que esibisca il libretto.
CC Depositi in conto corrente

CC Depositario pu essere solo una banca autorizzata alla raccolta del risparmio.
CC Depositante deve essere un soggetto dotato di capacit di agire.
Disciplina CC Oggetto del deposito pu essere solo denaro contante.
CC Essenziale la consegna del denaro (contratto reale).
CC Il depositante ha il diritto al rimborso e il diritto agli interessi.

Osservazioni

Il libretto al portatore uno strumento duttile, che pu circolare tra soggetti diversi in modo rapido
ed economico: chiunque ne risulti legittimo possessore pu effettuare operazioni presso la banca
semplicemente facendosi identificare. Per via di queste caratteristiche, la disciplina antiriciclaggio
varata con il D.Lgs. 231/2007, intervenuta al fine di contrastare il rischio che i libretti al portato-
re possano veicolare in modo anonimo i capitali.
In base alla normativa citata, il saldo dei libretti di deposito bancari o postali al portatore non pu
essere pari o superiore ai 1.000 euro (art. 49, co. 12, D.Lgs. 231/2007, come modif. dal D.L.
201/2011, conv. in L. 214/2011). Resta fermo, in caso di trasferimento di libretti di deposito banca-
rio o postale al portatore, lobbligo in capo al cedente di comunicare entro 30 giorni alla banca o a
Poste italiane s.p.a. i dati identificativi del cessionaro e la data del trasferimento. Inoltre, il D.Lgs.
151/2009 (cd. correttivo antiriciclaggio) ha previsto, nel caso di trasferimento di libretti di deposito
bancari o postali al portatore una forma di accettazione da parte del cessionario ai fini della va-
lidit del trasferimento; ci per evitare possibili dichiarazioni mendaci da parte del cedente.

4 Apertura di credito bancario

Nozione: quel contratto con il quale la banca (accreditante) si obbliga a tenere a disposizione
dellaccreditato una somma di denaro, per un dato periodo di tempo o a tempo indeterminato (art.
1842 c.c.).

CC Contratto consensuale.
Natura giuridica
CC Contratto ad effetti obbligatori.

232 Parte Terza - I contratti commerciali


CC A carico del cliente sorge lobbligo di restituire le somme prelevate con gli
interessi contrattualmente stabiliti.
CC Lapertura avviene normalmente in conto corrente, per consentire lutiliz-
zazione frazionata delle somme; il cliente pu provvedere al ripristino del-
le disponibilit.
CC La stipulazione pu avvenire allo scoperto o con garanzia (reale o perso-
nale).

Ciascuna parte pu recedere dal contratto con


Disciplina
un preavviso nel termine in esso fissato o, in
codicistica
mancanza, di 15 giorni.
Il cliente pu continuare ad utilizzare il credito
fino alla scadenza, quando dovr restituire lin-
CC Quando lapertura a tero importo.
tempo determinato
La banca pu recedere anticipatamente solo
per giusta causa.
Il recesso sospende immediatamente lutilizzo
del credito, ma il cliente ha 15 giorni per ripristi-
nare le somme utilizzate.

Osservazioni

La giurisprudenza, gi da tempo, ha cercato di colpire con la sanzione della nullit la prassi utiliz-
zata dalle banche di inserire clausole, normalmente relative ai contratti di conto corrente, che pre-
vedono degli altissimi tassi di interesse a carico del cliente nel caso in cui la banca si impegni a te-
nere a sua disposizione una determinata somma per un periodo stabilito (cd. clausole di massi-
mo scoperto).
Il D.L. 185/2008 (cd. decreto anticrisi), conv. in L. 2/2009, ha sancito la nullit delle clausole con-
trattuali aventi ad oggetto la commissione di massimo scoperto se il saldo a debito del cliente si
protragga continuativamente per un periodo inferiore a 30 giorni, o in caso di utilizzo in assenza di
fido. Successivamente la L. 214/2011, di conversione del D.L. 201/2011 (cd. decreto Salva-Italia),
ha introdotto nel Testo Unico bancario (D.Lgs. 385/1993) lart. 117bis (Remunerazione degli affi-
damenti e degli sconfinamenti), modificato da ultimo dal D.L. 29/2012, conv. in L. 62/2012, che
contiene significative garanzie per i clienti delle banche in tema di fidi e commissioni di massimo
scoperto. disposto, infatti, che i contratti di apertura di credito possono prevedere, quale unico
onere a carico del cliente, una commissione omnicomprensiva massima dello 0,5% per trimestre
sul fido, proporzionale alla somma messa a disposizione, alla durata dellaffidamento e al tasso
debitore calcolato sugli importi realmente utilizzati.

5 Le operazioni bancarie in conto corrente e il conto corrente ban-


cario

5.1 Operazioni in conto corrente


Nozione: qualora il deposito, lapertura di credito ed altre operazioni bancarie siano regolate in
conto corrente, il correntista pu disporre in qualsiasi momento delle somme risultanti a suo credito,
salva losservanza del termine di preavviso eventualmente pattuito.
Regolare in conto corrente significa che tutti i rapporti reciproci tra banca e cliente, da cui deri-
vano rapporti di debito e di credito, vengono annotati in un conto tenuto dalla banca.

Capitolo 38 - I contratti bancari 233

CC Si applicano gli artt. 1826, 1829 e 1832 c.c., relativi alla disciplina del conto
corrente ordinario.
CC Il cliente pu disporre liberamente delle somme a suo credito, tramite prele-
Disciplina vamenti in denaro o emissione di assegni.
CC La banca provvede ad annotare sul conto gli accreditamenti e gli addebita-
menti e a comparare periodicamente le due voci per stabilire il saldo a cre-
dito del cliente del quale questultimo pu disporre.

5.2 Conto corrente bancario

CC un contratto atipico misto, partecipe di pi contratti (mandato, delegazio-


Natura giuridica ne, deposito o altri contratti tipici identificabili in relazione alle diverse opera-
zioni bancarie) e disciplinato dalle norme bancarie uniformi.

Osservazioni

Secondo la dottrina prevalente (CAMPOBASSO, PORZIO, SANTORO) il conto corrente bancario


si distingue sotto due profili principali dalle singole operazioni (deposito ed apertura di credito) re-
golate in conto corrente:
nel conto corrente bancario la disponibilit iniziale pu essere procurata da un deposito ban-
cario, da unapertura di credito o altro contratto bancario, ma tale disponibilit alimentata da
ogni altro credito e sovvenzione concessi dalla banca al correntista;
il servizio di cassa cui tenuta la banca ha un contenuto molto pi ampio ed articolato rispet-
to alle operazioni regolate in conto corrente. La banca tenuta ad eseguire, nei limiti delle di-
sponibilit del conto, gli ordini di pagamento a terzi contenuti negli assegni bancari e tutti gli al-
tri ordini di pagamento contenuti in rimesse, bonifici e giroconti.
La banca tenuta a ricevere per conto del correntista tutti i versamenti disposti a favore dello
stesso, eseguendo lincarico di riscossione dei crediti conferito di volta in volta.

Il saldo attivo sempre esigibile dal clien-


te (art. 1852 c.c.).
Dalle norme di- Se esistono pi rapporti o pi conti tra la
sciplinanti le banca e il correntista, i saldi attivi e pas-
operazioni in sivi si compensano reciprocamente (art.
conto corrente 1853 c.c.).
(artt. 1852-1857 La cointestazione di un conto comporta
c.c.), in partico- che i cointestatari sono considerati debi-
CC Il contratto
Caratteri lare tori o creditori solidali dei saldi del conto,
regolato
anche se legittimati a compiere operazio-
ni separatamente (art. 1854 c.c.).
Dalle norme disciplinanti i vari rapporti bancari tipici costitutivi
della disciplina (deposito, apertura di credito etc.).
Dalle norme sul La banca risponde per lesecuzione degli
contratto di man- incarichi ricevuti dal correntista secondo
dato le regole sul mandato (art. 1856 c.c.).

234 Parte Terza - I contratti commerciali


6 Anticipazione bancaria

Nozione: il codice non detta una nozione di anticipazione bancaria; caratteristica delloperazione
lanticipazione di un credito da parte della banca, il cui importo determinato in ragione di una per-
centuale del valore dei beni costituiti in garanzia.
una forma particolare di apertura di credito, caratterizzata dal fatto di essere necessariamente
garantita da pegno di titoli o di merci (art. 1846 c.c.).

CC Loperazione si basa sul rapporto tra la somma anticipata e il valore


del pegno, che deve rimanere costante per la durata del contratto.
CC Il beneficiario pu ritirare parte dei titoli o delle merci date in pegno in
proporzione a quanto restituito alla banca, purch il credito originario
Disciplina
risulti sufficientemente garantito (deroga al principio dellindivisibilit
del pegno).
CC La banca pu richiedere un supplemento di garanzia se il valore delle
cose date in pegno diminuisce di un decimo rispetto a quello iniziale.

Osservazioni

Secondo alcuni (MESSINEO) si tratta di contratto di credito garantito da un pegno su titoli o mer-
ci: sottocategoria dellapertura di credito.
Secondo altri, un negozio costitutivo di pegno per il quale viene dettata una disciplina in relazio-
ne alla natura bancaria del soggetto creditore.
Per altri (FERRI) unoperazione complessa, risultante dalla combinazione di due negozi (di cre-
dito e di garanzia): la caratteristica di tale operazione risiede essenzialmente nella struttura del col-
legamento esistente tra questi due negozi.

La banca non pu disporre dei titoli o delle


merci ricevuti in pegno.
La banca rilascia un documento di indivi-
CC Anticipazioni pro-
duazione dei beni e provvede alla loro cu-
pria: il pegno rego-
stodia.
lare
La banca ha lobbligo di restituire i beni alla
scadenza del contratto, quando sar rim-
borsata lanticipazione.
Tipi di anticipazione

In tal caso le merci o i titoli non sono indivi-


duati.
CC Anticipazioni impro- La propriet dei beni passa alla banca, che
pria: il pegno irre- pu disporne.
golare Alla scadenza dovr essere restituito il tan-
tundem eiusdem generis, nella misura ec-
cedente il credito garantito.

7 Lo sconto

Nozione: il contratto con il quale la banca, previa deduzione dellinteresse, anticipa al cliente
limporto di un credito (non ancora scaduto) che egli vanta verso terzi , mediante la cessione, salvo
buon fine del credito stesso (art. 1858 c.c.). La forma pi comune lo sconto di cambiali.

Capitolo 38 - I contratti bancari 235

CC La cessione avviene pro solvendo: il cliente garantisce lesistenza del cre-


dito ceduto e la solvenza del debitore.
CC La banca ha la libera disponibilit del credito scontato e pu utilizzarlo per
Disciplina scontarlo, a sua volta, verso unaltra banca (cd. risconto).
CC Pu avere ad oggetto titoli di credito o semplici ricevute bancarie o fatture.
CC Lo sconto pu essere collegato ad unapertura di credito, ad unanticipazio-
ne bancaria e pu essere regolato in conto corrente.

Differenze

Nella prassi si parla comunemente di sconto di ricevute bancarie, malgrado si tratti di operazioni
sostanzialmente diverse dallo sconto vero e proprio.
La ricevuta bancaria una quietanza di pagamento firmata dal creditore prima della scadenza del
debito e consegnata alla banca, la quale invita il debitore ad eseguire il versamento direttamente
presso di s, con lavvertimento che al momento del saldo gli verr consegnata la quietanza. Quan-
do riceve la quietanza dal creditore, la banca apre a suo favore un credito in conto corrente e rice-
ve dal creditore un mandato irrevocabile allincasso con accredito della somma incassata nel con-
to corrente del cliente, in automatica estinzione per compensazione del debito che questultimo ha
verso la banca. A differenza dello sconto, non si ha in questo caso cessione del credito dal cliente
alla banca, ma semplicemente mandato allincasso.

8 Le operazioni accessorie

La banca, oltre a custodire i titoli azionari dei clienti, prov-


vede alla loro amministrazione, esercitando i diritti ad
essi inerenti.
Deposito di titoli CC Disciplina Alla banca spetta un compenso per le prestazioni forni-
in amministrazio- te ed il rimborso delle spese (art. 1838 c.c.).
ne nullo il patto con il quale si esonera la banca dallosser-
vare, nellamministrazione dei titoli, lordinaria diligenza.

CC Natura giuridica Contratto misto di deposito regolare e di mandato.

La banca mette a disposizione del cliente, dietro versa-


mento di un canone, una cassetta nella quale il cliente
pu custodire tutte le cose che vuole purch non si trat-
ti di materie pericolose.
Il diritto di apertura subordinato allapposizione di una
firma su un apposito registro e allesibizione di una spe-
Servizio di cas- ciale tessera.
CC Disciplina
sette di sicurezza In caso di morte dellintestatario la banca pu acconsen-
tire allapertura solo con laccordo di tutti gli aventi diritto
o secondo le modalit stabilite dallautorit giudiziaria.
La banca tenuta allimpiego di una diligenza professio-
nale: risponde per linidoneit e la custodia dei locali e
per lintegrit della cassetta, salvo il caso fortuito (art.
1839 c.c.).

236 Parte Terza - I contratti commerciali


Osservazioni

Il D.Lgs. 11/2010 ha recepito nel nostro ordinamento la direttiva 2007/64/CE sui servizi di paga-
mento, volta a creare un unico mercato dei servizi bancari e finanziari nellUnione europea e faci-
litare la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali.
stata introdotta una nuova categoria di operatori non bancari, i cd. istituti di pagamento (si pensi,
ad esempio, agli operatori di telefonia), che possono associare alla normale attivit commerciale an-
che lofferta di servizi di pagamento. Tali servizi si svolgono istituendo a nome dellutilizzatore un conto
di pagamento, nel quale vengono iscritte le somme di denaro da utilizzare esclusivamente per la pre-
stazione del servizio ed espressamente disposto che tali conti costituiscono, per ciascun cliente, un
patrimonio distinto a tutti gli effetti da quello dellistituto di pagamento e degli altri clienti dello stesso.
Sulla disciplina dei servizi di pagamento intervenuto dapprima il D.Lgs. 29-12-2011, n. 230, ap-
portando modifiche sia al TUB (D.Lgs. 385/1993) sia al D.Lgs. 11/2010.
Successivamente stato pubblicato il D.Lgs. 16-4-2012, n. 45 di attuazione della direttiva 2009/110/
CE, concernente lavvio, lesercizio e la vigilanza prudenziale dellattivit degli istituti di moneta
elettronica. Il nuovo regime comunitario modifica le direttive 2005/60/CE e 2006/48/CE ed abroga
la direttiva 2000/46/CE.
Il D.Lgs. 45/2012 reca in particolare modifiche al TUB, con la sostituzione del Titolo Vbis (artt.
114bis e ss.) in materia di Moneta elettronica e istituti di moneta elettronica.
Infine, in materia di servizi di pagamento intervenuto il D.Lgs. 19-9-2012, n. 169, recante ulte-
riori modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 141/2010, nonch modifiche al titolo V del TUB, precisan-
do che non costituisce esercizio di agenzia in attivit finanziaria o mediazione creditizia la promo-
zione e la conclusione, anche da parte di istituti di moneta elettronica (oltre che da parte di ban-
che, intermediari finanziari, imprese di investimento, societ di gestione del risparmio, SICAV, im-
prese assicurative, istituti di pagamento e Poste italiane), di contratti relativi alla concessione di fi-
nanziamenti sotto qualsiasi forma e alla prestazione di servizi di pagamento. Per effetto delle nuo-
ve norme, non richiesta liscrizione negli elenchi di agenti e mediatori per lattivit di incasso di
fondi su incarico di soggetti autorizzati alla prestazione di servizi di pagamento (in luogo della pas-
sata distinzione tra istituti di pagamento e istituti di moneta elettronica), a condizione che detta at-
tivit sia svolta sulla base di un contratto di esternalizzazione, che ne predetermini le modalit di
svolgimento, abbia carattere meramente materiale, non determini linsorgere di rapporti di debito
o di credito e in nessun caso sia accompagnata da poteri dispositivi.

In sintesi

Con i contratti bancari le banche provvedono a procurarsi danaro, o ad impiegarlo, ovvero a for-
nire servizi accessori.
Tali contratti presentano notevoli affinit con i contratti di diritto comune, ma se ne differenziano
per la natura del soggetto che li pone in essere e per altre differenze di disciplina dovute al parti-
colare interesse sociale che gli istituti bancari rivestono nelleconomia di un Paese.
Fonti di disciplina dei contratti bancari sono: il codice civile; il testo unico Bancario (D.Lgs. 385/1993
e successive modificazioni); gli statuti ed i regolamenti bancari, approvati con decreto; gli usi.
Sono contratti in serie, conclusi mediante sottoscrizione, da parte del cliente, di condizioni ge-
nerali di contratto predisposte da ciascuna banca.
Laccentuata disparit di posizione economica che normalmente sussiste tra la banca ed il cliente
si traduce in unesigenza di tutela del secondo.
Infatti, per le condizioni contrattuali predisposte dalle banche e dagli intermediari finanziari, non
ritenuta sufficiente la generica situazione di conoscibilit prevista allart. 1341 c.c., ma si richiede
che esse siano rese pubbliche secondo modalit indicate dal legislatore e poi ulteriormente spe-
cificate dalle autorit di vigilanza.
I contratti bancari devono essere redatti per iscritto e devono riportare un contenuto minimo obbli-
gatorio, a tutela del cliente (parte contrattuale debole).
I principali contratti bancari sono: i contratti di apertura di credito, di sconto bancario, di anticipa-
zione bancaria, di conto corrente bancario e di deposito bancario.

Capitolo 38 - I contratti bancari 237

note
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238 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 39 Il contratto di assicurazione

1 Nozione

Lassicurazione il contratto con il quale lassicuratore, verso il pagamento di un premio, si ob-


bliga a rivalere lassicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero
a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana (art. 1882 c.c.).
Il contratto deve essere provato per iscritto, per cui lassicuratore deve rilasciare allassicurato un
documento scritto, detto polizza.
Il legislatore adotta un concetto unitario di assicurazione, ricomprendendovi sia le assicurazioni
contro i danni, sia le assicurazioni sulla vita umana. Trattasi in realt di fattispecie differenti, pur tutta-
via disciplinate da alcune regole generali comuni.

2 Limpresa di assicurazione

Con lapprovazione del D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209 stato varato il Codice delle assicura-
zioni private, in vigore dal 1 gennaio 2006, che costituisce testo unico di riordino di tutta la discipli-
na del settore assicurativo.
Lassicuratore deve essere un imprenditore espressamente autorizzato.

CC Imprese assicurative nazionali, aventi cio sede legale in Italia.


CC Imprese assicurative comunitarie, cio con sede legale in un Paese
membro dellUnione Europea o in uno Stato aderente allo Spazio eco-
Possono esercitare la
nomico europeo.
loro attivit in Italia
CC Imprese assicurative extracomunitarie, cio con sede legale in uno
Stato non appartenente allUnione europea o non aderente allo Spa-
zio economico europeo.

Ai sensi degli artt. 13 e ss. del D.Lgs. 209/2005, lISVAP autorizza allesercizio dellattivit assicu-
rativa le imprese che posseggano i requisiti previsti dallart. 14 del decreto citato.

3 Il contratto di assicurazione

CC Contratto consensuale: si perfeziona con il semplice consenso, che


normalmente avviene per adesione, in quanto le condizioni generali
del contratto sono predisposte unilateralmente dallassicuratore.
CC Contratto non solenne: dal momento che la forma scritta (la polizza)
Natura giuridica richiesta ad probationem e non ad substantiam.
CC Contratto oneroso.
CC Contratto aleatorio.
CC Contratto intuitu personae.

Capitolo 39 - Il contratto di assicurazione 239

CC Assicuratore: colui che si obbliga al pagamento se e quando leven-


to incerto, dedotto in contratto, si verificher.
CC Assicurato: , nellassicurazione contro i danni, il titolare dellinteres-
se esposto al rischio; nelle assicurazioni sulla vita, la persona dalla
Soggetti
cui morte o sopravvivenza deriva lobbligo dellassicuratore di paga-
re la somma assicurata.
CC Beneficiario: la persona, eventualmente diversa dallassicurato, alla
quale deve essere pagata lindennit qualora si verifichi il sinistro.

Rappresenta levento possibile o probabile cui


collegata la prestazione dellassicuratore.
La mancanza del rischio determina la nullit del
contratto; la cessazione dello stesso ne determi-
na lo scioglimento; la sua inesatta conoscenza
da parte dellassicuratore costituisce causa di an-
CC Rischio nullamento, di risoluzione o di rettifica.
Una diminuzione o un aggravamento del rischio
influenzano il rapporto, comportando una modifi-
cazione della misura del premio o la facolt per
Elementi
lassicuratore di recedere dal contratto.
Nulla dovuto per i sinistri causati con dolo o col-
pa grave dellassicurato.

CC Premio il corrispettivo dovuto allassicuratore.


Viene determinato sulla base del premio netto,
che lequivalente matematico del rischio, e del
caricamento, che rappresenta le spese e lutile
dellassicuratore.

4 Forme peculiari di assicurazione

CC Nel caso in cui lo stipulante sia munito dei necessari poteri di rappre-
Assicurazione in nome sentanza, il contratto produrr regolarmente i suoi effetti direttamen-
altrui (o per rappresen- te nel patrimonio del rappresentato.
tanza) (art. 1890 c.c.) CC Laddove, invece, lo stipulante fosse un falsus procurator, gli obblighi
contrattuali ricadranno direttamente su questultimo, salvo che suben-
tri ratifica da parte del rappresentato.

Nellassicurazione per conto altrui, trat-


tasi di persona determinata ed indica-
ta al momento della stipulazione del
Assicurazione per conto contratto.
CC I diritti scaturenti dal con-
altrui o per conto di chi
tratto spettano a persona Nellassicurazione per conto di chi spet-
spetta (art. 1891 c.c.)
diversa dallo stipulante ta, trattasi di persona normalmente in-
determinata o comunque sconosciuta
allassicuratore al momento della stipu-
la del contratto.

240 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Il terzo non entra a far parte del rapporto assicurativo.
Assicurazione sulla vita
di un terzo CC Il terzo deve tuttavia prestare il proprio consenso, da provare per iscrit-
to, a che la sua morte sia levento assicurato.

Assicurazione a favore di CC Il contraente conclude il contratto di assicurazione nel proprio interes-


terzo se, ma ne devolve il beneficio a favore di un terzo.

5 Lassicurazione contro i danni

5.1 Nozione
Colui che ha un interesse economico esposto ad un rischio (un bene, il patrimonio, la stessa per-
sona) pu assicurarsi contro i danni. In tal caso il pagamento effettuato dallassicuratore avr natura
di risarcimento del danno (principio indennitario).
Lindennizzo dovuto non pu superare lentit del danno sofferto, dal momento che lassicurazio-
ne non pu essere fonte di speculazione o di ingiustificato arricchimento per il contraente.

5.2 Pluralit di assicurazioni, coassicurazione e assicurazione parziale

CC Il contraente pu stipulare pi contratti di assicurazione per il


medesimo rischio presso diversi assicuratori; in tal caso in-
Pluralit di
combe a suo carico lobbligo di avvisare ciascun assicuratore
assicurazioni
e pu riscuotere lintera somma da un solo assicuratore che
avr regresso nei confronti degli altri (art. 1910 c.c.).

CC Qualora la medesima assicurazione o lassicurazione di rischi


relativi alle stesse cose sia ripartita tra pi assicuratori per quo-
Coassicurazione te determinate, ciascun assicuratore tenuto al pagamento
dellindennizzo, in proporzione alla propria quota (art. 1911
c.c.).

CC Se lassicurazione copre solo una parte del valore che la cosa


assicurata aveva al momento del sinistro, lassicuratore te-
Assicurazione parziale
nuto a corrispondere unindennit ridotta in proporzione al rap-
porto fra valore assicurato e valore del bene (art. 1907 c.c.).

5.3 Sinistro

CC Dare avviso dellaccaduto allassicuratore nel termine di 3 giorni.


Obblighi dellassicurato
CC Fare quanto gli possibile per evitare o diminuire il danno.

Lassicurato che dolosamente non adempie a tali obblighi perde il diritto allindennit mentre, se
il suo inadempimento meramente colposo, lassicuratore avr diritto di ridurre lindennit in ragio-
ne del pregiudizio sofferto.
In ogni caso lassicuratore che ha pagato lindennit viene surrogato, fino alla concorrenza dellam-
montare di essa, nei diritti dellassicurato verso i terzi responsabili (art. 1916 c.c.).

Capitolo 39 - Il contratto di assicurazione 241

6 Lassicurazione della responsabilit civile

Nozione: un contratto stipulato al fine di tenere indenne lassicurato da quanto egli tenuto a
pagare ad un terzo a titolo di risarcimento danni per essere incorso in responsabilit civile nei suoi
confronti, in conseguenza di un fatto dannoso accaduto durante il periodo e nello svolgimento delle
attivit previste dal contratto stesso.
Lassicurazione obbligatoria per i danni derivanti dalla circolazione di veicoli a motore e natan-
ti disciplinata dal Codice delle assicurazioni private (D.Lgs. 209/2005), che ha abrogato la L. 990/1969.

7 Lassicurazione sulla vita

Nozione: unassicurazione sulla durata della vita umana; non ha carattere indennitario, ma as-
solve a funzioni di previdenza. Lassicurato, infatti, con la stipulazione di tale contratto, intende garan-
tire ai suoi eredi, o a se stesso al raggiungimento di una certa et, la disponibilit di una somma di de-
naro, il cui ammontare egli stesso determina.

CC Assicurazione per il caso di sopravvivenza: lassicuratore si impe-


gna a pagare una certa somma ad una data prestabilita, nellipotesi
in cui lassicurato sia a quellepoca ancora in vita.
CC Assicurazione sulla vita a favore di un terzo: le parti stabiliscono
Forme che alla morte dellassicurato lindennit attribuita ad un terzo be-
neficiario.
CC Assicurazione mista: se lassicurato muore prima di una data et il
pagamento effettuato a persone designate, se in vita sar egli
stesso a percepirlo.

8 Misure a favore della concorrenza e della tutela del consuma-


tore nel mercato assicurativo

CC Affidamento ad una struttura interna dellistituto per la vigilanza sulle


assicurazioni (IVASS nuovo istituto introdotto dal D.L. 95/2012, conv.
in L. 135/2012) della prevenzione amministrativa delle frodi nel
settore delle assicurazioni della R.C.A. Gestione di ununica banca
dati attraverso cui sar pi facile individuare anomalie e frodi. LIVASS
potr segnalare tali anomalie alle Autorit giudiziarie.
CC Abolizione delle clausole di tacito rinnovo eventualmente previste
Novit introdotte dal D.L. dai contratti (nuovo art. 170bis del D.Lgs. 209/2005).
179/2012, conv. in CC Introduzione del contratto base di R.C.A. che tutte le compagnie
L. 221/2012 sono tenute a offrire in regime di piena libert tariffaria.
CC Creazione di unarea riservata su tutti i siti internet per garantire una
corretta ed aggiornata informativa online.
CC Possibilit di collaborare tra intermediari per favorire la concorrenza.
CC Ripristino del termine di 10 anni per la prescrizione delle polizze vita
dormienti (art. 2952 c.c., co. 2, come sostituito dal D.L. 179/2012
conv. in L. 221/2012).

242 Parte Terza - I contratti commerciali


9 Lassicurazione infortuni

Nozione: con tale assicurazione si garantisce al contraente il pagamento di importi prestabiliti nel
caso in cui si verifichino infortuni cui consegua una invalidit permanente, temporanea o la morte.

10 La riassicurazione

Nozione: con questo contratto limpresa assicuratrice (riassicurato), mediante pagamento di un


premio, copre presso altra impresa (riassicuratore) il rischio assunto nei confronti dei suoi assicurati,
con la conseguenza che, al verificarsi dellevento assicurato per questi ultimi, lassicuratore riassicu-
rato corrisponder loro la somma pattuita, ma avr diritto di ottenerne il rimborso dallimpresa riassi-
curatrice, nei limiti della somma riassicurata.

In sintesi

Lassicurazione il contratto col quale lassicuratore, verso il pagamento di un premio, si obbliga


a rivalere lassicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro (assicura-
zione contro i danni), ovvero a pagare un capitale od una rendita al verificarsi di un evento attinen-
te alla vita umana (assicurazione sulla vita).
Il contratto ha natura obbligatoria, onerosa, intuitu personae, aleatoria, di durata, con forma scrit-
ta ad probationem.
La polizza il documento che prova lesistenza del contratto, mentre il premio il corrispettivo do-
vuto allassicuratore.
Lassicurazione per la responsabilit civile quel contratto inteso a tenere indenne lassicurato da
quanto egli sia tenuto a pagare ad un terzo a titolo di risarcimento danni per essere incorso in re-
sponsabilit civile nei suoi confronti. Gli effetti del contratto sono circoscritti tra assicurato ed assi-
curatore, per cui il terzo non ha azioni dirette contro lassicurazione, salvo accordo espromissorio
ex art. 1272 c.c. La legge ha reso obbligatoria la citata assicurazione in relazione a determinate
attivit particolarmente pericolose e caratterizzate da unalta probabilit di sinistri. Lipotesi pi dif-
fusa di assicurazione obbligatoria si ha per la circolazione dei veicoli a motore e natanti, introdot-
ta dal D.Lgs. 990/1969 e oggi disciplinata dal Codice delle assicurazioni (D.Lgs. 209/2005).
Nellassicurazione in nome altrui il contraente, munito dei necessari poteri di rappresentanza,
agisce in nome e per conto dellassicurato; il contratto produce i suoi effetti sul patrimonio del rap-
presentato, il quale il solo tenuto a pagare i premi ed ad aver diritto allindennit.
Nellassicurazione per conto altrui o per conto di chi spetta il contraente conclude il contratto
in nome proprio, ma per conto e, soprattutto, nellinteresse di un soggetto diverso senza agire come
suo rappresentante. Nellassicurazione per conto terzi lassicurante conosce e normalmente di-
chiara il nome dellassicurato. Nellassicurazione per conto di chi spetta, invece, lassicurante di
regola non sa, al momento della conclusione del contratto, chi sar lassicurato al momento del ve-
rificarsi del sinistro, per cui tale soggetto di regola indicato per relationem (es.: si assicurano
le vetture depositate in una autorimessa).
Inoltre, lassicurazione sulla persona di un terzo trova applicazione solo nel campo delle assicura-
zioni di persone (infortuni e vita). Pu essere contratta: a beneficio del terzo (es.: assicuro mio fi-
glio contro gli infortuni); a beneficio dello stesso contraente (es.: mi assicuro per il caso di morte di
mio padre); a beneficio di un terzo diverso da quello su cui contratta lassicurazione (es.: assicu-
ro gli operai contro gli infortuni, a favore dei loro conviventi a carico). Il terzo non entra a far parte
del rapporto assicurativo, anzi esso viene considerato non come soggetto bens come loggetto
dellinteresse assicurato.
Infine, nellassicurazione a favore di terzi il contraente conclude il contratto di assicurazione nel
proprio interesse, ma ne devolve il beneficio a favore di un terzo (frequente nelle assicurazioni sul-
la vita).

Capitolo 39 - Il contratto di assicurazione 243

note
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244 Parte Terza - I contratti commerciali


Capitolo 40 I contratti atipici
e la cartolarizzazione dei crediti

1 Il leasing

1.1 Generalit
unoperazione finanziaria con la quale una parte concede ad unaltra il godimento di un bene,
dietro corrispettivo di un canone periodico, per un certo tempo, alla scadenza del quale prevista, a
favore della parte che ha ricevuto il godimento, la scelta tra vari comportamenti.
Restituire il bene.
Proseguire nel godimento.
Acquistarne la propriet pagando unulteriore somma di denaro.
Richiederne la sostituzione.
Agire secondo altre previsioni contrattuali.

CC Leasing operativo.
Tipi di leasing
CC Leasing finanziario.

1.2 Leasing operativo

CC Una parte (concedente) concede allaltra (utilizzatore), verso un cor-


rispettivo ripartito in canoni, e per un tempo determinato, il godimen-
to di un bene strumentale.
CC Il canone costituisce il corrispettivo del godimento.
CC Limpresa utilizzatrice pu esercitare un diritto di recesso prima del
termine, dando adeguato preavviso.
Disciplina

Restituire i beni.
Riscattare il bene pagando una somma
CC Alla scadenza lutilizza- prefissata.
tore pu
Sostituire il bene.
Rinnovare il contratto.

CC Contratto di noleggio.
Natura giuridica CC Contratto di affitto di beni produttivi.
CC Locazione di beni strumentali.

1.3 Leasing finanziario


Nozione: il contratto con cui un finanziatore acquista il bene che lutilizzatore gli indica o sce-
glie direttamente dal produttore e lo d in godimento allutilizzatore, consentendogli di acquistare il
bene alla scadenza del contratto.

Capitolo 40 - I contratti atipici e la cartolarizzazione dei crediti 245

CC Limprenditore che ha bisogno di un certo bene chiede ad una socie-


t di leasing di acquistarlo.
CC La societ provvede allacquisto e fa entrare limprenditore nella de-
tenzione del bene.
Generalit CC Il corrispettivo rappresentato dalle somme periodicamente versate,
alla scadenza pattuita, alla societ di leasing, e calcolate in misura
che la stessa ricever il rimborso completo del prezzo pagato, gli in-
teressi sulla somma versata e un indennizzo forfetario per il rischio
finanziario.

Osservazioni

Diverse sono le posizioni dottrinarie circa la natura giuridica del leasing finanziario. Secondo alcu-
ni si tratta di un contratto atipico, con causa, oggetto e caratteristiche peculiari, nel quale conflui-
scono elementi propri di diversi contratti tipici. Altri lo definiscono un negozio misto nel quale gli in-
tenti economici perseguiti sarebbero tra loro connessi. Infine, per altri autori trattasi di vendita con
riserva della propriet.

