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Larte del cambio, nata per le elementari esigenze del commercio della valuta,
divenne attivit propriamente bancaria quando si tratt di conquistare
determinati mercati; essa ademp direttamente e in proprio a tutti i compiti di
protezione e di espansione commerciale oggi assunti dagli Stati.
Se lo splendore delle lettere e delle belle arti nella Firenze del tredicesimo e
quattordicesimo secolo (dopo La Commedia, Dante muore profugo e tale fatto
segna la fine della grande lirica del Duecento: sorge Petrarca e poi Boccaccio
che, rinnovando la prosa, danno inizio alla gloria del ciclo umanistico. In tal
modo vivono e sinnalzano sia la pittura che la scultura, mentre larchitettura
sinnova nelle arti figurative) ha posto in secondo piano ogni altra attivit, i
cambiatori fiorentini, e i Peruzzi fra questi, trasformarono nello stesso periodo la
bottega del cambio in vera e propria banca, la cui perfezione nelle sue grandi
linee non stata ancora superata.
Per essere ammessi allarte del cambio, bisognava passare e superare un esame.
Il candidato promosso poteva soltanto allora tener bottega e tavola, cio
stabilirsi sia fuori della sua bottega che dentro di essa, seduto dietro una tavola
coperta dun tappeto verde sulla quale posava una borsa contenente la moneta
necessaria e un registro. Era chiamato Compagno della Tavola o Cambista.
Egli aveva degli agenti di cambio fuori della Corporazione, ma costoro non
avevano il diritto di mettere un tappeto sulla loro tavola e non erano visti di
buon occhio.
Quasi tutti i grandi banchieri fiorentini furono prima mercanti e poi praticarono
larte del cambio, pur continuando a dirigere il loro commercio. Nello stesso
tempo prendevano parte attiva negli affari politici.
Il patrimonio familiare dei pi grandi uomini daffari del tempo, dei Bardi, dei
Peruzzi, degli Acciaiuoli, che era capitale proprio (capitale sociale della
compagnia, intesa come societ in nome collettivo in quanto formata di soggetti
in parte occulti, depositanti accomandanti, e in parte appariscenti, compagni-
accomandatari), diventa poca cosa di fronte ai depositi degli amici (il popolo
grasso) e ai depositi del pubblico (il popolo magro).
Anche il pegno sulla rendita e sui gettiti dimposte erano fonte di rimborso di
questi banchieri per i prestiti fatti ai principi e a citt che a tale scopo li
nominarono loro agenti finanziari. I Francesi percepirono per Filippo il Bello
tutta una serie di rendite, mentre gli Scali, nel 1322, incassarono per conto di
Filippo il Lungo 7.000 lire tornesi, 24.000 lire relative a diritto e redditi vari.
Lesempio pi imponente rimasto quello dei Frescobaldi, ai quali Edoardo I ed
Edoardo II concedono, via via, la casa delle miniere dargento del Devon,
lincasso dei contadi di Poonthien e di Montreuil, i redditi relativi al regno
dIrlanda, quelli del ducato del Gujenne, lo sfruttamento del servizio del
Exchange (che assicurava lo scambio e la battitura delle monete nel regno),
nonch la carica di Connestabile di Bordeaux (attribuita al direttore della
compagnia, Amerigo Frescobaldi). Ma la concorrenza specie da parte di due
avversari, gli Spini e i Cerchi, era forte e rispecchiava la lotta di due gruppi che
si combattevano nella Firenze del 1300 per questioni politiche: i Bianchi e i
Neri. La disfatta e lesilio dei primi travolsero le compagnie ove queste
famiglie erano rappresentate, prima tra le altre quella dei Portinari (la
famiglia di Beatrice) i cui membri in gran parte trovarono rifugio a Bruges.
