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MARTIN HEIDEGGER

Epicuro e Heidegger: Nichilismo, Felicit e Dominio della


Tecnica.

Tra il 1936 e il 1940 Heidegger tenne a Friburgo cinque


corsi su Nietzsche (si pronuncia Nice, non Niccc o
Niz, come spesso sento nei video su YouTube!). Il
contenuto di questi corsi poi confluito in due volumi
pubblicati nel 1961 intitolati appunto, Nietzsche ma
Heidegger ne anticip alcuni punti salienti in un saggio,
incluso nella raccolta Holzwege (1950) intitolato La
sentenza di Nietzsche Dio morto. Qui Heidegger
dimostra che il nichilismo non una corrente filosofica
come le altre, nemmeno un momento della storia della
filosofia. Si tratta invece del movimento di pensiero che
attraversa lepoca della metafisica da Platone a
Nietzsche, lintera storia dellOccidente!

Esistono forme di nichilismo ante litteram: Epicuro si fa


portavoce di un nichilismo politico, un rifiuto di alcune
strutture sociali e politiche, come la polis, la famiglia e
le leggi. Il tutto per capire cos luomo, se davvero
abbiamo bisogno di valori, dellidea di giustizia la
Platone ad esempio, e come riappropriarci della
naturalit della vita che tanto la polis quanto il mondo
moderno sembrano sottrarci.

Cosa intende Heidegger per storia? La domanda


obbligata, visto che abbiamo detto come il movimento
di pensiero che attraversa lepoca della metafisica da
Platone a Nietzsche, lintera storia dellOccidente, sia il
nichilismo! La storia e, in generale, il nostro modo di
vivere, determinata e scandita dai mutamenti che
intervengono nello sviluppo del pensiero, ma non sono
mai dovuti alliniziativa di singoli individui (siano essi
ordinari o superuomini). In questi mutamenti si apre lo
spazio per decidere che cosa dobbiamo intendere con
essere, verit, uomo, pensiero, linguaggio, ontologia,
etcc. Insomma, di decide il vocabolario di base del
pensiero umano. Il nichilismo ha dunque inizio lontano
nel tempo. Non , come potremmo pensare, un prodotto
della modernit. Esso tuttavia giunge alla sua massima
manifestazione solo nel mondo attuale, in cui
dellessere non pi nulla e in cui dominano invece la
volont di potenza e il controllo sugli uomini e sulle cose.
12

Martin Heidegger: Esistere a meno della Massificazione


Moderna.

La Albert-Ludwigs-Universitt di Friburgo. Dal 21 aprile 1933 al 27 aprile del 1934


Heidegger vi ricopr lincarico di rettore operando attivamente per la sua
nazificazione.

In una sezione di Essere e Tempo (I, sezione 1, cap. 4


27) troviamo un discorso interessante sul modo in cui
vivere il rapporto con gli altri e, soprattutto, su cosa si
possa intendere con esistenza autentica e
progettualit.3 Cerco di dare un senso al discorso di
Heidegger, che tecnico sia concettualmente che
formalmente, lasciando da parte il pippone che gli
permette di arrivare al punto che ci interessa. Cos
lesistenza?
1 Franco Volpi ( a cura di),Guida a Heidegger, Laterza.
,Heiddeger e Aristotle, Laterza
, La selvaggia chairezza. Scritti su Heidegger.
2 Adriano Fabris, Essere e tempo di Heidegger . Introduzione alla lettura, Carocci.
3
Essere et Tempo, 27 Il quotidiano esser-se stessi e il si , pg 184 version italiana.
Esserci 0 Nella forma esserci, avere realt effettiva, esistere in un luogo e tempo
determinati:
Prima di rispondere, una premessa. User soprattutto facebook per
continuare questa rassegna su Heidegger. Lobiettivo allargare la
community di Annaliside e, dunque, la presenza quotidiana su una
piattaforma essenziale per la sopravvivenza di questo progetto. Dunque, vi
invito a condividere con chi potrebbe essere interessato =)

Torniamo a noi. Cos lesistenza? Lesistenza un


modo di essere dellEsserci4 che si qualifica grazie alla
comprensione dellessere, cio dal fatto che luomo non
pu rapportarsi agli enti e a se stesso se non sulla base
di una (sia pur vaga nozione) dellessere (almeno inteso
in generale). Di essere e verit ne ho parlato in due video
e qui sul blog. Oltre che dalla comprensione dellessere,
lesistenza risulta qualificata dalla possibilit, in quanto
essa non una realt fissa e predeterminata, ma un
insieme di possibilit fra cui luomo deve scegliere:
dunque, attraverso linterrogazione dellesserci in
rapporto al suo essere, si ricercano le strutture
fondamentali dellesistenza.

Questa indagine si chiama Analitica Esistenziale ed


anteriore a discipline come la psicologia, la biologia,
lantropologia. Il metodo fenomenologico nel senso
che si tratta di fare in modo che le strutture
dellesistenza si manifestino nella comprensione propria
dellesserci. Lesserci pu manifestarsi in due modi:
secondo lesistenza autentica e secondo lesistenza
inautentica (nel senso di appartenente o meno a se
stesso).