CC La consegna del bene deve essere compiuta non dalla societ finanzia-
trice, ma dal terzo fornitore, ad iniziativa e con la collaborazione diretta
dellimprenditore richiedente.
CC La garanzia per eventuali vizi del bene data dal terzo fornitore e non dal-
la societ finanziatrice.
CC A carico dellutilizzatore viene posto il rischio del deterioramento e del pe-
rimento del bene.
CC La durata del contratto commisurata alla vita economica utile del bene.
Nel leasing finalizzato alluso del bene,
Disciplina i canoni versati restano acquisiti al fi-
CC In caso di inadempimento nanziatore e vengono fissate penali.
dellutilizzatore il contratto si ri-
solve di diritto e Nel leasing finalizzato alleffetto tra-
slativo del bene, il rapporto inter par-
tes regolato dallart. 1526 c.c.

Lacquisto del bene.


CC Alla scadenza del termine luti-
La proroga della locazione.
lizzatore pu scegliere fra
La restituzione del bene.

Differenze

Numerose sono le differenze intercorrenti tra il leasing operativo e quello finanziario.


Il leasing operativo:
ha per oggetto beni strumentali standardizzati, che conservano un rilevante valore residuale e
possono essere finalizzati a nuova utilizzazione;
il concedente si obbliga a fornire servizi collaterali (mantenimento del bene in perfetta efficienza);
la durata del contratto solitamente breve;
limpresa utilizzatrice ha facolt di recesso prima del termine dando adeguato preavviso;
il canone correlato al valore delluso del bene e comprende altres le remunerazioni per i ser-
vizi collaterali.

246 Parte Terza - I contratti commerciali


Il leasing finanziario:
ha per oggetto beni mobili o immobili;
limpresa di leasing non mai produttrice del bene: lo acquista su specifica indicazione dellim-
presa richiedente e lo concede in godimento a questultima;
non sono previsti obblighi collaterali;
la durata del contratto normalmente superiore a quella del leasing operativo;
allimpresa utilizzatrice non consentito recedere prima del termine;
il canone comprensivo dellammortamento del bene, dellinteresse sul capitale investito, del-
le spese e dellutile dellimpresa di leasing.

1.4 Il lease-back
Una figura particolare di leasing costituita dal lease-back con cui il proprietario di un immobile o
di attrezzature industriali vende un proprio bene alla societ di leasing, ma rimane nel godimento del
bene, versando quale corrispettivo un canone.
Tale operazione costituisce per limprenditore un finanziamento ed allo stesso tempo gli consen-
te di non perdere la disponibilit degli stessi beni contestualmente cedutigli in leasing dalla societ.
Alla scadenza del contratto, se la parte finanziata ha pagato puntualmente il canone dovuto pu
esercitare il diritto di riscatto e riacquistare, cos, la propriet dei beni.

2 Il factoring

2.1 Nozione e natura giuridica


Nozione: il contratto con il quale un imprenditore trasferisce o si impegna a trasferire in via esclu-
siva e a titolo oneroso, mediante cessione di crediti ad un altro soggetto detto cessionario (factor),
parte o tutti i crediti derivanti o derivandi (futuri) dallesercizio della sua impresa, ottenendo la contro-
prestazione in servizi o danaro.

Servizio gestionale: contabilizzazio-


ne ed esazione del credito.
C o n v e n t i o n a l
Servizio finanziario: concessione di
factoring: ven-
anticipi da parte del factor.
gono offerti al
Servizio assicurativo: se il factor ri-
cliente
nuncia alla garanzia della solvenza
CC Con riguar-
da parte del cedente.
do alle fun-
Tipi di factoring
zioni econo-
miche Maturity factoring: il factor non concede anticipi.
Domestic factoring: sia il cedente che il factor svolgono lat-
tivit nello stesso paese.
International factoring: i soggetti coinvolti nel rapporto sono
quattro: limportatore, il suo factor nazionale, lesportatore
e il suo factor.

Capitolo 40 - I contratti atipici e la cartolarizzazione dei crediti 247

CC Contratto innominato, consensuale, di scambio, a prestazioni corrispettive,


oneroso, commutativo, di durata ed obbligatorio, con causa variabile.
CC Contratto innominato, con funzione complessa, derivante dalla fusione di
Natura giuridica pi cause tipiche in esso ricorrenti.
CC Contratto atipico, di liquidit da un lato e di garanzia dallaltro, che importa
un unico rapporto di cessione di crediti in esclusiva moderato da una riser-
va di gradimento da parte del factor.

2.2 Rapporti tra cedente e cessionario

CC Trasferire i documenti probatori del credito.


CC Trasferire le garanzie reali e personali, nonch gli accessori dello stesso.
Obblighi del cedente
CC Sottoporre ad approvazione preventiva del factor le operazioni dalle
quali deriveranno i crediti che si intendono cedere.

CC Esaminare preventivamente i crediti a lui sottoposti.


Obblighi del factor
CC Fornire al cedente eventuali servizi collaterali di collaborazione.

CC Un compenso sullimporto complessivo del credito ceduto.


Al factor spetta
CC Gli interessi annuali sulle somme anticipate.

CC Clausola di esclusiva: limprenditore si impegna a non porre in es-


sere rapporti di factoring con terzi.

Clausole contrattuali Sanciscono il diritto di recedere dal con-


tratto in qualsiasi momento pur restando
CC Clausole che valide le cessioni gi perfezionatesi.
Concedono al factor la potest di ridurre
o revocare le approvazioni di credito.

2.3 La cessione dei crediti dimpresa


La L. 21 febbraio 1991, n. 52 ha regolamentato la cessione dei crediti dimpresa. La legge non ha
introdotto la disciplina del factoring, ma si limitata a derogare la disciplina codicistica della cessione
dei crediti qualora ricorrano determinati presupposti soggettivi ed oggettivi.

necessario che il cedente sia un im-


prenditore.

CC Sotto il profilo soggetti- Il cessionario deve essere una banca


vo o un intermediario finanziario il cui og-
getto sociale preveda lesercizio
Ambito di applicazione dellattivit di acquisto dei crediti di im-
della disciplina presa.

I crediti ceduti devono sorgere da con-


CC Sotto il profilo oggettivo tratti stipulati dal cedente nelleserci-
zio dellimpresa.

248 Parte Terza - I contratti commerciali


CC Possono essere ceduti sia crediti esistenti che futuri.
CC Il cedente garantisce la solvenza del debitore ceduto soltanto nei li-
miti del corrispettivo pattuito.
CC Il cessionario ha facolt di rendere la cessione opponibile ai terzi aven-
ti causa o creditori del cedente nei modi previsti dallart. 1265 c.c.
CC Il trasferimento del credito valido ed efficace nei confronti del ce-
duto a prescindere da ogni comunicazione allo stesso ed il factor
pu pretendere, alla scadenza, il pagamento del debitore purch di-
mostri di essere titolare del credito.

Disciplina
Le eccezioni che derivano da pregres-
si rapporti diretti con lo stesso, non-
ch le eccezioni processuali.
Tutte le eccezioni che potevano esse-
CC Il debitore pu opporre al re opposte al cedente, secondo le nor-
cessionario me codicistiche.
Lincedibilit convenzionale del credi-
to pu essere eccepita solo provando
che il cessionario ne era a conoscen-
za al tempo della cessione.

I contratti stipulati dalle societ di factoring (essendo queste ricomprese tra i soggetti che esercita-
no professionalmente attivit di prestito e di finanziamento) sono assoggettati alla disciplina sulla tra-
sparenza delle operazioni bancarie e finanziarie prevista dal D.Lgs. 1-9-1993, n. 385 (artt. 115 e ss.
modificati da numerosi provvedimenti).

3 La cartolarizzazione dei crediti

Generalit e nozione: la cessione globale dei crediti listituto su cui si fonda la cartolarizzazio-
ne dei crediti, operazione da tempo diffusa in altri paesi e disciplinata nel nostro ordinamento dalla L.
139/1999, da ultimo modificata dal Decreto Destinazione Italia (D.L. 145/2013, conv. in L. 9/2014).
La cartolarizzazione dei crediti una complessa operazione attraverso la quale un soggetto cede
a titolo oneroso uno o pi crediti pecuniari ad un altro soggetto che emetti titoli nei quali sono incor-
porati i crediti ceduti e li colloca presso investitori. In tal modo al creditore cedente viene anticipato
limporto dei crediti ceduti attraverso il corrispettivo pagato dagli investitori per lacquisto dei titoli.
Loperazione risponde pertanto allo scopo di facilitare lo smobilizzo di masse notevoli di crediti,
anche di non agevole realizzazione, mediante lincorporazione in titoli di credito di massa desti-
nati ad essere per lo pi sottoscritti da investitori professionali.
Le operazioni di cartolarizzazione sono da noi utilizzate soprattutto dalle banche per smobilizza-
re masse di crediti in sofferenza e sono realizzabili secondo due modalit:
cessione dei crediti ad una societ veicolo che li acquista finanziandosi con i titoli emessi sul mer-
cato e che vincola al pagamento degli stessi solo la massa dei crediti ceduti;
cessione dei crediti ad un fondo comune di investimento chiuso avente ad oggetto crediti.

Capitolo 40 - I contratti atipici e la cartolarizzazione dei crediti 249

CC La cessione a titolo oneroso di crediti pecuniari esistenti o futuri,


eventualmente individuati in blocco, ad una societ di capitali che
ha per oggetto esclusivo la realizzazione di una o pi operazioni
di cartolarizzazione.
I caratteri essenziali dellope-
CC Lemissione da parte di tale societ (o anche di una distinta socie-
razione di cartolarizzazione
t) di titoli di credito destinati a finanziare lacquisto del portafoglio
dei crediti possono essere
crediti ceduto.
cos fissati
CC La destinazione esclusiva da parte della societ cessionaria delle
somme corrisposte dai debitori ceduti al soddisfacimento dei dirit-
ti incorporati nei titoli emessi per finanziare lacquisto dei relativi
crediti, nonch al pagamento dei costi delloperazione.

I titoli emessi sono qualificati come strumenti finanziari. Se destinati ad essere collocati tra il pub-
blico, trover applicazione la disciplina dellofferta al pubblico di prodotti finanziari, con conseguente
obbligo della societ cessionaria o della societ emittente, se diversa, di redigere il prospetto informa-
tivo delloperazione di cartolarizzazione contenente le indicazioni stabilite dalla Consob.
Il Decreto Destinazione Italia (D.L. 145/2013, conv. in L. 9/2014) ha introdotto modifiche rilevan-
ti alla legge sulla cartolarizzazione.
Innanzitutto, stata estesa lapplicabilit della L. 130/1999 anche alle operazioni realizzate me-
diante la sottoscrizione e lacquisto di obbligazioni e titoli similari ovvero cambiali finanziarie, esclusi
comunque i titoli rappresentativi del capitale sociale, titoli ibridi e convertibili, da parte della societ
emittente i titoli. Questo intervento consentire di far sorgere nuovi veicoli di investimento operanti
come sottoscrittori dei suddetti strumenti finanziari. Viene anche specificato che nel caso di operazio-
ni realizzate mediante sottoscrizione o acquisto di titoli, i richiami ai debitori ceduti si intendono rife-
riti alla societ emittente i titoli.
Sono state introdotte, inoltre, alcune previsioni volte ad eliminare onerosi adempimenti e requisi-
ti applicabili nellambito delle operazioni di cartolarizzazione in Italia, con significativo alleggerimento
dei relativi costi.

4 Il forfaiting

Nozione: si ha quando un imprenditore (esportatore) cede ad un istituto finanziario (forfaiter), che


gliene anticipa limporto previa deduzione di un tasso di interesse fisso ( forfait), un credito cartola-
re non ancora scaduto derivante dalla fornitura di beni o dalla prestazione di servizi allestero.
Loperazione consente allimportatore di procurarsi prodotti pur non essendo in grado di pagarli
immediatamente o di procurarsi un adeguato finanziamento allestero, ed allesportatore di vendere i
propri prodotti riscuotendone subito il prezzo, pur non essendo in grado di procurare allimportatore
credito a medio termine.

CC La cessione avviene pro soluto.


CC I titoli di credito utilizzati per incorporare le singole rate di debito dellim-
Disciplina portatore sono di regola cambiali tratte dallesportatore sullimporta-
tore e da questi accettate a favore del forfaiter, o pagher cambiari
emessi dallimportatore a favore dellesportatore e girati al forfaiter.

5 Il contratto di engineering

Nozione: il contratto in cui una parte si obbliga nei confronti dellaltra ad elaborare un progetto, di na-
tura urbanistica, architettonica, industriale ed eventualmente a realizzarlo, ovvero a dare realizzazione a pro-
getti elaborati da altre imprese provvedendo anche a svolgere prestazioni accessorie di assistenza tecnica,
se pattuito, ricevendo come corrispettivo una somma di denaro integrata (o sostituita) da royalties, interes-
senze o partecipazioni agli utili dellattivit imprenditoriale avviata a seguito della realizzazione del progetto.

250 Parte Terza - I contratti commerciali


Osservazioni

Quanto alla natura giuridica alcuni autori lo hanno assimilato al mandato; altri al contratto dopera;
altri ancora allappalto di servizi.
La dottrina prevalente parla di contratto innominato e complesso risultante dallunificazione di pi
contratti tipici.

Compiere lo studio dellinstallazione, ela-


borando progetti, calcoli e schemi di re-
alizzazione.
Compiere servizi di acquisto per linstal-
lazione.
CC La societ di enginee- Dirigere la costruzione.
ring si obbliga a Avviare il processo di lavorazione fino
allinstallazione completa e a continuare
a controllare gli impianti; oppure a con-
segnare semplicemente lopus perfec-
Diritti e obblighi tum al committente.
delle parti Svolgere il lavoro a regola darte.

Mettere a disposizione della contropar-


te il terreno sul quale insister limpre-
sa ed il personale per lesecuzione
CC Il committente si obbli- dellopera.
ga a Acquisire le autorizzazioni amministra-
tive.
Effettuare i pagamenti delle prestazio-
ni eseguite.

6 Il catering

Nozione: il contratto con cui una parte si obbliga ad approvvigionare laltra parte di pasti pronti
per essere consumati, verso corrispettivo di un prezzo. Si tratta di un contratto atipico diversamente
configurabile a seconda delle caratteristiche specifiche che assume in concreto.

CC Lobbligazione del somministrante adempiuta con la consegna


dei pasti.
Disciplina CC Il somministrato tenuto al pagamento del prezzo pattuito.
CC La natura giuridica varia in relazione alle connotazioni che tale con-
tratto assume.

Tale contratto ha avuto una larga diffusione specialmente nel trasporto aereo, ove assume la de-
nominazione di in flight catering o approvvigionamento di pasti di bordo.
Nellambito della ristorazione collettiva (aziende, universit, scuole, ospedali etc.) vengono adotta-
ti vari tipi di contratto riconducibili al catering, che disciplinano non soltanto lattivit di confezionamen-
to dei pasti bens il compimento del servizio di mensa complessivamente inteso ed eventuali presta-
zioni accessorie (es.: allestimento di cucine, riordino delle sale refettorio, smaltimento dei rifiuti etc.).
Si configurano cos veri e propri appalti di servizi (art. 1655 c.c.), ovvero contratti misti di appalto
e somministrazione.

Capitolo 40 - I contratti atipici e la cartolarizzazione dei crediti 251

In sintesi

Con il contratto di leasing una parte concede allaltra il godimento di un bene, verso il corrispet-
tivo di un canone periodico, per un certo periodo di tempo, alla scadenza del quale chi ha rice-
vuto in godimento il bene pu:
restituire il bene;
proseguire nel godimento, versando un canone inferiore;
acquistare in propriet il bene, pagando una somma ulteriore;
richiedere la sua sostituzione con altro bene;
agire secondo altre previsioni contrattuali.
Nella pratica commerciale il contratto di leasing d luogo a diverse figure che, pur seguendo di
massima lo schema generale, ne divergono in alcuni particolari aspetti.
Il factoring un contratto con il quale una parte (detta factor) acquista, a titolo oneroso, crediti non
ancora esigibili di unimpresa, assumendo obblighi di gestione, riscossione e contabilizzazione.
La funzione di tale contratto , nella pratica commerciale, assai complessa:
prevalente la finalit di finanziamento o anticipatoria (limpresa cedente riceve limporto dei cre-
diti ceduti, dedotto un corrispettivo costituente il compenso del factor, prima della scadenza);
configurabile, altres, una funzione di assicurazione, quando il factor acquisti il credito con
assunzione del rischio di insolvenza del debitore;
di regola, il factor svolge servizi di contabilizzazione, amministrazione e gestione contenziosa
dei crediti.
La cessione dei crediti pu essere fatta pro soluto, vale a dire con il rischio dellinsolvenza del
debitore ceduto a carico del factor, ovvero pro solvendo che prevede la rivalsa da parte del fac-
tor, e quindi una garanzia da parte del cedente circa la solvenza del debitore ceduto.
Data la natura complessa del contratto di factoring, ad esso risulta applicabile la disciplina gene-
rale sui contratti e, in secondo luogo, quella sulla cessione dei crediti; peraltro, con la L. 52/1991
il legislatore ha introdotto una disciplina peculiare per la cessione dei crediti dimpresa.
Il forfaiting un contratto atipico usato nel settore dellesportazione e consiste nella cessione pro
soluto, da parte di un esportatore ad un forfaiter, di titoli di credito ricevuti da un importatore in pa-
gamento delle merci da lui acquistate, contro lanticipazione del relativo importo. Loperazione con-
sente allimportatore di procurarsi prodotti pur non essendo in grado di pagarli immediatamente o
di procurarsi un adeguato finanziamento allestero ed allesportatore di vendere i propri prodotti ri-
scuotendone subito il prezzo. Il forfaiter assume su di s il rischio di inadempimento, senza poter-
si rivalere nei confronti dellesportatore, ma di solito richiede che i titoli siano garantiti da una ban-
ca del paese dellimportatore.
Infine, con il contratto (atipico) di catering una parte si obbliga, verso il corrispettivo di un prezzo,
ad approvvigionare laltra parte di pasti pronti per essere consumati. un vero e proprio contratto
di somministrazione.
Nellambito della ristorazione collettiva (aziende, universit, ospedali, scuole ecc.) sono state poi
adottate diverse formule contrattuali che disciplinano non solo lattivit di preparazione dei pasti,
ma anche il compimento dellintero servizio di mensa ed eventuali prestazioni accessorie (es.: al-
lestimento di cucine, riordino delle sale ecc.). In questo caso si hanno dei contratti misti di appal-
to (di servizi) e di somministrazione.

252 Parte Terza - I contratti commerciali


Parte Quarta
I titoli di credito

Capitolo Quarantunesimo: I titoli di credito in generale..................... Pag. 255


1 Principi generali 2 Caratteri 3 Classificazioni 4 Figure simili 5
Titoli atipici 6 Eccezioni opponibili dal debitore cartolare 7 Ammor-
tamento

Capitolo Quarantaduesimo: La cambiale............................................. 259


1 Generalit 2 Obbligazioni cambiarie 3 Accettazione della tratta
4 Girata 5 Avallo 6 Forme di garanzia extracambiaria 7 Le azio-
ni 8 La cambiale finanziaria

Capitolo Quarantatreesimo: Lassegno bancario................................ 265


1 Nozione 2 Requisiti, presupposti e disciplina 3 Circolazione 4 Pa-
gamento

Capitolo Quarantaquattresimo: Lassegno circolare........................... 269


1 Generalit 2 Presupposti, requisiti e disciplina

Capitolo Quarantacinquesimo: Gli altri titoli di credito....................... 271


1 Titoli rappresentativi 2 Titoli speciali dellistituto di emissione 3
Titoli speciali del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia
Capitolo 41 I titoli di credito in generale

1 Principi generali

1.1 Nozione
Il titolo di credito il documento contenente la promessa unilaterale di effettuare una data presta-
zione a favore di colui che materialmente lo presenter al debitore.

1.2 Funzione
quella di garantire la mobilizzazione della ricchezza (Ascarelli), rendendo cos pi sem-
plice e sicura la circolazione dei crediti.

1.3 Fonte

Fasi della nascita del titolo CC La creazione, cio la materiale redazione del titolo.
di credito CC La emissione, cio la materiale consegna del titolo al creditore.

Osservazioni

La dottrina divisa tra due orientamenti:


teoria della emissione: ritiene che la creazione del titolo abbia un mero valore interno e che
solo con lemissione il documento diventi titolo di credito vincolante;
teoria della creazione: sostiene, invece, che per lesistenza del titolo di credito sia necessa-
ria e sufficiente la semplice creazione.

2 Caratteri

CC Il documento incorpora il diritto di credito, che nasce, circola e si


trasferisce solo con la creazione e la circolazione del documento.
CC Per provare lesistenza del diritto necessario il documento, in
quanto il diritto immedesimato in esso.
CC Per ottenere la prestazione necessaria la presentazione del do-
Incorporazione cumento.
CC La distruzione del documento pu importare, salvo quanto diremo
a proposito dellammortamento, la perdita del diritto.
CC Qualsiasi vincolo sul diritto (pegno, sequestro, pignoramento) non
ha effetto sul credito incorporato se non colpisce anche il titolo.
CC Con il trasferimento del documento si trasferisce anche il diritto.

CC Il contenuto e la portata dellobbligazione risultano esclusivamen-


te dal titolo.
Letteralit CC Il titolare non pu pretendere una prestazione diversa o pi ampia
di quella risultante dal documento, n il debitore pu eseguire una
prestazione diversa o pi ristretta.

Capitolo 41 - I titoli di credito in generale 255

Titoli completi: tutti gli elementi atti ad


individuare il diritto sono contenuti nella
CC Il debitore non pu lettera del documento (letteralit diretta).
disconoscere le ob-
Letteralit
bligazioni inserite Titoli incompleti: le caratteristiche del di-
nel titolo. ritto risultano non solo dal documento, ma
anche da altri elementi in esso richiama-
ti (letteralit indiretta).

CC Il diritto cartolare indipendente dai rapporti intercorsi fra il debi-


Autonomia
tore e i precedenti titolari.

3 Classificazioni

CC Titoli causali: sono quelli connessi ad un rapporto fondamentale


determinato, il quale emerge dal contesto del titolo (es.: azioni o
obbligazioni di societ).
In relazione al rapporto CC Titoli astratti: sono quelli nei quali il rapporto fondamentale non
fondamentale enunciato ed perci irrilevante nei confronti dei terzi possessori
in buona fede del titolo; questi ultimi avranno diritto alla prestazio-
ne anche se il rapporto fondamentale non esiste pi o viziato
(es.: cambiale o assegno).

Sono quelli intestati ad una determinata per-


sona; la loro intestazione risulta non solo dal
documento, ma anche da un registro tenuto
dal debitore; la legittimazione cartolare data
dalla coincidenza tra lidentit del portatore,
CC Titoli nominativi il nome che risulta dal titolo e quello che ri-
sulta dal registro.
Il trasferimento avviene mediante lannota-
zione del nome dellacquirente sul titolo e nel
registro dellemittente o con il rilascio di un
nuovo titolo.
In relazione al regime di
circolazione del titolo Sono quelli nei quali lintestazione risulta solo
dal titolo.
CC Titoli allordine Il trasferimento si attua mediante girata (cio
lordine che il creditore rivolge al debitore di
pagare ad una determinata persona).

Sono quei titoli in cui la legittimazione alleser-


cizio del diritto cartolare data dalla deten-
CC Titoli al portatore zione materiale del documento.
Si trasferiscono mediante la semplice conse-
gna del titolo.

256 Parte Quarta - I titoli di credito


CC Titoli di pagamento: danno diritto ad una determinata prestazio-
ne di carattere pecuniario (es.: cambiale).
In relazione ai diritti enun- CC Titoli rappresentativi: incorporano un diritto diverso da quello di cre-
ciati nel titolo dito, in genere un diritto reale (es.: fede di deposito, lettera di vettura).
CC Titoli di partecipazione: attribuiscono al possessore uno status giu-
ridico, con i relativi diritti da esso derivanti (es.: azioni di societ).

CC Titoli individuali: creati di volta in volta in relazione ad ogni sin-


In relazione alla creazione e gola operazione.
allemissione CC Titoli di massa: creati con una unica operazione (es.: azioni so-
ciali).

4 Figure simili

Vi sono documenti regolati da una legge di circolazione e di legittimazione analoga a quella dei ti-
toli di credito, ma che tali non sono.

CC Servono ad identificare lavente diritto ad una determinata presta-


zione (es.: biglietti ferroviari).
Documenti di legittimazione
CC Si differenziano dai titoli di credito perch difettano dellincorpora-
zione del diritto nel documento e non sono titoli circolanti.

CC Consentono il trasferimento del diritto, senza losservanza delle


forme proprie della cessione (es.: polizze di assicurazione).
Titoli impropri
CC Si differenziano dai titoli di credito perch non attribuiscono al ces-
sionario alcun diritto autonomo e letterale.

5 Titoli atipici

Sono quelli non previsti da alcuna disposizione normativa, ma emersi dalla pratica commerciale:
warrants: sono buoni di sottoscrizione che danno diritto a chi li detiene di acquistare ad un prez-
zo prefissato ed entro un termine stabilito, un certo numero di azioni;
certificati di partecipazione a fondi comuni di investimento mobiliare;
certificati di deposito doro;
certificati rappresentativi di quote di associazione in partecipazione.

6 Eccezioni opponibili dal debitore cartolare

Conseguenza della letteralit ed autonomia dei titoli di credito la non opponibilit al posses-
sore del titolo delle eccezioni derivanti dai rapporti intercorrenti con i precedenti portatori.

Di forma.
CC Eccezioni reali (fon- Fondate sul contesto letterale del titolo.
date sul contesto let-
Falsit della firma.
terale del titolo ed
Tipi Difetto di capacit o rappresentanza al
opponibili a qualun-
que portatore del ti- momento dellemissione.
tolo, art. 1993 c.c.) Mancanza delle condizioni necessarie
allesercizio dellazione.

Capitolo 41 - I titoli di credito in generale 257

Eccezioni personali in senso stretto: sono


quelle che attengono allo stesso rappor-
CC Eccezioni persona- to cartolare (difetto di titolarit).
li (sono opponibili
Tipi Eccezioni personali fondate su un rappor-
solo ad un determi-
nato possessore) to personale con il debitore: su un rappor-
to, quindi, diverso da quello cartolare ben-
ch influente su questo.

7 Ammortamento

7.1 Nozione
la procedura che il possessore di un titolo di credito allordine o di un titolo nominativo pu espe-
rire nel caso in cui il titolo sia stato smarrito, sottratto o distrutto. Il procedimento diretto a far dichia-
rare linefficacia del titolo di credito e a consentire lesercizio dei diritti cartolari indipendentemente dal
possesso dello stesso.

7.2 Procedura
Prima fase (necessaria): volta ad ottenere il decreto di ammortamento emesso dal Presidente
del Tribunale, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e notificato al debitore.
Seconda fase (eventuale):si instaura qualora vi sia opposizione del detentore del titolo al decre-
to di ammortamento; diretta allaccertamento, in contraddittorio tra ricorrente ed opponente, della
propriet del titolo.

7.3 Limite di ammissibilit


Lammortamento ammesso per i soli titoli allordine e nominativi, non anche per i titoli al porta-
tore. Il legittimo possessore di questi ultimi, qualora li abbia perduti per smarrimento o sottrazione, pu
denunciare detti eventi allemittente del titolo, dandone prova, ed avr diritto alla prestazione solo dopo
che sia decorso il termine di prescrizione del titolo stesso (art. 2006 c.c.). Nel contempo il titolo conti-
nua ad incorporare il diritto per tutto il periodo di prescrizione e questo pu venire legittimamente ac-
quistato da un possessore di buona fede.

In sintesi

I titoli di credito sono documenti nei quali incorporata la promessa unilaterale di effettuare una
prestazione a favore di chi li presenter al debitore legittimandosi in base alla legge di circolazio-
ne del titolo stesso.
La loro funzione quella di rendere pi celere e sicuro il trasferimento dei crediti, svincolandolo
dalle regole della cessione del credito.
I caratteri del credito incorporato nei titoli sono:
letteralit, ossia il contenuto del diritto quello che risulta dal tenore letterale del titolo;
autonomia, il diritto acquistato non lo stesso di quello del creditore cedente, ma un diritto
originario, sorto, cio, ex novo. Lautonomia tutela il creditore cui non possono essere eccepi-
te dal debitore cartolare le eccezioni che questi avrebbe potuto opporre al precedente posses-
sore.
I titoli di credito possono classificarsi in base al rapporto fondamentale (e cio, al rapporto sot-
tostante che ha portato alla loro creazione) in titoli causali e titoli astratti.
Infine, i titoli di credito si distinguono anche in base al loro regime di circolazione in titoli nomina-
tivi, titoli allordine e titoli al portatore.

258 Parte Quarta - I titoli di credito


Capitolo 42 La cambiale

1 Generalit

Nozione: un titolo di credito allordine, formale e astratto, che attribuisce al possessore legitti-
mo il diritto di farsi pagare una somma determinata alla scadenza indicata.

CC Tratta o cambiale in Il rapporto traente-prenditore detto rap-


senso stretto: con- porto di valuta.
siste nellordine in- Il rapporto traente-trattario detto rap-
condizionato che porto di provvista.
una persona (traen-
te) d ad unaltra
Tipi (trattario) di pagare
ad un terzo (prendi-
tore) una somma di
denaro.
CC Vaglia cambiario o pagher cambiario: consiste nella promes-
sa incondizionata fatta da una persona (emittente), di pagare una
somma di denaro ad una determinata scadenza.

CC titolo allordine.
CC titolo formale.
CC titolo astratto.
CC In esso possono confluire pi obbligazioni aventi il medesimo og-
Caratteristiche getto, tutte autonome e valide, indipendentemente dalla validit
delle altre, ma tutte legate dal vincolo della solidariet (art. 1292
c.c.).
CC titolo esecutivo (purch bollato).
CC assistita da un particolare rigore processuale.

CC Denominazione di cambiale.
CC Ordine incondizionato (per la tratta) o promessa incondizionata
(per il vaglia cambiario) di pagare una determinata somma.
CC Nome, luogo e data di nascita di chi designato a pagare (tratta-
Requisiti essenziali rio nella tratta, emittente nel pagher).
CC Nome del primo prenditore.
CC Data e luogo di emissione.
CC Sottoscrizione del traente (nella tratta) o dellemittente (nel vaglia
cambiario).

Ove manchi qualcuno di questi, il titolo non varr pi come cambiale, ma come mera attestazio-
ne di credito.

Capitolo 42 - La cambiale 259

Del domicilio del trattario o


della persona designata sul
Se manca nel- titolo a pagare per esso.
l a c a m b i a l e Del domicilio dellaccettan-
CC Luogo di pagamen-
tratta (art. 44 te per intervento o della
to
L.C.) varr il persona designata sul tito-
luogo lo a pagare per esso.
Del domicilio dellindicato
al bisogno.
Ove manchi nel vaglia cambiario, varr il luogo
Requisiti accidentali del domicilio dellemittente (art. 101 L.C.).

Pu non essere indicata, in tal caso la cambia-


le si intende pagabile a vista.
Se indicata, deve rientrare, a pena di nullit, in
una delle forme consentite dalla legge (art. 38 L.C.).
CC Scadenza A giorno fisso.
A certo tempo vista.
A certo tempo data.
A vista: cio pagabile alla presentazione.

CC Incompleta: quando il rilascio del titolo avviene senza un accordo


circa il suo successivo riempimento.

Cambiale sprovvista di re- CC In bianco: quando sussiste un accordo di riempimento successi-


quisiti essenziali vo; qualora tale contratto non venga rispettato, il debitore cambia-
rio potr eccepire al prenditore (o al terzo portatore che abbia ac-
quistato la cambiale in mala fede o con colpa grave) labusivo ri-
empimento.

2 Obbligazioni cambiarie

Emittente nel pagher.


CC Obbligati principali
Trattario nella tratta.
Categorie di obbligati
Traente.
CC Obbligati in via di regresso
Giranti.

CC Le dichiarazioni cambiarie possono essere compiute anche a mez-


zo di un rappresentante.
CC Lorientamento dominante ritiene che il rapporto di rappresentan-
za debba emergere dal titolo, secondo altri invece non occorre che
Rappresentanza cambiaria sia espressamente menzionato.
CC Colui che agisce quale rappresentante, senza avere il potere di
farlo (perch non ha il potere di agire per quella persona o perch
eccede i propri poteri), ha lobbligo di pagare limporto indicato nel-
la cambiale, come se avesse agito in proprio (art. 11 L. C.).

CC Ciascuna obbligazione autonoma rispetto alle altre, pertanto lin-


Autonomia delle obbligazio-
validit di una non avr alcuna influenza sulle altre, che rimarranno
ni cambiarie
comunque valide (art. 7 L.C.).

260 Parte Quarta - I titoli di credito


3 Accettazione della tratta

Nozione: laccettazione la dichiarazione del trattario di obbligarsi cambiariamente.

Modalit: laccettazione deve essere scritta sulla cambiale, espressa con le parole accettato,
visto, o altre equivalenti, ed sottoscritta dal trattario.

Disciplina: fin quando il trattario non ha accettato egli non un obbligato cambiario; solo ad ac-
cettazione avvenuta entra nel rapporto cambiario quale obbligato principale.

4 Girata

Nozione: un negozio giuridico cartolare (risultante dal titolo), unilaterale ed astratto, contenen-
te un ordine di pagamento.

CC Funzione essenziale quella di trasferimento del titolo cambiario


e del relativo credito.
Funzione
CC Altra funzione quella di garanzia: girando la cambiale il girante
diviene obbligato cambiario.

CC La girata non pu essere condizionata: la condizione si ha per non


Caratteri (art. 16 L.C.) apposta.
CC La girata parziale nulla.

CC Piena: con formula completa, per esempio, per me pagate al Sig. X.


Riempirla con il proprio nome o
con quello di altra persona.
In bianco: laddove non in- Girare di nuovo la cambiale, in
dicato il nome del giratario. bianco o a persona determinata.
Il giratario potr Trasmettere la cambiale ad un ter-
Tipi zo senza riempire la girata in bian-
co o senza girarla.
CC Per procura o per incasso: qualora venga apposta la clausola
per procura o altre affini il giratario assume la figura di manda-
tario del girante.
CC In garanzia o in pegno: se apposta la clausola in garanzia il
giratario assume la posizione di un creditore pignoratizio.

