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Cesare, oltre ad essere uno dei pi importanti uomini politici e comandanti militari della storia di

Roma, fu autore di notevole importanza sul piano letterario: il suo nome legato ai Commentarii
de bello Gallico e i Commentarii del bello civili. Gaio Giulio Cesare nacque a Roma il 13 Luglio del
100 a.C., da una famiglia patrizia di antichissima nobilt. Il padre era C. Giulio Cesare, la madre era
Aurelia. Poich era imparentato con Mario e con Cinna (nemici di Silla), venne perseguitato dai
Sillani. Dopo la morte di Silla torn a Roma ed incominci la carriera politica percorrendo le
diverse tappe del cursus honorum: fu questore nel 68, edile nel 65, pontefice massimo nel 63,
pretore nel 62 e propretore in Spagna nel 61. Nel 60 stipul con Pompeo e Crasso laccordo
segreto cossi detto del primo triumvirato, in vista della spartizione del potere. Rivest per la
prima volta il consolato nel 59. Cesare ottenne il proconsolato nella ILLIRIA e nella Gallia
romanizzata, intraprese lopera di sottomissione dellintero mondo celtico, presentandola come
unoperazione soprattutto difensiva e preventiva. Ostacolato con cavilli giuridici dai suoi avversari,
che cercavano di impedirgli il passaggio diretto dal proconsolato in Gallia al secondo consolato,
Cesare invase lItalia dando in tal mondo inizio alla guerra civile. Venne assassinato da un gruppo
di aristocratici di salda fede repubblicana, preoccupati per le tendenze autocratiche e le
inclinazioni alla regalit che stava dimostrando.
OPERE: Di Cesare sono conservati i COMMENTARII DE BELLO GALLICO in sette libri, pi un libro
ottavo composto probabilmente da un luogotenente di Cesare, Aulo Irzio, per completare il
resoconto della campagna gallica; i COMMENTARII DE BELLO CIVILI in tre libri.
DE BELLO GALLICO-> I sette libri coprono il periodo dal 58 al 52, in cui Cesare precedette alla
sistematica sottomissione della Gallia. Sui tempi di composizione di questo, manca un accordo fra
gli studiosi: secondo alcuni sarebbe stato scritto di getto nellinverno del 52-51; altri preferiscono
pensare ad una composizione anno per anno, durante gli inverni, nei periodi in cui erano sospese
le orazioni militari. Questa seconda ipotesi ha a suo favore delle contraddizioni allinterno
dellopera. Lipotesi di una stesura dilatata nel tempo, a differenza dellaltra, potrebbe dare
ragione anche della sensibile evoluzione stilistica che si creduto di poter riscontrare nei
Commentarii. Tale evoluzione sembra procedere dallo stile scarno del commentarius vero e
proprio in direzione di concessioni maggiori a certi ornamenti tipici della historia. Ad esempio,
nella seconda parte dellopera si fa pi frequentemente uso del discorso diretto e si adottano
molti sinonimi. Tali caratteristiche determinano un ampliamento del patrimonio lessicale.
DE BELLO CIVILI-> si divide in 3 libri: i primi due narrano le vicende del 49 ed il terzo quelle del 48. I
tempi della composizione e della pubblicazione sono ancora pi incerti che per il De bello Gallico e
si addirittura supposto che il racconto della guerra civile non sia stato pubblicato da Cesare, ma
da qualcuno dopo la sua morte. Oggi la maggior parte pi incline a pensare che questo sia stato
composto fra la seconda met del 47 e del 46 e poi pubblicato nello stesso 46. Dallopera affiorano
le tendenze politiche di Cesare, che non si lascia sfuggire le occasioni per colpire la vecchia classe
dirigente, rappresentata come una consorteria di corrotti. Cesare ricorre allarma di una satira
sobria per svelare le basse ambizioni e gli intrighi dei suoi avversari. Se il suo nemico Pompeo,
egli non rinuncia tuttavia a trattegiare un quadro negativo dellintera classe dirigente romana nella
sua espressione politica naturale qual il ceto senatorio. Viene cos messa in evidenza lipocrisia di
uomini come Catone o Lentulo Crure. Non si trovano, tuttavia, nel De bello Civili, i punti precisi di
un programma di rinnovamento politico dello stato Romano: Cesare aspira soprattutto a
dissolvere di fronte allopinione pubblica limmagine che di lui dava la propaganda aristocratica
presentandolo come rivoluzionario. Egli vuole dimostrare di essere sempre mantenuto nellambito
delle leggi e di averle difese contro i suoi nemici. Il DESTINATARIO della propaganda lo stato
Medio e benpensante dellopinione pubblica romana e italica che vede nei pompeiani i difensori
della costituzione repubblicana e della legalit. Un altro fondamentale motivo dellopera la
clemenza di Cesare verso i vinti, contrapposta alla crudelt degli avversari, dopo Mario e Silla,
molti si aspettavano nuove proscrizioni, ma Cesare si occupa dunque di rassicurare la popolazione
e insieme di spegnere quei focolai dodio a cui i suoi nemici avrebbero potuto facilmente
attingere. Non si pu infine dimenticare il vero e proprio monumento dei Commentarii. Cesare
eleva alla fedelt e al valore dei propri soldati, dei quali contraccambia lattaccamento con
affezione sincera. Probabilmente lelogio che Cesare fa dei suoi componimenti del suo esercito
non pu essere staccato dal suo processo di promozione sociale, fino allammissione nei ranghi del
senato degli homines novi di provenienza militare.
OGGETTIVITA E DEFORMAZIONE STORICA-> Lo stile scarno dei commentarii cesariani, il rifiuto
degli abbellimenti retorici tipici della historia vera e propria,contribuiscono al tono
apparentemente oggettivo e impassibile della narrazione. In ambedue le opere la presenza di
procedimenti di deformazione comunque innegabile: non si tratta di omissioni pi o meno
rilevanti, di un certo modo di presentare i rapporti tra i fatti. Cesare fa ricorso ad artefici abilissimi,
dissimulati perfettamente: attenua, insinua, ricorre a lievi anticipazioni o posticipazioni, dispone le
argomentazioni in modo da giustificare i propri insuccessi. IL DE BELLO GALLICO non pu essere
letto come unesaltazione della conquista. Cesare mette in rilievo le esigenze difensive che lo
hanno spinto ad intraprendere la guerra. Nel DE BELLO CIVILI, Cesare tiene a presentarsi come un
moderato, un uomo rispettoso delle leggi, un politico non incline a processi di tipo rivoluzionario.
In ambedue le opere Cesare tende ad evidenziare le proprie capacit militari, rinunciando a
quellalone carismatico che aleggiava intorno alla sua figura.
FORTUNA-> Se le straordinarie capacit di Cesare spiegano i suoi insuccessi, non manca comunque
la narrazione di un elemento estraneo alle logiche strettamente umane: la fortuna. Nella
narrazione essa largamente presente, ma non viene presentata come una divinit protettrice,
piuttosto un concetto che serve a spiegare cambiamenti repentini di situazione; un fattore
imponderabile che aiuta i nemici di Cesare. La fortuna soprattutto ci che sfugge alla capacit di
previsione e di controllo razionale delluomo. Cesare cerca infatti di spiegare gli avvenimenti
secondo cause umane e naturali, cogliendone lucidamente la logica interna, e non fa mai ricorso
allintervento delle divinit.

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