Qui il ragionamento di Heidegger complesso. Mi


interessa richiamarne in modo molto generico solo
qualche aspetto perch, come vi accennavo, in questa
sezione di Essere e Tempo troviamo uninteressante
critica alla massificazione e spersonalizzazione prodotte
dalla civilt tecnica del suo tempo.

In heideggerese possiamo dire che lessere


autenticamente se stessi implica unemancipazione dal
modo in cui lesserci sperimenta il suo essere-nel-

4
Esser-con : El verbo Esserci se forma de la unin entre la partcula CI y el
verbo essere y puede tener dos significados en espaol, el de estar o
encontrarse
mondo. Questo significa che la nostra relazione con gli
altri individui viziata in modo irrimediabile; nel
momento in cui il mio essere-nel-mondo rivolto alla
relazione che intrattengo con gli altri soggetti, secondo
Heidegger esso si configura come un essere-con altri. E
qui casca lasino!

Quando sono con gli altri la mia esistenza non


qualcosa che appartiene al mio esserci nella sua
insostituibilit; lesserci non mai se stesso, non pu
mai nemmeno esserlo nel rapporto con gli altri in
quanto vive in costante subordinazione agli altri che
diventano il vero metro di misura (ecco la
contrapposizione commisurante). Nella quotidianit
ciascuno di noi intercambiabile, dice Heidegger, in
quanto il mondo diventa una dimensione in cui tutte le
possibilit vengono livellate e uniformate.

Il recupero della valenza positiva del concetto di


possibilit, e direi attiva, ci consente di capire che
lessere autenticamente se stessi equivale a sottrarsi da
queste dinamiche proprie del dominio della tecnica per
aprirsi alle possibilit (soggettive). Lontano da una
dimensione puramente teoretica, qui lesserci si avverte
affettivamente come gettato-nel-mondo, ha finalmente
consapevolezza di s e incontra se stesso nella forma
della fuga, sperimenta la paura e conosce se stesso
nella dimensione della progettualit. molto romantico
e anti-illuminista, e ovviamente antikantiano, questo
modo di realizzarsi, non trovate? Lo trovo molto
interessante appunto perch nasce da una riflessione
sulla tecnica con la quale, sembra, impossibile
scendere a compromessi.

P.S.: a differenza dellontologia tradizionale, che


parlava di esistenza (existentia) a proposito di qualsiasi
realt di fatto, Heidegger usa il termine solo in
riferimento alluomo. Per indicare gli altri enti usa
lespressione semplice-presenza. Semplice-presenza
(Vorhandenheit) il modo di essere degli enti difformi
dallEsserci, cio quegli enti intramondani che luomo
incontra nel suo prendersi-cura di essi. Enti che, in
relazione allEsserci, presentano il carattere
dellutilizzabilit.

Martin Heidegger: ontologia e differenza ontologica.

Ripercorro in breve il significato di tre termini-chiave nel


pensiero di Martin Heidegger. Ontologia, ermeneutica,
metafisica, verit, differenza ontologica. Con
laccentuazione del nesso tra essere e linguaggio,
lontologia diventa ermeneutica, cio esercizio di
interpretazione di enunciati verbali. Ma se
linterpretazione rappresenta lunica via per pensare
lessere e se la storia dei significati di una parola
coincide con la storia dellessere ne segue che
letimologia rappresenta una componente
imprescindibile dellontologia.

Comprendiamo quindi lorigine delletimologismo,


operante soprattutto su parole greche e tedesche.
Lermeneutica dellascolto di Heidegger si configura
come unermeneutica in cammino che proprio
nellessere trova un appello inesauribile e mai
totalmente esplicitabile. Heidegger pensa
linterpretazione come Errterung, cio come un
esercizio di localizzazione che, invece di limitarsi a
prendere atto di ci che detto esplicitamente in un
discorso, colloca il detto nel luogo (Ort) che gli proprio,
ossia in quel non-detto che lo nutre e lo regge.

Differenza ontologica. la differenza fra lessere e


lente. Differenza che nella premessa (1949) alla terza
edizione di Lessenza del fondamento (1928) viene
prospettata come il non fra ente ed essere. Sebbene
nelle ultime opere, che privilegiano il concetto di evento
rispetto a quello di essere, Heidegger si mostri
insoddisfatto della nozione di differenza ontologica (che
sembra pur sempre pensare lessere a partire dallente),
indubbio che su tale concetto si fondi tutta la sua
interpretazione della metafisica in termini di oblio
dellessere:

La differenza di essente ed essere lambito


allinterno del quale la metafisica, il pensiero
occidentale nella totalit della sua essenza, pu essere
ci che , (Identit e differenza, pp. 22-23).

Come accennavo nel video, in Che cos metafisica?


Heidegger usa il termine metafisica in senso positivo. La
metafisica, intesa come il domandare oltre lente, viene
descritta come laccadimento fondamentale dellEsserci.
In seguito, soprattutto a partire da Introduzione alla
metafisica, il termine viene ad assumere una
connotazione negativa. Metafisica quel pensiero che,
pur ponendosi il problema dellessere, lo elude subito,
limitandosi a una riduttiva inchiesta intorno allente in
quanto ente. Per questo suo andare errando di ente in
ente, la metafisica si configura, pi propriamente, come
una fisica, cio come un tipo di pensiero
caratterizzato da un costitutivo oblio dellessere.