5 Avallo

Nozione: una dichiarazione con la quale taluno garantisce cambiariamente il pagamento della
cambiale per uno degli obbligati cambiari; essa viene apposta sulla cambiale o sullallungamento.
CC Lavallante obbligato nello stesso modo di colui per il quale laval-
lo stato dato.
Caratteri CC Lavallante obbligato in solido con lavallato.
CC Lavallo indipendente dallobbligazione cambiaria per cui dato
(ci lo differenzia dalla fideiussione).

Capitolo 42 - La cambiale 261

CC Lavallante non pu pretendere che il portatore escuta preventiva-


mente lavallato.
CC Lavallante che effettui il pagamento della somma cambiaria acqui-
sta in modo autonomo i diritti inerenti alla cambiale, accresciuti de-
gli interessi e delle spese, nei confronti dellavallato e di coloro che
Caratteri sono obbligati cambiariamente verso questultimo.
CC Lavallante (poich assume la medesima obbligazione dellavalla-
to) non pu assoggettare il proprio obbligo a condizioni.
CC ammesso, per, lavallo parziale, dato cio per una sola parte
della somma cambiaria.

6 Forme di garanzia extracambiaria

Il credito cambiario, oltre che dallavallo (tipica garanzia cambiaria), pu essere assistito da ga-
ranzie extracambiarie:
cambiale ipotecaria;
cambiale agraria;
cambiale tratta con cessione della provvista.

7 Le azioni

7.1 Le azioni cambiarie

Nei confronti degli ob- CC Lazione non subordinata a formalit o termini di decadenza.
bligati in via diretta

Alla scadenza, se il
pagamento non ha
Il protesto un processo verbale redatto da un
avuto luogo, ne-
notaio o da un ufficiale giudiziario nel quale vie-
cessario che la cam-
ne constatata lavvenuta presentazione della
biale sia stata tem-
cambiale e il conseguente rifiuto di accettare o
pestivamente pre-
pagare. Se nella cambiale apposta la clauso-
sentata per il paga-
la senza spese o senza protesto, il prote-
mento o per laccet-
sto non necessario.
tazione e che sia sta-
to levato il protesto
Nei confronti degli ob-
bligati di regresso Se laccettazione stata rifiutata in tutto o in
parte, anche qui necessario che la cambiale
sia stata tempestivamente presentata per il pa-
gamento o per laccettazione e che sia stato le-
vato il protesto.
CC Prima della scaden-
In caso di fallimento
za
del trattario sufficiente che il
In caso di fallimento portatore esibisca la
del traente di una sentenza dichiarati-
cambiale non accet- va di fallimento.
tabile

262 Parte Quarta - I titoli di credito


7.2 Le azioni extracambiarie

CC Questa azione permane nonostante lemissione o trasmissione del-


la cambiale.
CC legata al rapporto fondamentale sottostante.
Azione derivante dal rappor-
to fondamentale (azione CC Lesercizio subordinato al protesto, cio allaccertamento del man-
causale) cato buon fine della cambiale.
CC Esiste a carico del portatore lonere di restituire la cambiale e di
depositarla in cancelleria, onde evitare rischi di duplicazione del
pagamento.

CC Quando il danneggiato non pu esperire n lazione cambiaria, n


Azione di arricchimento (ca- altra azione causale, pu essere esercitata lazione di ingiustifica-
rattere residuale) to arricchimento (art. 2041 c.c.), la quale impedisce che il portato-
re resti danneggiato dalle decadenze e prescrizioni cambiarie.

7.3 Prescrizione delle azioni

CC Le azioni cambiarie contro accettante o emittente: si prescrivono


in tre anni dalla data della scadenza della cambiale.
CC Le azioni del portatore contro i giranti e contro il traente: si prescri-
vono in un anno dalla data del protesto.
CC Le azioni dei giranti gli uni contro gli altri o contro il traente: si pre-
scrivono in sei mesi dal giorno in cui il girante ha pagato la cambia-
Termini le o stata proposta azione di regresso contro di lui. Il girante, co-
munque, ha sempre la possibilit di agire in via diretta, entro i tre
anni dalla scadenza della cambiale, contro lobbligato principale.
CC Lazione causale: ha lo stesso termine di prescrizione dei diritti na-
scenti dal rapporto fondamentale.
CC Lazione di arricchimento: si prescrive in un anno dal giorno della
perdita dellazione cambiaria.

8 La cambiale finanziaria

Nozione: disciplinata dalla L. 43/1994, un titolo di credito allordine emesso in serie ed avente
una scadenza non inferiore a un mese e non superiore a trentasei mesi dalla data di emissione (ter-
mini cos modificati dal D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012).

Funzione: raccogliere denaro dai risparmiatori per investirlo nellattivit dellemittente.

CC Titolo emesso in serie.


Caratteri CC Titolo causale.
CC Deve contenere la denominazione di cambiale finanziaria.

Capitolo 42 - La cambiale 263

In sintesi

La cambiale un titolo di credito allordine, formale e astratto, contenente lobbligazione incon-


dizionata di pagare o di far pagare una somma di denaro ad una determinata scadenza e nel luo-
go indicato dal titolo a favore di chi risulta legittimato allesercizio del diritto (prenditore).
La cambiale pu assumere due forme:
tratta o cambiale in senso stretto;
il vaglia cambiario o pagher cambiario.
La cambiale circola mediante girata. Garanzia dellobbligazione cambiaria lavallo.
Lazione cambiaria, infine, quella che il possessore legittimo di una cambiale dotata di tutti i re-
quisiti stabiliti dalla legge, pu esercitare contro i firmatari del titolo per ottenerne il pagamento. Si
distingue tra: azione cambiaria diretta e azione cambiaria di regresso.

note
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264 Parte Quarta - I titoli di credito


Capitolo 43 Lassegno bancario

1 Nozione

un titolo di credito, avente la struttura della tratta, che contiene lordine incondizionato che il tra-
ente rivolge al trattario (banca) di pagare una somma determinata ad un terzo o a se stesso. uno
strumento di pagamento (e in ci si differenzia dalla cambiale che strumento di credito).

2 Requisiti, presupposti e disciplina

CC Denominazione di assegno bancario.


CC Ordine incondizionato di pagare una somma determinata: da qui
deriva limpossibilit di apporre condizioni risolutive o sospensive.
CC Indicazione del trattario.
CC Indicazione del luogo di pagamento.
CC Luogo di emissione.
Requisiti essenziali Lassegno rilasciato privo di data consi-
derato dalla dottrina dominante nullo.

CC Data di emissione Lassegno post-datato immediatamen-


te esigibile, salvo conseguenze fiscali (so-
stituendosi al pagher cambiario, elu-
de la legge sul bollo).
CC Sottoscrizione del traente.

CC Il traente deve avere somme disponibili presso il trattario (rappor-


to di provvista).
Presupposti CC Il traente deve poter disporre di tali somme a mezzo di assegno,
in conformit di una convenzione espressa o tacita (cd. conven-
zione di assegno).

CC Lassegno non sottoposto allonere dellaccettazione da parte del-


la banca trattaria.
CC Non possono esservi inserite pattuizioni di interessi.
CC Il regresso subordinato alla presentazione dellassegno e alla
certificazione del protesto.
CC La scadenza sempre a vista.
Disciplina CC La mancanza di somme disponibili al momento dellemissione (as-
segno a vuoto) o lemissione non autorizzata di assegni importa-
no lapplicazione a carico del traente di sanzioni amministrative.
CC Nellipotesi di rifiuto opposto dal trattario, il portatore ha diritto di
ottenere il pagamento da tutti i firmatari dellassegno (traente, gi-
ranti, avallanti) congiuntamente o individualmente, senza essere
tenuto ad osservare lordine nel quale essi si obbligarono.

Capitolo 43 - Lassegno bancario 265

Il D.L. 13-5-2011, n. 70 (cd. decreto sviluppo), conv. in L. 12-7-2011, n. 106 ha introdotto lasse-
gno bancario o circolare elettronico, demandando ad un apposito decreto ministeriale e ad un suc-
cessivo regolamento della Banca dItalia la definizione delle regole per il suo utilizzo. Il decreto stabi-
lisce che nel rispetto di precise regole da emanarsi a cura del Ministro delleconomia e delle finanze,
le copie informatiche di assegni cartacei potranno sostituire ad ogni effetto di legge gli originali da cui
sono tratte se la loro conformit alloriginale sar assicurata dalla banca negoziatrice mediante luti-
lizzo della propria firma digitale.

3 Circolazione

CC Assegno allordine: il trasferimento si attua mediante girata cui


deve accompagnarsi la consegna del titolo (traditio).
Modalit
CC Assegno al portatore: il trasferimento si attua mediante la sem-
plice consegna del titolo.

CC Assegno non allordine: circola solo con le forme e gli effetti del-
la cessione ordinaria.
CC Assegno non trasferibile: lassegno diviene non girabile e non
cedibile (la clausola di non trasferibilit obbligatoria per gli asse-
gni di importo pari o superiore a 1.000 euro. Tale importo stato
da ultimo modificato dal D.L. 201/2011, cd. decreto salva-Italia,
conv. in L. 214/2011).
Limiti alla circolazione
CC Assegno sbarrato: la banca pu pagare solo ad un banchiere o
ad un proprio cliente.
CC Assegno da accreditare: tale assegno non pu essere pagato in
contanti, ma per accredito sul conto di chi presenta il titolo.
CC Assegno turistico (travellers cheque): il pagamento subordi-
nato alla doppia firma conforme del prenditore, il quale dovr ripe-
tere la firma allatto della presentazione.

4 Pagamento
Lesercizio dei diritti incorporati nellassegno subordinato allinderogabile onere per il portatore
di presentare lassegno alla banca trattaria per richiedere il pagamento. La legge, per, stabilisce tas-
sativamente dei termini massimi per esigere il pagamento, decorrenti dalla data di emissione:
8 giorni, se coincidono il luogo in cui lassegno stato emesso e quello in cui pu essere incas-
sato (si parla in questo caso di assegno su piazza);
15 giorni per assegni da incassare in Comuni diversi da quello di emissione (si parla in tal caso di
assegno fuori piazza).

Alla scadenza di tali termini non consegue lautomatico e necessario rifiuto di pagare da parte del-
la banca trattaria, ma soltanto la possibilit che lordine di pagamento venga revocato dal traente.
Se lassegno non interamente coperto (cio se lemittente non ha depositato in banca una som-
ma sufficiente a pagare il portatore dellassegno) ammesso il pagamento parziale (e il presentato-
re dellassegno in banca non pu rifiutarlo); tuttavia le banche hanno labitudine, in tale caso, di rifiu-
tare per intero il pagamento.

266 Parte Quarta - I titoli di credito


In sintesi

Lassegno bancario un titolo di credito che contiene lordine incondizionato, rivolto da una per-
sona (traente) ad una banca (trattario), di pagare a vista una determinata somma di denaro allor-
dine di un terzo o dello stesso traente.
Il traente obbligato, nei confronti del legittimo possessore dellassegno, ad eseguire il pagamen-
to nel caso in cui la banca trattaria lo rifiuti e lo stesso obbligo sussiste per tutti i successivi firma-
tari, nel caso di trasferimento del titolo mediante girata.
Trattasi, dunque, di uno strumento di pagamento (non di credito, a differenza della cambiale), che
presuppone lesistenza di un rapporto di valuta e di un rapporto di provvista.
Lassegno bancario pu essere emesso allordine o al portatore ed esso pu circolare secon-
do le regole generali che disciplinano la circolazione dei titoli di credito.

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Capitolo 43 - Lassegno bancario 267

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268 Parte Quarta - I titoli di credito


Capitolo 44 Lassegno circolare

1 Generalit

Nozione: un titolo di credito allordine contenente una promessa diretta di pagamento e dotato
di particolari requisiti di forma, emesso da un istituto bancario a ci autorizzato, per somme che sia-
no disponibili presso di esso al momento dellemissione, e pagabile a vista presso tutti i recapiti co-
munque indicati dallemittente. Simile per struttura al pagher cambiario, se ne differenzia sotto il pro-
filo della funzione che, in tal caso, quella di consentire pagamenti senza il rischio dello spostamen-
to materiale della moneta alla quale lassegno circolare pu essere equiparato perch incorpora un
credito di sicura esigibilit (in considerazione degli obblighi di copertura, infatti, lassegno circolare non
pu mai essere emesso a vuoto).

2 Presupposti, requisiti e disciplina

CC Lautorizzazione ad emettere assegni circolari viene concessa agli


istituti bancari, dopo un attento controllo da parte della Banca dIta-
lia ed il provvedimento di autorizzazione viene pubblicato nella Gaz-
zetta Ufficiale.
CC Listituto emittente tenuto a costituire presso la Banca dItalia, a
garanzia del regolare pagamento degli assegni emessi, una riser-
va speciale in misura percentuale (non meno del 20%) degli asse-
Presupposti gni messi in circolazione.
CC Lemissione di un singolo assegno circolare deve essere accom-
pagnata dallesistenza di somme disponibili presso lo stesso isti-
tuto emittente (cd. provvista).
CC Detta provvista , di regola, costituita mediante versamento in con-
tanti, nelle casse dellistituto di credito, dellimporto corrisponden-
te a quello riportato nellassegno.

CC La denominazione di assegno circolare contenuta nel contesto


del titolo.
CC La promessa incondizionata di pagare a vista una somma deter-
minata.
Requisiti formali
CC Lindicazione del prenditore (lassegno circolare non pu mai es-
sere emesso al portatore).
CC Lindicazione della data e del luogo di emissione.
CC La sottoscrizione della banca emittente.

Si pu notare che tra i vari requisiti formali dellassegno circolare manca lindicazione del luogo di
pagamento, visto che esso pagabile presso qualunque sede, agenzia o filiale della banca emittente.

Capitolo 44 - Lassegno circolare 269

La girata a favore dellemittente (cd. gira-


ta quietanzata) estingue lassegno.
Lazione contro lemittente si prescrive en-
tro 3 anni dallemissione.
Il possessore dellassegno circolare de-
CC Si applicano, in quan- cade dallazione di regresso contro il gi-
to compatibili, le nor- rante se non presenta il titolo per il paga-
Disciplina
me sul vaglia cam- mento allemittente entro 30 giorni
biario, salvo che dallemissione.
In caso di mancato pagamento, a diffe-
renza dellassegno bancario, la banca as-
sume unobbligazione cartolare.
Se allassegno apposta la clausola non
trasferibile, la girata illegittima.

Differenze

Lassegno circolare presenta i seguenti elementi di differenziazione dallassegno bancario:


non pu essere emesso al portatore;
comporta unobbligazione cartolare diretta e principale della banca emittente;
subordinato alla sussistenza o alla creazione di adeguati fondi disponibili: in genere il pren-
ditore versa limporto in contanti contestualmente al rilascio dellassegno;
pagabile in tutti i recapiti della banca emittente;
pu essere emesso solo da banche a ci autorizzate, previo deposito di una cauzione presso
la Banca dItalia.

In sintesi

Lassegno circolare un titolo di credito allordine, contenente una promessa diretta di pagamen-
to e dotato di particolari requisiti di forma, emesso da una banca a ci preposta dallautorit com-
petente, per somme che siano disponibili presso di essa al momento dellemissione, e pagabile a
vista presso tutti i recapiti comunque indicati dallemittente.
Lassegno circolare deve essere presentato allincasso entro 30 giorni dallemissione, pena la per-
dita dellazione di regresso.

270 Parte Quarta - I titoli di credito


Capitolo 45 Gli altri titoli di credito

1 Titoli rappresentativi

1.1 Nozione
I titoli rappresentativi di merce sono titoli di credito causali, ma caratterizzati dai requisiti della let-
teralit e della autonomia, emessi da un terzo detentore della merce, in essi esattamente individuata
per genere, stato, qualit, ubicazione e della quale lemittente si obbliga ad effettuare la riconsegna o
restituzione esclusivamente al legittimo possessore del titolo.

1.2 Effetti

Il titolo viene emesso da colui che detiene la merce, il quale attraverso lemissione:
documenta il contratto in base al quale la merce gli stata consegnata;
attesta di avere effettivamente ricevuto la detenzione della merce stessa;

CC Il diritto alla consegna delle merci.


attribuisce al portatore del
CC Il possesso delle merci descritte nel titolo.
titolo che egli emette
CC Il potere di disposizione mediante trasferimento del titolo.

1.3 Tipi

CC Duplicato della lettera di vet- Tali documenti costituiscono ti-


tura toli di credito solo se vengono
Trasporti terrestri
emessi con la clausola allordi-
CC Ricevuta di carico
ne.

CC Polizza di carico.
Trasporti marittimi CC Polizza ricevuta per limbarco.
CC Ordine di consegna proprio (delivery orders).

Trasporti aerei CC Lettera di trasporto.

CC Fede di deposito: un titolo allordine, emesso dal magazzino ge-


nerale su richiesta del depositante, in cui sono indicate le merci
depositate con tutti gli estremi atti ad individuarle; conferisce allin-
testatario e/o giratario il diritto alla riconsegna della merce oltre al
Depositi presso i magazzini potere di disporne.
generali CC Nota di pegno: quando staccata dalla fede di deposito, un au-
tonomo titolo di credito allordine, trasferibile mediante girata ed in-
corporante un diritto di credito garantito da pegno sulle merci de-
positate; il possessore o il giratario potr, quindi, ritirare la merce
solo depositando presso i magazzini generali la somma dovuta al
creditore pignoratizio.

Capitolo 45 - Gli altri titoli di credito 271

2 Titoli speciali dellistituto di emissione

Possono essere emessi solo dalla Banca dItalia:


vaglia cambiario;
assegno bancario libero;
assegno bancario piazzato.

3 Titoli speciali del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia

La legge sugli assegni prevede e disciplina questi titoli, ormai desueti:


vaglia cambiario;
assegno di corrispondente;
fede di credito o polizzino: un titolo di credito allordine, contenente la promessa del banco emit-
tente, di pagare una somma determinata, presso una qualunque filiale di esso.

In sintesi

I titoli rappresentativi delle merci sono titoli di credito il cui possesso d diritto alla consegna ed
al possesso delle merci in essi indicate, nonch attribuisce il potere di disporne mediante trasferi-
mento del titolo.
Lemittente esercita la detenzione materiale della merce, in nome e per conto del possessore del
titolo stesso. Il trasferimento del titolo equivale a trasferimento delle merci, in quanto in esso in-
corporato il diritto alla consegna di queste.

note
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272 Parte Quarta - I titoli di credito


Parte Quinta
Le procedure concorsuali

Capitolo Quarantaseiesimo: Le procedure concorsuali: generalit.... Pag. 275


1 Nozione 2 Caratteri

Capitolo Quarantasettesimo: Il fallimento............................................ 277


1 Nozione 2 Presupposti 3 Assoggettabilit al fallimento 4 Il falli-
mento dellimpresa collettiva

Capitolo Quarantottesimo: La dichiarazione di fallimento................. 281


1 Iniziativa 2 Sentenza dichiarativa di fallimento 3 Provvedimento
che respinge listanza di fallimento 4 Effetti della sentenza dichiara-
tiva di fallimento

Capitolo Quarantanovesimo: Gli organi preposti al fallimento.......... 291


1 Il tribunale fallimentare 2 Il giudice delegato 3 Il curatore 4 Il co-
mitato dei creditori

Capitolo Cinquantesimo: La procedura fallimentare.......................... 295


1 Generalit 2 La conservazione e lamministrazione del patrimonio
del fallito Laccertamento del passivo 4 La liquidazione dellattivo
5 Il riparto dellattivo 6 Cessazione della procedura fallimentare 7
Lesdebitazione del fallito

Capitolo Cinquantunesimo: Concordato preventivo e crisi da so-


vranidebitamento............................................................................ 305
1 Nozione 2 Presupposti per lammissione 3 Organi 4 Effetti 5
Procedura 6 Le ulteriori modifiche apportate dal decreto crescita
7 Risoluzione e annullamento del concordato 8 Accordi di ristruttu-
razione dei debiti 9 La procedura di composizione delle crisi da so-
vraindebitamento

Capitolo Cinquantaduesimo: La soppressa amministrazione con-


trollata............................................................................................. 317
1 Nozione 2 Condizioni 3 Procedimento ed effetti 4 Chiusura
Capitolo Cinquantatreesimo: La liquidazione coatta amministrativa.... Pag. 319
1 Nozione 2 Condizioni 3 Organi 4 Disciplina

Capitolo Cinquantaquattresimo: Lamministrazione straordinaria


delle grandi imprese in stato di insolvenza................................. 323
1 Nozione 2 Condizioni 3 Organi e procedura 4 La procedura dur-
genza per il risanamento aziendale: le modifiche al decreto Marzano
Capitolo 46 Le procedure concorsuali:
generalit

1 Nozione

Limprenditore commerciale, nellesercizio della propria attivit, pu trovarsi in situazioni di parti-


colare crisi finanziaria dovute ad una eccessiva esposizione debitoria.
In tali ipotesi le garanzie generiche poste individualmente a tutela dei singoli creditori diventano
strumenti inadeguati al loro soddisfacimento.
Per tali motivi lordinamento appronta un complesso sistema di procedure collettive di esecu-
zione sui beni dellimprenditore finalizzate a garantire la parit di trattamento fra tutti i creditori: le
procedure concorsuali.

Differenze

Le principali differenze tra lesecuzione individuale e quella collettiva (concorsuale) possono cos
sintetizzarsi:
lesecuzione individuale rivolta a predisporre un ordinato soddisfacimento coattivo del singo-
lo credito, mentre lesecuzione collettiva tende ad assicurare un trattamento egualitario a tutti
i creditori;
allesecuzione collettiva partecipano tutti i creditori che intendono tutelare coattivamente il pro-
prio credito: pertanto, lapertura di una procedura concorsuale preclude sia linizio che la pro-
secuzione di eventuali azioni esecutive individuali (universalit soggettiva);
lesecuzione collettiva assume il carattere di una liquidazione dellintero patrimonio del debito-
re, in quanto coinvolge tutti i suoi beni (universalit oggettiva), mentre lazione individuale si ri-
volge a singoli beni del debitore.

2 Caratteri

Il legislatore ha previsto una pluralit di procedure concorsuali, ciascuna con proprie caratteristi-
che.
Il dato comune a tutte costituito dalla circostanza che, al verificarsi di determinati presupposti,
in forza di un provvedimento dellautorit giudiziaria o amministrativa, viene sottratta allimprenditore
la disponibilit dellimpresa e dei suoi beni, ovvero viene nominato un soggetto che opera un control-
lo sullesercizio della sua attivit.
Altra comune caratteristica data dal fatto che la procedura si svolge nellinteresse di tutti i cre-
ditori esistenti al momento della sua instaurazione (universalit soggettiva) e coinvolge la totalit dei
beni del debitore, salvo alcune eccezioni (universalit oggettiva).

CC Fallimento.
CC Liquidazione coatta amministrativa.
Procedure concorsuali
CC Concordato preventivo.
CC Amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Listituto dellamministrazione controllata stato abrogato dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 di


riforma della disciplina delle procedure concorsuali; pertanto dal 16 luglio 2006, data di entrata
in vigore della riforma, questa procedura non pu pi essere iniziata, mentre le amministrazioni gi
iniziate proseguiranno secondo la precedente disciplina sino al loro completamento.

Capitolo 46 - Le procedure concorsuali: generalit 275

In sintesi

Le procedure concorsuali sono particolari procedure giudiziali che, nel caso in cui limprendito-
re commerciale non sia in grado di adempiere le proprie obbligazioni alle relative scadenze, sotto-
pongono ad esecuzione lintero patrimonio dellimpresa per assicurare la par condicio creditorum,
e cio un eguale regolamento di tutti i rapporti che allimprenditore fanno capo.
Le procedure concorsuali sono: il fallimento, la liquidazione coatta amministrativa, il concordato
preventivo, lamministrazione straordinaria.

note
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276 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 47 Il fallimento

1 Nozione

un processo esecutivo rivolto alla realizzazione coattiva dei diritti dei creditori il cui debitore co-
mune non sia pi in grado di far fronte puntualmente alle proprie obbligazioni.
disciplinato dal R.D. 16-3-1942, n. 267 (cd. Legge Fallimentare), come modificato dal D.Lgs. 9-1-
2006, n. 5, dal D.Lgs. 12-9-2007, n. 169 (correttivo alla riforma del diritto fallimentare) e da numersi al-
tri provvedimenti di cui lultimo il D.L. 23-12-2013, n. 145, conv. in L. 21 febbraio 2014, n. 9, ma an-
che dal Codice civile, dalla legge cambiaria e da altre leggi speciali.

CC Universalit: il fallimento coinvolge lintero patrimonio del debitore, inte-


so quale complesso dei beni e dei rapporti giuridici presenti e futuri del
fallito.
Caratteri
CC Concorsualit: la procedura si svolge nellinteresse di tutti i creditori del
fallito, i quali devono essere soddisfatti in egual misura, salvo il rispetto
delle legittime cause di prelazione (par condicio creditorum).

2 Presupposti

CC Il debitore deve essere un imprenditore commerciale, con esclusione de-


gli enti pubblici. Il D.Lgs. 169/2007 ha completamente riformulato lart. 1
L.F., eliminando ogni riferimento alla nozione di piccolo imprenditore. Ven-
gono, invece, individuati una serie di requisiti dimensionali e di indebita-
mento massimi che tutti gli imprenditori commerciali devono avere con-
giuntamente per non essere assoggettati alle procedure concorsuali. Tali
Soggettivi
requisiti sono: aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito
dellistanza di fallimento, un attivo patrimoniale di ammontare complessi-
vo annuo non superiore a 300.000 euro; aver realizzato, sempre nello
stesso periodo, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non su-
periore a 200.000 euro; avere un ammontare di debiti (comprendenti sia
quelli scaduti, sia quelli non scaduti) non superiore a 500.000 euro.

Differenze

La riforma del 2006, applicabile alle procedure di dichiarazione di fallimento aperte dal 16 luglio
2006 al 1 gennaio 2008, era intervenuta in modo rilevante sul secondo comma dellart. 1 L.F., ri-
definendo la nozione di piccolo imprenditore e ampliando la categoria dei soggetti che, rientran-
do in tale definizione, erano esonerati dal fallimento.
Secondo lart. 1 L.F., novellato dal D.Lgs. 5/2006 ed applicabile ai fallimenti dichiarati dal 16 lu-
glio 2006 al 1 gennaio 2008, non erano piccoli imprenditori, per cui erano assoggettabili al falli-
mento o ad altra procedura concorsuale, gli esercenti unattivit commerciale, in forma individua-
le o collettiva, che, anche alternativamente:
avessero effettuato investimenti nellazienda per un capitale di valore superiore a 300.000 euro;
avessero realizzato, in qualunque modo risultasse, ricavi lordi calcolati sulla media degli ultimi
tre anni o dallinizio dellattivit se di durata inferiore, per un ammontare complessivo annuo
superiore a 200.000 euro.

Capitolo 47 - Il fallimento 277

Si trova in stato di insolvenza limprenditore


che non pi in grado di adempiere rego-
larmente alle proprie obbligazioni (art. 5 L.F.).
Lo stato di insolvenza pu manifestarsi at-
traverso svariati indici: reiterati inadempi-
menti, fuga, irreperibilit (ipotesi introdot-
ta dalla riforma del 2006), latitanza, chiu-
CC Manifestazione dello stato di
Oggettivi sura dei locali etc. (art. 7 L.F.).
insolvenza
Per quanto riguarda il presupposto dello sta-
to di insolvenza, il correttivo alla riforma ha
previsto che il fallimento non si pu dichiara-
re quando lammontare dei debiti scaduti e
non pagati risultanti dagli atti dellistruttoria
prefallimentare complessivamente inferio-
re a 30.000 euro (art. 15, ult. comma, L.F.).

Osservazioni

Si ricordi che lo stato di insolvenza manifestatosi deve avere carattere permanente ovvero non
deve consistere in una temporanea difficolt di adempiere la quale legittima solo il concordato
preventivo e non il fallimento.

CC Limprenditore commerciale non deve essere gi sottoposto ad una proce-


dura di liquidazione coatta amministrativa.
Negativi CC Egli non deve aver fatto domanda di concordato preventivo.
CC Non devono sussistere i requisiti per lassoggettabilit dellimpresa alla pro-
cedura di amministrazione straordinaria.

3 Assoggettabilit al fallimento

3.1 Artigiano
Per quanto riguarda lesonero dellartigiano dallassoggettabilit alle procedure concorsuali, il pro-
blema stato ampiamente dibattuto in dottrina ed in giurisprudenza, in quanto, mentre lart. 2083 c.c.
ricomprende esplicitamente lartigiano tra i piccoli imprenditori, lart. 1 L.F. (nel testo sia anteriore che
successivo alla riforma del 2006) escludeva dal fallimento gli imprenditori in base a diversi criteri di
natura quantitativa e non faceva menzione dellartigiano.
Lulteriore difficolt di conciliare lart. 2083 c.c. con la disciplina della legislazione speciale aveva
reso ancora pi arduo il lavoro dellinterprete.

Osservazioni

I dubbi interpretativi si sono conclusi con lentrata in vigore, il 1 gennaio 2008, del decreto corretti-
vo: infatti, esso ha individuato unarea di non fallibilit prescindendo dalla nozione di piccolo im-
prenditore, semplicemente ancorandola alla sussistenza di requisiti dimensionali e di indebitamen-
to (v. par. 2), indipendentemente dalla definizione codicistica di piccolo imprenditore o di artigiano.
Il problema dellassoggettabilit al fallimento delle societ artigiane (che aveva suscitato numero-
si contrasti in dottrina nella disciplina anteriore alla riforma per il loro difficile inquadramento nella
nozione di piccoli imprenditori) stato superato sia con lintroduzione della riforma, che ha elimi-
nato lassoggettabilit al fallimento delle societ di modeste dimensioni, sia con il decreto corretti-
vo, che ha eliminato la definizione di piccolo imprenditore.

278 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


3.2 Imprenditore defunto o che ha cessato lattivit
Gli artt. 10 e 11 L.F. stabiliscono che pu essere anche dichiarato il fallimento dellimprenditore
che ha cessato lattivit o sia defunto (in tal caso il fallimento pu essere chiesto dallerede, purch
non vi sia stata confusione tra i patrimoni), sempre che lo stato di insolvenza si sia verificato prima o
entro lanno dalla cancellazione dal registro delle imprese o dalla morte. Nel caso muoia limprendito-
re gi dichiarato fallito, il procedimento si svolger contro i suoi eredi (art. 12 L.F.).

Osservazioni

La riforma ha risolto i problemi interpretativi legati alla precedente formulazione, che parlava ge-
nericamente di cessazione dellesercizio dellimpresa.

3.3 Imprenditore gi fallito


Problema molto dibattuto quello riguardante il nuovo fallimento dellimprenditore gi fallito.

CC Se limprenditore, mentre era ancora in corso la procedura fallimen-


tare, ha esercitato una nuova attivit imprenditoriale, egli non pu nuo-
vamente fallire in quanto il cd. nuovo fallimento non altro che un am-
Bisogna distinguere due pliamento del precedente.
ipotesi
CC Se, invece, egli ha intrapreso la nuova attivit dopo che la preceden-
te procedura fallimentare si era chiusa, allora si avr un vero e pro-
prio nuovo fallimento.

4 Il fallimento dellimpresa collettiva

CC In caso di fallimento della societ la procedura concorsuale non in-


veste anche i singoli soci.
CC Il fallimento va dichiarato in nome della societ, in persona degli am-
Nelle societ con soci a ministratori che la rappresentano.
responsabilit limitata
CC Gli amministratori e i liquidatori sono sottoposti ad una serie di limi-
tazioni di carattere personale.
CC Il fallimento del socio non rileva per la societ.

CC La sentenza che dichiara il fallimento della societ con soci a respon-


sabilit illimitata produce anche il fallimento dei soci, pur se non per-
sone fisiche, illimitatamente responsabili (art. 147, co. 1, L.F.).
CC Per i singoli soci, si prescinde dallesistenza dei consueti presuppo-
sti della dichiarazione di fallimento, che vanno accertati solo nei con-
Nelle societ con soci a
fronti della societ: il socio, cio, viene dichiarato fallito anche se non
responsabilit illimitata
imprenditore commerciale e se non insolvente.
CC Se dopo la dichiarazione di fallimento della societ risulta lesistenza
di altri soci illimitatamente responsabili (cd. soci occulti), il Tribunale,
su domanda del curatore, dei creditori o degli altri soci falliti, dichiara
il fallimento dei medesimi (art. 147, co. 4, L.F.).

Capitolo 47 - Il fallimento 279

CC Recependo le conclusioni della Corte Costituzionale, il 3 comma


dellart. 147 L.F. prevede espressamente che il Tribunale, prima di
provvedere allestensione deve, in ogni caso, sentire il socio illimita-
tamente responsabile in camera di consiglio.
Nelle societ con soci a CC Il 5 comma dellart. 147 L.F., infine, stabilisce che qualora dopo la
responsabilit illimitata dichiarazione di fallimento di un imprenditore individuale risulti che
limpresa riferibile ad una societ di cui il fallito socio illimitatamen-
te responsabile, possibile proporre istanza di dichiarazione di fal-
limento della societ occulta e degli altri soci illimitatamente respon-
sabili, su istanza del curatore, dei creditori o del socio fallito.

In sintesi

Il fallimento una procedura concorsuale rivolta, attraverso la liquidazione delle attivit esisten-
ti nel patrimonio del debitore, alla realizzazione coattiva e paritaria dei diritti dei creditori. Tale pro-
cedura applicata quando limprenditore si trovi in stato di insolvenza, cio quando non sia pi
in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni.
La procedura fallimentare in particolare riguarda tutti i beni del debitore e tutti i creditori e si basa
sul principio paritario per cui tutti i creditori debbono essere ugualmente soddisfatti, salve le cau-
se legittime di prelazione.
Caratteri della procedura fallimentare dunque sono: luniversalit e la concorsualit. Il D.Lgs.
5/2006, di riforma delle procedure concorsuali, ha eliminato la possibilit di avanzare richiesta da
parte del giudice.
Rimangono legittimati a presentare ricorso il debitore, uno o pi creditori e il pubblico ministero.
I presupposti del fallimento sono di due specie:
il presupposto soggettivo, dato dalla qualit di imprenditore commerciale non in possesso dei
requisiti di non fallibilit (art. 1 L.F.);
il presupposto oggettivo, consistente nel suo stato di insolvenza.

note
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280 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 48 La dichiarazione di fallimento

1 Iniziativa

La dichiarazione di fallimento pu essere promossa, ai sensi dellart. 6 L.F.:


su ricorso di uno o pi creditori;
su ricorso dello stesso debitore;
su richiesta del pubblico ministero.

