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28 luglio 1914 = inizio prima guerra mondiale (doveva essere una guerra breve)
Italia 1914 = - modesto potenziale industriale
- differenziazione enorme nel settore produttivo agricolo
- carenze nel terziario
Parte nord-occidentale = sviluppo, come regioni più progredite d’europa
Mezzogiorno = arretratezza
Industria pesante = gap significativo
Industria leggera = divario non vistoso
Reddito pro-capite = alto al nord e basso al sud
Economia si reggeva su: - esportazioni agricole/manifatturiere
- emigrazione
- turismo
… fondamentale era perciò la pace e l’elevato livello di scambi internazionali.
I capitali erano carenti = no possibilità di investimenti
Settore agricolo = promuovere intensificazione produzione interna sia per intensità che per
estensione. (minori dazi per importazioni)
Tuttavia produzione agricola subì durante I GM diminuzione:
a. Sensibile riduzione aree coltivate
b. Calo rese unitarie di diversi prodotti
Ciò causato da mancanza di forza lavoro che era partita in guerra, si fece ricorso a donne,
bambini e prigionieri di guerra, ma si rivelò insufficiente a causa di :
a. Diminuzione forza animale
b. Difficoltà trasporti interni e internazionali
c. Operazioni militari del nord-est ( distruzione) = ascesa dei prezzi agricoli
Categorie danneggiate dalla guerra : proprietari terrieri, salariati per aumento del costo della
vita.
Cambiamenti sociali = aumento coltivatori diretti, diminuzione salariati, fittavoli, mezzadri.
Intervento statale: ripercussioni contesto sociale, organizzazione del lavoro (stato divenne il
principale datore di lavoro)
Lavoratori subirono: - orari più duri e pesanti
- disapplicazione di norme di tutela del lavoro
- blocco sindacati
maggiore afflusso dei lavoratori in stabilimenti militarizzati e “ausiliari” per remunerazioni
più elevate
Ma: poche manifestazioni di ribellione, eccetto Torino 1917
Più manifestazioni nelle campagne per avvento del fascismo.
Esercito = ricollocare forza lavoro: difficoltà: - settore agricolo mostrava già disoccupazione
- settore industriale: nuovi equilibri;
impossibile ritorno dei combattenti a
occupazioni precedenti (aspettative e
promessa della guerra)
Modificazioni sociali : donne nel mondo del lavoro e disparità di sbocchi per il patrimonio.
Mancanza possibilità emigrazione, quindi disoccupazione: la risposta dei lavoratori fu il
biennio rosso (1919-20).
Settore agricolo = leghe rosse (autogestione e collettivizzazione terre), leghe bianche
(accentuazione responsabilità dei contadini); manifestazioni violente, pacifica invasione.
Provvedimento del governo e mancanza di un piano strategico comune delle organizzazioni:
raffreddamento capacità del movimento contadino e squadrismo.
IV. La riconversione produttiva tra inflazione e ripresa:
Rivalutazione della lira: lira al rialzo. Provvedimenti per disciplinare il credito ordinario:
- 1926: consolidamento del debito fluttuante
- Creazione “istituto di liquidazioni” per superare salvataggi di imprese a
carico del bilancio dello Stato.
1927 = stabilizzazione legale: si definì contenuto aureo della lira e il cambio con monete
estere convertibili in oro. (Gold Exchange Standard). I costi elevati vennero contenuti con
riforme applicabili solo da un regime autoritario: - rallentamento produttivo, - fallimenti, -
disoccupazione, - costi elevati e ricavi bassi.
Rivalutazione della lira: - meno competitive le esportazioni, - minor costo di materie prime e
materiale energetico, fondamentali per economia italiana,- formazione del risparmio
pubblico, - afflusso di capitale straniero (americano).
Politica deflattiva = diminuzione dei salari; disoccupazione; sostegno diretto dello Stato alle
imprese
Bonifica agraria e “battaglia del grano” = ridefinire ruolo dell’agricoltura.
