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.1 ASE 5 (1988) 77 -95 ~
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Francesca Cocchini
Le Quaestiones di
Agostino sull' Esodo:
osservazioni storiche,
esegetiche, dottrinali
'1,
,I

'1
t
!'.

Agostino dichiara neIl'introduzione ai sette Iibri delle Quaestio-


r nes I e poi nelle Retractationes, li dove giunge a parlare di esse," che
.j
J l'opera comprende quaestiones definitivamente risolte e appro-
f'!. fondite e aItre semplicemente proposte e con la soluzione appena
'. accennata. In effetti vi sono parecchi passi biblici per i quali sono
F suggerite varie possibilita interpretative e altri invece che rimangono
tI del tutto privi di soluzioni, passi, cioe, nei quali Agostino riscontra
una detenninata difficolta e questa mette in evidenza, senza poi
,
procedere a tentare di dare una , sia pUf non definitiva, risposta. 3 La
1

r
I L'edizione. da me utiJizzata nel presente lavo ro , e quella curata da J. Fraipont

IIICChr. SL 33(1958).
1. 2 CL Retracl. 1I,55 .

3 Va comulltj ue llotato che nell e Retractationes Agostino si pronuncera sull'e([ct-


livo va jore deHo s[orzo intrapreso ne lla sua opera scrivendo: .. scripsi libros
quaestio num ... quos ideo appe ll are sic volui , quia , quae ibi disputantur, magis
quacrenda proposui quall1 quaesita dissolui, quamvis multo plura in eis mihi videan -
lur ita pertractata, ut possint eliam soluta et exposita non inmerito iudicari (Retract.
1I,55). W. Rting , nel suo studio Untersuchungen aber Augustins Quaestiones ulld
Locutiolles in HeplateuchU/n , Paderbon 1916, ha sudd iviso le quaestiones in tre
gruppi: quelle senza soluzione , quelle con so lu zione incerta e quelle con soluzione
definitiva, e per ognuno riporta un gran numero di esempi tratti da tutti i sette libri
biblici. Propone poi una ulteriore classificazione: quaestiones di CaL'attere teolo-
gico, q ue ll e per la cui soluzione vengo llo utilizzati precisi aiuti for mali, esegctici e
quelle concernenti domande bibliche isolate. Infine ripartisce ancora le quaeslio-
nes in base a particolari problemi in esse post e che ricorrono con Ulla ce rt a
frequenza oppure in base agli aiuti esegetici utilizzati: gral11lJ1atica , all egaria,
considerazioni d i tipo letterario.

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presenza di quaestiones di tal genere rende l'opera di Agostino
del tutto particolare e diversa da queHe aItre sue che egli ugual-
m.ente classifica come raccolte di cuaestiones," cosl COllle la rende
peculiare il fatto che i problemi scritturistici non siano stati a lui
posti da un personaggio ben preciso 5 e neppure rispecchino conver-
sazioni e dibattiti pi o meno riconducibili a occasioni e circostanze
in cui egli era stato interrogato da coloro con cui era solito leggere il
testo sacro. 6 Nel nostro caso Agostino dichiara esplicitamente che le
quaestones sui prim sette libri clelIa Bibbia sono venute in mente
7
a lu nel leggere le Scritture e nel confrontarne i codici.
Nel presente studio analizzero due quaestiones appartenenti al
Illibro, relativo all'Esodo, come esemplificative dei due principa li
grupp in cu Agostino le ha sucldvise, comprenclenti l'uno quelle
risolte e l'altro quelle non risolte o con una soluzone non defini-
tiva. Lo scopo e d indivicluare e valutare il contesto storico-

1 EntraBO in questo genere il libro De diversis quaestionilJus LXXXJII , i due libri

inti.tolati Qllae.5Il0nes Evangeliorum, l' Ep.102 contenente sei Quaestiones exposilae


contra paganos e in[ine il libro De Vil! Dulciti quaestionilJus : tutte queste opere sono
casI chialJ1ate da Agostino neJle Retractationes. Ad esse se ne possono aggiungere
al tre che, se non per il titolo, pero si per il contenuto possono ugualmente rientrare
nel genere Jetterario cieHe quaestiones: De octo quaestionilJus ex Veteri Testamel1ti
(restituito ael Agostino elal De Bruyne, Miscel/anea Agostiniana Il, Roma 1931, 327-
340); l'Ad Simplicianwn e !a raccolta di 17 questioni su Matleo, oggetto ancora di
studio per la sua .attribuzione ad Agostino. Una visione d'insieme d i tutte C]ueste
opere si trova in G. Barely, La liura/ure patrstique des Quaestiones el Re.\jJollsio-
IteS sl:lr l' Ecrilure sainte, RB 41(1932)515-537..
5 t questo il caso di Dulcizio, che aveva posto ael Agostino 8 quaestiones (cL
G. B.arcly, Mlanges doctrinaux, BAug 10, 1952,583-586), come pure di Deogratias
che, valencia convertire un suo amico al cristianesimo , gli aveva inviato 6 quaestio-
nes, perch le risolvesse contro i paga ni (cf. RetraCl.ll, 31 ed Ep.102).
6 CL , peJ" le LXXXIII quaestiones, Retract.I,26,1 (Bardy, Mlanges, 11-16) e.
per le Quaestiones Evangeliorwn, il Prulogus (CChr.SL 44/B,1).
7 Cf. CChr.SL 33,1: "CUIll script uras sanctas quae appellalltur canollicae
legelldo et cum aliis codic ibus secu ndulll Septl1aginta interpretationes conferencio
percurrerellll1S, placu it eas quaestiones, quae inlllentem venirent. .. stilo alligare . Sul
lavoro di confronto tra i coclici sia greci sia latini che Agostino mostra effettivamente
di ayer fatto nel corso dell'opera e sulJe valutaziolli che di essi egli da, cL Rting,
Unter.iuchungen, 16-31. SlI tale specifica attivita che qualifica Agostino come emeJl-
dato!" de! testo scritturistico, si vecla l'alllpia rassegna critica di studi compiuta da
L.F. Pizzolato, Stuc/i sul/'esegesi agostiniana. J. S. Agostino "Emendator", Rivista di
Storia e Letteratura religiosa 4(1968)338-357 (in particulare sulJe Quaestiones
334.349-351). Pi recentemente sul tema eL A. -M. La Bonllarcliere, Augustin a-/-il
utilis la "Vulgate c/e Jrme?, in Saint Augustin et la Bible, Paris 1986, 305-307 (suJle
Quaestiones) .
Cc .npletamenle prive di un qua lsivogl ia acce nno di interpretazione sono, per il
libro di Esodo, le seguenti Cjuaestiones: QE IV su Es 3,8; QE XXXI su Es 9,8-9;
QE XXXV su Es 9,27; QE LXXXI su Es 21,28; QE LXXXIII su Es 22,1; QE CLVll
su Es 34 ,12. Mi pare interessante rilevare che , tranne che per la QE XXXV , si tratta
di passi scritturistici pe r i quali Agostino fa notare che vanDO intesi spiritalitef (QE
l V) .oppure che conte ngono CjuaJcosa dal momento che nelIe Scritture n011 vi puo

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dottrinale in cui si coUoca sia la scelta da parte di Agostino dei passi
., scritturistici riconosciuti problematici, sia il metodo esegetico utiIiz-
1 zato per la loro interpretazione. '
I
Non pare che Agostino abbia avuto per il libro dell' Eso do
f llloclelli specifici a cui rifarsi che fossero del genere delle quaestio-
nes/o a differenza di quanto si verifica per illibro del Genesi per il
, quede aveva a disposizione l'opera di Girolal11o. 11 Nell'affrontare
dunque la lettura di Esodo e nel prendere nota di quei passi che
potevano risultare di difficile comprensione, Agostino si trovava a
non avere aItra sollecitazione che non fosse la conoscenza di diffi-
eolta gia messe in evidenza dalle pi diverse fonti e tradizioni 12 e
soprattutto dalla propria esperienza. Numerosi sono infatti i passi

