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DL50 sta per "Dose Letale 50" (in inglese LD50 da "Lethal Dose 50") e si riferisce alla
dose di una sostanza, somministrata in una volta sola, in grado di uccidere il 50% (cio la
met) di una popolazione campione di cavie (generalmente ratti, ma anche
altri mammiferi come cani, quando il test riguarda la tossicit nell'uomo). Oggi questo
parametro tossicologico non pi in uso per motivi etici ed economici.[ Un farmaco si
considera facilmente maneggevole, quando, modificando le dosi non ho effetti collaterali
rilevanti.
La maneggevolezza di un farmaco si valuta con lindice terapeutico : il rapporto tra la dose
a cui il farmaco letale e la dose del farmaco che ha effetto.
Quindi : LD50 / ED50
placebo una terapia o una sostanza prive di principi attivi specifici, ma che sono
amministrate come se avessero veramente propriet curative o farmacologiche. Lo stato
di salute del paziente che ha accesso a tale trattamento pu migliorare, a condizione che il
paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Questo miglioramento indotto dalle
aspettative positive del paziente detto "effetto placebo".
Nel caso di una terapia con principi attivi specifici, l'effetto imputabile alle aspettative del
paziente pu sovrapporsi e aggiungersi all'effetto diretto della terapia: per distinguere tra
l'effetto placebo e l'effetto diretto della terapia bisogna ricorrere a studi clinici controllati.
In particolare, nella sperimentazione clinica, un nuovo farmaco si giudica efficace solo se
d risultati significativamente diversi da un placebo[1]. La sperimentazione circa l'effetto
placebo avviene in doppio cieco, cio dove n chi compie il test - medico - n il paziente
sono al corrente di quale sia il farmaco e quale il placebo.
n 1979, the FDA established five letter risk categories - A, B, C, D or X - to
indicate the potential of a drug to cause birth defects if used during
pregnancy. The categories were determined by assessing the reliability of
documentation and the risk to benefit ratio. These categories did not take
into account any risks from pharmaceutical agents or their metabolites in
breast milk. In the drug product label, this information was found in the
section Use in Specific Populations.
The former pregnancy categories, which still may be found in some
package inserts, were as follows:
Category A
Adequate and well-controlled studies have failed to demonstrate a risk to
the fetus in the first trimester of pregnancy (and there is no evidence of
risk in later trimesters).
Example drugs or substances: levothyroxine, folic acid, liothyronine
Category B
Animal reproduction studies have failed to demonstrate a risk to the fetus
and there are no adequate and well-controlled studies in pregnant women.
Example
drugs: metformin, hydrochlorothiazide, cyclobenzaprine, amoxicilli
n, pantoprazole
Category C
Animal reproduction studies have shown an adverse effect on the fetus
and there are no adequate and well-controlled studies in humans, but
potential benefits may warrant use of the drug in pregnant women despite
potential risks.
Example drugs: tramadol, gabapentin, amlodipine, trazodone
Category D
There is positive evidence of human fetal risk based on adverse reaction
data from investigational or marketing experience or studies in humans,
but potential benefits may warrant use of the drug in pregnant women
despite potential risks.
Example
drugs: lisinopril, alprazolam, losartan, clonazepam, lorazepam
Category X
Studies in animals or humans have demonstrated fetal abnormalities
and/or there is positive evidence of human fetal risk based on adverse
reaction data from investigational or marketing experience, and the risks
involved in use of the drug in pregnant women clearly outweigh potential
benefits.
Example
drugs: atorvastatin, simvastatin, warfarin, methotrexate, finasterid
e
Gli studi clinici controllati randomizzati (randomized controlled trial, RCT) sono studi
sperimentali che permettono di valutare l'efficacia di uno specifico
trattamento in una determinata popolazione.
Con il termine trattamento si intendono convenzionalmente non solo le terapie, ma
tutti gli interventi (diagnostici, di screening, di educazione sanitaria) o anche
l'assenza di intervento.
La randomizzazione da sola non garantisce per che i gruppi cos generati siano
perfettamente identici e che le differenze osservate non siano dovute a
sbilanciamenti casuali tra i gruppi. L'analisi statistica tiene conto di questa
possibilit e la quantifica nella presentazione dei risultati.
E' importante che l'analisi dei dati venga effettuata su tutti i soggetti inizialmente
reclutati e che nessun paziente sia escluso dallo studio. E' infatti possibile che alcuni
pazienti ammessi allo studio e assegnati ad uno dei trattamenti manifestino sintomi
o condizioni tali da ritenere necessari la sospensione o il cambio del trattamento
(aggravamento della malattia, intollerabilit o tossicit del farmaco...). Anche le
informazioni riguardanti chi non ha seguito il protocollo, o chi si ritirato dallo
studio, devono essere comprese nell'analisi finale dei dati.
Esiste un generale consenso nei confronti dell'analisi effettuata secondo il principio
dell'intenzione al trattamento (intention to treat), per cui i pazienti sono valutati in
base al gruppo a cui erano stati originariamente assegnati, indipendentemente dal
completamento o meno del trattamento previsto (ci che si confronta l'intenzione
di trattare). Questo principio permette di valutare l'efficacia del trattamento nelle
condizioni reali, nelle quali il paziente potrebbe non aderire al trattamento che gli
stato assegnato. L'analisi dei dati in base al trattamento effettivamente ricevuto dai
pazienti che hanno portato a termine la sperimentazione (per protocol) valuta invece
l'efficacia del trattamento in condizioni ideali di compliance. In pratica: un
trattamento potrebbe essere molto efficace, ma produrre anche un elevato numero
di abbandoni a causa degli effetti collaterali. L'analisi intention to treat permette di
rilevare e quantificare questo aspetto (che invece non emergerebbe nell'analisi per
protocol), ridimensionando l'efficacia complessiva e l'applicabilit del trattamento.
Esistono infine problemi connessi alle modalit di presentazione dei risultati degli
studi in letteratura. Una insufficiente quantit e qualit delle informazioni contenute
negli articoli pu non consentire al lettore una valutazione critica della validit dello
studio, anche ai fini dell'applicabilit dei risultati alla propria pratica clinica. Le
principali riviste scientifiche, nelle norme per gli autori, obbligano gli stessi ad una
puntuale descrizione del disegno dello studio. Nel 1996 un gruppo internazionale di
epidemiologi clinici, statistici ed editori ha elaborato le raccomandazioni racchiuse
nel documento CONSORT (Consolidated Standards of Reporting Trials), allo scopo di
assistere gli autori nella presentazione dei loro studi clinici, ma anche di assicurare
al lettore le informazioni indispensabili per la valutazione e la interpretazione dei
risultati.