Oblio che si concretizza nella concezione della metafisica


come ontoteologia e che fa capo al nichilismo (di cui
presto parler in un video).

Martin Heidegger: che cos un evento? Verit e


Metafisica.

Nello scorso articolo abbiamo introdotto il concetto di


ontologia o ermeneutica della fatticit. A questo tema
dedicato il corso universitario del 1923, dove
Heidegger sottolinea che il problema dellessere
rimasto incagliato, non risolto o, peggio, stato mal
posto. Lessere stato concepito come essere
semplicemente presente, e questo un modo di
procedere che affonda le sue radici nel mondo antico.
Compito della fenomenologia autentica liberarsi da
questi errori. In che modo?

La fenomenologia autentica deve fare in modo che le


cose e i concetti che le esprimono siano manifesti, dal
momento che nel corso della storia sono stati obliati e/o
deformati. Su questo piano si gioca lopposizione a
Husserl. Contrariamente allepoch husserliana e alla
sua stessa idea di fenomenologia, Heideger rivendica la
storicit di questo metodo. Per afferrare il significato
originario dei concetti la fenomenologia deve assumere
una dimensione storica. Per chiarire il senso dei termini
che compongono la parola fenomenologia, nel corso del
1925 tratta gli argomenti dei Prolegomeni sulla storia
del concetto di tempo.

Fenomeno indica ci che manifesto e logos il lasciar


vedere qualcosa in se stesso (ti ricordo che logos in
greco significa parola). A fenomeno si oppone il
concetto di essere coperto ma non solo nel senso di non
essere ancora visto, ma primariamente in quello di
qualcosa di non compreso nella sua provenienza
storica. Per questo motivo, la fenomenologia intesa
come semplice vedere del tutto insufficiente. Questa
trasformazione della fenomenologia ci rivela anche
qualcosa degli studi che Heidegger stava compiendo in
quegli anni. Oltre a un approfondimento di alcune
istanze della Scolastica, questa svolta si deve anche a
influenze teologiche, concernenti lesperienza religiosa
descritta nella mistica tedesca.

La teologia protestante di quegli anni stava riscoprendo


la centralit delle speranze escatologiche
dellinsegnamento dei primi cristiani, il tutto in
opposizione a una riduzione del cristianesimo a
teologia. Questo nuovo modo di vivere e concepire la
fede nel suo significato originario aveva riportato in
auge il pensiero di Lutero e di Kierkegaard.

Introduzione alla fenomenologia della religione il titolo


del corso tenuto da Heidegger nel semestre invernale
del 1920-21. Su cosa si fonda la fede? Sulla speranza nel
ritorno di Cristo. Ecco il cuore della predicazione di San
Paolo. Ecco levento che non pu essere oggetto di
calcolo, n di conoscenze a priori; questo lunico
evento possibile che in ogni momento pu irrompere
nella vita di un cristiano. Diventa dunque semplice
dimostrare che lesperienza di vita del primo
cristianesimo ha un carattere storico, in quanto ravvisa
la struttura portante della vita nel compimento storico
e temporale di questo evento. Levento del ritorno di
Cristo rappresenta il modello dellesperienza della vita in
generale.

Questa struttura, incardinata nellattesa storica del


ritorno di Cristo, venuta meno nel corso della storia
del cristianesimo. Il cristianesimo si progressivamente
dotato di un apparato concettuale, metafisico e
teologico che lha soffocata, essendo incapace di
esprimerla. Il neoplatonismo e Agostino, oggetto del
corso estivo del 1921, ne sono un esempio eclatante.
Grazie al neoplatonismo nel cristianesimo si erano
insinuate, fino ad imporsi, la contrapposizione tra
visibile e invisibile e, soprattutto, lidea di Dio come
sommo bene. Ci implica che Dio non pu mai essere
conosciuto direttamente, ma sempre in modo mediato,
attraverso le cose create. Lutero si era fermamente
opposto a questa concezione, perch Dio non pu
essere conosciuto a partire dalle sue opere: Dio si rende
visibile nel dolore, sulla croce, dunque a partire dalla
sua vita, dallesperienza di vita.

Contrariamente a quanto auspicherebbe questa


esperienza storica di vita, la metafisica aveva spostato
laccento sul vedere: lessere diverrebbe ci che
davanti agli occhi nella sua costante presenza. Non un
evento atteso sempre possibile. Ecco che abbiamo
trovato il presupposto indiscusso di tutta la storia del
pensiero occidentale: lidentificazione dellessere come
la semplice presenza. Il compito della filosofia dunque
riproporre la domanda sullessere problematizzando il
concetto stesso di presenza e, dunque, di tempo. Che
cos dunque un evento? Ereignis (evento), che
Heidegger definisce come la parola-chiave del suo
pensiero, considerandola altrettanto difficile da
tradurre quanto la parola-guida greca logos e la cinese
Tao (Identit e differenza: 12), un termine necessario
per pensare lessere, inteso non come una statica
presenza ma come uno storico accadere che coincide
con laprirsi dei varchi entro cui gli enti vengono ad
essere essere e diventano visibili. Pi in dettaglio,
lEreignis implica il fenomeno della reciproca
appropriazione/traspropriazione fra uomo ed essere
(Ereignis, da eigen, proprio), in virt della quale essi,
risultando affidati luno allaltro, si rivelano per ci che
intrinsecamente sono.