Dal 1923= bonifica idraulica (Stato), Tentativi di ridurre le importazioni troppo elevate
trasformazione aree bonificate in fondi privati. per bilancia commerciale italiana.
Settore agricolo = poco meccanizzato e in maniera disomogenea. Nel medio periodo ebbe
risultati soddisfacenti, nel lungo si ebbero risultati per investimenti di ricerca, più esteso uso
di fertilizzanti.
Battaglia del grano = scoperta di colture di pregio, mutò la struttura: più proprietà diretto
coltivatrice.
Industria (1921-25) = aumenta produzione manifatturiera, trainata da esportazioni.
Settore automobilistico, pneumatici, chimico, elettrico sono avvantaggiati da crisi della
Germania.
Nuovo comparto = filati artificiali.
1925-26 = fine domanda mondiale = debolezza sistema industriale italiano basato solo su
esportazioni. ( peggioramento bilancia commerciale e pagamenti (necessaria stabilizzazione
monetaria).
Grazie a stabilizzazione dei capitali stranieri: risorse per meccanica (rilancio per incremento
domanda interna), chimica (montecatini in costante sviluppo), gomma (Pirelli), elettrica
(Edison), lavorazione dei derivati del petrolio (Agip).
Tessile = penalizzazione industria di “seta artificiale”, decadimento setificio, buoni segnali
per lanificio.
1926-29: protezionismo per prodotti cerealicoli; banche e industrie si controllavano a
vicenda ( no modifiche economiche, crisi del 1929)
5. LA RIPRESA (1934-39)
I. Il quadro internazionale:
Scambi con l’estero rimasero bassi, saldo in negativo ma con valori contenuti.
1939-41 = più esportazioni per neutralità e riarmo degli altri paesi = bilancia in positivo.
Economia si reggeva su esportazioni di prodotti agricoli, commerciali e turismo,
emigrazione e domanda bellica.
ISTCAMBIO = controllo titoli esteri, commercio con l’estero
1935 = chiusura prestiti inglesi = importazioni vincolate
Merci importabili : - sottoposte a “regime bolletta” Aumento
- sottoposte a “regime di licenza” burocratizzazione
- sottoposte a “regime speciale”
- liberamente acquisibili
- merci importabili in regime di “compensazione privata”
Accordi di compensazione bilaterale = Germania, Austria, Svizzera, Ungheria e Irlanda
Asimmetrie: importazioni italiane di merci di base e esportazioni italiane di merci non base.
Italia necessitava aumento di importazioni = svalutazione della lira.
1970 = sospensione convertibilità del dollaro (71-73 shock del petrolio), disagi nei rapporti
industriali (terrorismo), contesto internazionale problematico, dopo gli anni ’80 ripresa e
monete si ristabilizzano. 70/80 grandi industrie in affanno ed emerge “terza Italia” , piccola
e media impresa.50-73 = molte riforme, in ambito agricolo (rivoluzione pacifica con cui
sistema politico risponde a istanze sociali.
Agricoltura = meno occupazione, fase di potenziamento con funzione produttiva.
SVIMEZ = sviluppo mezzogiorno, vogliono concentrare le energie pubbliche e private per
superamento problema del mezzogiorno.
Cassa del mezzogiorno = politica tributaria, infrastruttura,…
Programmazione politica tributaria = primi anni disastrosi, Stato cambia atteggiamento,
interviene direttamente per promuovere sviluppo industriale, incentivi per industrie del nord
che si volevano inserire al sud. Importanti risultati, ma fallimento dell’obiettivo generale.
(cattedrali del deserto) poli industriali in contesto agricolo: no risultati.
‘60 = decennio della programmazione, 3 documenti : obiettivi :
- gestire in maniera coordinata la spesa pubblica (soprattutto
investimento)
- intensa e organica mobilitazione del settore pubblico: oltre a
gestione coordinata delle aziende si riteneva importante il controllo politico di
partecipazioni, cioè le aziende devono rispondere a determinate imposizioni
politiche (industrie del settentrione approfittano di incentivi per mezzogiorno)
Anni ’60 = negli ambienti di governo matura l’idea che lo sviluppo fosse stato caotico:
squilibrio territoriale, settoriale e sociale. ( livello di vita e consumi sociali rimasti arretrati,
produzione crebbe per esportazioni e domanda pubblica).