Il documento CONSORT, ulteriormente revisionato nel 1999, comprende una check-
list di 22 punti che, dal titolo alla discussione, definiscono i requisiti standard
essenziali per la presentazione di RCT. Prevede inoltre un diagramma di flusso
(disponibile in traduzione italiana in calce alla pagina) per documentare, in modo
trasparente, la progressione dei soggetti inclusi nello studio attraverso le varie fasi
della sperimentazione, a partire dall'arruolamento e fino al termine del loro
coinvolgimento. Nel sito Consort-statement.org possibile accedere alla versione
integrale del documento, del quale prevista una prossima versione in italiano.
terapia diab inisipido si avvale di diuretici tiazidicie vasopressina per spray nasale
Compartimento
Sostanza Vd Comportamento
corporeo
Molto polare (es. Blue 3,3 Non passa le membrane delle cellule
Plasma
Evans) litri endoteliali e non esce dal plasma
Idrosolubile 12 Passa nell'interstizio ma non entra nelle
Acqua extracellulare
(es. mannitolo) litri cellule
Liposolubile 42 Passa senza problemi tutte le membrane
Acqua totale
(es. cloramfenicolo) litri cellulari
Molto liposolubile 330 Lega le proteine plasmatiche e si
Vd apparente
(es. metoprololo) litri deposita nel tessuto adiposo
'assorbimento la prima fase del viaggio di un farmaco all'interno del nostro organismo;
consiste nel passaggio del medicinale dal sito di somministrazione al circolo sanguigno. Ma
che cosa deve attraversare la nostra sostanza per arrivare al sangue? Principalmente deve
oltrepassare delle membrane cellulari.
Una membrana cellulare non altro che un doppio strato fosfolipidico all'interno del quale
ci sono incastrate delle proteine che possono assumere diverse funzioni. Una sostanza che
deve attraversare la membrana cellulare dev'essere in grado di solubilizzarsi totalmente, o
almeno in parte, in una fase oleosa. Quindi se una molecola molto polare non riesce a
disciogliersi bene nella fase oleosa, di conseguenza non oltrepassa la membrana cellulare.
Se invece la molecola lipofila viene intrappolata nella membrana fosfolipidica; per ovviare
a questi inconvenienti una soluzione dovr possedere sia caratteristiche lipofile che idrofile,
tanto da permettere alla molecola del farmaco di passare lo strato fosfolipidico, ma anche
di restare all'interno della cellula in un ambiente di natura acquosa (liquido intracellulare).
Una molecola, per passare attraverso una membrana cellulare, pu usufruire di diverse vie:
FILTRAZIONE. La filtrazione la via di distribuzione pi facile e le molecole
riescono a passare attraverso dei pori delimitati da proteine presenti nella membrana.
Il passaggio pu avvenire solo se le molecole sono piccole ed idrofile. Questa via la
pi facile, per anche la meno utilizzata. Viene sfruttata soprattutto dagli ioni.
DIFFUSIONE PASSIVA. la via principalmente utilizzata dai farmaci. Il medicinale
attraversa il doppio foglietto fosfolipidico della membrana perch ha delle
caratteristiche di liposolubilit tali da passare dal liquido extracellulare all'interno
della membrana e dall'interno della membrana al liquido intracellulare. Il prodotto
farmaceutico riesce a passare perch ha molta affinit con le componenti della
membrana. La diffusione passiva perch le molecole riescono a passare dalla parte
pi concentrata della membrana alla parte meno concentrata senza utilizzare
particolari forme di energia. Questa diffusione avviene secondo gradiente di
concentrazione. Da ricordare che le molecole devono avere un certo grado di lipofilia
per riuscire a passare senza problemi la membrana cellulare.
TRASPORTO SPECIALIZZATO. Questo trasporto caratterizzato dall'utilizzo di
particolari carriers. Questi trasportatori funzionano come delle "navette" che
caricano il farmaco sul lato esterno della membrana e lo trasportano sul lato interno.
Una volta che lo hanno depositato all'interno ritornano a disposizione sul lato
esterno per riagganciare una nuova molecola di medicinale. Quindi, in poche parole,
sono dei trasportatori in grado di veicolare una molecola da una parte all'altra della
membrana. Questo sistema pu funzionare passivamente (rispettando il gradiente di
concentrazione), ma nella maggior parte dei casi i trasportatori richiedono energia
sotto forma di ATP.
PINOCITOSI. Il metodo della pinocitosi viene utilizzato in particolari casi:
con molecole che non presentano dei carriers specifici per il trasporto;
con molecole molto grosse, che di conseguenza non riescono ad usufruire
della diffusione passiva.
Diffusione passiva
Analizziamo ora nello specifico la diffusione passiva. Questa via possiede dei parametri che
dipendono dalle caratteristiche chimico-fisiche della molecola e dalle caratteristiche
fisiologiche, anatomiche e patologiche del paziente.
Tra le caratteristiche chimico-fisiche della molecola troviamo:
PESO MOLECOLARE (PM), consiste nell'ingombro sterico; rappresenta cio le
dimensioni di una determinata sostanza. Maggiore sar il peso molecolare, pi
ostacolata sar la diffusione passiva (pi grossa la sostanza pi far fatica ad
attraversare la membrana). Il peso molecolare quindi inversamente proporzionale
alla capacit di diffusione passiva.
IL GRADO DI DISSOLUBILIT cio la capacit del principio attivo di sciogliersi nel
liquido extracellulare. Pi rapidamente la molecola si scioglier nel liquido
extracellulare e pi rapidamente sar messa a disposizione per il passaggio attraverso
la membrana.
Ad esempio se noi prendiamo uno sciroppo dove troviamo il principio attivo gi
disciolto, questo passer pi velocemente attraverso la membrana rispetto al
principio attivo che si trover in una capsula o in una compressa. La velocit di
assorbimento sar proporzionale alla capacit di dissoluzione.
DIFFUSIBILIT un termine che a sua volta include altri parametri e il tutto viene
spiegato con la LEGGE DI FICK.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/assorbimento-farmaci-12.html
Propriet Chimiche
natura chimica
peso molecolare
solubilit
coefficiente di ripartizione
Variabili Fisiologiche
mobilit gastrica
presenza di cibo nello stomaco
pH nel sito di assorbimento
area della superficie assorbente
flusso ematico
eliminazione presistemica
VELOCIT DI ASSORBIMENTO
Tratto da http://www.my-
personaltrainer.it/farmacologia/velocita-
assorbimento-112.html ome anticipato nel
precedente articolo, spesso i farmaci sono acidi
deboli o basi deboli. Un acido debole o una base
debole si trova in equilibrio con la sua forma
indissociata e la sua forma dissociata.
AH H+ A-
La forma AH, quindi la forma indissociata, apolare
ed quindi favorevole all'assorbimento perch
molto lipofila. La forma dissociata quella
meno lipofila, quindi l'assorbimento sar pi difficile.
