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20.03.

2014

Riprendendo Husserl, l'ente (fenomeno) appare con delle regolarit proprie di percezione. La
domanda filosofica viene calibrata in modo diverso, l'essere non ha un proprio modo di
svelamento. Chi pone la domanda e l'essere umano. Siamo noi che ci interroghiamo delle cose
che ci circondano. L'essere ha un proprio modo di apparire, si d un senso dell'essere e il tempo e
il modo con cui noi accediamo alla manifestazione dell'essere. L'ente e ci che noi percepiamo e
l'essere quando si da il senso. L'essere lo troviamo quando diciamo che il tavolo , la sedia ecc.
ogni ente ha qualcosa in comune con gli altri. C' un esse comune a tutti gli enti e cio l'esse
dell'ente.

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Il modo di pensare normale parte da noi, ha a che fare con oggetti. Non pensiamo l'essere ma
pensiamo delle cose. Pensiamo l'essere quando dobbiamo scartare cose... Quando cerchiamo ci
che non . L'essere non finestra,banco,tavolo; e nulla di tutto questo. All'essere ci si arriva solo
per negazione, negando che sia identico a ci che ci appare cos com'. L'essere tagliato dalle
cose, in mezzo c' il nulla, bisogna passare dal nulla per arrivare all'essere. Alle cose ci si riferisce
normalmente ma l'essere delle cose e altro. L'essere e un niente, un nulla di tutto questo. Questo
nulla taglia la totalit dell'ente dall'essere. Il passo avanti di Heidegger e dire che il nulla e il mezzo
tra ci che e ci che non . Del banco posso dire che ma dell'essere posso dire che non
nulla che . E un nuovo modo filosofico di dire le cose; il modo normale non ha mai colto l'essere
poich l'ha sempre trattato come fosse un ente. Non sta a noi decidere ci che primo, ci che sta
in mezzo e ci che sta in fondo. Da una parte l'essere e aperto e dall'altra si nasconde. L'essere
ha una strana natura, e ambiguo: da una parte si manifesta nell'ente mentre dall'altra non si svela
totalmente, l'ente non abbastanza per conoscere l'essere. Nella radura (quando si fa uno spazio
aperto in un bosco ed entra finalmente la luce) cio fare spazio tra gli enti per far entrare l'essere:
Wesung (non wesen cio essenza) l'essere si svela e permane nel suo apparire, questo e la sua
essenzialit. Una volta che entrata la luce questo si svela e rimane l. Usa la parola Wesung
significa gewesen sein (nella lingua Italia e essere stato, da idea di continuit, continui ad essere).
E lo stato dell'essere che fa si che l'ente possa apparire. Guardo le cose dal punto di vista del loro
diventare cose. Ente essente non sarebbe diventato questo se l'essere non fosse stato. E strano il
modo in cui stato pensato l'ente in tutta la storia della filos. La lingua impedisce di trattare
l'essere come il suo participio. Bisogna fare un salto nell'essere: Sprung. Non si ha alcuna ragione
filosofica per pensare che l'ente sia uguale all'essere.. E ci si chiede perch lo hanno fatto e
soprattutto perch hanno fatto coincidere l'essere con Dio. L'ontologia non affatto una cosa
normale, ma il fatto che noi la troviamo una cosa normale non ci pensiamo neanche (pregiudizio).
L'ontologia e sempre stata costruita in un modo e non si pu andare avanti a pensare in questo
modo. Rendersi conto che quando si parla dell'ente e una cosa che decidi ma dell'essere non lo
puoi decidere, di fatto ci che esiste e ci che l'essere ha deciso che esista. Tiro fuori una
mentalit per cui decido ci che esiste. Io decido che ci sono queste cose e tutto il resto, decreto
che per me non esiste. Questo decidere ci che esiste e ci che non esiste e il gioco
dell'esistenza. Per bisogna rendersi conto che non si parla di essere ma di ci che decidiamo noi
di pensare. Ha sempre ragione l'ultimo. Il fondamento qual'? E un abisso in cui perdersi tendendo
conto che ogni strato ha il suo valore e quando togli ed elimini le cose, perdi cose poich ogni volta
che c' fondamento si fonda qualcosa. Non troviamo il fondamento ma il fondato. Il fondamento e
nelle cose fondate. Cio il NOI. Abbiamo il coraggio di stare nel fondamento.