Ma anche i Neri crollarono: i Mozzi fallirono nel 1301-1302; i Franzesi nel
1307; i Pulci e i Rimbertini nel 1309; i Frescobaldi, che tennero nelle loro
mani il monopolio dei redditi dei Re dInghilterra, fallirono nel 1312 e nel
1326 vediamo morire la pi antica e la pi potente compagnia fiorentina,
quella degli Scali, che costitu per leconomia di quella citt un vero
disastro.
Negli anni che seguirono Firenze conobbe il caos negli affari. Soltanto nel 1360,
quindici anni dopo il crac delle pi importanti compagnie, si fecero avanti gli
Strozzi, i Medici, i Guardi, i Soderini, i Ricci nonch una compagnia costituita
da un ramo della famiglia Alberti, gli Alberti antichi, che ottenne lesclusiva
della clientela del papato.
Saranno decisamente degli uomini daffari del XV secolo che, pi dei loro
predecessori, mostreranno di possedere un eclettismo luminoso, si adorneranno
di mecenatismo e frequentando i Paesi Bassi prenderanno il gusto delle opere a
olio dei grandi maestri fiamminghi e delle opere darte in genere, apprezzando
cos gli affreschi dei loro stessi compatrioti. Erano tempi eccezionali e ricchi di
proposte.
Non manca neppure la vanit personale di tali uomini daffari, i quali non
trascurano in qualche modo di farsi raffigurare anche nelle composizioni
religiose. Si disse, ma non sembra probabile, che Giotto nel rappresentare
personaggi sia nella storia di S. Francesco sia in quella di S. Giovanni
Battista, per le decorazioni delle rispettive loro cappelle in S. Croce, si sia
ispirato ai membri delle famiglie dei Bardi e dei Peruzzi. Cos i ritratti di
alcuni Peruzzi sembrano quelli dei medaglioni che separano le grandi scene.
I Re Magi dellAdorazione di Botticelli hanno i tratti dei Medici, cos come
membri del seguito del Magnifico Lorenzo e lui stesso figurano negli
affreschi di Domenico del Ghirlandaio nella Cappella Sassetti in Santa
Trinit, e la famiglia Tornabuoni negli affreschi del medesimo Ghirlandaio
in Santa Maria Novella.
Tra gli italiani che hanno illustrato la propria Patria in un campo, forse
meno divulgato, ancorch conosciuto dagli specialisti, come larte della
Banca, la scelta caduta sui Peruzzi in quanto, tra le tante famiglie di
mercanti del loro tempo (XIII e XIV secolo) essi assumono un ruolo di
precursori nellorganizzazione internazionale della Banca. I Peruzzi, con le
loro sedici succursali internazionali, non solo hanno aiutato Papi (Bonifacio
VIII, Clemente V, Giovanni XXII) e Re (Edoardo I, Edoardo II, Edoardo
III dInghilterra, Filippo IV di Francia, Carlo II e Roberto di Napoli) nelle
necessit finanziarie delle loro imprese sia religiose sia civili, ma seppero,
con i cospicui prestiti fatti, legare la politica di potenti sovrani agli interessi
della repubblica fiorentina.
A quel tempo, il governo di Firenze era nelle mani dei Guelfi e le Arti (le
sette maggiori nel 1266 e quelle minori nel 1282) ebbero riconoscimento
giuridico. Tra quelle che, giustamente, avevano un maggior peso
nelleconomia fiorentina, quattro costituirono, in effetti, lossatura dello
Stato: lArte della Lana (per insegna un montone bianco in campo
vermiglio), dei Mercanti o Calimala (unaquila doro in campo vermiglio),
dei Setaiuoli e Merciai (una porta rossa in campo bianco), dei Cambiatori
(campo vermiglio disseminato di fiorini doro). E, appunto, se con la
coniazione del fiorino doro da parte dei mercanti si afferma la fortuna di
Firenze, fu larte del cambio a diffondere tale moneta nel mondo.
In tale Arte, tra i tanti che vi operarono, emersero, per intraprendenza e fortuna,
solamente i Peruzzi, i Bardi, gli Scali e gli Acciaiuoli, i quali, sia per
limportanza degli affari, sia per ripartirne il rischio, non poche trattative
portarono a termine in cooperazione tra di loro.