Se prevale la forma indissociata sar quindi favorito
il passaggio della membrana attraverso diffusione
passiva.
ovvero
Esempio numero 1
pH ambiente = 7
pKa del farmaco = 7
con questi due dati ora risolviamo la formula di Henderson-Hasselbach
[A-]/[AH] = 10(pH - pKa) = 10(7 - 7) = 100 = 1
Esempio numero 2
pH ambiente = 6
pKa del farmaco = 7
con questi due dati ora risolviamo la formula di Henderson-Hasselbach
[A-]/[AH] = 10(pH - pKa) = 10(6 - 7) = 10-1 = 1/10
In questo esempio possiamo dire che prevale la forma indissociata, quindi
maggiormente lipofila e facile da assorbire.
Esempio numero 3
pH ambiente = 8
pKa del farmaco = 7
con questi due dati ora risolviamo la formula di Henderson-Hasselbach
[A-]/[AH] = 10(pH - pKa) = 10(8 - 7) = 101 = 10
In questo esempio possiamo dire che prevale la forma dissociata, quindi pi
polare e di difficile assorbimento.
Pi alto il valore di [AH] e maggiore la parte lipofila, quindi maggiormente
assorbibile. Lo abbiamo riscontrato nell'esempio numero 2. Inoltre possiamo dire
che pi l'esponente negativo pi la molecola sar lipofila, invece pi
l'esponente positivo, pi la molecola polare.
Gli esempio precedenti applicavano la regola con un pH 6-7 e 8 e una pKa uguale a 7. Ora
prendiamo in considerazione la molecola di acido Acetilsalicilico (Aspirina) e analizziamo il
suo comportamento sia in ambiente neutro sia in ambiente acido.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/assorbimento-farmaci-13.html
Legame di un farmaco alle proteine plasmatiche
La distribuzione una serie di fenomeni alla base del trasferimento di un farmaco in tutti i
compartimenti del nostro organismo, fino a raggiungere il sito bersaglio. I principali
compartimenti acquosi in cui il farmaco si pu distribuire sono:
PLASMA
LIQUIDOEXTRACELLULARE
LIQUIDOINTRACELLULARE
Il farmaco, una volta entrato nel sangue, non libero, ma si trova legato a delle proteine
plasmatiche (globuline e albumine). I farmaci con caratteristiche acide si legano alle
albumine. Quelli con caratteristiche basiche si legano alle globuline.
Il legame farmaco/proteine plasmatiche pu essere un fattore molto importante per la
distribuzione del farmaco. L'interazione tra farmaco e proteina plasmatica pu essere
debole (esempio legami elettrostatici, forze di Van der Waals e legami ad idrogeno), ma
anche forte. Se il legame preso in considerazione debole, il farmaco si stacca facilmente
dalla proteina plasmatica, esce dal torrente circolatorio e raggiunge il sito bersaglio. Se
invece il legame tra molecola e proteina plasmatica molto stabile, il farmaco non riesce a
staccarsi dalla proteina stessa; di conseguenza non in grado di espletare la sua attivit sul
sito bersaglio.
Un altro motivo per cui il farmaco rimane nel sangue e non viene distribuito, quello di non
possedere caratteristiche chimico-fisiche idonee all'assorbimento.
F+P FP
Si parla sempre di legame tra proteine plasmatiche e farmaco, per esiste la possibilit che
il farmaco sia presente in concentrazioni nettamente superiori alle proteine plasmatiche. La
cosa pi logica che si andr a creare una competizione tra sostanza e proteina; questa
competizione potr quindi modificare l'effetto del farmaco durante delle terapie
farmacologiche multiple. L'esempio pi noto quello tra Aspirina e anticoagulanti orali.
Gli anticoagulanti orali hanno un indice terapeutico basso e hanno effetti sullo sviluppo
dell'embrione (teratogenesi). Questi farmaci vengono somministrati in pazienti che
presentano problemi cardiocircolatori o che hanno subto interventi chirurgici. La cosa
fondamentale per questi pazienti mantenere il proprio sangue "liquido" per impedire la
formazione di coaguli anomali. Tutti i pazienti che fanno uso di questi anticoagulanti sono
sempre sotto lo stretto controllo di un medico, il quale provvede a calibrare la dose di
anticoagulante in base alle esigenze di ogni paziente (questo spiega la pericolosit di tali
farmaci). Supponiamo che un paziente sotto cura con un anticoagulante presenti un
lieve mal di testa e assuma spontaneamente una compressa di Aspirina per alleviarlo.
Cosa succede?
L'acido acetilsalicilico ha un'affinit con le proteine plasmatiche del 98%, quindi va a
posizionarsi al posto dell'anticoagulante nel sito di legame (spiazzamento). La competizione
tra anticoagulante ed Aspirina provoca quindi un improvviso aumento della
concentrazione plasmatica dell'anticoagulante in forma libera, con il possibile rischio di una
crisi emorragica.
Farmaci di I classe
Se la dose del farmaco inferiore alla capacit di legame dell'albumina. I siti di
legame sono in eccesso rispetto al farmaco disponibile e la quota di farmaco
legata alta (maggior parte dei composti clinici)
Farmaci di classe II
Il farmaco somministarto in dosi molto superiori al. numero dei siti di legame
dell'albumina. Quota relativa al farmaco libero alta
Spiazzamento dei farmaci
Farmaco di classe I (tolbutamide, sulfaniluree insulina) si trova al 95% legato e
5% libero. Se viene somministrato un farmaco di classe II (sulfamidico), questo
spiazza la tolbutamide causando un rapido aumento plasmatico (n.b. La
concentrazione plasmatica di tolbutamide non rimane elevata perch il farmaco
esce dal plasma verso il liquido interstiziale)
Il volume totale di acqua corporea di 42 LITRI, rappresentato dalla somma di tutti e tre i
volumi dei compartimenti acquosi dell'organismo.
Per determinare questi volumi si dovuta eseguire una determinazione sperimentale che
consiste in una iniezione endovenosa di una quantit nota di una sostanza (inulina, blu di
Evans, urea o D2O). Dopo questo primo passaggio, si esegue un prelievo di sangue e si va a
calcolare il volume e la concentrazione plasmatica delle sostanze iniettate.