Osservazioni

La riforma del 2006 ha soppresso la dichiarazione di fallimento su iniziativa dufficio del giudice. Tut-
tavia il giudice ha il dovere di segnalare al p.m. linsolvenza eventualmente rilevata nel corso di un giu-
dizio civile in cui limprenditore sia parte affinch il pubblico ministero possa richiederne il fallimento.

2 Sentenza dichiarativa di fallimento

Il Tribunale, investito della questione, deve accertare la sua competenza, eventualmente la legit-
timazione del richiedente, quindi i presupposti della dichiarazione di fallimento. Lart. 15 L.F. (modifi-
cato da ultimo dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012) dispone che il debitore deve obbligatoriamen-
te essere sentito in camera di consiglio per garantirgli il diritto alla difesa. Questa la fase della istrut-
toria prefallimentare, introdotta dalla riforma del 2006: se in essa risulta che lammontare dei debiti
scaduti e non pagati inferiore a 30.000 euro, il fallimento non pu essere dichiarato.

Il Tribunale, compiute tutte le indagini, pu:


rigettare il ricorso con decreto motivato;
accogliere il ricorso e dichiarare limprenditore fallito con sentenza dichiarativa e provvisoriamen-
te esecutiva.

CC competente il Tribuna- Sede principale quella in cui posto


le del luogo ove limpren- il centro degli affari ad essa inerenti.
Competenza ditore ha la sede princi- Deve tenersi conto della sede effettiva
pale dellimpresa e non di quella nominale.
CC Si tratta di una competenza funzionale e perci inderogabile.

CC Dichiara il fallimento.
CC Contiene la nomina dei principali organi della procedura (giudice de-
legato e curatore).
CC Ordina al fallito di depositare, entro tre giorni, il bilancio e le scritture
contabili e fiscali obbligatorie nonch lelenco dei creditori.
Contenuto
della sentenza CC Fissa la prima udienza di verifica, che deve avvenire entro 120 gior-
ni dal deposito della sentenza, ovvero 180 giorni in caso di particola-
re complessit della procedura.
CC Assegna ai creditori ed ai terzi il termine di 30 giorni prima delludien-
za di accertamento del passivo per presentare domande di insinua-
zione, restituzione o rivendica.

Capitolo 48 - La dichiarazione di fallimento 281

CC La sentenza notificata al debitore.


CC comunicata per estratto al P.M., al curatore ed al richiedente il fal-
limento.
Pubblicit CC annotata presso lUfficio del Registro delle imprese ove limprendi-
tore ha la sede legale e, se questa differisce da quella effettiva, an-
che presso quello corrispondente al luogo ove la procedura stata
aperta.

Osservazioni

opportuno sottolineare che il D.L. 179/2012 (cd. crescita bis), conv. in L. 221/2012, al fine di
accelerare e facilitare liter burocratico delle procedure concorsuali, apporta numerose semplifica-
zioni delle notifiche della legge fallimentare, introducendo le comunicazioni on-line nei momenti
essenziali della procedura
Si tenga presente, per, che, per quanto concerne il procedimento relativo alla dichiarazione di
fallimento, lintroduzione della notifica elettronica viene necessariamente attenuata, trattandosi di
procedimento particolarmente delicato. Infatti si prevede che il ricorso e il decreto di convocazione
del Tribunale siano notificati, a cura della cancelleria, allindirizzo di posta elettronica certificata (PEC)
del debitore, risultante dal registro delle imprese. Lesito della comunicazione trasmesso, automa-
ticamente, allindirizzo di PEC del ricorrente. Se la notificazione non risulta possibile o non ha esito
positivo, si esegue a cura del ricorrente di persona, in subordine con deposito dellatto presso la
casa comunale. Questa disposizione si applica ai procedimenti introdotti dopo il 31-12- 2013.
Infine, ludienza fissata non oltre 45 giorni dal deposito del ricorso e tra la data della comunica-
zione o notificazione e quella delludienza devono trascorrere almeno 15 giorni.

CC Contro la sentenza che dichiara il fallimento possono proporre recla-


mo il debitore e qualunque interessato con ricorso da depositarsi nel-
la cancelleria della Corte di appello nel termine perentorio di 30 gior-
ni decorrenti, per il debitore, dalla data della notifica della sentenza
e, per gli altri interessati, dalliscrizione nel Registro delle imprese.
Reclamo CC Il reclamo non pi proponibile decorso un anno dalla pubblicazione
della sentenza.
CC Va proposto con ricorso e non sospende gli effetti della sentenza im-
pugnata (salvo art. 19 co. 1, L.F.).
CC Limpugnazione viene decisa con sentenza, che pu essere di revo-
ca del fallimento o, nel caso opposto, di rigetto dellappello.

CC La sentenza che revoca il fallimento soggetta alla stessa pubblici-


t della sentenza dichiarativa.
CC Restano salvi gli effetti degli atti legalmente compiuti dagli organi del
Revoca fallimento.
CC Le spese della procedura ed il compenso del curatore sono liquidati
dal Tribunale con decreto reclamabile ai sensi dellart. 26 L.F. su re-
lazione del giudice delegato.

CC La riforma del 2006 ha previsto ex novo la possibilit, per il curatore o


per la parte proponente il reclamo, di richiedere alla Corte la sospen-
Sospensione sione in tutto o in parte, o anche solo temporaneamente, della liquida-
zione dellattivo eventualmente gi iniziata. Il collegio pu accogliere
listanza quando ricorrono gravi motivi, sentite le parti (art. 19 L.F.).

282 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


3 Provvedimento che respinge listanza di fallimento

Il Tribunale, quando ritiene insussistenti i presupposti della dichiarazione di fallimento, rigetta


listanza con decreto motivato. Contro il decreto, il creditore ricorrente o il p.m. richiedente possono,
entro 30 giorni dalla comunicazione, proporre reclamo alla Corte dAppello. Se questultima accoglie
il ricorso, rimette dufficio gli atti al Tribunale che dovr necessariamente dichiarare il fallimento (art.
22 L.F.).

4 Effetti della sentenza dichiarativa di fallimento

Che riguardano la
Effetti personali.
posizione giuridica
Effetti patrimoniali.
del fallito
Che riguardano la posizione giuridica dei cre-
CC Effetti di natura privata
ditori.
Che riguardano la posizione giuridica dei ter-
zi.
Che riguardano i rapporti giuridici preesistenti.

La sentenza di- CC Effetti di natura processuale.


chiarativa di falli- CC Effetti di natura penale.
mento produce

La riforma ha stabilito che il fallito, o gli ammi-


nistratori o liquidatori della societ fallita devo-
no comunicare al curatore ogni cambiamento
di residenza o domicilio (art. 49 L.F.). In caso
CC Sorgono automaticamen- di mancato adempimento prevista una san-
te in forza alla sentenza zione penale (art. 220 L.F.).
dichiarativa di fallimento.
Il fallito persona fisica deve consegnare al
curatore la propria corrispondenza, inclusa
quella elettronica, riguardante i rapporti com-
presi nel fallimento (art. 48 L.F.).

CC La riforma ha abolito il registro dei falliti (peraltro mai istituito) attraverso


labrogazione dellart. 50 L.F., nonch ha soppresso la prevista incapaci-
t per il fallito, nei 5 anni successivi al fallimento, di esercitare il diritto di
voto (elettorato attivo). In coordinamento con tali interventi, stato soppres-
so listituto della riabilitazione.

Effetti personali a Perdita della capacit di esercitare alcune pro-


carico del fallito fessioni (avvocato, titolare di farmacia, geome-
CC Permangono tuttavia le tra), con cancellazione dai relativi albi profes-
altre incapacit che il co- sionali.
dice civile e le leggi spe-
ciali collegano alla figura Perdita della capacit di assumere determina-
del fallito, tra cui ti uffici (tutore o curatore, giudice popolare,
esattore delle imposte, amministratore o liqui-
datore di societ per azioni).

Capitolo 48 - La dichiarazione di fallimento 283

Osservazioni

Per cercare di limitare tali residue incongruenze con lo spirito della riforma derivante da previsioni
sparse in numerose e diverse leggi speciali, intervenuto successivamente il decreto correttivo
(D.Lgs. 169/2007), il quale ha specificato che tutte le incapacit personali riguardanti il fallito ces-
sano con la chiusura del fallimento (art. 120 L.F.), ha eliminato ogni riferimento al fallimento nelle
disposizioni riguardanti il casellario giudiziale (D.P.R. 313/2002), e, in tema di disciplina del com-
mercio, ha eliminato la disposizione che vietava liscrizione nel registro delle imprese dei soggetti
dichiarati falliti, fino alla pronuncia della sentenza di riabilitazione (art. 5, comma 2, lett. a), D.Lgs.
114/1998, successivamente abrogato dal D.Lgs. 59/2010): anche il soggetto fallito pu dunque ora
iscriversi nel registro delle imprese, quale titolare di una nuova impresa commerciale, distinta da
quelle assoggettate al fallimento (questa disposizione stata applicata eccezionalmente anche
alle procedure concorsuali in corso alla data di entrata in vigore: 1 gennaio 2008).

CC Il fallito viene spossessato dei suoi beni, e cio privato del potere di
amministrare e disporre del suo patrimonio.
CC Gli atti di disposizione del patrimonio compiuti dal fallito, dopo la di-
Effetti patrimoniali a ca- chiarazione di fallimento, sono inefficaci nei confronti dei terzi credi-
rico del fallito tori (art. 44 L.F.).
CC Sono compresi nel fallimento anche i beni che pervengono al fallito
nel corso della procedura, dedotte le passivit incontrate per lacqui-
sto e la conservazione dei beni medesimi.

Restano in ogni caso esclusi dallo spossessamento:


i beni e i diritti strettamente personali;
gli assegni aventi carattere alimentare, gli stipendi, i salari e le pensioni nei limiti di quanto occor-
re per il mantenimento del fallito stesso e della sua famiglia;
i frutti derivanti dallusufrutto legale sui beni dei figli, i beni costituiti in fondo patrimoniale e i frutti
di essi;
le cose impignorabili;
il diritto di abitazione sulla casa di propriet, nei limiti necessari al fallito e alla sua famiglia.

CC I creditori hanno diritto di partecipare alla distribuzione del ricavato del-


la liquidazione del patrimonio del fallito.

I debiti pecuniari e non pecuniari del fal-


lito si considerano scaduti, agli effetti del
concorso, alla data della dichiarazione
Effetti nei confronti dei di fallimento.
creditori CC Tale partecipazione avvie- La dichiarazione di fallimento sospende
ne sulla base dellimporto il corso degli interessi convenzionali o le-
del credito al momento del- gali agli effetti del concorso, salvo che il
la liquidazione credito sia assistito da ipoteca, pegno o
privilegio speciale.
I crediti infruttiferi ab origine subiscono
una decurtazione, al fine di evitare spe-
requazioni.

Al fine della tutela della par condicio creditorum, ai singoli creditori restano precluse azioni ese-
cutive individuali sui beni del fallito (art. 51 L.F.).

284 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Osservazioni

Il decreto correttivo (D.Lgs. 12 settembre 2007, n. 169), confermando un principio gi elaborato


dalla giurisprudenza, ha precisato che anche i crediti per i quali non vige il divieto di azioni esecu-
tive e cautelari sancito allart. 51 L.F. sono assoggettati a concorso formale, per cui, al fine di es-
sere soddisfatti in sede concorsuale, devono previamente essere accertati, come tutti gli altri cre-
diti, dal giudice delegato nella procedura di ammissione al passivo.

Il diritto dei creditori di partecipare alla liquidazione in condizioni di uguaglianza limitato dallesisten-
za di cause di prelazione, quali lipoteca, il pegno o i privilegi, nonch da una possibile compensazione.

CC Poich fanno parte dellattivo fallimentare non solo i beni appartenen-


ti al debitore al momento della dichiarazione di fallimento, ma anche,
in alcune circostanze, quei beni che sono usciti dal suo patrimonio,
Effetti nei confronti onere del curatore procedere alla ricostruzione della massa attiva.
dei terzi CC A tutela dei creditori che, da atti di dismissione di propri beni da par-
te del fallito, vedono ridotta la massa attiva su cui soddisfare le pro-
prie pretese, il legislatore appronta due rimedi: la revocatoria falli-
mentare e la revocatoria ordinaria.

CC Nozione: il rimedio attraverso il quale i creditori possono far dichia-


rare inefficaci nei loro confronti gli atti di disposizione posti in essere
dal debitore in frode dei loro diritti, ed idonei a recare pregiudizio alle
loro ragioni.
CC Legittimazione: la legittimazione ad agire spetta in via esclusiva al
curatore.
CC Presupposti: onere del curatore dare prova dellesistenza delleven-
tus damni, cio del pregiudizio che latto compiuto dal debitore arre-
Azione revocatoria ordi- ca alle aspettative creditorie; del consilium fraudis, cio della con-
naria sapevolezza nel debitore di ledere con latto di disposizione le ragio-
ni creditorie, e della partecipatio fraudis da parte del terzo contra-
ente, nellipotesi di atti a titolo oneroso.
CC Differenze dalla disciplina del codice civile: legittimazione del cu-
ratore allazione, invece del creditore; irrilevanza del momento in cui
sorto il credito rispetto a quello in cui stato compiuto latto pregiu-
dizievole, cio se anteriore o successivo allo stesso; beneficio
dellazione per tutti i creditori e non solo per quelli che siano stati tali
alla data del compimento dellatto pregiudizievole.

CC Nozione: unazione caratterizzata dallesistenza di presunzioni, in


ordine al ricorrere dei suoi presupposti. preordinata alla salvaguar-
dia della par condicio creditorum. Listituto della revocatoria stato
in parte modificato dal D.L. 35/2005, conv. in L. 80/2005, con cui sono
Azione revocatoria stati dimezzati i termini del cd. periodo sospetto entro cui hanno rile-
fallimentare vanza gli atti compiuti, ai fini dellazione revocatoria ed stata previ-
sta una serie eterogenea di casi di esenzione dallesercizio dellazio-
ne, successivamente ampliati a seguito delle modifiche introdotte dal
D.Lgs. 169/2007 e da ultimo dal D.L. 83/2012 (Misure urgenti per la
crescita del Paese), conv. in L. 134/2012.
CC Effetti: inefficacia degli atti compiuti in frode ai creditori; tale inoppo-
nibilit va a beneficio della massa e tutti i creditori se ne avvantaggia-
no in egual misura.

Capitolo 48 - La dichiarazione di fallimento 285

CC Presupposti: il consilium fraudis non deve essere provato dal cura-


tore, ma presunto in re ipsa; anche leventus damni presunto, per-
ch insito nel depauperamento patrimoniale; quanto alla partecipatio
fraudis essa consiste, nella revocatoria fallimentare, nella mera co-
noscenza da parte del terzo contraente dellinsolvenza del debitore
(cd. scientia decoctionis).
Atti a titolo oneroso, pagamenti di debiti
scaduti e garanzie che presentino anor-
malit tali da far sospettare intenzioni
fraudolente, se compiuti nellanno ante-
Azione revocatoria riore alla dichiarazione di fallimento. Il
fallimentare consilium fraudis si presume iuris tantum:
pertanto il terzo acquirente pu provare
CC Atti sottoposti alla revo- che linsolvenza non esisteva o che egli
catoria non ne era a conoscenza.
Atti a titolo oneroso, pagamenti e garan-
zie che non presentino irregolarit. Sono
revocati solo se il curatore d la prova
che laltra parte conosceva lo stato di in-
solvenza e gli atti sono stati compiuti en-
tro i sei mesi anteriori alla dichiarazione
di fallimento.

Osservazioni

Il D.L. 22-6-2012, n. 83, conv. in L. 7-8-2012, n. 134 (Misure urgenti per la crescita del Paese)
intervenuto sulla disciplina dellazione revocatoria.
In particolare si prescrive, anche mediante il rinvio alle cause di ineleggibilit e decadenza dei sin-
daci (art. 2399 c.c.), che il professionista designato dal debitore (di cui allart. 67, lett. d) L.F.), che
deve attestare la veridicit dei dati aziendali e la fattibilit del piano idoneo a consentire il risana-
mento dellesposizione debitoria dellimpresa, debba essere indipendente. Infatti, si richiede che
lo stesso non sia legato allimpresa o a coloro che hanno interesse alloperazione di risanamento
da rapporti di natura personale o professionale tali da comprometterne lindipendenza di giudizio;
in ogni caso, il professionista, neanche per il tramite di soggetti con i quali unito in associazione
professionale, non dovr avere prestato negli ultimi cinque anni attivit di lavoro subordinato o au-
tonomo in favore del debitore o partecipato agli organi di amministrazione o di controllo. Tale spe-
cifica disciplina dei requisiti di indipendenza del professionista trova applicazione anche in caso di
concordato preventivo e accordi di ristrutturazione.
Inoltre, il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012 prevede espressamente il non assoggettamento allazio-
ne revocatoria fallimentare degli atti, pagamenti e garanzie legalmente posti in essere dal debito-
re dopo il deposito del ricorso per concordato preventivo e anche prima dellammissione alla pro-
cedura. Questa previsione si collega alla modifica introdotta al co. 7 dellart. 161 L.F. che consen-
te lattuazione di atti d straordinaria amministrazione nel lasso di tempo che va dal deposito del ri-
corso e fino al decreto di ammissione, purch autorizzati dal tribunale, oltre che dagli atti di ordi-
naria amministrazione. Lo scopo della norma quello di promuovere la continuazione aziendale,
incentivando i terzi a contrarre con limpresa in crisi.
Infine, il decreto crescita ha previsto che non sono soggetti ad azione revocatoria le vendite ed i
preliminari di vendita trascritti ai sensi dellart. 2465bis c.c., conclusi a giusto prezzo ed aventi ad
oggetto immobili ad uso non abitativo destinati a costituire la sede principale dellattivit di impre-
sa dellacquirente. Ci a condizione che al momento del fallimento lattivit dellacquirente sia ef-
fettivamente esercitata, oppure siano stati effettuati investimenti per darvi inizio.

286 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Atti a titolo gratuito e pagamenti di credi-
ti non scaduti (artt. 64 e 65 L.F.). Sono
considerati dalla legge fallimentare privi
CC Atti privi di efficacia per
Azione revocatoria di effetto rispetto ai creditori, se compiu-
presunzione assoluta di
fallimentare ti dal fallito nei due anni anteriori alla di-
frode
chiarazione di fallimento e come tali non
hanno bisogno di una pronuncia giudizia-
le di revoca (si parla di revoca ex lege).

CC Il coniuge di un impren-
ditore fallito difficilmen-
te ignora lo stato di dif- Gli atti di disposizione conclusi fra il fal-
ficolt finanziaria di que- lito e il coniuge.
Rapporti fra coniugi
sti. Partendo da tale Gli acquisti effettuati dal coniuge del fal-
presupposto il legislato- lito con terzi estranei.
re detta una disciplina
alquanto rigida per

CC Tutti gli atti a titolo oneroso, compiuti tra coniugi nel tempo in cui il fal-
lito esercitava unimpresa commerciale, anche oltre il biennio ante-
riore al fallimento, e a titolo gratuito compiuti pi di due anni prima
della dichiarazione di fallimento (sebbene sempre nel periodo di eser-
Atti compiuti tra coniugi
cizio dellattivit commerciale) si presumono eseguiti a danno della
massa dei creditori e sono revocati ex lege, salvo che il coniuge pro-
vi che non era a conoscenza dello stato di insolvenza del coniuge fal-
lito (art. 69 L.F.).

CC Contratti gi eseguiti da una delle parti restano in vita: se, per, ad


eseguirli stata la controparte del fallito, questa, in quanto creditore,
entrer nel numero dei creditori concorrenti e dovr accontentarsi del-
la percentuale fallimentare.

Alcuni, e cio quelli basati sullintuitus


personae, si sciolgono ipso iure per il
fallimento di una delle parti; tali sono: las-
sociazione in partecipazione, in caso di
fallimento dellassociante; il contratto di
appalto, quando la persona dellappalta-
tore (poi dichiarato fallito) costituisca un
Effetti sui contratti in cor- CC Per i contratti non anco- elemento determinante del contratto e
so di esecuzione (art. 72 ra eseguiti o non com- salvo che il committente non consenta
L.F., modif. da ultimo dal piutamente eseguiti da comunque la prosecuzione del rapporto;
D.L. 83/2012, conv. in L. entrambe le parti biso- il contratto di borsa a termine; il conto
134/2012) gna distinguere corrente; il mandato in caso di fallimen-
to del mandatario; la commissione; il rap-
porto sociale nella societ di persone.
Altri (quali lassicurazione contro i danni
ed i rapporti di lavoro subordinato) pro-
seguono necessariamente con subentro
automatico del curatore nella posizione
del fallito.

Capitolo 48 - La dichiarazione di fallimento 287

Altri, invece, possono essere mantenuti


in vita e viene attribuita al curatore, pre-
via autorizzazione del comitato dei cre-
ditori, la facolt di scelta tra subentro e
scioglimento. Il rapporto rimane sospe-
Effetti sui contratti in cor- CC Per i contratti non anco- so in attesa che gli organi fallimentari co-
so di esecuzione (art. 72 ra eseguiti o non com- munichino le loro intenzioni, salvo che,
L.F., modif. da ultimo dal piutamente eseguiti da nei contratti ad effetti reali, sia gi avve-
D.L. 83/2012, conv. in L. entrambe le parti biso- nuto il trasferimento del diritto. Tale ulti-
134/2012) gna distinguere mo inciso stato aggiunto dal D.Lgs.
169/2007: con tale disposizione il legi-
slatore ha voluto specificare che il con-
tratto traslativo si considera ineseguito
sino a quando non si realizzato leffet-
to reale.

Osservazioni

Il decreto correttivo alla riforma (D.Lgs. 169/2007) intervenuto nella disciplina dei contratti corso
specificando che:
il contratto traslativo si considera ineseguito sino a quando non si realizzato leffetto reale: di
conseguenza, se il bene che oggetto, ad esempio, di compravendita gi passato in pro-
priet del compratore, il contratto non pu considerarsi pendente, bens gi interamente ese-
guito da una parte, per cui non pu applicarsi ad esso la regola generale di cui allart. 72 L.F.;
in caso di scioglimento del contratto, non comunque dovuto al contraente in bonis il risarci-
mento del danno per il mancato adempimento, per cui egli avr diritto ad insinuarsi al passivo
solo nei limiti del valore della prestazione mancata dedotta nel contratto sciolto.

CC Il legislatore della riforma del 2006, come abbiamo visto, ha previsto


allart. 72 L.F. una regola generale applicabile a tutti i contratti pen-
denti al momento della dichiarazione di fallimento che non siano di-
versamente disciplinati da specifiche norme della legge fallimentare.
Cos facendo, ha soppresso la regolamentazione prima prevista per
il contratto di vendita. Di conseguenza, per i fallimenti che riguardino
il compratore o il venditore si applica ora la regola generale che pre-
vede la sospensione del contratto fino alla decisione, effettuata dal
curatore con lautorizzazione del comitato dei creditori, di sciogliere
o di subentrare nel contratto in corso. Il contraente in bonis potr met-
tere in mora il curatore chiedendo al giudice delegato di fissare un ter-
mine, non superiore a sessanta giorni, decorso il quale il contratto si
Compravendita intende comunque sciolto.
Fa eccezione a questa regola il caso in cui, in ipotesi di venditore fal-
lito, il bene sia gi passato in propriet del compratore: il contratto
non si scioglie e prosegue automaticamente con la dichiarazione del
fallimento (art. 72, co. 1, L.F.).
CC Le disposizioni di cui al co. 1 dellart. 72 L.F. non si applicano al con-
tratto preliminare di vendita trascritto ai sensi dellarticolo 2645bis c.c.
avente ad oggetto un immobile ad uso abitativo destinato a costitui-
re labitazione principale dellacquirente o di suoi parenti ed affini en-
tro il terzo grado ovvero un immobile ad uso non abitativo destinato
a costituire la sede principale dellattivit di impresa dellacquirente
(art. 72, ult. comma, L.F., come modificato dal D.L. 83/2012, conv. in
L. 134/2012 (Misure urgenti per la crescita del Paese).

288 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


CC Il D.Lgs. 20 giugno Lesecuzione del contratto preliminare ri-
2005, n. 122, che tu- mane sospesa fino a quando il curatore di-
tela gli acquirenti di chiari di subentrare nel contratto o di scio-
immobili in costruzio- gliersi da esso secondo la regola genera-
ne, ha introdotto un le.
nuovo articolo nella Il contratto si intende sciolto se, prima che
legge fallimentare (art. il curatore comunichi la scelta tra esecu-
72bis L.F.), poi inte- zione o scioglimento, lacquirente abbia
Compravendita
grato dalla riforma del escusso la fideiussione a garanzia della re-
2006 e dal suo corret- stituzione di quanto versato al costruttore,
tivo 2007, in base al dandone comunicazione al curatore. In
quale per i contratti re- ogni caso, la fideiussione non pu essere
lativi ad immobili da escussa dopo che il curatore abbia comu-
costruire, in caso di nicato di voler dare esecuzione al contrat-
fallimento del vendito- to.
re, previsto che

Differenze

Il trattamento che lart. 72bis L.F. riserva ai contratti relativi ad immobili da costruire, in caso di fal-
limento del costruttore alienante, per la parte concernente il contratto preliminare, diverso da
quello riservato ai contratti preliminari dal co. 3 dellart. 72 L.F. Anche ai contratti di cui allart. 5 del
D.Lgs. 122/2005 si applica la regola generale del co. 1 dellart. 72 L.F. nella parte in cui prevede
la sospensione automatica dellesecuzione dei contratti in caso di fallimento del costruttore. Ma si
discosta da essa, laddove consente allacquirente di prevenire il curatore del fallimento nelleser-
cizio della facolt di scelta tra subentro e scioglimento, comunicandogli per iscritto, prima che egli
eserciti quella facolt, la propria volont di recedere dal contratto ed escutendo la fideiussione ri-
lasciatagli a garanzia della restituzione di quanto da lui versato in adempimento degli obblighi con-
trattuali assunti. Quindi, se vero che il curatore ha il potere di decidere tra esecuzione e sciogli-
mento del contratto, altres vero che prima di tale scelta lacquirente ha il potere di sciogliersi dal
vincolo contrattuale.

CC Perdita per il fallito della legittimazione Delle azioni relative ai beni e ai


processuale, con contestuale trasferi- diritti personali, nonch alle
Effetti di natura mento al curatore dei poteri inerenti alla cose inespropriabili.
processuale tutela giudiziale del patrimonio del falli- Delle azioni correlate alla di-
to, ad eccezione chiarazione di fallimento.
CC Automatica interruzione dei processi in corso (art. 43, ult. comma, L.F.).

Capitolo 48 - La dichiarazione di fallimento 289

note
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290 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 49 Gli organi preposti al fallimento

1 Il tribunale fallimentare

Nozione: il tribunale che dichiara il fallimento, lorgano in concreto investito dellintera procedu-
ra concorsuale. altres giudice naturale di tutte le cause che derivano dal fallimento (vis attractiva
del tribunale fallimentare).
La riforma del 2006 ha, invece, previsto la reclamabilit dei decreti del tribunale salvo che non sia
diversamente disposto (art. 26 L.F.).

CC Nomina ed eventualmente revoca o sostituisce il giudice delegato


e il curatore, quando non prevista la competenza del giudice de-
legato.
CC Decide sui reclami contro i provvedimenti del giudice delegato.
Funzioni CC Chiede chiarimenti ed informazioni al curatore, al fallito ed al co-
mitato dei creditori.
CC Provvede sulle controversie relative alla procedura che non siano
di competenza del giudice delegato.
CC Risolve le disparit di vedute tra gli organi fallimentari.

2 Il giudice delegato

Nozione: il giudice delegato esercita funzioni di vigilanza e controllo sulla regolarit della proce-
dura. I provvedimenti del giudice delegato sono adottati con decreto, avverso il quale ammesso re-
clamo al tribunale (art. 26 L.F.).

CC Riferisce al tribunale circa ogni affare per il quale richiesto un


provvedimento del collegio.
CC Emette o provoca lemissione di provvedimenti urgenti per la con-
servazione del patrimonio del fallito.
CC Convoca il curatore e il comitato dei creditori quando previsto
dalla legge o quando lo ritiene opportuno.
CC Provvede sui reclami presentati contro gli atti compiuti dal curato-
Funzioni (art. 25 L.F.) re e dal comitato dei creditori.
CC Autorizza il curatore a stare in giudizio.
CC Autorizza lesercizio provvisorio dellimpresa, qualora non sia sta-
to disposto con la sentenza di fallimento.
CC Autorizza lesecuzione degli atti conformi al programma di liquida-
zione (art. 104ter L.F.).
CC Ordina il riparto finale.

Capitolo 49 - Gli organi preposti al fallimento 291

Osservazioni

Si sottolinea che con lintervento del decreto correttivo il giudice delegato stato spogliato del po-
tere di autorizzare il programma di liquidazione, precedentemente conferitogli dalla riforma del
2006: il D.Lgs. 169/2007 (in vigore per i fallimenti iniziati dopo il 1 gennaio 2008) ha infatti attribu-
ito tale potere al comitato dei creditori, prevedendo tuttavia che il giudice delegato debba autoriz-
zare gli atti di vendita previa verifica della correttezza di essi rispetto al programma.

3 Il curatore

Nozione: lorgano preposto alla procedura fallimentare il cui compito principale consiste nellam-
ministrazione dei beni del fallito; esso svolge i propri compiti sotto la vigilanza del giudice delega-
to e del comitato dei creditori. Per quanto attiene allesercizio delle sue funzioni pubblico ufficiale
(art. 30 L.F.). Contro gli atti del curatore ammesso reclamo presso il giudice delegato. In ogni tem-
po, peraltro, ed anche dufficio, il Tribunale pu revocare lincarico.

CC Appone i sigilli e redige linventario.


CC Redige la prima relazione informativa sulle cause del fallimento e, pe-
riodicamente, altre relazioni informative.
CC Redige il bilancio dellultimo esercizio del fallito.
CC Presenzia alludienza di discussione dello stato passivo.
CC Esamina le domande di ammissione al passivo.
CC Presenta domanda di revocazione avverso il provvedimento di am-
missione al passivo di un credito.
Funzioni CC Presenta istanza al Tribunale di non farsi luogo al procedimento di
accertamento dello stato passivo per insufficiente realizzo dellattivo.
Tale istanza deve essere corredata dal parere del comitato dei cre-
ditori (art. 102 L.F., modif. dal D.Lgs. 169/2007).
CC Predispone un programma di liquidazione da sottoporre al comitato
dei creditori per lapprovazione (art. 104ter L.F.).
CC Presenta ogni 4 mesi un prospetto delle somme disponibili.
CC Presenta il rendiconto particolareggiato della sua gestione.
CC Promuove la chiusura del fallimento quando si verifichi una delle cau-
se previste dallart. 118 L.F.

Il D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010, ha previsto che in caso di fallimento il curatore ha lobbli-
go, entro quindici giorni dallaccettazione dellincarico, di comunicare agli enti coinvolti i dati necessa-
ri ai fini delleventuale insinuazione al passivo della procedura concorsuale, utilizzando il modello di
comunicazione unica di cui allart. 9 del D.L. 7/2007, conv. in L. 40/2007.
Il curatore entro dieci giorni dalla nomina deve comunicare al registro delle imprese il proprio in-
dirizzo di posta elettronica. Il nuovo adempimento, a cui sono tenuti anche il commissario giudiziale
in caso di concordato preventivo e il commissario liquidatore e il commissario giudiziale in caso di am-
ministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi, stato introdotto dalla L. 24 dicembre 2012,
n. 228 (Legge di stabilit 2013).
La comunicazione, anche se la norma non lo specifica, dovr essere effettuata con modalit te-
lematica e con la sottoscrizione digitale, per ciascuna delle imprese per la quale viene nominato il cu-
ratore. Si specifica che a tale formalit non soggetto il curatore che non accetti la nomina, mentre
la comunicazione deve essere comunque fatta dal curatore che, per un qualsiasi motivo, subentri a
quello precedente.

292 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Differenze

opportuno sottolineare che il nuovo adempimento introdotto dalla Legge di stabilit 2013 una
cosa diversa e si aggiunge allobbligo imposto dal citato D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010. Inol-
tre, contrariamente a quanto previsto specificatamente per il precedente obbligo la cui omissione
punita con sanzioni amministrative pecuniarie, il nuovo non prevede una sanzione specifica.
Il curatore pu comunque ottemperare al doppio adempimento, ovviamente nel termine pi breve
dei dieci giorni dalla nomina, con ununica comunicazione contenente tutti i dati richiesti.

Dal 27 marzo 2012 in vigore il nuovo decreto emanato dal Ministero della Giustizia (D.M. 25
gennaio 2012, n. 30) che ha aggiornato i compensi riferiti ai curatori fallimentari e la determinazione
dei pagamenti relativi alle procedure di concordato preventivo.

Osservazioni

opportuno evidenziare che il D.L. 18-10-2012, n. 179 (cd. crescita bis), in corso di conversione,
introduce lutilizzo della posta elettronica certificata (PEC) per i principali adempimenti del curatore.
In particolare, il nuovo art. 31bis L.F. dispone che le comunicazioni del curatore ai creditori e ai ti-
tolari di diritti sui beni devono essere effettuate allindirizzo di PEC da loro indicato nei casi previ-
sti dalla legge. Quando tale indicazione viene omessa, nonch nella ipotesi di mancata consegna
del messaggio di PEC per cause imputabili al destinatario, tutte le comunicazioni saranno esegui-
te esclusivamente a mezzo deposito in cancelleria.

