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Lezioni per migliorare


le tue foto

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Lesposizione 4
Come imparare a regolare la corretta esposizione 4
Ma qual il suo funzionamento? 5
Lettura MATRIX: 7
Lettura SEMI-SPOT: 7
Lettura SPOT: 7
Come regolare lesposizione della nostra reflex attraverso i tre
fattori tempi, diaframmi ed ISO. 7
La regola dei terzi 11
Componiamo le nostre immagini correttamente 11
Come si applica la regola dei terzi nella fotografia di paesaggio 12
Come si applica la regola dei terzi nella fotografia di ritratto 14
Profondit di campo 16
Che cos e come si regola 16
Ma cos la profondit di campo? 16
Ma come si regola la profondit di campo? 17
Listogramma 20
Impariamo a leggere i suoi valori 20
Facciamo un esempio pratico per capire meglio come funziona
listogramma. 23
Le modalit di scatto 26
Prova a scattare Manualmente 26
Modalit P oProgram 27
Modalit A (AV per Canon) o priorit di diaframmi 27
Modalit S (TV per Canon) o priorit dei tempi 27
Modalit M o Manuale 27
E ORA COSA FACCIO? 29

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MA ASPETTA UN ATTIMO! 30

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Lesposizione
Come imparare a regolare la corretta esposizione

Capire il concetto dellesposizione in fotografia molto importante, in quanto


lesposizione quella formula che regola la quantit di luce (aperturadiaframma)
che deve entrare nelsensore e il tempo necessario (tempo di esposizione) che serve
ad impressionarlo in quel dato tipo di supporto (ISO o tipo di pellicola) per ottenere
un immagine che restituisca la corretta realt. Lesposizione,definitain EV
(Expsosure Value), regolatadallesposimetro interno della reflex digitale
(esistono anche esposimetri esterni) e pu essere regolato:

manualmente quando si lavora nel programma M.

regolato in automatico dalla macchina fotografica in modalit P.

semi-automatico nelle altre modalit A (Nikon) o Av (Canon) per la


priorit di diaframmi e S (Nikon) o Tv (Canon) per la priorit di tempi.

Abbiamo dunque capito che tre sono i fattori che influenzano lesposizione e
tutti quanti sono strettamente correlati tra loro:

1. Sensibilit ISO (pi basso il valore, ISO 100 ad esempio, meno luce
verr impressa; viceversa pi alto sar il valore, ISO 6400, maggiore sar
la luce che catturer).

2. Tempi di scatto (scatti pi rapidi, come ad esempio 1\1000, faranno


immagazzinare meno luce; scatti pi lenti, ad esempi 20sec, permettono
di catturare pi luce).

3. Apertura diaframmi (allaumentare dellapertura, ad esempio f1,4, entrer


pi luce, ma diminuir anche la profondit di campo; chiudendo il
diaframma, ad esempio f/16, aumenter la profondit di campo ma
entrer meno luce).

Come facciamo dunque a capire se lesposizione dellinquadratura che stiamo


facendo per la nostra foto corretta? A seconda del modello e marca della
macchina fotografica lindicatore dellesposimetro possiamo trovarlo:

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allinterno del mirino (tutte le reflex): si attiva premendo il tasto di scatto a

met corsa e guardando allinterno del mirino dovrebbero accendersi dei


valori che indicano vari dati, tra cui appunto lesposimetro.

nel display LCD, insieme a tutti gli altri dati di scatto e impostazioni.

sul secondo display nella parte superiore del corpo macchina ( questa
opzione non presente su tutti i modelli di reflex).

Ma qual il suo funzionamento?


Lesposimetro indica, come dicevamo, la quantit di luce necessaria per esporre
correttamente il soggetto ed indicata da una barra con al centro uno 0 (che
sta a significare il punto esatto della corretta esposizione) sulla sinistra una
freccia che indica valori da -1 a scendere (sottoesposizione), sulla destra invece
una freccia che indica valori da +1 a salire(sovraesposizione). Quindi se avremo
la freccia che punta verso i valori positivi, la macchina ci sta indicando che la
foto verr troppo chiara, se invece punter verso i valori negativi la foto risulter
scura. Questi valori sono indicati sul display con dei trattini, a seconda del
modello di reflex, possono essere calcolati valori anche di 1/3 di stop come
illustrato nellimmagine sottostante.