Dal rapporto tra la dose somministrata e la concentrazione plasmatica misurata dopo un
certo tempo, si ricava il VOLUME APPARENTE DI DISTRIBUZIONE. Il volume apparente
di distribuzione (Vd) di un farmaco il volume teorico di acqua corporea richiesto per
contenere la quantit di un farmaco presente nell'organismo, supponendo che la sua
concentrazione sia ovunque uniforme e pari alla concentrazione plasmatica.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/barriera-ematoencefalica-16.html
A livello sistema nervoso centrale (SNC) ci sono due tipi di barriere. La prima la BEE
(Barriera Emato-Encefalica), che impedisce alle sostanze presenti nel sangue arterioso di
passare nel liquido extracellulare cerebrale, quindi di raggiungere il tessuto nervoso. La
seconda la barriera Emato-Liquorale, che impedisce il passaggio delle sostanze dai capillari
cerebrali di tipo arterioso al liquor cerebrospinale. Quest'ultimo viene prodotto nei plessi
corioidei e i capillari sanguigni che arrivano a livello di tali plessi possono rilasciare le
sostanze all'interno del ventricolo dove scorre il liquido cerebrospinale. La barriera che
dev'essere attraversata dal medicinale rappresentata da due membrane, la prima
l'endotelio del capillare cerebrale e la seconda l'epitelio dei plessi corioidei. Se il farmaco
contenuto nel sangue riesce ad arrivare al liquor viene trasportato in tutto il SNC, perch il
liquor bagna tutto il midollo spinale e tutti gli emisferi cerebrali. Il flusso del liquor
unidirezionale (non pu scorrere nel senso opposto) e defluisce dalla zona di produzione
fino alla zona di eliminazione che sarebbero i villi aracnoidei.
Questi due tipi di barriere hanno diversa permeabilit ed molto pi facile oltrepassare la
barriera Emato-Liquorale rispetto alla Barriera Emato-Encefalica. La sostanza pu passare
direttamente alla BEE se presenta caratteristiche specifiche, per si ricorda che la BEE
molto selettiva e lascia passare solamente sostanze o metaboliti indispensabili, bloccando di
riflesso tutte le altre sostanze. Se il principio attivo non riesce a passare la Barriera Emato-
Encefalica prende una strada secondaria che consiste nell'attraversare la barriera Emato-
Liquorale. Siccome questo passaggio nettamente pi facile, vista la maggiore permeabilit,
una volta che la sostanza si trova nel liquido cerebrospinale potr arrivare al liquido
extracellulare del tessuto nervoso ed infine arrivare al neurone. Passare prima la barriera
Emato-Liquorale per poi arrivare alla Barriera Emato-Encefalica quindi una soluzione
molto pi lunga, ma pi facile.
La sostanza che ha svolto la sua funzione a livello del tessuto nervoso viene poi eliminata
grazie alle principali vie di eliminazione.
La funzione di queste barriere di interfaccia a permeabilit selettiva, quindi permette il
passaggio di determinate sostanze e blocca il passaggio di altre. L'efficacia di queste
barriere dipende dal mantenimento delle caratteristiche morfologiche e funzionali dei
capillari cerebrali e dal mantenimento delle caratteristiche biochimiche e biofisiche del
soluto. Come citato in precedenza, le sostanze che possono passare sono rappresentate da
quei metaboliti indispensabili al nostro organismo; viceversa, viene impedito il passaggio a
tutte quelle sostanze tossiche (un discorso a parte per quelle da abuso). Tra le sostanze
indispensabili al nostro organismo ricordiamo i neurotrasmettitori, che per non riescono a
passare queste barriere perch sono per la maggior parte molecole polari. Questo
inconveniente viene risolto grazie ai precursori dei neurotrasmettitori, che riescono a
passare molto facilmente queste barriere e giungere nel SNC, dove ci sar la vera e propria
sintesi dei neurotrasmettitori. Per le sostanze tossiche, bene ricordare che non tutte
vengono bloccate; il caso delle gi ricordate sostanze da abuso, che presentano
un'elevata lipofilia e come tali riescono ad attraversare senza problemi queste barriere (sia
la BEE, che la barriera Emato-Liquorale e quella placentare).
Le sostanze che riescono a passare le barriere devono presentare caratteristiche specifiche
come:
PM basso (pi le molecole sono piccole, pi riescono a passare);
Alta lipofilia;
Legame alle proteine plasmatiche;
Il farmaco dev'essere in forma libera;
Stereospecificit (perch il trasporto mediato da carriers).
La CTZ (chemioreceptor trigger zone) il "tallone d'Achille" della barriera Emato-Encefalica,
perch un punto dove la barriera non abbastanza selettiva. In questa zona la barriera
pi permeabile e pu essere attraversata da molte sostanze, come per esempio gli
antiemetici che raggiungono molto facilmente il centro del vomito. L'integrit della barriera
viene influenzata dall'et dell'individuo e da alcuni stati patologici, come per esempio
processi infiammatori nelle meningiti, traumi e tumori. In un neonato o in un bambino la
BEE molto permeabile (pu causare ittero nucleare da bilirubina), invece nei processi
infiammatori dovuti a meningiti la penicillina (antibiotico) ha maggior effetto perch la
barriera Emato-Encefalica meno selettiva. La ridotta selettivit della Barriera Emato-
Encefalica dovuta allo stato infiammatorio provocato dal batterio responsabile della
meningite.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/barriera-ematoencefalica-16.html
A livello sistema nervoso centrale (SNC) ci sono due tipi di barriere. La prima la BEE
(Barriera Emato-Encefalica), che impedisce alle sostanze presenti nel sangue arterioso di
passare nel liquido extracellulare cerebrale, quindi di raggiungere il tessuto nervoso. La
seconda la barriera Emato-Liquorale, che impedisce il passaggio delle sostanze dai capillari
cerebrali di tipo arterioso al liquor cerebrospinale. Quest'ultimo viene prodotto nei plessi
corioidei e i capillari sanguigni che arrivano a livello di tali plessi possono rilasciare le
sostanze all'interno del ventricolo dove scorre il liquido cerebrospinale. La barriera che
dev'essere attraversata dal medicinale rappresentata da due membrane, la prima
l'endotelio del capillare cerebrale e la seconda l'epitelio dei plessi corioidei. Se il farmaco
contenuto nel sangue riesce ad arrivare al liquor viene trasportato in tutto il SNC, perch il
liquor bagna tutto il midollo spinale e tutti gli emisferi cerebrali. Il flusso del liquor
unidirezionale (non pu scorrere nel senso opposto) e defluisce dalla zona di produzione
fino alla zona di eliminazione che sarebbero i villi aracnoidei.
Questi due tipi di barriere hanno diversa permeabilit ed molto pi facile oltrepassare la
barriera Emato-Liquorale rispetto alla Barriera Emato-Encefalica. La sostanza pu passare
direttamente alla BEE se presenta caratteristiche specifiche, per si ricorda che la BEE
molto selettiva e lascia passare solamente sostanze o metaboliti indispensabili, bloccando di
riflesso tutte le altre sostanze. Se il principio attivo non riesce a passare la Barriera Emato-
Encefalica prende una strada secondaria che consiste nell'attraversare la barriera Emato-
Liquorale. Siccome questo passaggio nettamente pi facile, vista la maggiore permeabilit,
una volta che la sostanza si trova nel liquido cerebrospinale potr arrivare al liquido
extracellulare del tessuto nervoso ed infine arrivare al neurone. Passare prima la barriera
Emato-Liquorale per poi arrivare alla Barriera Emato-Encefalica quindi una soluzione
molto pi lunga, ma pi facile.