4 Il comitato dei creditori

Nozione: organo collegiale, composto da tre o cinque creditori, nominato dal giudice delegato.
La riforma del 2006 ha attribuito una importanza fondamentale al comitato dei creditori nello svolgi-
mento della procedura, con poteri di vigilanza sulloperato del curatore e di autorizzazione degli atti di
straordinaria amministrazione che questultimo deve compiere. Deve, inoltre, esprimere pareri nei casi
previsti dalla legge o su richiesta del tribunale o del giudice delegato.
Secondo quanto introdotto dal decreto correttivo (D.Lgs. 169/2007), il comitato dei creditori ap-
prova il programma di liquidazione predisposto dal curatore.

CC Gestorie: autorizza gli atti di straordinaria amministrazione del curatore, au-


torizza lazione di responsabilit contro il curatore revocato, decide di inter-
rompere lesercizio provvisorio dellimpresa se ne ravvisa la necessit, ap-
prova il programma di liquidazione presentato dal curatore e vi apporta le
modifiche necessarie, autorizza la nomina dei delegati e dei coadiutori del
curatore.
Funzioni CC Consultiva: deve essere ascoltato in tutti i casi previsti dalla legge e ogni
qual volta il Tribunale o il giudice delegato lo ritengano opportuno. I pareri
non sono di regola vincolanti, salvo lipotesi dellautorizzazione allesercizio
provvisorio dellimpresa.
CC Di controllo: pu sempre ispezionare le scritture contabili e i documenti del
fallimento e ha diritto di chiedere informazioni sulla procedura al curatore e
al fallito.

Capitolo 49 - Gli organi preposti al fallimento 293

CC Il D.Lgs. 169/2007 ha eliminato il richiamo Devono adempiere i loro inca-


allart. 2407 c.c. ai soli commi 1 e 3, eso- richi con la professionalit e la
nerando cos il comitato dei creditori dal- diligenza richiesta dalla natu-
la cd. culpa in vigilando, consistente nel- ra dellincarico.
la responsabilit del comitato, in solido Sono responsabili della verit
Responsabilit
con il curatore, per i fatti e le omissioni di delle loro attestazioni e sono
questo, quando il danno fosse casualmen- tenuti al segreto sui fatti e do-
te collegabile allomessa o negligente vi- cumenti di cui hanno cono-
gilanza del comitato stesso. In forza di tale scenza in ragione del loro uf-
rinvio, i membri del comitato: ficio.

In sintesi

Con la dichiarazione di fallimento si apre la procedura concorsuale a carico dei beni del fallito, de-
stinata a svolgersi attraverso una complessa serie di operazioni demandate a quattro organi, cia-
scuno dei quali investito di speciali competenze e di particolari funzioni:
il tribunale fallimentare;
il giudice delegato;
il curatore;
il comitato dei creditori.

note
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294 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 50 La procedura fallimentare

1 Generalit

La complessa procedura fallimentare, dopo lintervenuta sentenza dichiarativa, si snoda lungo


quattro fasi fondamentali:
la conservazione e lamministrazione del patrimonio del fallito;
laccertamento del passivo;
la liquidazione dellattivo;
il riparto dellattivo.

2 La conservazione e lamministrazione del patrimonio del fallito

Latto iniziale che caratterizza tale fase lapposizione dei sigilli sui beni del fallito, ad opera
del curatore (art. 84 L.F.). Per quei beni non sottoponibili allapposizione dei sigilli (art. 86 L.F.) di-
sposto che vengano consegnati al curatore.
Allapposizione dei sigilli segue, nel pi breve tempo possibile, la loro rimozione e la redazione
dellinventario, ad opera del curatore. Questultimo prende in consegna i beni e, da questo momen-
to, dovr provvedere alla loro amministrazione. In particolare, gli atti di ordinaria amministrazione sono
compiuti dal curatore liberamente, mentre quelli di straordinaria amministrazione richiedono la previa
autorizzazione del comitato dei creditori.

CC Al momento della dichiarazione di fallimento, quando dallimprovvisa


interruzione possa derivare un danno grave: nel qual caso il Tribuna-
le pu autorizzare la continuazione temporanea dellesercizio dellim-
Ai sensi dellart. 104 L.F. presa del fallito, purch non arrechi pregiudizio ai creditori.
consentita la continua-
zione dellimpresa del fal- CC Successivamente, quando il curatore ed il comitato dei creditori riten-
lito gano opportuno continuare (se vi era continuazione temporanea di-
sposta dal Tribunale) o riprendere in tutto o in parte lesercizio dellim-
presa. In tal caso il giudice delegato autorizza lesercizio, assunto il
parere favorevole del comitato.

La continuazione pu riguardare anche solo specifici rami dellazienda. Essa ha carattere provvi-
sorio e pu sempre ordinarsene la cessazione.
Lesercizio provvisorio dellimpresa affidato al curatore, mentre il Comitato dei creditori deve es-
sere tenuto al corrente di tale esercizio ed informato sul suo andamento, a mezzo di convocazioni e
rendiconti periodici.

3 Laccertamento del passivo

Attraverso tale fase si individuano i creditori ammessi al concorso sulla massa attiva e si verifica
se alcuni di questi vantino titoli privilegiati rispetto ad altri creditori.
Essa ha inizio con le domande di ammissione al passivo che i creditori debbono presentare alme-
no 30 giorni prima delludienza fissata per lesame dello stato passivo.

Capitolo 50 - La procedura fallimentare 295

Osservazioni

In particolare per la domanda di ammissione al passivo va sottolineato che, in seguito alle mo-
difiche introdotte dal D.L. 18-10-2012, n. 179 (cd. crescita bis), conv. in L. 17-12-2012, n. 221
listanza in via telematica si deve inoltrare direttamente al curatore. Si fa fronte cos ai gravosi one-
ri di cancelleria nella gestione di un gran numero di domande di ammissione al passivo. Il decreto
prevede che il ricorso si possa presentare anche personalmente. Inoltre, si richiama anche larti-
colo 22, co. 3 del D.Lgs. 82/2005 (Codice dellamministrazione digitale): questo significa che qua-
lunque creditore pu scrivere una domanda di ammissione su supporto cartaceo, sottoscriverla in
maniera tradizionale e poi spedirla autonomamente (se munito di un indirizzo di posta elettronica
certificata) o affidarla per linoltro a un qualsiasi soggetto che sia dotato della PEC.
In seguito alle modifiche introdotte dalla L. 24-12-2012, n. 228 (Legge di stabilit 2013) stata in-
serita la prescrizione per cui loriginale del titolo di credito allegato al ricorso depositato presso
la cancelleria del Tribunale.

Sulla base delle domande, il curatore predispone il progetto di stato passivo, indicando:
il nome dei creditori ammessi definitivamente, lammontare del loro credito, le eventuali garanzie
ed i beni su cui esse gravano, gli eventuali diritti di prelazione;
i creditori ammessi con riserva, secondo quanto diremo di seguito;
i creditori non ammessi in tutto o in parte.
Il progetto di stato passivo depositato in cancelleria dal curatore almeno 15 giorni prima di quel-
lo previsto per ladunanza per lesame del passivo e nello stesso termine lo trasmette ai creditori ed
ai titolari di diritti sui beni allindirizzo indicato nella domanda di ammissione al passivo, affinch gli
stessi ed il fallito possano prenderne visione e presentare al curature, con le modalit previste dallart.
93, co. 2, L.F., osservazioni scritte e i documenti integrativi fino a cinque giorni prima delludienza (art.
95, co. 2, come modif. dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012).
Segue ludienza di verifica, in cui il giudice delegato decide su ciascuna domanda con decreto,
accogliendola, respingendola o dichiarandola inammissibile. Secondo le precisazioni inserite in pro-
posito dal decreto correttivo, il decreto con cui il giudice delegato accoglie o rigetta il credito deve
essere sempre succintamente motivato (e non solo in caso di contestazione del curatore o dei credi-
tori, come previsto originariamente dalla riforma del 2006).
Avvenuta la verifica, il giudice delegato forma lo stato passivo e con decreto lo dichiara ese-
cutivo (art. 96 L.F.).
Il curatore immediatamente dopo la dichiarazione di esecutivit dello stato passivo, ne d comuni-
cazione trasmettendo una copia a tutti i ricorrenti, informandoli del diritto di presentare opposizione in
caso di mancato accoglimento della domanda (art. 97 L.F., come sostituito dal D.L. 179/2012, conv. in
L. 221/2012). Anche la comunicazione dellesito dellaccertamento del passivo deve essere data a mez-
zo PEC.
possibile opporsi alle decisioni del giudice delegato attraverso tre forme di impugnazione del-
lo stato passivo: lopposizione allo stato passivo stesso; limpugnazione dei crediti altrui; la revo-
cazione.

CC I creditori e i terzi titolari di diritti sui beni del fallito non ammessi (o
ammessi con riserva) o per i quali stata esclusa una causa legit-
tima di prelazione, per essere ammessi al passivo o per vedersi ri-
Sono legittimati allopposi- conoscere un diritto di prelazione che stato escluso dal giudice
zione delegato.
CC I creditori ammessi, per contestare i crediti ammessi senza il pre-
teso diritto di prelazione.

Con limpugnazione, invece, il curatore, il creditore o il terzo (titolare di diritti sui beni del fallito)
possono contestare che la domanda di un creditore o di altro concorrente sia stata accolta.
Contro lammissione definitiva (in seguito, cio, a decreto non opposto o a sentenza definitiva) pos-
sibile il solo rimedio della revocazione, che va proposto con ricorso al giudice delegato, qualora, prima

296 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


della chiusura del fallimento, si scopra che lammissione di un credito o di una garanzia stata determi-
nata da falsit, dolo o errore essenziale di fatto ovvero si rinvengano documenti decisivi prima ignorati.
Tutte le impugnazioni dello stato passivo si propongono con ricorso da depositarsi entro 30 giorni
dalla comunicazione effettuata dal curatore ex art. 97 L.F. (in caso di revocazione il termine decorre
dalla scoperta del fatto o del documento impugnato). In luogo del precedente giudizio di cognizione che
si chiudeva con sentenza, la nuova procedura prevista dalla riforma (e ritoccata dal decreto correttivo)
si svolge con il rito camerale avanti il Tribunale e si chiude con decreto ricorribile in Cassazione.
I creditori che non abbiano proposto domanda nei termini possono presentare domanda tardiva,
partecipando per alla ripartizione solo delleventuale residuo, dopo il riparto fra i creditori intervenu-
ti tempestivamente, salvo che sussistano cause di prelazione.
Il decreto correttivo alla riforma ha previsto che il giudice delegato debba fissare ogni quattro mesi,
o anche prima se sussistono motivi durgenza, unudienza ad hoc per lesame delle domande tardive.

4 La liquidazione dellattivo

Con la liquidazione dellattivo i beni del fallito vengono tramutati in denaro, ai fini del soddisfaci-
mento dei creditori. La riforma del 2006 ha semplificato tale fase, stabilendo che la liquidazione av-
venga non pi con operazioni diversificate ma allinterno di un programma di liquidazione, predispo-
sto dal curatore ed approvato dal comitato dei creditori, che deve essere formato entro 60 giorni dal-
la redazione dellinventario (art. 104ter L.F., come modif. dal D.Lgs. 169/2007).

Differenze

La versione originaria della riforma del 2006 prevedeva che il piano dovesse essere approvato dal
giudice delegato, previo parere vincolante del comitato dei creditori. Il decreto correttivo, invece, in
linea con il nuovo ruolo assunto dal comitato dei creditori e considerando che il suddetto piano co-
stituisce latto di gestione principale in ordine alla funzione di soddisfazione degli interessi dei cre-
ditori svolta dal fallimento, ha modificato la disposizione in esame, prevedendo che lapprovazio-
ne del programma spetti al comitato dei creditori, mentre il giudice delegato dovr autorizzare
i singoli atti di esso previa una mera verifica formale della loro conformit al piano di liquidazione.

CC La riforma del 2006 ha stabilito che la liquidazione dei singoli beni che
fanno parte di un complesso aziendale pu essere disposta solo quan-
do risulti prevedibile che la vendita dellintera azienda, di suoi rami,
di beni o rapporti giuridici individuabili in blocco non consente una
maggiore soddisfazione dei crediti.
CC Lart. 107 L.F. prevede che le vendite debbano avvenire secondo pro-
cedure competitive, anche avvalendosi di soggetti specializzati, sul-
la base di stime effettuate da operatori esperti e con forme adegua-
te di pubblicit. stata perci introdotta dalla riforma la previsione
La liquidazione avviene della modalit delle offerte private, se ritenute pi vantaggiose; il cu-
attraverso vendite giudi- ratore non pi vincolato ai rigidi schemi della vendita allincanto,
ziarie come era stabilito nella disciplina ante riforma, ma pu decidere la
modalit di vendita pi conveniente.
CC Il decreto correttivo (D.Lgs. 169/2007) ha tuttavia concesso al curato-
re di prevedere nel programma di liquidazione che le vendite di beni
immobili, mobili e mobili registrati siano effettuate dal giudice delegato
(anzich essere affidate al curatore stesso) secondo le disposizioni del
codice di procedura civile, vale a dire con incanto o senza incanto.
CC La riforma del 2006 ha previsto la possibilit di cessione di tutti i cre-
diti, di qualunque natura, compresi quelli fiscali e futuri e pur se con-
testati; la vendita rimessa al curatore.

Capitolo 50 - La procedura fallimentare 297

5 Il riparto dellattivo

Successivamente alla vendita dei beni del fallito si provvede ad attribuire il ricavato ai singoli cre-
ditori. Le somme disponibili devono essere ripartite secondo il seguente ordine preferenziale (art. 111
L.F.):
hanno la precedenza i creditori aventi diritto alla prededuzione (cd. crediti di massa prededuci-
bili);
vanno poi soddisfatti i creditori privilegiati, secondo lordine previsto dalla legge;
infine si provvede a soddisfare i creditori chirografari (quelli cio che non hanno titolo per esse-
re considerati privilegiati e che sono soddisfatti per ultimi) in misura proporzionale allammontare
del credito di ciascuno.

Ai sensi dellart. 110 L.F. (come modif. dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012), il curatore deve,
ogni 4 mesi, a partire dalla data del decreto esecutivo dello stato passivo, redigere un prospetto del-
le somme disponibili e un progetto di riparto delle somme stesse fra i vari creditori, accantonate le
somme necessarie alla procedura. Il giudice esamina il progetto di riparto e ne ordina il deposito in
cancelleria, disponendo che ne sia data comunicazione, mediante linvio di posta elettronica certi-
ficata, ai creditori affinch gli stessi, nei 15 giorni dalla ricezione dellavviso, possano proporre recla-
mo al giudice delegato contro il progetto di riparto ai sensi dellart. 36 L.F.
Il piano di riparto, redatto dal curatore secondo i criteri indicati, deve essere approvato e reso
definitivo dal giudice delegato. Sono possibili, per, nel corso della procedura di liquidazione, ripar-
ti parziali delle somme che sono gi disponibili.
Una volta approvato il piano, si provvede alla liquidazione definitiva o riparto finale, che avvie-
ne dopo lapprovazione del rendiconto del curatore, il quale deve essere depositato in cancelleria per
le eventuali contestazioni.

6 Cessazione della procedura fallimentare

La cessazione della procedura fallimentare pu aversi per:


chiusura del fallimento;
concordato fallimentare.

6.1 Chiusura del fallimento

CC Ripartizione finale dellattivo senza soddisfacimento integrale dei creditori.


CC Impossibilit di ripartizioni per mancanza dellattivo.
Cause
CC Mancanza di domande di ammissione al passivo nel termine prescritto.
CC Estinzione di tutte le passivit.

CC dichiarata dal Tribunale con decreto motivato.


Forma CC Sono prescritte le stesse forme di pubblicit previste per la sentenza dichia-
rativa.

CC Con la chiusura cessano gli effetti del fallimento sul patrimonio del fallito e
le conseguenti incapacit personali e decadono gli organi preposti al falli-
mento.
Effetti
CC I creditori riacquistano il libero esercizio delle azioni verso il debitore per la
parte non soddisfatta dei loro crediti, per capitali e interessi, salvi gli effetti
dellesdebitazione.

298 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


CC possibile quando la procedura stata chiusa per ripartizione finale dellat-
tivo senza soddisfacimento integrale dei creditori o per mancanza di attivo,
o nel caso di annullamento o risoluzione del concordato fallimentare.
CC Non devono essere ancora trascorsi cinque anni dal decreto di chiusura.
Riapertura
CC Nel patrimonio del fallito devono esistere attivit tali da rendere utile il prov-
vedimento, oppure il fallito deve offrire garanzie di pagare almeno il 10% ai
creditori vecchi e nuovi.
CC Deve esservi espressa domanda del debitore stesso o di uno dei creditori.

6.2 Il concordato fallimentare


6.2.1 Nozione
un accordo concluso dal fallito con i creditori chirografari, stipulato al fine di far cessare la pro-
cedura fallimentare, senza ricorrere alla liquidazione dellattivo, sempre nel rispetto delluguaglianza
di trattamento dei creditori, per il tramite e sotto la sorveglianza dellattivit giudiziaria. La riforma fal-
limentare ed il successivo decreto correttivo alla stessa hanno modificato listituto, semplificandone la
disciplina.

6.2.2 Procedura

CC Pu essere presentata con ricorso al giudice delegato da uno o pi


creditori o da un terzo, anche prima del decreto che rende esecutivo
lo stato passivo, purch il debitore abbia tenuto la contabilit e da
essa il curatore possa formare un elenco dei creditori, oppure dal fal-
lito, solo dopo un anno dalla dichiarazione di fallimento ed entro 2
anni dal decreto che rende esecutivo lo stato passivo.
CC Nella nuova disciplina non pi considerato requisito necessario del-
la proposta il pagamento integrale dei creditori muniti di diritto di pre-
lazione: possibile prevedere nel piano la loro soddisfazione anche
solo parziale, purch in misura non inferiore a quella realizzabile sul
ricavato in caso di liquidazione, considerato il valore di mercato attri-
buibile ai beni o diritti sui quali sussiste la caua di prelazione, indicato
Proposta di concordato nella relazione redatta da un professionista designato dal Tribunale.
CC Deve essere esaminata preliminarmente in merito alla sua mera ri-
tualit dal giudice delegato, il quale chiede il parere del curatore con
specifico riferimento ai presumibili risultati della liquidazione ed alle
garanzie offerte. Il giudice, acquisito il parere (nel merito) favorevole
del comitato dei creditori, ordina che venga comunicata ai creditori.
A questo punto la proposta deve essere sottoposta al voto dei credi-
tori. Lart. 128 L.F. prevede che la proposta sia approvata quando ot-
tiene il voto favorevole dei creditori che rappresentano la maggioran-
za dei crediti ammessi al voto. Se sono previste diverse classi di cre-
ditori, necessario che tale maggioranza sia raggiunta anche nel
maggior numero di classi: questa la principale modifica apportata
dal decreto correttivo.

Capitolo 50 - La procedura fallimentare 299

Osservazioni

Con la L. 69/2009, il legislatore ha modificato gli artt. 125 e 128 L.F., definendo liter procedu-
rale in caso di presentazione di pi proposte o di sopravvenienza di una nuova proposta di con-
cordato. il comitato dei creditori che sceglie la proposta da sottoporre allapprovazione dei
creditori e, qualora il curatore lo ritenga conveniente, pu suggerire al giudice delegato di co-
municare ai creditori la proposta, o le altre proposte, non scelte dal comitato. Qualora pi pro-
poste siano poste al vaglio dei creditori ammessi al voto e ne ricevano voto favorevole, quella
che riceve un maggior numero di consensi si considera approvata. Qualora, invece, le propo-
ste raggiungano una perfetta parit previsto che la proposta approvata sia quella presentata
per prima.
Da ultimo, con il D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012, il legislatore ha modificato di nuovo gli
artt. 125 e 129 L.F. disponendo che, quando il ricorso proposto da un terzo, esso debba con-
tenere lindicazione dellindirizzo di PEC al quale ricevere le comunicazioni; che si deve effet-
tuare attraverso PEC la comunicazione ai creditori della proposta di concordato e la comunica-
zione, da parte del curatore, dellapprovazione della proposta al proponente e ai creditori dis-
senzienti. Infine, al fallito, se non possibile procedere alla comunicazione con modalit tele-
matica, la notizia dellapprovazione comunicata mediante lettera raccomandata con avviso di
ricevimento.

CC Il curatore presenta al giudice delegato una relazione sul loro esito e,


se i creditori hanno approvato la proposta, il giudice delegato dispo-
ne che ne sia data immediata comunicazione al proponente, al falli-
to e ai creditori dissenzienti. Nella comunicazione fissa un termine
Decorso il termine stabi-
per la proposizione di eventuali opposizioni e per il deposito della re-
lito per le votazioni
lazione conclusiva del comitato dei creditori (e non del curatore, come
prevedeva il testo originario della riforma, modificato dal decreto cor-
rettivo): se il comitato non vi provvede nel termine, la relazione deve
essere redatta dal curatore e depositata.

Se non sono proposte CC Il Tribunale si limita a verificare la regolarit della procedura e lesito
opposizioni nel termine della votazione e omologa il concordato con decreto motivato non
fissato soggetto a gravame.

Se sono state proposte CC Il Tribunale assume i mezzi istruttori richiesti dalle parti o disposti duf-
opposizioni da parte dei ficio, anche delegando uno dei componenti del collegio.
creditori
CC Il Tribunale pu procedere allapprovazione del concordato, qualora
Se un creditore apparte-
ritenga, previa valutazione, che il creditore appartenente alla classe
nente ad una classe abbia
dissenziente possa essere soddisfatto nel concordato in misura non
contestato la convenienza
inferiore rispetto alle alternative concretamente praticabili in sede fal-
della proposta
limentare.

Il Tribunale provvede ad omologare o meno il concordato con decreto motivato, pubblicato a


norma dellart. 17 L.F.
Il decreto che omologa il concordato impartisce le disposizioni esecutive volte ad attuare gli ef-
fetti della decisione. Esso reclamabile con ricorso alla Corte dappello; alludienza fissata, il col-
legio provvede con decreto motivato, impugnabile in Cassazione entro 30 giorni.

300 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Vincola il fallito (e il terzo garante o
assuntore) alladempimento degli
CC Scaduti i termini per opporsi obblighi assunti.
allomologazione, o quando si
esauriscono le impugnazioni Rende obbligatorio il concordato per
(art. 129 L.F.), la proposta di tutti i creditori anteriori allapertura
concordato acquista piena ef- del fallimento, compresi quelli che
Effetti del concordato
ficacia e produce immediata- non abbiano presentato domanda
mente due effetti di ammissione al passivo (anche per
mancata conoscenza del fallimen-
to), salvo patto contrario.
CC Quando il decreto di omologazione diventa definitivo, il Tribunale di-
chiara chiuso il fallimento.

CC Risolto per inadempimento del fallito.


Il concordato pu essere
altres CC Annullato per dolosa esagerazione del passivo o dissimulazione
dellattivo.

7 Lesdebitazione del fallito

7.1 Nozione e condizioni di ammissione


La riforma ha introdotto ex novo nella legge fallimentare listituto dellesdebitazione del fallito.
Questa consiste nella liberazione del fallito, una volta chiusa la procedura senza lintegrale pagamen-
to di tutti i creditori, dai debiti residui nei confronti dei creditori concorsuali non soddisfatti per intero,
a condizione che egli sia considerato meritevole. Pu beneficiare dellesdebitazione solo il fallito
persona fisica, essendo pertanto escluse dallistituto le societ dichiarate fallite (art. 142 L.F.).
Presupposto oggettivo negativo di ammissione allistituto che non siano stati soddisfatti, nep-
pure in parte, i creditori concorsuali.

CC Abbia cooperato con gli organi della procedura, fornendo tutte le in-
formazioni e la documentazione utile allaccertamento del passivo e
adoperandosi per il proficuo svolgimento delle operazioni.
CC Non abbia ritardato o contribuito a ritardare lo svolgimento della pro-
cedura.
CC Non abbia violato le disposizioni di cui allart. 48 L.F., riguardante lob-
bligo di consegna al curatore della corrispondenza inerente i rappor-
ti relativi al fallimento.
Il fallito pu richiedere
lesdebitazione solamen- CC Non abbia beneficiato di altra esdebitazione nei 10 anni precedenti
te se in possesso dei se- la richiesta.
guenti requisiti soggetti- C C Non si sia reso autore di una delle seguenti attivit fraudolente: di-
vi positivi strazione dellattivo; esposizione di passivit insussistenti; causazio-
ne o aggravamento del dissesto, che abbia reso gravemente difficol-
tosa la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari; ri-
corso abusivo al credito.
CC Non sia stato condannato, con sentenza passata in giudicato, per il
reato di bancarotta fraudolenta o per delitti contro leconomia pubbli-
ca, lindustria e il commercio, e altri delitti compiuti in connessione
con lesercizio dellattivit dimpresa, salvo che per tali reati sia inter-
venuta la riabilitazione.

Capitolo 50 - La procedura fallimentare 301

7.2 Il procedimento
Il beneficio dellesdebitazione pu essere concesso dal Tribunale, su ricorso presentato dal debi-
tore, in due momenti:
nel decreto con cui dichiarata la chiusura del fallimento;
oppure successivamente, purch entro un anno dalla chiusura.

Il Tribunale decide con decreto, dopo aver verificato la sussistenza delle condizioni richieste dallart.
142 L.F. e tenuto conto dei comportamenti collaborativi del fallito. Devono essere previamente assun-
ti i pareri del curatore e del comitato dei creditori.
In seguito alle modifiche introdotte dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012, il ricorso ed il decre-
to del tribunale sono comunicati dal curatore ai creditori a mezzo PEC.
Con il decreto di esdebitazione, il Tribunale dichiara inesigibili nei confronti del fallito i debiti con-
corsuali non soddisfatti integralmente. Contro il decreto di accoglimento o rigetto del ricorso si pu
proporre reclamo ex art. 26 L.F.

7.3 Effetti dellesdebitazione

CC I creditori che hanno partecipato al fallimento (concorsuali) perdono


ogni diritto di agire individualmente nei confronti del fallito per la par-
Il decreto del Tribunale te di credito rimasta insoddisfatta, ma conservano il diritto di agire per
che accoglie la richiesta la parte residua nei confronti dei coobligati, dei fideiussori del debito-
di esdebitazione produce re e degli obbligati in via di regresso del fallito.
i seguenti effetti nei con- CC I creditori del fallito che non hanno partecipato allo stesso, non aven-
fronti dei creditori do presentato domanda di insinuazione, potranno agire individual-
mente nei confronti del fallito per la sola parte attribuita nel concorso
ai creditori di pari grado.

CC Gli obblighi di mantenimento e alimentari ed, in generale, le obbliga-


Anche qualora il fallito sia zioni derivanti da rapporti estranei allesercizio dellimpresa.
stato ammesso allesde-
CC I debiti per il risarcimento dei danni derivanti da fatto illecito extracon-
bitazione, sono esclusi
trattuale.
integralmente dal benefi-
cio C C Le sanzioni penali ed amministrative di carattere pecuniario che non
siano accessorie a debiti estinti.

In sintesi

La complessit della procedura fallimentare esige che la stessa si svolga attraverso fasi succes-
sive ben determinate, coordinate tutte insieme al raggiungimento del medesimo fine.
Tali fasi in ordine progressivo sono le seguenti:
conservazione del patrimonio;
accertamento del passivo;
liquidazione dellattivo;
cessazione della procedura.
Le attivit caratteristiche della conservazione del patrimonio sono:
apposizione dei sigilli;
redazione dellinventario;
eventualmente, autorizzazione allesercizio provvisorio dellimpresa.
Laccertamento del passivo comprende:
avviso ai creditori per la verifica;
presentazione delle domande di ammissione al passivo;

302 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


esame delle domande e deposito del progetto di stato passivo;
verifica dei crediti in apposita udienza;
impugnazioni dello stato passivo di eventuali creditori non ammessi o contro creditori concor-
renti;
domande tardive di nuovi creditori.
La liquidazione dellattivo, invece, prevede:
formazione del programma di liquidazione;
vendita dei beni del fallito secondo procedure competitive;
pagamento delle spese e dei debiti contratti per lamministrazione del fallimento;
pagamento dei creditori privilegiati;
pagamento dei creditori chirografari.
Infine, la cessazione della procedura si ha con:
chiusura del fallimento;
concordato fallimentare.

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Capitolo 50 - La procedura fallimentare 303

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304 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 51 Concordato preventivo
e crisi da sovraindebitamento

1 Nozione

Il concordato preventivo un mezzo che la legge accorda al debitore per evitare la gravosa e
dannosa procedura fallimentare.
Ad esso, infatti, si pu ricorrere solo prima della dichiarazione di fallimento (da qui il nome) ed evi-
ta la paralisi che il fallimento determina nellimpresa del debitore.
Il concordato preventivo un accordo giudiziale fra debitore e creditori circa le modalit con le
quali dovranno essere estinte tutte le obbligazioni.

2 Presupposti per lammissione

Le condizioni per essere ammessi al concordato preventivo sono state radicalmente modifica-
te dal D.L. 35/2005 (cd. decreto competitivit), convertito in L. 80/2005. Ulteriori e importanti
modifiche a tale disciplina sono state poi introdotte dal decreto correttivo alla riforma (D.Lgs.
169/2007).

CC Sia imprenditore commerciale (non avente i requisiti di non fallibilit


Presupposti soggettivi previsti dallart. 1 L.F.).
sono che listante CC Si trovi in stato di crisi (cio in una difficolt anche temporanea ad
adempiere le proprie obbligazioni) o di insolvenza.

La ristrutturazione dei debiti e la sod-


CC Limprenditore deve pro- disfazione dei crediti attraverso qual-
porre ai creditori un piano siasi forma.
di risanamento della pro-
Presupposti oggettivi Lattribuzione delle attivit delle impre-
pria esposizione debitoria,
se interessate dalla proposta di con-
che preveda alternativa-
cordato ad un assuntore.
mente

Nel piano di risanamento il debitore pu prevedere la suddivisione dei creditori in classi, secondo
posizione giuridica ed interessi economici omogenei e, conseguentemente, trattamenti differenziati
tra creditori appartenenti a classi diverse.
Il decreto correttivo alla riforma fallimentare (D.Lgs. 169/2007) ha infine chiarito che la propo-
sta di concordato pu prevedere la soddisfazione anche non integrale (bens in percentuale) dei
creditori privilegiati (alla stregua quindi di quelli chirografari), a condizione per che il piano ne pre-
veda la soddisfazione in misura non inferiore a quella realizzabile, in ragione della collocazione pre-
ferenziale, sul ricavato in caso di vendita del bene su cui cade la causa di prelazione, avuto riguar-
do al suo valore di mercato indicato in unapposita relazione redatta da un professionista revisore
dei conti.

Capitolo 51 - Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento 305

3 Organi

CC Ammette il debitore alla procedura.


CC Emette eventualmente la sentenza dichiarativa di fallimento.
Tribunale fallimentare CC Provvede al giudizio di omologazione.
CC Decide sui reclami avverso i provvedimenti del giudice delegato.
CC Emette provvedimenti relativi al commissario giudiziale.

CC Dirige il procedimento.
CC Risolve le eventuali controversie.
CC Presenzia alladunanza dei creditori e ne dirige lo svolgimento.
Giudice delegato
CC Autorizza le attivit eccedenti lordinaria amministrazione.
CC Ha funzione di giudice istruttore nel giudizio di omologazione.
CC Promuove leventuale dichiarazione di fallimento.

CC Verifica lelenco dei creditori e dei debitori presentato dallimprendi-


tore.
CC Vigila sullamministrazione dei beni del debitore.
CC Redige la relazione sulle cause del dissesto.
Commissario giudiziale
CC Convoca i creditori e provvede ai vari avvisi agli stessi.
CC Valuta le garanzie offerte.
CC Esprime parere motivato sullomologazione.
CC Sorveglia sulladempimento del concordato dopo la sua omologazione.

Osservazioni

tuttora discusso, in dottrina, se anche lassemblea dei creditori possa ricomprendersi tra gli or-
gani della procedura. In ogni caso lassemblea vota sulla proposta di concordato, ma il suo voto
vincola il Tribunale solo se negativo.

In seguito alle modifiche introdotte dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012, luso della posta elet-
tronica certificata (PEC) diventa la regola anche nei rapporti tra commissario giudiziale o liquidatore
e creditori.

4 Effetti

Il debitore conserva lamministrazione dei suoi beni, sebbene sotto il controllo del commissario
giudiziale; inoltre:
necessaria, per gli atti di straordinaria amministrazione, lautorizzazione del giudice delegato
come condizione di efficacia degli stessi;
il tribunale pu, nel decreto di apertura della procedura, stabilire un limite di valore al di sotto del
quale tale autorizzazione non dovuta.

Gli effetti del concordato preventivo nei confronti dei creditori sono analoghi a quelli del fallimen-
to, dovendo sempre essere rispettata la par condicio creditorum (divieto di azioni individuali esecuti-
ve e cautelari sui beni dellimprenditore).

306 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


4.1 Le novit introdotte dal decreto crescita
Il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012, ha risolto lattuale difetto di coordinamento tra larticolo 168
L.F. e larticolo 184 L.F. relativamente allestensione soggettiva degli effetti del concordato preveden-
do al co. 5 dellarticolo 161 L.F. la pubblicazione obbligatoria ed ex officio della domanda per con-
cordato preventivo, compresa quella anticipata, e individuando nel momento della suddetta pubblica-
zione il confine tra creditori concorsuali e non. stato altres aggiunto un periodo allultimo comma
dellarticolo 168 L.F. che prevede linefficacia rispetto ai creditori concordatari delle ipoteche giu-
diziali iscritte nei 90 giorni antecedenti al deposito della domanda di concordato, al fine di evi-
tare che i creditori dellimprenditore in crisi costituiscano cause di prelazione, spesso causa del man-
cato raggiungimento di soluzioni negoziali di risanamento.
Il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012, dispone espressamente il non assoggettamento allazione
revocatoria fallimentare degli atti, pagamenti e garanzie legalmente poste in essere dal debitore dopo
il deposito del ricorso per concordato preventivo e anche prima dellammissione alla procedura.
Questa previsione si collega alla modifica introdotta al co. 7 dellart. 161 L.F. che consente lattua-
zione di atti di straordinaria amministrazione nel lasso di tempo che va dal deposito del ricorso e fino
al decreto di ammissione, purch autorizzati dal tribunale, oltre che degli atti di ordinaria amministra-
zione. Lo scopo della norma quello di promuovere la continuazione aziendale, incentivando i terzi a
contrarre con limpresa in crisi.