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Ottimo, ma adesso perch la macchina fotografica fa questi calcoli e mi indica
questi valori? Perch come detto prima, sta eseguendo una lettura della luce
presente sulla scena che stiamo inquadrando; la lettura della luce pu avvenire
in due modi:

Di luce riflessa: come dice la parola, la luce che il soggetto rimanda alla
fotocamera.

Di luce incidente: che quella che arriva direttamente sul soggetto (si
misura con esposimetro esterno posto verso lobiettivo).

Noi analizzeremo il primo caso, in quanto gli esposimetri interni delle reflex
utilizzano questo metodo e possono farlo in 3 modi:

1. Lettura esposimetrica matrix

2. Lettura esposimetrica semi-spot o ponderata centrale

3. Lettura esposimetrica SPOT

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Lettura MATRIX:
Quando la tua reflex sar impostata in questo modo, il sistema interno far
una lettura quasi intera della luce presente sullarea inquadrata, facendo una
media e restituendo quindi dei valori per una corretta esposizione. Questi
valori non sono assoluti in quanto, come ricordavamo prima, sono dettati dai
quei tre fattori tempi, diaframmi, ISO che a secondo delle esigenze possono
essere regolati in maniera diversa, ma questo lo vediamo pi avanti.

Lettura SEMI-SPOT:
Quando imposterai questo sistema di esposizione, la tua reflex far una
lettura medio-ponderata, ossia legger sempre tutto il fotogramma ma dar
pi importanza nella fascia centrale (su alcuni modelli di reflex questo
diametro modificabile).

Lettura SPOT:
Quando invece avrai impostato questo sistema di esposizione, lo strumento
far una lettura solo nella parte centrale dellinquadratura (o dove sar
selezionato il punto di messa a fuoco), porzione molto piccola e precisa e per
questo motivo bisogna avere una certa pratica e consapevolezza per poterla
utilizzare.

Per scegliere quale dei tre sistemi di lettura utilizzare adesso non possiamo starti
a spiegare tutti i casi esistenti al mondo, ma ci limiteremo a suggerirti di
utilizzare maggiormente il metodo MATRIX, specie se hai il sole alle spalle e
quindi la scena davanti a te illuminata quasi tutta allo stesso modo senza forti
contrasti; quando invece nellinquadratura cominciano a presentarsi zone con
maggior contrasto (forte zone di ombra o forti zone di luce), allora poi li star al
fotografo e alla sua esperienza scegliere la misurazione pi adatta facendo pi
letture, magari in SPOT, nelle varie zone di ombra e di luce e poi fare calcoli e
prendere decisioni sulla corretta esposizione.Compresi e assodati questi
concetti vediamo

Come regolare lesposizione della nostra


reflex attraverso i tre fattori tempi,
diaframmi ed ISO.
Supponiamo di andare in montagna e trovarci davanti a questo paesaggio:

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ora impostiamo la macchina fotografica su P, con lettura esposimetrica su
MATRIX, questa ci restituirdei valori in automatico, ad esempio:
ISO 200, f/11, 1/500s; bene fin qui tutto facile, potresti anche scattare ed avere
la tua foto bella e pronta, come fanno in molti, ma vanificheresti una delle cose
che il fotografo ama fare di pi, ossia scegliere manualmente la corretta
esposizione. Allora adesso prova a impostare la modalit M (manuale),
sempre con lettura esposimetrica su MATRIX e scattare senza impostare nulla;
cosa succede? La foto risulta troppo scura o priva di dettagli? Oppure troppo
chiara, quasi bianca? Normalissimo, devi regolare quei tre fattori tempi,
diaframmi e ISO di cui parlavamo poco fa.