La sostanza che ha svolto la sua funzione a livello del tessuto nervoso viene poi eliminata
grazie alle principali vie di eliminazione.
La funzione di queste barriere di interfaccia a permeabilit selettiva, quindi permette il
passaggio di determinate sostanze e blocca il passaggio di altre. L'efficacia di queste
barriere dipende dal mantenimento delle caratteristiche morfologiche e funzionali dei
capillari cerebrali e dal mantenimento delle caratteristiche biochimiche e biofisiche del
soluto. Come citato in precedenza, le sostanze che possono passare sono rappresentate da
quei metaboliti indispensabili al nostro organismo; viceversa, viene impedito il passaggio a
tutte quelle sostanze tossiche (un discorso a parte per quelle da abuso). Tra le sostanze
indispensabili al nostro organismo ricordiamo i neurotrasmettitori, che per non riescono a
passare queste barriere perch sono per la maggior parte molecole polari. Questo
inconveniente viene risolto grazie ai precursori dei neurotrasmettitori, che riescono a
passare molto facilmente queste barriere e giungere nel SNC, dove ci sar la vera e propria
sintesi dei neurotrasmettitori. Per le sostanze tossiche, bene ricordare che non tutte
vengono bloccate; il caso delle gi ricordate sostanze da abuso, che presentano
un'elevata lipofilia e come tali riescono ad attraversare senza problemi queste barriere (sia
la BEE, che la barriera Emato-Liquorale e quella placentare).
Le sostanze che riescono a passare le barriere devono presentare caratteristiche specifiche
come:
PM basso (pi le molecole sono piccole, pi riescono a passare);
Alta lipofilia;
Legame alle proteine plasmatiche;
Il farmaco dev'essere in forma libera;
Stereospecificit (perch il trasporto mediato da carriers).
La CTZ (chemioreceptor trigger zone) il "tallone d'Achille" della barriera Emato-Encefalica,
perch un punto dove la barriera non abbastanza selettiva. In questa zona la barriera
pi permeabile e pu essere attraversata da molte sostanze, come per esempio gli
antiemetici che raggiungono molto facilmente il centro del vomito. L'integrit della barriera
viene influenzata dall'et dell'individuo e da alcuni stati patologici, come per esempio
processi infiammatori nelle meningiti, traumi e tumori. In un neonato o in un bambino la
BEE molto permeabile (pu causare ittero nucleare da bilirubina), invece nei processi
infiammatori dovuti a meningiti la penicillina (antibiotico) ha maggior effetto perch la
barriera Emato-Encefalica meno selettiva. La ridotta selettivit della Barriera Emato-
Encefalica dovuta allo stato infiammatorio provocato dal batterio responsabile della
meningite.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/barriera-ematoencefalica-16.html
Farmacocinetica
Dopo essere stato somministrato, il farmaco viene assorbito, entra in circolo,
si distribuisce secondo le modalit viste precedentemente ed infine raggiunge il sito
bersaglio dove espleta la propria funzione farmacologica.
Dopo che il medicinale ha svolto tutte le sue azioni viene eliminato dal nostro organismo.
Per essere eliminato il farmaco deve possedere delle caratteristiche inverse rispetto
alle caratteristiche utili per l'assorbimento; praticamente la sostanza somministrata dovr
diventare idrofila ed inattiva. Se il farmaco non dovesse presentare caratteristiche idrofile
non verrebbe eliminato, ma riassorbito rientrando di nuovo in circolo. Con il ritorno in
circolo si aumenta la sua permanenza nell'organismo e naturalmente si aumentano anche
tutti gli effetti farmacologici apportati dal medicinale.
Lo scopo del nostro metabolismo quello di trasformare il composto originale in un
metabolita inattivo, pi polare della molecola originale e di peso molecolare inferiore.
Questo intervento di inattivazione della sostanza farmacologicamente attiva avviene grazie
alla presenza di particolari enzimi che si trovano prevalentemente a livello epatico. Alcuni
farmaci dopo la fase di metabolizzazione possono dare origine a diversi metaboliti, quindi
andare incontro a diversi destini. Non sempre detto che da una sostanza attiva si origini
una sostanza inattiva, ma si possono generare altri composti attivi, inattivi o tossici. Una
cosa importante da citare che si possono generare dei metaboliti attivi anche da un
composto inattivo. Il composto inattivo preso in considerazione un profarmaco, che in
forma originale inattivo e solo dopo metabolizzazione sprigiona dei metaboliti attivi.
Reazioni di fase I e di fase II nella biotrasformazione dei farmaci. Le reazioni di fase II possono anche precedere
quelle di fase I.
Grazie allo studio del metabolismo si riesce a determinare la posologia del farmaco in
funzione della patologia, l'eventuale formazione di altri composti, prevedere le possibili
interferenze ed infine prevedere le variazioni di risposta in seguito a trattamenti protratti
(induzione e repressione enzimatica). Il metabolismo dei farmaci avviene prevalentemente
a livello epatico, ma anche a livello del polmone, del rene, dell'intestino, della placenta e
della cute, grazie a particolari enzimi. Quest'ultimi sono presenti un po' dappertutto, hanno
un elevato numero e una bassa specificit di subsatrato (riconoscono vari tipi di substrato e
hanno una scarsa efficacia catalitica). Questo deficit viene compensato dalle altre
caratteristiche (elevata presenza e numero elevato).
Il metabolismo pu essere di due tipi: sistemico o presistemico. Si parla di metabolismo
presistemico quando un profarmaco prima di entrare in circolo dev'essere idrolizzato o
ridotto per ottenere un composto attivo; solo a questo punto il prodotto pu essere
assorbito e raggiungere il sito d'azione. Nel caso del metabolismo sistemico tutti gli altri
enzimi sono localizzati in tessuti che vengono raggiunti dalle sostanze farmacologiche solo
dopo che queste hanno espletato la propria azione farmacologica.
BIOTRASFORMAZIONE:
avviene soprattutto nel fegato, ma anche nell'intestino, nei reni e nei polmoni;
la funzione principale del metabolismo quella di trasformare le
sostanze lipofile (che vengono eliminate con difficolt dall'organismo) in
composti idrofili facilmente eliminabili.
ENZIMI, ENZIMI MITOCONDRIALI E MICROSOMIALI
Finora si parlato di enzimi, ma che cosa sono? Dove si trovano? Che funzione hanno?.
Questi enzimi sono delle proteine e si possono trovare dappertutto, nel sangue,
nell'apparato digerente, nel fegato e nel sistema nervoso centrale.