Quando leggerai pi approfonditamente di Essere e


Tempo riuscirai a cogliere anche qualche altra
sfumatura semantica. (a) Insieme al fenomeno della
reciproca coappartenenza fra uomo ed essere, il
concetto di Ereignis serve a ribadire la connessione fra
essere e tempo. LEreignis lessere stesso in quanto
tempo originario. (b) LEreignis, del quale riusciamo a
intuire i tratti non-metafisici solo nellet della tecnica
in cui si ha un suo primo incalzante balenare
risulta difficile da concepire in quanto continuiamo a
confonderlo con lessere dellontologia tradizionale,
mentre esso per essenza altro, perch pi ricco di
ogni possibile determinazione metafisica dellessere,
(In cammino verso il linguaggio: 205).

Ora, per poter andare avanti con questa guida


necessario ricapitolare il significato di due termini-
chiave.
Oblio dellessere (Seinsvergessenheit). Espressione usata
da Heidegger per indicare levento della metafisica, cio
loblio della differenza fra lessere e lente, (Sentieri
interrotti, p. 340). Loblio scaturisce dal destino stesso
dellessere, che, mentre si rivela (nellente) si nasconde
(in se stesso), dando cos luogo alle varie epoche
storiche. Per cui, loblio dellessere (e loblio di questo
oblio) non dovuto a una sorta di errore o di negligenza
delluomo come se lessere fosse assimilabile a un
ombrello che la smemoratezza di un professore di
filosofia ha lasciato da qualche parte ma qualcosa
che accade a partire dallessere.

Essere (Sein). Per il secondo Heidegger non esiste una


sorta di definizione dellessere, ma soltanto una serie
di concetti-metafore pi o meno atti ad alludere ad
esso. Fra le sue tesi fondamentali intorno allessere
spiccano le seguenti: 1) lessere non lente o un ente
(neppure lente supremo) ma ci che entifica lente, in
quanto lo lascia essere e lo rende visibile. Lessere,
inteso come la svelatezza che accade, , in primo luogo,
lorizzonte o la radura (Lichtung) al cui interno gli enti
diventano manifesti. Tant che luomo non pu
rapportarsi allente e a se stesso se non allinterno di
una previa comprensione dellessere, che sta alla base
di tutte le manifestazioni di unepoca e del complesso di
valori e significati che la costituisce. Ne segue che
lessere fa tuttuno con listituirsi e laprirsi dei vari
mondi storici attraverso luomo; 2) lessere, la cui
manifestazione privilegiata il linguaggio, non una
(statica) presenza o una (stabile) struttura, ma uno
storico accadere, cio un Evento (Ereignis) che si d (es
gibt), di volta in volta, in destini e parole-chiave
differenti.

Lessere coincide con la storia dellessere e non mai


qualcosa di diverso dal suo specifico modo di darsi
linguistico e destinale: c essere soltanto in questa o
quella impronta destinale, (Identit e differenza: 32);
3) lessere-tempo-linguaggio un evento che si
manifesta e si nasconde al tempo stesso, poich il suo
presentarsi (nellente) coincide con il suo assentarsi (in
se medesimo). Da ci la struttura epocale dellessere, in
virt della quale ogni epoca della rivelazione dellessere
(nellente) risulta accompagnata da un suo parallelo
nascondimento (Heidegger connette il tedesco Epoche
al greco epoch, intendendo, per questultimo, non la
sospensione scettica o husserliana del giudizio, bens la
sospensione della rivelazione dellessere); 4) lessere
non le varie epoche, ma ci che apre e istituisce le
varie epoche e i vari mondi storico-culturali; 5) uomo ed
essere sono strettamente congiunti, anzi coessenziali,
poich se luomo non mai senza lessere, lessere non
si d mai senza luomo. Al termine essere, troppo
compromesso con la tradizione filosofica (= metafisica),
Heidegger ha finito per preferire i concetti di Lichtung e
di Ereignis (anche se di fatto il termine essere non mai
sparito dal suo lessico).

Martin Heidegger: che cos la vita?

Nel 1907 Konrad Grber il futuro arcivescovo di


Friburgo diede ad Heidegger uno scritto: Sul
molteplice significato dellessere in Aristotele (Franz
Brentano, 1862). A Friburgo, tra i docenti, cera il
teologo Karl Braig, autore di un libro Sullessere (1896),
contenente ampie citazioni da Aristotele, Tommaso
dAquino e Suarez: questi due libri misero Heidegger di
fronte ad una domanda che, come abbiamo visto,
sarebbe diventata centrale nel suo pensiero: che cos
lessere?

Tra il 1909 e il 1910 lesse le Ricerche Logiche di Husserl,


un testo molto importante per la sua prima produzione
intellettuale; studia anche matematica, logica e scienze
naturali. La lotta contro lo psicologismo ci che lo lega
a Husserl. Non possibile ridurre la logica alla
formazione empirica dei concetti e delle proposizioni. in
questa prospettiva, Heidegger pensava che solo la
fenomenologia fosse in grado di rispondere alle
domande sullessere e sulla vita. Ma la fenomenologia,
come era concepita da Husserl ossia come epoch o
riduzione fenomenologica, aveva un difetto:
pretendeva di cogliere lessenza delle cose attraverso
uno sguardo scevro da presupposti legati allesistenza
storica del soggetto.