Tenendo conto che gli ISO in digitale rappresentano le vecchie pellicole ASA,
dovremo per prima cosa impostarli in base alle condizioni di luce (si tende a
tenerli sempre il pi bassi possibile per evitare il rumore digitale o grana)
presente sulla scena, essendo quella sopra, una foto ripresa a met giornata (sole
alto quasi perpendicolare), andranno impostati gli ISO pi bassi che la vostra
reflex permette (di base dovrebbe essere 100 o 200); a questo punto guardando il
display della reflex vedremo dei valori che ci indicano tempi di scatto,
diaframma e lesposimetro che ci segnala qualcosa; lindicatore dellesposimetro
segnalerdei valori positivi o negativi in base a come sono stati impostati i tempi
e i diaframmi; essendo un paesaggio, suggeriamo dichiudere il diaframma per
avere una maggiore profondit di campoe quindi avere tutta la foto a fuoco,
imposteremof/11; adesso manca il tempo.

Come sapere quale tempo scegliere per far si che la nostra foto sia
correttamente esposta?

Guarderemo nel mirino o nel display esterno cosa ci indica il cursore


dellesposimetro: se sar spostato verso il + vorr dire che con quei dati, la

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foto verr sovraesposta (molto chiara), di quanto? Lo leggeremo in base alle
tacchette rappresentate su quella barra e si misurano inSTOP. Nellesempio
qui sotto, si pu notare come un valore di 1/60s, anzich 1/500s, porti a un
eccessiva luminosit della foto:

SOVRAESPOSIZIONE +3EV

Dicevamo, quindi, se la barra risulta positiva, vuol dire che entra troppa luce e
dovremo ruotare la ghiera dei tempi di 3 STOP, diminuendoli, per far si che
lotturatore rimanga aperto meno tempo ed impressioni meno luce; al contrario
se lindicatore sar spostato verso la parte negativa, agiremo sempre sulla ghiera
dei tempi aumentandoli, permettendo cos allotturatore di restare aperto pi
tempo e di immagazzinare la luce necessaria. Qui sotto un esempio dove il
valore dei tempi era impostato su 1\2000, riducendo la luminosit generale di
tutta limmagine:

SOTTOESPOSIZIONE -3EV

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Sono valori assoluti questi che ci da lesposimetro? Assolutamente no, perch
possibile ottenere la stessaesposizione anche impostando ISO e diaframmi
differenti, mantenendo fermo il tempo sullo stesso valore; Tenendo sempre in
considerazione limmagine del paesaggio montano qui sopra, potremmo
impostare come tempi 1/1000s, lasciare gli ISO a 200 e aprire il diaframma per
permettere di far entrare pi luce, quella luce che non entra pi dai tempi
perch sono il doppio pi veloci di prima (1/500s), regoleremo la ghiera del
diaframma a f/8 (ossia 1 stop in meno), cos facendo riporteremo la livella
dellesposimetro su 0; agendo invece sugli ISO, avremmo dovuto impostare
1/1000s, f/11 e ISO 400.

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La regola dei terzi
Componiamo le nostre immagini correttamente

La fotografia luce in grado di impressionare il sensore e registrare le


informazioni che poi saranno visibili allocchio umano come immagini. Quindi
esposizione e trasmettere sensazioni sono i principali fattori che terminano una
buona fotografia. Ma un ruolo fondamentale lo gioca anche la composizione.
Dinamicit, forza e impatto vengono enfatizzati anche da come inquadriamo e
posizioniamo i vari elementi allinterno dellimmagine.

Avrai sicuramente sentito parlare almeno una volta nella vita, che per ottenere
immagini pi accattivanti il soggetto debba essere posizionato in uno dei punti
focali dellimmagine o nelle linee di forza. Ma cosa sono i punti focali? Come li
riconosciamo?

Nellimmagine qui sopra puoi notare come le linee di forza, orizzontali e


verticali, dividano limmagine in nove parti uguali e i punti focali sono il
risultato dellintersezione di queste linee (punti in verde). Questa suddivisione
dellimmagine viene chiamata appunto regola dei terzi. La regola dei
terzici stata tramandata nei secoli dalla pittura, infatti, questa tecnica ha

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sempre garantito nelle rappresentazioni di qualsiasi genere, dalla pittura alla
fotografia, dinamicit e armonia, colpendo locchio e catturarne lattenzione.