1
essere niente privo di senso (QE XXXI): eg li per non si pronuncia sulla loro
intcrpretazione. Sembrerebbe dunque che le quaestiones assolutamente non risolte
: sia no quelle - almeno per illibro di Esodo - per la cui soluzione occorrerrebbe una
1: esegesi spiriluale. Le quaestiones che per i libri da Levitico a Giudici il Rting
c1assifica come senza soluzione, mi pa iono invece da doversi tutte inserire lra
1i
'1
quelle di soluzion e incerla, in quanto per ognuna Agostino propone alcune ipotesi
l inlcrpretative o, almeno , vi accenna.
, Come infatti e slato pi volte notato, e raro che Agoslino si accosti alla Bibbia
L dietro la spinta di uu interesse limitato alla pura indagine filologica: il ruolo di
~ explanator in lui prevale su quello di elllendator e il suo lavoro esegetico
rispecchia costantemente preoccupazioni di ordine pastorale e teologico. Si vedano
su tulto cio le preziose osservazion i che si ricavano dalla rassegna di studi gia citata
del Pizzo la to, a cui ne ha fatto seguito un'altra su AgosLino explanalor (Rivista di
Sto ria e Letl eratura re ligiosa 4(1968)503-548). CL anche il pi recente arlico lo di A.-
M . La Bonnardie re , Bible el {Jolmiques in Sainl Augl.lsln, 329-352.
10 Se e ancora oggetto di discussione I'ipotesi di una conoscenza da parte di
Agostino delle Quaesliones sulla Gen.esi di Filone, per le quali sappiamo che esisteva
, ulla ve rsione latina (cL B. Altaner, Kleille Palrislische Schriflen, TU (1967) 181-193 e
F. Petit, L'ancienlle version latine des Quaeslons sur la Gellse de Philon d'Alexan-
drie , TU (1973) 113-114), tanto pi e problel1latica l'ipotesi di una conoscenza dclle
j' Quaestiolles di Filone su Esodo , di cui non si ha notizia di versioni latine. (Relativa-
j
mente a cio che e giunto a noi soprattutto attra verso le catene esegetiche, si veda F.
1,
Petit , Philon d'Alexandrie. Quaesliones. Fragmenla greca, Paris 1978. Sul gene re
r letterario delle Quaeslion.es el responsiolles utilizzato da Filone e slIl rapporto con il
i diverso genere dei trattati , si veda la recente ana lisi di G. Reale e R. Radice, Filone
r
di Alessan.c!ria. La filosofia mosaica, Milano 1987, XXVI-XXIX). Ugualmentc e
ancora ape rto il problema relativo ad una dipendenza o meno di Agostino dalle
Quaesliones dell 'Ambrosiaster: per qllanto concerne specificamente il libro dell' E-
soda, i passi che ela esso so no tratti nell'opera dell'Ambrosiaste r so no i seguenti: Es
20 (Q VII) ; Es 34 (Q VIII); Es 13, 18 (Q X); Es 4,24-25 (Q XVI); Es 3,2.4 (Q XLII).
Di ess i solo tre (oggelto elelle Q X.XVl.XLlI) si ritrovano anche in Agostino, ma la
trattalione e completamente diversa .
11 Si tratta delle Quaestiol!es hebraicae il! libro Geneseos, stucliate in co nfronto
con l'opera agostiniana da F. Cava llera, Les Quaesliones hebraiclle in. Genesn de s.
Jrome el les Quaesliolles in Genesim de S. Auguslin, in Miscellal/ea Agostinial1(l Il,
Roma 1931, 359-372.
12 Fondamentale per la canoscenza de lle fant agostiniane illavo ro di B. Altaner
(Klein.e ); per cio che concerne le Quaestion.es il Rting se ne occupa, ma in modo non
ce rto esauriente (pp. 160-201).

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scritturistici oggetto di quaestiones che si ritrovano in altre opere
agostiniane precedenti la nostra,13 ugualmente affrontati dall'Ippo-
nense o in modo tale da lasciar trasparire una certa sua incertezza o
una non raggi unta soddisfazione interpretativa 14 oppure, se risolti ,
considerati pero difficili e complessi particolannente per le utilizza-
zion a cu si prestavano da parte di eretici e oppositori. Freqllenti
sano pero anche i casi che concernol1o passi che Agostino sembra
scoprire come problematici o comunque bisognosi di chiarificazioni
solo ne! contesto di qllest'opera e che non paiono risultare citati
nelle opere anteriori alle Quaestiones, neppure come semplici riferi-
ment; altri passl inoltre, ugualmente mai citati prima, ricompari-
ranno in opere posteriori alla nostra.1 5
La prima quaestio che analizzero e anche la prima che Ago-
stino individua inizianclo la lettura continuata clell' Esodo e rientra
ne! gruppo di qllelle risolte . Concerne i vv. 19-20 del primo capi-
tolo 16 e I'argomento trattato fa si che il Rting la classifichi tra
q uelle di tipo teologico 17 rigllardante una tematica tra le piu clibat-
tute da Agostino sia perch egli ne e personalmente interessato sia
perch in cliverse polemiche si e trovato a doverne cliscutere esplici-
tamente: si tratta del problema della Iiceita o meno della menzogna.

13 Aleune di esse vengono segnalate odIe due edizioll i dell 'opera, que lla curata
da 1. Zycha, CSEL 28/IlI,3 (1895) e queJla curata da J . Fraipont, CChr.SL 33 (1958);
lo studio del Rting ne aggiunge altri, ma i riferime nti ch e si pOSSOBO individuare
50110 1l10lto 'piu numerosi, anche se esplicitamente Agostino rinvia soJtanto (limitata-
ll1 e ll~,; al libro deJl'ES'Odo) al C.Faustul'/'I. (QE II su Es 2,12; QE CXLIV su Es 32,19),
Fra 1 tanh casI SI veda qllelJo offerto dalla QE III su Es 3,4 concernente la
teofania a Mose dal roveto: rid~ntificazione dell'<~an1?ellls Domini (Cristo oppure
"Donllnus lrI a,ngelo) costltlllra sempre per Agostmo un problema aperto (cL
Tnn.II,13,23; Ser,6 e 7; C.Maxun,Anlln).
15 U,n controllo fatto sulle citaziOl~i bibliche presenti nell'intera opera agosti-
mana, da, per quanto concerne Esodo, ti seguente nsultato: circa 30 versetti oooetto
di q uaestiones e i capitoJi dal 26 al 29 e dal 3S al 39 non sembrano compari;; mai
nellc opere precedcnti la Ilostra; Es 26,7 comparir 1Ie! C. JulianulIl opus impelfec-
[wn U1,16; Es 4,12 e 23,28 saranno nuovamente citati rispett ivamente nel C.duas
t."p .Pelllg. 11, 9,20 e !lel C.mendacium.
16 Anche il Illibro di Locl1liones, che come quello delle Quaesliones e intera-
mente dedic,:to a l libro dell' ts'odo, inizia praticamente da Es 1,21 essendo la prim a
<<locutlO U1Cllvlduata nel passo dI Es 1,14, soltallto segnalata ma non spiegata.
Quanto HI versel:l! preceden ti, va notato che Agostino non sembra essersene Illai
occupato detlagliatamente, ma solo alcune vol te ne ha riferito sOllllllariamente il
contenuto CIl.l poche es,?ressioni (cL En.Ps.72; De Cons. Evang.I,25; In 10,[r.41 ,2).
All'lIlterno delle QuaeS[LOlleS Agostino si era per gii soffermato su Es 1,5 nella QG
CLIl su Gen 46,26-27 in quanto aveva notato una contraddizione tra la numerazione
IJroposta in Genesi e queHa pro posta in Esodo relativa ai fig li di Israele entrati in
Egitto.
17 CL H.ting, Unlersl1chungen, 257.

80
E un problema sempre affiorante negli scritti antimanichei,'s diretta-
mente affrontato in diverse lettere indirizzate a Girolamo a seguito
e1el!'interpretazione da questo elata all'episodio descritto in Gal 2 '9 e
infine oggetto specifico di due opere: il De mendacio e il Contra
mendacium, redatte, la prima, ugualmente nel contesto della pole-
mica con Girolamo,'u e la seconda come confutazione alle tesi
esposte in uno scritto del priscillianista Dittinio, intitolato Lybra,21