Cambiamento stili di alcuni consumi non avvengono in anni ’50, ma dopo ’60.
Età obbligatoria di istruzione più elevata
’61-62 asili per permettere a donne di lavorare.
Età riforme mancate : alcune però sono state fatte (pensione minima, anche senza contributi)
’78 servizio sanitario nazionale, prima si pagava di tasca propria o con assicurazioni, che
erano per categoria. Crescono gli investimenti per consumi collettivi.
Risultato = Italia è tra i paesi più avanzati, ma degli squilibri tengono in bilico alcuni settori.
’60= conquiste sociali minime, cresce lo stato sociale.
6. IL CONFLITTO (1940-1945)
7. LA RICOSTRUZIONE (1945-49)
guerra = morti, danni alle abitazioni e ai trasporti (conseguenze ancora più gravi) durante la
ricostruzione e ripresa economica.
Forte crescita settori meccanico-chimico = favorì la ripresa.
Disavanzo bilancia commerciale europea = forte aumento dei prezzi americani
Carbone = crollo produzione europea a favore di USA
Cereali = necessarie importazioni = avanzo bilancia dei pagamenti statunitensi
Germania = prima della guerra: importazioni agricole, esportazioni materie prime,
semilavorati e prodotti industriali. Dopo conflitto: distruzione edifici, impianti, penuria
materie prime, basso regime del lavoro = crollo economia (crollo produzione carbonifera)
Moneta = problema più importante era aumento di circolazione interna (soluzioni diverse)
- Germania, Italia e Belgio = tassi di interesse
- Regno Unito, Francia, Olanda e Paesi Scandinavi = politica fiscale
e controllo e distribuzione dei beni.
Italia e Francia = mancanza vera e propria di riforma monetaria.
Germania = baratto = 1948 cambio della moneta e imposta patrimoniale molto elevata:
migliori condizioni di pace anche se perdite territoriali, asportazioni impianti industriali,
temporanee limitazioni produzione industriale (miglior clima di cooperazione internazionale
sostenuto da stati uniti con cancellazione debiti agli alleati e politica di sostegno per
economia europea).
Per ottenere aiuti vi erano delle condizioni: rimozione degli ostacoli per scambi
internazionali, per garantire stabilità allo sviluppo dei rapporti economici. = costituzione di
organismi internazionali: - FMI per far fronte a squilibri temporanei nella bilancia dei
pagamenti; - BANCA INTERNAZIONALE finanziamenti a lungo termine per ricostruzione
e sviluppo.
GATT = paesi aderenti al fondo = dichiarare parità propria moneta in oro e dollari e
adottare cambi fissi (impedire svalutazione monetaria come arma commerciale).
Piani di Bretton Woods 1944 solo ne ’50.
Elemento comune in politiche economiche = crescente peso dello stato in ambito economico
perché iniziativa privata non sufficiente e per costruire condizioni per gestione democratica
della cosa pubblica. Programmazione economica (iniziative per rafforzare il contributo al
settore pubblico).
Francia = nazionalizzazione e modernizzazione
Gran Bretagna = nazionalizzazione (per entrambe problemi degli indennizzi).
Stati Uniti = piano Marshall (ERP) per rilancio economia europea
1° conferenza di Parigi (1947) = liberalizzazione scambi
2° conferenza di Parigi (1948) = OECE
Aiuti statunitensi = fondamentali per ripristino stabilità finanziaria e liberalizzazione di
produzione e prezzi; forte controllo americano su vari paesi
Vantaggi Europa = utilizzare macchinari americani
Vantaggi Stati Uniti = stimoli per investimenti e produzione e miglior conoscenza mercato
europeo
1948 = Europa = recupero complessivo dei risultati produttivi pre-bellici
’50 e ’60 = grande crescita economica, stabilità dei prezzi, miglioramento vita della
popolazione, maggiori investimenti.