Come si applica la regola dei terzi nella


fotografia di paesaggio

Nella fotografia di paesaggio, la regola dei terzi si applica per dare una
maggiore importanza al primo piano o al cielo, posizionando quindi la parte a
cui si vuole dare maggior rilievo a 2/3 dellimmagine. Che significa? Semplice,
lorizzonte del vostro panorama dovr essere posizionato su una delle due linee
orizzontali; quindi in parole povere se vorrai dare maggiore importanza al
primo piano dovrai trovarti di fronte a questa situazione:

puoi notare come il soggetto sia posizionato nel punto focale in basso a destra,
mentre lorizzonte si trova nellultimo terzo. lImmagine oltre a risultare ben
bilanciata, indirizza lo sguardo dal primo piano (parte pi in evidenza) verso
lorizzonte, dove ci sono appunto le montagne. Lo stesso discorso vale per le
inquadrature verticali.

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Nel caso in cui il principale soggetto sia il cielo, magari mentre stai facendo una
bella fotografia notturna, ti baster inquadrare una porzione maggiore di cielo,
spostando lorizzonte nella seconda linea orizzontale, come nellesempio qui
sotto:

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Come si applica la regola dei terzi nella
fotografia di ritratto

Nella fotografia di ritratto la regola dei terzi va applicata sulle parti principali
del soggetto, solitamente corrispondono allocchio, nel caso di un primo piano, il
viso per mezzi busti o figure intere. Quindi cerca di posizionare nei punti focali
o lungo le linee di forza il tuo soggetto in modo da decentrarlo, facendolo
risultare decisamente pi interessante. Ti mostriamo alcuni esempi qui di
seguito:

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La regola dei terzi non limitata soltanto alle tecniche fotografiche sopra
elencate, ma estende il suo raggio di azione a 360, coinvolgendo anche tipi di
fotografia come quellamacro, street, reportage; resta da sottolineare, malgrado
la sua utilit, la possibilit di non essere obbligatoriamente rispettata.

Rompere le regole:
Come accennato sopra, la regola dei terzi ci viene in soccorso nella maggior
parte delle situazioni, ma bene ribadire che non lunica e non imposta;
infatti nella fotografia, come nella pittura, ricercare inquadrature simmetriche,
minimali o fuori dagli schemi spesso pu essere un arma vincente per
stravolgere completamente la fotografia e catturare lattenzione di chi la sta
osservando.

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Profondit di campo
Che cos e come si regola

La profondit di campo un altro fattore molto importante per la riuscita di


una buona fotografia. A seconda delle situazioni, la profondit di campo pu
influenzare di molto il risultato di unimmagine e per questo va studiata e
compresa a fondo.

Ma cos la profondit di campo?

La profondit di campo (detta anche PdC) quella parte dellimmagine dove


gli oggetti risultano nitidi e ben focalizzati; ad esempio possiamo guardare come
nella qui sotto, la profondit di campo ben focalizzata sul piano del corpo del
soggetto mentre gli altri piani, tutto ci che c prima del soggetto e tutto ci che
sta dopo e quindi dietro al soggetto, risultano fuori fuoco (detti cerchi di
confusione); si parla in questo caso di ridotta profondit, poich solo una parte
dellimmagine chiara allosservatore, mentre il resto, meno nitido e chiaro,
quindi sfocato, fa da contorno al soggetto, non intralciando la vista di chi la
osserva.

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Nella figura successiva, invece, possiamo notare come la PdC sia fondamentale
che rimanga nitida su tutto il piano dellimmagine, per permettere a chi la sta
guardando di non perdersi nessun dettaglio dello splendido paesaggio.

Abbiamo quindi visto in questi due esempi quanto la profondit di campo


sia importante e sopratutto vada scelta e curata per ottenere immagini di grande
effetto.

Ma come si regola la profondit di


campo?

La PdC definita da tre fattori:

Distanza delloggetto dal sensore (maggiore la distanza, pi ampia sar la


profondit di campo e viceversa).

Apertura del diaframma (maggiore sar lapertura , minore sar la PdC,


viceversa, pi chiuderemo il diaframma, pi la nostra profondit
aumenter).

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Lunghezza focale dellottica (un obiettivo con maggiore angolo di campo,
ad esempio i grandangoli, avranno un maggior raggio di campo e
quindi profondit, mentre con uno zoom, avendo un campo di visione
pi ristretto, diminuir la PdC).