Nel torrente circolatorio possiamo trovare gli enzimi esterasi che catalizzano l'idrolisi
esterea, nell'apparato digerente si trovano le proteasi e le lipasi, nel fegato si pu trovare
il sistema enzimatico delle monossigenasi ed infine nel SNC si possono trovare gli enzimi
necessari per degradare i neurotrasmettitori. Tutti questi enzimi si localizzano nei vari
tessuti citati precedentemente, ma a livello di ogni organo si trovano generalmente
all'interno della cellula. A livello cellulare si possono localizzare nello spazio extracellulare o
intracellulare. Se questi enzimi si trovano nello spazio extracellulare la loro attivit quella
di degradare sostanze che possono danneggiare la cellula; infatti vengono anche chiamati
enzimi a salvaguardia della cellula. Se invece si trovano nello spazio intracellulare si
localizzano soprattutto nei mitocondri, nel citosol e a livello microsomiale.
I micorsomi sono delle vescicole di reticolo endoplasmatico liscio e rugoso che si ottengono
artificialmente per centrifugazione. Questo processo di centrifugazione si attua solo
quando si vuole fare una suddivisione dei componenti subcellulari di una cellula. Gli enzimi
mitocondriali sono qualitativamente e quantitativamente prevedibili (numero stabilito dal
codice genetico della cellula, quindi se ne former un certo numero e un certo tipo), invece
quelli microsomiali hanno un numero e un'attivit variabile. Infatti gli enzimi microsomiali
sono responsabili delle attivit ipotrofizzanti o ipertrofizzanti (aumento o diminuzione del
numero di enzimi) e l'attivit pu essere modificata in base alle condizioni che la cellula
deve affrontare.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/biotrasformazione-19.html
REAZIONI DI FASE 1
Nelle reazioni di FASE 1 ci possono essere due reazioni, che sono di tipo ossidativo o di
idrolisi, per smascherare o introdurre gruppi idrofili. I gruppi maggiormente presi in
considerazione sono: -NH2, -COOH, -SH, -OH.
Le reazioni di idrolisi, a loro volta, si suddividono in reazioni di idrolisi esterea e ammidica.
Nel primo caso (idrolisi esterea) si ha la presenza di un estere che viene trasformato in un
acido e in un alcol. Nel secondo caso (idrolisi ammidica) si ha la presenza di un ammide che
viene trasformata in un acido e in un'ammina. La reazione di idrolisi esterea molto pi
veloce della reazione di idrolisi ammidica.
Se abbiamo un farmaco che un estere, questo viene idrolizzato pi
velocemente, quindi la sua durata d'azione nettamente inferiore rispetto ad un
farmaco di origine ammidica, che viene invece idrolizzato pi lentamente.
Questo aspetto molto importante per la scelta del farmaco; per capire meglio facciamo
un esempio. Le molecole prese in considerazione sono la procaina (estere) e la procaina-
ammide (forma ammidica). Tutte e due queste sostanze hanno lo stesso meccanismo
d'azione e lo stesso effetto a livello cardiaco (riducono l'eccitabilit della membrana). Per
tra queste due sostanze solo una viene utilizzata come farmaco ed la forma ammidica.
Quindi la procaina-ammide un antiaritmico ad uso terapeutico, invece la procaina, pur
avendo lo stesso effetto, non pu essere utilizzata come farmaco perch viene idrolizzata
troppo in fretta. Bisogna infatti tenere in considerazione che la metabolizzazione va ad
influire sulla durata d'azione e sull'efficacia. Quindi tra un estere e un'ammide che hanno la
stessa azione e lo stesso effetto a livello dello stesso organo, soltanto la forma che viene
metabolizzata lentamente fa in tempo ad arrivare integra al cuore, svolgere il suo effetto,
essere metabolizzata ed infine essere eliminata.
Per quanto riguarda l'idrolisi esterea bisogna citare delle esterasi specifiche e aspecifiche.
Quelle specifiche sono le acetilcolinesterasi, che hanno il compito di idrolizzare
l'acetilcolina e si trovano prevalentemente a livello delle sinapsi. Le esterasi aspecifiche
sono le pseudocolinesterasi e vanno ad idrolizzare tutti gli esteri, dando origine alla colina,
e non sono specifiche per il SNC
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/biotrasformazione-20.html
REAZIONI DI FASE 1
Nelle reazioni di FASE 1 ci possono essere due reazioni, che sono di tipo ossidativo o di
idrolisi, per smascherare o introdurre gruppi idrofili. I gruppi maggiormente presi in
considerazione sono: -NH2, -COOH, -SH, -OH.
Le reazioni di idrolisi, a loro volta, si suddividono in reazioni di idrolisi esterea e ammidica.
Nel primo caso (idrolisi esterea) si ha la presenza di un estere che viene trasformato in un
acido e in un alcol. Nel secondo caso (idrolisi ammidica) si ha la presenza di un ammide che
viene trasformata in un acido e in un'ammina. La reazione di idrolisi esterea molto pi
veloce della reazione di idrolisi ammidica.
Se abbiamo un farmaco che un estere, questo viene idrolizzato pi
velocemente, quindi la sua durata d'azione nettamente inferiore rispetto ad un
farmaco di origine ammidica, che viene invece idrolizzato pi lentamente.
Questo aspetto molto importante per la scelta del farmaco; per capire meglio facciamo
un esempio. Le molecole prese in considerazione sono la procaina (estere) e la procaina-
ammide (forma ammidica). Tutte e due queste sostanze hanno lo stesso meccanismo
d'azione e lo stesso effetto a livello cardiaco (riducono l'eccitabilit della membrana). Per
tra queste due sostanze solo una viene utilizzata come farmaco ed la forma ammidica.
Quindi la procaina-ammide un antiaritmico ad uso terapeutico, invece la procaina, pur
avendo lo stesso effetto, non pu essere utilizzata come farmaco perch viene idrolizzata
troppo in fretta. Bisogna infatti tenere in considerazione che la metabolizzazione va ad
influire sulla durata d'azione e sull'efficacia. Quindi tra un estere e un'ammide che hanno la
stessa azione e lo stesso effetto a livello dello stesso organo, soltanto la forma che viene
metabolizzata lentamente fa in tempo ad arrivare integra al cuore, svolgere il suo effetto,
essere metabolizzata ed infine essere eliminata.
Per quanto riguarda l'idrolisi esterea bisogna citare delle esterasi specifiche e aspecifiche.
Quelle specifiche sono le acetilcolinesterasi, che hanno il compito di idrolizzare
l'acetilcolina e si trovano prevalentemente a livello delle sinapsi. Le esterasi aspecifiche
sono le pseudocolinesterasi e vanno ad idrolizzare tutti gli esteri, dando origine alla colina,
e non sono specifiche per il SNC
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/biotrasformazione-20.html
REAZIONI DI FASE 1
SESSO
Nell'uomo la metabolizzazione del farmaco molto pi veloce rispetto alla femmina.
Questa differenza si notata per il metabolismo di etanolo (alcol), BZD (benzodiazepine)
e salicilati. L'uomo ha un metabolismo pi veloce a causa della presenza di ormoni
androgeni. Nel ratto maschio la velocit di metabolizzazione pi veloce del ratto femmina.