l' In polemica con i manichei, aH'interno deHe Quaesliones Agostino tende


sopra ttutto ad interpretare in modo figurato alcuni casi di menzogna riferiti dalla
Scrittura, onde salvare l'integrita morale dei personaggi biblici, oppure, rimunendo
sul piano della realta stor ica dei fatti, ad eliminare il valore di Jl1enzogna di certe
affermazio ni in essa riportate, dimostrando che si tratta di affermazioni sia pur
parzia lmente veritie re: cL QG XXVI (Sara era effcttivamentc sorella , o ltre che
1l1Ogli e, di Abrarno) e QGdc XX su Gdc 3,19-20. L a polernica antimanichea soggiace
a molte altre q uaes tiones af[rontate nell 'opera e nOIl cOllcernenti il tema deJla
mellzogna. Per illibro dell' Esodo la si puo individuare particolarmente in que i passi
per i quali Agostino o[fre una spiegazione dimostrativa della bonta di Dio e deJla non
opposizione tra Antico e Nuovo Testamento (cL QE VI su Es 3,22; VIII su Es 4,11;
LXXIII su Es 20,19; LXXIV su Es 20,20; CXL su Es 31 ,18; CLV su Es 34,7) oltre che
in tutti quei casi in cui la q uaestio e posta a motivo di una apparente contradditto-
rieta deJla Scrittura con se stessa. Effettivamente il problema posto dalle conlraddi-
zioni scritturistiche , o ltre a ri specchi are uno di quei casi per i quali gia presso i
gram matici e i retori si ponevano q uaestiones (cL Quintiliano, J/lst. VII 1,6: U bi
primum coeperat non co nvenire, quaestio oriebatur. Sul genere letterario delle
q uaestion es !lel mondo greco e latino pagano si veda H. Dorrie-l-I. Dorries,
Erotapokri.seis, in RAC VI(1966)342ss) , divenne in ambito cristiano il primo pro-
ble ma da a[[rontare nella polemica antipagana e antimanichea. Tra le quaestiones
sull'Esodo poste da Agostino in quanlo scorge nel testo una mancan za di coerenza e
quindi un venir meno al convenire si vedano le seguenti : QE XII su Es 4 ,20"'18 ,1.5;
XIll su Es 5,1-3; XXIII su Es 8,7; XXVI su Es 8,21; XXXIII su Es 9,19; XLI su Es
12,10; LI su Es 14,13; LlI su Es 14 ,15; LXI su Es 16,33.34; LXXVII su Es 21;2;
LXXXIX su Es 23,10.11; XCIII su Es 23,28. Iuteressan ti e puntuali osservazioni sul
genere delle quaestiones nel passaggio dall 'ambieute della retorica a qllello dcll'e-
segesi scritturistica, studiato particolarmente nelle o pere di Tertulliano e IIario , si
trovano in J. Doignon, I-lila.ire de Poitiers ava.nt l'exil, PaI'is 1971, 332-342. Lo
studioso classifica le quaestiones in base ai tre aspetti che per gli antichi era
necessario rispettare in lln'opera letteraria e mancando i quali il testo diveniva
problematico: la coerenza (espressa dal verbo collvellire) , la verosimiglianza
<congruere), la convenienza <C[ llod decet). Un riscontro di tali aspetti nell'opera
agostiniana si trova nello stlldio di M . Marin, Rieerehe sull'esegesi agosliniana della
parabola delle dieci vergini, (Quaclerni di Vetera Christianorllm 16) Bari 1981, 78-
83 .
9 CL Epp.28.4U.71.73 .82, tutte collocabili negli anui che vanuo dal 394-395 al
404-405. Si veda su ll'argomento A. Oddone, La dourina di Sant'Agoslino sulla
menzogna e la controversia eon San Girolamo, in S. Agoslno. XV centenario della
morte, Milano 1930, 263-285.
20 CL A . Pincherle, Laformazione teologica di s . Agostino, Roma 1947 ,116-118.
21 CL Retraed! , 60 ed Ep.205. Si veda inoItre E.-Ch.Babllt, l'riscillien et le
priscillianislIle, Paris 1909,286-290 e H . Chadwick, l'riscillian of A vi/a, Oxford 1976,
154-157.

81
inviato ad Agostino dal vescovo Consenzio ne1419, lo stesso anno in
cui si colloca l'inizio lieUe Quaestiones. 22
Nclla q uaestio il passo scl"tturistico di Es 1,19-20 e riassunto,
non citato interamente,23 ed e subito posta il problema:

De obstetricium mendacio, quo fetellerunt Pharaonem, ne occi-


derent masclIlos Israhelitas qllando nascebantllr, dicentes non ita
parere mulieres hebraeas sicut pariebant aegyptiae, quaeri solet
utrum tala menclacia adprobata sint allctoritate divina qllando-
qllidem scriptllm est Dellm bene fecisse obstetriciblls. "

L'espressione q uaeri solet sta ad indicare che Agostino e


consapevole di trovarsi di fronte a un problema gia evidenziato o da
lui stesso o da altri: 25 nel nostro caso, come si yedra, sono validi
entrambi i riferimenti. L'episodio deHe levatrici e addotto per la
prima volta da Agostino tra il 392 e il 394 nella Enarratio in
Psalmum 5 dove, poich al v.7 si affen:na che Dio tara perire tutti
coloro che dicono menzogne, egli vuole chiarire in che senso debba
intendersi il fatto che le levatrici , pur avendo detto il falso, si ano
state loclate da Dio. 2G Nel De mendacio, opera scritta poco dopo, nel
395, I'episodio e in vece riferito da Agostino come exemplum
addotto da coloro - e tra questi e riconoscibile un'allusione a
Girolamo - che sostengono in alcuni casi la liceita deHa menzo-
gna .27 Nell'una e nell'altra opera Agostino deve trovare una inter-

22 Per quanto concerne la dataziont: dell a nostra opera cL Rting , Untersuchull-


gen, 5-13 .
2J Altr casi si nliJi si troyano per le seguenti ({tluaestiones sull' E50do: II su Es

2,12; XII su Es 4,20; XlI1 su Es 5,1 -3; XV su Es 6,14-28; XXXILl su Es 9,19; LXVIII
su Es J8 ,18 ; LXXI su Es 20,1 -17; LXXVII su Es 21,2; LXXXIll su Es 22, 1; Gil su
Es 24,13; ev su Es 25,16; ev su Es 26,1; eX! su Es 26,25;'eXIII su Es 27,1;
eXLlV su Es 32,19; CLXXII sU E~ 35 ,l1 ss; CLXXIII su Es 30,26-38; CLX,,'(VI su Es
40,28-29.
,., CL eClu .SL 33 ,70.
25 CL Bardy, La liUrafure, 520 e nota 3. Sia Filone, che avcva interpretato in
modo de l tutlo simbolico I' episodio delle levatrici (Leg. al/. IIl,2.3.243 ed anche De
fugll el il/v. 168), sia O ri gene, che a sua volta aveva rifiutato la possibilita di
illtcnderlo sccundum hisloriac narratiollem (Horn.in. Es.II) , dimostrallo COIl la loro
esegesi la problematicit del passo anche se n I' ullo n I'a ltro si soffermano sul punto
che invecc intcressa Agostino.
. 0(, Il caso c1el le levat rici e proposto come esempio di me nzogna detta a fin di bene

e Agost ino ehiarisee in che senso debba intendersi il fatto che siano state lodate da
Dio. Egli scrive: Multa vid entuL .. no ll malitia,. sed benignitate mendacia, cuale
ill arullJ in . xodo obstetriclllll ... Sed e tiam ista non re, sed indole lalldantur; cuoniam
qui tanl:ulIl hoc modo mcnliuntur, merebulltur aliquanelo ab omni mendacio li be-
rari. Per la datazione c1ella Enarralio cL S. Za rb , Chrollologia Enarrationwn S.
Augustini in Psalmos , Malta 1948, 253 e H. Rondet, Essais sur la chrollologie des
" Enarraliones in pSlllmos de sainl Augustin , BLE 61(1960)111-127 .
27 CL De mend.V,7. Pcr le allllsioni a Girolalllo v. Ilota 20.

82
pretazio ne che giustifichi la lo de da parte di Dio , senza con questo

I.
!
giustificare l'uso della menzogna. Ecco che alIora nella interpreta-
zio ne agostini a na cio che viene lodato da Dio e I'intenzione
I'azione delle levatrici e tale intenzione econsiderata dimostrativa di
e non

! un progresso morale da esse compiuto: abituate infatti a mentire per


j
fare il male, erano progredite in modo tale che , pur non essendo
r
ancora perfette, avevano pero mentito con l'intenzione di fare il
bene. 28 Nella Enarratio e nel De mendacio poi, connesso all'argo-
mento del progresso morale, e inserito quello delle diverse categorie
l di credenti: i perfetti e quanti ancora non lo sono. 1 primi si
t as tengo no perfino dalle menzogne dette a fin di bene, me ntre i
, secondi ne sono incapaci . Ma nel De mendacio si riscontrano anche
due estese argomentazioni relative ai principi ermeneutici che
I,.
~.
devono guidare nell'interpretazione degli episocli di menzogna che si
trovan o nella Scrittura. II primo principio e inserito da Agostino
proprio quando si sofferma a parlare del caso delle levatrici: si tratta
infatti di un episodio che, a differenza di altri, dove ugualmente e