Dal momento che, a parere di Heidegger, la storicit


della vita un fatto irriducibile, si pone un problema: in
che modo conciliare la fenomenologia con questa
visione o concezione della vita? Ai problemi connessi
con la fenomenologia pura Heidegger dedica il corso
universitario tenuto nel semestre invernale del 1919-20:
obiettivo quello di analizzare il concetto di vita
allinterno delle situazioni storiche intendendola, quindi,
come realt autosufficiente. Heidegger aveva appena
terminato di leggere unopera importante di Karl
Jaspers, la Psicologia delle visioni del mondo, che aveva
scatenato la sua verve critica.

Il nucleo di questopera era costituito da quella che si


chiama dottrina delle situazioni limite, in cui si decide
della vita stessa, ma come? Heidegger ne aveva
criticato proprio limpostazione oggettivistica di fondo,
considerata troppo vicina allatteggiamento
disinteressato della fenomenologia husserliana. Il
concetto di vita comincia ad essere chiaro da qui.
Innanzitutto non possiamo pretendere di usare un
metodo scientifico, oggettivo e distaccato per
rispondere alla domanda che cos la vita? Dobbiamo
superare lopposizione tra teoria e prassi, tra descrizione
psicologica e decisione esistenziale.
La fenomenologia non riesce a rispondere a questa
esigenza: pretende di giungere alla comprensione
originaria di s attraverso un atteggiamento teoretico,
costruito sulla base di una mera imitazione delle
scienze. Heidegger convinto che latteggiamento
scientifico irrigidisca la vita e non riesca mai a coglierne
lessenza, lelemento che le conferisce identit e
specificit; per questo motivo la fenomenologia deve in
un certo senso essere superata e riformata, ossia deve
diventare ermeneutica della fatticit.

Che cos lermeneutica della fatticit? E quella via che


ci permette di cogliere la vita come interpretazione che
la vita d di se stessa quale di fatto . Qui capiamo come
mai la prospettiva di Husserl va superata: lelemento
costitutivo della vita il fatto di appartenere a un mondo
(storico). Di fronte a questo mondo la riduzione
fenomenologica di Husserl si volta dallaltra parte,
poich il suo scopo quello di giungere allio puro. Ma
cos facendo, essa si priva della possibilit stessa di
cogliere la vita. Se Dilthey si era accorto che il nostro
problema centrale quello di riportare la vita al centro
del discorso filosofico perch necessaria una
comprensione filosofica di essa, non si era reso conto
che per fare questo necessario partire da pi lontano.
Bisogna primariamente porsi il problema dellessere:
ecco lobiettivo dellontologia o ermeneutica della
fatticit.5

Martin Heidegger: che cos lEssere?

Con questa domanda siamo al cuore della speculazione


di Heidegger. Tieni presente alcuni dati derivanti dal
senso comune. Il termine essere si usa in molti
significati. Essere si dice in molti modi, chiosava
Aristotele nella Metafisica. Pu essere usato nel senso
di esistere, come sinonimo di essere vero, come copula
che collega un soggetto a un predicato (la mela
verde). Il problema, come in Aristotele, se esista un
significato primario, quello che gli inglesi chiamano
focal meaning, che consenta di pensarli tutti (e definirli,
sussumendoli) nella loro unit.

Generalmente, quando si usa il termine essere, si


privilegia un determinato tempo verbale, il presente,
ma si pu dire che lessere si riduca soltanto a ci che
presente? Il tempo si articola in passato, presente e
futuro e si pu quindi sollevare il problema: il tempo
appartiene al senso dellessere? La domanda centrale
se si pensa che il tempo compreso nella griglia
categoriale. Lequivalenza tra essere ed essere
semplicemente costantemente presente non pi
ovvia.

Questa domanda, secondo Heidegger, stata


dimenticata dopo Platone e Aristotele. Di solito si dice
che essere il concetto pi generale di tutti. Invero, di
qualunque cosa possiamo dire che . Ma se il concetto
pi generale allora non pu essere definito, dal
momento che una definizione (aristotelicamente intesa)
5
Karl Jaspers, Filosofia, vol. II

Heidegger: Essere e Tempo;


Lettera sullumanismo;
Introduzione alla metafisica;
Che cosa significa pensare?;
Saggi e discorsi ;
Identit e differenza
richiederebbe la circoscrizione del genere entro il quale
viene distinto loggetto da definire. E questa distinzione
poggia sul riconoscimento di quella che gi Aristotele
chiamava differenza specifica. Lessere, proprio in
virt del fatto che il concetto pi generale di tutti, non
pu venire incluso in un genere pi ampio (il problema
aveva gi opposto Aristotele a Platone).

Per catturare lessere bisogna percorrere unaltra via.


Come accade per ogni altra domanda, la domanda
sullessere comporta che esista qualcosa che viene
cercato lessere, nel nostro caso e qualcosaltro che
viene interrogato un ente, ad esempio ma ci che
interrogato sul significato dellessere non pu essere un
ente qualsiasi.