Migrazioni verso nord Europa = nessuna strozzatura. Tassi di cambio fissi
CECA, CEE, EFTA e GATT = riduzione tariffe doganali e accordi commerciali.
1950 = EPU = limitare squilibri nella bilancia dei pagamenti, unica resistenza fu quella di
Gran Bretagna.
Tuttavia: mancanza adozione politiche economiche comuni = grosso limite soprattutto per
l’agricoltura (molto diverso da paese a paese)
CECA = ottima per Italia (carbone)
Aumento generale delle esportazioni = Italia 13,1 %
Aumento della concorrenza = contenne incremento dei prezzi delle esportazioni
Capacità di adeguamento fattori di produzione alla domanda: stabilità dei prezzi
Occupazione: piena in Germania, Francia e Paesi Bassi; diffusa in Italia.
Intervento dello Stato : - assunzione diretta di attività economiche; - sostenere livello
occupazione ( anche per consenso sociale), soprattutto l’Inghilterra (pensiero keynesiano)
Germania : - vasto programma di opere pubbliche; si incentivò il risparmio e il
reinvestimento di profitti aziendali.
Meno addetti in agricoltura, sostituiti dalle macchine, ostacolata a volte da manodopera e
ridotte dimensioni delle aziende agricole.
Modello di Lewis = KINDLEBERGER = peso decisivo dell’abbondante offerta di
manodopera.
Tesi di Maddison = ruolo degli investimenti
Modello EXPORT-LED = sviluppo guidato dalle esportazioni
Interpretazione di LAMFALUSSY = sviluppo interno dipese da incremento delle
esportazioni, crescita dei profitti e degli investimenti e del prodotto nazionale. (fenomeno
molto complesso, difficili teorie monocausali)
1950 = restrizioni
Settore estrattivo = contrazione produzione
Settore siderurgico = produzione inferiore o uguale a prebellica
Settore meccanico = capacità produttiva non sfruttata a pieno
Settore tessile = forte dipendenza dall’estero
Settore chimico = crescita di alcune produzioni ma mancanza di materie prime.
Produzioni agricole e vegetali = 1950 superamento quantità prebelliche (solo cereali
facevano eccezione) perché conveniva di più la produzione ortofrutticola per mercato.
Segnali di ripresa ma condizioni pessime di vita per gran parte della popolazione
Reddito pro-capite = inferiore agli altri Paesi
“terzo tempo” = riforme anni ‘50
RIFORMA AGRARIA = favorire l’accesso alla proprietà della terra da parte dei braccianti e
contadini attraverso lo scorporo delle grandi proprietà ( problema: scarsa qualità delle terre
espropriate, per questo non eccessiva reazione dei proprietari).
RIFORMA = impulso a investimenti, ma produzione più cerealicola che zootecnica.
COSTITUZIONE DELLA CASSA DEL MEZZOGIORNO (Svimez) = intervento in
agricoltura e infrastrutture con obiettivo di redistribuzione delle terre e accettabile livello di
funzionalità del territorio ( effetti inizialmente modesti). Limiti della politica della Cassa =
svolta verso misure volte direttamente a sostegno dell’industrializzazione stessa
Convegno a Napoli 1953
Provvedimenti del 1957 = decollo industriale del Mezzogiorno tra 1938 e 1951importazioni
aumentarono grazie a liberalizzazione = ripercussioni su vita economica e sociale.
Adesione a CECA (osteggiata dalla sinistra per ripercussioni negative su occupazione).
Prima metà anni ’50 = termine piano di ristrutturazione
Siderurgia italiana = convivenza possibile tra settore pubblico e privato = sviluppo
incessante del settore meccanico (più occupazione, più guadagni economici9
Vanoni = riforma fiscale = guidare le scelte degli operatori fiscali con l’intervento pubblico,
modificandone la convenienza economica (obiettivo occupazionale e diminuzione divario
territoriale mancati). Programma mai messo in moto.