Immaginiamo di avere come obiettivo un 50mm, che sappiamo rappresentala


realt, quasi come la percepisce locchio umano e di utilizzare unapertura di
diaframma fissa a /2,8 (PdC molto ridotta), vediamo nella foto qui sotto come
la profondit di campo, rappresentata dal colore verde, vari, al variare della
distanza del soggetto:

Utilizzando invece sempre un 50mm e mantenendo il soggetto sempre alla


stessa distanza di 5mt, vediamo come
varia la PdC chiudendo i diaframmi,ricordando che una maggiore apertura del
diaframma, permette si di far entrare pi luce, ma riduce molto la profondit di
campo, viceversa, utilizzando diaframmi pi chiusi, avremo meno luce che
entra, ma una maggiore profondit di campo:

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Infine possiamo osservare come la profondit di campo
varia in base alla lunghezza focale dellottica;immaginiamo di stare per
fotografare un soggetto a 10 mt. di distanza, con un obiettivo a lunghezza focale
400mm e diaframma /2.8, la nostra profondit di campo risulter essere di soli
circa 10cm, mentre se utilizzassimo sempre il nostro famoso 50mm, la PdC
risulterebbe di circa 7,62mt.

Abbiamo quindi visto come la profondit di campo sia influenzata da questi


3 fattori, dunque importante capire a fondo questo argomento, perch pu
essere utilizzata sia in modo creativo (spesso nel ritratto si utilizzano ridotte PdC
per enfatizzare il volto del soggetto) che studiata accuratamente per avere tutti i
piani e soggetti a fuoco.

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Listogramma
Impariamo a leggere i suoi valori

Listogramma quel valore grafico che trovi, dopo aver scattato una foto, sul
display LCD della tua reflex oppure lo puoi osservare successivamente,
neiprogrammi di fotoritocco quando apri le tue foto per elaborarle e si presenta
cos:

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Nella prima foto possiamo notare il grafico di colore bianco posizionato in alto a
destra (a seconda del modello e marca di reflex ovviamente cambia), nella
seconda illustrazione, invece, oltre a quello bianco troviamo anche altri 3 grafici
colorati rosso-verde-blu, quelli stanno ad indicare i canali RGB, per cui potremo
leggere con molta accuratezza se ci sono errori sui toni di alcuni colori.

Allinterno dei programmi di fotoritocco, come Photoshop o Lightroom, invece


listogramma ci apparir in questo modo:

Dicevamo appunto, listogramma serve a leggere la luce, ci indica quali valori


compresi tra 0 (nero) e 255 (bianco) sono stati impressi sullimmagine scattata;
tutto ci che sta prima dello 0, quindi sul lato sinistro,indica che i pixel sono
completamente neri, ossia privi di dettaglio; tutto ci che si trova dopo il 255,
quindi sul lato destro, saranno i pixel bianchi, anchessi privi di dettaglio.Come
possiamo vedere nel grafico qui sotto, listogramma viene suddiviso in questo
modo:

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lasse verticale indicala quantit di pixel sul fotogramma di una determinata
luminosit.

lasse orizzontale invece leggermente pi complesso da comprendere;


suddiviso in 3 sezioni: il lato sinistro, parte dal valore 0, riguarda i pixel e
quindi le zone di ombra presenti nellimmagine, la parte centrale indica i
mezzitoni e la parte destra invece indica i pixel pi luminosi fino ad arrivare
al bianco assoluto che il 255.