! descritta una menzogna non rimproverata ,2Y non puo essere inter-
pretato figurate, in quantoe impossibile ritenere che quelle donne
fossero guidate da spirito profetico cosi da significare con il loro
1: comportamento una realta futura .30 La loro menzogna dunque , che
,.
I non puo essere profetica, dal momento pero che e lodata,. aliquid
I significavit, e questo qualcosa e ricavato in base ad una regula
r. che Agostino desume dal passo di Ez 16,52 dove si afferma che
Sodol11a e giustificata in COl11plratione scelerum popul Israel.31
:fr Quando allora nell' AT si riscontrano esel11pi di menzogna che non
I
viene rimproverata, essi vanno interpretati o come accaduti in senso
! figurato, cioe profetico, o in base alIa regola del confronto che ne
i
t\

28 De mend. V,7: .. . pro gradu suo dicunt approbatas e t re muneratas a Deo. Qu


enm noce nd causa mentiri sole t, si am co.nsulendi causa me nti atur, lIlultutn
pro.fecit. Tertulliano. aveva aelclo.tto. il caso eleHe levatrici co.me indica tivo della bo.ntil
del D io. veterotesta mentario. , il quale aeleo. diligit parvulos, ut apud Aegyptum
benefecerit o.bstetricib us pro.tege ntibu s par tus Hebraeo.s pericJitantes edicto. 1'ha rao-
nis (Adv .Marc.IV ,23,5). .
29 GJi esempi biblici riporta ti in De mend.V,5 sano. que lli di Sara (Gen 18,15) e di
G iacobbe (Ge n 27 ,19). CE A.-M. La Bo. nnardie re, Le dol el le jeu. d'amJs saint
Augustin, in Forma Fu.lllri. Studi in onore del cardinale Michele PellegrilLo, To.rino
1975 , 868-883.
30 Cf. De mend. V ,7 : ... De obstetricibus aute m, quia no.n eas po.SSUJlt dicere
prophetico. Spiritu significandi futuri veri gratia , aliud pro ali o renuntiasse Pharao.ni,
etialllsi aliquid ipsis nescientibus qUo.d per eas actulll est significavit. .. .
3 1 lb. : Ad hanc regulal11 elirigunt ol11nia mendacia quae proferuntur el e veteribus
Li bris, nec reprehe nsa in vcniuntur , vel reprehendi non po.ssunt , ut aut indo le
proficientiulII et spe approbentur , aut significationis alicu ius causa non sint olllnino.
l11end acia.

83
permette una articolata valutazione/ Illorale Y II secondo principio
concerne il1vece la diversa autorita che occorre riconoscere aIla t
Scrittura a seco ncla che essa riferi sca clei fatti exem.pla o d e lle I
se ntenze dicta o praecepta: agli exempla, qualora siano ,\
veterotestamentari, non si deve infatti prestare la stessa fed e che
bisogna dare alle sentenze esplicite, avendo tal exempla quasi
sempre significato allegorico, figurato; perch alle sentenze poi l'
si possa dare una retta interpretazione, occorre che il significato in I
~,
r
esse espresso sia in accorclo con gli exe mpla che si riscontrano nel !
Nuovo Testamento Y f.
Queste due ampie trattazioni teoriche del De mendaco , non i'
. ~'

compaiono neppure per accenni nella quaestio 1 sull' Esodo , f.


anche se i principi in esse esposti sono elirettamente app licati . Nell a
quaestio infatti Agostino preferisce ragionare sulla situazione
;,'

1110rale de lle Jevatrici: costora - egli spiega - fecero si una cosa ,.'1
buon a avendo l'intenzione di lasciare in vita i bambini, ma men-
tendo a Faraone elimostrarono di essere ancora preoccupate della
propria sorteo 11 loro caso - prosegue Agostino - non puo costi-
tuire un permesso autorevole al mentire per i santi, per tutti coloro
cioe di cui e detto che non fu trovata menzogna sulla loro bocca "t
r
(Ap 14,5). Per gli altri, invece , che si occupano ancora eleHe cose
terrene (Fil 3,19) e non hauno la cittadinanza nei cieli (Fil 3,20) , l~
qualora caclano in questo genere di menzogne, l'episodio deUe
levatrici e .indicativo del fa tto che sono tollerati, in quanto la
i!
menzogna a fin di bene dimostra un progresso morale e una buoua tl
intenzioi1e. j
(:

r

JO C L De !/lend.VI ,9: Quod si aucto ritas !11eIltie ndi nec de anti qllis Libris
pru(erri potest, vel quia no n est inen daciulJ1 quod figurate gestu lJ1 dictuJl1qu e
rccipitur, ve[ quia bonis ad imitanum no n Jropo nitur quod in malis CU Ill proficere
coeperin t, in peioris cOll1paratio ne laudantu r. .. . Uguahnente in relazione al pro
bl e ma deJJ a menzogna , I'accenno a un progresso mora le riferito non solo ai singo li
individui , lIJa a nche all 'cconom ia divin a, era giit stato (atto da Agostin o nelle
LXXXIlI Quaesliones, Q.53,2 .3, dove pe ro I'inte ra materia era sta ta da lu i svo lta con
minore rigorismo di qu a nto no n appaia neBe opere successive : cf. Bary, M lallges ,
73 Js.
33 C L De rnen.d .XV ,26: Tene ndlll11 est 01l111i modo praece ptuJ1J D ei ... Divinae
Scripturae non so lum praecepta D e i continent, sed etiam vitam moresque iusto rllll1 ,
ut si (orte occultulll est , quemadlll odulll accipi enduJ1J sit quod praecipitur, in fact is
iustorlllll inteJligatur. Exceptis itaque his [actis quae potest quisque ad a llegor icalll
siglli ('icatione m re(erre ... sicut sllnt (ere ol1l nia in Libris Veteri s T estamel1ti ... , ea j
qua" in Novo Testamento a sa neti s facta sllnt. ..va lea nt ad exe mpla inteJligendarlllll
Scripturarul11 , qu ae in praece ptis digesta slln t . In C. Faustum Agost ino aveva
proposlo un a di slinzio ne all'interno dei pcece tti veterotes tamentari: quell i vitae J
agencl ae e qu eJli v itae signi(icandae (X,2-3): i pr il11i rim ango no va lidi anche per il
cristi.ano ncl loro senso lettc rale ; i secondi, inveee , dopo la venu ta di Cristo vanno
.intesi e osse rva ti secondo un signi(ieato so ltan to spirituale (XXXLI,8). :
'.
, i
84 ':01
... ::1'1
i,J
Come gia era evidente nella Enarrato in Psalmum e nel De
mendacio, il problema di cui Agostino di occupa e certamente di
carattere dottrinale, teologico, come lo classifica il Rting, ma esso
scaturisce da una contraddizione sottesa al testo scritturistico: da
ulla parte Ull episodio, Ull esempio di chiarissima menzogna, dall'al-
tra una dichiarazione altrettanto netta: Dio fece loro del bene.
t,
I
Problemi di questo tipo, che - come si e visto - sono tipici deIla
letteratura e1elle quaestiones/4 erano gia not anche in ambiente
" rabbinico e per la loro soluzione era stata trovata una regola, la XIII
1f tra quelle proposte da Rabbi Jsmael nel II secolo e ampiamente
. 1.
applicata anche nella tradizione cristiana: D ue testi si contraddi-
cono fino a che venga un terzo e decida fra di essi.35
l' Nella quaestio agostiniana tale regola si coniuga con quei due
!
principi esegetici esposti nel De mendacio. 1 testi che si contraddi-
~. cono sono Es 1,19 da una parte e Es 1,20 dall'altra, mentre i tes ti
risolutori sono Fil 3,19 e Fil 3,20. 36 Essi infatti, prospettando due
diverse situazioni, una ancora legata alle cose terrene , l'altra gia
'1 celeste, sono dimostrativi di un progresso che e necessario com-
I piere nelle sue varie tappe, ognuna deHe quali e quindi giudicabile
lr mediante un confronto con le altre. Agostino puo dunque basare su
questi due versetti quella regula del confronto che aveva spiegato
t !lel De mendacio e che qui applica pur senza nominada. Ma idue
.[ versetti gli servono anche per applicare, ugualmente senza teoriz-
\ zarJo, il secando principio enneneutico esposto nel De mendacio,
.j relativo alla diversa autorita degli exempla e dei praecepta:
I
j l'episodio deHe levatrici non puo essere un esempio che autorizzi la
f menzogna n per coloro che hanno la cittadinanza nei cieli, n per
. t~ coloro che sono ancora terreni, i quali pero possono guardare ad
! esso per prendere piu coscienza della propria situazione e non
disperare.
11 fa tto che Agostino abbia tralasciato di esporre le regole
esegetiche che lo harmo guidato nella soluzione del problema,
t limitandosi a metterle in pratica, non pennette pero di concludere
.!j.
i che nelle q uaestiones l'Ipponense si comporti sempre cosl, evi-
!
, .