Sviluppo anni ’50 = meno addetti in agricoltura, più settore industriale (piccola e media
impresa), più settore terziario. Storico sorpasso occupazione industriale su agricoltura ( in
ritardo, ma di forte intensità).
Calo popolazione attiva in rapporto a residente = incremento scolarizzazione, esodo
agricolo)
Andamento produzione agricola = crescita ma con divergenze territoriali
Cambiamento peso delle diverse produzioni sia per mutato prezzo dei prodotti importati sia
per apertura internazionale.
Ingresso nella CEE: ok per il nord, no per il sud
Meccanizzazione = aumento produttività (resistenze delle aree con più occupati)
Maggior impiego di fertilizzanti che avevano prezzi più bassi per concorrenza
Struttura fondiaria = situazioni sia di polverizzazione sia di concentrazione della terra.
Produzione industriale = sviluppo
Settore siderurgico (sia privato che pubblico) = collegato a meccanico (punta di diamante) e
costruzioni
Comparto cantieristico = limiti strategia produttiva
Settore chimico = sviluppo notevole
Settore tessile = cresciuto, ma minor peso nell’ambito dell’industria italiana.
Più consumi energetici per meccanizzazione agricoltura, sviluppo attività industriale e
miglior tenore di vita. Meno combustibili solidi e energie elettrica, più petrolio e gas
naturale (presenza dell’ENI, contendeva quote pubblico).
1936= Ministero delle Partecipazioni statali = imprese pubbliche
Settore terziario = sviluppo occupazionale nella distribuzione commerciale in cui
permanevano situazioni di arretratezza (rafforzate distanze con gli altri paesi).
Mancata modernizzazione, rapido sviluppo consumi e urbanizzazione. (smaltimento
effimero disoccupazione).
1950/62 = più reddito nazionale lordo, più reddito pro-capite, ma livelli lontani da paesi
europei.
Più investimenti, importazioni ed esportazioni (soprattutto quelle ad alto valore aggiunto)
Importazioni = più con Europa che America, più non agricole e materie prime industriali
Esportazioni = 62,3% Europa, 20% America
Investimenti = elevato tasso di crescita, ampliamento dimensioni e introduzione tecnologie
più avanzate e nuovi modelli organizzativi.
Settore edilizio e trasporti = componente pubblica preponderante
Azienda automobilistica = modello fordista per conquistare mercato medio-basso.
Innovazioni organizzative = più nei grandi complessi industriali
1950/62 = aumento consumi privati, per incremento di salari e occupazione
Miglioramento del disavanzo dei conti pubblici = pareggio
Crescita economica italiana = disponibilità di manodopera: trasferimenti di lavoratori da
settore tradizionale a settore più dinamico in Italia = agricoltura e industria
STERN = moderno Export-led in Italia tra 1950/62 esportazioni si sviluppano moltissimo.
Graziani = distinzione tra aziende che operano per mercato esterno e interno.
Sapelli = forza lavoro, esportazioni, cultura imprenditoriale = complesso di fattori
Divario territoriale tra nord e sud = rafforzato da integrazione con mercato internazionale
Sviluppo terziario = al sud solo per assorbire forza-lavoro. Anche per tassi di natalità e
mortalità (più elevati e più bassi al sud), più incremento demografico; ma al nord migrazioni
1950/62 = urbanizzazione e migrazione verso il nord e verso l’estero; più consumi per beni
secondari, ma servizi pubblici ancora scarsi. Problema programmazione economica e
nazionalizzazione settore elettrico.
1962 = piena occupazione, fine “tregua” sindacale; salari più alti, più alti prezzi nel limite
concesso da concorrenza.
Aumento spesa pubblica = disavanzo di cassa.
Aumento salari, espansione spesa pubblica, basso costo del denaro = spinta verso l’alto dei
prezzi.
Investimenti reali, incremento reddito nazionale, incremento esportazioni = crollo
Più consumi = più importazioni = peggioramento bilancia dei pagamenti
1963 = stretta creditizia, battuta d’arresto dell’espansione economica in settori interessati nel
mercato interno.