4.2 Contratti in corso di esecuzione


Il D.L. 83/2012 (cd. crescita), conv. in L. 134/2012, ha introdotto nel concordato preventivo una
disciplina dei contratti in corso di esecuzione, finora assente, al fine di venire incontro allesigenza
del debitore di liberarsi dei contratti gravosi ai quali, spesso, addebitabile la crisi.

CC Il debitore, nel ricorso per essere ammesso al concordato, potr chie-


dere che il tribunale o, dopo il decreto di ammissione, il giudice dele-
gato, lo autorizzi a sciogliersi dai contratti in corso di esecuzione alla
data della presentazione del ricorso.
CC Su richiesta del debitore potr essere autorizzata la sospensione del
contratto per non pi di 60 giorni, prorogabili una sola volta.
CC La tutela dellaltro contraente si realizzer mediante un indennizzo
Disciplina equivalente al risarcimento del danno conseguente al mancato adem-
pimento. Tale credito sar soddisfatto come credito anteriore al con-
cordato.
CC La sospensione non potr essere richiesta per particolari categorie
di contratti cd. a rilevanza sociale, quali: rapporti di lavoro subordina-
to, contratto preliminare di vendita trascritto avente ad oggetto un im-
mobile ad uso abitativo destinato a costituire labitazione principale
dellacquirente o di suoi parenti ed affini entro il terzo grado, contrat-
ti di locazione di immobili.

5 Procedura

CC Il debitore propone al Tribunale, con ricorso, la domanda di ammissione


Procedura
alla procedura di concordato preventivo.

Capitolo 51 - Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento 307

Se accerta qualche problema nella redazione


del piano in ordine alla sussistenza dei requi-
siti di ammissibilit, concede al debitore un ter-
mine, non superiore a 15 giorni, per apporta-
re integrazioni al piano e produrre nuovi docu-
menti.
Se allesito del suddetto procedimento verifica
CC Il Tribunale valuta lam- che non ricorrono i presupposti previsti dalla
Procedura missibilit della doman- legge, dichiara inammissibile la proposta di
da concordato con decreto non soggetto a recla-
mo. In tal caso, il tribunale, su istanza del cre-
ditore o su richiesta del P.M., deve accertare
la sussistenza dei presupposti per la dichiara-
zione di fallimento e, qualora ne determini la
sussistenza, dichiara il fallimento del debitore.
Se riconosce ammissibile la proposta dichiara
aperta la procedura di concordato.

CC In primo luogo, il legislatore ha inteso completare lelencazione della do-


cumentazione da allegare alla domanda prevedendo che il debitore deve
presentare con il ricorso anche un piano contenente la descrizione analiti-
ca delle modalit e dei tempi di adempimento della proposta, in modo
da rendere pi certa lesecuzione e la possibilit di inadempimento e della
risoluzione del concordato.
CC stato precisato, inoltre, che anche nel concordato il professionista che
deve attestare la fattibilit del piano deve essere scelto dal debitore e che
la sua relazione necessaria non solo quando sia presentata la domanda
di concordato, ma ogni volta che si apportano alla proposta o al piano mo-
difiche sostanziali.
Tale disciplina del concordato cd.
in bianco stata per modificata,
CC Di grande rilievo il riconoscimen-
da ultimo, dal decreto del fare (D.L.
to della possibilit per il debitore di
69/2013, conv. in L. 98/2013). Infat-
presentare un ricorso privo dei
Nuove norme intro- ti, per impedire condotte abusive di
supporti documentali, con riserva
dotte dal D.L. 83/2012, questo strumento (cio domande di-
di depositare successivamente
conv. in L. 134/2012 rette soltanto a rinviare il momento
quanto necessario allistruttoria
del fallimento, quando lo stesso non
giudiziale. Si prevede, infatti, attra-
evitabile), si dispone che limpre-
verso una modifica dellart. 161
sa non potr pi limitarsi alla sem-
L.F., la facolt dellimprenditore di
plice domanda iniziale in bianco, ma
depositare un ricorso contenente
dovr depositare, ai fini di verifica,
la mera domanda di concordato
lelenco nominativo dei creditori
preventivo, senza la necessit di
con lammontare dei rispettivi credi-
produrre, contestualmente alla
ti. Il tribunale, inoltre, potr nomina-
stessa, la proposta, il piano e lul-
re un commissario giudiziale, che
teriore documentazione richiesta
controller se limpresa in crisi si stia
dai co. 2 e 3 dellart. 161 L.F. Al
effettivamente attivando per predi-
momento del deposito del ricorso
sporre una compiuta proposta di pa-
il giudice che assegna al debito-
gamento ai creditori. In presenza di
re un termine, compreso tra 60 e
atti in frode ai creditori, infine, il tri-
120 giorni, per integrare il ricorso
bunale potr disporre la chiusura
della procedura.

308 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


CC Viene precisato, inoltre, che il debitore pu, anche prima del provvedimen-
to di apertura della procedura di concordato, compiere gli atti di ordinaria
amministrazione e, previa autorizzazione del Tribunale, anche quelli di stra-
ordinaria amministrazione, con conseguente prededucibilit dei crediti dei
terzi sorti a seguito del regolare compimento di tali atti. In questo modo si
spingono i terzi a contrarre con limprenditore in concordato, promuoven-
do la prosecuzione dellattivit produttiva.
CC Ai sensi del nuovo co. 8 dellart. 161 L.F., il tribunale quando accoglie la do-
manda deve fissare anche gli obblighi informativi periodici, anche relativi
alla gestione finanziaria dellimpresa, che il debitore deve assolvere sino alla
scadenza del termine fissato. In pratica, durante la gestione che va dalla
Nuove norme intro- domanda di pre-concordato alla data di deposito del piano con la proposta
dotte dal D.L. 83/2012, ai creditori e della attestazione che ne convalida la fattibilit e la veridicit
conv. in L. 134/2012 dei dati, il debitore deve rendere le informazioni che diano evidenza che la
situazione non sta peggiorando e pregiudicando la par condicio creditorum.
CC In caso di violazione di tali obblighi, si applica larticolo 162, co. 2 e 3,
ovvero la domanda viene dichiarata inammissibile e se pendenti istanze di
fallmento dei creditori o del pubblico ministero il debitore inadempiente pu
essere assoggettato a fallimento.
CC Le nuove disposizioni chiariscono che la domanda con cui viene prenota-
to il concordato preventivo inammissibile quando il debitore, nei due anni
precedenti, ha presentato altra domanda, secondo le succitate disposizio-
ni, alla quale non abbia fatto seguito lammissione alla procedura di concor-
dato preventivo o lomologazione dellaccordo di ristrutturazione dei debiti.

CC Successivamente ladunanza dei creditori chiamata a votare sulla propo-


sta. Sono ammessi a votare tutti i creditori chirografari, esclusi il coniuge,
i parenti e gli affini fino al 4 grado del debitore.
CC Il concordato approvato se riporta il voto favorevole dei creditori che rap-
presentano la maggioranza dei creditori ammessi al voto. Se sono previ-
ste diverse classi di creditori, il concordato approvato se tale maggioran-
Procedura za si verifichi inoltre nel maggior numero di classi.
CC Se la proposta approvata dalla maggioranza prescritta, inizia il giudizio di
omologazione, nel quale il Tribunale controlla la legittimit del concordato
(cio una verifica formale del raggiungimento della maggioranza prescritta).
CC Se la maggioranza prescritta (art. 177, co. 1, L.F.) raggiunta, il Tribuna-
le omologa il concordato con decreto motivato.

Differenze

Quanto al giudizio di omologazione, lunica differenza significativa, introdotta dal D.Lgs. 169/2007,
consiste nellaver previsto listruttoria del tribunale solo in presenza di opposizioni sollevate dai cre-
ditori; qualora invece non siano sollevate contestazioni, il giudizio si chiude previa una mera veri-
fica di regolarit della precedente fase di approvazione.

6 Le ulteriori modifiche apportate dal decreto crescita

6.1 Finanziamenti

Il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012 intervenuto su un aspetto molto importante il quale, pi degli
altri, agevola ed incentiva il debitore a ricorrere alle procedure di composizione negoziali della crisi (sia-

Capitolo 51 - Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento 309

no esse concordato preventivo o accordo di ristrutturazione) consentendogli, attraverso la possibilit di


ottenere dal tribunale lautorizzazione a contrarre finanziamenti, con riconoscimento della prededucibili-
t, di arrivare sino allomologazione senza interrompere lattivit aziendale. In particolare, la modifica am-
mette, previa autorizzazione del Tribunale, laccesso al credito per pagare le forniture strumentali alla
continuazione dellattivit aziendale e favorire la sostenibilit del concordato in tutte le sue fasi.
Gi larticolo 182quater L.F. concede la prededuzione ai finanziamenti ponte, ma si tratta di finan-
ziamenti effettuati solo da banche o intermediari finanziari in funzione della presentazione della doman-
da di ammissione alla procedura di concordato o di omologazione dellaccordo di ristrutturazione.

CC Possono essere richiesti anche in caso di presentazione del solo ri-


corso.
I finanziamenti di cui al CC Pu trattarsi di finanziamenti erogati da qualsiasi soggetto.
nuovo articolo 182quin-
quies L.F. sono molto pi CC I finanziamenti devono essere destinati alla migliore soddisfazione
ampi in quanto dei creditori.
CC A garanzia di detti finanziamenti il debitore pu anche concedere pe-
gno o ipoteca, purch autorizzato dal tribunale.

I finanziamenti erogati in esecuzione di un concordato preventivo o di un accordo di ristrut-


turazione, quindi, sono ora tutti prededucibili e non solo quelli provenienti dagli istituti bancari. Ci
favorir concordati con continuit aziendale e accordi di ristrutturazione non liquidatori nei quali il de-
bitore trovi lappoggio di altri soggetti commerciali come propri clienti o fornitori.

6.2 Concordato con continuit aziendale

Il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012 ha introdotto una disciplina di favore per i piani di concordato pre-
ventivo finalizzati alla prosecuzione dellattivit di impresa, definendo espressamente che per continuit
aziendale si intende la prosecuzione dellattivit di impresa da parte del debitore, la cessione dellazienda
in esercizio ovvero il conferimento dellazienda in esercizio in una o pi societ, anche di nuova costituzio-
ne (nuovo art. 186bis L.F. modificato da ultimo dal D.L. 145/2013, conv. in L. 9/2014). Si in presenza,
quindi, di concordati che presuppongono la continuit dellesercizio dellimpresa.

CC In considerazione del fatto che il pagamento dei creditori avverr pre-


valentemente con i ricavi dellattivit aziendale richiesto che piano
contenga, tra laltro, unanalitica indicazione dei costi e dei ricavi at-
tesi dalla prosecuzione dellattivit di impresa, delle risorse finanzia-
rie necessarie e delle relative modalit di copertura.
CC Si riconosce al debitore la possibilit di prevedere nel piano una mo-
ratoria sino ad un anno per il pagamento dei creditori muniti di privi-
legio, pegno o ipoteca, salvo che sia prevista la liquidazione dei beni
o diritti sui quali sussiste la causa di prelazione.

Disciplina CC La continuit implica che i contratti in corso di esecuzione alla data


di deposito del ricorso, anche stipulati con pubbliche amministrazio-
ni, non si risolvano, nonostante lesistenza di patti contrari.
CC In deroga a quanto previsto dal Codice dei contratti pubblici, previ-
sto che limpresa in concordato con continuit possa partecipare alle
procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici, se soddisfa alcuni
requisiti. Sul punto intervenuto, da ultimo, il D.L. 145/2013 (Desti-
nazione Italia), conv. in L. 9/2014, prevedendo che la partecipazione
a procedure di affidamento di contratti pubblici deve essere autoriz-
zata dal tribunale, acquisito il parere del commissario giudiziale, se
nominato; in mancanza di tale nomina, provvede il tribunale.

310 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


7 Risoluzione e annullamento del concordato

CC Risolto, su domanda dei soli creditori, in caso di inadempimento de-


gli obblighi con esso assunti, qualora tale inadempimento non sia di
Il concordato pu essere scarsa importanza (condizione introdotta dal D.Lgs. 169/2007).
CC Annullato, se sia scoperta una esagerazione dolosa del passivo o sot-
trazione o dissimulazione dellattivo.

Alla risoluzione o allannullamento pu conseguire la dichiarazione di fallimento solo qualora ne


sussistano i presupposti e ne facciano richiesta i creditori o il P.M. (art. 173 L.F.).

8 Accordi di ristrutturazione dei debiti

Il D.L. 35/2005, conv. in L. 80/2005, ha introdotto la possibilit per il debitore di stipulare con i cre-
ditori un accordo stragiudiziale di ristrutturazione dei debiti, che gli consenta di far fronte alla cri-
si dellimpresa attraverso un piano concordato con la maggioranza dei suoi creditori (art. 182bis L.F.,
da ultimo modificato dal D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012).

CC Deve essere sottoscritto dai creditori che rappresentano almeno il


60% del passivo del debitore.
CC Deve garantire lintegrale e tempestivo pagamento dei creditori che
non hanno partecipato alla sua stipulazione.

Laccordo CC Deve, quindi, essere depositato dal debitore nella cancelleria del Tri-
bunale unitamente alla documentazione prevista dallart. 161 L.F. e
ad una relazione redatta da un esperto sullattuabilit del piano.
CC poi pubblicato nel Registro delle imprese (momento dal quale ac-
quista efficacia) ed i creditori ed ogni altro interessato possono pro-
porvi opposizione entro 30 giorni.

Il D.Lgs. 169/2007 ha introdotto una disposizione volta a tutelare in modo automatico ed imme-
diato il patrimonio dellimprenditore, prevedendo che dalla data di pubblicazione dellaccordo nel re-
gistro delle imprese e per 60 giorni, i creditori per titolo e causa anteriore a tale data non possono ini-
ziare o proseguire azioni esecutive o cautelari sul patrimonio del debitore.
Inoltre, il D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010, ha previsto che il divieto di iniziare o proseguire le
azioni cautelari o esecutive pu essere richiesto dallimprenditore anche nel corso delle trattative e
prima della formalizzazione dellaccordo di ristrutturazione.
In materia di accordi di ristrutturazione, il D.L. 83/2012, conv. in L. 134/2012, intervenuto sui
punti critici che sono emersi in questi primi anni di applicazione dellistituto.
Innanzitutto il legislatore ha conformato lattestazione del professionista a quella richiesta nel con-
cordato, richiedendo in primo luogo che il professionista attesti la veridicit dei dati aziendali.
stato precisato che la previsione sullattuabilit dellaccordo deve comprendere la idoneit del-
lo stesso ad assicurare non pi il regolare (come prevedeva la precedente normativa), ma linte-
grale pagamento dei creditori estranei allaccordo.
Sono stati fissati dei termini entro cui deve essere effettuato il pagamento integrale dei creditori
non aderenti allaccordo; in particolare ci dovr avvenire entro 120 giorni dallomologazione, in
caso di crediti gi scaduti a quella data; ed entro 120 giorni dalla scadenza, in caso di crediti non
ancora scaduti alla data dellomologazione.
Lesclusione della fallibilit per le imprese agricole, se da un lato pu sicuramente definirsi come
privilegio, da diversa angolazione, nellambito dellattuale crisi generale e, in particolare, di quella in
cui versa il settore agricolo, sicuramente un grosso limite, considerati gli strumenti di gestione del-
le situazioni di difficolt o di insolvenza che la legge fallimentare offre ad ogni altro genere di impre-

Capitolo 51 - Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento 311

sa. Limprenditore agricolo in crisi o insolvente nel contesto normativo anteriore al 6 luglio 2011 sareb-
be stato, infatti, costretto unicamente a soluzioni gestite con i creditori senza alcun sostegno norma-
tivo, con il pericolo di vedere spesso dissolta limpresa.
Si deve, quindi, accogliere con favore la novit introdotta dal D.L. 98/2011, conv. in L. 111/2011.

CC Estensione alle imprese agricole in crisi degli accordi di ristrut-


turazione dei debiti e della transazione fiscale.
CC Limprenditore, oggi anche agricolo, pu chiedere al tribunale lomo-
logazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti stipulato con i
Disciplina prevista dal creditori rappresentanti almeno il 60% dei crediti. Il vantaggio con-
D.L. 98/2011, conv. in L. siste nel fatto che, durante il raggiungimento dellaccordo (e, a segui-
111/2011 to delle modifiche introdotte dal D.L. 78/2010, conv. in L. 122/2010,
anche nella fase delle trattative volte alla conclusione dellaccordo),
sono sospese le azioni cautelari ed esecutive da parte dei credi-
tori sul patrimonio del debitore che, generalmente, pregiudicano
seriamente lattivit di impresa.

9 La procedura di composizione delle crisi da sovraindebitamen-


to
La legge 3/2012 ha introdotto un nuovo tipo di concordato volto a porre rimedio alle sempre pi
diffuse situazioni di indebitamento in cui si trovano famiglie e piccole imprese, cio quei soggetti cui
non si applicano le disposizioni riguardanti le altre procedure concorsuali.
Lesclusione dalla disciplina della procedura concorsuale implica, infatti, che il debitore sia sog-
getto alle azioni esecutive individuali. Con tale provvedimento, invece, ai soggetti cd. non fallibili,
viene offerta la possibilit di concordare con i creditori un piano di ristrutturazione dei debiti che
determina la finale esdebitazione del soggetto in crisi. In questo modo, quindi, il debitore ha la possi-
bilit di chiudere una volta per tutte i conti lasciati in sospeso e i creditori possono ottenere il proprio
credito, senza doversi logorare in estenuanti procedure esecutive, lunghe e soprattutto costose.
Per sovraindebitamento si intende una situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni as-
sunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte che determina la rilevante difficolt di
adempiere le proprie obbligazioni (inciso aggiunto dalla L. 221/2012 di conversione del D.L. 179/2012)
ovvero la definitiva incapacit del debitore di adempierle regolarmente, condizione questultima chia-
ramente riconducibile allinsolvenza fallimentare.

CC Si sviluppa sotto il controllo dellautorit giudiziaria, la quale si limite-


r allomologazione dellaccordo raggiunto tra debitore e creditori.
Procedimento CC Il compito di gestire nel merito la vicenda invece affiato ad un or-
ganismo di composizione della crisi, di nuova istituzione, compo-
sto da professionisti in possesso di adeguata preparazione.

Il D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012 ha integrato e corretto la L. 3/2012 , apportando modifiche


che investono, da un lato, il presupposto soggettivo per lapertura delle procedure in esame, indivi-
duando un procedimento specificamente destinato al consumatore; dallaltro, la natura del procedi-
mento di composizione della crisi da sovraindebitamento, trasformandolo in chiave concordataria, e
dunque prevedendo che i creditori che non aderiscono alla proposta di accordo non siano definibili
quali creditori estranei, come tali titolari del diritto ad essere soddisfatti integralmente, ma siano vin-
colati comunque dallaccordo.
Il citato provvedimento definisce la figura del consumatore come possibile beneficiario di unappo-
sita procedura di composizione della crisi da introdursi attraverso la proposta di un piano; tale procedu-
ra , essenzialmente, contrassegnata dallassenza di un procedimento volto ad acquisire ladesione o il
dissenso dei creditori rispetto al piano proposto, ma si basa esclusivamente su una valutazione giudi-

312 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


ziale di fattibilit della proposta e di meritevolezza della condotta dindebitamento adottata dal con-
sumatore.

Condizioni di ammissibi- CC La non assoggettabilit del debitore a procedure concorsuali diverse


lit della proposta che il da quelle regolate dalla L. 3/2012.
debitore, anche consu-
matore, pu avanzare ai C C Il non aver fatto ricorso alla procedura di composizione della crisi da
creditori sono sovraindebitamento nei cinque anni precedenti.

Osservazioni

Il D.L. 179/2012, conv. in L. 179/2012 intervenuto sui presupposti di ammissibilit del piano,
prevedendo espressamente che la proposta di piano possa essere avanzata anche dal consuma-
tore.
Viene aggiunta lulteriore condizione di ammissibilit della proposta, rappresentata dal fatto che il
debitore anche consumatore non deve aver subito provvedimento di revoca, annullamento, risolu-
zione dellaccordo, ovvero revoca e dichiarazione di cessazione degli effetti dellomologazione del
piano.
Una specifica condizione di ammissibilit stata introdotta per il consumatore, al quale richie-
sto di produrre documentazione idonea a ricostruire compitamente la sua situazione economica e pa-
trimoniale in funzione del giudizio di meritevolezza da assumere in sede di omologazione del piano.
chiarito, inoltre, con espressa disposizione normativa che limprenditore agricolo pu accede-
re alla procedura di composizione della crisi.

CC I creditori possono essere pagati anche mediante cessione di crediti


futuri, ovvero facendo ricorso alla garanzia di terzi nei casi in cui i beni
o i redditi del debitore non siano sufficienti a garantire la fattibilit del
piano.
CC Con lintervento del D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012 stato abro-
gato il meccanismo di moratoria (in precedenza possibile in pre-
senza di determinate condizioni) del pagamento dei creditori estra-
nei allaccordo, in conseguenza della determinante modifica in chia-
ve concordataria della procedura di composizione della crisi. pre-
Contenuto dellaccordo
visto, infatti, che i creditori che non aderiscono alla proposta di accor-
(art. 8 della L. 3/2012, mo-
do non siano definibili quali creditori estranei, come tali titolari del di-
dif. dal D.L. 179/2012,
ritto ad essere soddisfatti integralmente, ma siano vincolati dallac-
conv. in L. 221/2012)
cordo, sempre che concluso con creditori rappresentanti almeno il
60% dei crediti complessivi.
CC Si stabilisce altres che la proposta di accordo con continuazione
dellattivit dimpresa o il piano del consumatore possano prevedere
una moratoria sino ad un anno dallomologazione per il pagamento
dei creditori muniti di cause di prelazione. Tale disposizione trova la
propria giustificazione nellincentivare la continuit aziendale e nel
promuovere le esigenze sociali connesse al superamento della crisi
del consumatore.

Il procedimento per la composizione delle crisi da sovraindebitamento, che si svolge di fronte


al tribunale competente (individuato in quello del luogo di residenza o sede principale del debitore),
ha inizio con il deposito della proposta di accordo, corredata dellelenco di tutti i creditori, dellin-
dicazione delle somme dovute, dellattestazione della fattibilit del piano, dellelenco delle spese
correnti necessarie al sostentamento proprio e della famiglia, delle scritture contabili (in caso di im-
prenditore).

Capitolo 51 - Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento 313

Per quanto riguarda il de- CC Le cause dellindebitamento e della diligenza impiegata dal consu-
posito della proposta, matore nellassumere volontariamente le obbligazioni.
previsto che alla propo- CC Le ragioni dellincapacit del debitore di adempiere le obbligazioni as-
sta di piano il consuma- sunte.
tore debba allegare una
CC La solvibilit del consumatore negli ultimi cinque anni.
relazione particolareggia-
ta dellorganismo di com- CC Leventuale esistenza di atti del debitore impugnati dai creditori.
posizione della crisi che CC La completezza e attendibilit della documentazione depositata dal
ponga il tribunale in con- consumatore a corredo della proposta, nonch la convenienza del
dizione di conoscere piano rispetto allalternativa liquidatoria.

Osservazioni

La ragione di tale modifica discende dal peculiare contenuto del giudizio omologatorio nel caso del
consumatore, ove si prescinde dallaccordo dei creditori imponendosi, di contro, una valutazione
di meritevolezza.
Il tribunale, che decide in composizione monocratica secondo il rito camerale, valuta le condizio-
ni di ammissibilit e fattibilit della proposta dopo aver fissato apposita udienza e aver dispo-
sto idonea pubblicit.

Tra le altre modifiche apportate dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012 sono stati introdotti nella
L. 3/2012 due articoli (12bis e 12ter) riguardanti il procedimento di omologazione del piano del
consumatore e gli effetti dellomologazione del medesimo piano.
Il procedimento di omologazione della proposta del consumatore concentrato tendenzialmente
in ununica udienza, allesito della quale il tribunale deve assumere una decisione fondata su un giu-
dizio di meritevolezza della condotta del debitore, basato a sua volta sulla ragionevolezza della pro-
spettiva di adempimento delle obbligazioni assunte e sulla mancanza di colpa nella determinazione
del sovraindebitamento.
Il nuovo articolo 12ter della L. 3/2012 regola gli effetti dellomologazione del piano del consuma-
tore sulla stessa linea di quelli dellomologazione dellaccordo del debitore non consumatore.
Inoltre, il D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012 ha introdotto la possibilit di una procedura alter-
nativa esclusivamente liquidatoria alla proposta di ristrutturazione della crisi nonch la disciplina
del procedimento di esdebitazione conseguente a detta procedura.
previsto espressamente che, in alternativa alla proposta per la composizione della crisi, il
debitore, in stato di sovraindebitamento e per il quale ricorrono i presupposti di cui allarticolo 7, com-
ma 2, lettere a) e b) della L. 3/2012, possa chiedere la liquidazione di tutti i suoi beni.
Lesdebitazione, infine, subordinata al verificarsi di determinate condizioni accomunate dallesi-
genza di verificare la correttezza del comportamento del debitore.

Osservazioni

Tra i benefici riconosciuti alle start-up innovative rientra lassoggettamento di tali societ alla
speciale procedura di soluzione delle crisi aziendali prevista dalla L. 3/2012, come modifi-
cata dal D.L. 179/2012, conv. in L. 221/2012. Conseguentemente, tali soggetti vengono sottratti
alle altre (diverse da quelle previste dal Capo II della L. 3/2012) procedure concorsuali. Si tratta
di un beneficio che vuole, da un lato, dare atto delle difficolt che tali imprese incontrano doven-
dosi occupare dello sviluppo e commercializzazione di prodotti o servizi ad alto contenuto tecno-
logico e, dallaltro, fare in modo che tali imprenditori possano ripartire, in un secondo momento,
con un nuovo progetto. A tal fine, stato previsto che, decorsi 12 mesi dalliscrizione nel registro
delle imprese del decreto di apertura della procedura di liquidazione adottato a norma dellart.
14quinquies della L. 3/2012, laccesso ai dati relativi ai soci sia consentito solo allautorit giudi-
ziaria e a quelle di vigilanza.

314 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


In sintesi

Il concordato preventivo un mezzo che la legge accorda al debitore per evitare la gravosa e
dannosa procedura fallimentare e a cui si pu ricorrere solo prima della dichiarazione di fallimen-
to; il concordato preventivo si dispone attraverso un accordo giudiziale tra debitore e creditori cir-
ca le modalit con cui dovranno essere estinte tutte le obbligazioni. Per lammissibilit della pro-
posta di concordato sufficiente che limprenditore versi in un generico stato di crisi (art. 160 L.F.),
ossia in una condizione che precede lo stato di insolvenza vero e proprio. Il debitore propone ai
creditori un piano di risanamento che pu prevedere: la ristrutturazione dei debiti e la soddisfazio-
ne dei crediti attraverso qualsiasi forma (come la cessione dei beni, lattribuzione ai creditori di azio-
ni, quote, obbligazioni o altri strumenti finanziari e titolo di debito); lattribuzione delle attivit del
debitore ad un assuntore. La proposta approvata se riporta il voto favorevole dei creditori che
rappresentino la maggioranza dei crediti ammessi al voto (art. 177 L.F.). Il Tribunale, verificato il
raggiungimento della maggioranza prescritta, procede, con decreto motivato, alla omologazione
del concordato. Il concordato pu essere poi anche risolto o annullato.
Infine, la L. 27-1-2012, n. 3, successivamente modificata dal D.L. 179/2012 (cd. crescita bis), con-
vertito in L. 221/2012, ha introdotto la composizione delle crisi da sovraindebitamento, una proce-
dura concorsuale avente lo scopo di porre rimedio alle situazioni di sovraindebitamento non sog-
gette n assoggettabili a procedure concorsuali diverse da quelle regolate dalla medesima Legge.

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Capitolo 51 - Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento 315

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316 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 52 La soppressa
amministrazione controllata

1 Nozione

La riforma operata dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5 ha soppresso listituto dellamministrazio-


ne controllata, abrogando lintero titolo IV della legge fallimentare ed eliminando ogni riferimento
allistituto.
Poich, per, proseguono fino al loro completamento le amministrazioni iniziate prima dellentra-
ta in vigore della riforma fallimentare, riportiamo la disciplina prevista per questo istituto.
Lamministrazione controllata era un mezzo concesso al debitore, che si trovasse in temporanea
difficolt di adempiere alle proprie obbligazioni, per prevenire lo stato di insolvenza e la conseguen-
te dichiarazione di fallimento. Si trattava di un accordo giudiziale con il quale i creditori concedevano
al debitore una dilazione, non superiore ai 2 anni, per lestinzione integrale dei debiti.

2 Condizioni

Limprenditore che chiedeva di essere ammesso alla procedura dellamministrazione controllata


doveva avere, ai sensi dellart. 187 L.F., gli stessi requisiti soggettivi necessari per lammissione alla
procedura del concordato preventivo, previsti dallart. 160 L.F.

Dal lato oggettivo i CC La temporanea difficolt ad adempiere le proprie obbligazioni.


presupposti erano CC Lesistenza di comprovate possibilit di risanare limpresa.

Differenze
A differenza del concordato preventivo e del fallimento, che tendono al saldo dei creditori, lammi-
nistrazione controllata era finalizzata al ripristino della solvibilit dellimprenditore.

3 Procedimento ed effetti

Il procedimento di amministrazione controllata si apriva ad impulso di parte e legittimato a propor-


re la domanda di ammissione alla procedura (da presentarsi con ricorso al Tribunale) era il solo debi-
tore.
La procedura dellamministrazione controllata ricalcava, poi, grosso modo, quella del concordato
preventivo:
sulla domanda decideva il Tribunale, valutate le condizioni richieste per lammissibilit, e la deci-
sione poteva essere di rigetto o di accoglimento, nel quale ultimo caso si procedeva alla nomi-
na del giudice delegato; fissava la convocazione dei creditori; designava il commissario giudizia-
le;
sulla proposta del debitore votavano i creditori alladunanza alluopo fissata dal Tribunale. Man-
cava una fase di omologazione della proposta, in quanto era lo stesso giudice delegato che, ac-
certato il raggiungimento della maggioranza, provvedeva con decreto a nominare il comitato dei
creditori (art. 190 L.F.).

Capitolo 52 - La soppressa amministrazione controllata 317

CC Tutto il patrimonio del debitore, e non solo la gestione dellimpresa,


In seguito al decreto restava assoggettato allamministrazione controllata.
di ammissione
CC Gli altri effetti erano analoghi a quelli del concordato preventivo.

La procedura normalmente si chiudeva per scadenza del termine stabilito (massimo due anni),
oppure nel momento in cui il debitore dimostrava di essere in grado di far fronte ai suoi debiti.

Nel caso in cui alla scadenza del termine previsto il debitore non fosse stato in grado di soddisfa-
re integralmente i creditori, la procedura poteva essere convertita:
nella procedura di concordato preventivo;
nella procedura di fallimento.

4 Chiusura

CC Scadenza del termine concesso (massimo due anni).


CC Dimostrazione da parte del debitore di poter far fronte ai debiti prima
della scadenza.
Ipotesi
CC Impossibilit per il debitore, Conversione in concordato preven-
scaduto il termine, di pagare tivo (a domanda del debitore).
i debiti. Conversione in fallimento.

In sintesi

Con lamministrazione controllata si concedeva al debitore in temporanea difficolt (non, quin-


di, in stato di insolvenza) la possibilit di evitare la dichiarazione di fallimento, semprech esistes-
sero comprovate possibilit di risanare limpresa.
Anchessa, come il concordato era un accordo giudiziale con cui i creditori concedevano al debi-
tore una dilazione per lestinzione integrale dei debiti, in un termine non superiore a due anni, men-
tre limpresa continuava la sua attivit sotto la gestione del debitore, controllata da un commissa-
rio e diretta dal giudice.

318 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 53 La liquidazione coatta amministrativa

1 Nozione

una speciale procedura concorsuale, che la legge prevede per alcune categorie di imprese (im-
prese assicurative, cooperative, bancarie etc.), per le quali il dissesto ha ripercussioni di ingente ri-
levanza pubblica e, di conseguenza, esclusa la sottoposizione al fallimento.
Esistono, tuttavia, imprese per le quali leggi speciali prevedono anche la possibilit, accanto alla
liquidazione coatta, del fallimento.
In tal caso fra i due istituti prevale quello che sia stato chiesto per primo (principio della preven-
zione).
Si tratta di una procedura concorsuale di natura amministrativa, volta alla liquidazione del patri-
monio di imprese la cui attivit riveste una rilevante importanza socio-economica.

2 Condizioni

CC Stato di insolvenza.
CC Violazioni di norme o di atti amministrativi che comportino un irrego-
Condizioni ( sufficiente
lare funzionamento dellimpresa.
che esista una sola di esse)
CC Motivi di pubblico interesse, che a giudizio insindacabile della P.A.
impongano la soppressione dellente.

3 Organi

CC organo individuale o collettivo.


CC pubblico ufficiale.
CC Prende in consegna i beni, nonch le scritture ed i documenti conta-
bili.

Commissario liquidatore CC Provvede allamministrazione del patrimonio ed alla gestione dellim-


presa durante la liquidazione.
CC Riceve dallimprenditore il conto della gestione relativa al tempo suc-
cessivo allultimo bilancio.
CC Presenta allautorit vigilante una relazione sulla situazione patrimo-
niale e sullandamento della gestione.

Osservazioni

In seguito alle modifiche introdotte dal D.L. 179/2012 (cd. crescita bis) conv. in L. 221/2012, la re-
lazione del commissario liquidatore trasmessa anche al Comitato di sorveglianza, al registro im-
prese per via telematica ed ai creditori e titolari di diritto sui beni a mezzo posta elettronica certifi-
cata (PEC). Luso della PEC diventa la regola anche nelle altre comunicazioni tra commissario li-
quidatore e creditori (ex artt. 207, 208, 209, 213, 214 L.F. come modif. dal D.L. 179/2012, conv. in
L. 221/2012.