SPECIE
Specie diverse hanno velocit di metabolizzazioni diverse, quindi possiamo dire che anche
la specie influenza la velocit di metabolizzazione.
FATTORI GENETICI
Anche i fattori genetici influiscono sulla metabolizzazione dei farmaci. Gran parte della
popolazione per motivi genetici definita lento acetilante, quindi acetila molto lentamente
i farmaci. Acetilando molto pi lentamente il farmaco, questo rimane per pi tempo nel
sangue o meglio l'effetto del farmaco avverr per pi tempo.
DIETA E INQUINANTI
Con una dieta povera di proteine e carente di vari elementi si ha una riduzione dell'attivit
metabolizzante del nostro organismo. Alcune verdure (famiglia dei cavoli), carne alla
griglia (idrocarburi policiclici aromatici o IPA), fumo di sigaretta e inquinanti provocano una
induzione enzimatica.
Riduzione metabolizzante vuol dire influenzare il metabolismo dei farmaci, ma anche
ridurre il metabolismo di tutte quelle sostanze tossiche che possono venir a contatto con il
nostro organismo.
PATOLOGIE
Malattie acute o croniche (epatiti, cirrosi e carcinoma epatico) provocano un'alterazione
della funzionalit del fegato.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/farmacologia/reazioni-fase2-22.html
Generalit
La ceruloplasmina la principale proteina di
trasporto del rame nel sangue.
Di conseguenza, tutto ci che interferisce con
l'approvvigionamento di questo minerale, o
con le capacit dell'organismo di
metabolizzarlo, pu influenzare le
concentrazioni ematiche della ceruloplasmina
e del rame stesso.
Il dosaggio plasmatico della ceruloplasmina
supporta la diagnosi della malattia di Wilson,
nella quale risulta completamente assente o
notevolmente ridotta.
Cos'
La ceruloplasmina una proteina deputata al trasporto del rame nel sangue. Ad essa si trova
legato gran parte del metallo circolante, mentre la frazione rimanente associata all'albumina, alla
trans-cupreina e in minima parte agli amminoacidi.
Sintetizzata principalmente dal fegato, la ceruloplasmina redistribuisce il rame epatico ai tessuti.
Non a caso il suo nome deriva da coeruleus, che significa blu, cio il colore conferitole dal rame,
che lega in misura di sei atomi per molecola.
Oltre a intervenire nel trasporto del rame, la ceruloplasmina svolge numerose attivit biologiche;
possiede innanzitutto un'attivit ossidasica su diversi substrati. Per quanto riguarda il ferro, ad
esempio, ossida lo ione ferroso (Fe2+) alla forma di ione ferrico (Fe3+); in questo modo permette il
legame del metallo alla transferrina (che pu trasportare soltanto il ferro in forma Fe3+),
permettendo il suo trasferimento dai tessuti di deposito a quelli di utilizzo. Per lo stesso motivo
protegge il sistema nervoso centrale (SNC) dalla deposizione di ferro.
La ceruloplasmina esercita un'azione antiossidante, poich attraverso l'ossidazione diretta di Fe2+ e
Cu2+ previene la perossidazione lipidica indotta da questi cationi. Si comporta inoltre come
proteina di fase acuta nel processo flogistico, aumentando i propri livelli nel siero durante processi
infiammatori, infezioni severe, danno tissutale e alcuni tipi di tumore.
Perch si Misura
La ceruloplasmina viene misurata per valutare il metabolismo del rame e facilitare
l'identificazione di alcune condizioni associate alle carenze di questo minerale.
La quantit di ceruloplasmina nel plasma notevolmente ridotta nel morbo di Wilson. Questa
condizione ereditaria caratterizzata, infatti, da un accumulo di rame nel fegato, nel sistema
nervoso centrale e in altri organi.
In qualche caso, il dosaggio della ceruloplasmina pu essere prescritto per aiutare a diagnosticare o
fare diagnosi differenziale tra diverse patologie associate a carenze di rame.
Occorre osservare che il riscontro di bassi livelli di ceruloplasmina non diagnostico per una
specifica patologia, quindi la concentrazione ematica viene solitamente valutata insieme ad altri
esami del rame.
Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/salute/ceruloplasmina.html
RISPOSTE GRADUALI:
- EDEMA DA CARRAGENINA
Ad esempio nell'esperimento di edema da carragenina della zampa del ratto si
iniettano sostanze infiammatorie - come la carragenina - sotto la zampa destra
del ratto ed in seguito al fenomeno infiammatorio la zampa si ingrandisce,
appare sudata, aumenta di volume, il quale viene misurato con un
pletismometro, che dice di quanto aumentato il volume della zampa. Con
questo esperimento sono stati testati tutti i farmaci antiinfiammatori che noi
abbiamo a disposizione.
- GIOSTRA DEI RATTI
Un altro modello utilizzato la cosiddetta "giostra dei ratti". Essa costituita
da un ciclo rotante, che pu ruotare a varie velocit. I ratti si mantengono in
equilibrio fino ad un certo punto, quando si stancano, cadono su una leva, che
misura il tempo di resistenza dell'animale sul cilindro rotante. Questo un test
utilizzato sia in seguito alla somministrazione di sostanze centrali, che
interferiscono con l'attivit muscolare, sia per farmaci anticolinesterasici,
curarici e cos via.
Qual la risposta quantale che a noi interessa misurare? La morte, o c' o non
c'. Per cui si considera la DOSE LETALE 50 che la dose che porta a morte il
50% degli animali trattati.
Il calcolo della dose letale 50 la prima valutazione di tossicit di un farmaco
per poi passare a valutazioni successive per quel dossier farmaco-tossicologico
che noi stiamo preparando. Quindi si utilizzano almeno un centinaio di animali,
si comincia dai topini. Abbiamo 100 topini bianchi, omogenei per razza, sesso,
peso. Adesso si fa la randomizzazione, che il campionamento casuale. Questo
vuol dire che se noi abbiamo due gabbie con 50 topini ciascuna e di questi due
gruppi ne dobbiamo creare 10 da 10 e abbiamo 10 gabbie vuote, su quale base
noi preleviamo il topino e lo poniamo nella prima gabbia dei 10 gruppi, il
secondo topino nella seconda, ecc.? "Facciamo i numeri, la tombola!" Perch se
voi prendete il primo topo che vi viene sotto le mani e lo prendete e lo mettete
nella prima gabbia, voi prendete il top che ha una motilit inferiore.
...
Perch quando voi aprite la gabbia, questi 50 topini hanno un p paura e
cominciano a correre intorno alla gabbia e voi prendete il primo topo che vi
capita e prendete il pi fermo, cio quello che ha una motilit minore. Quindi
nell'ultima gabbia prendete il topo pi veloce che pu mordere l'operatore.