Affinch sia possibile porsi la domanda sullessere,


necessario che sia possibile la comprensione dellessere.
Deve dunque esistere un ente al cui modo di essere
appartenga la comprensione dellessere. Questo ente,
che possiede questo primato, quello che Heidegger
chiama esserci, in tedesco Dasein, lessere qui. Questo
esserci il modo di essere proprio di noi uomini. Con
esserci non si intendono quindi tutte le cose
semplicemente presenti nel mondo, come era per Karl
Jaspers. Lesserci si riferisce solo alluomo e per
Heidegger ha una peculiarit: il suo essere sempre in
gioco, non qualcosa di fisso, immutabile, dato
stabilmente.
Lesserci si rapporta dialetticamente al proprio essere,
aperto ad esso. Avendo una comprensione dellessere,
lesserci non solo un ente nel linguaggio di Heidegger
diciamo che lesserci non solo ontico ma ha la
prerogativa di essere ontologico, ossia di poter
condurre una ricerca esplicita sul senso dellessere, cosa
che gli altri enti non sono in grado di fare. Kierkegaard
aveva definito esistenza questo rapportarsi allessere.
Per Heidegger lesistenza lessere o essenza
dellesserci: lesserci comprende sempre se stesso in
base alla sua esistenza, cio alla possibilit che gli
propria di essere o non essere se stesso.

Possiamo ora concludere distinguendo lessere di


Heidegger dalla concezione esistenzialistica dellessere.
Questultima era caratterizzata dallanalisi del rapporto
tra lessere in generale e lessere dellesistenza umana.
Come abbiamo visto, nella prima fase del suo pensiero
Heidegger ha tentato di definire lessere a partire
dallesserci. Luomo infatti lunico ente che si pone la
domanda sullessere. In una seconda fase ha invece
spostato lattenzione proprio sullessere, forse anche
per combattere il nichilismo e lassenza di interesse nei
confronti della verit (cose come la post-verit di cui
forse troppo si parla oggi).
I dibattiti odierni, esattamente come la metafisica
occidentale dopo Platone e Aristotele, sono
caratterizzati dalloblio dellessere in quanto
concependo lessere alla stregua degli enti come
qualcosa di semplicemente presente, ha smarrito la
differenza ontologica tra essere ed enti, tra luomo e
una pietra, insieme alla connessione originaria tra
essere e tempo. Solo la connessione tra essere e tempo
infatti in grado di configurare lessere come evento
che si rivela di volta in volta nel linguaggio, ma mai
definitivamente nella sua pienezza. La verit accarezza
luomo attraverso il linguaggio, ma non mai
pienamente coglibile, pur essendo oggettiva.

Anche in Sartre si assiste alla contrapposizione tra


lessere in s, cio loggettit che, al di l della
coscienza, si presenta come un fatto bruto, e il per s
della coscienza che, inserendo loggetto in una rete di
riferimenti e di schemi soggettivi, lo nega come in s e
lo traduce in un nulla. Lessere e il nulla lo scritto in cui
si trova il soggettivismo di Sartre che dissolve
colpevolmente lessere non riconoscendone il legame
con il tempo, la verit e loggettivit degli enti.

Martin Heidegger tra Esistenzialismo, Nazismo e Post-


Verit.

Oggi cominciamo il viaggio nel pensiero di Martin


Heidegger (1889-1976). Con un duplice intento. Fornire
una guida critica completa, corredata di schede delle
opere principali e di bibliografia pur minima, e fare
qualche riflessione sullattualit di alcune delle sue tesi
e teorie. Prendiamo un argomento oggi molto in voga.
Il lessema post-verit [] esploso nella nostra lingua
a seguito della Brexit e pi recentemente delle elezioni
americane vinte da Trump: al 22 novembre 2016,
ricercando con Google sulle pagine italiane del web, si
contavano oltre 30.000 risultati (tenendo conto, oltre
che di post-verit, anche delle varianti post verit e
postverit), (Risposta dellAccademia della Crusca
sulla Post-Verit, tratto da Linkiesta).

La post-verit non un fenomeno nuovo: molti sono i


contesti storici in cui lemotivit e le convinzioni
personali hanno finito per prendere il sopravvento sui
dati oggettivi. In cui la verit viene considerata una
questione di secondaria importanza. Ma negare la
verit e loggettivit significa ad esempio negare la
scienza; non che 2+2=4, perch la matematica non
una scienza esatta, ma molti dei risultati della fisica,
della biologia e della chimica, ad esempio,
riconducendoli a mere opinioni. Si genera dunque
diffidenza, le bufale e la superstizione prendono piede.
Il pericolo a mio avviso semplice da identificare: il
superamento della verit ne determina la perdita di
importanza.