Capitolo 53 - La liquidazione coatta amministrativa 319

CC Sovraintende allaccertamento dello stato passivo.


CC Pu promuovere lazione di revoca degli atti in frode ed esercitare
Commissario liquidatore lazione di responsabilit contro gli amministratori e gli organi di con-
trollo dellimpresa.
CC Procede alle operazioni di liquidazione.

CC Nomina e revoca il commissario liquidatore.


Autorit di vigilanza CC Autorizza il liquidatore a compiere quegli atti per i quali la legge ri-
chiede lautorizzazione.
CC Fissa le direttive cui deve attenersi il commissario.
Autorit di vigilanza
CC Sovraintende alle operazioni di liquidazione in senso stretto.

CC formato da 3 o 5 membri scelti tra persone esperte nel ramo di at-


tivit esercitata dallimpresa.
CC organo prettamente consultivo ed assolve ai compiti che nel falli-
Comitato di sorveglianza
mento spettano al comitato dei creditori.
CC I pareri del comitato, anche quando sono obbligatori, non sono vin-
colanti.

4 Disciplina

La liquidazione coatta disposta sempre dalla pubblica amministrazione, con decreto che deve
essere inserito integralmente nella Gazzetta Ufficiale entro 10 giorni dalla sua emanazione e iscritto
nel registro delle imprese.
La P.A. provvede altres con esso, o con altro provvedimento successivo, alla nomina del com-
missario liquidatore e del comitato di sorveglianza.

CC Laccertamento del passivo, che compiuto dal commissario liquidato-


re sulla base delle scritture contabili e dei documenti dellimpresa. Se
in tale fase sorgono controversie, la loro risoluzione rimessa al Tribu-
nale, nelle forme stabilite per le opposizioni e le impugnazioni dei cre-
ditori in sede di fallimento: si ha, cos, linserimento di una vera e pro-
pria fase giurisdizionale nella fase prettamente amministrativa di accer-
tamento del passivo, allo scopo di fornire unadeguata tutela ai diritti dei
Le fasi della liquidazione creditori opponenti e del debitore.
coatta sono
CC La liquidazione dellattivo spetta, ugualmente, al commissario liquida-
tore, il quale ha tutti i poteri, salvo il caso della vendita in blocco di tut-
ti i mobili o degli immobili, per la quale occorre il parere favorevole del
comitato di sorveglianza e lautorizzazione dellautorit di vigilanza.
CC La chiusura della procedura, che pu avvenire per riparto finale del
ricavato (attuato nei modi stabiliti dalla legge fallimentare e perci sono
ammessi riparti parziali) e per concordato.

Il concordato con cui si pu concludere la liquidazione coatta stato uniformato, per quanto pos-
sibile, al concordato fallimentare ad opera del decreto correttivo alla riforma (D.Lgs. 169/2007), il qua-
le ha previsto ex novo la legittimazione alla presentazione della proposta anche ai creditori o ad un
terzo (oltre che allimprenditore in liquidazione) ed ha richiamato espressamente le norme del concor-
dato fallimentare in merito al contenuto della proposta, al giudizio di omologazione ed agli effetti del
concordato su tutti i creditori anteriori allapertura della procedura, anche non ammessi al passivo.

320 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


La presentazione della proposta deve essere autorizzata dallautorit di vigilanza, con il parere
del commissario e sentito il comitato di sorveglianza.

Differenze

Non prevista una fase di approvazione del concordato da parte dei creditori, i quali possono solo
presentare opposizioni ad essa. Infine il tribunale, previo parere dellautorit di vigilanza, decide
sulle opposizioni ed accoglie o meno la proposta di concordato con decreto, reclamabile alla Cor-
te dappello.

CC Limprenditore messo in liquidazione coatta amministrativa non deve


soggiacere allobbligo di comunicazione della propria residenza im-
posto al fallito dallart. 49 L.F.
CC Non si applicano, inoltre, ai soggetti sottoposti a liquidazione coatta
tutte le incapacit personali di diritto pubblico che colpiscono il fallito:
funzioni di giurato o giudice onorario, funzioni di tutore e curatore, in-
capacit di borsa etc.
Effetti CC Con la messa in liquidazione sono sospese, per le persone giuridi-
che e le societ, le funzioni dellassemblea e degli organi di ammini-
strazione e di controllo, salvo che per la proposta di concordato.
CC Si trasferiscono, inoltre, al commissario liquidatore la disponibilit e
lamministrazione dei beni.
CC Le azioni esecutive e cautelari individuali promosse dai creditori re-
stano bloccate, sia pure con alcune eccezioni previste dalla legisla-
zione speciale (es.: per le cooperative, per gli istituti di credito fondia-
rio, per lesecuzione fiscale etc.).

In sintesi

La liquidazione coatta amministrativa ammissibile per quelle imprese per le quali, o perch a
partecipazione statale o per gli interessi che coinvolgono, il dissesto economico presenta profili di
rilievo generale.
Gli organi della procedura sono: il commissario liquidatore, lautorit di vigilanza e il comitato di
sorveglianza.
Infine, le fasi essenziali della liquidazione coatta sono:
laccertamento del passivo;
la liquidazione dellattivo;
il riparto finale del ricavato.

Capitolo 53 - La liquidazione coatta amministrativa 321

note
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322 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Capitolo 54 Lamministrazione straordinaria delle
grandi imprese in stato di insolvenza

1 Nozione

una procedura concorsuale, introdotta nel nostro ordinamento dalla L. 95/1979 di conversione
del D.L. 26/1979, poi abrogata e sostituita dal D.Lgs. 270/1999, con la finalit di sottrarre al fallimen-
to le grandi imprese commerciali, e di tendere ad un risanamento delle stesse, per difenderne i valo-
ri tecnici, commerciali, produttivi e occupazionali. Tali imprese, infatti, per le loro dimensioni rilevanti,
partecipano alleconomia nazionale e concorrono al mantenimento di determinati livelli occupaziona-
li.

2 Condizioni

CC Imprese commerciali, con esclusione degli enti pubblici che abbiano


da almeno un anno un numero di lavoratori subordinati non inferiore
a 200.
Oggettive
CC Esposizione debitoria per un ammontare complessivo non inferiore
ai 2/3 sia del totale dellattivo dello stato patrimoniale sia dei ricavi
provenienti dalle vendite e dalle prestazioni dellultimo esercizio.

CC Sussistenza di effettive prospettive di recupero dellequilibrio econo-


Soggettive
mico delle attivit imprenditoriali.

3 Organi e procedura

Dichiara lo stato di insolvenza.


Nomina uno o tre commissari giudiziali.
CC Dispone lapertura
Nomina il giudice delegato.
della procedura con
Tribunale
sentenza dichiarati- Ordina allimprenditore di depositare in can-

va, con la quale celleria le scritture contabili e i bilanci.
Stabilisce la data per ludienza di verifica del-
lo stato passivo.

CC Adotta i provvedimenti di sua competenza con decreti impugnabili nei


Giudice delegato
modi consentiti per i decreti del giudice delegato al fallimento.

Capitolo 54 - Lamministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza 323

CC Predispone, nel ter- Se ritiene possibile il recupero aziendale, di-


mine di 30 giorni, la chiara con decreto lapertura dellammini-
relazione sulle cause strazione straordinaria.
del dissesto e sullesi- Qualora non intraveda le prospetttive di re-
Commissario giudiziale
stenza delle condi- cupero, dichiara con decreto il fallimento.
zioni per il recupero
aziendale e la pre-
senta al Tribunale

CC Un programma di cessione dei complessi aziendali, con finalit


liquidatorie, della durata massima di un anno.
CC Un programma di ristrutturazione aziendale, con finalit conser-
La procedura di ammini-
vative e rinnovative, della durata massima di due anni.
strazione straordinaria
pu attuarsi attraverso C C Un programma di cessione dei complessi di beni e contratti, del-
meccanismi alternativi la durata massima di un anno, per le societ operanti nel settore dei
fra di loro: servizi pubblici essenziali. Questa ultima opzione stata introdotta
dal D.L. 134/2008 (Disposizioni urgenti in materia di ristrutturazione
di grandi imprese in crisi), convertito con modificazioni nella L.
166/2008 (v. anche par. 4).

Nel caso di apertura dellamministrazione straordinaria la continuazione delle attivit si svolge sot-
to la vigilanza di uno o tre commissari straordinari nominati dal Ministero competente, che hanno la
gestione dellimpresa, lamministrazione dei beni dellimpresa insolvente e predispongono il program-
ma di attuazione della procedura, e di un comitato di sorveglianza, sempre di nomina ministeriale,
con funzioni consultive.

CC In caso di esito negativo della procedura al termine del periodo sta-


bilito, ovvero in qualsiasi momento nel corso di essa, qualora risulti
che la procedura non possa essere utilmente proseguita, il Tribuna-
Chiusura le dispone la conversione dellamministrazione in fallimento.
CC In caso di esito positivo, dichiarazione di chiusura da parte del Tribu-
nale con decreto motivato.

Le novit introdotte dal D.L. 85/2012 (cd. crescita), conv. in L. 134/2012, sono principalmente fi-
nalizzate al contenimento dei costi della procedura e riguardano la determinazione dei compen-
si degli organi e i criteri di attribuzione di incarichi di collaborazione e consulenza professionale. Inol-
tre, in seguito alle modifiche introdotte al D.Lgs. 270/1999 dal D.L. 179/2012 (cd. crescita bis) conv.
in L. 221/2012, la regola delle comunicazioni a mezzo posta elettronica certificata (PEC) riguarda
anche la procedura di amministrazione straordinaria.
Il D.L. 136/2013, conv. in L. 6/2014 ha integrato la disciplina dellamministrazione straordinaria
con una norma (art. 65bis) contenente misure per la salvaguardia della continuit aziendale che di-
spone che in caso di reclamo previsto dallart. 65, comma 2, sono prorogati i termini di durata del pro-
gramma di cui allart. 54 e che riconosce ai commissari straordinari il potere di regolare convenzional-
mente con lacquirente dellazienda o di rami di azienda, sentito il comitato di sorveglianza e previa
autorizzazione ministeriale, modalit di gestione idonee a consentire la salvaguardia della continuit
aziendale e dei livelli occupazionali nelle more del passaggio in giudicato del decreto che definisce il
giudizio. Tali previsioni si applicano anche alle procedure di amministrazione straordinaria di cui al D.L.
23 dicembre 2003, n. 347, conv. in L. 18 febbraio 2004, n. 39 (v. par. 4).

324 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Osservazioni

Il D.L. 145/2013 (Destinazione Italia), conv. in L. 9/2014 ha introdotto una norma di interpretazio-
ne autentica della disciplina della vendita di aziende in esercizio prevista dallarticolo 63 del D.
Lgs. 270/1999, con la quale viene stabilito che fermi restando gli obblighi di cui al comma 2 e le
valutazioni discrezionali di cui al comma 3, il valore dellazienda o del ramo dazienda, preventiva-
mente determinato da uno o pi esperti di nomina commissariale, non costituisce un limite indero-
gabile ai fini della legittimit della vendita.

4 La procedura durgenza per il risanamento aziendale: le modi-


fiche al decreto Marzano
Con L. 39/2004, di conversione, con modifiche, del D.L. 347/2003, stata introdotta una norma-
tiva speciale diretta a disciplinare le conseguenze dello stato di insolvenza di imprese che hanno re-
quisiti dimensionali e di indebitamento ancora pi elevati, in ipotesi di situazioni di crisi particolar-
mente rilevanti.
Su tale decreto (cd. decreto Marzano) intervenuto il D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008, il qua-
le ha permesso lestensione dei benefici previsti dalla procedura in oggetto anche a quelle imprese
che intendono adottare un programma di cessione dei complessi aziendali.
In sostanza il legislatore, nel sottolineare limportanza della finalit di recupero dellequilibrio eco-
nomico sottesa alla procedura, ha lasciato libera la scelta della specifica modalit (programma di ces-
sione dei beni aziendali o piano di ristrutturazione) attraverso la quale raggiungere tale obiettivo. In-
fatti, lo strumento della ristrutturazione economica e finanziaria dellimpresa non sempre quello ido-
neo a recuperare lequilibrio dellattivit imprenditoriale; di qui la necessit di prevedere la possibilit
di ricorrere anche ed in via alternativa al diverso programma di cessione dei complessi aziendali.

Differenze

Loccasione determinata dalla crisi di un colosso imprenditoriale come la Parmalat ha creato il


presupposto per un intervento di emergenza attraverso la previsione di una procedura di ammi-
nistrazione straordinaria accelerata che, nella sostanza, rimane comunque la stessa procedu-
ra gi contemplata dal D.Lgs. 270/1999, dalla quale si discosta solo per taluni aspetti, attinenti es-
senzialmente ai requisiti di ammissione, ad una maggiore rapidit e flessibilit, ad un rafforzamen-
to dei poteri dellAutorit amministrativa e delle competenze del commissario straordinario.

4.1 Condizioni

Requisiti per laccesso CC Limpresa deve possedere un numero di lavoratori subordinati, com-
alla procedura (art. 1 del presi quelli ammessi al trattamento di integrazione dei guadagni, non
D.L. 347/2003, conv. in L. inferiori a 500 da almeno un anno.
39/2004, modif. da ultimo CC I debiti dellimpresa, inclusi quelli derivanti da garanzie rilasciate, non
ex D.L. 134/2008, conv. in devono essere inferiori a 300 milioni di euro.
L. 166/2008)

Come gi detto il D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008 ha modificato i presupposti generali di ac-
cesso alla procedura di amministrazione straordinaria speciale in modo da consentire il ricorso alla
stessa anche ad Alitalia. In particolare, stato modificato lart. 1 del D.L. 347/2003, conv. in L. 39/2004,
che oggi consente lammissione alla procedura sia alle imprese che si propongono di attuare un pro-
gramma di ristrutturazione, sia alle imprese che si propongono di attuare un programma di cessione
dei complessi aziendali.

Capitolo 54 - Lamministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza 325

4.2 Procedura

CC Presenta ricorso per la dichiarazione dello stato dinsolvenza al Tri-


Limpresa, contestual- bunale
mente CC Chiede al Ministro dello sviluppo economico lammissione immedia-
ta dellimpresa alla procedura di amministrazione straordinaria.

CC Se valuta positivamente listanza, provvede allammissione immedia-


ta dellimpresa alla procedura di amministrazione straordinaria, tra-
Il Ministro dello mite la ristrutturazione economica e finanziaria o tramite la cessione
sviluppo economico di complessi aziendali.
CC Nomina il commissario straordinario.

Il decreto ministeriale di apertura della procedura determina lo spossessamento del debitore e laf-
fidamento della gestione dellimpresa e dellamministrazione dei beni del debitore al commissario. Per-
mane, invece, in capo allorgano giudiziario, la competenza a deliberare, con sentenza, lo stato di in-
solvenza dellimpresa.

Osservazioni

In seguito alle modifiche apportate dal D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008, stato previsto, per le
imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, un ampliamento della legittimazione a
disporre lapertura della procedura: infatti, la nuova disciplina consente al Presidente del Consi-
glio, oltre che al Ministro dello sviluppo economico, di autorizzare lammissione alla procedura stes-
sa, di nominare il commissario straordinario e determinare il relativo compenso.

CC Provvede, sino alla dichiarazione dello stato di insolvenza, allammi-


nistrazione dellimpresa, compiendo ogni accertamento utile per lo
stato dinsolvenza.
CC Entro 180 giorni presenta allAutorit amministrativa il programma di
cessione del complesso aziendale ovvero il programma di ristruttura-
zione finanziaria ed economica dellimpresa e consegna al giudice
delegato la relazione sulle cause dinsolvenza. Mentre fino al 28 ago-
sto 2008 il ricorso ad un programma di cessione dei complessi azien-
Il commissario
dali poteva avvenire esclusivamente dopo aver tentato il risanamen-
straordinario
to dellimpresa tramite un piano di ristrutturazione, con le modifiche
introdotte dal D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008, la possibilit di pro-
cedere con un programma di dismissione del complesso aziendale
concessa fino dalle prime fasi della procedura.
CC Pu richiedere al Ministero competente lammissione alla procedura
di amministrazione straordinaria di altre imprese del gruppo, presen-
tando contestuale ricorso per la dichiarazione dello stato di insolven-
za al Tribunale.

Osservazioni

Il D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008 intervenendo sul decreto Marzano (D.L. 347/2003, conv. in
L. 39/2004, modificato da ultimo dal D.L. 145/2013, conv. in L. 9/2014) ha potenziato i poteri attri-
buiti al commissario straordinario nella gestione della procedura attinente le societ operanti nel
settore dei servizi pubblici essenziali. previsto, infatti, che questultimo possa procedere, trami-
te trattativa privata, allalienazione dei beni aziendali, nonch dellazienda stessa, ai soggetti che
siano in grado di garantire nel medio periodo la continuit del servizio, la rapidit di intervento e il
rispetto dei requisiti previsti dalla legislazione italiana e dai trattati sottoscritti dallItalia. Tali opera-

326 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


zioni, per motivi di urgenza, possono essere autorizzate anche prima delle dichiarazioni dello sta-
to di insolvenza.
Da ultimo, il D.L. 145/2013 (Destinazione Italia), conv. in L. 9/2014 ha modificato lart. 4, comma
4septies, del D.L. 347/2003, conv. in L. 39/2004, prevedendo lo slittamento del termine di 12 mesi
a 24 mesi nel caso in cui il programma attuato dal commissario straordinario delle grandi im-
prese in stato di insolvenza di cessione dei complessi aziendali in crisi non sia ancora sta-
to realizzato e risulti, in base ad una specifica relazione del commissario straordinario, utile la
prosecuzione dellattivit dellimpresa.

CC Qualora non dovesse essere autorizzato dallAutorit amministrativa


o non fosse possibile adottare un programma di cessione dei com-
plessi aziendali o di ristrutturazione, il tribunale, sentito il commissa-
rio straordinario, dovr disporre la conversione della procedura di am-
Il piano di ristrutturazio- ministrazione straordinaria in fallimento.
ne aziendale
CC Se il programma di cessione autorizzato, la prosecuzione delleser-
cizio dellimpresa non pu avere una durata superiore a 2 anni.
CC Nel programma di ristrutturazione aziendale possibile predisporre
un concordato.

In sintesi

I presupposti della amministrazione straordinaria sono i seguenti: possono accedervi le impre-


se non piccole e di natura privata che hanno non meno di 200 dipendenti, una esposizione debi-
toria pari almeno ai 2/3 dellattivo patrimoniale e dei ricavi delle vendite e prestazioni dellultimo
esercizio, per le quali vi siano possibilit concrete di recupero dellequilibrio economico.
Gli organi della procedura sono il tribunale, il giudice delegato e il commissario giudiziale.
Lamministrazione straordinaria pu attuarsi tramite diversi meccanismi:
programma di cessione dei complessi aziendali, con finalit liquidatorie, di durata massima
1 anno;
programma di ristrutturazione aziendale, con finalit conservative, di durata massima 2 anni;
per le imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali, anche attraverso un program-
ma di cessione dei complessi di beni e contratti, della durata massima di 1 anno.
Quanto alla chiusura:
in caso di esito negativo della procedura, lamministrazione convertita in fallimento;
in caso di esito positivo, il tribunale dichiara la chiusura della procedura con decreto motivato.

Le imprese che hanno requisiti dimensionali e di indebitamento ancora pi elevati, e che sarebbe-
ro assoggettabili alla procedura generale di amministrazione straordinaria, possono richiedere lap-
plicazione di una forma speciale di amministrazione straordinaria, proponendo alternativamente
un programma di ristrutturazione ovvero un programma di cessione di beni aziendali. Questo pro-
cedimento speciale stato introdotto dal decreto Marzano (D.L. 347/2003, conv. in L. 39/2004, mo-
dificato dal D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008 e da ultimo dal D.L. 145/2013, conv. in L. 9/2014)
adottato dal Governo per la risoluzione del caso Parmalat).
Le principali novit introdotte dal D.L. 134/2008, conv. in L. 166/2008 sono rappresentate:
dalla possibilit di far fronte ad una crisi finanziaria anche attraverso il ricorso ad un program-
ma di cessione dei complessi aziendali;
dalla disciplina specifica prevista per le imprese operanti nel settore dei servizi pubblici essenziali.
facolt dellimprenditore insolvente scegliere se essere sottoposto alla procedura generale o spe-
ciale, considerando che questultima pi rapida e snella in quanto le varie fasi del procedimento
sono condensate.

Capitolo 54 - Lamministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insolvenza 327

note
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328 Parte Quinta - Le procedure concorsuali


Parte Sesta
Intermediazione finanziaria
e mercato mobiliare

Capitolo Cinquantacinquesimo: Mercato mobiliare e servizi ed atti-


vit di investimento........................................................................ Pag. 331
1 Il mercato mobiliare 2 I servizi e le attivit di investimento ed il loro
esercizio 3 Lappello al pubblico risparmio 4 Le SIM (Societ di in-
termediazione mobiliare) 5 Fondi comuni di investimento 6 Le SI-
CAV e le SICAF

Capitolo Cinquantaseiesimo: Borsa e mercati regolamentati............ 337


1 Nozione 2 La Borsa valori 3 Contratti di borsa 4 Riporto di borsa
Capitolo 55 Mercato mobiliare e servizi
ed attivit di investimento

1 Il mercato mobiliare

Deve intendersi per mercato mobiliare il segmento del mercato finanziario sul quale vengono
prodotti e/o scambiati valori mobiliari e svolte attivit relative a valori mobiliari (BUONOCORE).
Lattuale disciplina del mercato mobiliare contenuta nel D.Lgs. 58/1998 (Testo Unico delle di-
sposizioni in materia finanziaria) e successive modificazioni.
Il TUF definisce in primo luogo la nozione di valore mobiliare(introdotta dal decreto MiFID) e
di strumenti finanziari.

CC Le azioni di societ e altri titoli equivalenti ad azioni di societ, di


partnership o di altri soggetti e certificati di deposito azionario.
CC Obbligazioni e altri titoli di debito, compresi i certificati di deposito
Per valori mobiliari si inten- relativi a tali titoli.
dono categorie di valori ne-
goziabili nel mercato dei ca- CC Qualsiasi altro titolo normalmente negoziato che permette di ac-
pitali, quali (art. 1, co. 1bis, quisire o di vendere i suddetti valori mobiliari.
TUF) CC Qualsiasi altro titolo che comporta un regolamento in contanti de-
terminato con riferimento ai valori mobiliari indicati precedentemen-
te, a valute, a tassi di interesse, a rendimenti, a merci, a indici o a
misure.

CC Valori mobiliari.
CC Strumenti del mercato monetario, che sono categorie di strumen-
ti normalmente negoziati nel mercato monetario, quali, ad es., i
buoni del tesoro, i certificati di deposito e le carte commerciali (art.
1, co. 1ter, introdotto dal MiFID).
Per strumenti finanziari si
CC Quote di un organismo di investimento collettivo del risparmio.
intendono (art. 1, co. 2, TUF,
modif. dal decreto MiFID) CC Contratti di opzione, contratti finanziari a termine standardizzati
(future), swap, accordi per scambi futuri di tassi di interesse
e altri contratti derivati connessi a valori mobiliari, valute, tassi di
interesse o rendimenti, o ad altri strumenti derivati che possono
essere regolati con consegna fisica del sottostante o con il paga-
mento di differenziali in contanti.

Capitolo 55 - Mercato mobiliare e servizi ed attivit di investimento 331

CC Contratti di opzione, contratti future, swap, accordi per scam-


bi futuri di tassi di interesse e altri contratti derivati connessi a mer-
ci il cui regolamento avviene con il pagamento di differenziali in con-
tanti o pu avvenire in tal modo a discrezione di una delle parti, con
esclusione dei casi in cui tale facolt consegue a inadempimento o
ad altro evento che determina la risoluzione del contratto.
CC Contratti di opzione, contratti future, swap e altri contratti de-
rivati connessi a merci il cui regolamento pu avvenire attraverso
la consegna del sottostante e che sono negoziati su un mercato
regolamentato e/o in un sistema multilaterale di negoziazione.
CC Contratti di opzione, contratti future, swap, contratti a termi-
ne (forward) e altri contratti derivati connessi a merci il cui rego-
lamento pu avvenire attraverso la consegna fisica del sottostan-
Per strumenti finanziari si te, che non hanno scopi commerciali, e aventi le caratteristiche di
intendono (art. 1, co. 2, TUF, altri strumenti finanziari derivati.
modif. dal decreto MiFID)
CC Strumenti derivati per il trasferimento del rischio di credito.
CC Contratti finanziari differenziali.
CC Contratti di opzione, contratti future, swap, contratti a termi-
ne sui tassi dinteresse e altri contratti derivati connessi a variabi-
li climatiche, tariffe di trasporto, quote di emissione, tassi di infla-
zione o altre statistiche economiche ufficiali, il cui regolamento av-
viene attraverso il pagamento di differenziali in contanti o pu av-
venire in tal modo a discrezione di una delle parti, con esclusione
dei casi in cui tale facolt consegue a inadempimento o ad altro
evento che determina la risoluzione del contratto, nonch altri con-
tratti derivati connessi a beni, diritti, obblighi, indici e misure, diver-
si da quelli sopra indicati, aventi le caratteristiche di altri strumen-
ti finanziari derivati.

Come si pu notare, nellambito della categoria degli strumenti finanziari, il legislatore individua la
species dei valori mobiliari, individuandoli nei valori negoziabili sul mercato dei capitali e fornendone
un catalogo aperto.
I valori mobiliari si caratterizzano per la loro attitudine alla circolazione, caratteristica che non pos-
seggono gli altri strumenti finanziari elencati nel relativo catalogo.

2 I servizi e le attivit di investimento ed il loro esercizio

Il comma 5 dellart. 1 del TUF definisce i servizi e le attivit di investimento, stabilendo che per
tali si intendono i seguenti, quando hanno ad oggetto prodotti finanziari: negoziazione per conto proprio;
esecuzione di ordini per conto dei clienti; sottoscrizione e/o collocamento con assunzione a fermo ov-
vero con assunzione di garanzia nei confronti dellemittente; gestione dei portafogli; ricezione e trasmis-
sione di ordini; consulenza in materia di investimenti; gestione di sistemi multilaterali di negoziazione.
difficile che i risparmiatori conoscano tutte le alternative accessibili per i loro investimenti e di-
sinvestimenti ed altrettanto difficile che vi sia perfetta coincidenza tra le propensioni dei risparmia-
tori e le esigenze degli operatori che ricercano risparmio per le loro attivit.
Tutto ci ha comportato la nascita e lo sviluppo degli intermediari finanziari, ossia di imprese
specializzate nella prestazione dei servizi necessari per lincontro tra domanda e offerta del risparmio
e per il suo investimento ottimale.
Nellambito degli intermediari del mercato mobiliare si distingue tra investitori istituzionali (socie-
t di gestione del risparmio, societ di investimento a capitale variabile) e imprese di investimento o
intermediari mobiliari in senso stretto (societ di intermediazione mobiliare, banche).

332 Parte Sesta - Intermediazione finanziaria e mercato mobiliare


Lesercizio professionale, CC Alle S.I.M. (societ di intermediazione mobiliare).
nei confronti del pubblico, CC Alle banche.
dei servizi e delle attivit di
CC Alle imprese di investimento comunitarie.
investimento riservato
(art. 18 del T.U. 58/1998 mo- CC Alle imprese di investimento extracomunitarie.
dificato da ultimo dal D.Lgs.
44/2014)

Inoltre, la L. 69/2009, introducendo lart. 18ter al T.U. 58/1998, ha previsto che anche le societ
per azioni o a responsabilit limitata, in possesso di adeguati requisiti patrimoniali e di indipendenza,
potranno prestare consulenza in materia di investimenti, senza detenere somme di denaro o strumen-
ti finanziari di pertinenza dei clienti, similmente a quanto gi consentito alle persone fisiche.

3 Lappello al pubblico risparmio

Le proposte di acquisto, di vendita, di scambio e di sottoscrizione, aventi ad oggetto strumenti fi-


nanziari, rivolte al pubblico dei risparmiatori, sono soggette ad una disciplina speciale relativa ai cri-
teri ed alle modalit di esecuzione di ogni operazione di investimento o disinvestimento.

Lappello al pubblico rispar- CC Offerta al pubblico di sottoscrizione e di vendita di prodotti finan-


mio pu avvenire in due for- ziari;
me, distintamente discipli- CC Offerta pubblica di acquisto o di scambio.
nate

Inoltre, oggetto dei vari tipi di offerta rivolta al pubblico dei risparmiatori non sono pi i valori mobi-
liari, ma la pi ampia categoria dei prodotti finanziari (strumenti finanziari ed ogni altra forma di investi-
mento di natura finanziaria).
Lofferta al pubblico di sottoscrizione e di vendita di prodotti finanziari, che ha sostituito la
precedente nozione di sollecitazione allinvestimento (ad opera del D.Lgs. 51/2007, il quale ha ri-
scritto con maggiore precisione e compiutezza la disciplina), consiste in ogni comunicazione rivolta
a persone, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, che presenti sufficienti informazioni sulle con-
dizioni dellofferta e dei prodotti finanziari offerti cos da mettere un investitore in grado di decide-
re di acquistare o di sottoscrivere tali prodotti finanziari, incluso il collocamento tramite soggetti abilita-
ti (art. 1, co. 1, lett. t) TUF).
Per sollecitare il pubblico allinvestimento lemittente pu, dunque, proporre la vendita (OPV: offer-
ta pubblica di vendita) o la sottoscrizione (OPS: offerta pubblica di sottoscrizione) di prodotti finanziari.
Per offerta pubblica di acquisto o di scambio si intende ogni offerta, invito a offrire o mes-
saggio promozionale, in qualsiasi forma effettuati, finalizzati allacquisto o allo scambio di pro-
dotti finanziari e rivolti a un numero di soggetti e di ammontare complessivo superiore a quelli indi-
cati nel regolamento previsto dallarticolo 100, comma 1, lettere b) e c) TUF.
Infine, opportuno segnalare che il D.Lgs. 229/2007, di attuazione della direttiva 2004/25/CE sul-
le offerte pubbliche di acquisto OPA, ha introdotto numerosi articoli (in seguito ulteriormente modifi-
cat) nel corpo del TUF, concernenti lambito applicativo, lautorit di vigilanza ed il diritto applicabile,
la clausola di reciprocit etc.
Le due specie di appello al pubblico risparmio hanno un diverso contenuto economico. Infatti,
nellofferta al pubblico di sottoscrizione e di vendita, agli oblati viene proposto di trasferire allofferen-
te una somma di denaro in cambio di prodotti finanziari gi sul mercato (offerta pubblica di vendita) o
da immettere (offerta pubblica di sottoscrizione). Nellofferta pubblica di acquisto o di scambio viene
proposto agli oblati di ricevere denaro in cambio di prodotti finanziari dagli stessi posseduti (offerta
pubblica di acquisto) o di ricevere altri prodotti finanziari in cambio di quelli che lofferente si impegna
ad acquistare (offerta pubblica di scambio).

Capitolo 55 - Mercato mobiliare e servizi ed attivit di investimento 333

4 Le SIM (Societ di intermediazione mobiliare)

Abbiamo gi visto (v. par. 2) che lart. 18 del TUF (da ultimo modificato dal D.Lgs. 44/2014) san-
cisce che lesercizio professionale, nei confronti del pubblico, dei servizi e delle attivit di investimen-
to riservato alle imprese di investimento e alle banche, intendendosi per imprese di investimento le
S.I.M. e le imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie.

CC Devono essere costituite in forma di s.p.a.


CC Devono avere un capitale versato non inferiore a quello determinato
dalla Banca dItalia.
CC I soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e con-
trollo devono avere particolari requisiti di onorabilit, professionalit
e indipendenza stabiliti con regolamento ministeriale adottato senti-
te la Consob e la Banca dItalia (artt. 13-14 del TUF, come modif. da
S.I.M. ultimo dal D.Lgs. 44/2014).
CC I titolari di partecipazioni devono avere particolari requisiti di onorabi-
lit.
CC Devono ottenere lautorizzazione della Consob, alla cui vigilanza sono
sottoposte.
CC Lart. 20 del D.Lgs. 58/1998 stabilisce che la Consob iscriva in un ap-
posito albo le S.I.M. e le imprese di investimento extracomunitarie.

Ai sensi dellart. 21 del TUF (modificato dal decreto MiFID 164/2007), nella prestazione dei servi-
zi e delle attivit di investimento ed accessori, le S.I.M. (al pari degli altri soggetti abilitati) devono:
comportarsi con diligenza, correttezza e trasparenza per servire al meglio linteresse dei clienti e
per lintegrit dei mercati;
acquisire le informazioni necessarie dai clienti e operare in modo che essi siano sempre adegua-
tamente informati;
utilizzare comunicazioni pubblicitarie e promozionali corrette, chiare e non fuorvianti;
disporre di risorse e di procedure, anche di controllo interno, idonee ad assicurare lefficiente svol-
gimento dei servizi e delle attivit.
Lart. 22 del TUF (modif. da ultimo dal D.Lgs. 44/2014) detta norme specifiche volte a mantene-
re separati i beni dei clienti da quelli dellintermediario e degli altri clienti, ai fini di salvaguardia dei di-
ritti degli investitori.
Viene sancito il principio secondo cui, nella prestazione dei servizi di investimento e accessori, gli
strumenti finanziari e le somme di denaro dei singoli clienti, a qualunque titolo detenuti dalla S.I.M., co-
stituiscono patrimonio distinto a tutti gli effetti da quello dellintermediario e da quello degli altri clienti.
Su tale patrimonio non sono ammesse azioni dei creditori dellintermediario o nellinteresse degli
stessi, n quelle dei creditori delleventuale depositario o sub-depositario.
Per quanto riguarda, poi, i contratti relativi alla prestazione dei servizi di investimento, lart. 23 del
TUF stabilisce che essi (ad eccezione del servizio di consulenza in materia di investimenti) devono
essere redatti per iscritto a pena di nullit e un esemplare deve essere consegnato ai clienti.