" Per i casi riscontrabili nel Il li bro elelle Quaestiones eL nota 18 .


.15 CL S. Cavalletti, Talmud. Il tratLato delle Benedizioni, Torino 1968,42.
)1, T ra le quaestio nes nelle quali una cOlltraelelizione scritturistica e risolta
grazie al ricorso a un passo neotestarnelltario, si vedano: QE XXIV su Es 8,15 e QE
XXV su Es 8,19. Oltre ai casi di contraddizioni , SOllO llul1lerosi quelli llei quali
Agost il1o adduce un passo del NT per spiegare o appro[ondire il testo di Esollo
oggetto della quaestio: cf. QE VIII su Es 4,11 (Ov 9,39); XXXIl su Es 9,16 (RI1l
9,22) ; XLVIII su Es 13 ,9 (Rm 11,16); LXV su Es 17 ,9 (Rm 10,3; ICor 4,7); CUV su
Es 33 ,19 (2Cor 10,17).

85
tando di dare formulazioni teoriche. 37 Troviamo infatti che in un ' al-
tra quaestio, la LXVIII su l Levitico, a proposito del meclesimo
problerua co ncernente la possibilita o m.ellO di una menzogn a lecita,
uno dei principi enneneutici present nel De mendacio viene di
I1UOVO riproposto, sia pure in maniera pi stringata. La magna
quaestio de mendacio - scrive Agostino - si risolverebbe facil-
mente se si attenesse ai soli precetti, senza far conto degli esempi;3S
sano infatti gli esempi che crean o problema 39 e il primo ad essere
menzionato e queJIo deHe levatrici. Avendolo gia risolto nella
,
l.'

quaestio 1 sull' Eso do Agostino riassume qui soltanto la conclu-


sione, confennando che la difficolta dell'episodio e suscitata dalla
contraddizione tra Es 1,19 e Es 1,20.4u
Ma la quaestio 1 non si concluele con il conseguimento della
soIuzione. Agostino e consapevole che ci sono altri esempi nella 1
~
Scrittura che rendono prob1ematico il tema deHa iceita o meno della l
menzogna e dichiara perci che dovra riprendere l'argomento in r
maniera ancora piu distesa.'" Tale dichiarazione , come pure il I
successivo riferimento all'episod io deJle Ievatrici neHa quaestio
LXVIII sul Levtico, rimandano al Con.tra men.dacium , I'opera che,
come si e detto, era stata richiesta ael Agostino da Consenzio. In
essa ri sulta infatti che Es 1,19-20 era uno dei passi su cui iI priscillia-
nista Dittinio si basava per giustificare scritturisticamente la pratica
c!ella menzogna : e quindi alla luce di questa nuova polemica che si
pu meglio comprendere l'insistenza agostiniana suJI'episoelio e, in
ge nere , sul terna ele! mentire che egli affronta in modo pi o meno
esplicito in diverse q uaestiones ,<2
La seconela quaestio che analizzo e la XI sullibro dell' Esodo e
appartiene al gruppo delie q uaestianes che si passana definire con
soluzio ne incerta . Il passo scritturistico e Es 4,24-26 e Agostino lo
riporta al principio indicandolo testualmente:

. 37 NcllI libro de lle Qllaestiones se ne trovan o va rie, rivol te particolarmente a


defin ire il rapporto tra AT e NT: QE XCII su Es 23 ,25 ; XCIII su Es 23,28; CXIl su
Es 26,33.
" CL CChr.SL 33 ,221: "Si sola praeeeptn intuere mur, non et exe l1lpla .
.\9 lb.: Sed exempla faci unt difficillimam q uaestionem .
10 lb.: Me ntit ae sunt obstetrices Aegyptiae et bona illis D e us retribuit .

." CL QE I: Sed di ligentius de !lac quaesti.one disserenduJl1 est propter al ia


exemp la ljuac in sc ripturi s reperiuntur. No n e questo ['unico caso in cui Agostinu
rin-. la a spiegazioni pi ampie, o gia date in opere preceden ti , o da sv il uppare in
success ive occasioni: si vedano, fra le altre , la QG CXL V su Gen 44,15 (dove in
discussionc e ugualmente un caso di mc nzogna) ; QE Il su Es 2,12 e QE CXLlV su Es
32,19 ( nelle quali il rinvio e esp licitame nte al C.Faustul7I); QE XXI su Es 7, 12.
42 CL QG CXLIlI su Gen 43 ,22; QG CXL V su Gen 44,15; QE LXXI su Es
. 20 ,16; QL LXVm su Lv 19, 11 ; QGs XI su Gs 8,4-8; QGdc XX su Gdc 3,19.
In eo quod scriptum est "In via ad refectionem obviavit ei
angelus et quaerebat eum occidere. Et adsumto Sepphora calculo
circumcidit praeputium filii sui et procidit ad pedes eius et dixit:
stetit sanguis circumcisionis infantis mei. Et recessit ab eo, prop-.
ter quod dixit: desiit sanguis circumcisionis" primum quaeritur
quem volebat angelus occidere:

Mose o il bambino. 43 A differenza di quanto si e visto per iI passo di


Es 1,19-20, gui si tratta di una tematica che mai Agostino aveva
affrontato in modo problematico nelle opere precedenti le Quaestio-
Iles. Es 4,24-26 appare infatti citato solo due volte prima di esser
fatto oggetto della quaestio: neU'Ep . 23,4, indirizzata verso il 392
al vescovo donatista Massimino,44 e in De baptismo IV , 24,31, scritto
tra il 400 e il 401 45 ugualmerite in polemica con i donatisti . Nell'epi-
stola Agostino, per sottolineare il carattere indelebile del battesimo
opera un confronto con il carattere indelebile deUa circollcisione,
che di quello e tipo, e per evidenziare I'importanza di essa, onde
derivare poi l'importanza del battesimo, riferisce il caso di cui in Es
4,24-26. Egli scrive che la circoncisione

ebbe ... un valore COSI grande che I'angeIo avrebbe soffocato iI


figlio ancora infante di Mose se la madre, afferrata una pietra,
non avesse circonciso il bambino e con questo sacramento non
avesse scongiurato l'imminente sventura.46

,. Risulta chiaro come, pur trattandosi di una parafrasi del testo


scritturistico, Agostino non dimostri a!cuna esitazione nel ritenere il
t figlio di Mase e non Mose l'oggetto dell'attacco dell'angelo. La
f
. stessa cosa si evince con estrema linearita dal De baptismo , li do ve
! ugualmente viene parafrasato il testo di Esodo."7
t
, Da dove dunque proviene ad Agostino, a distanza di circa 20
ll' anni, il dubbio relativo all'interpretazione di guesto passo, a tal
punto cla fame una quaestio e perfino una fra le piu articolate?"g
i
I
I
I
43 CL CChr.SL 33,73.

" CL P. Monceaux, Histoire liuraire de I'Afrique chrelielll/.e, VII , Paris 1923,


279 .
" CL G. Bavalld, TraiLs ami-donalisles, BAllg 29(1964)10.
'6 Ep 23,4: Quod signaclIluIll illstitiae fide i, talltUll1 iHo tempore valllit. .. llt
infantem filillm Moysi Ange lus praefoeasset, nisi mater arrepto calculo circlll11citlisset
pllerUtn , et hoc sacramento imminentem pernieiem depulisset.
017 Cf. De bapt.IV,24,31: . .. quod in filio Moysi per Angellll1l manifestatulll est,

qui CUl11 ael huc incircumcislls a matre ferretur, praesenti et evidenti periclllo circulllci-
cleretllr exactlll11 cst et, Clllll factum esset, deplllsa pernicies. Sul rapporto che
Agost in o pone tra circoncisione e battesil1lo in riferimento ai bambini, cL Bavallel,
Traits. 614 nota 26. .
." Come vedremo, infatti , la q llaestio COlleerne due particolari elel testo
considerato: I'identit del personaggio attaceato dall 'allgelo e il significato elelle

87
Posto come quaestio il passo si trova per la prima volta in l'
ambien te latino nella raccolta dell' Ambrosiaster (e la XVI) ,49 ma il
problema e diverso da quello evidenziato da Agostino. Mentre
infatti questi si interroga sull'identita del personaggio affrontato


c1all'angelo, l' Ambrosiaster si chiede come mai l'angelo, che valeva
uccielere Mase, si sia pacato grazie alla circoncisione del bambino .