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La domanda e il filo conduttore, un ritornello della filosofia del mezzo '900. Filosofia una
domanda, il filosofo e uno che si rapporta al mondo e che non mai contento della risposta. La
domanda sull'ente, e il modo normale della filosofia di interrogarsi sulle cose. La domanda radicale
non quella sull'ente ma quella sull'essere, riguarda la verit dell'essere. L'essere deve
manifestarsi a noi in un modo diverso da cui si manifesta l'ente. La verit dell'essere e lo svelarsi
dell'essere: se questo si svela lo cogliamo, se si nasconde, non si conosce. Si tratta quindi di
cambiare domanda. Quello che conta e il cambio di prospettiva.

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Questo cambiare deriva dal fatto che l'essere lascia delle impronte, l'essere si lasciato
interpretare come ousia,entelecheia ecc e coincide con la nostra storia. L'essere ha un passato
cio stato. L'essere come si svela a noi si svela in un modo diverso perch si svela a noi. quello
che avviene e un epoca, l'epoca e un punto sulla storia, una sospensione, un arresto. Il volto della
nostra epoca e un calcolo, un tecnicismo. Noi pensiamo a partire dalle cose.
C' il passato che passa e non torna pi (vergangenheit) e c' quel passato che modifica le cose.
L'identit data questo wesen che permane dentro di noi. L'identit di un ente e un permanere di
qualcosa che stato. E nulla vieta di diventare, divenire. E una forma di non essere presente che
per ancora. La differenza e ci che consente di dare una identit tra le relazioni. Siamo un una
relazione di identit. Solo la vera identit fa la differenza, pi forte e l'identit pi forte e la
differenza. Pi ami l'altro pi lo lasci vivere, lasci la distanza. Non distanza fissa ma un
avvicinarsi e distaccarsi e cos continuamente.
L'ente . Ist e l'essere West cio si statizza e rimane l. L'ente da una determinata presenzialit.
Che cos' l'essere, e un essenziale presentarsi (wesen e giungere a presenza). Giungere a
presenza e uno che appare, e come se entrasse in scena un attore, si presenta sulla scena, prima
non era in scena e adesso entra in scena. Noi possiamo avere presente in noi ci che assente.
Possiamo avere presente in testa solo un volto, solo un pensiero e quella presenza li come
taciuta, immobile; dentro di me ci che sento e penso e altro. C' una presenza che mi abita, e che
sono felice sia cos e non diversamente. Qualcosa che non posso cacciare via, a piacere. Non
un'ossessione, a volte un piacere. A volte questa presenza che ci abita che non dipende da noi, e
altro dalla nostra esperienza. La filosofia e pensiero di ci che deve ancora venire, di ci che deve
ancora sopraggiungere. E un gi presente ma non totalmente e quando sopraggiunge, non
dipende da noi, e giunta. Questa esperienza da la differenza come pensare le cose come ci
sopraggiungono e come le pensiamo sopraggiungano. Questo modo di dire non ha a che fare con
l'esperienza comune, tu cerchi ci che accomuna tutti gli uomini ma questo non dice la nostra
esperienza. L'essenza comune e l'estratto, il concetto. Wesung non wesen, questo e l'astratto
mentre wesung e ci che ci fa essere di pi concreto, la nostra essenza, e questo continuare a
diventar se stessi, ci che ci fa essere vivi.
Heidegger sostiene che quando non hai a che fare con un'esperienza comune ho a che fare con
l'essenza delle cose.

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