Per ragioni di spazio, la trattazione non sar ampia, ma sufficiente a dare unidea
di cosa rappresentassero i Peruzzi nella Firenze Medievale, nella quale
primeggiarono in ogni campo e in particolare nellarte del Calimala. Della loro
Compagnia ci hanno lasciato una copiosa documentazione. Sembra che le
origini di questa famiglia, che dovr divenire potente nel Quattrocento, abbia
origine nel 1150 con Ubaldino, figlio di Peruzzo, della Porta della Pera o
Peruzza e nel 1203 si ricorda un Guido Peruzzi presumibile appartenente
allArte della Lana; segue Filippo dAmideo Peruzzi. Nel 1303, a detta di
Giovanni Villani, che fece parte della Compagnia dei Peruzzi; entrambi
appaiono come banchieri del Re di Francia.
Nei libri della Compagnia, secondo luso del tempo, una prima parte riservata
alla ... preghiera: Al nome del nostro Signore Ges Cristo e della benedetta
Madre Madonna Santa Maria, e di tutta la corte divina che mi conceda grazie a
me ... e a che dica e mi dica di fare in questo secolo quello che sia in suo onore
ed in sua riverenzia, sicch appresso di me, possano essere pacifici nel suo
santo regno, ed in questo secolo mi dia grazia di potere e di fare al suo onore,
quello che noi possiamo in avere e in persone e in onore, Dio il faccia, Amen.
Gli ultimi due Capi della Compagnia furono i figli di Tommaso dArnoldo:
Bonifazio, succeduto a Giotto nel 1336, uomo darme e commissario di parte
guelfa e Pacino II, rappresentante della compagnia a Bruges.
Firenze, pur avendo una sua marina per provvedere ai suoi commerci, non
avendo neppure interessi da difendere o potenze da minacciare, si avvalse
liberamente di quelle delle grandi repubbliche, specie nel commercio verso
Levante. Il collegamento tra i pi importanti centri di affari e Firenze era
mantenuto attraverso una fitta rete di procuratori, continuamente in viaggio tra
un punto e laltro del mondo allora conosciuto: infatti, nei registri della
Compagnia Peruzzi, vengono annotati, tra il 1335 ed il 1338, emolumenti a ben
centotrentaquattro fattori (di essi dodici appartengono alla stessa famiglia
Peruzzi). I Peruzzi se nellattivit bancaria sono orientati prevalentemente verso
lEuropa, per la loro attivit commerciale preferiscono Rodi, che il centro
propulsore dellarea di commercio verso Oriente.
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I mercanti ostentavano nelle spese e nei vestiti, per voler apparire; sfarzose
dimore racchiudevano enormi e mai visti tesori. Nel corso di pochi decenni, si
compiva il ciclo di questo fortunato e irripetibile periodo col miracolo di Firenze
nei suoi capolavori e nelle sue chiese e palazzi.
Anche se saranno decisamente gli uomini daffari del XV secolo che, pi dei
loro predecessori, mostreranno di possedere un ecletticismo luminoso e si
adorneranno di mecenatismo, ci non di meno la loro vanit personale li indurr
a farsi in qualche modo raffigurare anche nelle composizioni religiose. Sembra
(ma non si sa sino a che punto) che Giotto, nel rappresentare i personaggi sia
nella storia di S. Francesco che di quella di S. Giovanni Battista, si sia ispirato ai
membri della famiglia dei Bardi e dei Peruzzi per le decorazioni delle rispettive
cappelle in Santa Croce. Cos ancora, i ritratti di alcuni Peruzzi sembrano quelli
dei medaglioni che separano le grandi scene.
LArte del Cambio, nata per le elementari esigenze del commercio della valuta,
assunse attivit propriamente bancaria quando si tratt di conquistare
determinati mercati e ademp direttamente e in proprio a tutti i compiti di
protezione e di espansione commerciale oggi assunti dagli Stati.
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