1.
Egli da quindi per scontato che ad essere in pericolo di vita sia stato \

Mose e non iI figlio. Logicamente neppure l'argomentazione svolta I


:
per risolvere il problema ha alcun punto di contatto con quella di t

Agostino . Andando indietro tra gli autori ecclesiastici che in qual- ~',

che modo si sano occupati del nostro passo troviamo Tertulliano,


Ippolito e Origene, ma nessuno dei tre lo interpreta in maniera tale
da far trasparire una problematicita al momento di identificare la
persona assalita dall 'angelo , anche se non seguono tutti una stessa
tradizione. Per Tertulliano si tratta infatti del figlio di Mose;50 per
l'!ppolito del Commento a Daniele,sl invece , ugualmente senza che
venga mostrato a1cun dubbio, si tratta di Mase. Per Origene infine
sembrano caesistere entrambe le passibilita. 52 Gli unici riferimenti

parole pronunciate da Sefora. Tra le q uaestio nes relative al libro dell' Esodo che
Agustin o sviluppa prendcndo in esame piu di un aspetto, si vedano: QE XLvn su Es
1.2,37 (suddivisa in 6 paragrafi); QE LXXI su Es 20,2 (6 paragrafi) ; QE LXXVlJl su
Es 21 ,7ss (4 paragrafi); QE CXIV SlI Es 28,3 (2 paragrafi); QE CXXIX sU Es 29,26 (2
paragrafi); QE CUV su Es 33,18-19 (8 paragrafi); QE CLXVI su Es 34,28 (2
paragrafi) e in[ine l' ultima quaestio, la CLXXVn, co ncernente la descrizione del
Tahernaco lo e costituita da 23 paragrafi . .
40 CL AmLJrosiaster, Quaesl.XVI: Quare ange lus, qui in via occiclere volebal
!j.
Moysen, circumcisione infantis pacatus est? . Per quanto concerne l'ambito greco, le ,1:.
catene sul/'Ottateuco hanno conserva lo dei frammenti Ji Eusebio di Emesa che
lasciano trasparre la CO:lOscenza da parte dell 'esegeta sia dell'interpretazione in base
a[Ja quaJe ad essere attaccalo dall'ange!.o era Mose sia di queHa seco ndo cui in !
pericolo di vita era il figlio: eL R. Devreesse , Les andens commentaleurs grecs de
I'Oclaleuque el des Rois , (Stucli e Testi 201) Vaticano 1959, 89-91.. Dalla Ep.82,23 1
indirizzata da Agostino a Girolamo verso il 404-405 sappiamo pero che l'Ippon ense f
non aveva letto nulla di questo autore fino a quella data: non possiamo illvece sapcre
se in scguito egli sia ven uta a conosccnza di cualcuna delle sue opere, tra le quali una
seri e di omelic tradotte in latino tfa la fine del IV e I'illizio de! V secolo : sulJ 'interprc-
tazione eusebiana di Es 4,24-26 si veda il recente studio di A. Le Boulluec, Moise
menac de mor!. L'nigme d' Exode 4,24-26 d'aprs la Seplanle el selo/! les Peres,
(Ca hie rs de Biblia Pa tristica 1) Strasbourg 1987, 84-91 (Lo studioso passa in rassegna
varie interpre tazioni'de! passo di Esodo date da a uto ri greci e pertanto non prende in
consideraziollc l'opera di Agostino).
S" CL TcrtuJliano , Adv.Jlld.III,1-4.
SI eL Ippol ito , In Dal/..IV ,40,5.
';2 CL Origene, Pri/!c.III ,2,1; Comm. in Rom.II ,1.3,907; C. Cels.V,48. Pe!' una
ana lisi deltagliata di ttuesti tre passi mi perlIJetto di rimandare al mio studio Sanglle
della circonGsione e sllllgue della redenzione in. Origen.e in San.gue e Antropolagia
biblica n.ella LeUeralura cristiana, III (1982)1165-1174; in esso faccio presente la
conoscen za da parte di Origene anche deIla tradizione interpretativa relativa al figlio
. di Mose come oggetto dell'attacco angelico (e quanto si evince dal Comm.in Rom.),

88
espliciti a una difficile e controversa identificazione del personaggio
i
! si troyano nella tradizione rabbinica sulla base di una documenta-
zione che si puo far risalire al II secoloY
1 Dunque Agostino, che nell'Ep. 23 e nel De baptismo, si era
1
dimos trato seguace dell'interpretazione gia propria di Tertulliano,
quella cioe che vedeva nel figlio di Mose la persona assalita dall'an-
1.
t,. gelo, nel 419 al momento di rileggere l' Esodo, giunto al nostro
passo, ne riscontra una certa ambiguita. Si potrebbe ipotizzare che
1l. nel frattempo egli sia venuto a conoscenza delle opere di quegli

~' autori che, a differenza di Tertulliano, ritenevano Mose oggetto


dell'attacco angelico. A quelJi gi elencati e da aggiullgere Giro-
lamo, che nel suo Commento a Galati parafrasa il nostro passo
lasciando intendere che l'attacco dell'angelo era rivolto contro
Mose. 54 E facile supporre che dalla lettura di questa opera - che
sappiamo con certezza essere avvenuta 55 - sia sorto in Agostino iI
dllbbio relativo aH'interpretazione di Es 4,24-26 e che qllindi la
constatazione di due diverse tradizioni interpretative, entrambe
alltorevoJi, stia alla base delJa quaestio agostiniana. Tanto pi che
dall'opera di Girolamo egli e ven litO a sapere che il testo ebraico
doveva essere differente da queHo citato dallo Stridonense. Questi
infatti accenna a una diversita tra il suo testo e queHo ebraico e tale
diversit va probabilmente individuata nella variante angelus!
Dominus che sappiamo effettivamente esistere tra la LXX e la
Ve tus da una parte e il testo ebraico e poi la Vulgata dall'altra.
Girolamo comunque nelmodo di esprimersi non chiarifica quale sia
il punto di divergenza 56 ed e quindi possibile che Agostino lo
individuasse piuttosto in quel cambio di personaggi che doveva
essergli subito apparso come una novit rispetto alla tradizione da
lui cOl1osciuta e seguita. La variante angelusIDominus,57 infatti~

Illa tale interpretazione e da lui seguita indipendentemente dall'altra e senza un sia


pur minimo accenno a una qualche problematicitit.
" CL G. Yermes , Scripture and Tradilion in Judaism, Leida 1973, 178-192. Tra i
testi riportati si veda in particolare Ned.III, 38b: R. Simon ben Gamaliel dice:
"L'angelo cerc di llcciclere non Masemail bambina". Per questo e detto: "Certo,
spaso di sangue tu sei per me". Chi pu essere stato chiall1ato "s poso di sallgue"?
Mose o il ball1bino? Tu devi dire: il bambino.
" CL Girolamo, Comm.in ep.ad Gal. : Nec nos moveat qllocl a Sephora tollens
calculum, filiull1 circllmcidit, et suffocantem angelull1 prohibuit a marita, sive ut aliter
in Hebraeo scriptum refertur. .. (PL 26,425B).
55 Nell' Ep.28 del 394/395 Agostino scrive a Girolamo comunicandogli di aver
preso visione del suo commento a Galati, che questi aveva scritto a BetleIllme verso il
387/388 .
'" eL nota 54.
57 Si tratta di una variante che Girolamo introduce quando rivede sui codici

cbraici il testo di Esodo. CL F. Vattiolli, Sposo di sangue (Es 4,24-26), in Sangue e

89
qUedora fosse stata da Iui individuata, avrebbe di certo a ttratto la sua
attenzione, visto che iI tema dell 'angelologia, particolarmente per
quanto concerne il rapporto con le teofanie , e fra quelli su cui
frcqucntcmente si sofferma ne! corso eleIle quaestiones.58 NeSSUIl
accenno invece l questo aspetto nello svolgimento della quaestio,
Co confermcrcbbe quanto ipotizzato dal Rting: che cioe Agostino
avrebbe allargato alla Vulgata il confronto che andava facendo tra i
coclici solo aHorquando giunse a leggere Deuteronomio, Giosue e
Giudici. 5~
Passiamo ora ad esaminare il procedimento esegetico usato da
Agostino, ricordando che egli lascia aperte entrambe le possibiJita
interpretative individuate, per ciascuna deHe quali cerca una giustifi-
cazione. La prima interpretazione riconosce in Mose iI personaggia
attaccato clall'angelo . Agostino la propone in forma di interroga-
zio ne retorica giustificandola in base, si potrebbe dire, al buon
se nso: se I'angelo lungo iI cammino si dirige contro quaJcuno ,
parrebbe logico che questi sia coIui che procede avanti agli altri, il
primo che gli si pu fare incontro. Scrive infatti: Cui putabitur
occurrisse nisi iIIi qui universo suorum comitatui praefuit et a qua
ceteri ducebantlr?. 6o Su tal e prima interpretazione egli tornera
a nche dopo ayer esposto la seconda, ma sempre in modo assai
sbriga tivo e quasi per non uare l'impressione di preferire guest'uJ-
tima: quamquam si de Moyse accipere quisquam voluerit, non es!
magno opere resistendull1.61
La seconda interpretazione invece, cuella cioe che individua nel
figlio di Mose la persona attaccat dall'angelo , e proposta in base ad
una articolata eel estesa spiegazione. Essa poggia su un motivo
dottrinale. Scrive Agostino:
f
'.1
o fo rse , I'angelo valeva uccidere il fanciulJo, a cui la madre '
porto aiuto circoncidendola, affillch da ci si comprendesse che "
egli lo aveva voluto uccidere perch non era crco nciso e n tal
mod o, mediante la gravit del castigo, sancire il precetto della .1.
I
circoncisione?. '"