5 Fondi comuni di investimento

Il D.Lgs. 58/1998, come modificato da ultimo dal D.Lgs. 44/2014, identifica la gestione colletti-
va del risparmio nel servizio che si realizza attraverso la gestione di OICR e dei relativi rischi.
Nozione: i fondi comuni di investimento consentono la raccolta del risparmio per limpiego dello
stesso in beni, strumenti finanziari o altri valori. La denominazione comune deriva dal fatto che il
patrimonio del fondo una comunione indivisa di beni i cui proprietari sono i sottoscrittori di quote: co-

334 Parte Sesta - Intermediazione finanziaria e mercato mobiliare


storo affidano i propri capitali a societ di gestione del risparmio (SGR) con lincarico di procedere ad
operazioni di investimento e, in considerazione della professionalit, solvibilit e liquidit della socie-
t intermediaria, conseguono i vantaggi di essere maggiormente garantiti dai rischi che i mercati fi-
nanziari presentano.

Osservazioni

Dal 9 aprile 2014 in vigore il D.Lgs. 44/2014, che attua la direttiva 2011/61 sui gestori di fondi
di investimento alternativi (FIA). Il decreto introduce una serie di modifiche al Testo unico delle
disposizioni in materia finanziaria (D.Lgs. 58/1998) che vanno dal campo delle definizioni (art. 1
del TUF) alla gestione collettiva del risparmio.
Tra le novit degne di nota, quella riguardante la Riserva di attivit (art. 32quater del TUF), che
individua le condizioni ricorrendo le quali le societ di partecipazione finanziaria possono eserci-
tare la propria attivit senza dover osservare la disciplina sulla gestione collettiva del risparmio. In
particolare, il campo della riserva di attivit viene ridefinito escludendo, tra gli altri, le societ di par-
tecipazione finanziaria che detengono partecipazioni in una o pi imprese, con lo scopo di realiz-
zare strategie imprenditoriali di lungo periodo attraverso lesercizio del controllo, dellinfluenza no-
tevole o dei diritti derivanti da partecipazioni e che:
operano per proprio conto e le cui azioni sono ammesse alla negoziazione in un mercato re-
golamentato dellUnione europea;
non sono costituite con lo scopo principale di generare utili per i propri investitori mediante di-
sinvestimenti delle partecipazioni nelle societ controllate, sottoposte a influenza notevole o
partecipate, come comprovato dal loro bilancio e da altri documenti societari.
Altra novit riguarda lintroduzione della figura, a latere delle SICAV, delle SICAF (artt. 35bis e
segg. del TUF) quale ulteriore strumento per gestire Fondi di investimenti alternativi.

CC Fondi mobiliari.
CC Aperti.
Tipi
CC Chiusi.
CC Fondi immobiliari.

CC Ciascun fondo comune ha autonomia patrimoniale rispetto sia al patrimonio della so-
ciet di gestione sia ai singoli patrimoni degli investitori. Su tale patrimonio autonomo
non sono ammesse azioni dei creditori della societ di gestione del risparmio, n quel-
le dei creditori del depositario o del sub-depositario. La societ di gestione non pu
in nessun caso utilizzare i beni di pertinenza dei fondi gestiti (art. 36, co. 4, TUF, come
Disciplina modif. dal D.Lgs. 44/2014).
CC Le quote di partecipazione ai fondi comuni sono nominative o al portatore. La Banca
dItalia pu stabilire in via generale, sentita la Consob, le caratteristiche dei certificati
e il valore nominale unitario iniziale delle quote, tenendo conto dellesigenza di assi-
curare la portabilit delle quote (art. 36, co. 5, TUF, come modif. dal D.Lgs. 44/2014).

Il rapporto di partecipazione al fondo comune di investimento disciplinato dal regolamento del


fondo, i cui criteri di redazione sono determinati dalla Banca dItalia.
Il regolamento di ciascun fondo comune di investimento definisce le caratteristiche del fondo, ne
disciplina il funzionamento, indica il gestore e il depositario, definisce la ripartizione dei compiti tra tali
soggetti, regola i rapporti intercorrenti tra tali soggetti e i partecipanti al fondo.

Capitolo 55 - Mercato mobiliare e servizi ed attivit di investimento 335

6 Le SICAV e le SICAF
Nozione: le societ di investimento a capitale variabile sono definite dallart. 1 del TUF (in segui-
to alle modifiche intodotte D.Lgs. 44/2014) come lOicr aperto costituito in forma di societ per azio-
ni con sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo linvestimento collettivo
del patrimonio raccolto mediante lofferta al pubblico di proprie azioni. Le societ di investimento a ca-
pitale fisso, iinvece, come lOicr chiuso costituito in forma di societ per azioni a capitale fisso con
sede legale e direzione generale in Italia avente per oggetto esclusivo linvestimento collettivo del pa-
trimonio raccolto mediante lofferta di proprie azioni e di altri strumenti finanziari partecipativi.
La Banca dItalia, sentita la Consob, autorizza la costituzione delle Sicav e delle Sicaf se ricor-
rono le condizioni analiticamente dettate dal nuovo art. 35bis del TUF (introdotto dal D.Lgs. 44/2014).
Le disciplina riguardante i caratteri, il capitale, le azioni, le assemblee etc. delle SICAV e delle SICAF
dettata dagli artt. 35ter e ss. del TUF, anchessi inseriti dal D.Lgs. 44/2014.

Differenze

Le SICAV e le SICAF hanno le stesse funzioni dei fondi comuni di investimento ed in buona parte
la loro disciplina ricavata, appunto, da quella dei fondi. La principale differenza consiste nel fat-
to che, mentre nei fondi comuni linvestitore mero titolare di una partecipazione ad un fondo pa-
trimoniale amministrato da una distinta societ di gestione, nelle SICAV e nelle SICAF linvestito-
re socio della societ di gestione ed il fondo patrimoniale lo stesso patrimonio della societ.

note
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336 Parte Sesta - Intermediazione finanziaria e mercato mobiliare


Capitolo 56 Borsa e mercati regolamentati

1 Nozione

Listituzione di mercati finanziari regolamentati si ricollega tradizionalmente allesigenza di orga-


nizzare mercati efficienti per lo scambio dei titoli, apportando idonee strutture di governo e di nego-
ziazione e cos garantendo un pi sicuro e celere incontro della domanda e dellofferta, a tutela degli
emittenti e dei risparmiatori.

CC Laccesso riservato solo ad emittenti, valori e intermediari muniti di


particolari requisiti e soggetti ad obblighi di trasparenza particolar-
mente intensi.
CC Le negoziazioni sono standardizzate quanto a tipologia, quantitativi
Unesigenza siffatta ha e modalit esecutive e comunque soggette al governo e alla vigilan-
giustificato listituzione za di appositi organismi.
di mercati finanziari nei
quali CC La concentrazione (di tipo spaziale e/o temporale) degli operatori e
delle negoziazioni agevola la circolazione delle informazioni e lo scam-
bio a prezzi trasparenti.
CC prevista lintroduzione di meccanismi regolatori per evitare spinte
eccessivamente speculative.
Sono questi i dati che si pongono allorigine della borsa e dei contratti di borsa. Nel sistema vigen-
te, per, si utilizza la pi ampia nozione di mercato regolamentato, allinterno del quale sono inqua-
drate le borse che ne rappresentano la pi importante delle istituzioni. Ed proprio ai mercati regola-
mentati che si riferisce la disciplina dettata dagli articoli 60ter e ss. del D.Lgs. 58/1998 e successive
modificazioni.
Nel nostro Paese lorganizzazione dei mercati regolamentati passata, attraverso un progressi-
vo adattamento alla normativa comunitaria, da un modello pubblicistico ad una concezione privatisti-
ca di gestione. Lattivit di gestione e organizzazione degli stessi, infatti, alla quale viene espressa-
mente riconosciuto carattere di impresa, esercitata da societ per azioni, anche senza scopo di lu-
cro, denominate societ di gestione del mercato, alle quali si applicano regole e forme di vigilanza
analoghe a quelle previste per le imprese di investimento.

2 La Borsa valori

In Italia la Borsa valori stata caratterizzata da una spiccata impronta pubblicistica, configuran-
dosi come mercato organizzato di diritto pubblico che offriva un servizio pubblico in regime di mono-
polio e, come tale, era regolamentato, gestito e vigilato dalle autorit pubbliche. Questo modello pub-
blicistico ha subto una profonda trasformazione con il D.Lgs. 415/1996, che ha superato la concezio-
ne della Borsa quale servizio pubblico assicurato alla collettivit e lha inquadrata invece come impre-
sa operante in regime privatistico, sia pure sotto il controllo e la vigilanza di autorit istituzionali. In
attuazione di quanto disposto dal legislatore, il Consiglio di Borsa ha costituito con atto unilaterale del
7-2-1997 (autorizzato dalla Consob) la societ per azioni Borsa italiana s.p.a. per la gestione del-
la Borsa valori, del mercato ristretto e del mercato per le negoziazioni dei contratti futures e contratti
dopzione, riguardanti strumenti finanziari quotati in Borsa o ammessi alle negoziazioni nel mercato
ristretto e relativi indici.
Le modalit operative della Borsa sono state innovate radicalmente a partire dal 25 novembre
1991.

Capitolo 56 - Borsa e mercati regolamentati 337

Attualmente tutti i prodotti finanziari trattati sul mercato borsistico italiano (azioni, diritti di opzioni,
warrants, obbligazioni pubbliche e private, indici azionari) e tutte le tipologie di contratti ad essi relati-
ve sono negoziati col cd. sistema telematico delle Borse valori italiane, secondo modalit specifiche
per ciascuna categoria. Ci ha comportato il definitivo superamento del precedente sistema di con-
trattazione alle grida che si svolgeva in unapposita area (cd. corbeille) in cui si riunivano gli opera-
tori di Borsa.

3 Contratti di borsa

Il codice civile non contiene una disciplina specifica dei cd. contratti di borsa n provvede alla
individuazione degli stessi. La denominazione viene riferita, pertanto, ad alcuni contratti formati at-
traverso la pratica delle Borse ed originariamente regolati solo dagli usi di Borsa inquadrabili nello
schema generale della compravendita.

CC A mercato fermo, allorquando i contraenti si obbligano ad eseguirli


se condo il contenuto stabilito al momento della conclusione (cd. con-
tratti con impegni definitivi).
Tali contratti si definisco-
no CC A mercato libero, allorquando un contraente versa allaltro una som-
ma (premio) ed acquista il diritto di variare il contenuto del contratto
o di sciogliersi da esso (cd. contratti con impegni non definitivi, o a
premio).

CC A contante: e vanno eseguiti entro il termine massimo di 10 giorni


Essi, poi, possono esse- dalla stipulazione.
re CC A termine: con esecuzione differita rispetto al momento della stipu-
lazione del contratto.

3.1 Contratti a premio


Nozione: i contratti a premio sono quelli in cui uno dei contraenti, mediante il pagamento di un
compenso (premio), si riserva la facolt di recedere dal contratto o di variarne il contenuto (scegliendo
tra acquisto e vendita dei titoli, oppure raddoppiando o triplicando il quantitativo dei titoli contrattati).
Funzione: la caratteristica fondamentale di questi contratti quella di essere a rischio limitato. Ma
la limitazione di rischio valida solo per uno dei contraenti, per quello cio che acquista la facolt di
scelta e che chiamato compratore del premio.
La dichiarazione del contraente deve essere fatta nel giorno indicato nel calendario di borsa per
la risposta premi: in tale momento, il compratore del premio deve precisare se intende o meno ese-
guire il contratto e, in caso affermativo, deve precisare la quantit dei titoli che intende ritirare o con-
segnare, secondo il tipo di contratto a premio stipulato.

CC Dont.
CC Put.
Tipi CC Stellage.
CC strip.
CC strap.

I contratti a premio sono stati oggetto di una profonda modifica che si esplicata attraverso il loro
passaggio al sistema telematico ed alla liquidazione (non pi a termine ma) a contante.
I contratti a termine, con un periodo pi elevato di transizione su cui speculare, in realt hanno

338 Parte Sesta - Intermediazione finanziaria e mercato mobiliare


trovato operativit in un distinto mercato: il cosidetto mercato dei derivati, chiamato cos perch il va-
lore dei prodotti negoziati su di esso deriva dalle variazioni delle quotazioni delle attivit finanziarie di
riferimento (ad esempio lindice di borsa). Questi contratti (tecnicamente futures ed options) sono in
realt contratti differenziali poich alla scadenza comportano il pagamento di una somma di denaro
pari alla variazione dellindice di riferimento fra il giorno di conclusione del contratto e quello di sca-
denza.

4 Riporto di borsa

Nozione: il riporto di borsa si caratterizza rispetto al riporto di banca per la sua specializzazio-
ne causale (finanziamento in titoli o in valuta delle operazioni di borsa).

CC Riporto titoli: il riportatore ha necessit di ottenere un finanziamen-


to in titoli; il riportato glieli trasferisce in propriet per un determinato
prezzo ed il riportatore assume lobbligo di ritrasferirgli altrettanti tito-
li della stessa specie per un prezzo decurtato in misura pari al corri-
spettivo pattuito per il finanziamento.
Tipi
CC Riporto valuta: il riportato ha necessit di ottenere un finanziamen-
to in valuta; trasferisce titoli in propriet al riportatore per un determi-
nato prezzo e questi assume lobbligo di ritrasferirgli altrettanti titoli
della stessa specie per un prezzo incrementato in misura pari al cor-
rispettivo pattuito per il finanziamento.

In sintesi

Con il termine borsa valori si indica, nellaccezione pi ampia, il mercato dei capitali rappresen-
tati da titoli di credito: azioni, obbligazioni, titoli di Stato etc. (la borsa merci, invece, il mercato
delle merci prodotte in serie o delle derrate agricole).
Il codice civile non contiene una disciplina specifica del cd. contratto di borsa, n provvede alla in-
dividuazione dello stesso.
La denominazione viene riferita, pertanto, ad alcuni contratti formati attraverso la pratica delle
borse ed originariamente regolati solo dagli usi di borsa inquadrabili nello schema generale del-
la compravendita.
Tali contratti si definiscono a mercato fermo e a mercato libero. I contratti, inoltre, possono essere
a contante e a termine.
Contratti a premio sono, invece, i contratti a termine nei quali uno dei contraenti, verso pagamen-
to di un corrispettivo (premio), si riserva la facolt di recedere, entro un determinato termine, dal
contratto o di modificare il contenuto.
Infine, con il contratto di riporto una parte (riportato) trasferisce in propriet ad unaltra (riporta-
tore) titoli di credito di una data specie contro il pagamento di un prezzo; al tempo stesso il ripor-
tatore si obbliga a trasferire al riportato altrettanti titoli della stessa specie (obbligazione di genere)
verso rimborso del prezzo (che pu essere anche aumentato o diminuito nella misura convenuta),
alla scadenza del termine stabilito (art. 1548 c.c.).

Capitolo 56 - Borsa e mercati regolamentati 339

note
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340 Parte Sesta - Intermediazione finanziaria e mercato mobiliare


Indice
Parte Prima
Limprenditore e limpresa

Capitolo 1: Limprenditore e i caratteri dellattivit imprenditoriale

1 La nozione giuridica dimpresa...................................................................................... Pag. 7


2 Imprenditore.................................................................................................................. 7
3 Capacit allesercizio dellimpresa................................................................................ 8

Capitolo 2 : Le categorie imprenditoriali

1 Classificazione dellimpresa.......................................................................................... 9
2 Classificazione in relazione allattivit esercitata.......................................................... 9
3 Classificazione in relazione alle dimensioni.................................................................. 11
4 Classificazione in relazione alla veste che limprenditore assume allesterno.............. 12

Capitolo 3: Registro delle imprese e semplificazioni per lesercizio di attivit econo-.


miche

1 Generalit...................................................................................................................... 15
2 Disciplina....................................................................................................................... 15
3 Efficacia......................................................................................................................... 16
4 Le modalit di funzionamento previste dalle leggi speciali........................................... 16
5 La segnalazione certificata di inizio attivit (SCIA)....................................................... 17
6 La nascita e la gestione di imprese innovative: start-up............................................... 18

Capitolo 4: Limprenditore e i suoi ausiliari

1 Generalit...................................................................................................................... 21
2 Ausiliari subordinati....................................................................................................... 21

Capitolo 5: Lazienda

1 Nozione......................................................................................................................... 23
2 Natura giuridica............................................................................................................. 23
3 Elementi costitutivi........................................................................................................ 23
4 Trasferimento dellazienda............................................................................................ 24
5 Usufrutto e affitto dazienda.......................................................................................... 25

Capitolo 6: I segni distintivi dellimprenditore

1 Generalit...................................................................................................................... 27
2 Ditta............................................................................................................................... 27
3 Insegna......................................................................................................................... 27
4 Marchio......................................................................................................................... 27

Indice 343
Capitolo 7: I diritti di privativa

1 Diritto dautore............................................................................................................... Pag. 31


2 Diritto dinventore e brevetto......................................................................................... 32

Capitolo 8: Impresa familiare e azienda coniugale

1 Impresa familiare........................................................................................................... 35
2 Azienda coniugale......................................................................................................... 36
3 I patti di famiglia............................................................................................................ 37

Capitolo 9: La concorrenza fra imprese

1 Principi generali............................................................................................................. 39
2 La concorrenza sleale................................................................................................... 40
3 La disciplina antitrust..................................................................................................... 40
4 Le intese........................................................................................................................ 41

Capitolo 10: La collaborazione fra imprese

1 Il consorzio di imprese.................................................................................................. 43
2 Associazione temporanea di imprese........................................................................... 44
3 Associazione in partecipazione..................................................................................... 44
4 Gruppo europeo di interesse economico (G.E.I.E.)...................................................... 44

Parte Seconda
Il diritto delle societ

Capitolo 11: Le societ in generale

1 Nozione e natura........................................................................................................... 49
2 Elementi essenziali della societ.................................................................................. 49
3 Tipi di societ previsti dal codice................................................................................... 50
4 Autonomia patrimoniale e personalit giuridica............................................................ 50
5 Societ irregolari........................................................................................................... 51
6 Societ di fatto e societ occulte................................................................................... 51
7 Societ apparenti.......................................................................................................... 51
8 Societ fra professionisti............................................................................................... 51

Capitolo 12: La societ semplice

1 Nozione e caratteri........................................................................................................ 55
2 Lo status di socio.......................................................................................................... 55
3 Amministrazione della societ....................................................................................... 57
4 Rappresentanza............................................................................................................ 58
5 Scioglimento del rapporto sociale limitatamente ad un socio....................................... 58
6 Scioglimento della societ............................................................................................. 59
7 Liquidazione della societ............................................................................................. 59

344 Indice
Capitolo 13: La societ in nome collettivo

1 Nozione......................................................................................................................... Pag. 61
2 Caratteri........................................................................................................................ 61
3 Disciplina....................................................................................................................... 61
4 Atto costitutivo............................................................................................................... 61
5 Modificazioni dellatto costitutivo................................................................................... 62
6 Autonomia patrimoniale................................................................................................ 62
7 Capitale sociale............................................................................................................. 63
8 Divieto di concorrenza dei soci (art. 2301 c.c.)............................................................. 63
9 Amministrazione e rappresentanza............................................................................... 63
10 Scioglimento, liquidazione e cancellazione................................................................... 64

Capitolo 14: La societ in accomandita semplice

1 Nozione......................................................................................................................... 65
2 Disciplina....................................................................................................................... 65
3 Ragione sociale............................................................................................................. 65
4 Amministrazione............................................................................................................ 65
5 Trasferimento di quota.................................................................................................. 66
6 Scioglimento e liquidazione........................................................................................... 66

Capitolo 15: La societ per azioni: generalit, nozione e costituzione

1 Generalit e nozione..................................................................................................... 69
2 La costituzione della s.p.a............................................................................................. 70
3 La nullit della societ................................................................................................... 72
4 La s.p.a. con un unico azionista.................................................................................... 72
5 I patti parasociali........................................................................................................... 73
6 Collegamenti tra societ................................................................................................ 73

Capitolo 16: I soci e le azioni

1 La qualit di socio......................................................................................................... 79
2 Le azioni e gli altri strumenti finanziari partecipativi...................................................... 82

Capitolo 17: Lelemento patrimoniale e il bilancio

1 Patrimonio e capitale sociale........................................................................................ 87


2 I fondi di riserva............................................................................................................. 87
3 Il bilancio di esercizio.................................................................................................... 88
4 Bilancio in forma abbreviata.......................................................................................... 92
5 Il bilancio consolidato.................................................................................................... 92
6 La distribuzione degli utili ai soci................................................................................... 93
7 La tutela dellintegrit del capitale sociale e della riserva legale................................... 93
8 Acquisto e sottoscrizione delle proprie azioni............................................................... 94
9 Variazioni del capitale sociale....................................................................................... 96
10 Le obbligazioni.............................................................................................................. 98

Indice 345
Capitolo 18: Lassemblea dei soci

1 Generalit...................................................................................................................... Pag. 103


2 Convocazione............................................................................................................... 104
3 Costituzione dellassemblea: intervento, votazione e rappresentanza......................... 106
4 Invalidit delle delibere e loro impugnativa................................................................... 108

Capitolo 19: Lattivit amministrativa e di controllo

1 Generalit...................................................................................................................... 113
2 Il sistema tradizionale di amministrazione e controllo................................................... 113
3 Gli amministratori.......................................................................................................... 113
4 Il collegio sindacale....................................................................................................... 117
5 La revisione legale dei conti.......................................................................................... 119
6 Il sistema dualistico....................................................................................................... 121
7 Il sistema monistico....................................................................................................... 122
8 Lintervento dellautorit giudiziaria............................................................................... 123

Capitolo 20: I patrimoni destinati ad uno specifico affare

1 Generalit...................................................................................................................... 127
2 I patrimoni destinati ad uno specifico affare.................................................................. 127
3 I finanziamenti destinati ad uno specifico affare........................................................... 128

Capitolo 21: La societ in accomandita per azioni

1 Nozione e caratteri........................................................................................................ 131


2 La disciplina giuridica.................................................................................................... 131
3 La posizione di socio accomandante e accomandatario............................................... 132
4 Gli altri organi sociali..................................................................................................... 133
5 Scioglimento della societ............................................................................................. 133

Capitolo 22: La societ a responsabilit limitata

1 Generalit e nozione..................................................................................................... 135


2 Costituzione della s.r.l................................................................................................... 135
3 La s.r.l. unipersonale..................................................................................................... 136
4 La s.r.l. semplificata....................................................................................................... 137
5 Le partecipazioni della s.r.l............................................................................................ 138
6 Diritti dei soci................................................................................................................. 139
7 Gli obblighi dei soci: il conferimento.............................................................................. 139
8 Cessazione della qualit di socio.................................................................................. 140
9 Lelemento patrimoniale della societ........................................................................... 141
10 Le decisioni dei soci...................................................................................................... 142
11 Gli organi di amministrazione e di controllo.................................................................. 144

Capitolo 23: Le societ cooperative e le mutue assicuratrici

1 Caratteri generali........................................................................................................... 149

346 Indice
2 Societ cooperative....................................................................................................... Pag. 149
3 Societ di mutua assicurazione.................................................................................... 154
4 Cooperative sociali........................................................................................................ 155
5 Limpresa sociale........................................................................................................... 155

Capitolo 24: Lestinzione della societ

1 Caratteri generali........................................................................................................... 159


2 Cause di scioglimento................................................................................................... 159
3 Accertamento e pubblicit delle cause di scioglimento................................................. 160
4 Il procedimento di liquidazione...................................................................................... 160
5 I liquidatori..................................................................................................................... 161
6 Il momento estintivo...................................................................................................... 162
7 La revoca della liquidazione (art. 2487ter c.c.)............................................................. 162

Capitolo 25: Trasformazione, fusione e scissione della societ

1 La trasformazione......................................................................................................... 165
2 La fusione...................................................................................................................... 167
3 La scissione.................................................................................................................. 170

Parte Terza
I contratti commerciali

Capitolo 26: La compravendita

1 Nozione, natura giuridica e requisiti.............................................................................. 175


2 Obblighi del venditore................................................................................................... 175
3 Obblighi del compratore................................................................................................ 177
4 Vendita di beni immobili................................................................................................ 178
5 Vendita di beni mobili.................................................................................................... 178
6 Vendita con efficacia obbligatoria.................................................................................. 179
7 La tutela del consumatore: vendite concluse fuori dalle sedi commerciali, clausole
vessatorie e vendite a distanza..................................................................................... 181
8 Tipi di vendita rispetto alla qualit delloggetto.............................................................. 185
9 Vendita con patto di riscatto.......................................................................................... 185

Capitolo 27: La permuta, il contratto estimatorio e il riporto

1 La permuta.................................................................................................................... 187
2 Il contratto estimatorio................................................................................................... 187
3 Il riporto......................................................................................................................... 188

Capitolo 28: La somministrazione

1 Nozione e natura giuridica............................................................................................ 191


2 Disciplina....................................................................................................................... 191
3 La clausola di esclusiva e il patto di preferenza............................................................ 192

Indice 347
Capitolo 29: Il franchising

1 Nozione e natura giuridica............................................................................................ Pag. 193


2 Disciplina....................................................................................................................... 193

Capitolo 30: Lappalto e la subfornitura

1 Nozione e natura giuridica............................................................................................ 195


2 Attivit dellappaltatore.................................................................................................. 195
3 Attivit del committente................................................................................................. 196
4 Estinzione dellappalto.................................................................................................. 196
5 La subfornitura nelle attivit produttive......................................................................... 197

Capitolo 31: Il trasporto e i contratti di viaggio

1 Nozione e natura giuridica............................................................................................ 201


2 Trasporto di persone..................................................................................................... 201
3 Trasporto di cose.......................................................................................................... 202
4 Pubblici servizi di linea.................................................................................................. 204
5 I contratti di viaggio....................................................................................................... 204

Capitolo 32: Il deposito e il contratto dalbergo

1 Il deposito...................................................................................................................... 207
2 Il deposito irregolare...................................................................................................... 207
3 Il deposito nei magazzini generali................................................................................. 208
4 Il contratto di posteggio................................................................................................. 208
5 Il contratto dalbergo...................................................................................................... 209

Capitolo 33: Il mandato, la spedizione e la commissione

1 Il mandato..................................................................................................................... 211
2 La spedizione................................................................................................................ 213
3 La commissione............................................................................................................ 214

Capitolo 34: Lagenzia e la mediazione

1 Lagenzia....................................................................................................................... 215
2 La mediazione............................................................................................................... 217

Capitolo 35: Il mutuo e il credito al consumo

1 Nozione e natura giuridica............................................................................................ 221


2 Disciplina....................................................................................................................... 221
3 Mutuo di scopo e mutuo garantito................................................................................. 221
4 Il credito al consumo..................................................................................................... 222

348 Indice
Capitolo 36: Il comodato

1 Nozione e natura giuridica............................................................................................ Pag. 225


2 Disciplina....................................................................................................................... 225

Capitolo 37: Il conto corrente

1 Nozione......................................................................................................................... 227
2 Disciplina....................................................................................................................... 227
3 Scioglimento del contratto............................................................................................. 228

Capitolo 38: I contratti bancari

1 Le attivit bancarie........................................................................................................ 229


2 I contratti bancari........................................................................................................... 229
3 Il deposito bancario....................................................................................................... 231
4 Apertura di credito bancario.......................................................................................... 232
5 Le operazioni bancarie in conto corrente e il conto corrente bancario.......................... 233
6 Anticipazione bancaria.................................................................................................. 235
7 Lo sconto....................................................................................................................... 235
8 Le operazioni accessorie.............................................................................................. 236

Capitolo 39: Il contratto di assicurazione

1 Nozione......................................................................................................................... 239
2 Limpresa di assicurazione............................................................................................ 239
3 Il contratto di assicurazione........................................................................................... 239
4 Forme peculiari di assicurazione................................................................................... 240
5 Lassicurazione contro i danni....................................................................................... 241
6 Lassicurazione della responsabilit civile..................................................................... 242
7 Lassicurazione sulla vita............................................................................................... 242
8 Misure a favore della concorrenza e della tutela del consumatore nel mercato assi-
curativo.......................................................................................................................... 242
9 Lassicurazione infortuni................................................................................................ 243
10 La riassicurazione......................................................................................................... 243

Capitolo 40: I contratti atipici e la cartolarizzazione dei crediti

1 Il leasing........................................................................................................................ 245
2 Il factoring...................................................................................................................... 247
3 La cartolarizzazione dei crediti...................................................................................... 249
4 Il forfaiting...................................................................................................................... 250
5 Il contratto di engineering.............................................................................................. 250
6 Il catering....................................................................................................................... 251

Indice 349
Parte Quarta
I titoli di credito

Capitolo 1: I titoli di credito in generale

1 Principi generali............................................................................................................. Pag. 255


2 Caratteri........................................................................................................................ 255
3 Classificazioni............................................................................................................... 256
4 Figure simili................................................................................................................... 257
5 Titoli atipici.................................................................................................................... 257
6 Eccezioni opponibili dal debitore cartolare.................................................................... 257
7 Ammortamento.............................................................................................................. 258

Capitolo 42: La cambiale

1 Generalit...................................................................................................................... 259
2 Obbligazioni cambiarie.................................................................................................. 260
3 Accettazione della tratta................................................................................................ 261
4 Girata............................................................................................................................ 261
5 Avallo............................................................................................................................ 261
6 Forme di garanzia extracambiaria................................................................................. 262
7 Le azioni........................................................................................................................ 262
8 La cambiale finanziaria................................................................................................. 263

Capitolo 43: Lassegno bancario

1 Nozione......................................................................................................................... 265
2 Requisiti, presupposti e disciplina................................................................................. 265
3 Circolazione.................................................................................................................. 266
4 Pagamento.................................................................................................................... 266

Capitolo 44: Lassegno circolare

1 Generalit...................................................................................................................... 269
2 Presupposti, requisiti e disciplina.................................................................................. 269

Capitolo 45: Gli altri titoli di credito

1 Titoli rappresentativi...................................................................................................... 271


2 Titoli speciali dellistituto di emissione........................................................................... 272
3 Titoli speciali del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia............................................... 272

Parte Quinta
Le procedure concorsuali

Capitolo 46: Le procedure concorsuali: generalit

1 Nozione......................................................................................................................... 275
2 Caratteri........................................................................................................................ 275

350 Indice
Capitolo 47: Il fallimento

1 Nozione......................................................................................................................... Pag. 277


2 Presupposti................................................................................................................... 277
3 Assoggettabilit al fallimento......................................................................................... 278
4 Il fallimento dellimpresa collettiva................................................................................. 279

Capitolo 48: La dichiarazione di fallimento

1 Iniziativa........................................................................................................................ 281
2 Sentenza dichiarativa di fallimento................................................................................ 281
3 Provvedimento che respinge listanza di fallimento...................................................... 283
4 Effetti della sentenza dichiarativa di fallimento............................................................. 283

Capitolo 49: Gli organi preposti al fallimento

1 Il tribunale fallimentare.................................................................................................. 291


2 Il giudice delegato......................................................................................................... 291
3 Il curatore...................................................................................................................... 292
4 Il comitato dei creditori.................................................................................................. 293

Capitolo 50: La procedura fallimentare

1 Generalit...................................................................................................................... 295
2 La conservazione e lamministrazione del patrimonio del fallito................................... 295
3 Laccertamento del passivo........................................................................................... 295
4 La liquidazione dellattivo.............................................................................................. 297
5 Il riparto dellattivo......................................................................................................... 298
6 Cessazione della procedura fallimentare...................................................................... 298
7 Lesdebitazione del fallito.............................................................................................. 301

Capitolo 51: Concordato preventivo e crisi da sovraindebitamento

1 Nozione......................................................................................................................... 305
2 Presupposti per lammissione....................................................................................... 305
3 Organi........................................................................................................................... 306
4 Effetti............................................................................................................................. 306
5 Procedura...................................................................................................................... 307
6 Le ulteriori modifiche apportate dal decreto crescita..................................................... 309
7 Risoluzione e annullamento del concordato................................................................. 311
8 Accordi di ristrutturazione dei debiti.............................................................................. 311
9 La procedura di composizione delle crisi da sovraindebitamento................................. 312

Capitolo 52: La soppressa amministrazione controllata

1 Nozione......................................................................................................................... 317
2 Condizioni..................................................................................................................... 317
3 Procedimento ed effetti................................................................................................. 317
4 Chiusura........................................................................................................................ 318

Indice 351
Capitolo 53: La liquidazione coatta amministrativa

1 Nozione......................................................................................................................... Pag. 319


2 Condizioni..................................................................................................................... 319
3 Organi........................................................................................................................... 319
4 Disciplina....................................................................................................................... 320

Capitolo 54: Lamministrazione straordinaria delle grandi imprese in stato di insol-


venza

1 Nozione......................................................................................................................... 323
2 Condizioni..................................................................................................................... 323
3 Organi e procedura....................................................................................................... 323
4 La procedura durgenza per il risanamento aziendale: le modifiche al decreto Marzano..

Parte Sesta
Intermediazione finanziaria
e mercato mobiliare

Capitolo 55: Mercato mobiliare e servizi ed attivit di investimento

1 Il mercato mobiliare....................................................................................................... 331


2 I servizi e le attivit di investimento ed il loro esercizio................................................. 332
3 Lappello al pubblico risparmio...................................................................................... 333
4 Le SIM (Societ di intermediazione mobiliare).............................................................. 334
5 Fondi comuni di investimento........................................................................................ 334
6 Le SICAV e le SICAF.................................................................................................... 336

Capitolo 56: Borsa e mercati regolamentati

1 Nozione......................................................................................................................... 337
2 La Borsa valori.............................................................................................................. 337
3 Contratti di borsa........................................................................................................... 338
4 Riporto di borsa............................................................................................................. 339

352 Indice
S TA C C A B I L I

DI DIRITTO COMMERCIALE

Questo volume, realizzato per facilitare lo studio, la memorizza-


zione e il ripasso, risponde ad una duplice esigenza pratica,
in quanto le schede sinottiche in esso contenute:
U possono essere consultate di pari passo con la lettura del manua-
le istituzionale per avere un quadro riassuntivo e sistematico
della disciplina, nonch le denizioni dei principali istituti;
U possono essere staccate ed inserite sia nel volume adottato
che nelle spirali del blocco degli appunti presi durante i corsi.
Si consiglia, prima di ogni lezione, di dare una rapida lettura alle
schede per iniziare a familiarizzare con gli argomenti che saranno
trattati dal docente.

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