Una delle conseguenze filosofiche di questo modo di


intendere la verit e loggettivit oggettivo, ad
esempio, ci che misurabile concerne proprio il
livellamento delle opinioni e la messa in discussione
della scienza. Insomma, Aristotele chiedeva al
costruttore come costruire una casa, al ciabattino come
costruire una scarpa. Il costruttore e il ciabattino non
hanno la stessa dignit ontologica di fronte a una
domanda del tipo come si usa una trave in un tetto?.
Ma questo non il problema pi grave.
Le grandezze fisiche sono oggettive in quanto ci
possibile attribuire a ciascuna un valore numerico
oggettivo nel nostro sistema di riferimento. La velocit
della luce oggettiva, in quanto costante. Per evitare il
pensiero debole, il nichilismo e per evitare di fare il gioco
dei nuovi realismi, lasciando solo a loro lonere di
opporsi ai sistemi deboli, necessario ritornare a
parlare di verit, cercando di capire in che modo la
filosofia possa aiutarci a ricostruire una dimensione di
senso che argini lo storytelling, largomentare sofistico,
fine a se stesso, il relativismo e il becero opinionismo.

Lattualit delle domande che uno come Heidegger si


pone si gioca proprio su questo piano. Ridare dignit alla
verit. Ridare dignit alloggettivit e alle opinioni degli
esperti, di chi davvero conosce la disciplina su cui ha gli
strumenti e le conoscenze per opinare. E, last but not
least, a non pensare che la filosofia di per s possa
salvarci: tempo di disabituarsi a sopravvalutare la
filosofia e quindi a chiederle troppo. Nellattuale
situazione di necessit del mondo necessaria meno
filosofia e pi attenzione al pensiero, meno letteratura
e pi cura della lettera delle parole, (Lettera
sullumanismo).

Veniamo a noi. Hai sentito o letto che Martin Heidegger


era esistenzialista ma non sai se vero? Non sai se
vero che era nazista? Innanzitutto chiariamo un
equivoco. Per molto tempo, soprattutto dopo la
seconda guerra mondiale, Heidegger venne preso in
considerazione solo per la sua opera principale, che si
intitola Essere e Tempo. Venne quindi etichettato come
uno degli esponenti principali dellesistenzialismo in
Germania.
Prima di parlare di nazismo, vediamo se Martin
Heidegger era esistenzialista. Se ci soffermiamo sulla
vita e sulle opere di questo autore, scopriamo subito che
non cos. Nel senso che questa etichetta non
corrisponde affatto alle intenzioni di Heidegger.
Esattamente come Karl Jaspers, non solo avrebbe
rifiutato esplicitamente di essere qualificato come
esistenzialista basti leggere la Lettera sullumanismo
in cui prende le distanze da Sartre ma avrebbe
impresso al suo pensiero un orientamento molto
lontano dal soggettivismo.

La Lettera sullumanismo fu pubblicata nel 1947


insieme a La dottrina platonica della verit. indirizzata
a Jean Beaufret che, prendendo spunto dalla
conferenza di Jean-Paul Sartre, Lesistenzialismo un
umanismo, pubblicata nel 1946, poneva la questione di
come ridare un senso alla parola umanismo. Sartre
interpretava il proprio esistenzialismo come
engagement, impegno per luomo, attribuendogli una
valenza etica e politica. Heidegger capovolge questa
posizione e interpreta il compito del pensiero come
impegno per lessere. E in questo mi trova pienamente
daccordo. In questo modo pu prendere le distanze
dallesistenzialismo in quanto umanismo che assegna
un primato a quellente chiamato uomo obliando
lessere.

Nella prospettiva di Heidegger luomo piuttosto il


pastore dellessere, colui al quale affidato il compito di
salvaguardare e custodire nel pensiero la verit
dellessere. In seguito egli dir che la Lettera
sullumanismo parlava ancora nel linguaggio della
metafisica concetto che chiariremo una delle
prossime volte, insieme al concetto di verit e di
oggettivit lasciando sullo sfondo laltro linguaggio,
quello che avrebbe caratterizzato lultima fase del suo
pensiero. Tuttavia, molti tratti caratteristici di questa
fase sono gi delineati nella Lettera, in particolare la
differenza tra pensiero e filosofia, che appartiene
integralmente allepoca della metafisica, e
laccentuazione della centralit del linguaggio, come
dialogo in cui di volta in volta, proprio grazie al pensiero,
lessere accade storicamente. Compito delluomo, come
pastore dellessere, sar di custodire il linguaggio inteso
come la casa dellessere.

Parliamo ora della sua vita poich strettamente


connessa soprattutto con la seconda parte della nostra
domanda: Heidegger era nazista? La biografia dei
filosofi spesso ricca di spunti interessanti per
comprenderne meglio il pensiero. Per quanto riguarda
la sua formazione importante ricordare che cerc di
entrare nella Compagnia di Ges, dopo aver finito il
liceo. A causa della salute cagionevole dovette lasciare
il noviziato; studia poi teologia a Friburgo dove
frequenta la Facolt di Scienze Matematiche e Naturali.
La lettura di Brentano e delle Ricerche logiche di Husserl
segn il suo percorso, orientandolo verso la filosofia.

Nel 1913 a Friburgo ottenne il dottorato con una


dissertazione intitolata La dottrina del giudizio nello
psicologismo. Nessuna traccia dellesistenzialismo. Ma
lo scritto con cui ottenne la libera docenza ad essere
ancora pi significativo: La dottrina delle categorie e del
significato in Duns Scoto (1915-1916): il confronto con
la tradizione greca e medievale, principalmente
scolastica, sono motivi dominanti nel suo pensiero.