.i
Al/tropologa Bblica, IJ , Roma 1981. AII'alllpia rassegna bibliografica contenuta in
questo a!'tico lo si puo o ra aggiungcre lo st uelio giil citato e1i A . Le Boulluec, Moi:\e,
che pero non aggiunge malta a qu a nto gia presentalo e1a] Vallioni.
" Fra le a ltre quaestion es si veelano: QG LIX su Gen 22 ,lJ; QE!II su Es 3,4;
Q; , XLIX su Num 22,22; QGs VII su Gs 5 ,1314; QGelc XXVI su Gelc 6,11; XXXV
su Gelc 6,18; LlV su Gelc 13,20.
5~ CL Rting , Unlersuchungell, 140-151.
,,, CL QE XI (CChr.SL 33,73).
,, ' lb .
<>2 lb .: An pucrulll quaerebat occidere , cu mater circulllciele nd o subvenit, ut ob

90

.""

!"
Questa soluzione - che riflette peraltro il pensiero espresso da
Agostino nelle due opere antidonatiste preceden ti la nostra e a cui
1, abbiamo gia fatto cenno - 63 si scontra, ed Agostino pare accorger-
sene solo in questa sede, con la lettUl'a lineare del testo: in esso
'1 infatti il pronome eum delJ'espressione voleva ucciderlo (<<qua-
I
~
erebat eum occidere), andrebbe riferito a qualcuno che non e stato
ancora nominato. Agostino definisce un tal modo di esprimersi
mira locutio et inusitata. Ma I'aver individuato che si pu trattare
di una locutio lo induce ad applicare quella regola , pi voIte
menzionata nel corso dell 'opera,1YI in base alla quale, perch sipossa
parlare di locutio in riferimento a una determinata espressione, e
necessario ricercare un aItro passo scritturistico che la confenl1i
come tale. Anche se si tratta di una Iocutio inusitata, Agostino
trova che nel Sal 86,1-2 ve ne e una simile, li dove il Salmo comincia
con la frase: Fundamenta eius in montibus sanctis; diligit Dominus
portas Sion.65 Anche in questo testo, infatti, il pronome eius
precede il nome a cui va riferito. Il passaggio al Salmo porta
Agostino a soffennarsi sul nuovo testo. Egli si accorge cosi che,
oltre alla Iocutio, esso presenta un ' ulteriore difficoIta: il pronome
pu riferirsi a due diversi nomi , Dominus o Sion. La logica
vorrebbe che le fundamenta fossero di Sion e questo sarebbe
pertanto, secondo iI modo di esprimersi agostiniano, il facilior
sel1Sus . Ma Agostino nota che, se il testo latino permette una simile
j' interpretazione, il testo greco che egli confronta la escIude categori-
camel1te. In latino infatti il pronome eius e genus al11biguul11 , in
t greco invece a{n;ou obbliga a intendere le fondal11enta in riferi-
, ' mento non a Sion, ma al Signore. 6~ L'interpretazione, obbligatoria
per rispetto alla grammatica, e pero ardita. Ecco che allora Ago-
stino av verte la necessita di giustificarla anche scritturisticamentee
trova cosi un aItro Salmo , il 146, dove al v.2 e detto che il Signore
edifica Gerusalemme (<<aedificans Hierusalem Dominus): ha dun-
que senso dire: fundamenta Domini, id est quae constituit Domi-
nus. Ancora un 'osservazione mi pare interessante fare a proposito
della digressione esegetica sul Salmo che Agostino introduce all'in-

,
!.

1,
hoc intellegatur occidere voluisse infantem, quia non erat circuJ1lcisus, atque ita
sanci re praeceplulll circull1cisionis severitate vindictae? ,
63 CL sopra.

r M CL QG XXXI su Gen 17 ,8; CXLV su Gen 44,15; CL su Gen 46,15, Si veda


anche De docl,chrisI.Il ,13-14; IlI,24.
65 Nella Locutio E LXIV su Es 12,7-8 , Agostino rinviera a quanto proposto ne lla
nostra q uacstio e al riferimcnto fatto al Sal 86,1-2 in quanto si tratta di passi che
vanno intesi come <docutioncs.
06 CL CChr.SL 33 ,74.

91
terno deHa q uaestio. Nella Enarratio in Psalmum 86,2, da tata
probabilmente al 412,67 Agostino aveva spiegato la frase le sue
fonclanlcnta in riferimento a Sion, senza minimamente accennare
aIla possibilit che esse potessero invece riferirsi a Dominus.
Secando il testo latino infatti, come egli osservera nella quaestio,
tale interpretazione non solo e del tutto sostellibile, ma e anche
queHa pi evidente e di significato piu ovvio. E chiaro quincli che i
so lo nella quaestio, attraverso il confronto con i codici greci,
Agostino si accorge che essa e invece errata. 11 confronto con i codici
dunque, a cu Agostino fa esplicito rifermento nell'introcluzione
aH'opera,6S clovette essere nel corso del lavoro uno strumento esege-
tico da lui utilizzato non solo per I'interpretazione dei passi diretta-
mente oggetto di q uaestiones,69 ma anche per quelli che durante
I'argomen tazione egli andava via via citando.
Tornando all'analisi deUa quaestio notiamo che la lunga
digressione sul Sal 86,1-2 non fa pero dimenticare ad Agostino il
motivo che gliel'aveva suscitata: la necessita di trovare un altro
passo scritturistico oltre a queIlo di Es 4,24-26 in cui un prono me t
fosse riferito a un nome non ancora menzionato , cosi da poter t'
c!assificare con;e locutio un tale moclo d esprimersi. Con il Salmo
dunque I'individuazione delIa locutio che permette di superare lo !i
scoglio sntattico e avvenuta, e pertanto nel passo di Esodo clove e ,
detto q uaerebat eum occidere, si puo legttimamente ritenere che "
l'angelo abbia voluto uccidere l .bambino anche se questi e nomi-
nato solo in seguito .

~ .
D al confronto con il metod esegetico proposto per spiegare i
1
versetti del Salmo si puo cogliere anche ii motivo che impedisce ad
Agostino di ritenere questa seconda il1terpretazione - che eg,1i
\

1.
sembra preferire ----;- come unica ed esclusiva. Si tratta, da una parte,

della mancanza di un dato grammaticale che faccia ritenere la


prima, sicuramente pi ovva, come inaccettabile. 70 E infatt i la
presenza di un elemento di tal genere che, nel caso del Salmo, aveva
reso insostenibiJe la prima interpretazione facilior, obbligando ad
r
t
l
(" CL Zarb , Chronologia, lOO-lO!. .f
,
" CL : Cum Scripturas sa nctas quae appeJlantur canonicae legendo et CUI1l al iis
cod ici bus secundUlll Septuaginta interpretationes conferendo percurreremus .. "
(CChr. SL 33,1) . ,
69 Per quanto co ncern e illibro deU' Esodo un esp licito rirerimento a un confronto
fra i codici si trova, ad esemp io , neJle segue nti quaestion es : XXIV; XXVIl;
XXVfH; XLI; XLVII; L.
'o Fra le quaestiones risolte a nche mediante un 'analisi atlenta al dato gramma-
ticale e sintattico, si vedano, per illibro dell'Esodo: QE XLI su Es 12,10 e QE CUY r
.
su Es 33 ,18-19.