Ne consegue che, se avremo listogramma spostato tutto verso sinistra


limmagine sar sottoesposta;quanti pixel avranno quelle tonalit (o porzione
dellimmagine)? Pi il picco alto e pi i dettagli dei pixel sulla foto
presenterannozone scure, se sono sul bordo o in prossimit dello 0, invece,
saranno proprio dettagli neri, non visibili allocchio umano:

viceversa, se listogramma sar spostato tutto verso destra, avremo una


maggioranza di pixel tendenti al bianco, mentre quelli sulvalore 255 e oltre,
saranno bianchi assoluti, non visibili allocchio umano, ne consegue che la foto
in quella parte sar bianca:

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Facciamo un esempio pratico per capire
meglio come funziona listogramma.
Se dovessimo fotografare un tramonto con il sole quasi frontale, avremo
sicuramente delle zone in ombra; per cui scegliendo di esporre nella modalit
spot nel punto pi luminoso della nostra inquadratura, avremo pi o meno
una situazione simile:

Nellimmagine qui sopra puoi notare come le zone evidenziate in rosso


corrispondono a quella porzione di istogramma che si avvicina allo 0 del lato
sinistro, il picco cerchiato di rosso indica che quelli sono pixel neri o molto
vicino al nero, per cui in quella parte dellimmagine avremo zone prive di
dettaglio o molto scure non visibili allocchio umano.

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Al contrario, se esponessimo sempre in modalit spot, ma stavolta per le

ombre, avremopi dettagli nelle zone scure, ma ci ritroveremo per forza di cose
a sovraesporre il cielo:

in questo caso, come si pu notare dalla foto qui sopra, la parte evidenziata in
rosso, corrisponde ai dettagli o pixel bianchi che si avvicinano al valore 255 o lo
superano; questi sono porzioni di pixel che non sirecuperano nemmeno in post
produzione.

Se avessimo esposto correttamente facendo una prima misurazione sulle ombre,


una seconda sulle alte luci e poi con un calcolo tra le differenze di stop che
passano tra luci e ombre, fatta una media valutativa (ad esempio con 4 stop di
differenza tra luci e ombre, esponendo per le ombre, avresti dovuto sovraesporre
di 2 stop), avremmo avuto una situazione simile a questa:

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possiamo notare come listogramma sia ben spalmato lungo tutto lasse
orizzontale, ci sono dei picchi nella parte sinistra delle ombre, ma non sono
vicine al punto 0, per cui con un po di fotoritocco sono recuperabili, idem per le
alte luci, ossia parte destra dellistogramma, ci sono presenti zone chiare, ma
non sono vicine allestremo 255 e quindi recuperabili anchesse con i
programmi di fotoritocco.

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Le modalit di scatto
Prova a scattare Manualmente

Ti sei mai chiesto a cosa servono le modalit di scatto P,A,S,M? Oppure, in


quali occasioni utilizzare una impostazione piuttosto che unaltra? Bene, non ti
preoccupare, mettiti seduto comodamente perch nelle prossime righe
cercheremo di spiegarti il funzionamento e lapproccio corretto da adottare
quando si comincia a fotografare e non si hanno le idee ben chiare rispetto alla
modalit di scatto da scegliere.

Al giorno doggi, la maggior parte delle fotocamere digitali hanno allinterno del
loro software varie modalit di scatto che possono cambiare in base al modello,
ma in ogni caso ce lhanno e sono talmente tante che spesso molti di noi
nemmeno sanno a cosa servono o come si utilizzano.

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Tralasciando le modalit di ripresa automatiche che non permettono allutente
di comandare la propria fotocamera digitale (rappresentate solitamente da
diverse icone, quali il fiore, la montagna, il ritratto) vediamo insieme le
modalit di scatto P,A,S,M,che al contrario, servono proprio a lasciare
libero campo di controllo dellesposizione al fotografo.

Modalit P oProgram
Questo tipo di modalit tra le 4, la meno creativa. Infatti una modalit
molto simile a quella auto; la fotocamera stessa a decidere tempi, ISO e
diaframmi, lasciando al fotografo il compito di regolare solamente il
bilanciamento del bianco, la composizione e la compensazione
dellesposizione. Dunque la modalit P potrebbe tornarci utile in quei
momenti in cui non abbiamo molto tempo per regolare i tre parametri o
quando siamo alle prime armi e vogliamo essere sicuri di portare a casa
almeno un paio di scatti buoni.

Modalit A (AV per Canon) o priorit di diaframmi


Tra tutte le modalit di scatto, questa quella che personalmente utilizzo di
pi. Infatti con questa impostazione il fotografo a dettare legge sulla
profondit di campo. Lasciando il compito di gestire i tempi al software della
reflex, noi abbiamo il pieno controllo dei diaframmi; potremo cos scegliere
unapertura maggiore per avere meno profondit di campo e staccare il
soggetto dallo sfondo, oppure chiudere il diaframma per avere tutti i piani a
fuoco. Si pu utilizzare in molti contesti fotografici, come ad esempio la
fotografia di ritratto, macro, paesaggio e still-life.