Dal 1923 al 1928 insegna a Marburgo, luogo in cui si


costituisce anche la prima cerchia dei suoi discepoli: Karl
Lwith, Hans Georg Gadamer, Hannah Arendt. Negli
intervali lasciati liberi dallinsegnamento, Heidegger si
rifugiava in una baita a Todtnauberg, nella Foresta
Nera, dove scrisse Essere e tempo pubblicato nel 1927
nello Jahrbuch fr philosophie und
phnomenologische forschung diretto da Husserl, cui
lopera dedicata. Ancora nessuna traccia di
esistenzialismo.

E poi nel 1929 Kant e il problema della metafisica,


Sullessenza del fondamento, Che cos la metafisica?
Lavvento del nazismo segn pesantemente la sua
carriera: divenne rettore a Friburgo e nel 1933
pronunci il famoso discorso rettorale su
Lautoaffermazione delluniversit tedesca in cui
rivendicava la funzione delluniversit tedesca nel
formare i giovani cui era affidato il destino della nazione
sotto la guida del Fhrer.
Heidegger non era esistenzialista ma forse nazista? Era
convinto che dal movimento nazionalsocialista potesse
emergere la rigenerazione della Germania. Anche se ne
respingeva gli aspetti razzisti, de facto approvava le
leggi che vietavano agli ebrei d ricoprire incarichi
pubblici. Anche il figlio di Husserl fu vittima di queste
assurde leggi: perse la cattedra e si ruppe
definitivamente il sodalizio tra Husserl e lallievo
Heidegger. Tra laltro Heidegger durante il rettorato
appoggi lorientamento militaristico e nazionalistico
del partito e fece anche allestire un centro sportivo
militare. Ma nel 1934 una nuova figura cominciava a
prendere il potere nel partito nazionalsocialista. Si
tratta del teorico della razza Alfred Rosenberg, ostile ad
Heidegger che lasci lincarico.

Come hai visto se mi hai seguita fin qui, risolvere il


problema dellHeidegger esistenzialista molto pi
semplice ed immediato del problema Heidegger nazista.
Non solo per il suo travagliato rapporto con Hannah
Arend ma soprattutto per quanto accadde nel 1936. In
quellanno Martin venne invitato a Roma da Giovanni
Gentile e Giuseppe Gabetti (direttore dellIstituto
italiano di studi germanici). Vi tenne due conferenze su
Hlderlin e lessenza della poesia e su LEuropa e la
filosofia tedesca. Qui, tra il pubblico di ascoltatori,
incontr quel Karl Lwith che sarebbe diventato uno dei
suoi primi allievi.
Karl Lwith era ebreo. Hannah Arend era ebrea. Se il
nazismo la via tracciata per la Germania, come
conciliare questa ideologia con quello che la vita gli
presentava?

Nei corsi universitari tenuti negli anni successivi al 1936,


in parte pubblicati da lui stesso in parte postumi,
Heidegger matura quella che avrebbe lui stesso
chiamato la Kehre, la svolta del suo pensiero. La
dottrina platonica della verit (la cui prima edizione
del 1942), Dellessenza della verit (1943) e
Dilucidazioni della poesia di Hlderlin (1944): allora,
Heidegger era nazista? Il nazismo qui non pi in primo
piano ma non viene mai esplicitamente rinnegato. Si
precisa solo che il nazismo, essendo per sua natura
legato al massiccio impiego della tecnica e
dellorganizzazione statale, non riesce a condurre ad un
autentico superamento dellepoca moderna. Ecco la
parabola rovinosa dellOccidente intero, minacciato dal
nichilismo estremo che Heidegger identificava con il
comunismo.

Karl Jaspers e Martin Heidegger.

Quando nel 1945 i francesi occuparono Friburgo gli fu


vietato linsegnamento. Per i francesi Heidegger non era
esistenzialista ma era un nazista. Anche la perizia stesa
da Jaspers lo ritenne inadatto ad educare la giovent.
Non possiamo negare che lago della bilancia tenda
verso lHeidegger nazista. Dopo la guerra non ritratt
mai la sua adesione e le sue dichiarazioni favorevoli al
nazismo. Come se non bastasse a Herbert Marcuse, uno
dei suoi allievi, disse che dal nazionalsocialismo si era
spettato un rinnovamento spirituale di tutti gli aspetti
della vita, una riconciliazione dei contrasti sociali e una
difesa del modus vivendi occidentale di fronte al
pericolo del comunismo.

Nel semestre invernale del 1950-51 riprende a tenere i


corsi a Friburgo. Inizia la pubblicazione di molti dei suoi
scritti, in cui puoi approfondire il suo pensiero:
Introduzione alla metafisica (1953), Che cosa significa
pensare? (1954), Saggi e discorsi (1954), Che cos la
filosofia? (1956), Identit e differenza (1957), In
cammino verso il linguaggio (1959), Segnavia (1967).
Heidegger mor il 26/05/1976. Dieci anni prima, in
unintervista al giornale Der Spiegel, pubblicata solo
dopo la sua morte, aveva pronunciato questa frase
enigmatica: ora soltanto un Dio ci pu salvare.

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