92
accogliere quelIa piu difficile. DalI'altra parte vi e la mancanza di un
passo scritturistico che sostenga la seconda interpretazione, come
per il Sal 86 era stato il Sal 146. II problema pertanto deve restare
aperto.
Ma la quaestio non e tennnata. Un secando punto nfatti
attira l'attenzione di Agostino neIl'episodio di Sefora. Esso con-
cerne le parale da lei pronunciate e grazie alIe quali l'angeIo si
allontana dal personaggio che voleva uccidere. Tali parale sono :
Stetit sanguis circumcisionis infantis. Notiamo subito che il testo e
quello proprio delIe versioni latine deUa LXX, totalmente diverso
da quello ebraico e quin di della Vulgata in cui si legge: Sponsus
sal1guinum tu mihi es.71 Il fatto che Agostino paia ignorare del tutto
la variante, mi sembra confenlli ulteriormente la sua non cono-
scenza, nel momento di redigere questa parte delIe Quaestiones,
della versione latina di Girolamo.
Delle parole di Sefora, dunque, Agostino si limita a far osservare
che esse indicano che I'angelo se ne e anclato non perch il bambino
e stato circonciso, 111a perch il sangue deUa circoncisione si e
fermato, stetit, o anche e venuto meno, desiit, come si trava
al v.26 dove per la seconda volta sono riferite le parole di Sefora .
L'importanza delIa frase starebbe nel fatto che essa racchiude 11ll
,. grande sacramento: non quia cucurrit, sed quia stetit, magno, nisi
falIor, sacramento.72 E con tali parole termina la quaestio.
Due osservazioni mi pare si possano fare su questo secondo
aspetto che Agostino rileva nel passo preso in esame: la prima di
carattere esegetico, la seconda storico.
La prima concerne il fatto che Agostino ha solo accennato
all'importanza delle parote di Sefora, limitando si a dichiararne il
carattere di sacramentum, senza pero spiegare in che cosa esso
consista. Qualora lo avesse fatto, cio avrebbe comportato un tipo di
interpretazione su cu egli di solito prefersce non soffermarsi,73
ritenendo sufficiente indicare iI camminoche andrebbe seguito
mediante espressioni qual: spiritalis significatio, mysticum,
sacramentum, prophetia, etc. Ma questi casi, che costituiscono

71 CL Vattioni, Sposo, 477-496.


72 CChr.SL 33,74.
73 Come e stato piu volte osservato, Agostino utilizza lIeUe Quaesliones un
metodo esegetico che gli permette di rimanere il pi possibile aderente alla lettera del
testo (eL A. -M. La Bonllardiere, Biblia Augustiniana. A. T. Le D~uleronome , Paris
1967,29; M. Simonetti, Lellera e/o allegoria, Roma 1985,351). E d'altra parte il
genere letterario stesso deUe quaestiones a richiedere nelle solutiones un uso
assai moderato di interpretazioni allegoriche e di conseguenza uno sforzo cOl1sidere-
vo le per rimanere all'interno di un significato letterale.

93
la maggior parte di quelJi che in diverso modo menzionano una
interpretazione che vada al di la di quella pi rigorosamente ade-
rente a l testo - per il libro di Esodo se ne possono contare piu di
dieci _,74 non autorizzano a trarre una conclusione troppo catego-
rica e generalizzata: anche se pochi, ve ne sono pero altri in cui
Agostino si attarcla a ciare una spiegazione di un passo anche in
1110do spiritalis o mysticlll11 e ci avviene pure per versetti clove
un significato di tale genere non sarebbe assolutamente necessario. 75
La seconda osservazione e di carattere storico. Nella Ep .23
Agostino, quanclo in poJemica con i clonatisti aveva citato il passo di
Es 4,24-26, aveva detto che Sefora mediante il sacramentum della
circoncisione aveva scongiurato l'imminente sventura. Egli aveva
dunque posto I'accento sulla circoncisione in quanto era questa ad
essere intesa come sacramentum. Nella quaestio, invece, si
nota in Agostino il desiderio di spostare I'accento dalla circoncisione
alla cessazione del sangue di essa ed e in tale cessazione pi che nella
circoncisione che egli individua il carattere di sacramentum. Mi
pare che una diversa spinta polemica stia alla base di tale cambia-
mento e che sia da indivicluarsi nei confronti del giudaismo. E infatti
contra questo che J'Ipponense solitamente si soffenna a climostrare
la cessazione di guei precetti veterotestamentari che hanno valore cli
sacramenta, quaJi appunto la circoncisione, iI sabato, i cibi , clei
quali i cristiani sono tenuti non ad osservare quanto prescritto, ma a
comprendere quanto n predetto e a mantenere quanto n promesso . 7 !
i
Ora e proprio aIla fine clel 418 - ossia poco prima del momento in :
J
cui si colloca la nostra quaestio - , come testimonia l'Ep .196 ad
Asellico, che Agostino clovette personalmente intervenire contra
casi tutt'altro che isolati di cristiani che giuclaizzavano. 77 E facile
c1unq ue che in taj contesto storico-c1ottrinale possa trovare una sua
I!
f
"
!


70\ Oltre a l nostro , cL in[atti QE IV su Es 3,8; X su Es 4,15; XV su Es 6,14; XIX

su Es 7,9; LXXXI su Es 21,28; LXXXIII su Es 22,1 ; XCV su Es 24,1-3; CXIX su Es


28,31; CUX su Es 34,20.
., l'


75 Oltre all'intera esposizione sul Tabernacolo (svolta sia secondo la pro prietas .)

!1arrationis sia secondo la figurata significati.o) si vedano anche le segue nti


cuaes tio lles: QE XXVIlI su Es 8,26; XLII su Es 12,5; LXXX su Es 21,22 ;
LXXXIX su Es 23,10-11; CUV su Es 33,19; CLXXVII su Es 26,15-17. Passi invece
in cui I'interpretaziolle letterale e giudicata impossibile sono quelli di Es 12,5 (QE
XLII); 22,1 (QE LXXXIlI) ; 23,19 (QE XC). Un dettagliato esame relativo alla
presenza del termine a llegoria , e quindi al metodo esegetico corrispondente,
!1l'['ope ra agostiniana si trova nello studio di M. Marin, Allegoria in Agoslillo ,
(Quaderni di Vele ra Cluistiano[um 20) Bari 1987,135-16l.
7(, CL Adv.Judaeos V,6: Non ergo o\Jservamus sacramenta quae ibi praecepla

sunt , quia intelligimus quae i\Ji praed icta sunt, et lenemus quae i\Ji promissa sunt.
77 Si veda sul pro\Jlema in genere B. Blumenkranz, Augustin et les juifs. Augustill
el le /dal77e, i" Rec/.Aug.J (1958)225-24J.

94

,.,.,1
motivazione la diversa prospettiva con cui Agostino tratta deIla
circoncisione operata da Sefora, neIl'ambito deIla polemica antido-
natista e al tempo deHa redazione deUe Qu.aestiones. 78

Concludendo: l'analisi dettagliata deUe dlle quaestiones su


E sodo mi pare confenni il carattere complesso di quest 'opera agosti-
niana che, rispettosa del genere cIassico deUe quaestiones, mostra
un Agostino attento a recuperare le soluzioni gia da lui date in
precedenti occasioni rivisitandole aUa luce di sollecitazioni nuove,
che proprio sul terreno dell'esegesi scritturistica gli esigevano uno
sforzo di ulteriori confronti e risposte. 79

i
(.:

i

I
!

7S Anche per 'origine di questo secondo aspetto della quaestio, ci si potrebbe


I doma ndare se Agostino abbia ripreso da altri I'interesse per sof[ermarsi su lle parole

di Sefora o se il problema gli sia venuto, per dir cosi, sullllolllento. Precedentemente
ad Agostino , Epifanio aveva citato proprio le parole di Sefora, pronunciate da lei per
(ar allontanare l'angelo , perch indicative della cessazione de ll a circol1cizion e
''
cruenta. In Pallarioll XXX scrive: " I! sangue detla circoncisione si e fermato affinch

J ci si ricordasse del balllbino che doveva venire (cioe Cristo)>> (PO XLII, 452-453).
Ora pero pare abbastanza sicmo (cL Altaner, Kleine , 286-296) che Agostino non
conoscesse il Panarion , ma piuttosto il riassunto che di esso era stato co mposto da un
anonil1Jo e che si intitola Anakefalaeosis e che su quest'opcra, da lui ritenuta di
Epifanio, egli si fosse basato per il De haeresibus . Nell'Anakefalaeosis non vi e pero
alcul1 accenno al passo di Es 4,24-26. La testimonianza del Panarion e comunque
interessa nte per la identificazione della polemica che soggiace atla nostra "quaestio :
Epifanio in[atti cita Es 4,26 n do ve tratta degli Ebioniti.
79 Di particolare interesse risulta sotto questo aspetto il notare, p. es ., il
freq ue nte accenno a tematiche proprie deHa polemica antipelagiana. Si veda no , per il
., li bro di Esodo, le quaestiOlles IX su Es 4,12; XXIV su Es 8,15; XXIX su Es 8,32;
!
XLVIII su Es 13 ,9; LXV su Es 17,9; CV su Es 25 ,16; CUV su Es 33,19; CLXVII su
Es 25 ,16.

95

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