Facendo questo errore nella prima gabbia ci sono i topi pi tranquilli mentre
nell'ultima gabbia avremo gli animali che rispondono di pi e che sono una
popolazione diversa dalla prima gabbia. Allo stesso modo la base di una buona
sperimentazione clinica la randomizzazione, il campionamento casuale. Ai
topi bisogna attribuire dei numeri e per caso prendere il topino con il numero
pescato dal generatore casuale di numeri, che dica quali sono i numeri in
progressione da prendere nelle varie gabbie. Quando si parla di pazienti, essi
vengono numerati e casualmente gruppi di pazienti vengono sottoposti ad un
trattamento e altri ad un altro trattamento. Bisogna poi determinare la via di
somministrazione e il tempo di osservazione, infine si somministrano dosi
crescenti del farmaco ai vari gruppi.
Quindi una volta che noi ci siamo calcolati la curva degli effetti e la curva della
mortalit, avremo un valore di dose efficace 50 e un valore di dose letale 50.
A questo punto possiamo calcolarci il nostro indice terapeutico che il rapporto
tra dose letale 50 e dose efficace 50.
INDICE TERAPEUTICO e MARGINE DI SICUREZZA:
Rapporto DL50 / DE 50
Quanto pi grande questo rapporto, tanto pi il farmaco sar maneggevole,
perch ci vorr tanta pi dose efficace per arrivare alla dose letale. Una
sostanza che ha un indice terapeutico di 1 un veleno perch DL50 = DE 50.
APPROFONDIMENTO ON LINE:
Per veleno o tossico, s'intende un farmaco o una sostanza che si pu
comportare come tossico fino a causare la morte in un soggetto sano o
ammalato.
Tutti i farmaci sono veleni; ci che li differenzia la dose utilizzata.
Prima di commercializzare un farmaco necessario valutare l'indice
terapeutico (IT) dato dal rapporto tra dose letale 50 (DL50) e la dose efficace
50 (DE50): IT = DL50 / DE50.
La DL50 quella dose che somministrata in un lotto di animali statisticamente
significativo come numero porta alla morte del 50% della popolazione.
La DE50 quella dose che somministrata in un lotto di animali statisticamente
significativo come numero determina un effetto ben standardizzato di positivit
del farmaco nel 50% della popolazione.
...
Tale indice rende l'idea della maneggevolezza del farmaco: se per una sostanza
la DL50 10 e la DE50 5, l'IT sar 2; ci significa che raddoppiando la dose
efficace di quel farmaco si avr una quantit che porta a morte e perci un
simile farmaco molto pericoloso.
Se i valori fossero stati rispettivamente 1000 e 5, l'IT sarebbe 200 e quindi
bisognerebbe aumentare di 200 volte la dose efficace prima di raggiungere la
dose che porterebbe a morte.
Se l'IT = 1, la sostanza veleno in quanto dose efficace e dose letale
coincidono.
Se l'IT = 10, la sostanza pu causare qualche reazione avversa che per
sopportabile.
Se l'IT = 1000, il farmaco non desta preoccupazioni.
In conclusione, sono migliori i farmaci ad alto indice terapeutico. Tra questi ci
sono gli antibiotici, mentre i glucosidi cardiaci sono a basso IT.
Soprattutto per i farmaci a basso IT, come la digitale (IT = 3), importante
considerare se i meccanismi di metabolizzazione ed eliminazione sono
efficienti. In condizioni normali, infatti, l'andamento della concentrazione di un
farmaco ondulatorio: man mano che passa il tempo dalla somministrazione,
questa scende fino ad un certo punto quando, somministrata un'altra dose di
farmaco, ricomincia a risalire.
...
Se i sistemi di metabolizzazione ed eliminazione non sono efficienti, come
succede facilmente negli anziani, in seguito a ripetute somministrazioni di
farmaco, la concentrazione dello stesso tende ad aumentare e cos, se si di
fronte ad un farmaco con IT basso, facilmente potr essere raggiunta la dose
letale o comunque una dose che determiner reazioni avverse. Nel caso della
digitale, si avr polso bigemino (aritmia caratterizzata dall'alternanza costante
di una sistole con un'extrasistole), vomito, fino alla morte.
Per questi motivi, nel caso di somministrazione di farmaci poco maneggevoli
utile eseguire il monitoraggio terapeutico che consiste nel controllare giorno
per giorno la quantit di sostanza presente nel sangue e di somministrare una
nuova dose solo in caso sia avvenuta una riduzione della concentrazione
ematica della dose precedente. Questo tipo di monitoraggio eseguito, per
esempio, quando si somministrano antineoplastici (farmaci particolari dato che,
nonostante la loro tossicit, devono essere somministrati a dosi le pi alte
possibili).
Passando dalla tossicit acuta alla tossicit cronica in genere si parte dalla
cosiddetta MTD, la Massima Dose Tollerata, che a seconda del farmaco in
genere una frazione della dose letale 1, e quindi una frazione che pu essere
10 volte inferiore, 100 volte inferiore e quindi dipende dagli intervalli di
sicurezza. I test di tossicit cronica vanno fatti almeno su due specie di roditori
e su una specie di mammifero.
Misurazione della variabilit biologica:
Curva Gaussiana e curva Frequenza percentuale cumulativa.
Per fare questo noi abbiamo a disposizione dei test statistici. Quello che noi
facciamo in Farmacologia sperimentale applicare queste formule e mettere a
confronto le medie dei due esperimenti in funzione dell'ERRORE STANDARD, il
quale la DS/la radice quadrata n casi.
In pratica noi abbiamo delle tabelle che ci dicono una volta che noi ci siamo
calcolati il t, con questi dati che noi ricaviamo a livello sperimentale, noi il t lo
andiamo a valutare sulle tabelle, il valore ci dice il livello di significativit
statistica a cui siamo arrivati, e quindi il livello di significativit statistica di un
trattamento rispetto ad un altro.
Test di significativit statistica:
Varianza
Deviazione Standard
Errore Standard
t di Student
Confronto fra due medie
dbi
diazepam binding inibitor
protochilolo b1 e b2 stimolante
effetti gostraointestinali degli agonisti miu comprendono riduzione della secrezione di acido
cloridico
ritardo dello svuotamento gastrico
aumento dell'assorbimento di acqua a livello del colon
b endorfina= blipotropina 61-91
il d9thc non da dopo sommiistr cronica broncodilat. Ne ipertermia n emesi, n aumento press
oculare, mentre da cicli mestruali anovultori,azione anticonvulsivante e aumento della volemia,
danno ruduz secrezione gonadotropine
Nabilone
farmaco registrato, con il nome commerciale di Cesamet, per il trattamento
della nausea e del vomito nei pazienti in chemioterapia antitumorale.
Il farmaco non in commercio in Italia ma pu essere importato dall'estero in base alla
procedura prevista dal D.M. 11-2-1997 (Importazione di specialit medicinali registrate
all'estero).
Sinestesie sono sincronismi di due modalit sensoriali indotti dalla stimolzione di uno di essi