Modalit S (TV per Canon) o priorit dei tempi


Contrariamente alla modalit A, la priorit dei tempi, invece, lascia al
fotografo il pieno controllo della scelta del tempo. Questa modalit di ripresa
pu essere molto utile nelle fotografie sportive o dove abbiamo bisogno di
tempi ben prestabil per fermare il soggetto o per creare eetti particolari,
come le scie luminose, come la fotografia notturna, star-trail e via dicendo.

Modalit M o Manuale
Con questa impostazione, la reflex totalmente nelle nostre mani. Hai il
comando e il controllo di ogni singola impostazione, dovrai imparare ad
essere molto rapido per impostare velocemente la giusta accoppiata tempi/
diaframmi/ISO; consiglio quanto meno, se non state scattando in studio con
lampade o flash, di mantenere attiva la funzione AUTO del bilanciamento del
bianco e di impostare gli ISO sempre il pi bassi possibile e quindi
preoccuparti solamente dei tempi e dei diaframmi durante lo scatto.

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Quindi, vero che scattare nella modalit M (manuale) sarebbe la soluzione pi
opportuna sia per imparare a migliorarsi, sia per avere il pieno controllo
dellesposizione e quindi sullo scatto, mettendoci sempre la propria vena creativa
ma pur sempre vero che le altre modalit di scatto, anche se sono semi-
automatiche, non vuol dire che non bisogna conoscerle o non usarle, anzi, come
visto negli esempi sopra, in alcune situazioni sono davvero indispensabili
semplificando la vita del fotografo professionista.

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E ORA COSA FACCIO?

Non finita qui


Ora che sai le 5 regole principali

DEVI ASSOLUTAMENTE CONOSCERE LA 6

Vuoi mostrare con orgoglio le tue fotografie? Oppure vuoi tenere in ordine tutto
il tuo archivio fotografico? O semplicemente non vuoi perdere troppo tempo
davanti al pc ad elaborare le foto?

Impara a elaborare i tuoi file RAW come i professionisti.

Lo scatto va saputo sviluppare scrupolosamente con un software di editing,


proprio come si faceva in passato in camera oscura. Non a caso il processo al
giorno doggi viene definito sviluppo in camera chiara.

I file RAW sono file grezzi che al loro interno contengono tutte le informazioni
registrate al momento dello scatto ed per questo motivo che devono essere
sviluppati, altrimenti otteresti solo immagini piatte o elaborate dalla software
interno della fotocamera.

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Ti aiuter a capire in poco tempo quanto sia importante la postproduzione per
riuscire a riportare i colori fedeli e quanto anche sia importante per far fiorire la
tua personale visione creativa.

COME PUOI IMPARARE VELOCEMENTE?

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passo passo, ti spiego come ottenere quello che hai sempre desiderato con un
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MA ASPETTA UN ATTIMO!
Ora sei pronto per fare foto che emozionano.

Se vuoi accrescere le tue vedute fotografiche, il modo pi semplice che hai per
imparare quello di fare direttamente pratica sul campo, partecipando a uno
dei nostri incredibili workshop fotografici che puoi trovare su weshoot.it:

Workshop in Val dOrcia


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Workshop in Islanda
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Se vuoi imparare da grandi fotografi, non ti resta che ampliare le tue


conoscenze con alcuni manuali sulla fotografia. Ad esempio un ottimo testo,
utilizzato nelle migliori scuole fotografiche il Nuovo trattato di fotografia
moderna di Micheal Langford che in 15 capitoli spiega in maniera fluida tutti
gli aspetti che vanno dallo scatto alla stampa, passando anche per la post-
produzione.

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Altri testi interessanti che ci sentiamo di consigliarti sono i 4 libri di Michael
Freeman:

1. Locchio del fotografo


2. La mente del fotografo
3. La visione del fotografo
4. Lesposizione fotografica

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